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TUTTI GLI ESSERI UMANI NASCONO LIBERI ED EGUALI IN DIGNITÀ E DIRITTI. ESSI SONO DOTATI DI RAGIONE E DI COSCIENZA E DEVONO AGIRE GLI UNI VERSO GLI ALTRI IN SPIRITO DI FRATELLANZA. (DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, ART. 1 - 10 DICEMBRE 1948) ALL HUMAN BEINGS ARE BORN FREE AND EQUAL IN DIGNITY AND RIGHTS. THEY ARE ENDOWED WITH REASON AND CONSCIENCE AND SHOULD ACT TOWARDS ONE ANOTHER IN A SPIRIT OF BROTHERHOOD. (THE UNIVERSAL DECLARATION OF HUMAN RIGHTS, ART. 1 - 10 DECEMBER 1948) QUALITÀ CHE RIMANE IMPRESSA DUEMILA11

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TUTTI GLI ESSERI UMANI NASCONO LIBERI ED EGUALI IN DIGNITÀ E DIRITTI. ESSI SONO DOTATI DI RAGIONE E DI COSCIENZA E DEVONO AGIRE GLI UNI VERSO GLI ALTRI IN SPIRITO DI FRATELLANZA.(DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, ART. 1 - 10 DICEMBRE 1948)

ALL HUMAN BEINGS ARE BORN FREE AND EQUAL IN DIGNITY AND RIGHTS. THEY ARE ENDOWED WITH REASON AND CONSCIENCE AND SHOULD ACT TOWARDS ONE ANOTHER IN A SPIRIT OF BROTHERHOOD.(THE UNIVERSAL DECLARATION OF HUMAN RIGHTS, ART. 1 - 10 DECEMBER 1948)

Q U A L I T À C H E R I M A N E I M P R E S S ADUEMILA11

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Noi di Grafi che Filacorda crediamo che la libertà di espressione sia oltre che un diritto, un valore.

Eppure ci rendiamo conto che nella vita professionale, a volte, anche gli animi più artistici devono porre dei confi ni alla loro creatività.

Da questa consapevolezza nasce il concept del nostro Calendario 2011: Grafi che Filacorda, aperta al mondo della cultura e attenta alla sensibilizzazione su

tematiche sociali e interculturali, ha scelto di lasciare a una rosa di artisti italiani, che per diversi motivi sono in contatto con l’azienda, una piena e totale libertà di

espressione su un argomento forte, sentito, vissuto e sempre attuale: il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

Il Calendario così concepito non vuole essere un bell’omaggio cartotecnico realizzato a fi ne anno, bensì un oggetto intrinsecamente prezioso, dove i materiali

impiegati passano volutamente in secondo piano per dare pieno risalto al messaggio e alla sua rappresentazione. Ed è proprio qui che risiede il sostanziale valore

dell’iniziativa che promuoviamo: il Calendario veicola attraverso un linguaggio creativo diversifi cato il pensiero personale di artisti conosciuti su una tematica

sociale e civile impegnativa, in un’epoca in cui la comunicazione è una leva fortissima per rifl ettere su chi siamo e su cosa possiamo fare per costruire un mondo migliore.

Il risultato è una rassegna di immagini uniche, esclusive e piene di signifi cato, che giorno dopo giorno accompagneranno il vostro anno e vi chiederanno un confronto

personale con questo importante argomento.

Lasciando quindi carta bianca a questi 12 bravissimi interpreti, che ringraziamo sinceramente sia per la loro disponibilità a esprimere e diffondere il loro pensiero, sia

per l’entusiasmo con cui hanno aderito a questo progetto di pubblica utilità, auguriamo a tutti voi uno splendido anno nuovo nel segno della Libertà, dell’Uguaglianza

e della Fratellanza.

Anna Filacorda

La Dichiarazione Universale dei diritti Umani è stata proclamata il 10 dicembre 1948 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Per la prima volta nella storia,

la comunità internazionale ha riconosciuto l’esistenza di diritti fondamentali della persona umana, assumendosi la responsabilità di tutelare e promuovere l’uguaglianza

degli stessi tra uomini e donne di tutte le nazioni del mondo.

ANNAFILACORDA

Anna Filacorda, direzione evoluzione.

Classe 1972, udinese, il suo motto è credere per raggiungere.

Subito dopo il conseguimento della maturità tecnica a indirizzo amministrativo-contabile, Anna Filacorda entra

a far parte dell’azienda di famiglia, Grafi che Filacorda, che dal 1954 opera nel settore della grafi ca e della carta

stampata. Dopo alcuni anni d’esperienza nell’ambito contabile, frequenta con profi tto un corso manageriale

sulla “Gestione delle Aziende Grafi che”, presso la scuola di grafi ca “San Zeno” di Verona. A integrazione del

corso, svolge nel Veronese un periodo di stage presso prestigiose realtà industriali del settore grafi co.

Dal 1998 entra a far parte della Direzione delle Grafi che Filacorda, con la nomina di amministratore delegato.

Attualmente si occupa dei rapporti tecnico-commerciali con la clientela.

Rimanendo sempre fedele ai valori familiari, Anna riesce a coniugare l’esperienza di oltre 50 anni di operato con

la tecnologia di ultima generazione e a conciliare il know-how con la creatività di dipendenti e collaboratori: oggi

Grafi che Filacorda spazia dalla consulenza mirata alla vera e propria fase di stampa, impiegando i macchinari

più attuali, con un servizio attento e orientato al cliente.

Grafi che Filacorda, è il sorriso che vi accoglie sempre all’arrivo, la varietà di soluzioni offerte e soprattutto la

qualità del lavoro che rimane impressa.

PERCHÉ?

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1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l

TUTTI GLI ESSERI UMANI N

G E N N A I O

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BRUNOMORELLO

L’estro di BRUNO MORELLO

Amore & Omosessualità.

Bruno Morello sceglie di rappresentare attraverso una grafi ca pulita e semplice il travagliato percorso della

libera manifestazione dell’amore omossessuale.

Diversi piani di interpretazione e di signifi cati si intrecciano e si rivelano all’occhio attento dell’osservatore nelle

due ampersand: due uomini, identici, posti uno di fronte all’altro, “combattono” per il loro amore.

Il nero, il rosso e il bianco trasmettono con grande forza comunicativa le infi nite sfumature dell’animo umano

di fronte a questo tema che per molte persone è ancora tabù.

L’ordine formale della rappresentazione riesce pienamente a esprimere il disordine che alberga nel mondo

e che si manifesta nelle antitesi uguaglianza-diversità, incontro-scontro, libertà-costrizione. Questi contrasti

che provocano dolore possono essere dissolti solamente attraverso la presa di coscienza che l’amore è l’unica

forza in grado di vincere il male.

Coraggio, apriamo il nostro cuore.

Come Bruno Morello lascia il segno.

“Amare cosa si sta facendo e cosa si vuole fare... La passione è il sale”

Noto Graphic Designer - il suo nome compare tra i 23 graphic designer selezionati dal Comitato Scientifi co

Triennale di Milano per la mostra “Il paesaggio mobile del nuovo design italiano”, censimento sullo stato dell’ar-

te del design attuale -, Bruno Morello impiega il suo talento creativo nella grafi ca di pubblica utilità, nell’arte e nel-

la cultura. Ricercatore, sperimentatore e grande osservatore, i suoi manifesti avanguardisti e cosmopoliti sono

in mostra alla School of Design di New York, al The Art Institute of Boston, alla Colorado State University, alla

Bibliothèque Nationale de France, al Museo d’Arte Contemporanea a Istanbul. Il manifesto “I bambini di fronte

alla tv”, realizzato con Walter Sardonini, gli è valso la citazione di Arturo Carlo Quintavalle e di Gillo Dorfl es nel

volume “Manifesti, pittura, politica – Epoca 1945-1999. Manifesti in Italia tra vecchio secolo e nuovo millennio”.

“Io mi rendo conto che osservo. Che vedo tutto. Anche se sono in ferie”

Il suo percorso artistico è costellato da prestigiosi progetti di immagine per Istituzioni, Musei e importanti Case

editrici: dal Festival Internazionale di Montalcino (1996-2000) alle iniziative culturali della Città di Lignano

Sabbiadoro (Premio Hemingway), dal Museo di Storia della Fotografi a di Firenze all’allestimento per la mostra

dedicata all’opera di Mirko Basaldella, dalla prime collaborazioni con Gucci e Utet alle edizioni 2010-2012 della

manifestazione udinese “Le Giornate del Tiepolo”.

“È una questione che nasce da dentro... È una dote naturale”

Già presente nella short list Art Directors Club Italiano e selezionato dall’Università La Sapienza per Roma Design

Più, nel 2007 è stato scelto dal Museo Ogaki (Giappone) per la Modern Italian Poster Exhibition, mentre nel 2008

ha curato e progettato la mostra “Living Architectures: Gehry - Koolhaas – Meier” a Palazzo Morpurgo, Udine.

Nel 2009 si è aggiudicato il bronzo nell’Award Design Europe per l’editoria, da dicembre 2010 in mostra a

Istanbul, per la trasferta del Triennale Museum Design di Milano. Infi ne, fi no al 23 gennaio 2011, è possibile

ammirare i suoi manifesti nell’autorevole Affiche Museum / Dutch Poster Museum di Hoorn (Olanda).

La mostra si intitola “FINESTRE SULL’ITALIA manifesti italiani dopo il 1990”.

Si è formato a Firenze negli anni Novanta. Dal 2000 lavora in Friuli.

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NASCONO LIBERI ED EGUA

F E B B R A I O1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28

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SERGIOCODUTTI

Tutto il mondo è paese

Un messaggio positivo e di speranza, la metafora di un mondo che, se è unito, può andare avanti in pace. Certo,

il percorso è in salita, come ben rappresenta la montagna posta all’orizzonte, anche se oltre al bosco si vede

un avvallamento, segno che la via è percorribile. E a guidare il gruppo in questo viaggio che porta alla felicità è

una bambina, che si è già incamminata verso la meta. Bambina che fa le veci della nuova generazione ma che

è anche simbolo del fanciullo che c’è in noi, che sa guardare alle cose con l’immediatezza di quando non c’è

differenza fra il dire e il fare. È la semplicità disarmante dell’amore: l’unica strada che dal presente può condurre

a un futuro migliore.

Il mondo come casa

Il mondo di Sergio Codutti ha la naturalezza delle cose autentiche: il contatto diretto, il profumo della natura,

l’atmosfera che lega. Ma nello stesso tempo non ha confi ni: se ogni uomo è nato in un angolo diverso del mondo,

si può ben dire che le radici dell’uomo sono in tutta la terra.

Un romanzo fotografi co

Sergio Codutti è nato sessant’anni fa a Passons, alle porte di Udine, dove vive e dirige un’azienda di mobili per

uffi cio di tradizione familiare. Coltiva la passione per la fotografi a da quando aveva 15 anni e un laboratorio nella

soffi tta di casa. Nel 2010 è uscito ‘Come l’acqua’, il suo primo lavoro fotografi co per la grande distribuzione.

Negli anni all’amore per gli scatti si sono unite la tecnica e le innovazioni tecnologiche, ma nell’obbiettivo di

Sergio ci sono ancora gli scorci di una straordinaria quotidianità, piena di valore.

Immagini creative

Quando racconta del suo amore per la fotografi a e della sua crescita artistica, Sergio Codutti si defi nisce un

interprete di nuove forme espressive. Questo perché a lui piace creare: “Io ragiono come un pittore” – spiega -

penso a un soggetto e poi, grazie alla tecnologia, costruisco un’immagine”.

A noi spettatori non resta che seguirlo, e lasciarci stupire.

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EGUALI IN DIGNITÀ E DIRITT

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MARIANGELAPALUDO

La positività di Mariangela Paludo

Uniti nella Diversità.

Affrontare in positivo l’argomento dei diritti umani, elaborando un concetto possibilista che comunica speranza.

Sono queste le premesse da cui si sviluppa il lavoro di Mariangela Paludo, che nella sua rappresentazione grafi ca

propone un nodo, emblema della complessa entità umana, e la sua duplicazione, a fi gurare l’unicità dell’essere.

Per l’artista siamo tutti un insieme, seppur con differenti caratteristiche, che qui sono evidenziate attra-

verso il colore: Mariangela ha scelto delle tinte piatte di grande impatto grafi co per comunicare l’idea di molte-

plicità. Ad abbracciare i nodi, un elemento umanizzato che rappresenta il voler essere un insieme, nonostante

la nostra unicità: siamo così uniti, nella diversità. Allargando lo sguardo, l’immagine raffi gura anche un albero,

simbolo della vita.

Quello di Mariangela è un messaggio chiaro ed effi cace, che a suo avviso dovrebbe essere intrinseco e toccare il

cuore dell’uomo fi n dalla nascita: “dobbiamo lavorare per l’unità, l’uguaglianza, il rispetto, l’equilibrio universale”.

Il mondo ha davvero bisogno di questo appello: cogliamolo.

Mariangela Paludo. Un’immagine coordinata.

“Tutto deve essere semplice. Non elementare. Semplice”.

Mariangela Paludo è una graphic designer che dal 1981 si occupa di comunicazione aziendale, dall’ideazione

del concept alla realizzazione degli esecutivi.

Il suo ricco portfolio privilegia progetti commissionati da Istituzioni, Enti e Associazioni, tra cui spiccano l’alle-

stimento dell’esposizione celebrativa dei 30 anni di Area Science Park di Trieste, la progettazione grafi ca dello

stand di Innovaction Udine Fiere (2008), la brochure di ICS UNIDO per la conferenza di Johannesburg sullo svi-

luppo sostenibile (2002), il materiale informativo di Codess FVG per il settore asili nido, la brochure istituzionale

del Laboratorio di Luce di Sincrotone Elettra, il logo per il trentennale della Fondazione di Science Area Park,

il logo del Consorzio per l’Alta Ricerca Navale e quello di Tetris, Progetto Europeo di Aggiornamento professio-

nale basato su nuove teorie di management.

“Nutro ancora il piacere della carta stampata”

Oltre a marchi e logotipi, corporate identity, cataloghi, libri e brochure, parte dell’attività di Mariangela è riservata

alla formazione (corsi di prima formazione e post diploma) e alla consulenza per aziende che si occupano di

sviluppo imprenditoriale e di sostegno alla creazione d’impresa.

“Sono una persona green… amo i cavalli… ho un grande rispetto dell’individualità, della libertà di scel-ta di ciascuno”

Il calendario Grafi che Filacorda 2011 è il suo primo progetto di pubblica utilità, anche se Mariangela Paludo è da

sempre impegnata in prima persona per promuovere il rispetto e l’equilibrio del pianeta.

Nata in Friuli Venezia Giulia, vive a Lestizza (UD).

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RITTI. ESSI SONO DOTATI D

A P R I L E1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

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FRANCESCOCANDELORO

L’ambiente intorno a noi, noi nel cuore dello spazio

Un turbinio di luci e segni fanno da sfondo, caoticamente silenziosi, a una casa che sembra stagliarsi fra le onde.

Sono i fl utti di una città in movimento, una qualsiasi città del mondo, che ospita dentro sé – e quasi sospeso

entro i suoi confi ni – quel concetto semplice e universale che chiamiamo casa. Un edifi cio stilizzato, formato

solo da quadrati e triangoli, che si impone al centro della foto e dei pensieri. Nella multiforme realtà dell’esterno,

la casa è il rifugio di cui tutti abbiamo bisogno.

Quando il colore diventa segno

L’immagine proposta da Francesco Candeloro è formata da tanti strati quanti sono i suoi livelli di lettura. “La so-

vrapposizione delle forme geometriche compone la casa, mentre la somma di colori e di paesaggi costituisce

lo sfondo”. Molti semplici formano un complesso, un insieme unitario che però non è necessariamente anche

omogeneo. “L’ambiente va letto e capito nei suoi singoli fattori, che sono gli individui. Una somma di diversità

che convivono rispettandosi reciprocamente”. Perché per quanto diversi, ci troviamo tutti dentro la casa del

mondo.

Le tre dimensioni delle immagini

L’ambiente in cui viviamo è a tutto tondo per Francesco Candeloro, che lo interpreta anche materialmente in

un’arte in cui si coniugano luci, forme, colori e dimensioni. Formato all’Accademia delle Belle Arti di Venezia,

Francesco è riuscito a rendere la ‘sovrapposizione’ una nuova forma di arte, che esprime nell’impiego di mate-

riali e tecniche innovative la profondità del punto di vista umano. La nuova frontiera della bidimensione è l’inseri-

mento anche fi sico nell’ambiente circostante, nell’architettura. “Il tema centrale delle mie installazioni è alla fi ne

sempre l’uomo, o meglio l’uomo in rapporto con l’ambiente in cui vive”. Da qui l’importanza dei colori e dei gio-

chi di luce, naturale e artifi ciale, ma anche del contesto tridimensionale che permette alle creazioni artistiche di

muoversi con l’osservatore, e cambiare assieme al punto di vista di chi le guarda. Francesco Candeloro espone

in tutta Italia e all’estero, soprattutto in Germania; la sua arte è proprio come la sua Venezia, una rifl essione soli-

taria su quei momenti di incontro di espressioni e di persone dove ciascuno si trova di fronte alla propria unicità.

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DI RAGIONE E DI COSCIENZ

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OSCARSERAFIN

Quest’opera è il risultato di una serie di work shop che ho tenuto con i ragazzi di .Lab - Centro di Formazione

Professionale del Centro Solidarietà Giovani “G. Micesio” di Udine e delle Offi cine Creative del Comune

di Udine.

L’head line dei work shop è stato:

diversità [uguaglianza]: essere liberiAffi nchè il concetto di “diversità” non ci condanni alla solitudine, occorre avere chiara l’idea di identità, che è il

valore più grande dell’uomo. Noi infatti ci possiamo realizzare solo nel momento in cui riusciamo a trovare un

buon equilibrio tra la nostra individualità, che ci distingue da ogni altro, e la nostra esigenza di appartenere alla

comunità, cioè di essere come e con gli altri.

Allo stesso modo il desiderio di mantenere la nostra identità culturale non può essere in opposizione all’esigen-

za di coesione sociale per garantire un’armonioso coabitare di persone e gruppi con identità culturali molteplici,

variate e dinamiche.

Come fonte di scambio, innovazione e creatività, la diversità è infatti necessaria per l’uomo in quanto foriera di

benessere ed equilibrio interiore.

L’opera sintetizza questo concetto componendo, attraverso l’insieme di più elementi, un unico grande elemen-

to per ricordare:

Oscar Serafi n

Grafi co clandestino dal 1980

( dal ) 1986 docente in grafi ca e comunicazione visiva

( dal ) 1996 cosulente per le Offi cine Creative del Comune di Udine

( dal ) 2001 direttore didattico di .lab Centro di Formazione Professionale

del Centro Solidarietà Giovani “G. Micesio”, Udine

( dal ) 2003 papà di Nicolò

( dal ) 2006 papà di Giovanna

( dal ) 2009 papà di Francesca

Per la realizzazione di questo “lavoro grafi co” è stata fondamentale la partecipazione

degli oltre 50 ragazzi partecipanti al work shop, del fotografo Luca Laureati e di:

Alessandra Bergagna, Nicoletta Cecotti, Maurizio Faleschini, Elena Gattari, Francesca Pacitto,

Rosanna Pravisano, Nicola Svetina docenti di “.lab”

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NZA E DEVONO AGIRE GLI U

G I U G N O1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

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ALBERTOQUOCO

L’incontro

Due mani si incontrano in una stretta così salda da infondere sicurezza in chi la guarda, forti come un pugno

che invece è sostegno, simbolo di una fratellanza risoluta perché desiderata fi no in fondo. Queste mani gridano

fi ducia e sono capaci di far sbiadire tutti i colori delle differenze in nome dell’unica umanità che ci riguarda tutti.

Queste mani ci dicono che siamo fratelli per davvero. Soprattutto perché queste mani che si stringono non si

conoscono.

Esprimere senza parole

Alberto Quoco ha scelto un’immagine potente per riassumere in un colpo d’occhio valori, sensazioni e concetti

che richiedono lunghe rifl essioni. Così la sua fotografi a cattura intere situazioni, in un’unica posa una sequenza

di momenti che si svelano moltiplicandosi a ogni nuovo sguardo. Eppure sono sempre stati lì sin dal primo

istante. “Trovo diffi cile esprimere a parole ciò che sento dentro”, ma ci riesce benissimo fi ssando in un’immagi-

ne un intero movimento, dove, come in una sinestesia visiva, la forma esprime il massimo della sua dinamicità

proprio quando rimane immobile. “Perché la danza è esattamente quello che c’è fra due foto”.

Visualizzare le emozioni

Da sempre Alberto Quoco, fotografo autodidatta, vive il tempo appieno, e visualizza le emozioni che sente nella

vita come immagini. Così le sue foto trasmettono il sentimento che lui stesso prova mentre le crea. La sensi-

bilità è il fi lo rosso che unisce gli altri sensi per questo fotografo che vive a Udine e ha ricevuto riconoscimenti

internazionali. Il 2008 ha premiato ben due volte la sua creatività, e nello stesso anno è uscito il primo libro di

Alberto, ‘Nero Mediterraneo’: fotografi e del dramma dell’immigrazione clandestina. “Mi emoziono quando fac-

cio cose così” commenta schivo guardando la sua foto. E in effetti non trova altre parole: “Ho tutto in testa” dice

timidamente, ma non è vero. È tutto nel cuore.

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GLI UNI VERSO GLI ALTRI IN1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d

LU G L I O

Le donne sono più soggette degli uomini ad avere lavori vulnerabili, di basso profi lo e mal retribuiti,

con una protezione sociale o dei diritti fondamentali limitata oppure inesistente.

In Asia meridionale, in Africa settentrionale e in Asia occidentale, la percentuale di donne impegnate in

settori diversi da quello agricolo è solo del 20%.

Le donne costituiscono quasi i due terzi dei 776 milioni di adulti analfabeti nel mondo.

La salute materna è uno degli ambiti in cui il divario tra ricchi e poveri è più pronunciato. Mentre quasi

tutte le nascite nei paesi sviluppati sono assistite da personale sanitario qualifi cato, meno della metà delle

donne riceve tali cure quando partorisce in alcune regioni dei paesi in via di sviluppo.

Ogni anno un numero inaccettabile di donne e ragazze muore a causa di complicazioni durante la

gravidanza, il parto o dopo le dimissioni dall’ospedale, la stragrande maggioranza nei paesi in via di sviluppo.

Gran parte di queste complicazioni sono largamente prevenibili e curabili.

Tra le donne di età compresa tra i 15 e i 44, gli atti di violenza sono tra le prime cause

di morte e invalidità, più del cancro, della malaria, degli incidenti stradali e della guerra.

Nel 2006, le donne e le ragazze hanno costituito il 79 per cento delle vittime

del traffi co di esseri umani.

Nonostante i progressi, la discriminazione contro le donne persiste sia nelle leggi che nella pratica.

L’attuazione effettiva e il rispetto di queste leggi restano una questione importante.

Molte donne soffrono varie forme di discriminazione e hanno un accesso limitato a diritti,

risorse e opportunità.

Volontà politica e leadership sono fondamentali per generare un’azione sostenuta in favore

dell’uguaglianza di genere e l’“empowerment” di donne e ragazze e per il progresso nello sviluppo,

pace, sicurezza e diritti umani.

FONTE ONUITALIA NOTIZIE 2010

BISOGNA PROGREDIRE!

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ELISABETTA BIRSAELENA DE GIORGI

Il volto femminile dei diritti umani.

Per Elisabetta Birsa ed Elena De Giorgi – titolari di uno studio di comunicazione tutto al femminile - è un istinto

connaturato quello di richiamare l’attenzione sul mondo delle donne. Ecco dunque che le due professioniste

di Duino veicolano un messaggio di denuncia che parla di diritti umani calpestati, di discriminazione e di

subalternità.

A sostegno delle pari opportunità

L’immagine del Calendario è stata realizzata in collaborazione con il Collegio del Mondo Unito dell’Adriatico:

10 studentesse dell’istituto di Duino hanno posato con i costumi delle loro nazioni per rappresentare le diverse

culture di provenienza: Nora Biteniece – Lettonia, Ushma Manandhar – Nepal, Anya Patrusheva – Russia,

Carla Monni – Italia, Rut Setio Nastiti – Indonesia, Prodpran Wangcherdchuwong – Thailandia, Alaa Badr –

Egitto, Eduarda Araujo – Brasile, Urska Kosir – Slovenia e Carlota Fernandez Tubau Rullo – Spagna.

Successivamente, Elisabetta ed Elena hanno elaborato le foto scattate dall’esperto Nicola Tomasi per ottenere

una soluzione grafi ca che fosse rappresentativa del concept che volevano trasmettere: una fi gura femminile,

emblema di tutte le donne del mondo.

Bisogna Progredire!

È questo il messaggio lanciato dalle due professioniste di Work in Progress, che chiude la pagina di rifl essione

sulla situazione attuale delle donne, alla luce dei dati Onu accuratamente riportati.

Un invito alla presa di coscienza, ma soprattutto un’esortazione all’azione.

Work in Progress: professionalità in divenire.

Un sodalizio che dura da oltre dieci anni e che ha prodotto risultati tangibili: con Work in Progress, Elisabetta ed

Elena hanno creato un’agenzia di comunicazione con tutte le carte in regola per sfondare: campagne pubblici-

tarie, packaging, eventi e manifestazioni, web e multimedia, servizi fotografi ci e identità istituzionale.

Diverse fi gure professionali si affi ancano nella ricerca multidisciplinare, integrando grafi ca, fotografi a, editoria

e web design. Le parole d’ordine sono: impegno, emozione e innovazione. Tutto questo grazie a una strategia

comunicativa capace di evolversi nel tempo e crescere... come dimostra la recente apertura di uno spazio /

uffi cio a Gorizia, dedicato all’arte, alla fotografi a, ai corsi… e non solo.

La loro fi losofi a è andare oltre. E si vede.

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TRI IN SPIRITO DI FRATELLA1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

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A G O STO

“Un bambino è puro nell’animo,

accoglie chi incontra nella sua unicità”

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ELIAFERANDINO

Zoom sulla non-discriminazione

“Mi sono limitato a riprodurre ciò che i bambini ogni giorno ci raccontano: una storia priva di pregiudizi.

”L’immagine che Elia Ferandino ha scelto come rifl essione sul primo articolo della Dichiarazione Universale dei

Diritti Umani è una foto-testimonianza. La testimonianza di una società - la nostra - dove i bambini insegnano

agli adulti a mettere in pratica quell’incontro e quell’accoglienza che molti uomini si limitano a teorizzare o a

predicare. Perché, come sostiene Elia “un bimbo è puro nell’anima, non giudica ma vive nella tolleranza”.

Emozione istantanea

Elia assiste di persona alla scena durante una cerimonia di nozze.

“Quel bambino che con tanta dolcezza teneva la mano della nonna... Una folgorazione… “

E così, chiede ai protagonisti dell’episodio di fargli provare nuovamente quel profondo sentimento, di ripetere

per lui quell’atto: “È stato amore a prima vista… Perché era un gesto naturale, quotidiano”.

Quella di Elia è un’immagine che scompiglia l’animo. Ed è proprio quel turbinio di emozioni che la foto suscita

a chiamare all’appello noi spettatori. Come ci poniamo davanti a quelle due mani che si uniscono nell’amore,

nella fi ducia, nell’accettazione? Questa foto è un viaggio introspettivo e al tempo stesso un invito all’emulazio-

ne: “Il bambino non compatisce – chiosa Elia – perché non conosce la compassione. L’uomo dovrebbe essere

come un bambino”.

Obbiettivo: cogliere l’essenza

“La cosa più bella è quando la macchina fotografi ca è il mezzo per conoscere persone, luoghi e te stesso”

A 18 anni Elia Ferandino acquista la sua prima macchina fotografi ca perché sente l’esigenza di congelare delle

situazioni ironiche e curiose. Nel 1999 diventa professionista.

Dal 2004 entra a far parte dello studio Tassotto & Max di Udine, dove si occupa di servizi fotografi ci di alta

professionalità in tutto il territorio italiano ed europeo, commissionati da privati e da aziende.

“Occhio, mente e cuore: quando una foto ha questi tre elementi, hai fatto centro”

Dalle foto di matrimonio al ritratto, dalle campagne pubblicitarie all’arredamento: la sua missione è cogliere

l’essenza delle cose e trasmetterla attraverso la fotografi a. La sua passione rimane però il reportage, che da

sempre alimenta la sua anima fotografi ca.

Ermetico, ha un rapporto intimista con la fotografi a. I suoi maestri sono Bresson, Erwitt e Scianna.

“La fotografi a diventa di tutti. Ognuno vede qualcosa di diverso, che anche tu, fotografo, non avevi colto”.

La stampa come risultato di ciò che ho visto, sentito e vissuto. Non c’è niente di più azzeccato della defi nizione

di fotografi a creativa di Alfred Stiegliz per comprendere il mondo artistico di Elia.

Lui si defi nisce un fotografo neorealista e purista, ma questo lo avevamo già capito.

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TUTTI GLI ESSERI UMANI N

S E T T E M B R E1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

g v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v

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MARCO CODUTTI

La schiavitù invisibile

Non serve andare nei paesi del terzo mondo per vedere la schiavitù. “Ogni italiano è in una prigione, e molti non

ne sono consapevoli”. La manipolazione del pensiero è la sopraffazione della parte industrializzata del pianeta,

e l’occultamento della verità garantisce a chi detiene il potere di trarre i più grandi profi tti. “La nostra vita è una

tensione continua, un carico di paure che pensiamo di sconfi ggere con informazioni inutili e futili distrazioni,

anche materiali”. Il tempo passa e perdiamo di vista le cose veramente importanti.

L’essenza dell’uomo

La provocazione di Marco grida alla consapevolezza, a una presa di coscienza che ogni giorno viene rimandata

per leggerezza o per apatia. Non sono una macchina o un televisore a fare l’uomo, “eppure queste false priorità

tengono sotto scacco le persone come sotto una dittatura. Perché stanchi dal lavoro, o presi dal quotidiano,

viviamo di illusioni vuote, distrazioni o palliativi”.

Invece bisogna farsi domande, rifl ettere, guardare fuori e al di là. Non lasciarsi frenare dai confi ni mentali, dalla

rigidità di schemi che abbiamo ricevuto in eredità o persino inventato noi stessi.

L’uomo è fatto di sensazioni ed emozioni, ed è questo l’importante: capire, prestare attenzione a ciò che serve,

senza orpelli.

Il grido delle immagini

Marco Codutti sovverte gli schemi. Fotografo di ambienti industriali per professione, è un artista di paesaggi

naturali per vocazione. Le sue foto preferite, infatti, hanno per soggetto una natura interpretata, ma mai ma-

nipolata. Quasi “stravolte” verso la pittura, ottenuta attraverso tempi lunghi e una grande lavorazione di fi ltri,

quelle di Marco non sembrano nemmeno fotografi e. È il sogno di un bambino che è diventato realtà, e che

adesso lo porta a realizzare mostre in tutto il mondo. Le crezioni di Marco Codutti, grandi più di un metro e

mezzo, sono lo specchio di un punto di vista nuovo e diverso: “L’acqua, in particolare, è un elemento con più

facce, consono al mio modo di vedere le cose ed esprimerle”. E l’invito di Marco è di essere come l’acqua: nien-

te gabbie, non facciamoci mettere in catene.

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NASCONO LIBERI ED EGUA

OT TO B R E1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l

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FEDERICOBARILE

Rappresentazione e rappresentanza

Il bianco è il colore dei fantasmi. E può anche signifi care “tempo di attesa indefi nito”. Federico Barile non poteva

scegliere nulla di più calzante per la sua rappresentazione: il bianco è perfetto per attirare l’attenzione sul con-

tenuto e sul signifi cato della pagina. Il creativo di “Altrementi” ha scelto infatti un colore senza tinta per puntare il

rifl ettore sulle popolazioni che non sono rappresentate all’interno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.

“Senza dare giudizi morali, la pagina consente a queste popolazioni non rappresentate di avere visibilità…”

Facendo una ricerca e approcciando il primo articolo della Dichiarazione Universale, in cui si parla dei diritti di

tutti, Federico Barile si sofferma sull’altra faccia della medaglia, e precisamente quella delle popolazioni che a

vario titolo non sono riconosciute dall’Onu.

L’utilizzo del bianco su bianco non può non far pensare: “queste persone non sono apparentemente visibili”.

Un’altra prospettiva, un altro punto di vista. Che lascia punti interrogativi, punti di sospensione. Chissà se si

andrà mai a capo per cominciare un nuovo capitolo.

Federico Barile: professione creativo

Un curriculum di tutto rispetto, rispolverato per l’occasione: 23 anni di esperienza nel campo della grafi ca e

della comunicazione, di cui 13 in prima linea, come imprenditore nel settore.

Federico Barile ne ha fatta di strada dal giorno del Diploma in Arti Applicate conseguito presso l’Istituto d’Ar-

te Sello di Udine: grafi co, visualizer, illustratore. E poi creativo con alcune delle agenzie di comunicazione più

quotate del territorio. Da art director partecipa alla progettazione di campagne di advertising, fi lm pubblicitari

regionali e nazionali, packaging di prodotti, immagini istituzionali e coordinati aziendali, nonché alla creazione

dell’immagine di convegni ed eventi.

Dal 1997, tutti i giorni si occupa della parte creativa di Altrementi, agenzia di comunicazione fondata assieme a

Gimmy Pavon.

“Un percorso lento ma solido, del quale siamo timidamente orgogliosi”

All’inizio solo con due computer in due, oggi, con una sede di proprietà a Tricesimo, due dipendenti e altri colla-

boratori stabili, Altrementi è il piccolo capolavoro di Federico e Gimmy, che in campo pubblicitario si occupano

di above e below the line, passando per il web&multimedia: nel loro portfolio trovano spazio diversi progetti,

dall’immagine coordinata ai siti internet e social network.

Illustratore per passione

Da anni Federico coltiva la passione per l’illustrazione e ha già raccolto qualche frutto: cartoni animati per la

campagna Genertel Trieste; campagna di educazione stradale Provincia di Trieste, AMGA Udine. A questo si

aggiunge la partecipazione a manifestazioni di illustrazione, soprattutto per ragazzi (Bologna, Pasiano, Trieste).

Che dire… illustrissimo.

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ALI IN DIGNITÀ E DIRITTI. ES

N O V E M B R E1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m g v s d l m m

Diversi ma uguali, sotto lo stesso cielo.

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IVANMOREALE

Ivan Moreale: Visione d’insieme.

Avvolto nella notte e immerso nel silenzio, circondato dai campi e sfi orato dalla fi evole luce di qualche casa iso-

lata, Ivan Moreale guarda il cielo stellato. “Io abito fuori città, quindi tempo e spazio sono molto diversi da quelli

urbani”. L’emozione che prova è lo spunto per la realizzazione grafi ca della sua pagina. “La sensazione era quella

di essere molto piccoli di fronte a qualcosa che è fuori dalla nostra portata, dentro cui siamo tutti racchiusi.”

In questo panorama notturno, l’essenza del pensiero di Ivan è invece chiara come il sole: per quanto le persone

possano essere diverse, sotto il cielo sono tutte uguali. “Non esiste povertà, ricchezza, etnia, pregiudizio. Nulla

di questi concetti”.

“Il cielo e le stelle stanno lì per ricordarci quanto siamo piccoli… Per rimetterci al nostro posto, probabilmente”.

Ivan trova la pace sotto quel manto di stelle. Se da un lato si sente minuscolo, dall’altro avverte di essere parte

di qualcosa di infi nitamente più grande e accogliente. Per trasmettere questa idea di percezione, Ivan scatta e

raccoglie una trentina di foto panoramiche che, unite, possano offrire una visione a 360° di ciò che esiste at-

torno e sopra di noi. In seguito, elabora a lungo l’immagine risultante per cercare di evocare nell’osservatore la

sensazione di essere avvolto da ciò che vede.

“Volevo che fosse una visione di insieme e non uno scorcio”.

La frase che completa l’opera è stata invece un’intuizione immediata: “siamo diversi, certamente, ma siamo

uguali sotto un unico cielo”. Ivan dice che è “tutto qui”. Già, tutto qui.

Creativa-mente Ivan.

“Crescere è un gioco in cui via via ti aggiungono sempre più regole...”

Ivan Moreale nasce a Udine il 21 novembre 1984. Cresce in campagna, respirando fi n da bambino l’aria artistica

e anticonformista della sua famiglia, “un po’ anarchica”, come la defi nisce lui. Sviluppa di conseguenza un’atti-

tudine a osservare il mondo senza il fi ltro di schemi ordinati e linearità di pensiero, bensì attraverso l’emotività

e l’istintività.

“La fantasia non si insegna. La fantasia è libertà...”

Successivamente, frequenta l’Istituto Statale d’Arte “G. Sello” di Udine, “alquanto svogliatamente per altro”,

confessa. Terminati gli studi, per qualche anno si impegna in diversi lavori alla ricerca di qualcosa che lo appas-

sioni. Nel 2006 decide di frequentare i corsi di grafi ca presso il Csg. E fi nalmente trova il modo per dare libero

sfogo al suo estro creativo e al suo minimalismo comunicativo.

Dal 2007 lavora come grafi co presso la Inuno.srl.

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ESSI SONO DOTATI DI RAGI

D I C E M B R ED I C E M B R E1 2 3 1 2 3 4 5 6 7 5 6 7 8 9 10 9 10 11 12 13 14 15 16 17 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 27 28 29 30 31

g v s g v s d l m m l m m g v s v s d l m m g v s l m m g v s d l m m g v s l m m g v s d l m m g v s m m g v s

. . . . . . . Tutti gli esseri umani nascono

. . . liberi . . . . . . . . . ed eguali . . . . . . . . . .

in . . . dignità . . . . . . . . . . . . . . . . . e . . . . . .

diritti . . . . . . . . . . Essi sono dotati di

ragione . . . . . . . . . . . e di coscienza . . . . . . .

. . . . . . . . . . . e . . . . . . . . devono agire . . . . .

gli uni . . . verso . . . . . . . . . . . gli altri . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . in . . . . . . . . spirito

di fratellanza . . . All human beings . . . .

. . . are born . . . . . . . . . . . . . . . free . . . . . . .

and . . . . . . . . . equal in dignity . . . . . . and

rights . . . . . . . . They are endowed . . .

with reason . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . and

conscience and should act towards . . . .

. . . . . one . . . . . another . . . . . in a . . spirit

of brotherhood . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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RICCARDODE MARCHI

Riccardo De Marchi fa rifl ettere

Spazio al signifi cato.

Porsi di fronte al testo, in senso letterale e metaforico, chiedendosi: “E io?” È attorno a questa chiamata in

causa che ruota il pensiero di Riccardo De Marchi sul primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti

Umani (e non solo). L’artista, partendo dall’idea dello specchio, riprende e spazia il testo in base al proprio

sentire, con slittamenti ritmici ponderati. I suoi punti di sospensione diventano i nostri punti interrogativi:

come ci poniamo di fronte a queste parole? Il senso del suo lavoro risiede nel rispecchiamento: così come

siamo impossibilitati a sottrarci al nostro sguardo - uno specchio esiste solamente nel momento in cui c’è un

ego che si rifl ette – allo stesso modo la scrittura acquista un signifi cato specifi co se è presente

un “io” corresponsabile del contenuto. Anche la foratura assume qui una valenza particolare: i buchi, che

defi niscono la fi sionomia di Riccardo, ne fi ssano la presenza, data per assenza.

Uno sguardo all’artista Riccardo De Marchi.

“Faccio quello che ritengo giusto o sento necessario fare”

Attraversamento, rispecchiamento, scrittura, buchi. Sono queste le parole chiave con cui è possibile varca-

re la soglia del mondo creativo di De Marchi. È da circa un decennio che l’artista impiega lo specchio nelle

sue interpretazioni, cui si affi ancano produzioni in diversi materiali, tra cui spicca il plexiglass, in formato

maxi. De Marchi rileva che il plexiglass “è l’altra faccia della medaglia” in quanto il concept è “l’attraversa-

mento”, dove l’ego è sempre interpellato. L’artista utilizza la trasparenza e il linguaggio come mezzi privile-

giati e preponderanti per comunicare la sua visione della realtà, associati a una scrittura per buchi, ottenuta

per sottrazione.

“Gli autodidatti hanno questo vantaggio: sono molto determinati.

È una scelta totale, precisa, esistenziale”

Idee chiare, sin dalla primissima gioventù. Classe 1964, Riccardo De Marchi si definisce un autodidatta:

“Non sono state le scuole a formarmi in senso artistico”. Le basi del suo lavoro erano già defi nite durante gli

anni del liceo scientifi co, ancor prima dell’Accademia a Venezia. “È uno straordinario privilegio vivere la propria

quotidianità potendosi esprimere liberamente”. Se l’arte gli consente di comunicare in maniera trasversale,

oggi, per lui, comunicare attraverso l’arte è ciò che dà senso pieno alla vita.

“L’unica cosa che sapevo era che non avrei potuto fare nient’altro”

In mostra a Toronto, Bruxelles, Budapest, Colonia e nelle varie gallerie italiane. In esposizione al Museo d’Arte

moderna e contemporanea di Trento e Rovereto. A Venezia, presenza alla Biennale, al Museo Fortuny e nella

Collezione Peggy Guggenheim. A novembre 2010, in copertina su Marie Claire Maison per l’installazione a

Villa Pisani, progetto Arte Contemporanea. Sono solo alcune delle credenziali di Riccardo De Marchi, artista

premiato e riconosciuto, che vive un rapporto speciale con la campagna in cui è nato. “Milano e New York - che

conosco e visito frequentemente - non mi appartengono nel senso più intimo del termine. Amo i miei luoghi, la

mia quotidianità, il mio gallo stordito che canta a tutte le ore...”

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RINGRAZIAMENTI Grafi che Filacorda desidera ringraziare tutti coloro

che hanno aderito a questo progetto, e in particolare:

gli artisti che hanno realizzato le creazioni originali per il Calendario,

offrendo il loro pensiero e consentendone la diffusione:

Federico Barile

Elisabetta Birsa

Francesco Candeloro

Marco Codutti

Sergio Codutti

Elena De Giorgi

Riccardo De Marchi

Elia Ferandino

Ivan Moreale

Bruno Morello

Mariangela Paludo

Alberto Quoco

la curatrice dei testi che accompagnano le immagini, che ha saputo cogliere

ed esprimere attraverso la scrittura il pensiero degli artisti:

Francesca Cerno

i fornitori che, condividendo l’iniziativa, hanno contribuito alla realizzazione del Calendario:

Cartiera Gmund - produttore della carta Ever Aomori, 200 gr per la copertina

Polyedra - distributore in esclusiva della carta Hello Fatt Matt 1.1, 170 gr per le pagine interne

Elleti Serigrafi a - lavorazioni particolari

Legatoria Alfa - confezionamento

Concept: Anna Filacorda e Roberto Luciano

Art direction: Roberto Luciano

Graphic design: Annalisa Zamaro e Stefano Toso per Grafi che Filacorda

Copywriting: Francesca Cerno

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Grafi che Filacorda srl

Udine | Viale Palmanova, 464/28

Tel. 0432 522276 | Fax 0432 522287

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Il presente calendario, se esposto al pubblico è soggetto all’imposta comunale sulla pubblicità a cura di chi lo espone.