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DONATELLA LOMBARDO REMEDIATION Digital memory under deconstruction

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DONATELLA LOMBARDO

REMEDIATION Digital memory under deconstruction

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Testi:Paola Veronesi Testoni - Direttrice Galleria Spazio TestoniAlberto Mattia Martini - Critico d’arte e curatore

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«Una volta che abbiamo consegnato i nostri sensi e i nostri sistemi nervosi alle manipolazioni di coloro che cercano di trarre profitti prendendo in affitto i nostri occhi, le orecchie e i nervi, in realtà non abbiamo più diritti. Cedere occhi, orecchie e nervi a interessi commerciali è come consegnare il linguaggio comune a un'azienda privata o dare in monopolio a una società l'atmosfera terrestre »

(Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare)

Presentazione Il titolo della mostra prende in prestito il termine remediation dalla teoria omonima avanzata dagli studiosi Jay David Bolter e Richard Grusin, i quali affermano che il contenuto dei media digitali sono tutti gli altri media, a partire dalle forme più antiche di comunicazione analogica. Una sintesi terminologica alla quale si rifanno le opere che Donatella Lombardo ha appositamente realizzato per questa sua prima personale alla Galleria Spazio Testoni, attraverso le quali interpreta e ci mostra con la sua originale ricerca artistica le strutture e le criticità dell'informazione attuale, indagando le tecnologie di comunicazione di massa, e nello specifico, la comunicazione via Internet e la conseguente evoluzione del linguaggio attuale parlato e scritto. Il suo intento è quello di mettere a nudo artisticamente i meccanismi che supportano e rendono fruibile la Rete, proponendo elaborazioni grafiche e narrative tratte dal flusso mediatico dell'informazione odierna. Ed è proprio dall’interno di questo flusso mediatico, a volte recondito e a volte abbandonato su vari supporti informatici, che Donatella Lombardo trae i frammenti dei testi che ci mostra imbrigliati su di una tela, come tracce di quell'oralità e di quella scrittura che per molto tempo hanno occupato spazi fisici diversi per esprimere il pensiero ed il vissuto popolare ed elitario, e che oggi sono costituiti da una mescolanza di forme eterogenee di comunicazione, dove parola, suono e immagine si fondono, coesistendo all'unisono come un'unica entità pronta a plasmare la nostra identità rimediata. Le sue decostruzioni-ricostruzioni mediali sono spesso metaforicamente rappresentate come antichi “rammendi” eseguiti con ago e filo, a voler ricostruire e mantenere memoria del legame indissolubile del nostro presente al nostro passato e del fatto che ciò che siamo oggi è frutto delle informazioni che ci sono state lasciate da chi ci ha preceduto e ciò che sarà l’umanità domani dipende da quello che oggi comunichiamo di noi. Infine, nel corpus di opere Partiture Mute, realizzato per questa mostra e dedicato alle donne musiche dimenticate, il ricamo ad ago e filo si associa ai fuselli del tombolo, antico strumento di ricamo a cui erano dedite le donne, in particolare quelle della bellissima Isola Siciliana, terra di origine di Donatella Lombardo. Paola Veronesi Testoni

Presentazione

Il titolo della mostra prende in prestito il termine remediation dalla teoria omonima avanzata dagli studiosi

Jay David Bolter e Richard Grusin, i quali affermano che il contenuto dei media digitali sono tutti gli altri

media, a partire dalle forme più antiche di comunicazione analogica. Una sintesi terminologica alla quale

si rifanno le opere che Donatella Lombardo ha appositamente realizzato per questa sua prima personale

alla Galleria Spazio Testoni, attraverso le quali interpreta e ci mostra con la sua originale ricerca artistica

le strutture e le criticità dell’informazione attuale, indagando le tecnologie di comunicazione di massa, e

nello specifico, la comunicazione via Internet e la conseguente evoluzione del linguaggio attuale parlato e

scritto. Il suo intento è quello di mettere a nudo artisticamente i meccanismi che supportano e rendono

fruibile la Rete, proponendo elaborazioni grafiche e narrative tratte dal flusso mediatico dell’informazione

odierna. Ed è proprio dall’interno di questo flusso mediatico, a volte recondito e a volte abbandonato

su vari supporti informatici, che Donatella Lombardo trae i frammenti dei testi che ci mostra imbrigliati

su di una tela, come tracce di quell’oralità e di quella scrittura che per molto tempo hanno occupato

spazi fisici diversi per esprimere il pensiero ed il vissuto popolare ed elitario, e che oggi sono costituiti

da una mescolanza di forme eterogenee di comunicazione, dove parola, suono e immagine si fondono,

coesistendo all’unisono come un’unica entità pronta a plasmare la nostra identità rimediata.

Le sue decostruzioni-ricostruzioni mediali sono spesso metaforicamente rappresentate come antichi

“rammendi” eseguiti con ago e filo, a voler ricostruire e mantenere memoria del legame indissolubile

del nostro presente al nostro passato e del fatto che ciò che siamo oggi è frutto delle informazioni che

ci sono state lasciate da chi ci ha preceduto e ciò che sarà l’umanità domani dipende da quello che oggi

comunichiamo di noi.

Infine, nel corpus di opere Partiture Mute, realizzato per questa mostra e dedicato alle donne musiche

dimenticate, il ricamo ad ago e filo si associa ai fuselli del tombolo, antico strumento di ricamo a cui erano

dedite le donne, in particolare quelle della bellissima Isola Siciliana, terra di origine di Donatella Lombardo.

Paola Veronesi Testoni

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Rêverie

Se dovessimo fare riferimento al pensiero del noto filosofo Cartesio, noi in quanto uomini, ci potremmo

considerare tali perché esseri dubitanti, ossia che si pongono quesiti, riflettono e dunque entità pensanti.

Cogito ergo sum, penso dunque sono; una “formula” imprescindibile, sulla quale il nostro pensiero

occidentale ha riflettuto, dibattuto e progredito, costituendo una società che rimanda il proprio esistere

alla conoscenza del sé, giustamente dubitando di se stessa, così da poter capire e capirsi.

Nessuno, come ci ricorda Cartesio può pensare di sottrarsi al dubbio o scetticismo metodologico, in

quanto non abbiamo realmente e consapevolmente coscienza e conoscenza di chi siamo, da dove

proveniamo e del mondo nel quale quotidianamente viviamo. Un contesto materiale, reale e sociale,

che dal periodo nel quale Cartesio trascorreva le proprie giornate, è inevitabilmente molto cambiato e

trasformato: tanti sono stati i fatti storici e le evoluzioni e le involuzioni che hanno apportato modifiche

sostanziali non solo nella corporalità dell’uomo, ma anche nella mente dello stesso. Quella mente

appunto imprescindibile secondo Cartesio per poter affermare di esistere, anche quando interviene

il genio maligno, quell’essere affascinante e malevolo al contempo, ma a sua volta essenziale per

comprendere, che se è capace di prendersi gioco di noi, ciò significa che noi esistiamo veramente. Mi

viene da pensare che forse oggi non siamo più così in grado di riflettere come accadeva in un’altra

epoca, o meglio non permettiamo più alla nostra mente di prendersi il tempo per se stessa: per pensare,

leggere, studiare, sognare, soffrire, gioire e così tanto altro. Facciamo e produciamo tanto, ma nulla è

realmente parte integrante del nostro Io.

Osservando la mostra Remediation presso la Galleria Spazio Gianni Testoni ascolto ed intravedo il genio

maligno che ha preso le sembianze del digitale, delle nuove tecnologie, di internet: senza le quali tuttavia

noi saremmo altro da quello che siamo e che potremo essere.

Bene o male giusto o sbagliato? Sinceramente non lo so e forse non mi è dato sapere, so solo che stiamo

divenendo sempre più differenti da quello che siamo stati.

La nota rivista Forbes sostiene che i social network stanno dando forma al futuro di quello che saremo,

e soprattutto afferma che ormai è social il mondo in cui esistiamo. Potremmo quindi dire che non siamo

più perchè pensiamo, bensì siamo perchè connessi e ubiqui. Così facendo però siamo presenti o assenti?

Già Walter Benjamin nel suo testo L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, ci invitava a

riflettere sul concetto dell’hic et nuc dovuto alla tecnologia, nello specifico della riproduzione fotografica

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e del cinema, che così facendo però di fatto perde l’unicità dell’opera stessa, la sua esistenza unica e

irripetibile nel luogo in cui essa si trova.

Ma esiste una vera unicità o meglio esiste ancora nell’”era di Internet”?

Donatella Lombardo parte proprio da qui, dal concetto di Remediation, coniata da Jay David Bolter e

Richard Grusin, i quali sostengono che i mezzi di comunicazione di massa sono sempre interattivi, l’uno

vive dentro l’altro, portando quindi con sé sempre anche quello precedente, o perlomeno alcuni elementi.

Assodata la continuità tra il vecchio e il nuovo, dove per poter essere l’attuale necessito di ciò che ero, la

Lombardo si pone una domanda essenziale ed imprescindibile: quali sono gli effetti che questi media, le

nuove tecnologie hanno sulle persone o sulla società?

Domanda esistenziale, visto anche l’importanza che le tecnologie hanno assunto sempre di più nella nostra

vita, e invocazione alla quale aveva già cercato di rispondere Marshall McLuahan nel 1962 quando scrive

un interessantissimo testo intitolato La galassia Gutemberg, facendo chiaro riferimento all’ideatore dei

caratteri mobili, insistendo sul fatto che tutti i cambiamenti epocali, radicali, non siano semplici mezzi a

disposizione dell’uomo, ma abbiano su di esso un’influenza sostanziale, a tal punto che la vita dell’individuo

viene addirittura modificata e reinventata.

Vecchio e nuovo, passato e presente, che Donatella Lombardo proietta nel proprio lavoro, adottando

elementi iconici del tempo che è stato e che in parte ancora è, all’unisono con strutture estrapolate

dall’universo dei nuovi media.

Interessante è riflettere anche riguardo al concetto espresso dalla stessa Lombardo, per cui le tecnologie

hanno sempre avuto come finalità quella di fare memoria, intesa come stimolo alla realizzazione di un

costrutto che possa amplificare la propria capacità di memoria, rispetto a quella più ridotta del’uomo.

L’artista per dimostrare tale teorema si è quindi servita di un linguaggio così detto ipermediato: l’HTML

(HyperText Markup Language), che non è altro, si fa per dire, che il codice del linguaggio con cui sono

costituiti i siti web. Un linguaggio potremmo dire cifrato che solitamente non ci è dato vedere o che noi

non comprendiamo ma grazie al quale possiamo usufruire del mondo virtualmente attivo.

I testi una volta considerati, valutati e successivamente estrapolati vengono in alcuni casi “bloccati”

all’interno di pannelli di plexiglass, quasi a volerli fissare oltre il tempo e allo spazio, ma anche sottolineando

come il nostro mondo, la nostra sfera privata, dall’istante nel quale noi interagiamo, scrivendo sull’etere

della Rete, perdiamo la proprietà di noi stessi, del nostro pensiero, della nostra intima realtà, divenendo

“codici” a disposizione del tutto e di nessuno, vaganti sperduti in una sorta di limbo non identificato.

Alcune teorie, come quelle dell’astrofisico Stephen Hawking, sostengono che siamo approdati in una

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nuova fase evolutiva: nel nostro DNA, sono avvenute milioni di modifiche, ma questo è accaduto in

modo molto lento, ci sono voluti milioni di anni, oggi invece i cambiamenti prodotti dagli stimoli esterni

saranno molto più veloci e non è escluso che i nuovi sistemi di comunicazione possano generare in futuro

addirittura una nuova specie umana.

Forse stiamo divenendo sempre più “anime fragili”; una fragilità che Donatella Lombardo ritiene

essere ormai parte integrante dell’umanità 2.0, la quale pensa di essere inserita a pieno ritmo dentro

la contemporaneità, ma che invece spesso non comprende più se stessa. Ecco che da parte dell’artista

interviene e di conseguenza intervengono materiali, umanizzati, cioè ancora “connessi” al lavoro

dell’uomo, al saper fare, alla manualità. I codici, le scritte tratte dal web, sinonimo di tecnologia sono infatti

successivamente stampate su stoffa o carta, e in alcune parti cucite, sottolineate, delimitate o congiunte

con un filo rosso, circoscrivendole, quasi a volerle proteggere, con cornici in legno.

Nel testo Modernità liquida, Zygmunt Bauman descrive la società attuale sulla base dell’idea della liquidità,

affermando che la dimensione sociale è oggi fortemente instabile. Questa condizione, sempre secondo il

sociologo polacco, si è venuta a creare a causa di punti di riferimento che sono venuti a mancare: lo stato-

nazione, il lavoro, forme di solidarietà; si è così costituita una società liquida, debole, in via di disgregazione,

all’interno della quale non esistono più certezze.

Oggi abbiamo ampliato le nostre conoscenze ed esperienze, arrecate dai continui e radicali cambiamenti,

che hanno luogo quotidianamente in ogni ambito della nostra società, da quello tecnologico, alla velocità

con cui fisicamente raggiungiamo ogni angolo del pianeta, ai grandi flussi migratori ma anche alla rapidità

con cui anche il nostro pensiero grazie a internet arriva a destinazione. Se fino a non molto tempo fa

le nostre nozioni, informazioni, competenze e sapere, derivavano prevalentemente da esperienze così

dette “statiche” provenienti dalla lettura o “imposte” dalla televisione, oggi a mio avviso a causa di ciò

che ho citato sopra, abbiamo una maggior indipendenza di conoscenza o meglio la possibilità di gestire,

indirizzare e quindi decidere non solo su quale argomento soffermarci, ma all’istante quale teoria e

pensiero approfondire.

Naturalmente in tutto questo ci sono anche aspetti svantaggiosi o perlomeno c’è chi sostiene che questa

rapidità, insieme di idee e pensieri, comporta appunto una minore profondità di riflessione, siamo meno

riflessivi, rischiamo di divenire sempre meno individuali e sempre più con una mente collettiva.

Un “nuovo” modo di interpretare la vita realisticamente tendente ad un “pensiero alveare”, nel quale

accedono tantissime informazioni e nozioni, che di conseguenza si riflette nella modalità di vita della

società contemporanea.

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Ma come possiamo continuare a sentirci menti autonome, cervelli indipendenti, al contempo inseriti nel

tutto, nella quotidianità e in relazione con l’altro?

Forse e fortunatamente non esiste una risposta univoca ed imposta, ma come ha cercato di raccontarci

nelle sue opere e con la sua ricerca Donatella Lombardo: non dobbiamo dimenticare chi siamo e da dove

proveniamo, le nostre origini, la nostra storia, i nostri usi, le nostre tradizioni. Marshall McLuhan sostiene

che l’effetto fondamentale di ogni medium consiste nel mutamento delle proporzioni, del ritmo e degli

schemi che introduce nei rapporti umani. La soluzione forse non esiste, ma ritengo che la strada da seguire

sia quella dell’arte e quindi dell’utopia positiva in relazione con lo spazio: non disimpariamo ad immaginare,

addentriamoci in quella dimensione fantastica, nell’atmosfera sognante che Gaston Bachelard definisce

rêverie, ossia la possibilità di cogliere l’importanza dell’immaginazione, come funzione irreale.

Alberto Mattia Martini

Parma, 5 gennaio 2017

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Percorso espositivo

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I due pannelli sospesi dal soffitto tramite cavi di acciaio evocano il profilo di due colonne greche,

con l'intento di ricordare l'importanza del "medium" ovvero del mezzo che veicola l'informazione,

Colonne mediatiche

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I due pannelli sospesi dal soffitto tramite cavi di acciaio evocano il profilo di due colonne greche, con l’intento

di ricordare l’importanza del “medium” ovvero del mezzo che veicola l’informazione, non solo in qualità

di contenitore, ma anche di supporto che chiede di essere attraversato e osservato consapevolmente.

I frammenti di ipertesto ingabbiati nelle due lastre trasparenti, contengono informazioni tratte dalla “rete

pubblico/privata” del vivere digitale dell’artista, che ha appurato che parte di questi contenuti sono ormai

parte permanente della memoria del web, seppure di difficile reperimento se non attraverso una peculiare

ricerca.

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non solo in qualità di contenitore, ma anche di supporto che chiede di essere attraversato e

osservato consapevolmente. I frammenti di ipertesto ingabbiati nelle due lastre trasparenti,

contengono informazioni tratte dalla "rete pubblico/privata" del vivere digitale dell’artista, che ha

appurato che parte di questi contenuti sono ormai parte permanente della memoria del web,

seppure di difficile reperimento se non attraverso una peculiare ricerca.

Alcune aree digitali sono come piazze vuote, non più attraversate, destinate probabilmente a

cadere nell'oblio, quello che l’artista considera il terzo-luogo della giungla digitale. Mentre altre, 11

non solo in qualità di contenitore, ma anche di supporto che chiede di essere attraversato e

osservato consapevolmente. I frammenti di ipertesto ingabbiati nelle due lastre trasparenti,

contengono informazioni tratte dalla "rete pubblico/privata" del vivere digitale dell’artista, che ha

appurato che parte di questi contenuti sono ormai parte permanente della memoria del web,

seppure di difficile reperimento se non attraverso una peculiare ricerca.

Alcune aree digitali sono come piazze vuote, non più attraversate, destinate probabilmente a

cadere nell'oblio, quello che l’artista considera il terzo-luogo della giungla digitale. Mentre altre,

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ancora di giovane struttura, sono reperibili già nelle primissime pagine dei motori di ricerca, come

Google e Bing. Questi dati si intrecciano ad altri contenuti provenienti dai forum e siti web, che

hanno come tema di discussione il diritto all'oblio, tema che sta scaldando i media e le principali

compagnie di servizi web.

Alcune aree digitali sono come piazze vuote, non più attraversate, destinate probabilmente a cadere

nell’oblio, quello che l’artista considera il terzo-luogo della giungla digitale. Mentre altre, ancora di giovane

struttura, sono reperibili già nelle primissime pagine dei motori di ricerca, come Google e Bing. Questi dati

si intrecciano ad altri contenuti provenienti dai forum e siti web, che hanno come tema di discussione il

diritto all’oblio, tema che sta scaldando i media e le principali compagnie di servizi web.

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Tele-grafiche astrazioni visive

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L’opera “ruba” da Facebook ritagli di chat private, dati personali, oltre che post pubblici e news fornite

dallo stesso social. Grazie alla messa in evidenza di link interni al codice struttura, si evidenzia il raggio

di azione di un colosso dei servizi come Facebook che opera a livello globale. Le informazioni rimaste

imbrigliate nella rete solcano e rompono i confini di uno spazio non logicamente percepibile andando

oltre l’immediatezza del mezzo/supporto che lo veicola. Sulla tela sono stampate e cucite parole e codici

provenienti dal social network. I messaggi appaiono estremamente sintetici, ma è la natura stessa del

medium che lo richiede.

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L'opera “ruba” da Facebook ritagli di chat private, dati personali, oltre che post pubblici e news

fornite dallo stesso social. Grazie alla messa in evidenza di link interni al codice struttura, si

evidenzia il raggio di azione di un colosso dei servizi come Facebook che opera a livello globale. Le

informazioni rimaste imbrigliate nella rete solcano e rompono i confini di uno spazio non

logicamente percepibile andando oltre l'immediatezza del mezzo/supporto che lo veicola. Sulla

tela sono stampate e cucite parole e codici provenienti dal social network. I messaggi appaiono

estremamente sintetici, ma è la natura stessa del medium che lo richiede.

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Frammentarie evoluzioni grafiche/The twitter middle ages

L’opera è composta da tre tele di lino entro le quali alcune forme grafiche si scompongono e si riaggregano

inglobando parole di propaganda e di informazione tratte dalla piattaforma di networking più popolare

del XXI secolo: Twitter. Alcune parti del codice sorgente, assieme a parole e segni grafici di uso comune

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nei linguaggi di programmazione, si mischiano confusamente, mentre appare più volte la parola chiave

“iscriviti”. L’invito a seguire i diversi canali di informazione, le cui tracce si imbrigliano sulla tela come

insegne luminose, va al fruitore/utente. Come direbbe Franco Carlini, lo stile del web è frammentato e a

piccoli bocconi, i twitt visibili nell’opera appalesano una tipica struttura dell’ipertesto. Inoltre, il modo in

cui l’occhio corre sull’immagine/testo nell’opera ha radici percettive: si muove per balzi e in diagonale, in

maniera talvolta un po’ nevrotica alla ricerca dei punti dove vi è un maggiore accumulo di informazioni.

Questo simula il nostro attuale modo abituale di recepire l’informazione online, lontano ormai dalle

modalità di lettura dei libri di testo.

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tracce si imbrigliano sulla tela come insegne luminose, va al fruitore/utente. Come direbbe Franco

Carlini, lo stile del web è frammentato e a piccoli bocconi, i twitt visibili nell'opera appalesano una

tipica struttura dell'ipertesto. Inoltre, il modo in cui l'occhio corre sull'immagine/testo, nell'opera

ha radici percettive: si muove per balzi e in diagonale, in maniera talvolta un po' nevrotica alla

ricerca dei punti dove vi è un maggiore accumulo di informazioni. Questo simula il nostro attuale

modo abituale di recepire l'informazione online, lontano ormai dalle modalità di lettura dei libri di

testo.

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Discontinuità narrative, blog #1

Discontinuità narrative, blog #1

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Discontinuità narrative, blog #2

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Ogni opera è costituita da 2 tele di lino stampate digitalmente, i cui testi sono tratti dai blog di

viaggi, dai più popolari ai meno conosciuti e quasi dimenticati. In esse sono riportate per sommi

capi alcuni appunti, riflessioni, indicazioni e perfino commenti dove si incrociano gli stili narrativi e

le coloriture linguistiche, dove si moltiplicano in maniera eterogenea le modalità espressive e le

diverse lingue parlate. Una sorta di diario elettronico che tiene memoria di queste esperienze

tramite la stampa su tela. Una memoria surrogata e discontinua nel racconto di se stessa e che

assume forma nell'opera, facendosi materia.

Ogni opera è costituita da 2 tele di lino stampate digitalmente, i cui testi sono tratti dai blog di viaggi, dai

più popolari ai meno conosciuti e quasi dimenticati. In esse sono riportate per sommi capi alcuni appunti,

riflessioni, indicazioni e perfino commenti dove si incrociano gli stili narrativi e le coloriture linguistiche,

dove si moltiplicano in maniera eterogenea le modalità espressive e le diverse lingue parlate. Una sorta

di diario elettronico che tiene memoria di queste esperienze tramite la stampa su tela. Una memoria

surrogata e discontinua nel racconto di se stessa e che assume forma nell’opera, facendosi materia.

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Spiritual land/Terra spirituale

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Spiritual land/Terra spirituale

L'opera mette a nudo alcune componenti di vecchie macchine elettroniche, come i rulli di

pressione estratti da una stampante rotta. Ad essi si collega un rotolo di tessuto stampato

digitalmente e cucito in alcune sue parti assieme ad una pagina di carta oleata che evoca la pagina

di un libro ad indicare l'inglobamento della comunicazione analogica (es. i volumen o rotoli, la

stampa a caratteri mobili) nei nuovi media digitali. L’artista ha estrapolato il linguaggio sorgente dal

sito web Alibaba.com. Il nome della compagnia omonima è stato ispirato dalla famosa fiaba Alì

Baba e i quaranta ladroni, dove il protagonista Alì Babà ha il potere di aprire il Sesamo dietro il

quale è nascosto un tesoro. Nella realtà odierna il Sesamo è rappresentato dall’illimitato progresso

scientifico e tecnologico per mezzo dei quali la felicità degli individui appare comparabile alla libera

realizzazione dei propri desideri, bisogni e interessi materiali. Il mito della tecnica sembra profilarsi

come una forma di religiosità digitale. Il titolo dell'opera è quindi una definizione ironica delle

potenzialità offerte dal web.

L’opera mette a nudo alcune componenti di vecchie macchine elettroniche, come i rulli di pressione estratti

da una stampante rotta. Ad essi si collega un rotolo di tessuto stampato digitalmente e cucito in alcune

sue parti assieme ad una pagina di carta oleata che evoca la pagina di un libro ad indicare l’inglobamento

della comunicazione analogica (es. i volumen o rotoli, la stampa a caratteri mobili) nei nuovi media digitali.

L’artista ha estrapolato il linguaggio sorgente dal sito web Alibaba.com. Il nome della compagnia omonima

è stato ispirato dalla famosa fiaba Alì Babà e i quaranta ladroni, dove il protagonista Alì Babà ha il potere

di aprire il Sesamo dietro il quale è nascosto un tesoro. Nella realtà odierna il Sesamo è rappresentato

dall’illimitato progresso scientifico e tecnologico per mezzo dei quali la felicità degli individui appare

comparabile alla libera realizzazione dei propri desideri, bisogni e interessi materiali. Il mito della tecnica

sembra profilarsi come una forma di religiosità digitale. Il titolo dell’opera è quindi una definizione ironica

delle potenzialità offerte dal web.

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Remediation inside the canvas 4

L’opera decompone e assembla pezzi di comunicazione digitale abitualmente recepiti dai fruitori del

web. È costituita da diverse aree tessili sulle quali sono state impresse, tramite un attento lavoro di

editing, le strutture di 4 siti web il cui comune denominatore riguarda il tempo, che a detta del sociologo

Todd Gitlin, viene vissuto in gran parte usando i media col fine di intrattenerci nei momenti di attesa,

accorciare i tempi di produttività sul lavoro, o prolungare il piacere. In Remediation Inside the Canvas 4

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nei momenti di attesa, accorciare i tempi di produttività sul lavoro, o prolungare il piacere. In

Remediation Inside the Canvas 4 i luoghi informatici esplorati sono la video informazione di

cronaca e quella cinematografica, Rai.it e Sky on Demand, simbolo dell'intrattenimento popolare

attuale, il sito web di un quotidiano Il Corriere della Sera e il sito di una delle banche del tempo.

Infine l'utilizzo della fibra ottica che attraversa le parti limitrofe all'opera, delinea i limiti e i confini

di due mondi, quello reale e quello virtuale, la cui struttura portante è il fattore luce.

i luoghi informatici esplorati sono la video informazione di cronaca e quella cinematografica, Rai.it e

Sky on Demand, simbolo dell’intrattenimento popolare attuale, il sito web di un quotidiano Il Corriere

della Sera e il sito di una delle banche del tempo. Infine l’utilizzo della fibra ottica che attraversa le

parti limitrofe all’opera, delinea i limiti e i confini di due mondi: quello reale e quello virtuale, la cui

struttura portante è il fattore luce.

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Inter/Azioni Mediatiche

Inter/Azioni Mediatiche

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Inter/Azioni Mediatiche

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L'opera contiene un’elaborazione di frammenti di testo tratti non solo da una pagina web del

giornale online Il fatto Quotidiano, ma anche da articoli tratti dall'edizione cartacea, tradotti

successivamente nella rispettiva versione virtuale, simulando la pagina web del quotidiano tramite

il codice html stampato digitalmente su tessuto. L'opera si propone come una riflessione

sull’informazione veicolata dalla stampa cartacea e quella dell’edizione digitale, il cui spazio

virtuale è evocato dalla scrittura stampata su carta retroilluminata. Uno spazio che si contrappone

al mondo tiepidamente intimistico ricamato dai fili e aghi che individuano e congelano nel tempo

le parole e i simboli del nostro linguaggio contemporaneo stampato sul tessuto di lino.

L’opera contiene un’elaborazione di frammenti di testo tratti non solo da una pagina web del giornale

online Il fatto Quotidiano, ma anche da articoli tratti dall’edizione cartacea, tradotti successivamente

nella rispettiva versione virtuale, simulando la pagina web del quotidiano tramite il codice html stampato

digitalmente su tessuto. L’opera si propone come una riflessione sull’informazione veicolata dalla stampa

cartacea e quella dell’edizione digitale, il cui spazio virtuale è evocato dalla scrittura stampata su carta

retroilluminata. Uno spazio che si contrappone al mondo tiepidamente intimistico ricamato dai fili e

aghi che individuano e congelano nel tempo le parole e i simboli del nostro linguaggio contemporaneo

stampato sul tessuto di lino.

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Rimediazioni analogiche

Rimediazioni analogiche

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L'installazione si ispira alla Remediation, la teoria avanzata dagli studiosi Jay David Bolter e Richard

Grusin i quali analizzano la struttura multimediale dell’era della digitalizzazione e secondo cui “il

contenuto dei media digitali sono tutti gli altri media (a partire da quelli analogici)”. Da qui il titolo

dell'opera che ricorda come un’esperienza virtuale abbia sempre origine nei dati analogici. L’opera

mostra su di un rotolo di tessuto la frammentazione del codice sorgente del sito ufficiale dedicato a

Marshall Mcluhan e la simulazione del carattere analogico della macchina da scrivere Olivetti

Valentine nella sua versione digitale “rimediata” sul web. I quadratini rosa sono i “glitch error” che

solitamente compaiono sull’interfaccia grafico del computer quando un sistema non ne riconosce

un altro, come in questo caso dove il programma del computer non riconosce alcuni caratteri

dell'Olivetti. I glitch error sono stati simulati tramite un programma di editing così da stamparli su

stoffa assieme alla composizione di testo sulla quale sono ricamati alcuni stralci di partiture

sonore. Il rotolo di stoffa fuoriesce dalla macchina da scrivere indicando il confluire delle

tecnologie di stampa dai formati testuali alle nuove forme di ipertesto dove si evidenzia un tipo di

scrittura non lineare.

L’installazione si ispira alla Remediation, la teoria avanzata dagli studiosi Jay David Bolter e Richard Grusin

i quali analizzano la struttura multimediale dell’era della digitalizzazione e secondo cui “il contenuto dei

media digitali sono tutti gli altri media (a partire da quelli analogici)”. Da qui il titolo dell’opera che ricorda

come un’esperienza virtuale abbia sempre origine nei dati analogici. L’opera mostra su di un rotolo di tessuto

la frammentazione del codice sorgente del sito ufficiale dedicato a Marshall Mcluhan e la simulazione del

carattere analogico della macchina da scrivere Olivetti Valentine nella sua versione digitale “rimediata” sul

web. I quadratini rosa sono i “glitch error” che solitamente compaiono sull’interfaccia grafico del computer

quando un sistema non ne riconosce un altro, come in questo caso dove il programma del computer non

riconosce alcuni caratteri dell’Olivetti. I glitch error sono stati simulati tramite un programma di editing così

da stamparli su stoffa assieme alla composizione di testo sulla quale sono ricamati alcuni stralci di partiture

sonore. Il rotolo di stoffa fuoriesce dalla macchina da scrivere indicando il confluire delle tecnologie di

stampa dai formati testuali alle nuove forme di ipertesto dove si evidenzia un tipo di scrittura non lineare.

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REMEDIATION – allestimento in galleria Spazio Testoni – Partiture Mute

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REMEDIATION – allestimento in galleria Spazio Testoni – Partiture Mute

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REMEDIATION – allestimento in galleria Spazio Testoni – Partiture Mute

Partiture Mute

Il corpus di opere appartenenti al progetto Partiture Mute si distacca solo apparentemente dal resto del

percorso. Da questo progetto prendono forma venti opere, il cui contenuto visivo è tratto da stralci di

partiture musicali appartenenti a diverse compositrici donne, non solo italiane, il cui operato non è ancora

a tutt’oggi pienamente riconosciuto. Molte di loro sono state dimenticate o studiate solo in tempi recenti.

I loro testi e le loro opere infatti non sono popolari. Uno dei casi che si cita per semplificazione fra tutte,

è quello di Augusta Holmés (1847-1903), annoverata secondo gli studi di Gérard Gefen fra una serie di

compositori molto famosi come Beethoven, Wagner, Chopin, ma dimenticata per molto tempo. La musicista

si firmava sotto lo pseudonimo Hermann Zenta, una prassi comune fra le donne compositrici. È per queste

ragioni e per l’interesse verso gli studi di genere che Donatella Lombardo ha preso in considerazione l’idea

di lavorare sui contributi artistici di alcune compositrici donne che fanno parte a pieno titolo della storia

della musica, affinché il loro lascito possa emergere come un omaggio al genio femminile. È doveroso

aggiungere che le musiciste sono state moltissime e hanno popolato il panorama artistico fin dall’antichità.

Pertanto, Donatella Lombardo per queste sue prime opere ha scelto soltanto alcune di loro, nate e vissute

in epoche diverse.

A seguire i loro nomi:

Hildegard von Bingen (1098-1179), Maddalena Casulana (circa 1544-circa 1590), Francesca Caccini (1587-

1640), Lucrezia Orsina Vizzana (1590-1662). Barbara Strozzi (1619-1677), Isabella Leonarda (1620-1704),

Elisabeth-Claude Jacquet De La Guerre (1666-1729), Anna Bon di Venezia (1740 circa - dopo il 1767),

Hensel_Fanny (1805-1847) Maria Giacchino Cusenza (1898-1979, Palermo), Giuseppina Pasculli (primi

’900), Anita Di Chiara (primi ’900), Maria Floritta dei Conti Randazzo Bazzi (primi ’900).

I documenti delle partiture in copia digitale e/o originali sono stati reperiti da Donatella Lombardo nella

Biblioteca Musicale Petrucci e presso la biblioteca del Conservatorio Statale di Musica Vincenzo Bellini di

Palermo, grazie alla collaborazione del Maestro Dario Lo Cicero, mentre altro materiale di studio è stato

gentilmente indicato e offerto dalla Professoressa Annarosa Vannoni del Conservatorio Musicale Giovanni

Battista Martini di Bologna e dalla Presidente Patricia Adkins Chiti della Fondazione Adkins Chiti: Donne in

Musica, con le quali la Lombardo si è confrontata per la realizzazione di questo progetto.

Ogni opera mostra uno stralcio di partitura rielaborato e stampato su lino. Le composizioni sono poi

agganciate ad un supporto di plexiglas tramite viti filettate, mentre la partitura avvolta ad un cuscino

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semi-rigido, è puntellata di spilli creando assieme ai fili e ai fuselli una microstruttura architettonica dal cui

intreccio emerge una mappa sonoro-cromatica dello spirito di queste artiste.

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DONATELLA LOMBARDO

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BIOGRAFIA

Donatella Lombardo nasce ad Erice nel 1980.

Si forma prima all’Accademia di Belle Arti di Bologna, ottenendo il titolo accademico con una tesi dal titolo

Geografie dell’immagine i percorsi del filo. Frequenta la Facoltà di Lettere e Beni Culturali di Bologna,

conseguendo la laurea magistrale in Storia e Conservazione delle Opere d’Arte con una tesi dal titolo La

percezione visiva del colore nei dipinti e gli effetti dei nuovi media nel restauro virtuale, premiata da Soroptimist

(Ravenna) come miglior tesi nell’anno 2012. Partecipa a varie mostre, fra le più recenti collaborazioni si cita

quella con il Museo Riso di Palermo, il Caos, Centro Arti Opificio Siri di Terni e il MAMbo, Museo d’Arte

Moderna di Bologna per il quale svolge attività di co-curatela presentando il progetto Autoritratti I. Nuove

Gen(d)erazioni (2013) e sperimentando la prima collaborazione con Uliana Zanetti, ideatrice dell’intero

progetto Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana contemporanea (2013).

Il percorso di ricerca ha come fondamento lo studio della percezione in relazione all’influenza delle nuove

tecnologie comunicative e l’analisi della loro evoluzione: dalle origini della scrittura alle comunicazioni

digitali. Waltter J. Ong, David Bolter, Richard Grusin e Marshal McLuhan sono alcuni degli autori che hanno

maggiormente influenzato questo percorso. Ed è proprio l’ultimo studioso appena citato ad ispirare l’opera

Il medium è il “messaggio”, vincitrice della prima edizione del Premio Prima Pagina Art Prize, il concorso

promosso da il Resto del Carlino e Quotidiano.Net in collaborazione con la Banca Popolare Emilia Romagna,

che ha avuto luogo presso Arte Fiera 2014 e a cura di Valerio Dehò.

Mostre personali e collettive

REMEDIATION, mostra personale, Galleria Spazio Testoni Bologna, 2016,

Catalogo Spazio Testoni con testo di Alberto Mattia Martini

Premio di Arte Contemporanea Smartup Optima, mostra collettiva a cura di Chiara Pirozzi, Napoli, 2016

NOVE | Davide Bramante +, mostra collettiva, Museo Riso - Museo di Arte Moderna e Contemporanea della Sicilia, Palermo, 2015

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Spazio Temporaneo 1, mostra collettiva, con la collaborazione di Roberto Pugliese e Tamara Repetto, Spazio indipendente, Bologna, 2015

Intrecci Sinergetici, personale, a cura di Chiara Ronchini, Caos Centro Arti Opificio Siri, Terni, 2014

Prima Pagina Art Prize, a cura di Valerio Dehò per Il Resto del Carlino, Arte Fiera, Bologna, 2014

Monumetno ai Bambini, a cura di Giorgia Benedetta Soncin con la collaborazione di Società Cuore di Pietra, Museo di Arti e Mestieri Pietro Lazzarini, Pianoro, Bologna, 2013

Nel Segno il Perché di Sempre, mostra collettiva, a cura di Anna Soricaro, Centro culturale Zerouno, Barletta, Bari, 2012

Aracne e Penelope, mostra collettiva, a cura di Jessica Forlai e Caterina Morelli, Centro Culturale Montanari, Bologna, 2011

Solo show, Ina Assitalia per i Giovani, Ina Assitalia, Bologna, 2009

Third Competition Lallo Girardi, mostra collettiva, Galleria 18, Bologna, 2009

Metamorfosi e Verosimiglianze, mostra collettiva, a cura di Franchino Falsetti, Galleria 18, Bologna, 2009

PLAS, mostra collettiva, Castellammare del Golfo, Trapani 2007

Premio Morandi, mostra collettiva, Museo Morandi, Sala d’Ercole di Palazzo D’Accursio, Bologna, 2007

Altre attività

Costruisci la tua girandola, workshop con la collaborazione di Associazione Cuore di Pietra, Museo di Arti e Mestieri Pietro Lazzarini, prima edizione 2013; seconda edizione 2014; terza edizione 2015; quarta edizione 2016

Autoritratti I. Nuove Gen(d)erazioni, a cura di Donatella Lombardo - Giorgia B. Soncin, in collaborazione con MAMbo, Museo d’Arte Moderna Bologna, promosso da Bologna Fine Arts Academy, Art City, Bologna, 2013

Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana Contemporanea, a cura di Uliana Zanetti, MAMbo, Museo d’Arte Moderna Bologna, 2013

Premi

Primo Premio Prima Pagina Art Prize, Il Resto del Carlino e il Quotidiano.Net, Arte Fiera, Bologna, 2014

Primo Premio Soroptimist (Ravenna): per la miglior tesi di laurea dell’anno 2012 sul tema:La percezione visiva del colore nei dipinti e gli effetti dei nuovi media nel restauro virtuale.

Premio di Arte Contemporanea Smartup Optima, selezionata tra i finalisti, Napoli, 2016

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Premio Fondazione Henraux, selezionata tra i finalisti, Querceta (LU), 2014

Illustrative award, selezionata tra i finalisti, Berlino, 2012

Premio Morandi, selezionata tra i finalisti, Museo Morandi, Sala d’Ercole di Palazzo D’Accursio, 2007

Pubblicazioni

Davide Bramante I Nove, Alfa edizioni & Glifo Edizioni, 2015

Ri-mediazioni del reale - I linguaggi tessili di Donatella Lombardo di Felice Moramarco, Artwort, 4 febbraio 2015/ February 2015

Reflections on Process in Sound, From Carla Lonzi’s Autorittratto to come una possibilità di incontro, Elena Biser-na, Rita Correddu and Lucia Farinati in conversation as a part of As a possibility of an encounter, a collective reading of the book Autoritratto (Self-portrait) by Carla Lonzi, 2014

Il Resto del Carlino, 31 gennaio 2014, n. 20Convivio immaginario. Da Autoritratto di Carla Lonzi a come una possibilità di incontro, Undo.net, 31 gennaio 2014

Cuore di Pietra. Artisti 2013, catalogo, 2013

Il colore nei nuovi media e le conseguenze sulla pratica del restauro pittorico, D. Lombardo, G. Maino, in Colori e Colorimetria, Contributi Multidisciplinari a cura di M. Rossi e A. Siniscalco, Firenze, 2013

Sul restauro digitale di foto storiche, D. Lombardo, G. Arvizigno, M. P. Monti, G. Maino, Cantieri SISF, Società Italiana per lo Studio della Fotografia, Ravenna, 2013

Autoritratti. Iscrizioni del femminile nell’arte italiana Contemporanea, Corraini edizioni, 2013

Metamorfosi e Verosimiglianze, catalogo a cura di F. Falsetti, 2007

Premio di incisione Giorgio Morandi, catalogo, 2006

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CATALOGO OPERE

MOSTRA

REMEDIATION

Galleria SPAZIO TESTONI Bologna

12 Novembre 2016 - 14 Gennaio 2017

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Colonne mediatiche

pannelli in plexiglas, stampa digitale su lino e cavi di acciaio, cm. 153x59x0,8 - 2016

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Tele-grafiche astrazioni visive

Stampa digitale su lino, ago e filo colorato, legno, cm. 120x80x4,5 - 201661

Colonne mediatiche

pannelli in plexiglas, stampa digitale su lino e cavi di acciaio, cm. 153x59x0,8 - 2016

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Tele-grafiche astrazioni visive

Stampa digitale su lino, ago e filo colorato, legno, cm. 120x80x4,5 - 2016

Frammentarie evoluzioni grafiche/ The twitter middle ages

stampa digitale e cucito su stoffa, lino, tessuto adesivo, ago, filo e legno cm. 100x100x4 - 2016

Frammentarie evoluzioni grafiche/ The twitter middle ages

stampa digitale e cucito su stoffa, lino, tessuto adesivo, ago, filo e legnocm. 100x100x4,5 - 2016

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Discontinuità narrative, blog #1

stampa digitale e cucito su stoffa, lino, tessuto adesivo, ago, filo e legnocm.131x105x4,5 - 2016

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Discontinuità narrative, blog #1

stampa digitale e cucito su stoffa, lino, tessuto adesivo, ago, filo e legno cm.131x105x4,5 – 2016

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Discontinuità narrative, blog #2

stampa digitale e cucito su stoffa, lino, tessuto adesivo, ago, filo e legnocm. 135x100x4,5 - 2016

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Spiritual land/Terra spirituale

rulli di pressione, ricamo, stampa digitale su stoffa e su carta, quadro a led, plexiglascm. 40x70x10 - 2016

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Spiritual land/Terra spirituale

rulli di pressione, ricamo, stampa digitale su stoffa e su carta, quadro a led, plexiglas

cm. 40x70x10 – 2016

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Remediation inside the canvas 4

Stampa digitale e ricamo, lino, legno, fibra ottica, circuito a led (luce naturale),guaina termo-restringente, cavo elettrico.

cm. 186x178x4,5 - 2016

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Remediation inside the canvas 4

Stampa digitale e ricamo, lino, legno, fibra ottica, circuito a led (luce natural), guaina termo-restringente, cavo elettrico.

cm. 186x178x4,5 - 2016

Inter/Azioni Mediatiche

stampa digitale su stoffa e su carta, cucito, quadro luminoso, legno, cavo elettrico cm. 91x86x4,5 - 2016

Inter/Azioni Mediatiche

stampa digitale su stoffa e su carta, cucito, quadro luminoso, legno, cavo elettricocm. 91x86x4,5 - 2016

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Rimediazioni analogiche

macchina per scrivere modello Olivetti Valentine, rotolo di stoffa, stampa digitale, ricamo, ago, filo colorato,

supporto di legno cm. 90x145x40 - 2015

Rimediazioni analogiche

macchina per scrivere modello Olivetti Valentine, rotolo di stoffa, stampa digitale,ricamo, ago, filo colorato, supporto di legno

cm. 90x145x40 - 2015

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PARTITURE MUTELa didascalia di identificazione dei singoli pezzi segue questo ordine:

Numero partituraNome compositrice

Titolo Opera musicaleAnno di realizzazione, dove è noto, oppure “n.d”

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Partitura n.1 Hildergard von Bigen The Symphonia armonie celestium revelationum, and Ordo virtutum (primo stralcio) ca.1175–1190 48x20x13 cm circa (incl. Fuselli, n. 3)

Partitura n. 1

Hildergard von BigenThe Symphonia armonie celestium revelationum, and Ordo virtutum (primo stralcio)ca. 1175-119048x20x13 cm circa (incl. fuselli, n. 3)

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Partitura n. 2

Hildergard von BigenThe Symphonia armonie celestium revelationum, and Ordo virtutum (secondo stralcio)ca. 1175-119047x20x12 (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 3

Barbara StrozziIl Primo Libro de Madrigali - SopranoFirst Edition_Edizione Vincenti164443x20x12 cm (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 4 Elisabeth Claude Jacquet De La Guerre Manoscritto Sonates_pour_le_Viollon_et_pour_le_Clavecin pag. 75 (Primo stralcio) 1707 42x20x12 cm (Incl. Fuselli, n. 2)

Partitura n. 4

Elisabeth Claude Jacquet De La GuerreManoscrittoSonates_pour_le_Viollon_et_pour_le_Clavecin pag. 75 (Primo stralcio)170742x20x12 cm (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 5

Elisabeth Claude Jacquet De La GuerreManoscrittoSonates_pour_le_Viollon_et_pour_le_Clavecin, pag. 75 (Secondo stralcio)170746x20x12,5 cm (incl. fuselli, n. 4)

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Partitura n. 6

Maria Floritta dei Conti Randazzo BazziElegia, edizione a cura della casa Monzino e Garlandini, pag. 1 (primo stralcio)193741x20x12,5 cm circa (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 7

Maria Floritta dei Conti Randazzo BazziElegia, edizione a cura della casa Monzino e Garlandini, pag. 2 (secondo stralcio)193753x20x12 cm (incl. n. 4 fuselli)

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Partitura n. 8

Anna BonPrima Edizione6 Sonatas for Harpsichord/ Sei sonate per il Cembalo, p. 3 (Primo stralcio)175743x20x12,5 circa (incl. fuselli, n. 4)

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Partitura n. 9

Anna BonPrima Edizione6 Sonatas for Harpsichord/ Sei sonate per il Cembalo, p. 16 (Secondo stralcio)175747x20x11 cm (incl. fuselli, n. 3)

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Partitura n. 10

Maria Giacchino CusenzaPreludio e fuga in Sol minore193660x20x11,5 cm (incl. fuselli, n. 3)

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Partitura n. 11

Maria Giacchino CusenzaSei personaggi in cerca di esecutori194848x20x12cm (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 12

Giuseppina PasculliOmaggio a Chopin: Mazurka-capriccio per pianoforte191243,5x20x12 circa (incl. fuselli, n. 4)

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Partitura n. 13

Maddalena CasulanaMadrigali a quattro voci libro 2157045x20x12 circa (incl. fuselli, n. 3)

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Partitura n. 14

Francesca CacciniFirst editionDelle musiche a una e due voci161843x20x12,5 (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 15

Di Chiara AnitaCantu di carritteri (musiche Di Chiara, parole I. Buttitta), p. 1 (stralcio 1)193045,5x20x11,5 circa (incl. fuselli, n. 3)

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Partitura n. 16

Di Chiara AnitaCantu di carritteri (musiche Di Chiara, parole I. Buttitta), p. 2 (stralcio 2)193049x20x12,5 cm (incl. fuselli, n. 4)

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Partitura n. 17

Lucrezia Orsini Viziani (?)Domine dominus noster. A tre voci.Canto, Soprano e Tenore162353x20x12,5 cm (incl. fuselli, n. 4)

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Partitura n. 18

Isabella LeonardaMottetti a voce sola167645x20x13 cm (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 19

Hensel_FannyLieder fuer das Pianoforte Bote Pastorella185249x20x13 circa (incl. fuselli, n. 2)

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Partitura n. 20

Hensel_Fanny4 Lieder for Piano, Op. 2n.d. [1846]58x20x12,5 (incl. fuselli, n. 4)

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Indice

Presentazione di Paola Veronesi Testoni ......................................................................................... pag. 3

Rêverie di Alberto Mattia Martini .................................................................................................... » 5

Percorso espositivo .......................................................................................................................... » 9

Donatella Lombardo ........................................................................................................................ » 55

Catalogo opere REMEDIATION - Galleria Spazio Testoni Bologna .................................................... » 59

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