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4Skiers, l'essenza del freeski.

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coverskier DAVE TREADWAY

foto JORDAN MANLEY

spot MONASHEE POWDER SNOWCATS, BC

www.4skiers.it

TEAM direttore responsabile CRISTIANO ZANNI (the boss)

[email protected]

caporedattore MARCO MELLONI (the wise)

[email protected]

IN REDAZIONE vicecaporedattore GIULIO GUADALUPI (the pioneer)

[email protected]

assistente di redazione DMITRII SARTOR (the insider man)

[email protected]

art director GIANPAOLO RAGNO (the magician)

[email protected]

impaginazione CARLO ALFIERI (the joker)

[email protected]

relazioni esterne GIONATA CAIMI

[email protected]

con la preziosa collaborazione diMATTIAS FREDRIKSSON, MATTIA MENESTRINA, JORDAN MANLEY, CHRISTIAN PONDELLA,

FABRICE WITTNER, ADAM CLARK, OSKAR BAKKE, CHRIS FIGENSHAU, BLAKE JORGENSON,FELIX URBAUER, MANUEL GLIRA, GIULIA MONEGO, VALENTINO MORI, TESS WEAVER,INGRID SIROIS, LESLIE ANTHONY, CAJA SCHÖPF, FILIPPO MENARDI, LUCA DE ANTONI,

FAUSTO TATONE, GIANMARCO FOLIGNATI, ANDREA CHIARIELLO, RISK4SPORT, STEFANO DI PRIMIO.

JOHNSONS MEDIA amministratore delegato CRISTIANO ZANNI - [email protected]

servizi generali LUISA PAGANO - [email protected]

editore e pubblicità JOHNSONS MEDIA

via Valparaiso, 4 - 20144 - Milano

tel +39.02.43990087 - fax +39.02.48022901

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distributore esclusivo per l’italia PRESS-DI DISTRIBUZIONE STAMPA E MULTIMEDIA S.R.L. 20090 SEGRATE (MI)

distributore esclusivo per l’estero JOHNSONS INTERNATIONAL NEWS ITALIA

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Lunedì al Venerdì dalle 14:00 alle 18:00.

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causale abbonamento 4Skiers - NOMINATIVO E INDIRIZZO

ECCETERA registrazione TRIBUNALE DI MILANO N.286 DEL 18.04.2006

codice issn 1970-8106

roc N. 11243

periodicità BIMESTRALE

prezzo di una copia italia 4,50 EURO

stampa ALFAPRINT - BUSTO ARSIZIO (VA)

4Skiers è una testata della società Johnsons Media srl che pubblica anche i periodiciFunboard (windsurf), Suptime (stand up paddle), KiteMagazineStance (kitesurf), 6:00 AM(skateboard), Entry (snowboard), Surf Latino (surf) e gli annuari Surfing (windsurf, surf,kitesurf) e Snowb (snowboard).

Tutti i diritti di 4skiers sono riservati e appartengono a Johnsons Media srl. Nessuna parte di 4Skiers può essereriprodotta in alcun modo senza la preventiva autorizzazione di Johnsons Media srl. testi, disegni e immagini nonsaranno restituiti se non espressamente richiesti. L'editore è a disposizione degli aventi diritto nei casi in cui,nonostante le ricerche, non sia stato possibile raggiungere il detentore del diritto di riproduzione di eventuali testie immagini. L'editore e gli autori non potranno in alcun caso essere ritenuti responsabili per incidenti o conseguentidanni che derivino o siano causati dall'utilizzo improprio delle informazioni contenute in questa rivista. PosteItaliane Spa - Sped. in Abb. Postale - 70% DCB Milano.

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“Ladies and gentlemen, on behalf of the entire 4SkierS crew, welcome aboard

4SkierS #20, non-stop service from 2011 to 2012…

Siamo sempre tutti un po’ nervosi prima di una partenza e anche se non è la

prima; passiamo gli ultimi minuti a fare mille verifiche, forse per ingannare

l’attesa, indecisi se essere contenti per quello che verrà o malinconici per

quello che lasciamo.

… make sure your seat backs and tray tables are in their full upright position.

Also make sure your seat belt is correctly fastened. Also, we advise you that as

of this moment, any electronic equipment must be turned off. Thank you.”

Il primo numero dell’anno di 4SkierS lo avete già visto ma vorremmo

considerarlo, dati alcuni contenuti, un link fra la stagione passata e questa che

inizia.

“Flight attendants/Cabin Crew, please prepare for gate departure.”

Per questo abbiamo riservato al secondo Issue le vere sorprese.

…we request your full attention as the flight attendants demonstrate the safety

features of this Magazine”…

Questa volta cominciamo a viaggiare sul serio.

“We are first in priority for take-off, we should depart in about one minute.”

Dopo aver intervistato uno dei più famosi e carismatici freestyler del pianeta

ci spostiamo in Senales, uno dei pochi resort italiani, in questo secco inizio

d’inverno, ad offrire neve e strutture per soddisfare la prima sete di Freestyle.

“Cabin crew, please take your seats for take-off.”

Parlando di Powder diamo un’occhiatina ad alcune fra le località top fra

Europa e nuovo mondo attraverso la lente di Mr Fredriksson.

Decolliamo per avventurarci con Giulia Monego e Christian Pondella in Bolivia

e subito dopo rischiamo un’overdose da Jet Lag per seguire Caja e Lena nel

Cashmir Indiano. Ma non è finita perché al fascino del Giappone non si può

certo resistere, bisogna toccare con mano la profondità del suo Powder e il

suo fascino orientale.

Dopo aver attraversato tanti continenti è tempo di tornare dalle nostre parti…

Now, sit back, relax, and enjoy the flight…

… possiamo finalmente rilassarci godendoci il video/documentario che Seth

Morrison ha girato negli ultimi due anni sul Monte Bianco; buon viaggio.

… thank you, The Wise and the Team

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è s e m p r e b e l l o f a r e u n g i r o i n c e n t r o

e d i t o r ‘ s c h o i c e

c h e c k o u t : s t e f a n o v u e r i c h

f r e e s k i , t h e s t o r y a n d t h e b o o k

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f r e e s k i u n i v e r s I t y

a v a l s e n a l e s w e e k e n d s t o r y

q u e s t i o n s & a n s w e r s j o n o l s s o n i n t e r v i e w

p r i v a t e c o l l e c t i o n

d e s t i n a z i o n e b o l i v i a

p o w d e r , l a r i c e r c a d e l l ‘ e s s e n z a

s e t h m o r r i s o n , t h e e x t r a o r d i n a r y s k i e r

c a j a e l e n a , a l l a s c o p e r t a d e l k a s h m i r . . .

g i a p p o n e s p i r i t o i n d o m i t o

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charging experts and struggling intermediates agree the Super7 is revolutionary

in its ability to make powder skiing easier, more fun and less fatiguing. The Super7

delivers both more maneuverability and forgiveness than any other powder ski

on the market. A damp big mountain, badass powder ski! rossignol.com/freeride

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N.D.I. - [email protected] - www.nitro.it

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I-FREE INAUGURA LA STAGIONE A MISURINAI FREE è pronto per affrontare la sua quarta stagione: l’apertura è in programma per il 10 e 11 dicembre a Misurina

con l’evento “I-FREE/Tre Cime Freeski” che costituisce la prima tappa del circuito di qualificazione per accedere alle fasi

finali, dalle quali emergerà l’I-FREE Italian Champion 2012. La manifestazione di Big Mountain Freeride si svolgerà in lo-

calità Croda Rifugio e comprenderà tre categorie: sci, snowboard e telemark a loro volta divisi in maschile e femminile.

L’evento è patrocinato da Vip on Board, il primo progetto italiano che unisce il mondo dello spettacolo, il divertimento e

la beneficenza a sostegno della ricerca. La ‘I-FREE/Tre Cime Freeski’ è una due giorni di eventi con un programma denso

di appuntamenti: il ritrovo per i partecipanti è previsto per sabato 10 dicembre alle 8 di mattina per una ricognizione a

vista del pendio di gara, mentre le Guide Alpine e l’organizzazione scieranno sullo spot per valutare localmente le condi-

zioni della neve. L’ispezione non avrà limiti di tempo, ogni sciatore può rimanere a studiare il pendio quanto desidera, ma non sarà possibile sciare nella zona adibita alla mani-

festazione. Sarà invece possibile per tutti usufruire della seggiovia di ‘Col de Varda’, dove si potrà sciare fino a chiusura impianti con uno skipass offerto al prezzo speciale di

euro 16,00 dalla società di Misurina Neve. Sono anche previsti spazi dove si potranno testare i nuovi materiali di diverse aziende. Dopo la chiusura degli impianti verrà dato un

caloroso benvenuto in località Lago Antorno. Alle 17,00 ci sarà un Demo Contest di FS nel mini snowpark che si trova in cima alla sciovia ‘Loita’, il tutto accompagnato dalla mu-

sica di un dj e bollenti tazze di vin brulè. Alle 18.30, verranno mostrate ai concorrenti le foto del pendio di gara e saranno sorteggiati i pettorali. Domenica mattina si svolgerà la

prova. La zona d’arrivo è situata nelle vicinanze di ‘Malga Rin Bianco’, ed è facilmente raggiungibile anche a piedi in meno di dieci minuti dalla malga. L’impianto musicale e il dj

saranno al traguardo della gara, per allietare gli spettatori. Il pranzo è previsto a Malga Rin Bianco. Per tutta la durata dell’evento la sede logistica è situata in località Lago An-

torno, dove verranno anche installati gazebo e gonfiabili degli sponsor dell’evento che potranno presentare i loro materiali ed eventualmente proporre ski/snowboard-test, cli-

nico o ARVA CAMP. Si attende l’arrivo di molti rider italiani, alcuni tra i migliori della penisola, e alcuni stranieri dai nomi conosciuti nel mondo del Freeski. Durante l’evento

saranno realizzati alcuni montaggi video, un long edit, due short edit con le migliori run maschili e femminili insieme alle interviste ai rider.

Info: www.freerideitalia.it

IL FREERIDE WORLD TOUR ANNUNCIA LE DATESupportato dallo storico sponsor Swatch, l’FWT entra nel suo quinto anno annunciando le tappe che caratterizzeranno la stagione 2011/12. Dopo l’apertura del tour a Chamo-

nix - Mont Blanc, la carovana di freerider si sposterà in Austria a Fieberbrunn e poi nella nuova località scandinava di Roeldal in Norvegia, prima della finale sul mitico pendio

della Bec de Rosses a Verbier. Fra gli uomini ritroveremo sicuramente il due volte campione del mondo Aurelien Ducroz del Team Dynastar, Reine Barkered, la stella di Zer-

matt Samuel Anthamatten ed Henrik Windstedt del Team Red Bull Salomon, mentre fra le donne si daranno battaglia fra le altre: la campionessa del mondo Janette Hargin,

l’americana Angel Collinson e la neo zelandese Janina Kuzma.

The 2012 Freeride World Tour (FWT):

Dates: 21- 27 January; Location: Chamonix (FRA)

Disciplines: Men's and Women's Ski and Snowboard

Dates: 25 February - 01 March; Location: Røldal (NOR)

Disciplines: Men's and Women's Ski and Snowboard

Dates: 09 -15 March; Location: Fieberbrunn (AUT)

Disciplines: Men's Ski and Snowboard

Dates: 24 March - 01 April; Location: Verbier (SUI)

Disciplines: Men's and Women's Ski and Snowboard

Freeride World Tour stops in Rosa Khutor-Sochi (Rus) and North America are to be confirmed.

Info: www.freerideworldtour.com

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FATE PISTA ARRIVA IL NORDICA FREESKI TOURPartirà a dicembre la terza edizione dell’evento seguito da tutti gli amanti dell’onda bianca, il Nordica Freeski Tour. Parola d’or-

dine: divertimento e un po’ di follia, quello che ci vuole per affrontare il brivido degli snowpark. Saranno otto gli appuntamenti alla

ricerca dei talenti del freeski, ma non solo: scopo dell’iniziativa è quello di avvicinare i giovani a questa disciplina sempre più in

voga, insegnando loro le regole per sciare in sicurezza. Ad accompagnare i ragazzi durante i camp saranno gli atleti del Team

Nordica che offriranno consigli e supporto per migliorare. Previsto inoltre il test gratuito per tutti coloro che vorranno provare

l’attrezzatura Nordica. Novità della stagione saranno l’Invicta Jib Session durante l’Après Ski delle otto tappe, i test di guida sicura

sulla neve promossi da Wolkswagen e il The North Face Freeride Experience, l’occasione per i partecipanti di effettuare delle ses-

sioni di freeride in sicurezza in compagnia degli atleti.

Info: www.nordicafreeskiers.com

I SEGRETI DEL BASELAYERColumbia, storico marchio di abbigliamento outdoor, ha presentato il suo nuovo strato base "Basela-

yer" e ha creato un sito internet che ne approfondisce ogni aspetto evidenziando i punti vendita che

hanno creduto nel progetto, indicando inoltre le giornate promozionali e le azioni legate al pro-

gramma baselayer.

Il Baselayer di Columbia offre il massimo calore e il minimo peso. E' realizzato con un tessuto confor-

tevole, elasticizzato in 4 direzioni, per regalarti la massima libertà di movimento. Nei punti di maggior

sudorazione vi sono inserti di tessuto ad alta traspirabilità, tutti materiali antimicrobici che favori-

scono l'utilizzo prolungato nel tempo.

Info: www.columbia-baselayer.it

LA NUOVA GENERAZIONE DI ATTACCHI BACKCOUNTRYAtomic e Salomon sono entusiaste di entrare nel mondo backcountry dall'au-

tunno/ inverno 2012 con un nuovo prodotto, pronto a divenire il punto di riferi-

mento per tutti coloro che vivono lo sci come un'avventura. Questo nuovo attacco,

l'ATOMIC Tracker 16 e il SALOMON Guardian 16, cambierà l'approccio e il modo di

vivere il backcountry. Infatti, è stato progettato per offrire il massimo livello di sicurezza, efficienza e performance in discesa per

un'esperienza unica sugli sci. Con un telaio dal profilo basso, questo attacco offre maggiore stabilità e sensibilità verso il terreno,

poi, la piattaforma Oversize garantisce la massima trasmissione della potenza e della reattività, per curve veloci e più precise.

Hike & Ride: tecnologia per un uso pratico e intuitivo

Grazie a un sistema che permette di risparmiare tempo dal passaggio dall'assetto da salita a quello di discesa (e viceversa) si

gode di un'esperienza più gratificante in montagna. Infatti, oltre a offrire una superiore efficienza durante l'uso, questo sistema

contribuisce a ridurre sia i rischi sia i disagi che normalmente vi sono quando si tolgono gli sci su terreni impervi. Dotato del

"tasto" Hike & Ride, facilmente azionabile con il bastoncino da sci, non è più necessario togliere gli sci quando si passa da un as-

setto da "escursionismo" a quello da discesa. Nella fattispecie, dopo avere selezionato con il bastoncino la posizione "Ride" è suf-

ficiente scendere con il tallone fino a quando l'attacco si blocca saldamente, e così si è nuovamente pronti per la discesa.

L'ATOMIC Tracker 16 e il SALOMON Guardian 16 saranno disponibili dall'autunno 2012

Info: WWW.ATOMICSNOW.COM – WWW.AMERSPORTS.COM

ADAMELLO FREESTYLE ARENA 2012Per il terzo anno consecutivo, il comprensorio AdamelloSki Pontedilegno-Tonale, offre ai propri ospiti un'intera area dedicata al

freestyle chiamata “Adamello Freestyle Arena”. All'interno dell' “Arena”, non solo snowpark ma anche una pista da skicross lunga

più di 1000 metri e la easyArena, uno spazio completamente dedicato ai principianti ed alle scuole, dove poter imparare in sicu-

rezza. Lo SNOWPARK Adamello Freestyle Arena è interamente realizzato lungo il tracciato della seggiovia quadrupla “Valena” al

Passo del Tonale. Lungo oltre 700 metri, lo snowpark è composto da 7 table di diversa

forma e misura per 25 strutture in totale tra cui 9 kicker, 11 strutture box e jibbing, 4 fun-

box e 1 wall-ride. All'interno dello snowpark principale si trova la casetta shaper con mu-

sica e zona chill-out, vero e proprio “meeting point” per i rider dell'Arena.

Info: www.freestyle.adamelloski.com

8/9 dicembre 2011 - Tonale

14/15 gennaio 2012 - Passo Brocon

21/22 gennaio - Asiago

4/5 febbraio - Abetone

11/12 febbraio - San Martino di Castrozza

18/19 febbraio - San Candido

25/26 febbraio - Bardonecchia

10/11 marzo – Al leghe

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Distributore Nazionale: SofTeam Macherio (MB) Tel 039 207891 www.softeamitalia.com - www.playhd.it - www.sportxtreme.it

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Liquid Image 335 HDMaschera da neve con macchina fotografica digitale e vi-deocamera HD integrata. L'occhiale permette la visualiz-zazione con un ampio angolo di 159 gradi (intero cam-po visivo), adotta lenti speciali che permettono di cattu-rare tutta l'azione, nello sci, snowboarding, slittino o mo-toslitta. La fotocamera digitale possiese la risoluzione di5.0MP (2560x1920) e in modalità videocamera registrafilmati in HD 720p (1280x720) fino a 30fps con audio.

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Drift HDVideocamera Full HD 1080p, impermeabile fino a 30 me-tri con custodia rigida waterproof (opzionale). Display 1.5”,60/50fps, per realizzare stupendi video in “slow-motion”.Telecomando a radiofrequenza permette di risparmiare lebatterie, la memoria e modificare il tempo, rendendo sem-plice girare brevi clip, avviando e fermando la registrazione,senza lottare con la telecamera in movimento. Realizza foto5MP con obiettivo grandangolare 170°.

OverLook GX-9OverLook GX-9 Occhiali con Lenti polarizzate e Video-Camera, con grandangolo 135° potrete realizzare ripre-se audiovisive spettacolari in completa libertà, avendo lemani libere, con discrezione in ogni occasione. La quali-tà Video HD 720p (1280x720) permette di acquisire fil-mati con dettagli incredibili. Overlook GX-9 sono il com-pagno ideale per gli sportivi (ma non solo) che voglionoriproporre le loro avventure agli amici.

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Ebbene sì, anche nel centro e sud Italia, zona più

comunemente conosciuta per il mare, il sole e il

vento di scirocco, proprio lì dove le montagne si

fanno più dolci e tondeggianti, si può avere il

piacere, durante l’inverno, di ammirare copiose

nevicate ricoprire la spina dorsale dell’Italia.

Stessa storia, stessa passione, neve che scende,

giovani che si divertono a surfarla o a modellarla

per dar vita a strutture che permettono ai più

sfrenati di provare l’ebbrezza di sensazioni estreme,

tipiche di queste discipline e totalmente nuove agli

occhi di un turismo un po’ indifferente alle novità.

Non dimentichiamo, però, di essere al sud! Le

particolarità morfologiche di queste zone offrono un

paesaggio e uno scenario totalmente nuovo che,

zeppo di radi boschetti e dolci panettoni, offre agli

appassionati del freeride grandi emozioni. Non

mancano anche pendii più ripidi e impegnativi dove,

però, a causa dei frequenti sbalzi di temperature, il

pericolo valanghe è spesso alto.

In ogni caso un sempre maggior numero di

persone si avvicina al freeride o all’alpinismo,

grazie anche alle splendide vette del Gran Sasso,

con il Corno Grande (2912 m) raggiungibile con la

funivia che porta a Campo Imperatore (2130 m), e

della Majella (2798 m) con la Majelletta e Passo

Lanciano, località dall’incantevole panorama che

affaccia sul litorale adriatico. Qui nascono anche i

primi due piccoli snowpark della zona, risalenti a

circa una decina di anni fa.

A Campo Imperatore, ad ogni fine stagione (aprile

inoltrato) viene organizzata una simpatica spring

session nota anche come “salto della strada”: in un

periodo in cui ormai la neve scarseggia in gran

parte delle altre stazioni questa è da sempre una

fantastica occasione per ritrovarsi con i lontani

amici delle altre montagne.

A Passo Lanciano, invece, una decina di anni fa

nasceva sulla Majella un tanto piccolo quanto

speciale park: situato su un altopiano a 1890 m di

altezza e servito da un apposito skilift ma

raggiungibile anche direttamente in macchina, era

il posto dove molti rider da tutto l’Appennino

accorrevano fino ai mesi di maggio/giugno per

qualche giornata tutti insieme all’insegna del

freestyle.

Da lì in avanti, ogni anno, spuntavano come funghi

piccoli park, nella maggior parte dei casi gestiti da

ragazzi i quali, armati di tanta buona volontà, non

retribuiti, segregati in minuscoli pezzi di neve,

costruivano per passione delle strutture su cui

poter girare.

Se dovessimo seguire un filo logico e cronologico

di come la situazione si è evoluta e si sta evolvendo,

non potremmo far altro che iniziare raccontandovi

di Ovindoli, primo vero grande park della zona, e

partiremmo presentandovi un amico, un grande

snowboarder, un gattista, uno shaper, il creatore

del primo Alien park: Gabriele de Angelis, che alla

“HEY GRANDE, BEL TRICK, DI DOVE SEI?” “GRAZIE VENGO DA NAPOLI.” “COSA, DA NAPOLI? E DOVE GIRI DI SOLITO?”“IN ABRUZZO” .“AH! PERCHÉ IN ABRUZZO C’É LA NEVE?”. Testo di: Fausto Tatone, Gianmarco Folignati e Andrea Chiariello - Foto: Luca Parisse/Risk4Sport, Stefano di Primio

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guida del suo gatto, con passione e costante

impegno nel migliorarsi, anno dopo anno tirava su

un park di tutto rispetto! Intorno ad esso iniziava a

nascere anche una grande scena freestyle, ferma

unicamente ancora allo snowboard, che

raccoglieva ragazzi da Abruzzo, Lazio, Umbria,

Marche, Molise, Campania e Toscana, e che non

passava inosservata agli occhi dei colleghi del

settore imprenditoriale abruzzese. Credo fu

proprio questo il grande motivo per il quale la

stazione diede il pieno appoggio al progetto Alien,

che oggi, a distanza di otto anni, continua a

Pescocostanzo (piccola stazione adiacente a

Roccaraso). Possiamo considerarla una svolta

nella storia del freestyle e dei park del centrosud

in quanto ha avviato una reazione a catena tra le

stazioni locali. Prima tra tutte proprio la vicina

Campo Felice che, dopo aver gettato le fondamenta

per la costuzione dello SWUP snowpark, con un

lento e silenzioso susseguirsi di miglioramenti, si

presenta oggi come uno dei park più belli, attrezzati

e competitivi della zona. Andrea Uzzo Bertolini e

Massimo Pica ne sono i principali artefici.

Riguardo alla stazione non possiamo non citare

Fausto Tatone, grande sostenitore del movimento

freeski (grazie a lui sono stati organizzati i primi

eventi in zona “freeskiers only”). Già direttore della

scuola sci Le Aquile, quest’anno si presenta con

una nuova organizzazione completamente dedicata

al freestyle: Math Snow Academy, nata dalla

volontà di Stefano Berti, papà dei Wild Games. A

Fausto vanno i nostri ringraziamenti per il grande

operato (continua così, ogni anno ci piaci sempre

di più ;-))

Doveroso anche citare il Grizzly Freestyle asd che,

nella zona dell’Altosangro, si occupa di

organizzazione eventi, viaggi, camp e tour in eliski,

pratica possibile ormai da vari anni a Roccaraso.

GIA’, MA DOVERotazioni, transizioni, rail, flatspin, questi i nuovi

termini che incantano i nostri giovani. Au revoir

alla distensione, distinti saluti ai paletti e alle

tutine. Anno dopo anno anche sugli Appennini fa

piacere vedere un sempre maggior numero di sci

twin tip e combinazioni di vestiti sgargianti. Qui la

scena si sta rivelando piena di giovani talenti,

ormai non è difficile vedere flatspin stilosi girati da

ragazzi di soli 15 anni, ne sono l’esempio i due

under 15 Eros Galante e Stefanino Luciani, che,

sulle orme dei ragazzi di DTC, affinano sempre più

il loro stile, imparando trik sempre più avanzati,

non è neanche difficile vedere ragazze saltare sui

big air e fare precise rotazioni, tra loro ricordiamo

Lena Attorresi e Lorenza Chiariello.

A occuparsi di lezioni di stile sulle dolci cime

appenniniche troviamo i DTC, Andre e Giamma sono

i local skier dei park abruzzesi, uno allenatore,

l’altro maestro, sono entrambi rider per Nordica, e

da anni lanciano urla disperate alle stazioni locali,

con la speranza di ricevere finalmente strutture

adeguate. L’aria di cambiamento inizia finalmente a

farsi sentire, ecco a voi le novità di quest’anno.

Per il puro piacere di tutti i rider appenninici, le

stazioni di Campo Felice e Pescocostanzo

(Roccaraso) si sono date battaglia a colpi di lavori

in terra, ed entrambe si sono presentate alle porte

del sig. DOORS per armarsi adeguatamente di

nuove strutture a fronte di una nuova stagione

ricca di freestyle.

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SWUP SNOW PARK

SWUP Snow park di Campo Felice il prossimo inverno

(offrirà 3 linee, una in più rispetto all’anno passato) e

un set up di tutto rispetto:

- EASY con 4 strutture in sequenza

- SLOPESTYLE con 2 strutture esperti, 2 jump in

sequenza e un wallride

- JIBBING con 7 strutture di cui 4 in sequenza

Come ogni anno lo Swup ospiterà i Wild Games, evento

ormai diventato tradizione, che da quest’anno si

prefigge l’obiettivo di consacrarsi “contest freestyle

del centro Italia”.

Alla Scuola sci Le Aquile troverete Math Snow

Academy (freestyle only) con i maestri della DTC

(info fb).

ALIENPARKNon sarà da meno l’ALIENPARK di Pescocostanzo

(Roccaraso). Il park è pronto ad ospitare grandi feste

e session in notturna grazie a un sistema di

illuminazione totalmente rimodernato, il nuovo set up

sarà il seguente:

- ALIEN ALTO:

- SLOPESTYLE 2 linee da 5 strutture in sequenza dal

set up variabile

- ALIEN BASSO:

- EASY-MEDIUM-LINE 4 kicker in sequenza (5-4-4-4 mt)

- EXPERT LINE 3 kicker in sequenza (15-12-10 mt

step-up)

- JIB LINE

Box: 5 - Wallride: 1

Rail: 8 (4NEW JIB LINE doors)

Lunghezza Park: 600mt + 300mt

Qui potete trovare i maestri della dtc presso il Grizzly

freestyle (info su fb).

FFT MAGNOLA

L’FFT Magnola Snowpark di Ovindoli: annoverato fra

le più importanti strutture del centro italia in ambito

snow-freestyle, grazie al forte entusiasmo e

all’apporto dell’associazione sportiva “upper &

lower”, si presenta con 2 strutture polivalenti upper-

park e lower-park disposte in due zone strategiche

degli impianti.

DTC DALATERA CREWEravamo in quel di Les deux Alpes, erano i primi di

luglio, le persone in park erano ancora poche, il

livello dei rider non era niente male, il tempo e la

neve erano ancora fantastici e il big air di

quest’anno era veramente figo. Le condizioni per

girare erano praticamente ancora perfette.

Era una giornata speciale, in park avevamo girato

grosso e gasato bei trick, Si ozieggiava in camera

tutti riuniti a goderci il post riding. Il pomeriggio

passava tra i video della mattinata, e qualche bella

canzone di sottofondo. Avevamo appena finito di

giocare al gioco “dichiara il trik, fallo o paghi” (se

non ricordo male era stato dichiarato, tra i vari, un

Butter 900 sul big air) quando Giamma,

rigorosamente in ciociaro, interruppe tutti i

discorsi con un sonoro “AOO’ A RAGA’ E FAMOLA NA’

CREW!”.

A pensarci bene forse già eravamo una crew, visto

che dopo esserci conosciuti l’anno precedente alle

2 Alpes e dopo aver passato tutto il mese estivo e

gran parte della stagione successiva a girare

insieme, abbiamo trovato da subito un gran feeling

e insieme ci divertiamo e ci motiviamo molto. Per

entrambi è stata una vera fortuna trovare un amico

di buon livello con il quale migliorare e poter

portare in giro lo stile “dalatera”. Simone Canal,

Stefano Vuerich e Alessandro Bianchetti sono i

nostri amici skier accompagnatori per i park delle

Alpi, con loro abbiamo girato tanto e siamo

migliorati molto. Trovato con un po’ di fatica un

nome (DALATERA, chiaro riferimento autoironico

alla nostra provenienza geografica) da

quest’estate ha avuto inizio l’avventura di DTC,

fondata da Andrea Chiariello e Gianmarco Folignati

che mira a mettere in evidenza la scena freestyle

del centro sud.

Il nostro obiettivo è quello di farvi conoscere

meglio le nostre splendide zone, cercando, in un

modo o nell’altro, di attrarvi qui da noi.

A presto! Andrea

Andrea Chiariello in Cork7 TruckDriver.

Foto: Stefano di Primio

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Page 26: 4Skiers 20

24 SCOTT – BACK PROTECTOR X ACTIVECaratteristiche: nuova protezione dorsale

superleggera e traspirante.

Si distingue per la massima protezione che

garantisce e anche per la mobilità

dei movimenti, grazie ad un sistema di snodi

brevettato. Prezzo: 99,90

Info: www.scott-sports.com

THE NORTH FACE - MEN’S ENZO JACKETIl tessuto impermeabile e traspirante Gore-Tex® a tre

strati è una barriera perfetta contro il clima avverso; le

linee nette e la vestibilità atletica di questo capo lo

rendono adatto allo skinning e a un agile slalom nella

neve profonda. Le cerniere sotto le braccia favoriscono

l’aerazione anche indossando uno zaino, ghetta

antineve staccabile, cerniere impermeabili tagliate al

laser e polsini regolabili “hook-and-loop”.

Il design comprende diverse tasche, una tasca interna

per dispositivi elettronici e tasche per gli occhiali,

tasche con cerniera per le mani e sul petto, e tasca

aggiuntiva sul polso, con panno per la pulizia delle

lenti. Il cappuccio è compatibile con il casco, e il

riflettore di emergenza Recco® offre un’ulteriore

misura di sicurezza nei fuori pista in caso di valanga.

Prezzo 450,00 euro

Info: www.thenorthface.com

LANGE RX 130 PROUnisce l'innovativo sistema di controllo degli

sci larghi a una calzata senza precedenti, per

offrire uno dei migliori scarponi Big Mountain

mai provati dagli sciatori. È dotato di un nuovo

Power Strap Cam Lock (cinghia di serraggio

autobloccante) per prestazioni eccezionali e di

una soletta Ultra Grip (in gomma). Unendo una

forma interna da 97 mm alla tecnologia Control

Fit e a una calzata più precisa a livello della

caviglia rispetto alle altre marche, lo scarpone

RX 130 LV offre un livello di precisione e di

controllo ineguagliabile. È disponibile anche

con forma interna da 100 mm. FLEX 130.

Info: www.langeskiboots.com

A cura di: Marco “Saggio” Melloni

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25

ARC’TERYX – SARISSA PANTArc’teryx dedica a freeriders e appassionati

di avventure side-country i nuovi coordinati

giacca e pantaloni Sarissa, realizzati con

isolamento Coreloft™, fodera Coreline™

(perfetta per trattenere il calore del corpo),

strato esterno in GORE-TEX® Pro Shell. I capi

offrono caratteristiche specifiche per gli

sport sulla neve, fra le quali: sistema di

ventilazione per la più efficace termo-

regolazione, ampia gamma di tasche interne

ed esterne estremamente capienti,

dispositivo RECCO® reflector, gonnellino

para-neve con chiusura elasticizzata

ottimizzata per impedire infiltrazioni di freddo

e neve. I capi offrono una silhouette rilassata,

generosa sulle anche per coniugare libertà di

movimento e personalità stilistica. Protezione

dai cambiamenti climatici garantita.

Info: www.arcteryx.com

SPY – TARGA IITarga II in una parola Rock steady: sempre pronta a supportarvi in

qualsiasi condizione atmosferica.

Caratteristiche:

• Montatura flessibile a garanzia di un fitting perfetto su ogni tipo di viso

• Tecnologia di ventilazione anti-appanamento Scoop®

• Doppia Lente cilindrica in policarbonato, con trattamento anti –

appannamento ed anti-graffio

• Triplo face foam ISOTRON® per ridurre al minimo la sudorazione interna.

• Elastico con doppio sistema di regolazione e banda in silicone per

una calzata sicura e stabile.

• Protezione totale dai dannosi raggi UV(UVA,UVB,UVC)

Disponibile in 8 versioni colore. Prezzo: da da 55,00 a 75,00

Info: www.spyoptic.com - www.spyoptic.com/international

GIRO – REVOLVERIl Revolver è un casco da Pipe e park minimale ma dal

grande appeal. Tra le sue caratteristiche tecniche una

speciale fodera interna per indossarlo sopra il beanie, il

sistema Goggle Channel per indossare la maschera sotto

il casco ed il sistema di ventilazione Stack Vent che

garantisce anche una perfetta aerazione della maschera.

Costruzione: High Impact ABS con interno in EPS, sistema

di ventilazione Super Cool a 6 aperture e sistema Stack

Vent, certificazione CE EN 1077, compatibile con tutti i

sistemi Audio TuneUps.

Misure: S / M / L con Fit Kit

Info: www.giro.com - www.nitro.it

MOVEMENT - TRUSTFa parte dei nuovi sci realizzati per skier di alto livello,

aggressivi e potenti, capaci di performance radicali

indipendentemente dal tipo di neve. Risultano stabili alle

alte velocità e, grazie alla lunga spatola Early Rise

vengono incontro nelle condizioni difficili.

Disponibile nelle taglie 178, 186, 194. Raggio 21 (186)

Info: www.movementskis.ch

TECNICA – COCHISE 120 DYNTaglie: 220-310

Scafo Triax PP - Suola Touring rubber

Dynafit Comp.+foot arch+interchangeable

footprint - Leve alu+power lock - Canting

single with screw - Shock Absorbing zeppa

- Mobility cuff syst. - Flex 120. Prezzo: 449,00

Info: www.tecnica.it

ARMADA - THALLIl cavallo di battaglia del fondatore Armada e super-pro

Tanner Hall in stile rastafari è uno sci da park e jibbing.

Molto morbido in punta e coda per deformare lo sci al

massimo. Sotto lo scarpone però è duro per essere stabile

anche su salti grossi! Disponibile nelle taglie: 181, 176, 171,

166. Raggio 20,5 e sidecut 119-86-109 per la taglia 176.

Info: www.armadaskis.com - www.oberalp.it

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26

Ciao Ste, so che hai avuto un bel passato da “garista”, vero?

Ciao Dima, si, ho iniziato a fare gare di sci quando avevo 6 anni e ho continuato

fino ai 19. La mia specialità preferita era lo slalom speciale. Sono molto grato al

“mondo” delle gare e ai vari allenatori che mi hanno seguito durante la carriera,

in quanto mi hanno fatto capire quanto sia importante l’allenamento ed avere

sempre la testa sulle spalle.

Quando e perché hai deciso di passare al freeski?

Un ruolo fondamentale in questa evoluzione lo ha avuto lo skateboard, che

pratico da quando ho 14 anni e mi ha avvicinato al mondo del freestyle. In seguito

Candide Thovex, con la sua serie di video Rastafaride, mi ha fatto capire che

cos’era lo sci freestyle e fino a dove poteva spingersi in quel momento. Un paio di

giorni dopo ero già in park a provare i primi 360.

Se non sbaglio, l’Invicta Shogun di Modena è stato il tuo primo contest a

livello nazionale, che impressioni hai avuto?

Il livello italiano è cresciuto molto in questi ultimi 2 anni, arrivando al pari del

resto del mondo. Allo Shogun il livello di tutti i rider era molto alto ed è stata una

gara divertente sia dal punto di vista dei trick che dell’atmosfera generale che si

respirava sulla rampa e tra il pubblico. Gareggiare con rider del calibro di Jon

Olsson, Klaus Finne e Markus Eder, solo per citarne alcuni, gasa molto e attiva la

mente ed il corpo a spingersi oltre i propri limiti. Ringrazio il Nordica Freeskiers

Team per avermi dato la fiducia di partecipare ad una gara così importante.

Sei originario del Friuli ma hai passato le ultime due stagioni a fare il

maestro e ad allenarti a Campo Felice, parlaci di questa tua esperienza:

Ringrazio innanzitutto la Scuola Sci “Le Aquile” per avermi dato la possibilità di

lavorare ed allenarmi a Campo Felice, presso lo Swup Park. Lo scorso anno sono

migliorato molto, avendo avuto il tempo per girare ed allenarmi. Le condizioni

dello Snowpark di Campo Felice sono sempre state delle migliori. Una cosa che

mi ha impressionato, rispetto agli snowpark più a nord, è stata la qualità del

manto nevoso, sempre soffice e quindi adatto per provare i trick. Per il resto lo

Swup Park è molto divertente, sia dal punto di vista dei box e rail, sia per i salti,

non molto grossi ma sempre shapati in modo perfetto.

Che obiettivi hai per la stagione a venire?

Durante l’inverno vorrei riuscire ad allenarmi e a fare il maggior numero di

contest, sia di freeride che di freestyle. Sarò di base a Madonna di Campiglio e mi

piacerebbe muovermi parecchio per provare le varie strutture e kicker degli

snowpark europei. Per fine stagione un bel viaggio in America sarebbe la

ciliegina sulla torta!

Miglior resort in cui tu abbia mai girato?

Livigno @ Mottolino Snowpark.

Se dovessi scegliere tra un trip in Alaska a fare heliski e Mammoth Lakes

a girare in park, dove andresti?

Sicuramente Mammoth Lakes a girare in Park, mi sento più un park rider

Con chi ti piace girare?

Con la crew tarvisiana LearntoStyle, Gianmarco Folignati, Marco Cecamore,

Andrea Chiariello e Simone Canal.

Maggior ispirazione italiana e straniera?

Markus Eder e Tom Wallish.

So che organizzi un evento i primi di dicembre, dillo a chi ancora non lo sa:

Il 2/3/4 dicembre organizziamo, in collaborazione con lo Sci Club Pordenone,

Promotur, Monster Energy, Nordica, Invicta, Adidas Eyewear, Spy Optics e Iuter

una “Rail Jam” e Sella Nevea (UD). Sarà un week-end dedicato al freestyle e

contornato da musica life, gadget per tutti e tanto divertimento. Per il contest

abbiamo a disposizione 4000 euro in materiali, da dividere tra i vincitori; il contest

è nato da un’idea mia e dei miei soci tarvisiani di LearntoStyle e sta crescendo

velocemente, grazie anche al seguito che gli stanno dando i rider italiani.

Saluti e ringraziamenti:

Saluto e ringrazio tutto il Nordica Freeski Team, Adidas Eyewear, tutti gli amici

con cui giro e che mi motivano e mi gasano, i miei genitori che credono in quello

che faccio, gli amici dello Swup park e della scuola sci “Le Aquile”.

Nome e Nickname: Stefano Vuerich aka Vuric

Età: 24

Anni di sci: 21

Homespot: Tarvisio (UD)

Set-up: Sci e scarponi Nordica Ace of Spades,

attacchi Nordica, occhiali Adidas Eyewear

Best trick: Switch 1080 mute

Favourite skimovie: On top of the Hood gasa molto

Page 29: 4Skiers 20

«LO SCI DEL DUE VOLTE CAMPIONE DEL MONDODI FREERIDE,

LEGEND PRO MODEL AURÉLIEN DUCROZ 105 & PX12 XXL

WWW.DYNASTAR.COM

Cré

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Chi

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Per ammirare la performance di Aurélien e

rivivere le emozioni regalate da questo campione è

sufficiente scannerizzare questo codice!

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28

CIAO DIMA, SO CHE SEI STATO COINVOLTO IN PRIMA PERSONA NELLA CREAZIONE DEL PRIMO LIBRO SUL FREESKI E VORREIFARTI QUALCHE DOMANDA IN PROPOSITO, FORSE PERÒ È ANCHE L’OCCASIONE PER FARE UN PASSO INDIETRO SUL MAGAZINE EPRESENTARE “IL VOLTO SMART” DELLO SCI A CHI ANCORA LO CONOSCE POCO.COME TANTI DELLA MIA ETÀ VEDO QUESTA “FETTA” DELLO SCI COME UNA RELATIVA NOVITÀ RISPETTO AL CLASSICO SCI INPISTA, AL MONDO DEI PALI O DELLO SCI ALPINISMO, UNICHE “VARIANTI” NOTE FINO A UNA DECINA DI ANNI FA. VORREIINQUADRARE UN PO’ IL MONDO DI CUI PARLIAMO IN 4SKIERS, DI COME È NATO E DEI PERSONAGGI CHE LO POPOLANO E DICOME SI PUÒ FARNE PARTE, TUTTI TEMI CHE MI PARE HAI AFFRONTATO E AMPIAMENTE SVILUPPATO NEL LIBRO. VORREIPARLARNE A TUTTI QUELLI CHE ANCORA NON CONOSCONO IL FREESKI E CREDONO CHE L’UNICA ALTERNATIVA ALLO SCI INPISTA, L’UNICO MODO “DIVERTENTE” DI VIVERE LA NEVE SIA ANCORA FARE SNOWBOARD. QUINDI VISTO CHE SEI IL NOSTROINSIDER MAN, SPIEGACI UN PO’ CHE PIEGA HA PRESO LO SCI E COME SI STA SVILUPPANDO.Testo di: The Wise vs The Insider Man

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The Wise - Partendo da quello che poi è il titolo del libro, cosa si intende

per freeski: freestyle, jibbing, street, park, freeride, backcountry

freestyle, sono tutte sottocategorie di questa categoria più grande?

Come si relazionano fra loro, si alimentano a vicenda per una

progressione generale della disciplina o viaggiano su binari distinti?

The I. M. - Direi di si, sono tutte delle “specialità” (cosi almeno le abbiamo

chiamate nel libro) di una categoria più grande che le comprende tutte, il

freeski appunto. Potremmo fare un discorso a parte sul freeride, in quanto

sviluppatosi autonomamente dalle altre categorie che mi hai elencato, ma che

si ritrova comunque legata al freeski da una “specialità” sempre più affermata

che è il backcountry freestyle. In termini più semplici possiamo intendere

queste “specialità” come diverse maniere di intendere il freeski, data la sua

naturale libertà d’espressione. Ovviamente tutte contribuiscono insieme alla

progressione della disciplina, se in park i trick sono sempre più “spessi”, lo

stesso vale per lo street, come per le linee in fresca.

The Wise - Le gobbe, il balletto, gli aerials, le discipline antenate del

freestyle newschool si sono nel tempo affermate anche a livello

istituzionale all’interno della FIS, tuttavia almeno in Italia ciò non è

bastato a farle diventare fenomeni mediatici o tanto meno alla moda. In

Europa o ancor più in Italia a cosa si deve l’esplosione del freeski ad un

certo punto e quando è successo?

The I. M. – A mio parere, se in Italia possiamo parlare di esplosione del

freeski, è in atto solo ora, o almeno così sembra. Tuttavia, non possiamo

ancora paragonarci a ciò che succede già da tempo oltralpe, o ancor di più,

oltre oceano. La forza del freeski sta tanto nella sua spettacolarità quanto nel

suo essere innovativo. È divertente e sei comunque su due sci, quindi sia il

ragazzino che fa sciclub che lo sciatore della domenica possono approcciare

questa disciplina tranquillamente. Ciò che manca ancora in Italia è

sicuramente una mentalità diversa, più fiduciosa in ciò che è nuovo. All’estero

l’hanno capito già da tempo dando più spazio a questo sport, noi ci stiamo

arrivando e qualche risultato già si vede: il livello di riding cresce di anno in

anno, così come ogni anno sorgono nuovi park, e alcune tra le località che ci

hanno creduto per prime anni fa ora vantano snowpark di tutto rispetto.

The Wise - Nella storia evolutiva del freeski in che modo sono relazionati

i materiali tecnici (sci e scarponi) alla disciplina? Cioè, sono stati alcuni

nuovi prodotti a permettere un’evoluzione del freestyle o è stata

l’esigenza di spingere oltre il freestyle a far compiere un’evoluzione

all’attrezzatura?

The I. M. - Sicuramente i materiali hanno facilitato e aiutato la progressione

della disciplina nel corso degli anni, ma sono state le esigenze che i rider

hanno espresso alle relative aziende a permettere l’evoluzione dell’attrezzo. Mi

spiego meglio: il rapporto tra i professionisti e le aziende è estremamente

importante per quanto riguarda lo sviluppo dei nuovi materiali. Ed è grazie alla

loro esperienza sul campo che ogni azienda sviluppa di anno in anno un

attrezzo sempre migliore che risponda il più possibile alle esigenze degli atleti.

Questo facilita la loro attività aiutandoli nella progressione della disciplina. Nel

campo del freestyle negli ultimi 5 anni si stanno compiendo passi da gigante

in questo senso. Se dieci anni fa per saltare si usavano degli sci con una

leggera punta dietro e uno scarpone da granturismo, ora ci sono attrezzi per

ogni esigenza e specialità, dallo sci da backcountry allo sci adatto a jibbare,

dallo scarpone da freestyle a quello più performante nel freeride, e così via...

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30

The Wise - Cosa vuol dire essere o diventare un freeskier? I freeskier

sono solo ragazzi provenienti dagli sci club che si sono stufati di fare

pali e mirano a competere fra loro in una disciplina meno vincolante e

che lasci più spazio alla creatività o sono anche persone che

consideravano lo sci in pista un’attività noiosa e trovano questo nuovo

modo di vivere la montagna un motivo valido per fare qualcosa di

diverso o addirittura uno stimolo per agganciare per la prima volta un

paio di sci?

The I. M. - A mio avviso la risposta è molto più semplice. Essere o diventare un

freeskier non penso sia un fatto di classe (io sono questo tu sei quello), penso

significhi più in generale avere a cuore la montagna e il freeski in tutto quello

che è. Poi come dici tu è normale che ognuno abbia il suo modo di viverlo: chi

in maniera agonistica, chi per semplice passione, chi per curiosità. Essere un

freeskier significa amare il freeski, lo è tanto Tanner Hall quanto il ragazzo che

si pala il kicker dietro casa. Certo è che prima di avventurarvi in un park vi

consiglio almeno di imparare lo spazzaneve!

The Wise - A che livello deve essere uno sciatore per poter cominciare ad

approcciare le manovre di base del freestyle?

The I. M. – Con l’ultima frase della risposta precedente ho in parte risposto

anche a questa. Come abbiamo anche consigliato nel libro il requisito minimo

è un buon controllo degli sci paralleli e una gestione della velocità consolidata.

Una cosa importante da tener presente fin da subito è che essere uno sciatore

esperto non significa essere pronto per saltare sulle strutture più grandi.

Sicuramente chi ha più esperienza sugli sci troverà più facile l’apprendimento

rispetto a chi ne ha meno, ma ciò non significa che può bruciare le tappe

fondamentali. Ecco perché consigliamo di partire sempre per gradi,

soprattutto nell’affrontare le strutture all’interno del park.

The Wise - Attraverso la didattica, uno sciatore “della domenica” può

imparare ad acquisire una certa padronanza degli sci e del proprio

corpo e imparare a fare qualche manovra in pista e a saltare?

The I. M. – Certo che si. Ovviamente le manovre in pista e i salti che riuscirà a

fare saranno sempre proporzionati al suo livello di sciata.

Non può pretendere, come dicevo prima, di bruciare le tappe e voler imparare

da subito un 540. Bisogna anche tener conto di altri fattori quali l’abilità

motoria e il coraggio, requisiti importantissimi per un più facile

apprendimento.

The Wise - Il freeskier che voglia raggiungere un certo livello nelle

competizioni deve dedicarsi seriamente anche ad un allenamento costante

e specifico, fuori dalle strutture sulla neve, o l’atleta freeskier è solo uno

skier più figo degli altri che non ha paura di prendere cartelle e che fuori

dal park pensa solo alle feste?

The I. M. – Ahahah aimè gli ironman non esistono, quindi assolutamente, è uno

sport vero e proprio e in quanto tale necessita di una certa preparazione fisica se

vuoi farlo ad alto livello. Ci sono diverse attività propedeutiche che possono aiutarti

in una preparazione più tecnica, come le reti elastiche, le water-ramps e così via,

a cui va affiancata una preparazione fisica che ti aiuti ad arrivare in forma sulla

neve e reggere meglio le cartelle riducendo il rischio di infortuni. Ecco perché la

preparazione a secco è fondamentale per un buon rendimento sulla neve. Essere

in forma fisicamente ti dà un sacco di vantaggi, rendi di più, ti stanchi meno

facilmente, attutisci meglio le cadute... questo non significa che gli skier non fanno

festa in quanto nessuno mi crederebbe, però magari sfata qualche luogo comune

per cui gli atleti degli action sports sono solo dei fuori di testa senza un metodo di

allenamento.

The Wise – Parlaci un po’ del libro ora, a chi è venuto in mente di realizzare

questo libro e quando è nata l’idea?

The I. M. – Già un paio d’anni fa il Brac (Massimo Braconi) ci aveva proposto di

mettere per iscritto qualcosa di mai visto prima sul freeski, quindi l’idea di scrivere

un volume circolava già da tempo all’interno del team: inizialmente doveva essere

un semplice libricino con un po’ di freeski school, poi l’idea si è sviluppata sempre

di più fino a concretizzarsi nella realizzazione di un vero e proprio libro appoggiato

da una casa editrice. Grazie al Brac abbiamo avuto modo di proporre l’idea a Hoepli

nella persona di Michele Dalla Palma che, curando sia la collana editoriale

“Montagna” che “Outdoor” delle Edizioni Hoepli ha deciso di credere nel nostro

progetto commissionando il lavoro.

The Wise – Quante persone hanno partecipato attivamente alla creazione,

quali skier e aziende hanno sposato l’idea?

The I. M. – Non saprei contartele e ho anche paura di dimenticare qualcuno… in

ogni caso io ho coordinato il lavoro gestendo i rapporti tra me e gli altri autori

(Federico de Albertis, Marco Eydallin, Paolo Martinoglio e Massimo Braconi) con

chi invece stava “dietro le quinte”: Maurizio Vedovati per quanto riguarda la

correzione dei testi, Sara Taglialegne, la grafica, che ha impaginato e montato tutte

le sequenze, l’architetto Gabriele Frione che ci ha disegnato le strutture del park,

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32

Marco Borello e Michele Dalla Palma che invece supervisionavano il tutto. Poi

Damiano Levati per la maggior parte del materiale fotografico, Emilio Previtali che

ha contribuito al capitolo storia, la dottoressa Emanuela Baldiraghi e il dottor Piero

Crosia che ci hanno aiutato nella parte tecnica riguardante lo stretching e la

preparazione atletica. Poi ancora gli intervistati Daniela Ceccarelli, Paolo De Chiesa,

TJ Schiller e Giacomo Kratter, oltre a tutti i fotografi (che spero non se la prendano

per non averli citati) che ci hanno gentilmente concesso alcune foto.

Contando che l’idea è stata sviluppata da noi in quanto amanti ed esperti di freeski

grazie all’appoggio della casa editrice, non c’era bisogno di sponsorizzazioni o di

esterni che collaborassero. L’unica azienda che ha partecipato al progetto è stata

Nordica che ha contribuito acquistando e personalizzando un bel po’ di copie.

The Wise – Quanto tempo ci hai/ci avete messo per raccogliere il materiale

e scrivere tutto quanto?

The I. M. – Dopo un primo incontro a Maggio 2010 che ha dato il via ai lavori, ci

siamo trovati d’estate per delineare i capitoli e impostare la stesura. Da settembre

abbiamo iniziato a lavorarci più intensamente trovandoci di mese in mese a

rivedere e integrare il lavoro fatto singolarmente ognuno a casa propria. A ottobre

c’è stata l’uscita a Les Deux Alpes per fare tutte le foto relative alla parte sulla

progressione tecnica. Nei mesi successivi abbiamo completato la parte scritta di

tutti i capitoli. L’ultimo mese è stato dedicato alla revisione del testo, individuando

le varie foto che ci mancavano. Recuperate quelle, ho seguito la grafica per

l’impaginazione e il montaggio delle sequenze. Contando che a fine febbraio è

andato in stampa ci abbiamo messo relativamente poco.

The Wise – A chi è indirizzato, skier “tradizionali” che non hanno idea di cosa

sia il freeski e ne sono in qualche modo attratti o freeskier di livello

principiante medio che vogliono raggiungere il top in questo campo?

The I. M. – Entrambi. Può essere interessante sia per chi pensa di sapere già

qualcosa sul freeski, sia per chi non ne sa nulla e vuole imparare a conoscere

questo mondo.

The Wise – Come è strutturato a grandi linee e quale idea ne sta alla base?

E’ solo un elenco di manovre con la spiegazione di come affrontarle e

chiuderle o ha l’obiettivo di raccontare tutto ciò che sta attorno alle

manovre in sé?

The I. M. – Il libro è strutturato in maniera tale da toccare tutti gli aspetti

fondamentali del freeski. Se letto da inizio a fondo è un vero e proprio viaggio

all’interno di questo spettacolare mondo. Tra i vari capitoli posso citarvi la storia,

la preparazione fisica, l’attrezzatura, le attività propedeutiche, lo snowpark, le

specialità, le competizioni, il rapporto con i media, oltre a tre capitoli dedicati a una

progressione tecnica divisa per livelli con spiegazione illustrata. Insomma c’è di

tutto e di più.

The Wise – Personalmente ritengo che motivando, raccontando e spiegando

cosa sta dietro a una disciplina sportiva o ad un approccio nel vivere

determinate esperienze, ci siano più speranze che queste possano

riscuotere interesse, vengano apprezzate e trovino una loro collocazione

nel tempo, senza finire per essere classificate come una moda e magari

stigmatizzate per questo. E’ stato questo che in qualche modo ha spinto

anche voi a scrivere un libro?

The I. M. – Beh si, abbiamo avuto la possibilità di poter raccontare con un libro

l’essenza del nostro sport e della nostra passione, l’intenzione è quella di

trasmetterla a quante più persone possibile per chiarire le idee a chi le ha confuse

e per informare chi invece non sa. Modestie a parte, mentre lo scrivevamo

pensavamo che ai tempi in cui abbiamo iniziato noi sarebbe stata la nostra bibbia,

ed è quello che speriamo diventi anche per qualcun’altro lì fuori, per quanto si sa

che a non tutti purtroppo piace leggere...

The Wise – Dobbiamo considerarlo un pezzo unico che non avrà un seguito

o dato il potenziale evolutivo del freeski, questo libro è destinato a dovere

essere aggiornato periodicamente?

The I. M. – Periodicamente direi di no. Abbiamo parlato di molti aspetti che

rimarranno gli stessi anche in futuro. Magari tra dieci anni si potrà parlare

dell’evoluzione che ha avuto lo sport con l’avvento delle Olimpiadi e del circuito FIS,

dei trick nuovi, delle nuove riviste, produzioni video e così via, chissà, magari nuove

specialità. Quindi no non escludo un suo aggiornamento, però non lo vedo

necessario almeno per qualche anno.

The Wise – Un paio di buone ragioni per non farselo mancare nella propria

libreria?

Innanzitutto perché è scritto da noi con un punto di vista reale sull’argomento, non

da qualcuno di esterno che si sente parte di un mondo che invece non gli appartiene

(come purtroppo spesso accade). Ci sono un sacco di nozioni interessanti, sia per i

neofiti e curiosi che si stanno appassionando, sia per chi magari pensa di sapere

già tutto, ma che in realtà potrebbe ancora imparare tanto...

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Coc

hise

DDDDuuuueeeee mmmmmmmaaaaaaarcchhii,, uun’uunnnnniiiiccccaaaa ggggrrrraaaannnnnddddeeeee ppppeeeeerrrrrfffffooooorrrmmmmaaaaaaaaannnnnnnnnceeeeee

COCHISE: due marchi, un‘unica grande performance.

Blizzard Cochise è lo sci ideale per tutti gli esperti di Free Mountain che sono alla ricerca della miglior combinazione tra ottime prestazioni in neve fresca e massima stabilità sulle nevi più impegnative. La rivoluzionaria tecnologia FLIP CORE garantisce, grazie al rocker naturale, massime performance ed incredibile stabilità. Lo sci che abbatte qualsiasi confine e si fa strada su qualsiasi terreno.

Tecnica Cochise 120 lo scarpone più versatile per chi vuole vivere il Free Mountain a 360°. La tecnologia I-FS Intelligence Freeride System offre la possibilità di avere una suola in gomma dal profilo antiscivolo intecambiabile, compatibilità Dynafit®e Mobility Cuff System per la massima comodità anche nelle ascensioni. Cochise 120 è pronto ad affrontare qualsiasi sfida.

Coc

hise

120

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34

© M. Glira

LA MUSICA A PALLAIL BUS DELLA RED BULL E IL BUS DI NORDICA

IL GROS E LO ZORAN AI MICROFONILA SPINA E IL SUO LANDING ORMAI CORTO

LA NEVE NONOSTANTE IL CLIMALE SALSICCE E LA BIRRA

LA GALLARDO MIMETICAIL FREESKI E LO SNOWBOARD

IL BULDER E IL PARCURIL FS MOTOCROSS E IL FS QUAD

LE CODE AI NEGOZI E QUELLE AI BAGNIGLI STAND DELLE AZIENDE E DELLE AZIENDE DI SOGGIORNO

LA PREMIERE DI RETALLACK IL LANCIO DI THE ART OF FLIGHTLA PRESENZA DI JON OLSSON E L’ASSENZA DI TANNER HALL

LE SEMPLING GIRL IN MINIGONNA E QUELLE IN BIKINILA DIVISA DEI POSER E LE DIVISE DELL’ESERCITO

IL TERZO POSTO DI EDER E IL PRIMO POSTO DI FINNE

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35

© O

skar

Bak

ke -

Cour

tesy

Col

mar

© M. Glira

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38

SKIER: LUKAS SHÄFERFOTO: MATTIA MENESTRINASPOT: VAL SENALES

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39

Prof.: Lukas Schafer

Lo sw 10 è un trick molto tecnico con tanta rotazione. Per affrontare questa

manovra bisogna prestare attenzione a non girare troppo presto sul kicker e

ad avere il peso sulla gamba sinistra per non arrivare in una rotazione cork.

Si inizia a girare partendo dalle spalle e si deve spingere con forza per

riuscire a girare tre volte. Una volta iniziata la rotazione prendi il grab, io l’ho

fatto con Double Japan. Per lo Shifty ometti il grab e giri le spalle in modo

che gli sci rimangano un po’ indietro. Per fare shifty è importante avere

sempre sotto controllo la rotazione in modo da poterla bloccare nel momento

in cui decidiamo di “shiftare”. Infine si atterra in Switch, cercando di farlo

apparire leggero.”

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Testo di: Valentino MoriFoto di: Mattia Menestrina

L'INVERNO SI AVVICINA E COME DI CONSUETO, SUPERATA LA PARENTESI DI MODENA SKIPASS È TEMPO DIGHIACCIAI IN PREPARAZIONE DEI PRIMI APPUNTAMENTI DELLA STAGIONE. LE PRECIPITAZIONI QUEST'ANNONON HANNO LASCIATO MOLTO SPAZIO ALLA FANTASIA DEI NOSTRI RIDER E TRA LE METE TRADIZIONALIDELL'AUTUNNO ITALIANO NON POTEVA MANCARE L'APPUNTAMENTO CON IL SET UP CHE LO STAFF DELGENTLEMENS SNOWPARK DELLA VAL SENALES METTE A DISPOSIZIONE.

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Abbiamo deciso di passare tre giornate in compagnia di alcuni tra i

protagonisti della scena freeski italiana per capire, oltre alla loro condizione

attuale, quali saranno progetti e obbiettivi che si porranno durante questa

stagione preolimpica.

Nonostante la Val Senales sia solita giocare brutti scherzi rispetto le

condizioni metereologiche, le previsioni una volta tanto risultano essere in

linea con la realtà: tre giornate di cielo limpido, temperature ideali e nevi

invernali ricoprono il ghiacciaio di un'atmosfera ideale per svolgere il nostro

compito nel migliore dei modi. Unica pecca di questo periodo dell'anno, la

luce, che come al solito illumina il park solamente in brevi fasce orarie,

limitando in parte la libertà di interpretazione dei fotografi, costretti a

“giocare” con i flash per cogliere gli scatti migliori.

Venerdì mattina lo snowpark è ancora sotto le attenzioni degli shaper F-TECH

che con la loro solita precisione si occupano di rendere ogni linea perfetta in

vista dell'assalto del weekend. Lukas Schäfer, Igor Lastei e il sottoscritto, in

compagnia della bella presenza di Silvia Bertagna, decidiamo di cercare

qualche spot che possa trasmettere le nostre piacevoli sensazioni tra la neve

fresca caduta negli scorsi giorni. Tra una curva e qualche scappotta

troviamo un “cliffetto” che fa al caso nostro. Naturalmente l'atterraggio non

è dei più ripidi (“we love flat landings” ndr) ma le ultime nevicate ci

permettono di divertirci sotto i riflettori del nostro fotografo Mattia

Menestrina.

Finalmente arriva il sabato mattina ed una volta affrontata l'infinita coda di

sci club e sciatori del weekend alla funivia, saliamo in ghiacciaio. Ci

raggiungono i fratelli Schenk, Denis Battisti, Daniel Tschurtschenthaler,

Andrea Conci, Marco Zecchetto. Il park come previsto è tirato a lucido e ci

ritroviamo tutti super motivati per affrontare la Big Bertha, che in questo

periodo misura ca 19m, ideale per divertirsi e provare nuovi trick.

Tutti sembrano apprezzare il clima di questo shooting, nell'aria si respirano

vibrazioni positive, si ride, si scherza e si stompano diversi trick di livello.

Primo fra tutti sicuramente Lukas che come ha dimostrato a Modena è in

gran forma e sembra giocare con i suoi sw10 e 12 shiftati, oltre a diversi

altri trick. Tra i progetti per questa stagione, ci conferma la partecipazione

alle qualifiche per gli Euro X-Games del circuito SFR assieme a Stefan Schenk

oltre naturalmente agli eventi italiani più importanti, come il Freestyle Series,

nel quale ha vinto diverse tappe durante la passata stagione.

Anche Stefan, sempre accompagnato dal fratellino Christof tornato in gran

forma dopo il brutto infortunio dello scorso anno, dimostra di voler far bene

e anche per lui gli obbiettivi stagionali si fanno ambiziosi a livello europeo. I

due fratelli si spingono molto a vicenda ed hanno sicuramente modo di

imparare l'uno dall'altro. Inoltre il loro affrontare le giornate con il sorriso li

porta a fare sempre bene e siamo sicuri avranno modo di dimostrarlo

durante la stagione.

Tra una coda alla seggiovia e una pausa mentre Mattia sistema i flash, ci si

prende in giro e si scherza un po', ed ecco che salta fuori Denis Battisti con

il suo carisma e la sua ironia. Finalmente dopo una stagione annebbiata da

un infortunio sembra stia riacquistando la consapevolezza delle sue

potenzialità. Dopo la gara di Skipass a Modena si è decisamente

Nella pagina precedente: Andrea ConciNella pagina di destra: Stefan Schenk

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galvanizzato e il 19 m del Gentlemen Snowpark lo mette da subito a suo

agio permettendogli di provare un po' di trick nuovi che come al solito non

manca stompare! Indubbiamente gli allenamenti da triatleta lo hanno reso

più forte e sicuro! Anche il suo compagno di Ski College Igor Lastei, classe

'95 sembra avere ottime potenzialità per il futuro, non fosse per l'infortunio

che lo ha fermato dopo pochi giri. Purtroppo per lui overshootando un

misty9 tail è caduto battendo la testa e provocandosi la frattura della

clavicola.

Sarà fermo per almeno 4 settimane, ma confidiamo in un suo recupero al

più presto per gli appuntamenti di gennaio, ma soprattutto in vista dei

Campionati Mondiali Junior di Chiesa Valmalenco.

Infortunio che si somma agli altri che hanno “decimato” i nostri skier

migliori, a partire da Andreas Bacher e Markus Eder entrambi vittime di

lesioni ai crociati e Simone Canal che dovrà stare fermo per almeno un

paio di mesi per lo stiramento del collaterale. Da parte nostra i migliori

auguri di pronta guarigione a tutti e naturalmente speriamo di ritrovarli

presto sulla neve.

Per fortuna dagli infortuni ci si riprende, tra gli altri abbiamo incontrato

Arianna Tricomi che dopo la brutta caduta durante la trasferta americana

della scorsa stagione sembra aver ripreso confidenza con la sua schiena.

Naturalmente ci confessa di voler ricominciare a sciare con molta calma e

senza forzare troppo, ma rivederla sugli sci ci fa ben sperare di ritrovarla

Sopra: Denis BattistiQui a fianco:

Igor Lastei

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Boardcore - tel. 02.69017189 info@ boardcore.it

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motivata e competitiva nei mprossimi mesi.

Marco Zecchetto e Andrea Conci nel frattempo crescono e arricchiscono il

loro bagaglio di trick, la voglia è tanta da parte di entrambi e ce lo

dimostrano provando rotazioni e grab diversi. Entrambi sono di casa in due

dei migliori park italiani, Kronplatz e Madonna di Campiglio, e saranno

presenti a gran parte dei contest nazionali.

Per quanto riguarda il sottoscritto, beh, comincio a sentirmi invecchiare,

soprattutto di fronte alle potenzialità di tutti questi ragazzini che sempre più

affollano i park e per loro fortuna possono cominciare ad intraprendere

questo sport fin da giovanissimi. Nonostante tutto, questo è lo sci che ci

piace fare, in compagnia di nuovi e vecchi amici, alla ricerca di adrenalina

costante, cercando di spingere il nostro limite sempre un po' più in là.

Come presupposti di inizio stagione, mettendo da parte gli infortuni, siamo

certi avremo a che fare con un inverno frizzante, ricco di eventi e ci

auguriamo buoni risultati anche in campo internazionale. Confidiamo

soprattutto nella passione di tutti questi ragazzi e nel desiderio comune di

far crescere ancora questa scena italiana che siamo certi avrà molto da

raccontare nel prossimo futuro.

Enjoy freeskiing!

Sopra: Lukas Schäfer - Sotto: Valentino Mori

Christof Schenk

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LO SKIPASS DI MODENA È STATA L’OCCASIONE PER INCONTRARE UNO DEI PIÙCARISMATICI FREESKIER DI TUTTI I TEMPI. UNO SVEDESE CHE HA INIZIATO A FARSI

CONOSCERE FRA I PALI DELLO SLALOM, È DIVENTATO UNA LEGGENDA DEL FREESTYLEMODERNO, ARRIVA AI CONTEST IN ELICOTTERO O IN LAMBORGHINI COL PORTASCI,

PUNTANDO NEL FRATTEMPO ALLE OLIMPIADI IN SUPER G, È UN OTTIMO IMPRENDITORE, HAUNA GRANDE PASSIONE PER I BRAND STORICI ITALIANI, PER I TORI E PER LA VELOCITÀ.

ECCO A VOI, MR. OLSSON

Intervista di: Giulio Guadalupi e Marco Melloni

Foto: Oskar Bakke, Mattias Fredriksson,

Lorenz Richard/Red Bull Content Pool

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4S- Ciao Jon, cosa sta succedendo, come tuo

fratello che è diventato un discesista di successo

hai iniziato da ragazzino con il Super G, poi sei

diventato una star del freestyle mondiale e ora

torni tra i pali. Sei forse confuso?

JON- Sono cresciuto facendo competizioni di sci

alpino, ottenendo buoni risultati (Campione Juniores

svedese di Super G n.d.r.), poi circa dieci anni fa ho

partecipato ad un camp estivo dove c’erano anche

snowboarder in Park e i primi freeskier. Mi sono

appassionato alla cosa e in men che non si dica ho

iniziato ad essere pagato dagli sponsor per girare il

mondo e sciare. Ho continuato a crescere e a

lavorare alla mia carriera vincendo contest e

affermandomi a livello internazionale come freestyler.

Ma gli anni passavano e alla fine mi alzavo dal letto

senza avere ben chiaro quali fossero i miei obbiettivi.

Poi ho iniziato a legare di più con il mio amico Jan

che corre in pista. Siamo due persone normali che

vengono pagate molti soldi per sciare, e quindi

diventiamo pericolosi quando iniziamo a divertirci.

Così una sera gli ho detto che avrei potuto ri-iniziare

a fare gare tra i pali, perlomeno avremmo potuto

frequentarci di più e divertirci più assiduamente. Lui

mi ha praticamente insultato, dicendo che non sarei

mai riuscito a correre in pista in quanto sono una

scimmia da circo. Colpito nell’orgoglio ho scommesso

con lui 50.000 Corone (circa 5.000,00 euro) che sarei

riuscito ad entrare alle Olimpiadi, correndo tra i pali.

Il giorno dopo mi sono reso conto di aver fatto una

scommessa stupida, ma una scommessa è una

scommessa. Quindi ho iniziato ad allenarmi e dopo 4

anni mi sono qualificato per la coppa del mondo, ora

sono molto vicino al traguardo che mi sono posto.

4S- Scommessa a parte qual è lo stimolo che

ad oggi ti motiva a scegliere il freeski rispetto

allo sci tradizionale? Stai vivendo il tuo sogno

ma come gestisci questa variabile?

JON- Ad oggi il freestyle per me è puro divertimento

ma è più difficile in quanto mi alleno solo 10 giorni

all’anno in questa disciplina, rispetto ai 210 giorni

che dedicavo prima che questa variabile legata allo

sci tradizionale entrasse in gioco. E’ difficile

pertanto mantenere il livello elevato che ho

raggiunto con un allenamento costante, tuttavia

trovo anche nuove motivazioni che avevo perso

quando per 10 anni andavo agli eventi sotto

pressione per vincere. Ora mi presento alle gare e

mi godo l’evento saltando con gli amici di sempre

senza stress da risultato, anche se a volte vengo

sopraffatto dallo spirito competitivo e sono tentato

di osare troppo, ma cerco di essere realistico e

dare quello che posso a fronte del mio

allenamento. Il Freestyle è divertimento! Mentre per

quanto riguarda i pali quello che ad oggi voglio fare

è migliorarmi, gli stimoli sono molto forti per

riuscire a fare quello che mi sono preposto.

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© Mattias Fredriksson

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4S- La tua evoluzione sembra differente da

quella che tutti i freestyler stanno percorrendo,

ovvero di dedicarsi maggiormente al freeride e

al backcountry freestyle, coltivando la passione

per la montagna uscendo dai Park. Per te il

richiamo del Powder non c’è stato? Non ha mai

pensato di farti tentare dalle gare di freeride ed

evolverti in quella direzione?

JON- Sette anni fa vinsi il campionato di Big Mountain

svedese, e capii che anche in quella direzione avrei

potuto avere successo facilmente. Fare Powder è

viaggiare liberi in montagna ed è fantastico. C’è

ancora tanto tempo visto che ho intenzione di sciare

almeno per i prossimi 20 anni, non si sa mai che

l’ulteriore evoluzione possa essere quella.

4S-Siamo sempre in attesa di vedere il nuovo

pro model JO di Head per vedere quale gnocca

ci sia rappresentata. Parlaci un po’ di Jon senza

gli scarponi, quali sono le tue passioni?

JON- Si, amo le donne e le belle macchine!

4S- Sai, ci trovi d’accordo ;-),

JON- Con le donne è facile e anche con le macchine,

basta comprarle… le macchine! Quello che mi motiva

e mi appassiona ultimamente è creare e sviluppare

idee che partano da un semplice disegno. Mi sono

messo alla prova da poco con Yniq (www.yniq.se) il

nuovo brand di occhiali e maschere, che ho creato

da zero. Penso di aver fatto il miglior prodotto al

mondo, non perché sia il mio prodotto ma perché ci

abbiamo lavorato per tre anni per arrivare sul

mercato la stagione scorsa. Inoltre in tutta la mia

vita ho sempre viaggiato con borse da sci e ho

potuto fare esperienza sulla cosa. Ho quindi iniziato

a disegnare queste borse e proprio due giorni fa ho

ricevuto il primo prototipo di quello che sarà il nuovo

prodotto della nuova azienda che sta partendo.

4S- Quindi stai diventando un’imprenditore?

JON- In verità sto provando ad evitarlo perché

naturalmente avere tutte queste idee e progetti

porta via tempo allo sci e mi costringe a lavorare

costantemente e intensamente. Però la passione per

lo sci mi ha portato a creare gli occhiali e le borse

che sono molto correlati alla mia attività di atleta.

4S- Parlaci di più di questa collaborazione con

Colmar? Certamente il brand incarna bene un

bridge tra lo sci tradizionale ed il freeski,

scegliendo te come ambassador.

JON- Certamente, il brand Colmar ha colto molto bene

quello che avevo in mente. Ho capito che non potevo

impegnare altro tempo nel creare una linea dedicata,

seguendone anche la produzione. Con Colmar ho

trovato il partner perfetto per fare quello che ho

sempre fatto nel collaborare a migliorare i prodotti

che utilizzavo sul campo, ma sono riuscito a far fare a

questa attività uno step ulteriore, disegnando una

collezione intera. Pertanto riesco a fare la parte

divertente di creare il prodotto come voglio e mi

risparmio tutta la parte di produzione e gestione della

commercializzazione che resta nelle mani esperte di

un protagonista storico del mercato come Colmar.

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© Lorenz Richard/Red Bull Content Pool

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4S- Come sei riuscito a farti sponsorizzare da

Lamborghini?

JON- In verità loro mi aiutano attivamente per quanto

riguarda la manutenzione e le elaborazioni del

mezzo, ma vado in rosso sul conto quando decido di

acquistarne una.

4S- Che modello stai guidando?

JON- Ho ordinato una Aventador da un pezzo, ma

sembra non arrivare mai, quindi nel frattempo ho

acquistato una Gallardo. Certo quando usi una

Murcielago o una Aventador sai quanto è costata e

quindi ti senti male a sfruttarla a pieno. Per questo con

la Gallardo è meglio, l’ho trovata usata di due anni ad

un prezzo competitivo. Io la sfrutto facendoci oltre

50.000 km all’anno, è l’unica auto che ho. Oskar (il suo

fotografo diciannovenne) e un mio amico l’hanno

caricata con il materiale da sci, e sono venuti a Modena

da Stoccolma mentre io viaggiavo in aereo e stasera

partiremo tutti per Monaco, sempre sulla Lamborghini.

Insomma è proprio il mio mezzo da tutti i giorni.

4S-Se ti mettiamo in Cover quindi ci passi le

chiavi dell’auto per un week-end?

JON- Potete scommetterci!

4S-Parlaci della tua scelta di vivere a Montecarlo.

Lamborghini, donne e Montecarlo, dai non è

troppo?

JON- Scherzi! No… devo vivere al massimo!

Certamente anche l’aspetto legato alle tasse ha

aiutato, infatti riesco a gestire meglio i miei

risparmi. Ma sta diventando veramente una casa per

me, quando sono lontano dalle piste è molto

rilassante, una cittadina con temperature perfette,

dove non ho stress, non devo vedere persone o fare

attività, come quando torno a Stoccolma, lì è molto

più frenetico, tra feste e il fatto che tutti mi

conoscono. A Montecarlo posso fare il bucato o

cucinarmi la colazione prendendomi il mio tempo.

Fra l’altro lì vive praticamente tutto il team svedese

di sci da discesa, e quindi ho anche amici da vedere.

4S-Dicci qualche cosa in più delle Gumball

3000, in cui hai già corso.

JON- Sono dei rally con percorsi molto lunghi che

per due anni si sono svolti in Europa, la prossima

gara sarà da New York a Los Angeles, per questo

evento stiamo costruendo una macchina speciale

con un telaio costruito appositamente. Una

macchina di soli 1000 kg spinta comunque da un

motore Lambo, ho disegnato completamente la

macchina. Extremely Extreme! Sono molto bravo a

fare soldi ma forse ancora migliore a spenderli.

4S- Quindi il tuo conto in banca è in rosso?

JON- L’unico motivo per cui faccio soldi è per poterli

spendere e divertirmi, questa è la mia filosofia. Mia

madre non è propriamente d’accordo, ma io sono un

lavoratore e ho intenzione di sbattermi per tutta la

vita, quindi cerco di divertirmi senza pensare al

futuro, ma vivendolo.

4S- Red Bull ti aiuta in questo progetto?

JON- Si mi daranno un milione di lattine da

scarrozzare in giro per l’Europa!

4S-Oggi che sei a Modena, non andrai a

visitare la Lamborghini?

JON- Dovrei proprio farlo uno di questi giorni ma

sarei troppo tentato e probabilmente lascerei giù un

bel po’ di soldi, quindi per questa volta evito.

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CAMMINARE SEGUENDO IL PROPRIO RITMO, LENTAMENTE, PASSO DOPO PASSO, IN SILENZIO, LA MENTE SPAZIA E DIVAGA. SI ENTRA IN UNOSTATO MENTALE DI TRANCE. LO SFORZO È CENTELLINATO, METRO PER METRO, NON SI GUARDA NÉ TROPPO AVANTI NÉ INDIETRO. GLI OCCHIPUNTANO I PROSSIMI DUE METRI, QUELLO È IL TRAGUARDO.QUANDO CI SI FERMA, ALLORA, SI GODE DEL PANORAMA ATTORNO, LA FATICA ACQUISTAUN SENSO E SI RIPARTE RIGENERATI.Testo di: Giulia Monego - Foto: Christian Pondella

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Salendo i 6400m dell’Illimani, la nostra ultima vetta in Bolivia, ci siamo

risvegliati bruscamente dal torpore della fatica vedendo due alpinisti

scivolare giù, senza controllo, legati assieme verso l’abisso. La scena che ci è

apparsa davanti agli occhi è rimasta sospesa per qualche lunghissimo

secondo, surreale, ma le urla di dolore giunte qualche secondo dopo, ci

hanno riportato subito alla realtà e colpito nel profondo.

Le voci non erano lontane, così senza pensarci un attimo, dopo uno sguardo

di intesa, il nostro obiettivo di scendere con gli sci dalla vetta dell’Illimani si è

trasformato in un disperato tentativo di salvataggio.

Scesi al punto da dove provenivano le voci, abbiamo trovato i due, finiti in un

buco che fortunatamente ha fermato la caduta verso una fine certa.

Affacciata all’orlo del crepaccio si vedeva una ragazza seriamente ferita, che

urlava di dolore, mentre il compagno, già in piedi sembrava in grado di

scendere da solo per chiamare aiuto, anche se era in chiaro stato di shock.

Una volta raggiunti i due, mi sono lanciata ad aiutare la ragazza ad uscire dal

buco dove era finita. Era talmente contorta da avere le punte dei ramponi

che le sfioravano la fronte, in una posizione atroce.

Sicuramente si era fratturata il femore, la tibia e la fibula, una diagnosi che

anche un non esperto poteva fare senza sbagliarsi di molto, la posizione

innaturale e le urla certificavano la situazione critica.

Costruita una barella d’emergenza utilizzando sci, corde e zaino, Dave,

Christian e io abbiamo iniziato l’estenuante missione di calare, tirare,

trasportare e consolare la povera malcapitata, fino a raggiungere il campo

alto, da dove ben 12 portatori avrebbero potuto trasportarla a valle.

Durante la fase più difficile del salvataggio fortunatamente ci sono venute in

aiuto altre due guide locali che con qualche corda e picchetto in più hanno

reso la discesa più rapida.

Arrivati al campo, esausti, non solo fisicamente ma anche moralmente,

dall’esperienza umana intensa, il sole era già basso e il tramonto imminente.

I portatori, partiti per condurre la ragazza a spalle fino all’ambulanza, giù per

l’impervia via che porta a valle, hanno dovuto combattere contro il buio ma

sono riusciti a terminare la missione di soccorso a una dozzina di ore

dall’incidente, adagiando la malcapitata su di un letto d’ospedale.

Ancora incredula per l’accaduto, stanca e sfinita dalle immagini che mi

riaffioravano alla mente e dal dolore condiviso con quella ragazza,

addormentandomi, ringraziavo che non fosse capitato a me, consapevole

sempre più dei due aspetti che coesistono in ogni avventura, il successo ed il

disastro.

Conosco Dave e Christian da qualche anno e la passione che ci lega per lo sci

ripido ci ha portati quest’anno a fare un viaggio assieme, scegliendo la

Bolivia come destinazione per la nostra avventura! Un viaggio senza un

programma specifico, senza la pressione di creare materiale per gli sponsor,

senza dover scattare foto per giornali o dover filmare. Una vacanza tra amici,

facendo quello che ci piace fare di più al mondo!

Lo scorso maggio siamo arrivati a la Paz, con qualche informazione in tasca,

un libro di foto di montagne e tanta voglia di improvvisare.

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La Bolivia è un paese meraviglioso, relativamente piccolo ma con una varietà

di territori incredibile. Dalla giungla equatoriale si passa alle pianure aride,

ai vulcani e alle catene montuose, tappa principale del nostro viaggio.

I ghiacciai incominciano a 5000m e la Cordillera Real ospita svariate vette di

oltre 6000m che sono ogni anno meta di alpinisti e scalatori provenienti da

tutto il mondo.

Sciatori non se ne vedono molti e la nostra attrezzatura ha suscitato spesso

curiosità e ilarità da parte della gente locale.

Immersi in questa nuova cultura, tipicamente sudamericana, ci siamo

acclimatati camminando su e giù per le ripide strade della Paz, che posta ad

un’altitudine di ben 4000m è una delle metropoli più elevate al mondo. La Paz

è composta da una moltitudine di colori, odori e gente, che danno un ritmo

frenetico ad una città di poco meno di un milione di abitanti. Dalle finestre

dell’albergo spesso i nostri occhi ammiravano in lontananza l’Illimani,

imponente e grandioso. Giorno per giorno rivedevamo il piano di azione,

sperando nelle condizioni di meteo e neve, per portare a casa qualche bella

soddisfazione.

Affrontare un viaggio di questo tipo mette alla prova le amicizie preesistenti,

tirando fuori il meglio o il peggio delle persone e la loro capacità di andare

d’accordo durante una convivenza a stretto contatto.

Qui mi sono ritrovata a dover affrontare situazioni che non avrei mai

immaginato prima e la forza di reazione del gruppo è stata anche la mia

forza, mi ha aiutato a superare ogni ostacolo senza sentirne nemmeno il

peso.

Le salite interminabili, le giornate d’avvicinamento, le notti in tenda, le

discese con gli sci, l’intossicazione alimentare, i morsi dei cani, sono state

gioie e dolori che si sono susseguiti secondo un ordine logico, non forzato,

scorrendo via lisci, senza creare tensioni.

L’armonia provata in questo viaggio è ciò che mi fa tornare alla mente ogni

singolo giorno con il sorriso, sapendo di aver condiviso con i miei compagni

qualcosa di più di una semplice avventura.

A livello sciistico la soddisfazione più grande è stata sicuramente la discesa

della Diretta dei Francesi della parete S/E del Huayna Potosi, 6088m.

La parete è esteticamente lineare, bella, pulita e ripida, ma bisogna sempre

essere cauti nell’affrontare il manto nevoso che non perdona gli errori. La

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cresta da dove siamo partiti era un filo di rasoio, la più stretta che abbia mai

visto, percorrerla con la vista intorno a noi che spaziava per chilometri dava

una sensazione di onnipotenza, mai provata prima.

Mettersi gli sci in cima è stata un’operazione veramente ardua, senza alcun

margine di errore possibile, ogni movimento calibrato e lento, lentissimo.

Quando il clack dello scatto dell’attacco ha raggiunto il mio orecchio,

l’adrenalina fin lì accumulata ha iniziato a sciogliersi e mi sono lanciata nella

discesa.

La neve era perfettamente sciabile e ci ha permesso di fare qualche bella

curva godendoci la vista dell’Altipiano dall’alto.

L’altro ricordo intenso e positivo è stato l’operazione di soccorso

all’Illimani, un’esperienza bella e ancor più appagante di qualsiasi discesa

con gli sci.

Esserne stati i protagonisti e aver regalato a quella ragazza un ritorno

felice a casa, salvandola da possibili conseguenze nefaste è stata la

soddisfazione più grande. Il nostro gruppo ne è uscito ancora più coeso.

Ora guardiamo alla prossima stagione, valuteremo se farci cogliere

nuovamente da questa voglia di partire alla pura Avventura!

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Sesso, droga e la curva perfetta

Per i veri appassionati il powder è sempre un regalo meraviglioso, spesso un

lusso, a volte una necessità. Per i gestori dei resort di tutto il mondo è una

manna che permette di fidelizzare il cliente. Anche le agenzie di viaggio si

sono accorte di questa piaga sociale che dà dipendenza, e voi?

Quando si parla di action sport si

parla di un business organizzato e

proficuo sviluppatosi attorno al

concetto di “soul”, inteso nella sua

eccezione di ESSENZA dello sport;

indaghiamo su chi percepisce questa

essenza e chi no, dove la si trova e perché.

Gli outdoor sport con una tradizione più consolidata come il Surf,

l’arrampicata e lo sci vengono trattati con frequenza sui media, dove si cerca

di trasmetterne l’essenza.

Ma ci sono alcune nicchie di questi sport, dove l’essenza è più manifesta.

Quando si parla di Snowsport, il terreno più florido è senza alcun dubbio

la neve vergine, dove il Soul può proliferare incontrollato. Powder, nieve

polvo, pulver schnee, le poudre. Come nel surf raidarsi un tubo è l’esperienza

considerata più Soul, così è per un Face Shot in powder che letteralmente ti

toglie il respiro.

Troverai sempre massicce dosi di ESSENZA in certi luoghi incontaminati e nei

sorrisi dei tuoi compagni di avventura. Tutto può essere riassunto in

un’equazione difficilmente confutabile:

AMICI + NATURA + POWDER = L’Essenza del riding invernale.

Molte persone si stanno accorgendo che questa è l’equazione giusta, rispetto

agli ambienti artificiali creati apposta da zelanti gestori di resort. Forse si

tratta della maggior consapevolezza che il riscaldamento globale sta riducendo

il tempo a nostra disposizione per cogliere quest’ Essenza. O ancora, il

problema è che il Powder come un’assuefacente e potente droga, una volta che

la provi non puoi più smettere e ne cerchi sempre più. Qualsiasi motivo sia alla

base del desiderio incontrollabile di sciare in fresca, sta di fatto che vogliamo il

Powder, è il nuovo trend che sostituisce il desiderio di impianti di risalita

sempre più veloci. Il tutto è riassunto bene dal famoso motto POWDER TO THE

PEOPLE, citato tempo fa da una rivista americana.

Il Powder è una cosa da raccomandare. É un elemento naturale, per

esempio. E’ fresco, pulito e se cadi ti accoglie tra le sue soffici braccia. Ma

chi è un abitué di questo terreno avrà molto di più da dirti.

C’è un qualcosa di indescrivibile nelle sensazioni che lo sciare in Powder

trasmette, l’unica possibilità è vivere l’esperienza in prima persona e

coglierne l’aspetto più profondo. Un famoso detto che sentii tempo fa dice

SCIARE IN POWDER È LA MIGLIOR VARIANTE DI SCI POSSIBLE. PER NOI POWDER SIGNIFICA LIBERTÀ, CONCENTRARSIPIÙ CHE SUL COME LO FAI, SUL FARLO SEMPRE DI PIÙ… È AL DI LÀ DELLA SCELTA DELL’ATTREZZATURA, AL DI LÀ DI TUTTIGLI INSEGNAMENTI BASE DELLA TECNICA SCIISTICA. LA COSA BASILARE È ALLONTANARSI DALLA MASSA ED ESPLORAREZONE DOVE NON CI SONO TRACCE, NON CI SONO PILONI DELLA FUNIVIA, RETI DI CONTENIMENTO, O ALTRI SCIATORI DA

SCARTARE. SOLO NEVE! E’ UN ALTRO MONDO. - POWDER MAGAZINE, INTRODUCTION TO THE FIRST ISSUE, 1972.

IL VERO SCIATORE NON SEGUE LA MASSA. NON È CONFINATO IN UNA PISTA.EGLI È UN ARTISTA CHE CREA MEDIANTE UNA TRACCIA UN DISEGNO SU UNA

TELA DI NEVE VERGINE. QUELLO CHE È UN BLOCCO DI MARMO PER LOSCULTORE È IL PENDIO DI POWDER IMMACOLATA PER LO SKIER. LA NEVE

DISTRUTTA DA UNA MOLTITUDINE DI PISTAIOLI NON PERMETTE DIAPPREZZARE IL TRATTO LASCIATO DAL PASSAGGIO DI UN SOLO SKIER. SOLOLA NEVE VERGINE REGISTRA IL PASSAGGIO DI OGNI SCIATORE, È SOLO QUI

CHE UN VERO ARTISTA PUÒ ESPRIMERSI COMPLETAMENTE.- ARNOLD LUNN, THE MOUNTAINS OF YOUTH, 1925

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Testo di: Leslie Anthony

Traduzione: Giulio Guadalupi

Foto: Mattias Fredriksson

Emanuel Hedvall, Engelberg

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72 che cercare di spiegare lo sci in Powder ai neofiti è come spiegare il sesso

ad una verginella. Nonostante ciò cercherò di cimentarmi nell’analisi e

spiegare nel dettaglio le sensazioni che si riescono a provare.

Lo sci fuoripista è: parole che non riesci a pronunciare, racconti che non

riesci a concretizzare, è il silenzio che ti circonda, la natura che ti abbraccia,

il cuore che batte all’impazzata, il respiro roco che gratta la gola, il vento che

corre tra gli alberi. Sono grugniti di fatica involontari alternati a grida di

soddisfazione. E’ ispirazione, disperazione, poesie sconclusionate, matrimoni

distrutti. Centinaia di riviste e filmati, sorrisi sornioni, stupidità, dita dei piedi

congelate, fitte di dolore alle tempie come quando si trangugia una gelida

granita ad agosto. Sono curve magiche, è affondare, brevi attimi in cui il

corpo batte la forza di gravità, prime tracce e sci persi. E’ pianificare,

guidare, sciare sul ghiaccio, sulla crosta, sul marcio, alla ricerca della

Powder vera. E’ un modo di essere e di sentire. Un modo di pensare e di

vivere. Un modo per condividere.

Questo è uno degli aspetti più interessanti. Come una giornata di Powder crei

tra chi la condivide un legame speciale è difficile da descrivere. Ma visto che

ci siamo avventurati su questo tortuoso percorso proviamo ad andare oltre.

E’ stato detto che la gioia è ciò che un essere umano ottiene quando riceve

quello che ama, questa è la gioia che proviamo sciando fuoripista tra amici.

Un sentimento forte che sprizza dagli sguardi e dai sorrisi ebeti che si

stampano sulla faccia alla fine di ogni run. Non vedi questi sorrisi da

nessun’altra parte, non da un tennista che lasci il campo da gioco o da un

giocatore di golf o all’uscita da una discoteca dopo una serata di festa.

Niente si avvicina minimamente a quei sorrisi complici; quei sorrisi riflettono

la sensazione della vita vissuta nella sua Essenza. Non male, ottenere questo

al solo prezzo dello skipass.

Molti di noi amano così fortemente il Powder che viaggiano il mondo in

lungo e in largo alla sua ricerca. Quando viaggi alla ricerca di nuove catene

montuose sei alla ricerca di qualche cosa di più di nuove esperienze. Sei alla

ricerca di un nuovo esperimento nel laboratorio dell’inverno, misceli

sapientemente gli ingredienti a tua disposizione, la cultura del luogo, gli

amici del giorno e le sensazioni che stordiscono il tuo essere.

Che sia Europa, Alaska, Canada, Scandinavia, Nuova Zelanda o Giappone, gli

elementi sono sempre simili, rocce, ghiaccio, cime, pendii, neve. Cercare

l’Essenza comporta il piacevole obbligo di firmare i quadri di neve sparsi per

il globo.

I resort hanno capito e spesso spinto molto su questo aspetto della loro

offerta cercando di attrarre sempre più turisti, ma dove questa gemma è più

preziosa spesso il segreto viene gelosamente custodito e condiviso solo fra

gli eletti. Questo sta cambiando, le agenzie si stanno evolvendo e sono alla

ricerca di location innovative per offrire natura selvaggia neve vergine.

Sempre di più il Giappone, la Turchia o la Bulgaria sono mete di cercatori di

Powder. Molte sono le stazione che in Europa e USA hanno aperto aree

speciali dedicate al freeride, per soddisfare la crescente domanda degli

appassionati. Negli ultimi cinque anni l’offerta di pernottamenti in rifugio, sci

con il gatto delle nevi e salite in elicottero è letteralmente esplosa. La British

Columbia che è sicuramente leader di mercato, ha più che raddoppiato

NESSUNO PUÒ STUFARSI DI SCIARE IN POWDER PERCHÉ È IL REGALO PIÙSPECIALE DI QUELL’INTIMA RELAZIONE TRA IL CIELO E LA TERRA. ARRIVA SOLO

IN LUOGHI PARTICOLARI, IN MOMENTI SPECIALI, NELLA GIUSTA QUANTITÀ;RIMANE SOLO POCO TEMPO, PRIMA CHE IL SOLE O IL VENTO LA TRASFORMI. LO

SKIER ACCETTA DEVOTO QUESTO DONO, PROVANDO IL PIACERE DI GIOCARECON LA GRAVITÀ E LA NEVE. — DELORES LACHAPELLE, EARTH WISDOM, 1978

Chris Rubens, Revelstoke British Columbia Canada

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Henrik Windstedt, Lofoten Norway

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l’offerta ma ancora non soddisfa la domanda sempre crescente. Questo

mercato è paragonabile a quello delle Spa che ha ormai contagiato qualsiasi

luogo montano. Non per essere di parte ma credo sia più interessante avere

la certezza di un Face Shot che di una aromaterapia.

Credo che questi concetti profondamente ZEN di LaChapelle siano un po’

troppo per tutti noi, ma forse hanno un fondo di verità. Quando sciamo in

powder non è importante quello che proviamo esteriormente ma quello che

sentiamo dentro. E’ quel magico incontro tra la mente e il corpo, dove i

pensieri e i sentimenti non possono separarsi e sono vissuti completamente.

Girarsi a guardare quella che giudichi la migliore linea della tua vita ai piedi

del pendio, appogiandoti alla racchetta con il fiato grosso e le gambe che

pompano.

Non importa quanto lunga o difficile fosse la discesa, quando arrivi a

pensare con soddisfazione che una run così può anche essere l’ultima.

Allo stesso tempo la medesima discesa è in grado di scantenare la necessità

impellente di provare ancora e ancora quelle sensazioni fino ad avere fiato e

oltre. Tutte le analogie tra sesso, droga e sci in Powder forse non sono

proprio fuori luogo.

TRACCE DI POWDERArea Geografica: Alpi Svizzere (myswissalps.com).

Località: Engelberg (engelberg.ch).

Fattore Powder: posizionata perfettamente nella Svizzera Centrale,

raggiunge un’altitudine ragguardevole; viene spesso investita dall’estremo

nord delle perturbazioni da Sud e dall’estremo sud delle perturbazioni da

Nord. Beneficia inoltre dell’orografia del lago di Lucerna, e dei suoi

inesplicabili influssi sul meteo.

La Montagna: per i Powder aficionado, Engelberg è come una Matrioska; in

qualsiasi direzione ti volti ti si para davanti una nuova zona di Powder

immacolato. C’è tutto, dal ghiacciao, ai colouir, al riding tra gli alberi. C’è

anche probabilmente la migliore run in powder del mondo La “Laub”, giudizio

che potrebbe essere contestato.

Dormire: R Art Nouveau Hotel Terrace (terrace.ch; +41 (0) 41 639 66 66)

Mangiare: Yucatan, un grande TEX MEX vicino alla stazione del treno

(yucatan.ch; +41 (0) 41 637 13 24).

Bere: Lo Yucatan è perfetto prima di cena; l’Hotel Eden è il ritrovo classico

per gli sciatori(+41 (0) 41 637 32 94).

Area Geografica: Alpi Austriache (aboutaustria.org).

Località: St. Anton am Arlberg (stantonamarlberg.com).

Fattore Powder: lontano a sufficienza dal mediterraneo per non subirne gli

effetti devianti sulle perturbazioni, ma vicino a sufficienza per gli effetti

benefici relativi all’umidità, beneficia appieno delle perturbazioni in arrivo da

Nord. I ghiacciai e cime sono spesso farcite di nuvole, Stuben è il resort con

maggiori precipitazioni dell’area.

La Montagna: infinite cime circondano l’area, sessioni di lungo e lussurioso

backcountry negli spostamenti tra una stazione e l’altra. Discese mozzafiato e

ampi canaloni, tutto ma proprio tutto quello che serve per soddisfarvi.

Dormire: Hotel Lux Alpinae (luxalpinae.at, +43 (0) 5446 30108)

Mangiare: TK

Bere: Krazy Kangaruh (krazykanguruh.com; +43 (0) 5446 2633) o Moosewirt

(n/a) Per l’apres-ski più pazzo del mondo.

Area Geografica: Isola di Hokkaido, Japan (snowjapan.com)

Località: Niseko (grand-hirafu.jp)

Fattore Powder: il gelido vento siberiano passando sopra al mar Giallo ed al

SCIARE IN POWDER È SPERIMENTARE IL “NULLA”. MA L’IDEA DEL NULLANELLA NOSTRA CULTURA FA PAURA E NON CI SONO PAROLE PER

DESCRIVERLO. I CINESI L’HANNO DESCRITTO BENE COME LA “PIENEZZA DELNULLA”, DA DOVE TUTTO NASCE. LA MIA ESPERIENZA CON LA NEVE MI HA

FATTO CAPIRE LE POSSIBILITÀ DELLA MIA MENTE. - DOLORES LACHAPELLE,DEEP POWDER SNOW: 40 YEARS OF ECSTATIC SKIING, AVALANCHES, AND

EARTH WISDOM, 1993

Mark Abma, Mica Heli British Columbia Canada

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mare di Ohtosk rilascia copiose quantità di neve anche quando il tempo

sembrerebbe non essere disponibile a ciò.

La Montagna: moltissimi resort principalmente nati su vulcani spenti o

ancora in attività. Le pendenze non estreme non permettono di godere

appieno del copioso Powder che grazia queste montagne. Ma sfrecciare tra

gli alberi, i pillows naturali e giocare con gli ostacoli coperti dalla spessa

coltre di oro bianco è impagabile.

Dormire: Niseko Lodge (nisekolodge.com; +81 136 232 606) Black Diamond

Lodge (bdlodge.com; +81 136 44 1144)

Mangiare: Big Cliff, Senchou II, Fuji-Sushi.

Bere: Mountain Jam Bar and Fatty’s (no Aussies).

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Area Geografica: Wasatch Area, Utah, USA (skiutah.com).

Località: Snowbird (snowbird.com)/Alta (alta.com)

Fattore Powder: le perturbazioni arrivano sulle Wasatch da tutte le

direzioni, ma le più cariche si muovono lente da sud, caricandosi di umidità

sul lago salato e rilasciando il prezioso dono sui pendii poco distanti.

La Montagna: non corredato da pendenze estreme o ghiacciai, è pieno di

discese ripide tra montagne morbide, cosparse il giusto di qualche massicio

roccioso. Sfruttate lo Utah Interconnect girando per i 5 resort per

beneficiare appieno dell’esperienza.

Dormire: Peruvian Lodge (altaperuvian.com; +1 (801) 742 3000) at Alta.

Mangiare: Alta Lodge (altalodge.com; +1 (801) 742-3500) or Peruvian Lodge,

Keyhole Junction a Snowbird (+1 (801) 933 2025), oppure il Red Iguana

(rediguana.com; +1 (801) 322 1489) in Salt Lake City.

Bere: Goldminer’s Daughter ad Alta (skigmd.com; +1 (801) 742 2300).

Area Geografica: British Columbia, Canada (hellobc.com).

Località: così tanta offerta da farvi venire il mal di testa, guardate su

travel.bc.ca/activities/snow-activities/cat-heli-skiing per farvene un’idea.

Fattore Powder: forti e lunghe perturbazioni pacifiche si scaricano copiose

sulle catene montuose del: Kootenay, Purcell, Selkirk, Monashee and

Bugaboo.

La Montagna: una dozzina di catene montuose vogliono dire qualsiasi

terreno possible. Dalle discese più impervie a Pillows infiniti e le discese tra

alberi più scoscese che mai avete sperimentato.

Dormire: Hume Hotel in Nelson (humehotel.com; +1 (250) 352 5331), nel

cuore delle Kootenay e la zona più affollata per il cat-skiing del mondo.

Mangiare: Mazatlan (+1 (250) 352 1388) in Nelson il miglior mexicano.

Bere: In Nelson; se credete di essere fighi, The Rez. Se volete fare i local,

Mike’s Place.

Emanuel Hedvall, Engelberg Switzerland

Mike Douglas,

Marmolada Italia

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Johan Jonsson e Eirik Finseth, Engelberg Switzerland

Taisuke Kusunoki, Engelberg Switzerland

Sean Pettit, MSP in Japan

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NEMMENO UN ANNO FA LO ABBIAMO INCONTRATO AD ISPO,FACENDOGLI UNA PIACEVOLISSIMA INTERVISTA. ANCORA SI SAPEVAPOCO DEL FILM/DOCUMENTARIO CHE AVEVA FINITO DI GIRARE EGIUSTAMENTE NON VOLLE ANTICIPARCI NULLA TRANNE IL TITOLO,FACENDO SOLO CRESCERE LA NOSTRA CURIOSITÀ. SOLO ORA CHE LOABBIAMO VISTO POSSIAMO APPREZZARE IL LAVORO SVOLTO DA SETH EDA TUTTE LE PERSONE COINVOLTE NEL PROGETTO E POSSIAMORENDERCI CONTO DI QUANTO SIA EUFEMISTICO IL TITOLO DEL FILM.Testo di: Tess Weaver - Marco Melloni

Foto: Chris Figenshau - Credit Nori Ohtomo

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© Blake Jorgenson

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E’ autunno. Il Cat King Theatre è sold out. La folla

comincia a fremere.

E’ una scena che Seth Morrison ha già vissuto

centinaia di volte, sono quindici anni che

partecipa a video premiere di questo tipo. Questa

volta però, a Seattle il 9 settembre, la star è lui.

The Ordinary Skier debutta finalmente in pubblico,

dopo due anni di riprese.

Quando Oakley e 1242 Productions contattarono

Seth proponendogli di realizzare il documentario,

lui avrebbe potuto scegliere la via più facile:

raccogliere una serie di immagini, riassumere la

sua carriera, scegliere una colonna sonora adatta

e servire un prodotto come altri. Ma da

innovatore qual è, da skier sempre alla ricerca di

una nuova sfida, ha saputo cogliere l’occasione e

aprire un capitolo nuovo della propria carriera,

puntando in una direzione fino ad allora

sconosciuta, quella dello sci alpinismo, dello sci

verticale o come si diceva negli anni ’90, dello sci

estremo.

Mr. Morrison ha deciso di mettersi in gioco su un

terreno che gli americani in fondo conoscono

ancora poco, un terreno però che è stato il banco

di prova dei più forti alpinisti del mondo e sul

quale ancora oggi si misurano le capacità

nell’alpinismo come nello sci verticale, le Alpi.

Per due anni Seth si è recato a Chamonix, dove il

Monte Bianco proietta la sua ombra e lancia la

sua sfida, accompagnato da Nat Wallace, JP

Auclair e Kaye Petersen, filmer e fotographer, per

ripercorrere alcune delle linee più estreme,

dimostrando, attraverso una regia e un montaggio

incredibili la sua versatilità e il suo valore

assolutamente inimitabile.

Riavvolgiamo per un attimo il nastro per capire di

chi stiamo parlando; Morrison agganciò il suo

primo paio di sci a 6 anni, nel Wisconsin, su una

discesa che definirla pendio sarebbe una vera

bugia, ma qualcosa dentro di lui accadde perché

con la madre e la sorella partì verso Vail, in

Colorado, solo 5 anni dopo.

Nei primi anni ’90 mentre frequentava il Western

State College a Gunnison Colorado, cominciò a

competere. Si classificò secondo nel U.S. Extreme

Skiing Championship di Crested Butte, al primo

Canadian Freeskiing Championship di Wistler

occupò la nona posizione, ai primi Winter X-Games

di Crested Butte arrivò ottavo nello Skicross. Fu

da teenager, correndo per lo ski club di Vail che

cominciò a rendersi conto dei limiti che le

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competizioni impongono e della libertà che al

contrario lo sciare in powder concede.

Come molti sciatori della sua generazione Seth

venne influenzato da Greg Stump, Scot Schmidt,

Mike Hattrup e Glane Plake e ciò lo indusse in

parte ad apparire nei primi video Matchstick

Production: Soul Session, Hedonist e The Tribe.

Negli stessi anni venne coinvolto nel movimento

punk rock di Crested Butte, ne sono

dimostrazione i numerosi piercing e i periodici

cambi di colore e taglio dei capelli, che

portarono l’ispirazione dei Sex Pistols alla

massima potenza.

Si trasferì a Jeckson Hole per un tempo

sufficiente a capire che non era il posto per lui,

in una notte di follia fece danni per 25.000 usd e

gli ci volle un inverno di sacrifici e un’estate di

lavoro duro come manovale per saldare il debito.

Seth cominciò a rendersi conto che doveva dare

una svolta alla propria vita, i party e gli eccessi

non lo avrebbero portato da nessuna parte.

Tornato a Crested Butte gareggiò negli

“Extremes” e il piazzamento gli bastò come terzo

e ultimo posto. Dopo una stagione buca a causa

di un infortunio alla caviglia iniziò a dare lezioni

in estate negli High North Camp di Whistler. “Fu

in quel momento”, dice Seth, “che iniziai a

prendere coraggio e cominciai a provare a fare

backflip da cliff pazzeschi in backcountry”.

Negli anni ha collezionato una lunga lista di

incidenti e numerose volte è stato travolto da

valanghe; nel 1997, a Portillo in Cile, durante le

riprese di un video sopravvisse ad un incidente

in elicottero in cui morirono il pilota e il

fotografo, fu lui stesso, liberatosi dalla carcassa

del velivolo, a camminare per circa un

chilometro per chiedere soccorsi, nonostante la

rottura dello sterno, un trauma cranico e

qualche vertebra fratturata.

Pat Mcllvain VP Sport Marketing di Oakley che

viveva a Vail nei primi anni ‘90 aveva conosciuto

il giovane skier e biker di nome Morrison e già

allora aveva cominciato a passargli un po’ di

attrezzatura, ma nel 1994, dopo aver visto la sua

videopart in un video MSP, formalizzò il contratto.

Da allora Seth ha sempre fatto parte dell’azienda

americana, partecipando ai trip, comparendo

nelle pubblicità, partecipando ai lanci dei

prodotti che in seguito hanno anche cominciato

a prendere il suo nome. Come dice Greg Strokes

Sport Marketing Manager di Oakley, “Seth è stato

testimonial per prodotti di ogni tipo: scarpe,

orologi, occhiali, maschere, abbigliamento casual

e tecnico, non solo per le sue indiscusse doti di

skier ma per la sua etica professionale senza

compromessi”. “Sa sempre fare qualsiasi cosa

nel modo giusto e svolge con efficienza i compiti

che gli vengono assegnati, quando chiedo a

qualcuno del team di fare qualcosa senza

commettere errori, è sempre il primo ad

assumersi l’incarico”.

Lo Skier del Wisconsin ha vinto praticamente

tutto nella sua carriera, è nei primi 10 skier

della Reader Poll di Powder Magazine (classifica

degli skier votati annualmente dai lettori della

rivista n.d.r.) da quando è stata istituita ed è

stato nominato da Powder come uno dei 48

grandi sciatori del suo tempo. Dal 1993 Seth è

apparso in più di 40 film, la sua sciata fluida e

gli incredibili backflip sono negli anni garanzia di

un audience entusiasta.

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Al Cat King Theatre con l’inizio delle riprese è sceso il

silenzio, un silenzio che si protrae per 77 min.. La

maggior parte dei posti è occupata da skier con la

metà degli anni di Seth, se si aspettavano una

classica videopart alla Morrison, con ritmo e musica

punk-rock non possono che rimanere delusi. Il film

oltre alle immagini di repertorio, a qualche

segmento filmato in fresca nell’altro continente e ad

alcuni interventi di famosissimi skier, offre una serie

di immagini mozzafiato girate sul massiccio del

Bianco. E’ un Morrison adulto quello che si racconta

davanti alla telecamera, quegli occhi grigi e profondi

che abbiamo conosciuto in prima persona

comunicano che è uno skier risoluto ma riflessivo,

consapevole di quello che è diventato, dei rischi che

si corrono in un mestiere come il suo e del fatto che

per rimanere i numeri uno si è costretti a spingere i

propri limiti sempre oltre.

Nate Wallace, JP Auclair e Kye Petersen scalano e

tracciano con Seth alcune perle della più alta

montagna d’Europa, come la nord della Tour Rond, la

nord del Col du Plan o la Mallory all’Aiguille du Midì,

quelle che non sono solo linee estreme di sci ma

soprattutto rappresentano la nuova dimensione di

questo grande freeskier.

Il film THE ORDINARY SKIER

è acquistabile anche

nell’I-Tunes Store Italiano

Trailer:

http://www.oakley.com/sports/seth-morrison-the-

ordinary-skier/posts/3106

Ringraziamo Oakley, in particolare nelle persone

di: Christian Mascarenhas, Ingrid Sirois, Patricia

Luetolf, Niccolo Vecciarelli, per il supporto nella

raccolta del materiale.

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STRADE AFFOLLATE E UN CAOS VIVACE, COSÌ SI PRESENTA L’ESOTICA CITTÀTENTACOLARE DI DEHLI, ALLA VISTA DEI VIAGGIATORI OCCIDENTALI. LA POVERTÀ,L’ODORE DELLE SPEZIE, UNA MOLTITUDINE DI SANTONI, HIPPY E BACKPACKER,L’INDIA DÀ IL BENVENUTO A CAJA SCHÖPF DEL FIAT FREESTYLE TEAM E LENASTOFFEL DEL TEAM ROXY,VENUTE FIN QUI PER SCOPRIRE IL SEGRETO DELLEMONTAGNE HIMALAYANE.Testo di: Caja Schöpf - Foto di: Felix Urbauer

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89L’ORO BIANCO DELL’HIMALAYAAssieme a Lena abbiamo affrontato questo

avventuroso viaggio spinte dalla curiosità di scoprire

un luogo ancora poco conosciuto e selvaggio e dalla

voglia di sciare sulle montagne della catena

himalayana. Dopo parecchie ore di volo siamo giunte

in questa regione dell’ex principato del Kashmir,

ancora luogo di contese fra India, Pakistan e Cina, un

posto famoso per le estati inebrianti, la natura

incontaminata e la moltitudine di specie di piante e

animali ma anche a noi noto per i rigidi inverni

caratterizzati da intense nevicate. La nostra base

sarebbe stata Gulmarg “prato fiorito” nella lingua

locale, un piccolo villaggio di montagna, il posto

ideale per partire in missione alla scoperta dell’oro

bianco dell’Himalaya.

L’ARRIVO IN KASHMIRDopo aver fatto tappa e Delhi, con Lena, il filmer e

il fotografo Felix Urbauer e Roman Lachner,

finalmente giungiamo a Srinagar, capitale estiva

del Kashmir. All’aeroporto ci attende l’autista che

dopo aver preteso una cospicua mancia, carica i

bagagli sulla navetta. Finalmente comincia

l’avventura, ci lasciamo alle spalle la città

inerpicandoci sulle montagne, caratterizzate fra

l’altro da una massiccia presenza di soldati

armati fino ai denti. In realtà, come ha poi

confermato la gente del posto si tratta più che

altro di uno sfoggio propagandistico da parte del

governo, per ora la guerra in questa zona è un

ricordo lontano e il territorio è considerato

relativamente sicuro.

GULMARG – UN REMOTO VILLAGGIO DI MONTAGNADopo due ore di macchina su strade accidentate,

raggiungiamo l’obiettivo. Gulmarg ci accoglie sotto

un notevole strato di neve ma con cielo azzurro

intenso e un sole molto piacevole. Il villaggio, non

può certo definirsi un centro turistico, situato a

2700m di altitudine si trova sotto al primo picco

della catena himalayana ed è caratterizzato da

pochi alberghi, qualche pensione, una moschea,

un tempio indù e un piccolo chiosco; le strutture

per lo sci comprendono due piccole seggiovie e

una base per l’eliski.

ELISKI AL CONFINE CON IL PAKISTANLa mattina, dall’accogliente salone dell’Hotel

scorgiamo i primi raggi di sole, conviene

approfittarne subito, il meteo potrebbe non essere

a lungo clemente quassù. Chiamiamo subito la

società che gestisce i voli in elicottero per

pianificare la giornata. Le condizioni sembrano

perfette e così decidiamo di spingerci a cercare le

cime più interessanti da sciare, arrivando persino

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al confine con il Pakistan. Dall’elicottero scorgiamo

una postazione militare appollaiata su un crinale

nei pressi della frontiera. L’elicottero ci deposita

su una cima, lo sguardo spazia a 360° verso i

picchi perennemente innevati, vediamo in

lontananza l’affascinante profilo del Nanga Parbat;

non c’è da stupirsi se guardiamo poi verso il basso

con un sorriso stampato in faccia, è ora di

tracciare le prime linee su questa neve

incontaminata. Dopo una discesa entusiasmante

l’elicottero ci recupera a valle e ci riporta a

Gulmarg, il tempio è rapidamente peggiorato,

come d’abitudine in questi luoghi. Speriamo in

qualche squarcio d’azzurro ma la fortuna non è

dalla nostra parte, per i successivi tre giorni non

farà che nevicare, depositando cumuli di neve alti

fino a 4 metri. Anche la vecchia seggiovia resta

bloccata a causa della mancanza di corrente; non

possiamo fare altro che rilassarci e bere tè.

UN’ALTRA POSSIBILITÀAl quinto e ultimo giorno i nostri desideri vengono

esauditi, finalmente c’è di nuovo il sole. Mentre gli

addetti alla sicurezza riaprono le piste e la

seggiovia riprende a funzionare pianifichiamo un

altro giro in elicottero. Dobbiamo fare una grande

attenzione, il rischio valanghe è altissimo,

d'altronde non possiamo rinunciare ad una

giornata come questa, ci si aprono linee infinite

da sciare e crinali senza fine a perdita d’occhio.

Dopo la session in elicottero del mattino

decidiamo di sfruttare gli impianti di risalita del

monte Apharwat facendoci accompagnare da una

guida. Si susseguono infinite linee in fresca e

verso la fine della giornata ci ritroviamo in una

valle remota, nel villaggio chiamato Thrang.

I bambini sono molto incuriositi nel vedere due

ragazze con gli sci ai piedi e vestite con colori così

vivaci. Li facciamo divertire un po’ portandoceli

dietro sulle code degli sci, forse questo è uno dei

momenti più intensi del nostro viaggio.

Dopo essere rientrate a Gulmarg facciamo i

bagagli, è tempo di ritornare sui nostri passi e

ripassare da Srinagar, ultima oasi di tranquillità

prima di rituffarsi nella frenesia del mondo.

Assieme a Lena ci godiamo l’ultima notte in una

delle famose case galleggianti del lago Dal, un

meraviglioso specchio d’acqua in cui si riflettono

le imponenti cime di questi monti. Sembra

davvero di essere delle principesse in questo lago

incantato, per l’ultima volta respiriamo i profumi

di questo luogo esotico e troviamo la pace

interiore, il caos di Delhi ci attende, come ultima

tappa prima del ritorno in patria.

Inshallah.

La gallery completa e l’intervista a Caja,

su 4skiers.it

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SE NE È PARLATO IN DISCRETA MISURA, NON SOLO SUL NOSTRO MAGAZINE MA SUI PIÙ ACCREDITATI MAGAZINE INTERNAZIONALI, NONERA PRIORITARIO PARLARNE ANCORA MA DALLE NUMEROSE PROPOSTE RICEVUTE PARE CHE IL GIAPPONE CONTINUI AD ESSERE UNADELLE METE PREDILETTE DEI FREESKIER DI TUTTO IL MONDO. DATE LE CONDIZIONI CHE GARANTISCE NON POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI.Testo di: il Team

Foto: Filippo Menardi (pag 93) – Luca de Antoni (pag 94) – Giulio Guadalupi (pag 96)

Nell’ultimo anno abbiamo sentito parlare dello stato del Sol Levante in un’ottica purtroppo drammatica, a causa della serie di disastri

iniziati col terremoto dell’11 marzo che ha portato allo tsunami e al seguente incidente nucleare di Fukushima.

Uno dei paesi più avanzati, sviluppati e affidabili del pianeta, nel giro di pochi giorni è stato messo in ginocchio, sotto il profilo

economico e umanitario, per cause naturali e concause come sempre imputabili all’uomo.

Lo strascico del dramma iniziato a marzo si sta ancora facendo sentire e presumibilmente l’eco delle conseguenze a livello ecologico

non si esaurirà nel breve e non riguarda purtroppo soltanto il Giappone; tuttavia ancora una volta questo stato ci stupisce con il suo

rigore e la sua efficienza straordinari, prova ne siano l’attiva opera di ricostruzione delle aree interessate dal terremoto e dallo tsunami

e la pronta ricrescita del PIL.

Se può esserci qualcosa di positivo in ciò che è successo in Giappone è il fatto che più di una nazione in tutto il mondo ha rivisto il

proprio programma nucleare, indirizzando i programmi di produzione energetica in direzioni diverse da

quella dello sfruttamento dell’atomo; comunque la si pensi. vista la causa dei due maggiori

disastri nucleari degli ultimi decenni (Cernobyl e Fukushima), imputabile in gran parte

all’irresponsabilità umana, questo ripensamento può essere solo un buon proposito.

Le nostre pagine non sono certo la sede per parlare di questi argomenti e noi che

su queste pagine ci scriviamo non siamo sicuramente esperti in materia, siamo

solo, come tutti, abitanti affezionati di questo mondo, liberi di esprimere la

propria opinione e di sognare un pianeta ancora a lungo vivibile.

Questa volta non vi raccontiamo di un viaggio come siamo soliti fare, vi

lasciamo pensare e sognare con delle immagini che vorremmo definire

amatoriali, scattate da tre protagonisti diversi, andati all’isola di

Hokkaido in Giappone in momenti diversi ma con un unico scopo:

trovare metri di neve polverosa e divertirsi a sciarla.

L’area attorno a Niseko (distante circa 700 Km in linea d’aria da

Fukushima) come quasi tutti sanno è uno dei posti dove nevica di più in

assoluto, con precipitazioni di circa 14m all’anno e offre diversi resort

con piste e soprattutto fuoripista dove mettere alla prova le proprie

capacità, quali che siano.

L’uomo non è ancora riuscito a distruggere questo angolo di

paradiso, il Giappone non è sparito dalle mappe, è sempre lì, con il

suo spirito indomito e il suo powder unico.

Il Giappone ci aspetta

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Faceshot a Niseko. Carlotta Sadoch appare a sprazzi dalla neve.

Niseko by night, sullo sfondo le piste illuminate.

Christian Leischner salta tra pillows esagerati a Niseko.

Pronti a partire per una session in notturna a Niseko, Alberto Casaro e

Lorenzo Daldoss scaldano il furgone fuori dal famoso Black Diamond

Lodge, ormai luogo di culto e base per i freerider stranieri in terra

giapponese.

Pranzo tipico giapponese all’arrivo della funivia di Otaru Tengu, resort

minuscolo a picco sul mare. Vista fantastica ma un po’ malinconica, da

lì a poco saremmo tornati a casa.

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Osso cerca di liberarsi dalla powder di Furano.

Un pallido sole filtra fra gli alberi di Asahidake.

Furano, un dispositivo GPS segnala la direzione a Osso.

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Giulio Guadalupi studia Rosutsu dall’alto.

Tobias Vinatzer prende contatto con l’elemento base di Kurodake.

Giacomo Gellini trova una via d’uscita da un bosco di Kurodake.

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