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Nuove formule possibili per concepire l'arte in maniera alternativa.

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Page 1: Colori On The Road

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Page 2: Colori On The Road

• Si chiama writing, da noi meglio conosciuta come graffiti, ed è l’anima visiva dell’hip hop. Spesso la fortuna di un quadro dipende dalla firma posta sulla tela, un marchio quasi impacciato che il pittore imprime spinto dalla necessità di dare un’anima alla propria arte.

– Nel mondo multicolore dell’hip hop, le regole spesso si ritrovano invertite, e allora la tela si trasforma in un muro e la firma diventa il dipinto. Perché è proprio di questo che si parla quando si fa riferimento all’arte del writing: la firma con cui un artista definisce la sua vita, il suo modo di pensare, le sue idee, la sua identità attraverso la trasposizione del proprio nome filtrata dal talento.

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• Il writing (dall'inglese to write, scrivere), è un popolare sottogenere del graffitismo urbano. Un writer scrive sui muri delle città la sua firma chiamata tag (dall'inglese to tag - apporre o contrassegnare).

– Il suo obiettivo è di poter raggiungere una certa fama all'interno della comunità dei graffitari, perciò è di fondamentale importanza la visibilità delle sue opere, sia essa ottenuta grazie ad una presenza imponente di firme sul territorio o attraverso una più ridotta quantità di evoluzioni calligrafiche del proprio tag, il cui merito sta nel dare notorietà all'autore non tanto per la sua prolificità quanto per le sue qualità stilistiche e tecniche.

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• Le scritte affrescate sui muri cittadini, hanno una storia importante che affonda le radici negli anni ’40 e parla la lingua multietnica delle gangs americane della east e della west coast.

– Un’arte che, in perfetta linea con il proprio DNA, ha la voglia di uscire dal ghetto per raggiungere il grande pubblico.

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• Spiega Flycat, noto writer italiano:

– «Alla base della nostra arte c’è l’evoluzione della forma della lettera. Non è quindi tanto importante il messaggio che sta dietro le nostre opere, quanto la forma in cui esse appaiono, ovvero la calligrafia. Ogni artista si dà un’identità, si crea una nuova personalità attraverso il proprio nome, che spesso viene addirittura scelto in base alla forma delle lettere che lo compongono. Esistono due diverse matrici fondamentali del writing: una legata alla East Coast, con New York a farla da padrona, e l’altra alla parte occidentale, in California. Si tratta di due vere e proprie diverse tipologie di approccio, che presentano origini e caratteristiche differenti».

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• L’incubatrice del writing poggia le fondamenta sul terreno baciato dal sole della California, dove il fenomeno inizia a fare la sua comparsa agli inizi degli anni ‘40, quando la bomboletta spray ancora non esiste e la comunità degli immigrati messicani del ghetto nella periferia est di Los Angeles, noto come il barrio, si fa sempre più consistente.

– Si tratta di immigrati illegali che lavorano come operai e non hanno case, assicurazione o copertura sanitaria. E’ proprio nel barrio che nasce la prima forma di writing: i nomi delle strade, che ancora non esistevano, dipinte con pennelli dagli stessi abitanti, spesso ripresi dalle loro città del Messico.

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• Prosegue Flycat:

– «Già queste prime forme di graffiti tendevano a mostrarsi originali, perché ogni strada, dove non esistevano né polizia né leggi, aveva una sua gerarchia, propri sistemi di protezione, e quindi era fondamentale caratterizzare le diverse aree. Proprio in quegli anni, poi, si formano le gang, che a loro volta utilizzano questo strumento per marcare la propria zona con loghi e scritte. Si trattava di disegni cupi, destinati a suscitare terrore nello spettatore. A tutto ciò poi, in Los Angeles Downtown, si aggiunge un altro fenomeno molto importante, quello dei cosiddetti shoes-shine guys, i ragazzini che lucidano le scarpe. Anche loro la sera, prima di sbaraccare, iniziano in quel periodo a scrivere il proprio nome sui muri con il lucido da scarpe, al fine di marchiare la loro area di lavoro».

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• Il fenomeno del writing sulla costa est degli Stati Uniti inizia più tardi, intorno alla fine degli anni ’60, all’interno della zona che comprende Philadelphia e New York. La sua nascita è legata strettamente al fenomeno delle bande di strada che, come era accaduto vent’anni prima a Los Angeles, iniziano a marcare il proprio territorio di azione.

– Nella costa est lo sviluppo è differente: alcuni pionieri, fra cui il più famoso è un personaggio originario di Philadelphia che si chiama Corn Bread, iniziano a scrivere il proprio nome in giro per la città a titolo individuale, quindi al di fuori del sistema delle gang e, quindi, oltre i confini del proprio territorio.

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• Conferma Flycat:

– «Inizialmente la reazione delle gang a questa novità fu ostile, perché vissuta come una sfida. Poi però la situazione si tranquillizzò e iniziò la seconda fase caratterizzata dalla qualità: quando i writers iniziarono a diventare numerosi, infatti, per ognuno di loro nacque il bisogno di differenziarsi attraverso l’ideazione di scritte sempre più originali. All’inizio degli anni ’70 l’ennesima novità: iniziano infatti a comparire scritte dipinte sulle pareti interne dei vagoni della metropolitana grazie all’opera di Stay High 149. Ma è nel 1972 che Superkool 223 ha la geniale idea di dipingere sulle pareti esterne dei vagoni, utilizzando tre colori.

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– Si tratta di un passo molto importante perché per la prima volta venne introdotta la concezione del movimento delle lettere, che acquistarono dinamicità attraverso gli stili. Anche in questa occasione, prima ci furono critiche, perché con la stessa quantità di spray si potevano dipingere molte più scritte, ma poi si passò all’emulazione. Fu così che nacque ufficialmente l’arte dei graffiti che, nel giro di pochi anni, dal 1972 al 1976, portò a un’incredibile guerra di stili, con un’evoluzione esponenziale della qualità delle opere, coinvolgendo popolazioni etniche diversissime fra loro, dai neri agli ispanici, dagli ebrei agli irlandesi, dagli italiani ai portoricani».

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• Un nome su tutti è l’afroamericano Phase 2 a cui si deve l’invenzione di diversi stili calligrafici dai quali se ne svilupparono di successivi. – Nel nostro Paese il fenomeno del writing arriva solo alla

metà degli anni ’80, seguendo l’onda lunga della breakdance veicolata attraverso il boom dei film americani degli anni dal 1982 al 1984.

• Spiega Flycat: – «All’interno dell’universo hip hop – esistono quattro

anime: la musica rap, il djing, ovvero la creazione musicale dei DJ che utilizzano due giradischi, i graffiti-writing, e la danza acrobatica chiamata appunto breaking o breakdance. Sono tutte forme d’arte nate indipendentemente tra loro che però, provenendo tutte dal ghetto, alla fine si sono coalizzate dando vita a una delle culture più famose del mondo».

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• La parola graffito ha aggiunto oggi un significato abbastanza definito e circoscritto a quella che più specificatamente si chiama anche Aerosol Art.– Una delle più sorprendenti

e coinvolgenti forme di espressione visiva degli ultimi anni, una vera e propria arte, con una sua innegabile valenza creativa e pittorica, che ha ormai invaso i muri di tutte le città del mondo.

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• Le scritte murali, i graffiti, i segni, sono ormai divenute pratiche semio-linguistiche ed il writing rappresenta, per i giovani di tutto il mondo, il mezzo più idoneo per veicolare i propri messaggi, il più delle volte cifrati, per manifestare la propria creatività, le proprie opinioni, le proteste, l'identità e l'appartenenza ad un gruppo, assumendo un significato anche simbolico.

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• Il graffitismo americano è, per molti aspetti, collegabile alla Pop Art, ed insieme rappresentano due vicende dell'arte contemporanea non facilmente liquidabili, vista la vivacità del dibattito che coinvolge questi due movimenti programmaticamente e autenticamente sovversivi, come, in questo secolo, sono state quasi tutte le avanguardie del '900.

– Negli anni ottanta, contaminandosi profondamente con la musica soprattutto, ma anche con la moda e con la pubblicità, la Aerosol Culture dilaga nel mondo in concomitanza al diffondersi del movimento Hip Hop, di cui rappresenta l'espressione visiva, ed è un fenomeno tutt'oggi in evoluzione, parallelamente ai movimenti giovanili non necessariamente di protesta.

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• Il Graffiti Writing è una manifestazione sociale, culturale e artistica diffusa ormai in tutto il pianeta che si basa sul concetto di scrivere e comunicare il proprio nome d'arte o logo ovunque, guadagnando visibilità. – Il fenomeno si associa spesso ad atti di vandalismo

urbano, tuttavia nel corso degli anni molti artisti hanno maturato nuove tendenze creative le quali pur mantenendo le proprie radici nel Graffiti Writing, si espongono efficacemente in contesti artistici di alto livello.

Si parla quindi di tendenze artistiche Post-Graffiti: Aerosol-Art, Street-Art, Graffiti Design. Bisogna sottolineare chemolti affermati nel sistema convenzionale del Mercato dell'Arte traggono il loro valore da esperienze precedentispesso formalmente illegali.Il confine fra Arte e Vandalismo e tra Fascino e Illegalitàè rappresentato da una vasta gamma di sfumature.

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• Tra gli atti di vandalismo e il writing c'è una grande differenza. Il primo viene fatto senza una cognizione logica cioè senza un vero significato espressivo, in cui l'autore ha il solo scopo di rovinare. I graffiti, invece, sono una vera e propria forma d'arte dietro alla quale c'è un lungo studio delle forme delle lettere che vengono utilizzate. Sul muro alle lettere si aggiunge colore per rendere l'opera ancora più significativa.

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• Nel 1972-75 si cominciano a creare i primi pezzi che rappresentano inizialmente l'evoluzione delle firme, notevolmente espanse, più spesse e con i primi esempi di riempimento e di contorno.

– Ben presto, anche se un pezzo ha bisogno di molto spray che permetterebbe di fare varie Tag, tutti i writers raccolgono la sfida lanciata da Super Kool 223 e cominciano a fare pezzi.

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• Iniziano le prime repressioni e le campagne contro il writing. Le carrozze della metro vengono pulite e lavate, si mettono taglie sui writer, si recintano i depositi della metro e si piazzano pattuglie cinofile lungo le recinzioni.

– Nonostante ciò tra writers c'è una continua sfida e tutto porta a un'evoluzione e miglioramento del fenomeno writing, che non si arresta, anzi si amplifica. Alcuni writers inventano nuovi stili o perfezionano quelli già esistenti.

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• I pezzi migliorano, si ingrandiscono, diventano più elaborati e colorati. L'evoluzione porta a quello che è oggi la barriera da superare nello sviluppo dello stile: il Wild Style. Si tratta dello stile più evoluto e complesso del writing.

– Ha come fondamento le lettere però esse sono combinate, legate, sviluppate e attaccate tra loro in modo da sembrare delle macchie di colore dove (per i neofiti) è difficile ritrovare le lettere di partenza.

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• È nei primi anni ottanta che grazie alla realizzazione di Style Wars (documentario sui graffiti della metropolitana newyorkese) e del film Wild Style che il fenomeno graffiti si diffonde su scala mondiale trovando in Europa un fertile terreno.

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• Le città europee che meglio recepiscono gli inputs provenienti da New York sono Amsterdam e Parigi ma nello stesso periodo in molte città della Germania vi è un forte interesse per i graffiti. Da tali fermenti rinasce il fenomeno arricchendosi di nuove peculiarità.

• – Dagli anni ottanta ad oggi si è sviluppato grazie alla

diffusione di riviste specializzate, video convention e ai frequenti viaggi di molti writers per le città europee e americane. In Italia, le città maggiormente interessate dai graffiti sono Roma, Milano, Bologna, Bari, Firenze e Torino.

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• Uno degli esponenti più in vista si chiama Eron, un giovane riminese che ha fatto della sua passione una vera professione, vincendo numerosi premi e partecipando a volto scoperto a diversi intrattenimenti televisivi.

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• Tutto è partito dal Graffiti-Writing un fenomeno, inizialmente giovanile, caratterizzato da incessanti azioni di ragazzi e ragazze decisi a imporre i propri pseudonimi all'interno dei contesti urbani. Con il passare degli anni il fenomeno è diventato una cultura, creando e utilizzando un proprio codice linguistico, differenziando le opere realizzate in categorie stilistiche e dando vita ad una fitta rete di connessioni internazionali di appassionati protagonisti.

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• Le linee portanti della Cultura del Graffiti-Writing, che ormai vanta oltre trent'anni di evoluzione, sono state esaustivamente trattate nel database del sito www.graffiti.org: la prima risorsa online internazionale sul tema trattato e che ad oggi resta un importante punto di riferimento per chi pratica o si vuole avvicinare al fenomeno.– È importante sottolineare che, essendo il Graffiti-Writing una

Cultura, l'associarlo semplicemente alle sue produzioni è limitativo e inesatto, parleremo quindi di:

Cultura Graffiti-Writing e di Produzioni Graffiti-Writing.

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• L' Aerosol-Art è stata una delle prime espressioni artistiche accostate al Graffiti-Writing. Si tratta dell'utilizzo della bomboletta spray con applicazioni pittoriche aerografiche simili alle produzioni aerografiche convenzionali.

– L'Aerosol-Art dapprima ha arricchito di significato le scritte Graffiti connotandole e rendendole appetibili al grande pubblico, e successivamente, ha trovato una propria indipendenza e dignità artistica. Molti Aerosol-Artists sono anche Graffiti-Writers ma sempre più emergono figure che fanno dell'Aerosol-Art sia un punto di partenza che di arrivo. L'Aerosol-Art si configura quindi come una tecnica pittorica xerografica.

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• La tendenza Graffiti-Logo si delinea quando alcuni Graffiti-Writers cominciano ad associare il proprio nome ad un'icona che viene riprodotta serialmente sulle superfici di contesti urbani. L'efficacia comunicativa di queste produzioni sulla popolazione estranea al fenomeno è indubbiamente maggiore rispetto ai normali loghi delle produzioni Graffiti-Writing.

– Questo fenomeno espressivo è stato protagonista delle prime esperienze di Street-Art internazionali connotando molti artisti di successo.

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• La Street-Art è la definizione comunemente utilizzata per inquadrare tutte le manifestazioni artistiche compiute in spazi pubblici. A differenza del Graffiti-Writing l'artista non vuole imporre il suo nome, ma vuole creare una vera e propria opera d'arte, che si contestualizzi nello spazio che la circonda e che crei un impatto e interagisca con un pubblico diversificato, che non ha scelto di visionare l'opera.

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• Gli Street-Artists vengono spesso da esperienze molto diverse, anche se resta preponderante la percentuale di Street-Artists partiti dall'esperienza del Graffiti-Writing, in particolar modo legato al fenomeno Graffiti-Logo.

– Nonostante questa maggiore eterogeneità e differenze sostanziali di tecniche in gioco, la Street-Art ha maturato nel corso degli ultimi anni una connotazione culturale ad hoc. Le tecniche utilizzate dagli Street-Artists nelle proprie produzioni sono spesso comuni alle tecniche utilizzate dal Graffiti-Writing, le principali sono: Spray, Poster, Stickers, Stencil, Murales, Installazioni, Performance.

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• Si parla ormai da anni di tendenze "Post-Graffiti": si tratta di tendenze stilistiche che affondano le radici nella cultura del Graffiti-Writing e della Street-Art e che si manifestano in molteplici Discipline Artistiche, quali ad esempio:

– Pittura, Scultura, Grafica, Computer grafica, Design, Illustrazione, Moda, Fotografia, Architettura, Videoarte, Calligrafia.

– La differenza fondamentale fra Street- Art\Graffiti-Writing e tendenze Post-Graffiti si esplicita nei campi di applicazione delle Produzioni dell'Artista.

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• Lo Street-Artist o il Graffiti-Writer crea un'opera che si colloca in spazi pubblici seguendo un percorso creativo strutturato e finalizzato spesso alla crescita di fama, in concorrenza con artisti che vengono da esperienze comuni e si esprimono con un codice simile al loro.

– Un Artista Post-Graffiti si cimenta invece in discipline convenzionali confrontandosi con creativi che non hanno una formazione e impostazione apertamente legata al gusto dei Graffiti o della Street-Art.