didattica generale - prima parte

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Didattica Generale Fondamenti di didattica I parte

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Page 1: Didattica Generale - Prima Parte

Didattica Generale

Fondamenti di didattica

I parte

Page 2: Didattica Generale - Prima Parte

• Didattica, origini e campo d’indagine

• Modelli e teorie di riferimento

Fondamenti di didattica

Page 3: Didattica Generale - Prima Parte

Did

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po d’indagine Récherche pédagogique

o

Pédagogie

Education

o

Instruction

Didattica

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Didattica

Per didattica si intende quella parte

dell’attività e della teoria educativa che

concerne i metodi di insegnamento.

In particolare, la didattica generale, va riferita

ai criteri e alle condizioni generali della

pratica educativa, dalle relative alle singole

discipline di insegnamento o alle

caratteristiche particolari (età, capacità,

ambiente) dei soggetti dell’apprendimento.

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Complessità della didattica

La didattica, pur non avendo la regolarità o

la strutturazione analitica delle altre scienze,

non può avere, in ogni caso, un approccio

solo descrittivo o teorico-interpretativo.

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Complessità della didattica

Bisogna sottolineare che ci troviamo di fronte ad

un ambito disciplinare tra i più complessi.

La didattica è un ambito conoscitivo

pluriparadigmatico, fortemente sensibile al

contesto.

Si basa su presupposti relativi alla visione del

mondo, dell’uomo, delle conoscenze, etc.

La didattica deve essere in grado di offrire

concreti orientamenti all’azione e, pertanto,

deve avvalersi di un corpus di conoscenze e

criteri decisionali che le consentono di

compiere scelte razionalmente fondate.

Deve, cioè, formulare indicazioni su come si

debba agire per conseguire i risultati

auspicati.

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Attori della didattica

Nella individuazione classica di didattica, intesa

nella sua accezione più tradizionale (didattica

scolastica), possiamo individuare una struttura

con quattro componenti:

A questi si posso aggiungere due altri elementi,

cioè che:

• la conoscenza è posseduta e gestita dal

soggetto erogatore;

• il setting in cui le azioni si svolgono è uno

spazio chiuso.

un soggetto erogatore/

amministratore della

conoscenza

un soggetto acquisitore

della conoscenza

una conoscenza oggetto di

acquisizione

un’attività di trasposizione/n

egoziazione

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La didattica è normalmente identificata con il

complesso di teorie e pratiche connesse

all’insegnamento nel contesto istituzionale della

scuola. Nella società attuale, quella comunemente

definita della conoscenza, l’ambito di cui ci

occupiamo è tuttavia sottoposto a sollecitazioni

culturali che spingono ad una rigonfigurazione delle

finalità e dei campi di applicazione, acquisendo

interesse non solo per gli insegnati, ma anche per

professionisti ed operatori che si confrontano con il

compito di proporre, valutare ed attuare intereventi

nei diversi contesti formativi. I fattori principali di

cambiamento che entrano in gioco sono quattro.

Fattori di cambiamento della didattica

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Fattori di cambiamento della didattica

I fattori principali di cambiamento sono:

ampliamento del campo (lifelong

learning, extrascuola; educazione

professionale)

distinzione dei momenti e dei

ruoli

carattere distribuito della

conoscenza

spostamento del focus

dall’istruzione all’apprendimento

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Fattori di cambiamento della didattica

Ampliamento dei campi

Presenza diffusa di problematiche didattiche in

ambiti diversi della scuola.

Richiesta di natura didattica sono oggi avanzate da:

associazioni culturali, aziende, editori, strutture

sanitarie, ecc.

Si ha una vera e propria esplosione di campi della

didattica in funzione di una formazione destinate ad

accompagnarci per tutto l'arco della vita.

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Fattori di cambiamento della didattica

Distinzione dei momenti e dei ruoli

Le fasi essenziali dell'azione didattica, tradizionalmente

compresenti nei medesimi soggetti e attuate in spazi e tempi

limitrofi (qui è l'insegnante stesso che decide il da farsi e

conseguentemente agisce in aula) possono invece trovarsi

separati nello spazio e nel tempo, ed anche trattate da

soggetti diversi. (Per esempio si pensi alla progettazione

didattica dei corsi online).

Gli attori in gioco nelle varie fasi possono essere soggetti

diversi, con competenze distinte, ad operare in momenti

differenti (ad esempio: il progettista di e-learning

[insegnamento-apprendimento elettronico attraverso sistemi

elettronici] elaboratore di contenuti, e-tutor).

Nella gestione dei processi formativi in rete ha fatto emergere

la centralità di questa figura tanto da considerarla punto di

riferimento per lo sviluppo dell'e-learning all'università.

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Fattori di cambiamento della didattica

Carattere distribuito della conoscenza

L'allontanamento dal formato tradizionale può modificare

le forme digestione della conoscenza.

Per esempio: consideriamo una attività didattica sul web

in cui gli allievi sono adulti in formazione: l'aula non è

quella fisica, è un'entità virtuale, la conoscenza non è

necessariamente posseduta interamente dal soggetto

erogatore, ma può essere distribuita in una molteplicità

di risorse o di dispositivi (archivi, siti, software a anche

esperti consultabili a distanza), una fonte di

apprendimento può essere la conoscenza stessa

proveniente dalla collaborazione tra allievi ed il ruolo del

docente (amministratore), non a caso ridefinito come

tutor, sarà piuttosto quello di facilitatore o orientatore di

percorso.

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Fattori di cambiamento della didattica

Spostamento del focus dell'istruzione al

l'apprendimento

L'ultimo aspetto riguardo lo spostamento dalla

istruzione come trasmissione di conoscenza alle

forme del sostegno-orientamento; ci si riferisce a

quella proposta didattica a quei sostegni umani,

tecnici ed organizzativi capaci di assistere uno

studente nello sviluppo di abilità e di rendere

significativo il concetto di apprendimento.

Ciò si accentua, appunto, in particolare con il fatto che

l'ambito della didattica si viene espandendo verso

l'educazione continua e include l'ingresso delle

tecnologie, elementi che spostano l'attenzione sul

soggetto che apprende e sui dispositivi che possono

favorire un processo di costruzione autonoma.

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, un campo, ed un metodo Cv. fig. 1).

DIDATTICA GENERALE

La didattica generale è una scienza

dell’educazione, che, in quanto tale, ha un

oggetto, un campo, ed un metodo.

oggetto insegnamento-apprendimento

campo scuola extrascuola

metodo teoria e pratica

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L’oggetto

L’oggetto è l’insegnamento che punta all’apprendimento e non

lo determina.

L’azione insegnativa, pur mirando all’acquisizione in modo

sistematico di conoscenze, capacità/abilità, significati/valori,

non ha la pretesa di produrre direttamente effetti di

apprendimento (senza con questo escludere che ciò possa

avvenire). Se cosi fosse, esso si identificherebbe con

l’indottrinamento.

L’insegnamento, invece, costruisce le condizioni favorevoli

perché si verifichi un apprendimento da parte del destinatario

(il bambino come l'adolescente, l'adulto come l'anziano).

Si tratta di condizioni che ottimizzano l'apprendere del

discente.

Apprendimento, questo, che si verifica soltanto con il (libero)

consenso di questo ultimo.

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L'insegnare, quindi, mira ad un apprendimento che possiamo così

distinguere:

- apprendimento cognitivo (conoscenze dichiarative, ossia nozioni,

idee, concetti, in una parola: il "know what");

- apprendimento abilitativo (conoscenze procedurali, abilità,

comportamenti: il "know how");

- apprendimento valoriale (valori appunto, significati, senso: il "know

why").

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Il campo

Il campo: comprende non solo lo

scolastico, ma anche l'extrascolastico

(settore in forte espansione), e, quindi, le

didattiche disciplinari, le didattiche

specifiche (a distanza, multimediale, e cosi

via), le didattiche speciali, le micro/macro

didattiche, ma anche la didattica dei beni

culturali, la didattica dello sport, ecc..

Ed è proprio dall’extrascolastico che la

didattica ha ricevuto sollecitazioni volte a

puntualizzare la propria teorizzazione.

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po d’indagine Il metodo

Con il termine “metodo didattico”

s’intendono i concetti e principi che stanno

alla base di un’azione formativa.

Da non confondere con il termine “tecnica

didattica”, per il quale s’intendono

semplicemente le modalità operative vere

e proprie che si impiegano in un’azione

formativa.

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Il metodo

Il metodo: si avvale di una strumentazione

qualitativa-quantitativa, e della ricerca:

• teorica;

• empirica: prevalentemente orientata, secondo

l'originaria impostazione deweyana, all'innovazione

didattica;

• sperimentale: risulta efficace quando si tenti di

isolare singoli momenti causanti scompensi nei

processi di insegnamento-apprendimento, così

come fattori soggettivi non permettono un'analisi

adeguatamente obiettiva dei processi in atto. È il

paradigma vincente; tuttavia anche altri paradigmi

vengono prendendo forza, suffragati dal dibattito

epistemologico nelle scienze dell'educazione, nelle

scienze umane, nelle scienze naturali;

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Il metodo

• ricerca/azione: osservare-valutare-agire, e

viceversa, sostanziano il percorso euristico, tipico

di chi sceglie questo metodo: il ricercatore stesso

diventa elemento dinamico della ricerca;

• clinica: fra queste la ricerca a valenza etnografica

si accredita come una delle più recenti modalità di

studio. Proprio l'osservazione partecipata e quindi

il "lavoro sul campo" coinvolgono il ricercatore

nell'ambito contestuale dell'evento didattico;

• ermeneutica: la realtà didattica come testo da

interpretare, e perciò oltre la spiegazione verso la

comprensione.

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Definizione di didattica

La realtà prende forma attraverso molteplici

mediazioni (…): pratiche sociali, riti, cerimonie,

liturgie, rituali, protocolli, feste, istituzioni

giudiziarie, politiche, militari, culturali possono

essere considerati spazi di mediazione

simbolica, cioè luoghi in cui avviene la messa in

comune di oggetti, gesti, comportamenti,

pensieri che simboleggiano il modo di vivere

proprio dei membri di una collettività (Berger,

1992).

Alla didattica concerne una delle attività di

mediazione più rilevante, quella volta alla

riproduzione del sapere sociale con il

trasferimento da esperti a novizi all’interno di

istituzioni predisposte a tale scopo.

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Definizione di didattica

La didattica può essere considerata come

l’ambito conoscitivo che, all’interno di

determinati contesti culturali, si fa carico del

complesso delle azioni progettuali, attuative,

valutative e negoziativo-simboliche atte a

favorire processi di acquisizione di conoscenza

di migliori qualità ed efficacia, prospettando,

allestendo e mettendo in funzione specifici

dispositivi formativi.

http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/

Didattica [di-dàt-ti-ca] s.f.

1 Parte della pedagogia che ha per oggetto di

studio i metodi d'insegnamento: ricerche di d. 2 estens. Metodo adottato e applicato

all'insegnamento di una specifica disciplina: d. dell'italiano

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Definizione di didattica

La didattica ha una specifica collocazione, essa si

esprime all’interno delle istituzioni formative (cioè di

strutture predisposte a favorire processi di

acquisizione della conoscenza attraverso

l’interazione tra soggetti, norme, supporti materiali e

strumentali).

Le istituzioni, a loro volta, si collocano all’interno di

più ampi contesti socialmente identificabili (scuola,

extrascuola, università, inserimento professionale,

disabilità, intercultura, mondo degli adulti).

All’interni di tali organizzazioni ed in rapporto a

quadri etici e valoriali di riferimento, la didattica

coopera per l’ottimizzazione dei processi di

acquisizione.

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Definizione di didattica

La didattica si avvale dei dispositivi formativi

(strumentazioni fisiche, apparati culturali,

concettuali e normativi), i più rilevanti per

importanza sono i modelli d’istruzione e gli

ambienti (curricolari e costruttivistici).

Costruttivistici: orientamento epistemologico (Piaget,

Vygotskij, von Glasersfeld, ecc.) secondo cui la conoscenza

si acquisisce attraverso un processo di costruzione attiva,

culturalmente situata e socialmente situata.

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Dispositivi formativi

Modelli d’istruzione - Instructional Design

Per modello di istruzione (o teoria) ci si riferisce a

un dispositivo teorico di natura progettuale e

strategica, capace di indicare una serie di possibilità

operative (selezione di strategie didattiche, risorse,

concrete azioni didattiche), in relazione a specifici

contesti attuativi.

Un modello di istruzione ha il compito di individuare

i metodi adeguati affinché, date certe condizioni

d’istruzione, l’apprendimento abbia le maggiori

probabilità possibili di risultare efficace, efficiente ed

attraente.

I modelli d’istruzione hanno carattere situato e non

universale, cioè funzionano in certi contesti e non

in altri.

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Dispositivi formativi

Modelli d’istruzione - Instructional Design

L’Instructional Design, prendendo come

riferimento i modelli di istruzione, mette in evidenza

come questi ultimi non garantiscono una sufficiente

efficienza dei risultati, per via della poca importanza

che riservano alla contestualizzazione dei processi

educativi, a cui l’ID ripone una maggiore rilevanza.

Ed inoltre, l’ID si differenza dalla progettazione

curricolare, più orientata alla definizione delle fasi e

della sequenzializzazione del processo educativo,

ponendo maggiore attenzione

nell’individualizzazione dei metodi preferibili ed ai

criteri che consentono di scegliere tra essi.

Individualizzazione, tecnica di insegnamento che cerca di adattare

l’istruzione alle necessità dell’allievo pur mantenendo fisso l’obiettivo

prefissato. L’individualizzazione si attua semplificando il materiale didattico,

inserendo i percorsi di recupero, modificando il canale comunicativo e

intensificando il feedback o rinforzo, ecc..

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Instructional Design

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Dispositivi didattici - Le strategie

Le strategie didattiche sono le unità basiche che

entrano a far parte dei modelli d’istruzione.

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Dispositivi didattici - Le strategie

Lezione

•Insegnamento espositivo o algoritmico.

•Insegnamento ipotetico o euristico.

Modellamento apprendistato

•L’insegnante è sempre al centro della scena, egli mostra come si deve fare, ad esempio ad utilizzare uno strumento o come può essere applicata una procedura (apprendimento attraverso imitazione).

Approccio tutoriale

Drill and pratice

•Il modello di riferimento è l’istruzione programmata.

Discussione

•La discussione consiste in uno scambio-confronto di idee tra formatore e studente e tra studenti (interazione sociale). Il ruolo del docente cambia da quella di istruttore a quello di tutor-facilitatore.

Studio del caso

•Fonde le caratteristiche della lezione euristica, della narrazione e della simulazione. L’insegnante presenta o aiuta a ricostruire una situazione reale o verosimile su cui formulare ipotesi, valutare varianti.

•Tre sono le principali tipologie: decision o dilemma cases; appraisal cases o issue cases; case histories.

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Dispositivi didattici - Le strategie

Apprendimento di gruppo

•Apprendimento di tipo cooperativo/collaborativo, sostegno ed apprendimento reciproco e tutoraggio tra pari (peer tutoring, etc.).

Problem solving e scoperta

guidata

•Il problem solving è un processo mentale volto a trovare un percorso che porta il cambiamento da una situazione iniziale ad una disposizione finale. Affrontare la soluzione di un problema vuol dire stimola la formulazione di ipotesi e attivare i successivi tentativi di verifica. I problemi non sono tutti della stessa natura ma variano in base a: grado di strutturazione; complessità, dinamicità, specificità/astrazione del dominio.

Simulazione o role playing

•Esistono due orientamenti principali: simulazione vera e propria; identificazione drammatica nell’azione.

Progetto o metodo di

ricerca

•Processo continuo di problem solving nel corso del quale chi apprende formula e riformula domande, discute idee, fa previsioni, progetti o sperimenti, raccoglie o analizza dati, trae conclusioni, comunica le proprie idee agli altri, formula nuove domande e crea artefatti.

Espressione libera, brain

storming

•Situazioni volte a mettere i soggetti in condizione di esprimere nel modo più libero possibile le proprie opinioni

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Dispositivi didattici - Le strategie

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Dispositivi didattici - Le strategie

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Strategie di studio

Per strategie di studio si intendono quelle

particolari modalità che possono essere

intenzionalmente impiegate dagli studenti per

ottimizzare la qualità della comprensione

testuale a fini di studio.

Esempio: SQ3R (survey; question; read; recal; review)

Survey: occhiata d’insieme al testo Question: porsi le domande a cui il testo fornisce le risposte Read: raccogliere i concetti essenziali Recal: rielaborare Review: rivedere il tutto

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Strategie di studio

Esempio: Robinson (1970)

PQR4 (preview; question; read; reflect; recite; review)

Preview: sguardo preliminare (individuare i contenuti da studiare; sfogliare il testo; leggere le didascalie e grafici)

Question: formulare interrogativi sui contenuti da studiare Read: prima lettura del materiale senza sottolineatura o

annotazioni dello stesso Reflect: rilettura del materiale con lo scopo di approfondire e

riflettere sui contenuti Recite: ripetere il materiale per verificare la conoscenza di

quanto studiato Review: rivedere il materiale allo scopo di fissare i concetti

principali e inserire nuove informazioni in una visione globale

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Strategie di studio

Esempio: OPQRST (organizzation ; preview; question; read; study; test)

Organizzation; organizzarsi bene a livello di materiale, ambientale, mentale.

Preview: anteprima del materiale Question: formulare interrogativi sui contenuti da studiare Read: prima lettura, e se necessario, seconda lettura del

materiale Study: specificare e memorizzare i punti chiave identificati Test: provare ad esporre per verificare la conoscenza di quanto

studiato

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Strategie di studio

Esempio: Problem based learning (Apprendimento basato sui problemi)

1. Esplora gli aspetti

Discuti come si pone il problema secondo la tua comprensione ed elenca le parti

significative.

2. Elenca “Cosa sappiamo?”

Questo può riguardare non solo quello che sai effettivamente, ma chi ha tali punti di

forza e capacità.

3. Sviluppa e scrivi con parole tue la definizione del problema

La definizione del problema dovrebbe risultare dalla tua analisi (o dall’analisi del

gruppo) di quello che sai e di quello che dovrai sapere per risolverlo.

4. Elenca le possibili soluzioni

Elencale tutte e poi ordinale dalla più forte alla più debole. Scegli la migliore o

quella che può avere più successo

5. Elenca “Cosa dovremmo fare?” con un orizzonte temporale

Elenca le azioni da compiere: Che cosa dobbiamo conoscere e fare per risolvere il

problema? In che ordine mettiamo queste possibilità? In che relazione si trovano

con la nostra lista di soluzioni? C’è concordanza?

6. Elenca “Cosa dobbiamo sapere?”

Fai ricerche sulla teoria e sui dati che sostengono la tua soluzione.

Discuti sulle possibili risorse

Esperti, libri, siti web, ecc.

Assegna e redigi un programma dei compi di ricerca, fissando specialmente le

scadenze

Se la tua ricerca conferma la tua soluzione e se c’è un accordo generale va al

punto (7) altrimenti torna al (4)

7. Scrivi la tua soluzione con la documentazione di supporto e sottoponila.

8. Esamina la tua prestazione

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Dispositivi progettuali

I DP consentono di descrivere ed analizzare le fasi e i

momenti dell’attività progettuale ed attuativa.

Analizzeremo il modello ADDIE (Analysis, Design,

Development, Implementation, Evaluation)

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Modello ADDIE

Lo schema individua:

• una fase di analisi preliminare (analysis). Confronto tra

finalità conseguibili, vincoli del contesto, condizioni di

partenza degli studenti.

• una fase di progettazione (design): definizioni di tempi,

materiali, strategie, strumenti e, se necessario,

predisposizione degli ambienti.

• una fase di sviluppo (development): perfezionamento

applicativo dei dispositivi predisposti, messa in azione e

attivazione di processi di regolazione che accompagnano

l’azione.

• una fase di valutazione finale (evaluation): valutazione della

coerenza interna del progetto, valutazione degli

apprendimenti, delle funzionalità del modello d’istruzione o

dell’ambiente.

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Dispositivi attuativi: progettare un curriculum

Il curriculum è un apparato d’istruzione corredato di tutti i

contenuti e strumenti di lavoro opportuni per rendere

praticamente attuabile un determinato percorso didattico:

selezione degli obiettivi, dei contenuti, degli stadi di

apprendimento, dei sistemi di valutazione, delle strategie

didattiche.

In un curriculum si possono distinguere unità più piccole (unità

didattiche), ciascuna delle quali composta da unità ancora più

piccole (unità di lavoro o lezioni).

Per la progettazione di un curriculum si possono distinguere 8

fasi:

• analisi della situazione e selezione degli obiettivi

• selezione dei contenuti

• strutturazione delle sequenze di apprendimento

• selezione delle strategie didattiche

• scelta degli strumenti

• preparazione dei materiali

• realizzazione

• verifica-valutazione

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Dispositivi attuativi: modelli ricorsivi

Modello Gagnè – Briggs

Strategia sistemico-ricorsiva.

• Livello sistema: 1. analisi bisogni, obiettivi e priorità; 2.

analisi risorse, vincoli e sistemi alternativi; 3. determinazione

della sequenza del curricolo e dei corsi.

• Livello corso: 4. determinazione della struttura e delle

sequenze del corso: 5. analisi degli obiettivi del corso.

• Livello lezione: 6. definizione di obiettivi di prestazione; 7.

preparazione dei piani della lezione; 8. sviluppo e selezione

dei materiali e strumenti didattici; 9. verifica delle prestazioni

dello studente.

• Livello sistema: 10. preparazione dell’insegnante; 11.

valutazione formativa; 12. verifica sul campo e revisione; 13.

valutazione sommativa; 14. messa in opera e diffusione.

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po d’indagine Dispositivi attuativi: Progettazione multimediale

L’espressione progettazione multimediale può

essere intesa, in senso restrittivo, come

l’allestimento di un ambiente software

multimediale o, in senso più ampio, allestimento di

un particolare ambiente per apprendere con

eventuale supporto di tecnologie multimediali.

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Dispositivi attuativi: Ambiente per apprendere

Se la progettazione curricolare tende a definire gli stadi di

apprendimento in modo sequenziale nel tempo, la

progettazione di ambienti per apprendere presta una maggiore

attenzione al carattere variegato e multidimensionale

dell’offerta dei dispositivi specifici e dei supporti disposti intorno

ai soggetti che apprendono.

Un ambiente per apprendere è la risultante di diverse

impalcature di cui il soggetto potrà avvalersi nel suo

avanzamento conoscitivo.

In un ambiente per apprendere devono essere presenti i

seguenti aspetti:

• carattere sociale dell’apprendimento, collaborazione-

condivisione delle esperienze;

• differenze come possibili risorse della comunità anziché

come fattore da ridurre;

• impegno di contesti autentici di apprendimento

• impegno multiprospettico della conoscenza;

• metacognizione, autovalutazione;

• coinvolgimento del discente nella determinazione del

percorso.

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Dispositivi di valutazione

I dispositivi progettuali ed attuativi sono accompagnati da

dispositivi più specifici per la valutazione.

La valutazione di colloca in un continuo che vede ai suoi

estremi forme di misurazione vere e proprie, all’altro forme

di interpretazione, nell’area centrale forme di valutazione

contrassegnabile con il termine stime.

Misurazione

• Preesistenza di criterio e scala di misurazione formalizzata

Stima

• Impiego di criterio ordinale (maggiore/minore)

Interpretazione

• Assenza di criterio predeterminato

Possiamo distinguere quattro tipologie di valutazione:

• valutazione del profitto

• valutazione del processo

• valutazione di progetto

• valutazione di sistema

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Valutazione di profitto

La valutazione di profitto viene distinta in:

• diagnostica – è quella volta ad accertare lo stato delle

preconoscenze, degli atteggiamenti e la disponibilità ad

apprendere;

• formativa – si effettua durante il processo di

apprendimento, ha caratteri dinamico ed orientativo,

consiste in quei feed-back che il docente fornisce allo

studente allo scopo di aiutarlo ad avvicinarsi all’obiettivo

da conseguire;

• sommativa – valutazione di bilancio che si compie al

termine dell’unità o percorso didattico (consiste

nell’attribuzione del punteggio).

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Valutazione di processo

Ha lo scopo di mettere i singoli attori o un coordinatore in

condizione di prendere migliori decisioni in itinere.

Si possono distinguere diverse tipologie:

• tacito – pura raccolta dei dati con semplice

evidenziazione del trend emergente;

• reattivo – si interviene suggerendo un cambiamento

correttivo;

• dinamico – si decide di cambiare percorso introducendo

indicazioni di qualità concernenti gli obiettivi stessi da

conseguire.

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Valutazione di progetto

Valutazioni che si compiono sul progetto didattico, cioè

prima che esso entri nella fase attuativa.

Un progetto didattico può riguardare vari aspetti:

• un completo ambiente di apprendimento;

• una componente interna di un ambiente;

• un percorso di ricerca.

Nella stesura di qualunque progetto è poi opportuno che si

riesca a rendere espliciti i seguenti aspetti:

• giustificazione del progetto;

• definizioni degli obiettivi;

• valutazione della fattibilità e delle risorse necessarie;

• definizione degli strumenti di valutazione;

• descrizione del progetto.

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Valutazione di sistema

Valutazione di sintesi al termine di un progetto didattico; si

tratta di valutare sia il processo che il risultato

dell’esperienza nel suo complesso in termini di gestibilità

complessiva, ragionevolezza dei tempi e risorse impiegate,

chiarezza sulle finalità, coerenza del risultato rispetto agli

obiettivi dichiarati.

Per effettuare questo tipo di valutazione occorre produrre:

• documentazione sul processo e sul prodotto;

• dati provenienti da osservatori esperti esterni;

• comparazione con altre esperienze.