ecce homo-arturo graf
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MASTERNE ATIVE
NO 91-80214-8
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MICROFILMED 1991
COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIES/NEW YORK
as part of the.
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AUTHOR:
GRAF, ARTURO
riTLE:
HOMO; AFORISMIPARABOLE DI ...
PLACr
MILANODA TE :
1908
-
COLUMBIA UNIVERSITY LIBRARIESPRESERVATION DEPARTMENT
RTRTinnRAPHTr mtcroform target
Master Negative #
Originai Material as Filmed - Existing Bibliographic Record
j fATERMO LIBRARY
jDS53G7n'i
Graf, Arturo, 1848-1913.
Ecce homo; aforismi e parabole di ArturoGrat
Milano, Fratelli Treves, 1908.^
^^^^.^^
savr-4itK t p. I-. ixii-xxiv, 270 p., 1 1.^14i"".
Lacks p. 73-80; p. 81-B8duplicP.ted.
U
I. Title.
Library of Congrcss
14-20715
PQ470S.G3E3 1908 (
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ECCE HOMO
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I
AFORISMI K PAIWBOLE
DI
ARTURO GRAT
La vilt, per non tapi scort^ere
troppo, invent il destino.
Nella tort linosa e Tinta iiavip:azion
(iella vita, pi che i Neiitioontrarii,
temi jili scogli nascosti.
M l L A N
FRATELLI TREVE8, EDITORI
1908
^^^^^^^^^^^^^^jg^g^g^jg^^^^gg^^^gH
-
i.i:l \iEii>iMt Al rii:i:
(t'dhloiii Trerfs).
L.Dopo il tramonto, versi (1S93) ....Morqai, nuove poesie (19
-
.il
PREFAZIONE.
Graf, Krcfi Homo.a
-
\I
Ad ALCUiNl (ilOVAUISblMI,
Voi siete trsti e non sapete perch.Se
non gioconda la giovinezza,quale altra
et (Idia vita potr essergioconda^ La
vostra giovinezza come unapianta cui
siano contrarii il dima e il suolo. Voi
siete trsti della trstezza diquesta nostra
civilt cupa e feroce, non menoinfesta^
ai giovani che ai vecchi. Ai vecchi,cut
aia natura scema il vigore, essa, lacivilt,
'col tumulto della sua foga incalzante,con
l'asprezza de' suoi congegni, con l'oppres-
sione della sua congerie, nega ilriposo,^
mozza il respiro, affretta lamorte Ai
giovani ruba la giovinezza, scerpa il fior
della vita. Voi sentite di morire allagio-
vinezza prma ancora d'averla assapo-
rata.L'anima vostra si oscura e si sfredda.
Non avde pi ne tempo, ne voglia, di so-
H\
.^^ ~ '^St.^ ^ ^.jpfAM^^ JFm
-
PKEFAZI(>>'E XllIXII PKEFAZIOKE
mare e (l'aiiare. Prima coloro che vi mi-'sevo (il liwudojpoi coloro che vi ainnioe-stmnoj nmi vi sanno parlare d'aUro chedella necessit di tirare al guadagno^ di
assievrarsi tvn i^ostOj di htttar via le il-
!,,i'Hi> hi casa > f" scuola. Chiedete
una iiarola di vita^ e non Vndite da neS'sima jwte- Le rcligionij con voci di ora-coli spenti, con richiami di miti moHi,
vi parlano tm linguaggio che voi non
potete i'''' hitendere. La jilosojia discute
alla vusira presenza mi nnmem stra-
grande di cose che non vi giovano e non
v'importano^ e si scorda di dirvi come
e perch dovete vivere^ quale sia il senso
e il rrdnr della vita. Za scienza vi am-monisce che mondo fdco e mondo mo-rale soggiacciono a una stessa necessit,
eterna e imluttahile, che tutto si riduce
a meceamsmo, che voi medesimi non
siete se nmi automi, e che non vi sonorrdori nel mmdo, ma soltanto foMi eleggi. L'iirfe, da uUimo, vi dichiara cheessa ha da^ attendere a s e non a voi;
i
n
che nulla essa ha da spartire con gli al-
tii interessi umani. Se volete, senza che
altri vi soccorra, misurare le vostre forze,
penetrare in voi stessi, conoscervi, il
tempo vi tnancaj o Vinquietezza vi turba,
o il frastuono v'assorda.
Vi affacciate a questa scena del mondo,
e quale spettacolo vi si offre? Uno spet-
tacolo voi non sapete se pi doloroso, o
pi laido, o pi grottesco. Cercate di
darvi ragione di ci che vedete, e non ci
riuscite. Chiedete a voi stessi se la ci-
vilt ahl/ia per iscopo di esaltare l'umana
natura ovvero di deprimerla. Imparate
a conoscere la terribile schiavit del li-
bero cittadino, l'atroce miseria del popolo
sovrano. Vi sentite avvinghiati, premuti,
travolti; e in quella che date tutte le vo-
stre forze alla comune opera intermina-
Ule, che, pure essendo comune, tutta
tramata di rivcdit e di confi itti; e men-
tre vi logorate nella cotidiana fatica del
fare, disfare, rifare; l'i avvelaia Va nima
un dubino amaro, se non pure la dispe-
rata certezza, della inutilit dell'opera
-
XIV pmBfAZIONlSPREFAZIONE XV
vostra e delValtmi e di ogni possibile
opera. Sentite che la macchina immane
chp ^'f'^ani costruita d stritola; che lecose profotte a giommento delle persone
affofjano le persone: e nella d in cidvili dovrehhe parer lieta la vita, molti
di voi desiderano di 7ion essere nati,
Kr dov' tanta iifelicit pu non es-
sere (iMirtianta riequizia; che facilmente
Vuomoy per ischermirsi dal moie che lo
premr, n lo minaccia, si fa ingiusto, e
facendosi ingiusto, accresce ed aggrava
il male. In nessun altro tempo la nen-
zogna, l'impudenza, la soperchieria, la
frode, disposero di numerosi, sottili
e validi ordigni; e se Vesercizio delh
violenza scemato, quello dell'inganno
sproporzionatamente cresciido, ed , fra
quante Jidiistrie si esercitano nel mondo,
la pili jioituU e rimunerativa. Onde pu
parere che moltissima parie di questa ci-
vilf non da intesa ad altro che a prov-vedere di acconci istru menti i disonesti
ed % jurbuParrebbe che fa fatta condizione di
'I'
cose Piovesse escludere,se non altro, la
fiivolezza, e non pur non laesclude, ma
la imita e la fomenta. Inmezzo atano
sfrenamento di appetiti eurto dtnte-
ressi, e dove con tanto dolorevncomhono
tanti prollemi, voi potetescorgere mu.
mereooli forme di frvolezza e di fa-
tuit, e darne esempiofrequentissimo
coloro stessi, coloro per i primi,che per
dignit di grado e austerU d'officiopi
dovrebbero esserne (dieni. Ma la frivo-
lezza, per chi non crede che ilmale possa
pi avere rimedio, pure unmodo di
dissimulare e di sfuggire il male,ed e
come un sedativo dellacosdenzcr, e del_
redo, uomo che non siaintero quasi
impossibile che non sia frivolo._ ^
Ora, questa nostra civiltquasi pi
non consente che gli uomini crescanoin-
teri e si serbino interi. Voi,di regola,
non incontrerete se nonframmenti duo-
mini. Cos poHano quella divisionedel
Uvoro, e quella specificazionedelle atti-
tudini, di cui troppo d decantano i be-
nefizii da chi, a rincontro delbenefizio,
-
XVI llt,l:^A..lU> '
ion sa scorgere il danno. Platone narr
come deU'undroglno siKirtto in dm sifr,nnnss-p il maschio e la femina. Noi,\iegaUaudo a spartire, nmi avremo piM
se non neutii, e woltissimi gi nm al-
tro sono elle neutri.
Che pu avvenir del carattere/ Voi lo^
ved'-f^. e pia lo vedrete. Il carattere si.
disgrega e sgrdola; la volont si faambigua e pusillanime. E cmpromessoe la iransazione formano la trama^ della
vita e il fondo delle coscienze. 8i vive
di ripieghi e di espedienti. Non si sa
fih ile resistere, n correggere, n im-
porre, n frenare, n dire con chiarezza,
cmi risolutezza, #1 e no. Un nomo poli-
tico porr tutto il suo orgoglio nel non
avere convincinienti proprii, n propria
persona morale, e nel trasformarsi a
nonna delle ocmrrenee e seguitar la cor-
rente; un leUerato, nd non avere rdtrigusti che quelli imposti o consentiti dal
puhhlico. Nasce U culto e il fanatismodelle maggioranze. Molti si mettono in-
sieme per creare di frammenti di vo-
!fi(t^inHliflifll1iiiiiW*"irii1lWi>1iJlllfrTftiltihlMMftf Wiliihjihi n
PREFAZIONE xvn
lonh\, una volont che jmja mnca, in-
tera e gagliarda; ed eccoappajono fornie
di servit nuora, spessoin coloro che
pi (iridano contro ogni servit;mentre,
da altra banda, le anime dimudlaggme
porqono una materia quanto pi sipossa
dire acconcia alle arti e alleimprese de-_
gl'impostori. A qnardnre certe operaziom
e certi effetti, si direbbe clicvolont au-
daci e poderose sorreggono,agitano, pro-
muovono la nostra civiU; masono, per
la pi parte, andazzi e voghe,dove co-
lmo che s'imaginano di trascinaresan
i' . i'nryp interiori si stem-trascinatt. J^< JO^c imviiuiv
prano e si dissolvono in unavolgarit
melmosa, quale forse non si videl'eguale
nel mondo. E la macchina immane, presol'aire, lavora, con moto sempre
pm ac-celerato, da se.A quel moto Asogua che ciascuno si
pieghi e si conformi, e la fretta di-
venuta il modulo e il canone dituttala
vita. Ciascuno ha (importino onon tm-
poHino) troppe cose da fare, e acia-^
scuno manca il tempo di farle.I padri
Gn\F. F.rre Homo.
-
XVIIl PREFAZIONE
non hanno pi tempo di educare % jS-gliuoU ' 'onne di accmire alla casa,
i medici di curare i loro aninudati, gli
ammalati di prendere le medicine, glisciupei'fifi f^'ri ridare a sixissOj gli scrittori
di peiurc a quello che scrivono, gli ora-
tori di capire quello che dicono, gli ar-
tisti d'imparare l'arte, e gli as^jirantialla gloria di fare l'un doi)o Valtro quei
primi paf^f^ che dovrebbero metterli sullavia. Dovi : > "cerete ancora quello che unavolta addimandavasi decoro, ed unacompostezza e signorilit dello spirito,
riflessa nel discorso, nel gesto, nell'anda-
tura, nel tratto, in tutta la persona Dovel'alta virt della calma f Nel Limbo diDante, se vi riesce di penetrarvi.
Genti v^eran co^v ut chi tardi e gravi,
Di grande autorit ne^ lor sembianti:Paravan rado, con voci soavi.
OvardMem intomo. Ditemi: costei che2)assa con quell'andatura a scatti, una
gran dama o una sgualdrina? Ditemi:colui che va in l coi quel fare tra il
PREFAZIONE XIX
petulante e V infastidito, ministro
di Stato Olino slarazzino?h questo Ou-
raUino qui, un huraUino oun Mera-
tare d'oppressi'}
Nessuna et Me mai tanto bisognodi saqqezza quanto ne
avrebbe bisogno la
nostra, e nessuna et ne fu phsprov
veduta. Cercate, se cos\ videtta l animo,
U sapiente; ma ricordatevi chevi sani
molto docile di trovarlo. Troveretein-
vece n.a molta facuit lo sciensiato; maavvertite che non proprio la medmcosa, anzi sono due cose
pareccMo di-
verse E o prima o poi vi avvedrete deltaverit di quel detto dello
Schiller, che per
molti scienziiUl la scienza non altro che
una mucca da mungere. E insieme conquesta mucca ne vedrete molt'altre
e for-
mare una mandria. _A volte la societ de' vostri simili vi
parr una caricatura enorme, complicata
e mutabile, tra il lugubre eil buffonesco
e vi studierete, concuriosit mista di
sgomento, di ravvisare le molte ediverse
fiyureche la compongono:reggitori cU
-
XX PREFAZIONE
on sanno reggere s stessi; restauratoridell' irrestaurtidie ; conciliatori dell' in-cntcl'Hi^''^- : avveniristi di un prdertojriif che perfetto; apostoli irrazionaUs-simi dell'unica Dea Fagione; mvoluzio-naril in asjyetfazione di stipendio; Uberaliche fanno prendere in odio la Ubeii;religifR rhe fanno prendere ni odio lareligi'jitv, gladiatoii podagrosi; trihuniasmatici; eroi che scappano per l'usciodi dietro; pjaladini del Sillabo amore//-giauti con Carlo Danvin; vendicatori diGlord(ino 1ini no, vii p per un rogo ne ac-ctnil< n hh, rn (^nri: adoratori feroci eplatonici di quella santa Bellezza a cuinon faranno mai fare un figliuolo; let-terati illetterati; crtici analfabeti; le-noni estetici: laureati ut mascalcia escienze affia i ; specialisti ddl' indiscerni-bile e dell'impercettibile; sidmomini chesi fanno chiamare sujeruoniini; stroz-zini sentinientaH ; injn'esarii e ap>palta-tori della beneficenza; fmine mascoli-nizzate; mrnii infeniiniti; impuberiscioperanti; bagasce intellettuali; megere
PREFAZIONE XXI
nacificisto; Takh direttrice dieducan-
dati; HantipTe institutricedi una lega
per la difesa della indissoluhihte della
naidit ''"' matrimonio, ecc.,ecc., ecc.
'
Vi mtraciqVurete che contanta e cosi
varia materia di satiraquasinon sifaccia
pi Sidira, e forse vi ricoi-reralla me-
moria il mezzo verso di quelhravuomo
,11 Giovenale, contemporaneodi Nerone:
Kiffieile est satiraiii nonsoribcre.
il/rt cesser la vostrameraviglia se consi-
dererete che a far satira si^chiedono al-
cune cose che in mezzo allacivdt nostra
Vih non .-; trovano: idealiben defniti,
ionvincimenli sicuri, vivo risentiment^
morale, aUerezza d'animo, disprezzodella
comune opinione, affrancamentodagl in-
teressi volgali, coraggio civde.
La qoale civilt difetta appuntodi
quelle condizioni e di quelledoti che pia
si richiedono a vera dvilUi:compostezza,
'omogeneit, euritmia, coerenza,anima-
zione interiore. Essa impone sforzoec-
ces9vo ed ininterrotto, e recidei nervi
'^'"^:^f^:-:'
-
XXII PREFAZIONE
dello sforzo. Prdmde massima intensitdi vita, e fa perdere il gnsto della vita.
Vuole tutto l'uomo e lo scema dell'anima.
La confusione, la contraddizione, la in-
sffdnJifn, sono in ogni sua parte e nel
tiiffn w^inne. Essa hugiarda, incle-
mente e mostruosa. E Insogna lene chetal giudizio sia vero, se si vedono con-
cordare in esso iomini di cos diversa
indole, e di cos contrarie dottrine, qucdi
lo SjH-ucrr, il Xif'f-f^rhr. il lusldn, il
1 hldo i. / ' Eucke 1
1
.
n tnagine sua pili fedele il gir/male,il giornale che accoglie in s tidti i con-
trarii, che pone allo stesso livello le cose
massime e le minime, che cancella esso
stesso ogni giorno lo propria traccia,
che vive della cosa che jassa nell'istante
che fugge, ed m per principio regolartore la fretta, e che assumendo di am-
maestrar r ignoranza con le prime sitepagine, pone le nUime al servizio dellaimpostura, della eiarhiamerim, dd leno-cinio, e di quante sono le arti intese a
sfruttare V ign oranza.
PREFAZTO-NE XXIII
Vivere in mezzo a s fattacivilt, ,
mt uno spirito retto, delicato ed altero,
assai dura e difficile cosa, etormentoso,
a volte, il desiderio diuscirne, bimile,
per pii rispetti, alla nostra fu lavita
in Roma e nelle maggiori cittsoggette
al suo impero, a cominciaredal tempo
dei primi Cesari. Molti allora sividero,
o nauseati o stanchi,prendere^ in odio
le mura e i consorzii cittadini,anelare
alla libert e alla quiete deicampi. Onde
il Beatus ilio qui proculnegotns di
Orazio, e le querele degli elegiaci,e, pi
tardi, le rinunzie e le fughe dicoloro
che ripararono nei deserti.
Ma la fuga, impossibile ai pvi, non
dev'essere consigliala a nessuno,se non
temporanea, e quanto dia modo a risto-
rare l'animo, a ricuperare leforze. Ai
mali non si rimedia con Vappartarsene,
e nessun male cos disperatoche non
possa dar luogo a qualche rimedio.Perci
armatevi di fortezza e di costanza,ed e/i-
trate cauti, ma animosi, nelcimento, V%
imir di porre U piede in un mondoin
-
XXIV PBT^AZIONE
dissoluzione, e certo 7ion vi parr il falso,
M(i in parte almeno, mondo che si dis-
solve perch si rifu, e Vesito sar miglior
del jnnresso. La rifa vuol mvere, ed
imijduosaj e spes,sn < Icca, in tale siio^
istinto, e s'avventa per tutfr le vie che si
trova siinse dinanzi, buone e non buone,
e se il e apre violentemente di nuove. Fate
che acquisti sempre pii coscienza di se.
Ajutafrfn, ajuiandovi. Non vi lasciate
stordir da clamori, n intimidir da ini-
nacce. Serbate, co7i ogni maggior potere,
la interna signoria di vm stessi, la se-
renit del giudizio, la visione del fine,
Vamore dpjrojyere. Passato il primo sgo-
mento, ti accorgerete di un vasto, bench
quasi occulto, travaglio di forze cospi-
ranti a rinnovamento, e vi parr di sen-
tire Voscuro germinare dei semi chiusi
ancora nelle zolle profonde.
E non dispererete della salute, perchla vita degli uomini foMa in massimaparte dagli uomini, e perch la salute
in voi.
AFORISMI.
(JiiAF, Ecf'f Homo.
' '
'i i:i' -^if'^^-M ^W i^V '
-
1.
L' esperienza ammonisce chebiso-
-
1.
L'esperienza ammonisce che biso-
jrna, qualche volta, chiudereun occhio,
ma che non bisognamai ch.aderh
tutt'e due.
o
gi molte volte accaduto nel mondoche un vecchio errore,
conosciuto per
tale e come talemandato in bando,
ripresontato poi in capo di certotempo,
fu accolto come eccellentee novissima
verit.
3.
Sposso ohi meglio intende ilgiuoco
delle coso umane, presos\ forte dal
gusto di farsene spettatore egiudice,
che pi non cura di prendervi,parte.
iibw. ^t* . V i4fc.'ir^Mrf
-
AFOlU&Mi
4.
Pochi uomini (iosidoraiio voramento
di morir; ma infiniti vorrobboronon
esser mai nati.
..
FrebriO clie lo operazioni tutte conle
quali gli uomini s' ingegnano di acqui-
stare la felicit, sono ad essi cagionodi
maffgioie infelicit.*oo'
i.
Ci che una generazione impar a
caro prezzo, hi susseguentedisimpara
celiando.
t.
Nulla che tanto impedisca la feli-
cit quanto un desiderio smodato e un
Bovorchio studio di procacciarla.
8.
Gli egoisti sono poveri maestri nel-
l'arto di godere, ignorando la gioja del
dare e del darsi.
Al'UlilSMI
9.
Sono opero d'arto in cuiammiriamo
Drincipalmente l'idoa, e altre incui am-
miriamo principalmente l'esecuzione.
Perfette ci pajono quello in cui 1una
e l'altra possiamo ammiraredel pan.
1".
Chi voglia udire la voce sinceradella
coscienza, bisogna che sappiafare si-
lenzio intorno a so e dentrodi s.
11.
Un valentuomo che si batta in duello
con uno stordito, facome quel gio-
catore che giocasse una postamolto
grossa contro una posta moltopiccola.
12.
Chi, per esser privo dei bonidella
fortuna, si lagna di non avernulla e
di non essere nulla, fa di soquel giu-
dizio che i suoi nemici potrebberofare,
e che egli mostra di meritarsi..
'Pip?|Sfitiftf;'
-
6 AFOUSmAFORISMI
i o.
La politica comune , troppo sposso,
Tarte di mandare innanzi, a braccetto,
la verit e la menzogna, por modo che
chi lo vedo passare non sappia distin-
guer quale sia la menzogna e quale
la verit.
14.
l'auto vale l'uomo (luanto vale il con-
cetto che egli si forum della felicit.
15.
Chi si fida di ognuno, mostra d'avere
poco discernimento e poco giudizio: chi
non si Oda di nessuno, mostra d'averne
anello meno.
La vanit della scienza comune pu
essere veduta da una scienza superiore;
non mai dall'ignoranza.
17.
// tempo denaro! duncpio cosadi s\ piccolo pregio il tempo?
H
18.
Quanto pi lo spirito si allarga,e
tanto me.O posto viposso.^o trovare
l'odio o l'invidia.
19.
Chi non riesce a trovarein se stsso
le ragioni e i modidell'equilibrio mo-
rale, non isperi ditrovarli intorno a so.
20.
Quand'ebbe creato il mondo, ilPadre
Eterno lo giudic, dicendolobuono
;lo
ohe prova che la criticao coeva della
creazione.
21.
Essere modesto spesso pifacile a
chi abbia fatto qualcosache a chi non
abbia fatto mai nulla.
22.
Un libro che per s non valganulla,
ma sia difficile da trovare,diventa pei bi-
bliofili di professione un libroprezioso.
-
8 AFORISMI
23.
Certi bibliofili fanno all'amore coili-
bri a un ilipre^so comegl'impotenti
fanno all'amore colle donne.
21.
Chi fa un libro ci metto dentro,di
solito, la parie mi,'lioro di so;e per
questo, conversare coi libri, pi pia-
cevrole che conyersare cogliuomini.
25.
La letturn
-
AF0RIS5II
33.
Molto imaginazioni, chepiimamente
naciuoro d'orroro,diveinoio i.oi Sim-
boli di veni il.
34.
In un desorto, perquanto and sia
,1 pu6 potar acqua difuon; ma 1^
un cuore eh. m sonon ne abbia la
prima sorgente.
Ot).
(uando si sia bone conosciutoo sen-
tilo cho tutta nua.tala vita o amava,
b ^ poco di ama.0 vipossono agguu-
niccolo disgi-azio chointravon-
go.o 1 P"=3;^^f i ,,a infusio.iegono alla S^'''''^^-'^^^^axogoc-
di assenzio non SIav N 01 toquaic.
eia di sugo di genziana.
3i>.
Buon maestro gi luellodie non
ioga, comprimo o snatural'amma del-
raluniio.
AFOBISMI11
37.
Di l da certo segno, lariccliezza e
la povert hanno comunequesta ma-
ledizione, che fannodell'uomo uno
schiavo.38.
Chi, essendo in guerracol mondo,
in pace con sr medesimo,pu esser fe-
lice; ma non pu non esseremfelic.s-
Bimo chi, essendo in guerracon se me-
desimo, sia in pace colmondo.
39.
Scorgere della vita anche leminuzie
bene" contemplarle male.
40.
Non isperate che lo conseguenzede-
-
AFOEISMI 13
12 AFOKISMI
i
41.
Tutto ci che non solleva lo spirito,
lo deprimo.4i>.
Cosi la violenza, come la debilit
dello spirito, hanno spesso un effetto
medesimo; la sterilit.
43.
La felicit corno {luell'osto che aveva
Fcriito sulla sua bottega: Domani si
far credenza.44.
Non vi affannali' pi del ragionevole
a distruggere le false opinioni degli uo-
mini. 11 tempo le distrugiro infallibil-
mente da se, e spesso chi con troppa
furin le assale, non fa so non incitarle
a iocistere.
45.
Che giova ral)bondanza dei l)eni ma-
teriali nell'inopia e nell'impotenza dello
spirito? Non T' peggior miseria che
la miseria di certi ricchi.
il
46.
Si rimane esterrefatti (juando si con-
sidera di che poco uso sia nelmondo
la verit.
47.
Non meraviglia che ci siano stati nel
mondo tanti re pessimi ; anzi meravi-
glia che co ne siano stati alcunibuoni,
mentre, nella loro condizione, ora(luasi
impossibile riuscire altro che pessimi.
48.
Chi non ha nessuna specie d'ideale,
non pu avere nessuna specie di pudore.
49.
Quando le opinioni si ricevono belVe
fatte dagli altri, facile averele opi-
nioni pronte su tutto.
50.
Allora soltanto lo spirito nelpieno
della sua potenza quando abbia chiara-
mente scorti i proprii confini.
. .aiar
-
14 AFOKISMI
51.
L'uomo (li parando iiitellotto stenta a
persuaderai elio irli stupidi siano tanto
stupidi (luaiilo sono veramente.
52.
Il filosofo rimano confuso, vedendo
quanti mali bisogna tollerare, e quanti
talvolta favorire, perch il malo non
cresca fuor di misura.
Por sentirsi, non diremo sicuri, ma
cora
-
16 AFORISMI
61.
Chi pu possedere in ispirito il mondo
non si cura di possedere materialmente
una minima parte di esso.
62.
j ignoranza delle cose vecchie, dotte
e ridelite, spesso unico fondamento
alla i)rosunzione che taluni hanno di
dir cose novissimo.
63.
Chi negl'incontri della vita giorna-
liera teme sempre diveder compromessa
e Bciupata la dignit propria,mostra
che la dignit per lui non altro che
un vestito.
64.
Quella che comunemente chiamano
prosa della vita non , a dir vero,una
gran bella prosa; anzi una prosa che
molte volte non d neppur senso ; ma
non detto che non si possa, in qual-
che misura, ripulire e correggere.
AFOBISMI 17
65.
La vita umana unanavigazione
fortunosa ed incerta, durante laquale
convien far gotto di moltissimecose per
aver grazia di salvarnealcune poche.
66.
Una donna la quale non abbia avuto,
a ventanni, altra ragione d'essereamata
che la bellezza, sar detestataa qua-
ranta.67.
Chi lavora con Fascia non pu fare
se non lavori grossi. Leoperazioni pi
delicato della vita non si possonoese-
guire con ira e con violenza.
68.
La bont vera , non debolezza,ma
forza. V uomo debole solo buono mapparenza.
69.
La sola nobilt che da molti sco-
nosca raUerigia e l'arroganza.
GiiAF, Ecce Hunio.o
. .> *'J{L^tof"Afc-;i3;
-
fiS
AFORISMI 19
IH AFORISMI
70.
Chi uoii vaio a govornaro se, potr
Yiolontare, non governaro, gli altri.
71.
Nessuno pi codardo di colui che per
sottrarsi ai dolori onde suol essere ac-
compagnata la vita no' suoi gradi pi
alti, vorrebbe potere scendere a quei
pi bassi gradi della vita che, appunto
perch pi bassi, sono esenti da quei
dolori.72.
La popolarit , di solito, una ser-
vit illustro.73.
Se non isperate di poterlo sollevare
e redimere, tenetevi lontani il pi che
potete dalle nature abiotto, perch dal
loro commercio rimarrete, in un modoin un altro, contaminati.
74.
Chi vuol essere da pi ch'ei non pu,
riesce da meno di (pianto ei potrebbe.
76.
Non v' lettura pi stucchevole e
pi nociva che la lunga econtinuata
lettura della prosa dellavita. Perci,
se volete durare a vivere,dopo aver
letto un volume di quella prosa,pro-
curate di leggere una paginaalmeno
di poesia.
76.
La poesia della vita combina di
quelle sorgenti occulte e profondeche
a farle scaturir dalla terraci vuole
molto studio e fatica, ma chepoi sca-
turite, pi non si perdono.
77.
Sebbene possa allo volto parere il
contrario, uno spirito sui)erioronon
pu essere soggiogato da uno spn^ito
inferiore.78.
Ottimo quel maestro che, poco in-
sognando, fa nascere nell' alunnouna
YOgha grande d'imparare.
-
20 AFORISMI
79.
Uopora (l'arte, se de^na del nome, de-
v'essere come la creatura che la donna
ha nel corpo, la quale s'ha a metter
fuori, non per elezione, ma per ne-
cessit.
80.
L'arte pi fa godere, e pi fa soffrire,
clii pi l'ama.
81.
Non vero artista colui che por pia-
cere altrui sostenga di spiacero a so
stesso.
82.
Le anime generose si studiano di faro
scaturire dalle anime comuni quanto
in esse s'accoglie di buono; le maligno,
quanto in esse s'accoglie di reo.
83.
Gli uomini mi possono dare molto
cose che io non ho; ma non una di
quelle che io pi apprezzo e desidero.
AFORISMI 21
84.
A faro sana e giusta politica nonbasta conoscere gli uomini; bisogna
ancora amarli.
85.
Dacch, strillando, ebbero salvato il
Campidoglio, le oche strillano a ogni
menomo sentor di pericolo.
86.
V' chi si vergogna di somigliare agli
altri uomini, e punto non si vergogna
di somigliare alle bestie.
87.
Il vizio non pu credere alla virt
per quella ragion medesima per cui
la vigliaccheria non pu credere al-
l'eroismo.
88.
Non pi misero uso della intelli-
genza che di spenderla tutta in mettere
a nudo e schernire la stupidezza altrui.
-
Q9 AFORISMI AFORISMI23
Quando pure non avesse altre qua-
lit buone, T amoro avrebbe sempre
quest'ottima qualit, di rendere piane
facili tutte le cose.
90.
I deboli male sopportano la contrad-
dizione, anche se mostrino di non ri-
sentirsene.
91.
La verit il pane degl'intelletti
robusti.92.
L'uomo che potendo, per natura, es-
sere arguto e caustico, sappia serbarsi
benevolo, animale raro.
L'eleganza la comodit degh spi-
riti delicati.
94.
La ita solo allora bella davvero
quando ascensione.
95.
La forza confidente per natura.
Nessun pi sicuro segno di debolezza
che il diffidare istintivamente di tutto
e di tutti.
9().
Nelle cose umane gli spiriti superfi-
ciali non sanno vedere se non menzo-
gna ed inganno; i profondi scorgono
l'intima verit che in esse nascosta.
97.
Se non ci fossero tante pecore, non
ci sarebbero tanti lupi.
98.
La poesia pu essere di qualche soc-
corso a chi dove sostenere il peso della
povert, e di soccorso anche migliore
a chi deve sostenere il peso della ric-
chezza.99.
Per imparare certe cose bisogna sa-
perne disimparare certe altre.
-
AFORISMI 25
24 AFORISMI
fi
li
100.
Il primo iiuNore dol galantuomo sar
di non fare il male; il secondo, di non
lasciarsi sopralfaro e maltrattare. Che
tiorve che uno sia galantuomo, se il
primo furfante a cui s'abbatte se lo
pu mettori ' sotto i piedi?
101.
Sono uomini i quali nessuna cosa
riescono a fare a tempo debito, nem-
meno morire.
102.
La vita degli spiriti superiori suole
esser retta da principii generali e co-
stanti; la vita degl'inferiori agitata da
piccoli impoti di passione, subitanea e
inconsistente.
103.
Corussimo segno d'animo abietto e vil-
lano: umiliarsi, se trattato con durezza;
se con mansuetudine, insolentire.
104.
Quando fabbricate una definizione,
vedete di lasciarle a tergo unuscio-
lino, donde si possa docentementeen-
trare ed uscire.
io:.
La vera modestia nulla ha da spar-
tire con l'umilt e la pusillanimit.
106.
L' insolenza nei grandi odiosa, nei
piccoli ridicola.
107.
Chi in un'arte diventato maestro,
pu, senza danno, scordarsi lo regolo.
108.
Il paese di pi incerti confini che
sia nel mondo quello della umana
stoltezza.
109.
Nessuno pi nojoso di chi perpetua-
mente si anno.) a.
GiiAF, Ecce Uomo. ^
-
26 AFORISMI
no.
Nuoce alla fama delia pi gran parte
dogli uomini l'ossero troppo int ima-
mente conosciuti; a quella degli uo-
mini veramente grandi, giova.
IH.
Non veramente grande chi, vedutoda vicino, a[)i)are men grande.
112.
11 desiderio una specie di serpo
prodigioso, che (guanto s'accorcia di
dietro, tanto s'allunga dinanzi.
11 :.
L'incontentabilit dev'essere un ap-
petito dehcato dello spirito; non una
schifilt e una nause:i.
114.
L'incontentabilit pu essere il con-trario dell'insaziabilit.
IV),
Non tutta la marmaglia veste di cenci.
AFOWi^Ml 27
116.
Quando siansi troppo conosciuti i pa-
droni, si comincia a farequalche stima
dei servitori.117.
L'oro, metallo nobile, diventail vile
metallo solo quando sia passatoper le
mani degli uomini.
118.
La ricchezza pu essere buon condi-
mento nel banchetto dellavita; ma
tristo quel commensale cuiessa sia
tutt' insieme condimento ovivanda.
119.
Tutti gli uomini cercano l'utile;ma
di nessuna cosa si fannogiudizii cosi
disparati ed erronei come dell'utile.
120.
Per non sentire le infinitepiccole
noje e miserie della vita non c' altro
mozzo che questo: levarsi con lospi-
rito fuor del piano ove quelledimorano.
r f * I T ^''Vrf.xUfraf&i' r.fc "^
-
28 AFORISMt
121.
La pi forando amica o la pi grannomica dolF aomo la fantasia.
122.
Chi la il bone per trovar gratitudine,vuol faro un negozio o non il bone.
12;^.
una grande disgrazia por la ve-rit avere certi difensori.
124.
Per i vigliacchi d'ogni risma l'uomoforte e risoluto sempre un facinoroso.
12-).
Il discorso d'infinite persone for-
mato di parole simili a monete false,
adulterate, o corrose: non hanno maiil valore che mostrano d'avere e ohedovrebbero avere.
12(;.
Vinci il malo che puoi vincere: ilmale che non puoi vincere, sopporta.
AFORISMI jac7
127.
Ci sono taluni ossessi di prudenza,
che a furia di volere evitare ogni pi
piccolo orrore, fanno dell'intera vita un
error solo.
128.
Quanto pi ti ricorderai degli erroricommossi, tanto meno andrai a rischio
di comniottorne di nuovi.
129.
La calma la prima virt dei trion-
fatori.1 30.
Il buon gusto un pudore dell'in-
gegno.131.
Per poter ben morire bisogna avere
imparato a ben vivere.
132.
Coloro che dicono nulla potersi fare
di profittevole in questo mondo senzaajuto d'arti disoneste, fanno al proprio
ingegno un ben povero complimento.
-
80 AFORISMI
1^:V
Tu dici elio sei il dovere. Bonissiino:
aspetta un momento, che la mia co-
tcieaza ti possa riconoscere.
l:U.
rum impossibile; ma c' al mondocerta gente che riesce a morire, seb-
bene non sia mai stata viva.
135.
Vero patriotismo non e quello elio
solo nello occasioni grandi e solenni si
scuote, si scalmana e rodomonteggia;
ma SI quello che cotidianamente, ordi-
natamente, instancabilmente, procaccia
il bene comune, e di ci non si vanta.
136.
Xon vera amabilit dove non sia
vera amorevolezza.
137.
Quando siete in mozzo alla folla, fattdi non ismarrire voi stessi.
AFORISMI 31
138.
Fate che il padrone eh' in voi vi
difenda dai padroni che possono essere
fuori di voi.
139.
Alla vecchiezza bisogna saper cedere
con moderata e savia riluttanza.
140.
Chi, per l'arsi meglio servire, crede
di dover intronare e sgomentar g' in-
feriori con r irruenza, l'asprezza, la
molteplicit dei comandi, si rassegni a
non essere servito n bene, n medio-
cremente, mai.
141.
possibile il caso, e non piuito in-frequente, che una superstizione sia
pi giovevole che la verit scientifica
che la condanna.
142.
Non v' suiierstizione che non sia
nata da un qualche bisogno.
-
AVOmBMI
143.
Gran veiituia che gii avvenimentiondo s' intosse la storia non siano, senon por piccola parte, in arbitrio degli
iiomiii, senza di che la storia sarebbe
assai pi confusa e rea elio non .
114
Sii giovano, pur pensando d'aver adiventar vecchio; sii vecchio, pur ri-
cordando d'essere stato giovane.
145.
Nel sapore di ciascun uomo, anchesapientissimo, il voro sta in mezzo al-
Terroro, come una pagliuisza d'oro in
un mucchio di sabl)ia.
14t).
Chi erodo che nel giro di pochi anni
le societ umane possano passare daun vivere miserevole a un viver beato,
pu erodere del pari che in ispazio diun'ora i fanciulli divontin uomini.
AFOT!I^=MI
147.
33
La dehcatezza, la forza, la nobilt, la
sublimit dei pensieri e dei sentimenti
formano relettuario che conserva la
riovont dello spirito.
148.
Hanno pochi bisogni di pensiero co-
loro che mai non sentono bisogno di
nuove parole.
149.
Non di rado nel torto degli uomini
di gonio si trova pi di ragione che
nella ragione degli uomini comune-
monte detti ragionevoli.
150.
Cos\ breve ed angusta la vita umana
che pi di un amor grande non vi pu
capire.
151.
Se non fosse la morte, quasi non sa-
rebbe poesia nella vita.
GuAF, Ecce Homo. "*
t^tra
-
AFORISMI 35
34 AFORISMI
)
152.
T/iiomo volgare cerca (]i appropriarsi
i beni della vita; l'uomo nobile si pro-
pone di raeritarli.
1'::.
Difficile (lire quanto un re abbia ad
essere piccolo perch Tadulaziono non
lo proclami un gran re.
154.
L'ingegno , per natura e por ele-
zione, indovino e precorritore. .
Infinito il numero di coloro che, o
bene o male, vedono; scarsissimo il nu-
mero di coloro che osservano.
156.
Nel considerare lo cose tutte siih spe-
cie ademi, aHa maniera dello Spinoza,
certo rapimento, il quale all'uomo pi
non permette d'essere partecipe, n dei
comuni piaceri, n dei comuni dolori.
157.
Lo scetticismo di alcuni nasce,pi
che da vigore di raziocinio, dadebolezza
di fantasia.158.
Se vuoi formarti un concetto proba-
bilmente adeguato della corruttibilit
di un uomo, scruta la qualit e laforza
de' suoi desidorii.
159.
Per giudicare gli uomini bisogna co-
noscere, non solamente ci ch'ei sono,
ma ancora ci che s'imaginano di es-
sere, e ci che vorrebbero essere.
160.
L'egoista, che tutto vive per so stesso
e in s stesso, inesorabilmente con-
dannato a non intendere mai nulla delle
cose umane.
161.
Il buon senso vale a non fare spro-
positi; ma non vale a scoprire o in-
ventar qualche cosa.
vte.-ajjrai'l
-
m AFORISMI
162.
Di ehi sia troppo incurante del bia-
simo, di chi sia troppo avi
-
!
:)8 APOKISMI
173.
La politica troppo spesso Tarto^ di
tradire gl'interessi reali e legittimi e
di crearne d'iinaginarii ed ingiusti.
174.
("orto, lo parole non sono azioni; ma
qualche volta una buona parola vale
quanto una buona azione.
17 1.
Nulla pi odioso che l'istinto sover-
chiatore e tirannico in animo i)iccolo.
176.
L desiderii sono come i gradi di una
scala che quanto pi tu la sali e tanto
meno contento ti trovi.
177.
Siate ragionevolmente indulgenti a
quegli errori che preparano e predi-
spongono gli uomini a trovare o rice-
vere la verit.
'1'
AFORISMI
178.
39
vecchi, se non vi abbellite di un
po' di bont, di che cosa dunque vi
abbellirete ?
179.
Lo spirito che nega l'altra faccia
dello spirito che allerma.
Ibu.
Somigliano certi uomini al riccio:
punte da tutte le parti.
181.
Dove comincia l' invidia dovrebbe fi-
nire l'orgoglio.
182.
Amore ideale vero cjuello che sog-
gioga l'appetito, non ([uello che nasce
d' inappetenza.
im.
L'ignoranza essendo assai volte altez-
zosa e caparbia, bisogna che la scienza
sappia essere mansueta e modesta.
'iSHHitLiUeSS, ^-i--*^ -'-'a'^ *-' >iJ.'aaiiA3erorfJiifl.iau.ri-..K*'iA.Jgft^^
-
40 AFORISMIAFORISMI 41
184.
ly ignoranza non por sr stossa vi-
tiiporoYolo: ma lalo diventa quando
non si vuol riconoscore e vuolparere
ci che non .
18:.
Armo la parola pu essero di pi ma-
niero; pugnale non dev'essere.
18i.
Allora veramente comincia l'uomo
a esser vecchio quando cessa d'essere
educabile.187.
Non far mai nulla di grande nel
mondo chi non sappia sfidare l'odio,
disprozzaro lo scherno.
188.
Uomo su cui possa l'adulazione
uomo senza difesa.
189.
Voler il bene far il mal: disgra-
zia da cui nessuno sicuro.
100.
Non si d malvagit senza qualche
parto d'imbecillit.
191.
Le buone amanti, se poi diventino
mogli, sono quasi sempre cattive mogli.
192.
L'impudenza, quando passi certo ter-
mino, non dessa una maniera d'in-
genuit?193.
Non vi avvilite a giustificarvi coi
disonesti e coi vili.
194.
L'uomo di rotto intendimento e di
animo generoso non aggredisce, ma
non indietreggia.
195.
V' una civilt di modi che nascedi bont; ve n' un'altra che nasce di
codardia.
GiiAF, Eece Homo. ^
h'
^ l.tWi.-SS'tMii
-
42 AFORISMI
1%.
Siate guardinghi nel dire che troppa
bont nuoce, perch sul)ito i tristi se
ne provalgono por asserire che non
devo usarsi all'atto bont.
197.
La ragione molti pregiudizii con-
danna in prima istanza, che poi in se-
conda istanza assolve.
198.
Sempre, dietro a chi sale, salgono la
calunnia e l'improperio; ma tanto pu
l'uomo salire, e tanto prendere su di
essi d'avanzo, da non pi udirne lo voci.
199.
Aver pace con tutto il mondo, e non
l'aveie con b medesimo, che giova?
200.
Non cedete mai al primo impulso
dell'ira: cedete sempre al primo im-
pulso dell'amore.
AFOIUSMI 43
201.
pi facile pentirsi di pochi erroriohe di molti, perch a pentirsi di
molti,
bisogna condannare e rinnegare troppa
parte di s.
20:^.
Se non credi di potere sperare in te
stosso, datti pure por disperato.
203.
Tra rivoluzionarli e conservatori non
c', molto sposso, se non quest'unica
differenza, che gli uni sono canaglia
turbolenta, e gli altri canaglia pacifica.
204.
L'ignoranza non sarebbe l'ignoranza,
se non si reputasse da pi che la scienza.
205.
All'esercizio e all'economia della vita
non men necessario il dimenticare
che il ricordare.
*JH'--^"^^- _\ ^,.. ^.*-d_-.i.Aa ^... i-3i.i
-
44 AFORISMI
206.
11 modo pi^'i iVnrn di rendere piace-vole la vita u iiui iiiedesimi si di
renderla piacevole agli altri.
207.
Bisogna esser grati a chi ci porge
occasione di mostrarci benevoli e be-
nefici.
208.
A ben conoscere gli uomini fatti
giova osservare i fanciulli.
209.
Gli uomini grandi non debbono trop-po vilii)ondore i piccoli, essendo, o pa-
rendo, essi grandi solo perch gli altri
son piccoli.
210.
A essere pienamente liberi bisognanon avere n da obbedire, n da co-mandare.
t
1
AFORISMF 45
211.
L'ingenuit una forza che gli astuti
hanno torto di disprezzare.
212.
Troppo complicare la vita, e troppo
ingombrarla e infestarla di negozii e
di faccende, vuol dire farla parere an-
che pi breve che non sia.
213.
pi facile passaggio dalla stimaall'amore che dall'amore alla stima.
214.
Figliuoli cari, abbiatelo per norma:
Amore senza stima mezzo amore,
Che malamente vive e peggio muore,
E per un nulla in odio si trasforma.
215.
Beato chi da giovane sogn tali sogni
che possa, da vecchio, seguitare a so-
gnarli.
I- A-
-
n44 AFORISMI
206.
AFORISMI 45
Il modo pi sicuro di rendere piace-vole la vita a noi medesimi si di
renderla piacevole agli altri.
207.
Bisogna esser graii a chi ci porge
occasione di mostrarci benevoli e be-
nefici.
208.
A bori conoscere gli uomini fatti
giova osservare i fanciulli.
209.
Gli uomini grandi non debbono trop-po vilipendere i i)iccoli, essendo, o pa-
rendo, ossi grandi solo perch gli altri
son piccoli.
210.
A essere pienamente liberi bisognanon avere n da obbedire, n da co-mandare.
211.
L'ingenuit una forza che gli astuti
hanno torto di disprezzaro.
212.
Troppo complicare la vita, e troppo
ingombrarla e infestarla di negozii e
di faccende, vuol dire farla parere an-
che pi breve che non sia.
213.
pi facile passaggio dalla stimaall'amore che dall'amore alla stima.
214.
Figliuoli cari, abbiatelo por norma:
Amore senza stima mezzo amore,
Che malamente vive e peggio muore,
E per un nulla in odio si trasforma.
215.
Beato chi da giovane sogn tali sogni
che possa, da vecchio, seguitare a so-
gnarli.
i* V ..
-
46 AFUKISMI
216.
Si danno uomini di cosi alta e pura
religiosit che di nessuna religione po-
sitiva si possono contentare.
217.
Il pudore pur sempre la pi sicura
e naturai difesa che la donna abbia
contro r insolenza e la mala fede del
maschio.
218.
Chi cerca faticosamente Dio pu es-
sere pi religioso di chi s'adagi nella
ferma credenza d'averlo trovato.
219.
V' un'arte di far che gli uomini
facciano e diano, spontaneamente e vo-
lenterosamento, quanto pi possono.
220.
11 non sapersi mai mettere a pari con
gl'inferiori pu di tutt'altro essere in-
dis&io che di superiorit.
AFORISMI 47
221.
Nulla pi contrario alla sana pru-
denza che l'eccesso delle precauzioni.
222.
Meglio ricevere una tegola in capo,
che vFvere con la tema perpetua dido-
verla ricevere.
223.
11 rispetto alla vita aumenta con l'al-
largarsi dell' intelletto.
224.
La morale , per moltissima parte,
affare d' intelligenza.
225.
Non avvilite col disprezzo, non disa-
nimate con la violenza, coloro della cui
oooperazione avete bisogno.
226.
Non merita troppo rispetto chi sem-
pre in timore che altri gli possa man-
car di rispetto.
ti. I -M-j5fc~^*-'t- * ' ^^ ' '>- --.yjrt rfri! J *vtL^'-Ji^:X/tf-K fJu ijJitig.Jte.>iifi^g3Li!>iff Jart..* ' .K..r'K-4f.>yh^.aWhJlh'4ji5l>t|j''*fc^'t^
-
'!
AFORISMI 4948 AFOKlSAU
227.
Gli uomini affatto privi di ambizione
sogliono essere di due specie in tutto
diverse, anzi contrarie: di quelli che
sentono di se molto bassamente, e di
quelli che sentono di s molto alta-
mente.228.
Trattar tutti con la stessa dolcezza,
o con lo stesso rigore, ugualmente
inopportuno e irragionevole.
229.
Chi ha buon discernimento, e pratica
del mondo, usa con gli uomini cos'i
diversamente come sono diversi gli uo-
mini medesimi.
230.
L'amore , secondo i casi, un gran
cieco, o un gran veggente.
231.
I/uomo che non abbia pi altro daadorare, adora s stesso.
" I
232.
Ila pi pratica del mondo, non chi
pi ci vissuto, ma chi pi ci ha os-
servato.
233.
La mansuetudine sarebbe una ben
povera virt, anzi non sarebbe punto
una virt, se non potesse andare scom-
pagnata dalla debolezza.
234.
Nel viaggio della vita non si danno
strade in piano: sono tutte o salite o
discese.
235.
All'egoismo di molti egoisti si deve
rimproverare, non gi d'essere troppo
crudele, ma s\ d'essere troppo meschino.
236.
Gli uomini, quando d'altro non si
possano vantare, si vantano dei proprii
malanni.
GliAF, Eeee Homo. ^
-:. .-.^*,.a..^^..a^LJ^...-^.M&^'^^a^-M'^^--^-^-^^,^^^^t^a-aJ^j*^^
-
60 AFORISMI
237.
molto pifacilo abbatter g' idoliche sono fuori di noi, che (luolli che
sono dentro di noi.
288.
Dei mali della vita che non si pos-
sono curaro, non ti curare.
239.
Arto intelletto, amoro e vita.
2-40.
C' una forma d' indulgenza che na-
sce di debolezza; co n' un'altra ohe
nasco di conoscenza.
241.
Chi non abbia altro cho (juattrini,
UE povero diavolo.
242.
La violenza non lascia d'avere qual-
che parentela con Ie paura.
AFORISMI 51
243.
Chi ha un vero amico pu dire d'avere
due anime.244.
Sempre cedere, o sempre contrastare,
ugualmente inconsulto e dannoso.
245.
Cedere e contrastare a tempo e luogo,
secondo ragione e giustizia, ecco, in
massima parte, l'arte buona della vita.
246.
L'audacia, se vuol essere fortunata,
bisogna si consigli e s'intenda con l'av-
vedutezza.247.
In taluni, certa ostentata osservanza
di stretta giustizia non mira ad altro
che a nascondere, e scusare, la durezza
del cuore.
248.
Meglio rimediare a un male solo che
lamentarsi di mille.
f -^.^ ^Mt -fli "' r ^\Cmi ^Jrjd
-
al Al HUiaMi
249.
La mala creanza pu essere tollera-bile in donna giovane o bella, die in(jualche modo compensi, col piacevoledell'aspetto, lo spiacevole dello manieree del linguaggio \ ma intollerabile af-
fatto in donna o vecchia o brutta.
250.
Non grande sciocchezza quel sem-pre meravigliarsi e scandalizzarsi della
sciocchezza altrui?
251.
Bisogna salir cosi alto, che la stessasuperbia si rimanga per istracca a mez-zo doirorta.
252.
Non vera moderazione quella chenasce da pochezza d'animo.
L'odio e r invidia fanno tutto il con-trario dei dannati di Dante : vedono ilpresente e non il futuro.
MDUTSMl 53
254.
L nature inferiori ripugnano al me-
ritato castigo; le mezzane vi si rasse-
nano-, le superiori lo invocano.g
255.
U ingegno come il fuoco ; in qual-che modo si fa sentire.
256.
Certe persone sono come i pianoforti
scordati: tocca il tasto che vuoi, sem-
pre daranno cattivo suono.
257.
Certe donne si ammantano di pudore
proprio (luando non ne han pi bisogno.
258.
Tia morale , tra l'altro, anche un'igie-
ne dello spirito.
259.
Altro il rigore, altro la durezza;
ma a molti fa comodo di spacciar l'una
per l'altro.
-
54 AFORISMI
260.
So tu servi alla verit, sei libero.
21.
Non merita lodo quella bont che danimo e accresco insolenza ai malvagi.
1/uomo rotto rispetta la loggo, e lainvoca il meno possibile.
263.
1/ osservanza della \oggo nascondomolto spesso l'inosservanza della mo-rale.
264.
La eleganza cosa ottima, solo chenon presuma farsi arbitra e regolatricedi tutta la vita.
265.
Chi fa, potr dolersi di giorni e dianni perduti: ma chi nulla fa, dovrdolersi d'aver perduta tutta la vita.
AFORI?MI
266.
55
Sono pi istruttivi gli errori dei
orandi intelletti che lo verit degl' in-
tellotti piccini.
267.
Dimmi con chi vai, o ti dir con chi
non puoi andare.
268.
Troppo volto coloro che credono di
condurre, sono condotti.
269.
Nulla pi facile che farsi applaudire
dalla canaglia.
270.
Non sempre gli uomini che non ri-
dono sono uomini scrii.
271.
Distinguer nettamento tra le mu-
tazioni che avvengono fuori di noi e
quello che avvengono dentro di noi,
operazione delicatissima e difficilissima.
tii^i.t-tt.M..^M'-'\-j.t-..t^ -j^i^ -i^a. 'MaJ''^-'^^^^'^^^'ai'^^'-^=-'^^>~'^^*J^:.S^>ft^^'*^'--^-^;?JiaM^^
-
56 A,l:'uKisM.iAFORISMI 57
1
272.
Dato ascolto al consglio di chi molto
sa ; ma, soprattutto, date ascolto al con-
siglio di chi molto vi ama.
273.
Nessuno tanto in alto che non possa
e non debba guardare pi in alto, e
sforzarsi di salire pi in alto.
274.
JjQ intelligenze sono come le piante,
le quali non prosperano se non entro
certi limiti d'altezza, l/na intelligenza
pu fare bonissima prova sino a certo
livello, che voluta portare pi in su,
perde d'un tratto ogni vigore e quasi
instupidisce.275.
Amoreggiate con le idee fin che vi
piace; ma (luanto a sposarle, andate
cauti.276.
Rozzo stupido uomo quello che mai
non s'ebbe a vergognar di s stesso.
277.
Quando sia necessario dare aria a
una stanza, vedete, in prima, se si pos-
sono aprir le finestre, e se le finestre
non si possono aprire, e se la necessit
non tollera indugio, rompete i vetri.
278.
Pochissimi gli uomini che sappiano
tollerare in altrui i difetti loro proprii.
279.
Come nessun uomo senza qualche
lume d'intelligenza, cosi nessuno senza
qualche germe di bont.
280.
Fare la carit dovrebbe voler dire
ben altro che fare l'elemosina.
281.
Sono tanti i mali della vita, e si
susseguono con cos rapida vicenda,
oh' stoltezza voler di ciascuno fare
lunga lamentazione.
GitAF, Ecce Homo. **
j'i.vit.nf-ji-a.^
-
58 AFORlSJnAFORISMI 59
28-2.
La verit un'innamorata che, quanto
pi la frequontiamo, tanto pi c'inna-
mora.
283.
Tja verit il contrario (lolla bugia,
non della finzione.
284.
La morale s\ gran cosa, che noi ci
dobbiamo guardare di volerla troppo
costringere nei cerchi brevi delle nostre
definizioni e dei nostri giudizii.
285.
La generosit si misura, non dagli
atti, ma dall' animo.
286.
AUiu i- la generosit, altro la muni-
ficenza.
287.
L'uomo non dovrebbe fare lamento
di quei dolori che lo purgano, lo tem-
prano, lo innalzano.
288.
Non al mondo cos perfetto bu-
o-iardo che possa dire una perfetta bugia.
289.
Non calpestate le piante di cui desi-
derate di poter cogliere i fiori.
290.
Poeti e filosofi hanno comune questa
ventura, di vivere della vita di tutte
(juante lo cose.
291.
Chi ride di tutto, non godo di nulla.
292.
San Francesco d'Assisi predic ai
pesci; Sant'Antonio da Padova agU
uccelli; ma non vi fu santo mai cheabbia avuto la disperatissima idea di
predicare alle pietre.
293.
Di solito, chi pi deve alla fortuna,
pi si vanta di tutto dovere a se stesso.
1
-
f..1
60 AFORISMI
294.
Oli iioiTiini elio si educarono da so
feuiio pur quelli che si mantengono pi
a lunffo educabili.
295.
Trista quella cortesia di modi che
maschera la villania dell'animo.
2VI().
Non vi fidate di chi di nessuno si fida.
297.
La realt un frastuono di cui l'arte
deve saper fare un'armona.
298.
Rattoppare , checcii si rattoppi, un
tristo lavorare.
299.
I superiori non sono veramente mai
tali, se d'essere tali non sian conosciuti
degni.
1
a1 AFOBISMI 61
300.
Il male fatto si pu espiare; disfare
non si pu.;i01.
Se coloro che promettono un para-
diso in cielo mentono, che cosa poi
fanno coloro che promettono un para-
diso in terra?
302.
Chi vuol salire, guardi in alto, e si
guardi anche ai piedi.
303.
Se il riccio avesse un po' pi d'in-
telligenza, non avrebbe bisogno di ar-
marsi di tante punte.
304.
Cerbero ha tre teste, ma non un' in-
telligenza moltiplicata pel numero delle
teste.
305.
La paura sempre in armi; il co-
raggio, quando fa bisogno.
I*
am. U-t-itA" lVj^lA'l-JMf*- -> it,' .Xlt'l-i' ^JJg^wsWJ.-^jJi
-
62 AFORISMIil AFORISMI 63
;
-
G4 AFORISMI
317.
Saggio colui che all'et propor-
ziona gli ofFicii, e quelli che apparten-
gono a una stagion della vita non im-
pone ad un'altra.
:U>s.
Lo opinioni si possono sposare, ma
a patto che sia possibile il divorzio.
319.
Spento che sia in un'anima il fuoco
sacroj })iii non si raccende.
320.
Mala eleganza ciuella che non lascia
il debito luogo alla naturalezza o alla
spontaneit.''2.
Dubbio se siano di pi impoditnonto
alla verit i nemici dichiarati o gli
amici imprudenti.
B22.
Tanto vale l'arte quanto il conccLLo
della vita che la inspira.
APORISMI 65
323.
(^ual il pi prossimo parente di
messer Tronfio? Messer Meschino.
324.
Una delle cose che nella vita piimporta far salve la poesia della vita.
325.
Fuggi dai contrasti non utili n ne-cessarii : nei necessarii o utili entra ani-
mosamente.
82(5.
Tutto lodar del passato e biasimar
del presente, o tutto lodar del presente
e biasimar del passato, sono atteggia-menti antagonistici dello spirito, mache nascono da una medesima insuffi-cienza critica.
327.
Dinanzi alle menti superiori molticontrasti dileguano de' quali si offu-scano le menti comuni.
Graf, Ecce Homo. 9
-
iti AFORISMI
328.
Sono senza numero gli atti di carit
che ruomo pu faro senza che nullagli costi.
329.
Volete correggere do' suoi di fotti qual-
cuno? Pale, non che tema di voi, ma
che si vergogni di s.
330.
I malcontenti hanno molto buono
ragioni per essere pi avveduti, pi
operosi e pi pronti che i contenti.
331.
I troppi e continui scrupoli impedi-
scono di faro molte cose cattive, e ai-
trottante, se non pi, di buone.
332.
Di nessuna cosa pu veramente essercritico chi di so stesso non sappia essor
critico.
AFORISm 67
333.
Non detto che chi apre la borsa
apra il cuore.
334.
Amato le cose belle di tale amore
elio vi ajuti a sempre pi amare le
buone.33:).
da spiriti piccoli procurare troppolaboriosamento la perfezione nelle cose
piccolo.
336.
Ci solo, che fu lentamente costruito,
lungamente dura.
337.
Dello parti non pu far pieno e si-curo giudizio chi non iscorga e non
mediti il tutto.
338.
Preparate Tavvoniro, senza preten-
der di rinnegare affatto il passato e
il presente.
"'
Ijrt-tT..-*
-J-w^HliL-Wf .lel. L..>^^*A'.Ai>'.t^v.-.jj.- wJ.jJL"J''.!LJLa^ '/'^'^ifri:: N ^**"Vj'At''jriaiii^3iw>Lt
-
68 AVOUSMI AFORISffl 69
II
ili
li
u.
Non disprezzate mai lroi)po l'opi-nione contraria alla vostra.
340.
Non bisogna troppo disprozzaro nes-suno; neppure sj stesso.
341.
Ben poco insegn la vita a colui cuinon insogn a sopportare il doloro.
342.
La religione si gran cosa, che nes-sun domma, o sistema di dommi, la pututta contenere.
343.
graziosa e lieta circonferenza del
ventre, di quanti mai uomini tu seiForizzonte !
Chi ha per suo mondo il ventre, nonoccorre che studii astronomia.
345.
Se tu sei buono, e ti tocchi vivere
in compagnia di malvagi, avrai anche
questo cruccio, che alle volte ti parr
d'esser simile ad essi.
346.
Ai traviamenti di un animo nonabietto vi pu esser rimedio; alla na-turale abiettezza dell'animo non v'
rimedio.
347.
Ci che scusa gli uomini mezzani,
non isc'usa gli uomini superiori.
348.
Spesso coloro che tutte sanno le ele-
ganze del vestito e dell'addobbo, nulla
sanno delle eleganze dell'anima.
349.
Tale buono a far retto giudiziodogli uomini mediocri, che dei supe-riori non buono a intendere nulla.
-.>.-'* I^J:tft.ira^>e^l.t.'*,^3C * >.'.ji'-J^-' '^ - '^ ' N'^^a^J*^K^jii
-
70 AFOmSMIAFOBTSMI 71
II
350.
Doli' animo di un uomo potrai giu-dicare dal numero di falsi rispetti ondoseppe allVancarsi.
331.
Tu mi vuoi esaltare, io mi umilio;tu mi vuoi umiliare, io mi esalto.
352.
Il tiranno pubblico pu, a suo modo,Of^tsor grande; il tiranno domestico
sempre meschino.
353.
Chi giudica burbanzosamente gli attiumani senza conoscerne le ragioni, , ostolto, cattivo.
L' uomo superiore pu sembrare tal-volta che faccia contro alla morale,
mentre non fa se non conformarsi a
una morale pi alta e pi pura dell'or-dinaria.
355.
Chi noi sa, noi creda; ma la bont
di grande conforto e di grande ajuto
air intelligenza.
356.
L'uomo tutto buono sempre inof-
fensivo; non sempre l'uomo inoffen-
sivo tutto buono.
357.
L'artificiosit lavora nel piccolo; e
perci la vera grandezza non pu nonessere semplice.
358.
Quel popolo che, pi che in so, spera
in un salvatore, non merita molto d'es-
sere salvato.
359.
Tu forse non comincerai a credere
che negli uomini possa essere bont, se
non dopoch alcuni uomini ti avranno
fatto assai male.
-
72 AFORISMIAFORISMI 81
.j ,,1
360.
Non tutto quello che varia si evolve;non tutto quello che ingrossa cresce.
361.
Chi lascia la calunnia addensarsi sulproprio capo, e non si ripara, e non si
scolpa, non serve alla bont, servo al-
l'ingiustizia.
Anclv^ lo spirito, come lo stomaco,
ha da poter reoere, qualche volta.
:;(:.
Non profanare tu stesso il tuo amore.
364.
Vuoi sapere se il tuo amoro belloe degno? Guarda com ti solleva al di-sopra di te stesso.
365.
Persuaditi di questa semplice verit,
ohe i tuoi peggiori nemici non sono
intorno a te, ma dentro di te.
405.
Non degnare dell'ira tua gli abietti.
406.
Qual , fra tutto le case, la pi po-
vera? Quella dove sia molto oro, enon
altro che molto oro.
407.
Non partecipare nessuna operazione
umana, sombra a certuni condiziono
buona per giudicare di tutte.
408.
11 peggiore odio quello che nasco
tlalla putrefazione deiramoro.
409.
Dei mali comuni e pubblici non v'
nessuno che possa dire: Io non ciho
colpa; io non c'entro.
410.
Sposso coloro che pi schifano il su-
diciume matonaie, non isphifano punto
il sudiciume morale.
GRAF, Ecce Homo11
-
72 AFORISMI
360.
Non tutto qiiollo cho varia si evolvo;non tutto quello che ingrossa cresce.
Chi lascia la calunnia addensarsi sulproprio capo, e non si ripara, e non siscolpa, non servo alla bont, servo al-l'ingiustizia.
362.
Anche lo spirito, come lo stomaco,ha da poter rooore, qualche volta.
Non profanare tu stesso il tuo amore.
364.
Vuoi sapere se il tuo amoro belloe degno? Guarda come ti solleva al di-sopra di te stesso.
Persuaditi di questa semplice verit,che i tuoi peggiori nemici non sonointorno a te, ma dentro di te.
AFORISMI 81
405.
Non degnare dell'ira tuagli abietti.
406.
Qual , fra tutte le case, la pipo-
vera? Quella dove sia moltooro, e non
altro cho molto oro.
407.
Non partecipare nessunaoperazione
umana, sembra a certunicondizione
buona per giudicare di tutte.
408.
Il peggiore odio e quelloche nasco
dalla putrefazione dell'amore.
409.
Dei mali comuni e pubblicinon v'
nessuno che possa dire: Ionon ci ho
colpa; io non c'entro.
410.
Sposso coloro che pi schifanoil su-
diciume materiale, non ischifanopunto
il sudiciume morale.
GRAF, Ecce Uomo.Il
.-v^aaa^Jtl^aiS5!afiii
-
82 AFORISMI
411.
Chi conosco i difetti altrui uomodi buon discernimento; di molto mi-gliore chi conosco i proprii.
412.
C' una ruvidit di modi dio pubene accompagnarsi con la bont del-Tanimo; ce n' un'altra che del tuttol'esclude.
413.
L'urbanit insognata dal Galateo ben povera cosa a paragone di quellasuggerita dal cuore.
414.
L'amore come il fuoco : se gli manca
l'alimento, si spegne.
415.
L'amore come l'acqua: se qualcosa
non lo agita, imputridisce.
m
Ij'uomo retto s'avvezzi a solitudine.
AFORISMI 83
417.
La faccia dell'uomoaddormentato
manifesta molte cose che la facciadel-
l'uomo desto nasconde.
418.
La civilt una terribile piantache
non vegeta e non fiorisce senon
iiiaffiata di lacrime e di sangue.
419.
Se sai di non poter ossero inteso,taci.
420.
Chi fonda la propria potenza osicu-
rezza nel timore altrui, veda dinon
passar corto segno, e di nonfarsi anche
pi odiare che temere, perch l'odio
pu vincere il timore, e osar ci che
il timore non osa.
421.
Chi non si nutr di generosi pensieri
da giovane, si momi d'inedia spiri-tuale da vecchio.
-
il
n
84 AFORISMI
429.
Non bastano i muri e il tetto a farela casa doli' uomo.
Sono alcuni ingegni che non riescono
a farsi strada, non per inottitudino pro-
priamente, ma per irresolutezza e timi-
dit.
424.
L'uomo cattivo pu bene qualchevolta essere dalla parte della ragione;
ma gli quasi impossibile ch'ei non
faccia poi tanto da mettersi dalla parte
del torto.
41^5.
Certe persone spandono infelicit, co-me taluno i)iante dell'oriente spandonoombra avvelenata.
426.
L'acquazzone impetuoso e breve ba-gna le zollo sopra sopra: solo la piog-gia lunga le penetra a fondo e ravTiva.
AFORISMI
427.
85
Chi ha il pi, non si curid'andar
procacciando il meno.
428.
L'uomo caldo una forza; Tuomo
freddo un'altra forza:solo l'uomo
tiepido non - niente.
429.
I criudizii che diamo dogli altri dicono
ci che siamo noi stessi.
430.
Gran tarlo dev'essere la veritse
riesce a traforare la dura cortecciadegli
umani cervelli.
431.
La critica , di regola, l'arte di acqui-
etar credito e autorit alle propriepre-
ferenze.432.
Un'eresia, se ottenga la vittoria, cam-
bia nome e si chiama ortodossia.
..-- 4wi..v.ja,j.v.ii'i'ijj-.'aSei,aitfJ^S?i
-
86 AFORISMI
433.
-
AFORISMI 81
88 AFORISMI
445.
Non lecito all' uomo ci che le-
cito alla natura: conseguire fini alti
con mozzi abietti.
4 16.
L' originalit " una solitudine dello
spirito.
447.
Gli arciprudenti, o hanno cominciato
con qualche grosso sproposito, o con
qualche grosso sproposito finiscono.
448.
Un buon libro rende migUore coluiche l'ha scritto.
Le Yie troppo battute non sono sem-
pre le pi sicure, mentre sono sempre
le pi nojose.450.
I mali della Tita non sono forse cre-
sciuti ; ma certo cresciuta la coscienza
che noi ne abbiamo.
405.
Non degnare dell'ira tua gli abietti.
406.
Qual ; fra tutte le case, la pi po-
vera? Quella dove sia molto oro, enon
altro che molto oro.
407.
Non partecipare nessuna operazione
umana, sembra a certuni condizione
buona per giudicare di tutte.
408.
Il peggiore odio quello chenasce
dalla putrefazione dell'amore.
409.
Dei mali comuni e pubblici non v'
nessuno che possa dire: Io nonci ho
colpa 5 io non c'entro.
410.
Sposso coloro che pi schifano il su-
diciume materiale, non ischifano punto
il sudiciume morale.
GRA.F, Ecce Homo.11
II
-
82 AFORISMIAFORISMI 83
il
I
411.
Chi conosce i difetti altrui uomodi buon discernimento; di molto mi-gliore chi conosce i proprii.
412.
(7 una ruvidit di modi che pubene accompagnarsi con la bont dol-ranimo; ce n' un'altra che del tuttol'occludo. .
413.
1/ urbanit insegnata dal Galateo ben povera cosa a paragone di quellasuggerita dal cuore.
L'amore come il fuoco : se gli manca
l'alimento, si spegne.
415.
L'amore come l'acqua : se qualcosa
non lo agita, imputridisce.
416.
L'uomo retto s'avvezzi a solitudine.
417.
1 a faccia dell'uomoaddormentato
manifesta molte cose chela faccia del-
Fuoino desto nasconde.
418.
La civilt una terribilepianta che
non vegeta e nonfiorisce se non
inaffiata di lacrime e disangue.
419.
Se sai di non poter essereinteso, taci.
420.
Chi fonda la propriapotenza o sicu-
rezza nel timore altrui,veda di non
passar certo segno, e dinon farsi anche
pi odiare che temere,perche Iodio
pu vincere il timore, e osarci che
il timore non osa.
421.
Chi non si nutr di generosipensieri
da giovane, si morr d'inediaspiri-
tuale da vecchio.
-
84 AFORISMIAFORISMI 85
.
422.
Non bastano i muri o il tetto a farela casa doiruomo.
42:.
Sono alcuni ingegni eho non riesconoa farsi strada, non per inettitudine pro-
priamente, ma per irresolutezza e timi-dit.
424.
L'uomo cattivo pu bone qualchevolta essere dalla parto della ragione;ma gli quasi impossibile ch'oi nonfaccia poi tanto da mettersi dalla partodel torto.
425.
Certo persone spandono infelicit, co-me talune |)ianto dell'oriente spandonoombra avvelenata.
426.
L'acquazzone impetuoso e breve ba-gna le zolle sopra sopra: solo la piog-gia lunga le penetra a fondo e ravviva.
i
427.
Chi ha il pi, non si curid'andar
procacciando il meno.
428.
L'uomo caldo una forza; Tuomo
freddo un'altra forza:solo Vuomo
tiepido non niente.
429.
I giudizii ohe diamo degli altri dicono
ci che siamo noi stessi.
4B0.
Gran tarlo dev'essere la verit so
riesce a traforare la dura cortecciadegli
umani corvelli.
La critica , di regola, l'arte di acqui-
star credito e autorit alle propriopre-
ferenze.432.
Un'eresia, se ottenga la vittoria, cam-
bia nome e si chiama ortodossia.
>auA^'2lB&^-A.j.flL&Ai
;W^="R*SrS?fSWi'St?^T*'-'':
-
86 AFORISMI AFORISMI 87
(li eroi non vanno in corca di gra-
titudine.
Sol
-
88 AFORISMI
445.
Non lecito air uomo ci che le-
citn alla natiira: conseguir fmi alti
con mezzi abietti.
446.
L'originalit una solitudine dello
spirito.
447.
G arciprudenti, o hanno cominciatocon qualche grosso sproposito, o con
qualche grosso sproposito finiscono.
448.
Un buon libro ronde migliore coluiche Tha scritto.
449.
Le vie troppo battute non sono sem-
pre le pi sicuro, mentre sono sempre
le pi nojose.450.
I mali della vita non sono forse cre-
sciuti ; ma certo cresciuta la coscienza
che noi ne abbiamo.
Il iiiii irtira iiiffiii fWitiihriilBiMiiflfaiJaftaSJ
AFORISMI 89
451.
Badi chi vuol correggerein altri
qualche difetto, di noneopprimere, ni
pari t
-
90 AFORISMIAFORISMI 91
457.
Non capace di porfozionamon
non capace di vergogna.
to chi
458.
Ricusa di disputare con l'insensato,
porche in nessun modo potrai far va-lere la ragione contro chi non in
grado di valersi della ragione.
459.
1 dolori di cui possiamo inorgoglire
cessano di essere dolori.
460.
Dante, in mezzo alla folla, sar pi
solo che nella selva selvaggia.
461.
Studio perpetuo e tormentoso di ele-
ganza, povert di giudizio.
462.
So non riesco io a mettermi in alto,
chi potr mettermi in alto?
.1
463.
noi romanzi che finiscono male,quelli
,lvo finiscono peggio, nonsono i ro-
manzi che si scrivono, ma iromanzi
che si vivono.
464.
il solo tesoro che l' uomopossegga
davvero quello della sua vitainte-
riore; od un tesoro che nessunogl'in-
vidia.465.
Chi s'alza troppo, facilmente sitoglie
alla vista degli uomini, i quali, pinon
vedendolo, pi di lui non si curano e
non si ricordano.
466.
I pi di quelli che si chiamano uo-
mini accorti, sono tali quanto ai mezzi,
non gi quanto ai fini.
467.
La perseveranza la virt per cui
tutte l'altre virt fanno frutto.
Il.
-^r "' wf ' Jli-
-
' 'Mi*AFORISMI
AFORISMI 93
468.
So gli uomini potessero vedere la
propria lor vita sotto tutti gli aspetti,
e' sarebbero, non solamente men cattivi,
ma anche men discordi che non sono.
409.
La volgarit pu mutar casa e ve-
stito, azzimarsi, lisciarsi, andare in car-
rozza, sedere in trono, e sar sempre la
stessa volgarit di prima.
470.
T/uomo, quanto pi possiede, tanto
meno si possiede.
471.
Dubbio se pi noccia la troppa di-
sposizione a credere o l'assoluta inca-
pacit di credere.
472.
Se tu discuti con uomo di mala fede,
quanto pi avrai ragione, tanto pi ti
sentirai dar torto.
473.
Per un caso di cecit fsica, sone
hanno mille di cecit morale.
474.
Nel credere al modico, non dimenti-
care ohe l'esperienza sua non pu in
tutto fare le veci dell'esperienza tua.
475.
Quando tu abbia conosciuto gli uo-
mini a fondo, avrai perduta, in un tempo
niodesimo, la possil)ilit d'essere ingan-
nato e quella d'essere felice.
476.
Vedrai quanta stoltezza, quanta vi-
gliaccheria, quanta tristizia, si nascon-
dono talora sotto la maschera del 'buon
senso.
477.
Inimicizia da pari a pari: da su-
periore a inforioro non pu ossero se
non disprezzo, o piet.
I
r i^ >-..jfEft|g Wa^.'Afa" i
-
!l| AFORISMI
478.
Accettato la verit di buon animo,senza cercare da qual mano vi venga.
179.
Nessuno ha il monopolio della verit;nessuno ha la privativa doirerroro.
480.
Achille fu un grande eroe; ma cisono eroismi pi diffcili e pi rari di(inolio d'Achille.
481.
L'uomo di mala fede, non solo ne-gher la tua ragione, ma ancora t'im-puter il pioprio suo torto.
482.
Si danno decadenze e disfacimenti aiquali non bisogna contrastare.
48:i.
La ricchezza pu essere, in qualchemodo, una base ; non pu e non dev'es-sere mai un fastigio.
AFORISMI 95
484.
Non merita nome di generosit quellache non altro che una delle tante
forme della ostentazione e del fasto.
485.
I guai della vita sono un po' come
gli astri del cielo: (juando l'uno tra-monta, l'altro spunta.
486.
Se volessero parlare di ci solo che
intendono, gli uomini quasi non par-lerebbero.
487.
La rosa ha le sue spine, e per que-sto la rosa il fiore dell'amore.
488.
A chi si lagnava delle spine, disse larosa: Io ti pungo, si, ma ti beo.
489.
Checoli dica il proverbio, non tutti
i vizii sono figli dell'ozio.
.- .-^--.-ti-A,.^*-.... . . a -Aite-rr-J-i.^
-
96 AFORISMI
490.
Mi piacciono i santi ; ma a quelli chetengono in mano un giglio preferisco
quelli che tengono in mano una spada.
A ravvisar la bellezza, non basta oc-chio sereno; ci vuole ancora animo
sereno.
492.
Chi veramente innamorato della
bellezza, la scorgo pur col ov'aUri non
sospetta che sia.
493.
L'ideale devo, come l'albero, aver
nella terra lo sue radici.
494.
assai pi facile essere caritatevoleche giusto.
495.
Da compiangere l'uomo che non sa
parlare; da compianger ancor pi
quello che non sa tacere.
AFOTTISMT 97
496.
Quel grande sofista ch' il mondo,
s'ingegna di distinguere tra colpe che
disonorano Q colpe che non disonorano.
497.
Colpo irrandi, colpo piccole: non v'
colpa cos\ grande che annienti l'uomo;
non v' colpa cosi piccola che non lo
menomi.498.
Non ogni uomo che dica il vero ama
il vero.
499.
La miopia fisica ognuno s'ingegna di
correggerla; quella morale, pochissimi.
500.
Un popolo non presuma di valerepi della propria lingua.
601.
Che cos' l'uom( che invidia l'al-tr'udmo, se non una miseria che in-
vidia un'altra miseria?
GiUF, Ecce Homo. 13
-
98 AFOHISMI
502.
DifTicile che in fondo alla sventura
non ci sia qualche po' di colpa.
603.
C' da confondersi in pensare quanto
applauso di uomini minimi ci vuole
per faro la gloria di un uomo grande.
604.
La mano che accarezza pu far pimale della mano che percuote.
605.
Per uno che pot dire in faccia al
sole: "Tutto perduto, fuorch Te-
nore ! quanti che nell'ombra potreb-
bero dire: "Fuorch l'onore, nulla perduto !
606.
Se ti tocca vivere in compagnia di
tristi, ricordati che tutto quanto tu po-
tresti rimproverare a loro, sar da loro
rimproverata) a te.
AFORISMI 99
507.
Semplice e melanconica storia di quasi
tutti gli amori: due linee convergenti;
un punto di contatto; due lineo diver-
genti.508.
Solo chi cadde pu dare altrui l'edi-ficante spettacolo del rialzarsi.
509.
Se la vita un male, un male di
cui certamente si guarisce.
510.
Anche delle tue virt il tristo si far
arma contro di te.
611.
Non v' forse cosa umana che nonpaja, so guardata da un lato, assur'da;
se guardata da un altro, ragionevole.
612.
Prima di accordarti con altri, vedise sei d'accordo con te stesso.
-
AFORISMI AFORISMI 101
513.
Su fosso chimera ogni altra virt,pur sar(?l)be virt il eroder alla virt.
514.
Il primo ^raclo della generosit diriconoscilo e confessare il proprio torto.
515.
Chi cadde u si rialz, spesso pi
fermo in sui pi di chi non cadde mai.
516.
Spesso chi tutto assaggi, voitoIjIx
potersi barattare con chi non abl)M
assaggiato nulla.
517.
Corro rischio di farsi odiare da tutti
chi da tutti vuol ossor' amato.
518.
Il meschino di animo, quanto pi sicirconder di pompa, tanto pi parrmeschino.
619.
Cosi (piando la donna tende a tras-
l'oiinarsi in uomo, come quando l'uomo
tondo a trasformarsi in donna, la ci-
vilt in pericolo.
520.
Amate la forza, e non disprezzate la
tinozza.521.
Molti chiamano carit dare agli altri
(lUoUo a oui gli altri hanno diritto.
522.
La calma uno tra i pi sicuri in-
dizii della forza di uno spirito.
523.
i^rocurato di mettervi al disopra del
dolore: i)rocurate anch(^ di mettervi al
disopra del piacere.
524.
dovere di ogni uomo creanzatoinsegnare la creanza a ohi non la sa.
-
I!l]
102 AFORISMI
525.
I novantanovo centesimi della criticache b fa tra gli uomini non nasce gidairamoro del vero, ma da presunzione,arroganza, acrimonia, litigiosit, astio
gelosia.
52t>.
Uomo di alti ideali non pu(' esserevano, e in uomo vano alti ideali non
allignano.
527.
La verit una; ma innumerevolisono lo menzogne che ne usurpano ilnome, il volto, la voce, le vesti e l'an-
datura.
La piet non devo i)rendoro ombradel rigore; anzi deve pregarlo di farlecompagnia.
529.
Non ti confondere a contraddire achi, per poco che tu lo lasci parlare,si contraddir da so.
AFORISMI 103
530.
A chi chiede d'essere ajutato a rial-zarsi non ricusare mai di stendere lamano.
531.
Pensi di farti grande frequentando igrandi, intendo quei grandi la cui gran-dezza tutta nei titoli e nelle pompe?Ti renderai pi piccolo che non sei.
532.
Il pessimismo un tristo compagno;
ma spesso ci guarda, o ci libera, daaltri compagni, anche pi tristi.
533.
Fa d'aver sempre a mente che ogniuomo che vive in questo mondo, co-munque ei ci viva, un pover'uomo.
534.
Gli uomini del tempo presente sonomolto bene difesi di fuori, e affatto in-difesi di dentro.
I
li
-
104 AFORISMI
i'a
Non amaro neir arto ci olio non po-tresti amaro noiruomo.
Povero quel maestro che non sa es-
sere maestro se non fra le pareti della
scuola.
5B7.
Per sempre pi voler sapere che cosaaccado intorno a loro, gli uomini oramaipi non sanno che cosa accada in loro.
'H.
L'egoismo pi insensato non giquello che tutto vorrebbe ridurre in
proprio dominio, ma quello che tuttovorrebbe ridurre a propria imagine.
539.
Chi dice che nel mondo bisogna es-sere pecora o lupo, non pensa ohe
l'uomo, ai)punto perdio uomo, non devoessere n lupo n pecora.
AFORISMI 105
540.
Pu dire di non essere mai andatoa scuola chi non fu alia scuola del
dolore.
541.
Spesso clii pi capace d' ira, meno capace d'indignazione.
o
Capre e pecore in istuolo:Il leone solo solo.
'A\
'% j
543.
I casi pi tragici, avendo il confortodella grandezza, non sono i pi mise-revoli.
544.
Nessuna concordia cosi stabile comequella che si fonda sulla comunanzadegl'ideali.
545.
Una burrasca purifica l'aria: unaburrasca purifica l'anima.
Qrap, Ecce Homo. 14
-
106 AFORISMI AFORISMI 107
546.
L' intelligenza di certuni tutta noi-r ugne.
547.
Chi pi servo di colui che sempreha bisogno d'essere servito?
548.
Chi troppo disprezza gli uomini, nongiunger mai a conoscerli.
549.
Accetta pur molto dall'amore; pocoo nulla dalla munificenza.
550.
ly insufficienza morale , delle insuf-ficienze dello spirito, la pi lamente-vole, perch suppone e riassume tuttolo altre.
651.
La pi sicura base della morale lacomprensione amorosa della vita uni-versa.
552.
Tristo Tuomo in cui pi nulla ri-
manga dol fanciullo.
553.
Dilllcile dire quale sia diligenza pi
utile, se imparare ci che merita d'es-
sere saputo, disimparare ci che non
merita d'essere saputo.
554.
Agli spiriti che non si muovono
facile perseverare in una opinione im-
mutabile.
Of).
Non sono i grandi calcolatori quelliche operano le pi grandi cose nelmondo.
556.
Dove non contrasto, non vita.
557.
La filosofa, quand'altro non possa es-sere, dov'essere un lievito dello spirito.
-
1U8 AFORISMI
558.
Diflcilmento avr il plauso dei contoinporanoi chi scrivo por i futuri.
559.
L' inibocilio solo allora perfetto
quando si reputa un gonio.
5t>0.
So raninia villana potesse vedere guii-tilozza in altrui, non sarebbe al tuttovillana.
561.
Nella storia dogli uomini, un errore
col-regge un orror procedente, ed asua volta corretto da un orror succos-sivo, e cos di sguito, uniformeraonto
indefinitamente.
562.
Allora soltanto acquisterai piena coscienza di te e delle tue forze quandoti troverai a fronte di chi sia il tuo
contrario e la tua negazione.
AF0RIS51I 109
563.
Tale forse la natura di tutte leci-
vilt, che, pervenuto a certo grado,deb-
bano finire di lento suicidio.
564.
La ragione non merita veramente di
chiamarsi con questo nome se nonil
giorno in cui comincia a dubitar di se
stessa.
565.
Il primo dovere di un uomo d'in-
gegno si di non far lega con gl'im-
becilli.
566.
Gli altri corrono a rotta? tu fermati:
gli altri si fermano? tu cammina.
567.
Disprezzare gU uomini, e nullad-
meno cercarne il plauso, e non isde-
gnare nessun' arte pi vile per otte-
nerlo, contraddizione frequente in
molti che si reputano uomini superiori.
-
110 AFORISMI
568.
Strana cosa la vita! Ila in so unaforza indomabile di pordiiranza o diespansione; eppure un soffio basta aoffuscarla e a farle perdere il fiore.
569.
La scienza una uran cosa; inacome facilmente diventa una piccolacosa nelle piccole teste!
570.
Non merita d'essere amato chi nonabbia il coraggio di farsi odiare.
r>71.
Le nuvole dell'anima, com lo nu-volo doiraria, non possono salire oltrecerta altezza.
572.
Molti passano per intelligenti, i qualinon hanno se non la sagacit istintivaod animalesca di una cupidit sempredesta e non mai sazia.
I
AFORISMI 111
673.
Se hai senso di vera religione, non
ti prosternare; assorgi.
574.
Vuoi ottenere stima da qualcuno?
Mostra di fare gran caso della sua stima.
575.
C' una bruttezza del volto non da
altro prodotta che dalla ignobilt del-
l'animo.
Troppo facilmente la gente grossa
scambia per risolutezza e per forza la
sconsideratezza e la precipitazione.
577.
I mali si vedono facilmente da tutti ;le cagioni da pochissimi ; i rimedii quasi
da nessuno.578.
Non sar mai libero chi, quando nosia ragione, non sappia farsi sponta-
noamento soggetto.
-
112 AFORISMI
579.
A certi sconvolgimenti sociali biso-gna assistere come a certi sconvolgi-menti naturali, incrociando le braccia.
580.
In qualunque compagnia tu ti motta,sempre rischierai di trovarti in cattivacompagnia.
581.
Tja poggior povert non di chi nonabbia abbastanza, ma di chi sempre de-sideri pi che non ha.
582.
L'odio non sempre nuoce a chi r
odiato; sempre a chi odia.
Ohi desse retta alla critica corrente,dovrebbe adattarsi a credere anchequesta incrodillissima cosa, che uno
spirito piccolo possa comprendere, mi-
surare e giudicare uno spirito grande.
AFORISMI 113
584.
Le mezze altezze sono, per lo spirito,
lo pi malsicure. Bisogna, o rassegnarsi
a rimaner nella valle, o avere la forza
di sollevarsi alle cime.
585.
Sono corti falsi modesti, i quali non
si nascondono se non per farsi corcare.
58(i.
Quando si vede quella che vuol pas-sare per verit aver paura di quello
ohe da lei denunciato come errore,
lo spettacolo certo comicissimo, ma il