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and Integrated Medicine

HIMHOMEOPATHY

d

Organo ufficiale dellaSocietà Italiana di Omeopatiae Medicina Integrata

Anno 4 - Numero 2, Novembre 2013

In copertina: “Tramonto romano”Per gentile conc. di Mario Falciano.

Direttore Responsabile: Gino SantiniDirettore Scientifico: Simonetta BernardiniRegistrazione al Tribunale di Roma n. 61 del 24 febbraio 2010Periodicità: Semestrale

© 2010-2014 SIOMI - Tutti i diritti riservati. Nessuna partedi questa pubblicazione può essere riprodotta o trasmessain alcuna forma, senza il permesso scritto della SIOMI.Le copie arretrate possono essere richieste alla SIOMI.

Direzione: c/o ISMO - Via Adolfo Venturi, 24 - 00162 RomaAmministrazione, Pubblicità: c/o FIMO - Via Kyoto, 51 - 50126 FirenzeTel.: 055.6800.389 - Fax: 055.683.355 - E-mail: [email protected]

Finito di stampare nel mese di novembre 2013presso Grafica Di Marcotullio s.a.s.Via di Cervara, 139 - 00155 Roma

COMITATO SCIENTIFICOArea di omeopatia e medicina integrata

Simonetta Bernardini, Francesco Bottaccioli,Tiziana Di Giampietro, Carlo Di Stanislao, Rosaria Ferreri,Peter Fisher, Italo Grassi, Francesco Macrì, Ennio Masciello,Roberto Pulcri, Gino Santini, Gabriele Saudelli

Area accademica e medicina convenzionaleIvan Cavicchi, Andrea Dei, Giuseppe Del Barone,Gian Gabriele Franchi, Luciano Fonzi, Antonio Panti,Paola Massarelli, Roberto RomiziMauro Serafini, Umberto Solimene

Editoriale2 Dove va l’Omeopatia in Italia

di Simonetta Bernardini

In primo piano4 L’illusione dell’oggettività in Medicina

di Andrea Dei

Contributi originali9 Sound Design e strutture sanitarie

di Valeria Mazzanti

12 L’immunità in Ayurveda e in omeopatiadi Teresa De Monte

18 La storia del Caduceodi Gabriele Saudelli

24 Il museo dell’Omeopatiadi Francesco Eugenio Negro

26 Insegnamento delle CAM nelle Università, un problema apertodi Francesco Macrì

29 L’omeopatia nel trattamento dell’amenorreadi Valentina Zanoni

36 Il trattamento omeopatico delle otiti - Una sintesi delle reviewdi Rosaria Ferreri

I grandi personaggi dell’omeopatia21 Eran Ben-Arye

Direttore dell’Integrative Oncology Program, Lin Medical Center, Haifa, Israela cura di Rosaria Ferreri

Spotlight - La ricerca scientifica in Medicina Integrata23 a cura di Gino Santini

Tiroxina in dosi ultralow rallenta lo sviluppo del girino - Pulsatilla in dosaggio omeopaticoper combattere l’ansia - Attività antimalarica di China e Chelidonium 30CH - Approccioomeopatico alla polineuropatia diabetica - Omeopatia e depressione climaterica

Quaderni di Medicina IntegrataLe infezioni

38 Il contributo dell’omeopatiadi Tiziana Di Giampietro

41 Il contributo dell’agopunturadi Paolo Bruno

45 Il contributo della fitoterapiadi Gabriele Saudelli

L’omeopatia raccontata34 Il colpevole è evidente

di Italo Grassi

HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2 1

SOMMARIO

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EDITORIALE

Cosa sta succedendo in Italia ai medicinali omeo-patici? Quali decisioni sono state prese a livelloistituzionale? Quali sono i reali motivi del con-

tendere che hanno messo da un parte della barricata leIstituzioni (Ministero della Salute, Agenzia Italiana delFarmaco, Governo nazionale) e dall’altra le aziende pro-duttrici? E, nel mentre, chi si preoccupa dei medici pre-scrittori e dei pazienti che da questo braccio di ferrohanno solo da perdere? Dedichiamo questo editorialealla messa a fuoco del grave problema della registrazionedei medicinali omeopatici e antroposofici in Italia chepurtroppo oggi, nel mentre scriviamo, è ben lungi dal-l’essere risolto.

La premessaI medicinali omeopatici e antroposofici sono attual-mente commercializzati nel nostro paese in virtù di unaautorizzazione definita ope legis, non una vera registra-zione ma soltanto una “notificazione” al Ministero dellaSalute che consente a tutti i prodotti in commercio alladata del 6 giugno 1995 di essere venduti nelle farmaciefino alla data del 31 dicembre 2014. La mancata regi-strazione ha relegato per venti anni il medicinale omeo-patico italiano in una sorta di limbo di regolamen-tazione. A vigilare sugli omeopatici è l’Agenzia Italianadel Farmaco (AIFA). Questo conferisce de facto il rico-noscimento del medicinale omeopatico come presidioterapeutico al pari degli altri farmaci allopatici. Peraltro,i medicinali omeopatici fanno impallidire il mondo del-l’industria allopatica per il vuoto pressochè totale di ef-fetti avversi. Tale peculiarità è prevedibile dal momentoche ogni sostanza in commercio con la denominazionedi “medicinale omeopatico” è disponibile a partire dallaprima diluzione “non tossica” della Tintura Madre di ori-gine. In tal senso il lavoro dell’AIFA, nonostante le oltre30.000 referenze da controllare, è stato e sarà estrema-mente facile. La possibilità che dal 2015 i medicinali at-tualmente in commercio debbano essere stati rivalutatida AIFA ai fini dell’autorizzazione alla loro commercia-lizzazione suona come un atto dovuto (finalmente, trat-tandosi di salute) ai cittadini e ai medici prescrittori.Nulla di più e nemmeno di diverso da quel che avvienein Europa anche da decenni. Ma allora perchè tanto cla-more? Perchè tutti i giornali e i siti internet dedicanotanti articoli all’affaire della registrazione degli omeopa-tici nel nostro Paese?

Costi di registrazione e valore del mercatoFino ad oggi, un medicinale autorizzato ope legis pagaallo stato italiano una quota annuale pari a 30 euro.L’Italia è il terzo mercato europeo del medicinale omeo-patico (dopo Francia e Germania). In Italia sono oggidisponibili circa 30.000 medicinali omeopatici prodottida circa 30 aziende che danno lavoro a 1.200 dipendentie il mercato è in crescita. Secondo dati diffusi dall’asso-ciazione Omeoimprese, nel 2011 sono state commercia-lizzate 28 milioni di confezioni pari ad un venduto infarmacia di 325 milioni di euro l’anno e ad un fatturatoper le Aziende di 165 milioni di euro.

Il decreto BalduzziLa passata legislatura si è occupata della questione del-l’autorizzazione all’immissione in commercio degliomeopatici in Italia. Il 31 ottobre del 2012 il Senato havotato il decreto Balduzzi pubblicato sulla GU n. 263del 10 novembre 2012. In particolare, all’articolo 13sono riportate le modifiche all’articolo 20 del Dlgs219/2006 prevedendo che i medicinali in passato auto-rizzati al commercio per la via dell’ope legis siano sotto-posti alla procedura di registrazione semplificata. Unsalto di qualità, come dicevamo, che ci avvicina ad altrenazioni europee dove le regole di registrazione sono invigore anche da decenni e dove sono anche possibili, adifferenza dell’Italia, foglietti di istruzione e rimborsiparziali del costo all’utente da parte dello Stato o delleassicurazioni. Un balzo in avanti della legislazione ita-liana che è stato accolto con entusiasmo dai medici e daipazienti dell’omeopatia e dell’antroposofia che hannoletto chiaramente nel decreto la certezza che anche inItalia il medicinale omeopatico e antroposofico assuma,infine, la dignità di medicinale.

La fine di una speranzaLa doccia fredda è arrivata di lì a poco, il 15 marzo 2013a seguito della pubblicazione nella GU dei costi defini-tivi delle nuove registrazioni. Il costo è lievitato in ma-niera mostruosa: da 30 a 23.760 euro per un medicinaleomeopatico unitario registrato fino a 30 diluzioni. Perfare un esempio: Belladonna per restare in commercioin Italia deve pagare, oggi, allo stato una tassa di regi-strazione di 23.730 euro maggiore di quella di prima. Sitratta di un aumento medio di 700 volte. Non solo, perregistrare dieci ulteriori diluizioni dell’unitario occor-rono altri 2.736 euro. Inoltre, se “per disgrazia” una spe-

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Dove va l’Omeopatia in Italia

Simonetta BernardiniPresidente SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina IntegrataE-mail: [email protected]

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EDITORIALE

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cialità aziendale avesse più di otto componenti (come ac-cade nella maggior parte dei complessi omeopatici), lastessa specialità dovrebbe pagare altri 2.736 euro per ogniulteriore componente. Altri 1.731 euro sono dovuti selo stesso medicinale cambia formulazione (gocce, anzi-chè granuli, compresse o sciroppi). Si tratta di costi chenon hanno eguali in Europa. Alla fine dei conti, a frontedi un mercato che nel 2012 ha fatturato 165 milioni dieuro, la GU “decreta” che 80 milioni di essi dovrebberoessere destinati al pagamento delle spese di registrazione.

Il medicinale omeopatico, un futurofantasmaPer sostenere, almeno in parte, questi costi di registra-zione occorrerebbe che la più parte dei medicinali omeo-patici venisse venduta in quantità tale da giustificare talicosti. Tuttavia, a quanto ci dicono le aziende, la più partedei medicinali è venduta in lotti inferiori a 500 pezzil’anno. Tralascio, dal momento che il nostro articolo èpubblicato su una rivista di area omeopatica, di spiegareperchè un medicinale venduto anche in soli cinque pezzil’anno sia altrettanto necessario, importante e imperdi-bile di uno venduto in oltre 10.000 pezzi l’anno. Se icosti di registrazione dovessero essere quelli stabiliti dallaattuale legge italiana, non è difficile prevedere che essispariranno nella massima parte dal commercio italiano.

L’AIFA e la storica protesta nazionaleNello scorso mese di settembre l’AIFA ha convocato aRoma le aziende del medicinale omeopatico insieme alleassociazioni dei medici omeopatici e antroposofici e deicittadini. Un evento storico, giacchè tutti i protagonistihanno potuto interloquire insieme con il governo ita-liano. Nell’occasione AIFA ha tracciato regole e calen-dario per la consegna dei dossier necessari alla registra-zione dei medicinali omeopatici: invii settimanali di dos-sier che dovevano iniziare nel mese di ottobre per con-cludersi nel giugno 2014 in modo da andare a regimedal gennaio 2015. L’incontro in AIFA è stato l’occasioneper riaffermare da parte delle aziende che tale registra-zione non è fattibile a causa dei costi esorbitanti e sullalegalità dei quali è atteso per il prossimo mese di febbraioil parere del TAR del Lazio. Così le registrazioni, nono-stante siano state fissate, non sono di fatto cominciate.All’’indomani dell’incontro con AIFA si è assistito ad unaprotesta storica poichè tutte le SMS e associazioni deimedici prescrittori di omeopatici e antroposofici(SIOMI, SIMA, SMB, FIAMO) e delle scuole di for-

mazione insieme a LMHI e a ECH hanno sottoscrittouna lettera inviata a tutti i rappresentanti del governoitaliano con la quale chiedono essenzialmente: a) una re-visione degli improponibili costi di registrazione unifor-mando le richieste italiane a quelle già in vigore inEuropa; b) nuove norme meno punitive per la produ-zione di estemporanei (magistrali) omeopatici da ricettamedica (come avviene ad es. in Germania e Francia); c)regole di registrazione meno onerose per i medicinalimeno prescritti.La lettera ha finalmente scosso le Istituzioni e, a seguitodi essa, la Commissione Affari Sociali della Camera deiDeputati ha presentato una interrogazione tesa ad assu-mere iniziative urgenti per ripristinare un tavolo di con-fronto tra Aziende e AIFA, avviare una prima fase diregistrazione definita “sperimentale” con lo scopo di ca-librare il meccanismo individuandone le criticità, ricon-siderare infine i tempi necessari per la fine della fasetransitoria ampliando la deadline oltre il dicembre 2014.Un moto di buon senso che ha dato il via ad una nuovaconcertazione tra Aziende e Istituzioni. Nel mentre scri-viamo sembra che le tariffe saranno riviste grazie ad unnuovo Decreto che sconfessi il precedente. Vedremo neiprossimi mesi quale sarà lo scenario.

La situazione attuale:la lettera alle aziende virtuoseSebbene il 2015 sia ancora lontano, da più di un annosono spariti dal mercato italiano diversi medicinali uni-tari e composti nonchè diverse forme farmaceutichedegli stessi. Ancora una volta i cittadini e i medici si tro-vano ad assistere impotenti a una perdita di scelte tera-peutiche essendo essa stata coatta da una decisionelegislativa aberrante. Una volta di più essi devono affi-dare il loro diritto alla cura al parere di una magistraturache modifichi decisioni prese con leggerezza dalla classepolitica. All’indomani dell’azione politica compatta versoil governo le SMS e Associazione di omeopatia e antro-posofia e dei relativi pazienti hanno scritto una lettera atutte le Aziende del settore con la quale chiedono altret-tanta sensibilità affinchè, sulla scia delle difficoltà rap-presentate, si adoperino per garantire il reperimento ditutti i medicinali necessari alle peculiarità terapeutichedell’omeopatia e dell’antroposofia. Si chiude così solouna puntata di una brutta storia che fa toccare con manol’incapacità delle nostre Istituzioni. Nel tempo a venirenon mancheremo di tenere informati i nostri lettori dallepagine di Omeopatia33 (www.omeopatia33.it) e dal sitodella nostra Società (www.siomi.it). g

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IN PRIMO PIANO

La cultura occidentale nasce dalla disputa fra Eraclitoe Parmenide sui principi che governano il mondo.Se avessero fatto almeno pari, il mondo sarebbe stato

diverso e non sarei stato qui a discettare proposizioni, chei lettori sono ampiamente giustificati a non condividere,riguardo all’oggettività della biomedicina e di tutti i metoditerapeutici che vengono correntemente utilizzati. Ma pur-troppo ha vinto Parmenide e nell’affresco “Scuola di Atene”di Raffaello, che si trova in Vaticano nella Stanza delle Se-gnature, Eraclito se ne sta in basso, distaccato dagli altri,con lo sguardo opaco e il non sorriso rassegnato del per-dente. La conseguenza di tutto questo è stata che gli uo-mini nel loro progresso hanno creduto nella semplicitàdella natura e per rendere la cosa più facile hanno assuntocome postulato l’esistenza di un concetto di invarianzanell’analisi fenomenologica che permettesse la formula-zione di leggi e teorie. Tutto il pensiero della rivoluzionescientifica è stato volto alla ricerca di regolarità nei feno-meni osservati. Questa regolarità ha l’indubbio vantaggiodi permettere una formulazione logica dei risultati speri-mentali e soprattutto di fregiarsi dell’adozione di un me-todo oggettivo. Il carattere fondamentale di tale metodo,infatti, è che gli stessi esperimenti devono dare sempre glistessi risultati indipendentemente da chi li fa e questo è so-stenuto supportare l’idea del risultato dell’esperimentocome base della teoria, che etimologicamente significa “vi-sione di Dio”. L’oggettività significa che una entità esisteindipendentemente da un osservatore, col che intrinseca-mente si viene a definire quello che nell’astratto costituiscela verità assoluta. Sottolineo che questo comportamentoritualizza l’ottimismo dell’uomo di scienza e che le propo-sizioni antecedenti implicano tre aspetti fondamentali. Ilprimo è il concetto di simmetria: la semplicità della naturapuò essere interpretata per mezzo di modelli geometricisemplici o di equazioni lineari che definiscono in genere leteorie, in quanto si tende a evidenziare il rapporto di causa-effetto. E’ il livello più basso del cosiddetto metodo scien-tifico, che si riassume matematicamente nell’equazione y= kx. Il secondo è il concetto di oggettività, che si basa sullapresunzione di identificare la realtà fisica con la fenome-nologia ovvero con quello che ci appare. Ancorchè si vogliaignorare la sentenza di Eraclito che la natura ama nascon-dersi, si deve pur sempre notare che l’attributo “oggettivo”dovrebbe essere sinonimo di “verificabile” per non crearelecite confusioni. Ancora meglio Niels Bohr e la scuola diCopenaghen, il cui pensiero formulato quasi un secolo faha rivoluzionato la nostra civiltà, sostenevano che oggettivosignifica semplicemente insegnabile, dal momento che nes-suno meglio di loro ha mai avuto il senso di provvisorietàdella cosiddetta asserzione scientifica. Il terzo e ultimo

aspetto è che la presunta regolarità degli eventi naturali puòspesso essere connessa con le convinzioni religiose, potendogli eventi stessi essere presunti essere espressione di leggidivine. Ma se la componente mistica diventa dominante,come fu in Pitagora, Meister Eckhart, Keplero e gli alchi-misti (fino allo stesso Newton) ed è tutt’oggi nei credi re-ligiosi orientali, è abbastanza ovvio che la molteplicità deifenomeni naturali diventa insignificante per l’uomo discienza essendo esso proiettato a superarli per avere la vi-sione dell’unità: il Tao, tanto per rimanere sul banale, an-ticipando di secoli una visione della fenomenologia chevenne introdotta in occidente dalla meccanica quantisticanel secolo scorso, offre un esempio estremamente illumi-nante in questo senso. Tuttavia anche in assenza di misti-cismo, si possono introdurre principi di indeterminazionecome fece Avicenna nel “Libro della guarigione” che, primagrande bibbia che canonizzò l’integrazione della medicinatradizionale (Ippocrate e Galeno) con una medicina alter-nativa, l’indiana Ayurveda, per sette secoli costituì il testoufficiale nell’ambito dell’arte della Medicina in tutto ilmondo occidentale. I principi della filosofia e le leggi na-turali - sentenziò Avicenna - sono eterni e immutabili enon possono essere contraddetti dall’esperienza, visto cheil mondo è lungi dall’essere perfetto.

Il punto è che conoscenza e realtà son due cose diverse. Laconoscenza per l’uomo e per ogni essere vivente non puòessere che biologica: come tale prevede l’esistenza di unaautocoscienza da parte dell’osservatore e qualsiasi feno-meno deve essere interpretato come la risultante dell’in-treccio fra quello che deriva dall’esterno e la capacitàindividuale di ordinare i dati sensoriali che è caratteristicadella specifica autocoscienza dell’osservatore. Le teorie na-scono in quanto il fenomeno è interpretato attraverso lasovrapposizione di impulsi che derivano dall’interazioneindividuale con l’esterno e l’elaborazione personale di taliimpulsi causata dall’autocoscienza che si è formata sullabase di esperienze precedenti. C’è altresì da sottolineare chenon tutti gli impulsi provenienti dall’esterno vengono con-siderati, ma vengono selezionati solo quelli che l’osservatoresceglie seguendo i dettati della sua autocoscienza. In questosenso il risultato dell’osservazione dipende dal punto divista dell’osservatore. La Scienza non esiste come verità im-mutabile, ma esiste solo perché questo processo di elabo-razione è indefinito. Non esiste parimenti la conoscenzaoggettiva, ma solo quella soggettiva come aveva già antici-pato Platone, anche se la gran parte dei difensori della Evi-dence-based Medicine leggendo la metafora del mito dellaCaverna ne “La Repubblica” creda esattamente l’oppostosenza capire che tale mito altro non è che l’apologia delpensiero e dell’insegnamento di Socrate. Il carattere sog-

4 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

L’illusione dell’oggettività in Medicina

andrea deiDipartimento di Chimica, Università di FirenzeE-mail: [email protected]

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IN PRIMO PIANO

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gettivo della conoscenza umana è il carattere fondamentaledel pensiero di Galileo, forse influenzato dal neoplatoni-smo della Firenze rinascimentale, e tutta la rivoluzionescientifica si basa su questo concetto. Tale carattere è altresìla base del concetto di conoscenza neurofenomenologicacome formulata nel secolo scorso sia da Bateson in “Stepsto an Ecological Mind” che da Maturana e Varela in “Au-topoiesis and Cognition”. C’è altresì da ricordare che que-sto concetto è sposato in pieno dalla teoria dellacomplessità, anche se qui il carattere soggettivo assume unaltro significato rispetto a Platone, Galileo e i neurofeno-menologi. La conoscenza soggettiva, secondo questa teoria,altro non è che un mezzo utilizzato da un essere intelligenteper arrivare a raggiungere i suoi fini personali. Questa con-siderazione è molto importante per definire il ruolo illu-sorio della cosiddetta oggettività in medicina ed èabbastanza sorprendente che essa sia stata trascurata. Maforse nemmeno tanto: vediamo perchè.

La medicina moderna occidentale, altrimenti detta biome-dicina, è la roccaforte dei materialisti militanti. I suoi suc-cessi hanno dello stupefacente e nessuno può disconoscereil fatto che ha cambiato la vita di centinaia di milioni dipersone. Unita al progressivo benessere, alla disponibilitàdi cibo e ad una educazione appropriata dell’igiene dellapersona, essa ha contribuito a far aumentare le speranze divita delle recenti e presenti generazioni. Sottolineo che ilcontributo fondamentale è stato quello di mettere a puntonumerosi farmaci salva-vita e di avere sviluppato tecnichechirurgiche che hanno del miracoloso se viste con gli occhidi un solo secolo fa. Tuttavia, se nessuno può mettere indubbio l’efficacia di numerose procedure terapeutiche chenel giro di poche decine di anni sono state offerte e resedisponibili alla comunità, nessuno può essere così cieco dalnon vedere i limiti della biomedicina. Essa segue un ap-proccio meccanicistico che ha successo quando si conside-rano le proprietà meccaniche dell’organismo umano comela sostituzione di valvole cardiache, la stasatura delle arterie,la sostituzione di un’anca con una protesi e la rimozionedi un processo infettivo con un antibiotico. Pertanto haavuto ed ha successo fintantoché ha posto la propria atten-zione sulle anomalie meccaniche e biochimiche degli or-ganismi. Ma i ritmi di progresso stanno rallentando, lascoperta di nuove molecole in grado di essere adottatecome nuovi farmaci è sempre più risicata, molte malattiecroniche continuano ad affliggere i disgraziati che ne sof-frono, senza che la scienza medica, chiamiamola così, riescaa venirne a capo sia nella definizione della malattia chenella formulazione di una proposta terapeutica risolutoria.

Il medico materialista militante alza le spalle di fronte aqueste critiche dal momento che è orgoglioso dei successiraggiunti visto che l’hanno convinto ad esserlo, ma siadombra e si incupisce se gli si ricorda che esistono altri si-stemi terapeutici quali quelli offerti dalle medicine alter-native, che spesso vantano successi dove lui fallisce ofallirebbe. Questo semplicemente perché tali sistemi, nonessendo basati sul suo metodo scientifico, che lui ritieneoggettivo, per definizione non possono funzionare. Chi glidà una tale certezza?

Lo sviluppo della civiltà occidentale degli ultimi quattrosecoli può essere riassunta nella visione antropocentrica di

Francis Bacon, che per primo teorizzò la liceità della vio-lenza alla natura da parte dell’uomo per asservirla ai propribisogni e desideri, nel Discorso sul Metodo di Descartes contanto di separazione res cogitans e res extensa e per finirenella definizione di Kant della Scienza come verità assolutain quanto formulata come risultante di un giudizio sinte-tico a priori. Sfortunatamente per Kant nessuno gli avevafatto notare che l’esistenza di un concetto di verità assolutarichiedeva sempre l’esistenza di un postulato e che secondola sua logica un concetto a priori dello spazio e del tempoavrebbe richiesto una invarianza degli stessi rispetto alla na-tura della specie vivente considerata, come osservò Lorenzdue secoli dopo. Pertanto la Scienza non può essere definitaattraverso un concetto a priori e non può essere consideratauna verità assoluta.

Se, in poche parole, l’antropocentrismo di Bacon giustifical’agire per fini di utilità e fu determinante per lo sviluppodella Rivoluzione Scientifica, rendendosi mallevadore del-l’empirismo e del metodo scientifico (“conoscere è po-tenza” era il suo slogan), ben più pesante è stato ilcontributo di Descartes nell’ambito dello sviluppo dellamedicina. Il metodo proposto è quello dell’analisi riduzio-nista: la complessità della fenomenologia è solo apparentee può essere considerata come la risultante della sovrappo-sizione di molti eventi semplici. Non è difficile realizzareche questa metodologia sia facile da capire e sia pertantogradita alle menti semplici. Da qui la visione dell’organi-smo come una macchina, dove la malattia è da ritenersicome dovuta solo al difettoso funzionamento di un qual-che meccanismo. Quando un meccanismo funziona male,si prova ad accomodarlo, lo si elimina e talvolta lo si sosti-tuisce. E’ la base della biomedicina, che stante la separa-zione mente-materia, si occupa solo della materia. Lamente non conta: l’auto-coscienza, il proposito, lo scopo,la creatività, il libero arbitrio, i credo del medico e del pa-ziente, attori alleati contro il male sulla scena dell’esistenzanella visione di Ippocrate, non devono essere considerati,visto che la psiche è un accessorio biologico. La proiezionedi una tale concezione in fertili menti di medici in vena difantasie ha creato una corrente di pensiero che da anni so-stengo abbia distorto e snaturato il senso stesso della me-dicina. Sto parlando dell’Evidence-based Medicine.

L’Evidence-based Medicine (medicina basata sulle evi-denze) si basa su un concetto elementare, anche se c’è unbaco all’origine da rimuovere che è quello costituito dalconcetto di malattia e di salute. Ammesso che si accettinoi concetti di oggettivismo e costruttivismo come riportatodalla Stanford Encyclopedia of Philosophy, il concetto chiavedell’Evidence-based Medicine è nella definizione di DavidSackett, uno dei suoi più autorevoli teorici: “un approccioalla pratica clinica dove le decisioni cliniche risultano dal-l'integrazione tra l'esperienza del medico e l'utilizzo co-scienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori evidenzescientifiche disponibili, mediate dalle preferenze del pa-ziente”. Va detto che questa è la definizione rivista dai teo-rici di questa scuola di pensiero, dopo la pioggia di critichericevute da una parte della comunità medica all’enuncia-zione della prima formulazione che prevedeva l’elimina-zione nella pratica clinica di qualsiasi forma diprocedimento non sistematico da parte del medico. Tut-

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IN PRIMO PIANO

tavia al di là delle definizioni edulcorate o meno, la filosofiadi fondo che ha animato questo movimento non muta. Iltrattamento terapeutico della malattia viene determinatodalle cosiddette evidenze riportate nella letteratura scienti-fica, che in teoria da un punto di vista oggettivo sono le solein grado di dimostrarsi affidabili nel determinare la prassida seguire. Questo perché si sostiene che la crescita espo-nenziale della ricerca in medicina ha reso sempre più diffi-cile l’aggiornamento professionale e che l’applicazione dellenuove scoperte nella pratica terapeutica è estremamentelento. Tale imbarazzante carenza comporta il persisterenella pratica medica dell’uso di trattamenti errati o per lomeno poco efficaci. A questo si somma il fatto che la bio-medicina sta diventando troppo costosa (N.d.A. visto chela gente invecchia mediamente sempre di più) e che la do-manda di prestazioni sanitarie sta crescendo, dal momentoche la capacità di informazione degli utenti dei Servizi Sa-nitari Nazionali sta aumentando. Pertanto sia il medico,che non solo non si aggiorna con la letteratura medica, maè anche non sempre professionalmente capace e si basa suuna esperienza professionale spesso inadeguata, sia il pa-ziente, che, stante la sua ignoranza in materia, per defini-zione non è in grado di valutare la necessaria prassiterapeutica appropriata, non sono capaci di scegliere auto-nomamente in maniera corretta la strada da percorrere perarrivare alla guarigione. Da notare che la guarigione in que-sta visione illuminata non riguarda la restaurazione dellostato di normalità del paziente nella sua interazione conl’ambiente che lo circonda, ma ancora una volta deve essereunivocamente decisa attraverso la soddisfazione di certi pa-rametri standard, che sono l’unico criterio di oggettività.

Cosa vuol dire “oggettivo” nella medicina basata sull’evi-denza? Per comprendere questo aspetto, bisogna premet-tere che esiste un tentativo ripetuto di una parte dellasocietà volto a trasformare ogni atto naturale implicante ilgiudizio empirico dell’individuo in un atto nel quale il giu-dizio deve obbedire a una normativa. Nel campo della me-dicina il giudizio empirico non deve riguardare ladefinizione di uno stato fisiologico seguendo un canone euna sensibilità personale, ma è sicuramente preferibile,anche se non viene detto, definirlo secondo una normativa.Governare la vita del cittadino attraverso standard sembraessere la direttiva istituzionale massimamente gradita a chisi occupa in linea di principio del benessere sociale o a chisi adopra per trarre vantaggio personale dal raggiungi-mento di tale benessere. Torneremo più tardi su questoconcetto. Per quel che riguarda la medicina basata sull’evi-denza, come c’era da aspettarsi, i filosofi di regime si sonosperticati ad arrampicarsi sugli specchi per dimostrarne egiustificarne l’oggettività, definendo oggettivo solo quelloche può essere scoperto e misurato da certi metodi di in-dagine altamente specifici. Pertanto tutti gli aspetti del-l’esperienza non rivelabili e misurabili con questi metodisono da definirsi soggettivi nel senso che, essendo non reali,non possono essere considerati nell’ambito di una indaginerazionale. Questo di fatto svaluta tutti gli altri aspetti, anchese sono frutto di un potenziale buon ragionamento o diuna dimostrata capacità professionale. C’è soprattutto dasottolineare che ogni diagnosi può essere formulabile sullabase di sintomi specifici e che pertanto ogni malattia deveessere categorizzabile sulla base di sintomi facilmente os-

servabili e quantificabili. Tutti gli altri sintomi, che il pa-ziente può descrivere, ma che non possono essere osservatio quantificati, sono da ritenersi soggettivi e non sono daconsiderare. Anche se per il paziente tali sintomi sembranocostituire l’aspetto più importante della malattia e lui si di-lunghi a descriverne l’impatto sulla sua esistenza normale,la medicina non li deve considerare e si deve basare solosui sintomi oggettivi. E se la medicina si deve basare sullascienza, una persona è solo un corpo che scientificamenteè solo un esemplare di un corpo umano.

Apro una parentesi. Ci sono due aspetti per me insoppor-tabili nel movimento culturale della medicina basata sul-l’evidenze. Il primo è quello di voler trasformare coloro cheprofessano uno dei mestieri più belli del mondo, visto cheprevede la rimozione della sofferenza nei propri simili, inmembri di una Wermacht disciplinata, nel migliore deicasi, o in Ku-Klux-Klan, nel peggiore, sventolanti la ban-diera di un preteso neopositivismo. Tali eserciti hanno ilcomune scopo di dare la caccia alle streghe del postmoder-nismo, dal momento che così per loro si debbono definirei medici che considerano essenziale una relazione centratasul rapporto medico-paziente o, peggio, che (come i mediciesperti nelle CAM) adottano prassi terapeutiche non di-mostrabili secondo i canoni della cosiddetta scienza. L’altro,anche nella versione sfacciatamente edulcorata, che carat-terizza gli aspetti recenti del movimento culturale, è quellodi autoattribuirsi una missione didattica nei confronti dellaclasse medica, che le permetta di colmare le proprie lacunesugli sviluppi più recenti della letteratura medica. Aspettoindubbiamente lodevole, purchè non si utilizzi l’hitleriano“Mein Kampf” come manuale di supporto e sussidiario acotale missione didattica. Tuttavia l’impostazione non puòessere quella di auspicare la classe medica come un insiemedisciplinato e militarmente inquadrato, nel quale la perso-nalità del singolo si distingua dal coacervo della truppa perla capacità di lucidarsi meglio le fibbie e le scarpe per farriflettere fulgida la luce della medicina basata sulle evi-denze. C’è infine un aspetto più importante che riguardail metodo sperimentale, che tratteremo in seguito.

Come era ragionevole aspettarsi, l’inadeguatezza di talemodello è sempre stata sottolineata dai cultori delle Medi-cine Complementari, anche se non sempre, comprese lepagine di questa rivista, con la dovuta proprietà. In parti-colare la mia critica si rivolge a tutti coloro che hanno trat-tato con pigra sufficienza un tale tentativo di coercizioneculturale, senza sforzarsi di arrivare a una consapevolezzadei vincoli e delle pastoie che l’affermazione di tale movi-mento auspicava e avrebbe comportato. Per di più rara-mente si è messo in evidenza come gli stessi argomentivenissero utilizzati da molti anni da alcuni illuminati rap-presentanti del mondo della biomedicina che, al pari degliodierni sostenitori della Medicina Integrata, auspicavanouna rivoluzione del paradigma culturale della medicinamoderna a partire dalle fondamenta. Fra questi, come hopiù volte scritto, mi piace ricordare quello che venne indi-cato come il maestro dei maestri, Alvan Feinstein, figuracarismatica della seconda metà del secolo scorso nonchèuno dei padri riconosciuti dell’epidemiologia clinica. Ri-cordo la sua visione premonitrice che lo portò a formulareil concetto di comorbilità o comorbidità o anche comor-

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bosità, stante l’instabilità terminologica del vocabolariomedico, (“esistenza o contingenza di qualsiasi evento pa-tologico durante il decorso clinico di una determinata ma-lattia”) che con l’invecchiamento della popolazione implicaper la cura di chi è colpito da malattie croniche uno deglieventi che maggiormente contribuiscono a far lievitare laspesa sanitaria. Il suo insegnamento si compendia nel-l’espressione “Evidenza e fine della medicina” .

Il pensiero di Feinstein, come riportato da una numerosaserie di articoli fino al classico “Clinical Judgement” ap-parso nel 1967, si fonda su una critica pesante alla medi-cina accademica colpevole di non aver realizzato che solola persona può osservare, valutare e giudicare il propriostato di salute. La medicina quindi deve essere basata sullapersona e deve partire dal presupposto che i pazienti de-vono essere protagonisti al pari del medico nel percorso diguarigione. Riprendendo quanto ho scritto in passato, eglisostenne che la capacità professionale e il buon senso pra-tico del medico dovessero essere integrati con il ragiona-mento clinico, che a sua volta non poteva costituire di persè il mezzo per raggiungere la guarigione. Il medico insiemeal paziente doveva valutare e stabilire in che cosa dovesseconsistere lo stato di guarigione e lo stato di salute. Questopunto di vista era assolutamente controcorrente in un pe-riodo nel quale i diritti e l’autonomia del malato non eranostati riconosciuti, dal momento che la bioetica cominciòad affermarsi diversi anni più tardi. Negli anni novantaFeinstein riconobbe che molto era stato fatto in questocampo, ma che sposare gli ideali della bioetica non era ab-bastanza. Bisognava cambiare tutta la medicina, sia a livellometodologico sia a livello della pratica medica, rifuggendoda ogni dogma o schema precostituito. Con questo riaf-fermava la visione scientifica aristotelica, secondo la qualeil metodo viene ad essere definito volta per volta dal sistemaconsiderato. Non è quindi un caso che prima di morirefosse uno dei più feroci critici della medicina basata sulleevidenze sostenendo che “lo scopo lodevole di prenderedecisioni cliniche supportate scientificamente fosse forte-mente danneggiato e quasi vanificato dalla ricerca della mi-gliore evidenza disponibile.” Questo modo di procedereportava infatti alla legittimazione degli abusi peggiori conla scrittura di linee guida inadeguate, che inducevano unafede cieca in dogmi che non avevano ragione di essere adot-tati. Non a caso nei suoi confronti scattò la macchina delfango, usando un’espressione purtroppo trista delle recenticronache italiane, con il chiaro scopo di demolirne la cri-stallinità culturale attraverso la voluta misinterpretazionedi una sua asserzione riguardante gli effetti del fumo.

Non sono un medico, però se devo parlare di scienza sobene cosa significa esperimento scientifico e so bene cosasignifica oggettività. Qualsiasi esperimento scientifico pre-vede un sistema da osservare e un osservatore: le due entitàsi dicono intrecciate (entangled) e non è possibile disaggre-gare le due entità. In pratica intreccio significa che non èpossibile conoscere le proprietà delle due unità separate,ma solo quelle del loro insieme. Il problema in filosofiadella scienza va sotto il nome del problema della misura inquanto il risultato dell’esperimento è sempre determinatodal punto di vista dell’osservatore. Gli allievi dei fondatoridei Circoli di Vienna e di Berlino, quando si trasferirono

nei paesi anglosassoni a predicare la ricerca dell’oggettivitàdel pensiero filosofico, potevano stare un po’più attenti aquella che era stata la causa di tale indirizzo conoscitivo.Era stata appunto la formulazione della meccanica quan-tistica, che aveva introdotto il concetto di entanglement,anche se poi come abbiamo detto in precedenza era unaversione evoluzionistica della concezione di Platone. La co-noscenza è un fenomeno biologico e in linea di principiodipende costitutivamente dall’osservatore in funzione delgrado di distinzioni che è capace di fare e pertanto dipendedalla natura. dalla storia e dalle esperienze precedenti del-l’osservatore, come sottolinea Maturana in “The biologicalfoundations of self-consciousness”. Pertanto nell’ambitodella ricerca scientifica l’oggettività, a meno che con essanon si voglia intendere tutto quello che può essere inse-gnato, è una illusione e se la medicina vuol fregiarsi del-l’attributo di disciplina scientifica, deve parimenti accettareil carattere illusorio di quello che viene ritenuto oggettivo,che ripeto è diverso da verificabile.

L’asserzione cosiddetta scientifica di per sè non ha bisognodi oggettività in quanto non spiega una realtà indipendentedall’osservatore dal momento che il carattere intrinseco del-l’umano è tale da, come abbiamo già detto, non poter di-stinguere fra percezione, illusione e allucinazione a menodell’introduzione di un postulato. La scienza è figlia dellacomunicazione e va concepita solo come l’insieme di as-serzioni consensuali nell’ambito di una comunità di osser-vatori che presentano le stesse domande alla natura. Ma lamedicina è molto di più: oltre alle affermazioni consen-suali, la medicina non può prescindere dall’intreccio me-dico-paziente e pretendere che questo possa avvenire nonè solo riaffermare quel carattere di umanità che deve carat-terizzare l’atto medico, (e qui ricordo la differenza essen-ziale fra realtà e atto) ma il negarlo è estremamente graveda un punto di vista etico perché pesantemente condizio-nante la possibilità di guarigione del paziente stesso. La me-dicina non è questa: è l’interazione fra medico e paziente,ciascuno con la sua autocoscienza e ciascuno con i suoi do-mini di esistenza in funzione di ciò che ognuno dei due èin grado di distinguere. Ecco che a questo punto diventanoimportanti le credenze, le convinzioni, le aspettative future,la fede religiosa, ovvero tutto quello che si compendia intutte le parole che derivano da psiche, come si vede chia-ramente dall’esistenza della risposta placebo, che la biome-dicina disprezza salvo tirarla in ballo quando le fa comodo.Pertanto non ci si può ridurre alla ricerca limitata a un certonumero di relazioni causali trascurando in poche parole lacontinuità della vita, che collega a ritroso l’evento dellostato di malessere con i fenomeni di adattamento di un or-ganismo vivente a partire dal suo concepimento. Il solo as-sistere alla derisione dell’effetto placebo e del potere dellasperanza in esso implicito è umanamente mortificante. Inun soggetto in cui sono operative oltre a relazioni causaliche influenzano il processo chimico-fisico della vita, i pro-cessi psichici che parimenti la influenzano, non è forse na-turale che essi debbano essere considerati come auto-correlantisi o più semplicemente non vadano essi concepiticome i costituenti di un’unica unità, che è appunto il pa-ziente? La medicina per me può avere un futuro solo nelsenso che, come abbiamo visto precedentemente, auspicòAlvan Feinstein e il successo delle medicine complementari

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supporta questa mia asserzione. E allora perché si insiste aeducare gli studenti di medicina, sventolando la bandieradi una oggettività che non esiste? E perchè si invitano i me-dici a formulare diagnosi, sostenendo che essi possano farlocorrettamente sulla base solo di quei parametri che è statoloro spiegato essere ritenuti oggettivi in quanto basati suincontrovertibili metodi scientifici?

Il motivo è semplice. Fondare una società sulla scientificitàè una caratteristica della civiltà occidentale, e, come ha so-stenuto per tanti anni Bertrand Russell, essa permette dipostulare l’esistenza di una realtà superiore alle illusioni ealle credenze che impastoiano la società umana, anche per-ché i comuni cittadini non possono verificare quanto as-seriscono gli esperti, veri o presunti che siano. La scienzanella credenza popolare è l’unica realtà che permette lacomprensione del mondo nel quale viviamo e nell’iperu-ranio popolare è indiscutibile, immutabile e quindi per de-finizione oggettiva. Come ho sempre sostenuto, i medicinella società rappresentano una classe sacerdotale, visto chesono demandati a risolvere le pene e le paure della pletorainginocchiata dei loro simili e a additare loro la strada dapercorrere per un futuro senza sofferenze. Questo poterenon deve essere messo in dubbio e possibilmente deve es-sere implicito nella morale collettiva. Perché questo si man-tenga nel mondo moderno è necessario proteggere questaattività sacerdotale sotto l’aureola referenziale della scien-tificità. Il punto debole di tutto questo è la constatazioneche la scienza è un’attività umana, essa cambia con la storiadell’uomo e non esiste nessun iperuranio. La presunzioneche la medicina sia oggettiva è fuorviante sia per quello cheriguarda la società che per quello che riguarda l’opinioneche i medici hanno di se stessi. Tale presunzione favoriscel’illusione e l’autoillusione e, quello che è peggio, denatural’essenza dell’atto medico.

La medicina si è sviluppata in maniera prodigiosa nel se-colo passato, ma, come abbiamo già detto, questo ritmodi sviluppo sta rallentando, malgrado l’enorme massa didenaro che viene devoluta alla ricerca medica. I nuovi prin-cipi attivi in grado di essere utilizzati farmacologicamentesono spesso molecole modificate di principi attivi preesi-stenti, mentre le molecole veramente nuove che si sco-prono ogni anno spesso si contano sulle dita di una manoo al più di due. Le grandi scoperte della biologia hannopermesso di conoscere il perché di tanti meccanismi bio-logici a livello molecolare, ma il ritorno della conoscenzadel perché, a livello applicativo, è stato estremamente limi-tato. Basti pensare all’illusione che ha generato la conce-zione della vita basata sul gene e gli investimenti di miliardie miliardi di dollari che ne sono seguiti. Ma poiché l’orga-nismo non è il solo risultato di un software intrinseco inun DNA, ma anche della storia delle interazioni conl’esterno dell’organismo stesso, posso tranquillamente pre-dire che, come già si sta verificando, questa strada non por-terà da nessuna parte. Quando ai farmaci naturali e alleloro varianti sintetiche si è cercato di aggiungere nuovi far-maci progettati in maniera razionale sulle conoscenze dellabiologia molecolare, genomi inclusi, i risultati sono stati

molto deludenti. La ricerca è carissima e le case farmaceu-tiche fanno di tutto per risultare credibili sul mercato pro-muovendo farmaci il cui costo sempre più alto vienegiustificato da un’efficacia basata sulla ricerca scientifica.Se tale efficacia spesso non merita giustificazione, pazienza.Si possono sempre pagare scienziati famosi per scrivere osemplicemente figurare come autori di studi attestanti leproprietà meravigliose del farmaco, (caso del Prempro,leggi terapia ormonale sostitutiva, che è stato poi scopertoaver causato il cancro al seno di decine di migliaia didonne), si possono nascondere studi che dimostrano l’in-sorgenza di effetti collaterali serissimi, e soprattutto si pos-sono influenzare le istituzioni, l’educazione universitaria, iServizi Sanitari nazionali, le commissioni per i finanzia-menti pubblici per la ricerca e le agenzie che dovrebberovigilare e regolare il commercio dei farmaci. Tutto questorichiede una giustificazione e questa può essere trovata conla spesso illusoria etichetta di scientificità, che per defini-zione viene associata all’oggettività. Poiché il grosso degliinteressi gravita sulla biomedicina, questo ha una enormeconseguenza sul piano delle scelte politiche e economiche.Di fatto si cerca di rimuovere ogni tentativo di evoluzionedella medicina verso la sperimentazione di nuove terapiequali quelle implicanti l’integrazione con medicine com-plementari e nel contempo si cerca di promuovere una me-dicina che pretende di ordinare secondo un rigorosometodo scientifico una realtà complessa come lo stato disalute dei cittadini. Quest’ultima posizione è apparente-mente difficilmente criticabile, in quanto la si può far pas-sare come una visione illuminata capace di riscuotere ilconsenso dei più. Resta il fatto che come scriveva il 19 ot-tobre 2013 l’autorevole The Economist, questo modo di ge-stire la salute pubblica ha portato in circolazione prodottisupportati da studi la cui riproducibilità nella gran partedei casi è fallita. Il giornale riporta che solo sei su 53 studipubblicati su un farmaco anticancro si sono dimostrati va-lidi, che la Bayer nel testare i lavori riguardanti numerosiprincipi attivi ha serie difficoltà a supportarne l’efficacia eche la gran parte dei lavori pubblicati dalle società di bio-tecnologie è semplicemente irripetibile a livello di verifica.Risparmio il lettore da un ulteriore lungo elenco di nefan-dezze, con buona pace dell’oggettività propugnata dal mo-vimento della medicina basata sulle evidenze e dei databaseper supportare le carenze dell’informazione e dell’aggior-namento nel campo della terapeutica medica. Il titolo del-l’editoriale dell’Economist “How Science goes wrong” misembra particolarmente illuminante nel suo implicito ot-timismo venato di ribrezzo. g

ringraziamento - Sono indebitato con il dottor PasqualeTotaro (Firenze INSTM) per avermi segnalato l’articolo sul“The Economist”. Un caloroso e paternamente compiaciutograzie a mio figlio Lupo, studente non illuso del corso di laureain medicina, per la sagacia delle sue osservazioni, per il co-stante incoraggiamento a mostrargli un panorama implemen-tato rispetto a quello recepito sui banchi dell’accademia e peri suggerimenti glossatori nella revisione del testo originale diquesto manoscritto.

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L’estratto che segue ha come finalità quella di illustrare come eperché il sound design può essere applicato alle strutture ospeda-liere con risultati positivi per pazienti e personale. Sarà fattoanche riferimento all’ospedale Petruccioli di Pitigliano in To-scana (che vede come responsabile del progetto sanitario ladott.ssa Simonetta Bernardini), primo esempio in Italia di unospedale in cui vengono utilizzate medicine integrate tra le qualipotrebbe figurare in futuro la suono-terapia. Questo lavoro èstato curato dal prof. Fabio Pianigiani, professore di tecniche diproduzione musicale presso l’Università di Siena.

Quello che noi percepiamo come suono è una varia-zione, rispetto a un valore costante, nella pressionedell’aria. Affinché un suono si possa propagare ha

bisogno di un mezzo che lo trasporti. Circa il 70% del corpoumano è composto da acqua, eccellente conduttore delle vi-brazioni, ecco perché percepiamo il suono scorrere lungotutto il nostro corpo. Il suono non è un fenomeno pura-mente fisico, i suoi parametri sono determinati dal nostroapparato percettivo, così da segnale acustico diventa una sen-sazione percettiva.L’apparato uditivo è distinto in tre porzioni: apparato di tra-smissione (costituito da padiglione auricolare, condotto udi-tivo esterno, orecchio medio, canale cocleare); apparato ditrasduzione (costituito dalle cellule sensoriali dell’organo deiCorti, sede di trasformazione dello stimolo meccanico in sti-molo nervoso); apparato di codificazione e decodificazione(costituito dalle terminazioni dei prolungamenti perifericoe centrale). I sistemi percettivi possono essere analizzati comedelle funzioni di input/output. Nel caso del sistema uditivol’input è il segnale acustico, vibrazioni che partono da sor-genti sonore e arrivano al nostro orecchio; l’output è la com-prensione del messaggio sonoro (linguaggio, musica,rumore) e la ricostruzione della mappa spaziale delle sor-genti. La percezione uditiva è in qualche modo un atto pri-mitivo di categorizzazione. Gli input sensoriali vengonoanalizzati e gli viene attribuita una classe di cose o eventi. Leclassi si sviluppano in base all’esperienza e possiedono trattidistintivi. La percezione uditiva comprende non solo l’iden-tificazione di questi tratti distintivi, ma anche il confrontocon una classe di eventi sviluppata o in via di sviluppo. Unruolo importante spetta quindi anche alla memoria e all’ap-prendimento. I parametri della percezione sono: volume(l’ampiezza del segnale viene misurata in termini di intensitàsonora sulla scala dei dB), altezza, timbro e durata. Il rumoreè un suono ma con alcune caratteristiche differenti e perce-pito diversamente dall’uomo, ricollegato a sensazioni uditivee percettive spiacevoli di fastidio e danno. Nella sua propa-gazione il rumore è un segnale di disturbo che altera la tra-

smissione di una informazione in un sistema, riducendoneil contenuto. Gli studi sul rumore comprendono l’analisidegli effetti e le possibili limitazioni sia in termini operativiche legislativi. Le caratteristiche fisiche del rumore per la va-lutazione del danno acustico sono principalmente l’intensitàe la frequenza. L’orecchio umano percepisce suoni di fre-quenza compresa tra 16 e 20.000 Hz e li tollera fino all’in-tensità di 120/130 dB; i suoni di frequenza superiore(ultrasuoni) possono danneggiare l’orecchio anche se nonpercepiti. Purtroppo il corpo umano non è strutturato perdifendersi dal rumore, al segnale acustico intrusivo l’uomoassocia uno stato reattivo di allarme che tende a influenzaretutto il sistema (nervoso, apparato cardiovascolare, digerentee respiratorio).Quando un suono si propaga in una stanza raggiunge l’ascol-tatore in diversi modi. Il primo segnale che arriva all’ascol-tatore è anche il più forte ed è quello diretto ossia quello checompie il percorso minore tra sorgente sonora e ascoltatore.Dopo arrivano i segnali che hanno subito una sola riflessionesu una parete e che hanno perso energia. Da ultimo arrivanotutti gli altri segnali che hanno subito più di una riflessione.Altri comportamenti del suono nella sua propagazione sono:rifrazione (un’onda che attraversa due mezzi di diversa den-sità cambia direzione nel passaggio dall’uno all’altro); diffra-zione (quando un suono aggira un ostacolo); assorbimento(conversione di energia acustica in energia termica da partedi una superficie: quando un suono viene a contatto con unostacolo, gli trasferisce energia che viene dissipata sotto formadi calore). In generale questi fenomeni sono tutti presentinel momento in cui un’onda sonora incontra un ostacolo.

Suono e medicinaIl trinomio musica-medicina-uomo è molto antico e benstretto. Con l’uso del suono, del ritmo e del canto, è possibileaccedere al mondo dell’armonia e accordare il nostro essere.Molti dei nostri comportamenti quotidiani sono azioni in-consce legate all’effetto terapeutico e positivo che la musicaha sul nostro organismo. La musica è una costante nella vitae nelle attività dell’uomo come le ninna-nanne canticchiatedalle madri, i canti per incoraggiare il gruppo di uomini du-rante le battute di caccia o musica suonata per celebrareeventi collettivi (come anche il lavoro nei campi), o durantele marce di guerra. La musicoterapia nasce dalla funzione te-rapeutica intrinseca alla musica che è formata da suoni cioèvibrazioni. Vede la malattia come una disarmonia tra lo spi-rito e il corpo, e fa in modo che la persona riprenda il con-trollo sul fisico e sulla mente aumentando la capacità dicurarsi. E’ una scienza che riflette sul complesso rapportobiologico e psicologico fra il suono e l’essere umano e elabora

Sound Design e strutture sanitarie

Valeria mazzantiLaurea magistrale in Scienze della ComunicazioneE-mail: [email protected]

CONTRIBUTI ORIGINALI

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le strategie terapeutiche atte a migliorare, mantenere, rista-bilire la salute mentale e fisica. Il termine “musicoterapia” siritrova fin dall’antica Grecia e denota il ricorso ad esperienzemusicali e sonore sia attive (dove si impiega musica e il suonoper coltivare espressioni creative, comunicative) sia passive,come l’ascolto. Musicoterapia è anche l’uso della musica edegli elementi musicali per favorire l’integrazione fisica, psi-cologica, emotiva e spirituale dell’individuo. La musica haun importante ruolo nel facilitare la comunicazione, l’ap-prendimento, la motricità (vedi il binomio musica-danza) el’espressione. Il potere curativo della musica può: rallentareed equalizzare le onde cerebrali; agire su respirazione, battitocardiaco, abbassamento o innalzamento della pressione san-guigna, coordinamento motorio, temperatura del corpo, li-vello di endorfine e ormoni, diminuzione della percezionedel dolore. Il concetto di “salute” viene definito come lo statodi benessere fisico e psichico dell’organismo considerato nelsuo insieme e nella sua integrazione con l’ambiente. Noncorrisponde alla semplice assenza di malattie ma esprime unacondizione di complessiva efficienza psicofisica. Nel 1946l’OMS ha definito “salute” come “uno stato di completo be-nessere fisico, mentale e sociale”.Le popolazioni primitive non avevano nozioni scientificheche potessero dare una spiegazione alla causa delle malattie.Venivano ricondotte a cause sovrannaturali, e veniva richie-sto l’aiuto degli sciamani che usavano rituali basati anche sulsuono. Troviamo che anche nella tradizione Hindu la crea-zione è cominciata con la parola, nella cultura giudaico-cri-stiana “in principio era il Verbo” e nei Mantra l’essenza dellaparola e del suono è OM. I Mantra sono una combinazioneprecisa di suoni e parole, ad ognuna delle quali si associa unasola frequenza, vibrazione e forma energetica. Le vibrazioniMantra riconnettono l’uomo con suoni e vibrazioni dellanatura e della nostra essenza, riportandoci in uno stato diarmonia ed equilibrio. Le vibrazioni nascono dal nostro in-terno perché prodotte dalla nostra voce, recitarli è un pro-cesso attivo volontario, e per questo efficace. Tra gli antichigreci la musica diventò un’arte e una scienza che combinavail cantare e danzare, declamare, suonare strumenti musicali,con la matematica e l’astronomia. Ma non solo, anche i mitine sono permeati. Prendendo ad esempio la musica nei mitigreci, i musicisti erano gli Dei stessi o i satiri. Apollo è unabella figura della poetica greca, Dio di tutte le arti, della me-dicina e della musica, è stato il musicista che ha deliziatol’olimpo suonando la lira d’oro. “Musica” prende il suonome dalle nove muse, le figlie di Zeus con a capo Apollo,che presiedevano sopra alcuni aspetti della letteratura, arti escienze. Euterpe, musa della lirica della poesia e musica, erarappresentata con il doppio flauto.Le origini della scienza musicale vengono fatte risalire a Pi-tagora al quale si attribuisce la formulazione in termini ma-tematici della relazione tra lunghezze delle corde e le altezzedei suoni emessi. Il culmine viene raggiunto con Platone eAristotele intorno al 300-400 a. C., le consonanze musicalirispecchiano le armonie delle sfere celesti e si ha un’imma-gine della musica come espressione di armonia del mondo.Sia per Platone che per Aristotele la musica era importanteper l’educazione, per i rapporti interpersonali, nell’arte, nellareligione e per la vita pubblica. Dobbiamo poi arrivare allaseconda metà del XVII secolo quando vengono fondate indiversi paesi le prime Accademie destinate alla ricerca scien-

tifica per poter trovare nuovamente studi sull’argomento. Sisvilupparono poi studi come l’acustica musicale, fisiologica,la psicoacustica. “Perché l’uomo spende così tanto tempo aascoltare e produrre musica? ” Questa la domanda di Darwina cui risponde applicando il principio di sopravvivenza dellaspecie. La musica compare e sopravvive in tutte le civiltà. Èinnata nell’uomo, il ritmo, l’armonia creano l’uomo, ed èper questo che la musica sopravvive, si sviluppa e la produ-ciamo traendone beneficio e piacere. Durante la secondaguerra mondiale gli studi sulla musicoterapia ebbero unaforte crescita soprattutto negli ospedali militari dove i musi-cisti offrivano di suonare per intrattenere i feriti riscontrandorisultati positivi. Esistono varie tecniche di musicoterapiacome il massaggio sonoro, la diapason terapia, le ciotole ti-betane. In questo contesto specifichiamo l’esperienza di Al-fred Tomatis, inventore del metodo che porta il suo nome,che scelse il canto gregoriano e la musica di Mozart, comefondamento degli ascolti rieducativi e curativi, e l’orecchiocome organo di consapevolezza. Nei canti gregoriani si creauna armonia tra il canto e il respiro. Grazie a questo la respi-razione si calma, il battito cardiaco rallenta, la tensione dellearterie diminuisce, e si raggiunge uno stato di concentrazionee rilassamento. Tomatis ipotizzò l’esistenza di un legame tralo sviluppo psichico della personalità e l’esperienza del-l’ascolto, che è alla base dell’Audiopsicofonologia. Creò unapparecchio chiamato “orecchio elettronico” per stimolarela correzione delle frequenze alterate e riportare l’organo udi-tivo ad ascoltare suoni ricchi di frequenze acute. Il materialesonoro utilizzato è composto principalmente da opere diMozart, in particolare concerti ricchi di frequenze acute. Se-condo Tomatis infatti Mozart fu “l’ascoltatore per eccellenza,si mise a comporre prima che il suo apparato uditivo e il suosistema neurologico fossero inquinati”. L’effetto Mozart è iltermine coniato da Tomatis per il presunto aumento nellosviluppo cerebrale che si verifica nei bambini sotto i 3 anniquando ascoltano la musica di Mozart, anche se interesse alriguardo si ebbe solo nel 1993 con la pubblicazione su Na-ture di un articolo di Rauscher e Shaw. Essi riferivano unaumento dei punteggi in alcuni test d’intelligenza a seguitodell’ascolto dell’Allegro con spirito dalla Sonata in Re mag-giore per due pianoforti K448 di Mozart. Alla domanda sulperché la musica di Mozart fosse la più indicata per rafforzarei processi creativi dell’emisfero destro, Shaw rispose con lateoria esposta da Tomatis: poiché la musica di Mozart è riccadi alte frequenze (che danno energia al cervello, potenziandola capacità di apprendere, concentrarsi). Il cervello è un or-gano che riceve input dai vari organi sensoriali e rilascia out-put ai muscoli e alle ghiandole. La corteccia cerebrale (dovesi organizzano le informazioni pervenute, si immagazzinanole esperienze, si comprende il linguaggio, si ascolta la musicae si guardano le immagini), il talamo e il sistema limbicocontrollano tutte le nostre attività da quelle motorie a quelleemozionali. Il cervello è suddiviso in due emisferi: destro(sede delle attività creative, musicali, spaziali, espressive edella fantasia), sinistro (sede di tutte quelle attività analiticheche coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo). La sud-divisione non è però così netta: entrambi gli emisferi sonocoinvolti nei processi analitici e artistici. Il cervello quindielabora la musica, scomponendo le informazioni del segnalee rilascia impulsi e stimoli. L’attenzione scientifica posta sulsuono negli ultimi secoli vede la nascita di studi in incentrati

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CONTRIBUTI ORIGINALI

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sull’effetto dei suoni sul cervello. Le neuroscienze rappresen-tano lo studio biologico del sistema nervoso, lavorando sudiverse grandezze dei sistemi neurali, intrecciandosi con lescienze cognitive e con la psicologia. Possiamo osservare l’at-tività del cervello e le zone attivate quando ascoltiamo la mu-sica attraverso l’fRMI (risonanza magnetica funzionale)perché i neuroni sono tenuti in vita attraverso l’apporto diossigeno portato dal sangue.

Sound Design, Healing Sounde inquinamento acusticoIl sound design nasce nella seconda metà del XX secolo,quando le nuove tecnologie permettono la manipolazioneaudio e lo studio delle parti fondamentali del suono. Il suonovirtuale e l’elaborazione del suono acustico reale, hanno datoorigine ad un nuovo mondo sonoro, dove qualsiasi ideazionesonora è realizzabile e qualsiasi evento acustico reale è sezio-nabile e riproducibile. Il termine Healing Sound determinal’uso intenzionale del suono per creare un ambiente che fa-ciliti la guarigione degli aspetti fisici e mentali, ed è un me-todo naturale, un approccio olistico al benessere. Questaterapia applica le frequenze del suono al corpo e alla mentedi una persona con l’intenzione di donare armonia e salute.I suoni influenzano le reazioni chimiche ed i sistemi biolo-gici, sebbene alcuni (ad esempio gli ultrasuoni) non vengonopercepiti dal nostro orecchio, ci influenzano comunque.La suono terapia si fonda sul presupposto che tutta la materiavibra a frequenze specifiche ed emette un suono: atomi, mo-lecole, DNA, cellule, organi. Ognuno di essi ha una vibra-zione caratteristica, e può essere influenzato. Il corpo umanoè un insieme di vibrazioni e di onde, se gli organi sono sani,vibrano alla giusta frequenza, mentre quelli malati hannouna frequenza disturbata. Quando il corpo ritrova le propriefrequenze armoniose, ritrova la salute ed il benessere. Si è so-liti dire che l’orecchio umano non riposa mai e tutte le sol-lecitazioni alle quali viene esposto possono avere riper-cussioni su organi e apparati diversi da quello uditivo. Gliospedali sono sempre più inquinati acusticamente da rumoriprovenienti sia dall’esterno che dall’ospedale stesso, met-tendo a rischio la guarigione dei pazienti e l’operato dei me-dici. Secondo gli esperti il rumore è una piaga di tutti gliospedali e quasi sempre supera le soglie raccomandate dal-l’OMS nel 1995, che sono di contenere il rumore tra 35 dBdurante il giorno e 30 dB di notte. Dai primi anni ‘60 adoggi i livelli di disturbo acustico sono saliti da un valoremedio di 40 dB a uno di 60 dB. Spesso il rumore di sotto-fondo generale che è presente nell’ospedale fa sì che le co-municazioni tra persone diventino difficili. Questo forza imedici e gli infermieri a parlare a voce alta per essere capiti.La congestione di suoni può generare anche incomprensioninegli ordini e comunicazioni tra il personale. Tutti questi ef-fetti negativi legati ad un alto livello di rumore nell’ospedale,producono quindi una maggiore ansia nei pazienti e una mi-nore fiducia nelle competenze dello staff, e nel servizio of-ferto. I principi acustici chiamati ABC (Assorbire, Bloccare,Coprire) sono una via utile per la riduzione dell’inquina-mento sonoro: identificare le sorgenti causa del rumore; sud-dividere l’ospedale in zone con funzioni diverse; capire irequisiti acustici; mascherare il suono dove ce n’è bisogno,con pannelli fonoassorbenti, o isolanti acustici. Dato che

l’onda sonora è energia questa non può semplicementescomparire ma può cambiare direzione di propagazione o lasua forma. Un corretto assorbimento rende lo spazio più vi-vibile: controlla il livello sonoro, evita i fenomeni di perditadi orientamento e migliora l’intelligibilità della parola. Laqualità dell’assorbimento acustico è determinata dalla con-figurazione del locale e dal tipo di materiali utilizzati. Unmateriale che minimizza la trasmissione del suono è chia-mato isolante acustico. L’isolamento acustico è la capacità diridurre la trasmissione dei rumori da uno spazio all’altro. In-fluendo sul livello sonoro nel locale di ricezione, l’isolamentoacustico ha un impatto diretto per esempio sulla privacy e lacapacità di concentrazione. La quantità e la collocazione dimateriale fonoassorbente è il fattore chiave per una buonaacustica nelle strutture sanitarie. L’intelligibilità della parolaè una espressione che descrive la qualità di ascolto e di com-prensione di una conversazione in un locale. L’intelligibilitàdipendente direttamente dal livello di rumore di fondo, iltempo di riverberazione e la forma della camera.Alcuni ospedali sono già consapevoli dell’importanza dellariduzione del rumore: a Chicago hanno lanciato nel 2011la “campagna del silenzio”, campagne che devono essere re-cepite a partire da chi lavora negli ospedali. Al St. JosephHospital hanno installato gli “Yacker Trackers” (allarmi lu-minosi invece che sonori). Altri hanno considerato la ridu-zione del rumore al momento della pianificazione ediledell’ospedale stesso. L’Homeopathic Hospital di Glasgow (acui si è in parte ispirato il progetto dell’Ospedale di Piti-gliano) è un esempio di ospedale che come missione haquella di creare uno spazio adatto alla guarigione dei pazientimettendo in primo piano la loro esperienza ospedaliera.Tutto è stato scelto nell’ottica di questa funzione integrandole esigenze di omeopatia, medicina ortodossa e complemen-tare sotto lo stesso tetto: la forma; il giardino; i colori; i ma-teriali. Il direttore del progetto, Dr Reilly, per realizzare unospedale accogliente ha chiesto l’aiuto non solo di architettie designer ma anche del personale dell’ospedale e dei pazientistessi. I pazienti in un ospedale non dovrebbe essere intimi-diti da ciò che li circonda, motivo per cui gli architetti hannoavuto grande cura nell’assicurarsi che l’edificio non sia soloil più attraente possibile, ma si adatti perfettamente all’in-terno del suo paesaggio fisico. L’edificio è stato progettato aforma di L e circonda un giardino paesaggistico. Questo nonserve solo a rompere il senso di regolarità istituzionale, marichiama anche il mondo naturale nell’ambiente guarigione.L’edificio è stato progettato per soddisfare sia le esigenze fi-siche e psicologiche dei pazienti, piuttosto che costringereloro ad adattarsi alle esigenze operative dell’ospedale.Abbiamo quindi fatto una panoramica sull’utilizzo della mu-sica e del suono dalla preistoria fino ad oggi, e illustratoquello che può essere solamente l’inizio della sua applica-zione a scopi terapeutici e di inserimento nella progettazionedel design ospedaliero resi possibili dalla risposta che il nostrocervello e organismo danno, e l’influenza positiva che per-cepiamo. L’esempio italiano dell’Ospedale di Pitigliano chesi propone come modello di approccio interdisciplinare allacura, e che nel futuro non escluderà l’introduzione dellasuono terapia curata dal prof. Pianigiani, incarna questi prin-cipi di ricerca che si allargano fino ad affiancare la composi-zione sonora agli altri strumenti terapeutici. g

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Il trattamento omeopatico mira a rimuovere la causadi fondo dell’eczema, rafforzando il sistema immu-nitario e migliorando la salute generale. È impor-

tante che un rimedio sia ad personam prescritto dalmedico omeopata e non perché letto sul blog o per passaparola, in quanto i medicinali omeopatici presi in modoimproprio possono causare la soppressione dei sintomi,come fanno alcuni farmaci chimici.Non si può quantificare in quanto tempo la terapia puòfare effetto e questo dipende dalla gravità e durata dellapatologia, dal livello generale di salute del paziente, dalgrado di soppressione provocato dai farmaci convenzio-nali (di solito da corticosteroidi). La costituzione di cia-scun soggetto, nella sua stretta e specifica individualitàsia fisico-funzionale che psico-comportamentale, è man-tenuta integra dal sistema immunitario che, tra l’altro,ne regola gli adattamenti.Ciascuno di noi ha una sua propria tipicità data e rap-presentata dalle sue caratteristiche genetiche, regolata daun sistema di neurosecrezioni, mediato da stimoli endo-geni ed esogeni. Essa raccoglie l’eredità dal suo gruppodi provenienza e di appartenenza, es. attitudini, peculia-rità morfo-funzionali, tutela le proprietà del suo territo-rio originario dallo squilibrio delle attività fisiologichedelle cellule che molte sostanze chimiche alterano gene-rando effetti patologici.La medicina omeopatica rispetta la stretta individualitàdi ogni organismo vivente. È una terapia che lascia inte-gro l’intero corredo morfo-attitudinale e psico-compor-tamentale e, non avendo effetti tossici collateraliacceleratori o inibitori, non provoca condizionamentimolecolari forzati sugli organi, tessuti, ghiandole che re-golano il comportamento di ogni specie, genere d’indi-viduo. Gli adattamenti ambientali naturali spontaneisono differenti dalle dipendenze farmacologiche, alimen-tari, sociali, artificiali, conseguenti agli effetti delle so-stanze estranee alla normale nutrizione dell’organismo eal suo normale metabolismo che non inducono adatta-menti spontanei per la migliore resistenza e rappresen-tazione della specie, ma originano azioni che causanosquilibrio e danneggiamento del sistema costituzionaleindividuale.L’omeopatia potenzia l’innata immunità che è aspecifica,e capace di difendere l’organismo da un’infinità di causepatogene esterne. Ci permette di evitare tutti quei danniimmunitari provocati dalle sostanze chimiche alle primefondamentali barriere naturali del contatto, superfici re-spiratorie, digerenti, genito-urinarie, cutanee, allena-mento antigenico naturale in quanto la terapia

omeopatica si esprime tramite prodotti naturali che nonhanno la ben che minima interferenza con le sostanzecellulari e tessutali. A differenza delle sostanze chimiche,che per essere assorbite necessitano di un ambiente acidoo alcalino, non modificando il pH intestinale non dan-neggia le secrezioni delle ghiandole intestinali, non in-terferisce con l’attività della flora microbica intestinaleche, se alterate, danneggiano l’assorbimento dei principinutritivi e generano alterazioni della peristalsi e infiam-mazioni croniche.Le sostanze chimiche xenobiotiche, quando impiegate,non possono valutare esattamente nella clinica lo statofunzionale del ricevente, che ha caratteristiche strutturateindividuali e non valutabili oltre che a momenti di ri-dotta funzionalità e perciò sono un rischio. La terapiaomeopatica ha il vantaggio di poter essere utilizzataanche per lunghi periodi senza causare danni collaterali,evitando i fattori di rischio tossico farmacologico con-nessi all’età pediatrica e senile, specie se complicata damalattie concomitanti gravi come diabete, nefropatia,etc., non inducendo la mutazione e la resistenza degliagenti infettivi, né le immunodeficienze, inoltre le stessemalattie autoimmuni e le allergie sono uno stimolo al-l’impiego delle terapie omeopatiche che le curano inveceche scatenarle. Secondo il criterio medico-scientificodella rispondenza, il farmaco omeopatico agisce su tuttol’organismo contemporaneamente e complessivamentecome un neuroendocrino trasmettitore, mediatore e re-golatore centrale per bilanciare gli stimoli delle attivitàcellulari in eccesso o in difetto che costituiscono gli an-tefatti di un’infiammazione o disfunzione, preservando,garantendo l’omeostasi cellulare ed interstiziale, ottimiz-zando l’ attività immunitaria cellulare, umorale, il trofi-smo tessutale, il drenaggio o pulizia ambientale organica.Non si deve poi dimenticare che esiste una stretta rela-zione direttamente proporzionale tra stato psico-fisicodel paziente e funzionalità del sistema immunitario, lagiusta regolazione dei suoi processi cellulari ed umoralidelle componenti immunitarie, e che pertanto le terapieomeopatiche agiscono contemporaneamente e comples-sivamente sull’intero organismo proprio come l’immu-nità richiede.Non dissimile all’omeopatia è la posizione della medi-cina ayurvedica, per la quale il concetto di immunità èun argomento affascinante e poliedrico. Vyaadhiksa-matva in Ayurveda significa letteralmente la resistenza(ksamatva) contro la malattia (vyaadhi). La resistenza fi-sica e mentale alla malattia è di enorme importanza pertutti gli esseri viventi e regola sia la prevenzione contro

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L’immunità in Ayurveda e in omeopatia

teresa de montePediatra, omeopata, specialista in Scienza dell’Alimentazione - Degree in Ayurvedic Medicine Pune Univ. IndiaE-mail: [email protected]

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le malattie sia un rapido recupero da esse. Vyaadhiksa-matva (immunità) non è immunità contro uno specificoagente infettivo o malattie come la poliomielite o la ro-solia per le quali la medicina occidentale prevede vacci-nazioni, piuttosto implica una resistenza contro laperdita di integrità, proporzione e interrelazione tra lebioenergie dell’individuo (dosha) e i tessuti (dhatu).L’omeostasi tra gli elementi portanti della mente e delcorpo è noto come dhatusamya, ed è il vero significatodi immunità nel sistema ayurvedico. Ne consegue quindiche il concetto ayurvedico di immunità è strettamenteintrecciata con i concetti di nutrizione, agni (il fuoco di-gestivo) e la formazione di tessuto.Per quanto riguarda i segni e i sintomi dell’eczema, sial’omeopatia sia l’Ayurveda sono simili. L’eziologia ayur-vedica riconosce come causa dell’eczema l’introduzionedi cibi e bevande non benéfici, dormire durante ilgiorno, la soppressione dei naturali fisiologici bisogni,l’attività fisica condotta dopo pasti abbondanti e pesantida digerire, bere acqua fredda dopo esposizione al sole,consumare cibo poco cotto e nuovo cibo quando il pre-cedente non è stato ancora digerito, mangiare pesce(caldo) e latte (freddo) che vizia il sangue e ostruisce ivasi sanguigni. Per l’Ayurveda l’eczema è una alterazionedi Kapha, uno dei tre dosha o costituzione.Un sinonimo di Vyaadhiksamatva (immunità) che com-pare nei testi antichi è bala, generalmente tradotto comeforza ed entrambi i termini sono usati indifferentemente.L’immunità da malattia include sia la riduzione dellaforza di coloro nei quali è manifesta sia la prevenzionein quelli in cui non si è ancora manifestata. La propriaimmunità è legata alla salute dei propri tessuti. La quin-tessenza di tutti i tessuti del corpo è noto come ojas. Ojasè la nostra energia vitale che pervade tutti i tessuti, cel-lule, e gli spazi, è la distillazione finale di ogni tessutocombinate insieme ed è la principale determinante delnostro stato immunitario e, quindi, la nostra resistenzaalle malattie. Ojas è di due tipi: a) Para Ojas esiste in unaquantità di otto gocce, si trova all’interno del cuore e lasua perdita porta alla morte; b) Apara ojas è distribuitoin tutto il corpo. L’esatta correlazione di ojas in terminimedici moderni, è ancora da definire.In condizioni come l’infezione da HIV, diabete mellito,malnutrizione, in cui la perdita di ojas è una caratteri-stica preminente, le persone si trovano ad essere suscet-tibili di varie altre malattie degenerative o infezioniricorrenti.Come regola generale, coloro che indulgono in una rou-tine irregolare, sono privati del sonno e dell’esercizio fi-sico e mangiano cibo malsano, tendono a soffrire diproblemi di salute. Al contrario, coloro che mantengonouna normale, sana routine e assumono cibo sano, in ge-nere mantengono una buona salute. Tuttavia, si può os-servare che alcune persone possono tollerare e superarela malattia riuscendo a vivere in modo sano e felice anchedopo aver indulto nella routine di vita irregolare, assun-zione di cibo malsano, ma è possibile anche il contrario,e persone che seguono un life style regolare e mangianocibo sano, soffrono di problemi di salute e si ammalano.Questo è dovuto a fattori aggiuntivi responsabili del

buon mantenimento o della distruzione di ojas. L’Ayur-veda offre molteplici spiegazioni a questo fenomeno.L’assunzione di cibo sano e una vita regolare da soli nonsono sufficienti a prevenire le malattie, perché altri fattoricome il mentale alterato, il disprezzo per i cicli naturali,la costituzione, una condotta immorale, il karma, l’espo-sizione a percezioni sensoriali non idonee, suoni inquie-tanti, il contatto con la pelle di irritanti, odori putridi,etc., sono responsabili dell’insorgenza di malattie, che simanifestano come lievi o gravi, acute o croniche, facil-mente curabili o difficili da curare/incurabili.Tre sono i tipi di immunità (vyaadhiksamatva o bala) inAyurveda: a) Sahaja: congenita o naturale; b) Kalaja:tempo, stagione, età; c) Yuktikruta: immunità acquisita.Sahaja Bala è data dai genitori ed è ereditata. L’effetto èa livello cromosomico e poiché è ereditata, poco si puòfare se non pacificare i difetti attraverso diverse modalitàdella medicina Ayurvedica. Kalaja Bala è l’ora delgiorno, il giorno della settimana, la stagione, l’età e luogodi nascita, tutti fattori importanti per migliorare l’im-munità. Alcuni luoghi hanno condizioni climatiche eambientali migliori e più sane, inoltre la forza immuni-taria è maggiore di prima mattina, in primavera in etàgiovanile, in estate durante la vecchiaia. yuktikruta Balaè l’immunità acquisita.L’Ayurveda si concentra su tre piani per l’acquisizione oil miglioramento dell’immunità:< Rasayana è la promozione alla salute e ringiovanisce

tutta la fisiologia, genera la resistenza contro le ma-lattie sia fisiche sia mentali. Se una persona ha unamente forte, anche le malattie gravi possono essere af-frontate come malattie minori.

< Vyayama è l’esercizio fisico quotidiano che migliorala digestione, rafforza il metabolismo dei tessuti e fa-vorisce l’immunità.

< Satmya è l’idoneità ad adattarsi alle sostanze salutarie rinunciare alle sostanze non salutari e promuovel’immunità.

Le classificazioni di Satmya sono Universalmente Bene-fico, Universalmente Nocivo e Benefico o Dannoso.< Universalmente Benefico - Alcune erbe, alimenti e

comportamenti sono benefici per tutti, indipenden-temente dalla costituzione, localizzazione, stagione ocondizione. Alcuni esempi sono l’acqua, il riso, dor-mire la notte 7-8 ore, un moderato esercizio fisico.

< Universalmente Nocivo - Alcune sostanze sono con-siderate dannose per tutti, compresi gli incendi, glialcali, le tossine, i veleni, il latte abbinato ai cibi acidi,con il sale, il miele, il radicchio, miele e ghee mesco-lati insieme in parti uguali, il miele riscaldato oltre108°F.

< Benefico o Dannoso - Alcuni alimenti ed esercizi sonobuoni per una particolare costituzione, ma possonoessere dannosi per altri. Ad esempio, il ghee è beneficoper le costituzioni Vata e Pitta, ma non per Kapha,pertanto gli alimenti devono essere somministrati inrelazione alla costituzione individuale, alla stagione,al luogo, alle abitudini alimentari e alla salute.

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Altri fattori che influenzano l’immunità nel corpo sonola salute uterina della madre: un utero sano per la crescitadi un bambino può essere paragonato al terreno fertile enutriente per un seme; la nutrizione dopo la nascita: unasana, adeguata e tempestiva nutrizione nella prima in-fanzia ha un ruolo importante nello sviluppo dell’immu-nità; la costituzione: generalmente, le persone concostituzione Kapha hanno l’immunità più forte di quellecon costituzione Pitta e Vata; il mentale: una mente forteorientata verso il pensiero positivo aumenta ojas e quindiè un fattore importante per la propria immunità; ilkarma: nei casi in cui un individuo ha una costituzioneforte e sana, un sano corredo genetico e vive in confor-mità con la natura attraverso l’assunzione di cibi genuinie con regolare routine, ma soccombe per una grave ma-lattia, sottili fattori karmici possono rivelarsi importantiper l’immunità; la meditazione: è lasciar andare tutti ipensieri e disimpegnando la mente da pensieri e stimo-lazioni sensoriali, naturalmente provoca una maggioreconsapevolezza di sé e una maggiore energia vitale, raf-forzando in tal modo la forza mentale/fisica e l’immunitàgenerale.

Eczema atopico e rimedi omeopaticiL’eczema o dermatite atopica (DA) è una sindrome ec-zematosa cutanea pruriginosa, ha decorso cronico-reci-divante e le lesioni hanno una distribuzione tipica chevaria a seconda dell’età. Queste si presentano come: a)maculo-papule eritematose, a volte con lesioni vescico-lose ed essudanti nelle fasi acute; b) lesioni eritematosee/o lichenificate nelle fasi croniche; c) papule escoriate exerosi cutanea si associano nella stragrande maggioranzadei casi.La DA può essere invalidante, causare una sofferenza fi-sica importante, apportare disagi al paziente, alla famigliae nei soggetti adulti può incidere negativamente con l’at-tività lavorativa e con i rapporti interpersonali. Nei paesiindustrializzati, specie occidentali, le stime indicano unaumento della patologia, con una prevalenza in età in-fantile del 5-20%. Possono coesistere manifestazionidelle mucose come asma e rinocongiuntivite allergica e,in questi casi, c’è una storia familiare di atopia. Non esi-stono marker biologici della DA, ma la maggior partedei pazienti tende a sviluppare risposte IgE/2-mediateverso allergeni ambientali.Un sintomo costante della DA è la secchezza cutanea,quale conseguenza di anomalie specifiche del metaboli-smo proteico e lipidico impegnato nella genesi dellostesso strato corneo. Questa analisi ha posto in evidenzacome lo strato corneo dei soggetti con DA sia povero diceramidi, elementi lipidici che hanno il compito di trat-tenere la giusta quantità d’acqua e di contribuire alla ro-bustezza di questo rivestimento con legami crociati conproteine, alcune delle quali, es. la filaggrina, sono ridottenella cute atopica.La presenza di queste alterazioni biochimiche intrinsechepredispone la cute atopica all’infiammazione perché oltrea generare una barriera non ottimale nel contrastare lapenetrazione di sostanze estranee, come quelle con atti-vità irritativa e allergenica, essa stessa incentiva la pro-

duzione di elementi cellulari cutanee continuativamente.Inoltre i cheratinociti sono indotti a produrre e rilasciarenel distretto epidermico mediatori chimici, che tendonoa ripristinare uno strato corneo perfettamente funzio-nale, stimolando la proliferazione cellulare e le sintesi li-pidiche. Pertanto contrastare la xerosi cutanea conpomate anodine, medicazioni occlusive, funge da car-dine della terapia poiché interrompe il circolo viziosodalle alterazioni di barriera alla flogosi, ma esistonoanche altri meccanismi che rendono la cute dell’atopicopassibile alle reazioni immuno flogistiche e alla croniciz-zazione. Studi recenti dimostrano che proprio i cherati-nociti di soggetti con DA sono inclini a produrrequantità esagerate di alcune citochine pro-infiammatoriee chemochine, in conseguenza di una modificata attiva-zione dei fattori di trascrizione che regolano l’espressionegenica di questi mediatori.La diagnosi di dermatite ato-pica può essere fatta con ragionevole certezza nella mag-gior parte dei casi basandosi sull’esame obiettivo dellelesioni cutanee e sulla storia personale e familiare del pa-ziente e i criteri di Hanifin e Rajka.Criteri maggiori sono il prurito anche generalizzato, nellattante grattamento e insonnia associati a irrequietu-dine. Morfologia delle lesioni di tipo eczematoso: nellefasi acute abbiamo lesioni maculo-papule eritematose evescicole con essudazione; nelle fasi croniche c’è eritema,lichenificazione e papule escoriate. Anche la distribu-zione delle lesioni è tipica, con il coinvolgimento delvolto, specie fronte e guance, e del cuoio capelluto; neilattanti è coinvolto il tronco e le regioni estensorie degliarti. E’ anche presente un coinvolgimento delle regioniflessorie e del volto, specie le regioni periorale e perio-culari, sia nel bambino sia nell’adulto. Altri criteri mag-giori sono la dermatite delle mani, il decorsocronico-recidivante e la storia familiare di DA nei parentidi primo grado.Criteri clinici minori sono la secchezza cutanea; una sto-ria familiare di malattie atopiche; l’insorgenza precoce(<2 anni); la cheilite angolare; il prurito dopo sudora-zione, anche non intensa; una cheratosi pilare; ragadinella piega sotto auricolare (in omeopatia è il segno dellaatopia, dell’eczema); occhiaie e cute perioculare alonata;pitiriasi alba; secchezza cutanea e pieghe cutanee sotto-palpebrali; fastidio localizzato e generalizzato con indu-menti di lana; fastidio manifesto localizzato egeneralizzato ai detergenti; fastidio con prurito al con-tatto con l’acqua calda; possibilità di infezioni ricorrentida Stafilococco aureo, da Herpes simplex, verruche emollusco contagioso.

TerapiaNella DA con pelle particolarmente secca e facilmenteirritabile, l’uso di emollienti, come Achillea e Calendula,deve essere visto come parte integrante e fondamentaledella cura di questa patologia e non come semplice com-plemento del trattamento, in quanto la loro applicazionecostante porta ad una riduzione netta dei cortisonici to-pici evitando gli effetti collaterali noti. Di interesse sonoanche i fito-topici ad attività antinfiammatoria comel’acido 18-betaglycirretico della liquirizia, le piante ad

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azione antiprostaglandina e reonormalizzante di Malva,Hamamelis, Camomilla, le formulazioni erboristiche ci-nesi usate in agopuntura, l’omeopatia abbinata alla far-macologia e ai concetti base della medicina ayurvedica.I rimedi costituzionali più interessanti sono: Calcareacarbonica 30CH per i soggetti di costituzione carbonica;Psorinum 30CH per i soggetti psoriasici con desquama-zioni diffuse del corpo; Sulphur 30CH per i soggetti concostituzione sulfurica; Sepia se nei lattanti sono presentilesioni umide ed essudanti; Arsenicum album 9-15CH,se le lesioni sono secche.

Caratteristiche dei principali rimedi omeopaticiI rimedi con * sono indicati anche nella terapia della der-matite atopica del lattante con similitudine lesionale elocalizzazione.antimonium crudum* - Eruzioni pustolose giallastre ecrostose del viso (zone peri orifiziali e retro auricolari) edel cuoio capelluto, in un bimbo buon mangiatore e conturbe dispeptiche; eruzioni secche e fissurate alle com-messure labiali, palpebrali, al solco sotto auricolare, alleguance e al mento (come Nitricum acidum); ragadi iper-cheratosiche del palmo della mano e del tallone; eczemacon spesse, dure, scaglie color miele con stillicidio diverde pus sanioso che irrita le parti circostanti, brucianoe prudono violentemente, peggiorano dopo la balnea-zione o per il lavoro in acqua e di notte; eczema capitis.arsenicum album - Paziente freddo, irrequieto, pro-strato; trio burning: prurito, grattamento, bruciore; lapelle è pruriginosa, calda; eruzioni cutanee a papule, sec-chezza, squamosa, ruvida; migliora con il caldo, peggioracon il freddo e i graffi.calcarea caustica - Paziente freddo, grasso, flaccido, consudorazione aumentata; pelle non salubre, ha eruzionipetecchiali, geloni e orticaria; migliora all’aria fredda.cistus canadensis* - Eczema del dorso delle mani e delledita (le cui estremità presentano ragadi sanguinanti), deipolsi e delle guance; pelle secca, lichenificata e fissurata;grande sensibilità al freddo.euphorbia lathyris* - Eruzioni vescicolose molto urentima poco pruriginose delle parti scoperte del corpo, chemigliorano col calore e con applicazioni topiche grasse(come Arsenicum album).graphites - Paziente freddo, grasso, costipato; donna inmenopausa; presenza di scariche appiccicose; la pelle èmolto ruvida, con secchezza persistente di porzioni dipelle non contaminata dall’eczema. Eruzioni che trasu-dano un essudato. Rossore nelle curve degli arti, all’in-guine, al collo e dietro le orecchie; peggiora con il calore,durante la notte, durante e dopo le mestruazioni; mi-gliora al buio, avvolgendo la parte colpita.Hepar sulphur - Soggetto freddo, sensibile al tatto e alfreddo; ogni singola piccola lesione suppura; papulepronte a suppurare estendendosi anche alla pelle; pellemalsana, screpolata, con crepe profonde su mani e piedi,sudori di giorno e senza rilievo; herpes labiale molto sen-sibile; peggiora con il secco, con i venti freddi, l’aria fre-sca, il tatto; migliora con il tempo umido, con un pannoper avvolgere la testa; con il calore.

Kalium arsenicosum* - Eczema squamoso molto pru-riginoso, che si aggrava con il calore del letto e spoglian-dosi; eczema localizzato a gomiti e ginocchia, con plicheflessorie fissurate; soggetto debole e molto freddoloso.Kreosotum - Scaglie che si accumulano in grandi masse.Juglans regia - Crosta lattea con dolore attorno alle orec-chie; compaiono croste sulle braccia e nel cavo ascellareLappa arctium - Eruzioni alla testa, alla faccia e al collo.Lappa major - Eczema del cuoio capelluto con crostepiù offensive, grigiastre, bianche; eruzione che diffondeanche al viso, con lacrimazione e prurito.manganum* - Eczema secco, squamoso e molto pruri-ginoso, con escoriazioni e ragadi delle pliche di flessionedegli arti; il prurito si aggrava spogliandosi e di notte.mercurius solubilis - Eruzioni umide e fetide, con sca-rico di sostanza giallastra spessa o il formarsi di crostegialle sul cuoio capelluto, circondate da un bordo in-fiammato; prurito che peggiora la notte, con il calore delletto. Alcune volte c’è bruciore sui graffi.natrum muriaticum - Eruzione squamosa sulla super-ficie dei flessori, delle curve delle articolazioni e delle pie-ghe della pelle in generale; croste squamose bianche sullatesta, da un orecchio all’altro; bordi e angoli delle palpe-bre freddi e ulcerati, trasudanti un liquido colloso, cor-rosivo che ha una particolare affinità per il dorso dellamano, la pelle non diventa ruvida, secca e screpolata.nitricum acidum - Eruzioni pungenti, umide, facil-mente sanguinanti quando graffiate.oleander* - Eczema secco con secrezione viscosa (comeGraphites); brufoli pruriginosi, bruciore notturno, èmolto sensibile; il più piccolo attrito provoca dolore escrepolature; eruzione violenta con prurito, sanguina-mento, stillicidio; prurito del cuoio capelluto, al bordoanteriore del cuoio capelluto, alla nuca (Natrum muria-ticum, Sulphur) e alla zona retro auricolare; desiderio disudare.petroleum* - Sensibilità dolorosa della pelle di tutto ilcorpo; lieve suppurazione della ferita; la pelle delle maniè ruvida e screpolata; le punte delle dita sono ruvide,screpolate, fessurate ogni inverno; dolenzia dei piedi, ba-gnati di sudore maleodorante; malattie della pelle chepeggiorano in inverno; migliorano in estate, se soppressecausano diarrea; pelle con rugosità, secchezza e cheratosispecie delle mani, sul contorno laterale delle dita, allepieghe articolari ed alle giunzioni cutaneo-mucose degliorifizi; la pelle peggiora conl tempo freddo e d’inverno.pix liquida* - Eczema più secco, molto più pruriginosodi Petroleum, con fissurazioni e ragadi che sanguinanoal grattamento (psoriasi).psorinum - Paziente freddo; ha odore di sporco; sensi-bile all’aria fredda o al cambiamento di clima; pelle secca,eruzioni squamose che scompaiono in estate e ritornanoin inverno; abnorme tendenza a diventare pelle, malattiedella pelle ammalata; pelle secca, inattiva, appassita,aspetto sporco come se non si lavasse mai; pelle spessa,grassa, come in bagno d’olio; soppressione con pomatedi zolfo e zinco; da utilizzare quando i rimedi ben sele-zionati non riescono ad agire.

CONTRIBUTI ORIGINALI

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Sulphur - Paziente caldo; trio burning: prurito, gratta-mento, bruciore; da utilizzare quando i rimedi fallisconopur avendoli scelti bene; in presenza di una ricaduta; na-tura offensiva di scarichi ed esalazioni; pelle secca, squa-mosa, malsana; ogni più piccolo insulto cutaneosuppura; prurito, bruciore, peggiora graffiando e la-vando; eruzioni brufolose, pustole, affezioni cutaneedopo applicazione locale di medicamenti; affezioni dellapelle dopo l’applicazione medica locale.Sepia - Peeling che segue le vescicole, quelle che nonsono state circondate da pelle molto secca o ne risultauna buona eruzione, peggiore per le articolazioni o eru-zioni circolari come herpes circinatus; eruzione durantela gravidanza e l’allattamento; prurito che spesso portaal bruciore sui graffi; l’eruzione è secca o diventa prestoumida e scarica copioso pus offensivo come fluido chediventa secco, si fessura ed esfolia.uja occidentalis - Eczema che peggiora dopo unavaccinazione; la pelle è estremamente sensibile al tatto;eruzione solo su parti coperte che peggiorano dopo la-vaggio.Viola tricolor* - Eruzione sul viso e la testa con pruritoe bruciore durante la notte, nei bambini con ingrossa-mento delle ghiandole linfatiche; emette una grandequantità di liquido giallo denso che opacizza i capelli. g

BibliografiaMandip Kaur, H.M. Chandola: “Role of Rasayana in

Cure and Prevention of Recurrence of Vicharchika(Eczema). www.ayujournal.org, 2001.

Bignamini M., Felisi E.: “Metodologia omeopatica”, Ed.CEA, Milano 1999.

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C. F.S. Hahnemann Le Malattie Croniche Edium Mi-lano 1981.

16 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

CONTRIBUTI ORIGINALI

Lara Borgato - Salve a tutti, sono una farmacista e volevo chiederese si può curare una malattia come la depressione con l'omeopatia equanto questa possa comunque essere utile. Un rigraziamento a tutti.

Luca Biasci - Difficile rispondere ad una domanda così generica, caracollega farmacista, anche se del tutto legittima, naturalmente. Di quale tipo di depressione stiamo parlando? Una flessione dell'umore insorta inseguito a eventi stressanti e/o lutti che si complicano? Oppure una profonda depressione che sembra privare il paziente della voglia di vivere, senzaapparenti motivi o eventi scatenanti? Vi è solo una sintomatologia affettiva (la flessione dell'umore) o concomita un coinvolgimento della sfera co-gnitiva (memoria, lucidità) e somatica (astenia profonda, somatizzazioni)? E' una depressione prevalentemente unipolare o si presenta in alternanzacon sintomi contropolari (euforia, ipomania), o addirittura in una variante mista (flessione dell'umore con angoscia e disforia)? Come vedi staiparlando di un universo, per cui è veramente molto molto utile, però, ben difficilmente, come unico presidio. Non ho mai visto guarire una depressione“vera” senza l'ausilio di una relazione medico paziente ben strutturata, dove dare spazio alla comprensione ed alla rielaborazione dei vissuti depressivi.Non ho mai visto un paziente uscire dal tunnel di un episodio depressivo, senza passare attraverso l'utilizzo di un farmaco di sintesi, almeno nelleprime fasi, quando c'è bisogno di riequilibrare l'assetto neurobiologico del SNC. D'altra parte, va sottolineato che con l'utilizzo dell'omeopatia sipossono spesso ottenere trasformazioni più rapide, ma soprattutto più complete e durature, se non si è peccato della presunzione di pensare chela nostra validissima omeopatia possa sostituirsi in toto alla farmacologia ed alla talking cure. Chi si occupa di psichiatra ed omeopatia non può nonessere un strenuo difensore della medicina integrata.

Lara Borgato - Gentilissimo e chiarissimo comunque nella risposta. Mi rendo conto che in effetti ho fatto una domanda assolutamente genericama era una curiosità nata parlando con una cliente che si è confidata su alcuni suoi stati d'animo e non essendo io una esperta ho voluto capire.Argomento delicato ed è difficile già riuscire ad individuare di che forma di depressione si tratta, se non si è un po' addetti ai lavori, e comunqueuna terapia farmacologica “tradizionale” mi sembra di capire che sia comunque necessaria e consigliata. Ancora grazie.

Marialucia Semizzi - Sono completamente d’accordo col dottor Biasci. Secondo me quella che chiamiamo "la depressione" è in realtà unafamiglia di disagi. Alcuni sono di pertinenza dello psichiatra, alcuni del buon senso (ci sono depressioni ACTH correlate che sono in realtà esaurimentipsicofisici dovuti al mancato rispetto dei ritmi naturali della vita e alla soppressione delle pause di riposo), alcuni del 'filosofo' (mancanza di co-scienza che la vita è una lotta e perdita di un senso da dare alla fatica) e altri del 'prete' (depressioni come conseguenza di fatti morali o rimorsiper colpe commesse)... In tutti i casi è necessaria valutazione medica (è una situazione che può avere evoluzioni imprevedibili e tragiche, oltre aparalizzare la vita e mettere a repentaglio le relazioni). Fondamentale la relazione terapeutica e l'attenta vigilanza se e quando e quanto e perquanto tempo inserire farmaci di sintesi. g

Dalle pagine di OmeopatiaOnline...

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OMEOPATIAPASSWORD PER LA SALUTE

IMO SPA - VIA FIRENZE 3420060 TREZZANO ROSA (MI)TEL. 02 90 93 13 250FAX 02 90 93 13 211

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Tutto ha inizio nel 1926 quando il Dott. Heinrich Reckeweg registrò, in Germania, il suo studioOmeopatico. La sua casa diventa il suo luogo di lavoro. Da allora sono passate 3 generazioni,tutto è cambiato, lo studio è diventato una vera e propria fabbrica (Dr. Reckeweg & Co. GmbH-1947), le linee di prodotti cresciute in maniera esponenziale, i rapporti commerciali si sono am-pliati in tutto il mondo. Una cosa resta la stessa dal 1926: l’entusiasmo e la continua ricerca incampo omeopatico. La commercializzazione in Italia è stata e continua ad essere possibile, daoltre sessant’anni, grazie a un partner come IMO, la Società più importante e rappresentativadell’Omeopatia in Italia.

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In questa piccola rubrica tenteremo di delineare leorigini di quelle sostanze appartenenti al regno ve-getale, a quello animale ed a quello minerale da cui

si ricavano le basi, spesso tinture madri, dei farmaciomeopatici. Senza voler scandalizzare nessuno dei mieiamici omeopati, ci tengo a sottolineare che, personal-mente, mi ritengo un “fiancheggiatore” dell’omeopatia,ma certamente non un medico omeopata: so come i veriomeopati lavorano, diagnosticano e prescrivono e sicu-ramente non è prescrivendo un’Arnica o un Gelsemium200CH che io mi possa qualificare come tale. Come me-dico, mi definisco agopuntore, fitoterapeuta, ignorante.Come ignorante me la cavo piuttosto bene, ed è per que-sto che non desidero aggiungere un altro titolo di in-competenza alle mansioni che tento di svolgerequotidianamente.

In questa sede tento ora di procedere alla ricerca dellebasi della medicina, quelle basi che si confondono e siperdono fra il Mar Mediterraneo e le Indie, in un per-corso geografico e politico che ripropone il viaggio delgrande Alessandro. È in questi siti, infatti, che troviamola prima rappresentazione grafica di ciò che chiamiamoCaduceo: un bastone verticale, ma forse sarebbe megliodire un tubo verticale, come fosse un canale, un vaso digiunzione e di connessione tra Cielo e Terra, tra cer-vello/conoscenza/Nous ed il mondo su cui viviamo. È ilcanale vertebrale? È forse l’asse vascolare aorto-cavale? Èil canale Chong, oppure il Bao Luo descritto nei testi ci-nesi? O forse tutto questo, insieme?...In questo canale riverbera la pallida luce della luna, lunapiena in apice, luna nuova, nera, in pedice; essendo qui,in questa fase, invisibile, non è mai disegnata. Nella me-dicina tradizionale tibetana il percorso della luna non silimita a quello, interno, del canale centrale, ma percorredall’alto al basso, luna nuova al piede verso il vertice delcapo, ove risiede la luna piena e viceversa, verso il basso,l’intero soma. Anni fa il medico coreano Bonghan de-scrisse una rete tubulare assimilabile al concetto di canalio meridiani della medicina cinese e tibetana, in cui, se-condo lui, scorrerebbe una sorta di plasma contenentebiofotoni: questa teoria è tuttora dibattuta e si vociferache nell’anno in corso o nel prossimo possa uscire unanuova pubblicazione in merito.È per questo motivo che spesso il bastone in questionepresenta nella parte superiore una palla bianca comefosse un bastone da passeggio, come quelli in uso neglianni ‘20. La palla bianca è, quindi, in realtà la lunapiena. Di fianco a questo bastone vengono rappresentatii corpi celesti più importanti per l’uomo: a destra il sole,a sinistra, la luna. Nel linguaggio alchemico il sole è l’ele-mento femminile, ciò che crea, la conoscenza, il Nous,come è tuttora rimasto nella lingua tedesca, là dove ilSole è chiamato “die Sonne”, letteralmente “la Sole”, alfemminile. La Luna è, alchemicamente, l’elemento ma-schile, distruttore; der Mond, “il Luna”, in tedesco. Nellinguaggio chimico, similmente, il sole è Sol, Sulphur.La luna, invece, presenta la colorazione dell’argento li-quido, Mercurio, Hydrargyron, Hg, laddove Mercurioassurge anche a comunicatore, messaggero, l’entità fo-riera di informazioni tra gli elementi. E non è un casoche questi concetti affiorino circa 4.500 anni fa in untesto, il “Corpus Hermeticum” attribuito, vedi caso, aErmete Trismegisto, nella tradizione egizia. Ermete oErmes nel mondo greco corrisponde al latino Mercurio.Ed era il padre del Logos, il verbo; quello con cui iniziail Vangelo di San Giovanni, l’apostolo di Patmos, coevo

18 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

La storia del Caduceo

gabriele SaudelliFitoterapeuta, agopuntore. Consigliere SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina IntegrataE-mail: [email protected]

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19HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

del Cristo. Ermes, il dio psicopompo, colui che accom-pagna le anime nell’estremo viaggio, colui che sovrain-tende alle umane mutazioni dell’essere, dello stato invita, della Ygeia, la Salute.Torniamo al bastone: questo è al centro, alla sua destrail sole, alla sua sinistra la luna, il tutto alloggiato nellacavità toracica. I due corpi celesti comunicano tra di loroper il tramite di due serpenti che si attorcigliano intornoal bastone, intersecandosi in sette punti distinti; nell’In-dia del Nord, nel Tibet in questi punti si trovano dei vor-tici di energia che, localmente, prendono il nome dichakra. Essi hanno una struttura spiraliforme; esatta-mente come le catene di aminoacidi che costituisconogli ormoni, messaggeri di informazioni ai vari organi delcorpo, come Mercurio. Anatomicamente i cosiddettichakra coincidono con le ben note stazioni endocrineconosciute in medicina occidentale.Questo è il nucleo del Caduceo ed il suo primo signifi-cato; il serpente lunare potrebbe essere interpretato comeil trattamento del sintomo, mentre il serpente solareavrebbe l’intrinseca capacità della cura, della guarigione.Che sia proprio per questo motivo che oggi sempre piùspesso il simbolo è privato del serpente solare? Abbiamoperso anche la capacità curativa, oltre che la voglia diguarigione? Proprio la FNOMCeO vorrebbe ora abolireil serpente solare, lasciando solo quello lunare; una im-plicita volontà di cedere alle volontà delle Case Farma-ceutiche, cioè di non voler portare l’uomo alla suacondizione primordiale di Essere Divino in grado di rag-giungere la restitutio ad integrum? Eppure così è scrittonel Corpus hermeticum: siamo dèi, Esseri tessuti di LuceDivina, non immortali, ma in salute, così in alto, così inbasso…Partendo dall’alto ed andando verso il basso, ai genitali,i due elementi, Sulfur e Hydrargyron, infine si accop-piano, si combinano, generano quindi il solfuro rosso dimercurio, HgS, dai greci chiamato Κιννaβaρι, kinna-bari, il cinabro o “ciò che puzza”, per via del forte odore

maleodorante presente nelle cave, come, ad esempio,quelle tuttora esistenti sul monte Amiata in Toscana.Ecco il significato di cinabro in quanto sale minerale, inquanto simbolo dell’unione fra Maschile e Femminile,fra Luna e Sole, simbolo del dinamico equilibrio fra idue poli opposti intorno all’asse centrale della vita,quello gestito e non solo simboleggiato da Acqua e daFuoco.Nonostante l’elevata tossicità, per via della quale è ov-viamente proibito in Europa, Cinnabar è ancora presentenella farmacopea tradizionale Cinese; fa parte dei farmaciche calmano il mentale, si dirige all’organo Cuore, sededei sentimenti, è di natura Fredda e di sapore Dolce, se-condo i canoni della medicina tradizionale. Viene atutt’oggi impiegato nel trattamento delle malattie men-tali ed anche nel trattamento locale delle piccole ferite(anche qui veniva utilizzato fino a qualche anno fa; ilMercurocromo aveva questo scopo, ora il metallo Hgnon è più presente, piuttosto, localmente si usa Ag, ar-gento, magari colloidale). Infatti i medici tibetani lo con-siderano più un simbolo, che non un farmaco: è di anticadata la controindicazione in caso di nefropatia.Agli omeopati, ora, le considerazioni da un punto divista ormetico. g

Le immagini dell’articolo sono tratte dal volume: “Alchimia& Mistica” di Alexander Roob, Ed. Taschen, 1997, Köln,DE.

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1. Julian O.A. - Matière Médicale Homéopathique. Maloine, Paris, 1962; 254-255. 2. oscillococcinum® Rassegna della letteratura internazionale – Servizio documentazione scientifica Laboratoires Boiron: a) Saruggia M. - Medicina Naturale, N. 6, novembre 1995. b) Saruggia M. - Medicina Naturale, N. 6, novembre 1994. c) Ferley J.P. et al. - British Journal of Clinical Pharmacology (BJCP), 27,1989; 329-335. d) Casanova P., Gerard R. - Proposta Omeopatica 3, anno IV, ottobre 1988. e) Masciello E., Felisi E. - 40° Congrès de la Ligue Médicale Homéopathique Internationale, Lyon, France, 26-30 mai 1985. f) Papp R. et al. - British Homeopathic Journal, Vol. 87, 1998; 69-76. 3. Camurri S. - Erre e Erre Adv, 2002. Medicina Naturale, N. 4, 2003; 81-85. 4. Selkova E.P., et al. - Le malattie infettive (trad. dal russo), 2005, 3, N. 4; 20-24. 5. Julian O.A. - Traité de Micro-immunothérapie dynamisée. Tome II, Librairie le François, Paris, 1977; 334, 341-342. 6. Boulet J.: Homéopathie - L’enfant. Marabout; 14 -16, 95. 7. Bernardini S., Di Leone G., Marinelli G.: Omeopatia - Masson, 2005; 27-28. 8. Dantas F., Rampes H. - Br Homeopath J., July 2000; 89 Suppl. 1:S35-8. 9. Stehlin I. - U.S. Food and Drug Administration Consumer magazine, 1996. www.fda.gov/fdac/features/096_home.html 10. Rocher C.: Homéopathie - La femme enceinte. Marabout; 14 -16. 11. Speciani A.: Gravidanza – Influenza. http://www.eurosalus.it 12. VIDAL 2011: http://www.eurekasante.fr/medicaments/vidal-famille/medicament-doscil01-OSCILLOCOCCINUM.html 13. Acanfora M.: OmeoLink - http://www.omeolink.it/pages/domande.htm#RTFToC7 14. Dati GERS France - Marché Etat Grippal - Ventes en unités, Février 2011.

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D.Lgs. 219/2006 art.85: “Medicinale omeopatico senza indicazioni terapeutiche approvate”.D.Lgs. 219/2006 art.120 1 bis: “Trattasi di indicazioni per cui non vi è, allo stato, evidenza scientificamente

provata dell’efficacia del medicinale omeopatico”.Medicinale non a carico del SSN.

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es/.omeolink.it/pag OmeoLink - http://www w.omeolink.it/paga M.:ornfvidanza – a GrA.: Speciani 11.-16. 14about; Mar nte.

9 1:S35-8.89 Suppl.2000;y ulJHomeopath J.,Br - H. 334 1977;is,ar Pançois,rie le Fair Librome II,Tnamisée.ale,Natur Medicina 2002.,dvv,Ae e Erre - ErrS.

ongrès - 40° Celisi E. F e) Masciello E.,e 1988. ottobr n 6, N.ale, - Medicina Naturia M.gug b) Sare 1995.

osc2. 254-255. 1962;is,ar P Maloine, oméopathique.

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onsumer ation CdministrAug Drand ood F.S.U - I.Stehlin 9. Marant.’enf Homéopathie - L Boulet J.:6. 341-342. 4,

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ournal of Clinical Pharmacoloitish J - Br et al..y J.Perle c) Fe 1994.embrv noa internazionale – Servizio documentazione scientifica Laboraturum® Rassegna della letter cillococcin

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ier 2011. Févrentes en unités,VVentes en unités,ippal - hé Etat Grc araekasante.fr/medicaments/vidal-f.eur http://www 1:

es/096_home.html eaturv/fdac/fo.fda.g www 1996.azine,magnsumer in Mar Di Leone G.,dini S., Bernar7. 95.-16, 14about;

N.3,2005,usso),r dal ad.e (trettivinf malattie - Br et al.app R.) P f 26-30 mai 1985.ance,r Fon,y L Ly e,

329-335. 27,1989;y (BJCP),gl of Clinical Pharmacoloat onale – Servizio documentazione scientifica Labor

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Omeopatia - Masson,nelli G.:-.A.ulian O J5. 20-24. 4;

ournal,itish Homeopathic J Brd R.ar Ger.,a Pv) Casano d 35.

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I GRANDI PERSONAGGI DELL’OMEOPATIA

21HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

Incontro il dott. Ben-Arye al primo ISS-ARTOIConference on Integrative Oncology svolta a Romail 6-7 novembre scorso; è appena arrivato, ha un’aria

stanca ma è molto interessato al poster presentato dalCentro di Medicina Integrata dell’Ospedale di Pitiglianosu una casistica di pazienti oncologici: “Questo lavoro”,mi dice “è molto importante perché è svolto in una strut-tura pubblica; le vostre prestazioni non vengono pagatedai malati oncologici e questo è eticamente corretto”.Come preliminare per la mia richiesta di intervistarlo misembra ottimo! Ci diamo appuntamento al termine delConvegno; insieme a lui è la dottoressa Orit Gressel chedirige l’ambulatorio esterno della Oncologia Integrata.

< dott. Ben-arye, può descrivere come è organizzatoil Servizio di oncologia Integrata del vostro centro?Quali sono le medicine complementari praticate?

Il servizio si trova nel Lin Medical Center di Haifa chenon è un vero e proprio ospedale, ma è un servizio dicomunità per i pazienti oncologici che vengono indiriz-zati qui dagli oncologi e psico-oncologi che li hanno in

cura. Dopo un colloquio iniziale, il paziente viene inse-rito in un protocollo di Medicina Complementare checomprende più di una scelta terapeutica e tutto viene in-serito in una cartella computerizzata; io mi occupo per-sonalmente delle prime visite. Le terapie complementarivengono sempre condivise con gli specialisti che li in-viano ma prima di tutto con il paziente le cui aspettativevengono sempre ascoltate e assecondate. Nel centro ven-gono praticate: la MTC, la tecnica Mind-Body, loShiatsu, la medicina antroposofica, la reflessologia e gin-nastiche specifiche come il metodo Feldenkrais insiemealle medicine complementari più strutturate come la fi-toterapia, l’agopuntura e l’omeopatia. Vorrei però sotto-lineare un aspetto particolare, tenendo conto che la metàdei nostri pazienti è araba e l’altra metà è ebrea: en-trambe si curano seguendo le proprie tradizioni culturalie solo lo 0,1% di essi conosce cosa è la Medicina Inte-grata, mentre è abbastanza diffuso l’utilizzo di almenouna medicina complementare in corso di cancro (inIsraele il 50% dei malati oncologici ne fa uso, in Iran ein Giordania il 35%, in Turchia dal 40 al 70%); per que-sto abbiamo un grande rispetto per le diversità culturalie religiose dei pazienti quando instauriamo un protocollodi medicina integrata. Per questo motivo, ad esempio,l’ipnosi non viene impiegata perché non consentita permotivi culturali e religiosi, mentre quasi sempre al pa-ziente viene consegnata una “WIND prescription”, ov-vero una sentenza, una piccola frase o riflessione che develeggere tutti i giorni e meditare.

< Quali sono le tipologie di pazienti oncologici chevengono visitati? per quali patologie tumorali?

Io in particolare seguo i pazienti in corso di terapie adiu-vanti e in corso di chemioterapie e lavoro su sintomi spe-cifici (come nausea/vomito, neuropatia, etc.). Abbiamoquattro stanze dedicate alle terapie complementari, dovesi svolgono le attività che ho descritto precedentemente.Dei nostri pazienti, il 75% sono donne (di cui il 61%viene da fuori area di Haifa) affette da tumori al seno oaltri tumori ginecologici a diversi stadi di malattia. L’etàmedia è 61 anni, il 55% fa chemioterapia, il 17% terapiaadiuvante, il 28% è in cure palliative. Il loro interesse èinnanzitutto di ricevere un sostegno psicologico/spiri-tuale, poi vogliono sapere cosa e come mangiare, qualierbe possono assumere e come fare a evitare gli effetti col-laterali delle terapie. Il nostro compito, soprattutto perl’uso della fitoterapia, è quello di indirizzarle a quelle erbeche hanno evidenze scientifiche di efficacia, facciamocorsi specifici per l’utilizzo delle erbe perché molti hannol’abitudine di prepararsi da sé decotti, frullati, succhi etc.

Eran Ben-AryeDirettore dell’Integrative Oncology Program, Lin Medical Center, Haifa, Israel

a cura di rosaria FerreriOmeopata e fitoterapeuta. Medico del Centro di Medicina Integrata dell’Ospedale di Pitigliano, Consigliere SIOMIE-mail: [email protected] Eran Ben-A

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I GRANDI PERSONAGGI DELL’OMEOPATIA

< ma i pazienti pagano le prestazioni che ricevononel vostro centro?

I pazienti oncologici che vengono cerchiamo sempre difarli entrare in un protocollo di ricerca e in questo casonon pagano le prestazioni. Se invece vogliono una visitae basta pagano l’equivalente di circa 28 euro. Le visitenon si svolgono in modo condiviso con i medici di me-dicina convenzionale, ma ogni passo viene condiviso congli oncologi e con il personale che si prende cura del pa-ziente attraverso un supporto informatizzato e gli obiet-tivi terapeutici vengono condivisi e controllati perché lanostra “mission” è di favorire un processo di integrazionecompleto con valutazione sia in termini di efficacia chedi sicurezza; non abbiamo solo lo scopo di fornire pre-stazioni di medicina complementare.

< Quali sono i metodi di valutazione dell’efficaciadelle medicine complementari che adoperate?

Noi utilizziamo la ESAS (Edmonton Scale) per i sin-tomi, la FACIT-Fatigue: (Functional Assessment ofChronic Illness erapy-Fatigue) per il grado di faticacronica e la MYCAW (Measure Yourself Care and Wel-fare) che è un questionario individuale per la misura in-dividuale e soggettiva del grado di preoccupazione ebenessere; anche questi dati vengono poi inseriti nellarete che abbiamo creato per condividerne i risultati.

< Quanti sono gli operatori che lavorano nel centro?Fate formazione specifica in oncologia Integrata?

La prima cosa che vorrei sottolineare è che tutto il per-sonale impiegato viene pagato, non abbiamo “volontari”e ci sono 17 operatori in tutto; per la formazione speci-fica abbiamo corsi sia per personale medico che parame-dico: svolgono un training course in oncologia integratadi 270 ore (un giorno a settimana per 6 mesi) al terminedel quale ricevono un attestato di questa formazione .

< ci potrebbe dire quali sono a suo parere le prospet-tive future della oncologia integrata?

Le prospettive future sono molto interessanti, sia in ter-mini di efficacia che di possibilità di impiego, ma nondobbiamo mai dimenticare che al centro del nostro in-teresse di clinici e ricercatori deve esserci sempre il ma-lato, soprattutto se è affetto da una patologia tumorale esono innanzitutto i suoi bisogni che dobbiamo ascoltaree che dobbiamo soddisfare.

Un ringraziamento, quindi, al dott. Ben-Arye: questo ècertamente quello che ci sentiamo di condividere ap-pieno senza alcuna riserva e che ci fa davvero piacere disentirgli dire a conclusione di questa bella intervista.Ringrazio anche la dottoressa Orit Gressel, che mi haaiutato a comprendere meglio l’organizzazione del loroimportante lavoro. g

22 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

Manuela Ceccarelli - Sono un omeopata in rodaggio, dopo corso avan-zato, aggiornamenti e una ancora modesta esperienza sul campo. Innanzitutto grazie a SIOMI per il bello, utilissimo evento full immersion di Sorano.Subito dopo mi è capitato un caso - per me - complicato, che vi sotto-pongo. Signora di 55 anni, minuta, ben proporzionata, pelle chiarissima,

occhi azzurri. Elegante, ben truccata, curatissima. Riferisce un'estrema "sensibilità" cutanea; da circa 15 anni ha manifestato granuloma anulare tutt'orapresente, con modeste, parziali remissioni spontanee, sensibile a terapia cortisonica per os e lichen planus pilaris e Herpes recidivante al labbro superiore.Recentemente è afflitta da frequenti e persistenti arrossamenti in zona zigomatica con prurito e senso di calore, diagnosticati come acne rosacea,migliorati da applicazioni fredde. Dall'interrogatorio emergono: acne e pitiriasi in età puberale; fragilità capillare. Non patologie rilevanti pregresse o inatto, non diabete, nemmeno antecedenti familiari. Menopausa da due anni, terapia sostitutiva ormonale pur in assenza di disturbi. La signora nonlavora, ma è molto attiva, piena di interessi e occasioni socializzanti. Fa ginnastica (pilates) regolarmente. Regolata nel cibo, tuttavia ama e consumasmodatamente cioccolato fondente. Si definisce serena, ma rivela una grande timidezza controllata, che la faceva arrossire spesso. Inoltre suda moltissimo,soprattutto in situazioni impegnative, sotto le ascelle (nessun odore particolare). Modalità termiche indifferenti. Cicatrice frontale a destra, per asportazionecisti sebacea. All’esame obiettivo visibile granuloma anulare nelle sedi descritte color rosso porpora; capillari. Unghie dei piedi molli e sfaldate (quelledelle mani hanno lo stesso problema ma sono "ricostruite"); sul cuoio capelluto due chiazze di alopecia cicatriziale; zona zigomatica lievemente erite-matosa, con piccolo edema sottorbitale a destra. Ho prescritto: drenaggio fitoterapico, Apis 15 CH 3 granuli per 2/dì e Thuja 30CH, una dose/settimana.

Tiziana Di Giampietro - La signora presenta una tipologia mentale di Lycopodium (elegante, ben truccata, curatissima) di cui ha pure la lateralitàdestra (cisti sebacea) e il desiderio incontrollabile di cioccolata. Lycopodium ha un tropismo renale come Berberis (eritema cercinato). Mi orientereisu uno o entrambi questi rimedi modulando la diluizione e la scelta sull'anamnesi accurata di altri caratteri psico fisici, nella ricerca di una similitudinequanto più vicina possibile alle modalità dei sintomi della paziente.

Luciano D’Auria - Dalla precisione con cui hai descritto il caso clinico, direi che il tuo rodaggio è terminato... :-) Sono d'accordo su Berberis, ancheThuja è indicata per similitudine clinico-istologica con il granuloma anulare. La terapia classica del granuloma anulare è steroidea locale, non peros. Come diagnosi differenziale, ti consiglierei anche di considerare (o escludere) anche una possibile collagenopatia, dal momento che c'è un'alopeciacicatriziale (post-lichen? altro?) ed arrossamenti della regione zigomatica (rosacea in fase eritematica? LES? altro?). Buon lavoro!

Manuela Ceccarelli - L'alopecia è post lichen; sia per il granuloma anulare che per il lichen è stata effettuata biopsia.L'arrossamento in regionezigomatica risparmia la zona del naso e varia dal rosso-rosato al rosso brillante, apparentemente non in relazione a una particolare situazione sca-tenante. Tutto ciò in effetti richiede esami ematochimici mirati per collagenopatia, che provvederò a consigliare, seguendo la tua ipotesi di diagnosidifferenziale... Prima di tutto siamo medici! g

Dalle pagine di OmeopatiaOnline...

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23HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

SPOTLIGHT

Tiroxina in dosaggio ultralowrallenta lo sviluppo del girinoBernhard Harrer - Replication of an experiment on extremely diluted thy-roxine and highland amphibians - Homeopathy, 2013, 102 (1), 25-30.

In questo studio è stato analizzato un gruppo trattatocon Tiroxina 30D di 60 rane messe a confronto conun altro gruppo dello stesso numero trattato solo con

acqua con misurazioni a otto ore di intervallo l’una dal-l’altra. La metamorfosi da girino a rana è stata molto piùlenta nel gruppo trattato con Tiroxina rispetto al gruppodi controllo sia nello sviluppo delle quattro zampe, sianella scomparsa della coda ondulante: dopo 32 ore nellosviluppo degli arti c’era un ritardo tra gruppo trattato egruppo di controllo di 5 ore, mentre per la scomparsadella coda, la differenza è risultata più marcata dopo 56ore con un ritardo tra i due gruppi di sei ore. g

Pulsatilla in dosaggio omeopaticoper combattere l’ansiaR. Lakshmipathy prabhu, A. Ruckmani, D. Venkatesan, N. Madhusudha-nan, R. Pavithra - Anxiolytic effect of homeopathic preparation of Pulsa-tilla nigricans in Swiss albino mice - Homeopathy, 2012, 101 (3), 171-174.In uno studio indiano condotto su 24 ratti albini di razzaSwiss gli animali sono stati divisi egualmente in quattrogruppi: due hanno utilizzato Pulsatilla TM diluita inacqua distillata rispettivamente alla concentrazione 10-

3M e 10-6M; un gruppo ha ricevuto diazepam al dosaggiodi un mg/kg, mentre il gruppo di controllo è stato trat-tato con alcool etilico 60% diluito in acqua distillata alla10-3M. Ciascun gruppo è stato sottoposto a due test,EPM e OFT, a distanza di 60 minuti dalla somministra-zione della rispettiva sostanza (OFT risulta più stresso-geno di EPM). Il test EPM ha dimostrato che Pulsatilla10-3M era più efficace di Pulsatilla 10-6M (p<0,05) e deldiazepam (p<0,05); al contrario il test OFT ha eviden-ziato un migliore effetto ansiolitico del diazepam. g

Attività antimalarica di Chinae Chelidonium 30CHAswathy Rajan, Upma Bagai - Antimalarial potential of China 30 and Che-lidonium 30 in combination therapy against lethal rodent malaria para-site: Plasmodium berghei - J Compl Int Med, 2013.Nell’articolo è stata valutata l’efficacia di Cinchona offi-cinalis 30CH e Chelidonium majus 30CH contro il Pla-smodium berghei nei roditori. Questo studio non solooffre una panoramica circa l'uso dell'omeopatia per iltrattamento della malaria, rivelatasi efficace in termini

di costo e beneficio e priva di effetti di resistenza, ma di-mostra anche che è possibile e utile combinare i farmacicon i medicinali omeopatici. g

Approccio omeopaticoalla polineuropatia diabeticaChaturbhuja Nayak, Praveen Oberai, Roja Varanasi, Hafeezullah Baig, Ra-veender Ch, G.R.C. Reddy, Pratima Devi,Bhubaneshwari S, Vikram Singh,V.P. Singh, Hari Singh, Shashi Shekhar Shitanshu - A prospective multi-centric open clinical trial of homeopathy in diabetic distal symmetric po-lyneuropathy - Homeopathy, 2013, 102 (2), 130-138.

Un interessante studio condotto in India da cinque Cen-tri di Ricerca Clinica in omeopatia, con la supervisionedel Consiglio Centrale per la Ricerca in Omeopatia(CCRH), ha avuto come obiettivo principale valutare iltrattamento omeopatico nella gestione della polineuro-patia diabetica simmetrica. Lo studio osservazionale haidentificato 15 farmaci omeopatici dopo repertorizza-zione dei sintomi nosologici e dei segni della malattia;l’appropriata scelta della medicina costituzionale è stataprescritta a diverse potenze, 30CH, 200CH e MK, subase individuale. Farmaci come Lycopodium, Phospho-rus, Sulphur, Arsenicum album e Rhus toxicodendronsono risultati efficaci nel controllo dei livelli glicemiciematici, mentre i farmaci in seconda prescrizione con-fermano la "relazione dei rimedi” di Boenninghausen. g

Omeopatia e depressione climatericaEmma del Carmen Macías-Cortés, Leopoldo Aguilar-Faisal and JuanAsbun-Bojalil - Efficacy of individualized homeopathic treatment andfluoxetine for moderate to severe depression in peri- and postmenopausalwomen (HOMDEP-MENOP): study protocol for a randomized, double-dummy, double-blind, placebo-controlled trial - Trials, 2013, 14 (105).

Lo schema dello studio prevede una durata di sei setti-mane, si svolgerà presso l’ambulatorio di omeopatiadell’ospedale pubblico di Juarez a Città del Messico ecomprende come criteri di valutazione la scala di Hamil-ton e la scala di Greene-Beck per la depressione. Ungruppo riceverà fluexetina, uno la terapia omeopatia (indinamizzazioni centesimali e prescritta da medici com-petenti dopo studio individuale) ed uno il placebo. L’ela-borazione statistica dei dati raccolti verrà effettuata conil test di Bonferroni per la significatività: quest’ultimo èstato preferito al test di Student perchè i dati in analisisaranno numerosi e il livello suggestione molto alto(come in tutte le forme a coinvolgimento psichico). g

SpotlightLa ricerca scientifica in Medicina Integrataa cura di gino SantiniSegretario Nazionale SIOMIDirettore ISMO, Istituto di Studi di Medicina Omeopatica, RomaE-mail: [email protected]

In collaborazione con:

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Il Museo dell’Omeopatia, archivio storico italiano,nasce a Roma in Piazza Navona, al civico 49. In que-sta sede, Antonio Negro organizzò l’omeopatia ita-

liana negli anni 40. Infatti, dopo le glorie dell’800,l’omeopatia, agli inizi del ‘900, iniziò una fase di declino.L’ inserimento di nuove leve che cercavano di dialogarecon l’Accademia, determinò la ripresa. Antonio Negroindicò in un simposio del 1943, al quale fece partecipareanche cattedratici di matematica, fisica e chimica, il pro-gramma propositivo dell’omeopatia che avrebbe dovutoessere hanhemaniana, costituzionalista e scientifica, me-diando così, tra tradizione e progresso.La struttura del museo di circa 110 metri quadrati aprele finestre sulla piazza. L’inaugurazione, con la parteci-pazione di oltre 500 persone e la benedizione dell’Arci-vescovo Vincenzo Paglia è avvenuta il 17 giugno 2013 aricordare il compleanno di Negro che, in tale giorno,avrebbe compiuto 105 anni. Ogni anno in questa dataè previsto un evento che raccolga gli amici dell’omeopa-tia e rinnovi ricordi. Numerosa la partecipazione di te-state giornalistiche e reti televisive, rintracciabili sul sitoin fase di completamento.Il Museo-Archivio storico inquesta forma di raccolta di memorabilia (oltre 4000) edi biblioteca (circa 8.500 volumi e dei quali oltre 5.000di omeopatia), è unico nel suo genere. L’archivio storicoitaliano ha acquisito numerosi fondi di medici omeopa-

tici quali Pompilij, Tosi, Galatzer, oltre a quello di An-tonio Negro. Il percorso museale inizia dalla bibliotecache interessa i precursori del pensiero hanhnemaniano,Stoerck, Haller, Stahe, Quarin, Hufeland, Questi testipermettono di comprendere la preparazione al pensieroomeopatico, sorto dalle conoscenze dell’epoca, poi sin-tetizzate dal geniale medico. Lentamente il mosaico si ri-compone, iniziando dalle origini storico-filosofichedell’omeopatia.Lettere autografate di Hahnemann in quattro lingue(francese, latino, tedesco, italiano) oltre oggetti personaliquali le sue posate e i libri della biblioteca e kit tedeschida viaggio dell’epoca, compongo la vetrina dedicata alMaestro. In altre vetrine divise per nazioni di apparte-nenza, materiale autografo, quali le lettere di GeorgeSand a Molin, medico omeopatico di Chopin. Nella rac-colta americana un quaderno di appunti di Hering confoto e documenti del Hahnemanian Hospital di Phila-delphia, come curiosità, il carnet di ballo di fine corsodelle infermiere diplomate all’ospedale. Nella vetrina in-glese, il kit della zarina Alessandra, contenente i rimediomeopatici in forma liquida. All’epoca, tra le sommini-strazioni dell’omeopatia, c’era quella inalatoria.I kit presenti nel museo sono un centinaio provenientida Italia, Francia, Inghilterra, Germania, Usa a confermadella diffusione mondiale dell’omeopatia.Suscitano in-

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Il museo dell’Omeopatia

Francesco eugenio negroMedico esperto in omeopatiaE-mail: [email protected]

CONTRIBUTI ORIGINALI

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teresse le vetrine italiane che fanno riferimento all’in-gresso dell’omeopatia a Napoli nel 1820 e alla lotta con-tro il colera del 1837 E’ opera del museo il testo“Bibliografia Omeopatica Italiana ” di (A. Negro e F.E.Negro, Franco Angeli Editore, 2007) del quale è in pre-parazione una nuova edizione. Meritevole e assoluta-mente completa la collezione filatelica sull’omeopatiacon francobolli che interessano tutti gli Stati che hannovoluto raffigurare Hahnemann e ricordare il metodo. Unannullo è stato creato dalla Fondazione Negro in colla-borazione con le poste italiane per l’inaugurazione delmuseo.Un interessante raccolta di cartoline, oltre 300,ricordano i numerosi ospedali omeopatici americani deiprimi del ‘900, ai quali si aggiungono quelle di ospedaliaustraliani e inglesi.Tra i testi più significativi oltre allaraccolta di quelli italiani, le prime edizioni di opere diHahnemann e le prime edizioni (italiana, francese e ame-ricana) dell’Organon del quale sono presenti tutte le seiedizioni tedesche.Questo museo si propone attraverso l’acquisizione, laraccolta e la conservazione di documenti, la ricostruzionestorica e la memoria dell’omeopatia, con lo scopo di of-frire un contributo culturale al suo sviluppo e alla suadiffusione. Il Ministero dei Beni Culturali ha notificatoil 15 ottobre 2007 l’interesse storico del materiale custo-dito alla Fondazione Negro, che ne assicura la gestionesecondo gli obblighi e divieti di legge ai sensi del D. lgs.42/204.E’in corso il gemellaggio con Istituzioni culturaliitaliane ed estere. Questo museo vuole essere un centrodi cultura dove chi ama l’omeopatia, possa trovare con-ferme e lo scettico, possa verificare la storicizzazione. Una

sede dove medici e pazienti possano confrontarsi. Unpunto d’incontro dove si possa parlare di persona umananella sua totalità di corpo mente e spirito. Un’area di pa-cificazione tra diverse mentalità omeopatiche, purtroppospesso in guerra, dove si possa studiare questa metodicacon la serenità necessaria per aiutare chi chiede un con-forto. g

CONTRIBUTI ORIGINALI

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Alcuni anni fa, alla “Sapienza” di Roma, fu discussauna tesi di laurea in Medicina dal titolo “La te-rapia omeopatica della tosse nel bambino”. La

candidata ottenne la Laurea a voto pieno con lode, manon è dato sapere se, in seguito, abbia tratto vantaggidall’evento e non è dato sapere neanche se, nella sua at-tività di Medico, abbia poi deciso di professare la medi-cina omeopatica. Allora, in realtà, non era neancheabitudine dichiararlo, si decideva di essere un medicoomeopata e bastava la decisione.In questi ultimi anni però, da Terni in poi, la pratica pro-fessionale delle principali Medicine Complementari (chechiameremo CAM), gradualmente ha conseguito unadignità assolutamente imprevedibile in passato. A Terni,nel marzo del 2009, infatti, la FNOMCeO stabiliva che:

L’esercizio delle suddette medicine e pratiche non conven-zionali è da ritenersi a tutti gli effetti atto medico e per-tanto si ritiene:essere le medicine esercitabili e le pratiche gestibili, inquanto atto medico, esclusivamente da parte del medicochirurgo ed odontoiatra in pazienti suscettibili di trarnevantaggio dopo un’adeguata informazione e l’acquisi-zione di esplicito consenso consapevole;essere il medico chirurgo e l’odontoiatra gli unici attorisanitari in grado di individuare pazienti suscettibili diun beneficiale ricorso a queste medicine e pratiche, inquanto solo il medico chirurgo e l’odontoiatra sono abi-litati all’atto diagnostico, che consente la corretta discri-minante fra utilità e vantaggio del ricorso consapevole atrattamenti non convenzionali;essere, in questa impostazione, il medico chirurgo el’odontoiatra gli unici in grado di evitare che le medicinee pratiche non convenzionali vengano proposte e prescrittea pazienti senza possibilità di vantaggio, sottraendoli alledisponibili terapie scientificamente accreditate sulle qualidovrà essere sempre aggiornato attraverso l’ECM;essere il medico chirurgo e l’odontoiatra gli unici soggettilegittimati ad effettuare diagnosi, e a predisporre il rela-tivo piano terapeutico e a verificare l’attuazione dellostesso sul paziente.

Oggi i vari ordini dei Medici e Odontoiatri provincialihanno allestito dei registri per alcune di queste discipline:omeopatia, fitoterapia, agopuntura e omotossicologia. Imedici che hanno conseguito un diploma presso scuoledidatticamente accreditate, possono iscriversi a tali regi-stri per avere una sorta di riconoscimento di qualità. Laformazione ottenuta in queste scuole non è mai stata co-dificata fino al 2009. Da allora, prima la stessa FNOM-

CeO, poi la FISM (Federazione delle Società MedicoScientifiche Italiane) e, recentemente, la ConferenzaStato-Regioni hanno elaborato tre diversi documenti de-dicati alla codifica dei criteri da rispettare per una cor-retta formazione dei Medici e Odontoiatri nelleMedicine Complementari. I tre documenti hanno unastruttura simile ma si differenziano in parte per la ripar-tizione del monte ore, che comunque, in totale, nei tre-documenti, raggiunge il numero di 600 (quello dellaConferenza S/R lascia aperto il numero delle ore per l’at-tività individuale e quindi il monte ore totale potrebbeessere extrapolabile) ma, soprattutto, per la presenza omeno della considerazione del possibile ruolo dell’Uni-versità.In realtà, tra i 3 documenti, soltanto il documento pro-dotto da FISM recita: “...E’ auspicabile che le Università,pubbliche e private, che hanno per definizione titolo al-l’attività formativa, prevedano rapporti di convenzionee collaborazione con le associazioni, le società scientifichee gli enti privati di formazione accreditati, per la elabo-razione di adeguati programmi didattici e per reperirepersonale docente idoneo”.Ma è giusto o no prevedere l’Università? E’ opportunoconsiderare che, se da una parte l’Università per tradi-zione è deputata alla formazione professionale, dall’altra,in questo ambito, ha inteso affermare, all’interno dellefacoltà mediche, una posizione di netta distanza rispettoalla possibilità d’insegnamento delle CAM durante ilpercorso didattico dei medici, sia pre che post laurea.Ciò è dimostrato dalla presa di posizione da parte dellaConferenza Permanente dei Presidenti di Corso di Lau-rea in Medicina (CPPCLM) che in due occasioni si èpronunciata in merito, nel 2004 e nel 2011. La presa diposizione del 2004, molto restrittiva, è riportata di se-guito:

“...possiamo quindi concludere sostenendo con chiarezzail non inserimento delle CAM come disciplina (o disci-pline) nel Corso di Laurea Specialistica in Medicina eChirurgia, e neppure un loro surrettizio ingresso sottoaltre forme didattiche (seminari, corsi elettivi). È inveceindispensabile, per affrontare questo problema, il poten-ziamento della formazione metodologica e relazionaledello studente, l’apprendimento di specifici strumenti perla ricerca, la comprensione, l’analisi critica delle infor-mazioni”.

Nel 2011 la posizione è stata rivista lasciando, se nonaltro, degli spazi più ampi all’interno del Corso di Lau-rea, per dare modo di effettuare, nonostante tutte le re-strizioni del caso e su base evidentemente autonoma e

26 HomeopatHy and Integrated medIcIne | novembre 2013 | vol. 4 | n. 2

Insegnamento delle CAM nelle Università,un problema apertoFrancesco macrìVicepresidente SIOMI, Professore Aggregato di pediatria, Università “Sapienza”, RomaE-mail: [email protected]

CONTRIBUTI ORIGINALI

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non strutturata per le singole sedi, un’attività di forma-zione/informazione relativa alle CAM: “L’acquisizione dicompetenze relative alle CAM non rappresenta un obiettivodidattico del CLM. Non possono essere quindi inseriti in-segnamenti, oggettivati allo sviluppo di specifiche compe-tenze od abilità, relativi ad alcun tipo di CAM in corsiintegrati, discipline, moduli del CLM fin tanto che, en-trando nel merito, non si disponga di evidenze scientifichenon ambigue.

Nozioni relative alle CAM non debbono essere oggetto diun surrettizio ingresso negli obiettivi didattici professio-nalizzanti fin tanto che, entrando nel merito, non si di-sponga di evidenze scientifiche non ambigue. Lo studentedovrà essere stimolato a sviluppare una conoscenza criticasugli elementi essenziali caratterizzanti le più diffuseCAM, i loro effetti e i rischi, attraverso una riflessioneorientata a comprendere le motivazioni al loro uso, l’as-sunzione di una posizione intellettualmente chiara al finedi fornire un’informazione equilibrata all’utenza sull’usodelle CAM. Andrà sviluppato l’impiego di strumenti di-dattici pertinenti al raggiungimento degli obiettivi, ancheadottando nei corsi integrati più appropriati i summen-zionati obiettivi didattici del core curriculum e collo-cando in specifici corsi integrati, maggiormentepertinenti, lo sviluppo di capacità di informazione/edu-cazione del paziente su particolari aspetti delle CAM. LaCPPCLM rileva peraltro la necessità di un ulteriore im-pegno didattico per rafforzare la componente metodolo-gica e farmacologico-terapeutica, la valorizzazione delconcetto di salute e del ruolo degli stili di vita nella for-mazione dello studente, lo sviluppo della capacità di co-gliere le valenze socio-culturali e spirituali della persona,il cogliere le opportunità didattiche della medicina nar-rativa, l’implementazione delle capacità di ascolto, di in-staurare una relazione di aiuto e di counseling”.

A fronte di questa presa di posizione, singole FacoltàUniversitarie, negli anni recenti, hanno dato vita ad at-tività formative di vario livello e una indagine conoscitivacondotta nell’ambito del Master in “Sistemi Sanitari,Medicine Tradizionali e Non Convenzionali” dell’Uni-versità Milano-Bicocca pubblicata recentemente (M. To-gnetti et al., Advanced erapies) segnala come, in basea dati raccolti da 37 Università pubbliche e tre Universitàprivate, nei diversi CCL in Medicina e Chirurgia (annodi valutazione 2011-2012) sono state svolte attività for-mative nell’ambito delle CAM, sia durante il corso diLaurea (Attività Didattica Elettiva, ADE; Attività Didat-tica Opzionale, ADO), che in fase post-laurea (Master,Corsi di Perfezionamento), non essendo stati previsti nécorsi di Alta Formazione, né Dottorati di Ricerca. In det-taglio ADO/ADE con argomenti riguardanti le CAMsono state svolte in cinque sedi (Torino, Milano-Bicocca,Brescia, Bologna, Modena, Reggio Emilia) con settecorsi in totale. Sette Master di I Livello, con vario orien-tamento didattico in merito alle CAM, sono stati attivatiin sette sedi rispettivamente (Milano-Bicocca, Siena,Pisa, Firenze, Roma TorVergata, Napoli Federico II, Pa-lermo) e nove Master di II Livello in otto sedi (Bologna,Siena, Roma Medicina e Farmacia, Roma Medicina ePsicologia, Roma Tor Vergata, Napoli Federico II, Mes-sina, Sassari).

Dati in parte discrepanti sono stati ottenuti in una re-cente indagine conoscitiva condotta all’interno dellastessa CPPCLM (giugno 2013) dalla quale risulta che lesedi in cui è stata svolta attività formativa durante ilcorso di Laurea sono: Bologna, Roma Campus Biome-dico, Catania, Foggia, Messina, Milano Bicocca, Mo-dena-Reggio Emilia, Padova, Trieste. Master di II livellosono stati attivati a Bologna, Napoli, Trieste, Milano Bi-cocca, Siena, Roma Tor Vergata.In pratica, nel momento in cui il documento sulla for-mazione prodotto dal gruppo interregionale della con-ferenza S/R sta per diventare attuativo, prevedendo comeenti erogatori della formazione Società Scientifiche o As-sociazioni Private di Settore, in ambito universitario l’at-teggiamento riduttivo, confermato anche in un recentedocumento a cura di Vantini e Caruso per la ConferenzaPermanente dei Presidenti di Corso di Laurea in Medi-cina, che si limita a considerare soltanto la Fitoterapia el’Agopuntura come possibili materie di insegnamento,potrebbe avere come conseguenza una gestione esclusivadella formazione del medico nell’ambito delle CAM, aifini anche professionali, soltanto da parte di strutture(Società e Associazioni) di tipo privato.L’Università ha, a nostro parere, tre possibili scelte. Laprima consiste nell’ ignorare il problema, in pratica comeè avvenuto finora, e sarebbe un atteggiamento non inlinea con i tempi: oramai in varie parti del mondo, anchedi quello occidentale che culturalmente è più incline al-l’affermazione della Medicina galileiana, sono stati atti-vati dei percorsi formativi per medici riguardanti leCAM, vedi il Regno Unito (Faculty di Londra), la Ger-mania (Università di Freiburg), gli USA (ConsortiumInteruniversitario), etc. La seconda, che possiamo im-maginare per evidenti motivi soltanto teorica, consiste-rebbe nell’introdurre nel proprio ambito attivitàformative dedicate alle CAM, secondo i criteri indicatinei documenti già prodotti in merito, quindi un monteore di 1200-1300 ore (poiché questi sono i numeri che,nella impostazione Universitaria, un’attività frontale di400 ore prevede come computo totale di impegno di-dattico per lo studente) realizzabile soltanto attraversol’istituto del Master, progetto talmente complesso danon poter consentire una realizzazione in tempi rapidi,rimarcando anche che il Master, per sua impostazione,deve consentire un approfondimento su argomenti giàaffrontati didatticamente, e non sono certo quelli relativialle CAM, i quali, sicuramente, durante il corso di lau-rea, sono, al momento, praticamente ignorati. La terza,attualmente più percorribile, consisterebbe nell’intro-durre tali attività formative secondo propri criteri orga-nizzativi, con una gradualità che possa consentire, in unafase iniziale, l’introduzione nel corso di laurea di spazididattici di tipo informativo, dedicati alle disciplinecomplementari che per diffusione nel territorio e per di-gnità metodologica lo stesso Ministero della Salute si ap-presta a normare: fitoterapia, agopuntura, omeopatia,omotossicologia e antroposofia.E’ evidente che un’informazione generica dovrebbe es-sere fornita allo studente durante il corso di Laurea al-l’interno di corsi integrati di congrua affinità sull’ar-gomento (Farmacologia e Tossicologia, Metodologia Cli-

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nica etc.). Tale attività dovrebbe avere carattere pura-mente informativo ed essere esplicata con un numero diore limitato per le caratteristiche stesse dei Corsi Inte-grati, ma avrebbe comunque lo scopo e, se ben gestita,anche il risultato, di fornire allo studente gli elementicritici di base per saper decidere se e fino a che puntovorrà dedicare attenzione a tali materie nel suo futuroprofessionale, sviluppando questa attenzione, nel pe-riodo postlaurea, attraverso corsi accreditati erogati dastrutture private oppure direttamente dall’Università,una volta che, dal punto di vista organizzativo, sarà resa

realizzabile la ipotesi dell’insegnamento Universitario po-stlaurea (Master). Non può certo sfuggire come la rea-lizzazione anche di questo progetto di minima devepresupporre il superamento di alcune difficoltà, come ilreperimento di personale docente in grado di affrontarequesti argomenti, la definizione di programmi didatticiadeguati, la indicazione di testi e materiale idonei per lostudente, etc. Il percorso e’ solo agli inizi, sicuramentecomplicato, ma per la prima volta, rispetto al passato,sembra esistano i presupposti per intaprenderlo. g

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Tratta dalla Tesi del Master di II Livello in Medicina Inte-grata Università di Siena Anno Accademico 2011-2012

L’amenorrea o ipogonadismo femminile è l’assenzadel ciclo mestruale fisiologico, accompagnata adassenza di ovulazione. Il meccanismo che regola

la ciclicità mestruale è così raffinato che può risentire diminime variazioni ormonali, a carico di ghiandole anchenon direttamente legate alla funzione ovarica, come ti-roide, surrene, ipofisi.Si distinguono due tipi di amenorrea, primaria o secon-daria. Si definisce amenorrea primaria l’assenza di me-struazioni all’età di 14 anni senza crescita e sviluppo deicaratteri sessuali secondari o assenza di mestruazioni al-l’età di 16 anni indipendentemente dallo sviluppo e dallacrescita dei caratteri sessuali secondari (Balzano G.,2010). Le principali eziologie dell’amenorrea primariapossono essere riconducibili ad un ritardo puberale sem-plice, malformazioni dell’apparato genitale, amenorreeipofisarie, metrosi di ricettività, amenorree congenite diorigine ipotalamica, iperplasie congenite dei surreni oanomalie genetiche (Candiani et al., 1992). Per amenor-rea secondaria si intende l’assenza di mestruazioni indonna con cicli regolari per un periodo della durata dialmeno tre volte l’intervallo precedente o per più di 4mesi (Balzano G., 2010). L’amenorrea secondaria rico-nosce spesso disturbi funzionali a livello ipotalamico,ipofisario, ovarico (menopausa precoce o ovaio resi-stente) o tiroideo (Grella P. V. et al.). Le cause possonoessere anche di natura psichica, come conseguenza aduna serie ripetuta di stati di stress, uno shock affettivo,diete dimagranti, eccessivo esercizio fisico o anoressiamentale.Da questo quadro emerge che le irregolarità mestrualinon sono identificabili in un’unica e isolata causa maspesso sono il risultato di una complessa e sistemica al-terazione del sistema di comunicazione tra apparati e unacompromissione della capacità d’auto-regolazione del-l’organismo, condizione che può generare una tendenzapatologica, vale a dire una malattia cronica (Hyland etLewith, 2002).

Terapia dell’amenorreaI trattamenti per la cura dell’amenorrea si affidano fre-quentemente a terapie convenzionali, prescritte in fun-zione della causa. Per esempio, in caso di tumore, di cisti,sinechie, o sindrome di Stein-Leventhan, la paziente èaffidata ad un chirurgo; la terapia a base di estroproge-

stinici è impiegata per provocare la comparsa di flussi ar-tificiali quando la paziente lo desidera; le terapie di sti-molo dell’asse ipotalamo-ipofisario sono normalmenteriservate alle donne che desiderano una gravidanza; nelleamenorree di origine psichica invece, si fa ricorso allapsicoterapia (Grèco J., 1995). La medicina accademicatuttavia, affidandosi semplicemente ai trattamenti far-macologici convenzionali, gravati molte volte da effetticollaterali, può risolvere un’amenorrea, ma non è ingrado di favorire ovulazioni e cicli mestruali spontaneiregolari. Del resto le attuali conoscenze della Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia (PNEI) dimostranoche il benessere femminile relativo al ciclo mestruale de-riva da un sofisticato e complesso intreccio tra il sistemanervoso centrale, il sistema endocrino e il sistema im-munologico. E’ evidente che sempre più frequentementel’approccio patogenetico classico alle irregolarità me-struali non può essere applicato in quanto riduttivo, datala complessità di concause che entrano in gioco nel de-terminare un tale disequilibrio nella donna.

Amenorree e omeopatiaUn corretto approccio moderno alle problematiche fun-zionali dell’asse cortico-ipotalamo-ipofisi-ovaio dovrebbeincludere tra i suoi strumenti terapeutici anche la possi-bilità di utilizzare la terapia omeopatica. Il metodo tera-peutico omeopatico è il metodo olistico per eccellenza,in quanto lo studio della persona investe la sua totalitànei suoi aspetti costituzionali, psichici, comportamentali,fisici e la sua interazione con i fattori ambientali esterni.Fondamentale importanza riveste il ruolo del ginecologoomeopata, il quale cerca di entrare in contatto direttocon la paziente, ponendosi come obiettivo quello di ca-pire dal suo passato e presente le cause, le emozioni in-trinseche, i disagi che possono aver determinatol’amenorrea. Durante la visita, nel momento dell’inter-rogatorio e dell’esame clinico, il medico omeopata notala maggior parte dei sintomi fisici e psichici descritti dallapaziente, li classifica, li valuta al fine di identificare le ca-ratteristiche che corrispondono a questo o quel rimedio.Il rapporto di fiducia che ci stabilisce tra il medico e lapaziente si concretizza con la stesura della prescrizione.Questa deve tenere conto di tutte le sfumature di perso-nalità, costituzione e stato patologico della paziente.La visita ginecologica prevede un interrogatorio duranteil quale il medico potrà raccogliere una serie di informa-zioni valutando i seguenti punti: anamnesi familiare,anamnesi personale, interrogatorio relativo alla sfera ge-nitale, indagine sulla motivazione della consultazione.

L’omeopatia nel trattamento dell’amenorreaLa donna nella sua intima totalità verso un nuovo equilibrioValentina ZanoniFarmacista esperta in omeopatiaE-mail: [email protected]

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Anamnesi familiareVengono valutate le malattie e cause di decesso dei geni-tori e dei nonni (affezioni cardiovascolari, tubercolosi,cancro, diabete...), lo stato di salute dei parenti di se-condo grado e figli.Anamnesi personaleInfanzia - Le domande vertono sul parto, problemidell’alimentazione, malattie, operazioni, vaccinazioni, al-terazioni della crescita, traumi psicologici. Lo studio at-tento delle malattie della prima infanzia orienta già versol’appartenenza a una determinata diatesi: il terreno tu-bercolinico predispone alle affezioni della sfera ORL re-cidivanti, alle adenopatie, ai disturbi della circolazionevenosa e capillare, al morbillo. Il terreno luesinico pre-dispone alla scarlattina, agli orecchioni, alle angine reci-divanti, ai disturbi della crescita. La psora corrispondeai bambini allergici spesso soggetti a eczema, pollinosi,asma e parassitosi. Il terreno sicotico predispone alle ver-ruche, alle infezioni genito-urinarie, alle ossessioni.adolescenza - Importante indagare sulla comparsa delmenarca, dismenorrea, regolarizzazione delle mestrua-zioni e leucorrea.età adulta - Il colloquio riguarderà la professione, vitafamiliare e affettiva, malattie, operazioni, eventuali eventitraumatici precedenti l’insorgenza dell’amenorrea (cau-salità).Interrogatorio relativo alla sfera genitaleViene effettuata un’anamnesi ginecologica riguardante iseguenti punti: pubertà; indagine sul ciclo mestruale (re-golarità, lunghezza del ciclo, abbondanza delle mestrua-zioni); anamnesi ostetrica (numero di gravidanze,evoluzione normale o patologica, aborti spontanei o pro-vocati); contraccezione (pillola, spirale, età in cui si è ini-ziato a prendere la pillola, tolleranza) menopausa (datadelle prime irregolarità, della cessazione definitiva, esi-stenza di disturbi ad essa legati) operazioni come fi-bromi, prolasso, raschiamento di polipi, cancro; affezioniginecologiche (salpingite, leucorree, micosi, parassitosi);malattie dermatologiche (prurito, herpes, condilomi);affezioni urinarie (cistalgie e cistiti).Indagine sul motivo della consultazioneSi indaga se la causa che determina un’irregolarità delciclo mestruale è legata ad una delle seguenti condizioni:amenorrea (primaria o secondaria); disfunzioni del ciclo:ipomenorrea, ipermenorrea, poliamenorrea, oligomenor-rea, spaniomenorrea, pollachimenorrea; emorragie(Grèco J., 1995). Il quadro clinico che emerge dalla visitapermetterà la prescrizione di uno o più medicinali omeo-patici per il trattamento dell’amenorrea.

Medicinali omeopatici delle amenorreepulsatilla - Ragazza giovane, molto timida ed emotiva,che presenta i sintomi di congestione venosa, pelle freddaed estremità cianotiche. I sintomi di Pulsatilla sono va-riabili, ma migliorano se la paziente è all’aria aperta, colmovimento e la compagnia. La tendenza all’essere pia-gnucolona migliora se la paziente viene consolata. Lacomparsa delle mestruazioni è tardiva, i flussi sono in ri-

tardo, scarsi, di sangue nero e denso. Il flusso è intermit-tente, più abbondante di giorno che di notte, mestrua-zioni che si interrompono il terzo giorno e poi siriprendono. L’amenorrea si accompagna a coliche addo-minali con dolori lombari; è presente una leucorreabianca o giallastra, spessa, d’aspetto cremoso, non irri-tante. La posologia è 15 o 30CH 5 granuli al dì dal lu-nedì al venerdì, oppure 30CH un tubo/dose ogni 7giorni.natrum muriaticum - E’il rimedio della demineraliz-zazione. Amenorrea in giovani donne anemiche con lapelle del viso seborroica, generalmente magre nella partesuperiore del corpo nonostante l’appetito sia buono.Tendenza alla cellulite degli arti inferiori. La depressionesi aggrava se la paziente viene consolata. Stipsi ostinata ecefalea che si accentua verso le 10 della mattina. Peggio-ramento con l’esposizione al sole e al mare. La posologiaè 15 o 30CH 5 granuli al dì dal lunedì al venerdì, oppureun tubo/dose ogni 7 giorni.Sepia - Queste giovani donne brune, con macchie gial-lastre sul viso, sono apatiche, indifferenti, irritabili e su-scettibili. Soffrono di stipsi aggravata da una congestionedel bacino e da un dolore che si irradia verso la schiena.La mestruazione è sostituita da una leucoxantorrea,spessa, leggermente irritante che provoca prurito vagi-nale. La posologia è 15 o 30CH 5 granuli al dì dal lunedìal venerdì, oppure 30 CH un tubo/dose ogni 7 giorni.graphites - Soggetto freddoloso, grosso di corporatura,presenta sintomi cutanei di eruzione cronica, squamosao eczematosa. Stipsi atonica. L’amenorrea si accompagnaad una forma di leucorrea bianca, filante, escoriante, par-ticolarmente abbondante al mattino al risveglio. Le ovaiesono dolenti, i seni freddi, gonfi e sensibili al tatto. I ciclisono in ritardo, flussi scarsi di sangue pallido. La poso-logia è 9 o 15 CH 5 granuli al dì da lunedì a venerdì.Lachesis - Questo rimedio classico della menopausa èlegato a donne adulte, vicine al climaterio, con alter-nanza di eccitazione loquace e depressione. L’amenorreasi aggrava con il caldo di qualunque natura, al mattinoal risveglio, in situazioni costrittive (abiti stretti) o con ilcontatto fisico, migliora con l’apparire del flusso me-struale. La paziente risente di dolori all’ovaia sinistra,presenta una leucorrea verdastra, soffre di vampate di ca-lore e una caratteristica logorrea. La posologia è 15 o30CH 5 granuli al dì dal lunedì al sabato, oppure 30CHun tubo/dose ogni 7 giorni.cyclamen - L’amenorrea si accompagna a caratteristicidisturbi visivi; la paziente molto scrupolosa, lamenta ver-tigini ed emicranie oftalmiche. I cicli sono irregolari olunghi, flussi abbondanti o scarsi, di sangue nero concoaguli. Sono generalmente giovani ragazze e donneadulte con morfologia simile a quella di Natrum Muria-ticum. Presentano una variabilità dell’umore e desideriodi solitudine, comportamento intermedio tra Pulsatillae Sepia. Peggiora con l’assunzione di cibi grassi e miglioracon il movimento. La posologia è 15CH 5 granuli al dì,oppure 30CH un tubo/dose ogni 7 giorni.Kalium carbonicum - Spesso indicato nel periodo dellapubertà, quando le mestruazioni non si sono ancora sta-bilizzate. L’amenorrea da Kalium carbonicum si accom-

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pagna a dolori addominali acuti. Leucorrea di coloregiallastro, poco irritante. La giovane è anemica e presentaun’astenia importante, carattere ansioso e ipersensibile.L’anamnesi della paziente rivela spesso un episodio bron-copolmonare. Cicli assenti o in ritardo, sangue pallido,irritante. Stillicidio continuo dopo un flusso abbon-dante. La posologia è 15CH 5 granuli al dì da lunedì alvenerdì. (Balzano G., 2010; Grèco J., 1995).

Un caso clinico di amenorreaAnna R., 28 anni farmacista. Soffre di amenorrea secon-daria dal 2007.Anamnesi familiare: comparsa menarca della madre al-l’età di 14 anni. Anamnesi fisiologica: nata con parto ce-sareo, allattata al seno fino a 5 mesi. Crescita regolare.Menarca all’età di 15 anni, le mestruazioni avevano cicliregolari ogni 30-32 giorni con durata di 4 giorni. Flussonormale, di maggior intensità il 2°giorno e con una di-minuzione di notte. Sintomi della sindrome preme-struale erano soprattutto dolore nella zona sacrale,tensione al seno, umore facilmente instabile.Anamnesi patologica e terapie: all’età di 12 anni compareper la prima volta la psoriasi sui gomiti e cuoio capellutoche si ripresenta tutt’ora nei momenti di maggiorestress.A 16 anni ha avuto ripetute forme eczematose a li-vello del collo, zona oculare e parte interna delle braccia,trattate con terapia topica cortisonica. L’amenorrea ècomparsa per la prima volta a 17 anni, ed è stata ricon-dotta ad un periodo di sostenuto sforzo fisico durante lastagione estiva come cameriera. Il ciclo è stato assenteper tre mesi, per poi tornare con regolarità. Nel luglio2007 è avvenuto nuovamente la scomparsa del ciclo me-struale, legato a stress psico-fisico, perdita di peso, e forteanemia. Da gennaio 2008 ha cominciato il trattamentocon terapia ormonale sostitutiva per due periodi, en-trambi della durata di circa 15 mesi. I cicli erano regolaricon flusso di 4-5 giorni, sangue denso e rosso scuro. Trai due trattamenti è avvenuta un’interruzione di un annoper verificare l’eventuale comparsa del ciclo in modo na-turale. Il ciclo mestruale spontaneo non è, tuttavia, com-parso. Ha effettuato MAP test per valutare lafunzionalità ovarica con risultato positivo. Da marzo2011 non segue alcuna terapia ormonale sostitutiva, ècostantemente monitorata e visitata da un ginecologocon ecografie e dosaggi ormonali. Il ciclo mestruale nonè più comparso in modo spontaneo fino a febbraio 2013.Generalità: molto freddolosa, non sopporta stare in luo-ghi freddi umidi. Estremità spesso fredde, mani e piediche presentano cianosi e difficoltà circolatoria. Miglio-ramento stando all’aria aperta, in climi caldi e asciutti.Digestione lenta, soprattutto quando assume cibi raffi-nati o troppo grassi. Ha un carattere solitario, ma neimomenti difficili cerca il supporto delle persone care.Quadro morboso: Amenorrea, forme di eczema e pso-riasi.Terapia omeopatica: da ottobre ha iniziato ad assumerePulsatilla 30CH, un tubo dose a settimana per due mesisenza alcun risultato. A dicembre 2012 le è stato pre-scritto Natrum muriaticum 200CH, un tubo dose, una

volta sola. Anche in questo caso il mestruo non è com-parso. Da fine gennaio 2013 le è stata prescritta Pulsatilla30CH, 3 granuli una volta al dì da lunedì al venerdì.Follow up: dopo circa 3 settimane di trattamento conPulsatilla 30CH è avvenuta la comparsa del ciclo me-struale. La durata del flusso è stata di 4 giorni, scarso ilprimo e più abbondante il secondo; durante la notte èavvenuta una decisa diminuzione. La sindrome preme-struale è stata lieve, ha accusato leggera tensione ai seni,dolore nella zona lombare e sacrale. Il ciclo è ricomparsodopo circa 32 giorni a marzo con le medesime modalità.Nei mesi successivi il mestruo non è più ricomparso eda fine giugno sta integrando l’assunzione giornaliera diPulsatilla 30 ch 3 granuli dal lunedì al venerdì, con uncomposto magistrale in gocce costituito da Pulsatilla9CH, Sepia 9CH e due organoterapici, Uterine 5CH eOvarinum 5CH.Analisi dei risultati. La comparsa del ciclo mestruale, inun organismo che aveva smarrito da sei anni l’orologiobiologico che scandiva il ritmo di uno spontaneo ciclo,è semplicemente sorprendente. Dalla mia timida espe-rienza in omeopatia, ritengo che la prima stimolazioneavvenuta con Pulsatilla 30CH, 1 tubo dose a settimanaper due mesi, non sia stato sufficiente per “risvegliare” leovaie dal loro stato di riposo. Al contrario, l’assunzionequotidiana di Pulsatilla 30CH, 3 granuli al dì dal lunedìal venerdì, abbia suscitato nell’ organismo una soave earmoniosa stimolazione tanto da determinare la com-parsa del ciclo mestruale. Il trattamento dell’amenorreacon la medicina integrata apre un nuovo e speranzososipario per la paziente, donna alla ricerca di una nuovaarmonia. Lei assume un ruolo attivo e fondamentali ri-sultano essere le sue colorite e significative descrizioni re-lative al quadro sintomatologico. Con l’omeopatia nonsi cura la patologia ma la persona con il suo problema,l’ascolto e l’osservazione consentono, nella miriade di ri-medi indicati per quadri clinici simili, la soluzione diquello specifico per quella paziente. Il corretto medici-nale omeopatico individualizzato, la cui selezione si basasulla totalità dei sintomi specifici del singolo caso, saràperciò in grado di stimolare l’organismo a recuperare l’al-terato equilibrio psico-fisico in modo fisiologico. Avendoinoltre, un’azione globale, sistemica e non solo d’organoo d’apparato, risulta essere un’efficace terapia che va a so-stituire, quando possibile, i trattamenti ormonali propo-sti dalla medicina convenzionale. g

BibliografiaBalzano G. Manuale di Omeopatia clinica in ginecolo-

gia. Tecniche Nuove, Milano, 2010.Candiani G. B., Danesimo V., Gastaldi A. La clinica

ostetricia e ginecologia. Masson, 1992.Grèco J. Omeopatia in Ginecologia. Tecniche Nuove,

Milano, 1995.Grella P. V., M. Massobrio, S. Pecorelli, L. Zichella.

Compendio di Ginecologia e ostetricia. Terza edi-zione Monduzzi Editore.

Hyland ME, Lewith GT. Oscillatory effects in a homeo-pathic trial. Homeopathy 2002; 91(3): 145–149.

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Ifratelli Bezzi, due anziani industriali del farmaco omeo-patico, abitavano alla periferia della città, in un vecchioe malandato edificio dalla struttura gotica che torreggiava

su tutti gli alberi del circostante parco. Tarcisio Giretti, me-dico omeopata, e Ortensia Pecca, magistrato, si sofferma-rono a guardare, con un certo disagio, il sinistro edificio.Ortensia disse: - Una settimana fa, Bezzi Antenore, vicepre-sidente dell’omonima ditta, è stato assassinato in camera daletto.Mostrò al medico un flacone su cui c’era scritto il nome delrimedio omeopatico, Angusta vera.- E’ morto dopo averne assunto alcune gocce. Le prendevaper curarsi il glaucoma: era quasi cieco.Tarcisio guardò, perplesso, il flacone e scosse la testa.Ortensia spiegò: - Nel flacone è stato trovato del cianuro.Entrambi si soffermarono a guardare, con un certo disagio,il sinistro edificio. Il loro arrivo era stato annunciato dallaportineria, così, ancor prima che bussassero alla porta, sullasoglia comparve l’anziano maggiordomo Eusebio. L’uomoera curvo, aveva il volto rugoso e l’espressione da zombie. Liaccolse con una strana domanda: - Che pene volete?Ortensia Pecca lo guardò stupita e rispose: - Non siamo quaper subire delle pene. Io sono il magistrato che conduce leindagini riguardanti la morte di Antenore Bezzi.Il maggiordomo mostrò occhi da pesce lesso e sbuffò: - Chefarfallina vi porta qui, signori?Ortensia Pecca s’arrabbiò: - Non siamo degli entomologi!A quel punto Tarcisio Giretti s’avvicinò ad Ortensia e le sus-surrò ad un orecchio. - Credo che il maggiordomo stia inse-rendo allusioni sessuali al posto della parola “cosa”.Il magistrato non comprese subito. Poi capì, sbiancò, s’indi-gnò, tuonò al maggiordomo: - Lei è un gran maleducato!Il maggiordomo alzò le spalle e le mostrò la lingua.Prima che la situazione degenerasse, il dottor Giretti do-mandò al maggiordomo. - Le dispiace condurci nella camerada letto del signor Bezzi?Il maggiordomo li fece entrare e si avvicinò ad un tavolinoposto sopra un grande tappeto persiano. Da un vassoio d’ar-gento, ammaccato su un lato, prese una bottiglietta sullaquale era incollata l’etichetta con la scritta Pulsatilla. Lentocome un automa, ne versò alcune gocce in un bicchiere,bevve e, senza scomporsi, disse: - Adesso seguite le miechiappe.Tarcisio ed Ortensia si accodarono al maggiordomo che, apassi lenti e strascicati, percorse un breve corridoio. Poi sali-rono i gradini di uno scalone del settecento e oltrepassaronosaloni con vasi di ceramica, arazzi, sculture in marmo. Giun-

sero in una strana stanza completamente rivestita di scaffalidal pavimento al soffitto, con un letto matrimoniale e uncomodino al centro. Nell’aria ristagnava un forte odore dicaffè. Ortensia Pecca sbottò: - Questa non è la stanza dove èstato trovato il cadavere di Antenore Bezzi!Il maggiordomo indicò un quadro contenente la fotografiadi un uomo dalla folta barba bianca. - Questa è la stanza delfratello maggiore, Ugo Bezzi, presidente della ditta. Non oc-corre che io la ingravidi per capirlo.Tarcisio impedì ad Ortensia di prendere a schiaffi l’incautomaggiordomo. Le domandò: - Dove si trova Ugo Bezzi, inquesto momento?- E’ ricoverato in ospedale in seguito ad un malore che lo hacolpito dopo aver saputo della morte del fratello. - rispose ilmagistrato.Tarcisio Giretti andò verso il letto e, ai piedi del comodino,trovò i cocci di un flacone omeopatico. Sull’etichetta si leg-geva ancora la scritta Physostigma venenosum.- E’ il rimedio con cui si curava il presidente. - commentò ilmaggiordomo. - Il flacone gli è caduto quando io l’ho in-formato della morte del fratello.- Di quali problemi soffriva Ugo Bezzi? - domandò Tarcisio.Il maggiordomo non rispose.- Perché Ugo Bezzi prendeva quel rimedio omeopatico?Quali patologie aveva? - ridomandò Ortensia. Il maggior-domo alzò le spalle.Il magistrato ordinò al maggiordomo di mostrare la cartellaclinica del presidente Bezzi. Da un cassetto l’uomo estrasseuna cartella di colore viola. Ortensia l’aprì e divenne rossacome un peperone: - Ma…cosa mi ha dato? Queste sonofotografie tratte da una rivista pornografica! C’è anche scritto“Hard Core” sulla pagina iniziale.Il maggiordomo ebbe un sussulto e iniziò a guardare le fotocon grande interesse. Anche le profonde rughe che gli deva-stavano il volto sembrarono ravvivarsi. Esclamò: - Quale or-gasmo di errore che ho commesso! - poi, accortosi dellosguardo furibondo del magistrato, tirò fuori una cartellagialla dal cassetto.- Questi sono fogli dattiloscritti di poesie scritte dal Bezzi. -brontolò Ortensia. Il maggiordomo estrasse cinque cartelleazzurre che consegnò a Ortensia.- Mi sta prendendo in giro? Queste riguardano le dichiara-zioni dei redditi! - ruggì il magistrato.Finalmente la sesta cartella era quella giusta. Tarcisio lesse ilcontenuto: - Ugo Bezzi ha sempre sofferto di problemi ten-dineo-muscolari e di periostiti. Da esami fatti molto recen-temente risulta essere afflitto da un’infiammazione al tendine

Il colpevole è evidente

Italo grassiSpecialista in Igiene e Medicina Preventiva, Medico esperto in omeopatia, Consigliere SIOMIE-mail: [email protected]

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rotuleo destro. Per questo motivo era costretto a stare a letto.Domandò al maggiordomo: - Chi portava il rimedio omeo-patico al presidente?Il maggiordomo: - Io, tutti i giorni alle 8 e alle 20 in puntoconsegnavo i rimedi omeopatici sopra il vassoio d’argentoad entrambi i fratelli.- Perché li portava sempre alla stessa ora?- Perché io sono una persona precisa.Tarcisio Giretti osservò gli scaffali pieni di contenitori di caffèe disse: - Rigorosa era l’ora, come meticolosa e precisa era lacollocazione dei rimedi sul vassoio.Il maggiordomo annuì.Ortensia: - Tu come fai a saperlo?Tarcisio: - Perché ho visto che nel fondo del vassoio ci sonovari tipi di incisioni, tutte diverse tra loro.Le labbra del maggiordomo si mossero appena, la sua voceuscì con lo stesso tono di uno che parli dal regno dei morti:- Sopra ogni incisione io metto il rimedio omeopatico daconsegnare a uno o all’altro dei due fratelli.- Chi stabilisce quali rimedi omeopatici sono da utilizzare?Il maggiordomo ripeté in modo automatico: - Gli stessi An-tenore e Ugo Bezzi. Loro hanno il pallino di voler curaretutti con l’omeopatia.Tarcisio: - Scommetto che sul vassoio c’è pure l’incisione cor-rispondente al rimedio che deve assumere lei, Eusebio.Il maggiordomo stirò i muscoli vicino alla bocca e sul suoviso si delineò un aborto di sorriso: - Certamente. Come cisono pure le incisioni che corrispondono ai rimedi da con-segnare ad eventuali ospiti. Quindi ci può scommettere isuoi due testicoli, senza il rischio di perderli.Ortensia s’infuriò: - Se non la smette di dire volgarità, io lafaccio arrestare! Ha capito?Tarcisio: - Chi sono le persone sospettate?Ortensia: - Sono due informatrici che lavorano per la dittaomeopatica. Lo stesso giorno in cui è avvenuto l’omicidio,entrambe erano venute in questa villa, convocate dopo averricevuto, poco tempo prima, una lettera di licenziamento.Pensiamo che, per vendetta, una delle due abbia messo delcianuro nel flacone di Angusta vera.Tarcisio: - Perché sospetti solo di loro due?Ortensia: - In questo edificio abitano soltanto i due anzianifratelli Bezzi con il maggiordomo, al loro servizio da più diquaranta anni. Per questo sospettiamo delle due informatrici,le uniche due estranee presenti quel giorno, poco prima cheBezzi Antenore fosse avvelenato.Tarcisio: - Dove sono in questo momento le due donne?Ortensia: - Ci stanno aspettando.Sempre seguendo il passo lento e strascicato del maggior-domo, medico e magistrato si spostarono in un’altra ala delpalazzo, entrarono in una piccola sala dipinta di rosa e senzafinestre, con un tavolo impolverato disposto lungo una pa-rete e due divani di fronte. Le due donne sedevano l’uno ac-canto all’altra. Capelli castano chiari, viso dai lineamentidelicati, molto alta di statura, Silvia, era l’informatrice delVeneto mentre Lucia, volto rubizzo, bassa e mora, era l’in-formatrice della Toscana. A quest’ultima Tarcisio si rivolse: -

Cos’è accaduto, il giorno in cui siete venute qua?Lucia arrossì ed iniziò a sudare. - Entrambe ricevemmo unalettera di licenziamento e la convocazione di trovarci qua fir-mata dal presidente della ditta Ugo Bezzi. Pensavamo che civolesse dare almeno dei soldi, invece Ugo Bezzi era a lettomalato e ci fece sapere, tramite il maggiordomo, che lui nonci aveva convocate e che non aveva alcuna intenzione di par-larci. Ci ricevette, invece, il fratello Antenore. Costui con-fermò, senza darci altre spiegazioni, il licenziamento e che,per giunta, il fratello maggiore aveva stabilito che non ci spet-tava alcun indennizzo. Maremma maiala!Tarcisio: - Cosa accadde dopo?Lucia, quasi facesse fatica a respirare, si sbottonò il collettodella camicia e si sventolò un foglio di giornale davanti alviso. - Prima di cacciarci fuori come due cani, il maggior-domo, su ordine di Antenore Bezzi, mi consegnò una bot-tiglietta di Lachesis.La donna scoppiò in una risata sarcastica: - Nella famigliaBezzi c’è il pallino di guarire tutti con l’omeopatia, quindiquando Antenore Bezzi ci vide tanto afflitte, lui pensò di cu-rarci. Come se ricevere un rimedio omeopatico, sopra unvassoio d’argento, fosse sufficiente per pagarmi il mutuodella casa: disperata sono andata al bar ed ho bevuto whiskyfino a vomitare. Maremma cignala coi cignalini dietro!Tarcisio: - Lucia, sinceramente, mi dica: le dispiace che unodei due fratelli Bezzi sia morto?- Neanche un pò. Chi piscia contro vento, si bagna l’ahami-cia! - sentenziò l’animosa informatrice toscana.Tarcisio, allora, si rivolse all’informatrice del veneto.- Mi dica, Silvia, quale aggettivo userebbe per definire coluiche l’ha licenziata?L’informatrice veneta scoppiò a piangere e, tra i singhiozzi,gridò: - Brigante! Maledìo! Delinquènte! Scalcagnà! Boàro!Porzèlo!Tarcisio le accarezzò il volto. – Suvvia, Silvia, non faccia così.Un’informatrice brava e carina quale lei è, sicuramente tro-verà lavoro in un’altra ditta.- Davvero? - disse lei con occhi pieni di speranza.- Ne sono sicuro.Lei si asciugò le lacrime.Tarcisio: - Va meglio?- Passato il magón! - confermò Silvia con un sorriso.- A lei quale rimedio diede il maggiordomo sul vassoio d’ar-gento?Silvia: - Bufo Rana.Tarcisio: - Ha notato se il vassoio era ammaccato?Silvia ci pensò e rispose: - Sì, ad un’estremità.- Bene. Questa è la conferma che i miei sospetti erano giusti.- disse trionfante Giretti.- Allora conosci il nome del colpevole della morte di Bezzi?- Domandò Ortensia Pecca.Tarcisio: - Il colpevole è evidente, ma il suo nome lo riveleròdomani, nel tuo ufficio, davanti al notaio della famigliaBezzi.Il giorno dopo, intorno alla scrivania del magistrato, se-devano il notaio Brilli, il dottor Giretti, il maggiordomo

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L’OMEOPATIA RACCONTATA

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Eusebio e, ovviamente, la dottoressa Pecca. Il notaio,uomo calvo e grasso, lesse il testamento e annuì pesan-temente con il suo testone: - Dal momento che i Bezzierano uno l’erede dell’altro, Ugo Bezzi erediterà tutta laparte del patrimonio del fratello morto.Ortensia Pecca si rivolse a Giretti: - Allora, a questopunto, ci puoi rivelare il nome di chi ha fatto morire An-tenore Bezzi?Giretti: - Se tu ti intendessi un po’ di omeopatia, lo avre-sti capito subito, come ho fatto io.Ortensia, un po’ stizzita: - Dal momento che l’espertodi omeopatia sei tu e non io, mi aspetto che tu mi dicaquesto benedetto nome.Giretti prese il testamento e lo mise sotto gli occhi delmaggiordomo.- Qua c’è una parte che la riguarda. Può dirci cosa c’èscritto?Il maggiordomo si sistemò la dentiera traballante e loguardò con la solita aria assente. Rispose: - Sì.- Bene, lo dica, allora.- C’è scritto che il notaio è un perfetto copulatore!- Che fesserie sta dicendo? - strillò il notaio come se fossestato punto da un’ape. - Qua c’è scritto che AntenoreBezzi a lei lascia la sua preziosa collezione di francobollirari. Vale una fortuna!Giretti estrasse il vassoio d’argento da una borsa e do-mandò al maggiordomo: - Lo riconosce?- E’ il mio vassoio d’argento. - confermò Eusebio.Giretti: - Questo è il vassoio su cui lei metteva i rimediomeopatici? - Il maggiordomo annuì.Giretti: - Bene. Allora ci spieghi cosa accadde il giornodel delitto e perché questo vassoio è sbeccato su di unlato.Il maggiordomo guardò Ortensia e sorrise in modo al-lusivo: - Volete da me un rapporto? Vi posso dire qualepreferisco? -Il magistrato gli puntò l’indice contro e mostrò i dentiin modo minaccioso: - Se solo lei prova a dire qualcheporcheria, io la metto al muro e la faccio fucilare!Giretti: - Il giorno della morte di Antenore Bezzi accaddeche Eusebio aveva disposto, come al solito, in modo pre-ciso tutti i rimedi, mettendo ogni flacone sopra il segnogiusto: c’era quello destinato a Ugo Bezzi, quello per An-tenore, i due destinati alle informatrici, più il rimedio

L’OMEOPATIA RACCONTATA

Francesca Pignotti - Sono Francesca, farmacista di Ascoli Pi-ceno. Volevo chiedervi un consiglio su come aiutare un gattinocon calcoli renali (circa 1 cm), urine limpide, pH 6,5.

Simonetta Bernardini - Se ci mandi la foto almeno vediamola costituzione e se ci dai qualche dato omeopatico proviamoa cercare un rimedio.

Bruno Cipollone - Io penserei a Colocynthis 30CH, 10 gtt duevolte al giorno sciolte in acqua e somministrate con la siringasenza ago per bocca per un periodo di 15 giorni.

Tiziana Di Giampietro - Le urine a quel pH possono ritenersinormali per un onnivoro, non so per un carnivoro. Omeopati-camente prescriverei della Calcarea carbonica e Magnesia pho-sphorica 15CH da sciogliere in acqua e somministrare a lungoe, per il periodo limitato all'espulsione, un "antispastico" (ot-timo il Colocynthis di Bruno) associato ad Apis mellifica 15CHper ridurre l'edema che sempre si associa.

Francesca Pignotti - Ringrazio tutti per i vostri preziosi con-sigli. Non avevo né foto, né tante informazioni in più in quantoil gatto non è mio ma di un cliente della farmacia... Dopo ilcorso base dello scorso anno cerco sempre di approcciare conun rimedio omeopatico, ma devo imparare a fare più domande!

Giorgio Cavenago - E se tu usassi anche l'erba “spaccapietre”della tradizione ayurvedica, il Phyllantus niruri, che esiste anchein bustine, visto che il calcolo è indubbiamente enorme (1 cm)per un gattino, evidentemente pauroso(calcolosi renale). g

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che Eusebio utilizza per sè. Tutto disposto in modo per-fetto e ordinato come sempre. Purtroppo il vassoio gliscivolò sul pavimento assieme a tutti i rimedi.Al maggiordomo sfuggì un “Kaz... ” che suonò come unaconferma.Giretti, soddisfatto guardò Ortensia: - Ecco svelato il mi-stero.Ortensia: - Io, invece non ho capito niente: insomma,chi è il colpevole?

Prova a dare una tua soluzionee poi confrontala con quella che si trova a pagina 48

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La medicina omeopatica può rappresentare una ri-sorsa terapeutica nella cura delle otiti, le evidenzedi efficacia del trattamento omeopatico sono re-

peribili in letteratura scientifica.Il trattamento convenzionale dell’otite media acuta(OMA) pone vari problemi, tra cui il più importante èla selezione di ceppi batterici sempre più resistenti allaterapia antibiotica, a fronte dell’alta percentuale di gua-rigione spontanea e, pertanto, anche la identificazionedei casi dove la terapia antibiotica sia veramente neces-saria. Per questo motivo anche la ricerca in omeopatia siè concentrata sulle prime fasi dell’OMA: la prova di unaqualsiasi efficacia terapeutica resta quella di risolvere isintomi in tempi più brevi rispetto a quelli di una riso-luzione spontanea. Molte sono le review effettuate: neviene proposta qui di seguito una revisione cronologica,riportando per ognuno sia la metodica di studio che i ri-sultati conseguiti.Il primo che andiamo ad illustrare, del 1997, svolto dalgruppo tedesco di Friese e coll.1 è uno studio prospetticocomparativo fra terapia convenzionale e omeopatia sudue gruppi di bambini trattati con i due diversi approccimedici. I ricercatori hanno confrontato 103 bambini (1-11 anni) affetti da otite acuta e trattati con prescrizioneomeopatica con 28 bambini con la stessa patologia trat-tati con la terapia convenzionale locale e generale. I sog-getti trattati con rimedi omeopatici hanno risolto piùvelocemente il sintomo dolore (2 giorni di terapia vs 3giorni) e con minore tendenza alla recidiva (29,3% vs43,5%). Dei 103 bambini nel primo gruppo, soltanto 5in seguito hanno effettuato una terapia antibiotica. Nes-suna sequela permanente è stata osservata in entrambi igruppi.Altri due studi sono stati condotti negli Stati Uniti: ilprimo, di Barnett e coll.2 presenta una piccola casisticadi 24 bambini, di età compresa fra 8 e 77 mesi (con ri-gidi criteri diagnostici per otite media acuta) che sonostati sottoposti a trattamento omeopatico e seguiti neltempo: il 92% di essi è guarito. Il secondo studio, ran-domizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo,svolto da Jacobs e coll.3 ha incluso 75 bambini con otitemedia acuta: nel gruppo trattato con omeopatia è stataosservata una riduzione dei sintomi a 24 ore dall’iniziodel trattamento e un minor ricorso alla terapia antibio-tica (19,4% nei trattati verso il 30,8% nel gruppo pla-cebo).Gli Autori di questi studi concludono che in caso diOMA non complicata il trattamento omeopatico puòessere considerato come possibile rimedio “sintomatico”

nei confronti dell’otalgia nel periodo di osservazione alpari di altri trattamenti analgesici.Lo scopo di uno studio effettuato dal gruppo di Frei ecoll. nel 20014 è stato quello di vedere quanti bambinicon OMA sono stati alleviati dal dolore entro 12 oredopo l’inizio del trattamento omeopatico, rendendoquindi inutile l’utilizzo di misure supplementari.Un gruppo di 230 bambini con OMA hanno ricevutoun primo farmaco omeopatico personalizzato in ambu-latorio: se la riduzione del dolore non era sufficiente,dopo 6 ore veniva somministrato un secondo farmacoomeopatico (diverso dal primo); dopo ulteriori 6 ore, ibambini che non avevano raggiunto il controllo del do-lore sono stati avviati a terapia convenzionale con anti-biotici. Il controllo del dolore è stata raggiunto nel 39%dei pazienti dopo 6 ore e in un ulteriore 33% dopo 12ore. Questo tasso di risoluzione è risultato 2,4 volte piùveloce rispetto ai controlli con placebo. Non ci sono statecomplicazioni osservate nel gruppo di studio e, confron-tati con il trattamento convenzionale, la terapia omeo-patica è stata del 14% più economica.Un altro studio del 2001 del gruppo di Riley e coll.5 èstato eseguito con lo scopo di verificare entro 14 giornidall’inizio della terapia quanti fossero i pazienti miglio-rati e con quale delle due tecniche; in meno di 1 giorno(e comunque prima del terzo giorno) erano migliorati il67,3% dei pazienti trattati con l’omeopatia rispetto al56,6% dei pazienti trattati in medicina convenzionalePiù recentemente sono stati condotti altri studi cliniciche hanno avuto lo scopo di “allargare” il campiona-mento dei pazienti attraverso la metodica degli studi“multicentrici”. L’obiettivo di uno studio multicentricoe internazionale6, è stato quello di valutare l’efficaciadell’omeopatia nel trattamento di episodi acuti a caricodell’orecchio e delle prime vie respiratorie. Progettatocome ricerca, ha coinvolto 1577 pazienti di cui 857hanno ricevuto trattamenti omeopatici (H) e 720 con-venzionali (C). In entrambi i gruppi la più parte dei pa-zienti ha avuto un miglioramento notevole o unaguarigione in due settimane (H: 86,9%; C: 86,0%, p =0,0003), con tempi di guarigione più veloci nel tratta-mento omeopatico (p=0,0488) per i bambini. La con-clusione della ricerca è che, innegabilmente, iltrattamento omeopatico delle affezioni respiratorie acutee dell’orecchio non è inferiore, per efficacia, al tratta-mento convenzionale, risulta meno costoso, più rapidoe con minor numero di reazioni avverse nell’adulto.L’ultimo studio più recente7 è stato eseguito da un teamdi scienziati dell’Istituto di Ricerca di Omeopatia e del

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Il trattamento omeopatico delle otitiUna sintesi delle reviewrosaria FerreriConsigliere SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina IntegrataMedico esperto in omeopatia del Centro di Medicina Integrata dell’Ospedale di PitiglianoE-mail: [email protected]

CONTRIBUTI ORIGINALI

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Consiglio Centrale per la Ricerca in Omeopatia di NuovaDehli. La ricerca ha preso in considerazione 81 bambini,fra i 2 e i 6 anni, 40 seguiti secondo un trattamento tra-dizionale, 40 con il trattamento omeopatico, tenuti sottocontrollo per 21 giorni. Entrambi i metodi hanno portatoalla completa remissione dalla malattia. Nel gruppo tra-dizionale solo un bambino è guarito grazie all’azione diun analgesico, mentre per gli altri è stato necessario dopoil terzo giorno di antiinfiammatori somministrare anti-biotici. Il trattamento personalizzato omeopatico invece,ha guarito 4 pazienti entro il terzo giorno e in nessun casosi è dovuto ricorrere ad antibiotici.

ConclusioniSecondo gli studi riportati da questa review è evidentelo sforzo dei ricercatori di dimostrare, con casistiche sem-pre più ampie, che l’omeopatia può risultare un inter-vento di prima scelta nella terapia delle otiti soprattuttoper contribuire al “risparmio” della terapia antibiotica equindi alla riduzione del fenomeno dell’antibiotico-re-sistenza. g

Bibliografia1. Friese KH, Kruse S, Ludtke R, Moeller H: “e ho-

moeopathic treatment of otitis media in children -comparisons with conventional therapy”. Int J ClinPharmacol er. 1997 Jul; 35(7): 296-301).

CONTRIBUTI ORIGINALI

2. Barnett ED, Levatin JL, Chapman EH et al.: “Chal-lenge of evaluating homeopathic treatment of acuteotitis media”. Pediatr Infect Dis J 2000; 19:273-275

3. Jacobs J, Springer DA, Crothers D: “Homeopathictreatment of acute otitis media in children: A preli-minary randomized placebo-controlled trial”. PediatrInfect Dis J 2001; 20:177-18.

4. Frei H, urneysen A: “Homeopathy in acute otitismedia in children: treatment effect or spontaneous re-solution?”. Br Homeopath J. 2001 Oct; 90(4): 180-2.

5. Riley D, Fischer M., Singh B, Haidvogl M, Hger M:“Homeopathy and conventional medicine: an out-comes study comparing effectiveness in a primarycare setting.” J. Altern. Complement. Med. 2001Apr.; 7(2): 123-5.

6. M Haidvogl, DS Riley, M Heger, S Brien, M Jong,M Fischer, G T Lewith, G Jansen and AE urney-sen: “Homeopathic and conventional treatment foracute respiratory and ear complaints: a comparativestudy on outcome in the primary care setting” -BMC Complementary and Alternative Medicine2007, 7:7 doi: 10.1186/1472-6882-7-7.

7. MN Sinha, V. Siddiqui, C Nayak, V Singh, R Dixit,D Dewan, A Mishra: Randomized controlled pilotstudy to compare Homeopathy and Conventionaltherapy in Acute Otitis Media, Homeopathy, Vo-lume 101, Issue 1, Pages 5-12, January 2012.

Liliana Perrone - Vi chiedo un aiuto nella scelta del rimedio per trattareun uomo di 78 anni, in buona salute, a cui è stato diagnosticato un Herpeszoster con eruzione eritemato-vescicolare iniziata dalla zona cervico-nu-cale, circa quattro giorni fa, che si irradia anteriormente al torace e ade-nopatia satellite. Il paziente ha assunto per due giorni Arnica e Cuprum per dolore tensivo e rigidità al collo, non lamenta particolare fastidio o pruritonelle zone cutanee interessate, piuttosto astenia e ha una temperatura di 37°C. La terapia che gli è stata prescritta è Talavir 1000 e Aciclovir crema.

Riccardo Bartaletti - Come puro sintomatico utilizzerei del Rhus toxicodendron 5CH, 3 granuli per 3 o 4 volte al giorno finché perdura la fase vesci-colosa; successivamente, nella fase delle croste (specie se scure, per presenza di sangue), Mezereum 5CH, 3 granuli 3 volte al giorno. Per il dolore inuna fase così acuta varrebbe anche la pena intervenire con qualche seduta di agopuntura.

Tiziana Di Giampietro - Il rimedio di fondo alla 30CH in dose (in genere a fine estate si scompensano i Natrum muriaticum che è anche “un rimediodi Herpes”), ma devi considerare la tipologia del malato. Per la similitudine delle lesioni locali Rhus toxicodendron 9CH e (all'esordio) Apis mellifica15CH, tre granuli 3-4 /die a digiuno. Localmente una crema calendula e zinco. Hypericum 30CH in dose potrebbe attenuare il dolore.

Roberto Pulcri - Ti consiglio un "piccolo rimedio", Ranunculus bulbosus 9CH, similia similibus fisiopatologica, lesioni vescicolose intercostali.

Luciano D'Auria - Gli antivirali per os sono molto efficaci anche su eventuali algie post-zosteriane, possibilmente iniziando l'assunzione entro48 ore dall'esordio della manifestazione clinica. Da un punto di vista omeopatico mi associo alle proposte di Tiziana e di Roberto: devi scegliereil medicinale sulla base della lesione cutanea, in particolare a seconda del contenuto delle vescicole (chiaro, purulento, ematico). Per il dolorepuoi valutare anche Kalmia latifolia (vs Hypericum), qualora il dolore si manifestasse come scossa elettrica. Anche Arsenicum album, se c'è unquadro clinico e sintomatologico appropriato. A prescindere dalla terapia, è consigliabile fare effettuare al tuo paziente le analisi cliniche diroutine per controllare lo stato generale.

Maria Borriello - L'affezione erpetica è, a mio avviso, espressione di un qualcosa di più profondo ad esempio una depressione reattiva a vari motivipersonali o è una risposta ad una patologia per cui non mi limiterei alla terapia dell’herpes zooster ma indagherei un pò meglio. Un’accurataanamnesi è da sempre la risorsa del medico che vuole curare bene e a fondo il paziente.

Simonetta Bernardini - Discussioni come queste nobilitano la Medicina e il nostro lavoro di medici omeopati. Esse rappresentano la miglioregaranzia per i cittadini. Anche se ho visto in trenta anni di professione i miracoli dell’omeopatia, non ho mai creduto né fatto credere ai miei pazientiall’omeopatia dei miracoli. Nel malato cronico occorre tanta esperienza della medicina e questo prima ancora della tanta esperienza dell’omeopatia.Vi confesso che leggervi mi allarga il cuore. g

Dalle pagine di OmeopatiaOnline...

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QUADERNI DI MEDICINA INTEGRATA

Nella rappresentazione convenzionale della ma-lattia c’è una causa esterna, un agente patogenoche, colpendo un organo, ne determina l’alte-

razione: un concetto che è andato oltre le intenzioni dellegeniali rivelazioni di Pasteur sull’inoculazione e molti-plicazione dei microbi, teoria che fa dell’uomo una vit-tima rassegnata o ribelle.La lesione diventa così il punto di partenza dell’inter-vento terapeutico del medico convenzionale e, seppureil patrimonio ereditario dell’individuo sia consideratocome un’ineluttabile tendenza allo sviluppo del male,questo dato non modifica la scelta del farmaco: conce-zione elementare e incompleta poiché nella lotta tra in-dividuo e ambiente esclude il terreno su cui si compie labattaglia. Il movente etiologico, infatti, dà l’avvio allareazione tissutale ma, se questa è corretta, l’organismorifiuta l’agente estraneo e la patologia non compare: nonsiamo tutti ugualmente esposti alla malattia.Gli agenti infettivi, parassitari, possono comparire o spa-rire, diventare germi resistenti e virus mutanti; le causetossiche possono sommarsi... ma alla fine ciò che resta èla degenerazione psicofisica del corpo. Per Hahnemannla malattia è “il dinamismo reattivo globale di un uomo,condizionato dall’intermediazione dei sintomi”. La sua,soprattutto per l’epoca, è un’analisi di livello superioreche considera l’uomo dissimile da una macchina; è l’ap-proccio al mistero del corpo che deve indicare la stradaverso la prevenzione: “nell’uomo malato vi è un primomedico: la sua costituzione” (Roland Sananés).In contrasto con l’atteggiamento nosografico e organici-stico dell’epoca, Hahnemann propone una concezioneetiologica indiretta del conflitto che s’instaura all’internodel corpo malato, che va oltre la causa apparente, per in-terpretare la malattia come un’entità individuale: ogniorganismo ha un suo “lato debole”, che spesso è comunenei membri della sua genia, e da cui originerà la malattia.Ad esempio lo stesso tipo di Streptococco può provocareuna tonsillite, una scarlattina, una cardite, un’artrite,un’eresipela, un patereccio...Se però consideriamo i sintomi come espressione clinicadella attivazione di una reazione alla causa - termica, mi-crobica, emotiva, allergica - esterna patologica, allo stres-sor, allora l’organo colpito sarà quello che per primoreagisce, che combatte in prima linea, dunque il più ste-nico in quell’individuo. E, per una ragione nota solo adun omeopata, quello appartenente al foglietto embrio-nario che più si è accresciuto nella sua costituzione. Tut-tavia non riusciva a spiegare come mai, nonostanteterapie allopatiche o omeopatiche adatte, gli ammalati

non guarissero mai definitivamente, presentando reci-dive ogni volta più ravvicinate, mentre i medicinali di-ventavano tanto meno efficaci quanto più ripetuti: ifarmaci, prescritti secondo similitudine, spesso provoca-vano solo una temporanea scomparsa della malattia e,nonostante il paziente conducesse una vita sobria e ri-spettosa delle regole, il miglioramento era precario, le-gato magari a fattori esterni favorevoli (vacanze, eventipiacevoli, clima confacente) e le recidive presentavano lacaratteristica di una variazione più o meno marcata dellasintomatologia o la comparsa di nuovi sintomi conun’evoluzione crescente nel tempo. Quale fattore scono-sciuto influenzava questa “tendenza morbosa” inarresta-bile verso la malattia cronica?Scriveva nel 1823 in una lettera al Dr W. Baumgartner,Console Generale Prussiano: “...nonostante l’arte omeo-patica, quale è stata da me fin’ora pubblicata, possa rea-lizzare moltissimo, tuttavia non è sufficientementeperfetta per curare le malattie croniche... Rimarrannosempre alcuni disturbi non curati dall’omeopatia, i restidi qualche profonda malattia incurabile. Tutto quelloche è stato da me pubblicato sull’arte omeopatica dellaguarigione non è sufficiente per la cura completa di ungran numero di malattie persistenti... Negli scritti omeo-patici c’è ancora la mancanza di quella grande chiave divolta che, legando insieme tutto ciò che è stato fin quipubblicato, ci permetterebbe non solo di perfezionare iltrattamento delle malattie croniche, ma anche di arrivarea una cura completa. Mi sono impegnato notte e giornonegli ultimi quattro anni per trovare la perduta chiave...Attraverso migliaia di esperimenti ed esperienze, comeanche attraverso ininterrotte meditazioni, ho alla fineraggiunto il mio obiettivo”.Hahnemann si era reso conto che la terapia dei simili erasufficiente nella malattia acuta ma che non fosse bastantequando i sintomi erano dovuti alla recrudescenza di unaforma slatentizzata, espressione della reazione della ForzaVitale che cerca di liberarsi del “miasma” interno per ri-pristinare l’equilibrio dell’intero sistema. La scoperta dicui parla è quella dell’origine infettiva delle malattie cro-niche (i miasmi), sulla base della quale nei quattro annisuccessivi scriverà il “Trattato delle Malattie Croniche”col quale renderà note, ai suoi allievi e ai collaboratori,le sue conclusioni che solo dopo un altro anno di rifles-sioni darà alle stampe.Nel 1928 asserirà, infatti: “...dopo continue meditazioni,instancabili ricerche, fedeli osservazioni e tentativi i piùscrupolosamente eseguiti, il Datore di ogni bene mi con-cesse di poter sciogliere, per conforto dell’umanità, que-

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Il contributo dell’omeopatia

tiziana di giampietroConsigliere Nazionale SIOMI, Pediatra di Famiglia, Docente Master II livello Università di SienaE-mail: [email protected]

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sto importantissimo enigma... i mali persistenti hannoorigine dai Miasmi (infezioni)”.Il miasma può essere inteso come il primo esempio diepigenetica in medicina, un cambiamento che influenzail fenotipo senza alterare il genotipo, una modificazioneindotta dai microrganismi sul genoma ereditabile che nevaria l’espressione genica, pur non alterando la sequenzadel DNA. Il fenotipo, quello che appare, sarà determi-nato sia dal genotipo ereditato, sia dalla sovrapposizionedi “un’impronta infettiva”, il miasma, che influenza ilcomportamento immunologico e la reattività funzionaledi ogni essere unico nella sua diversità. Il miasma, se-condo la nuova accezione, condiziona l’essere e il dive-nire dell’individuo che nella sua evoluzione dipende nonda un engramma rigido ma dall’esito di infezioni checronicamente avevano colpito le generazioni precedenti,lasciando incise (sul DNA spazzatura?) le stigmate delcontagio sofferto, in una sorta di fluorismo generazio-nale.Hahnemann riflette che la Psora è la malattia cronica in-fettiva più contagiosa poiché è sufficiente il contatto conla pelle, anche integra, perché il microbo si trasmetta, alcontrario degli altri miasmi cronici, cioè la malattia ve-nerea cancerosa (cancro inteso come ulcera, sifiloma: ilLuesinismo) e la malattia venerea condilomatosa (Sicosi,identificata con l’infezione blenorragica), per il contagiodelle quali è necessario un forte sfregamento che crei le-sione della cute genitale. Nella Psora l’eruzione che av-viene dopo il contagio “non rimane aderente alla cutecon la stessa saldezza e costanza con cui l’ulcera venereae i condilomi restano immobili nei punti in cui si mani-festano... il medico, anche quando l’eruzione è primi-tiva... deve subito dar mano alla cura mediante l’usointerno dei rimedi antipsorici (anti-infettivi) finchè lamalattia psorica è ancora vergine e inalterata...”.Ma quali sono i segni che in un individuo, in apparentebuona salute, permettono di riconoscere una Psora la-tente, dovuta all’infezione persistente, prima che si risve-gli una malattia cronica evidente e permanente? Lamedicina omeopatica può curare agendo a differenti li-velli di profondità. Intervenire sui sintomi acuti con laricerca della similitudine superficiale, eradicare la predi-sposizione ad una malattia cronica intervenendo pertempo sui primi segnali di un miasma profondo, attra-verso la somministrazione, ad alta diluizione del rimediomiasmatico che, imitando la modalità reattiva dell’indi-viduo, stimolerà una reazione centrifuga, detossicante.Oggi la cura delle malattie croniche autoimmuni iden-tifica la guarigione con l’attenuazione o la soppressionedel sintomo doloroso, indotto dall’infiammazione (reat-tiva). Così in un’artrite reumatoide s’interviene con im-munosoppressori e, al fallimento di questi si intervienecon farmaci biologici. E la sedazione del dolore e l’arrestodella deformazione articolare sono bastanti per decretareil miglioramento delle cure, la vittoria di un male in ag-guato. Eppure quale cura può definirsi radicale e dura-tura sull’evoluzione della malattia quando non siarimossa la causa etiologica che nella forma acuta è unevento individuabile mentre nella forma cronica è lon-tana nel tempo, confusa tra le maglie delle infezioni che

hanno tessuto la trama della famiglia di ogni individuo?Nell’introduzione alla “Natura delle Malattie Croniche”(1828) Hahnemann scriveva che il medico omeopata,nella patologia che persiste, non ha da curare solo “ilmorbo apparente”, i sintomi presenti in quel momento,come accade per le malattie acute, ma deve combatterecontro una parte separata di un male primitivo, profon-damente radicato, che col passare degli anni si sovracca-rica di manifestazioni cliniche sempre più gravi, fino allafine della vita.Nella II edizione del 1935 egli notava l’esistenza di unrapporto preciso tra l’insorgenza di una malattia e lascomparsa di un’eruzione pruriginosa e, da un’attenta in-dagine dei disturbi insorti da una certa epoca della vita,risultava che qualche piccola traccia del disturbo (pu-stole, herpes, prurito...) era a volte ricomparsa, indicandouna precedente infezione... tutte le malattie cronichehanno la stessa origine, tutte le infermità del corpo edella mente, pur così differenti nelle loro manifestazioniesteriori e dall’apparenza così dissimile nei diversi pa-zienti (se non si tratta di sifilide o di Sicosi), non sonoche parziali manifestazioni...” di un’unica e proteiformemalattia che trova nel momento infettivo iniziale l’inne-sco comune, cui Hahnemann da il nome di Psora.Il recente riconoscimento dell’importanza del manteni-mento di una integrità mucosa a livello intestinale e delruolo che l’alterazione della permeabilità della barriera(Leaky Gut Syndrome) ai patogeni dell’ambiente inte-stinale gioca nell’innescare processi allergici e autoim-muni, è la conferma che la medicina basata sulleevidenze finalmente giunge, grazie al laboratorio e aglistrumenti diagnostici, a quella stessa considerazione cuiHahnemann era giunto, 200 anni prima, con la sola os-servazione dell’evoluzione clinica. Il percorso successivoprogredisce con finalità che si completano con la mortedel malato, quando i microrganismi avranno il soprav-vento sui suoi sistemi immunitari, riappropriandosi dellesue carni.I fenomeni che avvengono in natura realizzano una lorofinalità. Nel caso della malattia cronica l’evento inizialeche modifica l’omeostasi del sistema è un intervento bio-logico di natura infettiva in grado di alterare la proprietàdi discriminazione dell’organismo il quale perde la ca-pacità di garantire l’integrità del Sé biologico attraversol’aggressione al non-Sé. Oggi, nelle malattie croniche au-toimmunitarie, si riconosce all’origine, anche lontana neltempo, la possibilità di una modificazione della capacitàanticorpale di discriminare il Sé; confusione mediata daagenti infettivi, in genere virali, che hanno strutture an-tigeniche in comune con quelle proprie dell’individuo.Queste, con un mimetismo molecolare (Oldstone 1987;1972), innescano un processo autodistruttivo, una “va-sculite reattiva”, che all’inizio dell’alterazione funzionalecerca di vicariare verso l’esterno, sulla pelle (prurito, ve-scicole) e sulle mucose (irritazione, catarri), in una formachiaramente infettiva, che poi rimane all’interno, “ine-rente all’organismo per tutta la vita”.Hahnemann definisce “Psora” l’infezione che si contagiaattraverso la pelle e che compare come lesione esternaprimaria dopo un periodo di incubazione variabile. La

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persistenza di questo miasma psorico, dopo la soppres-sione o la regressione spontanea dei sintomi locali, è lacausa dell’evoluzione della malattia, l’anello di congiun-zione con la forma cronica che, in base alle caratteristicheindividuali, darà origine alle diverse forme classificatedalla medicina ufficiale secondo una definizione nosolo-gica. Nella Psora primaria il miasma originario secondoHahnemann proveniva dalla lebbra che avrebbe datoluogo, nella sua evoluzione, alla scabbia, alla tigna,all’herpes, etc. Alla luce delle conoscenze attuali e dellaconsiderazione che molte di tali malattie non sono piùdiffuse mentre la Psora dilaga in maniera crescente, pos-siamo attribuire l’etiologia a quella reazione acuta aller-gica che ogni microbo o aptene può innescare per unmimetismo antigenico, favorito dall’intossicazione am-bientale di stili di vita “innaturali” per il sistema biolo-gico (alimentazione iperproteica, sedentarietà e vita inambienti chiusi, alterazione dei ritmi circadiani...).Recenti dati confermano infatti la diffusione ubiquitariadella Psora: secondo l’OMS si è verificato un costanteaumento nella prevalenza delle malattie allergiche a li-vello globale e circa il 40% della popolazione mondialeè ormai colpita da una o più patologie atopiche. L’al-larme lanciato nel corso del recente Congresso Interna-zionale “Highlights in Allergy and Respiratory Diseases”a Genova parla di asma, rinite, anafilassi e poi allergiealimentari, ai farmaci, al veleno di insetti e così via. Se siinterpreta la reattività allergica come una “legittima di-fesa” verso le aggressioni ambientali, questo incrementoassume il significato di una risposta prevedibile control’aumento degli agenti ambientali perturbanti.Le conoscenze scientifiche, le linee guida internazionali,gli studi provenienti dall’Europa e dall’America, i far-maci di ultima generazione, non bastano ad arginare lotsunami di patologie acute allergiche emergenti le quali,se non si rimuove il miasma interno, evolveranno, a se-conda del terreno costituzionale, in una forma infiam-matoria cronica profonda, condizionando l’evoluzionein una delle forme auto-aggressive, ad espressione feno-tipica di volta in volta diversa, cui il soggetto è genetica-mente, costituzionalmente, predisposto. La Psora, comeogni forma infettiva, riconosce un momento di infiltra-zione dell’agente patogeno attraverso la cute e le mucose,una fase di latenza o d’incubazione e infine la manife-stazione esterna eruttiva che costituisce la fase primaria,in cui l’infezione può essere trasmessa.La forma acuta tende a scomparire nel tempo, sponta-neamente o accelerata da una soppressione farmacolo-gica, per lasciare posto, in un tempo più o meno lungo,alla Psora secondaria, non contagiosa ma evolvente versola forma interna, meno reattiva, in cui il rallentamentometabolico condiziona il ristagno, l’imbibizione celluli-tica dei tessuti, con tendenza verso malattie croniche...“E l’organismo è invaso in silenzio da questa specificaeccitazione... finché sia compiuto il perfetto sviluppo in-terno della Psora (Hahnemann, 1835)”.L’infezione primitiva è probabilmente di origine virale,perché solo i virus possono integrarsi nel genoma dellacellula ospite entrando così nella fase di latenza. Moltivirus hanno la caratteristica di rimanere quiescenti e di

interagire col DNA dell’ospite in gran parte della popo-lazione in apparente buona salute (fino al 95% degli in-dividui che corrisponde a quel 7/8 di popolazione cheHahnemann considerava affetta dalla Psora). Il mecca-nismo di risveglio, dalla fase latente alla cronicità evolu-tiva, potrebbe essere sostenuto dal mimetismomolecolare che s’innesca tra gli antigeni dell’agente pa-togeno e dell’ospite, una sorta di “confusione” del si-stema Immunitario che svilupperebbe un potenzialedistruttivo non solo del non-Self. Se l’evento iniziale diuna infezione psorica primaria è analogo a quello di unamalattia epidemica, sarà poi l’andamento durante la fasedi latenza a decidere il progresso verso una guarigionestabile o l’aggravamento in una forma cronica.Riconoscere la semeiotica della Psora latente permetteall’omeopata di intervenire per tempo e, a volte, di gua-rire: “Grazie a questi segni sono in grado di estirpare allaradice la Psora interna, prima ancora che si sia sviluppatasotto forma di malattia cronica evidente e abbia rag-giunto un tale grado di sviluppo da rendere molto diffi-cile, e talora impossibile, la guarigione” (Hahnemann,1935). La prevenzione che questo processo miasmaticoinfettivo progredisca verso una cronicizzazione irrever-sibile, costituisce l’unica e vera azione di contrasto che ilmedico può compiere con una terapia farmacologica.Non esiste in altre tecniche terapeutiche, al di fuori del-l’omeopatia, la possibilità di interferire con la tendenzaevolutiva della diatesi di un individuo: “La Psora è per-manente quanto la sifilide... e quindi se non si cura pertempo non si estingue che con l’ultimo respiro della vita,anche la più lunga, non essendovi robustezza di costitu-zione che sia capace di annullarla e distruggerla per forzapropria”. Non è il contagio a determinare la malattia cro-nica, ma la persistenza dell’agente patogeno nell’organi-smo sotto forma di infezione latente o di produzione dipiccole quantità di antigeni che determinano uno stresspersistente nell’organismo. Il significato evolutivo dellostress come risposta essenziale per la vita fu intuito daHans Selye che lo vide come un fenomeno di selezionenaturale, una reazione biologico-comportamentale, unsacrificio imposto dalle regole evolutive, finalizzate allaconservazione della vita, a qualunque prezzo, anchequello dell’adattamento a forme di malattia cronica.Hahnemann scrisse l’Organon nel corso di 30 anni comefrutto di osservazioni cliniche per cui, in modo sorpren-dente, certe affermazioni risultano ancora valide e attualiseppur espresse con una terminologia desueta. Nel pa-ragrafo 81 della versione 1835/41 scriveva: “...il passag-gio di questo agente patogeno antico, (il miasma psoricodi natura infettiva) attraverso milioni di uomini, nelcorso di centinaia di generazioni, e lo sviluppo incredi-bile così raggiunto, spiegano abbastanza bene come que-sta malattia possa manifestarsi sotto forma di sindromicosì diverse e numerose nel genere umano; ...non fa dun-que meraviglia se organismi così diversi, compenetratida un miasma psorico e sottoposti a tante cause nocive,interne ed esterne, che talvolta agiscono in modo per-manente, offrono un numero incalcolabile di stati di de-ficit, di affezioni, di alterazioni, di mali, che dalla vecchiamedicina (convenzionale) sono a torto stati classificaticon una quantità di nomi, definiti come quadri morbosi

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indipendenti...”. La diversità delle costituzioni e le inte-razioni con l’ambiente forniranno la spiegazione dellaprogressiva modifica dei meccanismi patogenetici chesono, in individui diversi, alla base delle tante malattiecroniche evolutive. Ai fini dell’evolutività non è neces-saria la continua replicazione dei virus omologhi allestrutture proteiche del Sé biologico ma basterà l’inizialeinnesco infettivo (hit and run degli autori anglosassoni)perché si stabilisca un circolo vizioso irrefrenabile che,seppure l’infezione non sia più presente, sostenga la ri-sposta autoimmune che nel tempo assicura l’ulteriore ri-lascio di autoantigeni. E’ così che secondo Hahnemann,questione di tempo, alla Psora, che mantiene a lungo unequilibrio, segue la Sicosi, frutto di un’altra grande ma-lattia dell’epoca, la blenorragia, che rappresenta la limi-tazione dell’autodifesa naturale, un invecchiamentoprematuro superiore a quello della senescenza fisiologica,una forma di depressione ossessiva che altera la qualitàdella vita, anticamera di quella che sarà il miasma irre-versibile, quello Luesinico, o della distruzione dei tessuti,con lesioni identificate con quelle della sifilide. A lato, osuccessivo, è collocato il miasma Cancerinico in cui èsovvertito ogni ordine genetico e i tessuti vengono invasida un’anarchia ingovernabile. Nel miasma Luesinicos’identifica la malattia cronica autoimmune, quella in cuiil processo distruttivo è ormai indipendente dalla causae si auto mantiene in un vortice di distruzione che coin-volge non più un solo organo, fino ad impossessarsi del-l’intero organismo. L’omeopata pensa al suo malato,ancor prima che sia attaccato dalla malattia, guardandolocon la lente dei bioterapici o nosodi.psorinum - Preparato dalle sierosità delle lesioni di scab-bia non trattate. Tipiche caratteristiche: la freddolositàeccezionale, la fame notturna, prima o durante le emi-cranie, l’asma che migliora a letto con le braccia incro-ciate sul petto o l’aspetto sporco della pelle e i sudorifetidi. Provoca, e per similitudine guarisce, le irritazionidella pelle e delle mucose, le eruzioni allergiche crostose,le suppurazioni e le secrezioni maleodoranti muco-cuta-nee.tubercolinum - Nato dalle osservazioni cliniche diAllen fu sperimentato omeopaticamente da Nebel chelo introdusse al fianco di Psorinum. E’ la tubercolina

bruna dell’Istituto Pasteur, ottenuta dalle colture del My-cobatterium tuberculosis d’origine umana e bovina. Indi-cato negli stati subacuti e cronici, negli stati adinamici eareattivi: sullo stato generale cura debolezza, dimagra-mento, sudorazioni notturne; agisce sulle mucose, so-prattutto ORL e polmonari, ma anche genitali,intestinali, oculari; sul tessuto linfatico, in particolareipertrofia dei linfonodi e adenopatie; sulla pelle con ma-nifestazioni allergiche; sul SN con cefalee e irritabilità.Caratteristica la variabilità dei sintomi.medorrhinum - E’ un lisato di secrezioni purulente ble-norragiche prelevato da malati non trattati. La sua azionesi esercita sulle mucose genitourinarie, digestive, oculari,ORL e respiratorie; sulla pelle; sulle articolazioni (ra-chide, sacro-iliache, spalle, anche e ginocchia, talloni edestremità); sul SN (agitazione, disturbi della memoria edel sonno); sul sistema sensitivo (nevralgie, vertigini, ce-falee).Luesinum - Bioterapico preparato dalle sierosità dei si-filomi. Agisce elettivamente sul tessuto linfatico (linfoa-denopatie di consistenza lignea); sul tessuto osseo(esostosi); sul tessuto elastico (ulcerazioni e distensionedei legamenti, dei vasi ematici, dei connettivi); sulla cutee sulle mucose (sclerodermia, ittiosi, ulcerazioni di con-sistenza dura, lesioni ai punti di giunzione muco-cuta-nea, leucoplasie). Ereditariamente produce distrofie,asimmetrie, iperlassità dei legamenti. I sintomi aggra-vano di notte. Ritardo psichico o viva intelligenza conperversione, sono le caratteristiche mentali.carcinosinum - Rimedio la cui preparazione risale aglianni ‘50. Le prime osservazioni sono di Foubister nel1952-58. Da 1970 compare nei repertori omeopatici. E’una preparazione omeopatica di vari ceppi di cellule neo-plastiche di varia provenienza ed è indicato quando glialtri rimedi, anche ben scelti, non hanno sortito efficacia.La persona Carcinosinum è molto sensibile al dolore al-trui fino a soffrirne personalmente; preoccupata di com-piacere gli altri e mostrare la sua bravura e precisione. Sioffende facilmente. Caratteristici i sintomi alternanti eopposti. Familiarità per tumori o TBC. Caratteristica èil non aver mai fatto malattie esantematiche o influenze.Utile ad alte diluizioni nel tumore mammario, nei fi-bromi uterini, nell’ADHD. g

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Il contributo dell’agopuntura

paolo BrunoDirettore Sanitario “Terme San Giovanni - Rapolano Terme” - Medico esperto in agopuntura e MTCDocente al Master in Medicina Integrata dell'Università degli Studi di SienaE-mail: [email protected]

Da quando in Occidente si è cominciato a stu-diare e a praticare l’agopuntura questa tecnicaè stata accettata soprattutto per le valenze spie-

gabili dalla nostra fisiologia. O, dovrei meglio dire, perciò che la sua progressiva accettazione e pratica (non

certo aspetti semplici nel nostro Paese soprattutto per iprimi lustri) permetteva di agganciare a meccanismi fi-siologici noti. Ricordo qui fra tutti la teoria delle neuro-secrezioni endogene di beta endorfine ed encefaline e lateoria del cancello di Melzack e Wall del 1962

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QUADERNI DI MEDICINA INTEGRATA

(http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_del_cancello), benguardandomi in questa sede dal troppo entrare in questomerito specifico. Non a caso questo atteggiamento cul-turale da parte dell’Occidente portò in prima istanza aconsiderare l’agopuntura come effettivamente funzio-nante soprattutto per il dolore, anche se la teoria del can-cello introduceva, come si sarebbe visto in seguito, ancheben altre considerazioni in merito all’autoregolazione daparte del nostro sistema nervoso, alla secrezione di neu-rotrasmettitori, e, soprattutto importante per l’agopun-tura, direi, ad una visione assai diversa del ruolo chequesto sistema ricopre nei confronti del nostro essere.L’attuale moderna psiconeuroendocrinoimmunologia(Bottaccioli, F., "Il sistema immunitario, la bilancia dellavita", II ed., Tecniche Nuove, Milano 2008; Bottaccioli,F. "Psiconeuroendocrinoimmunologia", II ed., Milano2005) ne è un esempio ben chiaro e determinante.Come sappiamo, e come tutti citiamo ampiamente, lafamosa ormai Consensus Conference on Acupuncture (Na-tional Institutes of Health, Consensus DevelopmentConference Statement November 3-5, 1997; http://con-sensus.nih.gov/1997/1997acupuncture107html.htm) siconcludeva con l’auspicio che ulteriori approfondimentiin merito al funzionamento dell’Agopuntura non solone chiarissero meglio il funzionamento e gli ambiti diutilizzo dimostratamente utili, ma potessero portare aun miglioramento delle conoscenze in generale dellaNeurofisiologia, e questo per tutto l’ambito medico, nonsolo quello specifico dei praticanti la Medicina Tradizio-nale Cinese. Ho sempre pensato che questa conclusioneaperta costituisse un approccio di importanza storica,non solo per il riconoscimento dato alla fino ad alloratanto vituperata quanto da noi amata (e custodita) ago-puntura, ma anche per l’apertura all’integrazione chequesta visione delle cose proponeva. Considero in talsenso quella una data storica. E, d’altra parte, se è veroche i cambiamenti, almeno nel nostro Paese, non furonoimmediatamente percepibili, mi piace pensare che tuttociò che è accaduto di positivo negli ultimi 16 anni - isti-tuzione di corsi universitari, apertura dei Colleghi in me-rito alle Medicine Complementari, il cambiamento delleloro definizione da alternative a complementari appunto,che implica anche un cambiamento della loro visione ecollocazione, l’istituzione di corsi universitari a livello dimaster di Medicina Integrata – abbia almeno qualchebranca delle sue radici anche e proprio in quella Con-sensus Conference.Tutto questo ha portato senz’altro ad utilizzare l’agopun-tura in molti settori della patologia, ben oltre il tratta-mento generico del dolore, e, sia da parte dei colleghi,sia da parte dei pazienti, è cambiata la visione delle cosein merito. Piano piano questa tecnica entra nel noverodelle risorse che possono essere efficacemente utilizzateper affrontare la terapia di patologie varie, e, poiché lasua pratica nasce in epoca storica pre-tecnologica e vieneesercitata a tutto campo, aumenta la curiosità di comeproponga di affrontare patologie che prima erano consi-derate esclusiva della Medicina Occidentale, tecnologica,chirurgica e farmacologica. Non solo si conosce l’esi-stenza dell’agopuntura, ma la si tiene presente, la consi-glia, la si richiede, la si pratica.

Vorrei sottolineare qui che l’introduzione dell’agopun-tura come trattamento di molte patologie, soprattuttocroniche e di seria consistenza viene proposto spessocome “sostegno” alle terapie consolidate nella cultura oc-cidentale. Ora, senza volermi addentrare nel merito diconsiderazioni medico-legali, che peraltro soprattutto algiorno d’oggi vanno assolutamente tenute presenti, devodire che questo a me non dispiace. Non certo perché misenta latore di una medicina di serie B, che dunque èsempre subordinata a quella di serie A, ma proprio in-vece perché trovo che questo permetta al medico, che se-condo me tale è e rimane a tutto campo, di utilizzaretutte le tecniche che conosce (e quindi questo non valesolo per l’agopuntura) allo scopo di generare sollievo alPaziente cronico, per il quale, magari, non vi sono di persé speranze di guarigione, quanto di assoggettamentodella patologia al fine di rendere la vita in sua presenzaprima di tutto possibile, e poi, ancora soprattutto accet-tabile. Come si vede, i “soprattutto” con questa visionedelle cose possono essere molteplici, e, a mio parere ègiusto che sia così. Così è in natura.Dietro questa visione delle cose, del rapporto medico-paziente-malattia, c’è un concetto molto moderno, at-tuale e molto caro alla Medicina Tradizionale Cinese: lapatologia è l’espressione di un continuo interagire tra ilMacrocosmo e il Microcosmo, tra il sé e il non sé, espesso, soprattutto se cronica, va vista e interpretatacome un percorso di vita. Questo non significa certo ac-cettarla passivamente, anzi vuol dire scendere proprio sulterreno adatto per darle battaglia, e, a volte sconfiggerla,e quantomeno contrastarla. La vita è vista come conti-nuo infinito cambiamento, mutazione e trasformazione,anche quando viene messa in difficoltà da parte di unamalattia, che peraltro è animata dalla stessa energia, cheè una sola in tutto il cosmo. Questa visione olistica, nonsolo nel senso dell’osservazione del paziente nella sua in-terezza e non come espressione della malattia, ma anchedella comunanza delle energie dell’Universo, anche diquelle che provocano disagio, malessere, malattia emorte, che permea tutta la visione della Medicina Tra-dizionale Cinese, è di un’attualità straordinaria, ed èquella che tutti i medici che riescono a combinare qual-cosa per i loro pazienti utilizzano, in tutte le branchedella medicina, qualsiasi tecnica usino, più o meno con-sapevolmente.Senza questa visione delle cose non si fa medicina, si fariparazione. E certamente tutti comprendiamo benecome non si possa pretendere che i nostri pazienti, qual-siasi sia la loro situazione, mettano in stand-by la loroesistenza in attesa che le cure da noi prescritte faccianoeffetto. Questo è il pane della Medicina Tradizionale Ci-nese. E il frutto sono molte aperture decisamente inte-ressanti.Ma ancora relativamente poco tempo fa, se si poteva ac-cettare che l’Agopuntura potesse trattare disturbi comela depressione, l’ansia, l’insonnia, la dismenorrea, la ga-strite e persino le tossicodipendenze, rimanevano deicampi minati quali soprattutto le malattie infiammatoriecroniche, le malattie degenerative, le malattie neoplasti-che, le malattie cardiovascolari, le malattie neurologiche,i disturbi del comportamento alimentare e le malattie

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infettive. Oggi non è più così, e, anche se rimangonogrosse differenze di approccio tra le patologie citate, direiche si può affermare che piano piano si sta aprendo lastrada a trattamenti di supporto, che spesso si rivelanoassai utili in un approccio appunto integrato. Cerchiamodi comprendere come si possa affermare che una medi-cina nata in un’epoca in cui non si conoscevano i micro-organismi come effettori di malattia, anzi non se neconosceva proprio l’esistenza, si possa occupare di trat-tare le infezioni croniche, e per di più non sommini-strando qualcosa per os (il che potrebbe essere accettatodata la possente farmacopea erboristica - e non solo - chetutte le medicine antiche ci hanno lasciato), bensì infig-gendo aghi in zone date della cute, i punti. Per di piùquesti punti, come vedremo, hanno anche la caratteri-stica di avere un loro tropismo tale per cui possono essereefficacemente stimolati all’uopo anche con altri stru-menti, dal massaggio, alla moxa, agli oli essenziali, comeintervento complementare all’agopuntura.Ora vorrei che fosse chiaro come in tutto il mondo e nonsolo in Cina, malgrado e proprio per il fatto che non sipossedevano strumenti tecnologici come il microscopio,ma neanche teorici come la moderna biologia, ma si do-vessero acuire i sensi e dunque l’osservazione e la rifles-sione su quest’ultima, cosa che fa bene conservaretutt’oggi, che gli antichi medici non erano affatto deglisprovveduti. Già nell’XI secolo il grandissimo Ibn Sina,noto come Avicenna, aveva osservato che le ferite guari-vano meglio e prima se trattate con vino e non comeusava allora con olio, e si era domandato se la suppura-zione delle stesse non potesse essere dovuta a qualchecosa di invisibile, sensibile più a quel prodotto. Non pen-siamo erroneamente che la tecnologia abbia risolto to-talmente i problemi di un mondo sprovveduto e inerme.Ho citato solo quell’esempio perché sarebbe fuori dal-l’ambito trattato ricordare le incredibili intuizioni deigrandi medici della storia, da Ippocrate a Virchow, macredo che sia giusto per noi “medici tecnologici” ricor-dare la grandezza dell’intuizione del passato.Anche agli antichi Cinesi non era comunque sfuggito ilfatto che esistono malattie che generano segni e sintomimolto simili, e che colpiscono persone che sono state acontatto fra di loro. Inoltre non era loro sfuggito nem-meno il fatto che esiste una differenza tra le malattie chesi esprimono in acuzie e altri aspetti patologici che evol-vono invece in maniera duratura, costante, cronica.Spesso le seconde sono evoluzioni delle prime.La visione delle cause di malattia della Medicina Tradi-zionale Cinese osserva gli stessi fenomeni che osserva lamedicina occidentale, e li classifica in maniera diversa.Per i cinesi esistono cause esterne di malattia e cause in-terne. Le prime sono le energie cosmiche, le secondesono le emozioni. Poi ci sono le cause né esterne, né in-terne, che sono le cause curiose o meravigliose (proba-bilmente le malattie infettive), gli eccessi sessuali e lafatica, gli incidenti, soprattutto le cause alimentari. Sipuò capire la grandezza dell’osservazione proprio dallasemplicità della sua classificazione. E le otto regole dia-gnostiche permettono di capire il momento della malat-tia, la sua localizzazione, la sua natura, se si tratta di una

forte malattia che invade un organismo in forze, o se sitratta di un organismo debole che è facilmente prono adammalarsi.In ogni caso le malattie riescono a turbare o ad inserirsiin un turbamento dei soffi, degli equilibri Yin/Yang. E ipunti di agopuntura, come ho detto stimolati in modidiversi, ma anche e soprattutto con aghi, hanno il poteredi scacciare l’ospite indesiderato e di ripristinare l’equi-librio dei soffi in quell’essere in quel dato momento. Stu-pisce dunque meno, credo, che si possa pensare ditrattare malattie infettive croniche con agopuntura, dopoquesto semplice accenno a quello che è l’approccio allamalattia da parte della Medicina Tradizionale Cinese.D’altronde va detto che le malattie croniche, che sianoaccompagnate da infezioni o meno, danno luogo co-munque a infiammazioni, acute o croniche che siano. Etrovo sia interessante notare peraltro come anche la no-stra patologia generale illustri assai bene le differenze trainfiammazione acuta e cronica, che sono due condizioniassolutamente e profondamente diverse, che condivi-dono soltanto parte del nome, fatto questo troppo spesso(quasi sempre) ignorato nella riflessione farmacologicasoprattutto del medico occidentale.La Medicina Cinese parla di alterazione dei soffi, di ca-lore o freddo o vento o umidità o secchezza, di emozionialterate, e di altre condizioni generanti patologia, ma insostanza vede e descrive, e cura le stesse cose. Ma il me-dico agopuntore deve tenere per forza presente quellache è la localizzazione della malattia, i tempi e il tempodel suo instaurarsi, la risposta dell’organismo, dell’ener-gia cosiddetta difensiva e delle sue relazioni con l’energiacosiddetta perversa, dello stato di equilibrio nello squi-librio che sta osservando. Altrimenti non sta praticandola Medicina Cinese, che mal si presta ai protocolli.L’agopuntura nella malattia infettiva cronica tratta sicu-ramente, attraverso probabilmente meccanismi di rego-lazione neuro-ormonale, lo stato di infiammazionecronica. E aiuta l’organismo ad uscire dall’empasse chequesta risposta sia pure difensiva genera. Aiuta a spezzareil circolo vizioso che qualsiasi patologia crea e sul qualesi basa. Quel circolo vizioso che fa sì che la malattia ap-profitti della risposta parziale e difensiva di un organismoche non riesce ad attaccare la noxa patogena e a sconfig-gerla per automantenersi. Sono dimostrati gli effetti im-munomodulatori dell’agopuntura, e sicuramente èquesta possibilità di regolare il sistema immunitario enello specifico di stimolarlo a una reazione adeguata checostituiscono la base razionale per affrontare questo tipodi patologie con questa tecnica. Ma, d’altra parte, se pen-siamo all’osservatore ignaro della microbiologia e dellafisiologia biochimica e cellulare, ma colto ed acuto, non-ché dotato di grande facoltà riflessiva, che secoli e secolifa valutava questi fenomeni, come non possiamo trovaresuggestiva in tal senso l’espressione “regolazione dei soffivitali”? E ancora non sarà difficile, nelle classificazionidella nosologia della tradizione cinese, “smascherare”,dietro l’apparentemente semplicistica classificazione ditipo sintomatologico, trovare le malattie infettive, acutee croniche. Citerò alcuni esempi: nelle malattie dell’ap-parato respiratorio si evince con chiarezza che alla voce“tosse” troviamo anche quadri clinici che designano

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quella che attualmente viene definita dalla Medicina Oc-cidentale bronchite o polmonite. Nelle sindromi Lin del-l’apparato urinario troviamo, descritte con chiarezzaanche se classificate in altro modo, le cistiti acute e cro-niche e le prostatiti acute e croniche. E potrei continuarea lungo.Nella letteratura si cominciano a trovare casistiche di pa-zienti con infezioni croniche trattati anche con Agopun-tura, anche se in merito essa è ancora esigua. Questoaccade a mio parere per il fatto che come ho detto ilmondo medico si sta piano piano aprendo all’idea chequesta tecnica possa trattare anche quelle condizioni pa-tologiche. Così come 30 anni fa erano rari lavori su altrepatologie, che oggi invece abbondano. Troviamo casisti-che non a caso riferite a quelle condizioni infettive cro-niche che la medicina occidentale fatica a sconfiggere, eche in parte ha contribuito a creare con l’utilizzo indi-scriminato e incosciente degli antibiotici almeno negliultimi 30 anni, se non più.Le vaginiti croniche da Candida ne sono un esempio,ma troviamo anche le prostatiti croniche, le infezioni re-cidivanti delle vie urinarie, la terapia di sostegno alle in-fezioni HIV correlate. Troviamo anche casisticheriguardanti Herpes labiale, infezioni ricorrenti delle altevie respiratorie, pediatriche e non, colecistiti. Ma sonopiù che convinto che qualsiasi malattia infettiva cronicapossa trarre beneficio da un opportuno utilizzo dell’Ago-puntura, anche integrata con altre tecniche, sia di tipocomplementare, sia di tipo occidentale classico.La logica per impostare un trattamento non potrà ovvia-mente, dopo quanto detto, essere protocollare. Per la Me-dicina Tradizionale Cinese non esistono infezioni, vi sonomalattie e sintomatologie organizzate in sindromi, dovutealle cause citate. Esistono certamente punti che hannouna provata funzione di attivazione e regolazione del si-stema immunitario, senza dimenticare che per la Medi-cina Tradizionale Cinese il Polmone governa l’energiadifensiva Wei Qi. Dunque si potrà esercitare una ade-guata stimolazione dei punti di stimolazione della fun-zione del Polmone opportunamente scelti tra i seguenti:< Zhongfu (LU 1)< Feishu (BL 13)< Chize (LU 5)< Lieque (LU 7)< Taiyuan (LU 9)< Yuji (LU 10)e una stimolazione dei punti regolatori del sistema im-munitario:< Zusanli (ST 36)< Guanyuan (REN 4)< Baihui (DU 20)< Sanyinjiao (SP 6)< Taixi (KI 3)< Mingmen (DU 4).A questo punto poi le varie sindromi dovranno essereopportunamente trattate, come la clinica dimostra, a se-conda delle caratteristiche. Naturalmente non verrà maidimenticata una regolazione dei soffi (dello scorrimentodel Qi) riguardante gli Zang Fu o le strutture coinvolte.La stimolazione dei punti potrà essere effettuata con

aghi, con moxa, con Tuina, o anche con oli essenziali,molto utili se autosomministrati dal Paziente, sui puntiopportunamente indicati dal medico o dal terapeuta, trauna seduta e l’altra, a quotidiano sostegno e integrazionedelle sedute, che potranno essere attuate da una a trevolte alla settimana.Molti oli essenziali possono avere una funzione antibat-terica, antivirale, antifungina, immunostimolante e an-tinfiammatoria ed essere utilizzati sui punti diagopuntura in reciproca sinergia. Ne indico alcuni, chepotranno essere opportunamente scelti per stimolare ipunti, sia generali, sia particolari della sindrome:< OE Achillea< OE Anice stellato< OE Bergamotto< OE Cipresso< OE Eucalipto< OE Gaultheria< OE Issopo< OE Lavanda< OE Limone< OE Melaleuca< OE Menta Viridis< OE Mirto< OE Niauli< OE Rosmarino< OE Salvia< OE Santoreggia< OE Timo< OE Zenzero (P. Bruno, C. Giunti, D. Sotto Corona,

Gli oli essenziali in agopuntura - basi teoriche edesperienza terapeutica - Medicina Naturale, Milano2013).

Naturalmente sia i punti, sia gli oli essenziali indicati co-stituiscono soltanto una delle proposte possibili e sonosicuramente soggetti a revisione e integrazione da partedi ognuno in base anche alla sua esperienza. E proprioquesto costituisce uno dei punti forti ed attuali della te-rapia con agopuntura.Credo che in definitiva l’esperienza clinica dimostricome il discorso sia ancora estremamente aperto. Nonpenso che si possano avere dubbi sull’utilità di impiegarel’agopuntura nel trattamento e nel sostegno delle infe-zioni croniche, sia come terapia elettiva sia come terapiaintegrata ad altre terapie. Certamente ancora moltoandrà fatto in termini di ricerca clinica, con opportunitrial, per comprendere la praticità dell’affiancare la Me-dicina Tradizionale Cinese alle terapie. Io sono convintoche, date anche le caratteristiche delle infezioni cronichee delle terapie farmacologiche e chirurgiche propostedalla Medicina Occidentale, un affiancamento del generesia irrinunciabile. E mi pare che questo sia dimostratodalla purtroppo per ora unica esperienza in corso al-l’ospedale di Pitigliano. g

Letture selezionate1. Acupuncture: review and analysis of reports on con-

trolled clinical trials by WHO.2. Acupuncture Treatment in the Prevention of Un-

complicated Recurrent Lower. Chinese Medicine:

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Nature versus chemistry and Tecnology - Paul U.Unschuld.

3. Effects of acupuncture of Jianjing (GB 21) on gallblad-der volume and symptoms of cholecystitis patients.[Article in Chinese] Wen FY, Li SC, Wang GM, Li LX,Song YQ. Department of Acu-moxibustion, HebeiLang fang Hospital of Chinese Medicine, Lang fang065000, China. wenfengyun1010 @yahoo.com.cnZhen Ci Yan Jiu. 2012 Oct; 37(5): 398-402.

4. Effect of electroacupuncture at Sanyin acupoints oncellular immune function in rats with chronic abac-terial prostatitis. [Article in Chinese] Liu AG, Li HZ,Yan XK, He TY, Kan LL, Wang JY, Dong LL. De-partment of Acu-moxibustion and Tuina, GansuCollege of Chinese Medicine, Lanzhou 730000,China. lagkll@126. com Zhen Ci Yan Jiu. 2013 Jun;38(3): 192-7.

5. Effects of electroacupuncture on T- lymphocytes,spleen index, thymus index and lymphopoiesis levelsin strenuous exercise-induced stress rats. [Article inChinese] Lu YM, Zhang H. College of Nursing,Guangzhou University of Chinese Medicine, Guan-gzhoug 510405, China. Luymwang@163. comZhen Ci Yan Jiu. 2012 Apr; 37(2): 136-9.

6. Effects of summer acupoint application therapy inreducing exacerbation frequency of chronic lung di-seases: protocol of a retrospective and prospectivestudy. [Article in Chinese] Peng J, Wu XQ, He LY,Fang YG, Zi MJ, Yan SY, Liu BY. Institute of BasicResearch in Clinical Medicine, China Academy ofChinese Medical Sciences, Beijing, China. Zhong XiYi Jie He Xue Bao. 2012 Jan; 10(1): 39-47.

7. Efficacy observation of chronic pelvic inflammationof different differentiated patterns/syndromes treatedwith acupoint embedding therapy. [Article in Chi-

nese] Wang QC, Chen YM, Jia MJ, Zhai HL. Han-gzhou Xihu District Xixi Street Community HealthService Center, Hangzhou 310012, Zhejiang Pro-vince, China. Zhongguo Zhen Jiu. 2012 Dec;32(12): 1081-3.

8. Influence of electroacupuncture of Guanyuan (GV4) and Zusanli (ST 36) on the immune function ofT cells in aging rats. [Article in Chinese] Liu JM,Liang FX, Li J, Liu XQ, Tang HT, Wu S, Wang H,Chen ZB. College of Acu-moxibution, Orthopedicsand Traumatology, Hubei College of Chinese Medi-cine, Wuhan 430061, China. Zhen Ci Yan Jiu. 2009Aug; 34(4): 242-7. [email protected].

9. Overview - is complementary and alternative me-dicine (CAM) information summary provides anoverview of the use of aromatherapy and essentialoils primarily to improve the quality of life of cancerpatients. is summary includes a brief history ofaromatherapy, a review of laboratory studies and cli-nical trials, and possible adverse effects associatedwith aromatherapy use.

10. Treatment of Vaginal Yeast Infection with TCM - ByRobert Chu, L.Ac.

11. Urinary Tract infections in Adult Women - | TerjeAlraek, BAc, Liv Inger Fosli, Soedal, Siri Urnes Fa-gerheim, Asbjørn Digranes, MD, andAnders Baer-heim, MD, PhD.

12. Urinary Tract Infection - Ambulatory Care Visits toPhysician Offices, Hospital Outpatient Departments,and Emergency Departments, United States, 1997.Vital and Health Statistics. Series 13, No. 143. Atlanta,GA: National Center for Health Statistics, Centers forDisease Control and Prevention, U.S. Dept. of Healthand Human Services; November 1999.

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Il contributo della fitoterapia

gabriele SaudelliConsigliere SIOMI, Società Italiana di Omeopatia e Medicina IntegrataE-mail: [email protected]

Molte sono le droghe vegetali che possono essereutilizzate nelle malattie infettive, in diversi si-stemi ed apparati. Alcune di esse, per moda

oppure per motivi commerciali, temo che siano soprav-valutate in ambito clinico: un esempio classico è quellodi Echinacea, nelle sue varie specie, indistintamente, cheviene ritenuta, a torto, una droga sicura, efficace e parti-colarmente indicata in pediatria.In realtà, anche in letteratura medica accreditata, moltilavori ne sconsigliano l’impiego, in quanto non maneg-gevole e scarsamente efficace. Spesso si sente ripetere cheEchinacea svolga un ruolo importante nella prevenzione

delle infezioni delle prime vie respiratorie, specie nel pe-riodo freddo. Questo non è un dato confermato e puòanche essere causa di danno: la nota lista negativa dellaCommissione E tedesca la controindica nelle malattieinfettive croniche (tubercolosi, HIV, etc.) oltre che incondizioni come gravidanza e allattamento oppure in si-tuazioni paraneoplastiche o che lascino presagire talecondizione (preleucosi, per esempio); da non dimenti-care la forte componente allergenica della pianta, tale dascatenare, magari in corrispondenza della contempora-nea somministrazione di un farmaco sensibilizzante, rea-zioni sistemiche anche violente fino alla sindrome diSteven-Johnson e sindrome di Lyell, come mi capitò

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anni fa di osservare su un giovane adulto tornato in Italiadopo un breve volo aereo, durante il quale accusò in-tenso senso di freddo; tornato a casa, lamentando farin-godinia e dolore all’articolazione scapolo omerale destra,la moglie gli somministrò Echinacea per os (per il pro-blema delle prime vie aeree) e una compressa di nime-sulide branded: l’immediato ricovero consentì diestendere la diagnosi a uveite in OD, epatite e nefriteacuta, tempestivamente trattate con guarigione clinica,senza reliquati.Quindi, nella patologia infettiva in fase acuta, cosa pos-siamo somministrare/prescrivere? In cuor mio uno deimigliori rimedi da assumere in questi casi è una sempliceformula, un po’ scopiazzata da una nota formulazionedi medicina tradizionale cinese - Gui Zhi Tang, rivedutae corretta adattandola alle nostre esigenze. Io la chiamo“Brulè” analcolico e si può facilmente comporre utiliz-zando ingredienti di facile reperibilità anche nei super-mercati. Vediamo quali sono: il primo è la corteccia diCannella, Cinnamomum cassia, cortex che, in cinese, sichiama Rou Gui, e la dose è di grammi quattro circa. Ilsecondo è la radice fresca di Zenzero, Zingiber officinalis,rhizoma recens, Sheng Jiang, alla dose di circa duegrammi. Il terzo ingrediente è il chiodo di garofano, Eu-genia Caryophyllata, flos, in ragione di due pezzi. Oc-corre allestire il decotto alla sera, anche perché la primaestrazione è sempre più leggera della seconda e non di-sturba, quindi, il sonno. Per comodità si prendono duetazze d’acqua versando questa in un piccolo tegame; l’ac-qua deve essere fredda e vi si versano le droghe. Si ponesul fuoco vivo, portando ad ebollizione; si prosegue labollitura fino al dimezzamento del liquido, quindi si fil-tra, conservando le droghe per il mattino successivo (poisi beve, calda); avremo quindi ottenuto una tazza di de-cotto cui si potrà aggiungere un cucchiaino di miele op-pure, se il paziente sente molto freddo, un po’ di vinoliquoroso o di Rhum. Al mattino l’operazione verrà ri-petuta utilizzando le droghe decotte la sera prima; laeventuale edulcorazione mattutina dovrà essere fatta solocon miele. Questa procedura eseguita con doppia estra-zione costituisce il classico decotto cinese: si esegue afuoco vivo, alto, quando occorre riscaldare il paziente, afuoco basso quando desideriamo ottenere una maggioretonicità del malato (tonificazione).Questa formulazione e preparazione ha diversi pregi, tracui la facilità di reperimento degli ingredienti, il costoesiguo, il sapore gradevole. Presenta alcune differenze ri-spetto alla preparazione originale cinese: il ramoscello diCannella ha la caratteristica di essere un farmaco diafo-retico, quindi fa uscire dal corpo il freddo accumulatosotto forma di acqua, per il tramite della pelle, come su-dore. Invece la corteccia di Cannella, qui indicata, ha undiscreto effetto riscaldante (infatti essa dirige il caloreverso il basso, verso la pelvi e, in effetti, viene descrittoun certo qual effetto afrodisiaco), ma non espelle ilfreddo. Sia il ramoscello, sia la corteccia, contengono uninteressante principio attivo che è la aldeide cinnamica,che presenta singolare similitudine con eugenolo, il prin-cipio attivo del chiodo di garofano. L’aldeide cinnamica,o cinnamaldeide, ha una elevata attività contro i batteriGram-positivi e Gram-negativi, oltre che contro i funghi

e i lieviti. Se ne comprende l’utilità come conservante edantibiotico in certi dolciumi. Anche lo zenzero fresco,Sheng Jiang, possiede proprietà molto simili alla Can-nella; in questo caso occorre fare attenzione all’acquisto:difatti è in vendita anche lo zenzero secco, Gan Jiang,con proprietà piuttosto diverse da quello fresco. Comela Cannella, anche lo zenzero fresco ha tendenza a riscal-dare: quindi antibatterico ed antivirale, ma anch’esso conlievi proprietà afrodisiache. Sarete quindi anche un po’raffreddati, ma la serata potrebbe avere piacevoli risvolti.Un ulteriore vantaggio dello zenzero è il notevole effettoantinausea, utile anche nelle cinetosi, nell’iperemesi post-chemioterapia, così come in gravidanza. Sicuramentezenzero influenza positivamente a livello gastrico lapompa protonica e facilmente questo è il motivo dell’ef-fetto antinausea. Zenzero è controindicato in caso di ga-strite/ulcera e di ipertensione (uso regolare aumentamediamente la PA di circa 12 mmHg).La formulazione è particolarmente adatta per il tratta-mento delle malattie da raffreddamento, in particolarequando si manifestano i segni clinici relativi: il pazientetende ad assumere a letto una posizione rannicchiata, fe-tale, in modo da ridurre l’esposizione della superficie cor-porea e quindi la dispersione termica. Difficilmente hasete: l’acqua raffredda. Se ha sete, questa è di - poche -bevande calde. Brividi: micro-ginnastica atta ad aumen-tare la temperatura corporea. Poliuria: aumento dell’eli-minazione dell’acqua, in quanto equivalente del freddo.Al termotatto il paziente non è caldo. Se presenti questisegni di questi sintomi la formulazione è indicata, ma,visto che essa è riscaldante, è controindicata in caso difebbre (>37,5°C). Come si può comprendere, sono mag-giori le controindicazioni di una formulazione così sem-plice, che non le indicazioni. Quando indicata la ricettadovrà essere ripetuta quotidianamente fino a comparsadella febbre oppure fino alla defervescenza dei segni e deisintomi.Un altro capitolo particolarmente interessante dal puntodi vista fitoterapico è quello relativo alle infezioni uro-genitali. Iniziando dalla classica cistite, la pianta che per-sonalmente ritengo dominante è Arctostaphylos uva ursi,folium. Syn.: Uva ursina (Arctos, orso e Staphylos, uva).Parte usata: le foglie. Principi attivi: glucosidi idrochi-nonici, Arbutina, Metiarbutina. L’idrochinone C6H6O2si può trovare libero nelle foglie allo 0,2% circa, proba-bilmente solo prodotto secondario derivante dall’idrolisidell’Arbutina. Il titolo di Arbutina oscilla tra il 5% ed il12%. Titolo FU: deve contenere non meno del 6% diderivati idrochinonici, calcolati come arbutoside.L’Uva ursina ha azione astringente e antisettica dovutaal tannino ed ai glucosidi Arbutina e Metilarbutina chesi eliminano a livello renale e, a contatto con le urine, siscindono in glucosio ed idrochinone. E’ proprio l’idro-chinone che si ritiene possa avere una buona azione an-tisettica, divenendo molto attivo in urine alcaline (pH8) ed a basso peso specifico, venendo invece inattivatoin urine acide. La massima azione antibatterica si rag-giunge in 3-4 ore dalla sommistrazione della droga. Con-troindicazioni: gravidanza, allattamento bambini di etàinferiore ai 12 anni.

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QUADERNI DI MEDICINA INTEGRATA

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Precauzioni: non usare con acidificanti l’urina, perchéverrebbe vanificato l’effetto antisettico. E’ utile la com-plementazione di alcalinizzanti, come il semplice bicar-bonato di sodio o altri. Effetti collaterali: nei pazientigastrosensibili e nei bambini possono comparire nauseae vomito. A dosi elevate può indurre gastrite e vomito(tannini?). Le dosi elevate sono irritanti per tutte le mu-cose e per il parenchima epatico.Posologia: gr. 3 di droga in ml 150 di acqua come infuso,fino a quattro volte al dì. Se in estratto secco con rap-porto DE = 5:1, mg 120 quattro volte al dì.Rimanendo in ambito uro-genitale, la Medicina Tradi-zionale Cinese è molto efficace nelle forme acute di pro-stato-vescicolite e, nella femmina, di bartolinite/vulvova-ginite. Esiste, in particolare, una formula molto utile, ra-pida ed estremamente attiva sui sintomi e sulle cause.Non esiste uno specifico riferimento alla prostata inMTC, ma si può ritenere che essa faccia parte del sistemae del tratto urinario (Rene e Vescica). Questo è un con-cetto squisitamente energetico e funzionale non coincidecon la visione più organicistica della medicina occiden-tale moderna. Le ricette a maggiore diffusione in Cina enei paesi occidentali dove viene praticata la FarmacologiaTradizionale Cinese sono molte, ma in particolare una èquella più comune e sicura nell’utilizzo da parte del me-dico, anche non esperto in Medicina Cinese, se la dia-gnosi è di prostatite acuta, vulvovaginite acuta obartolinite. Il “Decotto di Gentiana scabra per ammor-bidire il Fegato”, Long Dan Xie Gan Tang, è una ricettadi 9 droghe vegetali da decuocere. E’ anche reperibile incompresse. La sua azione è, tra le altre, antipiretica, an-tibiotica ed antivirale e trova numerose indicazioni se-condo i parametri della Medicina Tradizionale Cinese.

Nome PIN YIN Nome latino gr decottoLONG DAN CAOI Gentiana scabra, radix 3-9

HUANG QIN Scutellaria baicalensis, radix 6-12ZHI ZI Gardenia jasminoides, fructus 6-12

CHE QUIAN ZI Plantago asiatica, semen 9-15ZE XIE Alisma orientalis, rizhoma 6-12

CHAI HU Bupleurum chinense, radix 3-9SHENG DI HUANG Rehmannia glutinosa, radix 9-15

DANG GUI Angelica sinensis, radix 6-12GAN CAO Glycyrrhiza uralensis, radix 3-6

Vescica Biliare - Segni e sintomi: cefalea, vertigini, acu-feni, ipoacusie repentine, otodinia, viso arrossato, inie-zione congiuntivale, bocca amara, secca, dolori ai lati deltorace, irritabilità, nervosismo, insonnia, iperonirismo,incubi, stipsi, oliguria con urine concentrate.patologie da Umidità/calore in uno o più dei tre ri-scaldatori - Segni e sintomi: sensazione distensiva dolo-rosa agli ipocondri, astenia, anoressia, nausea, vomito,bocca amara, irregolarità alvine, oliguria con urine scure,disuria, gonfiori e pruriti ai genitali esterni, xantorrea. Si

tratta di una sindrome “da pienezza di Calore nel Fe-gato”e nel suo viscere accoppiato Vescica Biliare. Il Fuocodel Fegato si libera criticamente verso l'alto e compaionocefalea, emicrania, acufeni, sordità improvvisa, vertigini,iniezione congiuntivale, volto arrossato.

Il Fuoco del Fegato turba lo psichismo e compaionoansia, agitazione, irritabilità, insonnia, iperonirismo, in-cubi. Il Fuoco tende a consumare i Liquidi Organici ecompariranno sete con desiderio di bere, stipsi con fecisecche, urine scarse ed ipercromiche, bocca amara.

Il Calore Umidità può scendere in basso fino alla regionegenitale, che è contornata dal meridiano del Fegato. Intal caso compariranno disuria, testicoli gonfi, caldi e do-lenti, pruriti scrotali, xantorrea di odore nauseabondo,pruriti vulvari. Il Calore Umidità può risalire lungo ilMeridiano di Vescica Biliare, che percorre la parte late-rale del corpo. In tal caso potranno comparire lesioni cu-tanee infiammate ed umide.

Tra le formulazioni che combattono il Calore, Long DanXie Gan Tang appartiene al sottogruppo delle ricette chepurificano il Calore negli Organi e nei Visceri. Per Ca-lore o, meglio, Calore/Umidità si intendono le forme in-fettive, virali o batteriche che siano.

Il Calore può derivare dal perdurare di ristagni (Qì delfegato ovvero la bile, Umidità), sentimenti troppo alungo trattenuti (collera, frustrazione), cause alimentari(eccesso di cibi grassi, dolci, piccanti, di natura calda).Tale Calore interno renderà il paziente maggiormentesuscettibile agli attacchi del Calore esterno (malattie bat-teriche, virali, ecc.).

Evitare l'impiego prolungato o dosaggi eccessivi inquanto può ledere la Milza e prosciugare i Liquidi orga-nici.

Sia Gentiana, sia Angelica potenziano l’azione degli an-ticoagulanti tipo warfarin.

Nella gravida, specie nel primo trimestre, se ne sconsiglial’utilizzo, perché potrebbe favorire l’aborto.

Indicazioni moderne: HSV tipi I e II, Herpes zoster,congiuntivite acuta, cistiti, uretriti, prostatiti, eczemiumidi, xantorrea, vulviti, eczemi dei genitali esterni, ne-vralgie intercostali, emicrania, otite media, foruncolosidel condotto uditivo esterno, ipertiroidismo, insonnia.

Dosaggio: le compresse contengono ES 5:1, in ragionedi circa 325 mg per compressa da 500 mg. In fase acuta(HZV, HSV, cistite, prostatite): sei compresse TID persette giorni consecutivi, poi tre cpr TID per quattordicigiorni. Dopo sette giorni di pausa viene ripetuta.

In fase subacuta solitamente ne prescrivo la metà, op-pure, se il quadro fosse particolarmente tranquillo, pre-scrivo tre cpr TID per 21 giorni. Le compresse siingeriscono a stomaco pieno. g

LEINFEZIO

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L’OMEOPATIA RACCONTATA

LA SOLUzIOnE

Il colpevole è evidenteGiretti aprì le braccia e guardò verso Eusebio: - Come in molti gialli, anche qua il colpevole è il maggiordomo!- Kaz... io sono innocente! - Esclamò l’allibito maggiordomo.Ortensia, invece, esultò. Ecco perché hai voluto che lui fosse presente a questo incontro. Adesso chiamo gli agentie lo faccio arrestare.Tarcisio scosse la testa. - Ortensia, calmati, non è lui che devi arrestare. L’ho chiamato qua solo perché confermiquello che ti sto dicendo.Ortensia: - Ma hai appena detto che è lui il colpevole.Tarcisio scosse la testa. - Il maggiordomo ha la sola colpa di non sapere leggere. Lo dimostra il fatto che al postodella cartella clinica di Ugo Bezzi te ne ha dato un’altra che recava la scritta “Hard Core”, poi l’ha scambiata perquella che conteneva poesie o per le altre che riguardavano la denuncia dei redditi. Per finire non è riuscito nem-meno a leggere ciò che c’era scritto a suo favore nel testamento. Quindi, quando i rimedi omeopatici si sparserosul pavimento, poiché i flaconi hanno lo stesso colore e possono essere distinti solo dal nome scritto sull’etichetta,Eusebio non ci ha capito più nulla poiché lui è analfabeta. Tuttavia, essendo una persona troppo orgogliosa perammetterlo, fece finta di nulla e consegnò lo stesso i rimedi, sperando andasse tutto bene. Infatti a Lucia, ma soloper puro caso, fu dato giustamente Lachesis, rimedio utile per curare la sua ansia, caratterizzata da senso di calore,dalla tendenza all’odio e dall’aggressività, dalla sensazione di avere un nodo in gola, dall’intolleranza ai collettistretti, dalla tendenza a bere alcol. Ha, invece sbagliato con Silvia, donna dal carattere dolce e mite, con disposizioneal pianto facile e alla tristezza, emozioni che migliorano grazie alla consolazione: anziché darle della Pulsatilla, Eu-sebio le ha consegnato il rimedio con cui lui stesso si cura, cioè Bufo rana. Senza l’aiuto di questo rimedio, Eusebioadesso sta manifestando marcata confusione mentale e debolezza di memoria, inoltre gli è comparso un linguaggioosceno e un morboso interesse per il materiale pornografico, sintomi che sono curati proprio dal rimedio Buforana! Ma il danno peggiore Eusebio l’ha compiuto con i due fratelli, scambiando il rimedio dell’uno con quellodell’altro. Infatti Angusta vera, e non Physostigma venenosum, era destinato ad Ugo Bezzi, grande amante delcaffè e sofferente di infiammazione al tendine rotuleo, mentre il fratello Antenore, affetto da glaucoma, necessitavadel rimedio Physostigma venenosum. A quest’ultimo, invece, arrivò il rimedio Angusta vera pieno di cianuro.Ortensia: - Possibile che nessuno dei due fratelli si sia accorto dello scambio?Tarcisio: - No, poiché uno era disteso a letto e al buio, mentre l’altro era quasi cieco.Ortensia: - Quindi il colpevole è... Già, chi è?Tarcisio sospirò: - Il morto, cioè Bezzi Antenore, ovviamente! Lui voleva per sé la presidenza della ditta e tutta lafortuna della famiglia, quindi aveva deciso di eliminare il fratello maggiore. Però, dal momento che i due fratellivivevano da soli, se lo avvelenava i sospetti non potevano che ricadere su di lui. Per non destare sospetti, ha primalicenziato le due informatrici poi, a insaputa del fratello, le ha convocate in questa villa. Per questo motivo UgoBezzi, che non ne sapeva nulla della lettera di licenziamento e della loro convocazione, si è rifiutato di ricevere leinformatrici. Il piano di Antenore era di fare risalire il motivo del delitto ad una vendetta delle due informatrici.Ma l’omicidio perfetto è sfumato per colpa o per merito del maggiordomo Eusebio.Ortensia si sfregò le mani soddisfatta del fatto che il colpevole adesso aveva un nome. Però si mostrò anche un po’dispiaciuta. - Peccato non poter arrestare il maggiordomo. Avrei fatto mettere volentieri le manette a quello spor-caccione. – Si guardò attorno. - Bé, adesso dov’è finito lo zozzone travestito da mummia?- E’ andato nel suo bagno, dottoressa. - disse il notaio.Trenta minuti più tardi Ortensia, un po’ indispettita e un po’ preoccupata domandò: - Perché Eusebio non èancora uscito dal mio bagno? Cosa sta facendo? Si sente male?Tarcisio: - Le persone come lui, oltre ad avere una predilezione per le oscenità, sentono anche l’ossessiva necessitàdi...- sussurrò alcune parole nell’orecchio di Ortensia. Il magistrato sbarrò gli occhi e si morse le labbra fino quasia farle sanguinare. Si scagliò contro la porta del bagno. Iniziò a tempestarla di pugni e di calci. - Brutto maiale,cosa ti stai facendo nel mio bagno? Esci subito, se non vuoi che io chiami l’esercito! Maledetto, ti farò uscire conle cannonate e, appena fuori, ti invierò in Afghanistan ad arare la terra nei campi minati!...