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da Dezan Shira & Associates www.asiabriefing.com Collezione China Briefing 2013 . Tutte le sei edizioni di Asia Briefing Italia

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Asia Briefing, una controllata di Dezan Shira & Associates, fornisce notizie di business e sulle regole finanziarie in Cina, India, Hong Kong e Vietnam. Fondata nel 1999, Asia Briefing Ltd. si propone di fornire le notizie economiche e normative costantemente aggiornate che interessano tutti coloro che operano in quest’area geografica. Gennaio ASEAN 2015: Siete Pronti? Marzo Investire dalla Cina verso India e Vietnam Maggio Introduzione alle zone di investimento in Asia Luglio Un’introduzione ai Trattati Fiscali dell’Asia Settembre Procedure per il Visto e il Permesso di Lavoro in Asia Novembre Guida fiscale per l’Asia per il 2014

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Page 1: Collezione China Briefing 2013

da Dezan Shira & Associates

www.asiabriefing.com

CollezioneChina Briefing 2013. Tutte le sei edizioni di Asia Briefing Italia

Page 2: Collezione China Briefing 2013

Asia Briefing, una controllata di Dezan Shira & Associates, fornisce notizie di business e sulle regole finanziarie in Cina, India, Hong Kong e Vietnam. Fondata nel 1999, Asia Briefing Ltd. si propone di fornire le notizie economiche e normative costantemente aggiornate che interessano tutti coloro che operano in quest’area geografica.

Riguardo Asia Briefing

GennaioASEAN 2015: Siete Pronti?

MarzoInvestire dalla Cina verso India e Vietnam

MaggioIntroduzione alle zone di investimento in Asia

LuglioUn’introduzione ai Trattati Fiscali dell’Asia

SettembreProcedure per il Visto e il Permesso di Lavoro in Asia

NovembreGuida fiscale per l’Asia per il 2014

• La nostra esperienza attinge ai professionisti nei settori legali, fiscali e contabili di Dezan Shira & Associates

• Le pubblicazioni sono disponibili sulla libreria online di Asia Briefing al seguente link www.asiabriefing.com/store

Page 3: Collezione China Briefing 2013

ASEAN 2015: siete pronti?Le alleanze economiche e gli accordi di libero scambio stanno cambiando sensibilmente le opportunità in Asia

In questo numero:

L’importanza dell’ASEAN nelle strategie di business in AsiaSempre più spesso oggi sentiamo parlare di “ASEAN”, ma ancora molti operatori internazionali non sono consapevoli degli effetti a livello di scambio e di approvvigionamento delle merci.

Flussi commerciali in AsiaQuali sono i canali commerciali cinesi in più rapida espansione.

S i n g a p o r e c o m e punto di partenza per l’espansione in AsiaCentro finanziario e del terziario, Singapore è il nuovo quartier generale per le imprese in Asia

Vietnam come centro produttivo per le vendite in CinaCon i costi per la manodopera in aumento in Cina, i siti produttivi in Vietnam riportano in equilibrio la bilancia dei costi.

Hong Kong e Italia firmano la convenzione contro la doppia imposizione fiscaleIl 14 gennaio 2013 sarà ricordato come un giorno importante per le relazioni economiche tra Italia a Hong Kong.

Numero 1 • Gennaio e febbraio 2013

From Dezan Shira & Associates

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2 - ASIA BRIEFING

ASIA BRIEFINGNumero 1 • Gennaio e febbraio 2013

This Month’s Cover ArtBy: Pham Khanh Thanh

Courtesy of: Green Palm Gallery, Hanoihttp://v2.greenpalmgallery.com/main.php

Cari lettori,

benvenuti in Asia Briefing, la nostra nuova pubblicazione per i dirigenti di nuova generazione presenti in Asia. Molti di voi hanno familiarità con le pubblicazioni di China Briefing e il suo sito internet di aggiornamento, che è ora completamente online su www.china-briefing.com.

Tuttavia, l’Asia offre un panorama molto più ampio della sola Cina: sia verso le opportunità nell’Asia stessa sia oltre oceano, verso Stati Uniti, Europa, Medio Oriente, America del Sud e specialmente la cosiddetta zona dell’Australasia. Questa enorme area si sta aggregando grazie alla crescente integrazione economica e al suo rapido sviluppo, che va dall’India all’Australia e tutto ciò tra esse compreso, che avrà un impatto enorme sui canali sia di approvvigionamento sia di scambio.

Crediamo, noi di Asia Briefing, che vi sia ancora scarsità di informazioni per l’analisi della regione asiatica nel suo complesso, per un confronto efficacie delle economie presenti a beneficio dell’investitore straniero. Per questa ragione, abbiamo creato, partendo proprio dal nostro nome, una nuova rivista e un portale di informazione commerciale, legale e fiscale completamente rinnovato: www.asiabriefing.com.

In questo primo numero della pubblicazione bimestrale di Asia Briefing, presenteremo il sogno che l’Asia sta trasformando in realtà, concentrandoci sulla nuova era resa possibile dall’ASEAN a beneficio di tutta la regione, così come sugli ulteriori risvolti degli accordi panasiatici di libero scambio, come il RECP, di cui molti sono ancora ingenuamente all’oscuro.

Tutto questo è naturalmente reso possibile grazie al supporto di Dezan Shira & Associates (www.dezshira.com/it), studio dedicato agli investimenti esteri, al suo ventunesimo anniversario di presenza in Asia, che dobbiamo ringraziare per molte delle informazioni legali, fiscali e tecniche contenute in queste pagine.

Benvenuti in Asia. Benvenuti in Asia Briefing. Cordiali saluti,

Introduction

Tutto il materiale e i contenuti sono protetti da ©2013 Asia Briefing Ltd. Nessuna riproduzione, copia o traduzione di materiale è permessa senza il consenso dell’editore.

Alberto Vettoretti Head of Italian Desk

Dezan Shira & Associates è la societa’ di consulenza legale, fiscale e contabile a partecipazione italiana piu’ grande in Asia con 17 uffici propri e piu’ di 200 professionisti sul territorio. Per manggiori informazioni o per contattarci, scrivete a [email protected] visitate il sito www.dezshira.com per scaricare la brochure della società.

Le risorse di Asia Briefing

www.aseanbriefing.com(coming in February)

www.china-briefing.com

INDIA BRIEFING

www.india-briefing.com

www.vietnam-briefing.com

VIETNAM BRIEFING

Il Vostro Partner in Asia

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Page 5: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 3

L’importanza dell’ASEAN nelle vostre strategie di business in Asia

– a cura di Chris Devonshire-Ellis, Dezan Shira & Associates

Sempre più spesso sentiamo oggi parlare di “ASEAN”, tuttavia molti non sono ancora consapevoli della sua natura e del perché stia diventando sempre più importante. La prima risposta è anche la più semplice: il libero scambio all’interno dell’Asia. Ciò significa ridurre o azzerare le imposte doganali

all’interno di uno spazio che comprende dieci paesi del Sudest asiatico; sono inoltre ancora in negoziazione ulteriori accordi, che si suppone faranno confluire nello stesso blocco ASEAN Cina, India, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud.

Ma facciamo prima un passo indietro, a quella pesante dichiarazione, con tutte le conseguenti implicazioni per lo scambio e l’approvvigionamento di merci, e interroghiamoci su che cosa è esattamente l’ASEAN e come influenza tutte le attività in Cina, India, Australasia, Asia e addirittura nella Comunità Europea e negli Stati Uniti.

L’ASEAN, l’Associazione delle Nazioni del Sud-est Asiatico, è stata fondata nel 1967 e riunisce dieci paesi asiatici in un unico blocco di scambio economico. Ne fanno parte Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.

Nell’insieme, l’ASEAN rappresenta un mercato di circa 600 milioni di persone, con un PIL congiunto di circa 1,8 trilioni di dollari americani. Se fosse un paese a sé, sarebbe il nono più grande al mondo in termini economici. L’ASEAN, blocco commerciale efficacemente situato tra Cina e India, è, come economia emergente in pieno sviluppo, il terzo “drago” dell’Asia.

L’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico)1

ha previsto una crescita per l’ASEAN di circa il 6% annuo nel periodo 2011-15, rendendolo così la seconda regione per crescita, a livello

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4 - ASIA BRIEFING

L’importanza dell’ASEAN nelle vostre strategie di business in Asia

mondiale, seconda solo alla Cina. Per questo motivo, oltre alle crescenti opportunità commerciali, la Cina ha specificatamente indicato l’ASEAN come l’area con cui le società cinesi hanno bisogno di fare business. Il senso sotteso è che le società con base in Cina e gli investitori stranieri necessitano di espandersi, il blocco ASEAN è a portata di mano e rappresenta un’opportunità in rapida ascesa per la crescita di vendite e volume di scambi. Infatti, il blocco ASEAN ha sorpassato il Giappone nel 2011, diventando il terzo maggiore partner commerciale della Cina, con cifre che raggiungono i 362,3 miliardi di dollari americani, dietro soltanto all’Unione Europea (567,2 miliardi) e agli Stati Uniti (446,6 miliardi).

Ciò nonostante, consapevole che non tutti capiscono appieno l’importanza dell’ASEAN, il governo cinese ha spinto in certa misura per incoraggiare lo scambio con il blocco, istituendo addirittura un apposito ente, China-ASEAN, per aumentarne la visibilità all’interno del Paese. È importante sottolineare che, dopo aver raddoppiato le convenzioni fiscali e di libero scambio con il blocco, la Cina ha recentemente siglato un accordo per azzerare le tariffe doganali su oltre sette mila prodotti.

Ciò è stato reso possibile grazie all’ASEAN-China Free Trade Area (ACFTA), una convenzione tra la Cina e i 10 paesi membri dell’ASEAN. L’ACFTA rappresenta la più grande area di libero scambio a livello mondiale, in termini di popolazione, e la terza maggiore in termini di PIL nominale. La convenzione di libero scambio azzera le tariffe su 7881 categorie di prodotto, ovvero il 90% dei prodotti importati. Questo azzeramento è già stato adottato in Cina e nei sei paesi membri originari dell’ASEAN: Brunei, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore e Thailandia. I rimanenti quattro paesi, Cambogia, Laos, Myanmar e Vietnam, si adegueranno nel 2015. Aggiungendo la propria convenzione che l’India adotterà nel 2016 con l’ASEAN, queste date acquisiscono una certa importanza per le società i cui interessi si trovano in Asia.

Il blocco ASEAN, tuttavia, ha siglato anche altre importanti convenzioni. La ASEAN-India Free Trade Area (AIFTA) è una convenzione simile, entrata in vigore il primo gennaio 2010. Con l’AIFTA si prevede la liberalizzazione di oltre il 90% dei prodotti scambiati tra le due regioni, inclusi i cosiddetti “prodotti speciali”, come l’olio di palma (grezzo o lavorato), il caffè, il tè nero e il pepe. Saranno completamente eliminate le tariffe su oltre quattro mila categorie di prodotti scambiate tra le due aree entro il 2016.

Sono in essere ulteriori convenzioni tra il blocco e altre aree: con Australia e Nuova Zelanda (ASEAN–Australia–New Zealand Free Trade Area), con il Giappone (ASEAN–Japan Comprehensive Economic Partnership) e con la Corea del Sud (South Korea with the ASEAN–Korea Free Trade Area). Tutte queste convenzioni sono entrate in vigore nel 2010, facendo già aumentare le cifre sullo scambio tra il blocco e gli altri rispettivi paesi.

Ciò comporta che da qui al 2015, e poi al 2016, il flusso del commercio, la forma dell’approvvigionamento su scala mondiale e le opportunità per la vendita di beni e la fornitura di servizi in tutta l’Asia cambieranno e, per questo motivo, le imposte doganali diverranno sempre più allettanti. Prepararsi oggi significa poter trarre vantaggio da queste future opportunità commerciali. L’impatto del blocco ASEAN sulla regione, e sulle dinamiche del commercio globale, sarà immenso. Creerà, inoltre, un enorme potenziale per gli operatori globali che vogliono inserirsi in questo mercato, stabilirvi una presenza e utilizzarlo per raggiungere Cina, India e altri mercati.

Ed è il logico passo da fare, poiché la capacità produttiva della Cina sta rallentando e sta diventando più cara proprio nel momento in cui la sua popolazione si sta spostando di più verso una società consumistica. Il risultato immediato del blocco ASEAN è, per certi versi, fornire una capacità produttiva a minor costo, da utilizzarsi come trampolino per l’esportazione verso la Cina. Questo è il motivo per cui produrre in Vietnam sta diventando la reale alternativa alla Cina, non soltanto perché è più economico in termini di manodopera, ma anche perché, grazie al blocco ASEAN, il 90% dei beni prodotti saranno commerciabili senza imposizioni doganali entro il 2015. Il governo del Vietnam ha appena annunciato l’intenzione di far diventare l’imposta sui redditi societari del paese la più competitiva in Asia, riducendola al 23% (contro il 25% della Cina) entro l’anno. Lo stesso vale per Cambogia, Laos e Myanmar, motivo per cui quest’ultimo sembra essersi improvvisamente affrettato per porre in essere le proprie riforme. Comincia ad essere molto sensato per le multinazionali che puntano ai mercati di Cina e India e che hanno base in Vietnam, paese che confina direttamente con la Cina e che possiede una lunga costa i cui porti stanno aumentando la capacità di gestione dei container.

La commissione economica e sociale per l’Asia e il Pacifico (ESCAP), per quanto riguarda proprio questa regione, ha rilasciato un’indagine nel 20122in cui si evince che l’Asia è la regione di maggior crescita a livello mondiale e un ancora per la stabilità economica mondiale. Con quelle cifre di crescita sostenibile, non c’è da meravigliarsi che un guru per gli investimenti come Mark Mobius sia così ottimista sull’Asia. Citando il maggior quotidiano di lingua inglese della Thailandia, “The Nation”, egli ha dichiarato che “i mercati emergenti stanno crescendo quattro volte più veloci dei paesi sviluppati”.

Il blocco ASEAN sta quindi diventando un ottimo punto di partenza per espandersi nei mercati in via di sviluppo della regione, i cui benefici vanno al di là della semplice istituzione della propria presenza nell’area. Una società con base nell’area ASEAN non beneficia soltanto dell’automatica riduzione delle imposte e del libero scambio con i paesi

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manageriali sul fare affari in Cina.

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pubblicata dal 1999. L’abbonamento annuale include una guida completa a colori di 156

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Inside This Issue:

The Annual Compliance Process for China FIEsGetting your China accounts and audits to international standards can be problematic. We discuss China GAAP vs. U.S. GAAP/IFRS, and the 2012 annual audit and filing processes for ROs, FICE, WFOEs, and JVs.

Individual Income Tax Finalization for ExpatriatesAn annual IIT declaration needs to be completed by almost all expats in China for 2012 earnings. We discuss what determines salar y, what can be counted as tax deductible expenses, and the exact definition of the 183 day residency rule.

Current U.S. Securities and Exchange Proceedings W e c o m m e n t o n t h e

proceedings against the

Chinese arms of the Big Four

and how this may impact

foreign investors.

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Annual Compliance, License Renewals, & Audit ProceduresIncluding discussions of audit procedures, China’s audit quality gap, China GAAP vs. IFRS, and annual renewals for ROs, FICE, WFOEs and JVs

Issue 131 • January and February 2013

From Dezan Shira & Associates

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ASIA BRIEFING - 5

L’importanza dell’ASEAN nelle vostre strategie di business in Asia

La nostra guida completa a tutte le nazioni dell’ASEAN, incluse informazioni demografiche, trattati contro la doppia imposizione fiscale e accordi per il libero scambio tra i paesi ASEAN e gli Stati Uniti, l’UE e altri mercati regionali. Sono incluse inoltre informazioni su investimenti stranieri per lo Stato del Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Birmania, Filippine, Singapore, Tailandia e Vietnam.

Disponibile su www.aseanbriefing.com

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membri, ma anche di quelle attraenti convenzioni contro la doppia imposizione e per il libero scambio che il blocco ASEAN ma sta al momento negoziando con Cina, India, Australasia, Giappone e Corea del Sud. Tra queste troviamo la Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP).

Queste convenzioni con l’ASEAN sono la ragione primaria per cui gli esperti in commercio internazionale e i fiscalità suppongono che l’Asia aiuterà l’economia globale ad uscire dall’attuale depressione finanziaria. È dunque relativamente semplice trarre vantaggio dal blocco ASEAN, così come molte società di Hong Kong sono state utilizzate come trampolino di lancio, nonché vantaggiose strutture fiscali per l’entrata in Cina, oggi le società straniere a Singapore offrono un’ottimizzazione fiscale combinata ad un alto livello di trasparenza normativa, accompagnata da una tolleranza zero verso la corruzione, e una piattaforma di libero scambio nell’ASEAN, grazie a tutte le sue altre convenzioni in materia.

Stabilire questa presenza dà accesso alle convenzioni di libero scambio dell’ASEAN in essere tra i suoi membri e quelle con la Cina, l’India, l’Australasia, il Giappone e la Corea del Sud. L’utilizzo di una società di Singapore, per operazioni in qualunque di questi paesi, permette dunque all’operatore straniero di beneficiare delle minori aliquote fiscali di Singapore, traendo pieno vantaggio delle convenzioni sul libero scambio e contro la doppia imposizione fiscale del blocco ASEAN e di tutti i i suoi partner commerciali, inclusi Cina, India e il triunvirato Giappone-Corea-Australasia. Si delinea un’area di scambio totalmente libera, che ha già la crescita più rapida in termini utili, e che diventerà l’area di libero scambio più grande al mondo. Gli operatori interessati, o attualmente presenti in Asia, Cina e India, dovrebbero considerare le controllate con base a Singapore per sfruttare quella che sta per diventare un’enorme area di libero scambio, con un notevoli risvolti commerciali e di approvvigionamento globale.

La Cina, inoltre, ha accettato di creare un blocco commerciale a 16 paesi, conosciuto come Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), formalizzando la decisione al 21º summit dell’ASEAN, tenutosi due mesi fa a Phnom Penh3. Il RCEP includerà i 10 membri dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) più Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda e, una volta implementato, avrà come effetto l’abbassamento delle barriere commerciali e delle imposte doganali, su tutta la regione, entro la fine del 2015.

La struttura del RCEP è stata approvata dai rispettivi leader al summit dello scorso novembre. Il ministro del commercio della Corea del Sud, Bark Tae-ho, affermato che inizialmente la Cina voleva includere nell’accordo soltanto il blocco ASEAN e tre altri paesi (Cina, Giappone

e Corea del Sud), ma una controproposta americana per un’alleanza trans-pacifica (che la escludeva) ha messo la Cina nelle condizioni di negoziare un accordo più ampio, che ora include anche l’India.

Con la nascita del RCEP, l’Asia è pronta ad entrare nella nuova era di scambio reciproco e di crescita. Il blocco ASEAN ha già in essere convenzioni di libero scambio individuali con ognuno dei paesi partecipanti. L’emergere del libero scambio all’interno della regione, attraverso le numerosi convenzioni ASEAN in materia, avrà una profonda influenza sulla Cina, sull’India e sull’Asia, senza contare i risvolti per gli attori internazionali che lì conducono le loro attività. E la vostra società è pronta? /E voi siete pronti?

1 Cfr.: www.oecd.org2 Cfr.: http://www.unescap.org/pdd/publications/survey2012/index.asp3 Cfr.: http://asean2012.mfa.gov.kh/

MYANMAR

THAILAND

LAOS

CAMBODIA

BRUNEIMALAYSIA

CHINA

VIETNAM

PHILIPPINES

SINGAPORE

INDIA

INDONESIA

SOUTH KOREA JAPAN

AUSTRALIA

NEW ZEALAND

The Regional Comprehensive Economic Partnership

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6 - ASIA BRIEFING

Un resoconto dello scorso mese fornito dalla United Overseas Bank (UOB) di Singapore ha segnalato che l’economia globale aumenterà del 73%, partendo dai 63 trilioni di dollari americani del 2010, per raggiungere i 109 trilioni di dollari entro il 2020, e uno dei fattori chiave che contribuiranno a questa robusta crescita sarà il

flusso commerciale in Asia.

All’interno dell’Asia, i corridoi commerciali bilaterali che coinvolgono Cina e India registreranno la maggior crescita, rendendo l’Asia (Giappone escluso) detentrice di un terzo dell’economia globale totale entro il 2020 (raddoppiando gli attuali livelli della regione).

In questo resoconto, intitolato “La crescita del commercio intra-regionale in Asia (The Rise of Intra-Regional Trade in Asia)”1, si suggerisce come i diversi corridoi commerciali che si stanno aprendo abbiano un’importanza enorme sia per il commercio cinese sia per quello mondiale. Il corridoio commerciale a maggiore crescita sarà quello tra India e Medio Oriente, mentre le rotte commerciali a maggior crescita che coinvolgono la Cina sono:

• Cina-India • Cina-Africa • America Latina-Cina • UE-Cina • Cina-MENA (Medio Oriente Nord Africa) • Cina-Stati Uniti • Cina-Asia

Si evince quindi che la domanda per importazioni dall’Asia emergente aumenterà con lo svilupparsi del consumo privato che diventerà un importante propulsore di crescita per tutta la regione. I fattori

strutturali che supportano questa teoria includono popolazione in crescita, livelli di reddito disponibile in aumento e urbanizzazione in ascesa in tutta l’Asia. Si presume che l’esplosione della ricchezza della classe media in Asia porterà un’ondata di potere d’acquisto: una buona notizia per i produttori globali che cercano sbocchi oltre i loro mercati tradizionali locali.

L’istituzione dell’area di libero scambio in tutto il blocco ASEAN è il maggior fattore di sostegno per l’evoluzione di un ulteriore scambio intra-regionale. Nonostante sia atteso il libero fluire della maggior parte dei beni, c’è ancora una certa resistenza nel settore bancario delle telecomunicazioni, anche se, all’interno del blocco ASEAN e dei suoi altri partner commerciali come la Cina e l’India, sono in corso trattative per l’individuazione di un punto di accordo. Le statistiche contenute nel resoconto ragionano probabilmente oltre il 2020, tuttavia, ci si aspetta che entro quel termine l’Indonesia, stato membro dell’ASEAN, diventi una delle prime dieci maggiori economie mondiali, con un PIL di tre trilioni di dollari americani.

1 1 Cfr: http://www.media-server.com/m/p/w32xt45v

Esportazione totale merci ASEAN per destinazione

Regione Percentuale esportazioni totali ASEAN2000 2011 Previsioni 2020

Intra-ASEAN 22.8 25.3 30.0Cina 3.9 11.5 15.0India 1.6 3.7 6.0Giappone 13.6 10.2 8.0UE 27 14.9 10.7 8.2Stati Uniti 20.1 9.8 8.5Medio Oriente 1.9 2.6 3.5Fonte: UOB Report, “The Rise of Intra-Regional Trade in Asia“

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Flussi commerciali all’interno dell’Asia– Cina e India, i corridoi apripista

Page 9: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 7

Singapore come base per l’espansione in Asia

– A cura di Eunice Ku and Nathan Susanto, Dezan Shira & Associates

Centro finanziario e del settore terziario, Singapore è di fatto la capitale finanziaria del blocco ASEAN. Per le società che intendono fare business con i paesi ASEAN, Singapore è senz’altro il luogo ideale da dove partire o dove domiciliare la propria holding.

Le società a Singapore beneficiano di un’aliquota sull’imposta dei redditi societari pari ad appena il 17%, zero imposte sui dividendi generati oltre confine e perfino incentivi fiscali per le PMI che intendono avviare attività nella città stato. È anche possibile operare attraverso una entità “shelf”, per trarre vantaggio da questi benefici senza l’incombenza di costituire un ufficio vero e proprio. Per questo motivo, le società di Singapore sono un’ottima piattaforma da cui dirigere le operazioni nel blocco ASEAN, nonché beneficiare delle varie convenzioni di libero scambio all’interno dell’area stessa (e per quelle con Cina, India ecc.).

Mentre Hong Kong rimane la piattaforma migliore per chi detiene investimenti in Cina, la vicinanza con i paesi ASEAN (Indonesia, Malesia, Filippine, Thailandia, Brunei, Myanmar, Cambogia, Laos e Vietnam) fa di Singapore la destinazione migliore per tutte le attività nella regione, oltre al libero scambio garantito grazie lo stesso ASEAN Free Trade Agreement.

Anche la Cina (inclusa Hong Kong) ha siglato una convenzione separata di libero scambio con il blocco ASEAN, tuttavia questa convenzione non beneficia delle stesse agevolazioni fiscali riservate ai membri ASEAN. Inoltre, altre convenzioni economiche, tra cui il RCEP, rafforzano la posizione di Singapore come piazza da cui raggiungere destinazioni quali India e perfino Australia.

Requisiti per la costituzione di societàUna società di servizi professionali terza deve essere incaricata per la registrazione di una Singapore company qualora amministratori, company secretary e/o soci non siano soggetti residenti di Singapore (privi di carta d’identità nazionale - NRIC) o non aventi permesso di

lavoro nella città stato.

I punti fondamentali per la costituzione di una società a Singapore sono:

Almeno un socio

• Una società a responsabilità limitata non quotata di Singapore (private limited company) deve avere almeno un socio, ma non più di 50.

• Il socio può essere un individuo o entità giuridica e sono ammessi soci stranieri al 100%

• Dopo la costituzione di una società a Singapore, è possibile emettere nuove quote o cedere quelle esistenti ad altri soggetti in ogni momento.

Almeno un amministratore deve essere residente di Singapore

• Si definiscono residenti i cittadini di Singapore, i residenti permanenti di Singapore, i titolari di lettera di approvazione di impiego, o i soggetti cui è stato rilasciato un permesso di entrata, un permesso di lavoro, o un permesso di persona a carico.

• Non vi è limite al numero degli ulteriori amministratori locali o stranieri che una società a responsabilità limitata non quotata di Singapore può nominare. La maggior parte delle società ha almeno due amministratori, poiché banche ed altri istituti finanziari necessitano di solito di almeno due firme autorizzate.

• Socio unico ed amministratore unico possono coincidere e possono essere nominati amministratori anche soggetti che non sono soci.

Il segretario della società (company secretary) deve essere residente a

Singapore

• Il segretario deve essere nominato entro sei mesi dalla data di costituzione.

• In presenza di amministratore o socio unico, questi non può fungere anche da segretario.

Capitale versato

• Il capitale minimo da versare per la registrazione di una società a Singapore (detto anche capitale sociale) è di almeno un dollaro di

I programmi di incentivi fiscali offerti dal governo di Singapore, come ad esempio il Programma per i commercianti globali (Global Trader Program) e il Programma Quartier generale (HQ Program), sono, insieme agli incentivi fiscali disponibili grazie allo Schema di Credito per la produttività e l’innovazione (Productivity and Innovation Credit Scheme o PIC Scheme), incoraggiamenti per le imprese, in particolare per le PMI, ad investire in produttività e innovazione.

Secondo il PIC Scheme, le imprese possono ottenere un compenso

in denaro o una deduzione/concessione del 400% di tasse sulle spese fino ad un massimo di 400.000 dollari di Singapore per ognuna delle seguenti attività: 1. Acquisto/Affitto di attrezzatura di automazione stabilita2. Spese per corsi di formazione3. Acquisto di proprietà intellettuale 4. Registrazione di proprietà intellettuale5. Ricerca e Sviluppo6. Spese per design

Incentivi fiscali per le PMI

Page 10: Collezione China Briefing 2013

8 - ASIA BRIEFING

Singapore come base per l’espansione in Asia

Singapore. • il capitale versato può essere aumentato in qualsiasi momento dopo

la costituzione della società.

Sede legale

• è necessario fornire un indirizzo locale fisico di Singapore (residenziale o commerciale) come sede legale della società.

• Il locale corrispondente all’indirizzo deve essere approvato ad uso commerciale dall’Urban Redevelopment Authority (URA), mentre i locali e le proprietà residenziali possono essere utilizzate soltanto nell’ambito del Home Office Scheme. (Non possono essere utilizzate le caselle postali)

Processo di costituzioneCome per Hong Kong, la maggior parte delle società di Singapore rientra nella categoria di società a responsabilità limitata non quotata (private limited liability companies). Una società a responsabilità limitata non quotata può essere di norma costituita in un paio di giorni. Il processo di registrazione è completato online presso l’Accounting & Corporate Regulatory Authority (ACRA).

Qualora l’applicazione dovesse essere sottoposta ad altri uffici per approvazione o revisione, saranno necessari dai 14 giorni ai due mesi per completare la costituzione. Alcuni tipi di attività (ad esempio le scuole private, i centri estetici e di massaggi, le società di telecomunicazioni) hanno bisogno di licenze e permessi ulteriori, che possono essere ottenuti dopo la costituzione.

Verifica annuale di conformitàAssemblea generale annualeOgni società di Singapore deve convocare la prima assemblea generale annuale entro 18 mesi dalla costituzione e non devono trascorrere più di 15 mesi tra due assemblee generali annuali consecutive (tranne nel caso in cui ci sia approvazione ottenuta dal registro delle imprese).

Una società non quotata può essere dispensata dall’assemblea generale annuale, in caso adotti una risoluzione, votata da tutti i soci con diritto di voto, durante un’assemblea generale della stessa.

Durante l’assemblea generale annuale, gli amministratori devono presentare ai soci un prospetto corretto e fedele del conto economico della società. I documenti finanziari presentati all’assemblea generale annuale non possono essere riconducibili a periodi datati oltre sei mesi dalla data dell’assemblea stessa.

Dichiarazione annuale dei redditiLe società di Singapore devono presentare una dichiarazione annuale dei redditi presso l’ACRA entro un mese dall’assemblea generale annuale. Devono essere inclusi nella dichiarazione annuale dei redditi i dati dei dirigenti della società, della sede legale e dei revisori (se presenti).

Una società può incaricare uno studio professionale o un ufficio pubblico che proceda, per suo conto, a tali operazioni al momento della compilazione della dichiarazione annuale.

Per maggiori informazioni sulla costituzione e la gestione di società a Singapore, scrivete a [email protected] o visitate il nostro sito Internet www.dezshira.com.

Legge Societaria di Singapore, ultimi cambiamenti nel 2013

Il Ministero delle finanze di Singapore (Ministry of Finance o MOF) nell-ottobre 2012 ha accettato ben 192 indicazioni (modificandone 17), provenienti dallo Steering Committee for the Review of the Companies Act. Questa sostanziale revisione dovrebbe portare al miglioramento del quadro normativo societario di Singapore, le cui variazioni saranno tramutate in legge verso la metà del 2013.

Si suppone che quest’ampia gamma di cambiamenti snellirà la normativa e ridurrà i costi di conformità, darà maggiore flessibilità e migliorerà la governance societaria. Ci saranno vantaggi per diversi gruppi di imprese come società tradizionali, piccole e medie imprese (PMI), investitori individuali e amministratori della società stesse, tra cui:

• Vantaggi per le società in genere Le società potranno emettere azioni senza diritto di voto e azioni

con più diritti di voto come da statuto (naturalmente con le tutele del caso). Ciò darà alle società maggiore flessibilità nell’aumento del capitale e nel soddisfare le diverse necessità degli investitori.

• Vantaggi per le PMI Sarà introdotto un nuovo concetto di “piccola società” ai fini della

revisione contabile obbligatoria. Le PMI potranno aspettarsi minori costi di gestione annuale visto che circa 25.000 di esse (oltre il 10% del totale), potranno essere esentate dalla revisione stessa.

• Vantaggi per gli investitori individuali Sarà introdotto un regime multi-delega per permettere agli

investitori indiretti e agli investitori del Central Provident Fund (CPF) di presenziare e votare durante le assemblee dei soci. Ciò creerà una partecipazione più attiva alle assemblee generali da parte dei beneficiari effettivi della società e aiuterà a rafforzare la cultura della governance societaria.

Una volta tramutati in legge, questi cambiamenti creeranno maggiori incentivi per gli investimenti in Asia attraverso Singapore, specialmente per le PMI. Ci si aspetta che questi cambiamenti, accompagnati dalle convenzioni di libero scambio di cui Singapore può beneficiare in quanto membro ASEAN, faranno del paese una destinazione d’eccellenza come centro finanziario e per gli investimenti in Asia nei prossimi 10 anni.

Fonte: Singapore Ministry of Finance, October 3, 2012

Page 11: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 9

Le relazioni politico-commerciali tra Vietnam e Cina sono sempre state oggetto di discussioni e contenziosi da entrambe le parti e, anche recentemente, hanno preoccupato non poco la comunità internazionale. I due paesi condividono un confine di circa 1350 chilometri ed e’ naturale quindi che

gli scambi tra le due nazioni siano molteplici e che possano condurre a problematiche di ogni tipo: da aspetti di logistica ed infrastrutture a dispute territoriali, da problemi (e opportunità) di costo a promozioni di politiche per attrarre investimenti esteri verso il proprio paese.

Almeno dal punto di vista economico e del “trading”, la convenzione di libero scambio Cina-ASEAN (Association of South East Asian Nations) del 2015 probabilmente significhera’ che il blocco ASEAN, di cui il Vietnam è uno dei membri principali, diventerà nello stesso anno il maggior partner commerciale della Cina, con un valore di scambio pari a circa 500 miliardi di dollari americani. Per capire l’enormità di questa cifra, si pensi che le esportazioni degli Stati Uniti verso la Cina nel 2011 sono state soltanto un quinto di questo totale.

Il Vietnam e’ collegato alla Cina attraverso molteplici infrastrutture logistiche: esiste già infatti un’estesa rete ferroviaria che attraversa Hanoi, Kunming e Nanning, mentre sostanziali miglioramenti sono in atto nel porto settentrionale di Hai Phong. Visto che le relazioni Vietnam - Cina sono sia economiche che di natura politica, la modalità con cui queste relazioni evolveranno negli anni saranno uno specchio della reale portata delle difficoltà e delle opportunità date dalla bilancia commerciale tra i due paesi.

Nonostante entrambi gli stati siano ufficialmente dei regimi comunisti, il Vietnam ha audacemente preso le distanze dalla Cina, diffidando dall’avvicinarsi troppo al regno di mezzo, ancora memore della guerra del 1979 e delle attuali dispute territoriali che creano ancora molto malumore tra la popolazione.

Mentre altre nazioni asiatiche, incluse la vicina Cambogia e la Birmania, hanno in passato accettato appieno la Cina in termini di assistenza economica tramite le sue aziende statali e private, il Vietnam ne è

rimasto e continua a rimanerne distante (almeno apparentemente). Tuttavia ciò non significa che lo scambio bilaterale tra Vietnam e Cina non stia fiorendo, al contrario, l’anno scorso ha raggiunto i 35,7 miliardi di dollari americani.

Tuttavia, il Vietnam rimane cauto verso la Cina per gli aspetti politici precedentemente menzionati. Le dispute territoriali in corso tra i due paesi nel Mar Cinese Meridionale non stanno certamente migliorando la situazione e il Vietnam si è di recente rifiutato di approvare i nuovi passaporti cinesi, che indicano la totalità dei territori contesi appartenenti alla Cina.

Questa mancanza di fiducia sulle intenzioni a lungo termine della Cina ha spinto il Vietnam a guardare in più direzioni: a nord est ovviamente verso la Cina, ma anche al sud e a ovest verso l’Asia. L’ammontare del commercio del Vietnam con gli altri membri del blocco ASEAN si attesta oggi a 27 miliardi di dollari americani e, diversamente da paesi come la Cambogia, il Vietnam sta facendo largo uso delle convenzioni di libero scambio ASEAN con altri paesi quali l’India, il Giappone e l’Australia, per ampliare il proprio mercato e diminuire la dipendenza commerciale con la Cina. Tra tutti i membri dell’ASEAN, i maggiori partner del Vietnam sono Singapore, Thailandia e Malesia, e sta aumentando in modo significativo anche lo scambio con India e Giappone.

Il Vietnam, nonostante il comunismo, è ancora in gran parte di credo buddista e il Dalai Lama è, senza troppo scalpore, rispettato da molti vietnamiti. La nota retorica cinese nei confronti del leader buddista mette così a disagio molti cittadini. Allo stesso tempo, mentre la Cambogia è ancora vicina alla Cina, il Vietnam è anche “corteggiato” dal presidente Obama, che lo ha di recente visitato dopo le elezioni. E questa mossa americana ben si inserisce nella strategia vietnamita verso la Cina; il commercio è florido, ma il Vietnam rimane cauto sulle conseguenze politiche di una potenziale dipendenza dall’economia cinese.

La politica espansionistica del Vietnam sul commercio con i paesi limitrofi sta per dare i suoi frutti. Il paese infatti, con l’entrata in vigore delle convenzioni di libero scambio ASEAN del 2015 con Cina,

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ASIA BRIEFING

Vietnam come centro produttivo per le vendite in Cina

– A cura di Hoang Thu Huyen and My Nguyen, Dezan Shira & Associates Hanoi

Page 12: Collezione China Briefing 2013

10 - ASIA BRIEFING

Vietnam come centro produttivo per le vendite in Cina

India, Giappone, Corea del Sud e Australasia, è pronto a diventare la piattaforma produttiva di riferimento per molte società che desiderano vendere in tutta la regione.

L’aumento salariale in Cina è una questione di strategia nazionale, e sebbene stia creando un mercato di consumo in forte crescita e molto apprezzato, sta anche avendo l’effetto di aumentare i costi del personale ad una media di circa il 20% annuo. Mentre i prezzi sono aumentati anche in Vietnam, e la sua economia non è immune dall’inflazione (anzi, l’aumento dei costi e’ ancora uno dei problemi che possono minare la stabilita’ del paese), i salari base nel paese rimangono a circa un terzo di quelli della Cina meridionale.

Questo significa che il Vietnam si sta sviluppando come piattaforma di produzione orientata all’esportazione, proprio come lo era la Cina dalla fine degli anni ‘90 fino alla metà del decennio successivo. L’entrata in

vigore delle convenzioni di libero scambio farà sì che i prodotti made in Vietnam (o in qualunque altro paese ASEAN) saranno, per la maggior parte, vendibili nel mercato cinese senza sostanziali tariffe doganali (con eccezioni fatte su alcuni prodotti strategici).

Se a questo aggiungiamo il fatto che ci sono diverse free trade zones e bonded zones (esattamente come in Cina) che minimizzano le imposte sui prodotti assemblati e poi esportati, che ci sono sostanziali miglioramenti in atto sui porti del paese (in special modo quelli di Haiphong e Ho Chi Min City) e che ci saranno importanti novità e sgravi dal punto di vista fiscale andando avanti, non e’ una sorpresa se il Vietnam sta salendo alla ribalta come sito produttivo di prim’ordine per il mercato sia cinese che globale.

Alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, stanno già investendo pesantemente sul territorio al fine di garantirsi un ruolo principale nella costruzione di una supply chain al di fuori della Cina. Come ha ribadito Christopher Towmey, attuale presidente della Camera di Commercio Americana in Hanoi al consueto Vietnam Business Forum di fine anno:

“La cooperazione della Camera di Commercio Americana con e a supporto del governo e degli affari del Vietnam ha portato ad un aumento sostanziale del volume degli scambi bilaterali tra i due paesi: da appena 1,5 miliardi di dollari americani nel 2001, quando la convenzione è entrata in vigore (dicembre 2001); ai 9,7 miliardi di dollari nel 2006, quando il Vietnam è entrato a far parte dell’OMC acquisendo lo status di “Permanent Normal Trade Relations” con gli Stati Uniti (dicembre 2006); a più di 22 miliardi di dollari nel 2011.”

“Secondo i dati dei primi nove mesi del 2012, si prevede che lo scambio bilaterale Vietnam-Stati Uniti raggiungerà i 24,5 miliardi di dollari americani nel 2012 e che, mantenendo questa tendenza, raggiungerà quasi i 50 miliardi di dollari entro il 2020”.

Per una consulenza professionale sugli investimenti in Vietnam, vi preghiamo di contattare Dezan Shira & Associates, scrivendo a [email protected] o visitando il sito Internet www.dezshira.com/it.

Il messaggio è semplice – mentre la Cina sta evolvendo verso un’economia del consumo, la scelta delle allocazioni dei servizi dal punto di vista della produzione, non deve essere necessariamente basata in Cina. Il Vietnam rappresenta un’alternativa che vale la pena prendere in considerazione, e l’integrazione con l’ASEAN e gli ulteriori accordi per il libero scambio previsti per il 2015 inizieranno a fare sempre più luce sul Vietnam.

IDE divisi per attività economica

(Capitale totale registrato, milione di USD, accumulazione di pro-getti aventi effetto prima della fine del 2011)

Fonte: General Statistics Office in Vietnam

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Page 13: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 11

Hong Kong e Italia firmano la convenzione contro la doppia imposizione fiscale

– A cura di Alberto Vettoretti, Dezan Shira & Associates

Il 14 gennaio 2013 sarà ricordato come un giorno importante per le relazioni economiche tra Italia a Hong Kong.

Alla presenza del segretario per i servizi finanziari e del tesoro professor K C Chan e del ministro per l’economia e la finanza

professor Vittorio Grilli, è stata firmata nella ex colonia britannica la convenzione contro la doppia imposizione fiscale tra Italia appunto e la regione ad amministrazione speciale cinese di Hong Kong. Tale documento contro la doppia imposizione assolve ad una triplice funzione:

1. Evitare la doppia imposizione dei redditi generati in entrambe le giurisdizioni;

2. Contribuire di conseguenza ad uno sviluppo maggiore di investimenti da parte di aziende italiane che operano con la Cina, Hong Kong e con tutta l’Asia in genere;

2. Contrastare efficacemente la evasione fiscale in entrambi i sensi poiché, dopo la ratifica del trattato, sarà possibile per il fisco italiano (e cinese) ottenere informazioni anche bancarie sui contribuenti che operano sulla piazza di Hong Kong (e vice versa);

In assenza di un cosiddetto Comprehensive Double Taxation Agreement o CDTA, i redditi guadagnati da cittadini italiani residenti a Hong Kong sono soggetti a tassazione sia a Hong Kong che in Italia. In presenza di un trattato, invece, le tasse pagate a Hong Kong potranno essere portate in deduzione dalle tasse eventualmente dovute in Italia di fatto quindi eliminando la doppia imposizione. Tale convenzione era nell’aria già da tempo poiché Hong Kong aveva già firmato, in precedenza, numerosi trattati con altri paesi europei. Si tratta precisamente del 27° accordo contro la doppia imposizione fiscale concluso da Hong Kong con i suoi partner commerciali, dopo quelli con Belgio, Tailandia, Cina, Lussemburgo, Vietnam, Brunei, Olanda, Indonesia, Ungheria, Kuwait, Austria, Inghilterra, Irlanda, Liechtenstein, Francia, Giappone, Nuova Zelanda, Portogallo, Spagna, Repubblica Ceca, Svizzera, Malta, Jersey, Malesia, Messico e Canada.

Come menzionato in altre nostre pubblicazioni sull’argomento, la piazza di Hong Kong (assieme a molti altri cosiddetti paradisi fiscali) era stata inclusa nella famosa “black-list” da parte del governo italiano con conseguente aggravio di procedure burocratiche e tassazione su operazioni con la SAR (Special Administrative Region) cinese. Infatti, spettava al contribuente italiano con attività su Hong Kong dimostrare

che la società asiatica avesse una sostanziale natura economica a fiscale in loco nonché provare che le operazioni intrattenute avessero una convenienza economica accertata. Al fine di poter quindi portare in deduzione i costi della struttura a Hong Kong oppure non essere tassati nuovamente in Italia “per trasparenza”, l’investitore doveva provare al fisco italiano, tramite una lunga serie di documenti e contratti, che le operazioni ad Hong Kong fossero reali. I vari accordi contro la doppia imposizione che Hong Kong ha recentemente firmato (erano solamente 5 nel 2009) vanno a testimoniare il fatto che la regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese ha deciso di dare una luce nuova al proprio status di centro finanziario internazionale mettendo al primo posto trasparenza, reciprocità, scambio di informazioni e una corporate governance che andrà ad attaccare sempre di più architetture e strutture legali basate su prestanomi e società fittizie. È infatti di recente promulgazione la norma che proibirà di avere società fiduciarie (ma solamente persone fisiche) come amministratore/i di una Hong Kong Limited Company a partire dal 2014.

Il trattato entrerà in vigore al termine delle procedure di ratifica da entrambe le parti. Per maggiori informazioni riguardo il CTDA Hong Kong/Italia prego fate riferimento al sito del Inland Revenue Department (www.ird.gov.hk/eng/pdf/Agreement_Italy_HongKong.pdf ).Letture aggiuntive:

- Usare Hong Kong per operazioni in Cina (http://www.china-briefing.com/en//magazine/article/utilizzare-societ%C3%A0-registrate-hong-kong-per-svolgere-operazioni-cina-957.html)

- Singapore e Hong Kong holdings (http://www.china-briefing.com/en//magazine/article/dove-aprire-una-holding-hong-kong-e-singapore-417.html)

Page 14: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 1

Investire dalla Cina verso India e Vietnam • Vietnam e India come alternative alla Cina• Costituire una società a partecipazione estera in Vietnam• Costituire una società a partecipazione estera in India• Hong Kong e Singapore; possibili holdings per investimenti in Asia?

Numero 2 • marzo e aprile 2013

da Dezan Shira & Associates

Page 15: Collezione China Briefing 2013

2 - ASIA BRIEFING

Cari Amici e Clienti,

Con il continuo aumentare dei costi operativi e di gestione in Cina, sempre più società stanno riflettendo sulla possibilità di trasferire o espandere parte delle proprie strutture produttive o di acquisto, attualmente in Cina, in altri mercati del Sud Est asiatico. Alla base di questo vi è anche l’interesse stesso della Cina che sta cercando di migrare da un’economia basata sull’esportazione e la produzione di prodotti di basso valore aggiunto ad un modello di crescita basato sul consumo interno e sugli investimenti mirati (con la conseguente pianificazione di aumento degli stipendi e introiti dei propri cittadini).

Allo stesso tempo, paesi come il Vietnam (ma non solo) cercano di attirare nuovi investimenti stranieri attraverso incentivi e trattamenti fiscali agevolati del tutto simili a quelli che hanno portato la Cina, a partire dall’inizio degli anni 80, alla sua posizione odierna di fucina produttiva mondiale. Anche l’India, con una manodopera abbondante, giovane ed economica, accoppiata ad un’economia di consumo di massa, assomiglia senz’ombra di dubbio alla Cina di vent’anni fa.

In questo numero di Asia Briefing, discuteremo il motivo per cui la Cina non è più l’unica soluzione per le attività basate sulla produzione o sul sourcing e vedremo come l’evoluzione del commercio in Asia dimostri che paesi come Vietnam e India ne rappresentino le concorrenziali alternative. Con questo presupposto, esamineremo gli scopi, i pro e i contro dei veicoli di ingresso al mercato che sono a disposizione dell’investitore straniero interessato ai due paesi. Andremo ad esaminare, inoltre, i vantaggi derivanti dall’utilizzo di Hong Kong o Singapore come base verso tali mercati asiatici. Commenteremo, infine, l’impatto che la Trans-Pacific Partnership avrà sui produttori con sede sia in Cina sia in Vietnam.

In periodi di forte cambiamento economico e di rapido spostamento della supply chain a livello globale, l’imprenditore di oggi si trova di fronte a delle scelte importanti per il posizionamente ma soprattutto per la sopravvivenza della propria azienda negli anni futuri. Mi auguro quindi che il contenuto di questo numero di Asia Briefing possa essere di stimolo nel considerare altri mercati oltre quelli tradizionali e quello cinese. Le opportunità non mancheranno di sicuro per chi sapra’ cogliere questo nuovo challenge.

Con i più cordiali saluti,Alberto VettorettiAmministratore Delegato, Dezan Shira & Associates, Editore, Asia Briefing

ASIA BRIEFINGNumero 2 • marzo e aprile 2013

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Alberto Vettoretti Head of Italian Desk

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Page 16: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 3

Dalla Cina verso India e Vietnam

Sommario

“L’evoluzione economica della Cina può probabilmente essere meglio spiegata con una opinione collettiva d’inizio millennio, secondo la quale, il XXI secolo sarebbe stato della Cina...Tuttavia, il XXI secolo sarà più propriamente intitolato come il “secolo dell’Asia”, e nonostante la Cina giochi un ruolo fondamentale in questo, anche altri paesi nella regione conquisteranno il loro status di potenza economica di prim’ordine”

Vietnam e India come alternative alla Cina

Costituire una società a partecipazione estera in Vietnam

Costituire una società a partecipazione estera in India

Hong Kong e Singapore; possibili holdings per investimenti in Asia?

p.4 p.6 p.8 p.10

Approfondimenti su Asia Briefing*

Opportunità nell’Asia emergente

Produrre e vendere in India, Vietnam e Birmania

Iniziare un’attività in India

Esportare dagli Stati Uniti ai consumatori della classe media asiatica

Iniziare un’attività in Cina

La vostra attività è troppo focalizzata sulla Cina? Quali sono le altre opportunita’ in Asia?

Ulteriori risorse per fare affari in Asia

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VIETNAM BRIEFINGVIETNAM BRIEFINGINDIA BRIEFINGINDIA BRIEFINGwww.india-briefing.com

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Page 17: Collezione China Briefing 2013

4 - ASIA BRIEFING

Vietnam e India come alternative alla CinaLa Cina non è l’unica risposta per la produzione orientata all’export e l’evoluzione del commercio asiatico dimostra che i modelli industriali e la supply chain sono in continua evoluzione e spostamento fra diversi paesi.

All’inizio del XXI secolo, vi erano

essenzialmente due scuole di

pensiero sulle opportunità in Cina.

La più in voga presentava la Cina

come un enorme mercato in cui

vendere a circa un miliardo e trecento milioni

di potenziali consumatori. La seconda vedeva

nella Cina una risorsa di forza lavoro giovane,

disponibile ed economica, nonché relativamente

qualificata e disciplinata. Mentre quest’ultima

scuola di pensiero si è dimostrata la forza

economica dominante degli ultimi vent’anni,

la politica del figlio unico (implementata in

tutta la Cina nel 1982) ha fatto sì che la risorsa

nazionale di manodopera a basso costo andasse

esaurendosi, attualmente ad una velocità sempre

piu’ sostenuta.

La Cina ha, oggi, una delle popolazioni in

più rapido invecchiamento al mondo, fatto

che pare non passare inosservato al governo

centrale. Consapevole di ereditare un’enorme

popolazione di cittadini anziani, ma ancora

potenzialmente poveri, la nomenclatura di

Pechino ha promulgato in pochi anni una serie

di politiche atte ad assicurare più liquidità ai

propri concittadini e ad implementare quello

che, secondo gli standard internazionali, si e’

rivelato essere un regime assicurativo su base

contributiva alquanto oneroso.

Queste politiche hanno avuto l ’effetto di

aumentare i salari minimi in tutto il paese ad una

media del 12,6% annuo tra il 2008 e il 2012, con

un impatto ancora piu’ marcato sui dipendenti di

livello più alto. Nel momento in cui si aggiungono

a questi salari gli oneri di previdenza sociale

obbligatoria di ogni dipendente e i contributi

per il fondo casa (all’incirca il 35-45% oltre lo

stipendio di ogni dipendente) capiamo bene

come i costi per il personale siano aumentati

rapidissimamente negli ultimi anni. Il fatto poi

che le spese per vivere (in primis per l’acquisto

della casa) siano schizzati alle stelle, soprattutto

nelle citta’ di prima fascia, ha comportato che il

cittadino cinese sia sempre alla ricerca di cambiare

datore di lavoro in vista di uno stipendio migliore

con conseguenti impatti negativi sul turnover

aziendale e sulla produttivita’ della forza lavoro.

L’aumento dei costi ha coinvolto un po’ tutte le

regioni cinesi. Lo spostamento di una fabbrica in

una regione dell’entroterra cinese, a prima vista

relativamente economica, si rivela un risparmio

“short-term”; in primo luogo perché questo

è gravato dai costi per le infrastrutture ed il

trasporto (che colpiscono non poco alcuni settori

export-oriented), in secondo luogo perché anche

queste aree stanno sperimentando un sostanziale

aumento delle spese salariali e dei costi in genere.

Se da una parte questo rappresenta una

buona notizia per chi desidera vendere in

Cina, dall’altra sta diventando sempre più

difficile per le attività orientate all’esportazione

giustificare qui la propria presenza, tranne il

caso in cui parte della produzione sia destinata

al mercato locale oppure in settori dove

ancora esistono dei discreti margini industriali

oppure in nicchie industriali di eccellenza.

Quali sono le alternative dunque guardando agli

altri paesi limitrofi?

VietnamLa concorrenza per questo tipo di modello

industriale, ovvero la produzione finalizzata

all’ esportazione, sta iniziando a farsi sentire in

diversi paesi asiatici (soprattutto del sud est

asiatico) ove i costi fissi sono generalmente

inferiori rispetto alla Cina. Inoltre, vista l’entrata

in vigore a partire dal 2015 (e anni successivi)

degli accordi di libero scambio tra Cina e gruppo

ASEAN nonche’ intra-ASEAN (associazione delle

nazioni del sud est asiatico), sara’ possibile alle

industrie con base in questi ultimi, come il

Vietnam, vendere i propri prodotti nel mercato

cinese senza dazi doganali. Questo potra’ portare

ad una produzione relativamente low cost al di

fuori della Cina con la possibilita’ di poter vendere

tali prodotti a tariffe agevolate in tutta l’Asia.

Se sommiamo a questi benefici commerciali

il fatto che il Vietnam e’ molto competitivo

a livello salariale e di affiti, allora possiamo

considerare questo paese come una buona

base alternativa alla produzione “made in China”.

Il paese ha di recente approvato la riduzione,

a partire dal 1 gennaio 2014, dell’imposta sul

profitto societario di due punti al di sotto di quella

cinese (in Cina la tassa sul profitto d’impresa e’

del 25%) e, come fece la Cina vent’anni fa, ha

introdotto normative di lungo e medio respiro

per favorire investimenti produttivi all’interno

dei propri confini. Importazioni di macchinari in

esenzione di dazi e IVA, periodi di sospensione

d’imposta, riduzione di aliquote, periodi di tax-

free sono disponibili per quelle industrie che

desiderano localizzzare la propria sede produttiva

in Vietnam (da notare che alcuni dei benefici

sono applicabili solamente in zone geografiche

specifiche oppure per particolari industrie).

Molti ancora ritengono che le infrastrutture

in Vietnam non possano per nulla competere

con quelle cinesi, ma anche questo aspetto

sta cambiando, in modo rapido, da quando il

governo vietnamita ha introdotto imponenti

progetti edilizi e piani di sviluppo per strade,

ferrovie e porti. Nel percorrere il tragitto dagli

aeroporti di Hanoi e Ho Chi Minh verso le

rispettive aree cittadine, si avrà un’immediata

fotografia dello sviluppo delle infrastrutture su

larga scala che sta avvenendo oggi nel Paese. Ed

è bene ricordare che non molto tempo fa la Cina

stessa somigliava ad un unico grande cantiere.

Ovviamente, il livello odierno di infrastrutture

cinese e’ superiore a quello vietnamita, tuttavia,

nel medio e lungo periodo tali differenze

tenderanno ad assottigliarsi sempre di piu’.

Ulteriori elementi sono qui in gioco: gli Stati Uniti

(ma non solo), in modo sempre più circospetto,

cominciano a temere il rischio di essere sempre

piu’ dipendenti (e quindi ricattabili) dagli acquisti

dalla sola Cina. I campanelli d’allarme hanno

iniziato a suonare, a livello internazionale, quando

la Cina ha recentemente tagliato la fornitura

Page 18: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 5

The Emergence of Vietnam and India as China Alternatives

CHINA

VIETNAM

INDIA

di minerali rari al Giappone, in seguito ad un

battibecco politico, scatenando una serie di

proteste da altri paesi sempre piu’ preoccupati

dalla tendenza della Cina a far leva sulla propria

potenza commerciale per ottenere una posizione

sempre piu’ egemone in settori industriali

strategici. Proteggersi dal “rischio Cina” è quindi

un un’altro fattore molto importante alla base

della diffusione della produzione in tutta l’Asia.

IndiaAnche l ’ India, al momento, rappresenta

un’attraente alternativa alla Cina di oggi,

poiché somiglia in gran misura al celeste

impero di vent’anni fa, con il suo enorme

mercato di consumo e un’abbondante,

g i o v a n e e d e c o n o m i c a fo r z a l a v o ro .

In generale, i costi operativi in India sono molto

più contenuti rispetto alla Cina e, come succede

in Vietnam, qualunque businessman arrivi nei

nuovi aeroporti internazionali di Delhi o Mumbai,

o percorra l’autostrada per arrivare in centro

città, non può che rimanere impressionato

dalla portata dello sviluppo: cantieri e gru sono

ovunque, poiché il paese sta rapidamente

r imodernando le proprie infrastrutture.

Ne è un classico esempio anche Chennai, città

portuale dell’India orientale. Mentre i media si

concentrano su Delhi e Mumbai, si trova qui la

terza più grande popolazione di espatriati in India.

È anche la base produttiva di multinazionali come

Nokia, Bmw, Siemens, Dell, Motorola e Foxconn e

molti altri ancora, ed è anche il quartiere generale

asiatico e il back office operativo di molte

istituzioni finanziarie internazionali.

C’è poi la questione della classe media indiana,

che al momento è della stessa portata numerica

di quella cinese, ossia 250 milioni di persone,

il che fa del paese una stella nascente vista la

possibilità di produrre per l’esportazione nonché

per il mercato locale. Al momento attuale, l’India

è uno dei pochi paesi in cui vanno di pari passo

una manodopera a basso costo e un enorme ricca

classe di consumatori.

In conclusione, gli investitori capaci di guardare

oltre i perenni problemi dell’India, come le

inadeguate (ma in via di miglioramento)

infrastrutture e un numeroso, chiassoso governo

democratico che a volte è lento nell’implementare

le riforme necessarie, saranno in grado di dare un

valore aggiunto alle loro operazioni internazionali

tramite gli investimenti in questo paese.

ConclusioniAbbiamo visto come, da un punto di vista

demografico, la popolazione cinese in età

da lavoro sta invecchiando velocemente e

diventando sempre più costosa. Questo e’ un

dato di fatto che influenzera’ l’andamento del

costo del lavoro negli anni a seguire. Se a questo

aggiungiamo la generale diminuzione della

economicita’ del fare affari in Cina (aumento

delle materie prime, degli affitti, del costo della

vita in genere, etc.) allora possiamo capire

come altri paesi limitrofi si stiano affacciando

prepotentemente sul mercato offrendo valide

alternative per quelle produzioni rivolte all’export

in molti settori industriali. Il Vietnam in particolare

(ma anche l’Indonesia), stanno guidando la

nuova ondata asiatica di mete preferenziali per

la produzione low cost volta all’esportazione,

mentre l’India offre, oggi, non solo opportunità

di questo genere ma, come la Cina, anche la

possibilità di vendere i propri prodotti ad una

crescente e benestante classe media indigena.

L’evoluzione economica della Cina può

probabilmente essere meglio spiegata con una

opinione collettiva d’inizio millennio, secondo

la quale, il XXI secolo sarebbe stato della Cina

tanto quanto il XI secolo e’ stato dominato

dall’Impero Britannico e il XX secolo ha visto

l’egemonia dell’America. Tuttavia, il XXI secolo

sarà più propriamente intitolato come il “secolo

dell’Asia”, e nonostante la Cina giochi un ruolo

fondamentale in questo, anche altri paesi nella

regione conquisteranno il loro status di potenza

economica di prim’ordine.

CHINAPro: • Infrastrutture sviluppate • Manodopera qualificata • Supply chain assodata • Presenza classe media benestante • Stabilita’ paeseContro: • Costi manodopera (e altri) in salita • Saturazione del mercato • Continui conflitti regionaliRNL pro capite (2011) US$4,940

VIETNAMPro: • Costo manodopera basso • Aliquote imposte societarie competitive • Incentivi governativi • Connessione ASEAN • Stabilita’ paeseContro: • Infrastrutture da migliorare • Problemi macroeconomici (inflazione e costo del denaro) • Accesso al credito localeRNL pro capite (2011) US$1,270

INDIAPro: • Costo manodopera basso • Presenza classe media benestante • Riforme recentiContro: • Imposte societarie alte • Infrastrutture carenti • BurocraziaRNL pro capite (2011) US$1,410

Nota: Il reddito nazionale lordo pro capite è su base nominale, ottenuto utilizzando il metodo Atlas della Banca Mondiale.

Valutazione del mercato dell’Asia emergente: Cina, India e Vietnam

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Asia Briefing, uscita gennaio/febbraio

“ASEAN 2015: siete pronti?”ARE YOU READY FOR ASEAN 2015?Free trade agreements and economic partnerships are dramatically changing Asia’s business opportunities

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Inside This Issue:

Why ASEAN isImportant for Your Asia Business StrategyThe term “ASEAN” is cropping up more often these days, yet st i l l many businesses globally remain unaware of its impending impact on trade and the supply chain.

Inter-Asia Trade FlowsWe outline the fastest growing China trade corridors.

Using Singapore as a Base for Asia ExpansionAs a fi nancial and services hub, Singapore is the new corporate base for Asia.

Vietnam as a Manufacturing Destination for Sales to ChinaAs China labor becomes more expensive, Vietnam’s factories are poised to fi ll the cost gap.

Issue 1 • January and February 2013

From Dezan Shira & Associates

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Per ulteriori informazioni commerciali, legali, fiscali e operative sugli investimenti esteri in Asia.

ASIA BRIEFING

www.asiabriefing.com/news www.asiabriefing.com www.asiabriefing.com/store

Page 19: Collezione China Briefing 2013

6 - ASIA BRIEFING

Costituire una società a partecipazione estera in Vietnam

– A cura di Hoang Thu Huyen e My Nguyen, Dezan Shira & Associates Vietnam

Esistono due principali veicoli d’ingresso

per gli investimenti stranieri in Vietnam:

Società a partecipazione estera al

100% (Foreign Owned Enterprise o

FOE) e società in joint-venture (JVE).

Le società a partecipazione estera al 100%

possono essere costituite da uno o più investitori

stranieri, sia in forma di società a responsabilità

limitata (limited liability company, LLC) sia come

società per azioni (joint-stock company, JSC). Le

società in joint-venture possono essere costituite

in forma di LLC, JSC o società di persone, e i

profitti e rischi sono distribuiti tra le parti in

proporzione al capitale apportato secondo

l’atto costitutivo. Altre opzioni per stabilire una

presenza commerciale in Vietnam comprendono

uffici di rappresentanza e filiali, che tuttavia non

sono entità legali per se’.

In questo articolo, discuteremo i requisiti di

costituzione, gli scopi, così come i pro e i contro

dei seguenti veicoli d’ingresso per gli investimenti

stranieri:

• Società a responsabilità limitata, LLC

• Società per azioni, JSC

• Società di persone

• Uffici di rappresentanza

• Filiali

• Contratti di cooperazione commerciale

• Progetti specifici autorizzati

Società a responsabilità limitata, LLCLe società straniere al 100% (FOE) possono essere

costituite in forma di società a responsabilità

limitata (LLC). In una società a responsabilità

limitata (LLC), i soci rispondono soltanto per

i debiti della società nella misura del capitale

apportato nella stessa.

Non c’è, di norma, un capitale minimo necessario

per la costituzione di una LLC in Vietnam,

sebbene le autorità si aspettino che gli investitori

impegnino un capitale iniziale di ragionevole

entità, in base alla portata dell’oggetto sociale

in questione.

Una LLC può avere un socio unico o più soci, che

non possono però eccedere le cinquanta di unità

totali. L’investitore può essere sia una società di

capitali sia un individuo.

Una LLC non può emettere azioni.

Società per azioni, JSCLe società a partecipazione straniera e le joint-

venture possono essere costituite in forma di

società per azioni (JSC). Una JSC può emettere

obbligazioni e altri titoli, pertanto, se si prevede

una futura quotazione in borsa, l’investitore

opterà per questo tipo di società.

Il capitale sociale all’atto della costituzione si

compone di azioni appartenenti ai soci fondatori

nella misura del capitale che hanno sottoscritto.

Non c’è, per l’investitore straniero, un capitale

minimo richiesto alla costituzione.

Sono necessari almeno tre azionisti per costituire

una JSC. Non c’è limite massimo al numero degli

azionisti, o alla loro natura: infatti possono essere

individui o istituzioni, locali o stranieri.

Società di personeUna società di persone è un’entità giuridica

costituita da almeno due individui che sono soci

della stessa società e comproprietari dell’impresa.

Questi sono i soci accomandatari e rispondono

illimitatamente delle obbligazioni della società.

Inoltre, una società di persone può avere soci

accomandanti (individui o persone giuridiche)

che contribuiscono soltanto a una parte del

capitale apportato e hanno responsabilità e diritti

limitati nelle operazioni della società stessa.

Uffici di rappresentanzaContrariamente alle joint-venture e alle società

a totale partecipazione estera, un ufficio di

rappresentanza (RO) non può condurre alcuna

attività che generi dei ricavi diretti. Un RO,

piuttosto, può condurre ricerche di mercato,

fungere da liaison con la società madre estera e-o

svolgere altri ruoli di supporto, come coordinare

controlli di qualità, allestire showroom ed

agevolare l’esecuzione dei contratti della società

madre. Contrariamente a certi altri paesi asiatici,

un RO in Vietnam può assumere direttamente il

proprio personale.

Imposte societarie

0%

10%

CinaVietnam

5% 10%

25%

25%

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30%

Imposta sul protto d'impresa*

Imposta sul valore aggiunto

Imposizione standard sul rimpatrio dei dividendi

17% 3% 6% 11%

* Nota: L’aliquota

dell’imposta sul profitto

d’impresa diminuirà al

23% dal 1 gennaio 2014

Page 20: Collezione China Briefing 2013

Per costituire un RO, la società investitrice deve

aver condotto attività nel proprio paese per

almeno un anno.

Filiali Una filiale è un’entità sussidiaria di una società

madre e, secondo il diritto vietnamita, non

costituisce un’entità giuridica distinta.

Diversamente da un RO, una filiale è autorizzata

a svolgere attività di business, sebbene la

legge proibisca di portare avanti attività

commerciali diverse da quelle stabilite nella

licenza commerciale della società madre. Se una

filiale conduce attività in un settore sottoposto

a restrizioni, le è concesso operare solamente a

determinate condizioni.

Per costituire una filiale, la società madre deve

aver condotto attività nel proprio paese per

almeno cinque anni.

Strutture alternativeContratt i d i cooperaz ione commercialeUn contratto di cooperazione commerciale si

stipula tra più parti, tipicamente tra un investitore

straniero e una società locale o il governo, con

l’obbiettivo di condurre congiuntamente delle

attività, sulla base della reciproca distribuzione e

condivisione di profitti e perdite, senza creare o

costituire una entità giuridica in Vietnam. Questo

modello di business è un mezzo di finanziamento

privato, senza trasferimento del controllo di

gestione ad un partner straniero.

Progetti specifici autorizzatiContratti denominati build-operate-transfer,

build-transfer-operate e build-transfer sono

progetti specifici portati avanti da investitori

stranieri e da un’agenzia governativa autorizzata.

Questi ulteriori mezzi di investimento sono stati

introdotti in Vietnam per attirare capitali esteri

nel settore delle infrastrutture. L’oggetto sociale

può variare dal commercio, all’elettricità, alla

produzione o a un numero di settori soggetti a

restrizione, come stabilito dal governo.

La differenza tra questi tipi di contratto riguarda

il momento in cui la proprietà del progetto

viene trasferita al governo locale, ossia dopo

che l’investitore ha iniziato il progetto, prima che

l’investitore cominci le operazioni sul progetto,

o immediatamente dopo il completamento del

progetto.

Opzioni per l’entrata nel mercato vietnamita con entità a partecipazione esteraForma Scopi Pro Contro

Società a responsabilità limitata, LLC

• Entità giuridica distinta • Responsabilità limitata all’apporto di capitale societario

• Nessuna restrizione di oggetto sociale approvato

• Impossibilità di emettere azioni• Massimo 50 soci

Società per azioni, JSC

• Entità giuridica distinta • Responsabilità limitata all’apporto di capitale societario

• Nessuna restrizione di oggetto sociale approvato

• Possibilità di emettere azioni e di quotarsi in borsa

• Nessuna limitazione al tetto massimo di azionisti

• Tre o più azionisti obbligatori• Necessario un consiglio di supervisori

per la maggior parte delle società per azioni a seconda del tipo di investitori

Società di persone

• Entità giuridica in parte distinta• Generalmente utilizzate per

servizi professionali offerti da individui (ad esempio architetti)

• Uno dei soci può essere escluso dalla responsabilità illimitata

• Necessari almeno due soci accomandatari

• Illimitatamente responsabili delle obbligazioni della società

Ufficio di rappresentanza

• Entità giuridica non distinta• Attività di ricerche di mercato• Liaison con la società madre

estera• Attività di supporto

• Semplice procedura di registrazione • Attività limitata sul territorio• Non puo’ essere “trasformato” oppure

upgraded in altri tipi di societa’ menzionate

• Responsabilita’ finale in capo alla societa’ madre

Filiale • Entità giuridica non distinta• Attività commerciali all’interno

dell’oggetto sociale della società madre

• Possibilità di condurre attività commerciale all’interno dell’oggetto sociale della società madre

• Oggetto sociale limitato a quello della società madre estera

• Responsabilita’ finale in capo alla societa’ madre

Aggiornamenti giornalieri e pubblicazioni trimestrali. Abbonamento annuale inclusa la guida per fare affari in Vietnam di 173 pagine a colori.

In marzo il nuovo numero di Vietnam Briefing in Inglese

“Re-Evaluating Your Vietnam Representative Office”

April 2013 | VIETNAM BRIEFING - 1

Scan this QR code withyour smartphone to visit:

www.vietnam-briefi ng.com/newsIssue 14 • March 2013

From Dezan Shira & Associates

Re-evaluating Your Vietnam Representative Offi ce • Upgrading Your RO• Liquidating Your RO• Vietnam’s Company Closure Process

Per ulteriori informazioni commerciali, legali, fiscali e operative sugli investimenti esteri in Vietnam.

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Page 21: Collezione China Briefing 2013

8 - ASIA BRIEFING

Costituire una società a partecipazione estera in India

A cura di Gunjan Sinha, Dezan Shira & Associates India

Èpossibile investire in India tramite una

varietà di entità giuridiche, la cui scelta

dipende dal tipo di progetto che si

intende condurre nel paese.

Andremo qui a discutere i requisiti per la

costituzione, nonché vantaggi e svantaggi, di

ogni tipo di entità che può essere costituita per

iniziare un’attività in India.

Ufficio di rappresentanza (Liaison Office)Una società estera può aprire in India un ufficio

di rappresentanza (liaison office) per condurre le

seguenti attività:

• Rappresentanza in India della società madre/

gruppo

• Promozione di esportazioni/importazioni da e

verso l’India

• Promozione di collaborazioni tecniche o

finanziarie tra società madre/gruppo e società

indiane

• Canale di comunicazione tra la società madre

e le società indiane

Non è permesso ad un ufficio di rappresentanza

iniziare alcuna attività commerciale, di scambio o

industriale, in modo diretto o indiretto. Esso deve

essere in grado di mantenersi attraverso l’invio di

denaro, mediante istituti bancari, da parte della

società madre estera.

La società madre estera, per costituire un ufficio

di rappresentanza, deve avere un patrimonio

netto non inferiore ai 50.000 dollari americani

e tre anni di utili comprovati nel paese di

origine. Le richieste per costituire un ufficio di

rappresentanza vanno inviate alla Reserve Bank

of India e la licenza per l’attività è generalmente

concessa per un periodo di tre anni (dopo i quali

deve essere rinnovata).

Nel gestire un ufficio di rappresentanza in India è

necessario porre particolare attenzione ad evitare

l’innesco dello status di stabile organizzazione sul

territorio (PE), che farebbe considerare l’ufficio

al pari di un’entità estera ai fini fiscali. Lo status

di stabile organizzazione si innesca quando si

stabilisce una connessione economica diretta tra

l’ufficio di rappresentanza e la società madre. Nel

caso in cui ci sia il progetto da parte della società

madre di innescare questo status, potrebbe

essere più appropriato costituire una filiale, un

ufficio a progetto o una società a responsabilità

limitata.

FilialiLe società estere, che conducono attività di produzione e scambi al di fuori dell’India, possono aprire una filiale per gli scopi qui elencati:

• rappresentare la società madre estera o altre

società estere in diverse situazioni, ad esempio

agire da rappresentante per le compravendite

• condurre ricerche che coinvolgano la società

madre estera

• promuovere collaborazioni tecniche e

finanziarie tra le società indiane e la casa madre

o il gruppo estero

• erogare servizi professionali e di consulenza

• erogare servizi di IT e sviluppo software

• prestare supporto tecnico per i prodotti forniti

dalla società madre/dal gruppo

L’oggetto dell’attività consentito, per una

filiale, è più ampio di quello di un ufficio di

rappresentanza, tuttavia non è in genere ancora

consentito intraprendere attività nel commercio

al dettaglio, nella produzione o nella lavorazione

all’interno del paese. L’eccezione più rilevante in

questa regola si applica alle zone economiche

speciali, dove le filiali possono condurre attività

di produzione merci e fornitura di servizi. Non

è inoltre richiesta una particolare approvazione

dal governo per aprire una filiale in dette zone e

la procedura di costituzione è quella consueta.

Soltanto alle società che svolgono attività di

produzione o commercio all’estero, è permesso

aprire una filiale in India. Per poter aprire detta

filiale, la società madre estera deve avere un

patrimonio netto non inferiore ai 100.000

dollari americani e utili comprovati nei cinque

anni immediatamente precedenti. La richiesta

per costituire una filiale, come per l’ufficio di

rappresentanza, deve essere inviata alla Reserve

Bank of India e la licenza per l’attività è in genere

concessa per un periodo di tre anni (dopo i quali

deve essere rinnovata).

Ufficio progettoUn ufficio a progetto (Project Office), che è

essenzialmente una filiale allestita con l’unico

scopo di eseguire un progetto particolare,

consente alla società di costituire una presenza

15%

12.5%

30% 40%

25%

10%

17% 3% 6% 11%

ChinaIndia

Corporate income tax

Value-added tax

Standard tax on dividends(Overseas parent co.)

Standard tax on dividends(Non-resident co.)

0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% 40%

Corporate Taxes

Page 22: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 9

Setting Up a Foreign-Invested Enterprise in India

nel territorio per un periodo limitato di tempo. Gli

uffici a progetto sono particolarmente comuni tra

le società estere che realizzano progetti “chiavi

in mano”.

Una società, per poter eseguire un progetto nel

territorio e quindi costituire un ufficio a progetto,

deve garantirsi un contratto con una società

indiana. Il progetto deve essere:

• finanziato dall’estero

• finanziato da un’agenzia di finanziamenti

internazionale

• approvato dalla competente autorità; oppure

• basato su un contratto concluso da una società

o da un’entità in India, che a sua volta ha

ottenuto un prestito a termine da un istituto

finanziario o da una banca in loco.

Se il progetto non risponde ai suddetti criteri,

l’entità deve ottenere un’approvazione speciale

da parte della Reserve Bank of India. Gli uffici a

progetto possono svolgere attività soltanto per

eseguire il progetto approvato; sono proibite

tutte le altre attività non collegate.

Affiliate a totale partecipazione estera e joint-ventureUn’impresa estera che vuole intraprendere

attività, non previste nei limiti di un ufficio di

rappresentanza, una filiale o un ufficio progetto,

può costituire una società affiliata a totale

partecipazione estera (Wholly Owned Subsidiary)

o una joint-venture.

Entrambe queste entità hanno uno status

giuridico indipendente, in qualità di società

indiane, distinto dalla società madre estera.

Sia l’affiliata sia la joint-venture possono avere

la forma di una società a responsabilità limitata.

Per gli investitori stranieri in India, una società a

responsabilità limitata è la forma giuridica più

utilizzata e adatta poiché, rispetto a un ufficio di

rappresentanza o a un ufficio progetto, permette

un totale controllo sulle operazioni, limita la

responsabilità e prevede meno restrizioni sulle

attività economiche.

Opzioni per l’entrata nel mercato indiano con entità a partecipazione estera Forma Scopi Pro Contro

Ufficio di rappresentanza (Liaison Office)

• Promuovere scambi e collaborazioni con l’India

• Rappresentare la società madre in India

• Aprire la strada per futuri investimenti in India

• Relativamente semplice da costituire• Non è soggetto a tassazione in India

• Non sono concesse attività economiche

• Deve mantenersi attraverso finanziamenti dalla società madre

• Non costituisce entità giuridica distinta

Ufficio progetto (Project Office)

• Svolgere attività come da contratto

• Adatto per progetti straordinari• Non è soggetto a tassazione in India

• Esiste solo per la durata del contratto• Non è un’entità giuridica distinta

Filiale • Esportazione e importazione di beni

• Servizi professionali

• Oggetto dell’attività consentito più ampio rispetto all’ufficio di rappresentanza

• Relativamente semplice da costituire• Entità giuridica distinta

• Le attività condotte devono essere le stesse della società madre

• In genere non è concesso commercio al dettaglio, produzione o lavorazione in India

Affiliata (Wholly-Owned Subsidiary)

• Maggior scelta delle attività concesse sul territorio

• Controllo totale sulle operazioni• Responsabilità limitata per l’investitore straniero• Meno restrizioni sull’oggetto dell’attività• Entità giuridica distinta

• Opera su base continuativa, quindi relativamente difficile da liquidare

• Ai costi operativi vanno aggiunti quelli per la verifica di conformità annuale

Aggiornamenti giornalier i pubblicazioni trimestrali. Abbonamento annuale, inclusa la guida per fare business in India con 158 pagine a colori.

Nuova pubblicazione ora disponibile

“India’s Taxes for Foreign-invested Entities”

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Issue 18 • January 2013

From Dezan Shira & Associates

India’s Taxes for Foreign-investedEntities

Inside This Issue:

An Overview of India’s Taxes on BusinessIn this article, we give a brief overview of India’s major taxes and duties on business, as well as double taxation avoidance agreements.

Individual Income Tax Rates and DeductionsIndividual income tax (IIT ) payments are determined by income source, residency, amount, and other factors

India’s Tax Reforms in 2013The Indian Government has tabled a measure of reforms to be introduced to create a more favorable environment for foreign investment.

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Page 23: Collezione China Briefing 2013

10 - ASIA BRIEFING

Hong Kong e Singapore; possibili holdings per investimenti in Asia?

a cura di Joe Sze, Dezan Shira & Associates Hong Kong e Nathan Susanto, Dezan Shira & Associates Singapore

Le ragioni che spingono all’utilizzo di

una società intermediaria per investire

in Asia sono da ricercarsi nei non pochi

vantaggi di carattere strategico, fiscale,

pratico e amministrativo che essa puo’

portare all’investitore che si appresta a fare affari

nel continente.

Dal punto di vista strategico, avere una holding

unica che detiene le partecipazioni in varie societa’

nell’area puo’ semplificare, a livello cartaceo e

burocratico la gestione dei vari investimenti

nel continente asiatico nonche’ migliorare e

semplificare la gestione amministrativa tra le

controllate (pensiamo solamente al risparmio

temporale e monetario sulle notarizzazioni

necessarie in sede di costituzione societaria

oppure di estensione/modifica della licenza delle

controllate). Un’altro vantaggio si ha quanto si

vuole premiare o fidelizzare il responsabile di zona,

un key employee o un partner strategico con una

partecipazione azionaria al raggiungimeno di

certi risultati e questa puo’ essere direttamente

e comodamente corrisposta in seno alla

holding Co senza andare a toccare azionariato

e management/livello di controllo in capo

alla casa madre oppure alla controllata ultima.

Fiscalmente parlando, Hong Kong e Singapore

sono tra le piazze piu’ vantaggiose come

tassazione sul profitto d’impresa locale nonche’

godono di vantaggi dettati dai sempre piu’

numerosi trattati contro la doppia imposizione

firmati in questi ultimi anni. Da ricordare, a tal

proposito, che sia Hong Kong che Singapore

hanno di recente firmato un double tax

agreement (DTA) con l’Italia, di fatto iniziando il

processo di cancellazione di tali piazze offshore

dalla black list imposta dal governo italiano

riservata a quei paradisi fiscali a tassazione

esigua oppure nulla. Inoltre, l’uso di societa’

in entrambe le giurisdizioni puo’ abbassare il

livello di tassazione sui dividendi in entrata (se

determinati presupposti saranno soddisfatti) che

altrimenti si avrebbe rimpatriando gli utili dopo

imposte verso paesi tradizionali quali l’Italia.

L’uso di holding companies puo’ anche essere

visto come protezione aggiuntiva tra la casa

madre, in Italia ad esempio, e le proprie filiali

estere in Asia visto che sia su Hong Kong

che Singapore si possono costituire societa’ a

responsabilita’ limitata con capitali molto bassi

(1 dollaro di HK oppure 1 dollaro di Singapore

come minimo capitale versato).

Il dibattito sull’utilizzo di entità a Hong Kong o

Singapore, piuttosto che in altre giurisdizioni

estere come le Isole Vergini Britanniche (British

Virgin Islands), Cayman, etc., nasce dall’effettivo

utilizzo che si vuol fare della societa’, del budget

di gestione, dei DTAs e delle richieste in capo alle

singole giurisdizioni.

Nella tabella a fianco si possono notare alcune

delle differenze a livello fiscale/gestionale tra

Hong Kong e Singapore.

Quando si parla di Cina, le società di Hong Kong

traggono realmente vantaggio dal fatto di essere

geograficamente vicine al colosso asiatico. E’

ancora molto usata la struttura societa’ di HK +

ufficio di rappresentanza o societa’ di servizi in

Cina per condurre attivita’ di commercio o servizi

da e per la Cina. Hong Kong e’ inoltre beneficiario

del “Closer Economic Partnership Agreement o

CEPA” siglato con la Cina che permette alle società

di una certa levatura (con determinati requisiti di

personale, data di registrazione e numero di anni

di attivita’) di ottenere trattamenti agevolati per

gli investimenti diretti oltre confine.

Per quanto riguarda l’indice sulla facilità del

fare business, sia Hong Kong che Singapore

si classificano regolarmente entro le prime

tre posizioni a livello mondiale (l’Italia, nella

stessa classifica occupa la posizione n.73!).

Probabilmente, Singapore possiede un migliore

codice di governance societaria e trasparenza a

livello bancario e governativo rispetto ad Hong

Kong, dove alcuni standard stanno cominciando

a perdere posizioni a causa dell’influenza della

sovranità cinese. Detto ciò, l’utilizzo di Hong Kong,

per strutturare e gestire investimenti in Cina,

rappresenta una strada consolidata ed efficace.

Il vantaggio principale di Singapore risiede nel

fatto che la citta’ stato appartiene all’Associazione

delle Nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN). Le

società registrate a Singapore, incluse quelle a

partecipazione estera, hanno quindi i requisiti

di società locali e godono automaticamente

dei trattamenti fiscali privilegiati per commercio

e servizi applicabili ad operazioni intra-ASEAN.

Nel gruppo ASEAN troviamo le tigri asiatiche

Vietnam, Indonesia, Tailandia e Malesia, così come

le emergenti Cambogia, Laos e Myanmar. In caso

di strategie a medio-lungo termine che puntino al

sud est asiatico, avere una presenza a Singapore

puo’ rivelarsi un vantaggio fondamentale.

Il gruppo ASEAN ha inoltre in essere convenzioni

di libero scambio con la Cina e l’India (nonche’

con altri paesi); ciò significa che, di regola,

le imprese che intendono condurre attività

nell’Asia meridionale farebbero bene a stabilirsi

a Singapore, mentre per chi si concentra

principalmente sulla Cina sarebbe preferibile

scegliere Hong Kong. Tuttavia, non mancano

oggi anche le società che utilizzano entrambe le

giurisdizioni nella loro struttura societaria.

L’uso di una o dell’altra giurisdizione e’ un

argomento complesso e che non puo’ certo

essere generalizzato. Infatti, le componenti che

possono far pendere l’ago della bilancia verso

Hong Kong o Singapore sono molteplici e

spesso di non facile individuazione. Vi invitiamo

pertanto a continuare a seguici su Asia Briefing

per approfondire ulteriori aspetti pratici del fare

affari in Asia oppure a contattarci direttamente a

[email protected].

  Hong Kong Singapore

Aliquota sul profitto societario 16,5% 17%

Tassazione su dividendi generati in altre giurisdizioni

No No

Incentivi/sgravi fiscali per piccole medie imprese No Si

Imposta sul valore aggiunto (IVA) No Si

Revisione annuale obbligatoria Si No*

*per societa’ con certi requisiti di fatturato e azionariato;

Page 24: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 11

Ulteriori risorse

D: In che modo l’accordo commerciale Trans-Pacific Partnership influenzerà i produttori con base in Cina? Il Trans-Pacific Partnership è un blocco commerciale che gli Stati Uniti stanno, al momento, negoziando

con 10 paesi: Australia, Brunei, Canada, Cile, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Singapore

e Vietnam. Altri paesi, che hanno espresso interesse ad entrare a far parte dell’accordo, sono ad

esempio Colombia, Costa Rica, Giappone, Laos, Filippine, Taiwan e Thailandia. L’accordo esclude

in modo specifico la Cina continentale, poiché gli Stati Uniti intendono agevolare lo sviluppo di

altri mercati produttivi, alternativi alla Cina. Come è ovvio dedurre, la Cina è fortemente critica sulla

natura di tale accordo.

Si attende un primo riscontro quest’anno, quando si concluderanno le negoziazioni tra Stati Uniti e

Vietnam, relative alle tariffe applicabili. Sarà in particolar modo interessato il settore tessile, così come

altri settori light manufacturing. Nel caso del Vietnam, l’accordo cerca di incoraggiare il miglioramento

di molti prodotti di origine vietnamita. Attualmente, l’80% del materiale tessile del paese non

corrisponde agli standard qualitativi americani e non può essere importato in America. Uno dei risvolti

attesi dalla Trans-Pacific Partnership, di conseguenza, è un incremento degli investimenti americani

nella tecnologia e nel know-how di produzione, che aiuterà le società vietnamite a raggiungere gli

standard qualitativi internazionali.

Ci si attende che questo accordo, affiancato alle basse aliquote fiscali e alle esenzioni Iva nelle zone di

lavorazione e di esportazione, farà del Vietnam un’importante concorrente per l’industria produttiva

orientata all’esportazione di beni destinati al mercato americano e questo porterà ad una perdita

economica di una certa rilevanza per la Cina.

Domande sulle vostre attività in Cina e Asia? Scriveteci a [email protected]

Le domande selezionate riceveranno risposta qui oppure su www.asiabriefing.com.

Domande e risposte

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NewsAsia Briefing Notizie presenta contenuti

esc lus iv i per l ’a rea panas iat ica ,

analizzando le dinamiche commerciali,

i costi e i flussi degli investimenti nella

regione. Questa sezione, inoltre, funge

da portale per le più importanti notizie

economiche e normative del momento

su Cina, India, ASEAN e altre economie

asiatiche.

Multimedia Le nostre serie multimediali di interviste,

podcast, presentazioni e webminar

contengono utili informazioni su come

costituire e operare un’attività in Asia.

URL Venite a trovarci su www.asiabriefing.com

Bookstore La libreria di Asia Briefing offre la

completa collezione delle pubblicazioni

economiche per Cina, India, Vietnam,

Singapore e altri paesi chiave in Asia.

Prossimi eventiI professionisti di Dezan Shira & Associates

parteciperanno come relatori a molti

eventi internazionali sull’economia e

sugli investimenti. È disponibile qui il

programma di questi eventi.

Business LibraryQualora cerchiate analisi di mercato,

relazioni industriali o informazioni

normative, potrete trovare risposte alle

vostre domande nella libreria di Dezan

Shira & Associates.

Page 25: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 1

Numero 3 • maggio e giugno 2013

Introduzione alle zone di investimento in Asia • Capire quali sono le zone di investimento in Asia• Le zone di investimento in Cina• Le zone di investimento in India • Le zone di investimento in Vietnam• Riepilogo sulle zone di investimento dell’ASEAN

da Dezan Shira & Associates

Page 26: Collezione China Briefing 2013

2 - ASIA BRIEFING

ASIA BRIEFINGNumero 3 • maggio e giugno 2013

Ulteriori fonti disponibili su www.asiabriefing.com

Introduzione

Tutto il materiale e tutti i contenuti sono protetti da © 2013 Asia Briefing Ltd. Non è permessa nessuna riproduzione, copia o traduzione di materiale senza il consenso preventivo dell’editore.

La copertina artistica di questo meseNatura morta II

Olio su tela, 90 x 80 cmTran Luu Hau

GREEN PALM Gallery, Hanoi, Vietnam [email protected]

http://greenpalmgallery.com+84 91 321 8496

Cari lettori,

L’utilizzo di zone economiche speciali, nelle loro diverse vesti, è stato un modello efficiente messo in atto dalla Cina nel corso degli ultimi 25 anni, per aiutare sia gli investitori stranieri che le aziende locali a costituire aziende in aree ove una tassazione favorevole avesse potuto attrarre capitali, know-how e risorse umane di prim’ordine contribuendo di conseguenza allo sviluppo locale e nazionale. Inizialmente, diverse zone di sviluppo permettevano all’investitore straniero di introdurre in un paese componenti destinati all’assemblaggio, senza dover pagare le tasse di importazione. Gli investitori potevano poi aggiungere componenti prodotti localmente, assemblarli nel prodotto finale e immagazzinare il prodotto (in esenzione da imposte) prima di poterlo poi esportare e vendere all’estero.

La Cina ha dimostrato un utilizzo straordinario di queste zone di sviluppo create ad hoc, e, attualmente, ne annovera diversi tipi per soddisfare esigenze anche molto diverse tra loro. Il concetto fondamentale rimane tuttavia lo stesso ovvero garantire benefici fiscali, amministrativi e logistici al fine di mettere assieme un prodotto oppure un servizio di valore aggiunto destinato principalmente all’export ma anche, sempre di più, al mercato domestico. Questo modus operandi è ormai ampiamente diffuso in Asia e a livello internazionale. Tuttavia, la natura delle zone nonché la loro terminologia differiscono da paese a paese, così come differiscono gli standard delle zone disponibili e ovviamente i loro costi. Esistono anche differenze qualitative nella gestione operativa tra le zone amministrate dal governo - che mettono a disposizione funzionari doganali ben preparati - e quelle gestite privatamente - che possono essere meno organizzate.

Con centinaia di zone economiche e di sviluppo presenti in questa regione, sarebbe impossibile analizzarle tutte in un solo numero della nostra rivista. Tuttavia, ci auguriamo che questa pubblicazione offra le basi fondamentali per comprendere come lo studio di diverse aree e i relativi benefici che queste possono portare all’investitore straniero sia da considerarsi come uno step importantissimo al fine di una eventuale delocalizzazione produttiva oppure altro tipo di investimento in Asia. Qualora ci sia una tipologia di zona non menzionata nel nostro report oppure qualora vogliate sapere quale sia l’ubicazione migliore per il vostro investimento, non esitate a contattarci a [email protected]

Con i più cordiali saluti,Alberto VettorettiAmministratore Delegato, Dezan Shira & Associates, Editore, Asia Briefing

Alberto Vettoretti Head of Italian Desk

Aggiornamenti normativiwww.dezshira.com/it

Investire in Asia www.asiabriefing.com

Multimediawww.asiabriefing.com/multimedia

[email protected]

Notizie su Asia Briefingwww.asiabriefing.com/news

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Page 27: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 3

Introduzione alle Zone di Investimento in Asia

Contenuti

“Con la crescente influenza dell’ASEAN sul commercio cinese e della Cina sull’ASEAN, il ruolo delle zone di investimento in tutta l’Asia sarà fondamentale per il futuro successo di migliaia di aziende e delle economie locali in cui tali aziende si stabiliscono.”

Capire quali sono le zone di investimento in Asia

Zone di investimento in Cina

Zone di investimento in India

Zone di investimento in Vietnam

Altri aggiornamenti sulle Zone di Investimento in Asia

pag.4 pag.6 pag.8 pag.10 pag.11

Approfondimenti su Asia Briefing*

Tasse e imposte sulle importazioni e le esportazioni in Cina

Hong Kong o Singapore come holding per investimenti in Asia?

Shanghai crea la prima Zona di Libero Scambio in Cina

Il governo indiano aumenta gli incentivi all’esportazione

Il Vietnam rivede i dazi sulle importazioni

L’India stabilisce Zone di Scambio manifatturiero e di investimento nazionale Usate il vostro smartphone per leggere il codice QR e scaricare l’applicazione per cellulare di Asia Briefing.

Ulteriori risorse per fare affari in Asia

www.china-briefing.com

www.aseanbriefing.com www.india-briefing.com

INDIA BRIEFINGINDIA BRIEFINGwww.vietnam-briefing.com

VIETNAM BRIEFINGVIETNAM BRIEFING

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Page 28: Collezione China Briefing 2013

4 - ASIA BRIEFING

Capire quali sono le zone di investimento in Asia

Grazie al successo delle zone economiche speciali in Cina (con particolare menzione alla special economic zone di Shenzhen che ha fatto da precursore a tutte le altre aree di sviluppo che sono venute dopo) negli anni 80 e 90, le zone di investimento in Asia sono proliferate come

catalizzatori di riforme e sviluppo economico nonché come terreno fertile per investimenti locali e stranieri.

Nonostante il progetto di Shenzhen fosse nato come un’intera area metropolitana, separata dal resto della Cina, nel caso l’esperimento capitalista non fosse andato a buon fine, il concetto di zona, anche se non nuovo, ha preso piede celermente nell’ultimo ventennio. Shenzhen è stata rapidamente divisa in una serie di zone diverse, alcune concentrate sul settore dell’estrazione di petrolio e gas (Porto di Shekou), altre invece successivamente orientate alla produzione per l’esportazione. Più tardi ancora sono seguite zone dedicate alla tecnologia di punta e altre applicazioni industriali specifiche. Altre città e aree delimitate in tutta la Cina hanno poi seguito lo stesso modello che si è ora diffuso in tutta l’Asia.

Questo fenomeno ha però dato origine a questioni di terminologia regionale rendendo difficile capire, in fase iniziale, quali benefici offrono diverse zone e qualora una zona presenti caratteristiche simili ad un’altra. Ha anche dato origine alla creazione di zone da parte di governi locali che, di fatto, non aderiscono alle linee guida del governo centrale, e, come avviene in India, alla creazione un po’ casuale di zone nel settore privato che non sempre hanno dimostrato di essere ben gestite o che non possiedono un’infrastruttura ottimale. Un’analisi attenta e precisa è essenziale per determinare le zone che possono realmente portare dei vantaggi rispetto a quelle che sono essenzialmente un’operazione d’immagine. È essenziale praticare una buona due diligence, quando si vuole capire quello che una zona di sviluppo può portare alla propria attività e se le capacità reali sono effettivamente corrispondenti a quanto dichiarato. Non c’è comunque dubbio che utilizzare i servizi di una zona di sviluppo ben gestita e dotata di una buona infrastruttura possa aumentare in modo significativo il successo della propria attività e aiutare a sviluppare opportunità nei mercati emergenti in tutta l’Asia e altrove.

I vantaggi dello stabilirsi in una zona di investimentoNumerosi sono i vantaggi legati alle zone di investimento, i quali costituiscono elementi attraenti per gli investitori che cercano canali semplificati per beneficiare di manodopera a basso costo, accesso a supply chain locale nonché di altre opportunità.

• Politiche preferenziali;• Supporto e partecipazione del governo;

• Autonomia gestionale e decisionale;• Disponibilità delle risorse; e• Tecnologia, apprendimento e innovazione.

Politiche preferenziali rispetto ad altre zone Le zone di investimento ricevono una serie di benefici normativi e privilegi che mirano alla riduzione del costo dell’investimento e alla facilitazione di importazioni ed esportazioni. Questi benefici possono includere una diminuzione del costo del terreno, rimborsi ed esenzioni fiscali, sdoganamento agevolato e facilità di accesso ai mercati domestici. Alcune zone hanno anche la capacità di offrire esenzioni fiscali rispetto all’aliquota nazionale standard.

Supporto e partecipazione del governoIl supporto del governo nelle zone di investimento permette agli investitori stranieri di ricevere aiuto in diversi termini e ambiti. Innanzitutto, col desiderio di attrarre gli investitori stranieri e far crescere l’occupazione e la ricchezza economica dell’area, il management della zona sarà spesso rapido nel rispondere ai cambiamenti di esigenze concernenti variazioni normative o fluttuazioni del mercato. I governi locali possono anche fornire assistenza contabile, legale, di marketing e di consulenza per aiutare gli investitori stessi. Questo indica la volontà di stimolare la crescita di queste aree, implementando un contesto politico migliore che porti a standard legali e normativi più trasparenti. Anche se esistono zone di sviluppo gestite a livello privato, è preferibile rivolgersi a quelle amministrate dal governo. Questo perché, in linea generale, tali aree sono amministrate meglio e hanno servizi governativi essenziali di supporto come la dogana interna, free trade zones e migliori infrastrutture a portata di mano.

Disponibilità delle risorseLe zone che si specializzano in determinate industrie/settori hanno solitamente accesso a risorse specifiche e competenze adatte agli investitori rintracciabili o disponibili nella zona stessa oppure nelle immediate vicinanze.

Tecnologia, apprendimento e innovazioneLe zone di sviluppo sono spesso centri caratterizzati da creatività e innovazione, grazie agli incentivi governativi, alla concorrenza tra gli operatori presenti e alla disponibilità di manodopera altamente specializzata.

Page 29: Collezione China Briefing 2013

Capire quali sono le zone di investimento in Asia

Fattori da considerare quando si sceglie una zonaInnanzi tutto, il tipo di zona adatta ad un investitore dipende dalle esigenze specifiche della sua attività, ovvero l’industria, le previsioni di importazione/esportazione, l’ubicazione geografica dei fornitori, le esigenze di manodopera/terreno/fonti di energia e la portata delle operazioni. I fattori che portano un investitore in una determinata zona di investimento e un altro investitore altrove sono generalmente unici e specifici per ogni progetto. Quindi il primo passo nella selezione della zona di investimento sta nell’auto-valutazione delle priorità relative alla propria azienda.

Distanza dai porti

Economia/governo locale

Ubicazione rispetto ai fornitori

Disponibilità di manodopera

Ampiezza e qualità della rete

dei trasporti

Gestione/Amministrazione

della zona

Piani di futura espansione/

ristrutturazione

Servizi offertiCosto del

terreno/affitto

Scegliere una zona di sviluppo

Fattori da considerare

Una volta stabilite queste priorità, è consigliabile lavorare con uno studio di consulenza per ridurre ulteriormente la lista di possibili zone. In qualsiasi area d’interesse, è bene cercare l’elenco delle aziende già presenti in quella zona. Se la zona è occupata da aziende con un background simile al proprio (in termini di paese o regione di origine o settore di business), è opportuno, ove possibile, contattarle direttamente e valutare qual è stata la loro esperienza sul campo.

Prestate attenzione alle regole di gestione e amministrazione della zona. Una zona ben gestita sarà aggiornata sui cambiamenti di normativa o di mercato che possono avere un impatto sulla vostra attività e sarà disponibile ad aiutarvi a fare gli adattamenti necessari.

Assicuratevi anche di fare le opportune ricerche sulla qualità e l’ampiezza della rete infrastrutturale (nel breve, medio e lungo periodo) e non sottovalutare la posizione geografica. Un’infrastruttura di qualità aumenterà l’efficienza e abbasserà i costi di trasporto in

modo significativo. Abbiate sempre un approccio attento al futuro e considerate i piani di espansione o ristrutturazione di tale rete.Al momento di ridurre la lista dei siti, fatevi assistere da un professionista del settore. Di solito una buona analisi in questo settore richiede una valutazione sul campo oltre alle implicazioni legali e fiscali dello stabilirsi in una determinata zona.

Il fattore ASEAN La regione dell’ASEAN comprende 10 paesi del sud-est asiatico: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. Essi costituiscono un’area di libero scambio conosciuta collettivamente come Comunità Economica ASEAN e sono attualmente focalizzati sull’azzeramento delle tariffe doganali entro il 2015 (alcuni entro il 2018) per tutti i firmatari di questo accordo di area. Questo porterà ad uno scambio commerciale in esenzione da dazi tra questi paesi, che sono anche il motore principale dell’aumento delle nuove zone di investimento e sviluppo in tutta la regione. Da notare che l’ASEAN ha già accordi di libero scambio con la Cina per circa 7.000 prodotti, con l’India per circa 4.500 prodotti e numerosi altri accordi con altri paesi. Questo significa che la produzione può essere basata in una zona di investimento dell’ASEAN con costo della manodopera e tasse inferiori e riesportata verso altri Paesi firmatari dell’accordo ASEAN con dazi doganali minimi se non nulli.

Qualificarsi con lo status di azienda appartenente all’ASEAN che può beneficiare di tali agevolazioni significa avere una filiale nella regione che possa localmente produrre o aggiungere valore ad un prodotto finito o semilavorato. Singapore, data la qualità dei suoi servizi, la facilità di svolgere la propria attività e grazie agli standard internazionali di trasparenza, è una delle basi più apprezzate per il posizionamento di holding oppure attività di commercio nell’area.

Per una lista completa di tutti gli accordi ASEAN e dell’apertura al vostro paese di origine, consultate gratuitamente ASEAN Briefing (www.aseanbriefing.com).

Letture correlate Asia Briefing, edizione di gennaio/febbraio“ASEAN 2015: siete pronti?”

Scaricabili dall’Asia Briefing Bookstore:http://www.asiabriefing.com/store/category/italian-asia-regional-intelligence

ARE YOU READY FOR ASEAN 2015?Free trade agreements and economic partnerships are dramatically changing Asia’s business opportunities

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Inside This Issue:

Why ASEAN isImportant for Your Asia Business StrategyThe term “ASEAN” is cropping up more often these days, yet st i l l many businesses globally remain unaware of its impending impact on trade and the supply chain.

Inter-Asia Trade FlowsWe outline the fastest growing China trade corridors.

Using Singapore as a Base for Asia ExpansionAs a fi nancial and services hub, Singapore is the new corporate base for Asia.

Vietnam as a Manufacturing Destination for Sales to ChinaAs China labor becomes more expensive, Vietnam’s factories are poised to fi ll the cost gap.

Issue 1 • January and February 2013

From Dezan Shira & Associates

3

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Dezan Shira & Associates offre assistenza agli investimenti diretti stranieri in tutta l’Asia, sia con i propri uffici in Cina, Hong Kong, India, Vietnam e Singapore, sia in collaborazione con studi partner presenti in altri paesi asiatici. Per assistenza sui benefici delle varie zone di investimento scriveteci via email a: [email protected] o visitare il sito www.dezshira.com.

Per ulteriori informazioni pratiche e comprensione degli aspetti operativi, legali e fiscali relativi a investimenti stranieri nell’ASEAN, consultate il nostro nuovo sito web ASEAN Briefing contenente aggiornamenti regolari sull’area ASEAN, incluse centinaia di copie scaricabili di tutti gli accordi di libero scambio e i trattati sugli investimenti bilaterali e la doppia imposizione fiscale stipulati fra gli stati membri dell’ASEAN e i vari paesi e regioni del mondo,compresi Cina, India e altri paesi asiatici, Unione Europea, Stati Uniti d’America, Africa, Medio Oriente, America meridionale e Australasia.

ASEAN China Free Trade Agreement 2012 3rd Amendment of the 2002 Framework

AgreementCompleted on November 19, 2012

This document was downloaded from ASEAN Briefing (www.aseanbriefing.com) and was compiled by the tax experts at Dezan Shira & Associates (www.dezshira.com).

Dezan Shira & Associates is a specialist foreign direct investment practice, providing corporate establishment, business advisory, tax advisory and compliance, accounting, payroll, due diligence and

financial review services to multinationals investing in emerging Asia.

www.aseanbriefing.com/news www.aseanbriefing.com www.aseanbriefing.com/regions/asean.html

For more business news, foreign investment legal, tax and operat iona l intelligence about ASEAN.

Accordo di libero scambio fra ASEAN e Cina (2012) - 3° emendamento dell ’accordo quadro 2002, completato il 19 novembre 2012.

Scaricabile da:

Un esempio dei centinaia di documenti sui trattati ASEAN.

Page 30: Collezione China Briefing 2013

6 - ASIA BRIEFING

Zone di investimento in Cina– a cura di Yao Lu e Shirley Zhang, Dezan Shira & Associates, Shanghai

Le zone di investimento non sono un’invenzione cinese, ma la Cina in particolare ha ottenuto un enorme successo con questo strumento economico. Storicamente, l’ambiente di business liberale in queste zone ha permesso alle aziende locali e straniere di operare più confortevolmente nel

territorio cinese, al riparo dalla burocrazia e dalle limitazioni che spesso caratterizzano il resto del territorio. Le prime zone di sviluppo del paese sono nate come zone economiche speciali (ZES) situate lungo le città costiere del sud: Shenzhen, Zhuhai, Shantou e Xiamen, che hanno avuto il ruolo di vetrina del governo per attrarre investimenti stranieri e verificare se l’economia tradizionalmente centralizzata poteva passare a un modello più liberale e capitalista. In particolare, queste zone si sono focalizzate sull’aiuto all’industria manifatturiera volta all’esportazione, per rafforzare l’economia senza costituire un’eccessiva minaccia alle aziende di proprietà statale. Tuttavia, le ZES originarie sono oggi meno rilevanti in quanto è emersa un’ampia varietà di zone di sviluppo alternative e oggigiorno gli investimenti stranieri in Cina abbondano in tutte le regioni del paese. Inoltre, la riforma fiscale sul reddito di impresa (Corporate Income Tax Reform) varata in Cina nel 2008 stravolge molti dei principali incentivi fiscali che erano stati precedentemente offerti. Infine, le aziende straniere non sono più focalizzate esclusivamente sull’esportazione, per la quale erano state originariamente progettate le zone di sviluppo, sono infatti sempre più interessate alle vendite sul mercato domestico. In ogni caso, la convenienza dell’infrastruttura presente, il terreno disponibile e riservato e un unico interlocutore per tutti i servizi richiesti, semplificano ancora il processo di entrata nel mercato cinese rispetto al resto del territorio.

Zone di investimento per tipoLe zone di investimento di tipo più ampio e completo in Cina sono le zone economiche speciali (ZES) e le zone di sviluppo economico e tecnologico (Economic and Technological Development Zones, ETDZ). Tuttavia, se le ZES e le ETDZ sono tecnicamente zone di sviluppo, ampie nella portata e nella focalizzazione, taluni degli incentivi fiscali principali che le hanno rese opzioni appetibili negli anni ottanta e novanta sono stati prosciugati con la riforma fiscale sul reddito d’impresa del 2008. Di conseguenza è importante tenere presente che più grande non significa sempre migliore quando si considerano le zone di sviluppo in Cina e gli investitori stranieri che cercano servizi specifici o benefici su misura che soddisfino le loro esigenze di business potrebbero trovare più utile rivolgersi a tipi di zone di sviluppo più piccole e più focalizzate, come le zone di sviluppo industriale di alta tecnologia o le zone di trasformazione volte all’esportazione. Di seguito analizziamo le caratteristiche, i vantaggi e gli svantaggi delle zone di investimento originarie in Cina.

Zone economiche speciali (ZES)Attualmente esistono sei ZES in Cina. Nel 1980, la prima zona economica

speciale cinese venne creata a Shenzhen, essa copriva tutti i quattro distretti della città per un totale di circa 400 chilometri quadrati. Furono introdotte una serie di politiche di favore per attrarre gli investitori stranieri, come i diritti di operare in modo autonomo, incentivi fiscali e altre politiche vantaggiose, e contemporaneamente furono costruite strutture finanziarie, commerciali e turistiche per accogliere gli investitori stranieri in arrivo. Negli anni seguenti, la Cina replicò questo modello in numerose altre città, permettendo alle ZES di beneficiare di una grande autonomia nel formulare norme che favorissero gli obiettivi della zona. In questo contesto, le ZES sono cresciute rapidamente e sono oggi un obiettivo estremamente interessante per gli investimenti stranieri.

Nel 2008, però, la riforma fiscale sul reddito d’impresa pose fine alla maggior parte degli incentivi fiscali specifici delle ZES, inclusa la tassazione al 15% per le aziende e altre politiche favorevoli. Negli ultimi tre decenni, tuttavia, all’interno delle ZES sono state costituite zone di investimento più piccole, come le zone di sviluppo economico e tecnologico, le bonded zones e le zone di trasformazione per l’esportazione, al fine di creare nuovi incentivi. Inoltre, una legislazione flessibile, infrastrutture avanzate e ubicazioni eccellenti continuano a rendere le ZES regioni d’investimento molto ambite.

Zone di sviluppo economico e tecnologico (ETDZ, Economic and Technological Development Zones)Le ETDZ sono zone destinate alla crescita di industrie ad alto livello tecnologico e distribuiscono incentivi come fondi governativi o premi sugli investimenti nel settore industriale e nelle industrie emergenti. Nel 1984 la Cina decise di aprire ufficialmente 14 città portuali lungo la costa e in queste città sono state create 17 ETDZ. Man mano che la Cina ha continuato a crescere e aprire i suoi mercati, ulteriori ETDZ sono state create in diverse regioni. Attualmente ci sono più di 100 ETDZ sul territorio cinese. Tra i vantaggi di investire nelle ETDZ c’è l’eccellente ubicazione geografica, l’accesso ai mercati locali, le infrastrutture avanzate e pool di talenti di alto livello. Alcune ETDZ includono zone di sviluppo industriale ad alta tecnologia, zone di trasformazione per l’esportazione e bonded zones. Oggigiorno queste zone si ampliano con aree residenziali completamente funzionali, dotate di scuole, abitazioni, siti turistici e strutture d’intrattenimento.

Zone di sviluppo industriale ad alta tecnologia (HTDZ, High tech Industrial Development Zones)Le HTDZ sono aree specifiche che hanno solitamente lo scopo di commercializzare la ricerca e lo sviluppo e incoraggiare le industrie ad alta tecnologia specifiche, fra cui l’IT, l’elettronica, l’industria farmaceutica e nuovi materiali. Queste zone sono generalmente abbastanza simili alle ETDZ ma beneficiano di ulteriori incentivi per l’innovazione. Sebbene molti dei vecchi incentivi delle ZES siano oramai scomparsi, le aziende che si qualificano come aziende ad alto contenuto tecnologico possono tuttora beneficiare di una tassazione sul reddito al 15% indipendentemente dalla loro ubicazione. Le zone

Page 31: Collezione China Briefing 2013

Zone di investimento in Cina

di sviluppo solitamente offrono un contesto superiore alla media in termini di sviluppo produttivo, finanziario e residenziale per gli investitori e rimangono quindi un target di gran lunga preferito per gli investimenti stranieri.

Zone di Libero Scambio (ZLS o Free Trade Zones)Le ZLS sono aree designate alla produzione per l’export, il commercio internazionale e le operazioni in esenzione di dazi doganali e IVA (bonded materials and goods). Di solito includono parchi industriali, magazzini “bonded” e zone di trasformazione per l’esportazione. Sono generalmente create secondo gli accordi di libero scambio o free trade firmati tra la Cina e altri paesi, rendendo possibile l’applicazione di dazi doganali equivalenti a zero o a tasso preferenziale per le merci o i servizi scambiati all’interno della zona. Anche le quote commerciali vengono annullate all’interno delle ZLS.

Le aziende presenti in queste zone possono ricevere rimborsi fiscali sull’IVA sia sulle esportazioni che sulle importazioni. Facilitano anche lo spostamento della forza lavoro all’interno dei paesi coinvolti, grazie a procedure semplificate per l’ottenimento del visto. La Cina attualmente ha stipulato accordi di libero scambio con 20 diversi paesi e Shanghai sta cercando di creare a Pudong (Shanghai) la prima ZLS della Cina continentale.

Zone di trasformazione per l’esportazione (EPZ, Export Processing Zones)Le EPZ sono essenzialmente ZLS semplificate e di minore dimensione, generalmente situate all’interno di una zona di sviluppo esistente: sono destinate alla trasformazione per l’esportazione. Le EPZ sono soggette a condizioni restrittive relativamente alla produzione di merci per la vendita sul mercato locale.

I vantaggi principali delle EPZ includono l’esenzione dalle tasse d’importazione ed esportazione e rimborsi dell’IVA, tassi di cambio e procedure di dichiarazione più semplici, assenza di limiti sulle quote.

Zone logistiche con vincolo doganale (BLZ, Bonded Logistics Zones)Tradizionalmente ubicate vicino a porti o aeroporti per facilitare l’aggregazione delle spedizioni o il groupage, le BLZ sono aree dove si possono svolgere attività logistiche specifiche soggette a tasse doganali speciali. L’affitto è solitamente più caro e queste aree non sono

destinate all’insediamento di fabbriche o basi manifatturiere. Dato che le BLZ sono usate per lo stoccaggio, sono esenti da talune procedure e tasse d’importazione ed esportazione doganale e non si applicano le quote commerciali se le merci importate vengono successivamente esportate. Tuttavia, le merci importate destinate al mercato locale sono sempre soggette alle tasse d’importazione e alle altre imposte applicabili. Non c’è limite di tempo allo stoccaggio delle merci, e questo fa delle BLZ ubicazioni eccellenti per le società di trading e i centri d’acquisto di aziende straniere. Le BLZ costituiscono anche piattaforme per le imprese straniere per esporre i propri prodotti senza essere soggette alle imposte cinesi. Alle merci esportate dalle BLZ si applicano anche processi doganali più efficienti. Le aziende che utilizzano questo tipo di zona sono sottoposte al controllo doganale solo all’entrata nella zona.

Zone economiche transfrontaliere (CBEZ, Cross Border Economic Zones)Le CBEZ hanno lo scopo di sviluppare gli scambi e le zone di lavorazione per l’esportazione nelle aree di confine della Cina, costruendo zone di cooperazione e incoraggiando progetti congiunti con i paesi confinanti. Per attrarre investimenti vengono generalmente offerte tasse preferenziali e politiche tariffarie come rimborsi speciali IVA e altri incentivi governativi per reinvestire nell’impresa.

Procedure di registrazioneNel diagramma riportato di sotto viene delineato il tipico processo di richiesta per le aziende a capitale estero che desiderano operare nell’ambito di una zona di sviluppo in Cina. Va tuttavia sottolineato che non ci sono regole unificate per la procedura di iscrizione, e talune fasi possono variare in base al singolo tipo di zona, il suo livello, la sua definizione e focalizzazione. Per facilitare la decisione di quale zona di sviluppo sia adatta alla propria azienda e per comprendere appieno le procedure di iscrizione specifiche della zona prescelta, gli investitori stranieri sono invitati a rivolgersi a consulenti locati in Cina.

Dezan Shira & Associates ha 12 uffici in Cina ed è in grado di fornire consulenza sull’apertura di aziende in qualsiasi zona di investimento nel paese. Si prega di scrivere a [email protected] o visitare il sito web dello studio www.deszhira.com Letture correlate: www.china-briefing.com

1. Posizionamento:Scegliere una zona di

sviluppo adatta

2. Certificato di autorizzazione

Richiedere il certificato di autorizzazione al

comitato amministrativo della zona di sviluppo

7. Registrazione ai fini fiscali

Registrarsi presso il centro fiscale della zona di sviluppo

6. Conti correnti bancariAprire i conti bancari

4. TimbriPreparare i timbri aziendali

3. Licenza commercialeOttenere la licenza commerciale

dalla divisione responsabile dell’Amministrazione

dell’Industria e del Commercio

5. Codice di Persona Giuridica Aziendale

Procurarsi il codice di persona giuridica (aziendale) dall’ufficio

di supervisione tecnica preposto

Procedure di iscrizione: Investire in Zone Speciali in Cina*

*Le procedure specifiche possono variare in base al tipo, focalizzazione, definizione e regione della zona di sviluppo. Contattare l’ufficio Dezan Shira & Associates preposto per ulteriori dettagli.

Page 32: Collezione China Briefing 2013

8 - ASIA BRIEFING

Zone di investimento in India- a cura di Gunjan Sinha, Dezan Shira & Associates, Delhi

L’India è stato uno dei primi paesi asiatici a riconoscere l’efficacia del modello delle zone di trasformazione per l’esportazione, creando la prima zona di questo tipo in Asia nel 1965, a Kandla. Più di recente, il governo indiano si è mosso per aumentare l’attrattiva dell’India come destinazione di investimento

diretto straniero annunciando la sua politica di Zone Economiche Speciali (ZES) nell’aprile 2000 e ha poi proseguito con la Legge sulle ZES del 2005 e le Norme ZES, che sono entrate in vigore congiuntamente il 10 febbraio 2006. Le nuove norme hanno ulteriormente semplificato e snellito l’uso delle ZES, preparando la strada alla popolarità di cui queste zone godono oggi. Oggi la ZES è il tipo di zona di investimento predominante in tutta l’India e i suoi obiettivi includono:

• Generare ulteriore attività economica;• Promuovere l’esportazione di beni e servizi;• Promuovere gli investimenti da fonti domestiche e straniere;• Creare opportunità di impiego; e• Sviluppare infrastrutture.

Le ZES indiane seguono da vicino il modello di successo delle ZES cinesi per promuovere la concorrenza economica e una più facile esportazione, funzionano come motori di crescita per aumentare la produzione e creare nuove opportunità di lavoro. Le aziende possono stabilirsi nelle ZES per la produzione di merci, la fornitura di servizi e altre attività come la lavorazione, l’assemblaggio, il commercio, la riparazione, la rimessa a nuovo, la produzione di gioielli in oro, argento e platino.

I tipi di ZES in IndiaLe zone di sviluppo speciale in India sono classificate in quattro categorie specifiche:

Zone di investimento speciale multisettoreLe ZES multisettore sono aree dove si possono stabilire attività di produzione, commercio, stoccaggio di prodotti appartenenti a due o più settori. I requisiti prevedono che debbano avere un’area di oltre 1.000 ettari con almeno il 50% dedicato ad area industriale.

Zone di investimento speciale per settori specificiLe ZES per settori specifici vengono stabilite esclusivamente per prodotti o servizi nell’ambito di un determinato settore. Le politiche preferenziali di queste zone dipendono dall’industria e solitamente includono esenzioni e riduzioni di tasse e imposte. Le ZES per settori specifici devono occupare un’area di almeno 100 ettari.

Zone Economiche Speciali per il Libero Scambio e lo StoccaggioLe FTWZ (Free trade and warehousing zones) hanno lo scopo di facilitare l’importazione e l’esportazione di merci e concludere transazioni commerciali senza restrizioni di valuta. Le FTWZ sono considerate

“territorio straniero” e sono essenzialmente zone integrate usate come hub commerciali internazionali. Fra i benefici di queste zone vanno annoverati la speciale infrastruttura di stoccaggio e il trasporto di alta qualità. L’allocazione minima di una FTWZ in termini di area è 40 ettari.

Le Zone Economiche Speciali per IT/ITES/Artigianato e altre industrie (ZES alternative)ZES alternative coprono l’informatica, i servizi resi possibili grazie all’informatica, l’artigianato e includono anche le aziende che operano nella biotecnologia, energia non convenzionale, gemme e gioielleria. Le aziende nelle ZES alternative solitamente usufruiscono di vantaggi fiscali e riduzioni nell’affitto e nel pagamento delle utenze, ma i vantaggi possono variare per zona e industria. Le ZES alternative occupano almeno 10 ettari.

L’India ha numerose zone di sviluppo lungo la sua costa, così come in altre località interne. Talune sono attualmente gestite dal settore privato, dove multinazionali come Mahindra hanno investito pesantemente nello sviluppo di ZES ben gestite a Jaipur e Chennai. Tuttavia, non tutte le zone gestite privatamente sono state in grado di raggiungere standard così elevati e rimane necessario svolgere un’accurata analisi sulle capacità di una ZES gestita privatamente in India. Le brochure non riflettono sempre la realtà sul terreno ma quando lo fanno, le ZES indiane sono generalmente molto efficienti e possono aiutare a dare l’impulso necessario per trasformare una buona attività in un’attività eccellente.

Suggerimento sulla Dogana: L’India è un Paese con un apparato amministrativo rigido, dove i funzionari della dogana sono molto attenti e vigili sulle discrepanze dei documenti. Vale la pena rivolgersi ad un esperto di importazioni-esportazioni per assicurare che tutti i documenti e allegati siano precisamente e correttamente compilati, al fine di evitare ritardi.

Attività di investimento straniero permesseNelle ZES sono permessi investimenti stranieri diretti fino al 100% tramite via automatica (procedimento “automatic route”) per tutte le attività di produzione, ad eccezione delle seguenti:

• Armi e munizioni, esplosivi e prodotti collegati ad attrezzatura da difesa, aeronautica e navi da guerra;

• Sostanze molecolari;• Narcotici, sostanze psicotropiche e prodotti chimici pericolosi;• Distillazione e preparazione di bevande alcoliche;• Sigarette/sigari e produzione di sostituti del tabacco; e• Agli investimenti stranieri nell’ambito dei servizi si applicano le norme

di settore secondo quanto notificato dal governo.

Definizione legale di “produzione”: fare, produrre, fabbricare, assemblare,

Page 33: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 9

Zone di investimento in india

lavorare o portare in esistenza un nuovo prodotto che ha un nome, caratteristiche o uso distintivo; incluso processi come la refrigerazione, il taglio, la lucidatura, l’unione, la riparazione, il rifacimento o la riprogettazione.

Incentivi per gli investitoriGli incentivi e le facilitazioni offerte alle società site all’interno di una ZES includono:

• Importazione/acquisti sul mercato domestico esenti da dazi per lo sviluppo, l’operatività e la manutenzione della società nella ZES;

• Esenzione del 100% delle imposte sul reddito per il reddito da esportazione per le unità site nella ZES secondo quanto previsto dalla Sezione 10AA della Legge sul Reddito Imponibile per i primi cinque anni, 50% per i cinque anni successivi e 50% dell’utile da esportazione reinvestito per ulteriori cinque anni.

• Esenzione dalla tassa alternativa minima secondo la sezione 115JB della Legge sul reddito imponibile;

• Prestiti commerciali esterni da parte di unità ubicate nella ZES fino a US$500 milioni l’anno senza restrizioni di maturità tramite i canali bancari riconosciuti;

• Esenzione dalle central sales tax;• Esenzione dalle tasse sui servizi;• Riferimento unico per procedure di approvazione a livello centrale e

statale; e • Esenzione dalle tasse sulle vendite statali e altre imposte previste dai

rispettivi governi statali.

Procedure di registrazioneIl Comitato di Approvazione di zona si occupa dell’approvazione delle societa’ nella ZES e di altre questioni correlate. A capo di ogni zona c’è un commissario per lo sviluppo, che è il presidente di diritto del comitato di approvazione. Una volta che una ZES è stata approvata

dal comitato e il governo centrale ha notificato l’approvazione all’area della ZES, le societa’ possono cominciare a operare nella zona. Tutte le proposte per l’apertura di aziende delle ZES sono approvate a livello di zona dal comitato di approvazione, che è costituito dal commissario allo sviluppo, le autorità doganali e i rappresentanti del governo statale. Tutte le formalità post-autorizzazione, tra cui l’attribuzione del numero di codice importatore-esportatore, il cambio di nome dell’azienda o agenzia di tramite, la diversificazione dei salari, ecc. sono supervisionate a livello di zona dal commissario allo sviluppo.

Le performance delle unità nella ZES sono monitorate periodicamente dal comitato di approvazione e le società sono soggette ad azione penale secondo la Legge sul Commercio Estero (Sviluppo e Normativa) in caso di violazione delle condizioni di approvazione.

Significative zone economiche speciali in IndiaZES Kandla (Gujarat, Costa nord occidentale) - www.kasez.com SEEPZ (Mumbai, Costa occidentale) - www.seepz.comNoida EPZ (vicino Delhi, trasformazione per l’esportazione) - www.nsez.gov.in ZES Falta (Kolkata, Baia del Bengali) - www.fsez.gov.inZES Madras (Chennai, Costa orientale) - www.mepz.gov.inVisakhapatnam SEZ (Costa sudorientale) - www.vsez.gov.in

1. Posizionamento:Scegliere una ZES adatta

2. RegistrazioneFare richiesta di registrazione

presso il Registro delle Imprese

3. Sottomissione della proposta

Sottoporre una proposta al Consiglio ZES/Commissario allo

sviluppo per approvazione4. Lettera di Permesso

Ottenere una lettera di permesso dall’amministrazione della zona

7. Autorizzazione doganaleOttenere le relative

licenze dalla Dogana

6. Registrazione con la dogana

Firmare il B-17 Bond alla Dogana per ottenere i permessi per le importazione esenti da dazi.

5. Garanzie legaliCompletare le procedure legali

per ottenere la carta verde

Procedure di registrazione: Investire nelle Zone Economiche Speciali in India*

* Le procedure specifiche possono variare in base al tipo, focalizzazione, definizione e regione della zona di sviluppo. Contattare direttamente gli uffici in India di Dezan

Shira & Associates per ulteriori dettagli.

Dezan Shira & Associates ha uffici in India e può fornire consulenza sull’apertura di aziende in qualsiasi zona di sviluppo di questo paese. Si prega di scrivere a [email protected] o visitare il sito web dello studio www.deszhira.com Letture correlate: www.india-briefing.com

Page 34: Collezione China Briefing 2013

10 - ASIA BRIEFING

Zone di investimento specifiche sono apparse in Vietnam circa 20 anni fa, quando gli Stati Uniti tolsero l’embargo al paese. Le zone di produzione includono le zone industriali (ZI), le zone economiche (ZE), le zone di lavorazione per l’esportazione (EPZ) e zone ad alta tecnologia (HTZ). Le

aziende che investono in queste zone godono di politiche governative preferenziali e di vantaggi come infrastrutture moderne e maggiore accesso ai servizi di pubblica utilità.

Zone di sviluppo per tipoZone industrialiLe ZI si specializzano nella produzione di prodotti industriali e l’offerta di servizi a loro rivolti. Si stabiliscono all’interno di confini geografici definiti in accordo con le normative governative e offrono incentivi all’investimento come esenzioni o riduzioni dall’affitto del terreno occupato. Se una ZI si trova in un’area con condizioni socioeconomiche difficili, i nuovi progetti di investimento che si stabiliscono nella zona hanno diritto ad un tasso di imposizione fiscale del 20% per 10 anni, esenzioni dalle tasse fino a due anni e il 50% di riduzione delle tasse fino a quattro anni consecutivi. In una ZI situata in un’area con “condizioni socioeconomiche particolarmente difficili”, i nuovi progetti di investimento nella zona godono di un tasso di imposizione fiscale del 10% per 15 anni dalla data di inizio delle attività, esenzione fiscale per i primi quattro anni da quando generano reddito imponibile e 50% di riduzione delle tasse per i successivi nove anni.

Zone economicheGli investitori nelle ZE godono degli stessi incentivi preferenziali sulle imposte sul reddito che esistono all’interno delle HTZ e all’interno delle ZI site in aree con “condizioni socioeconomiche particolarmente difficili”. Le ZE offrono un ambiente particolarmente favorevole alle aziende straniere e ai privati - in particolare si applica il 50% di riduzione sulle imposte sui redditi individuali (PIT, personal income tax) sia ai privati stranieri sia locali con un reddito tassabile all’interno dell’area. Inoltre, gli stranieri che lavorano, investono e fanno affari nelle ZE hanno la garanzia del visto per la durata di lavoro all’interno della ZE. Sono disponibili anche altri incentivi all’investimento, ma variano da zona a zona.

Zone di trasformazione per l’esportazione (EPZ)Le EPZ sono ZI con focalizzazione sulla produzione di merci destinate all’esportazione. Le EPZ includono incentivi fiscali, affitti del terreno meno cari e minore supervisione normativa nelle procedure amministrative e doganali. Le EPZ sono anche aree esenti da tariffe, quindi le aziende sono esenti dalle tasse di esportazione quando esportano i loro prodotti e materiali e non pagano né dazi né IVA sulle importazioni relative. Le EPZ sono anche convenientemente collegate a porti marittimi e aeroporti, rendendo ancora più efficienti le esportazioni. Ci sono quattro EPZ in Vietnam, tre delle quali (Tan Thuan e Linh Trung I, II) sono a Ho Chi Minh City; l’EPZ più recente, Linh Trung III, è nella Provincia di Tay Ninh.

Zone High-techLe HTZ si specializzano in produzioni high-tech come la biotecnologia, l’IT e la tecnologia “verde”. Si specializzano anche nella ricerca e sviluppo, formazione del personale e commercio high-tech. Gli investitori nelle HTZ godono degli stessi incentivi fiscali preferenziali che esistono all’interno delle ZE e all’interno delle ZI site in aree con “condizioni socioeconomiche particolarmente difficili”. I macchinari, le attrezzature, i componenti e le materie prime importate per la creazione dei beni fissi sono esenti da tasse di importazione. L’esenzione può anche essere estesa alle tasse di esportazione, ma questo varia da zona a zona. Attualmente esistono tre HTZ in Vietnam: la HTZ di Hoa Lac ad Hanoi, la HTZ di Da Nang a Danang e la HTZ di Saigon HTZ a Ho Chi Minh City.

Procedura di registrazioneLa domanda per il certificato di investimento nelle zone speciali vietnamite è più semplice della registrazione altrove. A differenza di altri paesi, gli investitori in queste zone possono fare domanda per il certificato di investimento direttamente presso le autorità delle zone ZI/ZE/EPZ/HTZ, che sono solitamente disponibili ed efficienti nei confronti degli investitori.

Dezan Shira & Associates ha uffici ad Hanoi e Ho Chi Minh City e può fornire consulenza sull’apertura di aziende in qualsiasi zona di investimento di questo paese. Si prega di scrivere a [email protected] o visitare il sito web www.dezshira.com Letture correlate: www.vietnam-briefing.com

Zone di investimento in Vietnam- a cura di Hoang Thu Huyen e My Nguyen, Dezan Shira & Associates, Hanoi

1. Posizionamento:Scegliere l’ubicazione

e/o l’impianto/fabbrica

6. Registrazione presso il

Dipartimento del Lavoro

Registrare il personale presso il Dipartimento

del Lavoro

5. Registrazione ai fini fiscali

Registrare il codice fiscale e

di esportazione/importazione

(se esistente) presso l’agenzia delle

entrate provinciale

2. Certificato di investimentoFare domanda

per il certificato di investimento

direttamente presso le ZI/ZE/EPZ/HTZ

3. Pubblicazione dell’annuncio

Pubblicare l’annuncio di apertura dell’attività sui giornali (3+ volte)

4. Timbri Preparare i timbri

aziendali

Procedure di registrazione: Investire in zone speciali in Vietnam*

*Le procedure specifiche possono variare in base al tipo, focalizzazione, definizione

e regione della zona di sviluppo. Contattare direttamente gli uffici regionali di

Dezan Shira & Associates in Vietnam per ulteriori dettagli.

Page 35: Collezione China Briefing 2013

CambogiaLa Cambogia ha 22 ZES, inclusa una nella capitale Phnom Penh, e quattro nell’area portuale di Sihanoukville. L’autorità responsabile per le ZES della Cambogia è il Consiglio di Zona Economica Speciale cambogiano che opera sotto l’ombrello del Consiglio per lo Sviluppo della Cambogia. Sono disponibili vari incentivi fiscali.

LaosIl governo del Laos ha accettato di stabilire 41 zone economiche speciali di cui 25 verranno lanciate nei prossimi 10 anni. Di queste, sei sono attualmente in fase di sviluppo. Nella provincia di Savannakhet, la ZES di Savan-Xeno ospiterà un centro commerciale, aree di servizi e impianti di lavorazione. La zona è situata a due chilometri di distanza dal Secondo Ponte dell’Amicizia con la Thailandia e offrirà agli investitori molti incentivi, incluso l’esenzione fiscale per 10 anni dal primo anno di profitto.

MalesiaLa regione economica della costa est della Malesia include gli stati di Kelantan, Terengganu, Pahang e il distretto di Mersing a Johor. È stata creata nel 2009 e si è dimostrata un elemento di cambiamento della produzione manifatturiera del paese. Ampliando il concetto e collaborando con la ZES Iksander, la Malesia ha posizionato la sua costa est come area fondamentale per lo sviluppo del libero commercio ASEAN.

IndiaLe zone di investimento costiero dell ’India continuano a migliorare. Come prima la Cina, l’India sta ora diversificando le sue ZES e in cima alla lista dei nuovi sviluppi attesi nel paese c’è un progetto da 10 miliardi di dollari finanziato dalla Gulf Finance House del Bahrain - la Zona di sviluppo economica GGH di Mumbai - che mira a fare di Mumbai un centro bancario di eccellenza per gli investimenti medio-orientali, europei e internazionali nei settori dell’energia, delle telecomunicazioni, del software e dell’intrattenimento.

IndonesiaL’Indonesia ha annunciato i piani per stabilire 20 nuove zone di investimento entro la fine del 2014. Le zone attese includono nuove aree industriali a Bintuni (Provincia di Papua), Pomalaa (sud di Sulawesi), Batu Licin (sud di Kalimantan), Kuala Tanjung (nord di Sumatra), Bojonegara (Banten) e Purwakarta (Java occidentale). Queste zone includono la ZES di Tanjung Lesung nel Bantan, concentrata sul turismo e la ZES di Sei Mengke nel nord di Sumatra, che si focalizza sui processi agricoli e l’ammodernamento di strutture portuali a Dumai Belawan entro la fine del 2014.

CinaLa posizione della Cina verso le zone di investimento sta cambiando man mano che cerca di sviluppare la sua economia oltre la produzione “low cost”. Il paese possiede già una solida infrastruttura attraverso una varietà di industrie su base nazionale, ma vale la pena guardare alle zone di investimento vicino al confine col Vietnam, che hanno l’obiettivo di servire il commercio del sud-est asiatico, così come quelle dello Xinjiang, che coprono il commercio con l’Asia Centrale. All’orizzonte c’è anche la nuova zona di Qianhai, da sviluppare come hub per servizi finanziari situati tra Hong Kong e Shenzhen.

Ulteriori RisorseZone di Sviluppo in Asia

Cina

Vietnam

Filippine

Malesia

Singapore

Tailandia

Myanmar

Indonesia

India

Laos

Cambodia

SingaporeSingapore è il maggiore porto mondiale per spedizioni (in base al volume trasportato), tuttavia il territorio e’ troppo piccolo per avere spazio per zone di investimento oppure aree speciali proprie.

Ha quindi creato una partnership con il Governo malese per creare una ZES nella vicina Johor Bahru, chiamata Iskander, mentre con l’Indonesia ha creato la zona di trasformazione per l’esportazione di Batam. Entrambe riscuotono molto successo fra le aziende singaporegne, che ora usano queste zone come basi per espandere le fabbriche per le operazioni di produzione destinate alla vendita in Asia e oltre.

MyanmarI l governo giapponese e tre multinazionali giapponesi, fra cui Sumitomo, hanno destinato US$537 milioni per sviluppare la Zona di Sviluppo Economico Speciale di Thilawa nel Myanmar. Questa ospiterà fabbriche high-tech accanto a produzioni tessili e altri investimenti a basso valore aggiunto. L’apertura è prevista nel 2015.

FilippineLe Filippine hanno otto ZES o aree portuali libere, 17 zone dedicate all’attività agricola specifica e ulteriori 250 zone dichiarate zone economiche sparse nel paese. Queste zone sono sotto la giurisdizione dell’Autorità Filippina per le Zone Economiche.

TailandiaIl governo tailandese ha indetto una gara d’appalto per la creazione di 12 zone di investimento nel paese. Inoltre, sta implementando politiche speciali per far crescere le zone di trasformazione lungo i confini con la Malesia e il Myanmar nonché le joint venture con la Cina a Nanning e Kunming per trasformare e reimballare le merci del sud-est asiatico destinate al mercato cinese. Le nuove zone industriali sono destinate a preparare il paese a beneficiare dei vantaggi in seguito al raggiungimento della Comunità Economica ASEAN nel 2015.

VietnamI l Vietnam sta continuando ad espandere la propria politica sulle zone di investimento includendo le ZES esistenti e a migliorare la ZES di Hon La (investimento da 1,5 miliardi di dollari americani) situata sulla costa nord orientale, poco distante da Hanoi includendo strutture “deep water”, un ulteriore porto e miglioramenti all’infrastruttura esistente per facilitare i traffici commerc ia l i ne l Mar C inese meridionale. I l Paese ha anche aumentato la sua presenza in aree periferiche e ha investito nella ZES laotiana di Vientiane. Ulteriori strutture di trasformazione per l’esportazione e ZES potrebbero svilupparsi lungo la costa est del Vietnam man mano che il paese cercherà di competere con la Cina per attrarre nuovi investimenti stranieri.

Dezan Shira & Associates può fornire consulenze sulle free trade zones nonché sulle altre zone di investimento in Asia. Contattateci all’indirizzo [email protected] o visitateci sul sito www.dezshira.com/it.

Page 36: Collezione China Briefing 2013

Un’introduzione ai Trattati Fiscali dell’Asia• Le Convenzioni Contro la Doppia Imposizione e la Vostra Strategia di Investimento in Asia• Principali Aliquote Fiscali in Asia• Norme Anti-Evasione in Asia• Trattati Bilaterali sugli Investimenti

Numero 4 • luglio e agosto 2013

da Dezan Shira & Associates

Page 37: Collezione China Briefing 2013

2 - ASIA BRIEFING

ASIA BRIEFING

All materials and contents © 2013 Asia Briefing Ltd. No reproduction, copying or translation of materials without prior permission of the publisher.

La copertina artistica di questo mese:After the rain

Olio su tela, 80 X 80 cmPham An Hai

GREEN PALM Gallery, Hanoi, Vietnam [email protected]

http://greenpalmgallery.com+84 91 321 8496

“Le tasse, se propriamente utilizzate, oliano gli ingranaggi del commercio internazionale”, come un nostro cliente ha recentemente affermato. Questo approccio è piuttosto diverso rispetto a quello del vecchio adagio anglossassone che accosta il pagamento delle tasse alla morte di un individuo, tuttavia, anche in Asia, tale detto risulta negli ultimi anni sempre più valido. Il commercio mondiale continua a crescere in termini di volume (nonostante i tempi difficili, il commercio globale è cresciuto del 2 per cento nel 2012) e la riduzione delle barriere commerciali, delle tariffe e dei dazi doganali sta diventando sempre più comune attraverso il globo. Parte di questo processo avviene sotto la supervisione del WTO (World Trade Organization), che monitora e fornisce una piattaforma legale per il commercio internazionale. Tuttavia, un altro trend crescente nel quadro della promozione del commercio mondiale è la creazione di nuovi accordi commerciali e fiscali tra paesi.

In questo numero di Asia Briefing, analizzeremo l’argomento da una prospettiva regionale, e considereremo i vari tipi di trattati commerciali e fiscali in essere tra i paesi asiatici. Saranno inclusi nella nostra analisi i Trattati sugli Investimenti Bilaterali (TIB) – che sono al giorno d’oggi strumenti poco alla moda, ma ancora ampiamente utilizzati nel commercio bilaterale tra molti piccoli Paesi emergenti - ed anche i più completi DTA (Double TaxTreaties) e FTA (Free Trade Agreement) che interessano direttamente le imprese operanti in Asia. Il Free Trade Agreement tra Cina e ASEAN, ad esempio, abolisce i dazi di importazione per migliaia di prodotti nei vari paesi affiliati, per cui puo’ risultare molto importante lo studio approfondito dei vari aspetti di investimento, dei costi nonche’ dei regimi fiscali nell’area al fine di poter decidere in maniera piu’ scientifica e ragionata una eventuale dislocazione produttiva o commerciale nel continente asiatico.

I trattati fiscali stanno cambiano la natura della supply chain e della logistica a livello globale, e stanno avendo un profondo impatto sull’ambiente economico asiatico. Speriamo che questa introduzione sia utile al lettore per avere un’idea più chiara e completa dell’argomento e possa altresì fornire una base informativa sufficiente a considerare la strategia più adatta a trarre vantaggio dallo smantellamento delle barriere al commercio regionale e mondiale.

Con i più cordiali saluti,Alberto VettorettiAmministratore Delegato, Dezan Shira & Associates, Editore, Asia Briefing

Numero 4 • luglio e agosto 2013Ulteriori fonti disponibili su www.asiabriefing.com

Introduzione

Alberto Vettoretti Head of Italian Desk

Aggiornamenti normativiwww.dezshira.com/it

Investire in Asia www.asiabriefing.com

Multimediawww.asiabriefing.com/multimedia

[email protected]

Notizie su Asia Briefingwww.asiabriefing.com/news

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Page 38: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 3

Un’introduzione ai Trattati Fiscali dell’Asia

Contents

“Le tasse, se propriamente utilizzate, oliano gli ingranaggi del commercio internazionale”

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Le Convenzioni Contro la Doppia Imposizione e la Vostra Strategia di Investimento in Asia

Norme Anti-Evasione In Asia

Trattati Bilaterali sugli Investimenti

Aggiornamenti sui Trattati Fiscali dell’Asia

p.4 p.8 p.10 p.11

Comprendere le implicazioni di una “stabile organizzazione” in Cina

Previsto trattato bilaterale di investimento U.S.-India

India - Accordi contro la doppia tassazione

Raccolta completa dei trattati fiscali dell’ASEAN

Vietnam e Cina si accordano su commercio bilaterale e investimenti

Timor Leste cerca di entrare nell’ASEAN

Page 39: Collezione China Briefing 2013

4 - ASIA BRIEFING

Le Convenzioni Contro la Doppia Imposizione e la Vostra Strategia di Investimento in Asia

– Di Chris Devonshire-Ellis, Christian Fleming and Alex Tangkilisan, DezanShira & Associates

La Doppia Imposizione Fiscale è stata definita uno dei maggiori ostacoli agli investimenti transnazionali, e nonostante le quasi 3,000 convenzioni contro la doppia tassazione appunto (Double Taxation Agreement o DTA) adottate a livello mondiale che permettono il risparmio di grandi somme di

denaro, vi è ancora ampio spazio per miglioramenti. Per eliminare tali ostacoli, i DTA hanno l’obiettivo di impedire che lo stesso reddito venga tassato da due o più stati, eliminando al contempo l’evasione fiscale e incoraggiando l’efficienza del commercio internazionale.

I DTA sono per lo più di natura bilaterale e, sebbene i Paesi firmatari delle convenzioni non siano tutti membri dell’ OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e Sviluppo Economico), i DTA si basano solitamente su convenzioni-modello stilate dall’OCSE stesso o, più raramente, dall’ONU. Inoltre, nonostante circa il 75 % delle parole effettivamente utilizzate in ciascun DTA siano identiche alle parole di ogni altro DTA, l’applicabilità e le clausole specifiche di ciascun trattato possono variare in maniera sostanziale.

Dal punto di vista degli investitori, la confusione riguardo alla fiscalità internazionale può crearsi quando gli stessi sono soggetti a due diversi e potenzialmente conflittuali regimi fiscali. Per esempio, Hong Kong e Singapore hanno adottato il principio di tassazione territoriale (territorial source principle), il quale prevede che solo i redditi prodotti in loco sono tassabili. Al contempo, altri paesi come la Cina e gli Stati Uniti utilizzano il principio di tassazione su base mondiale (worldwide tax system), e le imprese residenti possono essere obbligate al pagamento delle imposte su redditi prodotti sia dentro che fuori il Paese. Le convenzioni contro la doppia imposizione non solo creano condizioni di certezza per gli investitori con riferimento alle obbligazioni fiscali potenziali, ma possono anche fungere da strumento per la strutturazione di investimenti internazionali in maniera piu’ efficiente e remunerativa.

Le convenzioni contro le doppie imposizioni si applicano alle persone fisiche e giuridiche dei Paesi o giurisdizioni che sono parte dell’accordo, ed hanno l’obiettivo di evitare le doppie imposizioni sia permettendo la deduzione delle imposte pagate in uno dei due Paesi dalle imposte dovute nell’altro stato firmatario, sia prevedendo esenzioni o aliquote ridotte per specifiche fonti di reddito quali royalties, interessi o dividendi.

Withholding tax e rimpatrio degli utili I DTA influiscono anche sul rimpatrio dei profitti e degli utili, in quanto i luoghi di incasso e di distribuzione degli stessi possono essere

manipolati in maniera favorevole, sotto le giuste condizioni. Questo significa che potrebbe essere permesso alle società di trasferire i profitti in una giurisdizione che prevede costi fiscali inferiori, per poi distribuirli da qui verso gli headquarter aziendali all’estero. Questo tipo di pratica è sicuramente ragionevole nel caso dello sviluppo di un business tangibile ed effettivo in Asia, in quanto le iniezioni di capitale e gli investimenti possono in questo modo essere portate a termine dal Paese con la pressione fiscale più bassa.

Il rimpatrio e la distribuzione dei dividendi può altresì essere strutturata in maniera più favorevole e meno onerosa dal punto di vista fiscale di quanto sarebbe altrimenti possibile. Molte giurisdizioni con fiscalità agevolate per le holding mantengono convenzioni contro le doppie imposizioni che limitano o eliminano il livello di trattenute dovute sui dividendi che vanno dalle società sussidiarie verso la casa madre. Hong Kong, ad esempio, ha firmato un DTA con la Cina che abbassa la withholding tax sui dividendi (una ritenuta secca alla base) dall’aliquota generale del 10% a quella ridotta del 5% (a condizione che siano rispettati alcuni requisiti di residenza giuridica – Certification of Resident Status). Per le imprese straniere ciò significa avere la possibilità di creare una struttura societaria tale per cui i profitti di una sussidiaria cinese possono essere rimessi alla Holding honkonghina sottostando ad una ritenuta del 5% sui dividendi prima di essere trasferiti alla casa madre all’estero, senza obbligazioni fiscali ulteriori a Hong Kong (da verificare ovviamente le convenzioni tra Hong Kong e il paese di rimpatrio finale dei dividendi). Al contrario, se la sussidiaria cinese avesse trasferito gli utili direttamente alla casa madre in un paese che non possiede un DTA con la Cina, sarebbe stata obbligata al pagamento di una imposta del 10%. Queste riduzioni del carico fiscale possono rappresentare significativi risparmi su un certo periodo di tempo, ed essere concretizzate in profitti addizionali.

La stabile organizzazione I DTA hanno anche lo scopo di delimitare o evitare situazioni nelle quali le società potrebbero essere considerate produttrici di redditi tassabili nei Paesi firmatari. Un concetto chiave a riguardo è il concetto dello status di stabile organizzazione o permanent establishment (PE in seguito).

Ci sono tre diversi tipi di stabile organizzazione riconosciuti in tutto il mondo: Fixed Place PE, Agency PE e Service PE. Queste sono tipicamente definite come segue:

Page 40: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 5

Le Convenzioni Contro la Doppia Imposizione e la Vostra Strategia di Investimento in Asia

Tipo di PE RequisitiFixed Place PE • Sede fissa dell’attività economica.

• L’attività economica della società estera è completamente o parzialmente ivi svolta.

Agency PE • Facoltà di concludere contratti per conto di una società estera.

• Riceve ed effettua ordini completamente o quasi completamente per conto di una società estera.

Service PE • L’impresa estera fornisce o porta a termine servizi nel paese straniero.

• Lo staff lavora nel Paese estero per un totale di 6 mesi o 183 giorni durante un periodo di 12 mesi.

Sapere quando si innesca lo status di stabile organizzazione è una questione di primaria importanza per una società operante all’estero, in quanto determina il diverso trattamento fiscale di particolari strutture legali e commerciali. Tipicamente un DTA contiene clausole relative al concetto di stabile organizzazione, e questo può avere un impatto favorevole sull’investimento totale necessario ad entrare nel mercato target. Può anche impattare sul tipo di veicolo legale effettivamente richiesto per procedere con l’incorporazione e, in alcuni casi, fa sì che non sia nemmeno necessario predisporne.

Il concetto di stabile organizzazione è utilizzato principalmente per determinare il diritto di uno specifico Stato a tassare l’attività economica di società straniere operanti in quel Paese. Nel caso in cui il residente di un Paese eserciti un’attività in un altro Stato con il quale il Paese di cui questi è residente ha firmato un DTA, i profitti derivati non saranno soggetti a tassazione nell’altro Paese, a meno che l’attività non sia esercitata avvalendosi di una stabile organizzazione . Una volta che la società fa scattare lo status di stabile organizzazione in un Paese, essa sarà soggetta alle tasse del Paese ospitante relativamente all’attività economica ivi esercitata, e qualunque soggetto qualificabile come impiegato della società sarà soggetto alla tassa sul reddito individuale anche in questo Paese. È dunque di importanza critica per le imprese straniere operanti in Asia di essere sempre informate riguardo

all’applicabilità della regola della stabile organizzazione e alle tax rate rilevanti nella regione.

Inoltre, sempre riguardo alle caratteristiche della stabile organizzazione, il Trattato Modello OCSE (OECD Model Income Tax Treaty) la definisce come “una sede fissa di affari per mezzo della quale l’impresa esercita in tutto o in parte la sua attività”. Tuttavia, mentre la maggior parte dei DTA utilizza la definizione data dall’OCSE, i Paesi hanno la facoltà di definire cosa costituisce un permanent establishment in maniera indipendente.

Tutto ciò può produrre risultati fiscalmente vantaggiosi. Per esempio, una incorporazione ben strutturata può svolgere servizi efficaci per la casa madre– in alcuni casi fino al punto di fatturare ad imprese locali per conto della stessa- senza far scattare esposizione fiscale addizionale nel Paese ospitante. Questo dipende da come la questione della stabile organizzazione è risolta all’interno della specifico DTA. Singapore, ad esempio, ha stipulato DTA favorevoli con molti altri Paesi; tali convenzioni permettono di evitare ogni obbligazione fiscale, anche se è mantenuto un ufficio nel Paese, qualora l’incorporazione in loco sia strutturata correttamente. Tali strutturazioni di carattere fiscale e utilizzi dei DTA stanno diventando sempre piu’ comuni, ed è diventato importante valutare attentamente come la stabile organizzazione sia determinata sotto i termini di ciascun trattato.

conclusioneOltre alle implicazioni fiscali sopra menzionate, le convenzioni contro le doppie imposizioni preparano il terreno normativo per molti altri accordi fiscali bilaterali. La natura di questi accordi varia significativamente in quanto dipende dallo specifico trattato, perciò ciascuno di essi dovrebbe essere studiato in dettaglio per verificare sia la struttura legale richiesta, sia le limitazioni riguardanti il tipo di merci commerciate e le strutture commerciali utilizzabili. Sarebbe opportuno che le Imprese internazionali che vogliono commerciare con l’Asia e/o ivi stabilire una presenza fisica esaminassero i trattati applicabili al caso e richiedessero una consulenza professionale riguardo le relative implicazioni legali e finanziarie prima di considerare la struttura legale da adottare.

Case study: usare i DTA per compensare la tassa sul reddito e eliminare le obbligazioni relative al PEUn recente studio condotto da Dezan Shira & Associates a Singapore ha considerato l’uso estensivo del Trattato contro le doppie imposizioni

tra Singapore e Spagna per una società con sede a Madrid durante la costituzione di un service office strutturato come limited company a

Singapore. L’ufficio singaporese della società spagnola era incaricato di operare come centro regionale per le attività promozionali e di fatturare

per conto del business online della stessa. Uno studio dettagliato delle clausole del DTA riguardanti la stabile organizzazione è risultato nelle

seguenti conclusioni con riferimento all’uso del Trattato per evitare il pagamento della tassa sugli utili imposta da Singapore:

• Le commissioni per consulenza ricevuta non dovrebbero essere tassabili a Singapore fino a quando i servizi sono condotti al di fuori del

paese in una sede fissa d’affari in Spagna. Perciò, il reddito non dovrebbe essere considerato come maturato a Singapore.

• Il reddito non sarà considerato derivato da Singapore sotto la sezione 12(7) in quanto nessun servizio pertinente a questo reddito è stato

portato a termine a Singapore. Di conseguenza, nessuna withholding tax dovrebbe essere richiesta su questi pagamenti fatti da clienti a

Singapore

• Su queste basi, il reddito sarebbe considerato come derivante dall’estero (foreign sourced income). Tuttavia c’è il rischio che questo reddito

possa essere considerato come rimesso a Singapore se le commissioni sono pagate in una banca di Singapore o utilizzati per pagare debiti

commerciali o relativi al business a Singapore (così come la vostra società sussidiaria a Singapore). Per temperare questo rischio, il reddito

ricevuto dovrebbe essere pagato o reinvestito in maniera pianificata.

Questo business case e l’uso corretto del DTA Spagna-Singapore (oppure altri paesi) puo’ quindi aiutare un potenziale investitore a strutturarsi

nel modo piu’ corretto senza il rischio di incorrere in doppia tassazione a Singapore. Nel caso specifico, lo studio del DTA relativo è stato una

tappa fondamentale dell’espansione della società in Asia . Senza il DTA il modello di business non sarebbe potuto essere fattibile.

Page 41: Collezione China Briefing 2013

Principali Aliquote Fiscali in Asia

BirmaniaAliquote Fiscali Principali della Birmania

CIT† VATWithholding Tax* Persone

fisiche§

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 0% 0% 15% 20% 1% 35%

*Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA† CIT: Varia tra il 5% e 40% in relazione al settore§Persone fisiche: aliquota unica del 35% per i non residenti.

CinaAliquote Fiscali Principali della Cina

CIT VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 3%/6%/11%/17% 10% 10% 10% 3% 45%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

Hong KongAliquote Fiscali Principali di Hong Kong

CIT VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.16.5% 0% 0% 0% 4.95% 0% 17%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

VietnamAliquote Fiscali Principali delVietnam

CIT† VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 10% 0% 5% 10% 5% 35%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA† CIT: Sarà ridotta al 22% nel 2014, e al 20% nel 2016

CambodiaAliquote Fiscali Principali della Cambogia

CIT VATWithholding Tax Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.20% 10% 14% 14% 14% 20% 20%

* La Cambogia attualmente non ha DTA

IndiaAliquote Fiscali Principali dell’India

CIT† VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div.§ Int. Roy. Min. Max.30%/40% 12.5% 0% 5%-20% 10% 0% 33%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA† CIT: società domestiche tassate al 30%, società estere al 40%§§Dividendi: Vi è un 15% di imposta sulla distribuzione dei dividendi pagato dalla società

SingaporeAliquote Fiscali Principali di Singapore

CIT GSTWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.17% 7% 0% 15% 10% 0% 20%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

FilippineAliquote Fiscali Principali delle Filippine

CIT VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.30% 0/7%/12% 15%/30% 20% 30% 5% 32%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

TailandiaAliquote Fiscali Principali dellaThailandia

CIT VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.20% 7% 10% 15% 15% 5% 37%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

LaosAliquote Fiscali Principali del Laos

CIT VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.28% 10% 10% 10% 5% 0% 28%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

BruneiAliquote Fiscali Principali del Brunei

CIT VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.21% 0% 0% 15% 10% 0% 0%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

IndonesiaAliquote Fiscali Principali dell’Indonesiat

CIT VATWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 10% 20% 20% 20% 5% 30%

* Withholding Tax: Le aliquote potrebbero essere ridotte sotto i DTA

MalesiaAliquote Fiscali Principali della Malesia

CIT GSTWithholding Tax* Persone

fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 5%/10% 0% 15% 10% 0% 26%

* Withholding Tax: Rates may be reduced under DTAs

GlossarioCIT = Corporate income tax (Imposta sul reddito d’impresa)VAT= Imposta sul Valore AggiuntoGST = Tassa su Beni e Servizi (simile all’IVA)

Page 42: Collezione China Briefing 2013

Cina India

Hong Kong Singapore

Indonesia Filippine

Tailandia Laos

Malaysia Brunei Vietnam Birmania

DTA in Asia*

*Queste tabelle dovrebbe servire solamente come mezzo di consultazione generico. Per una consulenza approfondita riguardo ad uno specifico DTA in Asia, contattare

[email protected]

Page 43: Collezione China Briefing 2013

8 - ASIA BRIEFING

Norme Anti-Evasione in Asia– Di Rohan Maitra, Dezan Shira & Associates

L’avvento delle norme generali anti-evasione ( “General Anti-Avoidance rules” GAAR) è un fenomeno relativamente recente e, in risposta al crescente utilizzo di strumenti legali sofisticati per non pagare le tasse imposte in alcune giurisdizioni, tali norme sono diventate legge in diversi Paesi. Strumenti

comunemente usati per eludere o evadere le tasse nei vari Paesi possono includere i seguenti:

• La costituzione di una società o di una controllata in una giurisdizione offshore;

• L’utilizzo di un “paradiso fiscale”, una regione dove l’aliquota fiscale è ufficialmente estremamente ridotta o inesistente;

• Lo sfruttamento di definizioni giuridiche vaghe - ad esempio, la differenza tra spese “aziendali” e “personali”; o

• Investimenti noti come taxshelter, che sono esenti da alcune imposte, come ad esempio case di proprietà, conti pensione individuali e piani pensionistici.

In risposta a questo, molti governi di tutto il mondo hanno lavorato per ridurre le pratiche di evasione fiscale, combinando una serie di restrizioni su alcuni investimenti e rafforzando le misure contro il trasferimento illegale dei profitti. Le GAAR sono uno dei tanti strumenti che i governi utilizzano a questo proposito. Fondamentalmente, le leggi anti-evasione conferiscono alle autorità fiscali competenti il diritto di negare in parte o totalmente i benefici fiscali derivanti dalle transazioni, se è evidente che i soggetti coinvolti hanno il solo obbiettivo di ottenere una riduzione delle tasse. Questo è chiamato principio della “prevalenza della sostanza sulla forma”. Secondo questo principio la questione non è semplicemente la legittimità della pratica di evasione fiscale, ma piuttosto lo stabilire se l’unica ragione che porta a condurre una procedura è quella di non pagare le tasse, e ciò è diventato obbiettivo cruciale delle GAAR in molti Paesi.

Norme Anti-Evasione in CinaL’iniziativa della Repubblica Popolare Cinese riguardo le norme anti-evasione è emersa nel 2008 con la pubblicazione della Circolare 2 che ha introdotto la legge cinese sulla Corporate IncomeTax (CIT).Oltre ad implementare il nuovo sistema fiscale, la nuova legge include anche il primo esempio di disposizioni anti-abuso da parte della Cina, direttamente volte alla riduzione delle tasse e dell’evasione. Per le situazioni in cui il reddito imponibile di un’impresa è ridotto a causa della stipulazione di “accordi che non hanno uno scopo economico ragionevole”, le autorità fiscali in carica si riservano il diritto di apportare modifiche dove ritenuto opportuno. Nonostante il testo tratti l’argomento in modo generale, l’obiettivo principale della legge è quello di correggere la riduzione, l’evasione o il pagamento posticipato delle tasse.

Inoltre, se vi è ragione di credere che una società stia usando in modo improprio o abusando delle politiche fiscali di favore che la Cina offre, le autorità fiscali cinesi avranno il diritto di avviare un’indagine sulle possibili pratiche elusive. Il principio guida di questa indagine sarà il suddetto principio della “prevalenza della sostanza sulla forma”. Il sistema fiscale cinese include anche alcuni provvedimenti volti specificatamente a ridurre gli errori nel transfer pricing e quindi a verificare effettivamente il reale prezzo di trasferimento tra societa’ collegate nonche’ al controllo specifico su socita’ straniere in perdita pluriennale.

Norme Anti-Evasione in IndiaTra i Paesi in via di sviluppo l’ India è uno dei governi più attivi nella lotta contro l’evasione fiscale. Il Paese ha recentemente esteso la sua considerazione delle problematiche del 2012 legate alle GAAR con l’approvazione della legge finanziaria (Finance Act). Oltre a concedere alle autorità fiscali nuovi poteri di controllo, l’India ha anche deciso di affrontare il concetto di evasione fiscale direttamente nella legge.Il sopracitato “principio della prevalenza della sostanza sulla forma” è fondamentale nei casi di evasione fiscale in India. Comprendere se l’evasione o la riduzione delle tasse sia o meno l’obiettivo principale della transazione commerciale probabilmente giocherà un ruolo sempre più importante nei casi futuri. Inizialmente, la nuova legge doveva entrare in vigore il 1°aprile 2012. Tuttavia, dopo un’attenta considerazione della difficoltà di applicazione dei nuovi regolamenti, le autorità indiane hanno deciso di posticipare l’attuazione delle misure anti-evasione al 1°aprile 2016, dando così alle autorità fiscali e alle imprese 4 anni di tempo per prepararsi ad effetti potenzialmente di vasta portata. Secondo le disposizioni della legge, le normative sul transfer pricing sono state modificate in modo tale da poter essere applicate sia alle transazioni nazionali che a quelle internazionali, il che ha portato a maggiori barriere contro l’evasione fiscale. Inoltre, queste nuove normative, hanno chiamato in causa una serie di precedenti decisioni della Corte Suprema, tra cui un importante caso che coinvolge Vodafone, colosso delle telecomunicazioni. Le autorità fiscali e giuridiche indiane, sono attualmente in fase di revisione dei casi precedentemente chiusi, per accettare se le nuove normative richiedono una riconsiderazione delle precedenti decisioni oppure no. Se i casi dovessero essere riaperti e le decisioni precedentemente prese modificate, queste società ed altre potrebbero trovarsi a dover pagare tasse imposte in passato.

Inizialmente, molti investitori in India credevano che l’introduzione delle nuove normative GAAR avrebbe avuto un impatto diretto su coloro che utilizzano societa’ registrate alle Mauritius come holding per successivi investimenti in India. Tale giurisdizione e’ infatti il maggior “contribuente” di investimenti stranieri dell’India - pari circa al 40% dei flussi IDE nel Paese- e vari press outlet indiani hanno ipotizzato che gli investitori che investono in India attraverso le Mauritius, abbiano tratto vantaggio

Page 44: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 9

Norme Anti-Evasione in Asia

dall’accordo di doppia imposizione che l’India ha stipulato con il Paese, per ridurre le imposte sulle plusvalenze. Tuttavia, nelle circostanze attuali, questi investimenti non saranno influenzati fino al 2016, quando le GAAR verranno effettivamente applicate. Tuttavia, le normative includono nuove disposizioni anti-evasione specifiche per le Mauritius: i soggetti che, da tale Paese, cercano di investire in India, dovranno probabilmente fornire prove evidenti di investimenti nelle Mauritius, e probabilmente aumenterà anche la considerazione del principio della “sostanza che prevale sulla forma”. Inoltre, le autorità governative indiane stanno considerando l’aggiornamento dell’accordo sulla doppia imposizione con le Mauritius, il quale potrebbe diventare un ulteriore blocco di norme in regolamentazione degli investimenti.

Norme Anti-Evasione nell’ASEANAnche se nell’AEC (Asian Economic Community) non ci sono ancora norme generiche anti-evasione, diversi Paesi dell’ASEAN hanno comunque adottato, o sono in procinto di adottare, statuti anti-evasione all’interno delle proprie giurisdizioni, e stanno gradualmente cambiando le loro leggi fiscali per conformarsi agli standard globali anti-evasione. La Thailandia per esempio, non ha GAAR ufficiali, ma esistono comunque misure anti-evasione (che includono indagini più approfondite sulle società che sono sospettate di evasione fiscale o altri reati). L’anti-evasione è una questione importante anche perché l’AEC sta continuando a finalizzare le normative e i requisiti legali che supporteranno il business environment per gli IDE nel futuro. Quando le normative ASEAN-specific avranno pieno effetto nel 2015, molti dei Paesi coinvolti vedranno una riduzione delle aliquote dell’imposta societaria, e le misure anti-evasione possono giocare un ruolo importante nel sostenere i flussi di entrate verso i Paesi dell’AEC.

MalesiaLa Malesia ha implementato molte leggi anti-evasione per contrastare

l’elusione fiscale. Le leggi della Malesia permettono alle autorità fiscali di rifiutare o ignorare quelle operazioni effettuate con il solo scopo di ottenere benefici fiscali, o di negare i benefici alle operazioni stesse. Inoltre, la Malesia ha implementato disposizioni che hanno l’obbiettivo di garantire la continuità del controllo azionario, degli alloggi per vivere, nonche’ dei periodi di tempo per il proseguio delle operazioni aziendali.

BirmaniaNonostante la Birmania fino al 2013 non abbia GAAR formalizzati, il suo alto numero di DTA con altri Paesi l’ha “costretta” ad adottare una linea più decisa su questo tema rispetto a quella assunta dalla maggior parte degli Stati membri dell’ASEAN. Secondo la legge della Birmania riguardo la tassa sulle entrate, le autorità fiscali hanno il diritto di valutare e rivalutare se un contribuente abbia disonestamente tentato di non pagare le tasse richieste. Inoltre, anche se non esistono leggi contro la insufficiente capitalizzazione aziendale, ci sono determinati limiti alla deducibilità degli interessi che di fatto aiuta le autorita’ (nonche’ altri stakeholders) e proteggere la qualita’ dell’investimento effettuato.

SingaporeEssendo una delle economie più aperte e in più rapida crescita, negli anni Singapore ha avuto a che fare con l’anti-evasione in diverse situazioni. L’attuale sistema di normative anti-abuso di Singapore permette alle sue autorità fiscali (IRAS) di non considerare le transazioni o i benefici se l’unico scopo della transazione è quello di alterare l’aliquota fiscale della parte pagante. Tuttavia, se si scopre che la transazione viene effettuata per ragioni commerciali autentiche, vengono concessi tutti i benefici applicabili. Singapore prevede anche disposizioni in materia di transfer pricing che, come noto, si focalizzano sul principio dell’ “arm’s lenght”, che afferma che il prezzo pagato in una transazione tra due parti correlate deve essere pari al prezzo che la parte acquirente avrebbe pagato nel caso in cui non vi fosse stato alcun rapporto di controllo/influenza tra le parti.

Investire dalla Cina verso India & Vietnam

La guida per aiutarvi a sviluppare il vostro bus iness c inese nell’area asiatica.

Comprendere le implicazioni di una Stabile Organizzazione

in Cina Un anal is i del lo status di Stabile Organizzazione (PE) in Cina

Le Tasse Previste in India per le Società a Partecipazione

Straniera L a n o s t r a guida a l le tasse applicabili quando s i c o s t i t u i s c e un’attività in India

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libero scambio che l’ASEAN ha in atto e che stanno per essere adottati.

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Tutte le principali a l i q u o t e f i s c a l i a z i e n d a l i e individuali in tutti i Paesi dell’Asia

Pro v i n c e , R e g i o n i e Zo n e Economiche Speciali in Vietnam

Questa pubblicazione i d e n t i f i c a l e regioni e le zone d i i n v e s t i m e n t o più competitive in Vietnam.

La Guida fiscale della Cina (Sesta Edizione)

Una panoramica c o m p l e t a e approfondi ta d i tutte le imposte applicabili a societa’ straniere in Cina

Introduzione alle Zone di Investimento in Asia

Una dettag l ia ta a n a l i s i d e i v a r i t i p i d i z o n e d i I n v e s t i m e n t o disponibili in Asia.

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Issue 18 • January 2013

From Dezan Shira & Associates

India’s Taxes for Foreign-investedEntities

Inside This Issue:

An Overview of India’s Taxes on BusinessIn this article, we give a brief overview of India’s major taxes and duties on business, as well as double taxation avoidance agreements.

Individual Income Tax Rates and DeductionsIndividual income tax (IIT ) payments are determined by income source, residency, amount, and other factors

India’s Tax Reforms in 2013The Indian Government has tabled a measure of reforms to be introduced to create a more favorable environment for foreign investment.

May 2013 | CHINA BRIEFING - 1

Understanding Permanent Establishments in China• Triggering Permanent Establishment Status• Tax Implications of a Service Permanent Establishment• Does a Representative Offi ce Constitute a Permanent Establishment?• Countries with Double Taxation Avoidance Agreements with China

Issue 134 • May 2013

From Dezan Shira & Associates

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Understanding Permanent Establishments in China• Triggering Permanent Establishment Status• Tax Implications of a Service Permanent Establishment• Does a Representative Offi ce Constitute a Permanent Establishment?• Countries with Double Taxation Avoidance Agreements with China

2013

THE 2013 ASIA TAX GUIDE

Bangladesh • Brunei • Cambodia • China • Hong Kong • India • Indonesia

Japan • Laos • Malaysia • Mongolia • Myanmar • Nepal • Philippines

Singapore • South Korea • Sri Lanka • Thailand • Vietnam

presents

Regional Business Intelligence from Dezan Shira & Associates

Regional Business Intelligence from Dezan Shira & Associates

2013

Produced in association with

The China Tax Guide:Tax, Accounting and Audit(Sixth Edition)

I. China’s Tax System

II. China’s Business Taxes

III. Individual Income Tax

IV. Accounting, Audit and Compliance

V. International Taxation

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1Vietnam Briefing | 2012

VIETNAM BRIEFINGThe Practical Application of Vietnam Business

From Dezan Shira & Associates

Issue 11 • May 2012

Vietnam’s Provinces, Regions and Key Economic Zones

INCLUDING• A Look at the 2012 Vietnam Provincial Competitiveness Index• An Update on Vietnam’s Three Key Economic Zones• Comparison of Vietnam’s Eight GSO-Defined Regions

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ASIA BRIEFING

Page 45: Collezione China Briefing 2013

10 - ASIA BRIEFING

Trattati bilaterali sugli investimenti

– By Chris Devonshire-Ellis, Dezan Shira & Associates

I Trattati Bilaterali sugli Investimenti (TBI) sono una parte spesso ignorata degli scambi bilaterali, del commercio e degli investimenti tra due Paesi, e spesso sono stati sostituiti da altri accordi commerciali più dettagliati come i DTA. Tuttavia, per molti Paesi, gli accordi TBI restano l’unico strumento che permette di riconoscere

reciprocamente e giuridicamente protocolli e parametri degli investimenti bilaterali. In particolare, per molti Paesi meno sviluppati in Asia, Africa, Medio Oriente e America Latina i TBI possono essere l’unica forma di accordo esistente con le principali potenze commerciali come la Cina, l’India e persino gli Stati Uniti.

Lo scopo di un TBI tra due Paesi è quello di incoraggiamento, promozione e protezione nei reciproci investimenti da parte di società con sede in uno o in entrambi i Paesi. Questi trattati generalmente coprono le seguenti aree:

• Scopo e definizione dell’investimento;• Ammissione e Costituzione;• Trattamento Nazionale;• Trattamento di Most-Favored-Nation;• Trattamento “Giusto ed Equo” per quanto concerne IDE;• Risarcimento in caso di esproprio e danni all’investimento;• Garanzie di libero trasferimento dei finanziamenti; • Meccanismi di risoluzione delle controversie, sia da Stato a Stato che

da investitore a Stato.

Per dimostrare il vasto uso dei TBI, abbiamo elencato di seguito i dettagli degli accordi della Cina e dell’India come esempio di quanto sia ampio il loro campo di applicazione:

Trattati Bilaterali della Cina sugli Investimenti La Cina ha iniziato a stringere accordi TBI con altri Paesi dagli anni ‘80, quando la Nazione ha iniziato il suo percorso di riforme sotto Deng Xiaoping. Nonostante molti ora siano stati sostituiti da accordi commerciali più complessi e sofisticati come ad esempio i DTA ed altre procedure bilaterali, molte nazioni emergenti più piccole, hanno solo questo tipo di trattati bilaterali con la Cina.

La Cina ha oltre 80 trattati in essere, e continua ad usarli nei suoi rapporti bilaterali. Così, mentre il TBI Cina-Svizzera è stato ratificato nel 1987, altri continuano ad essere discussi, come ad esempio il recente accordo TBI tra Cina e Canada che è stato negoziato l’anno scorso durante il summit APEC di Vladivostock.

Gli accordi TBI della Cina includono:Africa - Botswana, Camerun, Costa D’Avorio, Gibuti, Etiopia, Egitto, Ghana, Madagascar, Marocco, Tunisia e UgandaAmeriche - Argentina, Benin, Bolivia, Canada, Cile, Colombia, Cuba, Ecuador, Guyana, Giamaica, Messico, Peru’, Trinidad & Tobago e UruguayAsia & Oceania - Australia, Brunei, Cambogia, Indonesia, Giappone, Laos, Mongolia, Nuova Zelanda, Filippine, Singapore, Sri Lanka, Thailandia, Corea del Nord, Corea del Sud e PakistanEuropa - Albania, Austria, Belgio-Lussemburgo, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Romania, Russia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e il Regno UnitoMedio Oriente - Bahrein, Iran, Giordania, Libano, Kuwait, Siria, Qatar ed Emirati Arabi Uniti

Trattati Bilaterali dell’India sugli investimenti Anche l’India negli ultimi 30 anni ha stretto accordi TBI con altri Paesi, molti di questi sono stati stretti con storici partner commerciali europei o con Paesi con una grande presenza di minoranze indiane. L’India ha circa 40 TBI in essere, e continua ad utilizzarli nei rapporti bilaterali. Ad esempio, mentre il TBI siglato tra India e Germania è stato ratificato nel 1995, altri continuano ancora ad essere discussi. L’accordo TBI tra India e Nepal è stato infatti di recente negoziato e firmato nel 2011.

Gli accordi TBI dell’India includono:Africa - Egitto, Ghana, Mauritius, Marocco e MozambicoAmeriche - Messico, Argentina e ColombiaAsia & Oceania - Australia, Indonesia, Kazakhstan, Nepal, Corea del Sud, Sri Lanka e TailandiaEuropa - Austria, Belgio-Lussemburgo, Bosnia, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e il Regno UnitoMedio Oriente - Oman

I testi completi dei vari accordi TBI, DTA e FTA dell’Asia possono essere scaricati dal sito web di ASEAN Briefing. Per accedere a questi documenti, visitate www.aseanbriefing.com e cliccate sulla sezione “Tax Treaties”.

Page 46: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 11

Cina - La Cina dispone di una serie completa di trattati fiscali sia a livello multilaterale con l’ASEAN che a livello bilaterale con la maggior parte dei Paesi membri del blocco commerciale. Attraverso i suoi accordi di libero scambio,saranno aboliti in particolare i dazi all’importazione e all’esportazione su migliaia di prodotti e, di conseguenza, la Cina probabilmente inizierà (o continuera’) a perdere parte della sua capacità produttiva/manifatturiera di basso valore aggiunto a favore di membri ASEAN low-cost come ad esempio il Vietnam. Tuttavia, ciò renderà i mercati dell’ASEAN in tutto il Sud-est asiatico “liberi” per i prodotti cinesi - creando un boom commerciale sia per i produttori ASEAN e cinesi, che per le società di sourcing - e migliorerà inoltre la stabilità degli scambi commerciali con l’India attraverso l’intermediazione di società con sede in un Paese ASEAN.

Singapore - Singapore si sta posizionando come centro principale di servizi per il commercio intra-asiatico. Costituire una controllata estera qui - e perciò qualificarsi per ottenere i benefici ASEAN attraverso la controllata di Singapore - è facile ed economico. Un’eccezzionale settore logistico e di trasporti, il porto e le infrastrutture di stoccaggio, un sistema bancario di livello mondiale ed il libero scambio assicurano il posizionamento della città quale centro commerciale senza rivali nella regione. Capire quali sono i vantaggi che la vasta raccolta di DTA di Singapore può offrire al commercio internazionale in tutta la regione dovrebbe essere la priorità per qualsiasi azienda internazionale che intende commerciare in o con l’Asia.

Ulteriori RisorseSviluppi dei Trattati Fiscali in Asia

India - Come la Cina, anche l’India ha stretto considerevoli accordi FTA e DTA con l’ASEAN e i suoi Stati membri. Ciò significa che le società indiane che cercano di creare una filiale in una nazione ASEAN possono usufruire non solo dell’Accordo di Libero Scambio (FTA) tra ASEAN e India, ma anche dell’accordo tra ASEAN e Cina (e viceversa per le società cinesi). Come tale, sembra che il commercio bilaterale indo-cinese attraverso l’utilizzo di controllate ASEAN e i relativi accordi fiscali andrà aumentando notevolmente nei prossimi anni. Gran parte del flusso commerciale passerà attraverso succursali dell’ASEAN costituite da imprese di entrambi i Paesi, traendo vantaggio dai loro rispettivi DTA con l’ASEAN, ed al contempo utilizzando Paesi come Singapore come base commerciale/finanziaria.

Vietnam - Come membro dell’ASEAN il Vietnam è impegnato in diversi trattati fiscali, ed è attivo nella stipulazione di ulteriori convenzioni. Oltre alla Cina, anche il Vietnam ha firmato accordi di libero scambio con tutte le nazioni dell’ASEAN, ed è parte di accordi di libero scambio tra ASEAN e altri Paesi. Il Vietnam attualmente sta negoziando accordi bilaterali con partner strategici come l’Unione Europea (UE), gli Stati Uniti, il Canada e sarà parte dell’Accordo Strategico Transpacifico di Cooperazione Economica (Trans-Pacific Strategic Economic Partnership Agreement). Nel frattempo, l’abolizione dei dazi all’importazione su migliaia di prodotti secondo i termini previsti dal Free Trade Agreement (FTA) ASEAN-Cina porterà il Vietnam con i suoi costi di gestione e produzione più bassi ad essere un fornitore/produttore di riferimento in alternativa o complemento alla Cina.

I trattati tra l’ASEAN, i suoi membri e tutte le altre nazioni si possono trovare su ASEAN Briefing visitando il sito www.aseanbriefing.com. Se siete interessati ad avviare un’attivita’ di business in Cina, India, Hong Kong, Singapore, Vietnam o qualsiasi altro Paese dell’ASEAN, contattate DezanShira & Associates [email protected].

Page 47: Collezione China Briefing 2013

Procedure per il Visto e il Permesso di Lavoro in Asia• Ottenere visti e permessi di lavoro per: • Cina • India • Indonesia • Malesia • Filippine • Singapore • Thailandia • Vietnam

Numero 5 • Settembre e Ottobre 2013

da Dezshira & Associates

Page 48: Collezione China Briefing 2013

2 - ASIA BRIEFING

ASIA BRIEFING

IntroduzioneLa domanda di cittadini stranieri qualificati resta elevata in tutto il continente asiatico, tuttavia quando si tratta di condurre affari come cittadino straniero in un altro paese, è importante essere a conoscenza delle norme relative al soggiorno all’estero per i manager stranieri. Anche i datori di lavoro presenti fisicamente in questi mercati devono essere a conoscenza della corretta procedura da seguire per l’assunzione di un lavoratore straniero.

I documenti necessari per un lavoratore straniero in Asia variano da paese a paese, ma di solito comprendono uno specifico visto di lavoro, un permesso di lavoro e/o un permesso di soggiorno. Le visite di breve durata per motivi quali ad esempio attività di due diligence, controllo qualità o fiere commerciali, possono essere coperte da un visto d’affari.

In questo numero di Asia Briefing saranno messi in evidenza i documenti specifici richiesti ai cittadini stranieri che lavorano in Cina, India, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam, e inoltre si metteranno in rilievo le principali procedure per la richiesta del visto in ognuno dei paesi sopracitati. Si presterà attenzione anche al ruolo dell’azienda in cui si viene assunti e alle norme che essa deve rispettare. Una volta identificati il tipo di visto e il permesso di lavoro adatti, è importante preparare i documenti necessari affinché la procedura di richiesta abbia esito positivo. Oltre ai procedimenti relativi ai visti e ai permessi per ogni paese, sarà fornita anche una lista completa dei documenti necessari al momento della richiesta del permesso per lavorare all’estero.

Mentre il mondo imprenditoriale internazionale continua a evolversi, anche le politiche che regolano il lavoro dei cittadini stranieri all’estero hanno cominciato a cambiare riflettendo questi nuovi modelli – le nuove regole per i visti in Cina ne sono un perfetto esempio. Speriamo che questo numero di Asia Briefing aiuti i nostri lettori a destreggiarsi nel mondo, spesso complesso, del lavoro all’estero, risultando allo stesso tempo uno strumento utile per le aziende che vogliono restare conformi alle normative sul lavoro vigenti nel paese in cui operano.

Con i più cordiali saluti,Alberto VettorettiAmministratore Delegato, Dezan Shira & Associates, Editore, Asia Briefing

Copertina del meseUntitled (无题)

Olio su tela,180 x 150cmLi Jisen (李继森)

Wan Fung Art Gallery (云峰画苑) [email protected]

www.wanfung.com.cn/eng/+86 21 6487 4072*107

Numero 5 • Settembre e Ottobre 2013Ulteriori fonti disponibili su www.asiabriefing.com

Alberto Vettoretti Head of Italian Desk

Aggiornamenti normativiwww.dezshira.com/international-desk/italian.

Investire in Asia www.asiabriefing.com

Multimediawww.asiabriefing.com/multimedia

[email protected]

Notizie su Asia Briefingwww.asiabriefing.com/news

Letture consigliate www.asiabriefing.com/store

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Page 49: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 3

Procedure per il visto e il permesso di lavoro

nei paesi asiatici emergentiContenuti

“Mentre il mondo imprenditoriale internazionale continua a evolversi, anche le politiche che regolano il lavoro dei cittadini stranieri all’estero hanno cominciato a cambiare riflettendo questi nuovi modelli”

Materiale a riguardo su Asia Briefing*

www.china-briefing.com

www.aseanbriefing.com www.india-briefing.com

INDIA BRIEFINGINDIA BRIEFINGwww.vietnam-briefing.com

VIETNAM BRIEFINGVIETNAM BRIEFING

Visti e Permessi di lavoro in Cina

Visti d’affari e di lavoro in India

Permessi di lavoro a Singapore

Visti e Permessi di lavoro in Vietnam

pag.5 pag.9

Risorse umane e gestione buste paga in Cina

Assumere personale straniero In Vietnam

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Come assumere personale in India?

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Viaggiare in India - Cultura e Norme di comportamento negli affari

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Ottenere il Visto di Lavoro e il Permesso di Soggiorno in Asia

A cura di – Christian Fleming, Collin Baffa, Alex Tangkilisan, Edward Barbour-Lacey, e Yao Lu

La domanda di cittadini stranieri qualificati resta elevata in tutto il continente asiatico, tuttavia quando si tratta di condurre affari come cittadino straniero in un altro paese, è importante essere a conoscenza delle norme relative al proprio soggiorno all’estero. Allo stesso modo, anche i datori di lavoro fisicamente presenti in questi mercati dovrebbero essere a conoscenza delle corrette procedure da seguire per assumere un lavoratore straniero. I documenti necessari per un lavoratore straniero in Asia cambiano da paese a paese, ma di solito consistono in uno specifico visto di lavoro, un permesso di lavoro e/o un permesso di soggiorno. Tuttavia molti paesi concedono anche

dei visti d’affari a breve termine che, in genere, proibiscono l’impiego a tempo pieno ma consentono ad esempio l’ingresso nel paese per motivi di due diligence, visita a clienti e fornitori, controllo qualità e altre attività di breve durata.

In questo articolo saranno indicati i documenti specifici richiesti ai cittadini stranieri che intendono lavorare in Cina, India, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam. Si metteranno inoltre in rilievo le principali procedure per la richiesta del visto di lavoro in ognuno dei paesi sopracitati. Si presterà attenzione inoltre al ruolo dell’azienda in cui si viene assunti e alle norme a cui essa deve attenersi.

CinaNel 2013 la Cina ha introdotto un nuovo insieme di norme che regolano il flusso di entrata e uscita dei cittadini stranieri, intitolato “Normativa Amministrativa della Repubblica Popolare Cinese sull’entrata e l’uscita di cittadini stranieri (di seguito riportata come ‘Normativa’).” La Normativa, entrata in vigore il 1° settembre, ha aggiornato il sistema dei visti del paese introducendo sostanziali cambiamenti nel processo di richiesta del permesso di soggiorno, di cui tratteremo in seguito.

Modifiche al Visto d’Affari e al Visto di LavoroSecondo la legislazione precedente, i visti principali per motivi di affari o di lavoro in Cina erano il visto F e il visto Z.Tuttavia, con la normativa attuale, le categorie e i requisiti per i cittadini stranieri intenzionati a lavorare e a svolgere affari nel paese asiatico sono cambiati in modo significativo.

Il Visto d’AffariIl visto F, in precedenza conosciuto come visto d’affari, veniva utilizzato dai cittadini stranieri che si recavano in Cina per motivi d’affari ma che non erano alle dipendenze di aziende cinesi.

Le nuove normative hanno limitato gli ambiti coperti dal visto soltanto a scopi non commerciali, come scambi culturali, visite e sopralluoghi; contemporaneamente è stato introdotto un nuovo visto d’affari – il visto M – che sarà rilasciato a tutti i cittadini stranieri che volessero entrare nel paese per motivi d’affari o per attività commerciali.

Per richiedere un visto M, un cittadino straniero che si rechi in Cina per affari deve presentare una lettera d’invito rilasciata dal proprio partner commerciale in Cina. Le normative non hanno specificato quali siano i documenti per la richiesta del visto M, ma si ritiene che i documenti principali richiesti siano simili a quelli per la richiesta del visto F.

Il Visto di LavoroCon il nuovo sistema dei visti, il visto Z non è più l’unico che permette l’assunzione di cittadini stranieri in Cina. I residenti stranieri possono essere assunti anche attraverso un nuovo tipo di visto – il visto R. Questi visti sono finalizzati ad attrarre figure internazionali di talento e sono rivolti a professionisti stranieri di livello senior che possiedono competenze di cui si ha urgente bisogno in Cina.

Coloro che intendono richiedere un visto R devono soddisfare i requisiti stabiliti dalle autorità competenti di riferimento e devono fornire la relativa documentazione.

Modifiche al Permesso di SoggiornoIn Cina, il permesso di soggiorno consente ai cittadini stranieri di effettuare un numero illimitato di viaggi da e verso la Cina per tutta la sua durata. Le nuove normative hanno ridotto da 1 anno a 90 giorni il periodo di validità minimo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro, con una

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Ottenere il Visto di Lavoro e il Permesso di Soggiorno in Asia

soglia massima di 5 anni che è rimasta invariata. Di conseguenza, invece di affidarsi ad un semplice visto d’affari, qualsiasi cittadino straniero che intenda svolgere affari in Cina per un periodo di 90 o più giorni, potrebbe avere bisogno di richiedere un permesso di lavoro assieme a un permesso di soggiorno lavorativo.

I cittadini stranieri che fanno domanda per il permesso di soggiorno lavorativo devono presentare i seguenti documenti all’Ufficio Locale per l’Amministrazione delle Entrate e Uscite di competenza sul territorio:

• Passaporto o altri documenti di viaggio insieme a fototessere e altri documenti personali

• Impronte digitali e altre informazioni biometriche• Un certificato di buona salute valido per oltre 1 anno

• Un permesso di lavoro e altra documentazione di supporto pertinente da parte delle autorità che dimostrano che il richiedente è una figura di talento straniera di livello senior o un professionista con competenze di cui si ha urgente bisogno in Cina

Modifiche alle TempistichePrecedentemente le tempistiche per le procedure relative alla domanda di permesso di soggiorno erano pari a 5 giorni lavorativi dal ricevimento della richiesta.

Tuttavia, sotto la nuova normativa, i tempi di attesa sono stati estesi a 15 giorni lavorativi e potrebbe essere necessario anche un colloquio. Di conseguenza, le aziende che impiegano cittadini stranieri sono invitate a richiedere in anticipo il visto per conto dei propri dipendenti, dal momento che requisiti più rigorosi e ulteriori tempi di attesa potrebbero influire sull’ arco temporale di rilascio del documento.

Il grafico sottostante illustra le procedure e una stima dei tempi per una comune richiesta secondo il nuovo sistema dei visti. Tuttavia, a seconda del luogo in cui viene presentata la domanda, le tempistiche potrebbero subire delle variazioni.

Dopo che è stata presentata la domanda per il permesso di soggiorno, le autorità tratterranno il passaporto del richiedente mentre la pratica resterà in sospeso. Durante questo periodo, verrà rilasciato un documento per confermare che il richiedente si trova legalmente nel paese e, sempre con lo stesso documento, sarà possibile viaggiare e soggiornare all’interno del paese stesso.

ConclusioniLe normative sono ancora in fase di sviluppo e sono necessarie ulteriori precisazioni. Si prevede tuttavia che il governo cinese emetterà ulteriori regole amministrative per facilitare l’attuazione delle normative nel prossimo futuro. Si consiglia alle aziende in Cina con dipendenti provenienti dall’estero di mantenersi informate sugli ultimi sviluppi delle nuove normative dei visti, al fine di evitare l’inadempienza o il ritardo per il completamento delle relative procedure di rilascio.

IndiaQuando si fa domanda per un visto di lungo periodo in India, c’è una serie di procedure e di aspetti legali di cui essere a conoscenza. In questo articolo tratteremo dei documenti necessari per un cittadino straniero che intende lavorare in India.

La Richiesta del VistoIn India sono previsti due tipi di visti lavorativi: un visto d’affari, denominato anche visto B, e un visto di lavoro, detto anche visto E. Un visto d’affari a entrata multipla può essere concesso per un periodo superiore ai 5 anni; il periodo di permanenza massimo per ogni visita viene stabilito dall’ente di rappresentanza indiano che emette il documento.

Per ottenere un visto d’affari in India, il richiedente straniero deve essere in possesso dei seguenti documenti e requisiti:

2.Lettera d’invito

(3 giorni lavorativi)

1. Contratto di assunzione

(15 giorni lavorativi)

6. Permesso di soggiorno

(15 giorni di calendario)

3. Visto-Z(4 giorni lavorativi)

5. Permesso di Lavoro

(5 giorni lavorativi)

4. Visita Medica

(5 giorni lavorativi)

Entrata in Cina

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Ottenere il Visto di Lavoro e il Permesso di Soggiorno in Asia

• Un documento di viaggio valido e un permesso di rientro• Documentazione dettagliata circa la propria situazione finanziaria• Il cittadino straniero deve essere conforme a tutti gli altri requisiti

come il pagamento delle imposte

• Il visto d’affari deve essere rilasciato dal paese di origine o dal paese di residenza

• Documentazione riguardo la visita d’affari programmata in India

I cittadini stranieri che fanno richiesta di un visto d’affari sono soggetti alle seguenti condizioni:

• Il richiedente è un professionista altamente specializzato e qualificato che viene assunto da una società in India su base contrattuale o lavorativa

• I visti di lavoro non saranno concessi per lavori in cui sono disponibili cittadini indiani qualificati

• Il cittadino straniero intende effettuare la visita in India per lavorare presso un soggetto giuridico registrato in India o presso una società straniera impegnata in un progetto nel paese

• Il cittadino straniero deve essere conforme a tutti i requisiti legali come il pagamento delle imposte

Il visto di lavoro per i cittadini stranieri assunti in settori diversi da quello informatico sarà ulteriormente soggetto alle linee guida emesse dal Ministero del Lavoro. Secondo queste linee guida, l’ente di rappresentanza indiano potrà concedere visti di lavoro soltanto a professionisti stranieri che rappresentino l’1 per cento della forza lavoro totale della società locale, con un limite massimo di 20 visti per personale estero. Se la regola dell’“1 per cento” corrisponde a meno di cinque individui, l’azienda potrà assumerli e in questo caso per i visti di lavoro non ci sarà un limite di stipendio minimo. Le aziende indiane che intendono assumere personale straniero dovranno presentare un certificato con i dettagli di tutti i cittadini stranieri che si vogliono assumere nell’azienda oppure il progetto e la percentuale dei lavoratori stranieri rispetto al numero totale del personale in azienda.

La Registrazione del VistoIn base alle leggi sull’immigrazione indiane, ogni cittadino straniero è tenuto a registrarsi entro 14 giorni dal suo arrivo presso l’Ufficio Regionale del Registro degli Stranieri (FRRO - Foreign Regional Registration Office) se la durata prevista del soggiorno in India è superiore ai 6 mesi (180 giorni).

Il processo di registrazione del visto di lavoro ha inizio effettuando la domanda di registrazione online. Dopo aver depositato la richiesta, l’FRRO comunicherà la data per l’appuntamento. Nel giorno previsto, il richiedente dovrà presentarsi presso l’FRRO e richiedere l’iscrizione immediata all’accettazione. In base al beneplacito dell’ufficiale scrutinante, il certificato di registrazione sarà emesso dallo stesso. Il certificato sarà infine firmato dall’ufficiale incaricato presso l’FRRO.

I documenti necessari richiesti per la registrazione di un visto di lavoro sono:

• Un modulo compilato online• Quattro fototessere del richiedente in formato passaporto• Una fotocopia della pagina del passaporto con la foto • Una fotocopia della pagina del visto sul passaporto

• Una fotocopia del contratto di locazione autenticato o un modulo C da parte dell’albergo in cui si soggiorna

• Una lettera di autorizzazione e impegno da parte del datore di lavoro redatta nel formato predefinito

Una volta completate tali procedure, un cittadino straniero diventa giuridicamente idoneo per lavorare e vivere in India durante il periodo previsto. Questi permessi possono essere rinnovati prima della loro scadenza.

IndonesiaL’Indonesia ha approvato nuove Leggi sull’Immigrazione nel 2011 e, di conseguenza, al momento ci sono diverse opzioni disponibili per i lavoratori stranieri per ottenere visti e permessi di lavoro nel paese. L’Indonesia offre inoltre un servizio di visto all’arrivo, utile per i soggiorni fino a 30 giorni, e i permessi/visti di lavoro ottenuti prima dell’arrivo vengono solitamente emessi dal Ministero del Lavoro indonesiano. Il Ministero detiene inoltre una lista di tutte le posizioni professionali in Indonesia che sono aperte ai cittadini stranieri, tra cui tecnici, direttori, manager, esperti di settore e insegnanti.

In generale, i requisiti sono gli stessi per tutti i visti di tipo lavorativo e sono i seguenti:

• Tutte le richieste per il visto compilate vanno presentate assieme al passaporto del paese di residenza del richiedente con un minimo di sei mesi di validità

• Almeno una fototessera in formato passaporto a colori• Una copia firmata del proprio curriculum in inglese o in indonesiano

• Una lista a parte con le esperienze lavorative e i contatti di riferimento• Copie dei recenti diplomi e lauree• Dimostrazione di essere in possesso di risorse finanziarie sufficienti

per la durata della visita

Per richiedere un visto d’affari o di lavoro, il vostro datore di lavoro deve dapprima presentare la domanda per il permesso di lavoro pertinente e ottenere inoltre l’approvazione del governo per assumervi come dipendente straniero. Per fare ciò, l’azienda deve mandare al Comitato per il Coordinamento degli Investimenti Indonesiano (BKPM - Indonesia Investment Coordinating Board) una richiesta formale di approvazione

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Ottenere il Visto di Lavoro e il Permesso di Soggiorno in Asia

denominata Lettera di Comunicazione o una Lettera di Attuazione del Contratto di Impiego.

Il datore di lavoro deve inoltre presentare per conto vostro un Programma di Impiego di Personale per Lavoratori Stranieri, al fine di dimostrare quale ruolo avrete nei piani aziendali. Una volta che tutti questi documenti saranno approvati, l’azienda potrà fare domanda per il Visto VITAS (Visto di Soggiorno Limitato) presso l’ufficio BKPM, che emetterà a sua volta una Lettera di Raccomandazione diretta all’Ufficio per l’Immigrazione, per permettervi di ottenere il visto.

Tipi di VistoIl Visto d’AffariI visti d’affari vengono concessi a stranieri che intendono svolgere attività d’affari (come la partecipazione a conferenze/seminari) in Indonesia, ma che non lavorano come dipendenti presso un’azienda o non ricevono da questa un compenso una volta nel paese. Questo tipo di visto ha solitamente un periodo di validità pari a un anno ed è disponibile sia con le varianti di singola che di multipla entrata. Chi possiede il visto a entrata multipla è autorizzato a restare in Indonesia per un periodo totale massimo di 60 giorni, tuttavia questo numero di giorni può essere distribuito durante il periodo di validità del permesso di soggiorno. I visti d’affari possono essere estesi.

Il KITASI cittadini stranieri che lavorano a tempo pieno in Indonesia sono tenuti a possedere dei permessi di soggiorno denominati Carte di Permesso di Soggiorno Limitato (Kartu Izin Tinggal Terbatas, o KITAS) per poter lavorare legalmente nel paese.

Possono ottenere il KITAS i cittadini stranieri alle dipendenze di aziende indonesiane, cittadini stranieri coniugati con cittadini indonesiani o figli di stranieri con coniuge indonesiano. Un’azienda che intenda assumere un cittadino straniero deve dimostrare, durante la procedura di richiesta del KITAS, la ragione per cui questo candidato deve lavorare per loro (ad esempio, deve dimostrare che siete degli esperti in un settore in termini di esperienza e formazione). Inoltre, se il Ministero del Lavoro accetterà la vostra richiesta, dovrete corrispondere una tassa annuale di 1.200 dollari americani. I visti KITAS vengono rilasciati per periodi pari a un anno e sono estendibili con un preavviso di almeno 30 giorni.

Il KITAPIl KITAP (Kartzu Izin Tinggal Tetap) è il permesso di soggiorno permanente in Indonesia, che può essere rilasciato soltanto a investitori e lavoratori, pensionati stranieri di età superiore a 55 anni e cittadini stranieri coniugati con cittadini indonesiani.

Come investitore o lavoratore, si ha diritto a richiedere il permesso KITAP dopo essere stati in possesso del KITAS per almeno tre anni consecutivi. I permessi KITAP si possono ottenere per periodi di cinque anni, e si possono estendere per periodi indefiniti di tempo.

Il Visto all’arrivoQuesti visti si possono ottenere direttamente all’arrivo in alcuni aeroporti e porti marittimi indonesiani, a prescindere dallo scopo della visita.

Il visto all’arrivo non è un visto lavorativo o di visita, perciò non può essere modificato per ottenere altri permessi di immigrazione. Il periodo massimo di soggiorno consentito dal visto all’arrivo è di 30 giorni e può essere esteso per altri 30 giorni.

MalesiaLa Malesia ha una politica dei visti flessibile che permette alla maggior parte dei cittadini esteri di entrare senza bisogno di un visto per viaggi d’affari se questi non durano più di 90 giorni, includendo gli stranieri provenienti da: Stati Uniti, Francia, Australia, Brasile, Germania e Regno Unito. È importante accertarsi anzitempo se in Malesia è richiesto un visto dal proprio paese d’origine. I lavoratori stranieri che intendano essere assunti da un’azienda in Malesia dovranno far esaminare la propria domanda dagli enti governativi competenti, come il Ministero del Lavoro. L’azienda d’impiego deve inoltre collaborare con il governo per assicurarsi che venga approvato l’ingresso del lavoratore.

Tipi di Visto• Singola entrata – Valido per 3 mesi • Entrata multipla – Valido per 3-12 mesi

Procedura di RichiestaLe domande devono essere inoltrate tramite il più vicino Ufficio di Rappresentanza della Malesia all’Estero oppure, per i cittadini di nazionalità cinese e indiana, attraverso il sistema online I-Visa. Durante la procedura di richiesta del visto sono richiesti diversi documenti che comprendono:

• Passaporto originale• Due fototessere formato passaporto• Due fotocopie del passaporto del richiedente• Due fotocopie del modulo di richiesta del visto

• Due fotocopie del biglietto aereo di ritorno• Lettera di approvazione originale da parte dell’Ufficio per

l’Immigrazione della Malesia• Prova di sufficiente capacità finanziaria

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Permesso di LavoroI permessi di lavoro sono richiesti per i cittadini stranieri che lavorano nei settori previsti, che sono:

• settore manifatturiero• settore impiantistico• settore agricolo

• settore immobiliare• settore dei servizi

Per lavorare in Malesia, il richiedente deve ottenere l’approvazione da parte del Centro Locale di Approvazione del Ministero degli Affari Interni e il suo datore di lavoro deve fare richiesta di un Visto con Referenze e di un Pass Visitatori se l’impiego è temporaneo. La documentazione richiesta per il permesso di lavoro comprende:

• Fotocopia del passaporto del richiedente• Una fototessera formato passaporto• Il modulo di richiesta del Visto• La lettera di richiesta del permesso di lavoro da parte del datore di

lavoro

• La ricevuta originale delle tasse pagate• Il modulo di richiesta del Visto con Referenze • Un certificato medico del paese di origine approvato dal Ministero

della Sanità della Malesia

FilippineL’Ufficio dell’Immigrazione delle Filippine è responsabile per l’elaborazione della richiesta e l’emissione del visto nel paese.Per i cittadini stranieri in cerca di impiego nelle Filippine, esistono tre categorie di visto:

• 9(A): per soggiorno d’affari di breve durata• 9(D): per investitori o commercianti stranieri

• 9(G): per lavoratori dipendenti con contratto

Per coloro che intendono visitare le Filippine per 30 giorni o meno, non è richiesto nessun visto, mentre per i soggiorni di oltre 30 giorni è necessario un visto valido. Le richieste possono essere fatte attraverso un qualsiasi ufficio consolare filippino o presentando una richiesta autenticata per e-mail al Consolato Generale delle Filippine prima del viaggio o all’arrivo presso l’Ufficio per l’Immigrazione.

Il Visto 9(A)Il visto 9(A) copre qualsiasi attività d’affari di breve periodo svolta da un lavoratore straniero nelle Filippine ed è valido per 59 giorni. Un’approvazione dell’”Estensione del Periodo di Soggiorno Autorizzato” sarà concessa dall’Ufficio per l’Immigrazione su base individuale per coloro che intendono rimanere per un periodo di durata maggiore. I documenti richiesti sono:

• Un passaporto valido • Una fototessera formato passaporto (3.5 cm – 4.5 cm)

• Il modulo di estensione del visto turistico MCL 07-02• Il Certificato di Accettazione dell’Ufficio per l’Immigrazione

Il Visto 9(D)Il visto 9(D) copre due categorie di attività svolte dai cittadini stranieri: commercio internazionale e investimenti. Si considera un treaty trader chiunque sia impegnato in scambi commerciali transfrontalieri con le Filippine e soggetto ai trattati commerciali in vigore. Allo stesso modo, un investitore straniero è l’individuo non locale impegnato nel finanziamento e nella gestione di un’impresa filippina. I documenti richiesti sono:

• Un passaporto valido• Una fototessera formato passaporto (3.5 cm – 4.5 cm)• Il modulo di Richiesta da parte dell’Ufficio per l’Immigrazione• Una fotocopia del contratto d’impiego

• Il Certificato di Accettazione dell’Ufficio per l’Immigrazione• I seguenti documenti aziendali:

• Certificato di registrazione dell’azienda;• Atto costitutivo; • Copia della dichiarazione dei redditi.

Il Visto 9(G)Il visto 9(G) è destinato a qualsiasi cittadino straniero in cerca di impiego di lungo periodo nelle Filippine. Il datore di lavoro deve presentare una richiesta di Permesso di Lavoro per Stranieri all’Ufficio per l’Immigrazione prima dell’emissione del visto 9(G).

I documenti richiesti sono:

• Un passaporto valido• Una fototessera formato passaporto (3.5 – 4.5 cm)• Il Certificato di Accettazione dell’Ufficio per l’Immigrazione• Il curriculum vitae del richiedente• Una fotocopia del contratto di impiego• Una fotocopia del Permesso di Lavoro per Stranieri

• Il Certificato di Accettazione dell’Ufficio per l’Immigrazione• I seguenti documenti aziendali:

• Certificato di registrazione dell’azienda;• Atto costitutivo;• Copia della dichiarazione dei redditi.

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Ottenere il Visto di Lavoro e il Permesso di Soggiorno in Asia

Visti Speciali per InvestimentiCi sono due categorie speciali di visto per i cittadini stranieri coinvolti in investimenti o affari nelle Filippine. Il programma del Visto Pro-Investimenti all’Arrivo permette ai dipendenti autorizzati dalla Commissione per gli Investimenti di ricevere un visto all’arrivo nelle Filippine per un periodo che va dai 30 giorni ai 6 mesi. Il Visto Speciale di Residenza per Investitori (Special Investors Resident Visa - SIRV) sarà concesso ai cittadini stranieri che hanno investito 50,000 dollari americani od oltre nel turismo o in progetti di residenze per anziani.

SingaporeRegolare e limitare il flusso continuo di immigrazione è stata, ed è tuttora, una delle maggiori preoccupazioni del governo di Singapore. La regola fondamentale alla base del rilascio dei visti e dei permessi di lavoro è quella di attrarre risorse altamente specializzate e di talento.

Individui idonei per il Permesso di LavoroCategorie di

permesso lavorativoIndividui idonei

Permesso di Impiego (Employment Pass)

Rilasciato a cittadini stranieri che lavorano come dirigenti, manager o professionisti specializzati, che percepiscono uno stipendio mensile fisso di almeno 3.000 dollari di Singapore e che soddisfano altri requisiti di qualifica.

Permesso di Impiego Personalizzato (Personalized Employment Pass - PEP)

Rilasciato ad attuali possessori del Permesso di Impiego e a professionisti stranieri che rispondono a specifici requisiti di qualifica. Diversamente dal Permesso di Impiego, che deve essere annullato quando il detentore del permesso lascia il lavoro, il Permesso di Impiego Personalizzato non è vincolato al datore di lavoro e viene concesso per merito. Il possessore di un Permesso di Impiego Personalizzato può restare a Singapore per un periodo di sei mesi, in modo da valutare nuove opportunità di lavoro.

Il Permesso di soggiorno per l'imprenditore straniero (EntrePass)

Rilasciato a imprenditori stranieri che intendono avviare affari a Singapore. I richiedenti devono soddisfare alcuni requisiti quali detenere almeno il 30 % delle azioni della società, la società inoltre deve avere un minimo di capitale versato pari a 50.000 dollari di Singapore.

Il Permesso S Rilasciato a dipendenti stranieri con qualifiche di livello medio che per lavorare a Singapore percepiscono uno stipendio mensile fisso pari ad almeno 2.200 dollari di Singapore.

Permesso di Lavoro Rilasciato a dipendenti stranieri con qualifiche di base (coloro che non soddisfano i criteri per i professionisti stranieri con competenze di livello medio).

Fonte: Ministero del Lavoro, http://www.mom.gov.sg/foreign-manpower/passes-visas/Pages/default.aspx

Per i viaggi brevi a Singapore, i cittadini della maggior parte dei paesi esteri possono ottenere un visto all’arrivo. Questo, inoltre, può essere esteso o trasformato in altri tipi di permessi. Il modo più semplice per uno straniero di beneficiare di un permesso lavorativo di lungo periodo è quello di percepire una retribuzione elevata (superiore a 3.000 dollari di Singapore). Anche in questi casi, i visti e i permessi di lavoro sono soggetti all’approvazione da parte del Ministero del Lavoro, che è vincolato dalle quote occupazionali, specifiche per ogni settore, stabilite dal governo.

Il governo, inoltre, applica una tassa mensile per ogni lavoratore straniero. L’importo dipende dal settore d’affari, dal livello di competenza della risorsa e dalla percentuale di lavoratori stranieri nell’azienda (con un importo direttamente proporzionale al numero di dipendenti dall’estero). Ad esempio, il settore dei servizi è sottoposto al pagamento di una tassa media mensile di 330 dollari di Singapore per ogni dipendente straniero con qualifiche di base. Il governo di Singapore ha riportato che a partire dal luglio 2013, aumenterà l’importo della tassa mensile media arrivando a 433 dollari di Singapore per dipendente straniero qualificato e a 500 dollari per dipendente straniero con qualifiche di base.

ThailandiaGli stranieri che desiderano lavorare in Thailandia devono richiedere sia il visto che il permesso di lavoro. Il visto non-immigrant “B” è il visto adatto a chiunque intenda condurre affari o svolgere attività di investimento in Thailandia. Ci sono tre opzioni di visto “B” in base alla durata del soggiorno. Queste sono:

• a entrata singola valido per tre mesi• a entrata multipla valido per un anno

• a entrata multipla valido per tre anni

La durata massima della permanenza per motivi di visita con un visto non-immigrant “B” è di 90 giorni, tuttavia può essere estesa con l’approvazione da parte dell’ Ufficio Immigrazione di Bangkok.

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La Richiesta del VistoLe domande devono essere inoltrate tramite l’Ambasciata di Thailandia o il Consolato Generale Thailandese nel paese di origine del richiedente o direttamente in Thailandia. In genere, le domande devono essere presentate di persona, tuttavia i residenti di alcuni paesi possono presentare la domanda tramite le agenzie di viaggio autorizzate.

Per la procedura di richiesta del visto sono necessari diversi documenti, tra cui:

• Passaporto con validità di 6 mesi o più• Fototessera formato passaporto (4 x 6 cm) scattata negli ultimi 6 mesi• Prova di autosufficienza finanziaria (620 dollari americani a persona,

1.240 dollari americani a famiglia)• Lettera di Approvazione da parte del Ministero del Lavoro *• Permesso di lavoro

• Documentazione societaria:• Profilo della società;• Licenza commerciale;• Elenco dei soci;• Elenco dei dipendenti stranieri;• Bilancio di esercizio;• Registri IVA.

*Per ricevere una Lettera di Approvazione da parte del Ministero del Lavoro, il datore di lavoro del richiedente deve presentare un modulo WP3 all’Ufficio Amministrativo per i Lavoratori Stranieri.

Il Permesso di LavoroPer lavorare in Thailandia con un visto “B”, il richiedente deve anche essere in possesso di un permesso di lavoro rilasciato in via ufficiale. Per completare la domanda con esito positivo, sia il dipendente straniero che il datore di lavoro locale devono presentare i documenti necessari al Ministero del Lavoro. Per il richiedente, questi comprendono:

• Passaporto• Fototessera formato passaporto• Certificato medico

• Attestazione di impiego• Indirizzo in Thailandia

Il datore di lavoro deve presentare i seguenti documenti:

• Certificato aziendale• Elenco dei soci• Registri IVA

• Bilancio di esercizio• Copia del passaporto del dirigente• Contratto di lavoro

VietnamNegli ultimi anni il numero di lavoratori stranieri in Vietnam è aumentato costantemente, arrivando a oltre 90.000 persone alla fine del 2012. La maggior parte dei lavoratori stranieri che arrivano in Vietnam sono dipendenti di aziende straniere che lavorano per o gestiscono progetti di investimento diretto nel paese. A un’entità vietnamita è consentito assumere risorse dall’estero in ruoli quali manager, direttore esecutivo ed esperto, laddove le risorse locali non siano ancora in grado di soddisfare le esigenze produttive e commerciali. Diversamente da altri paesi asiatici, come la Cina, gli uffici di rappresentanza vietnamiti sono anche in grado di assumere direttamente il personale.

Al fine di dimostrare la necessità di un dipendente straniero, la società deve pubblicare il bando per la posizione in questione per i potenziali candidati vietnamiti su un giornale nazionale oppure su un portale online 30 giorni prima dell’assunzione di una risorsa dall’estero. La prova di questo bando va presentata sulla domanda di permesso di lavoro per il candidato straniero. L’altra opzione è quella di assumere cittadini stranieri attraverso un centro servizi di proprietà del governo.

Quando si assume personale straniero in Vietnam, esiste una serie di procedure e quadri giuridici di cui essere a conoscenza. In questo articolo ci si occuperà dei documenti necessari per un lavoratore straniero in Vietnam, tra cui:

• Visti• Permessi di Lavoro

• Permessi di Soggiorno Temporaneo

VistiPer entrare in Vietnam molti cittadini stranieri necessitano di un visto emesso dall’Ambasciata del Vietnam o dal Consolato (alcuni paesi godono dell’entrata senza il visto per cui dovrete informarvi preventivamente presso il consolato del vostro paese). Un visto per il Vietnam si può ottenere anche in un paese terzo oppure nello stesso Vietnam. Per lavorare in Vietnam e rimanervi per un lungo periodo, i cittadini stranieri devono richiedere un visto di durata maggiore, ovvero un visto a entrata multipla di tre mesi. I visti di lavoro applicabili solitamente sono:

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Ottenere il Visto di Lavoro e il Permesso di Soggiorno in Asia

• B2 - per l’attuazione di progetti di investimento già autorizzati dalle amministrazioni statali vietnamite

• B3 - per lavorare presso aziende vietnamite

• B4 - per lavorare presso uffici di rappresentanza o presso filiali di organizzazioni professionali economiche, culturali o altro, oppure per lavorare presso organizzazioni non governative con sede in Vietnam

Permessi di LavoroNella maggior parte dei casi, in Vietnam è richiesto il permesso di lavoro quando si lavora all’interno dei confini nazionali per oltre tre mesi. Laddove il permesso di lavoro non fosse obbligatorio, bisogna presentare un avviso al Dipartimento del Lavoro, Invalidi e Affari Sociali a livello provinciale, sette giorni prima dell’inizio della prestazione lavorativa in Vietnam. Al momento, i permessi di lavoro per i cittadini stranieri sono validi per un periodo massimo di due anni.

Le autorità stanno diventando più severe in materia di permessi di lavoro; coloro che violassero le normative lavorando in Vietnam senza un permesso di lavoro potrebbero essere sanzionati oppure, se non fossero in grado di rispondere ai requisiti previsti per il permesso di lavoro, potrebbero essere rimpatriati.

Per poter beneficiare di un permesso di lavoro, il richiedente dovrà essere conforme alle seguenti condizioni:

• Essere un manager, un direttore esecutivo o un esperto con le competenze tecniche e le conoscenze necessarie per il lavoro

• Essere maggiorenne

• Non avere procedimenti o azioni di tipo legale in sospeso in Vietnam o all’estero, o avere precedenti penali

• Essere in buona salute, sufficiente a soddisfare le esigenze lavorative

Le seguenti condizioni esonerano il cittadino straniero dalla necessità del permesso di lavoro:

• Lavorare in Vietnam per un periodo inferiore a 3 mesi• Essere socio di una società a responsabilità limitata (Limited Liability

Company o LLC) in Vietnam con due o più soci • Essere il proprietario di una LLC con un solo socio• Essere un membro del Consiglio di Amministrazione di una società

per azioni (Joint Stock Company)• Recarsi in Vietnam per commercializzare prodotti e servizi• Recarsi in Vietnam per un periodo inferiore a 3 mesi al fine di risolvere

una situazione che i cittadini vietnamiti o gli esperti stranieri in

Vietnam non sono in grado di risolvere• Essere avvocati a cui è concesso un permesso professionale in Vietnam• Essere chief representative di uffici di rappresentanza, capi di progetti

d’ufficio o individui che lavorano per organizzazioni straniere non governative in Vietnam

• Essere trasferiti internamente all’azienda che possieda una presenza commerciale nella lista di servizi del Vietnam con l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

Permessi di Soggiorno TemporaneoAgli stranieri in possesso di permessi di lavoro validi per uno o più anni, così come agli alti dirigenti, può venire concesso un Permesso di Soggiorno Temporaneo (Temporary Residence Card o TRC). Il Permesso di Soggiorno Temporaneo viene emesso dall’ente per l’immigrazione sotto il Ministero di Pubblica Sicurezza, ed è valido per un periodo che va da uno a due anni. Coloro a cui viene concesso un TRC possono entrare e uscire dal Vietnam senza un visto nei termini di validità del loro TRC.

I titolari di un visto B2, B3 o B4 possono beneficiare di un Permesso di Soggiorno Temporaneo, così come i membri di consigli di amministrazione, responsabili di filiali aziendali e chief representative di uffici di rappresentanza di società straniere in Vietnam.

Gli individui o le aziende che necessitassero di assistenza riguardo i diversi regolamenti per i visti e i permessi di soggiorno in Asia possono rivolgersi agli esperti di Dezan

Shira & Associates contattandoci via e-mail all’indirizzo [email protected].

La Libreria di Asia Briefing

Dal 1999 Asia Briefing Ltd. pubblica riviste di business, economia e guide per gli investitori stranieri in Asia. Oggi tutte le nostre pubblicazioni sono disponibili nella libreria di Asia Briefing (www.asiabriefing.com/store).

www.asiabriefing.com/store

ASEAN 2015: siete pronti? (Gennaio e Febbraio 2013)

Investire dalla Cina verso India e Vietnam(Marzo e Aprile 2013)

Introduzione alle zone di investimento in Asia

(Maggio e Giugno 2013)

Un’introduzione ai Trattati Fiscali dell’Asia( Luglio e Agosto 2013)

Page 58: Collezione China Briefing 2013

Guida fiscale per l’Asia per il 2014• La guida fiscale per l’Asia - include Brunei, Cambogia, Cina, Hong Kong, India, Indonesia, Laos, Malesia, Birmania, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam• Facilità nel pagamento delle imposte - Classifica mondiale• Confronto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in Asia

Numero 6 • Novembre e Dicembre 2013

da Dezan Shira & Associates

Page 59: Collezione China Briefing 2013

2 - ASIA BRIEFING

ASIA BRIEFINGNumero 6 • Novembre e Dicembre 2013

Ulteriori fonti disponibili su www.asiabriefing.com

Introduzione

Copertina del meseAfter The Rain

Olio su Tela, 135x155cmLe Thanh Son

Green Palm Gallery [email protected]

www.greenpalmgallery.com+84 91 321 8496

Cari amici, clienti, lettori,

Le opportunità di vendita ai consumatori asiatici non sono mai state più marcate di quanto lo siano oggi, e tali opportunità continueranno a crescere e svilupparsi nel corso dei tre decenni a venire. La chiave per la comprensione e l’accesso a questo nuovo, imponente e dinamico mercato di consumatori è la capacità di comprendere i meccanismi fiscali alla base di questi sistemi. A tale scopo, sono lieto di presentarvi la nostra terza “Guida fiscale” annuale, come ultimo numero di Asia Briefing del 2013.

Mentre cominciano a entrare in vigore nuovi accordi di libero scambio e di doppia imposizione fiscale fra nazioni asiatiche e di altri continenti, l’impatto che la pianificazione di una struttura fiscale efficace può avere nel momento in cui si fanno affari in Asia non è mai apparso così rilevante come lo è oggi. In questo numero si esamineranno le diverse aliquote fiscali nelle tredici giurisdizioni asiatiche – i 10 paesi ASEAN, oltre a Cina, India e Hong Kong.

Si esamineranno le aliquote fiscali in vigore per ognuna di queste nazioni, compresa l’imposta sul reddito societario, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, le imposte indirette e la ritenuta d’acconto. Saranno esaminati anche i fattori che determinano la residenza, così come le agevolazioni fiscali rivolte all’investitore straniero e le importanti questioni di conformità aziendale.

La “Guida fiscale per l’Asia per il 2014” si accompagna al nostro numero di Asia Briefing “Un’introduzione ai Trattati Fiscali dell’Asia”, che evidenzia ulteriormente i diversi vantaggi garantiti dagli accordi di libero scambio, dagli accordi di doppia imposizione fiscale e dagli accordi bilaterali di investimento quando sono sottoscritti dall’investitore straniero. Si può accedere al numero in questione dalla libreria di Asia Briefing (www.asiabriefing.com/store). Il nostro servizio di abbonamento gratuito è evidenziato anche sulla pagina principale del sito di Asia Briefing – accertatevi di effettuare l’iscrizione per essere sicuri di ricevere ogni numero di Asia Briefing insieme alle nostre pubblicazioni in allegato.

Il prossimo numero di Asia Briefing sarà “Il meccanismo delle buste paga in Asia” e uscirà a gennaio.

Con i miei migliori auguri, Alberto Vettoretti Managing Partner, Dezan Shira & Associates, Editore, Asia Briefing

Alberto Vettoretti Head of Italian Desk

Aggiornamenti normativiwww.dezshira.com/it

Investire in Asia www.asiabriefing.com

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ASIA BRIEFING

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Page 60: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 3

Guida fiscale per l’Asia per il 2014

Contenuti

“L’impatto che la pianificazione di una struttura fiscale efficace può avere al momento di fare affari in Asia non è mai apparso così rilevante come lo è oggi.”

TAX TAX TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAX

TAX TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAX TAX

TAX TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAX

TAX TAX TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAX

TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAX

TAX TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAXTAX TAX TAX TAX

TAX TAX TAX TAX

Guida fiscale per l’Asia

Facilità nel pagamento delle imposte - Classifica mondiale

Confronto dell’imposta sul reddito delle persone fisiche in Asia

p.4 p.6

L’ Accordo di partenariato economico globale dell’Asia

L’ Accordo di partenariato transpacifico per rilanciare le esportazioni asiatiche

L ’Alleanza del Pacifico - ponte dei Paesi ASEAN per il Sudamerica

Il Presidente cinese - la Cina non può svilupparsi senza l’Asia Pacific

L’indicatore di crescita del PIL panasiatico

Vendere prodotti americani ai consumatori della classe media in Asia

Ulteriori risorse per fare affari in Asia

www.china-briefing.com

www.aseanbriefing.com www.vietnam-briefing.com

VIETNAM BRIEFINGVIETNAM BRIEFINGINDIA BRIEFINGINDIA BRIEFINGwww.india-briefing.com

Materiale a riguardo su Asia Briefing*

p.10

Page 61: Collezione China Briefing 2013

4 - ASIA BRIEFING

La guida fiscale per l’Asia_ A cura di Christian Fleming, Shawn Greene e Edward Barbour-Lacey

Nel momento in cui nel mondo cominciano a entrare in vigore sempre più numerosi accordi di libero scambio e di doppia imposizione fiscale fra nazioni asiatiche e altre giurisdizioni, è chiara più che mai la necessità di effettuare un’attenta pianificazione al momento di scegliere il mercato e la struttura fiscale più efficaci per condurre i propri affari in Asia. Quando si intende stabilire un business in un qualsiasi mercato nel mondo, uno degli aspetti fondamentali che detterà il livello di redditività dell’azienda sarà la tassazione. Sebbene questo sia effettivamente soltanto uno dei fattori determinanti per il successo dell’attività d’impresa, alcune aziende cercano il giusto Paese partner in cui stabilire una presenza fisica. Le diverse aliquote fiscali per ogni giurisdizione e gli incentivi fiscali svolgono indubbiamente un ruolo importante nella decisione.

Le aziende che operano nell’area strettamente interconnessa dell’Asia necessitano di essere a conoscenza delle varie imposte a cui potrebbero essere soggette, che includono l’imposta sul reddito societario (CIT), l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IIT), la ritenuta d’acconto e le imposte indirette quali l’imposta sul valore aggiunto (VAT) o l’imposta su beni e servizi (GST). In questa sezione saranno delineate le aliquote fiscali principali per il reddito societario e delle persone fisiche per i 10 paesi membri dell’Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico (ASEAN) - Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malesia, Birmania, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam - oltre a Cina, Hong Kong e India. Si elencheranno inoltre importanti accorgimenti che dovrebbero essere presi in considerazione e saranno elencati alcuni degli incentivi fiscali attualmente offerti.

ASEAN - Brunei Valuta: dollaro del Brunei (BND)

Aliquote standard nel Brunei

Imposta sul reddito societario Imposte indirette

Ritenuta d’acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.20% 0% 0% 15% 10% 0% 0%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 20% • Residenza: Si considera residente se il controllo e la gestione degli

affari sono effettuati nel Brunei.• Conformità: Autovalutazione. Tutta la dichiarazione viene fatta

attraverso il Sistema per l’Amministrazione delle Imposte e Servizi per le Entrate (STARS), introdotto nel 2012.

• Incentivi: Sono forniti una serie di incentivi fiscali, tra cui esenzioni fiscali nei settori primari, esenzioni fiscali temporanee, sgravi fiscali per

le spese in conto capitale superiori a un miliardo di dollari del Brunei ed esenzioni sulla ritenuta d’acconto per interessi su alcuni finanziamenti.

Imposte Indirette• Tasso: Attualmente non esiste l’ imposta sul valore aggiunto o

un’aliquota di consumo equivalente.Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Attualmente non esistono aliquote sul reddito delle persone

fisiche.

ASEAN - Cambogia Valuta: Riel cambogiano (KHR)

Aliquote standard in Cambogia

Imposta sul redditosocietario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.20% 10% 14% 14% 14% 20% 20%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 20%• Residenza: Per essere considerata residente, un’azienda deve stabilire

in Cambogia la sua sede d’affari principale o condurvi la maggior parte delle operazioni. Nel caso in cui non sia residente, soltanto il reddito accumulato in Cambogia sarà soggetto all’ imposta sul reddito societario (CIT)/imposta sui profitti (ToP).

• Conformità: Esiste un sistema di autovalutazione per la compilazione delle dichiarazioni CIT/ToP. Queste vanno consegnate il 31 marzo dell’anno successivo a quello dell’imposta e sono compilate ogni anno.

• Incentivi: Esiste una serie di incentivi di investimento concessi dalla Cambogia, che sono disponibili per tutti i settori non presenti

sull’”elenco negativo”. Gli incentivi possono includere esenzioni dal pagamento dell’imposta sul reddito societario e dell’imposta sui profitti.

Imposte Indirette• Tasso: L’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto (VAT) attualmente

è del 10%. Alcuni beni, come quelli destinati all’esportazione, sono tassati allo 0%, mentre altri ne sono esenti.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: L’importo massimo è del 20%.• Altro: Ogni mese, il datore di lavoro deve corrispondere lo 0,8%

dello stipendio medio dei suoi dipendenti al Fondo Nazionale di Previdenza Sociale.

Page 62: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 5

La guida fiscale per l’Asia

ASEAN - Indonesia Valuta: Rupia indonesiana (IDR)

Aliquote standard in Indonesia

Imposta sul redditosocietario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 10% 20% 20% 20% 5% 30%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 25%• Residenza: Un’azienda è considerata residente se è stata costituita

in Indonesia.• Conformità: Le aziende devono effettuare l’autovalutazione e

presentare le dichiarazioni relative all’imposta sul reddito societario annuale all’ufficio delle imposte entro quattro mesi dal termine dell’anno solare o dell’anno fiscale. La notifica alla Direzione Generale delle imposte può garantire una proroga di due mesi.

• Incentivi: Le spese di ricerca e sviluppo (R&S) in Indonesia sono deducibili; altri incentivi comprendono esenzioni fiscali temporanee, esenzioni per certe operazioni, e sgravi fiscali in determinate aree o settori.

Imposte Indirette• Tasso: Il 10% dell’VAT si applica a beni, servizi e importazioni in

Indonesia. L’esportazione di beni è soggetta a IVA pari allo 0%.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Fino al 30%• Altro: I datori di lavoro sono tenuti a contribuire a quattro diversi fondi

di previdenza e sicurezza sociale: o Indennità di anzianità: 3.7% o Indennità in caso di morte: 0.3% o Assicurazione sanitaria (facoltativa): 3% il singolo, 6% la coppia o Assicurazione infortuni: 0.24 - 1.74 per cento

ASEAN - Laos Valuta: Kip laotiano (LAK)

Aliquote standard nel Laos

Imposta sul redditosocietario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.24% 10% 5% 5% 5% 0% 24%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 24%, con una riduzione del 5% per le società quotate nella

Borsa laotiana.• Residenza: Non esiste una rigida definizione di residenza, tutte le

aziende registrate ai sensi della legge laotiana o che svolgono attività in Laos sono soggette all’imposta sugli utili.

• Conformità: Sono disponibili incentivi per aziende che abbiano stretto accordi di investimento con il governo, e per progetti di rilievo in

settori o aree particolari.

Imposte Indirette• Tasso: IVA al 10%

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Fino al 24%

ASEAN - Malesia Valuta: Ringgit malese (MYR)

Aliquote standard in Malesia

Imposta sul reddito societario Imposta su beni e servizi

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 5%-10% 0% 15% 10% 0% 26%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 25%• Residenza: Una società è considerata residente se, in qualsiasi

momento durante l’anno, la gestione e il controllo dell’attività sono stati svolti in Malesia.

• Conformità: Autovalutazione con una stima dell’imposta dovuta un mese prima dell’inizio dell’anno di valutazione e rate mensili basate sulla stima delle imposte dovute.

• Incentivi: Esenzioni e doppie detrazioni per alcune spese di R&S e incentivi per investimenti in prodotti in promozione, attività e aziende specifiche.

Imposte Indirette• Tasso: Imposta sui servizi del 6%, imposta sulle vendite del 5 o del 10%.• Altro: L’imposta sui servizi è addebitabile in base al valore dei servizi

imponibili forniti da un soggetto passivo d’imposta. L’imposta sulle vendite è una forma di imposta di consumo riscossa sui beni imponibili prodotti in Malesia o importati in Malesia per il consumo locale. Il primo aprile 2015, la Malesia metterà in atto un’imposta sui beni e servizi del 6%, che sostituirà le attuali imposte sui servizi e sulle vendite.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Fino al 26% (sarà ridotto al 25% nel 2015).

Page 63: Collezione China Briefing 2013

La guida fiscale per l’Asia

ASEAN - Birmania Valuta: Kyat birmano (MMK)

Aliquote standard in Birmania

Imposta sul reddito societario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.5%-40% 0% 0% 15% 20% 1% 35%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 25% se la società è stata costituita secondo la Normativa sugli

Investimenti Stranieri della Birmania (MFIL), 35% o tassi graduali dal 5 al 40% se non è registrata secondo la suddetta legge.

• Residenza: L’azienda è registrata in Birmania.• Conformità: L’anno d’imposta segue l’anno fiscale che va dal 1 aprile

al 31 marzo, e le dichiarazioni dei redditi annuali devono essere compilate con l’ufficio del fisco entro il 30 giugno dell’anno successivo all’anno di reddito.

• Incentivi: È disponibile una vasta gamma di incentivi fiscali tra cui esenzioni fiscali temporanee, sgravi fiscali e deduzioni per alcune spese di R&S.

Imposte Indirette• Tasso: Non esiste un’aliquota standard per l’imposta commerciale,

un’imposta sul fatturato è riscossa su beni e servizi. L’aliquota di imposta commerciale per determinati servizi è applicata al 5% del fatturato lordo.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Per i residenti sistema fiscale progressivo fino al 20% per il

reddito da lavoro, tasso fisso del 35% per i non residenti.• Altro: Fino al 30% per altre entrate se l’individuo è cittadino residente o

straniero residente. I datori di lavoro sono tenuti a trattenere l’imposta per le autorità fiscali in quote trimestrali o mensili.

ASEAN - Singapore Valuta: dollaro di Singapore (SGD)

Aliquote standard a Singapore

Imposta sul reddito societario Imposta su beni e servizi

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.17% 7% 0% 15% 10% 0% 20%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 17%• Residenza: La residenza fiscale si applica qualora il controllo primario

e la gestione della società siano svolti in Singapore.• Conformità: In generale, sono imponibili i redditi percepiti in o

derivanti dal territorio di Singapore, oppure i redditi recepiti al di fuori del Paese. Qualora una società accumuli, riceva o derivi reddito da Singapore è tenuta a presentare una dichiarazione dei redditi. La data prevista per la presentazione è il 30 novembre dell’anno di valutazione e l’imposta viene calcolata in base al reddito registrato l’ anno precedente.

• Incentivi: Esistono incentivi a sostegno della proprietà intellettuale legati all’acquisizione e al rilascio della licenza relativa ai diritti di proprietà intellettuale sotto lo schema PIC (sovvenzioni per la produttività e l’innovazione). Gli incentivi sono disponibili anche per

le aziende che abbiano stabilito la propria sede nel Paese.Imposte Indirette• Tasso: Viene riscossa un’imposta su beni e servizi del 7%.• Altro: Alcuni beni e servizi sono esenti dall’imposta su beni e servizi

(GST) oppure sono ad aliquota zero.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: L’imposta sul reddito delle persone fisiche è basata su aliquote

variabili dallo 0 al 20%. Per coloro che non sono residenti, l’imposta sui redditi da lavoro sarà la maggiore tra l’aliquota forfettaria del 15% e l’aliquota applicata ai residenti.

• Altro: I cittadini di Singapore o i lavoratori residenti permanenti (assieme ai loro rispettivi datori di lavoro) sono tenuti a contribuire al Fondo Centrale di Previdenza.

Imposta sul reddito societario• Tasso: 30% in base al reddito netto per le aziende residenti, o 2%

minimo di imposta societaria in base al reddito lordo. Per le società non residenti, il 30% in base al reddito lordo.

• Residenza: La società è considerata residente se svolge attività nelle Filippine.

• Conformità: Sistema di autovalutazione con dichiarazione dei redditi annuale da consegnare il 15esimo giorno del quarto mese successivo alla fine dell’anno solare o fiscale.

• Incentivi: Alcune spese di R&S sono deducibili, e sono disponibili altri incentivi per attività in settori privilegiati.

Imposte indirette• Tasso: IVA al 12%.• Altro: Imponibile sulla vendita di beni, servizi, sulla proprietà e

sull’importazione di beni. Alcuni beni e servizi sono soggetti a IVA allo 0%.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Fino al 32%.• Altro: I datori di lavoro sono tenuti a detrarre una somma dal salario

di ogni dipendente per il Fondo di Previdenza Sociale e per il Sistema di Assistenza Sanitaria.

ASEAN - Filippine Valuta: Peso filippino (PHP)

Aliquote standard nelle Filippine

Imposta sul reddito societario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.30% 12% 15%/30% 20% 30% 5% 32%

Page 64: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 7

La guida fiscale per l’Asia

ASEAN - Thailandia Valuta: Baht thailandese(THB)

Aliquote standard in Thailandia

Imposta sul reddito societario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.20% 7% 10% 15% 15% 5% 37%

Imposta sul reddito societario• Tasso: L’aliquota per l’imposta sul reddito societario è stata ridotta dal

23% al 20% per i prossimi due periodi contabili (dal 1 gennaio 2013).• Residenza: Qualora l’azienda sia registrata ai sensi della legge

thailandese, il suo reddito sarà soggetto all’imposta sul reddito societario. Le aziende straniere sono tassate sui profitti netti derivanti da attività svolte in territorio thailandese.

• Conformità: Viene utilizzato un sistema di autovalutazione per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi e l’imposta sul reddito societario viene versata in due rate nel corso dell’anno. In Thailandia sono previste dure sanzioni in caso di inadempienza.

• Incentivi: È disponibile una doppia deduzione per le spese di R&S e le esenzioni fiscali sono possibili per i diritti di licenza.

Imposte indirette• Tasso: L’aliquota attuale dell’IVA è stata ridotta dal 10 al 7%. Alcuni

beni e servizi sono esenti o ad aliquota zero. Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: L’imposta sul reddito viene addebitata in base ad aliquote

progressive fino al 37%.• Altro: La Thailandia ha un fondo di previdenza sociale a cui

contribuiscono sia dipendenti che datori di lavoro, con le stesse quote. L’aliquota attuale è pari al 4% dello stipendio del dipendente fino a 600 baht thailandesi al mese.

ASEAN - Vietnam Valuta: Dong vietnamita(VND)

Aliquote standard in Vietnam

Imposta sul redditosocietario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 10% 0% 5% 10% 5% 35%

Imposta sul reddito societario• Tasso: 25% (passerà al 22% nel 2014, e al 20% nel 2016)• Residenza: L’imposta sul reddito societario si applica a tutte le società

che operano in Vietnam.• Conformità: In generale viene autovalutata con quattro forme

di compilazione - dichiarazioni trimestrali, dichiarazioni annuali e dichiarazioni ad hoc, oppure dichiarazioni per la cessazione/modifica di attività o per il completamento di un progetto.

• Incentivi: Il Vietnam è un paese generoso per quanto concerne gli incentivi fiscali. Aliquote preferenziali sono disponibili, per esempio, per progetti incoraggiati, e comprendono:

o Aliquote del 20% per aziende con un fatturato annuo non superiore ai 20 miliardi di VND

o 10% per aziende che attuino o gestiscano progetti di investimento nell’edilizia sociale

o Zone economiche speciali o settori incentivati possono ricevere

un trattamento fiscale preferenziale che comprende l’esenzione e la riduzione delle imposte societarie.

Imposte indirette• Tasso: IVA al 10%• Altro: L’ esportazione di beni e servizi è soggetta a IVA allo 0%, e un

tasso agevolato del 5% viene applicato a beni specifici essenziali.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Fino al 35%• Altro: Gli individui non residenti possono beneficiare di un’aliquota

fissa del 20% sul reddito generato in Vietnam. Contribuire all’assicurazione sociale, sanitaria e di disoccupazione è obbligatorio per gli lavoratori dipendenti vietnamiti.

• Materiale a riguardo

Letture Correlate dal Bookstore di Asia Briefing

Dal 1999 Asia Briefing pubblica guide d'affari per gli investitori stranieri in Asia. Oggi tutte le nostre pubblicazioni sono disponibili nella libreria di Asia Briefing che ospita centinaia di pubblicazioni commerciali sull'Asia emergente.

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An Introduction to Audit in India

Un’introduzione aiTrattati Fiscali dell’Asia

Annual Compliance & Audit in Vietnam

Annual Compliance, License Renewals & Audit in China

Page 65: Collezione China Briefing 2013

8 - ASIA BRIEFING

La guida fiscale per l’Asia

Cina Valuta: Renminbi cinese (RMB)

Aliquote standard in Cina

Imposta sul redditosocietario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.25% 3%/6%/11%/17% 10% 10% 10% 3% 45%

Imposta sul reddito societario

• Tasso: 25%

• Residenza: Le società sono considerate legalmente residenti se

registrate secondo le normative della RPC, oppure se il luogo della

gestione effettiva dell’azienda straniera si trova nel Paese asiatico.

• Conformità: Le dichiarazioni dei redditi sono autovalutate e soggette

alla revisione da parte delle autorità fiscali. Le dichiarazioni annuali

vanno consegnate il 31 maggio al termine dell’anno fiscale, e le

dichiarazioni trimestrali (o mensili) vanno consegnate 15 giorni al

termine del trimestre.

• Incentivi: Le spese per R&S possono ottenere una detrazione

supplementare del 50%. Le aziende situate nelle regioni centrali/

occidentali del Paese che svolgono attività nei settori incoraggiati

hanno diritto a un’aliquota d’imposta sul reddito societario pari al 15%,

previa approvazione delle autorità fiscali. Quest’aliquota è concessa

anche ad imprese riconosciute operanti servizi tecnologicamente

avanzati in una selezione di 21 città. Il reddito originato da progetti

di protezione ambientale e le aziende che utilizzano attrezzature a

sostegno degli obiettivi ambientali possono ottenere riduzioni fiscali

o crediti d’imposta.

Imposte indirette

• Tasso: IVA standard del 17% per i contribuenti in generale, con alcuni

prodotti imponibili al 13%. Alcuni piccoli contribuenti hanno diritto

a un’aliquota ridotta del 3%.

• Altro: Secondo le riforme attuali in corso sull’IVA che mirano

all’eliminazione della business tax, l’IVA nel settore dei trasporti è

imponibile all’11% mentre quella nel settore dei servizi moderni è

calcolata al 6%.

Imposta sul reddito delle persone fisiche

• Tasso: Fino al 45% in base al reddito e alla sua origine.

• Altro: I datori di lavoro e i dipendenti sono tenuti a contribuire alla

previdenza sociale. Le aliquote variano in base al luogo e alla categoria

dei fondi di previdenza sociale.

Hong Kong Valuta: dollaro di Hong Kong (HKD)

Aliquote standard a Hong Kong

Imposta sul reddito societario Imposte indirette

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.16.5% 0% 0% 0% 4.95% 2% 17%

Imposta sul reddito societario

• Tasso: Pari al 16,5% o al 15% per gli enti privi di personalità giuridica.

• Residenza: L’ imposta viene riscossa sul profitto generato da

operazioni territorialmente imputabili a Hong Kong (territorial basis).

È possibile chiedere l’esenzione dall’imposizione sul profitto societario

per operazioni “offshore”.

• Conformità: Si esegue prima la valutazione, in seguito la revisione.

Le dichiarazioni dei redditi vanno consegnate nei seguenti giorni:

o Il 30 aprile dell’anno successivo se l’anno contabile dell’azienda

termina tra il 1 aprile e il 30 novembre

o Il 15 agosto dell’anno successivo se l’anno contabile dell’azienda

termina tra il 1 e il 31 dicembre

o Il 15 novembre dello stesso anno se l’anno contabile dell’azienda

termina tra il 1 gennaio e il 31 marzo

• Incentivi: Sono previste alcune detrazioni a titolo definitivo per

determinate spese che possono includere la ricerca scientifica, spese

sostenute per certi cespiti o per la formazione tecnica. Inoltre, sono

previsti incentivi per investimenti in diritti d’autore, design, modelli e

marchi registrati in rate uguali nell’arco di cinque anni.

Imposte indirette

• Tasso: Non esiste un’imposta sulle vendite/IVA/GST a Hong Kong

Imposta sul reddito delle persone fisiche

• Tasso: Tra il 2% e il 17%

Page 66: Collezione China Briefing 2013

ASIA BRIEFING - 9

La guida fiscale per l’Asia

Semplicità nel pagamento delle imposte nel 2014

0

Hong Kong Brunei Cambogia Birmania Cina Indonesia India

Singapore Malesia Thailandia Laos Filippine Vietnam

1895 20 36 65 70 107 119 120 131 137 149 1584

Recentemente, la Banca Mondiale ha pubblicato il suo rapporto “Doing Business 2014” che analizza l’ambiente imprenditoriale di 189 Paesi nel mondo classificandoli in base alla loro “semplicità di fare impresa”. Uno degli indicatori chiave per l’ analisi è la semplicità nel pagamento delle imposte, il quale tiene conto del tempo, dell’aliquota totale e del numero di pagamenti necessari a un’azienda locale di medie dimensioni per adempiere a tutti i suoi obblighi fiscali. Le classifiche isolate sono riportate di seguito, assieme ai 13 Paesi trattati in questo numero.

Imposta sul reddito societario • Tasso: 30% per le società Indiane e 40% per le aziende straniere• Residenza: Le aziende sono considerate residenti se sono costituite in

India o se, durante un qualsiasi anno fiscale, il controllo e la gestione aziendale sono stati svolti completamente in India.

• Conformità: I giorni per la consegna delle dichiarazioni sono il 30 novembre, nel caso in cui l’azienda svolga transazioni internazionali, o il 30 settembre per tutte le altre aziende.

• Incentivi: Le detrazioni del 100 per cento sono disponibili per le aziende indiane per le spese in conto capitale legate all’attività di R&S. Sono disponibili delle detrazioni ponderate del 200% delle spese in conto capitale e delle spese ordinarie per le aziende indiane che debbano affrontare spese per la ricerca scientifica nelle strutture approvate di R&S interne all’azienda. La normativa indiana prevede anche sgravi fiscali temporanei, periodi di esenzione e altri incentivi per le aziende nei settori soggetti a condizioni specifiche. Sono disponibili incentivi fiscali anche nel settore petrolifero e del gas, del trasporto marittimo, dell’aviazione, dell’energia e altri settori per le

aziende non residenti.

Imposte indirette• Tasso: L’aliquota IVA standard è pari al 12,5%, mentre i tassi e

le esenzioni variano a seconda degli Stati. L’aliquota standard dell’imposta centrale sulle vendite (CST) è pari al 2%, e l’aliquota standard dell’imposta sui servizi è del 12%, oltre a un’imposta del 3%.

• Altro: Sono attualmente in corso sforzi per l’introduzione di un’imposta comprensiva sui beni e servizi per sostituire l’imposta sui servizi e l’IVA.

Imposta sul reddito delle persone fisiche• Tasso: Fino al 30%• Altro: È applicabile un’imposta per l’istruzione del 3%. Inoltre, datori

di lavoro e dipendenti sono tenuti a versare contributi al fondo di previdenza per un importo pari al 12% dello stipendio erogato.

India Valuta: Rupia indiana (INR)

Standard Tax Rates in India

Imposta sul reddito societario Imposta sul valore aggiunto

Ritenuta d'acconto Imposta sul reddito delle persone fisiche

Div. Int. Roy. Min. Max.30%/40% 12.5% 0% 5%-20% 10% 0% 30%

Il nostro nuovo portale ASEAN Briefing offre aggiornamenti regolari sui Paesi ASEAN, incluse diverse centinaia di copie archiviate scaricabili di tutti gli accordi di libero scambio e sulla doppia imposizione tra i Paesi membri e tutti gli altri Paesi e regioni nel mondo, inclusi Cina, India, tutti gli altri Paesi asiatici, l’Unione Europea, gli Stati Uniti d’America, l’Africa, il Medio Oriente, il Sudamerica e l’Australasia.

Free Trade Agreement between

Singapore and U.S

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Dezan Shira & Associates is a specialist foreign direct investment practice, providing corporate establishment, business advisory, tax advisory and compliance, accounting, payroll, due diligence and

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Per ulteriori notizie d’affari, i n v e s t i m e n t i e s t e r i , aspetti legali, imposte e intelligence operativa nei Paesi ASEAN.

Accordo di libero scambio tra gli Stati Uniti e Singapore - (1994) 188 pagine. Sono disponibili online anche le ulteriori modifiche.

Un esempio delle centinaia di trattati ASEAN aggiornati.

Page 67: Collezione China Briefing 2013

10 - ASIA BRIEFING

La guida fiscale per l’Asia

Confronto dell’Impostasul Reddito delle Persone Fisiche

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Vietnam

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Aliquota Fiscale Progressiva (%)

Reddito Imponibile Annuo Netto (US$)

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Aliquota Fiscale Standard (%)

Reddito Imponibile Annuo (US$)

L’aliquota fiscale sul reddito individuale varia consistentemente nelle diverse giurisdizioni. Andremo di seguito a considerare le specificità di Cina, India, Vietnam, Singapore e Hong Kong.

Un fattore chiave nel determinare l’imposta sul reddito individuale è la residenza. In Cina, gli individui che trascorrono meno di 90 giorni in un anno solare (o 183 giorni per i residenti dei Paesi firmatari di una convenzione contro la doppia imposizione fiscale), sono esenti dall’imposta, nel caso in cui la retribuzione sia pagata da un soggetto giuridico estero e il reddito non sia attribuibile a una stabile organizzazione in Cina. Qualora l’individuo sia retribuito da un’entità cinese, ogni suo reddito originato in Cina risulta imponibile.

Gli altri Paesi e regioni hanno le proprie regole a tale proposito. Per dettagli riguardo la vostra regione potete contattare gli esperti fiscali di Dezan Shira & Associates scrivendo a [email protected].

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Aliquota Fiscale (%)

Reddito Imponibile Annuo (US$)

Cina

In Cina, i redditi derivanti da salari e stipendi sono tassabili secondo sette aliquote

progressive che vanno da 3 al 45%.

A Hong Kong, l’ imposta sui salari è la minore risultante da due diversi metodi

di calcolo: l’ aliquota progressiva (2-17%) del reddito imponibile attuale netto

(ossia meno detrazioni e indennità personali); l’ aliquota standard (15%) sul

reddito netto annuale (ossia meno le detrazioni concesse).

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Aliquota Fiscale (%)

Reddito Imponibile Annuo (US$)

India

In India sono previste diverse categorie di aliquote fiscali, che variano dal 10 al 30%,

a seconda della fascia di età di appartenenza, ognuna delle quali con esenzioni

particolari.

A Singapore è prevista un’ aliquota progressiva che varia dallo 0 al 20%, applicabile

ai redditi individuali dei residenti ai fini fiscali. Ai non residenti viene applicato il

metodo dell’ aliquota progressiva o un’ aliquota del 15% sul reddito da lavoro

dipendente generato a Singapore, scegliendo l’ opzione che garantisce un’ imposta

maggiore.

In Vietnam, il reddito individuale è tassato secondo 7 fasce progressive che variano

dal 5 al 35% per i residenti e un’aliquota fissa del 20% per i non residenti.

Page 68: Collezione China Briefing 2013

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