alessandro monchietto - marxismo e filosofia in costanzo preve

Upload: sankarat

Post on 04-Apr-2018

213 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    1/29

    editrice petite plaisance

    ALESSANDROMONCHIETTO

    Marxismo e filosofiain

    Costanzo Preve

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    2/29

    Copyright Novembre 2007

    Via di Valdibrana 311 51100 PistoiaTel.: 0573-480013 Fax: 0573-480914

    C. c. postale 44510527

    editricepetite plaisance

    www.petiteplaisance.ite-mail: [email protected]

    Chi non spera quello

    che non sembra sperabile

    non potr scoprirne la realt,

    poich lo avr fatto diventare,

    con il suo non sperarlo,

    qualcosa che non pu essere trovatoe a cui non porta nessuna strada.

    ERACLITO

    MARGHERITAGUIDACCI

    ... se unoha veramente a cuore la sapienza,

    non la ricerchi in vani giri,come di chi volesse raccogliere le foglie

    cadute da una pianta e gi disperse dal vento,

    sperando di rimetterle sul ramo.La sapienza una pianta che rinascesolo dalla radice, una e molteplice.

    Chi vuol vederla frondeggiare alla lucediscenda nel profondo, l dove opera il dio,

    segua il germoglio nel suo cammino verticalee avr del retto desiderio il rettoadempimento: dovunque egli sia

    non gli occorre altro viaggio.

    I copertina:De Chrico, La grande torre.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    3/29

    3petite plaisance

    Ogni approssimazione alla ricostruzione del pensiero di un autore anchesempre necessariamente una scelta di ordine desposizionedi temi e di problemi.

    Occupandosi del pensiero di Costanzo Preve, autore sconosciuto ai pi ma diindubbia originalit, si prova inevitabilmente un certo senso di straniamento.Limmagine che si aveva di Marx sino a quel momento va in pezzi, e al suo postosopravviene una spiacevole sensazione di smarrimento, di disagio, e diciamolo,anche un certo fastidio. Ma chi si creder mai di essere questo signore, che inmaniera quasi innocente stravolge opinioni consolidate e accettate dai pi grandistudiosi marxisti degli ultimi centocinquantanni?

    La maggior parte dei lettori (soprattutto tra coloro che hanno alle spalle annidi onorata e sincera militanza) risponde con unalzata di spalle, abbandona illibro e si dedica a qualche ben pi proficua occupazione. Non il caso ovviamentedellautore di questo breve saggio, che ha invece deciso di dedicare la sua tesi dilaurea proprio allo studio di questo singolare filosofo.

    Nel tentativo di affievolire questo spaesamento, e di agevolare la lettura delsaggio, in questa introduzione ne esporr brevemente il contenuto e la struttura.

    Inizier trattando il concetto di economia in Marx, ed in particolare la distinzionetra economia politica classica, critica delleconomia politica ed economia politicacritica di sinistra. Saranno analizzate poi le conseguenze della scelta marxiana diindividuare nelleconomia politica loggetto da criticare e rovesciare, prima fra tuttela rinuncia marxiana alla fondazione filosofica della propria teoria. Affronteremoinfine il delicato tema della presenza/assenza di una teoria politica nel pensieromarxista, e delle sue possibili cause.

    Nel secondo capitolo, mi dedicher al problema della ricostruzione del profi-lo filosofico originale di Marx. In questo capitolo verr affrontato inizialmente ilconcetto di scienza e quello di scienza filosofica; passeremo poi allo studio dellanozione di alienazione nel pensiero marxiano, con un breve excursus sul concettodi Gattungswesen e sullinfluenza esercitata dal pensiero di Aristotele; infine sardedicato un paragrafo allanalisi del materialismo in Marx, e delle innovazioniproposte da Preve a questo riguardo.

    Nel terzo ed ultimo capitolo analizzeremo invece quelli che (per Preve) sonogli errori pi rilevanti presenti nel pensiero marxiano, ossia la tesi della capacit

    diAlessandro Monchietto

    Marxismo e filosofiain

    Costanzo Preve

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    4/29

    4 petite plaisance

    rivoluzionaria intermodale della classe operaia e proletaria (rivelatasi largamenteinesistente), la concezione della borghesia come unica classe-soggetto del capitali-smo (dove, in realt, il capitalismo si sviluppa per via largamente impersonale), einfine lipotesi dellincapacit del sistema capitalista di sviluppare pienamente leforze produttive (dove in realt si esperisce quotidianamente la sua smisurata abi-

    lit proprio in questo, anche se ci avviene in un contesto di distruzione ecologicae antropologica).Spero con ci di aver fatto cosa utile al lettore.

    1.1 Ho deciso di iniziare questo saggio soffermandomi brevemente sul concettodi economia in Marx, poich spesso da qui nascono i primi malintesi. Non insolitoinfatti sentirsi dire che Marx, dopo una prima fase giovanile in cui si era limitato auna critica di tipo prettamente filosofico al modo di produzione capitalistico, avessesaggiamente abbandonato questo instabile terreno per abbracciare la ben pi solidascienza economica, scelta che gli permise di elaborare la sua teoria della genesi e dellosviluppo del modo di produzione capitalistico.

    Non intendo assolutamente negare un fatto indubitabile, ossia la scelta marxiana(compiuta probabilmente a Manchester nellestate 18451) di individuare nelleco-nomia politica il terreno privilegiato di critica.Vorrei per sgombrare il campo dapossibili equivoci e definire con chiarezza i termini della nostra discussione.

    Si spesso tentato infatti (soprattutto in unottica di mobilitazione politico-elettorale) di vedere Marx come una sorta di economista eretico, economista diestrema sinistrao meglio come un economista dalla parte dei salariati. CostanzoPreve invece, riprendendo tesi gi elaborate negli anni settanta da Claudio Napo-leoni, rileva come Marx in realt non abbia mai condiviso n loggetto n il metododelleconomia politica, e che per questo la sua critica delleconomia politica nonsia affatto assimilabile a ci che Napoleoni chiama economia politica critica (daRicardo a Keynes, da Schumpeter a Sraffa).

    Come Preve afferma in un suo recente scritto, la critica delleconomia politicadi Marx non uneconomia nel senso di Smith e Ricardo, ma una vera e propriascienza filosofica nel senso di Ficthe e di Hegel, in quanto interpella criticamentelinsieme olistico della societ capitalistica, con i suoi vari aspetti religioso, politico,sociologico, culturale, eccetera, organicamente interconnessi2.

    In questa frase, troviamo gi esposta la tesi per cui quella di Marx una scienzafilosofica (tesi che tratteremo ampiamente nel prossimo capitolo); per il momentoper vorrei soffermarmi sul concetto di critica delleconomia politica e sulle conse-guenze che da essa si possono trarre.

    Come si pu facilmente dedurre dalla breve citazione di cui sopra, Preve convin-to che Marx, pubblicando nel 1867 il primo libro del Capitale, non intendeva affattoportare un contributo di sinistra alleconomia politica ma intendeva impostareuna critica complessiva della societ capitalistica (di cui leconomia politica era lanuova religione globale di legittimazione).

    Mentre quindi la critica delleconomia politica non per nulla una economia insenso proprio ma una teoria generale della societ, leconomia politica critica ha come

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    5/29

    5petite plaisance

    oggetto specifico la distribuzione del reddito fra i vari gruppi sociali, ed in questocontesto rappresenta gli interessi della classe salariata.

    Secondo Preve, quindi, il centro della teoria marxiana non sta nel semplicericonoscimento del fatto dello sfruttamento(Ausbeutung) che si nasconde nelloscambio fra forza-lavoro e capitale, ma si situa invece nella connessione organica

    fra due piani, il piano filosofico della teoria dellalienazione ed il piano economicodella teoria del valore. Come vedremo pi avanti, questa affermazione sar riccadi conseguenze.

    Preve arricchisce questa sua tesi indagando in maniera inedita il rapporto Ari-stotele-Marx. Come sappiamo Aristotele individua nel metron e nella lotta alla di-smisura la differenza radicale fra oikonomia (leconomia, e cio la legge riproduttivadella casa comune, il nomos delloikos), e chrematistik(la crematistica, e cio larte diaccumulare pi ricchezze private possibili).

    Per il nostro autore Marx inizia dove Aristotele si era fermato. Marx infatti notache la produzione capitalistica per natura illimitata, e lo afferma anche apertamente:Il movimento del capitale - egli scrive - senza misura3. Per Preve leconomiapolitica fondata da Adam Smith con la Ricchezza delle Nazioni del 1776 non a rigoreuna economia nel senso di Aristotele, ma una crematistica moderna, che pone ilprincipio dellillimitatezza potenziale dellaccumulazione capitalistica non comeproblema da indagare ma come ovviet da constatare4.

    Come possiamo stabilire facilmente, questa tesi ci segnala chiaramente come ilmetodo e loggetto di Marx siano differenti e non coincidenti con quelli dellecono-mia politica inaugurata appunto da Adam Smith.

    1.2 La scelta di Marx di individuare leconomia politica classica come il grandeoggetto da criticare e rovesciare, ma anche da privilegiare, non per priva diconseguenze.Come viene dimostrato ampiamente da Preve nel primo capitolo diMarx inattuale5,questa decisione comporta la rinuncia marxiana alla fondazione filosofica dellapropria teoria, con la conseguente rinuncia ad attribuire alla conoscenza filosoficauno spazio autonomo.Il filosofo torinese non critica questa scelta, cosciente del fatto che se Marx nonlavesse compiuta il marxismo non sarebbe mai nato; ma ritiene sia stata proprio

    questa decisione a inibire a Marx ed al marxismo successivo lunico rimedio capacedi prevenire le inevitabili derive storicistiche, utopistiche ed economicistiche. Se-condo il nostro autore infatti chi riduce la filosofia a sopravvivenza premoderna eprecapitalistica oppure a sofisticata secolarizzazione protoborghese della religionefinisce con il negare alle sue stesse produzioni teoriche lo spazio critico di autori-flessione.

    In estrema sintesi, solo la pratica costante ed esplicita della conoscenza filoso-fica (il cui presupposto socratico non solo quello di sapere di non sapere, ma

    quello di mettere in mezzo, es meson, il sapere di non sapere) pu, o forse potr,o forse avrebbe potuto, evitare al marxismo di oscillare tra i due poli viziosi e

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    6/29

    6 petite plaisance

    convergenti, opposti e complementari, antitetici e solidali, della pseudo-scienzae della quasi-religione6. Lo statuto autentico della religione e della scienza puessere indagato solo da un terzo, e cio dalla filosofia.[] la filosofia sarebbe invece utile, perch essa appunto non larbitro, chedovrebbe decidere chi ha ragione (questa unillusione che mi guardo benedal sostenere), ma appunto il terzo interlocutore, che socraticamente invita alla

    razionalit dialogica. La razionalit dialogica non possibile se non ci si mettetotalmente in discussione. Se al posto di questa messa in discussione totale siinvoca una sorta di principio di esenzione (secondo la formulazione di un libromolto bello, anche se pochissimo noto, di Edoardo Benvenuto), la religione e lascienza si avvitano su se stesse e diventano incapaci di autoriflessione teoricae di autocollocazione storica7.

    Per Preve la filosofia era proprio il tipo di conoscenza che, nella sua pratica so-cratica di tipo dialogico, poteva essere(e non stata) il solo luogo comunicativo incui criticare le pretese ideologiche dello storicismo, delleconomicismo e delluto-pismo.

    Come viene ribadito in un altro scritto, la funzione della filosofia pu infattiessere paragonata a quegli ingranaggi salvavita che segnalano lemissione di gasda un cattivo impianto di riscaldamento e la cui conoscenza pu fare la differenzatra la vita e la morte. Lo spazio della filosofia infatti uno spazio di controllo, auto-controllo, verifica e segnalazione di pericoli, ed il metodo dialogico che la filosofiaha ereditato dal suo fondatore Socrate permette ai vari soggetti politicamente attividi diventare consapevoli della propria prassi8.

    Non possiamo assolutamente criticare Marx per non aver previsto tutto questo,

    poich non c cosa pi sterile della critica realizzata col senno di poi, ma indubbioche chi voglia riprendere seriamente un pensiero anticapitalista debba inevitabil-mente confrontarcisi.

    1.3 Secondo il nostro filosofo torinese, unulteriore conseguenza di questa de-cisione consiste nellassenza di una teoria marxiana dello stato. Riprendendo untema molto discusso in Italia nella seconda met degli anni Settanta9, Preve nestravolge le coordinate tradizionali, e rifacendosi agli studi di Pierre Rosanvallon10e di Bernard Chavance11 descrive il progetto marxiano come lelaborazione di uncomunismo utopico, frutto del rovesciamento dialettico del precedente capitalismoutopico di A.Smith.

    Iniziamo con una citazione:

    Marx soprattutto colui che ha pensato il comunismo secondo la modalit chei pensatori religiosi hanno chiamato teologia negativa, in cui la divinit non descritta con categorie ontologiche ricavate da unestrapolazione dellenteumano generico, e cio delluomo in generale, ma ricavata per differenzacontrastiva assoluta da questo fondamento stesso. Nello stesso modo Marxricava il concetto di comunismo (che di conseguenza non definisce mai se nonin modo volutamente generico) da una teologia negativa del modo di produ-zione capitalistico.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    7/29

    7petite plaisance

    Questa la sua forza, ma anche ovviamente la sua debolezza.[..] Il comunismo di Marx dunque un rovesciamento dialettico dellutilitari-smo in ci che dovrebbe essere il suo contrario, ma che in realt finisce per essereil suo sdoppiamento replicato e la sua generalizzazione collettivistica 12.

    Abbiamo qui i termini fondamentali per iniziare la nostra discussione.Scegliendo di criticare leconomia politica, Marx ne rimane in qualche modo

    preda, e come lateo rimane vittima del pensiero teista, elaborando provedellinesistenza di Dio al posto di prove dellesistenza di Dio (Anselmo dAosta,Tommaso dAquino,ecc.), cos Marx pensa il comunismo come un semplicerovesciamento del sistema capitalistico.

    Per fare un esempio esplicativo si pu pensare allapproccio marxiano alla teoriadel valore, che di tipo appunto contrastivo: proprio perch il capitalismo si fondasulla teoria del valore, il comunismo devessere pensato come estinzione integraledi essa.

    Leffetto pi rilevante di questo fatto si rinviene per proprio nella debolezzadella teoria politica marxista.

    La stragrande maggioranza delle persone ritiene corretta la tesi secondo cuiMarx avrebbe ereditato e sviluppato lutopia democratica di Rousseau, dandolesemplicemente una concretizzazione operaia e proletaria di tipo comunista. Questa stata, tra gli altri, la risposta data da Lucio Colletti13 nel dibattito sopra citato.

    Il nostro autore per ritiene che questa tesi sia errata, e che si debba invecerintracciare lorigine di questa debolezza non tanto nella continuit tra Rousseau,Marx e Lenin, ma nellinconfutabile influenza del pensiero di A.Smith su Marx.

    Per Preve Marx caduto vittima dellincantesimo di quello che Rosanvallonchiama il capitalismo utopico delleconomia politica di Smith, utopico appuntopoich se ne pensava possibile la riproduzione sociale anche senza la mediazionedi uno stato politico, data la mano invisibile che lo reggeva. In questottica, Marxha soltanto rovesciato il capitalismo utopico senza stato di Smith in un comunismoutopico senza stato, tanto pi realmente speculare quanto pi apparentementeopposto e contrario.

    Ecco una citazione che chiarisce brillantemente la posizione del nostro autore:

    Il capitalismo utopico di Smith, come noto, funzionava idealmente senzafondazione politica e senza interventi umani consapevoli, sulla base deisoli meccanismi automatici riproduttivi della mano invisibile del mercato.Il comunismo utopico di Marx ha la stessa logica di funzionamentoriproduttivo automatico, e per questo non ha bisogno di essere integratoda una rappresentanza politica, da un sistema giuridico, da un sistema diistituzioni come la famiglia e la societ civile, da uno Stato ecc. . Per questoMarx ripete che il comunismo al di l della famiglia, della politica, del diritto,della morale, ecc. . Quella di Marx non unutopia roussoviana o hegeliana.Quella di Marx il prolungamento utopico comunista di una precedente

    utopia capitalistica di Smith14.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    8/29

    8 petite plaisance

    Il comunismo marxiano appare come il rovesciamento dialettico sostanzialmenteanonimo e impersonale di un capitalismo preventivamente pensato come unmeccanismo autoriproduttore, in cui gli elementi giuridici, politici, statuali eculturali sono stati fortemente marginalizzati, per non dire del tutto eliminati.Come fa notare Preve, proprio qui che leconomicismo si rovescia in utopismo,

    in quanto il rovesciamento utopico comunista ha come presupposto la totaleautosufficienza del momento economico15.Chiudiamo questo capitolo con una citazione che illumina una ambiguit ineli-

    minabile nel pensiero di Marx, e che ci apre la strada per la trattazione del profilofilosofico originale di Marx che affronteremo nel prossimo capitolo:

    Marx vorrebbe quindi giungere alla deduzione scientifica della necessit sto-rica della comunit umana comunista (egli chiama comunismo semplicementeil suo ideale di comunit umana universalistica emancipata dallalienazione)passando attraverso una forma di sapere non solo caratterizzato, ma addirittura

    fondato e radicato sul presupposto dellindividualismo atomistico. qui, in poche parole, lenigma di Marx16.

    Ed da questo enigma che ricominceremo la nostra trattazione.

    2.1 Ho terminato il capitolo precedente con un riferimento ad uninestricabileambiguit presente nel pensiero di Marx, che il nostro filosofo torinese non esita achiamare un vero e proprio enigma. Per riallacciarci al discorso appena affrontato,

    e per richiamare al lettore i termini essenziali della questione, proporr unulteriorecitazione:

    Da Manchester17 Marx torn non sbarazzandosi del concetto di alienazione(come ha imprudentemente affermato la scuola althusseriana), ma innestandola teoria dellalienazione nella teoria del valore fino a farne ununit inscindi-

    bile. E possibile questo? E possibile innestare una teoria filosofica dipendenteda unantropologia e da una dialettica risalente addirittura agli antichi grecisu una teoria economica che ha invece presupposti utilitaristi e che per suanatura indifferente od ostile alla dialettica?

    Questo non uno dei problemi della concezione di Marx. Si tratta del problema,del solo ed unico problema teorico reale18.

    Per affrontare correttamente questa rilevante questione, necessario iniziareinterrogandosi sullo statuto scientifico della teoria marxiana.

    Nel marxismo, il termine scienza ha sempre costantemente avuto due signi-ficati intrecciati ma incompatibili: il primo derivante dalla nozione di scienzafilosofica(Wissenschaft) elaborata dallidealismo classico tedesco e da Fichte edHegel in particolare, il secondo derivante dalla tradizione di Galilei e Newton e

    confluito infine nel positivismo ottocentesco. Nel primo significato, scientifico ci che logicamente ed ontologicamente conforme al proprio concetto, sulla

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    9/29

    9petite plaisance

    base del preventivo riconoscimento dellesistenza di un fondamento. Nel secondosignificato scientifico ci che regolarmente prevedibile, sulla base di un sapereche ha nella matematica e nellesperimento i propri fondamenti, che in questo casoper sono solo epistemologici, e non logico-ontologici, e non hanno perci bisognodi nessuna filosofia di riferimento.

    Nel novecento linterpretazione prevalente in ambito marxista

    19

    rivendicavacon orgoglio lo statuto scientifico dellanalisi di Marx, visto come un Galileo dellescienze sociali20 che con i suoi studi aveva inaugurato una sociologia materialista omeglio una metodologia delle scienze sociali (per usare la terminologia di un autorevolemarxista come Galvano Della Volpe).

    Preve per, in contrasto con questo illustre indirizzo di pensiero, afferma che ilconcetto di scienza in Marx non deriva affatto da Galieo o da Newton, ma propriodalla corrente idealistica tanto osteggiata dai pensatori prima citati. A suo giudizioil loro un approccio positivistico, che vorrebbe ricondurre epistemologicamenteMarx ad una vera scienza depurata di presupposti filosofici diffamati comemetafisici, ma questo impossibile, perch la vera scienza presuppone unadifferenza di principio fra il soggetto conoscente e loggetto conosciuto che misembra incompatibile con la nozione di prassi21.

    Secondo il nostro autore la concezione della scienza in Marx, comprendendocostitutivamente il ruolo della prassi del soggetto, non consente n il punto divista di Galileo e di Newton sulla autonomizzazione quantitativa integrale dellaprevisione scientifica, n il punto di vista di Max Weber sulla separazione fragiudizi di fatto e giudizi di valore.

    Come scrive in un saggio intitolato Marx der Idealist, lidealismo di Marx una scienza filosofica nel senso di Hegel, e non certo una science nel sensodellempirismo inglese o una science nel senso del positivismo francese, in quantonon consente di distinguere fra ontologia ed assiologia, fatto e valutazione, mentrela science, da Galileo a Newton in poi, si basa proprio sullisolamento dei fatti daivalori morali.

    Ma il comunismo di Marx appunto unit (sottolineatura mia N.d.A.) frapreferenza assiologica e contenuto economico dellevoluzione storica22.

    Secondo Preve, quindi, il pensiero di Marx non pu dar luogo ad una scienzanel senso positivistico del termine, poich la scienza si basa sulla separazione

    funzionale fra soggetto conoscente e oggetto conosciuto, da un lato, e sullaseparazione funzionale fra giudizi di fatto e giudizi di valore, dallaltro. La scienzafilosofica di Marx al contrario, comprende al suo interno non solo il concetto maanche la realt della prassi, e si basa su di un giudizio di valore negativo complessivosulla fusione capitalistica di valore e di alienazione.

    Per il nostro autore soltanto se il capitalismo fosse un sistema economicodestinato al crollo per ragioni endogene e se lavvento del comunismo potesseessere previsto come si prevede uneclisse23 (togliendo pure a questa previsionela data, lasciandoci soltanto la sicurezza del suo verificarsi), potremmo parlare

    seriamente di scienza. In caso contrario, (ci) stiamo raccontando delle storie,secondo linsuperabile formulazione di Louis Althusser24.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    10/29

    10 petite plaisance

    Bene. Credo sia giunto ora il momento di trattare uno dei temi centralidellinterpretazione previana di Marx, ossia la provocatoria tesi per cui il filosofodi Treviri sarebbe un idealista al cento per cento.

    2.2Come anticipato, questo paragrafo sar dedicato allanalisi del cosiddettoidealismo di Marx.

    Permettetemi per di tornare brevemente sul tema affrontato nello scorso para-grafo. Un attento lettore infatti si potrebbe chiedere: Ma allora Preve vuole negaretotalmente qualsiasi valore scientifico al pensiero di Marx? Non questa una mossasbagliata, ed anzi controproducente? Certo caro lettore, se cos fosse Preve starebbecommettendo un grave errore buttando via il bambino con lacqua sporca(come recitail saggio proverbio popolare). Ma fortunatamente cos non . E per dimostrarlo ciserviremo nuovamente di una sua citazione:

    ragionevole pensare che Marx, intorno ai venticinque anni di et, ha avutoprima una sorta di intuizione filosofica abbastanza generica, lintuizione diuna comunit umana solidale conforme allessenza naturale delluomo elibera da ogni alienazione ( questa confusa intuizione loggetto dei quaderniinediti, pubblicati dopo la sua morte con il titolo redazionale di Manoscrittieconomico-filosofici del 1844), e soltanto dopo ha costruito una legittimazionescientifica che potesse dimostrare lavvento storico inevitabile di questa suaintuizione, una legittimazione scientifica definita poi materialismo storico eteoria pura dei modi di produzione sociali25.

    Per il nostro filosofo Marx ha avuto lintuizione del comunismo come movimentoreale che abolisce lo stato di cose presenti, e della necessit di trasformare il mondoe non solo pi di interpretarlo come avevano fino ad allora fatto i filosofi, moltoprima di poter minimamente dimostrare questo suo comunismo.

    Preve, infatti, non nasconde che in Marx siano presenti sia un dato utopico diorigine romantica, sia un dato scientifico, consistente nella costruzione di quattroconcetti scientifici fondamentali (modo di produzione sociale, forze produttive socia-li, rapporti sociali di produzione, ideologie e sistemi ideologici) e nellapplicazionesistematica di questi quattro concetti al modo di produzione capitalistico.

    Per il nostro autore lelemento utopico e quello scientifico fanno entrambi partein modo indissolubile del modello di Marx, che dunque unutopia scientifica (sottoli-neatura mia N.d.A.). Sbagliano dunque, e di grosso, quegli autori marxisti posterioriche hanno cercato di isolare il solo elemento utopico ( si pensi al tedesco Ernst Bloch)oppure il solo elemento scientifico ( il caso del francese Louis Althusser)26.

    Con ci Preve afferma che il pensiero marxiano comprende inscindibilmente dueelementi fortemente interconnessi e separabili solo con unoperazione di astrazio-ne provvisoria, e cio lanalisi del capitalismo e la sua critica radicale dal punto divista del suo superamento comunista. Come abbiamo visto infatti, per il nostro

    filosofo quella di Marx unutopia scientifica (lossimoro ovviamente intenzionale)in cui unispirazione utopica tardoromantica ha suscitato una specifica critica del-

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    11/29

    11petite plaisance

    leconomia politica basata sulla coincidenza fra la teoria filosofica dellalienazionee la teoria economica del valore.

    Per comprendere pienamente questo discorso per necessario affrontare iltema centrale di questo secondo paragrafo, ossia lidea per cui Marx unidealistainconsapevole27.

    Inizieremo dunque con una citazione tratta da un recente libro di Preve dedicatoal rapporto tra Marx e gli antichi greci, che ci presenta i termini fondamentali dellaquestione:

    La filosofia implicita di Karl Marx una peculiare forma di idealismo univer-salistico dellemancipazione umana, e si configura storicamente come lultimorilevante episodio della storia dellidealismo tedesco. Fondamento filosoficodella specifica forma di idealismo di Marx non il concetto di Io (come in Ficthe)e neppure il concetto di Spirito (come in Hegel), ma il concetto di ente umanogenerico (Gattungswesen). Detto in altri termini, il fondamento del pensiero di

    Marx una fusione fra ontologia ed antropologia.28

    Secondo Preve Marx edific un sistema filosofico implicitamente idealistico,fondato su di un progetto che aveva come soggetto lente umano naturale e genericostoricamente inteso (Gattungswesen) e come oggetto il lato negativo delle situazionidi alienazione (Entfremdung) ed il lato positivo di un progetto di emancipazioneuniversalistica29. La nota tesi marxiana per cui i filosofi avevano fino ad oggisolo diversamente interpretato il mondo, ma si tratta di trasformarlo, tesi da sempre

    considerata come esempio di rovesciamento dellidealismo in materialismo, perPreve invece un segno di idealismo purissimo, perch la concezione secondocui il filosofo non doveva pi interpretare il mondo, ma trasformarlo, era gi stataenunciata in forma chiara ed inequivocabile da Fichte nel 1794.

    Fichte distingue infatti fra la logica formale, ossia scienza delluso correttodelle categorie del pensiero che si basa sulla separazione metodologica fra formae contenuto, e la dottrina della scienza vera e propria (Wissenschaftslehre), che una scienza filosofica30 e che presuppone un rapporto organico fra un soggetto cheprogetta, agisce e modifica il mondo ed un oggetto, naturale e/o sociale, che ne

    viene agito e modificato.Secondo Preve, quando nel 1845 Karl Marx scrisse che i filosofi avevano fino adallora soltanto diversamente interpretato il mondo, e si trattava ora di trasformarlo,egli non lascia dubbio alcuno di voler riprendere, in una nuova intenzionalitanticapitalistica e comunista, il programma proposto nel 1794 [da Fichte, N.d.A.]di una dottrina della scienza filosofica basata sulla centrale categoria di prassi31.

    I fautori del marxismo come metodologia delle scienze sociali hanno da semprecercato di segnalare e palesare i punti di contrasto tra lidealismo(ed in particolareHegel) ed il pensiero marxiano, essendo convinti che fosse impossibile difendereuna concezione materialistica e al tempo stesso preservare la dialettica idealistica.Per loro una scienza sociale non poteva basarsi su presupposti metafisici, e quindila loro ricerca era volta innanzitutto a dimostrare lenorme differenza presente

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    12/29

    12 petite plaisance

    tra Marx,il suo metodo e le sue analisi, e la filosofia hegeliana ed idealistica ingenerale.

    Preve si muove in direzione opposta. Non solo mette in luce i (molti) punti dicontatto, ma asserisce addirittura che quella di Marx una dottrina filosoficadella scienza nel senso di Fichte, mossa dallintenzione di trasformare il mondo e

    non solo di rispecchiarlo

    32

    .Secondo il nostro autore Marx non ha affatto rovesciato la dialettica hegeliana,rimettendola sui piedi, ma si semplicemente limitato ad applicarla ad un oggettoscientifico nuovo, ossia la sua teoria dei modi di produzione sociali. Marx e Hegelhanno perci in comune sia loggetto (la totalit ontologica della societ umanapensata come un tutto) sia il metodo (il metodo dialettico), e quindi, nonostantealcune importanti differenze, questi due filosofi fanno parte a suo parere di uninsieme inscindibile.

    Prima di passare allanalisi dellalienazione in Marx (tramite cui esamineremoanche il concetto di Gattungswesen), e del suo materialismo, chiuderei con una cita-zione previana che sintetizza compiutamente il percorso fin ora compiuto:

    Filosoficamente, io considero Marx non un materialista (tanto meno dialettico!),ma lultimo esponente della grande scuola dellidealismo classico tedesco inizia-ta con Ficthe. Tanto per essere chiari, un idealista al cento per cento, costretto arimuovere psicanaliticamente il proprio idealismo vivendolo con falsa coscienzanecessaria come materialismo.Dal punto di vista scientifico, Marx interno alsogno positivistico (iniziato dal francese Comte) di produrre una conoscenzascientifica unitaria del presente storico che fosse per anche predittiva e pro-

    gnostica. Era questa la concezione di scienza del tempo, e considerarla oggicon sufficienza equivale, a mio modesto parere, a considerare con sufficienzaAristotele perch non aveva ancora letto Newton e Darwin33.

    2.3 Prima di dedicarci allo studio del cosiddetto materialismo di Marx, vorrei

    fare un breve accenno alla questione dellalienazione(Entfremdung, Entusserung)in Marx.

    Si tratta di una nozione centrale nel pensiero del giovane Marx, che per di fattonon ritorna pi nelle opere della maturit.

    Nella storia del marxismo, nei confronti di questo tema vi sono stati (e vi sonotuttora) sostanzialmente due atteggiamenti: alcuni affermano che questa nozionenon ritorna pi poich Marx lha volutamente abbandonata, avendo realizzatouna rottura epistemologica che abbandonava integralmente ogni concettoidealistico di origine hegeliana e/o feuerbachiana in favore di una concezionestrutturale dei rapporti sociali di produzione; altri (come il nostro filosofo torinese)sostengono invece che questa nozione filosofica non ritorna pi non perch Marxlavesse ripudiata, abbandonata o superata, ma perch laveva per cos diremetabolizzata e incorporata nel suo procedimento di pensiero.

    Lo stesso concetto di alienazione pu essere inteso in modi diversi. In un primosignificato, alienazione significa abbandono progressivo di una situazione originaria

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    13/29

    13petite plaisance

    per definizione pura, ed appunto ancora non alienata. Come sappiamo, questosignificato caratteristico del pensiero religioso che per definizione un pensierodellOrigine, non solo perch Dio come Creatore allOrigine del mondo, ma an-che perch la storia umana una storia per definizione peccaminosa in quanto sidistacca dalla sua origine, cui si tratterebbe appunto di ritornare e di restaurare

    in tutta la sua incorrotta purezza.In questottica, quando si scopre (ed il caso di Lucio Colletti) che la teoriadellalienazione strettamente intrecciata con la teoria del valore, e che quindi non possibile separare un Marx scienziato da un Marx fortemente influenzato dalpensiero hegeliano e dialettico, si fatalmente portati a vivere il marxismo sempli-cemente come una secolarizzazione dellescatologia giudaico-cristiana, situazioneche non pu che concludersi con un congedo definitivo da Marx e dal marxismoin generale.

    Preve non nasconde che questa grande-narrazione abbia caratterizzato ilmarxismo storicamente esistito[..], perch il marxismo fondamentalmente statounideologia di una classe profondamente subalterna34, e le classi subalterne ten-dono spontaneamente e con ineluttabilit magnetica ad una concezione religiosadel mondo35. Ma a suo parere Marx riteneva lente naturale generico alienato nontanto rispetto ad una sua origine, quanto rispetto alle suepossibilit ontologiche edantropologiche: La nozione centrale del concetto di alienazione in Marx non quello di origine (arch), ma quello di possibilit, pi esattamente di essente-in-possibilit(dynamei on)36.

    In questottica il termine alienazione (Entfremdung) non deve essere concepitoin rapporto a unorigine perduta nel ciclo della peccaminosit umana, ma deveessere invece pi sobriamente inteso come estraniazione dalle concrete possibilitontologiche di una vita sensata. Per Preve, lalienazione tale solo in rapporto (sot-tolineatura mia, N.d.A.) alle potenzialit immanenti (dynamei on) dellente naturalegenerico (Gemeinswesen, Gattungwesen)37.

    Come si pu notare, linterpretazione previana opposta rispetto alla precedente;invece di legare il pensiero marxiano alla tradizione giudaico-cristiana, Preve segnalalinnegabile influenza esercitata dal pensiero greco (ed in particolare aristotelico)su Marx.

    Per Preve, in contrasto con una corrente di pensiero spesso prevalente, Aristotele,assai pi di Platone, il pensatore antico che ha di fatto ispirato maggiormenteMarx. Riferendosi alle analisi di Michel Vade38, il filosofo torinese asserisce chela categoria che forse indica maggiormente linfluenza di Aristotele su Marx quella di possibilit oggettiva, o pi esattamente di potenzialit immanente(dynamei on). Possibilit che non ha nulla a che vedere con la semplice casualit ocontingenza (kat to dynatn). In Marx il passaggio dal capitalismo al comunismo,che in genere stato inteso e concepito come un passaggio necessario, nel sensodi fatale e ferreamente predeterminato, invece pensato (e le analisi di Vade sono

    qui particolarmente convincenti) secondo la modalit aristotelica del passaggiodalla potenza (dynamis) allatto (energheia). In questo passaggio non c nessuna

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    14/29

    14 petite plaisance

    necessit, ma neppure nessuna contingenza assoluta intesa di fatto come casualitaleatoria, secondo limpostazione dellultimo Althusser39.

    In questottica Marx viene interpretato come un pensatore aristotelico dellapossibilit ontologica, e non come un pensatore del determinismo positivistico edella connessa concezione necessitaristica di scienza; il comunismo perci resta

    una possibilit ontologica interna agli sviluppi sociali del capitalismo, non certo unesito necessariamente veicolato da aumenti della composizione organica del capitale,cadute tendenziali del saggio di profitto, crescite esponenziali della coscienza diclasse operaia e proletaria e via fantasticando e auspicando soluzioni provvidenzialiin chiave economicistica e/o sociologistica della storia40.

    Secondo Preve, un altro punto in cui possibile constatare quanto leredit ari-stotelica abbia influito su Marx la nozione marxiana di natura umana; come vienefatto notare, tutta lantropologia filosofica di Marx, e cio la sua concezione dellanatura umana in societ,[..] coincide pressoch al cento per cento con la teoria diAristotele sulluomo come essere per natura politico, sociale e comunitario (politiknzoon) e come essere dotato di ragione, linguaggio e capacit di calcolo scientifico(zoon logon echon)41. Questo fa di Marx una sorta di aristotelico moderno, se pensiamoche invece tutto il pensiero politico detto moderno [..] nasce con Thomas Hobbescon una radicale e provocatoria inversione di prospettiva (rispetto allantropologiaaristotelica, N.d.A.)42.

    Riallacciandomi a questultima citazione, ritengo necessario soffermarmi su unconcetto finora poco trattato, ossia la nozione di Gattungswesen.

    Secondo Preve, utilizzando il termineGattungswesen (che si pu tradurre comeessenza del genere, o meglio come essenza umana generica) Marx intende direche luomo, a differenza degli altri animali, non ha unessenza specifica che si tra-smette per eredit naturale, ma ha unessenza aperta che gli permette di costituireforme diversissime di socialit.

    Per chiarire meglio la questione, credo sia necessario soffermaci su questa cita-zione tratta da Marxismo e filosofia:

    Quando parliamo di alienazione, cio di cessione e di perdita, bisogna subitodire chi che aliena e che cosa aliena. Chi aliena luomo, e non luomo naturalesebbene luomo gi storicamente costituito (e non c dunque nessuna paura

    di cadere nel naturalismo astorico o nellumanesimo astratto interclassista), eci che aliena la sua essenza umana generica (Gattungswesen). Egli non alienadunque solo la sua essenza umana, che linsieme dei rapporti di produzione, enon comprende lelemento naturale e biologico della sua costituzione antropo-logica complessiva, ma aliena qualcosa di pi, la sua essenza umana generica,in cui ci che conta veramente la parola generica. La parola generico sicontrappone alla parola specifico. Le termiti non si alienano assolutamente nelloro termitaio, cos come le api non si alienano assolutamente nel loro alveare.Come si vede, il concetto di essenza umana non deve essere confuso con quellodi natura umana, che pi ampio, e comprende una sintesi di naturale e di

    storico, mentre lessenza umana solo storica, e chi si ferma ad essa sboccain un povero sociologismo. Anche la natura ovviamente storica, ma la sua

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    15/29

    15petite plaisance

    storicit pi lenta, e dunque luomo antropologicamente lunione di duetemporalit distinte anche se interconnesse. Proprio perch luomo un entenaturale generico il capitalismo lo aliena, perch lo strappa alla sua genericite lo rende specifico, cio specifico ai soli rapporti capitalistici di produzione,che vengono appunto specificati, nel senso di animalizzati 43.

    A differenza degli animali, che sono biologicamente specifici, cio predeterminatia ruoli e comportamenti direttamente dettati dal loro imprinting biologico, luomo generico, non vincolato a nessuna riproduzione fissa e specifica, ed appuntoper questo si pu alienare, estraniare, ma anche deificare, cosa che ovviamentelanimale non pu fare44.

    A proposito della storicit delluomo, Preve afferma che proprio dal fatto che lacosiddetta essenza umana storica e non naturale, la natura umana vista comeun Gattungswesen, cio come caratteristica delluomo come ente naturale generico enon specifico, o pi esattamente che si specifica storicamente solo sulla base di una

    genericit costitutiva precedente. In quanto ente naturale generico, luomo non geneticamente prefissato a dar luogo a una e una sola forma di oggettivazionesociale. [..] Lente naturale generico, cio la Gattungswesen, che costituisce luomocome essere inscindibilmente naturale e sociale, permette alluomo la storicit,che non soltanto linfinita produzione di configurazioni storiche e sociologichediverse, ma anche il luogo della perdita e del ritrovamento di se stesso.45. Comesi pu facilmente intuire, per Preve il fatto che lessenza umana sia storica e nonnaturale non significa che la natura umana non esista.

    Molti filosofi credettero al contrario che Marx avesse sostenuto la tesi per cui

    la natura umana non fosse altro che linsieme dei rapporti sociali, e lo avrebbefatto per criticare coloro che sostengono invece una teoria dellimmutabilitdella natura umana per giustificare la conservazione dei vecchi rapporti sociali.Questi pensatori marxisti sostennero che la natura umana in s non esiste, omeglio esiste solo nella successione storica dei comportamenti sociali, e quindiil comportamento sociale comunista antropologicamente possibile purch lo sivoglia e lo si generalizzi con labitudine, leducazione ed anche (se necessario) conla coercizione. Questa corrente di pensiero, maggioritaria per tutto il novecento,propugn cos una concezione prometeica in cui la malleabilit illimitata della

    natura umana socialmente condizionata fu vista come il presupposto di unacreativit onnilaterale.Ma come fa notare Preve, qui si nasconde un tranello, in quanto purtroppo

    Prometeo ed il Grande Fratello abitano nello stesso appartamento. Il presuppostodella creativit illimitata filosoficamente affine, contiguo ed omologo alpresupposto della manipolazione illimitata. Creativit illimitata e manipolazioneillimitata vivono sotto lo stesso tetto. A differenza di come credono ingenuamente irelativisti sociologistici,[..] la sola garanzia contro la possibilit della manipolazioneillimitata politica e sociale sta nella resistenza innata della natura umana46.

    Negare ogni rilevanza al concetto ed alla realt della natura umana significaconsegnarsi alla manipolazione, la cui premessa sta proprio nella possibilit di

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    16/29

    16 petite plaisance

    modellare senza limiti la natura umana stessa, non importa se nella forma delconsumo eterodiretto oppure nella forma del dispotismo burocratico. Come scriveil nostro autore, chi nega la natura umana, e lo fa da sinistra convinto che si trattidi un concetto conservatore e reazionario (confondendo cos luso ideologico delconcetto con la sua pertinenza filosofica e ontologica), non capisce purtroppo che

    proprio il carattere generico della natura umana stessa il principale fattore diimpedimento alla stabilizzazione di una dittatura manipolatrice47.Vorrei chiudere questo paragrafo dedicato al concetto di ente naturale generico

    e di alienazione con una citazione, che in maniera molto chiara e concisa, riassumei termini essenziali della questione:

    Se vero che luomo un ente naturale generico (Gattungswesen) allora alienata qualunque situazione che gli vuole imporre come cosa irrigidita,immutabile e deificata, una situazione storica determinata (che sia lo stalinismoo la globalizzazione)48.

    2.4 Come anticipato, in questo paragrafo analizzeremo il cosiddettomaterialismo di Marx.

    innegabile infatti che Marx, per tutta la sua vita, si sia percepito come unpensatore interamente materialista, e che la tradizione che a lui si ispirava abbiafatto del materialismo una bandiera. Queste considerazioni per smentirebberotutte le analisi finora compiute, che si basavano appunto sulla premessa dellostatuto integralmente idealistico del pensiero marxiano. Com possibile una tale

    contraddizione? presto detto. Come vedremo pi in dettaglio, nella concezione previana iltermine materia compare in Marx sempre e soltanto come metafora che rimandaa qualcosaltro e che, in ogni caso, non mai la materia nel senso classico escontato. Ci significa che, quando Marx parla di materia, non si riferisce maia una natura costituita da elementi materiali e dotati di un movimento retto daleggi determinabili con precisione matematica (secondo limmagine del mondoconsolidatasi a partire dal Seicento). Per dirla con Preve, in Marx c certamenteanche del materialismo, ma c soltanto come metafora, o pi esattamente come

    insieme di metafore 49

    .Preve afferma recisamente che non si esce dallidealismo proclamando di nonvoler pi essere idealisti. Se infatti i propri sistemi concettuali hanno sempre comefondamento la nozione di alienazione, e soltanto la coscienza umana individualee sociale il soggetto di questa alienazione possibile (perch la materia non pucerto esserlo), allora si sempre sul terreno ontologico dellidealismo,[..] anche seci si illude di esserne usciti50.

    A suo parere, Marx utilizza infatti la metafora della materia per indicarequattro distinti atteggiamenti: lateismo, e cio la negazione dellesistenza di

    una divinit ultraterrena pensata in modo personale, e quindi inevitabilmenteantropomorfizzante, laprassi, e cio la modificazione materiale attiva dei rapporti

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    17/29

    17petite plaisance

    di produzione alienati, lo strutturalismo, e cio il primato della strutturasulle sovrastrutture, ed infine la libert umana51. Esaminiamo brevemente la suaargomentazione.

    Preve parte dallaffermazione marxiana per cui non si pu giudicare un uomodallidea che egli ha di se stesso52. Come scrive in un suo recente lavoro in filosofia, a

    differenza che per alcune pratiche burocratiche semplificate, lautocertificazione non un principio metodologicamente infallibile; a suo parere infatti, nella congiunturastorica concreta del decennio 1835-1845 solo lautocertificazione soggettivamente ve-ridica di materialismo permetteva di fatto di rompere con linsieme delle ideologiedominanti53. Come abbiamo daltronde visto precedentemente, Preve afferma cheMarx un idealista al cento per cento, costretto a rimuovere psicanaliticamente il proprioidealismo vivendolo con falsa coscienza necessaria come materialismo54.

    Analizziamo ora il significato che di volta in volta prende il termine materianel pensiero marxiano. Secondo il nostro filosofo, il primo significato metaforicodi materialismo quello che lo identifica con il cosiddetto ateismo, e cio con lanegazione dellesistenza di un Dio unico concepito in modo personale e onnipotente.Scrive Preve: Marx un idealista inconsapevole (il terzo dei grandi idealisti,dopo Fiche e Hegel), che si crede materialista per il fatto che, essendo ateo, ritieneche tutti gli atei siano per definizione materialisti55. Lateo infatti identificatoautomaticamente con il materialista, in quanto questultimo, negando Dio,afferma di conseguenza che lunica realt di cui possiamo sensatamente parlare quella materiale.

    Il secondo significato metaforico quello che identifica il materialismo comemetafora della prassi attiva rivoluzionaria trasformatrice, sia individuale checollettiva. Lincunabolo di questa variante si trova nelle famose Tesi su Feuerbach,ed in particolare nellundicesima56. Dopo aver ribadito che questa tesi, consideratainerzialmente da pi di un secolo come esempio di rovesciamento dellidealismoin materialismo era invece un segno di idealismo purissimo, poich la concezionesecondo cui il filosofo non doveva pi interpretare il mondo, ma trasformarlo, eragi stata enunciata in forma chiara ed inequivocabile da Fichte nel 1794, Preve faanche notare che mentre i cosiddetti materialisti (primo fra tutti il greco Epicuro)scelgono generalmente strategie di esodo e di secessione dal mondo in base alla

    diagnosi realistica per cui sarebbe troppo difficile trasformarlo, stato invece ilsuper-idealista Ficthe a identificare di fatto linterpretazione con la trasformazionedel mondo, identificazione che pu avvenire soltanto su basi idealistiche (nel suocaso, con il rapporto organico fra Io e conoscenza-trasformazione del Non-Io)57.

    Passando al terzo significato metaforico di materialismo, quello che (per Preve)di fatto corrisponde integralmente ai termini materialismo storico o concezionematerialistica della storia, giungiamo al caso in cui viene allegorizzato conil termine materia il riferimento alla base strutturale dei rapporti sociali diproduzione. Come sappiamo, la concezione materialistica della storia fondata su

    un modello strutturalistico per la comprensione del passato e del presente storici;in questo caso Preve, concedendosi una sorta di liberta dinterpretazione, afferma

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    18/29

    18 petite plaisance

    che in un certo senso [..] la struttura considerata come la materia di un Tuttoin cui la sovrastruttura considerata come la forma 58.

    Lultimo significato metaforico che il nostro filosofo ci segnala quello in cuiil termine materia indica lidea di libert. Com noto, nella sua tesi di laurea infilosofia discussa a Jena nel 1841 Marx esamina le differenze fra i due sistemi

    atomistici del pensiero greco, quello di Democrito e quello successivo di Epicuro.Preve sostiene che in modo molto acuto ed intelligente Marx vede subito che ilparlare da parte di Epicuro di deviazione degli atomi (clinamen,parekklisis) non qualcosa che riguardi solo il macrocosmo naturale, ma un sintomo ed unametafora di come viene invece concepito e concettualizzato anche e soprattuttoil mondo sociale e politico, da un lato, e la sorte dellindividuo singolo pensatocome un atomo, dallaltro. E cos Marx, spesso frettolosamente connotato comefilosofo dellautoritarismo o delleguagliamento forzato degli individui secondo ilmodello costrittivo della caserma e/o del convento, esordisce invece come vero eproprio filosofo della libert. La libert dellindividuo pensata appunto come unadeviazione (clinamen, parekklisis) dalla caduta verticale, ed a sua volta la cadutaverticale degli atomi interpretata metaforicamente come un determinismo socialerigido che non consentirebbe alcuna innovazione individuale e sociale59.

    Secondo Preve, che qui espone una delle sue tesi pi provocatorie, la genesistorica, filosofica e psicologica del pensiero marxiano un episodio interno alladialettica della coscienza infelice borghese60. A suo parere, il giovanile interessemarxiano per la filosofia epicurea (che introduceva nel determinismo di Democritolelemento del caso) era lo strumento intellettuale con cui il Marx studente pensavala propria scelta soggettiva di non inserirsi nella riproduzione spirituale e materialedella societ borghese, in cui era nato ed era stato allevato, e in cui secondo ildeterminismo meccanicistico applicato alla societ avrebbe dovuto inserirsi, madi scegliere di fare una vita assolutamente alternativa, ispirata alla lotta contro lasuperstizione delleternit del capitalismo61.

    Mi rendo conto quanto queste tesi possano influire sul senso di straniamentoavvertito dal lettore. In questa sede segnaliamo soltanto che anche un pensatoredella statura di Etienne Balibar percorre una strada molto vicina a quella di Preve,individuando nel marxiano materialismo della pratica la forma pi compiutadella tradizione idealistica62, e non uninversione di rotta rispetto ad essa.

    Prima di chiudere questo capitolo, vorrei soffermarmi per su una tesi inedita(molto apprezzata dal professor Preve) della studiosa greca Maria Antonopoulousul concetto di materia. LAntonopoulou ha sostenuto in un saggio ampio e bendocumentato filologicamente63 che non corretto scrivere una storia del cosiddettomaterialismo come se si potesse tracciare ununica grande-narrazione unificatada Democrito fino a Marx ed oltre (come fece per esempio la scuola del materialismosovietico per tutto il novecento). Il materialismo moderno propriamente detto,che presuppone i modelli della scienza sperimentale di Galileo e dellimmaginecosmologica delluniverso di Newton, nasce solo nel settecento europeo, e nasce

    secondo lipotesi per cui era ormai necessario unificare in un solo concetto(la materia appunto) il mondo terrestre ed il mondo celeste. In questo modo

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    19/29

    19petite plaisance

    si creava un medium omogeneo spaziale (la materia) in cui le merci avrebberopotuto circolare liberamente e senza alcun impedimento.Come Preve fa acutamente notare, se cos fosse il materialismo, generalmenteconsiderato il presupposto della visione proletaria e scientifica del mondo controtutti i preti monoteisti e i filosofi idealisti, in realt marxianamente (e cio secondo

    un rapporto di omologia tra formazioni sociali e corrispondenti formazioniideologiche) interpretabile come ledificazione di un solo spazio materiale unificatoin cui simbolicamente potesse transitare senza impacci lo scambio delle merci indomanda e in offerta64.A questo proposito, il filosofo torinese fa notare come anche il filosofo tedescoKoselleck, che ha studiato accuratamente la genesi del concetto moderno distoria inteso non come semplice racconto di fatti (Erodoto) o come riflessioneintelligente sulle cause dei fatti stessi (Tucidide), ma come vera e propria storiaunificata dellumanit pensata a sua volta come un unico concetto trascendentaleriflessivo, ne colloca linizio verso la met del Settecento, e quindi in pieno periodoilluministico65.

    In questottica, due concetti che tradizionalmente erano pensati come strumentiproletari contro la borghesia tradizionalista ed idealista, si scoprono essere quantodi pi borghese ed utilitaristico possibile66: nel settecento infatti il tempo venneunificato sotto la nozione di Storia, intesa come un concetto trascendentale riflessivoin cui il nuovo soggetto borghese potesse pensare astrattamente la propria universa-lizzazione e quindi anche la propria mondializzazione, e lo spazio venne unificatosotto la nozione di Materia, concepita come un concetto trascendentale riflessivo incui il nuovo soggetto capitalistico potesse pensare astrattamente lo scambio illimitatodelle merci e il dominio omogeneo del valore di scambio.

    3.1 Siamo giunti allultima parte di questo nostro breve saggio. Dopo essercifermati ampiamente sullo statuto filosofico e sugli aspetti per cos dire pi vitalidel pensiero marxiano, in questo capitolo analizzeremo i punti pi problematicidi questo stesso pensiero ed in particolare quelli che Preve chiama errori di pre-visione.

    Iniziamo dunque elencando i punti che falsificano le analisi di Marx (ovviamen-

    te, secondo il nostro autore), per poi soffermarcisi adeguatamente sopra. SecondoPreve67:

    1) Le classi subalterne non sono state in grado di resistere alla radicalizzazionedella sottomissione reale del lavoro al capitale che le ha integrate nei gruppisociali di produzione capitalistici. Esse hanno cos smentito empiricamentelattribuzione metafisica che ne aveva fatto un Soggetto inter-modale.

    2) La borghesia storica non esiste pi, cos come non esiste pi quella coscienzainfelice che le permetteva di conservare un atteggiamento critico nei con-

    fronti del suo stesso dominio, e che si era manifestata nella grande letteratura(Balzac, Dickens, Tolstoi, Zola, Proust, Thomas Mann, ecc.), o nel grande

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    20/29

    20 petite plaisance

    pensiero (Kelsen, Husserl, Cassirer, Croce, Durkheim, ecc.). La nuova litedirigente, positivista ed economicista, una classe nichilista che conoscesoltanto la legge dellaccumulazione infinita del capitale, indifferente ai costiumani ed ecologici.

    3) Il neocapitalismo per ora vittorioso si mostrato capace di sviluppare le

    forze produttive ad un ritmo prodigioso, nonostante i danni enormi che hainflitto sia alluomo che alla natura. Ha potuto legittimarsi come il soloordine possibile, facendo riferimento alle virt di mercato, alla democraziarappresentativa, alla religione dei diritti umani68 e alla seduzione di unconsumismo generalizzato.

    Come si nota, Preve colpisce alcuni tra i nuclei portanti del pensiero marxistatradizionale. Questoperazione non viene compiuta in nome di uno sterile spiritodi decostruzione; il filosofo torinese interessato al contrario alla rinascita di undibattito serio e fecondo su Marx, ma ritiene che laccettazione acritica di puntirivelatisi infondati possa rappresentarne soltanto un deleterio impedimento.Il nostro autore fa notare a proposito come il marxismo abbia per pi di un secolotentato di dimostrareun fatto paradossale, ossia lillusoria tesi per cui Marx avevaragione nel 100% di quello che diceva, e al massimo vi potevano essere errori difraintendimento e di interpretazione; poco oltre prosegue:

    Lidea che un pensatore abbia capito tutto e non vi siano nel suo pensieroincoerenze, incertezze, illusioni ecc., unidea superstiziosa. Il soffocanteabbraccio di questi fanatici amici di Marx ha a lungo impedito la naturale

    applicazione dello stesso metodo critico di Marx al suo proprio pensieromarxiano e sopratutto al marxismo successivo. E infatti del tutto assurdo cheil geniale scopritore del metodo della critica alle ideologie fosse, egli solo nellalunga storia del mondo, del tutto immune da un condizionamento ideologiconellelaborazione della propria dottrina. E anche assurdo che egli sia statolunico pensatore della storia del mondo ad avere conseguito una perfetta edassoluta trasparenza sulluso critico delle proprie fonti ideologiche, scientifichee filosofiche.Il culto di Marx ha impedito per quasi un secolo unanalisi critica del suopensiero. Naturalmente, vi era una ragione per spiegare questa follia. Marx

    doveva essere infallibile in tutte le cose che diceva, perch magicamente lasua infallibilit potesse essere trasmessa e trasferita ai dirigenti politici delmovimento comunista burocratizzato69.

    Come viene qui chiaramente illustrato, ma come anche sostanzialmente noto,per i burocrati del comunismo storico novecentesco linfallibilit di Marx era unarisorsa ideologica, perch il decretare infallibile il fondatore della ditta significavasimbolicamente proiettare questa infallibilit originaria sulla loro presente infalli-

    bilit verso i seguaci fideisti e creduloni70.

    Preve per non si limita a questa semplice affermazione: come tiene a precisare inun saggio successivo a suo parere il marxismo, fenomeno largamente indipendente

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    21/29

    21petite plaisance

    da Marx, non fu n un errore di interpretazione degli epigoni, n un tradimento dipolitici corrotti e neppure un travisamento religioso di plebi fideistiche ed irrimedia-

    bilmente subalterne e bambine, ma fu un adattamento darwiniano assolutamentenecessario. Nella forma aporetica e non coerentizzata datagli da Marx, il marxismosarebbe stato impossibile, o sarebbe diventato al massimo quello che diventato

    ora, e cio una gnosi salvifica della storia ad un tempo gratificante (filosoficamen-te) ed impotente (politicamente)71. Come viene ripetuto pi avanti, il cosiddettomarxismo [..] solo un adattamento darwiniano alla committenza ideologicaimperativa di un ben preciso soggetto sociale prima inesistente, e cio la classeoperaia di fabbrica evocata dalla seconda rivoluzione industriale, che ebbe nellaGermania il suo paese guida in Europa. [..] Il marxismo diventato una gigantescaforza storica per almeno un secolo (1890-1990) non nonostante i suoi macroscopicierrori scientifici, ma propriograzie a questi errori scientifici. Un marxismo giustoe conforme a Marx sarebbe rimasto una interessante elucubrazione testimonialeultraminoritaria. Il marxismo frainteso e tradito invece divenuto, proprio ingrazia dei fraintendimenti e dei tradimenti, una gigantesca forza storica72.

    In questottica il marxismo visto come un modello teorico che, anche partendoda tesi originali di Marx, le combinava insieme in modo tale da togliere a questetesi ogni carattere aperto e problematico, conferendole una chiusura dogmaticafacilmente spendibile sul terreno della mobilitazione dei militanti e soprattuttodella loro rassicurazione religiosa circa il buon esito finale garantito dei loro sforzie delle loro aspirazioni.

    giunto per il momento di interrogarsi proprio sullentit e sulle reali capacitdi questi stessi militanti, ossia quella che Marx chiama classe operaia di fabbrica.

    Come sappiamo, fu lo stesso Marx ad assegnare alla classe operaia, proletaria esalariata il compito e la funzione di emancipare insieme a se stessa anche linteraumanit, guidando la societ verso la costruzione del futuro mondo comunista ilcui magnifico motto sarebbe diventato ciascuno secondo le sue capacit, a ciascunosecondo i suoi bisogni.

    Per tutto il Novecento si fraintese questa tesi marxiana, associando la classeoperaia al Soggetto emancipatore indicato da Marx. Riferendosi alle acute analisidi Gianfranco La Grassa73, Preve mette in luce come il Soggetto rivoluzionario

    marxiano fosse invece il lavoratore collettivo cooperativo associato, formatosi tramitela socializzazione capitalistica delle forze produttive, e destinato ad allearsi con lepotenze mentali della produzione capitalistica da Marx definite con il termine inglesedigeneral intellect74. questo per Marx il probabile affossatore del capitalismo, noncerto la classe dei lavoratori manuali di fabbrica in quanto tale. Questa classe infattiper il filosofo di Treviri solo quella porzione di lavoratore collettivo cooperativoassociato suscettibile di essere organizzata sindacalmente e politicamente.

    Purtroppo per questo lavoratore collettivo associato, dal direttore di fabbrica al-lultimo manovale, non si mai creato.

    La Grassa spiega come lipotesi scientifica marxiana si sia rivelata errata per es-sersi strutturata a partire dalla forma della fabbrica anzich dalla forma dellimpresa.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    22/29

    22 petite plaisance

    Le fabbriche infatti socializzano effettivamente la produzione, mentre le impreseinvece la frammentano.

    Il capitalismo per fatto in prima istanza di imprese, e soltanto in secondaistanza di fabbriche, ed in questo modo inevitabilmente non si forma e non si puformare il lavoratore collettivo associato previsto da Marx.

    Come fa notare inoltre Preve in un suo recente libro, a differenza di come affer-mava erroneamente il marxismo, la classe operaia manifestava fisiologicamente unanatura ribellistica (scambiata spesso per rivoluzionaria) soltanto nel primo periododella sua recente uscita dalla precedente cultura comunitaria di tipo artigianale,

    bracciantile e contadina, mentre mano a mano che si integrava nella societ indu-striale capitalistica si adattava massicciamente sia alleconomicizzazione puramentesindacalistica del conflitto sia allincorporazione nazionalistica. Detto altrimenti, laclasse operaia e salariata europea realmente esistente, e non il suo raddoppiamentoideale sognato dal comunismo, era spontaneamente socialdemocratica e non certocomunista 75.

    Preve fa qui riferimento alle analisi svolte da Zygmunt Bauman76 in un libro inti-tolatoMemorie di classe, in cui il noto sociologo spiega come gi a partire dagli anniventi dellOttocento in Inghilterra (e poi progressivamente in altri paesi) la classeoperaia abbia dovuto accettare il terreno obbligato della cosiddetta economicizzazionedel conflitto, tramite cui rinunciava ad imporre il ritorno a forme produttive prece-denti o alternative per inserirsi sul nuovo terreno della distribuzione maggiormenteequa dei beni e dei servizi prodotti capitalisticamente. Secondo il filosofo torinesequesto fattore, sommato alla cosiddetta nazionalizzazione delle masse e allintegrazioneconsumistica, rivel lincapacit rivoluzionaria della classe operaia, che invece didimostrarsi quella classe universale cui Marx anelava si dimostr essere una classeintrinsecamente subalterna.

    Preve comunque non intende affatto colpevolizzare Marx per questo errore;come scrive in un suo recente saggio, la prima cosa che si impara studiando Marxe il marxismo che non ha senso retrodatare la consapevolezza di un fenomeno,positivo o negativo che sia, ad un momento storico precedente in cui non ne eranoancora apparse le condizioni di visibilit77.

    3.2 Con ci ci siamo lasciati alle spalle una delle tesi pi scandalose (per iltradizionale pensiero comunista) del nostro filosofo di Torino. In questo paragrafoaffronteremo per un altro tema perlomeno altrettanto spinoso, ossia la sua nozionedi Borghesia.

    Secondo limpostazione tradizionale, la borghesia la classe sociale portatricedei rapporti di produzione capitalistici; essa dunque ritenuta una vera e propriaclasse-soggetto, a cui si contrappone la classe-soggetto (ritenuta intrinsecamen-te rivoluzionaria) dei proletari. Come abbiamo appena visto, La Grassa e Prevesmentiscono in toto questa seconda tesi, dimostrando anzi come la classe operaia

    sia facilmente assimilabile nella logica del capitale tramite unopera di integrazionestatalistica e consumistica.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    23/29

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    24/29

    24 petite plaisance

    In ogni caso, il carattere post-borghese e post-proletario del moderno capitalismonon significa affatto la fine delle sue contraddizioni, ma semplicemente il fatto chequeste contraddizioni non potranno pi essere descritte e rappresentate nella formain cui sinora il marxismo le aveva interpretate.

    3.3 Eccoci allora giunti allultima parte prettamente teorica di questo capitolo.Come abbiamo visto nello scorso paragrafo, la borghesia non stata affatto rim-piazzata dallincalzante proletariato rinnovatore, ma entrambe le classi si sono inqualche modo consumate e sono state assorbite allinterno di un ultracapitalismooramai mondializzato.

    Ma da dove trae origine questerrore marxiano? Secondo Preve, dovuto ad unaparticolarepatologia storica occidentale, ossia lirresistibile incantesimo della analogiastorica come fattore di previsione storica scientifica84.

    Marx, cadendo in questerrore, aveva creduto che la transizione capitalismo-co-munismo potesse essere pensata attraverso la ripetizione del modello di transizionefeudalesimo-capitalismo.

    In questottica, la presunta incapacit della borghesia capitalistica di svilupparele forze produttive ricavata da Marx dallanalogia con la reale incapacit dei cetifeudali e signorili di sviluppare le forze produttive. Ma Marx si visibilmente sba-gliato: la produzione capitalistica infatti si rivelata capacissima di sviluppare leforze produttive attraverso la concorrenza capitalistica stessa, sia pure in un contestodi distruzione ecologica e di uniformazione antropologica forzata del pianeta85.

    Secondo Preve Marx confondeva il ripetersi ciclico delle crisi capitalistichedi sovrapproduzione e di sottoconsumo, crisi cicliche che anzich indebolirerafforzano la produzione capitalistica complessiva eliminandone via via i ramisecchi e le produzioni obsolete, con una crisi mondiale del sistema86.

    Questo abbaglio fu ereditato dal movimento comunista successivo e da molti deisuoi pensatori pi eminenti, e cos lerrata previsione marxista sullincapacit della

    borghesia di sviluppare le forze produttive e sulla capacit della classe operaia eproletaria di attuare una vera e propria transizione (da un modo di produzionead un altro) non venne mai messa seriamente in discussione.

    Inoltre, secondo il nostro autore questincantesimo dellanalogia storica fece

    inevitabilmente compiere a Marx un passo indietro rispetto al suo maestro Hegel(per cui come noto lautocoscienza umana ideale pu solo essere autocoscienzadel presente storico e non pu ne deve prolungarsi in una incerta previsione delfuturo). Marx si rifiutava infatti di descrivere nei dettagli il proprio comunismo,poich capiva che questa era stata la via sterile caratteristica della tradizioneutopistica; ma, come fa prontamente notare Preve, teneva fermo nellaffermareil comunismo, sia pure nella vaga formulazione dellesaurimento dei bisogniin assenza di Stato politico e di mercato economico87. Marx rinunciava apredeterminare le forme, ma non rifiutava affatto a predeterminare il contenuto,

    ed il contenuto del post-capitalismo era per lui il comunismo.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    25/29

    25petite plaisance

    Per il filosofo torinese per questa pretesa v fermamente abbandonata; unventuro movimento anticapitalista deve accettare il fatto che il futuro non pre-determinabile non solo per quanto riguarda le sue forme, ma anche e soprattuttoper quanto riguarda il suo contenuto.

    Tramite questerrore tuttavia possibile vedere chiaramente quanto il pensiero

    aristotelico abbia influito su Marx. A differenza di Hegel, il filosofo di Treviri (comeabbiamo visto) ritiene di avere il diritto di concettualizzare ilprolungamento comunistadel capitalismo, e (secondo Preve) lo fa proprio sulla base del principio aristotelicodella categoria di essente-in-possibilit (dynamei on)88.

    Il comunismo marxiano non pensato quindi come una semplice utopia, macome lo sviluppo di una sostanzialit presente gi nel capitalismo.

    3.4 Siamo cos pervenuti al termine di questultimo capitolo, dedicato come noto allesame di alcuni rilevanti errori marxiani. Prima di chiudere, accenneremo

    brevemente alle conseguenze che il nostro autore trae da tutte queste analisi.A differenza di molti filosofi, in cui la presa di coscienza di queste ineliminabili

    carenze coincise con labbandono del marxismo (visto come un paradigma intrin-secamente contraddittorio di cui necessario disfarsi), il nostro autore ritiene siapossibile un ripensamento e una ripresa critica del pensiero di Marx. A suo parere

    lerrore di Marx si rivela essere un tipico errore scientifico in senso fisio-logico e non patologico[..]. Le scienze procedono non nonostante gli errori,

    magrazie agli errori, che ponendo il problema della loro correzione pongonocontestualmente la possibilit di sintesi teoriche pi avanzate e comprensivedi elementi inediti89.

    Preve segnala come solo un pensiero pseudo-religioso possa pretendere la com-pleta infallibilit del proprio fondatore; gli errori e le inesattezze sono invece qual-cosa di fisiologico, ed anzi sono proprio questi sbagli che permettono alle scienzedi procedere.

    Richiamandosi alle analisi svolte da Thomas Kuhn, epistemologo di fama

    mondiale, il nostro autore sostiene che ogni scienza non procede per progressivaaccumulazione quantitativa di conoscenze, ma per rivoluzioni scientifiche, cio perveri e proprio salti di modelli globali che vengono modificati ogni volta che nonsi possono pi salvare i modelli precedenti con vari accorgimenti ad hoc. [..] Nonvedo personalmente nulla in contrario ad applicare la teoria dei paradigmi di Kuhnanche al marxismo. Come Newton a suo tempo afferm che esistevano lo spazio eil tempo assoluti, Einstein modific radicalmente questa concezione, ma non perquesto la fisica come scienza fin, nello stesso modo a mio avviso il paradigmamarxiano potrebbe essere radicalmente riformato senza essere distrutto90.

    Secondo Preve il paradigma marxiano potrebbe essere rilanciato attraversomodificazioni di tipo kuhniano, a partire dallabbandono della teoria del crollo

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    26/29

    26 petite plaisance

    automatico del capitalismo e alla rinuncia allipotesi del carattere rivoluzionario ins e per s della classe operaia e del proletariato.

    A questo punto pr allautore di questo saggio non resta che fermarsi, lasciandoche a questo critico compito si dedichi qualcuno pi competente e dotato di lui.

    Conclusione

    In questo breve saggio abbiamo tentato di delineare brevemente il profilo filoso-fico di Costanzo Preve, pensatore sicuramente originale ed attuale, soffermandosiin particolare sulle analisi da lui dedicate al pensiero di Karl Marx.

    Non intendo affatto sostenere che tutti gli argomenti sviluppati da Preve sianocorretti e inconfutabili. Ritengo anzi probabile e fisiologico che molte questioni sianoaffrontate in maniera incompleta, imperfetta o del tutto errata. Ma sono certo che itemi da lui affrontati siano centrali, addirittura vitali, per chiunque voglia riprendereseriamente ci che il pensiero marxiano e marxista ha lasciato incompiuto. Sinoraquesto pensatore non ha avuto lattenzione che si ampiamente meritato; ma unqualsiasi movimento che si rifiutipregiudizialmente di prendere in considerazione tesie questioni per esso essenziali, negandogli il dibattito e la disamina che meritano, destinato alla sconfitta ancor prima di nascere.

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    27/29

    27petite plaisance

    Note

    1 Vedi lottimo libro di E. Mandel, La formazione del pensiero economico di Karl Marx, Laterza, Bari 1969(ed. or. 1967), in cui lautore ci dimostra, tra le altre cose, come in un primo momento Marx rifiuti ilterreno delleconomia politica, e tenda ad accusare Ricardo di ipocrisia per la sua tesi che collegastrettamente i prezzi ai lavori contenuti nelle merci. Marx trova inutile questo raddoppiamento, ed

    attribuendo agli economisti la tesi per cui il lavoro tutto, sospetta in loro una specie di intenzioneschiavistica, per cui le finalit spirituali sono riservate alla borghesia mentre il resto della societ obbligata a lavorare per mantenere questi pochi privilegiati.Mandel dimostra appunto come siano decisive proprio le sei settimane passate a Manchester (ospitedellamico Engels) a far cambiare idea a Marx, che affascinato dallopera dei socialisti ricardiani(molto attivi sia nel movimento cartista che in quello tradeunionista, e che interpretavano le teoriedi Ricardo come diritto integrale del reddito da parte del lavoro stesso) sia portato a riconoscereproprio nelleconomia politica e nella teoria del valore la scienza alienata del modo di produzionecapitalistico.2 C. Preve, Una approssimazione al pensiero di Karl Marx, Il Prato, Padova 2007, p. 643 K. Marx, Il Capitale, sez. II, cap. IV, Trasformazione del denaro in capitale4 Secondo Preve un altro punto di contatto tra Aristotele e Marx si trova nel fatto che entrambi sdop-piano concettualmente lanalisi della realt economica, Marx con la distinzione fra economia politicae critica delleconomia politica, ed Aristotele con la distinzione fra spazio delleconomia e spazio dellacrematistica. A questo proposito in Elogio del comunitarismo Preve scrive: La critica delleconomiapolitica di Karl Marx in realt una critica della crematistica capitalistica (sottolineatura mia, N.d.A.)condotta dal punto di vista di una comunit umana da ristabilire (Gemeinwesen), di cui la lotta di classeproletaria solo un mezzo e non un fine in s, che resta invece la comunit umana. [C.Preve, Elogiodel comunitarismo, Controcorrente, Napoli 2006, p. 102]5 C. Preve, Marx inattuale, Bollati Boringhieri, Torino 2004, in particolare pp. 19-466 Vedi E. Balibar, La filosofia di Marx, Manifestolibri, Roma 1994, a cura di A. Catone7 C. Preve, Marx inattuale, op. cit., pp. 68-698 C. Preve, Storia critica del marxismo, La Citt del Sole, Napoli 2007, p. 1549 Vedi per.es. N. Bobbio e al., Il marxismo e lo stato: il dibattito aperto nella sinistra italiana sulle tesi diNorberto Bobbio, Quaderni di MondOperaio, 6, Edizioni Avanti, Roma 1976; o la raccolta Il marxismoe lo Stato, Quaderni di MondOperaio, 4, Edizioni Avanti, Roma 1976, in cui sono raccolti molti deisaggi pubblicati da vari autori (tra cui U.Cerroni, L. Colletti, P. Ingrao, V. Gerratana) usciti inizialmentesulle pagine di riviste come MondOperaio, Rinascita e Nuova generazione.10 Pierre Rosanvallon, Le capitalisme utopique, Seuil, Paris 1979 ; in questo testo lo studioso francesemostra come la concezione delleconomia di Adam Smith dia luogo ad una sorta di capitalismo utopicopoich il mercato, o meglio la mano invisibile che dovrebbe reggerlo, posto come fondamentoautoregolativo e soprattutto autoriproduttivo. Per Rosanvallon quella di Smith lutopia di unmecca-nismo economico autoreferenziale che non ha bisogno di nessuna regolazione di tipo extraeconomico,e cio politico.11 B. Chavance,Marx et le capitalisme. La dialectique dun systme, Bathan, Paris 199612 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., p. 3113 Vedi in particolare L. Colletti, Ideologia e societ, Laterza, Bari 1969, pp.246-252; L. Colletti, Intervistapolitico-filosofica, Laterza, Roma-Bari 1974 , pp.29-30; L. Coletti, Tra marxismo e no, Laterza, Roma-Bari1979, pp.155-16114 C. Preve, I secoli difficili, Editrice C.R.T, Pistoia 1999, pp. 74 -7515 Una chiara esposizione di questo tema si trova in C. Preve, Marx inattuale, op. cit, p. 5516 C. Preve, Elogio del comunitarismo, Controcorrente, Napoli 2006, pp. 166-16717 [Luglio Agosto 1845]18 C. Preve, Storia critica del marxismo, op.cit., p. 11719 Basti pensare a figure del calibro di Kautsky, Hilferding, Della Volpe, Geymonat, Althusser, Colletti,

    Sacristn.. [Cfr. ad es. R. Young,Marxism and the history of science, in AA. VV., Companion to the historyof science, Routledge, London, 1996, pp.77-86].

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    28/29

    28 petite plaisance

    20 Essendo Marx stato capace di applicare la logica della scienza allindagine della societ21 C. Preve, Scienza Politica Filosofia, Editrice C.R.T., Pistoia 1998, pp. 26-2722 C. Preve,Marx der Idealist, pubblicato in Bruchlinien, 18, Wien 200623 Tesi sostenuta, per esempio, da Rudolf Hilferding (N.d.A.) [vedi R. Hilferding , Il capitale finanziario,Feltrinelli, Milano 1961 (ed.or. 1910)].24 C. Preve, Scienza Politica Filosofia, op. cit., p. 3125 C. Preve, I secoli difficili, op. cit., p. 7326 C. Preve, Elogio del comunitarismo, op. cit., p. 15827 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., p. 16128 C. Preve, Il pensiero di Marx e leredit degli antichi Greci, tratto da C. Preve-L. Grecchi,Marx e gli antichigreci, Petite Plaisance, Pistoia 2006, p. 11029 C. Preve, Il Marxismo e la tradizione culturale europea, Alpina, Torino 2007, p. 8230 A differenza della logica formale, che non lo 31 C. Preve, Un secolo di marxismo, Pistoia 2003, p. 13632 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., p. 12033 C.Preve, Il pensiero di Marx e leredit degli antichi Greci, op. cit., p. 9434 Questo tema verr esaurientemente sviluppato nel prossimo capitolo35 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., p. 10536 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., p. 10637 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit, p. 14338 Vedi in particolare: M.Vade,Marx penseur du possible, Meridiens, Paris 199239 C. Preve, Il Marxismo e la tradizione culturale europea, op. cit., p. 6340 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., p. 18141 Preve fa esplicitamente riferimento ad un brano dei Lineamenti in cui Marx scrive: Luomo nelsenso pi letterale del termine uno zoon politikn, e non solo un animale socievole (ein geselliges Tier),ma un animale che non pu costituirsi come individuo singolo (sich vereinzeln) che nella societ [..]luomo non si individualizza che nel corso di un processo storico. In origine egli appare come un entegenerico (Gattungswesen), un ente tribale (Stammwesen), un animale gregario (Herdentier), ma per nullacome un politikn zoon vero e proprio. [Lineamenti fondamentali della critica delleconomia politica, La

    Nuova Italia, Firenze 1968, p. 98]42 C. Preve, Il Marxismo e la tradizione culturale europea, op. cit., p. 55-5643 C. Preve,Marxismo e filosofia, Editrice C.R.T., Pistoia 2002, pp. 105-10644 Secondo Preve, Marx avrebbe in questo caso ereditato unidea presente gi nellumanesimo rina-scimentale, ed in particolare in Marslio Ficino [Potest homo esse humanus deus, aut humana bestia, autaliud qudcumque].45 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., p. 16046 C. Preve, Individui liberati, comunit solidali, Editrice C.R.T., Pistoia 1998, p. 1247 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., p. 16148 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., pp. 165-16649 C. Preve, Una approssimazione al pensiero di Karl Marx, op. cit., p. 3150

    C. Preve, Ripensare Marx, Editrice Ermes, Potenza 200751 Il riferimento chiaramente alla tesi di laurea del 1841 incentrata sulla Differenza tra le filosofie dellanatura di Democrito e di Epicuro, che pu essere considerata la prima grande opera di Marx52 K. Marx, Zur Kritik der Politischen Oekonomie, Einleitung 1857; tr. it. Per la critica delleconomia politica,Introduzione, Editori Riuniti, Roma 1957, a cura di M. Dobb, p. 553 C. Preve, Una approssimazione al pensiero di Karl Marx, op. cit., pp. 47-4854 Vedi nota 3255 C. Preve, Elogio del comunitarismo, op. cit., p. 16156 I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo; ma si tratta di trasformarlo.57 C. Preve, Ripensare Marx, Editrice Ermes, Potenza 2007, p.73.58 C. Preve, Una approssimazione al pensiero di Karl Marx, op. cit., p. 5859

    C. Preve, Il Marxismo e la tradizione culturale europea, op. cit., pp. 63-6460 Per unanalisi pi completa vedi prossimo cap.61 C. Preve, Il filo di Arianna, Vangelista ed., Milano 1990, p. 30

  • 7/30/2019 Alessandro Monchietto - Marxismo e Filosofia in Costanzo Preve

    29/29

    62 E. Balibar, La filosofia di Marx, op. cit., p. 3563 M. Antonopoulou, Prassi sociale e materialismo, Alexandreia, Atene 200064 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., p. 4765 C. Preve, Il Marxismo e la tradizione culturale europea, op. cit., p. 79-8066 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., p. 9767 Riprendiamo qui pressoch inalterato lo schema proposto da Andr Tosel in una sua recente intro-duzione [vedi A. Tosel, Introduzione a C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., pp. 7-22]68 Per unelaborata esposizione di questo tema, C. Preve, Il Bombardamento Etico, Editrice C.R.T., Pistoia2000; oppure, C. Preve, Il paradosso De Benoist, Settimo Sigillo, Roma 200669 C.Preve, I secoli difficili, op. cit., pp. 76-7770 C. Preve,Marxismo e filosofia, op. cit., p. 10871 C. Preve, Il pensiero di Marx e leredit degli antichi Greci, op. cit., p. 9572 C. Preve, Il pensiero di Marx e leredit degli antichi Greci, op. cit., p.11773 Vedi per es. G. La Grassa, Lezioni sul capitalismo, CLUEB, Bologna 1996; G. La Grassa-C. Preve, La finedi una teoria, Unicopli, Milano 1996; G.La Grassa, Il comunismo fallibile, Editrice C.R.T., Pistoia 199874 Queste analisi si basano sullo studio del Capitolo VIinedito del primo libro del Capitale di Marx75 C. Preve, Il Marxismo e la tradizione culturale europea, op. cit., p. 170-17176 Vedi per es., Z.Bauman,Memorie di classe, Einaudi, Torino 198777 C. Preve, Storia critica del marxismo, op. cit., p. 12478 C. Preve, Oltre la gabbia dacciaio, Vangelista, Milano 1994, p. 12479 C. Preve, Il filo di Arianna, op. cit., p. 1780 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., p. 18481 Vedi le analisi sviluppate nella sua recente Storia delletica, Petite Plaisance, Pistoia 2007, in partico-lare pp.109-12882 C. Preve, Oltre la gabbia dacciaio, op. cit., pp. 126-12783 C. Preve, Oltre la gabbia dacciaio, op. cit., p. 12784 C. Preve, Del buon uso delluniversalismo, Settimo Sigillo, Roma 2005, p. 7485 C. Preve, Del buon uso delluniversalismo, op. cit., p. 7386 C. Preve, Contro il capitalismo oltre il comunismo, Editrice C.R.T., Pistoia 1998, p. 41

    87 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., p. 2688 Vedi secondo capitolo89 C. Preve, I secoli difficili, op. cit., p. 8390 C. Preve,Marx inattuale, op. cit., pp. 91-92.