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IL BAMBINO CON DISTURBO DISPRATTICO: IL BAMBINO CON DISTURBO DISPRATTICO: DIAGNOSI E TRATTAMENTO DIAGNOSI E TRATTAMENTO Dr.ssa Jenny Brocchini , Terapista Neuropsicomotoria Centro “MINERVA” la Mattonaia via Aurelia Nord, 25 Pietrasanta www.ilcentrominerva.com Email: [email protected] Cell:334/8282264

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IL BAMBINO CON DISTURBO DISPRATTICO: IL BAMBINO CON DISTURBO DISPRATTICO: DIAGNOSI E TRATTAMENTODIAGNOSI E TRATTAMENTO

Dr.ssa Jenny Brocchini , Terapista Neuropsicomotoria

Centro “MINERVA” la Mattonaia via Aurelia Nord, 25 Pietrasanta

www.ilcentrominerva.com

Email: [email protected]

Cell:334/8282264

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“Il MOVIMENTOMOVIMENTO non è soltanto espressione dell’io, ma fattore indispensabile per la costruzione della coscienza, essendo l’unico mezzo tangibile che pone l’io in relazioni ben determinate con la realtà esterna. Perciò il movimento è un fattore essenziale per la costruzione della intelligenza, che si alimenta e vive di acquisizioni ottenute dall’ambiente esteriore”

“Ciò che muove il bambino all’attività è un impulso interiore primitivo, quasi un vago senso

di fame interna, ed è la soddisfazione di questa fame che lo conduce a poco a poco ad un complesso ripetuto esercizio dell’intelligenza nel comparare, giudicare, decidere un atto, correggere un errore.”

Cit: M. MONTESSORI

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CHE COSA SI INTENDE CHE COSA SI INTENDE PER DISPRASSIA?? PER DISPRASSIA??

●Secondo il DSM IV ( American Psychiatric Association), la Disprassia è classificata all'interno dei DCD ( Developmental Coordination Disorders), ovvero come disturbo della coordinazione motoria. E' spesso evidenziato che in esso coesistono problemi di incoordinazione motoria e problemi percettivi, quali disprattognosia

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CRITERI DI INCLUSIONE CRITERI DI INCLUSIONE PER FARE DIAGNOSI PER FARE DIAGNOSI

Per fare Diagnosi di DISPRASSIADISPRASSIA, sono previsti i seguenti criteri:

● E’ presente una marcata difficolta’ o ritardo nello sviluppo della coordinazione motoria: le performances risultano inferiori rispetto a un bambino normale comparando i dati sia per Età Mentale che per Età cronologica;

● Le difficolta’ di coodinazione non sono dovute a condizioni patologiche quali P.C.I distrofia muscolare o altro;

● Se il ritardo di sviluppo cognitivo è presente, le difficoltà motorie debbono essere di gran lunga prevalenti rispetto ad altre generalmente associate;

● Queste difficolta’ interferiscono con l’apprendimento accademico e con le attivita’ della vita quotidiana

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● Secondo i criteri dell’ICD-10 per la diagnosi di Disprassia intesa come (F82): disturbo evolutivo specifico della funzione motoria,

Il quadro è caratterizzato da:

- Difficoltà di coordinazione, presente dalle prime fasi di sviluppo e non dipendente da deficit neurosensoriali o neuromotori;

- Entità della compromissione variabile e modificabile in funzione dell’età;

- Ritardo di acquisizione, (non costante), delle tappe di sviluppo motorio, a volte accompagnato da ritardo dello sviluppo del linguaggio (componenti articolatorie);

- Goffaggine nei movimenti;

- Ritardo nell’organizzazione del gioco e del disegno (tipo di deficit costruttivo);

- Presenza (non costante) di segni neurologici sfumati, privi di sicuro significato localizzatorio;

- Presenza (non costante) di difficoltà scolastiche e di problemi socio-emotivo- comportamentali

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DEFINIZIONE ED EVOLUZIONE DEL DEFINIZIONE ED EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI DISPRASSIACONCETTO DI DISPRASSIA

● Orton (1937), identifica la “goffaggine” in età evolutiva come uno dei più comuni disordini dello sviluppo

● Gubbay, Walton, Ellis e Court (1965) descrivono 24 bambini “goffi” con mancanza di destrezza, impaccio motorio, assenza di abilità,che coincidono clinicamente con la presenza di “varie forme di aprassia e di agnosia”

● Gubbay (1975- 1985) approfondisce lo studio dei 24 casi iniziali, osservando che questi bambini “goffi” non solo erano maldestri ma potevano presentare anche disturbi del linguaggio, disgrafia, incapacità a disegnare ecc.. Sono tutti bambini intelligenti: vi è una differenza significativa fra Q.I verbale e Q.I di performance a favore del primo; nessuno presentava segni neurologici

● Ayres (1972-1985) sottolinea invece la stretta dipendenza tra sviluppo motorio e percettivo. In tal senso la disprassia viene intesa come un disordine dell'integrazione sensoriale, che interferisce con le abilita a pianificare, programmare ed eseguire compiti motori

● Denckla (1984), discute sulla povertà di strategie a disposizione del bambino, e sottolinea che la goffaggine, evidente nei primi mesi di vita, può essere indice di predittività circa la comparsa di disturbi di apprendimento in età scolare

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DEFINIZIONE ED EVOLUZIONE DEL DEFINIZIONE ED EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI DISPRASSIACONCETTO DI DISPRASSIA

● Altri autori hanno voluto inserire la Disprassia EvolutivaDisprassia Evolutiva entro parametri più definiti, limitandosi al disturbo motorio e al deficit strettamente esecutivo. Essi descrivono alcune caratteristiche della sindrome, quali ad esempio:

1) difficoltà nella coordinazione motoria generale, nel correre, camminare con scioltezza, andare in bicicletta;

2) difficoltà nella coordinazione motoria fine e delle capacità costruttive e grafo-motorie;

3) difficoltà nell'acquisizione di abilità riferite alla vita quotidiana ( vestirsi, spogliarsi ecc);

4) ritardo nella stabilizzazione della dominanza manuale;

5) difficoltà dello schema corporeo;

6) disorientamento temporo-spaziale;

7) Q.I di performance più basso del Q.I verbale;

8) deficit nei processi di controllo, nelle funzioni mnestiche, attentive e rappresentative;

9) difficoltà sul piano emotivo-comportamentale

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DEFINIZIONE ED EVOLUZIONE DEL DEFINIZIONE ED EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI DISPRASSIACONCETTO DI DISPRASSIA

● Lurija (1996- 1980) ipotizza che l'area 4 del cervello è deputata allo sviluppo dei movimenti volontari ed evolve pienamente intorno a 4 anni; mentre l'area 6 (regione premotoria) è essenziale per sequenze di movimento più complesse e si sviluppa pienamente intorno ai 6-7 anni.

● Zoia (2004) valuta il bambino distrattico in base alle abilità gestuali, che lui suddivide in gesti “transitivi” e “intransitivi” richiesti secondo le diverse fasce di età dai 3 ai 14 anni.

● L.Sabbadini et al, distinguono il disturbo di coordinazione motoria (DCM) dal disturbo disprattico. Il primo si riferisce ad un disturbo della capacità di esecuzione del movimento/i non finalizzati; il secondo si riferisce invece ad un disturbo delle capacità di pianificazione,controllo ed esecuzione degli “atti motori” finalizzati e deputati ad un preciso scopo

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EZIOLOGIAEZIOLOGIA

● L’eziologia della Disprassia è ancora poco definita;

● Spesso nella raccolta anamnestica viene evidenziata una familiarità per tale tipo di disturbi che farebbe ipotizzare una componente genetica;

● In alcuni studi (Gubbay 1985) viene messo in evidenza il fatto che nel 50/100 dei casi si riscontrano problemi in gravidanza, o durante il parto o alla nascita (problemi pre e perinatali), per lo più non ritenuti importanti e non dichiarati esplicitamente ai genitori;

● Si sottolinea l’incidenza di disprassia nei casi di bambini prematuri o postmaturi (dalla 41 alla 42 settimana); Soprattutto frequente l’incidenza di Disprassia in bambini immaturi e a basso peso;

● BASSO PESO ALLA NASCITA●- LBW < 2500 gr● - VLBW 1500 gr●- AGA adeguati per l’età gestazionale●- SGA piccoli per l’età gestazionale “small for dates”

● Atipie a livello corticale: dilatazione ventricolare, prominenza del solco corticale, anormalità a carico della sostanza bianca

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DISTURBO DI COORDINAZIONE DISTURBO DI COORDINAZIONE MOTORIA (DCM) e/o DISPRASSIA MOTORIA (DCM) e/o DISPRASSIA

L.SabbadiniL.Sabbadini1) Casi di bambini con difficoltà legate all’esecuzione di schemi di movimento e alla sequenzialità (DCM). Questi bambini hanno anche difficoltà nella pianificazione dell’azione finalizzata, ma spesso sanno verificare a posteriori quanto hanno eseguito (DCM con Disprassia): In questi casi vi è consapevolezza delle proprie difficoltà con conseguenze sul piano emotivo:

2) Casi di bambini con difficoltà legate all’esecuzione di schemi di movimento e sequenzialità (DCM), in cui le funzioni adattive sono state raggiunte, seppur con notevole sforzo e approssimazione: in genere i bambini più grandi che hanno trovato compensi tramite esperienze vissute ed apprese ( + DCM e –Disprassia):

DCMDISPRASSI

A

DCM

DISPRASSIA

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DISTURBO DI COORDINAZIONE DISTURBO DI COORDINAZIONE MOTORIA (DCM) e/o DISPRASSIA MOTORIA (DCM) e/o DISPRASSIA

L.SabbadiniL.Sabbadini

● Casi di bambini con difficoltà legate alla produzione di gesti o sistemi di atti motori finalizzati (prassie), che in alcuni casi hanno solo lievi difficoltà nell’esecuzione di schemi isolati di movimenti (+Disprassia - DCM); in questi casi la difficoltà sta nell’integrazione, controllo e uso di più funzioni di base o schemi di movimento (Deficit dei meccanismi di controllo). Questi ultimi sono riconoscibili nel corso della terapia; in questi casi va sottolineata l’ importanza del lavoro sul piano meta cogniti

Quindi:

DCD= DCM DCD= DCM

DISPRASSIA DISPRASSIA

DISPRASSIA

DCM

● Disturbo della capacità di esecuzione● del movimento/i non finalizzati

● Disturbo della capacità di pianificazione,● controllo ed esecuzioni degli “atti motori” Finalizzati e deputati ad un preciso scopo

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● Tale impostazione ovvero la distinzione tra DCM e DISPRASSIADCM e DISPRASSIA ci sembra oggi confermata dai lavori di neuroscienze , Neuroni Specchio

●Quindi mentre nel caso di APRASSIAAPRASSIA negli adulti facciamo riferimento a

perdita di funzioni acquisite, quando parliamo di DISPRASSIADISPRASSIA in età evolutiva dobbiamo intendere:

Mancata acquisizione di funzioni (Prassie), o

acquisizione non corretta (dis) di funzioni ed uso di strategie povere e stereotipate

● Il termine "developmental dispraxia” cioè disprassia in età evolutiva, disprassia nello sviluppo, implica comunque proprio per la poca chiarezza delle definizioni eziologiche e diagnostiche, la necessità di partire dal termine “PRASSIA”: le prassie, dal greco “praxis” azione, non sono semplicemente dei movimenti, ma sistemi di movimenti, coordinati in funzione di un’intenzione o di un risultato.”

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Classificazione delle PRASSIEClassificazione delle PRASSIE

● IDEATIVEIDEATIVE: azioni senza oggetto: azioni senza oggetto● IDEOMOTORIE:IDEOMOTORIE: in presenza di uno o più oggetti in presenza di uno o più oggetti● semplici, complesse (dell’abbigliamento, grafo- semplici, complesse (dell’abbigliamento, grafo- motorie), con problem solving spaziale motorie), con problem solving spaziale

● VISUO-COSTRUTTIVEVISUO-COSTRUTTIVE: copia di modelli con oggetti : copia di modelli con oggetti o grafici che richiedono un’analisi visiva dettagliata o grafici che richiedono un’analisi visiva dettagliata dei rapporti spazialidei rapporti spaziali

● ORO- BUCCO- LINGUALIORO- BUCCO- LINGUALI● DI SGUARDODI SGUARDO

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●Il bambino “apprende” via via che nell’interazione e attraverso la mediazione dell’adulto è messo in condizioni di recepire e di sperimentare azioni in termini positivi, che soddisfino scopi e intenzioni che si è prefisso

● Esiste dunque un rapporto reciproco statico-dinamico triangolare tra:

IO

CORPO MONDO ESTERNO

● L’IO esiste se il corpo interagisce con il mondo esterno

● Il MONDO ESTERNO – lo spazio extracorporeo – esiste soggettivamente se l’IO utilizza il corpo (cioè i recettori, il movimento) per scoprire le variazioni, le invarianze e le regole….

● Il CORPO e lo spazio personale esiste se l’IO può utilizzarlo per stabilire contatti con il mondo esterno.

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● E' fondamentale per riconoscere e comprendere le difficoltà di un bambino disprattico, parlare di intenzionalità cioè di movimento intenzionale:

● L’azione intenzionale finalizzata, consiste nella costruzione di atti elementari, ordinati in serie, la cui performance è modificata nel senso di una sempre minore variabilità e maggiore economia, per merito del feedback, feed-forward e della comprensione e verifica dei risultati (Bruner 1970)

● l feed back però non è soltanto un controllo "a posteriori" (back) come quello realizzato nei sistemi meccanici progettati dall'uomo

● Il controllo intelligente inteso da Bruner (e da Bernstein) presuppone un processo interno che verifica il risultato a partire dalla rappresentazione del mondo esterno, costruita dall'esperienza precedente: il feed back è in primo luogo feed forward (cioè "a priori")

L'intenzione coincide cronologicamente con il feed forward, con la "rappresentazione" mentale dell'attività, e con la programmazione degli atti sequenziali indispensabili prealizzarla.

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DEFINIZIONE DI DISPRASSIA DEFINIZIONE DI DISPRASSIA Sabbadini G. e Sabbadini L., 1995Sabbadini G. e Sabbadini L., 1995

● Mancanza di acquisizione di un'attività intenzionale o acquisizione di strategie povere e stereotipate, con scarse soluzioni alternative e con scarsa capacità di trasferimento di strategie, per:

1) Ridotta capacità di "rappresentarsi" l'oggetto su cui agire, l'intera azione o le sequenze che la compongono;

2)

3) Difficoltà di ordinare in serie e coordinare i relativi movimenti elementari in vista di uno scopo (programmazione);

4)

5) Difficoltà di avviare i relativi programmi;

6)

7) Difficoltà di prevedere (nel senso dell'attesa) un certo risultato;

8)

9) Difficoltà di controllare ciascuna sequenza e l'intera attività nel corso dell'azione (feed back);

10)

11) Difficoltà di verificare il risultato ottenuto come corrispondente a quello previsto ed atteso.

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La DISPRASSIA E' :La DISPRASSIA E' :

• Un disturbo ad alto livello di integrazione percettivo Un disturbo ad alto livello di integrazione percettivo motoria e concettuale motoria e concettuale

DISPRASSIA

ASPETTI MOTORI

ASPETTI PERCETTIVI

ASPETTI SPAZIO- TEMPORALI

ASPETTI COSTRUTTIVI

SCHEMA CORPOREO

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● In un lavoro di Sabbadini G. et al. (1993) sono stati analizzati più di 100 casi di bambini di età fra 6 e i 12 anni con diagnosi di DISPRASSIA, differenziati in due gruppi:

●1 GRUPPO: DISPRASSIA PURA DISPRASSIA PURA (senza segni neurologici rilevanti)

● 2 GRUPPO: DISPRASSIA associata ad altri Disturbi Neurologici DISPRASSIA associata ad altri Disturbi Neurologici (diplegie, monoplegie, emiplegie ecc..)

●Si è così rilevato che nella maggior parte dei casi vi è il sovrapporsi di più forme disprattiche:

● Disprassia verbale Disprassia orale

● Disprassia di sguardo Disprassia della marcia,

● della scrittura e del linguaggio e del vestirsi

● Disprassia costruttiva Disprassia del disegno e della scrittura

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DCM E DISPRASSIADCM E DISPRASSIAPossibili Disturbi AssociatiPossibili Disturbi Associati

INIBIZIONE

DISAGIOEMOTIVO-

RELAZIONALE

TENDENZA ALL'IPERATTIVITA'

REAZIONIOPPOSITIVO/PROVO

CATORIETALVOLTA FOBIE

LABILITA' ATTENTIVA

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Correlazioni tra DISPRASSIA e altre Correlazioni tra DISPRASSIA e altre patologiepatologie

Sulla base dell’ esperienza clinica e riabilitativa, la Disprassia non rappresenta solo un quadro patologico a sè,(Disprassia primaria) ma anche un sintomo presente in diversi disturbi neuroevolutivi (Disprassia secondaria) ad es. Sd di Williams, Sd.Asperger, Sd. Down, PCI…)

DISPRASSIA

DPS

DSA (Disgrafia, disturbo di apprendimento non verbale)

DSL

DCD

ADHD

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Aree dello sviluppo Psicomotorio Aree dello sviluppo Psicomotorio coinvolte nella DISPRASSIAcoinvolte nella DISPRASSIA

●Motricità globaleMotricità globale coordinazioni cinetiche, coordinazioni cinetiche, coordinazioni oculo-motorie e oculo-manuali, coordinazioni oculo-motorie e oculo-manuali, regolazioni tonicheregolazioni toniche● Motricità fineMotricità fine settorializzazione e settorializzazione e singolarizzazione delle dita e delle manisingolarizzazione delle dita e delle mani● Abilità prassicheAbilità prassiche uso e conoscenza uso e conoscenza manuale degli oggetti, capacità di manipolarli manuale degli oggetti, capacità di manipolarli ed utilizzarli in maniera finalistica secondo ed utilizzarli in maniera finalistica secondo scopi prefissatiscopi prefissati

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● Organizzazione temporale Organizzazione temporale percezione e percezione e rappresentazione del tempo rappresentazione del tempo● Schema corporeo e lateralitàSchema corporeo e lateralità percezione e percezione e rappresentazione del corpo rappresentazione del corpo● Organizzazione spazialeOrganizzazione spaziale costruzione di una costruzione di una concezione dello spazio intorno a sé secondo concezione dello spazio intorno a sé secondo una prospettiva topologica, proiettiva ed una prospettiva topologica, proiettiva ed euclidea euclidea● Abilità visuo-percettive e visuo-spaziali Abilità visuo-percettive e visuo-spaziali capacità di analisi visiva ed integrazione capacità di analisi visiva ed integrazione con le relazioni spaziali con le relazioni spaziali

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COME SI PRESENTA UN BAMBINO COME SI PRESENTA UN BAMBINO DISPRATTICO IN ETA' PRESCOLARE??DISPRATTICO IN ETA' PRESCOLARE??● Disprassia e GoffagineDisprassia e Goffagine co-occorrono, ma non tutti i bambini goffi sono disprattici

● I bambini con disprassia sono facilmente riconoscibili in scuola materna: la loro frustrazione e’ evidente quando e’ presente:

1)Essere in ritardo nel rotolare, sedersi, camminare e parlare

2) Avere difficoltà nell'alimentarsi

3) Essere incapace di correre o saltare

4) Stringere una matita in modo malaccorto

5) Trovare difficile risolvere un puzzle o giochi di classificazione

6) Non comprendere parole come "in", "sopra", "dietro" e "davanti"

7) Essere incapace di prendere o calciare una palla

8) Perdere facilmente interesse

9) Difficolta’ di concentrazione

10) Ipersensibilita’ a rumori, luce tatto

11) Difficolta’ percettive

12) Difficolta’ nell’espressione verbale

13) Difficolta’ a masticare e nelle prassie orali

14) Difficolta’ nelle attivita’ della vita quotidiana , (ad es vestirsi, allacciarsi le scarpe ecc..)

15) Difficolta’ a seguire le istruzioni

16) Difficolta’ a disegnare

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COME SI PRESENTA UN COME SI PRESENTA UN BAMBINO DISPRATTICO IN BAMBINO DISPRATTICO IN ETA'SCOLARE?? ETA'SCOLARE??

● Un bambino DISPRATTICO a SCUOLA potrebbe essere:

1) incapace a parlare chiaramente

2) scrivere lentamente ed in modo malaccorto

3) avere difficoltà nel seguire o ricordare istruzioni

4) avere problemi con la lettura e la matematica

5) avere difficoltà nel copiare dalla lavagna

6) trovare le lezioni di educazione fisica molto difficili

7) avere grande difficoltà nell'organizzare se stesso

8) avere un breve periodo di concentrazione

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COME COME INTERVENIRE?? INTERVENIRE??

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1)L'INTERVENTO DELLO SPECIALISTA:PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA

OBBIETTIVI IMMEDIATI E A OBBIETTIVI IMMEDIATI E A BREVE E MEDIO TERMINEBREVE E MEDIO TERMINE

1) 1) RILASSAMENTORILASSAMENTO

➲ Migliorare il tono muscolare

➲ Ridurre il carico di tensione muscolare

➲ Migliorare la consapevolezza propriocettiva

2)2) RESPIRAZIONE RESPIRAZIONE

➲ Migliorare la consapevolezza dell'atto Migliorare la consapevolezza dell'atto respiratoriorespiratorio

➲ Migliorare l'alternanza naso/boccaMigliorare l'alternanza naso/bocca

➲ Migliorare la respirazione diaframmaticaMigliorare la respirazione diaframmatica

PROPOSTEPROPOSTE

➲ Psicomotricità per bambini

➲ Esercizi di contrazione vs decontrazione

➲ Lavoro sulla consapevolezza del proprio corpo e sulla capacità di percepire sensazioni relative ad esso

➲ Attività ed esercizi tipo Yoga; movimenti Attività ed esercizi tipo Yoga; movimenti associati alla respirazioneassociati alla respirazione

➲ Giochi di respirazione per sperimentare Giochi di respirazione per sperimentare le diverse possibilità di passaggio le diverse possibilità di passaggio dell'area dalla bocca o dal nasodell'area dalla bocca o dal naso

➲ Giochi e drammatizzazione, esercizi di Giochi e drammatizzazione, esercizi di controllo del flusso d'aria in boccacontrollo del flusso d'aria in bocca

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1)L'INTERVENTO DELLO SPECIALISTA:PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA

OBBIETTIVI IMMEDIATI E A OBBIETTIVI IMMEDIATI E A BREVE E MEDIO TERMINEBREVE E MEDIO TERMINE

3)3) POSTURA POSTURA

➲ Migliorare la conoscenza/consapevolezza del proprio corpo

➲ Eliminare atteggiamenti scorretti ed eventuali meccanismi di compenso

4) EQUILIBRIO E EQUILIBRIO E COORDINAZIONE COORDINAZIONE MOTORIAMOTORIA

➲ Migliorare il controllo del corpo in compiti di equilibrio statico e dinamico ed in schemi crociati

PROPOSTEPROPOSTE

➲ Attività di psicomotricitàAttività di psicomotricità

➲ Esercizi di yoga per bambiniEsercizi di yoga per bambini

➲ Mantenere varie posizioni a occhi aperti Mantenere varie posizioni a occhi aperti e chiusie chiusi

➲ Camminare e fare saltelli su percorsiCamminare e fare saltelli su percorsi

➲ Giochi di movimentoGiochi di movimento

➲ Oscillazioni con movimenti punta-talloneOscillazioni con movimenti punta-tallone

➲ Giochi con la palla e schemi crociatiGiochi con la palla e schemi crociati

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1)L'INTERVENTO DELLO SPECIALISTA:PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA

OBBIETTIVI IMMEDIATI E A OBBIETTIVI IMMEDIATI E A BREVE E MEDIO TERMINEBREVE E MEDIO TERMINE

5) MOVIMENTI OCULARIMOVIMENTI OCULARI

➲ Migliorare i movimenti saccadici

➲ Inseguimento

➲ Scanning visivo

6) ORGANIZZAZIONE ORGANIZZAZIONE SPAZIALESPAZIALE

➲ Potenziare la conoscenza e rappresentazione dello spazio

PROPOSTEPROPOSTE

➲ Osservazione e riconoscimento di figure Osservazione e riconoscimento di figure semplici e complesse disposte sul semplici e complesse disposte sul tavolo senza muovere il capotavolo senza muovere il capo

➲ Ricerca di particolari in svariate figureRicerca di particolari in svariate figure

➲ Esercizi di lettura o riconoscimento di Esercizi di lettura o riconoscimento di lettere (grafemi) randomlettere (grafemi) random

➲ Giochi di inseguimento visivo al Giochi di inseguimento visivo al computer, con stimoli visivi proiettati computer, con stimoli visivi proiettati in diversi punti nello spazioin diversi punti nello spazio

➲ Esercizi motori nello spazioEsercizi motori nello spazio

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1)L'INTERVENTO DELLO SPECIALISTA:PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA

OBBIETTIVI IMMEDIATI E A OBBIETTIVI IMMEDIATI E A BREVE E MEDIO TERMINEBREVE E MEDIO TERMINE

7) SEQUENZIALITA'SEQUENZIALITA'

➲ Strutturare la capacità sequenziale nei diversi ambiti (uditivo,motorio,gestuale e visivo)

8) AMBITO PRASSICO- AMBITO PRASSICO- COSTRUTTIVO COSTRUTTIVO

➲ Migliorare l'abilità di organizzazione-pianificazione-esecuzione di compiti spaziali e prassico-costruttivi

➲ Avvio al concetto di tridimensionalità

PROPOSTEPROPOSTE

➲ Riproduzione di ritmi sonori

➲ Salti con movimenti dissociati (alternando gambe e braccia)

➲ Riproduzione di sequenze con vari materiali

➲ Sequenze motorie con musica e giochi al computer

➲ Giochi di costruzione con copia di modelli prestabiliti in forma bi e tridimensionale

➲ Puzzle di figure geometriche ritagliate in vari pezzi o di figure rappresentanti oggetti che il bambino conosce

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1)L'INTERVENTO DELLO SPECIALISTA:PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA PIANO DI TERAPIA NEUROPSICOMOTORIA

OBBIETTIVI IMMEDIATI E A OBBIETTIVI IMMEDIATI E A BREVE E MEDIO TERMINEBREVE E MEDIO TERMINE

9) ATTIVITA' MANUALIATTIVITA' MANUALI

➲ Migliorare l'uso separato delle dita

➲ Potenziare l'uso in contemporanea delle due mani

10) GESTUALITA'GESTUALITA'

➲ Esecuzione di gesti a comando e per imitazione: gesti simbolici e gesti non rappresentativi

11) ABILITA' GRAFOMOTORIEABILITA' GRAFOMOTORIE

➲ Migliorare l'abilità di espressione grafica: uso del carattere stampato maiuscolo

➲ Migliorare la qualità del disegno

PROPOSTEPROPOSTE

➲ Attività della vita quotidiana: svitare una lampadina, separare in diversi barattoli tipi di pasta di diverse grandezze

➲ Mantenere correttamente la matita nei compiti di griffonages e scarabocchi

➲ Esercizi di rotazione dei polsi proposti in forma ludica e in canzoncine

➲ Esercizi di sequenzialità delle dita

➲ Percorsi grafici vari

➲ Copia di forme geometriche e di grafemi singolo

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I protocolli valutativi per la DisprassiaI protocolli valutativi per la Disprassia

ABC MOUVMENTABC MOUVMENT;;

Protocollo APCM Protocollo APCM (Sabbadini): (Sabbadini): schemischemi posturali e schemi crociati;posturali e schemi crociati;

Esame PsicomotorioEsame Psicomotorio (A.M.Wille): (A.M.Wille): motricitàmotricità globale e spazialità;globale e spazialità;

Protocollo di valutazione neuropsicomotoriaProtocollo di valutazione neuropsicomotoria VValutazione della parte prassicaalutazione della parte prassica

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I TestI Test

TOL (Torre di Londra) TOL (Torre di Londra) per la pianificazione per la pianificazione

TPV e VMITPV e VMI per gli aspetti visuo-percettivi e per gli aspetti visuo-percettivi e visuo-spaziali.visuo-spaziali.

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TOLTOL

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TPV e VMITPV e VMI

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2) COME INTERVENIRE A SCUOLA2) COME INTERVENIRE A SCUOLA

● Quando si sospetta che un bambino abbia un Disturbo DISPRATTICODisturbo DISPRATTICO, le insegnanti possono formulare un piano educativo individuale (PEI) con degli obiettivi da conseguire per lui. Si può lavorare sui seguenti obiettivi:

1) assicurarsi che lui si sieda vicino a lei per poterlo aiutare più spesso

2) dare a lui chiare e semplici istruzioni ed assicurarsi che lui capisca ciò che fa

3) dividere il suo lavoro in compiti più piccoli più maneggevoli

4) aiutarlo a ricordare le istruzioni

5) lavorare verso più lunghi periodi di concentrazione

6) farlo sedere lontano da ogni possibile distrazione

7) consentirgli del tempo in più quando si cambia per le lezioni di Educazione Fisica

8) dare a lui un banco pulito o una scatola di matite per impegnarlo in una attività

9) incoraggiare un'attitudine positiva e comprensiva da parte degli altri bambini nella classe spiegando le sue difficoltà ai suoi compagni di classe

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● La DisprassiaDisprassia come Disturbo multisistemicoDisturbo multisistemico che coinvolge diversi aspetti dello sviluppo in cui la difficoltà di pianificazione dell’atto motorio e i deficit percettivi possono influenzare in maniera negativa molti aspetti degli apprendimenti scolastici e della vita quotidiana

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Correlazioni tra Disprassia e Correlazioni tra Disprassia e DisgrafiaDisgrafia

La disgrafia è composta da una duplice difficoltà:La disgrafia è composta da una duplice difficoltà:1) di 1) di pianificazione del gestopianificazione del gesto grafico, nella sequenza di grafico, nella sequenza di gesti che conduce alla produzione del grafema;gesti che conduce alla produzione del grafema;2) nella 2) nella componente esecutivacomponente esecutiva di controllo del tratto, di controllo del tratto, fluidità del gesto, concatenazione, controllo dell’AS e fluidità del gesto, concatenazione, controllo dell’AS e scioltezza del movimento.scioltezza del movimento.

La La disgrafia è una forma di disprassiadisgrafia è una forma di disprassia

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La Disgrafia è :La Disgrafia è :

● Un Un Disturbo Specifico di ApprendimentoDisturbo Specifico di Apprendimento che si manifesta come che si manifesta come una difficoltà a riprodurre graficamente sia i segni alfabetici che una difficoltà a riprodurre graficamente sia i segni alfabetici che numerici.numerici.● Alcuni autori definiscono la disgrafia “Alcuni autori definiscono la disgrafia “Disprassia o Aprassia Disprassia o Aprassia della scritturadella scrittura”, ovvero individuano in essa un disturbo degli ”, ovvero individuano in essa un disturbo degli aspetti strettamente motori della scrittura. Essa perciò riguarda aspetti strettamente motori della scrittura. Essa perciò riguarda esclusivamente il grafismo, ovvero l’attività motoria prassica esclusivamente il grafismo, ovvero l’attività motoria prassica manuale e non le regole ortografiche e sintattiche (di competenza manuale e non le regole ortografiche e sintattiche (di competenza logopedica).logopedica).● Il bambino disgrafico presenta, in assenza di deficit neurologici Il bambino disgrafico presenta, in assenza di deficit neurologici importanti, una scrittura deficitaria secondo i criteri di importanti, una scrittura deficitaria secondo i criteri di velocitàvelocità e e leggibilità.leggibilità.

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ESEMPI DI SCRITTURA “DISGRAFICADISGRAFICA”

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La valutazione Neuropsicomotoria per la La valutazione Neuropsicomotoria per la DisgrafiaDisgrafia

Attenzione particolare ad alcuni parametriAttenzione particolare ad alcuni parametri

POSTURA

DISSOCIAZIONE TRONCO-AASS

PRESA STRUMENTO GRAFICO

COORDINAZIONI CINETICHE AS

MOTRICITA’ FINE

VELOCITA’

PERCEZIONE VISIVA E UDITIVA

MOVIMENTI OCULARI

ORGANIZZAZIONE SPAZIALE

ATTENZIONE E MEMORIA

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Prove specifiche per la Valutazione della Prove specifiche per la Valutazione della scritturascrittura

● Prova di Prova di Ambrosini Ambrosini e protocollo e protocollo Bertelli-BilanciaBertelli-Bilancia per la per la copia di figure, copia di figure,● Prove di trascrizione (copia di testi in corsivo),Prove di trascrizione (copia di testi in corsivo),● Prove di dettatura (parole e frasi),Prove di dettatura (parole e frasi),● Prove di composizione (composizione visuo-grafica),Prove di composizione (composizione visuo-grafica),● La La BHK BHK ((scala per la valutazione della scrittura in scala per la valutazione della scrittura in E.Evolutiva)E.Evolutiva)● La La scala D di Ajuguerrascala D di Ajuguerra per l’analisi qualitativa dei per l’analisi qualitativa dei grafemi.grafemi.

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Disprassia e Disturbo di Disprassia e Disturbo di Apprendimento non Verbale ( DNV)Apprendimento non Verbale ( DNV)● La Disprassia evolutiva, viene spesso inserita all'interno del

Disturbo di Apprendimento non Verbale

● La definizione di "Sindrome Non Verbale""Sindrome Non Verbale" è stata introdotta dal neuropsicologo canadese Byron Rourke (1989), sulla base delle sue indagini su "una tipologia di disordini caratterizzata da un forte divario nel punteggio di QI Verbale e Q.I di QI Verbale e Q.I di Performance,Performance, a vantaggio del primo (Q.I Verbale > Q.I di a vantaggio del primo (Q.I Verbale > Q.I di Performance)Performance)

● Il Disturbo non Verbale (DNV) fa parte dei Disturbi specifici di Apprendimento (DSA), anche se non sia ancora stato riconosciuto nel DSM-IV o nell'ICD - 10.

● Ne sono affetti circa lo 0.1 -1 bambini su 100 ed è ugualmente distribuito fra maschi e femmine

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CARATTERISTICHE DEL DISTURBOCARATTERISTICHE DEL DISTURBO

● I bambini con DNV presentano un profilo tipico, con delle aree di funzionamento deficitario e delle aree di funzionamento normale, ai limiti superiori alla norma.

● Le tre aree deficitarie che caratterizzano il disturbo sono:

1) Abilità senso-motoria

2) Abilità visuo-spaziali

3) Abilità sociali

● L'area del linguaggio è iperinvestita

● La DISGRAFIA è probabilmente il primo segnale d'allarme delle difficoltà scolastiche

● Le caratteristiche principali caratteristiche principali sono:

1) Problemi di tipo percettivo e tattile (soprattutto nel lato sinistro del corpo). È assente una buona elaborazione percettiva non a livello di integrazione logica ma di elaborazione degli stimoli sensoriali.

2) Problemi di coordinazione motoria, si tratta di soggetti incapaci e lenti nel compiere movimenti

3) Deficit visuo-spaziali; i soggetti presentano problemi di memoria di lavoro, in particolare deficit riguardanti il taccuino visuo-spaziale.

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4) Problemi con compiti cognitivi e sociali di tipo non verbale. I soggetti cioè non sono in grado di costruirsi mappe mentali né di elaborare correttamente la percezione. Non poter risolvere compiti sociali di natura visuo-spaziale significa non capire i gesti, le espressioni che accompagnano un discorso, quindi non interpretare la pragmatica della comunicazione.

5) Buona memoria verbale semantica. L’aspetto verbale risalta in modo evidente rispetto alle altre capacità che al suo confronto risultano ridotte. I soggetti sono in grado di ricordare molto bene i testi ed amano imparare a memoria.

6) Evidenti difficoltà in aritmetica e discreto successo nella lettura e scrittura, ad eccezione dell’aspetto grafico che risulta compromesso.

7) Difficoltà di adattamento a situazioni nuove. Le situazioni sconosciute richiedono una serie di elaborazioni a livelli diversi, tra cui una elaborazione anche visuo-spaziale, quindi questi soggetti amano molto le routines e le situazioni statiche.

8) Verbosità, sono soggetti che parlano molto.

9) Deficit di giudizio sociale, i soggetti hanno una incapacità di interpretare adeguatamente delle regole, non sanno cogliere la pragmatica del discorso, sembrano sempre inadeguati rispetto al contesto.

CARATTERISTICHE DEL DISTURBOCARATTERISTICHE DEL DISTURBO

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La Valutazione e l'intervento La Valutazione e l'intervento Neuropsicomotoria per il Disturbo di Neuropsicomotoria per il Disturbo di

Apprendimento Non VerbaleApprendimento Non Verbale●L' obiettivo è quello di Migliorare l'utilizzo del proprio corpo e del controllo sul proprio progetto motorio

1) VALUTAZIONE PSICOMOTORIA: VALUTAZIONE PSICOMOTORIA: si andrà ad analizzare

L'orientamento

Spaziale

Percezione dei

rapporti temporali

Coordinazione Motoria

Grafia Relazioni sociali

PercezioneSchema Corporeo

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2) L'INTERVENTO L'INTERVENTO riguarderà:

1) Accettare le difficoltà dovute alla mal destrezza

2) Far ritrovare al bambino il desiderio e il piacere di muoversi, tramite attività ludiche mirate

3) Per lavorare sul coinvolgimento corporeo si ricorrerà alla musica, al gioco simbolico,e la mimica

4) Esercizi mirati a riorganizzare tutta la funzione motoria: conoscenza delle parti del corpo, delle posture, della lateralità, della tridimensionalità, la coordinazione oculo-manuale

5) La Motricità fine e le gnosie digitali: attivita' con o senza oggetto, di mobilizzazione, singolarizzazione delle dita ecc.

7) Le Prassie con oggetti: si utilizzano gli oggetti di uso comune e quelli sperimentati precedentemente, inserendovi uno scopo adattivo e di problem-solving

8) Le Prassie senza oggetti: riguardano tutte le proposte del “far finta di”, per favorire l'ideazione del movimento e permettono la rappresentazione mentale dell'oggetto assente

9) Le Prassie di abbigliamento: attività di abbigliamento su di sé e sull'oggetto

10) Le Prassie Visuo-costruttive: attività con riproduzione di strutture spaziali da oggetti a oggetti, da immagini a oggetti, da immagini a riproduzioni grafiche

11) Le Prassie grafo-motorie

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COME INTERVENIRE A SCUOLA??COME INTERVENIRE A SCUOLA??

● Gli Insegnanti spesso tendono ad attribuire il comportamento del bambino con Disturbo di Apprendimento Non Verbale, a pigrizia, scarsa attenzione, mancanza di volontà, iperattività, oppositività, ribellione, ecc..

● Inizialmente ciò che attira l'attenzione di un insegnante è la Disgrafia e la disorganizzazione spaziale; seguono poi i problemi comportamentali, dovuti alle scarse capacità sociali e poi difficoltà aritmetiche e goffaggine motoria

ALCUNE REGOLE:ALCUNE REGOLE:

1) Le istruzioni per bambini con DNV devono essere di tipo verbale e descrittivo

2) Bisogna sfruttare le loro capacità di memoria verbale

3) Dato che i bambini con DNV hanno difficoltà a gestire il materiale didattico attraverso la modalità visiva, è opportuno accompagnare questo tipo di materiale con quello verbale

4) Aiutare il bambino ad utilizzare delle strategie più utili per comprendere un testo (come identificare le frasi più importanti ed evidenziare le informazioni più significative ecc..)

5) Ridurre la quantità di lavoro scritto, privilegiando la via orale

6) Può essere utile abituare questi bambini all'uso della tastiera

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COME INTERVENIRE A SCUOLA??COME INTERVENIRE A SCUOLA??

7) A partire dalla terza elementare divengono più evidenti le difficoltà aritmetiche, che sono difficili da trattare; quindi bisogna assicurarci che il bambino possieda i concetti base

8) Si possono affiancare i compagni di scuola più adatti a dare supporto al bambino con DNV e formare piccoli gruppi, e insegnando loro come e quando è corretto iniziare l'interazione con altri, aspettare il proprio turno e il momento giusto per parlare

9) I bambini con DNV appaiono disorganizzati e poco attenti ed è facile scambiarli per bambini affetti dal Disturbo dell'attenzione e iperattività (ADHD) ma in realtà loro non riescono ad integrare e interpretare le informazioni sociali e didattiche, rendendoli disorganizzati ed incapaci di svolgere un compito

10) Le punizioni e l'isolamento non sono metodi efficaci a modificare il comportamento di questi bambini, dal momento che non sanno di aver sbagliato; quindi risulta più produttivo spiegare loro dove hanno sbagliato

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Le Tecniche del Rilassamento Le Tecniche del Rilassamento nel Disturbo da Deficit nel Disturbo da Deficit

dell'Attenzione e iperattività (ADHD)dell'Attenzione e iperattività (ADHD)

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BASI TEORICHEBASI TEORICHE

Il tonoIl tono● Il muscolo è la sede nodale di regolazione/espressione del tono

● É determinato da fattori genetici, neurofisiologici e strettamente connesso con le emozioni● É il veicolo più elementare ed essenziale dei messaggi relazionali con l’ambiente ● Il “dialogo tonico” è lo strumento essenziale della comunicazione interindividuale●“È la trama su cui si tessono i gesti, le attitudini, le pose, la mimica; prepara alle rappresentazioni mentali ed il suo ruolo è preponderante nella presa di coscienza di sé e nella conoscenza del mondo e dell’altro”

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TONO ED EMOZIONITONO ED EMOZIONI

● Wallon: il tono muscolare costituisce la materia della funzione espressiva e plastica che è propria delle emozioni● Emozione connessa ad aumento o riduzione del tono● Emozione connessa a gestualità, mimica e azioni● Relazione tra tono ed emozione è stabilita precocemente e caratterizzata da una parallela evoluzione● Neonato ipertonia fisiologica● Bambino modulazione tonica con alternanze tra tensione e distensione coordinate a sensazioni di dispiacere o piacere● Modulazioni toniche del bambino come primi segnali interpretabili dalla madre

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TONO E MOTRICITA'TONO E MOTRICITA'

● Tono base per la costituzione delle varie posture● Ogni emozione caratterizza lo stato posturale● Posture e gestualità vengono assunte per imitazione dell’altro e connotate di aspetti emotivi che vengono interiorizzati ed in seguito messi in atto durante le interazioni● In seguito il bambino personalizza la funzione tonica e crescendo, attraverso le fluttuazioni toniche, forma un proprio stile che esprime la propria personalità e che viene messo in atto in modo sempre più spontaneo e sintonico al contesto● Gestualità, mimica, postura costituiscono un codice personale con componenti comuni a tutti i gruppi socioculturali (Posture di chiusura, aggressività ecc..)

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BASI TEORICHE DEL RILASSAMENTOBASI TEORICHE DEL RILASSAMENTO

Le Tecniche del Rilassamento:Le Tecniche del Rilassamento:

● Nel Rilassamento avviene il riconoscimento del corpo, la presa di coscienza delle differenti parti e della connessione di esse● Il principio base è lo stesso che ispira l’approccio psicomotorio: ogni atteggiamento tonico ha una risonanza a livello affettivo e ogni stato emotivo implica un certo comportamento tonico● La decontrazione dei muscoli e la riunificazione delle parti del corpo mira alla riduzione delle tensioni psichiche● L’obiettivo di base non è tanto l’allentamento dello stato muscolare quanto la sua educazione attraverso cui ogni individuo dovrebbe arrivare ad un comportamento tonico ottimale e ad una padronanza e controllo dell’affettività e delle emozioni

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BASI TEORICHE DEL RILASSAMENTOBASI TEORICHE DEL RILASSAMENTO

Rilassamento:Rilassamento: strumento di rieducazione e di terapia in età evolutiva● Training autogeno di Schultz adattato ai bambini 5 anni● Scopo: far sentire al bambino il proprio corpo come buono, solido, sicuro● varie fasi: concentrazione mentale, deconcentrazione, ottenuta con la suggestione (elasticità, peso, volume dell’arto)● tecniche di mobilizzazione passiva● rilassamento progressivo che inizia da un arto e progressivamente interessa le altre parti del corpo● esercizi di respirazione inseriti in una seconda fase● importanza del ritmo della respirazione

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BASI TEORICHE DEL RILASSAMENTOBASI TEORICHE DEL RILASSAMENTO

Rilassamento:Rilassamento: metodo di Berges e Bounes è il più utilizzato in età evolutiva

● ScopoScopo: ripristinare una modulazione della funzione tonica nella relazione tra bambino e terapista fatta di manipolazioni, tecniche di controllo e suggestioni● Tecnica utilizzata in gruppo in una sala ampia con materassini● 1 terapista per 2-3 bambini● Seduta in 3 fasi:Seduta in 3 fasi:a) fase di concentrazione mentale con focalizzazione dell’attenzione su rappresentazione mentale di calmab) fase di lavoro , di rilassamento con distensione neuromuscolare dell’arto superiore destro con la palpazione e nomina degli elementi che compongono l’arto e si coopera con il bambino per indurre la decontrazione , distensione e flessibilità dell’arto. Poi si passa alla mobilitazione passiva e alla suggestione della pesantezzac) fase di ripresa di stato abituale con deconcentrazione , contrazione, respirazione profonda

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PERCHE' AIUTARE I BAMBINI CON ADHD PERCHE' AIUTARE I BAMBINI CON ADHD A RILASSARSI??A RILASSARSI??

● Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività si riferisce ad una patologia evolutiva presente prima dei 5 anni di età, ma che viene diagnosticata all’ingresso della scuola elementare.

● Prevalenza è stimata dal 3- al 5% dei bambini in età prescolare, ed è molto più frequente nei maschi

● E’ caratterizzata da un comportamento motorio eccessivamente agitato o poco appropriato per raggiungere uno scopo.

● Si tratta di bambini con livelli alti di attività, i quali si muovono troppo, non possono stare fermi, sono irrequieti e spericolati, parlano incessantemente e sono molto curiosi.

● Secondo il manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali (DSM-IV), sono presenti tre sottotipi di disturbi:

Disturbo da deficit attentivo con iperattività tipo disattento

Disturbo da deficit attentivo con iperattività tipo iperattivo-impulsivo

Disturbo da deficit attentivo con iperattività tipo combinato

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COME INTERVENIRE E COME INTERVENIRE E PERCHE'?? PERCHE'??

● Anche se non esiste un trattamento veramente efficace per il disturbo dell’ADHD così come per l’ansia, vi sono attualmente vari training e interventi cognitivo-comportamentali che riescono ad attenuare il problema.

● In particolare vengono impiegate sempre più spesso e con risultati documentati in letteratura, Tecniche di Rilassamento Muscolare che aiutano il bambino a gestire al meglio il suo comportamento- problema

●Grazie alle Tecniche di RilassamentoTecniche di Rilassamento,,infatti, si aiuta il bambino con tendenza alla distraibilità, all’impulsività e ad una eccessiva scarica motoria:

●1) a ridurreridurre il suo livello di stress livello di stress,

●2) ad organizzare le sue funzioni celebraliorganizzare le sue funzioni celebrali,

●3) ad aumentare i tempi attentiviaumentare i tempi attentivi,

●4) a prendere contatto e conoscenzacontatto e conoscenza con il proprio corpocorpo, con le sue parti e delle connessioni con esse etc..

●5) ad aumentare la capacità di controllare gli impulsi,

●6) ad aumentare la capacità di risolvere i problemi,

●7) ad aumentare la capacità organizzativa,

●8) ad aumentare i risultati scolastici

● Modula il comportamento-problema del bambino e l’instaurarsi di altri Disturbi associati all’ADHD e ansia quali: Disturbi del Comportamento, Disturbi dell’umore, Disprassia etc..

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A CHI RIVOLGERSI???A CHI RIVOLGERSI???

1) PEDIATRA 2) NEUROPSICHIATRA INFANTILE

- Neuropsicomotricista

- Logopedista

- Psicologo

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UN GIORNO SENZA SORRISO E' UN GIORNO PERSO!!! “ CHARLIE CHAPLIN ”

GRAZIE PER L'ATTENZIONE