È magazine n°0

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La rivista La rivista del forum! del forum! È È Magazine Magazine Recensioni, Consigli agli scrittori, Il bar sotto il Recensioni, Consigli agli scrittori, Il bar sotto il mare di Stefano Benni: dalla lettura di gruppo agli mare di Stefano Benni: dalla lettura di gruppo agli esercizi di scrittura ispirati al testo, intervista a esercizi di scrittura ispirati al testo, intervista a Dunwich Edizioni, racconti e tanto altro! Dunwich Edizioni, racconti e tanto altro! Numero 0 – Novembre 2014 In questo numero: In questo numero: Halloween: Creep Advisor il bando completo! escrivere.com escrivere.com Pumpkin Pie: Pumpkin Pie: la ricetta perfetta la ricetta perfetta per le feste per le feste

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È Magazine è frutto della collaborazione di un bel gruppo di persone: utenti e staffer hanno lavorato insieme con entusiasmo per dare vita a questo progetto meraviglioso. Si tratta di una rivista aperiodica, che uscirà solo in determinate “occasioni speciali”. Abbiamo scelto di dedicare questo primo numero alla festività di Halloween, quindi all’interno troverete recensioni, racconti, dossier, contenuti speciali sugli autori che hanno fatto la storia, illustrazioni, foto e persino ricette… tutti incentrati sul mondo dell’orrore. In più ci siamo occupati anche di editoria, ovviamente, quindi potrete leggere l’intervista alla casa editrice Dunwich Edizioni, il resoconto sulla Fiera del Libro di Francoforte, notizie sui concorsi letterari e sulle nuove uscite e tanto altro. E, in mezzo a tutto questo ben di Dio, ci sarà il Bando Ufficiale del concorso Creep Advisor, la prossima antologia di racconti targata escrivere.com!

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La rivistaLa rivistadel forum!del forum!

ÈÈ MagazineMagazine

Recens ion i , Cons ig l i ag l i s c r i t to r i , I l bar so t to i l Recens ion i , Cons ig l i ag l i s c r i t to r i , I l bar so t to i l mare d i S te fano Benni : da l l a l e t tura d i g ruppo ag l i mare d i S te fano Benni : da l l a l e t tura d i g ruppo ag l i e se rc i z i d i s c r i t tura i sp i rat i a l t e s to , in terv i s ta a ese rc i z i d i s c r i t tura i sp i rat i a l t e s to , in terv i s ta a

Dunwich Ediz ion i , raccont i e tanto a l t ro !Dunwich Ediz ion i , raccont i e tanto a l t ro !

Numero 0 – Novembre 2014

In questo numero:In questo numero:

Halloween:

Creep Ad

visor

il bando completo!

escrivere.comescrivere.com

Pumpkin Pie:Pumpkin Pie: la ricetta perfetta la ricetta perfetta

per le festeper le feste

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Oggi è un grande giorno perché nasce la rivista di È scrivere!

E in quale altro modo potevamo chiamarla se non È Magazine?

È Magazine è frutto della collaborazione di un bel gruppo di persone: utenti e staffer hanno lavorato insieme con entusiasmo per dare vita a questo progetto meraviglioso.

Si tratta di una rivista aperiodica, che uscirà solo in determinate “occasioni speciali”.

Abbiamo scelto di dedicare questo primo numero alla festività di Halloween, quindi all’interno troverete recensioni, racconti, dossier, contenuti speciali sugli autori che hanno fatto la storia, illustrazioni, foto e persino ricette… tutti incentrati sul mondo dell’orrore. In più ci siamo occupati anche di editoria, ovviamente, quindi potrete leggere l’intervista alla casa editrice Dunwich Edizioni, il resoconto sulla Fiera del Libro di Francoforte, notizie sui concorsi letterari e sulle nuove uscite e tanto altro.

E, in mezzo a tutto questo ben di Dio, ci sarà il Bando Ufficiale del concorso Creep Advisor, la prossima antologia di racconti targata escrivere.com!

Sulle recensioni:

In questo numero della rivista abbiamo voluto dare spazio alle antologie horror uscite di recente che ci sono maggiormente piaciute, ma potete trovare tutte le altre nostre recensioni (singole, doppie a anche triple) sul blog alla voce Recensioni!

Sui racconti:

I mini racconti di Irene Quintavalle sono stati presi direttamente dal forum di escrivere.com Il primo era stato scritto per uno dei nostri Laboratori di scrittura, mentre il secondo era stato postato nella sezione Racconti. Li abbiamo scelti perché ci piacevano, tanto che ce li ricordavamo nonostante fossero stati inseriti sul sito parecchio tempo fa.

I mini racconti di Roberto Ciardiello sono testi vincitori del Premio Scheletri 2013 del portale scheletri.com e del concorso 50 Schegge del Terrore del portale letteraturahorror.it e ci sono stati forniti su nostra richiesta perché conosciamo Roberto e la sua abilità con questo genere, a lui molto affine.

Per mettervi in contatto con noi, vi basta inviare una mail all'indirizzo: [email protected] oppure compilare il form di contatto che trovate sul nostro sito.

Editoriale

È Magazine - Rivista digitalePubblicazione aperiodica – n.0, novembre 2014

Redazione: Luna, Silver, NerinaProgetto grafico, grafica e impaginazione: LunaCopertina: LunaImmagine di copertina: Petr Kratochvil

Hanno scritto per noi: Bee, Guerino Di Mattia, Irene Quintavalle, Ariendil, Diana-Blues, Roberto Ciardiello, Karin Arreghini, Luna, Silver e Nerina

Illustrazione a tema: Michele D'Angelo

Redazione escrivere.com

Quindi, cosa state aspettando?Iniziate a leggere È Magazine. Non ve ne pentirete!

Luna

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Editoriale

Scatoloni in soffittaI nostri consigli agli scrittori

Dossier: SamhainLa festività celtica

Dossier: Fiera del libro di FrancoforteIl resoconto di chi ci è stato

Il bar sotto il mare di Stefano BenniDalla lettura di gruppo all'esercizio di scrittura che è nato

Speciale Lovecraft e poeI maestri dell'orrore

Creep AdvisorIl bando completo e le informazioni per partecipare

Intervista a Dunwich edizioni

Racconti da pauraL'horror secondo noi

RecensioniLe migliori antologie “da brivido”

Recensioni - Speciale serie tvLe migliori serie tv “da brivido”

Horror story10 consigli per scriverne una

La Dama bianca, lo Yurei e l'anguanaLe figure dell'orrore meno abusate

Ricetta di Halloween: Pumpkin pieCrostata a tema

Concorsi

nuove uscite

credits

Sommario

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Prontuario Per il Perfetto Scrittore: tecniche da sfruttare

La sospensione dell'incredulità

Non è propriamente una tecnica, quanto una sorta di “patto” che si stipula tra lo scrittore e il lettore (in special modo nella letteratura fantastica).

Il lettore accetta di sospendere la propria incredulità per tutta la durata della lettura, abbandonando temporaneamente le regole logiche e gli schemi mentali a cui si affida di solito. Come se dicesse allo scrittore “dal momento in cui comincio a leggerti, credo a tutto quello che mi racconti”.

Ad esempio, leggendo un romanzo di fantascienza accetterà l’esistenza di navicelle spaziali, armi laser, teletrasporto e simili tecnologie, pur sapendo che nella realtà non esistono. Leggendo un romanzo fantasy accetterà l’esistenza di animali parlanti, elfi, fate, poteri magici o altri elementi che non ci sono nel suo mondo.

Questo patto funziona bene – e rimane un processo spontaneo da parte del lettore – fintanto che lo scrittore inserisce gli elementi che potrebbero creare incredulità in uno scenario plausibile e verosimile, in cui questi elementi risultano perfettamente credibili.

Per dirla in modo semplice: se ambiento la storia dell’impiegato Marco in un mondo futuristico e ipertecnologico – e descrivo quel mondo, i mezzi di trasporto, i cibi, i vestiti, la politica, l’intrattenimento, fino a renderlo realistico – il lettore non troverà strano il fatto che un giorno Marco, tradito dalla moglie, scappi su Marte con la sua navicella monoposto e si rifaccia una vita come estrattore di silicati al fianco di una bella droide.

Il problema nasce quando inserisco nella mia storia degli elementi che il lettore non riconosce come parte del mondo che gli sto raccontando.

Se Marco è un modesto impiegato, giacca cravatta e polpettone la domenica, abitudinario, noioso e prevedibile, incapace anche solo di aggiustare il lavello che gocciola, e quando scopre il tradimento della moglie gli faccio prendere in mano un coltello da caccia e glielo faccio lanciare con precisione millimetrica nel mezzo della fronte della donna da una distanza di sedici metri… ho creato una scena molto più irreale che non spedendolo su Marte.

Il mio lettore, che finora ha letto di un uomo banale, fuori forma, amorfo e incapace, non troverà credibile che quello stesso uomo abbia le abilità di un cecchino ninja.

In quel momento, l’incredulità tornerà a dirigere i suoi pensieri, e il patto sarà rotto.

Attenzione: la sospensione dell’incredulità non si crea solo in quegli scritti ambientati in mondi o epoche diversi dai nostri. Si percepisce in maniera decisamente minore, ma c’è, in qualsiasi testo in cui appaiono dei personaggi. Quale sia la loro natura, la loro forma, il mondo in cui vivono e la realtà che li circonda, poco importa. Importa solo che si comportino come il lettore si aspetta facciano, in base alla caratterizzazione che ho dato loro e a come li ho presentati.

Non cambia niente se Marco è un impiegato terrestre del 1998, se è l’ultimo discendente di una casata guerriera nel mondo di Mithrilum, se è un alieno mutaforma nella Galassia 6390G9X sconvolta dalla tempesta magnetica dell’ottavo anno della sesta luna del calendario Tretziano, o se è un topo killer in un mondo di gatti.

Ciò che conta è che si comporti in maniera consona al carattere che gli ho dato, senza scarti improvvisi, cambiamenti inspiegabili o manifestazioni di una personalità che non dovrebbe avere.

Scatoloniin soffittaConsigli di

Consigli di

scrittura!scrittura!

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Scatoloniin soffitta

Se è un impiegato annoiato non sa lanciare i coltelli. Se è un guerriero di sangue nobile non piange quando si sbuccia un ginocchio. Se è un alieno mutaforma malinconico sospira, qualunque sia la forma che assume.

Se (ogni riferimento è puramente casuale) descrivo un guerriero che piange quando si sbuccia un ginocchio, il lettore si accorgerà che qualcosa non torna e puff, addio patto di sospensione.

Come evitare che il patto si rompa?

C’è un unico modo: dare alla vostra storia la coerenza necessaria perché nulla risulti “strano” o “fuori posto” o, per l’appunto, “incredibile”.

Non esistono altri trucchi, mi dispiace.

Il cliffhanger

Letteralmente, colui che si aggrappa al precipizio.

Ma la traduzione effettiva è situazione mozzafiato.

In letteratura è una tecnica efficace e molto usata per tenere viva l’attenzione del lettore: si chiude il capitolo interrompendo bruscamente una scena ricca di pathos o poco prima di un colpo di scena.

Si crea così quella suspense che obbliga il lettore a girare pagina.

Tecnica conosciutissima in ambito televisivo, dato che la maggior parte dei telefilm e delle telenovelas ne abusa, concludendo le puntate a metà di una scena che gli spettatori bramano di vedere intera e di cui scopriranno la fine solo guardando la puntata successiva.

La sua efficacia letteraria raggiunge il picco massimo nei romanzi che seguono le vicende di diversi personaggi, uno alla volta, per poi farli riunire verso la fine.

Se avete mai letto un libro scritto in questo modo vi sarete accorti che, nove volte su dieci, la storia di Tizio si interrompe in un punto importante o interessante per poi passare alla storia di Caio, che a sua volta proseguirà fino a una svolta e in quel punto preciso verrà interrotta, diventerà la storia di Sempronio… e così via.

Infatti, un romanzo scritto bene che ha questi continui cliffhanger di solito non si riesce più a chiuderlo.

Certo, non se ne può abusare. Se concludo tutti i miei capitoli con un cliffhanger il mio lettore non sarà morbosamente curioso, sarà incacchiato come una biscia.

Come per (quasi) tutte le cose, va usato con moderazione, ma va usato: può rendere più avvincente una scena, può spezzare con furbizia un capitolo troppo lungo o può rivelarsi un asso nella manica assolutamente vincente.

Questa piccola guida è opera di:

Bee

Per altre informazioni e per dare un'occhiata a tutte le nostre guide alla scrittura, vi consiglio di andare alla sezione degli Scatoloni in soffitta sul nostro forum.

Consigli di Consigli di

scrittura!scrittura!

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Dossier

Spiriti. Maschere. Zucche.

Una volta era Samhain.

Era il capodanno celtico, inizio e fine della ruota dell’anno, della vita e di ogni cosa. Segnava l’inizio dell’inverno, l’inizio della stagione rigida e buia, l’inizio della contemplazione, della solitudine e dell’attesa.

Allo stesso tempo, era la fine del calore del sole e della luce, la fine dei pascoli e dei raccolti. Molti non avrebbero superato i mesi freddi, molti altri invece avrebbero visto i germogli dei semi custoditi dall’inverno e ne avrebbero celebrato la nascita a Baltane, l’altra notte di forte valenza simbolica, sulla parte opposta della ruota dell’anno.

In bilico tra fine e inizio, tra vita e morte, Samhain aveva un significato profondo dal punto di vista spirituale che la collocava in un mondo a metà tra quello dei vivi e quello dei morti, già oltre l’anno appena trascorso ma non ancora parte di quello a venire. Sahmain era in un luogo che non esisteva nello spazio e nel tempo o, forse, erano lo spazio e il tempo a non esistere a Samhain.

Il sole è calato in fretta e le stelle iniziano già ad accendersi. Sopra le vostre teste domina Cassiopea, che ospita il trono della Grande Madre, mentre sull’orizzonte settentrionale sono andate ad accucciarsi le due Orse.

Antares, la stella di inizio novembre, si leverà solo all’alba e saranno in pochi a vederla brillare, un attimo prima che la luce del giorno venga a toglierle la scena. Voi non sarete tra questi. Voi stasera non vedete l’ora di tornare a casa, togliervi di dosso i mantelli e scaldarvi al tepore del camino. Ci rimarrete tutta la notte e uscirete solo quando il sole sarà alto, Antares sarà sbiadita e gli spiriti saranno tornati a gozzovigliare nell’Annwn, dimenticandosi di nuovo del vostro mondo.

Allungate il passo verso casa. Stasera è Samhain. Stasera il confine tra il regno dei vivi e quello dei morti è labile, le barriere si sfaldano, i due mondi si incontrano.

Le feste dei giorni precedenti vi sembrano già appartenere al mito, eppure solo poche ore fa la vita nei villaggi era in fermento: erano stati scelti gli animali da tenere nelle stalle, era stata macellata la carne, era stato riposto il grano nelle dispense. Tavolate di cibo e bevande erano state imbandite. Si erano riunite le ultime assemblee dell’anno, erano anche stati svolti i tradizionali rituali di divinazione usando i frutti del raccolto.

La festivitàLa festività

celtica!celtica!

SamhainSamhain

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Dossier

Avevate visto coppie di sposi arrostire le noci e cercare nel movimento dei gusci la conferma del loro amore. E l’amore era stato al centro anche dei rituali con le mele. Alcune erano state immerse in catini pieni d’acqua e molti tra giovanotti e fanciulle si erano chinati per essere i primi ad afferrarle con i denti, nella speranza di sposarsi entro l’anno. Voi, invece, le mele le avevate sbucciate e poi eravate rimasti col coltello in mano, in attesa, mentre veniva calcolata la lunghezza delle vostre vite sulla base di quella delle strisce di buccia appena tagliate.

Le fattorie e i villaggi erano un tripudio di gente e di voci, ma soprattutto di fuochi. Ne avevate visti a centinaia, alimentati con le ossa degli animali abbattuti, e assieme a uomini, donne, bambini e bestie eravate passati in mezzo a coppie di falò per purificare la vostra anima.

Ma tutto questo appartiene già al passato: la notte di Samhain è una notte buia e silenziosa.

Ogni fuoco è stato spento, eccetto il Fuoco Sacro sulla collina di Tara. È la nuova fiamma che darà calore a tutti i focolari domestici. Come gli altri, la trasportate nelle vostre case all’interno di rape o zucche svuotate e intagliate, le samhnag, che illuminano la via come lanterne e vi proteggono dagli spettri come scudi di luce.

Aperte le porte tra i mondi, gli spiriti camminano ormai liberamente tra i mortali, li avvicinano, li circuiscono con promesse e inganni. Invitano chiunque incontrino per strada a seguirli nell’Annwn per trascorrere insieme l’inverno che verrà. Non è la notte migliore per passeggiare al chiaro di luna, per cui ora quasi correte.

Vedete già le prime case del vostro villaggio. La maggior parte delle persone stanno unendo alle vecchie braci il Fuoco Sacro di Tara.

Qualcuno ha lasciato all’esterno cibo e birra per gli spiriti degli antenati, ma nessuno aprirà la porta se sentirà bussare né risponderà ai richiami di voci familiari che sussurrano nella notte. Dalle finestre spuntano le rape e le zucche che, ora che le guardate bene, con quelle fessure intagliate somigliano proprio a un volto.

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Questo testo è stato scritto da:

Ariendil

Non perdete troppo tempo a guardarle: chi è ancora per le strade cammina con i morti. Per non essere riconosciuto come vivo e mimetizzarvi tra loro, più che per spaventarli, vi dipingete il viso di nero usando le ceneri di un fuoco spento. Altri lo hanno già fatto, altri ancora girano con il volto nascosto da un velo o indossano una maschera. Vi è quasi impossibile distinguere mortali e spiriti.

Gli unici che riconoscete facilmente sono i druidi. Solo loro si avventurano nel buio con la faccia scoperta durante la notte di Samhain e vanno a riunirsi laddove scorrono le linee di forza della natura per celebrare un nuovo giro della ruota dell’anno. Ma ciò che fanno nei vecchi boschi sacri è un mistero che Samhain conserva per sé. Forse un giorno lo scoprirete.

Non ora. Ora siete a casa.

La festivitàLa festività

celtica!celtica!

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Dossier

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Il foto racconto

Il foto racconto

di chi ci è stato!

di chi ci è stato!

Silver in missione alla Frankfurter Buchmesse 2014 –

La fiera internazionale del libro di Francoforte (Germania)

Il giorno del mio compleanno mia sorella mi ha regalato due biglietti per la Frankfurter Buchmesse, ben sapendo che mi avrebbe resa felice. E infatti aveva ragione, ero contentissima di poter finalmente visitare quella che è la più grande fiera del libro d’Europa.

Qualche anno fa ho avuto la fortuna di essere presente anche al Salone del libro di Torino, non so quanto sia cambiato negli ultimi anni, ma la differenza fra l’evento tedesco e quello italiano è enorme! Soprattutto se pensiamo che la Fiera di Francoforte è indirizzata principalmente agli addetti ai lavori (autori, editor, editori, agenti letterari, ecc.), che hanno accesso esclusivo per i primi tre giorni, mentre il pubblico può entrare solo sabato e domenica. In più è un evento internazionale, ossia sono presenti case editrici da tutto il mondo.

Più che un resoconto in parole, sarà una carrellata di foto accompagnate da didascalie in cui vi racconterò cosa state guardando. Non sono una fotografa di professione, né un’appassionata di fotografie. Abbiate pazienza, ho scelto quelle che ritenevo fossero le migliori.

Iniziamo!

Francoforte, una delle città più ricche della Germania, ma a detta di molti che ci sono stati, anche una delle più brutte. Io vi metto una foto che ho fatto dalla Fiera, a me così male non sembra, ma mentre giravamo per i parcheggi in effetti non ci ha fatto una bellissima impressione. È una città industriale e si vede. Ma dalla Fiera abbiamo avuto una buona panoramica, dai:

Anche qui, come vedete, Maze Runner (dell'autore James Dashner) viene pubblicizzato soltanto un pochino...

Un’altra foto molto bella per ciò che rappresenta: la biblioteca all’aperto. Stadtlesen è un programma a cui hanno partecipato diverse città e che consiste nell’allestire una piccola biblioteca in centro e lasciare che i passanti si fermino a leggere. Guardate che bellezza:

Essendo ormai partita con le foto dell’esterno, vi mostro l’angolino dei cosplayer. Non ricordo di averne visti tantissimi alla Fiera di Torino, solo che a essere sincera me ne aspettavo molti di più a Francoforte. Il cosplay più in voga quest’anno sembra essere stato quello di Shingeki no Kyojin (L’attacco dei giganti), di Hajime Isayama, ma non mancavano Naruto, Sasuke, le Sailor, i Pokemon, Super Mario e altri che non ho riconosciuto, alcuni dei quali davvero bellissimi.

Frankfurter Buchmesse 2014

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DossierIl foto racconto

Il foto racconto

di chi ci è stato!

di chi ci è stato!

Bene, ma spostiamoci finalmente all’interno!Piccola premessa: la Fiera si divide in “Hallen”, ossia in sale.

Le sale da visitare erano la 3 (su due piani), la 4 (su tre piani), le 5, 6, e 8 (tutte su due piani, no, niente 7). Per fortuna io e mia sorella avevamo un giorno e mezzo di tempo. Le sale 3 e 4 erano dedicate all’editoria tedesca, al selfpublishing e alle agenzie letterarie. Le altre erano riservate all’editoria internazionale. Il sabato abbiamo passato solo il pomeriggio alla Fiera, quindi abbiamo pensato di visitare prima la zona tedesca.

Willkommen!

Una delle più grandi case editrici tedesche è la Egmont, con tutti i suoi marchi.

Qui vedete Egmont Lyx, che si dedica ai romance di tutti i generi e da qualche tempo anche al thriller. Lyx sta andando davvero benissimo, io stessa ho acquistato dei loro libri: i prezzi sono accessibili, essendo tascabili ci aggiriamo intorno ai 9,90 €, e i testi curati. Mi piace.

Questa, invece, è la Egmont Manga, dove ho svuotato la maggior parte delle mie tasche.

P.s.: Lo so, la foto non è il massimo, ma provate voi a farne una decente con tutta la gente che si metteva in mezzo...

La Egmont Manga ha portato in Germania finalmente il primo volume di No. 6 (di Atsuko Asano e Hinoki Kino), che io giustamente ho subito acquistato!

Alla Egmont Manga (e fumetti) c’era un gran movimento, il primo giorno era così affollato che non sono riuscita a fare una foto decente, ma il secondo l’ho beccato e lui… ha beccato me che lo fotografavo. Di chi parlo? Di Don Rosa, il creatore, autore e disegnatore di Paperino e di tutti i paperi Disney. Era lì che firmava autografi. E io ero lì che lo fotografavo:

Penhaligon Verlag invece ci porta Martin. Sì, lui, George R. R. Martin, e le sue Wild Cards, subito finite nelle mie manine (ok, in quelle di mia sorella, ma tanto nelle mie ci finiscono in ogni caso).

Arriviamo alla Halle 4, dopo aver visitato la parte dedicata agli editori conosciuti, e aver trovato presso un’altra grande casa editrice tedesca, la Dumont, un nuovissimo libro di Haruki Murakami…

Frankfurter Buchmesse 2014

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DossierIl foto racconto

Il foto racconto

di chi ci è stato!

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… e uno che mi sarebbe piaciuto leggere:

Nella Halle 4, visitiamo la zona dedicata al selfpublishing. Pensavamo di trovare autori tutti in agitazione, attenti a presentare i loro libri, insomma tanto movimento. Invece abbiamo trovato una noia tremenda, un silenzio tale che pensavamo quasi di essere uscite dalla Fiera. L’unica cosa buona è stata questa:

Qualcuno – a quanto pare di Tredition, che io personalmente non conosco – stava tenendo una conferenza sui vari aspetti dell'autopubblicazione, su come muoversi e promuoversi.

Concludo il resoconto sul primo pomeriggio con questa foto: un salottino letterario. La Fiera aveva un sacco di posti a sedere, di bar da cui prendere da bere, insomma c'era la possibilità di fermarsi e conversare, sfogliare, leggere. E questi posti erano molto eleganti, tranquilli, puliti e ben illuminati.

Di sicuro mancavano a Torino.

Secondo giorno di Fiera: il nostro viaggio per il mondo ha inizio. E partiamo da qui, ovviamente:

Nel caso non dovesse vedersi bene, c’è scritto anche Italy fra i vari paesi. Tutte le più grandi case editrici italiane erano rappresentate alla Fiera, e tante anche di quelle più piccole. Fra le più importanti c’erano Newton Compton, Mondadori, Zanichelli, Rizzoli, Bompiani e in generale tutto il gruppo RCS. Zanichelli e Newton Compton hanno venduto i libri a metà prezzo e io ci ho lasciato le tasche di nuovo. Mondadori era solo presente, così come il gruppo RCS, da cui volevo acquistare un libro di Coehlo, ma mi hanno riferito che non vendevano niente. Quando ho chiesto perché, mi hanno detto che era una “scelta aziendale”. Ammetto che ho risposto in modo antipatico.

Ora mi piacerebbe farvi fare una corsa attraverso tutte le nazioni che ho visto, alcune erano rappresentate in modo fantastico, con delle insegne coloratissime, altro che noi italiani con gli stand che sembrava di entrare in una banca. Però l’articolo già è lunghissimo così, quindi posterò di seguito solo le cose che tengo davvero a mostrarvi.

Non sembra una banca? Mah. Andiamo avanti, dai.

Frankfurter Buchmesse 2014

Trad.: Uccidi il tuo capo

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Dossier

Silver

Il foto racconto

Il foto racconto

di chi ci è stato!

di chi ci è stato!

Dalla Zanichelli, ho avuto il piacere di chiacchierare con Carlotta Biancani, che mi ha parlato di questa serie di libri dedicati alla scrittura. Io ho comprato a quasi metà prezzo quello dedicato allo “Scrivere nella rete” (Scritture creative – Scrivere nella rete, di Stephan Porombka), che al momento mi interessa molto, ma mi sarebbe piaciuto avere anche quello incentrato sulle idee e quello sulla natura.

Benvenuti in Messico!

Grazie, Carlotta Biancani, per la bella anche se breve chiacchiarata!

E in Cina!

E benvenuti in... Giappone!

Ne parlava illibraio.it qualche giorno fa: spiegava che i libri in versione cartacea hanno una tassa del 4% mentre gli ebook vengono considerati diversi dai compagni di carta e perciò hanno una tassa del 22%, cosa che rende la vita alla piccola editoria ancora più difficile. Per questo, e siccome e soprattutto un libro è sempre un libro in qualsiasi formato esso venga letto, l'Aie ha fatto partire la campagna con l'hashtag #unlibroèunlibro.

Bene, da parte mia è tutto. Ho passato due giorni fantastici, ed entrambe le sere ero distrutta, ma ho vissuto davvero una bella esperienza e spero di tutto cuore di poterla ripetere l’anno prossimo.

Frankfurter Buchmesse 2014

Ammetto di aver comprato un manga in giapponese, così, giusto per averne uno in lingua originale.

Cito da illibraio.it:

La campagna (che nei prossimi giorni avrà anche un sito dedicato) "chiamerà a raccolta tutto il mondo del libro: dagli autori ai lettori". Ecco gli obiettivi:

• Dimostrare che una storia è una storia, indipendentemente dal supporto di lettura.

• Favorire la diffusione del libro in Italia anche attraverso l'aiuto delle nuove

tecnologie, considerando che il nostro Paese è al penultimo posto in Europa per indice di lettura.

• Sensibilizzare gli altri Paesi europei sfruttando la presidenza italiana di turno in questo semestre presso l'Unione Europea.

Sul Giappone mi fermo un po' di più, perché so che molti di voi lo apprezzeranno!

Prima di concludere, vorrei ricordarvi una campagna lanciata proprio alla Frankfurter Buchmesse.

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Illustrazionia tema

HalloweenHalloween

Party!Party!

Questa illustrazione è opera di:

Michele D'Angelo

Qui trovate il link al suo Blog

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Come nei migliori convegni di arti occulte e divinatorie, anche su È scrivere si sono miscelati gli ingredienti necessari per ottenere un incantesimo. E cosa c’è di più magico di un’idea in continua evoluzione? La prima spezia aggiunta al calderone in eterna ebollizione è stata immersa da una strega che si nasconde dietro al nick di Ariendil. Si è trattato di un pensiero estemporaneo che, condiviso, ha dato origine a una ricetta prodigiosa.

Naturalmente il risultato finale è stato raggiunto con l’ausilio di formule misteriose, pronunciate dai vari negromanti convenuti.

Di che si tratta, dunque?Stiamo parlando del felice risultato ottenuto dall’unione tra

lettura e scrittura.Come da visione originaria, si è pensato di articolare un

work in progress in due fasi.

La prima che riguardasse la lettura di una raccolta di racconti e che avesse come scopo la condivisione di opinioni individuali sull’opera.

In questo caso, Il Bar sotto il mare di Stefano Benni si è rivelato perfetto per il dibattito.

Il libro conduce il lettore in un luogo assurdo, dove si incontrano personaggi non meno assurdi che narrano storie.

Gli avventori del bar sono rappresentati in un disegno di Giovanni Mulazzani, che in alcune edizioni fa da copertina al libro e in altre è stampato nelle prime pagine.

Troviamo il barista, il marinaio, il cuoco, il vecchio con la gardenia, la sirena. Loro e tutti gli altri sono i compagni di viaggio in questa lettura che, se da un lato non smette di far sorridere per le iperboli raggiunte dalla goliardia dell’autore, dall’altro mette in condizione di riflettere su tematiche di tipo diverso.

“Il verme disiscio”, “Il dittatore e il bianco visitatore” e “Shimizé” sono solo alcuni dei racconti sui quali è bene porre un filo di attenzione in più, per non perdere il messaggio celato tra le parole.

Ma Benni non si limita a questo, perché nelle varie narrazioni si intuisce anche la sua volontà di rendere omaggio ad altri scrittori.

Poe, Lovecraft, Agatha Christie e Dostoevskij sono solo alcuni esempi di stili ai quali si è ispirato con “Oleron”, “Priscilla Mapple e il delitto della II C” e “Nastassia”.

I quattro veli di Kulala si avvicina molto al modello delle favole orientali, mentre altri racconti sono rubati allo stile dei fratelli Grimm.

Ma se lo stile ricalca, Benni bennizza, e nessuna delle storie presenti nel libro può essere confusa con quella di qualcun altro, perché la sua felice penna graffia e scortica la superficie con arguzia e sarcasmo, il tutto condito da una forte dose di non sense.

Non ci sarebbe niente di strano, visto che Benni rapisce personaggi veri e li tuffa nelle sue fantastiche storie.

Lettura digruppo

Il bar sotto il mare di Stefano Benni:Dalla lettura di gruppo all'esercizio di scrittura che è nato

Il racconto più adatto al periodo di Halloween è senz’altro “Oleron”, ma “Autogrill horror” non è da meno, e comunque non è consigliabile entrare ne “Il bar sotto il mare” da porte laterali, si potrebbero avere sorprese davvero inaspettate: molti non saprebbero più come uscirne. Il lettore rischia di ritrovarsi a vagare nei prossimi e futuri racconti dell’autore, con la sensazione di essere stato rubato alla realtà in cui solitamente è inserito.

Titolo: Il bar sotto il mareAutore: Stefano BenniPrezzo: € 8,50Pagine: 196, brossuraEditore: Feltrinelli (collana Universale economica)

Prima fase:Scelta del libro e lettura

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Il grottesco e l’assurdo sono componenti robusti nel suo stile; ma nascosto bene, per non prendere troppo la scena, c’è il mondo effettivo e l’attualità nuda e cruda.

In ogni caso, per essere giusti, dobbiamo considerare che tra gli utenti di questa Community c’è stato anche chi non ha apprezzato. Forse la dose massiccia di comicità con la quale sono infarciti i racconti è un tantino troppa e non sempre riesce ad accaparrarsi la simpatia di tutti.

Per questo la discussione, all’interno del gruppo di lettura, si è fatta interessante. C’è chi lo ha trovato statico, noioso e quasi inutile e chi invece lo ha adorato, chi è rimasto alla corteccia e chi ha cercato il cuore. Il dibattito tuttavia è risultato tra i più stimolanti di quelli fatti fino ad ora, perciò ne abbiamo redatto l’articolo che ora si trova sul blog.

La seconda fase del progetto ha visto protagonisti gli utenti della community di escrivere.com, che si sono sfidati in un esercizio di stile e fantasia.

Rielaborare un racconto a scelta e cambiarne uno snodo ha trasfigurato gli originali, generando testi personali e nuovi.

Non è alchimia questa? Magia?Chiamatela come volete, ma se per qualcuno era come

bestemmiare, considerare anche solo di modificare una parola a testi così perfetti, per altri si è accesa la scintilla del “mò ti sistemo io”, con risultati che hanno stupito gli autori stessi.

Lettura digruppo

Tra un commento e l’altro gli scrittori, che si sono messi alla prova e si sono aiutati con critiche e consigli, hanno sentito anche il desiderio di rivelare i retroscena delle loro idee.

Si è scoperto quindi che per alcuni la scelta del racconto è partita da un’esperienza sul campo, per altri da un’intuizione piovuta dal cielo, per altri ancora da una sfida con se stessi, e le difficoltà maggiori nel lavorare agli scritti di Benni sono derivati dalla fatica di caratterizzare i personaggi o cambiare lo stile dell’originale e dare un’impronta diversa.

I risultati finali, che potete leggere QUI, ci hanno così piacevolmente colpito che ci siamo persuasi di aver fatto un buon lavoro.

Ma l’idea non finisce qui: abbiamo fatto un sogno. Se sia o meno premonitore lo scopriremo solo in futuro, ma lo si è seguito. Abbiamo inviato una mail all’autore del libro; in primis per informarlo e in secondo luogo per sapere se è disposto a lasciarci un commento e/o farsi intervistare.

Ora, a prescindere dalla sua risposta, che speriamo positiva, ci siamo convinti di essere in grado di fare sortilegi, e per questo continueremo ad ammaliarvi e ammaliarci con stregonerie e fatture, se possibile con sempre maggiore dedizione.

Questo articolo è opera di:

Diana-Blues

Per le altre nostre letture di gruppo vi consiglio di andare QUI, mentre per i nostri laboratori di scrittura seguite QUESTO link.

Seconda fase:dal libro all'esercizio di scrittura

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I maestri dell'orroreI maestri dell'orrore

Speciale Lovecraft e PoeSpeciale Lovecraft e Poe

Sia Edgar Allan Poe che H.P. Lovecraft ebbero una vita particolarmente drammatica. Non apprezzati in vita e rivalutati dopo la morte, sono ad oggi fra le figure di riferimento più importanti del genere horror.Questo articolo, però, non vuole essere una mera biografia degli autori, ma un'analisi della loro scrittura, delle fonti che li hanno ispirati in vita e che li hanno portati a scrivere i racconti che ancora oggi sono un must della letteratura orrorifica.

Mentre Poe traeva ispirazione dalle proprie esperienze personali e dalle malattie della mente, puntando a ricreare nei suoi scritti situazioni “terrorizzanti” dal punto di vista introspettivo (ne è emblema il racconto “Il pozzo e il pendolo” che parla della tortura psicologica alla base delle crudeltà della Sacra Inquisizione), Lovecraft basava i suoi scritti sulle proprie esperienze oniriche, sugli incubi notturni e sulle conoscenze derivanti dalla sua appartenenza (mai confermata, ma spesso insinuata) alle logge massoniche e all'esoterismo.

Edgar Allan Poe ha ispirato molti scrittori che sono venuti dopo di lui (lo stesso Lovecraft, ad esempio, ma anche figure contemporanee come King). La sua prosa viene spesso ricondotta al genere gotico, anche se come autore lui è nato in un periodo successivo a quello del movimento; dunque si dovrebbe parlare di neo-gotico.

Dedicatosi anche al genere poliziesco, di cui è precursore, Edgar Allan Poe è conosciuto principalmente per i racconti che esplorano tutte le sfumature della follia umana: il delitto, la paura, la crudeltà, la pazzia. Tutti temi ispirati da una vita spesso ai margini della società, segnata dai lutti e dalla dipendenza da oppio e alcol. Morto solo e delirante, Poe è stato capace tuttavia, nei momenti di lucidità, di dar voce anche alle sue teorie sulla "Cosmogonia dell'Universo" (per cui ha tenuto anche una conferenza a New York) e sul mesmerismo, spiegando al mondo attraverso i propri scritti la sua idea dell'Aldilà e della vita dopo la morte.Per quanto poco conosciuto, e questa è una piccola curiosità, il testo in cui ha racchiuso queste sue teorie (Eureka: a prose poem) tratta proprio della cosmogonia, basandosi su principi sia fisici che metafisici, secondo cui l'universo ha un'origine, un'evoluzione e una fine.Dunque non fu solo scrittore e poeta, ma anche filosofo.

Ma fra i due autori di certo la figura più

controversa è quella di Lovecraft, in quanto come scrittore è riuscito a creare una serie di libri e di universi del fantastico talmente verosimili e particolareggiati che negli anni sono stati erroneamente creduti reali. Ne è esempio il Necronomicon, libro in realtà mai esistito e inventato dallo stesso Lovecraft, ma su cui si è discusso e ancora si discute e c'è chi crede che si tratti di un manoscritto realmente esistente. Certo è che Lovecraft aveva delle conoscenze alla base, non si sa ancora se da attribuirsi alla sua attività onirica o alla sua cultura esoterica, che richiamano molto i rituali e le figure descritti in volumi iniziatici antecedenti ai suoi racconti. Molti sono infatti i riferimenti ai libri di Agrippa, ad esempio, uno dei testi più importanti in ambito esoterico e maggiormente studiato. Che Lovecraft appartenesse realmente a una loggia massonica non è confermato, anche se ci sono fonti che attribuiscono al suo nonno materno la fondazione della Loggia Ionica No. 28 di Rhode Island, subnazione federale statunitense della regione del New England.

Dunque una figura controversa, su cui spesso si è ricamato per rendere la sua persona più interessante e i suoi scritti più appetibili al grande pubblico.

Speciale

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Ma parlando di lui esclusivamente come autore, e lasciando perdere le varie leggende, si può dire che Lovecraft avesse come scrittore due grandi pregi e un grande difetto. Il difetto è sicuramente la prosa arcaica e a tratti superata, con frequenti latinismi, eccessivi anche per una scrittura del novecento, da attribuire sicuramente ai libri antichi della biblioteca di famiglia in cui è cresciuto (ricordiamo per chi non conosce la sua biografia che Lovecraft è rimasto per molti anni rinchiuso in casa, costretto dalla madre iperprotettiva).

I pregi, invece, sono senza dubbio quello di essere stato

capace di creare un Pantheon di figure orrorifiche facilmente riconoscibili e attribuibili al suo universo, completo di rituali sacri e libri proibiti, e di aver fatto muovere queste creature in una regione geografica reale, rendendo così le sue storie più che mai verosimili.

Anche Lovecraft, al pari di Poe, si è preoccupato di scrivere saggi sulla propria visione dell'universo, dando vita al cosmic horror e al Cosmicismo secondo cui gli esseri umani sono in balia dell'immensità di un universo in cui "l'umanità non è che un insignificante puntino, destinato ad arrivare e a scomparire, senza che la sua apparizione sia notata o che la sua dipartita sia rimpianta"[1].Entrambi gli autori si sono quindi interessati non solo degli universi creati con la loro scrittura (universi della mente per Poe e universi sovrannaturali per Lovecraft), ma anche della loro visione dell'universo in ambito filosofico.

[1]Burleson, "The Lovecraft Mythos", Survey of Science Fiction Literature, p. 1284.

Chi volesse approfondire questo aspetto filosofico-scientifico dei due scrittori può leggere per Poe: Eureka (un testo più scientifico che letterario) e I Delitti della Rue Morgue in questa edizione QUI (perché contiene una bella biografia esaustiva che affronta tutte le tematiche dell’autore, fra cui la sua Cosmologia).

Mentre per Lovecraft l’ideale sarebbe riuscire a trovare il saggio di Michel Houellebecq, H. P. Lovecraft. Contro il mondo, contro la vita. Da quando è uscito in Italia ci sono già state due ristampe, sempre edite da Bompiani, ma è difficile riuscire ad accaparrarsi una copia perché è andato praticamente a ruba. Consiglio di chiedere in libreria e sperare che abbiano delle rimanenze.

Se, invece, siete curiosi di approfondire il lato esoterico di Lovecraft, vi rimando a La storia del Necronomicon di H. P. Lovecraft di Sebastiano Fusco.

Per quanto riguarda i semplici racconti degli autori, invece, in libreria e su internet se ne possono trovare parecchie edizioni più o meno costose, in chiave fumettistica o con disegni e illustrazioni (per esempio c’è il bell’albo illustrato H.P. Lovecraft. Da altrove e altri racconti, di Erik Kriek).

Per i neofiti, però, vanno bene anche i volumi della Newton Compton a 0,99 euro: “Racconti del terrore” di Edgar Allan Poe, e “La casa stregata” di H.P. Lovecraft, di cui vi ho messo su una foto fatta da me.

Come edizione è super economica ed è scritto piccino. Ho notato qualche refuso che nei volumi più costosi non c’è, ma si tratta comunque di un buon modo per approcciarsi a questi due autori senza spendere un patrimonio.

L'articolo che avete letto è opera di:

Luna

Speciale

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È scrivere indice un concorso per racconti horror, ma non si tratta di un concorso qualunque.

Il nostro scopo è quello di creare un’antologia che sia a metà fra una guida turistica dei luoghi dell’orrore (quindi con riferimenti reali a leggende locali, eventuali tour nelle case infestate etc etc) e una raccolta di storie di fantasia.

Qualcosa simile a The blair witch project.

Vogliamo racconti inventati ambientati in posti reali e vogliamo poter inserire mappe, disegni, foto e ricostruzioni dei luoghi in cui questi racconti si svolgono.

Dunque, cosa cerchiamo nello specifico?

1) Racconti del terrore ambientati in Italia in luoghi REALMENTE INFESTATI o di cui si conoscono LEGGENDE o MITI POPOLARI e narrati in prima persona.

2) Foto, mappe e ricostruzioni di questi luoghi

3) Disegni, illustrazioni e tavole ispirate ai vari racconti.

Ogni autore può partecipare massimo con 2 racconti e 3 illustrazioni.

Premio:

I racconti e le illustrazioni che passeranno la selezione saranno inseriti all’interno di un’antologia che verrà distribuita GRATUITAMENTE da escrivere.com, quindi non sono previsti premi in denaro, solo tanta visibilità.

Ai migliori, oltre che nell’antologia, verrà dato spazio sulla nostra rivista e/o sul nostro blog per un’intervista!

Apriremo un topic apposito sul sito di escrivere.com, dove sarà possibile porre domande e seguire i vari aggiornamenti sull’andamento del concorso.

Il concorso si svolgerà in due fasi.

Fase 1: raccolta dei racconti.

Lunghezza: min 12mila e max 35mila caratteri (spazi inclusi).

Scadenza: 31marzo 2015

Regole: Chi ci invia il racconto può (se vuole) inviarci anche foto, documenti, immagini, mappe e altre informazioni sul luogo in cui il racconto è ambientato.

Ma deve obbligatoriamente specificare il nome del luogo e della struttura a cui il racconto fa riferimento.

Invio del materiale: il materiale va inviato all’indirizzo [email protected]

Oggetto della mail: Racconto Creep Advisor – Nome Autore

Testo della mail: l’autore è tenuto a specificare il nome del luogo e della struttura in cui il racconto è ambientato.

Fase 2: disegni e illustrazioni

Forniremo direttive per il tipo di immagini che cerchiamo e a quel punto fisseremo una nuova data di scadenza per gli illustratori.

È scrivere si riserva il diritto di non dar seguito al progetto nel caso in cui il materiale pervenuto non sia qualitativamente adeguato.

Creep AdvisorIl bando

Il bando

completo!completo!

Avete sempre sognato di essere dei reporter dell’occulto, ma vi manca il coraggio?

O vi vedete, piuttosto, come topi da biblioteca a cui piace scrivere nel buio della propria stanza e lasciare il resto all’immaginazione?

Nessuna paura! Noi di È scrivere abbiamo

la soluzione a entrambi i problemi!

Concorso targato È scrivere

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Abbiamo avuto il piacere di intervistare Mauro Saracino, il direttore editoriale di Dunwich Edizioni.

Ciao, Mauro, grazie per esserti reso disponibile a rispondere alle nostre domande!

Partiamo subito con la prima.

1. Quando e come nasce Dunwich Edizioni?

Nasce a gennaio del 2013. Pensavo già fosse il momento di mettere a frutto l’esperienza maturata nel corso degli anni e solo allora mi sono trovato ad avere intorno i collaboratori giusti. Siamo partiti con l’idea di dare molto spazio al digitale e se da un lato siamo contenti di continuare a spingere in quella direzione, siamo anche stati felici di constatare che il cartaceo è ancora in salute.

2. Dunwich Edizioni pubblica solo testi di alcuni generi di nicchia: horror, weird, steampunk, thriller e mystery. È una scelta coraggiosa visto come va l’editoria ai giorni d’oggi. Da poco avete aggiunto anche il paranormal romance. La vostra prima pubblicazione di questo genere è Keltor, di Jennifer Sage, il primo della serie Rosa Gotica. Due domande a riguardo:– come mai la decisione di aggiungere il paranormal romance?– perché un’autrice straniera? Ci sono molte italiane che scrivono paranormal romance.

Abbiamo pensato di promuovere ogni materia oscura e sovrannaturale. Per quanto tendente al rosa, la narrativa paranormal romance ha molti elementi gotici e abbiamo ritenuto fosse interessante esplorare anche quel lato.

L’incontro con Jennifer Sage è stato casuale. Ha parlato su un social network con un membro del team, che ha fiutato l’affare. Dopo aver letto il romanzo ci siamo decisi a investire su di lei. In realtà il piano non era di cominciare con un’autrice straniera ma a volte le cose vanno da sole. Ovviamente non limitiamo affatto questa collana ad autrici estere. Oltre a Diana Al Azem, presto proporremo un romanzo dell’italianissima Alessia Valentina Coppola. Insomma ci siamo subito attivati per ampliare la scuderia di settore. Il concorso L’Ultimo Canto delle Sirene è servito anche a quello.

3. Le vostre copertine sono accattivanti, invogliano all’acquisto. Chi è il vostro/la vostra cover designer?

All’inizio ci siamo fatti aiutare soltanto da un artista indonesiano che si firma come Sabercore. Abbiamo poi pensato che fosse giusto dare spazio anche a italiani, così ora abbiamo diversi collaboratori. Andrea Piera Laguzzi ha curato L’Estate Segreta di Babe Hardy e ora sta disegnando le cover di Infernal Beast. Per la serie di romanzi presi dagli States si sta occupando delle cover Carolina Fiandri che ha colpito la nostra attenzione con la copertina realizzata per La Serra Trema. Non siamo comunque chiusi. Alessia Valentina Coppola ha creato la cover del suo romanzo e di sicuro realizzerà altri lavori con noi. Un’altra artista da tenere d’occhio è Livia De Simone, la vincitrice del contest sulle sirene. Abbiamo in mente una commissione proprio adatta a lei. Non posso non citare infine Sara Bardi che ha realizzato perfettamente la mascotte di tutte le collane Dunwich.

Intervista

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Proprio per Halloween Pietro Gandolfi parlerà del suo William Killed the Radio Star a Vigolzone, in provincia di Piacenza. Abbiamo poi altri due eventi in ballo ma è presto per parlarne.

7. Come scegliete quali libri pubblicare solo in cartaceo e quali solo in formato ebook? Perché non entrambi i formati?

Dipende in realtà dalla lunghezza. L’ebook permette di pubblicare anche testi che non raggiungono le dimensioni tali da permettere la stampa. In realtà, però, gran parte del nostro catalogo è disponibile nel doppio formato. Anche Fuori è Buio che era stato pensato solo come ebook vedrà luce in formato cartaceo, con una bonus track.

8. Che legame c’è tra Dunwich Edizioni e Letteratura Horror?

Con i ragazzi di Letteratura Horror c’è una simbiosi che parte dai nostri esordi. Non siamo in molti a curare l’horror nel nostro Paese e credo sia solo salutare fare squadra. Il loro direttore editoriale, poi, ha anche scritto una zombie novel molto interessante ambientata in Italia. Avremo di sicuro modo di riparlarne.

Grazie di nuovo per averci dedicato del tempo! Ti auguriamo ancora buon lavoro e tanto successo per Dunwich Edizioni!

Intervista

4. Date spesso il via a nuove iniziative, come per esempio quella sui racconti dedicati a Carnacki, il detective dell’occulto, o quella sulla copertina per un paranormal romance sulle sirene (per nominare solo le ultime). Ci sono nuovi concorsi in programma nel prossimo futuro? Quali?

Al momento abbiamo in ballo Infernal Beast, di cui stiamo cercando gli episodi quattro e cinque. Di concorsi veri e propri al momento non ce ne sono, anche perché abbiamo un calendario editoriale fittissimo. C’è però un progetto collettivo in ballo, sempre per la collana Rosa Gotica, che parla di streghe. Proprio in questi giorni alcuni autori si stanno occupando di delinearlo al meglio.

5. A cosa date più importanza quando vi arriva un manoscritto in redazione? Quali sono i punti di forza che cercate in un romanzo e quali quelli che vi inducono a scartarlo?

La prima cosa che notiamo è la storia. Deve esserci quel fattore che spinge alla lettura, se manca quello allora non ha senso uno stile pregevole. Purtroppo questo inconveniente ci è capitato in più di un’occasione. Il secondo metro di giudizio è di sicuro la grammatica ma siamo convinti che se c’è un modo per risollevare un romanzo sistemando la sintassi, difficilmente si può fare lo stesso con una trama zoppicante o, peggio ancora, sterile.

6. Come promuovete i vostri autori?

Cerchiamo di mobilitare il web il più possibile, tra blog, portali e social network.

Ovviamente questo non basta. Ci attiviamo per essere presenti nei principali avvenimenti letterari, come il Salone del Libro di Torino. Al momento stiamo organizzando diverse presentazioni in libreria per promuovere le nuove uscite. A Reggio Emilia parleremo di spaghetti steampunk con Carlo Vicenzi e Uberto Ceretoli, a Napoli di Babe Hardy con Fabio Lastrucci.

Questa intervista è opera di:

Silver

Potete trovare le anteprime sulle nuove uscite Dunwich Edizioni a pag. 37 di questa rivista!

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Caro Babbo Natale

Mini racconto di Irene Quintavalle

Caro babbo Natale,quest’anno mi sono comportato molto bene e ho fatto tutto quello che c’era da fare per essere messo nella lista dei bambini buoni, perciò sono sicuro che quando leggerai la mia lettera farai del tuo meglio per esaudire il mio desiderio.Per questo Natale ti chiedo una cosa soltanto: fai sparire il bambino dietro la tenda.Ti prego, ti supplico…Ogni anno la sera della vigilia vado a dormire sapendo che al mio risveglio lui sarà là, dietro la tenda della finestra grande della sala, vicino al camino. I suoi piedi spuntano appena da sotto la piega della stoffa e io riesco a vederlo in controluce. Non cambia mai, ogni volta è sempre uguale, immobile e ci fissa.Dal suo angolo riesce a vedere tutta la famiglia che sta vicino all’albero e si scambia i regali, e poi intorno al tavolo per il pranzo. Resta lì tutto il giorno e osserva. Gli altri non lo vedono e dopo le prime volte che lo indicavo ho smesso di farlo perché nessuno mi credeva.Quindi chiedo a te, caro Babbo Natale, tu che puoi viaggiare su una slitta magica e vivi con gli elfi fatati, aiutami! Fallo andare via, convincilo a lasciarci stare!Perché io ho davvero tanta paura di questo bambino che resta a fissarci un giorno all’anno, ogni anno, fermo immobile. Perché ho paura che un giorno decida di scostare la tenda e muoversi... allora non so proprio cosa potrebbe fare.

Sicuro che farai di tutto per aiutarmi,tuo Howard.

Una bambina

Mini racconto di Irene Quintavalle

Una bambina.

Ho paura a entrare nella mia cameretta. Di notte, c’è qualcuno che dorme nel mio letto. Credo che sia un ragazza, non l’ho mai vista bene, ma ha i capelli lunghi. Io dormo con la mamma, ho troppa paura a stare in camera da sola. E poi, il mio letto è già occupato. I grandi non la vedono, non la sentono quando si gira, non la sentono respirare. Io sì. Sarà che la cameretta è la mia, chissà. Ogni tanto, quando non ho troppa paura, la osservo… mi incuriosisce. Faccio capolino sulla porta e la spio nella penombra… Ma quando si muove, scappo via col fiato tagliato.

Una ragazza.

Da un po’ di tempo ho il sonno leggero. La sera, c’è qualcuno che mi spia mentre dormo. Non ho mai avuto modo di vedere bene, di solito come mi volto a guardare, fugge. Riesco a percepirne la presenza, però. Si direbbe un bambino. O meglio, una bambina: mi sembra di aver intravisto dei codini biondi. Se ne sta sulla porta e mi osserva. In casa sembra che nessuno se ne accorga, del resto, la vedo solo di sera, sulla porta della mia stanza. A volte, vorrei riuscire a fermarla e a parlarci. A volte, mi fa quasi paura. In fondo, sono sempre stata una fifona. Da bambina dormivo con mia madre… in camera mia c’era qualcosa che mi faceva paura…

Raccontida paura

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Proiezioni di morte

Mini racconto di Roberto Ciardiello(1° classificato al Premio Scheletri 2013)

È cominciato cinque mesi fa.Me lo ricordo bene, era Ferragosto e c'era il sole. I fortunati che in quel momento si trovavano in zone d'ombra o al buio di una stanza hanno avuto il tempo di capire. Qualcuno è ancora vivo; altri no.Da allora si sta rintanati in casa, nessuno ha più lampadine appese al soffitto. Urtare per sbaglio l'interruttore della luce equivale a morire. Alcuni hanno persino paura ad accendersi una sigaretta. Per via della fiamma. Ma non c'è pericolo: se l'ombra si indovina appena, è innocua.E infatti i giorni di temporale sono diventati più attesi del proprio compleanno. La gente esce in strada anche di giorno, si stringono mani, si mollano pacche di solidarietà. Qualcuno addirittura sorride.Ma si continua a scrutare il cielo. E l'asfalto.Abbiamo imparato a tenere sotto osservazione il vento. Quando soffia forte scoprendo il sole dietro le nuvole... lì basta un attimo. Allora meglio rimanere chiusi in casa, al buio quasi completo di una stanza, la luminosità della TV settata al minimo. Toni scuri per evitare la morte.L'avvocato del terzo piano ha provato a sfidarla, l'ombra. “Appuntamento importante”, diceva. Poi il vento si è alzato e il sole si è fatto vedere. Ho sentito dire che ha cercato riparo dietro una siepe, zitto e immobile e in preda al panico per ore. Credo sia stato fottuto al tramonto, quando i raggi colpiscono di taglio e le ombre si allungano. L'hanno ritrovato la notte, la lingua di fuori e gli occhi rigirati all'insù. Segni violacei sulla carne grassa.Da quel poco che sono riusciti a vedere nell'oscurità, dicono sia stato strangolato.Io ci credo. E so per certo che le impronte sul collo sono le sue. Da cinque mesi è così.A una ventina di giorni da quel dannato ferragosto, Gigino il taglialegna ha deciso che no, non era possibile. Così, all'improvviso. Lui era vecchio stampo, tutto cose concrete e tangibili. Come se il tanfo di morte che aleggia ancora nei vicoli non fosse reale.Come se i cadaveri che continuiamo a seppellire di notte non puzzassero.Fatto sta che è andato per boschi all'alba; si èaspettato il suo ritorno. L'abbiamo rivisto indecomposizione al primo temporale di settembre.

Fatto a pezzi.Gli esami sull'accetta non hanno evidenziato altre impronte significative oltre alle sue.È stata lei. L'ombra.Un Gigino scuro, proiettato a terra, il pancione e l'accetta in mano.L'accetta e il pancione. Pezzi di carne decomposta tra il sottobosco. Le impronte sul manico. Le sue.Le torce a batterie sono diventate più temute dei fucili. I criminali ci vanno a nozze: ti aspettano all'angolo la notte, sotto lampioni che non vengono più accesi, te le puntano addosso come armi. Consegni tutto. Perché basta un click e la tua ombra ti si butta addosso, ti agguanta. Morde o strangola, spezza le ossa. Non lo so più neanch'io, le voci sono tante e la situazione sta precipitando.Io ho scelto di resistere fino a domenica; poi, katana alla mano, accenderò il faro 300w montato in salone. E che vada come deve andare.

T. R. B.

Mini racconto di Roberto Ciardiello(pubblicato nell'antologia 50 Schegge di Terrore)

Salt Lake City, Utah, 1974.

Era un passo sicuro e fiero, quello con cui Ted uscì dal motel. Pantaloni a zampa, i tacchi degli stivali sul selciato, un borsone a tracolla. Si fermò davanti a un Maggiolino bianco. Il suo.Notte di fuoco con la bionda. Non ricordava il nome, non gliene fregava: voleva solo replicare. Con un'altra, ovvio.Sotto le nuvole, rapito da pensieri d'onnipotenza, una parola lo colpì.«Salve!»Distolse lo sguardo dalla Volkswagen: un vecchio.«Che vuoi?»«Sto aspettando la mia donna!» L'uomo sputò fumo e parole. «Appuntamento clandestino.»Il giovane Ted lo fissò, ipnotico. Ci mancava il nonno in pensione con la parlantina.«Ho una foto», continuò sventolandogli in faccia un'istantanea. Suo malgrado, guardò la vecchia. Rughe lei, rughe lui. Bello schifo anche per il letto di un motel. Stava per salire in macchina quando...«E la tua lei?»Il ghigno aperto su denti regolari. «La vuoi vedere, vecchio?»«Sicuro!»Fu allora che Theodore Robert Bundy aprì il borsone.

Raccontida paura

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R e c e n s i o n e

Avete mai letto qualcosa di H. P. Lovecraft? E di Edgar Allan Poe? E magari fra le vostre letture c’è anche Joseph Sheridan Le Fanu?

Ok, allora non potete fare a meno di procuravi anche qualche opera di William H. Hodgson. Sinceramente non avevo mai letto niente di suo, dei tre autori sopra citati invece sì e mi sono sempre piaciuti tantissimo. Una cosa che li accomuna tutti, secondo me, è la loro capacità di trascinare il lettore, ancora oggi e con tutte le tecnologie avanzate che ci sono, in un’epoca diversa e in uno stato di ansia costante tramite l’impiego di poche parole, ma scelte con cura. Quando si legge un racconto di Hodgson, ma anche degli altri, il lettore dimentica che a raccontare le storie che sta leggendo sia l’autore, e cade in una sorta di sogno/incubo insieme al narratore.

Non appena ho iniziato a leggere I racconti di Carnacki, mi sono ritrovata lì con l’investigatore dell’occulto, non ad ascoltare la storia che raccontava ai suoi amici, ma a viverla come l’aveva vissuta lui, a provare le stesse sensazioni: un brivido dietro la nuca, un solletichio lungo la schiena, un vento gelido che ti circonda.

Non appena ho iniziato a leggere i racconti di Hodgson ho anche pensato: ecco, questo sì che è un racconto dell’orrore, riconoscibile dallo stile, come se avesse un odore tutto suo. Un odore di antico, di cupo, di occulto, di ansia e di coraggio, di umanità e di qualcosa di infernale.

I racconti di Carnacki sono, per gli amanti del genere, qualcosa di speciale. È strano come a me non venga in mente nient’altro se non l’odore, il sapore. Hanno un gusto tutto loro, che dubito si possa ritrovare in qualcosa di moderno. Proprio perché sarebbe moderno e non sarebbe in grado di catapultarci nell’atmosfera che domina quei racconti!

Dunwich Edizioni ci presenta i racconti di Hodgson in più volumi, di cui questo è il primo e ne contiene tre.

Il Portale del Mostro e La Casa tra i Lauri mi sono piaciuti molto. Il primo in modo particolare, devo dire, tanto che mi ha messo addosso un’ansia che non provavo da tantissimo tempo durante la lettura! Anche il secondo mi è piaciuto. Ecco, forse quello che mi ha colpita di meno è il terzo, La Camera che Fischiava, che in effetti risulta un pochino ripetitivo nelle ricerche di Carnacki, ma che ci dà una conclusione da “E se…” che lascia una certo senso di disagio anche a fine lettura.

Dal testo:

“Appena la porta fu spalancata, quel suono acuto ci colpì. Aveva un effetto impossibile da descrivere a chi non l’abbia provato e una specie di nota particolare all’interno. Sembrava che, nell’oscurità, la stanza cominciasse a scuotersi e a creparsi, e un coro oscuro si diffondesse nelle tubature sporche, sibilando e ululando. Stare lì e ascoltare era essere colpiti dalla consapevolezza. Come se qualcuno vi mostrasse l’apertura di un grande buco e dicesse: Ecco l’Inferno. E voi foste certi della verità di quelle parole. Ho reso un po’ l’idea?”

Voto:

Questa recensione è opera di:

Silver

Recensionida brivido

Titolo: Carnacki – Il cacciatore di fantasmi (Vol.1)

Autore: William H. Hodgson

Editore: Dunwich Edizioni

Pagine: 60 (ebook)

Prezzo: 0,99

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R e c e n s i o n e

Un’antologia dai tratti cupi e Lovecraftiani che è riuscita a sorprendermi in positivo. E’ raro trovare nella letteratura orrorifica italiana delle così belle penne. Ammetto di esserne rimasta piacevolmente incantata.

La prima storia, Il quadro, spicca sulle altre per la chiusa ben congegnata, letteralmente “da brividi”. L’autore è riuscito in un’unica battuta a dare la stoccata finale e definitiva a una storia già interessante. Non mi sorprende che abbia vinto il premio Altrisogni, trattandosi anche del racconto che ho più apprezzato fra gli otto.

Riuscire a inquietare con una storia al giorno d’oggi è più difficile che in passato, sommersi come siamo da stimoli visivi provenienti dal cinema e dalla televisione.

Agli autori di questa raccolta va quindi dato il merito di essere riusciti nell’intento, di aver fatto provare inquietudine e angoscia nel lettore, di aver scritto storie per nulla banali e nel complesso tridimensionali.

Nonostante si tratti di racconti brevi, tutte e otto le storie annoverano personaggi ben caratterizzati e contestualizzati. Molte di esse, come Squali di Valeria Barbera e Guerra segreta di Daniele A. Galliano, spiccano per il contesto vivido che fa loro da contorno. La prima ambientata ai giorni nostri, ma in un contesto sociale camorristico che si distingue per la crudeltà, la seconda ambientata durante

la seconda guerra mondiale. Entrambe lasciano intuire un lavoro accurato di ricerca e studio fatto prima della stesura, sia a livello linguistico (i dialetti e le espressioni gergali utilizzati con acutezza), sia a livello storico-sociale (comportamenti tipici dell’epoca o di quel gruppo sociale, utilizzo delle attrezzature etc).

In questa antologia angoscia e inquietudine si mescolano, le paure e gli incubi di ognuno di noi vengono messi a nudo. Si passa dal terrore per il sovrannaturale con tanto di riferimenti biblici de La lingua di Satana di Matteo Pisaneschi, a un orrore più umano e concreto di Christmas killer di Sandy Ecker. Entrambi questi racconti toccano un tema che è molto vicino a noi scrittori: quello dell’editoria, della letteratura e della scrittura. Ma lo fanno in modo diverso e trasmettono sensazioni diverse, più inquietante il primo a livello inconscio, più pauroso il secondo a livello fisico.

Registrazione n.122 di Davide Schito è caratterizzato da una prosa fluida e un tema toccante. La paura si mischia con la compassione per quella che è la vera vittima della tragedia descritta.

In trance, di L. Filippo Santaniello, si distingue dagli altri per i dialoghi verosimili e ben resi; mentre L’occhio dell’abisso, di Lia Tomasich, ha come tratto distintivo le descrizioni minuziose e puntuali.

Insomma, una gran varietà di racconti che vale la pena di leggere per ambientazione, stile e trama.

Un’antologia che va presa in grande considerazione. Ai lettori del genere horror non posso che consigliarla, ma mi sento di proporla anche a chi segue la narrativa italiana in genere perché questi esordienti meritano di essere letti.

Voto:

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Luna

Recensionida brivido

Titolo: Ore Nere

Anno: 2014

Editore: dbooks

A cura di Christian Antonini e Vito Di Domenico, rivista Altrisogni

Prezzo: €2.90 ebook o €9.90 cartaceo + ebook

Page 24: È magazine n°0

Pag.Pag. 2424

R e c e n s i o n e

Giallo, thriller, fantasy, noir, mistery, fantascienza: ci sono tante sfumature diverse nell’horror proposto da Dunwich Edizioni in “Morte a 666 giri”, l’antologia di racconti del terrore che unisce musica e brivido.

Diciotto storie per scoprire quanta paura può celarsi dietro le note. Diciotto storie per ritrovare vecchi e nuovi nomi della musica, per conoscerne altri, per svelare misteri e risvegliare creature che era meglio non disturbare.

Che si tratti di messaggi subliminali (La follia è nell’etere), evocazioni demoniache (L’ultima sinfonia, Una lieve dissonanza) o folli esperimenti (Mary & Alex, Macchina per viaggiare nel presente), il Male prende forma attraverso suoni e canzoni. Non mancano gli omaggi ai grandi artisti (Requiem, The Lizard King, Hothell), ma, più che di personaggi, questi sono racconti che parlano di persone.

Filo conduttore di tutta la raccolta è il loro rapporto con la musica: la musica li esalta, li irretisce, li cattura, a volte li plagia, altre volte li condanna, sempre entra nelle loro vite (e molto spesso anche in quelle degli altri) e le stravolge.

La musica compra le loro anime e vende i loro sogni a chi sa come tramutarli in incubi. La musica è il veicolo del Male o il baluardo del Bene, fa da binario al treno della follia o è il freno che ne arresta la corsa.

I miei racconti preferiti:

Mary & Alex di Fabio Tacchi. E se con la musica si potesse vivere per sempre? No, non come un grande nome che ha lasciato un segno nella storia e neanche un fantasma richiamato da qualche canto rituale. Carne e ossa, pensieri e parole. Pazzia e sangue. E finché la musica suona l’incubo continua.

La follia è nell’etere di Alessandro Fieschi. Messaggi subliminali via radio per diffondere il Male. A trasmetterli probabilmente il Male stesso. Bel racconto, che lascia spazio a qualche sprazzo di comicità incastonato in tanto sangue, e un finale tutt’altro che rassicurante.

The Lizard King di Simone Censi. La morte di Jim Morrison, come quelle degli altri re del rock prematuramente scomparsi, è diventata nel tempo leggenda. Qui si colora di tinte cupe, miscelando bene realtà e finzione fino all’epico finale.

L’ultima sinfonia di Davide Stocovaz. Se Lucifero in persona si mette a incidere un disco non può uscirne una musica come tante. Non può che essere bella da morire, peccato che quando lo si nota è troppo tardi. I classici non passano mai di moda.

Quando Therese suona il violino di Davide Camparsi. A metà tra fantasy horror e urban fantasy. C’è un’arma magica che, in onore al tema, è un violino, un cattivo demoniaco, poteri che di umano hanno poco. D’atmosfera più che di paura, ma è una bella atmosfera.

Il lato C di Cristiano Fighera. Forse il racconto migliore. Tensione, inquietudine, aspettativa, colpo di scena. Se in tutta l’antologia il brivido vero fatica ad arrivare, qui ci sono passaggi che non vanno letti se si è in casa da soli. E se iniziate a sentire un motivetto… no, non è immaginazione.

Voto:

Questa recensione è a cura di:

Ariendil

Recensionida brivido

Titolo: Morte a 666 Giri

Autore: Autori Vari

Genere: Horror

Pagine: 339

Prezzo: 2,99 ebook

Editore: Dunwich Edizioni

Page 25: È magazine n°0

Pag.Pag. 2525

R e c e n s i o n e

Nel mondo dell’entertainment, si sa, i morti ritornano di continuo. Da Romero ai più recenti teen movies, fino alla seguitissima The walking dead, serie USA in onda su AMC – o del suo clone in chiave trash Z Nation – i morti di starsene buoni a imputridire non ne vogliono sapere.

Spostiamoci però dagli Stati Uniti alla Francia.Nel 2012 esce per Canal+ una serie nuova, Les Revenant,

creata da Fabrice Gobert. In poco tempo su internet si diffonde una voce fra gli appassionati di fantastico in tinta horror: guardatelo, non sono zombie classici, è più simile a Twin Peaks. Così, sempre in cerca di serie valide, eseguo gli ordini e mi procuro la prima puntata.

Basta la sigla a conquistarmi.

Basta la musica leggermente inquietante dei Mogwai, unita alle immagini di uno scenario alpino con diga, a farmi capire che quello che sto guardando è un prodotto che sa quali corde dell’immaginario smuovere.

C’è qualcosa di spaventoso nelle dighe, non credo di essere l’unica a pensarlo. Chi è stato al cospetto di quegli enormi sbarramenti che frenano l’acqua corrente non può non aver provato un brivido, pensando a cosa succederebbe se d’un tratto la struttura cedesse e la forza dell’acqua avesse la meglio. Poi, incastonate fra le montagne, creano un contrasto visivo fra diversi tipi di potenze, quella della natura e quella dell’uomo.

All’ombra della diga, in un paese alpino, si svolge la storia de Les Revenant. Come dice il titolo – i revenant sono figure del folklore europeo – alcune persone, morte anni prima, improvvisamente tornano alla loro vita. Non sono invecchiati, non sono coscienti della loro situazione, non hanno nulla dell’iconografia classica dello zombie. E qua si snoda un primo aspetto della trama, del tutto psicologico: come reagiscono i familiari, e i revenant stessi? Lo shock è enorme, i sentimenti complessi e gli equilibri tutti da reinventarsi. La serie riesce a mantenere una linea narrativa coerente, grazie alle capacità attoriali e alla buona scrittura dei personaggi, senza mai scadere nel trash o nel patetico, anzi creando ottimi, realistici momenti di drama.

Il secondo aspetto della trama è quello che riguarda il mistero. Perché non si sa il motivo del ritorno di queste persone e perché strani accadimenti iniziano a verificarsi nel paese. Su tutto sembra incombere la diga, il livello dell’acqua del lago artificiale si abbassa, la corrente viene e va e l’atmosfera si fa a ogni puntata più inquietante.

La tensione, data dal mescolarsi dei due filoni della trama, cresce poco per volta proprio come acqua che s’infiltra e goccia dopo goccia arriva a colmare una stanza.

E’ una benedizione che i morti siano tornati in vita, risorti? E’ segno di un pericolo incombente, di qualcosa di malvagio che si sta insinuando nel paese?

Le risposte arrivano solo in parte nel finale. Ma le riprese della seconda stagione sono in corso e nel 2015 potremo tornare – anche noi – a immergerci nelle atmosfere cupe della serie e forse capire qualcosa di più. E chi se lo fosse perso ha tutto il tempo di recuperare, gli episodi si bevono letteralmente uno dopo l’altro.

Finora le otto puntate sono promosse a pieni voti, è un genere di horror tutto giocato sulle atmosfere, tecnicamente curatissimo come se la tradizione del cinema francese che punta molto sui personaggi, sulla fotografia e su una certa raffinatezza, si fosse sposata con gli insegnamenti delle migliori serie tv americane, ad esempio nell’uso intrigante dei flashback.

E che sia un buon prodotto se ne sono accorti anche loro, gli americani, che hanno già pronto un remake, The Returned, che andrà in onda nel 2015. Ma anche Sky Italia ha acquistato i diritti per il remake. Di certo le location non mancano da noi, e soprattutto, anche se si tratta di un rifacimento, è da accogliere con gioia ogni notizia che dimostra che non siamo più fermi alle fiction sui carabinieri e sul Papa.

Questa recensione è a cura di:

Nerina

Recensionida brivido

Titolo originale: Les RevenantsIdeatore: Fabrice GobertAnno: 2012 – in produzioneGenere: fantastico, drammaticoStagioni: 1; Episodi: 8Durata:52 min (episodio)Lingua originale: francese

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Pag.Pag. 2626

R e c e n s i o n e

È il cinque ottobre del duemilaundici, la rete è la FX. Sul piccolo schermo campeggia la scritta American Horror Story. La sete di paura di milioni di telespettatori sta per essere placata grazie a due nomi: Ryan Murphy e Brad Falchuk.

Milioni di americani si ritrovano coinvolti nelle vicende di Tate e Violet e della Murder House di LA, nei delitti e nei misteri che ruotano intorno alla vita della famiglia Harmon.

L’horror piace perché permette di evadere la noia e la routine, permette di provare emozioni forti, di avere paura vera, per un tempo limitato. Un vantaggio incredibile, una tentazione irresistibile.

Questa caratteristica ha fatto la fortuna dell’horror, e ha contribuito ad arricchire ulteriormente i già citati Murphy e Falchuk. Chi sono? Semplicemente gli ideatori di due delle serie tv che hanno avuto tra i più clamorosi successi di pubblico degli ultimi anni. La prima è proprio American Horror Story (AHS), l’altra è Glee, prodotto del 2009 a tema musicale, a metà strada tra Fame e High School Musical, che ha il pregio di avere un cast d’eccezione, con artisti veramente notevoli. Ma non siamo qui per parlare di ballo e di canto, siamo qui per parlare di cose spaventose e terrificanti. Di morti truculente e di orrore puro. Cose che in AHS ci sono tutte.

Ma la genialità e la rivoluzione che AHS ha portato nel

mondo delle serie tv nel 2011 non stanno tanto nell’aspetto horror della faccenda. Ogni stagione di questa serie tv di successo (e va ricordato che ogni stagione segue una storia completamente nuova raccontata in dodici o tredici episodi, con alcuni membri del cast in comune, ma che interpretano ruoli del tutto nuovi) è capace di accattivare uno spropositato numero di adolescenti. Perché? Presto detto: l’amore.

La prima stagione di AHS, la più riuscita secondo il sottoscritto, metteva in campo l’amore tormentato tra due giovani tormentati, una storia che non spiego nello specifico per non rovinare nulla a chi non ha avuto modo di guardare questa serie. Violet e Tate, interpretati da Taissa Farmiga e Evan Peters, sono entrati nella vita di una miriade di adolescenti con una forza e un impatto che forse neanche Jack e Rose di Titanic sono riusciti ad uguagliare. Basta fare un giro su Tumblr per capire la rilevanza che quella coppia ha rivestito nel successo di American Horror Story, un successo lungi dall’appianarsi.

Ogni stagione è attesa con ansia dai fan di tutto il mondo, pronti a scaricare l’ultimo episodio appena uscito negli States. Il fervore attorno alla serie non accenna a placarsi, perfino la critica si rivela spesso entusiasta degli episodi e del cast.

Un cast che è senza dubbio fenomenale. Basti citare Kathy Bates e Jessica Lange per dare un’idea di chi ci si trova di fronte. Un cast che deve molto alla serie, una serie che deve molto al cast.

Recensionida brivido

Titolo originale: American Horror StoryAnno: 2011 – in produzioneGenere: horror, thriller, drammaticoStagioni: 4; Episodi: 51Durata:45 min (episodio)Lingua originale: ingleseIdeatori: Ryan Murphy, Brad Falchuk

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Sono due secondo me i nomi che portano avanti il brand, ma che al contempo devono tutto alla serie. Il primo è quello di Jessica Lange, attrice incredibile e dal passato glorioso che grazie ad AHS ha ritrovato un successo formidabile di pubblico e critica. I premi vinti non si contano, l’affetto dei fan è illimitato. Il secondo è invece Evan Peters, entrato nell’Olimpo dei sex symbols moderni. Lo adorano tutte, senza riserve. Uno dei motori principali di American Horror Story.

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Ci sto girando intorno, sto parlando dei premi, del cast, dell’impatto, dell’originalità, ma non sono arrivato al punto. AHS fa paura?

Sì e no. Se il successo mediatico è stato studiato a tavolino grazie a furberie della produzione, il lato prettamente horror della serie secondo me ha serie lacune.

Se ogni aspetto tecnico delle stagioni è curato con cura maniacale, con una regia ricercata, musiche azzeccatissime, attori all’altezza e fotografia interessante, quello che non colpisce quasi mai in AHS è la sceneggiatura. Spesso frettolosa, a volte incoerente. Ci si ritrova spesso davanti a storyline completamente inutili, se non per il minutaggio, e a scelte narrative facili e infelici.

Apprezzo il continuo cambio di stile, dal romanticismo macabro di Murder House alla follia frenetica di Asylum passando per il più teenfriendly Coven, ma è dura ricominciare ogni volta da zero e creare una stagione solida e convincente.

Il pilot di Freashow non mi ha convinto, dopo una terza stagione veramente da dimenticare, AHS ci riprova mettendo in campo una delle paure più comuni, quella per i clown. Ci sono ancora dodici puntate per cercare di farmi ricredere, in fondo ci spero.

Da amante dell’horror duro e puro non posso dire che AHS sia un prodotto imperdibile. Mi sento di dire, però, che merita un’occhiata. Per capire come delle menti sveglie possano creare del marketing facile con poche manovre giuste, per vedere una Lange che si reinventa, per assaggiare diversi tipi di horror in un unico minestrone. Senza troppe pretese.

Questa recensione è a cura di:

Guerino Di Mattia

Recensionida brivido Speciale

Speciale

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Fondamentalmente sono quattro gli scenari che la serie ci ha mostrato: durante la prima stagione, Murder House, ci siamo ritrovati in una casa infestata, piena di misteri apparentemente inesplicabili e di personaggi inquietanti; la seconda stagione, Asylum, riguarda appunto un manicomio, location sicuramente interessante per creare dell’orrore degno di questo nome;

nella terza stagione, Coven, Murphy e Falchuk ci hanno catapultati in una scuola di streghe; la quarta stagione, Freakshow, che ha visto il pilot in onda appena qualche settimana fa, racconta le gesta di alcuni fenomeni da baraccone nell’America del 1950.

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1) Scrivete un incipit appassionante

Fare presa sul lettore sin da subito è molto importante per chi vuole scrivere un buon racconto, ma diventa essenziale nelle storie dell'orrore. Il lettore non deve mai partire “annoiato”, altrimenti non si immedesimerà col protagonista e finirà per non provare l'inquietudine necessaria durante la lettura. L'incipit è fondamentale per dar vita all'atmosfera giusta, quindi cercate di far appassionare il lettore alla vicenda, di non cadere nel banale o nel cliché, di incuriosire.

2) Concentratevi sullo stile

Lo stile deve rispecchiare il tipo di storia che andrete a narrare. La voce narrante deve apparire il più “reale” possibile (vedi il punto seguente), quindi dovete scegliere uno stile che le si adatti alla perfezione. Se a parlare è un uomo di cultura dell'ottocento, non potete farlo esprimere come un ragazzo dei giorni nostri. Allo stesso modo, dovete avere l'accortezza di inserire climax e pause a effetto durante la narrazione, in modo da mantenere sempre alti l'attenzione e il senso di inquietudine.

3) Date a intendere che la storia sia reale

Lasciar intendere che la storia sia vera, aggiungendo magari dettagli concreti, luoghi, riferimenti a persone realmente esistite, aiuta a rafforzare la sospensione dell'incredulità e quindi a mantenere viva la sensazione di disagio durante la lettura.

4) Usate il linguaggio figurativo e le descrizioni sensoriali

Per ricreare la sensazione di inquietudine di cui parlavamo prima, è bene concentrarsi sulle descrizioni sensoriali, far interagire i personaggi con l'ambiente aggiungendo dettagli visivi, sonori, olfattivi, tattili e così via. In questo modo il lettore si immedesimerà più facilmente con i protagonisti.

5) Prendete spunto dagli altri autori, ma non copiate!

Leggere gli autori che hanno scritto storie del genere che vi interessa è utile per entrare nel mood giusto. Potete anche prendere spunto dalle leggende locali o dai resoconti di cronaca.

6) Curate i dettagli

Inserite all'interno del racconto degli indizi ben celati e che, terminata la lettura, possano dare al lettore un quadro più completo della storia e far sorgere spontanea l'esclamazione: “È vero, non ci avevo proprio pensato!” Fate però attenzione a non scoprire troppo le vostre carte perché con degli spoiler otterrete l'effetto opposto.

7) Usate le vostre paure

Partire dalle vostre paure vi aiuterà a rendere più realistico tutto il racconto e a concentrarvi sui dettagli che a voi per primi terrorizzano, trasmettendo questo terrore anche ai vostri lettori.

8) Non spiegate tutto

Lasciare alcune questioni insolute e misteri non risolti aiuta a mantenere alta la sensazione di disagio, anche al termine della lettura.

9) Concludete con un cliffhanger o un colpo di scena

Terminare la storia con una bella frase che sorprenda il lettore o che lo lasci nel dubbio sulle sorti del protagonista aumenta la suspense e aiuta a conservare una paura sottile a lettura ultimata.

10) Lasciate spazio alla speranza

Come dicevamo prima, un finale aperto o a effetto aiuta a mantenere il disagio a post lettura. Ma se durante la narrazione le sorti del protagonista sono già palesemente spacciate, il lettore finisce col perdere interesse. Mantenere viva la speranza che il protagonista possa salvarsi fino alla fine aiuta a conservare alta l'attenzione.

Vi rimando anche all'articolo inglese: Conjuring Creepy Elements

Questo articolo è opera di:

Luna

10 consigli per creare un'ottima storia dell'orrore:

Consigli di Consigli di

scrittura!scrittura! Horror Story

Scrivere

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Le figuredell'orrore

Halloween è alle porte e va accolto come si deve: una storia di paura! Se la voglia di scrivere c'è, ma l'ispirazione latita, ecco un paio di idee che potrebbero far scattare la scintilla.

Assediati da vampiri e zombie, noi andiamo controcorrente e rispolveriamo il caro vecchio fantasma, ormai abbastanza raro. In particolare rivolgiamo l'attenzione a due tipi: la Dama Bianca europea e lo Yurei giapponese.

La Dama Bianca (detta a volte anche “femmina bianca” o “donna bianca”) è lo spirito di una donna morta per eventi tragici o violenti. Si manifesta sotto forma di figura vestita di bianco con lunghi capelli e avvolta in un bagliore pallido, senza occhi né bocca. È generalmente legata a famiglie nobili europee, soprattutto di Germania e Boemia, e come la cugina Banshee appare per annunciare una disgrazia incombente o, secondo alcune versioni, anche eventi lieti come nascite e nozze, portando l'abito bianco per i presagi positivi e uno nero per quelli negativi. Secondo altre storie ancora, appare per cullare i neonati quando le balie si addormentano.

Non parla a chi la incontra, bensì si limita a salutare con un inchino chi le porta rispetto. Alle volte gira con una candela o con un mazzo di chiavi, con le quali apre e chiude le porte a piacimento.

monastero e ne è diventata badessa. La sua prima apparizione è stata documentata nel 1486 e in seguito ha preannunciato altre morti di membri della famiglia.

Anche la famiglia reale d'Asburgo ha ripetutamente avvistato una Dama Bianca, ad esempio nel 1867 per la fucilazione di Massimiliano d'Asburgo in Messico o il suicidio del principe Rodolfo.

Nemmeno in Italia manca la tradizione della Dama Bianca: Biancamaria, figlia del conte Gaspare Martinengo, nel 1480 cadde nel fossato del castello di Padernello (BS) e da allora compare ogni dieci anni il 20 luglio, giorno della sua morte.

In numerosi eventi medievali e folcloristici italiani questa figura viene ripresa, come a Gorizia, sotto dominio austriaco fino al 1918, dove la Dama Bianca viene impersonata da una ragazza sugli spalti del castello durante il martedì grasso.

Altra figura spettrale è lo yurei. In Giappone indica semplicemente un fantasma, con delle caratteristiche che lo rendono diverso dai nostri spettri.

Come per le tradizioni occidentali, questo spirito è l'anima di un defunto (reikon) che non riesce a raggiungere l'Aldilà in seguito a una morte violenta o improvvisa o se non sono stati effettuati i riti funebri.

A partire dall’epoca Edo la diffusione del gioco dello Hyakumonogatari Kaidankai ha contribuito alla popolarità della figura dello yurei. Il gioco consiste nel raccontarsi a turno storie dell’orrore (in giapponese kaidan) e poi restare al buio. Non appena l’ultima luce viene spenta, la leggenda vuole che lo yurei si manifesti.

Opera di Sawaki Suushi ( 佐 脇 嵩 之 , giapponese, * 1707, † 1772)

Fra le apparizioni più conosciute c'è quella della Dama Bianca legata alla casata degli Hohenzollern, identificata come Agnese di Orlamunde, vedova di Ottone III di Orlamunde, che ha ucciso i suoi due figli per seguire l'amato Alberto di Norimberga. Pentitasi, ha fondato un

Dama bianca

yurei

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Pag.Pag. 3030

Questo articolo è opera di:

Karin Arreghini

Le figuredell'orrore

Con il tempo e l'uso di questi spiriti in giochi, letteratura, teatro e pittura sono stati definiti degli attributi che li distinguono chiaramente da altri personaggi:

● la veste bianca, che ricorda il kimono funerario usato nel periodo Edo, e può essere bianca e semplice (katabira) o decorata di sutra buddhisti (kyokatabira);

● il fazzoletto (hitaikakushi) intorno alla testa che forma un triangolo sulla fronte, tipico elemento del corredo mortuario, reso popolare soprattutto da manga e anime;

● due fuochi fatui (hitodama) dalle sfumature viola, blu o verdi che accompagnano le apparizioni dello yurei e sono parte dello spirito stesso, vengono utilizzati in manga e anime anche per indicare che una persona ha un’aria funebre o è fortemente depressa;

● i lunghi e arruffati capelli neri; come qui in Europa, si pensava che i capelli continuassero a crescere dopo la morte, idea provocata dal fatto che dopo il decesso la pelle si ritrae, dando l'impressione che peli e unghie si allunghino;

● le mani che pendono dai polsi protratti in avanti e la parte inferiore del corpo assente.

Gli yurei hanno inoltre dei nomi specifici in alcuni casi, ad esempio gli jibakurei sono spiriti di suicidi o persone con rimpianti, gli ubume sono spiriti di donne morte dando alla luce un figlio o senza sapere cosa sia accaduto loro e desiderano semplicemente ritrovarli; i goryo sono spiriti di nobili uccisi per intrighi di potere o traditi dai servitori e bramano vendetta, e infine gli ikiryo sono la singolare manifestazione dell'anima di una persona ancora in vita: lo spirito si distacca dal corpo per forte desiderio di vendetta o per stare vicino ai cari in caso di malattia o coma.

Per concludere ecco uno specchietto su un altro spirito femminile tipicamente italiano: l'anguana (chiamata in modo differente in ogni area, come agane, ogane, vivane e zubiane) è una donna legata all'acqua, simile a una ninfa e probabilmente da essa in parte derivata, tipica della tradizione alpina e particolarmente diffusa in Friuli.

Il suo mito si mescola spesso a quelli di altri spiriti di altre zone o di creature delle rocce e delle montagne, le cui leggende frequentemente si fondono.

Secondo alcune storie le anguane sono le anime di donne morte di parto, di fanciulle venute a mancare molto giovani o ancora di bambine nate morte, secondo altre invece sono donne dei boschi che professano un culto pagano.

Appaiono generalmente vestite di bianco o di colori accesi come il rosso e l'arancio, in base alle diverse tradizioni. Possono avere sembianze di seducenti ragazze o, in altre versioni, di vecchiette magre o ancora di figure notturne che scompaiono prima di essere viste distintamente. Spesso la parte inferiore del corpo è di pesce o rettile o ha i piedi al contrario, con le dita rivolte all’indietro, e la schiena è scavata e per nasconderla viene coperta di muschio o corteccia.

Le anguane, quasi sempre di natura benevola, sono protettrici delle acque e dei pescatori, a cui portano fortuna se le rispettano. Se offese, però, possono portare sorte avversa a vita, pur non arrivando a uccidere il colpevole, a differenza delle streghe.

Una delle punizioni più conosciute dell'anguana è quella di dare l'impossibile compito di riempire di acqua un cesto di vimini, ad esempio ai giovani che si attardano a tornare a casa di notte. Per questa credenza, molte famiglie tenevano un cesto fuori dalla porta affinché, qualora un'anguana si fosse presentata, sarebbe stata costretta lei stessa a tentare di riempire il cesto fino al mattino e avrebbe così lasciato in pace gli abitanti della casa.

Opera di Toriyama Sekien ( 鳥山石燕 , Japanese, *1712, †1788)

anguana

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Quando si parla di Halloween non si può non pensare alla classica zucca intagliata, propriamente detta Jack-o-Lantern.

Il nome deriva da un’antica leggenda irlandese che vede protagonista Stingy Jack, un astuto ubriacone che dopo aver condotto una vita nel peccato riesce a ingannare Satana in persona, ottenendo il privilegio di non poter entrare mai all’inferno. Ma questa fortuna gli si ritorce contro al momento della sua morte, quando si vede negata la possibilità di andare in paradiso.

Jack chiede allora a Satana di poter rescindere il patto che a suo tempo l’aveva salvato, ma il diavolo non può aiutarlo, anche se vorrebbe quell’anima peccaminosa. L’unica cosa che può fare è intagliare una rapa e al suo interno porre un tizzone ardente che non si spegnerà mai, cosicché il povero Jack possa avere una lanterna che gli faccia luce mentre vaga per sempre tra il mondo dei vivi e quello dei morti, facendolo diventare così un monito eterno per coloro che osano sfidare il signore degli inferi.

La tradizione di intagliare zucche per ricavarne lanterne (prima ancora altri ortaggi, come ad esempio le rape) non è sconosciuta anche nel nostro paese. Tracce di questa tradizione si trovano in quasi tutta la penisola.

Nell’antica festa di Sant’Andrea, celebrata in Sardegna, la notte del 30 novembre gli adulti vanno per le vie del paese percuotendo gli scuri con graticole e coltelli allo scopo di intimorire i bambini, che nel frattempo vagano per le strade con delle sinistre zucche vuote intagliate a forma di teschio e illuminate all’interno da una candela.

L’uso delle zucche era ben presente anche nella cultura contadina della Toscana fino a pochi decenni fa, nel cosiddetto gioco dello zozzo (in alcune parti noto come morte secca). Nel periodo compreso tra agosto e ottobre si svuotava una zucca, le si intagliavano delle aperture a forma di occhi, naso e bocca; all’interno della zucca si metteva poi una candela accesa. Dopo il tramonto la zucca veniva posta fuori casa, su un muretto, e per darle le sembianze di un mostro si simulava un abito con degli stracci per spaventare i bambini.

Testimonianze di una pratica identica si ritrovano nel nord del Lazio già dalla metà dell’Ottocento. La zucca intagliata e illuminata veniva chiamata La Morte.

L’uso di intagliare le zucche e illuminarle con una candela si ritrova anche in Lombardia e in Liguria, così come in Emilia e in generale in tutta la pianura padana, dove fino alla fine degli anni ’50 le zucche svuotate e illuminate da candele venivano poste nei borghi più bui o vicino ai cimiteri e alle chiese.

(Per approfondimenti rimandiamo alla pagina di wikipedia.)

Quindi possiamo dedicarci all’intaglio senza sentirci additare di essere creature volubili che seguono la moda del momento, antiche tradizioni popolari sono dalla nostra parte.

Ma se non fossimo troppo versati nell’arte dell’intaglio cosa possiamo fare con tutte queste zucche dalle forme e dai colori meravigliosi che affollano i banchi dei mercati e dei negozi di verdura?

Beh, in questo caso potremmo ispirarci a una ricetta d’oltre oceano. In fondo, la zucca come la conosciamo viene da quelle parti, magari qualche dritta su come cucinarla possono darcela. Lo so, lo so. I ravioli di zucca sono fantastici e li abbiamo inventati noi. Infatti volevo darvi la ricetta di un dolce, così non generiamo conflitti.

Ricetta diHalloween

Di zucche intagliate e torte speziate

Foto e intagli di Lucia Giannelli

La leggenda di Jack O' Lantern

L'intaglio delle zucche

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Pumpkin Pie

Le pie sono torte (dolci o salate) della cucina anglosassone e americana, una via di mezzo tra le nostre crostate e torte salate. L’impasto base che compone il rivestimento è privo di uova, ingredienti fondamentali sono invece la farina, il grasso, che può essere burro o margarina, e l’acqua. A seconda delle preparazioni possono essere presenti sale o zucchero.

Nella versione dolce ha un sapore più neutro e una consistenza più soda rispetto alla nostra pasta frolla, ma può essere aromatizzato a piacimento con spezie, cacao e frutta secca tritata.

Per la pumpkin pie, o crostata di zucca, lo prepareremo nella versione base alla vaniglia:

Setacciate la farina disponendola a fontana. Ponete il burro nella farina e, con un coltello, tagliatelo in pezzetti sempre più piccoli. Aggiungete lo zucchero, il sale e la vanillina e quindi lavorate l’impasto sbriciolandolo coi polpastrelli. Aggiungete l’acqua e formate una palletta morbida. Avvolgetela nella pellicola e ponetela a riposare in frigo per un’ora.

Mentre l’impasto riposa prepariamo la zucca. Per fare questo dovremo prima aver pulito la zucca, rimosso i semi (se sono abbastanza grandi potete tostarli con un po’ di sale, sono ottimi da sgranocchiare) e messo i pezzi di zucca in forno. Il cosiglio è di sbucciare la zucca dopo averla passata al forno, in questo modo si fa molta meno fatica.

Col forno tradizionale mettete i pezzi di zucca sulla placca con un foglio di carta da forno e fate cuocere a 200°C per 30 minuti. Attenzione: questo passaggio dipende dalle dimensioni della vostra zucca e da come avete tagliato i pezzi, è un valore indicativo. Controllate che la polpa della zucca sia morbida, a quel punto potete toglierla dal forno e sbucciarla.

Di solito io prendo una zucca intera e la preparo tutta in una volta, poi mi divido la polpa pronta in sacchetti da un chilogrammo e li congelo una volta raffreddati. Così sono a posto per le prossime torte.

Assumiamo quindi che a questo punto abbiate la vostra bella polpa di zucca cotta e sbucciata, ecco cos’altro ci serve per il ripieno della nostra pie:

Cuocete in un pentolino antiaderente abbastanza capiente la zucca con lo zucchero, il sale e le spezie, finché il liquido non si è assorbito. Passate il composto con un frullatore a immersione, quindi aggiungete la panna. Quando il composto sarà sufficientemente freddo aggiungete le uova sbattute. Il ripieno è pronto.

Togliete la pasta dal frigo e stendete una sfoglia di mezzo centimetro. Mettetela in una tortiera coi bordi piegati all’esterno da 23 cm di diametro. Ricoprite anche i bordi e tagliate la pasta in eccesso con un coltello. Bucherellate il fondo dell’impasto con una forchetta, quindi versate il ripieno e infornate in forno caldo a 180°C per 45 minuti.

La torta si serve fredda e si può accompagnare con dei ciuffetti di panna montata.

Ricetta diHalloween

Un chilogrammo di zucca cotta, tagliata a pezzetti200g di zucchero1 cucchiaino di sale1 cucchiaino di zenzero in polvereUn pizzico di noce moscataUn pizzico di cannella500ml di panna da montare4 uova

Questo articolo, così come le foto della torta, sono opera di:

Irene Quintavalle

Le foto delle zucche intagliate e anche i relativi intagli, invece, sono di Lucia Giannelli

250g di farina125g di burro freddo60g di acqua fredda2 cucchiai di zucchero1 pizzico di sale1 busta di vanillina

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Pag.Pag. 3333

Prima o poi tutti gli aspiranti scrittori sentono il bisogno di misurarsi con gli altri, partecipando a dei concorsi letterari.

Noi di È scrivere abbiamo raccolto qui quelli che ci sembravano più interessanti, sperando che possano essere utili ai nostri lettori.

Richiesta: novelle Richiesta: novelle con lieto finecon lieto fine

Lunghezza: dalle Lunghezza: dalle 4.000 alle 20.000 4.000 alle 20.000 paroleparole

Scadenza: 05 Scadenza: 05 dicembre 2014dicembre 2014

Quota di Quota di partecipazione: partecipazione: gratuito (l'antologia gratuito (l'antologia risultante risultante sarà sarà gratuita)gratuita)

Bando completoBando completo

Concorsi

IncPi, III selezioneIncPi, III selezionePlesio EditorePlesio Editore

Richiesta: racconti Richiesta: racconti fantasticifantastici

Lunghezza: max 15.000 Lunghezza: max 15.000 battute spazi inclusibattute spazi inclusi

Scadenza: dal 15 ottobre Scadenza: dal 15 ottobre 2014 fino al 15 marzo 2014 fino al 15 marzo 20152015

Quota partecipazione: Quota partecipazione: 10,00 euro (attualmente 10,00 euro (attualmente scontata a 8,50 euro)scontata a 8,50 euro)

Bando concorsoBando concorso

Premi: Premi:

1° class.: lettore Kobo Touch e 5 ebook a scelta 1° class.: lettore Kobo Touch e 5 ebook a scelta ePlesio.ePlesio.

2° class.: 10 Euro di buono acquisto utilizzabili sul sito 2° class.: 10 Euro di buono acquisto utilizzabili sul sito Plesio e 3 ebook a scelta ePlesio.Plesio e 3 ebook a scelta ePlesio.

3° class.: 3 ebook a scelta ePlesio.3° class.: 3 ebook a scelta ePlesio.

La paura fa 90 (righe)La paura fa 90 (righe)

Racconti sotto l'albero Racconti sotto l'albero Triskell EdizioniTriskell Edizioni

Richiesta: romanzo ineditoRichiesta: romanzo inedito

Scadenza: 31 dicembre 2014Scadenza: 31 dicembre 2014

Lunghezza: minimo 180mila caratteri (spazi inclusi)Lunghezza: minimo 180mila caratteri (spazi inclusi)

Quota d'iscrizione: gratuitaQuota d'iscrizione: gratuita

Limitazione: rivolto ad autori al di sotto dei 39 anniLimitazione: rivolto ad autori al di sotto dei 39 anni

Premio: pubblicazione con Rai EriPremio: pubblicazione con Rai Eri

Bando del conocorsoBando del conocorso

Premi: Premi:

1° class.: lettore Kobo Touch e 5 ebook a scelta 1° class.: lettore Kobo Touch e 5 ebook a scelta ePlesio.ePlesio.

2° class.: 10 Euro di buono acquisto utilizzabili sul sito 2° class.: 10 Euro di buono acquisto utilizzabili sul sito Plesio e 3 ebook a scelta ePlesio.Plesio e 3 ebook a scelta ePlesio.

3° class.: 3 ebook a scelta ePlesio.3° class.: 3 ebook a scelta ePlesio.

Premi: Premi:

1° class.: lettore Kobo Touch e 5 ebook a scelta 1° class.: lettore Kobo Touch e 5 ebook a scelta ePlesio.ePlesio.

2° class.: 10 Euro di buono acquisto utilizzabili sul sito 2° class.: 10 Euro di buono acquisto utilizzabili sul sito Plesio e 3 ebook a scelta ePlesio.Plesio e 3 ebook a scelta ePlesio.

3° class.: 3 ebook a scelta ePlesio.3° class.: 3 ebook a scelta ePlesio.

Richiesta: racconti di genere Horror, Thriller e Fantastico Richiesta: racconti di genere Horror, Thriller e Fantastico (con tutte le relative sfumature: giallo, mistero, urban (con tutte le relative sfumature: giallo, mistero, urban fantasy, fantascienza, fantasy, hard boiled, ecc...). fantasy, fantascienza, fantasy, hard boiled, ecc...).

Lunghezza: tra i 10.000 e i 30.000 caratteri (spazi Lunghezza: tra i 10.000 e i 30.000 caratteri (spazi compresi) mai pubblicate su libri cartacei o premiate in altri compresi) mai pubblicate su libri cartacei o premiate in altri concorsi letterari.concorsi letterari.

Quota di partecipazione: gratuito (le antologie risultanti Quota di partecipazione: gratuito (le antologie risultanti sono gratuite)sono gratuite)

Il concorso prevede 4 edizioni all'anno e fino a un massimo Il concorso prevede 4 edizioni all'anno e fino a un massimo di 35 racconti iscritti per edizione (ogni autore può inviare di 35 racconti iscritti per edizione (ogni autore può inviare soltanto un racconto per edizione).soltanto un racconto per edizione).

Scadenza: 4 edizioni aperte nei seguenti intervalli di tempoScadenza: 4 edizioni aperte nei seguenti intervalli di tempo

1 gennaio - 31 marzo (edizione Invernale)1 gennaio - 31 marzo (edizione Invernale)1 aprile - 30 giugno (edizione Primaverile)1 aprile - 30 giugno (edizione Primaverile)1 luglio - 30 settembre (edizione Estiva)1 luglio - 30 settembre (edizione Estiva)1 ottobre - 31 dicembre (edizione Autunnale)1 ottobre - 31 dicembre (edizione Autunnale)

Bando concorsoBando concorso

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Nuoveuscite

Titolo: The Scar – completoAutore: Erin E. KellerEditore: TriskellLunghezza: 119 pagine, ebookGenere: M/M – per adultiPrezzo: € 2,99

S e g u i i l S e g u i i l l i n kl i n k e e s c a r i c a l o s c a r i c a l o g r a t i s d a l g r a t i s d a l

n o s t r o s i t o !n o s t r o s i t o !

Cosa fareste se aveste la possibilità di cambiare un tragico passato? E se per farlo doveste lasciare indietro una parte di voi, sareste comunque disposti ad andare fino in fondo?

Questa è la storia di una ragazza come tante che crede di avere come angelo custode un uomo per nulla comune: River Phoenix, cantante, attore, idolo delle ragazzine, amico di Keanu Reeves e Johnny Depp, morto tragicamente la notte di Halloween del 1993. Aveva ancora così tanto da vivere e così tanto da comunicare al mondo.Ma se la sua morte prematura si potesse evitare?Se quella ragazza non si sbagliasse e la sua vita fosse effettivamente legata a quella dell'attore?Cosa accadrebbe se le fosse data la possibilità di viaggiare nel tempo fino a poche ore prima che

avvenisse la tragedia?Se non vedete l'ora di conoscere le risposte a queste domande, non vi resta che leggere e gustare Living River.Perché la vita, a volte, sa essere piena di sorprese.

Dal testo:

«Ma sì, è fantastico!» ripete in sollucchero. «L'idea che la morte sia solo un passaggio. Che le vite umane siano tutte infinitamente connesse le une alle altre, che ci siano legami lontani e profondi, anche tra sconosciuti. Legami che superano persino il tempo e lo spazio, ti rendi conto? È una cosa fantastica!»Gli controllo le pupille. No, non sono dilatate, non è sotto acido. È così di suo. Nemmeno se mi ci fossi messa d'impegno, nemmeno con tutta la fantasia a mia disposizione avrei potuto immaginarlo dire una cosa del genere.

Ebook by Bee

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gratis!gratis!

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Pag.Pag. 3535

N ° 1 K o b o p e r u n a N ° 1 K o b o p e r u n a s e t t i m a n a e d a t r e i n s e t t i m a n a e d a t r e i n c i m a a l l e c l a s s i f i c h e !c i m a a l l e c l a s s i f i c h e !

Trama: Ryan ha una cicatrice sul viso che crede lo renda sgradevole all’occhio umano.Ma ci sono persone che non si fermano all’apparenza. Ci sono persone che riescono a trovare la bellezza in ognuno. Ci sono persone che amano far sorridere la gente. Ci sono persone come Sean, che non si fanno scoraggiare dall’esteriorità e dagli aculei del riccio in cui si è chiuso Ryan.Sean riesce a scalfire la crosta dura di Ryan, ma ora lo attende la parte più difficile del suo compito: far sì che il ragazzo smetta di nascondersi dietro di essa e si apra a lui.Ma quando dal passato di Ryan arriva qualcuno che gli offre ciò che lui desidera di più al mondo, non c’è più tempo per loro. Ryan deve prendere una decisione.Quale voce ascolterà? Quella del suo cuore o della sua mente?

Trama: Professionalmente parlando, il dottor Alec Johnson ha quasi raggiunto tutti i suoi obiettivi. Insieme al suo ex, il dottor Tyler Hall, è

anche il vincitore di un premio a loro destinato per il lavoro che svolgono con i senzatetto. Purtroppo, però, la sua vita privata fa un po’ pena, soprattutto perché ci sono in previsione per lui diversi eventi ai quali dovrà partecipare insieme a Tyler e al suo nuovo fidanzato. Nel tentativo di sollevarsi l’umore, Alec acquista una moto, ma non ha nemmeno idea di come si usi.Dylan Booth non ha tempo per il dottor “Incapace” e per la sua Harley del 1964, ma nonostante sia un meccanico un po’ arrogante, non riesce a dire di no alla sua richiesta di aiuto.Dopo aver trascorso la sua adolescenza per le strade e aver perso il suo migliore amico a causa dell’HIV, Dylan decide che dare una mano a quell’uomo impegnato a fare del bene sia il minimo che possa fare.Ma vedere Alec interagire con il suo ex rende Dylan stranamente protettivo nei suoi confronti, tanto che invece di presentarsi come meccanico dichiara di essere il suo nuovo fidanzato.L’ex sospetta che Dylan stia mentendo.Alec sostiene che Dylan sia pazzo.E Dylan non è sicuro di riuscire a fingere di essere gay.

Nuoveuscite

Altre novità Triskell!Altre novità Triskell!

Titolo: Fidanzato di scortaAutore: River JaymesEditore: TriskellPrezzo: 5,99 € ebookPagine: 224Genere: M/M romance

Titolo: The Scar – completoAutore: Erin E. KellerEditore: TriskellLunghezza: 119 pagine, ebookGenere: M/M – per adultiPrezzo: € 2,99

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Pag.Pag. 3636

«Il nostro sindacato si occupa degli scapoli».«E cosa c’entrano le renne con gli scapoli?» [...]«In entrambi i casi c’è qualcuno che vuole appenderli al muro come trofei».

Londra, inizi del Novecento: abbandonato malamente dalla fidanzata Vera alla vigilia delle nozze, il criticoletterario Cyril Billingwest affoga la sua delusione gettandosi a capofitto nella stesura de Le dodici mosse diUlisse, animoso prontuario rivolto agli scapoli in cui l’io narrante eroe omerico indica una dozzina di regoleinfallibili per tenere lontano lo spettro insidioso del matrimonio. Venuto a conoscenza del progettoletterario, George Billingwest, astuto e calcolatore quanto Cyril è candido e romantico, propone al cuginodi utilizzare il suo vademecum come statuto di un sindacato maschile da fondare insieme. La neoistituzione,improntata alla più rigorosa misoginia, si chiamerà: Scapolificio Billingwest. Deputata a coordinare lamacchina organizzativa dovrà essere – in ossequio alla 12a mossa di Ulisse – una segretaria tuttofare“brutta e antipatica così da accentuare in ogni uomo la propensione alle magnificenze di una vita solitaria”.A presentarsi all’appello è Penelope Truton, una giovane donna che, invece, è bella, simpatica e di spiccataperspicacia. Ed ecco che le carte cominciano a sparigliarsi, poiché i due cugini restano irretiti dalla ragazzaper motivi opposti e la reclutano, trasgredendo allo Statuto. Refrattaria a ogni soluzione troppo facile,Penelope dimostra subito un’indomabile volontà di pensare con la propria testa, venendo a scoprire cose chemetteranno a dura prova le sorti dello Scapolificio...

Tra gite balneari impreviste, movimentate tenzoni poetiche e match di pugilato disputati alla bell’e meglio,scivola una briosa commedia d’antan, dove tutto risulta ribaltabile con grazia.

F I N A L I S T A a l P R E M I O H U G O F I N A L I S T A a l P R E M I O H U G O 2 0 0 8 2 0 0 8 C O M E M I G L I O R R O M A N Z OC O M E M I G L I O R R O M A N Z O

Trama: Dopo anni passati a combattere per le Forze di Difesa Coloniale come soldato artificialmente potenziato, John Perry ha infine trovato un’oasi di pace in un universo violento. Un piccolo pianeta periferico dove vive con moglie e figlia servendo l’Unione Coloniale come semplice difensore civico.Un giorno però il passato bussa alla porta della sua fattoria: John e Jane, anche lei ex soldato delle FDC, sono stati scelti per guidare la colonizzazione di un nuovo pianeta in un’operazione che si prospetta da subito di grande importanza strategica per il futuro dell’Unione.I due non ci impiegheranno molto a capire che nulla è come sembra e che la nuova colonia è solo una pedina in un gioco di potere interstellare fra la razza umana e gli alieni, in bilico fra diplomazia e azioni di rappresaglia militare. John Perry dovrà districare una fitta rete di menzogne per salvare se stesso e la gente di cui è responsabile, impedendo che la loro finisca per essere l’ultima colonia del genere umano.

Nuoveuscite

Titolo: La stagione degli scapoli

Autore: Vincenzo Monfrecola

Pagine: 208

Editore: Gargoyle

Prezzo: 16 euro, cartaceo

Titolo: L'ultima colonia (The Last Colony)

Editore: Gargoyle Books (collana Extra)

Traduzione di Benedetta Tavani

Prezzo: € 18,00

Pagine:315

Altre novità Gargoyle!Altre novità Gargoyle!

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Pag.Pag. 3737

Nuoveuscite

Titolo: Libera i Cani (Infernal Beast – Vol I)

Autore: Veronica Tomasiello

Genere: Fantasy / Steampunk

Pagine: 80

Prezzo: 1,99 ebook

Editore: DunwichEdizioni

Anteprime Dunwich!Anteprime Dunwich!

Titolo: Nero EternoAutore: David FalchiGenere: horrorPagine: 180Prezzo: 2,99 ebook 9,90 cartaceo

Marcello Kiesel è un  cacciatore di fantasmi, specializzato nello scovare e annientare le presenze demoniache. Accompagnato dal suo fedele assistente, Lerner, spirito intrappolato in uno specchio, tenterà di affrontare e demolire l’entità diabolica che infesta la casa dei coniugi Guidi. Il caso in questione, però, si dimostrerà diverso e molto più ostico dei precedenti e coinvolgerà Kiesel a un livello più profondo, minando le certezze già acquisite in anni di consolidata attività professionale. Attraverso  strumenti di protezione contro gli spiriti, sogni astrali e passaggi in diverse dimensioni del reale e dell'onirico, il protagonista cercherà di contrastare l’oscura presenza che tenta di impossessarsi del suo spirito e della sua carne.

Prezzo: 4,99 ebook 9,90 cartaceo

ZOMBIE

Ken Bishop e il suo miglior amico Jorge restano bloccati nel traffico mentre stanno tornando a casa dal lavoro. È successo qualcosa di inspiegabile. E di terrificante. Sono i primi segni di un’epidemia. Ken e Jorge sono proprio a un punto morto. Non devono solo fuggire, ma anche salvare più persone possibili.

ARMAGEDDON

Ora Crispin e i suoi devono prendere una decisione difficile: mandare i Cani nel bel mezzo dell’apocalisse zombie per salvare i sopravvissuti o seguire i consigli del neuroscienziato che suggerisce loro di risparmiare le risorse e usare i soldati-bestia come guardie dell’isola?

LUPI MANNARI

Il dottor Crispin ha creato i salvatori dell'umanità: i Cani di Pavlov, un team di soldati in grado di trasformarsi in bestie spaventose. Ma quando il dottore e i suoi collaboratori danno il benvenuto al nuovo neuroscienziato si rendono conto di aver messo il loro lavoro nella mani di un uomo di cui non si fidano completamente.

New!

New!

Titolo: Pavlov’s Dogs – L’armata dei LupiAutori: David Snell / Thom BrannanGenere: horrorPagine: 250

IL PROGETTO

Infernal Beast è una serie di novelle autoconclusive e scritte da diversi autori che però si svolgono nella stessa ambientazione. Al momento la casa editrice è ancora in cerca degli episodi quattro e cinque. Gli autori interessati possono proporre una sinossi all’indirizzo: [email protected]

Titolo: BETAutore: Fabio TacchiGenere: thrillerPagine: 145Prezzo: 2,99 ebook 9,90 cartaceo

E dire che era soltanto una scommessa. Niente di più. Quando la proposi ai miei amici del forum mi sembrava la cosa più semplice del mondo. Io, Bet, eccentrica impiegata londinese dall’animo cinico e introverso, avrei dovuto uccidere qualcuno. Se ci fossi riuscita avrei ricevuto mille sterline da ognuno di loro, in caso contrario avrei dovuto tirare fuori i soldi e abbandonare il sito per sempre. Ovviamente non era mia intenzione assassinare nessuno, non in quel momento. La mia idea era quella di creare un’identità fasulla – un nome, una foto, un documento, qualche traccia qua e là – e poi farla sparire. Sentivo già il sapore della vittoria, poi tutto si è incasinato. Adam, frutto della mia innata abilità con la fotomanipolazione e della mia infinita pazienza con le trafile burocratiche, ha iniziato a esistere davvero.

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Pag.Pag. 3838

Trama:

Uziel, eroe ambiguo e cinico, è impegnato in un'eterna missione solitaria.Angelo caduto dal Paradiso Celeste, persa la sua funzione di guida spirituale, sceglie di sterminareil male.Inizia così il suo viaggio attraverso le campagne e gli angoli più sperduti dell’Impero, dove idemoni attentano alla vita e allo spirito degli uomini. Ma la missione si rivelerà presto una lottacontro la corruzione della sua stessa anima.

TARGET DI RIFERIMENTO:“La strada perduta” è indicato alla fascia d’età tra i 14 e i 25 anni. Ciò non toglie che la profonditàdi alcune tematiche trattate lo renda adatto anche a un lettore più maturo.

Trama:

Soli contro il potente spettro di Rice Hadley, le vite di Alex e Rayan non sono maistate così in pericolo.Con uno spirito enigmatico come mentore e sempre in lotta contro il tempo, i dueragazzi saranno costretti ancora una volta ad affidarsi alla loro amicizia come unicospiraglio di salvezza. Ma la salvezza ha un costo, e comporta decisioni più dure diquelle che i due Alti Guardiani sono disposti a prendere.

Nuoveuscite

Titolo: La strada perdutaAutore: Alessio BaniniGenere: fantasyCollana: AurendorPagine: 240Prezzo: 12,00 euro, cartaceoEditore: Plesio Editore

Lhorror secondo Lhorror secondo Plesio!Plesio!

Titolo: Lo spettro del dragoAutore: Sonia BarelliGenere: fantasy classicoCollana: AurendorPagine: 380Prezzo: 14,50, cartaceoEditore: Plesio Editore

Consigliato se:- La magia è uno stile di vita- L’amicizia è ancora un valore- Il classico non stona mai

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Nuoveuscite

S e g u i i lS e g u i i l l i n kl i n k p e r i l p e r i l d o w n l o a d d o w n l o a d g r a t u i t o !g r a t u i t o !

21B Baker Street, London 1927: Dr. J.H. Watson & H.P. Lovecraft

L'avventura del mercantile alla deriva

Storia: Michele D'Angelo

Disegni: Christian Fedele

Copertina: Albano Scevola

Lettering: Lorenzo Ghignone

Genere: horror

Pagine: 16 pagine - B/N - copertina a colori - 16cm per 22cm

Formato: Fumetto, ebook

Prezzo: gratis

Dall'introduzione di Umberto Sisia:

Londra, Maggio 1927.Avevamo lasciato i nostri eroi alle prese con maledizioni e abbazie medievali. Di tutt'altro tenore è la storia ambientata in questo mese, una delle più autenticamente lovecraftiane dell'intera serie. Si tratta di una vicenda statica poiché, lo vedrete, si gioca per la totalità della sua estensione sui ricordi e sulla narrazione del nero Ougga relativamente ai fatti misteriosi occorsi nella sua navigazione marina. Ritrovato in stranissime circostanze su una nave deserta ed affidato alle cure di un istituto di sanità mentale il marinaio racconterà gli arcani eventi occorsigli. "L'Avventura del mercantile alla deriva" è anche uno dei racconti narrativa-mente più complessi e già dal titolo si intuisce il significato profondo della storia. La deriva di cui si parla è sì fisica, ma ancora di più eistenziale, filosofica, oserei dire ontologica, relativa a quelle considerazioni sul ruolo nullo ed insignificante dell'uomo all'interno dell'Universo che sono al centro dell'ideologia lovecraftiana. (...)

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Pag.Pag. 4040

Approfittiamo di questo spazio per parlarvi ancora una volta della sezione dedicata ai Servizi Editoriali che abbiamo inaugurato di recente.

Lo scopo dell'iniziativa è prevalentemente quello di coprire i costi di gestione del sito stesso.

Ci rivolgiamo a quegli autori che vogliono migliorare il proprio manoscritto o ricevere un parere obiettivo su un proprio testo. Ma siamo disponibili anche a collaborare con le case editrici o con altre realtà, nel caso in cui vogliano farcene richiesta.

Tutte quelle che vedete elencate nella tabella qui di fianco sono le tariffe promozionali che offriamo (fra le più basse che potete trovare sul mercato) e saranno valide fino al 31 dicembre. Dopodiché subiranno un leggero incremento.

Il nostro è un servizio rapido, infatti garantiamo una risposta entro 30 giorni lavorativi dall'avvenuto pagamento.

Per ulteriori informazioni e per dare un'occhiata agli esempi dei nostri lavori, vi consiglio di consultare la pagina dedicata ai Servizi Editoriali sul nostro forum.

Ci occupiamo di:

● Sinossi e quarta di copertina: al costo forfettario di 15 euro, qualsiasi sia la lunghezza del manoscritto;

● Schede di valutazione: 20 euro fino a 200 cartelle*, 30 euro fino a 300 cartelle*. 35 euro dopo le 300 cartelle*.

● Correzione bozze: 0,30 a cartella*

● Editing: 1 euro a cartella*

* Una cartella corrisponde a 1800 caratteri spazi inclusi

Presto ci occuperemo anche di impaginazione e realizzazione di ebook professionali.

Per qualsiasi domanda, dubbio e richiesta di informazioni, potete inviare una mail all'indirizzo: [email protected] oppure compilare il form di contatto che trovate sul nostro sito.

I servizieditoriali

Page 41: È magazine n°0

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Credits

È Magazine è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale

Le immagini utilizzate sono opera di:

Immagine in copertina: Petr KratochvilSfondo del sommario: Yana RayPag. 5: NestoDesignPag.6, zucca: Petr KratochvilPag. 6, croce celtica: Lode Van de VeldePag. 7: Holly ChaffinPag. 8-9-10-11: foto di Lucia Coluccia (Silver)Illustrazione pag. 12: Michele D'AngeloPag. 13-14-15-16-25-26-27: foto di repertorio, di pubblico dominioPag. 28: Ian LPag. 29, statua: Ian LPag. 29, disegno: Sawaki SuushiPag. 30, disegno: Toriyama SekienPag.30, foto: santa deluxPag. 31: foto di Lucia GiannelliPag. 32: foto di Irene Quintavalle

Avatar utilizzati: alcuni autori hanno scelto di inserire una propria fotografia, altri hanno scelto di comparire sulla rivista con l'avatar che utilizzano sul forum di escrivere.com

Le varie cover che appaiono sulla rivista ci sono state rilasciate direttamente dalle case editrici interessate.

È Magazine - Rivista digitalePubblicazione aperiodica – n.0, novembre 2014

Redazione: Luna, Silver, NerinaProgetto grafico, grafica e impaginazione: LunaCopertina: LunaImmagine di copertina: Petr Kratochvil

Hanno scritto per noi: Bee, Guerino Di Mattia, Irene Quintavalle, Ariendil, Diana-Blues, Roberto Ciardiello, Karin Arreghini, Luna, Silver e Nerina

Illustrazione a tema: Michele D'Angelo

Redazione escrivere.com

Sulle recensioni:

In questo numero della rivista abbiamo voluto dare spazio alle antologie horror uscite di recente che ci sono maggiormente piaciute, ma potete trovare tutte le altre nostre recensioni (singole, doppie a anche triple) sul blog alla voce Recensioni!

Sui racconti:

I mini racconti di Irene Quintavalle sono stati presi direttamente dal forum di escrivere.com Il primo era stato scritto per uno dei nostri Laboratori di scrittura, mentre il secondo era stato postato nella sezione Racconti. Li abbiamo scelti perché ci piacevano, tanto che ce li ricordavamo nonostante fossero stati inseriti sul sito parecchio tempo fa.

I mini racconti di Roberto Ciardiello sono testi vincitori del Premio Scheletri 2013 del portale scheletri.com e del concorso 50 Schegge del Terrore del portale letteraturahorror.it e ci sono stati forniti su nostra richiesta perché conosciamo Roberto e la sua abilità con questo genere, a lui molto affine.