dispense short processi culturali 2014

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    Sociologia dei processi culturali Prof. Sassatelli

    Il problema dell'ordine sociale e la nascita della sociologia:COME E’ POSSIBILE L’ORDINE SOCIALE? 

    Le domande sociologiche prevedono una contestualizzazionestor ica e cul turale dei fenomeni. Si passa da domande del tipo" Chi siamo noi?" a domande del tipo " Come siamo diventaticiò che siamo ora, in questa cul tura?" .

    La sociologia è quindi da porsi in relazione alCOSTRUZIONISMO,

    ovvero all'idea che il mondo sia il prodotto di una costruzioneumana piuttosto che il frutto di un ordine naturale o divino

     NOZIONE WEBERIANA DI DISINCANTO(cfr. anche SECOLARIZZAZIONE)

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     Nella realtà sociale vengono individuate alcune dimensioni strutturali o regolarità importanti

    (livello TEORICO SOCIALE):

    a) Diverse POSIZIONI SOCIALI (Classe: la posizione occupatanelle relazioni di produzione, in relazione alla proprietà deimezzi di produzione. Status: la posizione occupata nel sistema

    di riconoscimenti e onori in vigore in una certa cultura. Genere:gli attributi e le chances offerte alle persone in base al lorosesso)

     b) Diverse VARIABILI CULTURALI (Valori: insieme diatteggiamenti relativi a come il mondo è e deve essere.Categorie: l'insieme delle definizioni che orientano le nostre percezioni della situazione. Simboli: associazioni con le qualialludiamo a significati e a valori che ci permettono di orientarcial mondo)

    Queste dimensioni dell'organizzazione sociale possono esserestudiate dando più enfasi alla struttura sociale, alla riproduzionedell'ordine e a processi storici di lungo periodo (SOCIOLOGIAMACRO), oppure all'azione individuale, alla rielaborazione dei

    significati e all'interazione (SOCIOLOGIA MICRO).

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    La contestualizzazione operata dalla sociologia produce una

    FORMA DI CONOSCENZA che può venire a sua voltaconcepita in vari modi

    (livello EPISTEMOLOGICO)

    a) come la ricerca di leggi sociologiche

    (APPROCCI POSITIVISTI)

    b) come il tentativo comprendere i significati che i soggettiattribuiscono alle proprie pratiche

    (APPROCCI INTERPRETATIVI)

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    La conoscenza sociologica secondo gli approcci

    interpretativi si ispira tipicamente alla nozione diVerstehen (comprensione). Viene sottolineata lacontinuità del sapere scientifico con i modi del conoscerequotidiano. Si sostiene inoltre che il conoscere si diasempre a partire da una particolare posizione, e che anzi,è proprio la finitezza del punto di vista che ci permette dicominciare a conoscere il mondo che ci circonda

    (PROSPETTIVISMO). Tuttavia, il punto di vista adottatonon deve rimanere scontato: il sociologo deve applicare al proprio punto di vista, alla propria posizione teorica lastessa metodica capacità di analisi che applica al mondosociale (RIFLESSIVITA').

    La sociologia comprendente  cerca quindi di studiare la

    vita vissuta, con la consapevolezza che "la vita vissuta ...assomiglia ad un tappeto in cui ciascuno dei suoi molti filiè visibile solo per brevi tratti, mentre la sua parte restantescorre nel rovescio, connettendo in un continuum le partivisibili ... (la sociologia) invece, estrae completamente ilsingolo filo, lo rende visibile come se non conoscessenessuna interruzione, e in questo modo realizza una

    continuità, ma non un modello" (Simmel 1917).

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    Una mappa delle diverse prospetti ve sociologiche

    MACRO MICRO

    POSITIV. FUNZIONALISMO(Durkheim, Parsons)MATERIALISMO STORICO(Marx) ETNOMETODOLOGIA

    (Garfinkel)

    INTERPRETAZ.  SOCIOLOGIA STORICA(Weber, Elias) INTERAZIONISMO

    (Simmel, Goffman)

    GENEALOGIA(Foucault)

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    Il disincanto del mondo

    Differenziazione, razionalizzazione eindividualizzazione

    Il processo di SECOLARIZZAZIONE (la religione siritira dalla vita pubblica e viene confinata nel privato) siaccompagna ad una divisione funzionale delle sferesociali. Nascono gli stati nazionali moderni (entimonopolizzatori della violenza legittima) e si sviluppauna moderna sfera economica (basato sullo scambiomonetario). Tutto questo viene a caratterizzare ciò che,

    nelle scienze sociali, viene tipicamente definito come"modernità". La modernità più che tracciare i confini diun periodo storico preciso indica - idealtipicamente -alcuni processi e caratteristiche delle società post-tradizionali.

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    Questi processi si intersecano con le dimensioni fondamentali dell’  organizzazione sociale :

    d)  la stratificazione sociale ovvero la struttura delle posizioni. Nella modernità una struttura di posizionisociali relativamente stabile che consente accessidifferenziati alle istituzioni universalistiche dellamodernità, p.es. il mercato, cfr. Marx; Weber). Nellamodernità si assiste ad una particolare forma di

    stratificazione, caratterizzata sia da strutture di posizioneche dalla mobilità sociale (forme organizzate di passaggioda una posizione sociale all’altra, p.es. attraversol’educazione di massa).

    e) la cultura moderna (o tardo-moderna), ovverol’insieme dei valori, orientamenti cognitivi, codici

    emotivi. Nella modernità si dà preminenza all’individuorazionale, autonomo (modellato sul borghese maschio eoccidentale). Nella tarda modernità o postmodernità siassiste ad una frammentazione culturale con una fortecritica della ragione occidentale e crisi delle grandinarrative.

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    Lo sviluppo delle scienze sociali

    Da HOBBES (1588-1679) a DURKHEIM (1858-1917) si ha il passaggio da una teoria

    contrattualista che considera l'ordine sociale come il prodotto di un contratto tra individui (pre-

    sociali e liberi); ad una teoria sociologica che pensa che l'essere umano sia sempre sociale,

    sempre in qualche modo 'formato' dal mondo sociale in cui vive, e che ogni società, compresa

    quelle in cui il diritto si è ampiamente sviluppato, si organizza in base a valori condivisi.

    Con il contrattualismo Hobbesiano emerge l'idea che l'ordine sociale sia il frutto di un contratto

    tra esseri umani, e non un dato immutabile che risponde al disegno divino. Viene quindi

    rovesciata l'impostazione tomistica per cui il mondo è lo specchio della volontà divina.

    Durkheim rovescia a sua volta il modello hobbesiano. Il contratto sociale cioè non emerge

    dall'assenza del sociale (stato di natura) bensì esistono condizioni sociali che rendono il contratto

    una soluzione valida e pensabile. Il contratto sociale (o meglio i rituali e i valori) vengono ad

    essere posti all'origine del modello.

    Durkheim vuole anche criticare le impostazioni liberiste-evoluzioniste alla Spencer. L'ordine

    sociale è un fatto sociale, ma non è spontaneo: produce "apparati coercitivi" e un diritto che

    servono a conservarlo. Il diritto regola in modo "positivo" (mediante un feed-back sui valori, i

    rituali e la struttura) il sociale.

    Secondo Durkheim esistono quindi dei valori condivisi anche nelle società altamentedifferenziate, frammentate individualistiche e commerciali della modernità. Si tratta però di una

    forma particolare di solidarietà, definita ORGANICA in opposizione alla solidarietà

    MECCANICA delle società pre-moderne o segmentarie.

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    Stato, mercato e razionalizzazione: capitalismo come modo di produzione 

    Karl Marx, 1818-1881 (Il capitale, Grundrisse)

    * Materialismo storico (di derivazione hegeliana, lotta di classe come motore della storia)

    * Forze di produzione e lavoro (struttura e sovrastruttura)

    * Capitalismo di prima accumulazione: non contratto bensì espropriazione e violenza

    * Scetticismo nei confronti della Dichiarazione dei Diritti Dell'uomo (ideologia)

    La teoria del valore e l'usurpazione capitalista

    Le merci hanno un valore di scambio (o commerciale) che è il prodotto di una situazione di

    dominio da parte del sistema produttivo. Il valore di scambio include cioè sia il valore d'uso delle

    merci che il loro plusvalore. Il valore d'uso di una merce è il suo vero valore, "condizionato dalle

     proprietà fisiche della merce ... non esiste se non in relazione a queste". Il valore degli oggetti

    deriva cioè dalla loro relazione materiale con il corpo degli individui, ed è attraverso la

     produttività umana (attraverso la proprietà del proprio corpo e i suoi sforzi mediante il lavoro)

    che questo valore può venire aumentato (teoria del valore-lavoro). Nel sistema di produzione

    capitalistico (dove vi è una separazione dei fattori di produzione, per cui alcuni hanno solo la

    forza lavoro ed altri - pochi - hanno il monopolio dei mezzi di produzione) i prezzi delle merci

     però sono relativi non alla quantità di lavoro concreta che viene usata per produrle, ma ad un

    tempo di lavoro astratto, quello necessario per produrre tali merci data la particolare struttura

    economica. E' il lavoro definito dalle "condizioni di produzione normali in una data società e

    dalle normali capacità e intensità di lavoro prevalenti in tale società" che viene calcolato per

    stabilire il valore commerciale di ogni merce. Nelle condizioni di produzione capitalistiche, dove

    la forza lavoro è diventata una merce e vi è un surplus di forza lavoro (e quindi un suo

    deprezzamento), ciò lascia spazio per una porzione di denaro (plusvalore) che permette

    un'ulteriore concentrazione del capitale. La forma capitalistica di sfruttamento è tale che la vera

    causa del valore viene mistificata. I prezzi appaiono come il valore naturale delle merci quando

    essi sono invece l'espressione di relazioni sociali sottostanti, le quali esprimo rapporti di forza

    consolidati (p. es. il plusvalore va a solo vantaggio di chi detiene i mezzi di produzione). Ciò

     produce una tendenza alla svalutazione del lavoro: "maggiore la produttività del lavoro, minore il

    tempo di lavoro richiesto per produrre un articolo, minore la massa di lavoro cristallizzata in

    quell'articolo, e minore il suo valore".

    La teoria del valore di Marx si basa su una epistemologia sensista (gli oggetti non solo offrono

    uno spunto per la valutazione ma sono anche la sua causa sensibile, gli oggetti vengono cioè

     prima dei soggetti e il valore è generato da loro stessi) per scardinare un sistema sociale di

    valutazione (mercato) che si sarebbe allontanato dalla natura delle cose. Il primato assegnato al

    lavoro umano come fondazione universale e oggettiva del valore apre lo spazio teorico per la

    nozione di alienazione. Postulando una certa nozione di ciò che è e dovrebbe essere una persona,

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    la teoria del valore-lavoro permette di sostenere che le persone nel sistema capitalistico sono

    alienate dalla propria umanità (cioè il lavoro creativo). Il capitalismo produce anomalie della

     personalità poiché viene distorta la naturale relazione con gli oggetti in quanto dotati di valore

    d'uso e frutto della propria creatività. Ciò spinge a pensare che esista un valore d'uso al di fuori

    del processo storico e culturale. Un ipotetico valore d'uso naturale e puramente strumentale

    assume quindi il carattere di uno slogan rivoluzionario.

    Alienazione

    L'alienazione - quella condizione in cui l'esternalizzazione (o oggettivazione) delle proprie

    capacità non è seguita dalla loro appropriazione - viene condannata come prodotto tipico del

    sistema capitalistico. Tale condanna si fonda su un'indicazione normativa di cosa sia proprio

    della specie umana e di come gli uomini possano realizzarsi. Solo ciò che è "essenzialmente

     proprio" agli esseri umani può essere tolto alle persone, e questo quid essenziale

    corrisponderebbe, secondo Marx, a un ideale di "fraterna auto-realizzazione" attraverso la propria

    creatività .

    Feticismo delle merci

    Poiché in un sistema capitalistico gli esseri umani sono alienati da frutti del loro lavoro, essi non

     possono rendersi conto che le merci incorporano una certa quantità di lavoro, e che i loro prezzi

    sono il frutto di un calcolo astratto del tempo di lavoro. Il valore di mercato non è altro che una

    relazione tra persone, e tuttavia "è una relazione che viene nascosta dietro le cose". Le merci

    allora diventano feticci, sembrano avere una vita propria, sono lontani, staccati dai soggetti, quasi

    magici, sono solo l'ombra delle relazioni sociali di cui sono espressione.

    Bisogni indotti

    Perchè il capitalismo possa funzionare i bisogni delle persone devono conformarsi alle richieste

    del sistema produttivo. La capacità di consumo dei singoli non può essere una barriera per lo

    sviluppo del capitalismo e quindi occorre manipolare i bisogni per farli crescere (Cfr.

    Mandeville, Hume, Smith: immaginazione, status symbol). Il sistema capitalista quindi implica

    una "esplorazione di tutta la natura per poter scoprire nuove utili qualità nelle cose, prodotti da

    climi e terre diversi" .... "la coltivazione di tutte le qualità dell'essere umano sociale, produzione

    di questo in una forma tanto ricca quanto più possibile rispetto ai bisogni, ricca in qualità e

    relazioni - essendo questo la più totale e universale forma di prodotto sociale, perchè per ottenere

    gratificazione in molti modi diversi, egli deve essere capace di molti piaceri e quindi coltivato ad

    un altissimo livello - è allo stesso modo una condizione di produzione fondata sul capitale"

     Nascita del capitalismo

    La concentrazione del capitale nelle mani di pochi e l'accumulazione originaria (così come si è

    verificata in Inghilterra) è frutto dell'espropriazione della popolazione rurale e della sua

    espulsione dalle terre. Ciò "gettò sul mercato del lavoro una massa di proletari eslege". Lo stato

    (in mano ai nobili) prima tentò di resistere a questi sviluppi, poi "borghesizzandosi", li assecondò

     promulgando leggi che incentivavano l'espropriazione e sanzionavano chiunque non trovasse

    lavoro. Anche la riforma protestante ebbe un ruolo strettamente economico: le terre dei monasteri

    cattolici sono messe all'asta.

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    Le pre-condizioni culturali del capitalismo

    Max Weber, 1864-1920 (L'etica protestante e lo spirito del capitalismo; Economia e Società)

    * sociologia storica comprendente

    * agire sociale dotato di senso (non solo strutture sociali ma anche il significato dell'azione per i

    soggetti; questi hanno la capacità non solo di calcolare e individuare il miglior mezzo per

    soddisfare alcuni fini - razionalità strumentale - ma anche la capacità e la necessita di sentire che

    i propri fini sono giusti)

    * tipologia del potere/legittimità (soprattutto analisi della burocrazia)

    * sociologia delle religioni (ascesi come lavoro su se stessi; elezione)

    Capitalismo e protestantesimo ascetico (1904)

    "non conclusione della ricerca, ma lavoro preparatorio"

    L'idea calvinista della vocazione viene studiata come la pre-condizione morale, intellettuale e

    culturale dell'organizzazione economica capitalista. Lotta contro un uso irrazionale della

     proprietà, contro il possesso sterile, e promozione della moralità del profitto razionale, produttivo

    (insieme ai comforts, alle decencies ma non alle luxuries).

    Vocazione (Calling\Beruf) Etica del lavoro

    "ciò che la morale veramente condanna è l'adagiarsi nel possesso, il godimento della ricchezza

    con la sua conseguenza di ozio e concupiscenza, e soprattutto con la conseguenza di deviare dal

    faticoso cammino verso la vita 'santa'" ... "l'eterna quiete dei santi sta nell'aldilà, mentre, sulla

    terra per accertarsi del proprio stato di grazia, l'uomo deve 'compiere le opere di colui che lo ha

    inviato, finché è giorno'" ... "perdere tempo è di tutti i peccati, il primo e quello per principio più

    grave" .

    Lavoro come mezzo acetico, ma anche come "lo scopo stesso della vita che è prescritto da Dio";

    vocazione che ciascuno deve riconoscere attivamente, lavorando

    Sublimazione etica e politica della specializzazione moderna: R.Baxter: "il lavoratore

     professionale compirà il suo lavoro con ordine, mentre un altro è vittima di una eterna

    confusione, e le sue occupazioni non conoscono né luogo né tempo, perciò una stabile

     professione (calling) è la cosa migliore per ciascuno"

    Schema provvidenziale: "Poiché consente l'abilità del lavoratore, la specializzazione delle

     professioni porta all'elevazione quantitativa e qualitativa della prestazione lavorativa, e così

    giova al bene comune, che si identifica con il benessere del maggior numero possibile degli

    individui"

    Quindi la "formazione di capitale" è stata "condizionata dalla coazione ascetica al risparmio" .

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    L'etica del lavoro però produsse effetti che non erano contemplati nel suo originale spirito.

    Preminenza della sfera economica sul sacro utilitarismo.

    L'etica del lavoro richiede la razionalizzazione del proprio lavoro, del tempo, di se stessi: la

    volontaria sottomissione del corpo a routines rigidamente codificate, la negazione dei piaceri

    immediati". L'ascesi "combatte con autentica violenza soprattutto una cosa: il godimento

    spensierato dell'esistenza e dei piaceri che può offrire ... (per i quaccheri, ad esempio) lo sport

    doveva servire a uno scopo razionale, quello della ricreazione necessaria per la buona forma

    fisica. Invece come mezzo per sfogare in modo disinvolto impulsi incontrollati gli era sospetto

    gli era sospetto, e come è ovvio, veniva senz'altro condannato, nella misura in cui diventasse

     puro divertimento, o persino destasse l'ambizione competitiva"

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    Lo sviluppo della burocrazia

    La razionalizzazione e il disciplinamento del soggetto sono stati facilitati dallo sviluppo

    dell'apparato burocratico

    Analisi tipologica del potere (o ordine socio-politico)

    3 TIPI DI POTERE LEGITTIMO

    TradizionaleCarismatico (statu nascendi )

    Razionale (o legale-burocratico)

    Tradizionale …Legittimità fondata su antichi (esistenti da sempre) ordinamenti di potereREVERENZA ; SIGNORE PERSONALE; SUDDITI

    Carismatico … Legittimità fondata su una qualità straordinaria in origine magica cheviene attribuita a una persona

    DEDIZIONE; PROFETA; SEGUACI

    Burocratico …Legittimità fondata sulla legalità degli ordinamentiCOMPETENZA; DIRITTO; CITTADINI

    Carismatico VS  Razionale

    non prevedibile vs prevedibile

    non calcolabile vs calcolabile

    rituali vs disciplina

    "il contenuto della disciplina non è altro che l'esecuzione esatta, continuamente razionalizzata,

    metodicamente allenata dell'ordine ricevuto; in cui tutto il potenziale critico personale è

    incondizionatamente sospeso e l'attore è totalmente volto a portare a termine il comando ...

    questa condotta è uniforme ..."

     personale vs impersonale

    "al posto dell'estasi, dell'entusiasmo spirituale o della devozione nei confronti di un capo come

     persona, del culto dell'onore, o dell'esercizio di qualche abilità personale come arte , la disciplina

    sostituisce l'abitudine a competenze di routine. Nella misura in cui la disciplina fa appello a

    motivazioni ferme di carattere 'etico', essa presuppone un 'senso del dovere' ... la devozione è

    impersonale, è la devozione a una causa comune"

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    Istituzioni totali e stigmatizzazione

    Erving Goffman, 1922-1982 (Asylums, Stigma)

    * interazione (soprattutto aspetti cerimoniali)

    * processi di stigmatizzazione

    * linguaggio del corpo

    * frame (cornice di significato)

    "total institution" (p. es l'ospedale psichiatrico)

    1) si prende cura dell'intera vita di chi vi è ricoverato

    2) compulsiva (non si può uscire semplicemente perchè lo si vuole, lo si sceglie)

    3) separata dal resto del mondo sociale e altamente specifica

    4) mirata a cambiare l'identità di chi vi è ricoverato e/o a fornirgli capacità che essi non possono

    giudicare nel merito

    mediante alcune regole d'interazione particolari:

    trattamento cerimoniale (spogliare dell'identità esterna; spersonalizzazione; degradazione)

    organizzazione (routines rigide; rigidità dei ruoli)

     percorsi normativi (re-identificazione)

    L'istituzione totale non come una metafora della modernità ma come un luogo che rovescia il

    normale trattamento cerimoniale dei singoli per risocializzarli

     Normale e patologico (Foucault, Goffman)

    Secondo Goffman la normalità non è una qualità assoluta bensì un attributo relazionale: normali

    sono "quelli che non si allontanano in modo negativo dalle aspettative tipiche di una situazione

    sociale". Chi è normale lo è sempre "rispetto a" qualcuno che viene definito come suo opposto.

    Stigmatizzazione

    La stigmatizzazione come caso particolare di questa fondamentale classificazione sociale: "il

    termine stigma verrà usato per riferirci ad un attributo che risulta fortemente discreditante, anche

    se ciò che andrebbe usato è un linguaggio fatto di relazioni non di attributi"

    3 tipi di stigma: corpo, carattere, tribali

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    Le dinamiche dell a normali tà

    interazione ........ aspettative

    actual identity ........ virtual social identity

     self ....... self-demand

    Conseguenze teoriche di tale definizioni:

    1) nessuno è assolutamente normale

    2) "gli atteggiamenti che noi normali abbiamo verso una persona con uno stigma ... sono noti

     perché si tratta di risposte che l'azione sociale benevola è volta ad alleggerire ... Per definizione,

    tendiamo a pensare che una persona con uno stigma non sia propriamente umana. Sulla base di

    questo pregiudizio noi esercitiamo molteplici discriminazioni così che, più o meno volutamente,

    riduciamo le sue possibilità di vita."3) "gli individui stigmatizzati sembrano possedere le stesse credenze (beliefs) rispetto all'identità

    che abbiamo noi (così detti "normali"); questo è un fatto centrale ... gli standards che (colui che

    viene stigmatizzato) ha incorporato dalla più ampia società lo rendono sensibile a ciò che gli altri

    vedono come le sue mancanze, fanno sì che egli, anche solo per pochi momenti, finisca per

    essere d'accordo sul fatto che è davvero manchevole rispetto a ciò che dovrebbe essere" (cfr.

    Garfinkel in Agnese)

    I contatti con i "normali" sono una fonte di insicurezza : "anxious unachored interaction" perché

    rompono l'ordine spontaneo dell'interazione, il taken-for-granted:

    ... in che categoria si è messi? quale categoria è meglio?

    ... la gestione delle impressioni diventa un punto centrale di attenzione... invasione della sfera del privato

    ... tracotanza o eccessiva umiltà

    Il tratto somatico o caratteriale che mobilizza la stigmatizzazione prende il sopravvento, diventa

     più importante di tutto il resto, e induce anche alla produzione di una serie di associazioni che

    Goffman chiama "stigma ideology". Queste includono anche attributi positivi che però

    contribuiscono a segnare il soggetto stigmatizzato come diverso. La "stigma ideology" serve a

    spiegare a noi stessi e a chi è stigmatizzato "le ragioni della sua inferiorità e a definirne la

     pericolosità ... Tendiamo ad imputare un'ampia gamma di imperfezioni in base ad una sola

    originale imperfezione, e allo stesso tempo, tentiamo ad imputare alcuni attributi desiderabili,

    spesso di tipo sovra-naturale come il 'sesto senso' o la 'sensibilità'"

    "Coping"

    tentativi di correzione diretta (cambiare il proprio naso, cognome, ecc.)

    correzione indiretta

    rompere la realtà sociale ( "utilizzare una interpretazione non-convenzionale della natura della

     propria identità sociale")

    mobilizzazione

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    Goffman –   Il rituale dell’interazione (1967)

    •  Sacralità dell’individuo nel mondo urbano e secolare, manifestata e confermata da attisimbolici

    (da Durkheim: significato simbolico delle attività sociali funzionale alla solidarietà e

    all’ordine sociale) 

    • 

    L’ambiente più adatto per apprendere qualcosa sulle norme della buona condotta personale è il luogo in cui sono state recluse delle persone proprio per la loro evidente

    incapacità di comportarsi secondo queste norme universali (infrazione regole di routine

    socialmente condivise)

    (ospedale psichiatrico)

    REGOLA SOSTANZIALE - REGOLA CERIMONIALE

    •  Regola sostanziale: determina la condotta nei riguardi di questioni consideratesignificative per se stesse, prescindendo da ciò che l’osservanza o l’infrazione alla regolaesprime sul sé delle persone interessate

    - Es: non rubare

    - Codice: Legge, Morale o Etica

    •  Regola cerimoniale: guida il comportamento in questioni in cui il significato è

    considerato per se stesso secondario o addirittura nullo. L’importanza primaria sta nelfatto di fungere da mezzo convenzionale con il quale una persona esprime il proprio

    carattere o il proprio giudizio sugli altri partecipanti alla comunicazione.

    - Codice: “Etichetta” - Ma NB: esempi di valore sostanziale di atti cerimoniali

    1. LA DEFERENZA

    •  Apprezzamento che una persona mostra nei riguardi di un’altra persona mediante ritualiinterpersonali (di discrezione e/o di presentazione)

    •  Osservabile in quei piccoli atti che punteggiano le relazioni sociali: saluti, complimenti,scuse

    • 

    L’apprezzamento espresso da un atto di deferenza indica che l’attore possiedeufficialmente un sentimento di riguardo verso il destinatario o la sua categoria sociale(Es.: Logica militare)

    •   Nel senso comune, la deferenza è concepita come sottomissione ad un’autorità •  In realtà, deferenza non è timore reverenziale

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    La religione dell ' individuo  (Durkheim)

    Divisione del lavoro sociale e uniformità delle coscienze: un minimo comune denominatore per

    le società altamente differenziate

    "anche dove la società riposa completamente sulla divisione del lavoro essa non si risolve in una

    miriade di atomi giustapposti, tra i quali non possono stabilirsi che contatti esterni e passeggeri;

    ma i suoi membri sono uniti da vincoli che si estendono ben al di là dei brevi momenti in cui

    avviene lo scambio. Ognuna delle funzioni che esercitano è sempre dipendente dalle altre, e

    forma con esse un sistema solidale: dalla natura del compito scelto derivano quindi doveri

     permanenti"

    La società è sempre morale: "... la natura di queste due moralità (comunità delle credenze vs

    cooperazione) è differente: quella che deriva dall'uniformità è forte soltanto se l'individuo non

    lo è ... L'altra invece si sviluppa a misura che si rafforza la personalità individuale"

    La coscienza collettiva nelle società ad alta differenziazione funzionale (e quindi alta

    individualizzazione) non è scomparsa bensì si è trasformata. Essa è sempre di più una serie di

    "modi di pensare e di sentire estremamente generali e indeterminati, che lasciano uno spazio

    crescente alle differenze individuali". La divisione del lavoro moderna ha dato luogo ad una

    moralità imperniata sulla religione dell'individuo e su un insieme di valori come la libertà, la

    razionalità e la tolleranza.

    La religione si è "ritirata" dalla vita sociale solo per lasciare spazio ad una nuova religione: "man

    mano che altre credenze ed altre pratiche diventano meno religiose in natura, l'individuo diventa

    l'oggetto di una forma di religione. Così noi abbiamo nella dignità della persona un credo che ha

    già le sue superstizioni"

    La nuova moralità può dunque essere legata all'illuminismo (universalismo umanista;

    individualismo razionale): dobbiamo rispettare l'individuo in quanto tale per l'umanità che esso

    contine, umanità che a sua volta corrisponde all'autonomia individuale, alla sua capacità di essere

    individuo (cfr. Beruf in Weber)

     Ne L'individualismo e gli intellettuali Durkheim contrappone individualismo e utilitarismo

    La "glorificazione dell'io non dell'individuo in particolare ... simpatia pertutto ciò che è uomo, una pietà più ampia per tutti i dolori ... una più grandesete di giustizia ... impersonale e anonimo"

    "Questa persona umana la cui definizione è come la pietra di paragone con cui si discute del

     bene e del male, è considerata come sacra nel senso rituale del nome; essa ha qualcosa della

    trascendente maestà che le Chiese di ogni tempo conferiscono ai loro dei; essa e concepita come

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    investita di una proprietà misteriosa che isola le cose sante, le sottrae ai contatti volgari e le ritira

    dalla circolazione comune ... Una simile morale non è dunque una disciplina igienica o una

    saggia economia dell'esistenza: è una religione in cui l'uomo è, contemporaneamente, il fedele e

    Dio"

    Religione: valori condivisi da tutta la popolazione, posti a fondamento della coesione sociale,

    indisponibili, inafferrabili

    "Il culto dell'individuo ha per principale dogma l'autonomia della ragione e per principale rito il

    libero esame"

    Sociologicamente fondato (individualizzazione) e necessario: "è il solo sistema di credenze che

     possa assicurare l'unità morale del paese"

     Però ci sono tensioni interne:

    1) "idea della persona umana sfumata diversamente a seconda della diversità dei

    temperamenti nazionali"

    2) "la religione dell'individuo non può dunque lasciarsi dileggiare senza resistenza, sotto

     pena di perdere il proprio credito"

    Analisi dell'evoluzione del diritto come modo di osservare i valori centrali dei una società:

     penale e retributivo

    La punizione "è la conseguenza del crimine ed esprime il modo in cui questo ha colpito la

    coscienza collettiva" (cioè i sentimenti condivisi)

    Punizione e crimine in due modell i di società

    SOLIDARIETA' MECCANICA SOLIDARIETA' ORGANICA 

     Punizione

    indiscriminata specifica

    incontrollata metodica

    sanguinaria dosata

    intensa mitigata

    violenta limitazione della libertà

    Crimine

    criminalità religiosa criminalità umana

    "conto la collettività, "contro gli individui"

    sia materiale che ideale"

     Non si può dire che un atto si scontra con la coscienza collettiva perchè e criminale, bensì che è

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    CULTURA … COLTIVAZIONE E CULTO

    16/19sec.miglioramento dell'individuo, della sua mente e delle sue maniere

    miglioramento della società (civilizzazione vs barbarie)

    ROMANTICISMO, SPIRITUALITA', CULTURE NAZIONALI (POPOLARI)

    … nell' uso corrente

    tende ad essere opposta a ciò che è materiale, tecnologico e strutturale, e tende ad essere vista

    come un insieme ordinato o strutturato di credenze, simboli, segni e discorsi, p.es. costumi

    nazionali (p.es. gestire i biglietti da visita); attività/beni elitari o forme di intrattenimento dimassa; variazioni locali di significati simbolici.

    … in sociologia

    si pone spesso l'enfasi sulla relativa autonomia della cultura, ovvero sul fatto che essa non può

    essere spiegata semplicemente facendo riferimento a forze economiche, politiche o sociali

    sottostanti. Si tende a sottolineare che la cultura (sia come "fatto sociale" che come nozione) ha

    una

    PROBLEMATIZZAZIONE

    In relazione alle nozioni di …  NATURA (frames primari, cfr. Goffman)

    SOCIETA’ (relazione vs rappresentazione)

    COS' E’ LA CULTURA? ... è il solco in cui ci è più facile cadere nel nostro orientarci almondo ed a noi stessi ...  "cultura" anche come un campo in cui si confrontano "programmi

    monolitici e dominanti e le loro molte alternative sovversive". Occorre comunque tenere in

    considerazione la dimensione processuale dell'azione sociale e quindi la "capacità degli individui

    di prendere le distanze dai modelli, schemi e paradigmi consolidati di pensiero e azione"

    (Victor Turner).

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    Cultura e suoi signif icatiWilliams, 1976

    1) lo sviluppo intellettuale, estetico e spirituale di un individuo, gruppo o società

    (Kultur, nella tradizione tedesca)

    2) una varietà di attività e prodotti artistici (sinonimo con "le arti)

    Matthew Arnold Individuazione della cultura “alta” che può educare le masse, la ricerca

    della perfezione in campo artistico 

    Max Weber La scienza non risponde alle domande sul senso della vita, solo l’arte, la

    religion, la Kultur può 

    DISCIPLINE UMANISTICHE: EQUAZIONE TRA CULTURA E ARTI

    Postulati: a) alcune culture o opere culturali sono migliori di altre  –   atteggiamentoestetico-morale; b) la cultura si oppone alle norme prevalenti di una civiltà, cultura e

    società sono spesso in opposizione; c)la cultura è fragile e va attivamente

     preservata/incentivata; d)ha un’aura di sacralità e ineffabilità ) 

    3) un intero sistema di vita, attività, credenze e abitudini di un popolo o società

    Taylor (1871) “La cultura o civiltà, presa nel suo più ampio significato etnografico, è

    quell’insieme complesso che include il saper, le credenze, l’arte, la morale, 

    il diritto, il costume e ogni altra competenza e abitudine

    acquisita dall’uomo in quanto membro della società” 

    Berger (1969) La cultura è “l a totalità dei prodotti dell’uomo” 

    SCIENZE SOCIALI: EQUAZIONE TRA CULTURA E FORME DI VITA DEI POPOLI

    a) relativismo culturale;

     b) armonia/congruenza tra cultura e società (cfr. funzionalismo e marxismo);

    c) persistenza e durata della cultura;

    d) la cultura può essere studiata empiricamente come ogni altro oggetto: è un oggetto di

    analisi sociologica e non un dato sacro

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    Livelli di analisi (Peterson)

    norme: il modo con cui la gente si comporta in una data società FATTUALE

    valori: ciò a cui essi tendono MORALE

    credenze: il modo in cui essi pensano che il mondo funzioni COGNITIVO

    simboli espressivi: rappresentazioni delle norme, valori, credenze ESPRESSIVO

    Uno schema per lo studio della cultura (Griswold)

    DIAMANTE CULTURALE

    MONDO SOCIALE

    CREATORI CULTURALI RICEVITORI CULTURALI

    OGGETTI CULTURALI

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    Il significato culturale

    PERCHE’ SONO IMPORTANTI I SIGNIFICATI?ANTROPOLOGIA FILOSOFICA (GEHLEN): LA CULTURA FINISCE L’ESSERE

    UMANO CHE DEVE IMPARARE A VIVERE: LA CULTURA E’ LO SPECIFICO DELLA  SPECIE UMANA, PROTEGGE DAL CAOS, FORNISCE ORDINE, LIBERTA’ DI FARE 

    Significati

    semplici (SEGNI corrispondenza biunivoca con un solo referente: Es. algebra)

    complessi (SIMBOLI corrispondenza con più referenti, evocazione di significati contesi,

    ambigui)IDEALISMO TEDESCO: LA CATEGORIA INTELLETTUALE PRECEDE LA REALTA’FENOMENICA, MATERIALE; LO SPIRITO DEL MONDO AVANZA VERSO IL SUOCOMPIMENTO MEDIANTE UN PROCESSO DIALETTICO (KANT, HEGEL)

    TEORIE DEL RIFLESSO: LA CULTURA RIFLETTE IL MONDO SOCIALE

    STRUTTURA-SOVRASTRUTTURA(MARX)

    MUSICA POPULAR COME PRODOTTO COMMERCIALE PSEUDO-INDIVIDUALIZZATO(ADORNO)

    DALLA PRODUZIONE AL CONSUMO: CHI SONO I PERSONAGGI FAMOSI(LOWENTHAL)

    FUNZIONALISMOLE SOCIETA’ UMANE PER CONSERVARSI ESPRIMO B ISOGNO CONCRETI

    (SOCIALIZZAZIONE, LATENZA) E LE ISTITUZIONI SOCIALI (FAMIGLIA, STATO,ECC.) NASCONO PER SODDISFARE QUESTI B ISOGNI. OGNI LIVELLO SOCIALE E’

    ARMONICO RISPETTO AGLI ALTRI, RIFLETTENDO UN ORDINE(PARSONS)

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    TEORIE CULTURALISTE: IL MONDO SOCIALE RIFLETTE LA CULTURA

    LE OPPORTUNITA’ ECONOMICHE VENGONO VISTE IN BASE AD UN’ETICAECONOMICA CHE E’ DI ORGINE RELIGOSA 

    (WEBER)

    “sono gli interessi (materiali e ideali), e non le idee, a dominare immediatamente l’agire dell’uomo.Ma le ‘concezioni del mondo’, create dalle ‘idee’, hanno spesso determinato –  come chi aziona unoscambio ferroviario –  i binari lungo i quali la dinamica degli interessi ha mosso tale attività”(Weber Sociologia delle religioni, 352) 

    DIREZIONI CAUSALI: DIAMANTE CULTURALE 

    MONDO SOCIALE

    CREATORI WeberCULTURALI Marx Interazionismo RICEVITORI

    Funzionalismo CULTURALI

    OGGETTI CULTURALI