decision theory (pdf)

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Seminario in Decision TheoryUniversità di Genova, Dipartimento di Filosofia, Corso di Filosofia della Scineza,31-31/03/2010Versione PDF

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COSA È LA DECISION THEORY

La Decision Theory (DT) è un'area di studi multidisciplinare. Iniziali studi economici si sono

affiancati altri approcci da parte di:

• scienze sociali

• scienze politiche

• scienze statistiche

• studi manageriali

• psicologia

• della filosofia

• della matematica applicata

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Indagare sulla decisione significa indagare su buona parte delle attività umane, ma in Decision Theory si pongono dei limiti agli oggetti di studio che devono risultare:

• attività consapevoli

• comportamenti indirizzati verso uno scopo in presenza di varie opzioni.

In questa materia, si parla di scelta solo quando si vuole raggiungere uno scopo preciso e la via per far ciò non è univoca, ma sono praticabili varie opzioni ciascuna con effetti e costi da stimare.

La scelta studiata è proprio il processo attraverso il quale vari percorsi possibili sono considerati al fine di intraprenderne uno (o nessuno) in vista dello scopo prefissato.

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COSA È LA DECISION THEORY

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TEORIE NORMATIVE: come bisogna prendere una decisione perché questa possa dirsi

razionale?

• ciò significa indicare un percorso che riesca ad ottenere il risultato ottimale con il minor impiego di

risorse.

• Si avvalgono di strumenti logico-matematici.

• La nozione di normatività implicata da queste teorie non ha nessun valore etico. La Teoria della

Decisione interviene solo dopo che le coordinate morali sono state fissate

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COSA È LA DECISION THEORYDT si divide in:

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TEORIE DESCRITTIVE: come realmente prendiamo delle decisioni?

• si avvalgono spesso di evidenze empiriche.

La distinzione fra teorie descrittive e teorie normative non è sempre netta, ci sono casi di teorie

descrittive proposte come confutanti teorie normative, e casi di teorie normative presentate come

“descrittivamente plausibili”, e viceversa.!

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COSA È LA DECISION THEORYDT si divide in:

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Sven Ove Hansson, per chiarire la distinzione, ha proposto dei criteri di falsificazione diversi per le teorie

normative e per quelle descrittive.

“una Teoria della Decisione è falsificata in quanto teoria descrittiva, se può essere trovato un problema

decisionale per il quale molti soggetti si comportano in contraddizione con tale teoria.”

“una Teoria della Decisione è debolmente falsificata come teoria normativa se può essere trovato un

problema decisionale per il quale un agente possa comportarsi in contraddizione con la teoria senza

risultare irrazionale.”

“una Teoria della Decisione è fortemente falsificata come teoria normativa se può essere trovato un

problema decisionale per il quale un agente che si comporti in accordo con la teoria non possa essere un

agente razionale.”1 (Hansson 1994)

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COSA È LA DECISION THEORY

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INDICE

1.TEORIE NORMATIVE

1.1.LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

1.2.LA PREFERENZA

1.3.EXPECTED UTILITY VALUE

2.TEORIE DESCRITTIVE

2.1.IL PROCESSO DECISIONALE

2.2.I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA

2.3.GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

2.4.LA TEORIA DEL PROSPETTO

2.5.NEUROECONOMIA

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TEORIE NORMATIVE

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TEORIE NORMATIVE

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Come dobbiamo decidere per essere razionali?

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

TEORIE NORMATIVE

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali

TEORIE NORMATIVE

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali• l'agente;

TEORIE NORMATIVE

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali• l'agente;

TEORIE NORMATIVE

!"#$#%&$'((")*+#%,+-'.#

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di solito umano, è colui che prende la decisione

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali

• un problema;

TEORIE NORMATIVE

!"#$#%&$'((")*+#%,+-'.#

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individuato dall’agente, per risolvere il quale si deve prendere una decisione. Il problema

include obiettivi da raggiungere.

• l'agente;

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

• un problema;• lo Stato del Mondo;

TEORIE NORMATIVE

!"#$#%&$'((")*+#%,+-'.#

le variabili ambientali che influenzano la decisione e che non sono totalmente

conosciuti dall'agente. Per esempio le condizioni meteorologiche di fronte la scelta

di prendere o meno l’ombrello;

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Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali• l'agente;

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Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali

LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

• lo Stato del Mondo;• le alternative;

TEORIE NORMATIVE

!"#$#%&$'((")*+#%,+-'.#

È l’insieme di alternative possibili all'interno del quale l'agente ritrova le varie opzioni disponibili per la sua scelta.

Nella maggior parte dei casi le alternative sono ritenute mutualmente escludentisi, cioè solo un'alternativa può essere scelta e questa esclude tutte le altre, in modo tale che due possibilità di scelta non possono essere realizzate entrambe nello stesso momento.

L'insieme è • aperto quando è possibile aggiungere nuove alternative, che vengono

inventate o scoperte dall'agente durante il processo decisionale. Un set di alternative aperto risponde, ad esempio, alla domanda “dove passare le prossime vacanze estive?”.

• chiuso se non possono essere aggiunte nuove possibilità di scelta, come nella scelta di voto durante le elezioni politiche. Gli insiemi di alternative chiusi possono essere ulteriormente divisi in insiemi • volontariamente chiusi, quando l'agente decide volontariamente di

restringere le varie opzioni praticabili: “questa sera o vado a teatro o vado al cinema e nulla oltre queste due alterative”;

• involontariamente chiusi, quando le alternative sono limitate da circostanze esterne e non dalla volontà dell'agente, come nel caso delle alternative di voto.

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• l'agente;

• un problema;

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Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali

• lo Stato del Mondo;

LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

• le alternative;

• l'ordine delle conseguenze;

TEORIE NORMATIVE

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le conseguenze delle azioni disponibili sono valutate attraverso le informazioni che l'agente possiede e le operazioni di calcolo che lo stesso opera. L'agente compila un ordinamento seriale che specifica quale conseguenza sia migliore di

un'altra.

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• l'agente;

• un problema;

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

• l'ordine delle conseguenze;• i vincoli;

TEORIE NORMATIVE

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interferiscono nella scelta, per esempio i vincoli di bilancio per le

aziende, di budget per i consumatori, ecc.

Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali• l'agente;

• un problema;• lo Stato del Mondo;• le alternative;

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• l'ordine delle conseguenze;

• le alternative;

• lo Stato del Mondo;• un problema;

Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali• l'agente;

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LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

• i vincoli;• le informazioni;

TEORIE NORMATIVE

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L'insieme delle informazioni è la parte dello stato del mondo che è conosciuta dall'agente.

È il “materiale” con il quale l'agente elabora tutta la sua strategia di scelta.

Influenza la valutazione delle conseguenze di ogni alternativa realizzabile e la compilazione

dell'ordine di preferenza delle stesse;.

Valutando la quantità e il tipo di informazione posseduta, si possono operare le seguenti

distinzioni fra ambiti di processi decisionali che saranno sotto:

i. Certezza se è noto che ogni azione porti invariabilmente ad una specifica conseguenza;

ii.Rischio se ogni azione porta ad un insieme di specifiche possibili conseguenze ognuna

con una probabilità solo stimata. Si assume che le probabilità siano conosciute

dall'agente. Per esempio, un'azione nell'ambito del rischio può essere considerata una

scommessa sul lancio di una moneta non truccata, con costi e premi a seconda del

risultato. La certezza può essere considerata un caso estremo del rischio, cioè quando le

probabilità sono 0 o 1 (nulle o certe);

iii.Incertezza se tutte le azioni hanno come conseguenza un insieme di specifiche possibili

conseguenze, ma la loro probabilità è totalmente sconosciuta;

iv.Ignoranza, se non c'è nessuna conoscenza probabilistica.

giovedì 22 aprile 2010

Page 20: Decision Theory (PDF)

Nelle teorie della scelta individuale intenzionale possiamo rintracciare degli elementi fondamentali

• l'ordine delle conseguenze;

• lo Stato del Mondo;

LA TEORIA DELLA DECISIONE INDIVIDUALE E LA TEORIA DELLA SCELTA RAZIONALE

• le informazioni;• un criterio di scelta;

TEORIE NORMATIVE

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Il criterio che guida la scelta, diverso a seconda dei casi e dei contesti.

La teoria della scelta individuale, che rappresenta il paradigma dominante in microeconomia, afferma che gli agenti si comportano in modo tale da massimizzare il loro bene e minimizzare i costi delle azioni, con un calcolo costi-benefici delle conseguenze delle possibili strategie di comportamento. Nelle teorie economiche spesso il criterio sottinteso è ottenere il massimo vantaggio per sé con il minor costo. Nella maggior parte degli altri esempi di scelta, il criterio è ottenere la maggiore utilità con il minor costo.

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• l'agente;

• un problema;

• le alternative;

• i vincoli;

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LA PREFERENZA

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Page 22: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

Come esprimiamo la preferenza?

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Page 23: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

Nel linguaggio comune si indicano le preferenze con espressioni quali “è meglio di”, “è peggio di”, “è buono almeno quanto”, “è uguale a”, “la scelta fra A e B è indifferente”, ecc..

Questi termini comparativi sono relazioni binarie, che nella logica della preferenza sono espresse con i simboli:

• (>, <) preferenza stretta: “A>B” significa “A è migliore di B”, “A<B” significa “A è peggiore di B”. Spesso si ritiene che “A>B” significa sia “A è migliore di B”, sia “B è peggiore di A”.

• (!, ") preferenza debole: “A!B” e “A"B” sostituiscono rispettivamente le espressioni “A è buono almeno quanto B”, “A è cattivo almeno quanto B”.

• (!) indifferenza: “A è indifferente rispetto B”, o “A è buono/cattivo quanto B e viceversa”.

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La logica della Preferenza1

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Page 24: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

Le regole di interconnessione fra i tre operatori sono le seguenti:

i. A è meglio di B se e solo se A è buono almeno quanto B, ma B non è buono almeno

quanto A:

[A > B ↔ [(A ! B) & ¬ (B ! A)]]

ii. A è buono quanto B se e solo se A è buono almeno quanto B e B è buono almeno

quanto A”:

[A ! B ↔ [(A ! B) & (B ! A)]]

Grazie a queste due regole tutte le preferenze sono esprimibili con la preferenza

debole, rendendo non necessari (>) e (!).

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TEORIE NORMATIVE

La logica della Preferenza

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Page 25: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAOltre alle relazioni di preferenza, l'ordine delle valutazioni può essere indicato

assegnando un valore numerico per ogni conseguenza.

La numerazione è arbitraria e indica solamente un ordine fra le opzioni, “pesa la

soddisfazione” che l'agente ricaverà da ogni scelta possibile in termini di utilità.

Per esempio Lorenzo vuole acquistare un libro che lo aiuti nella sua tesi in filosofia del

linguaggio e compila quest'ordine di preferenza degli autori di filosofia:

Wittgenstein 10Russel 10Quine 8Heidegger 1

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2

TEORIE NORMATIVE

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Page 26: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAUn altro modo di indicare le possibilità sono le matrici che indicano le alternative

nelle righe e lo stato del mondo nelle colonne:

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Piove Non piove

Uscire con l'ombrello 4 1

Uscire senza l'ombrello 0 3

3

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Page 27: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

asimmetria della preferenza stretta: A > B # ¬ ( B > A)

irriflessività della preferenza stretta: ¬ ( A > A )

simmetria dell’indifferenza: A ! B # B ! A

riflessività dell'indifferenza: A ! A

incompatibilità di indifferenza e preferenza stretta: A > B # ¬ ( A ! B )

completezza (o della connessione): A ! B v B ! A

LA PREFERENZALe reazioni di preferenza godono di molte proprietà:

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Page 28: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

asimmetria della preferenza stretta: A > B # ¬ ( B > A)

irriflessività della preferenza stretta: ¬ ( A > A )

simmetria dell’indifferenza: A ! B # B ! A

riflessività dell'indifferenza: A ! A

incompatibilità di indifferenza e preferenza stretta: A > B # ¬ ( A ! B )

completezza (o della connessione): A ! B v B ! A

LA PREFERENZALe reazioni di preferenza godono di molte proprietà:

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Questa proprietà indica che tutte le

alternative possibili possono essere comparate e

messe in un ordine di preferenza fra loro senza

escluderne alcuna. Anche se utile in molte

applicazioni della logica della preferenza, la

completezza non sempre si rivela cognitivamente

plausibile. In molte esperienze della vita quotidiana

si riscontrano casi in cui questa proprietà non è

soddisfatta.

TEORIE NORMATIVE

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Page 29: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAUna delle proprietà più discusse dei concetti della logica della preferenza è

sicuramente la proprietà della transitività:

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transitività della preferenza debole: (A ! B) & (B ! C) # A ! C

transitività dell'indifferenza: (A ! B) & (B ! C) # (A ! C)

transitività della preferenza stretta: (A > B) & (B > C) # A > C

IP-transitivity: (A ! B) & (B > C) # A > C

PI-transitivity: (A > B) & (B ! C) # A>C

aciclicità: non c'è nessuna serie di alternative tali che

A1>...An > A1

TEORIE NORMATIVE

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Page 30: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

Ma davvero nell’effettività delle nostre preferenze, quotidianamente, rispettiamo

queste proprietà?

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 31: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAParadosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di

alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.

• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.

• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e

• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.

• Dato che la differenza di sapore fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci saranno preferenze fra le tazzine in generale.

• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.

• Ciò contraddice la proprietà della transitività

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Page 32: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAParadosso del Sorite (Arstrong 1939, Armstrong 1948, Luce 1956) : Si presenta una serie di

alternative ordinate in modo tale che le differenze fra le possibilità adiacenti non sia distinguibile.

• Si considerino 1000 tazzine di caffè, C0,C1,C2,...C999.

• In C0 c'è un granello di zucchero, in C1 ci sono due granelli di zucchero, in C2 ce ne sono tre e

• così via fino ad arrivare a C999, in cui ci sono mille granelli di zucchero.

• Dato che la differenza di sapore fra tazzine consecutive non è percepibile, non ci saranno preferenze fra le tazzine in generale.

• Ma la differenza di sapore è sicuramente percepibile fra la prima tazzina C0, con un solo granello di zucchero, e l'ultima C999, con mille granelli di zucchero, e fra le due ci sarà di certo una preferenza, a seconda dei gusti, per esempio a favore della tazzina meno dolce, cosicché C0 > C999.

• Ciò contraddice la proprietà della transitività

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transitività dell'indifferenza: (A ! B) & (B ! C) " (A ! C)

transitività della preferenza debole: (A # B) & (B # C) " A # C

TEORIE NORMATIVE

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Page 33: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAParadosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].

Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha

1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio

provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha

una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando

10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e

la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà

una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a

tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.

In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative

consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.

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Page 34: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAParadosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].

Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha

1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio

provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha

una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando

10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e

la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà

una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a

tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.

In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative

consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.

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transitività della preferenza debole: (A # B) & (B # C) " A # C

transitività della preferenza stretta: (A > B) & (B > C) " A > C

TEORIE NORMATIVE

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Page 35: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAParadosso dell'auto-torturatore [Warren S. Quirrin 1990].

Nel corpo di una persona (l'auto-torturatore) viene impiantato un apparecchio medico che ha

1001 gradi di regolazione, da 0 a 1000. Ogni aumento di un grado nella regolazione dell'apparecchio

provoca un trascurabile, quasi impercettibile, aumento di dolore. Ogni settimana l'auto-torturatore ha

una scelta da compiere: può aumentare di un grado la regolazione dell'apparecchio guadagnando

10'000$ o lasciare l'apparecchio così com'è, senza poter mai tornare indietro, pena la fine del gioco e

la perdita di tutta la somma accumulata fino a quel punto. In questo modo probabilmente raggiungerà

una regolazione dell'apparecchio che gli provocherà un dolore insopportabile, tale da costringerlo a

tornare al livello 0 perdendo la sua fortuna.

In questo paradosso viene contraddetta la transitività dell'indifferenza debole fra le alternative

consecutive per quanto ci sia preferenza stretta tra alternative distanti.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 36: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAShumm (1987): controesempio alla transitività della preferenza stretta.

• Un agente che deve scegliere una fra tre scatole contenenti ciascuna tre palline: una rossa (R), una blu (B) e una verde (V).

• Si indichino le scatole con i vettori (R1, B1, V1) per la prima scatola, (R2, B2, V2) per la seconda, (R3, B3, V3) per la terza.

• L'agente preferisce con una preferenza stretta la scatola 1 alla scatola 2, perché a suo parere esse contengono le palline blu e verdi uguali, ma la scatola 1 ha una pallina rossa migliore.

• L'agente preferisce la scatola 2 alla scatola 3 perché esse sono eguali eccetto che per la pallina verde che è migliore nella scatola 2.

• L'agente preferisce la scatola 3 alla scatola 1, perché a suo dire sono eguali eccetto che per la migliore pallina blu della scatola 3.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

/)-,'%?%9-$#(#:"%*'$$"%4.-')<"%=>?=@%A"+<#%B>@>giovedì 22 aprile 2010

Page 37: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAQuindi le preferenze espresse sono le seguenti:

R1 > R2 ! R3 ! R1;

V1 ! V2 > V3 ! V1;

B1 ! B2 ! B3 > B1;

(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)

Ciò porta ad una preferenza ciclica con una contraddizione della proprietà

della transitività della preferenza stretta.

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Page 38: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAQuindi le preferenze espresse sono le seguenti:

R1 > R2 ! R3 ! R1;

V1 ! V2 > V3 ! V1;

B1 ! B2 ! B3 > B1;

(R1, B1, V1) > (R2, B2, V2) > (R3, B3, V3) > (R1, B1, V1)

Ciò porta ad una preferenza ciclica con una contraddizione della proprietà

della transitività della preferenza stretta.

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6'.-(-#)%DE'#+F

transitività della preferenza stretta: (A > B) & (B > C) " A > C

aciclicità: non c'è nessuna serie di alternative tali che A1>...An > A1

TEORIE NORMATIVE

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Page 39: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAParadosso di Condorcet:

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

/)-,'%?%9-$#(#:"%*'$$"%4.-')<"%=>?=@%A"+<#%B>@>

Il problema presentato da Shumm era stato già posto da

Condorcet,

filosofo che nel XVII sec. si dedicò –probabilmente per primo in

maniera

metodica– allo studio della decisione analizzando i problemi della

costituente francese del 1793.

giovedì 22 aprile 2010

Page 40: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZAParadosso di Condorcet:

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Ci sono tre individui i1, i2 E i3, che vogliono partire per un

viaggio insieme.

Essi hanno tre possibilità di scelta: (A) Argentina, (B) Bolivia e (C)

Colombia.

La loro scelta sarà presa per maggioranza.

Le preferenze di i1 sono: A > B > C;

le preferenze di i2 sono: B > C > A;

le preferenze di i3 sono invece: C > A > B.

Con questo tipo di preferenze non è possibile arrivare ad una

scelta: sommando le preferenze non si forma una maggioranza

ma una catena di preferenze ciclica e che non gode della

proprietà transitiva.

giovedì 22 aprile 2010

Page 41: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZATversky (1969): controesempio alla transitività fra preferenze nei

casi di scelte multidimensionali.

Un'azienda deve scegliere un nuovo impiegato fra tre candidati.

I criteri di scelta prevedono che:

• se la differenza tra i candidati rispetto alla dimensione I (ad esempio l'intelligenza) è superiore ad una grandezza x, allora sarà scelto il candidato con la dimensione I maggiore.

• Se invece la differenza è minore di x, allora sarà scelto il candidato con la dimensione II (ad esempio la specializzazione) maggiore.

Questa regola che sembra essere alquanto ragionevole produce delle preferenze intransitive.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 42: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZATversky1 (1969): controesempio alla transitività fra preferenze

nei casi di scelte multidimensionali.

Supponiamo infatti che ci siano tre candidati con le seguenti caratteristiche.

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6'.-(-#)%DE'#+F

Candidati Dimensione I Dimensione IIa 140 2b 120 4c 100 6

TEORIE NORMATIVE

Se si pone x = 20, le differenze fra a e b, e tra b e c per la dimensione I non sarebbero

superiori ad x, quindi la scelta fra i candidati sarebbe presa in base alla dimensione II, e

le preferenze sarebbero: b > a e c > b. Ma se si confrontano a e c, la differenza fra i

valori della dimensione I sarebbe maggiore di x, e quindi a > c violando la transitività.

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Page 43: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

Molti autori hanno proposto argomenti che mostrano che le relazioni

di preferenza godono costitutivamente della proprietà transitiva dalla

quale non si può quindi prescindere.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 44: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

Una collezionista di francobolli ha delle preferenze cicliche rispetto 3 francobolli (A, B e C):

A > B et B > C et C >A.

È pronta a pagare 0,10" per scambiare B per A, C per B, o A per C.

Entra in un negozio di francobolli con il francobollo A. Il commerciante di francobolli le

offre di scambiare A per C se è disposta a pagare 0,10". La collezionista accetta l'offerta.

Si può indicare la situazione con un vettore (X,Y) che esprima il fatto che il collezionista

ottiene il francobollo X e paga Y " al commerciante. Attraverso il primo scambio, la

collezionista è così passata dallo stato (A,0) allo stato (C,10).

Successivamente il commerciante tira fuori il francobollo B e offre alla collezionista di

scambiare C per B con un altro pagamento di 0,10". Ella accetta, passando così dallo stato

(C,10) allo stato (B, 20). Il commerciante può continuare così per sempre.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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argomento del “money-pump” [Ramsey (1928) Davidson (1955)]:

giovedì 22 aprile 2010

Page 45: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

Ciò che causa il problema è la seguente sequenza di preferenze:

(C, 10) > (A, 0)

(B, 20) > (C, 10)

(A, 30) > (B, 20)

(C, 40) > (A, 30)

(B, 50) > (C, 40)

(A, 60) > (B, 50)

...

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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argomento del “money-pump” [Ramsey (1928) Davidson (1955)]:

giovedì 22 aprile 2010

Page 46: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZA

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Page 47: Decision Theory (PDF)

LA PREFERENZADavidson(1976)

«Se la lunghezza non fosse transitiva, cosa significherebbe allora usare un numero per

misurare la lunghezza? Potremmo trovare o inventare una risposta, ma a meno che

oppure finché non lo facciamo, dovremmo sforzarci di interpretare 'più lungo di’ come

transitivo.

Lo stesso vale per ‘preferito a’.»

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Page 48: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

o “probability-weighted utility theory”

È uno dei più importanti paradigmi teorici sulla scelta intenzionale (razionale) individuale.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 49: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Inciso storico:

Esso è stato sviluppato a partire dal diciassettesimo secolo, parallelamente agli

studi sulla probabilità. Un iniziatore può essere ritrovato in Blaise Pascal. Egli studiò

questo metodo per rispondere alla domanda del suo amico e giocatore d'azzardo, il

cavaliere Méré, che gli chiedeva un criterio da adottare per la suddivisione delle

vincite nel caso di una partita non portata a termine. La risposta di Pascal afferma che

il valore della partita per ogni giocatore corrisponde alla somma delle vincite possibili,

moltiplicate per le loro rispettive probabilità di occorrenza, meno il prodotto delle

perdite possibili per le loro probabilità. In questo modo Pascal pose le basi del calcolo

probabilistico insieme al suo contemporaneo Pierre Fermat.

giovedì 22 aprile 2010

Page 50: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

ad ogni alternativa si assegna un valore per ogni stato del mondo possibile e lo si

moltiplica per le probabilità che tale stato del mondo si realizzi.

Ponendo n risultati possibili, l'utilità attesa è pari alla somma dei prodotti di tutte le

utilità medie (u) espresse dall'agente per ciascuna configurazione dello stato del

mondo, per la probabilità (p) che ciascuna configurazione dello stato del mondo si

realizzi:

U = p1 • u1 + p2 • u2 + ... + pn • un

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 51: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

Per esempio si prenda in considerazione la seguente matrice che rappresenta le utilità di uno

scommettitore che ha a disposizione la somma di 10 " da poter puntare su uno dei sei cavalli di una

corsa equestre:

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 52: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Utilità per ogni configurazione possibileUtilità per ogni configurazione possibileUtilità per ogni configurazione possibileUtilità per ogni configurazione possibileUtilità per ogni configurazione possibileUtilità per ogni configurazione possibileA B C D E F

Puntare 10 " sul cavallo A 13 0 0 0 0 0Puntare 10 " sul cavallo B 0 12 0 0 0 0Puntare 10 " sul cavallo C 0 0 11 0 0 0Puntare 10 " sul cavallo D 0 0 0 10 0 0Puntare 10 " sul cavallo E 0 0 0 0 9 0Puntare 10 " sul cavallo F 0 0 0 0 0 8Non puntare su nessun

cavallo e tenersi 10"2 4 6 8 12 14

Probabilità di vittoria

0-10.06 0.05 0.04 0.02 0.02 0.01

giovedì 22 aprile 2010

Page 53: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Cavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreCavallo VincitoreUtilità

attesa

(somma)AA BB CC DD EE FF

Utilità

attesa

(somma)

Puntare 10" sul cavallo A 13•0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 +0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.78

Puntare 10" sul cavallo B 0 • 0.06 + 12•0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 +0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.6

Puntare 10" sul cavallo C 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 11•0.04 + 0 • 0.02 +0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.44

Puntare 10" sul cavallo D 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 10•0.02 +0 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.2

Puntare 10" sul cavallo E 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 +9 • 0.02 + 0 • 0.01 = 0.18

Puntare 10" sul cavallo F 0 • 0.06 + 0 • 0.05 + 0 • 0.04 + 0 • 0.02 +0 • 0.02 + 8 x 0.01 = 0.08

Non puntare su nessun

cavallo0 • 0.06 + 1 • 0.05 + 2 • 0.04 + 4 • 0.02 +6 • 0.02 + 10•0.01 = 0.43

giovedì 22 aprile 2010

Page 54: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

L'utilità attesa sarà ordinata nel seguente modo:

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Puntare 10" sul cavallo A: 0.78

Puntare 10" sul cavallo B: 0.6

Puntare 10" sul cavallo C: 0.44

Non puntare su nessun cavallo: 0.43

Puntare 10" sul cavallo D: 0.2

Puntare 10" sul cavallo E: 0.18

Puntare 10" sul cavallo F: 0.08

Secondo la massimizzazione dell'utilità attesa l'agente sceglierà di puntare 10 " sul cavallo A

giovedì 22 aprile 2010

Page 55: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

l’expected utility value Fonda il suo metodo di scelta sul calcolo dell'Utilità.

Utilità è una quantità monetarie, grandezza oggettiva.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 56: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

una moneta non truccata è lanciata finché l'esito del lancio dia

“testa” per la prima volta.

Se l'esito è testa al primo lancio si vince una moneta d'oro. Se

l'esito è testa al secondo si vincono due monete d'oro, al terzo

lancio se ne vincono quattro, seguendo la regola che per n lanci si

vincono 2n monete d'oro. Dato che la probabilità che il lancio dia

testa all'n-esimo lancio è !n, l'utilità attesa del gioco sarà quindi:

# • 1 + $ • 2 + ... + #n • 2n-1 + ... = !

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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1713 Nicolas Bernoulli, paradosso di San Pietroburgo:

giovedì 22 aprile 2010

Page 57: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

# • 1 + $ • 2 + ... + #n • 2n-1 + ... = !

un agente razionale che cerchi di massimizzare l'utilità sarà disposto

a pagare qualsiasi somma finita di denaro per poter partecipare a

tale gioco. Sarebbe disposto a concedere tutto il suo patrimonio

personale per un singolo turno.

Tutto ciò non sembra intuitivamente “razionale” nonostante rispetti

tutti i criteri di razionalità dell'E.U.V.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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1713 Nicolas Bernoulli, paradosso di San Pietroburgo:

giovedì 22 aprile 2010

Page 58: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

1738 Daniel Bernoulli, (fratello di Nicolas):

soluzione al paradosso.

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6'.-(-#)%DE'#+F

Valore

Atteso

il valore oggettivo di ogni possibile risultato

ottenuto dal prodotto fra il valore della

vincita e la sua probabilità.

"

Utilità

Attesa

Beneficio in termini di soddisfazione, che ciascun agente assegna ad

ogni possibile risultato. Quest'ultimo è un valore psicologico, del

tutto soggettivo.

Beneficio in termini di soddisfazione, che ciascun agente assegna ad

ogni possibile risultato. Quest'ultimo è un valore psicologico, del

tutto soggettivo.

TEORIE NORMATIVE

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Page 59: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

L'autore indicava anche che l'utilità attesa marginale (l’incremento dell’utilità attesa

all’aumentare della ricchezza di una unità) è decrescente: all'aumento della ricchezza

l'utilità cresce in maniera inversamente proporzionale alla ricchezza già posseduta.

Ciò significa che, in termini di utilità non è lo stesso guadagnare 100 " quando se ne

possiedono mille o quando se ne possiedono già un milione. Nello specifico l'utilità

aumenta in modo logaritmico.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 60: Decision Theory (PDF)

EXPECTED UTILITY VALUE

L'introduzione di una variabile soggettiva evidenzia anche come il metodo pascaliano ignori anche la valutazione del

rischio da parte di un agente che si accinge a giocare, per esempio, una lotteria. In economia una lotteria è una

situazione nella quale un individuo paga una somma per avere la possibilità di ottenere uno tra i possibili guadagni

alternativi, che dipendono dalla realizzazione di diversi eventi casuali; essa corrisponde ad un insieme di stati del mondo

possibili (i pagamenti) conseguenti ad una scelta sotto incertezza dell'agente, ognuno associato ad una probabilità di

realizzarsi.

Il rischio che comporta una lotteria, però, può essere valutato calcolando la media dei quadrati degli scostamenti di

ciascun possibile risultato dal valore atteso della lotteria (calcolato, come l’utilità attesa, come la somma dei prodotti di

tutti i possibili esiti per la loro probabilità). Questa misura è definita varianza ed in un certo senso descrive il rischio di

una variabile casuale come l’esito di una lotteria. Quando la varianza è piccola la lotteria presenta un rischio basso: gli

scostamenti fra il valore monetario atteso e i possibili esiti sono piccoli, quindi non ci saranno né vincite molto alte né

tanto meno perdite basse. Se al contrario la varianza è molto alta la lotteria sarà rischiosa: ci potranno essere vincite

alte ma anche grandi perdite dato che gli scostamenti sono più ampi.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE NORMATIVE

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Page 61: Decision Theory (PDF)

TEORIE DESCRITTIVE

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6'.-(-#)%DE'#+F

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Page 62: Decision Theory (PDF)

TEORIE DESCRITTIVE

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6'.-(-#)%DE'#+F

Come effettivamente decidiamo nella nostra quotidianità?

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Page 63: Decision Theory (PDF)

IL PROCESSO DECISIONALE

Helbert Simon (1960):

rielaborazione del modello di Dewey con l'intento di renderlo utilizzabile per tutti i contesti decisionali.

fasi:

• fase dell'intelligenza: “trovare l'occasione di prendere una decisione”;

• fase del design: “trovare possibili azioni da attuare”;

• fase della scelta: “scegliere una fra queste” azioni possibili.

Brim (1962).

• identificazione del problema;

• raccolta delle informazioni necessarie;

• produzione di soluzioni possibili;

• selezione di una strategia di comportamento.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE

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Page 64: Decision Theory (PDF)

IL PROCESSO DECISIONALE

Questi modelli sono modelli sequenziali: composti da passaggi che l'agente performa sempre

nella stessa sequenza e mai contemporaneamente.

Studi empirici e gli sviluppi dell'intelligenza artificiale, descrivono come implausibile che la decisione

(come molte altre attività intellettive) si sviluppi con una struttura sequenziale.

Si protende invece verso i modelli paralleli: i vari stadi della decisione vengono sviluppati in una

rete di ragionamenti e intuizioni che globalmente costituisce la decisione.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE

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Page 65: Decision Theory (PDF)

IL PROCESSO DECISIONALE

Modello Mintzberg, Raisinghani e Théorêt (1976) (modello parallelo).

Fasi e Routines:

1.IDENTIFICAZIONE, (l'Intelligenza di Simon):

1.1.Riconoscimento della decisione (decision recognition), si identificano problemi/opportunità “nel flusso delle

ambiguità, generalmente fra i dati verbali che l'agente riceve”;

1.2.Diagnosi, si “utilizzano i canali di informazione esistenti e si aprono di nuovi per chiarire e definire il problema”;

2.SVILUPPO (Design di Simon), si definiscono e chiariscono le alternative:

2.1.Ricerca (search), si cercano soluzioni già pronte;

2.2.Design, si sviluppano nuove soluzioni o modifica quelle già esistenti.

3.SELEZIONE (Scelta di Simon):

3.1.Schermatura (screen), le alternative sub-ottimali sono eliminate;

3.2.Valutazione della scelta (evaluation-choice routine) si prende definitivamente la scelta;

3.3.Autorizzazione alla soluzione che viene confermata.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE

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Page 66: Decision Theory (PDF)

IL PROCESSO DECISIONALE

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE

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Page 67: Decision Theory (PDF)

IL PROCESSO DECISIONALE

Modello Mintzberg, Raisinghani e Théorêt (1976) (modello parallelo).

Simon: la maggior parte delle energie e del tempo sono dedicati alla fase dell'intelligenza (trovare

l'occasione di prendere una decisione) e del design (trovare possibili azioni da attuare), mentre solo

una piccola parte è dedicata alla scelta finale (Simon 1960).

Questi dati sono corroborati da numerose ricerche in psicologia cognitiva, e dalle ricerche empiriche

dello stesso Mintzberg, Raisinghani e Théorêt.

Paradossalmente, grandissima parte delle teorie della decisione si concentrano sulla fase della

valutazione e della scelta del processo della decisione, nonostante che dagli studi empirici essa risulti

essere la meno impegnativa.

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Page 68: Decision Theory (PDF)

IL PROCESSO DECISIONALE

Modello Mintzberg, Raisinghani e Théorêt (1976) (modello parallelo).

Simon: la maggior parte delle energie e del tempo sono dedicati alla fase dell'intelligenza (trovare

l'occasione di prendere una decisione) e del design (trovare possibili azioni da attuare), mentre solo

una piccola parte è dedicata alla scelta finale (Simon 1960).

Questi dati sono corroborati da numerose ricerche in psicologia cognitiva, e dalle ricerche empiriche

dello stesso Mintzberg, Raisinghani e Théorêt.

Paradossalmente, grandissima parte delle teorie della decisione si concentrano sulla fase della

valutazione e della scelta del processo della decisione, nonostante che dagli studi empirici essa risulti

essere la meno impegnativa.

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE

È vero che la routine della scelta è centrale nel processo decisionale consistendo nella

decisione in sé, ma essa è completamente determinata dalle fasi precedenti. Per questi motivi,

sembra fondamentale un'epistemologia delle fasi che precedono la decisione vera e propria,

soprattutto delle fasi di acquisizione delle informazioni. Sono le informazioni che procurano i

dati per i calcoli sulle alternative e sulle conseguenze, che a loro volta formano il corpus delle

preferenze sulle quali avviene la scelta. Capire i principali concetti con cui trattare il corpus

delle informazioni significa far chiarezza su una delle parti della decisone cognitivamente più

impegnative, e quindi euristicamente più significative nello studio del complesso del processo

decisionale.

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Page 69: Decision Theory (PDF)

I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA

“L'espressione ‘razionalità limitata’ si usa per designare una scelta razionale che prende in considerazione i limiti cognitivi del soggetto decisionale -limiti della conoscenza e delle capacità di calcolo. [...] Nella teoria dell'Utilità Soggettiva, fondamento dell'economia neoclassica, si postula che le scelte vengano compiute:

• tra una serie data, fissata di alternative;

• con una distribuzione delle probabilità degli esiti di ciascuna scelta (soggettivamente) conosciuta;

• in modo tale da massimizzare il valore atteso della funzione di utilità data. (Savage 1954).” (Simon 1978b)

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Herbert Alexander Simon

Nobel per l'economia 1978

TEORIE DESCRITTIVE

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Page 70: Decision Theory (PDF)

I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA

Modello della Razionalità Perfetta, o dell'Homo

Economicus:

esamina una razionalità teorica, svincolata dall'effettività

empirica.

Non considera i limiti che l'agente può incontrare:

• nella comprensione del problema;

• nell'acquisizione delle informazioni;

• limiti di calcolo dovuti alle sue capacità cognitive.

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Herbert Alexander Simon

Nobel per l'economia 1978

TEORIE DESCRITTIVE

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Page 71: Decision Theory (PDF)

I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA

A questo modello si contrappone quello della Razionalità

Limitata:

“L'espressione ‘razionalità limitata’ si usa per designare

una scelta razionale che prende in considerazione i limiti

cognitivi del soggetto decisionale -limiti della conoscenza

e delle capacità di calcolo.” (Simon 1987b)

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Herbert Alexander Simon

Nobel per l'economia 1978

TEORIE DESCRITTIVE

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Page 72: Decision Theory (PDF)

I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA

Simon: distinzione fra teorie sostanziali e teorie

procedurali della razionalità (alias normative e descrittive)

Ne deriva un contrasto fra la nozione di razionalità

sostanziale e quella della razionalità procedurale.

Affermare che le teorie descrittive mostrano come gli

agenti non seguano i criteri di razionalità postulati dalle

teorie normative non significa certo affermare anche che le

decisioni siano normalmente irrazionali.

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Herbert Alexander Simon

Nobel per l'economia 1978

TEORIE DESCRITTIVE

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Page 73: Decision Theory (PDF)

I LIMITI DELLA RAZIONALITÀ PERFETTA E LA RAZIONALITÀ LIMITATA

(Per definizione) la razionalità sostanziale indica i mezzi e

le regole per ottenere il risultato ottimo in qualunque

decisione massimizzando o minimizzando la funzione di

utilità.

La nozione di razionalità procedurale indica che una

buona decisione non è quella che porta al risultato ottimo,

ma quella che scaturisce dalla procedura di deliberazione

adatta in base alla rappresentazione che un individuo prima

di scegliere si fa del problema decisionale e delle potenziali

soluzioni

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Herbert Alexander Simon

Nobel per l'economia 1978

TEORIE DESCRITTIVE

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Page 74: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Vengono presentate cinque lotterie ad un gruppo di studenti universitari, con le seguenti probabilità di vincita (p):

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Lotteria p Vincite ($)

a 7/24 5.00

b 8/24 4.75

c 9/24 4.50

d 10/24 4.25

e 11/24 4.00

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Esperimento di Tversky (1969)

giovedì 22 aprile 2010

Page 75: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Ogni lotteria offre una vincita $ se si verifica un certo evento con probabilità p, nulla se questo evento non si verifica. Viene chiesto agli studenti di esprimere una preferenza su una lotteria fra coppie di lotterie diverse.

L'esperimento ha mostrato come gli studenti abbiano preferito la lotteria con la vincita più alta quando sono state confrontate lotterie adiacenti,(a,b b,c c,d d,e) poiché le probabilità di vincita erano percepite come molto simili e quindi le differenze fra le stesse non influivano sulla scelta; gli studenti preferivano la lotteria con la probabilità di vincita maggiore quando erano proposte coppie formate da lotterie con una differenza fra le probabilità di vincita maggiore (a,e).Questi risultati portano ad un insieme di preferenze ciclico, violando l'aciclicità:

a > b; b > c; c > d; d >e; e > a

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Esperimento di Tversky (1969)

giovedì 22 aprile 2010

Page 76: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

L'assioma di indipendenza afferma che se un agente è indifferente fra i due risultati x1 e x2 di due lotterie L1 e L2 allora dovrebbe essere indifferente anche alle due lotterie L1 e L2 se nelle due lotterie la probabilità di ottenere x1 e x2 è la stessa di ottenere un terzo risultato x3 comune alle due lotterie.

Si paga una lotteria con tre possibili premi monetari: 500 milioni di franchi, 100 milioni di franchi, 0 franchi.

Si devono prendere due scelte indipendenti: una prima (1) tra le situazioni A e B, e una seconda (2) tra le situazioni C e D. Le scelte e le situazioni corrispondenti sono esposte nella seguente tabella.

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Maurice Allais (1953)

giovedì 22 aprile 2010

Page 77: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

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6'.-(-#)%DE'#+F TEORIE DESCRITTIVE

Scelta SituazioneSituazione

1

A Ricevere 100 milioni con certezza.

1B

10 possibilità su 100 di vincere 500 milioni.1

B 89 possibilità su 100 di vincere 100 milioni.1

B

1 possibilità su 100 di non vincere nulla.

2

C11 possibilità su 100 di vincere 100 milioni.

2

C89 possibilità su 100 di non vincere nulla.

2

D10 possibilità su 100 di vincere 500 milioni.

2

D90 possibilità su 100 di non vincere nulla.

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Maurice Allais (1953)

giovedì 22 aprile 2010

Page 78: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

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Maurice Allais (1953)

L’esito dell’esperimento è stato il mostrare che la maggior parte degli individui intervistati, confrontando queste lotterie, preferisce A a B nel contesto di scelta (1), e D a C nel contesto di scelta (2). Questi risultati hanno mostrato che, nella prima scelta, ricevere 100 milioni con certezza è preferito a giocare una lotteria che offre 5 volte di più con una probabilità di 1/10 e caratterizzata anche da un piccolo rischio di non ricevere nulla. Al contrario, nella seconda scelta, si mostra che una vincita di 500 milioni con una probabilità di vincita di 1/10 è preferita ad una vincita di solo 100 milioni che abbia una probabilità leggermente più bassa, pari di 11/100. Questa distribuzione delle probabilità viola l'assioma di indipendenza in quanto, in base a questo, quando A è preferita a B (A>B), C dovrebbe essere preferita a D (C>D) ma ciò non avviene.

giovedì 22 aprile 2010

Page 79: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

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Maurice Allais (1953)

Questo risultato è evidente considerano le utilità attese delle lotterie. Nella prima scelta in cui si preferisce A a B, le utilità sono le seguenti:

U(100) > 0.10U(500) + 0.89U(100) + 0.01U(0)

cosa che equivale a scrivere: 0.11U(100) > 0.10U(500)

Al contrario, la seconda scelta in cui si preferisce D a C, è dettata dal seguente schema di utilità:

0.10U(500) + 0.90U(0) > 0.11U(100) + 0.89U(0)

cosa che equivale a scrivere: 0.10U(500) > 0.11U(100)

giovedì 22 aprile 2010

Page 80: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

L’effetto di incorniciamento (framing effect, Tversky e Kahneman 1981).

L'incorniciamento raccoglie gli effetti del contesto e del modo in cui viene presentato il problema decisionale. Il processo decisionale può essere diviso in due parti:

• l'incorniciamento, in cui l'agente effettua un'analisi preliminare del problema decisionale, organizza le informazioni, calcola alternative ed effetti

• la valutazione.

Tversky e Kahneman (1981), grazie ad alcuni esperimenti, dimostrano che l'incorniciamento può avere conseguenze profonde sulla scelta fino a cambiarne gli esiti. In uno di questi esperimenti si dimostra che la valutazione di alcune alternative di una scelta dipende dal modo in cui queste vengono presentate.

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Page 81: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Ad un campione di persone veniva chiesto di scegliere una strategia per affrontare un'epidemia di una rara malattia asiatica fra un insieme di alternative proposte dal sistema sanitario americano. La malattia potrebbe provocare 600 decessi. È possibile scegliere fra le seguenti alternative:

• con il programma A, 200 persone saranno salvate.

• con il programma B, c'è una probabilità di 1/3 di salvare 600 persone e di 2/3 di non salvare nessuno.

Il 72% dei soggetti preferisce l'alternativa A. Anche se il valore atteso delle due alternative è il medesimo, la prospettiva A sembra la più rassicurante dato che esprime una valutazione in termini positivi, cioè in termini di vite potenzialmente salvate. Questo rivela che gli intervistati sono avversi al rischio.

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Esperimento de “il problema della malattia asiatica”, Tversky e Kahneman (1981):

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Page 82: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Successivamente, le stesse alternative venivano proposte cambiando la cornice: venivano presentate in maniera negativa, parlando di morti previste.

con il programma C, 400 persone moriranno;

con il programma D c'è una probabilità di 1/3 che nessuno muoia e di 2/3 che 600 persone muoiano.

Il 78% degli intervistati affermava di preferire D, la scelta rischiosa, anche se numericamente le alternative C e D sono identiche ad A e B. Parlare in termini di morti potenziali rendeva i soggetti propensi al rischio.

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Esperimento de “il problema della malattia asiatica”, Tversky e Kahneman (1981):

giovedì 22 aprile 2010

Page 83: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Tutto questo non è razionale dal punto di vista della teoria dell'utilità attesa, poiché le preferenze non dovrebbero dipendere dal modo di presentare le alternative, ma dalle conseguenze delle stesse.

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Esperimento de “il problema della malattia asiatica”, Tversky e Kahneman (1981):

giovedì 22 aprile 2010

Page 84: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Un primo limite all’applicazione delle regole formali della logica della preferenza risiede nel fatto che i ragionamenti ordinari degli esseri umani non si fermano al calcolo formale, ma sono sensibili al contenuto:

“Una differenza fra inferenze logiche e ragionamento ordinario consiste nel fatto che quest’ultimo non impiega un linguaggio artificiale, in cui la forma sintattica rispecchia la struttura logica degli enunciati. La struttura grammaticale degli enunciati del linguaggio ordinario maschera talvolta la loro forma logica, ed enunciati con una struttura sintattica simile possono avere strutture logiche profondamente diverse: molti enunciati si «assomigliano» sebbene , dal punto di vista logico, funzionano in maniera profondamente diversa. Questo fa sì che nei ragionamenti ordinari, in cui premesse e conclusioni sono formulate nel linguaggio naturale, spesso ci si debba aiutare con il contenuto (o con il contesto) per stabilire quali inferenze siano corrette.” (Frixione 2007).

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Page 85: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Non seguendo sempre le regole logiche, il ragionamento può quindi incorrere in errori logici: le fallacie. Le fallacie sono argomentazioni errate che ad un primo superficiale esame sembrano convincenti. Ci sono alcune fallacie in cui il ragionamento incorre sistematicamente, o tende sistematicamente ad incorrere.

Gli argomenti fallaci non sono solo un problema in logica. Sono degli strumenti utilizzati in retorica proprio per il loro essere persuasivi grazie alla loro apparente correttezza. Per questo, il loro utilizzo può avere delle conseguenze sulla decisione, modificando il panorama delle alternative, delle preferenze e delle credenze sulla probabilità.

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Page 86: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Un primo esempio può essere un discorso elettorale che potrebbe risultare convincente anche se è strutturato come una fallacia. Pensiamo al seguente caso. Un politico indagato per corruzione potrebbe difendersi argomentando come di seguito:

(a) Se un magistrato utilizzasse politicamente il suo potere, allora (b) inquisirebbe dei politici(b) Il magistrato (che mi ha inquisito) inquisisce dei politici.

Quindi: (a)il magistrato (che mi ha inquisito) utilizza politicamente il suo potere.

Questo ragionamento è fallace, utilizza lo schema della fallacia dell’affermazione del conseguente:

A # BB

_______A

Questo argomento è fallace perché non utilizza appropriatamente il condizionale materiale.

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Page 87: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Un altro esempio di discorso persuasivo ma fallace, potrebbe essere una pubblicità di cosmetici che invogli a comprare dei prodotti antirughe. La campagna pubblicitaria potrebbe utilizzare uno spot che, implicitamente ed in maniera edulcorata, generalizzi una regola sociale che si regge sul seguente argomento:

(a) Se una donna appare giovane e bella allora (b) avrà grandi possibilità di far carriera(a) La donna (protagonista dello spot) non appare giovane e bella

Quindi: (b) la donna non fa carriera

Questo argomento si regge sulla fallacia della negazione dell’antecedente:

A # B¬ A

______¬ B

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Page 88: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

“Tutti gli ingredienti ti questo prodotto sono buoniQuindi: il prodotto è buono”

“Quest’auto potrebbe essere acquistata pagando comode rate di importo modico.Quindi: conviene comprare quest’auto.”

Questi argomenti si basano sulla fallacia della composizione e scomposizione: si forza erroneamente la relazione mereologica (fra le parti e il tutto) di un oggetto, attribuendo all’oggetto intero una proprietà che appartiene ad ogni singola parte che lo compone. Non è sempre detto, infatti, che l’attribuzione di questa proprietà sia legittima.

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Page 89: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Questi argomenti possono influenzare e convincere l’uditorio, quindi modificare il set delle preferenze

e le scelte finali degli agenti. Il problema risiede nel fatto che le decisioni, influenzate da un argomento

fallace preso per buono, poggiano evidentemente su errori, e sono quindi fondamentalmente scelte

irrazionali. L’esperienza comune, gli esempi sopra riportati che riprendono aspetti semplificati della

vita quotidiana, mostrano che nella realtà dei fatti gli agenti sono spesso influenzati da ragionamenti

che si poggiano sulle fallacie.

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Page 90: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

giustificare le proprie scelte personali utilizzando ragionamenti scorretti:

fallacia del giocatore: interviene influenzando le credenze dell’agente sulle probabilità di realizzazione degli eventi. Questa fallacia agisce quando le credenze sulla probabilità che un evento B accada vengono modificate in base al verificarsi di un altro evento A, precedente al primo, nel caso in cui i due eventi sono effettivamente del tutto indipendenti.

esempi:

i numeri “ritardatari” del Lotto: si ritiene spesso che il loro ritardo ne aumenti la probabilità di essere estratti al prossimo turno. Anche essendo coscienti che tale ragionamento sia fallace, risulta difficile scostarsene.

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Page 91: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Anche se si scommette sull’esito dei lanci di una moneta (che si sa non essere truccata), se si verifica il caso di tre lanci consecutivi con esito testa, comunemente si ritiene che l’esito del lancio successivo sarà con maggiore probabilità croce, piuttosto che testa.

Questo errore avviene sia perché una sequenza ordinata sembra meno probabile di una irregolare (per lo stesso motivo sembra insensato giocare una schedina del lotto con una combinazione del tipo “1, 2, 3, 4, 5” o del tipo “10, 20, 30, 40, 50” nonostante abbiano le stesse chance di ogni altra schedina), sia perché si estende la proprietà dell’insieme degli esiti dei lanci, che dovrebbe tendere a dividersi a metà fra lanci con esito testa e lanci con esito croce, alla probabilità di ogni singolo lancio, attribuzione infondata dato che ogni evento è indipendente dal precedente e dal successivo. Come si può notare, questi tipi di ragionamenti modificano le credenze sulle probabilità che un avvenimento accada, modificano le preferenze sulle alternative ed in ultimo la decisione finale.

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Page 92: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Le fallacie di quest’ultimo tipo possono essere ricondotte ad un fenomeno ancora più basilare nell’attività cognitiva umana: quando si ricevono dei segnali o dei messaggi e si manipolano dell’informazione, si utilizzano delle strategie cognitive comuni e molto radicate, le euristiche.

Le Euristiche sono schemi e regole pragmatiche utilizzate, più o meno consciamente, per ridurre la complessità dei messaggi e degli stimoli ricevuti e facilitarne così la comprensione.

Sono molto persistenti nel comportamento cognitivo umano. In molti casi prescindono dalla cultura di appartenenza o dal livello culturale degli agenti.

Le euristiche sono strategie selezionate dall’evoluzione per facilitare una comprensione veloce della realtà e dell’ambiente circostanti, nel più breve tempo possibile, con lo sforzo cognitivo minimo. Si basano su esperienze pratiche, sull’osservazione ripetuta di situazioni simili che permette, con buona probabilità di successo, di generalizzare l’esperienza passata a casi nuovi. È il caso di quando si producono valutazioni su grandezze fisiche interpretando dei segnali come il fumo, che mostra la presenza di un fuoco, il curvarsi dei rami superiori degli alberi, che mostra la presenza di vento più o meno forte. Molte euristiche infatti riguardano l’interpretazione dei dati sensoriali.

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Page 93: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

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Page 94: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

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Page 95: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

la vista prospettica è carica di numerose informazioni di carattere matematico, ma alcuni parametri,

come il rapporto fra le dimensioni degli oggetti, vengono elaborati automaticamente, dando l’illusione

di una figura prospettica anche nel caso di immagini a due dimensioni

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Page 96: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

la camera di Aymes

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Page 97: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

la camera di Aymes

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Page 98: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Il triangolo di Kanizsa è un'illusione ottica descritta per la prima volta nel 1955 dallo psicologo italiano Gaetano Kanizsa. Guardando la figura si è indotti a percepire due triangoli equilateri bianchi, uno con un contorno neo, uno senza contorno, l'uno sovrapposto all'altro. Nessuno dei due triangoli è effettivamente disegnato. Questo effetto è conosciuto come profilo soggettivo o illusorio. Il triangolo bianco inesistente sembra essere più luminoso della zona circostante, anche se quell'area ha la stessa luminosità delle zone adiacenti. Questo fenomeno avviene in quanto il nostro apparato percettologico ha una tendenza organ izzat iva innata cost i tu i ta dall'articolazione figura/sfondo secondo cui non c'è una figura senza sfondo; ciò avviene anche con figure ottenute con margini fisicamente inesistenti, come appunto questo triangolo

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GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

Il cervello tende ad interpretare la percezioni riconoscendo oggetti dotati di significato, per questo tende a completare delle immagini incomplete. Una circonferenza incompleta sulla parte destra è completata finché non assomiglia ad una “C”, cioè ad un altro oggetto dotato di significato.

Studi di psicologia cognitiva hanno descritto euristiche che possono avere effetti sul processo decisionale.

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Page 100: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

nel fornire una stima riguardo al possibile accadere di eventi futuri, gli agenti utilizzano la loro esperienza relativa al verificarsi di eventi simili in passato

Ma le informazioni che vengono recuperate dalla memoria non sono solo quelle con il potere informativo maggiore, ma spesso quelle più vivide, sono cioè le informazioni alle quali l'individuo ha associato i connotati emotivi più forti. I ricordi immediatamente disponibili sono spesso quelli più familiari, che si incontrano più frequentemente, più vicini temporalmente è più coinvolgenti emotivamente.

Quando la disponibilità, la frequenza e la probabilità oggettive degli eventi considerati non sono pari a quelle soggettive, si può correre il rischio di sovrastimare o sottostimare la probabilità, l’importanza o gravità di alcuni avvenimenti.

es. la paura di volare mediamente è superiore a quella di viaggiare in auto. Oggettivamente, le vittime di incidenti stradali sono di molto maggiori delle vittime di incidenti aerei. Ma un singolo incidente aereo provoca molte vittime tutte insieme e spesso è accompagnato da un’eco mediatica molto forte che ne amplifica l'immagine di strage. --> Pochi casi eclatanti possono far percepire un evento molto grave e molto probabile.

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L’euristica della disponibilità:

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GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

In alcuni studi statunitensi (Lichtenstein et al. 1978) si è dimostrato come, domandando ad un campione di persone di stimare la frequenza di diverse cause di decesso, gli eventi più eclatanti, che producevano molti decessi insieme, come le catastrofi naturali, o eventi violenti come gli omicidi, erano sovrastimanti, mentre i decessi per malattie anche molto comuni erano di molto sottostimati.

L’influenza dei media è molto importante nell’aumentare la disponibilità cognitiva di un certo evento. Sfruttando questo meccanismo si organizzano campagne pubblicitarie, ma anche campagne di sensibilizzazione che tengono l’argomento “vivo” al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica

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L’euristica della disponibilità:

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GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

test di Linda:

Linda, 31 anni, single, schietta e molto intelligente. Ha una laurea in filosofia e da giovane era molto attiva nelle battaglie per i diritti umani e della giustizia sociale, partecipava a manifestazioni antinucleari.

quali delle seguenti affermazioni è più probabile?

Linda è un impiegata di banca;

Linda è un impiegata di banca ed un attivista del movimento femminista.

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L’euristica della disponibilità:

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GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

L’88% delle persone intervistate in questo esperimento (Tversky e Kahneman 1982) ritiene più probabile l’affermazione (b). In realtà l’affermazione (b) non è la più probabile secondo la regola della congiunzione del calcolo delle probabilità. Tale legge afferma che l’eventualità che due eventi avvengano insieme, in congiunzione, è minore rispetto alla probabilità che uno dei due eventi si verifichi singolarmente: l’insieme delle impiegate di banca e femministe, è un sottoinsieme rispetto a quello generale delle impiegate di banca. Si è portati a ritenere (b) come più probabile perché la descrizione di Linda è rappresentativa dell’insieme delle impiegate di banca femministe, quindi influenzati non da un calcolo sintattico forale, a dal contenuto delle affermazioni.

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L’euristica della disponibilità:

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Page 104: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

interviene quando bisogna stimare la probabilità che un oggetto, un individuo od un evento x appartenga ad una classe y di oggetti, individui od eventi simili; per far ciò si confrontano le caratteristiche di x e di y e si stima la probabilità basandosi sul capacità di x di essere rappresentativo di y. Quando cioè x è intuitivamente molto simile ad y, quando le caratteristiche più evidenti sono simili, o quando il processo o la causa che genera x è simile a quella che genera y, allora si ritiene che ci sia una elevata probabilità che x appartenga ad y.

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L’euristica della rappresentatività

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Page 105: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

L’euristica della rappresentatività è causata da un altro fenomeno sottostante, ovvero la legge dei piccoli numeri (Tversky e Kahneman 1971). Questa legge del comportamento cognitivo induce a credere che piccoli campioni di una popolazione siano rappresentativi dell’intera classe, nello stesso modo in cui la legge dei grandi numeri lo afferma per grandi campioni di popolazione. In realtà. le leggi della statistica affermano che un campione, per essere rappresentativo di una popolazione e rispecchiarne così le caratteristiche, deve essere di numero adeguatamente alto e rispecchiarne le strutture. Per la legge dei piccoli numeri si tende a ritenere più probabile, anche per una sequenza breve dei lanci di una moneta, una successione degli esiti che rispecchi la divisione 50% testa e 50% croce, distribuzione valida per un numero elevato di lanci.

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L’euristica della rappresentatività

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Page 106: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

dovendo emettere dei giudizi in condizioni di incertezza, gli agenti riducono l’ambiguità ancorandosi ad un punto di riferimento stabile per poi operare degli aggiustamenti ed infine raggiungere una decisione finale. In altre parole, si tratta di processi di stima di un qualche valore a partire da un certo valore iniziale, rispetto al quale viene accomodato il nuovo.

In un esperimento (Kanhneman e Tversky 1974) chiedeva a dei soggetti di apportare una correzione ad una stima arbitraria che era loro proposta a proposito della percentuale dei paesi africani presenti all’ONU. Ad alcuni soggetti era stato dato un ancoraggio del 10% ad altri del 65%. Risultato: gli aggiustamenti operati dai soggetti li portavano ad una stima rispettivamente del 25% e del 45%. Non si sono dimostrati in grado di svincolarsi dal punto di ancoraggio, anche se sapevano che si trattava di un dato di partenza errato.

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euristica dell’ancoraggio, o accomodamento.

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Page 107: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

I ragionamenti economici e di scelta, nell’esperienza quotidiana, non possono basarsi solamente su leggi logiche e matematiche. Gli esseri umani hanno sviluppato nel corso dell’evoluzione delle strategie cognitive atte ad interpretare il gran numero di messaggi provenienti dall’ambiente naturale col minore sforzo e nel più breve tempo possibili. Queste strategie sfruttano spesso la regolarità che gli eventi naturali mostrano, elaborando automaticamente numerosi passaggi e dati carichi di informazioni (a volte dandoli per sottintesi e scontati). L’interpretazione e la comprensione dell’ambiente si poggia costruttivamente su ragionamenti che non hanno la certezza della deduzione, ma sono ragionamenti probabilistici, che producono una conclusione probabile a vari livelli di sicurezza. Ci si affida a inferenze induttive e abduttive, che sfruttano proprio la capacità predittiva dei ragionamenti sviluppati su quella regolarità degli eventi naturali percepita e assimilata dagli agenti, anche se metafisicamente infondata. Per questi motivi l’esperienza, la conoscenza già posseduta, le strategie di acquisizione di nuovi dati e di nuova conoscenza, costituiscono uno sfondo e degli strumenti di comprensione che permettono e indirizzano la nuova conoscenza. Si “impara” a conoscere, non solamente studiando mezzi tecnici o teorici, ma imparando a riconoscere immediatamente i segnali che l’ambiente ci inoltra, come fossero spie di un quadro più grande.

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Page 108: Decision Theory (PDF)

GLI EFFETTI COLLATERALI DELLE ATTIVITÀ COGNITIVE NELLA DECISIONE

I fattori culturali hanno una pesante influenza sui ragionamenti decisionali. Le consuetudini sociali, la gran quantità di informazioni che giungono dai media, la fiducia che si pone nelle “autorità”, cioè di chi, per il ruolo occupato, si presume abbia una statura ed una preparazione degni di una fiducia spesso acritica (si pensi a riviste affermate, politici, medici, scienziati, generici personaggi famosi, o semplicemente chi parla in TV) influenzano i ragionamenti spesso molto più della propria comprensione e critica attenta (con i ragionamenti del tipo “tizio ha detto che…,” o del “si dice che…”) e molto più di molte regole logiche e matematiche. La potenza di questo tipo di comunicazione è testimoniata anche dal largo uso che il sistema economico e politico ne fa attraverso la pubblicità e la propaganda, strumenti appositamente studiati per indurre l’uditorio ad una determinata decisione.

Tutti questi fattori mostrano la complessità e profondità con cui è strutturato il processo decisionale performato da ogni tipo di agente nella concretezza della quotidianità, su un livello ulteriore, o al di là delle leggi logiche o normative.

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Page 109: Decision Theory (PDF)

LA TEORIA DEL PROSPETTO

Un esempio di teoria descrittiva è la Teoria del Prospetto (Prospect Theory). È stata sviluppata da Kahnemann e Tversky (1979) come variante dell’expected utility value raccogliendo i risultati di numerosi esperimenti empirici di psicologia cognitiva.

• prima differenza: la sostituzione del concetto di utilità con quello di valore: il primo tiene conto dei guadagni e delle perdite in termini assoluti, il secondo invece in termini relativi, cioè paragonati ad un certo status quo considerato come punto di riferimento neutro. In questo modo le decisioni vengono prese non in base all’utilità assoluta delle loro conseguenze, ma in base a punti di riferimento riguardanti la posizione reale dell’agente, secondo la seguente figura:

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Page 110: Decision Theory (PDF)

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LA TEORIA DEL PROSPETTO

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LA TEORIA DEL PROSPETTO

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0

Valore +

Valore -

Guadagni +Guadagni -

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Page 112: Decision Theory (PDF)

LA TEORIA DEL PROSPETTO

La curva mostra che:

• Data la forma ad “S”, concava nei guadagni e convessa per le perdite, il soggetto ha avversione al rischio per quanto riguarda i guadagni, propensione al rischio per quanto riguarda le perdite. Ciò significa che il guadagno ha meno valore man mano che la posizione di partenza si allontana positivamente dallo 0.

• Data la maggiore ripidità della curva nel quadrante delle perdite, rispetto a quella della curva nel quadrante dei guadagni, un perdita è avvertita con maggiore gravità di un guadagno della stessa entità.

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0

Valore +

Valore -

Guadagni +Guadagni -

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Page 113: Decision Theory (PDF)

LA TEORIA DEL PROSPETTO

• Una seconda differenza con l’Expected Utility Theory risiede nel fatto che, mentre nella Teoria dell’Utilità Attesa le percentuali degli esiti sono percepite in maniera assoluta,, nella Teoria del Prospetto le probabilità sono percepite diversamente dai meri valori numerici: spesso le probabilità basse sono sottostimate dai soggetti, mentre quelle alte al contrario sono sovrastimate.

Esperimento: Ad un gruppo di soggetti vengono poste i due seguenti problemi:Scegliere fra le seguenti alternative:1 possibilità su 1000 di guadagnare 5000$;Un guadagno certo di 5$.Scegliere fra le due seguenti alternative:1 possibilità su 1000 di perdere 5000$;Una perdita certa di 5$.

Nel primo caso 1 3/4 degli intervistati ha scelto la prima opzione. Nel secondo caso i 4/5 la seconda. Questo riflette i differenti valori assegnati a guadagni e perdite dello stesso valore e la tendenza a sovrastimare le probabilità basse in caso di forti perdite o forti guadagni.

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Page 114: Decision Theory (PDF)

LA TEORIA DEL PROSPETTO

La Teoria del Prospetto divide la decisione in due parti.

• editing phase e serve “per organizzare e riformulare le opzioni così da semplificare le seguenti valutazioni e scelte”1 (Kahnemann e Tversky 1979). In questa fase vengono valutati perdite e guadagni di ogni eventualità in rapporto alla posizione scelta come status quo, che spesso è rappresentata dalla posizione attuale.

• La seconda fase è l’evalutation phase, in cui sono valutate tutte le opzioni come si presentano dopo l’editing phase.

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Page 115: Decision Theory (PDF)

NEUROECONOMIA

Lo sviluppo delle neuroscienze ha coinvolto un ripensamento dei fondamenti epistemologici e delle teorie in molte aree di ricerca.

“L’obiettivo delle neuroscienze è spiegare il comportamento nei termini dell’attività del cervello. Come il cervello ordina i suoi milioni di cellule nervose individuali per produrre il comportamento, e come queste cellule sono influenzate dall’ambiente…? L’ultima frontiera delle scienze biologiche –l’ultima sfida– è capire le basi biologiche della coscienza e dei processi mentali attraverso cui percepiamo, agiamo, impariamo e ricordiamo”. (Kandel, Schwartz, Jessell 2000)

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Page 116: Decision Theory (PDF)

NEUROECONOMIA

La psicologia è stata la disciplina più coinvolta dal ripensamento dovuto allo sviluppo delle nuove teorie delle neuroscienze, basate su spiegazioni biologiche, chimiche organiche, fisiologiche dell’attività psichica umana e del comportamento. Anche le scienze sociali hanno ricevuto numerosi contributi dalle neuroscienze. Fra queste, l’economia è probabilmente quella che ha ricevuto più critiche e contributi in questo senso. Le neuroscienze hanno infatti investigato i rivolti celebrali che una scelta produce sul suo agente. L’insieme delle ricerche che nascono dall’unione dell’economia e delle neuroscienze cadono sotto il nome di “neuroeconomia”. Questa scienza si avvale delle sperimentazioni mediche empiriche (attraverso soprattutto la risonanza magnetica e lo studio dei comportamenti di soggetti cereblolesi) sulle attività celebrali dell’agente economico (e quindi decisionale) per capire i fenomeni economici.

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Page 117: Decision Theory (PDF)

NEUROECONOMIA

Si potrebbe, con buone ragioni, annoverare la neuroeconomia fra le teorie descrittive della decisone dato che investiga sugli aspetti neurali della scelta come realmente performata dagli agenti. Come le altre teorie descrittive della decisione, anche la neuroeconomia ha criticato molti aspetti dell’economia classica. Gli aspetti più criticati riguardano soprattutto l’oblio in economia delle attività celebrali automatiche e inconsapevoli che si attivano nella scelta, al di là degli aspetti coscienti che riguardano il calcolo, e il disinteresse nei confronti del ruolo che i fattori emotivi ed affettivi rivestono nella decisione.

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Page 118: Decision Theory (PDF)

NEUROECONOMIA

Il “gioco dell’ultimatum”.

due agenti, A e B, devono dividersi una somma di denaro. All’agente A viene consegnata la somma di denaro. A ha il compito di dividere questa somma con B secondo una percentuale a sua scelta. B può solo accettare o rifiutare la proposta di A: se B accetta, la divisione segue le volontà di A, se B rifiuta nessuno dei due giocatori riceve del denaro.

Razionalmente, B dovrebbe accettare qualsiasi divisione di A, non avendo nessun potere coercitivo per influenzare la decisione e perché qualunque somma di denaro è meglio di non ricevere nulla; A dovrebbe tenere per se quanto più denaro possibile e consegnarne un piccola parte a B che dovrebbe accettare.

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Page 119: Decision Theory (PDF)

NEUROECONOMIA

Il “gioco dell’ultimatum”.

Attraverso la sperimentazione si è notato invece che la divisione scelta da A si avvicina nella maggior parte dei casi alla divisione equa, mentre B rifiuta le divisioni inique nel 50% dei casi, preferendo non ricevere nulla.

Studi hanno dimostrato che quando A divide la somma di denaro in maniera iniqua, nel cervello di B si attivano maggiormente le aree celebrali legate alle emozioni negative, associate al disagio e al disgusto che quindi spingono il soggetto a respingere la proposta per un senso di “giustizia violata”, al di là dei calcoli utilitaristici.

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Page 120: Decision Theory (PDF)

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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Page 122: Decision Theory (PDF)

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