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FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA
SANDRO CERGNA
LA PRODUZIONE POETICA ISTRIOTA DELL'ISTRIA SUDOCCIDENTALE DAL 1835 AD OGGI
TESI DI DOTTORATO
Zagabria, 2012
Indice
Introduzione……………………………………………………………………………...... 11. Istrioto: cenni storici………………………………………………………………… 32. Fonti scritte………………………………………………………………………......... 163. Il dialetto quale strumento dell’espressività poetica in Italia 3.1. Considerazioni preliminari………………………………………………………...... 26 3.2. Sulla nascita della poesia in dialetto: riflessioni teoriche………………………....... 28 3.3. La letteratura dialettale riflessa nel suo sviluppo storico 3.3.1. La letteratura dialettale tra Due e Cinquecento……………………………..... 38 3.3.2. La letteratura dialettale tra Cinque e Seicento……………………………….. 56 3.3.3. La letteratura dialettale tra Sette e Ottocento……………………………….... 75 3.3.4. La letteratura dialettale del Novecento………………………………………. 89 3.4. Quale futuro per la poesia in dialetto?........................................................................ 109 4. Considerazioni sui più antichi componimenti poetici in dialetto istrioto
4.1. Preludio veneziano: un sonetto d’occasione nella parlata veneziana di Rovigno del XVIII secolo…………………………………………………………………....... 1124.2. Prime testimonianze poetiche in dialetto istrioto 4.2.1. Considerazioni generali………………………………………………………………………………….... 1214.3. I sonetti dignanesi…………………………………………………………………… 125 4.3.1. Sul più antico manoscritto in dialetto istrioto: il sonetto Sul piccato………....129 4.3.1.1. Trascrizione e analisi testuale della lezione più antica del sonetto Sul piccato (FIO1)…………………………………………………... 131
4.3.1.2. Trascrizione della lezione ritoccata da Stancovich direttamente sul manoscritto di Fioranti (STA1)…………………………………........ 137
4.3.1.3. Confronto e analisi testuale tra la versione ritoccata di Stancovich (STA1) e quella autografa di Fioranti (FIO1)………………………. 1404.3.1.4. Trascrizione e analisi comparata tra la seconda versione dello
Stancovich, così come riportata nella Parabola (STA2), e la lezione precedente (STA1)………………………………………………..... 145
4.3.1.5. Analisi comparata tra la versione del sonetto Sul piccato tratta dal fondo dalla Zonca (ZON1) e la versione stancovichiana inclusa nella Parabola (STA2)………………………………………………………………. 151
4.3.2. Un sonetto corale: Padre Predeicatoùr, i vaem savòu…………………...... 157 4.3.2.1. Trascrizione della lezione più antica del sonetto Padre Predeicatoùr, i vaem savòu (ZON2) e sua analisi comparata con la lezione più antica del sonetto Sul piccato (FIO1)…………………………………………... 158
4.3.2.2. Trascrizione della lezione ritoccata del sonetto Padre Predeicatoùr, i vaem savòu (ZON3) e suo raffronto con la lezione di partenza (ZON2)……………………………………………………………… 169
4.3.2.3. Trascrizione della lezione ZON4 del sonetto Padre Predeicatoùr, i vaem savòu………………………………………………………...... 171
4.3.2.4. Trascrizione delle due versioni stancovichiane del sonetto Padre Predeicatoùr, i vaem savòu………………………………………….. 174
4.3.2.5. Trascrizione della versione di Pola del sonetto Padre Predeicatoùr, i vaem savòu…………………………………………………………... 175 4.3.2.6. Trascrizione della versione di Milano del sonetto Padre Predeicatoùr, i vaem savòu…………………………………………………………. 181
4.3.2.7. Trascrizione della lezione ZON5 (“azzurra”) del sonetto Padre
Predeicatoùr, i vaem savòu…………………………………………. 1834.3.3. Analisi testuale delle tre lezioni del sonetto Xura un dagno de campagna
4.3.3.1. Analisi e trascrizione della lezione FIO3 del sonetto Xura un dagno de campagna – Sonitto…………………………………………………..1844.3.3.2. Trascrizione della versione stancovichiana (STA5) del sonetto Sura un dagno de campagna………………………………………………… 1894.3.3.3. Trascrizione della versione “azzurra” del sonetto sul “danno di
campagna”………………………………………………………...... 1924.3.4. Trascrizione e analisi del sonetto La spallareina dignagnisa defendo le siuritte – Sonitto…………………………………………………………………… 193 4.3.5. Su uno scambio di poemetti tra Pietro Stancovich e Martino Fioranti……..197
4.3.5.1. Il poemetto di Martino Fioranti dedicato a Pietro Stancovich……… 1984.3.5.2. La risposta in versi di Pietro Stancovich a Martino Fioranti………... 201
4.3.6. Note conclusive sulla poesia di Martino Fioranti………………………… 2044.3.7. Analisi comparata delle versioni croato-ciacave (slavo meridionale dell’Istria)
del sonetto Sul piccato……………………………………………………. 2064.3.7.1. Trascrizione della lezione S1 della traduzione stancovichiana del sonetto Sul piccato…………………………………………………………... 2084.3.7.2. Trascrizione della lezione S2 della traduzione stancovichiana del
sonetto Sul piccato………………………………………………….. 2094.3.7.3. Versione croato-ciacava del sonetto Sul piccato come trascritta nella Parabola…………………………………………………………….. 209
4.4. Antichi testi in dialetto istrioto di Rovigno 4.4.1. Pietro Kandler (a cura di): Saggio di dialetto Rovignese………………….. 210 4.4.2. Pietro Angelini: I lementi de Fimjta incontra a Pjiro su Murùs…………... 220 4.4.2.1. Appunti per un’interpretazione critica della prima parte dei Lementi……………………………………………………………... 222
4.4.2.2. Duj anni despoj el matirmognio. Parto segonda………………….. 2394.4.3. In occasione di cena tra amici rovignesi – l’ultima notte del morente 1892……………………………………………………………………… 2524.4.4. Un antico sonetto in dialetto istrioto rovignese: Padre predicadur cui si vignù……………………………………………………………………... 253
5. Il Novecento e l’approdo dell’istrioto da lingua della realtà a lingua della poesia
5.1. I componimenti in dialetto istrioto di Valle d’Istria del P. Giuliano Palazzolo…………………………………………………………………………….... 2585.2. La poesia in dialetto istrioto di Rovigno d’Istria nel Novecento………………. 274
5.2.1. Giuseppe Bepi Nider……………………………………………………….... 2755.2.2. Ligio Zanini………………………………………………………………….. 2825.2.3. Giusto Curto…………………………………………………………………. 3015.2.4. Libero Benussi……………………………………………………………….. 3085.2.5. Vlado Benussi………………………………………………………………... 3205.2.6. Antonio Gian Giuricin……………………………………………………….. 3245.2.7. Mirella Malusà……………………………………………………………….. 3295.2.8. Maria Sciolis…………………………………………………………………. 331
5.3. La produzione poetica nel dialetto boumbaro di Dignano d’Istria………………. 333 5.3.1. Loredana Bogliun…………………………………………………………….334 5.3.2. Lidia Delton…………………………………………………………………. 340 5.4. Il poesia in dialetto istrioto di Valle d’Istria 5.4.1. Romina Floris……………………………………………………………….. 346
Conclusione………………………………………………………………………………… 349
Bibliografia……………………………………………………………………………….... 351Allegati……………………………………………………………………………………… 359 Note biobibliografiche sull’autore……………………………………………………. 390
Riassunto
Partendo da un ragguaglio delle diverse teorie linguistiche che nel corso di quasi due secoli, hanno
considerato la nascita e lo sviluppo delle parlate istriote, il lavoro considera la produzione poetica
istriota dell’Istria sud-occidentale, espressa nelle varianti dialettali di Rovigno, Dignano e Valle.
Delle altre tre località in cui pure, originariamente, l’idioma era parlato – Gallesano, Sissano e
Fasana – non si sono trovate testimonianze scritte.
Particolare attenzione è stata data all’analisi filologica dei testi anteriori al 1835, anno della
stesura, nelle varie parlate istriote, della Parabola del figliuol prodigo, per opera di Pietro
Stancovich. Dal lavoro di ricerca, infatti, è emerso che gli inizi della produzione poetica in tale
idioma vanno retrodatati di almeno sette anni dalla redazione della Parabola, a quando data, cioè, il
più antico sonetto in istrioto dignanese finora rinvenuto, scritto dal meno noto Martino Fioranti, e
risalente al 1828.
Nell’approccio analitico a tali componimenti si è privilegiato il metodo della critica testuale,
coadiuvato, dato il numero relativamente elevato di varianti rinvenute, dal procedimento dell’analisi
filologico-linguistica del testo e dal confronto delle varianti manoscritte. Nell’analisi dei testi editi,
invece, a partire dal componimento in istrioto rovignese apparso sulla rivista ”Istria” di Pietro
Kandler, nel 1846, si è adottata la metodologia d’indagine e d’interpretazione del testo letterario di
impronta stilistica, non tralasciando però la dimensione strutturale del testo, e considerando, in
particolare, i suoi aspetti retorici e semiotici, in relazione alle esperienze coeve o anteriori della
tradizione letteraria istriana e italiana.
Dal lavoro di ricerca d’archivio di cui, in gran parte, il presente lavoro è frutto, è emersa la
presenza di testimonianze scritte in dialetto istrioto a fini poetici che, a partire dai primi decenni del
XIX secolo, con i contributi di Martino Fioranti, Pietro Stancovich ed altri, s’inseriscono in
un’ideale linea di continuità fino ai nostri giorni, i cui più validi rappresentanti vanno da Loredana
Bogliun a Libero e Vlado Benussi, da Mario Bonassin e Lidia Delton a Romina Floris e Elvia
Nacinovich.
La ricerca, inoltre, ha messo in luce la necessità di ulteriori approfondimenti e ambiti d’indagine
all’interno del canone istrioto, sia per quanto concerne il periodo coevo e anteriore all’esperienza
Fioranti-Stancovich-dalla Zonca, sia per quanto attinente alla situazione a cavallo tra il XIX e il
XX secolo.
Parole chiave: istrioto, dialetto, poesia, sonetto, poemetto, Istria.
Introduzione
“Mi me go fato ‘na lengua mia / del venezian, de l’italian”: così scrive Giacomo Noventa in una
celebre poesia a proposito dell’uso che fa, a fini poetici, del dialetto del paese natio, Pieve di
Noventa. In questa dichiarazione di poetica, che per più versi può sembrare rappresentativa del fare
letteratura in dialetto, Giacomo Ca’ Zorzi non rimane però un solitario. Ad una recente
presentazione dell’ultima raccolta di poesie di Claudio Grisancich, il poeta triestino ha parlato della
difficoltà da lui incontrata, ancora negli anni Sessanta dello scorso secolo, nel momento in cui si
accingeva a porre per iscritto i versi delle sue poesie, poiché il suo codice veicolare “doveva
costruirselo da sé”,1 in un certo senso, inventarselo. Ligio Zanini affermava di scrivere in dialetto
perché quello era il linguaggio in cui pensava; a Zanini si possono affiancare i contemporanei
Libero e Vlado Benussi, per i quali pure, la lingua del sé, dell’interiorità più intima, è il natio
dialetto rovignese. E dalla lettura attenta delle opere di tutti questi autori – come pure di altri trattati
nel presente lavoro –, ciò che emerge è un’elaborazione originale, sia a livello formale, sia sul piano
del contenuto, della proteiforme materia dialettale. Nei poeti che usano il dialetto quale realtà atta a
plasmare e a dare voce alla loro emozionalità, quello si presenta pertanto di una consistenza quasi
aleatoria, mutevole e indefinita, ma malleabile, quando si dà come voce veridica e genuina, sia nella
sua preziosità emozionale interiore, sia nel suo proporsi quale espressione comunitaria della realtà.
Partendo da tale assunto, il lavoro considera la produzione poetica nelle diverse varianti istriote,
a partire dai primi rinvenimenti scritti, risalenti al terzo decennio del XIX secolo, per arrivare,
attraverso un’analisi diacronica delle opere, allo stato attuale di tale poesia. L’area d’interesse della
ricerca comprende le tre località dell’Istria sud-occidentale, Rovigno, Valle e Dignano nei cui
rispettivi vernacoli istrioti sono stati rinvenuti – e tuttora si compongono – testi poetici in forma
scritta. La ricerca non include, invece, gli altri tre centri “storici”: Gallesano e Sissano, di cui, pur
essendovi l’istrioto tutt’oggi parlato, non si hanno però testimonianze poetiche scritte, nonché
Fasana, dove l’idioma si è spento ormai da decenni e di cui pure non si conoscono attestazioni
originali in forma documentata.
Sono state principalmente tali constatazioni che hanno suscitato nell’autore l’interesse
all’approfondimento della situazione e della – relativamente breve – tradizione letteraria espressa
nell’idioma istrioto, ossia nelle tre varianti in cui tale linguaggio viene usato dai parlanti. Avendo,
inoltre, da sempre vissuto in un ambiente in cui il dire in dialetto è un aspetto profondamente
caratterizzante di quella realtà, la decisione ad accostarsi a un tale ambito di ricerca è stata, fin dal
percorso universitario, sempre vicina ai suoi interessi scientifici. Fin da allora, infatti, i pochi
documenti in dialetto conosciuti, specialmente quelli anteriori al Novecento, hanno suscitato
1 C. Grisancich durante la presentazione del volume Conchiglie, tenutasi a Palazzo Modello di Fiume il 3 ottobre 2011.
nell’autore un’attrattiva particolarmente stimolante, muovendo e invogliando a nuove e
coinvolgenti direzioni di ricerca, alcune delle quali hanno portato, com’è esposto di seguito, a una
rilettura delle origini di tale produzione poetica.
Il lavoro, pertanto, oltre a proporre un’interpretazione (tra le altre) della produzione poetica in
dialetto istrioto, presenta al contempo l’ingrandimento di un quadrante della più vasta e complessa
mappa della letteratura italiana fuori dei suoi confini politici. Un tassello che collocato com’è ai
margini del più ampio disegno di quella letteratura, non può non risentirne l’influenza, ma può però,
a volte, distanziarsene, verso esperienze dagli esiti, se non assolutamente originali, certo con
sfumature più peculiari e vicine alla sensibilità e ai fermenti del luogo di cui sono origine.
Esemplare è, in tal senso, la contaminazione tra i dialetti istrioto e ciacavo nella traduzione che
Pietro Stancovich fece del prezioso sonetto di Martino Fioranti.
Le pagine che seguono rappresentano, pertanto, il tentativo di ripercorrere i momenti salienti di
questa singolare esperienza d’arte e di cultura che, togliendola all’oblio del tempo, la svela, invece,
nel suo presentarsi e divenire da testimonianza della realtà a lingua della poesia.
Sažetak
Rad predstavlja istraživanje zbirke poezije jugozapadne Istre, izraženu u tri varijante
istriotskoga dijalekta Rovinja, Vodnjana i Bala. U Galižani, Šišanu i Fažani, mjestima gdje se,
isto tako, govorio ovaj idiom, nisu pronađeni pisani dokazi.
Počevši od usporedbe raznih lingvističkih škola, koje su kroz gotovo dva stoljeća
raspravljale o nastanku i razvoju istriotskih govora, u prvom se poglavlju razmatraju različita
teorijska tumačenja koja su, s vremena na vrijeme, postavila idiom ili unutar venetsko-
rustičnog dijasistema sjeveroistočne Italije – ovdje možemo istaknuti doprinos znanstvenika
među kojima su: Carlo Tagliavini, Giovan Battista Pellegrini, Manlio Cortelazzo, Alberto
Zamboni, te Flavia Ursini – ili ga odvojila od sustava kojemu ne pripada niti jedan neolatinski
jezik, već predstavlja zaseban romanski jezik. Teorijska stajališta koja zastupaju ovu
posljednju tvrdnju, počevši od tumačenja lingvista Petra Skoka, vezane uz “teoriju klina“,
zainteresirale su, na izravan ili neizravan način, znanstvenike Mirka Deanovića, Pavla
Tekavčića, Žarka Muljačića, Barbaru Buršić-Giudici i Gorana Filipija te utjecale na njihov
znanstveni i istraživački rad. Osim toga razmatrane su teorije drugih znanstvenika i
istraživača – odbačene zatim od znanstvene zajednice – među kojima su: Graziadio Isaia
Ascoli, Antonio Ive i Clemente Merlo. Utvrđuje se, na kraju, zabrinjavajuća situacija u kojoj
se danas nalaze istriotski govori, prouzročena nezaustavljivim procesom raspadanja
morfosintaksičkog sustava i osiromašenjem leksičkog nasljeđa, na temelju kojega djeluju
prevladavajući jezici i dijalekti: talijanski, hrvatski i istrovenetski.
U drugom se poglavlju navode temeljni pisani izvori, koji su bili predmetom istraživanja
ovoga rada, kao i oni, iako ne toliko bitni unutar estetsko-književnog konteksta, ali zasigurno
značajni za povijesno-jezični aspekt istriotskoga idioma. Osvrćemo se na originale i prijepise
rukopisa soneta pronađene u arhivu Sveučilišne knjižnice u Puli te u Diplomatskom arhivu
Gradske knjižnice u Trstu, kao i na one pronađene u arhivu Gradske knjižnice u Rovinju.
Zastupljeni su, također, vrijedni prijevodi tekstova s književnog jezika na istriotske varijante:
od “istrijanskog“ prijevoda Boccacciove novele, koju je 1584. godine preveo talijanski
književnik Leonardo Salviati; do Stancovicheva prijevoda istriotskih verzija Priče o rasipnom
sinu (Parabola del figliuol prodigo) 1835. godine; do novog izdanja Salvatijevog djela,
obogaćenog novim prijevodima s istarskog područja koje je 1875. godine uredio Giovanni
Papanti. Uzimaju se, također, u obzir časopisi na čijim su stranicama često bili objavljivani
tekstovi na istriotskom dijalektu: počevši od časopisa Istria Pietra Kandlera, do časopisa La
Battana, listova Famija različitih istarskih mjesta i gradića do Antologija koje sadrže djela
nagrađenih u natječaju “Istria Nobilissima“ do onog novoutemeljenog, ali ne i manje važnog
natječaja za očuvanje vodnjanskog dijalekta: “Favelà“.
Treće poglavlje sadrži teorijska razmišljanja o talijanskoj dijalektalnoj književnosti
najistaknutijih kritičara i istraživača toga područja među kojima su: Benedetto Croce,
Gianfranco Contini, Ettore Bonora, Pier Paolo Pasolini, Alfredo Stussi i Franco Brevini.
Krenuvši, na kraju, od djela posljednjeg autora La poesia in dialetto ovdje se daje sažetak
dijalektalnog pjesničkog stvaralaštva Italije te kratka analiza odlomaka djela najvećih i
najzanimljivijih autora pojedinih povijesnih razdoblja.
Četvrto i peto poglavlje, na kraju, predstavljaju dijahronički sažetak glavnih pjesničkih
dokaza napisanih u tri dijalektalne varijante: Rovinja, Vodnjana i Bala; svaki je tekst
obogaćen književnom intarpretacijom. U vezi s tim, posebna pozornost je dana filološkoj
analizi tekstova koji su pisani na raznim istriotskim govorima prije 1835. godine, tj. prije
godine nastajanja Stancovicheve Parabole del figliol prodigo. Istraživačkim radom proizašlo
je, naime, da počeci pjesničkog stvaralaštva na istriotskom idiomu sežu najmanje sedam
godina prije nastajanja Parabole, otkad potječe i najstariji istriotsko-vodnjanski sonet manje
poznatoga Martina Fiorantija, iz 1828. godine.
U analitičkom pristupu tim tekstovima prevladava metoda tekstualne kritike,
potpomognuta, radi velikog broja pronađenih varijanti, filološko-lingvističkom analizom
proučavanja teksta te usporedbom rukopisa. U analizi publiciranih tekstova, počevši od
istriotsko-rovinjskog teksta koji je izašao u Kandlerovom listu “Istria“ 1846. godine, korištena
je metodologija interpretacije književnog teksta koja polazi od stilističkog kritičkog stajališta,
u kojoj se, bez obzira na posebnu pozornost posvećenu sadržajnim, retoričkim i semiotičkim
aspektima u odnosu sa ondašnjim ili prijašnjim iskustvima književne tradicije, ne izostavlja
strukturalni opseg teksta.
Iz istraživačkog arhivskog rada, na temelju čega je nastala ova doktorska disertacija
(korištena je građa: Sveučilišne knjižnice u Puli, Gradske knjižnice u Trstu, Ambrozijske
knjižnice u Milanu, Arhiva Općeg Vijeća franjevaca Male braće u Rimu, Gradske knjižnice u
Rovinju, Centra za povijesna istraživanja u Rovinju i Državnog arhiva u Pazinu) proizašli su
pisani pjesnički dokazi na istriotskom dijalektu, koji se, od prvih desetljeća XIX. stoljeća,
doprinosima Martina Fiorantija, Pietra Stancovicha i drugih, uvrštavaju u jednu savršenu
neprekidnu vezu koja traje sve do danas, a čiji su najznačajniji predstavnici Loredana
Bogliun, Libero i Vlado Benussi, Mario Bonassin, Romina Floris i Elvia Nacinovich.
Ova doktorska disertacija, također, ukazuje na potrebu za novim istraživanjima i
proučavanjima unutar istriotskoga dijalekta, bilo da se radi o ondašnjem razdoblju u kojem su
djelovali Fioranti-Stancovich-dalla Zonca ili razdoblju između XIX. i XX. stoljeća.
Ključne riječi: istriotski govor, dijalekt, poezija, sonet, kratak spjev, Istra.
Summary
This dissertation presents the research of southwestern Istrian poetry written in three variants
of the Istriot dialect of Rovinj, Vodnjan and Bale. No written proofs have been found in the
little towns of Galižana, Šišan and Fažana where the idiom was also spoken.
Starting with a comparison of various linguistic schools that discussed the creation and
development of Istriot speeches over almost two centuries, the first chapter analyses different
theoretical explanations that occasionally either set the idiom within the Venetian rustic
diasystem of northeastern Italy – and here we may underline the contribution of scholars such
as Carlo Tagliavini, Giovan Battista Pellegrini, Manlio Cortelazzo, Alberto Zamboni, and
Flavia Ursini – or else separated it from a system to which no neo-Latin language belongs as
it represents a separate Roman language. Theoretical standpoints advocating the latter theory,
starting from the interpretation of linguist Petar Skok related to the "wedge theory" have
spurred either direct or indirect interest of scholars Mirko Deanović, Pavle Tekavčić, Žarko
Muljačić, Barbara Buršić-Giudici and Goran Filipi and affected their academic and research
work. Theories of other scholars and researchers have also been studied and rejected by the
scholarly community, among which, of Graziadio Isaia Ascoli, Antonio Ive and Clemente
Merlo. Finally, the author states the worrying situation of today's Istriot speeches caused by
the unstoppable process of disintegration of morphosyntactic system and deterioration of
lexical heritage used as a basis of prevailing languages and dialects - Italian, Croatian and
Istro-Venetian.
The second chapter lists basic written sources, the subject matter of the present work, in
addition to sources that were not so important in the aesthetic and literary context as they
were for the historical and linguistic aspect of the Istriot idiom. We look at the originals and
the transcripts of the manuscript of sonnets found at the archive of the University Library of
Pula and the Diplomatic Archives of the City Library of Trieste, as well as the ones found at
the archives of the City Library of Rovinj. By the same token, we have included valuable
translations of texts from the literary language to the Istriot variants ranging from the “Istriot”
translation of Boccaccio's novel made in 1584 by the Italian writer Leonardo Salviati to
Stancovich's translation of Istriot versions of The Parable of the Prodigal Son (Parabola del
figliuol prodigo) of 1835 and the new edition of Salvati's work enriched with new translations
from the Istrian area edited in 1875 by Giovanni Papanti. We also researched magazines
which often published texts in the Istriot dialect starting with the magazine Istria of Pietro
Kandler to La Battana magazine, Famija papers of various Istrian villages and little towns to
Anthologies with works awarded at the contest “Istria Nobilissima“ and finally, to the newly
established but not less important contest for the preservation of the Vodnjan dialect “Favelà”.
The third chapter comprises theoretical considerations about the Italian dialectal literature of
the most renowned critics and researchers, among which are Benedetto Croce, Gianfranco
Contini, Ettore Bonora, Pier Paolo Pasolini, Alfredo Stussi and Franco Brevini. Finally,
starting with the work of the last author, La poesia in dialetto, we hereby provide a summary
of dialectal poetry in Italy and a short analysis of fragments of works of the greatest and most
interesting authors of particular historical periods.
The fourth and the fifth chapter present a diachronic summary of the main poetic proofs
written in three dialectal variants of Rovinj, Vodnjan and Bale; each text is enriched with
literary interpretation. In this regard, particular attention is given to the philological analysis
of texts written in various Istriot speeches before 1835, the year of Stancovich's Parabole del
figliol prodigo. As a matter of fact, research work shows that beginnings of poetic production
in the Istriot idiom reach back at least seven years before the creation of Parabole, the same
period of the oldest Istriot-Vodnjan sonnet of the less known Martino Fioranti written in
1828.
The method of textual criticism prevails in the analytical approach to these texts. Due to a
large number of found variants, this method is complemented by philological and linguistic
analysis of text research and a comparison of manuscripts. The analysis of published texts,
starting with the Istriot-Rovinj text published in Kandler's paper “Istria“ in 1846 used the
methodology of interpretation of literary text rooted in critical standpoint which, regardless of
special attention dedicated to content-related rhetoric and semiotic aspects in relation to past
or former experiences of literary tradition, nevertheless does not omit the structural scope of
text.
The present doctoral dissertation is a result of archival research at the University Library of
Pula, the City Library of Trieste, the Ambrosian Library in Milan, the Archive of the General
Council of the Order of Friars Minor at Rome, the City Library of Rovinj and the State
Archives in Pazin. Its result are written proofs of poetry in the Istriot dialect which form a
perfectly uninterrupted line from the first decades of the nineteenth century to the present
owing to contributions of Martino Fioranti, Pietro Stancovich and others and of today's most
prominent representatives - Loredana Bogliun, Libero and Vlado Benussi, Mario Bonassin,
Romina Floris and Elvia Nacinovich.
This doctoral dissertation also indicates the need for new research and study of the Istriot
dialect, either of past periods featuring Fioranti-Stancovich-dalla Zonca or the period between
the nineteenth and the twentieth centuries.
Key words: Istriot speech, dialect, poetry, sonnet, short poem, Istria