ecce quam bonum 3

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  • 7/24/2019 Ecce Quam Bonum 3

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    Ecce Quam Bonum pag.2

    La Formula Pentagrammatica pag.3

    Purificare la Luna pag.6

    Considerazioni sul Trattato della Reintegrazione degli Esseri pag.7

    I Quattro Elementi pag.10

    Il Simbolismo nellEsperienza Iniziaticapag.19

    Relazione del Sovrano Reggente del C:::G:::M pag.21

    La Malattia e i Corpi dellUomonellAntico Egitto pag.23

    LAntica Tradizione in Grecia e India dellEros e della Natura pag.25

    Maschera Mantello e Cordone pag.31

    Esagramma o Simbolo dello Spirito Separato pag.34

    Il Rito Aspetti Magici, Inziatici ed Esoterici pag.34

    ECCE QUAM BONUM25 OTTOBRE 2014- N3

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    Ecce Quam Bonum

    26 Ottobre 2014

    arissimo e paziente lettore, la rivista che

    stai sfogliando, e che spero possa essereutile piazza di riflessioni attorno alla

    tradizione martinista, uno degli strumenti

    divulgativi di cui dotato il Convivium Gnostico

    Martinista. Essa una finestra che permette a te

    di gettare uno sguardo sulla superficie visibile,

    esterna, dialettica, di quella che la nostra

    fiamma ideale, e permette a noi di entrare in

    contatto con un pubblico che variamente

    formato ed articolato.

    Ecco quindi che quanto qui verr trattato e

    mostrato, non rappresenta il tutto di quanto

    viene elaborato nelle nostre fucine interiori, siano

    esse individuali o legate allopera delle nostre

    logge e gruppi, ma solamente quanto pu e deve

    essere mostrato al fine di comunicare i nostri

    studi, cercare di soddisfare quella sana e utile

    curiosit attorno al martinismo, ed intessererapporti con quei fratelli e sorelle

    momentaneamente isolati.

    Il lavoro martinista, cos

    come noi lo intendiamo,

    intimamente legato ad

    una visione integrale

    delluomo, ed investe

    ognuno dei suoi centri

    sottili, ecco quindi che in

    questa rivista troveranno

    spazio sia articoli legati ai

    nostri studi, che elaborati

    che trattano, seppur

    sommariamente, delle nostre pratiche, che altri

    legati alla storia passata e recente del

    martinismo. Per meglio agevolarti ognuno degli

    articoli che proporremo trover indicazione di

    quale capitolo esso andr a trattare, in modo

    da poter meglio orientarti fra essi.

    Questa nostra rivista non raccoglier e proporr

    solamente lavori frutto della nostra struttura

    martinista, ma sar aperta anche a contributi

    provenienti da altre realt a noi fraternamentelegate, e che riterremo utili nel nostro sforzo

    divulgativo.

    Uno sforzo il nostro non legato al semplice

    apparire, alla decantazione, come usano altri, di

    epocali imprese magiche nel salotto di casa, o

    imperniate sullostentazioni di patenti, filiazioni e

    brevetti vari, quanto piuttosto orientata alla

    preservazione, ricapitolazione e riproposizionedella Tradizione Occidentale, resa viva dalla

    laboriosa pratica fraterna martinista. UnOpera la

    nostra ben lontana dai masturbatori sofismi

    intellettivi, dai vuoti blaterale di chi argomenta

    senza conoscere e riconoscere, da un certo

    orientalismo strisciante ed imperante, e da un

    confuso teosofismi che tutto parifica e tutto

    degrada, ma bens incentrata sulla sana ed unica

    sintesi che deriva dalla pratica dellarte dellareintegrazione integrale. La quale niente esclude,

    niente tralascia, e niente privilegia inquanto

    larmonia del tutto, e non del particolare.

    La nostra pratica trova fulcro nella FORMULA

    PENTAGRAMMATICA e non in un vuoto titolo, il

    quale in assenza di reale opera laboriosa non

    potr mai essere nobilitato da nessuna ostentata

    filiazione. Udire che tale Parola di Potere oggiconsiderata da alcuni quasi alla stregua di un

    ingombrante retaggio del passato, mi pone seri

    dubbi attorno alla comprensione che questi

    hanno dellarte che dovrebbe esser vissuta

    giornalmente. In quanto quale benigno e paterno

    Eggregore si potr mai formare, senza tale

    strumento che sublime ponte e viatico fra il

    macrocosmo e il microcosmo uomo ?

    [email protected]

    C

    mailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]
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    Convivium Gnostico Martinista Lavori Filosofici

    La Formula Pentagrammatica

    note introduttive

    Eleanandro XI S.R. C:::G:::M:::

    Lo strumento per eccellenza nelledificazione del

    tempio martinista la Formula Pentagrammatica,in quanto non vi sarebbe opera martinista in suaassenza.(C:::G:::M:::)

    ncora oggi, malgrado i decenni che sono

    trascorsi dallemotiva polemica scatenata

    da Arturo Righini, che ricordiamo era

    stato anchesso martinista seppur di grado non

    troppo elevato, lesatta comprensione del nome

    pentagrammatico pare sfuggire ai pi, e

    drammaticamente spesso proprio a coloro che

    dovrebbero trovare in esso centralit e perenne

    motore della propria opera.

    In quanto, bene sottolinearlo, non vi pu essere

    nessun reale avanzamento lungo il sentiero

    martinista, senza comprensione (prendere

    insieme, contenere in se) della reale estensione,

    intensit e natura di quella che nel Convivium

    Gnostico Martinista correttamente chiamiamo

    Formula Pentagrammatica.

    Gi tale nostra indicazione suggerisce molto,

    forse anche troppo, su quanto simboleggia

    lirruzione della Scin allinterno delTetragrammaton, e certamente non il nome del

    Cristo fattosi uomo, ma ben altro che nel

    proseguo di questo lavoro, che sar sviluppato in

    un arco temporale che non pu ridursi alloggi,

    analizzeremo nei modi e nelle forme opportune.

    Dicevamo Formula in quanto tale parola ha una

    variet di significati e sfumature che ben

    tratteggiano il pensiero che noi riserviamo aqueste cinque lettere. Il senso profondo della

    Formula Pentagrammatica va intuito pi nel

    silenzio dellOpera, che con locchio della mente e

    della dialettica.

    Essa indica gli ingredienti che determinano un

    composto. Ebbene questo sono le cinque lettere,

    in quanto, e lo vedremo, indicano gli elementiformanti la manifestazione, e fra essi uno che

    unica cagione di trasmutazione.

    La formula una frase di rito, che viene

    pronunciata durante dei momenti solenni.

    Evidentemente ogni vero martinista sa, o

    dovrebbe sapere con sua buona pace, che il

    rituale giornaliero, cos come ogni nostro altro

    rituale individuale e collettivo, momentosolenne e sacrale. Chi non si riconosce in tale

    prospettiva nel migliore dei casi un martinista

    solo apparente, deprivato completamente

    dellaspetto sacrale e magico operativo.

    Al contempo la formula un insieme di segni e

    simboli di uso convenzionale, che tramite

    linterpretazione di colui che sa leggerli

    forniscono utili informazioni in merito aglielementi, e alle loro relazioni. Ognuno dei nostri

    associati sa o dovrebbe sapere quali

    corrispondenze sono da ricercarsi in queste

    cinque lettere, e in cagione della propria maestria

    applicarle al bisogno e al momento.

    Infine la formula unespressione simbolica che

    sottintende delle operazioni, attraverso le quali

    possibile, dati elementi certi e conosciuti,

    giungere a dei risultati. E come non cogliere

    ancora levidenza di questo enunciato con la

    formula pentagrammatica e le operazioni che

    essa allude, e suggerisce tramite la forma, il

    suono, e la permutazione ?

    Ecco quindi che gi da questa breve introduzione

    vogliamo sottendere, come si

    enunciazione, ma anche elemento vivificante ditransizione fra una forma precedente e una in

    A

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    divenire. E lindicazione dellOpera da compiere,

    ma anche strumento di tale Opera, ed infine

    lOperatore stesso, in quanto nelle suo sviluppo

    essa tutto investe e raccoglie in se.

    E infatti al termine di ogni lavoro che il martinista

    assolve che tale Formula trova collocazione, avoler indicare che tutto quanto in sua ragione

    preparatorio, ed essa larchitrave che regna

    sullintero Tempio Martinista,e la corona di cui si

    deve cingere liniziato.

    Il rito giornaliero, ed ognuna delle sue

    articolazioni e completamenti, cos come da noi

    in uso, in essa trova finalizzazione. Identicamente

    i riti di loggia prevedevano che il filosofo lapronunci con vigore e maestria, e quanta tristezza

    quando la troviamo decaduta a mero orpello

    dialettico, quasi si fosse in presenza di

    dilettantesche recite, prive di arte, di passione, di

    intelletto. In quanto con essa, con il simbolo

    (yantra) e la vibrazione della parola di potere

    (mantra) che il Filosofo irradia la luce che fende le

    tenebre, e la forza sorretta dallamore e

    indirizzata dallintelletto plasma la materia bruta.Il martinista, di ogni Ordine e Grado, si dovrebbe

    ben ricordare che stato proprio attraverso tale

    suono che ha potuto essere accolto nella nostra

    antica ed operosa fratellanza. Solamente queste

    semplici osservazioni dovrebbero suggerire in

    ognuno di noi unattenzione particolare, uno

    studio costante, una passione intensa, verso di

    essa. Purtroppo come spesso accade si confonde

    la forma per la sostanza, e si perde di vista ci cherealmente fonte di senso e significato.

    Ciascuno vede ci che si porta nel cuore. ebbe a

    dire Goethe, che sicuramente molto sapeva sui

    simboli. Cos ognuno di noi, in virt dellamore e

    del genio personale, intravede nel simbolo

    centrale del martinismo un qualche significato.

    Laforisma utilizzato vorrebbe per suggerire,

    valevole per la formula pentagrammatica coscome nella comprensione di ogni simbolo, che

    necessario andare ben oltre lo studio, spesso

    svogliato, e piatto di quanto appare (forma), e

    procedere tramite la via del cuore, della pratica

    reale, per permettere che la Formula abbia a

    fiorire, e sviluppare la propria azione

    trasmutativa.

    Se tale lettura sovente difficoltosa per colui che

    giornalmente interagisce, o dovrebbe farlo, con

    essa, posso immaginare il malevolo profano

    completamente arido nel cuore che non

    comprendendone i misteri e la genesi, finisce col

    riversare sugli altri la propria ottusa cecit.

    Comportamento spesso riscontrabile in certi

    mediocri epigoni di maestri reali o presunti, chehanno impegnato la propria vita a giudicare tutto

    fuorch se stessi, condannandosi spesso a curiose

    giravolte, consone pi di una sala da ballo che

    non di un ambiente iniziatico. E fra gli altri il caso

    di Gunon che fino a quanto era martinista

    trovava conforto e prestigio nel trattare della

    formula pentagrammatica, salvo poi ricredersi su

    essa una volta allontanato dallOrdine.

    Riportiamo qui un suo breve studio inseritoallinterno di un lavoro pi ampio dedicato ai

    numeri.

    Se il centro della croce considerato come il

    punto di partenza delle quattro braccia, esso

    rappresenta lUnit primordiale; se invece lo si

    considera come il loro punto di intersezione, non

    rappresenta che lequilibrio, riflesso di questa

    Unit. In questo secondo significato, designatocabalisticamente mediante la lettera scin, la quale

    posta al centro del tetragramma , le cui

    quattro lettere figurano sulle quattro braccia

    della croce, forma il nome

    pentagrammatico , sul significato del quale

    non insisteremo qui, non avendo voluto che

    segnalare questo dato di sfuggita. Le cinque

    lettere del Pentagramma si pongono alle cinque

    punte della Stella Fiammeggiante, figurazione delQuinario, che simboleggia pi particolarmente il

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    Microcosmo o luomo individuale. La ragione di

    questo la seguente: se si considera il

    Quaternario come lEmanazione o la

    manifestazione totale del Verbo, ogni essere

    emanato, sottomultiplo di questa emanazione,

    sar ugualmente caratterizzato dal numero

    quattro; esso diventer un essere individuale

    nella misura in cui si distinguer dallUnit o dal

    centro emanatore, e abbiamo appena visto che

    questa distinzione del Quaternario dallUnit

    precisamente lorigine del Quinario.

    (Gunon Osservazioni sulla Produzione dei Numeri. .Pubblicato inLa Gnose, giugno-luglio-agosto 1910 con lo

    pseudonimo Palingenius, inserito nella raccolta postuma Ren

    Gunon,Melanges (Gallimard, 1976). Pubblicato in italiano

    sullaRivista di Studi Tradizionali n 34, Gennaio-Giugno 1971 epresente nella raccolta Ren Gunon,Il Demiurgo,Adelphi, 2007. )

    Promettendo di tornare su quanto riportato in

    merito al passaggio dal quaternario al quinario, e

    sottolineando come esso suggerisca che

    necessario approfondire ci che precede, per

    meglio comprendere ci che segue, vorrei

    evidenziare questa espressione della Formula

    Pentagrammatica, che risulta essere quella da noi

    impiegata nel Convivium Gnostico Martinista, eche assume centrale importanza nei nostri

    quattro riti di Luna Piena.

    Levidenza della Scin al centro resa distinguibiledal rosso con cui marcata, che trova contrastonel nero delle altre quattro lettere. Visto cheniente nelle strutturazioni rituali ed operative lasciato al caso, o almeno cos dovrebbe essere, lecita aspettativa interrogarsi su tale artificio.Indubbiamente siamo innanzi, come si indicavanelle prime frasi di questo lavoro, ad unirruzione,ad un rompere una precedente continuit edidentit. Ci da vita ad un prima ed ad un dopo(temporali), cos come ad una nuova forma, ma alcontempo ad una nuova sostanza. In quanto formalmente evidente che non siamo pi innanzi

    al precedente yantra, cos altrettanto evidenteche non siamo pi innanzi alliniziale mantra.Qualcosa avvenuto, e questo qualcosa appuntoil dinamismo trasmutativo ad opera di unagenteesterno che tutto modifica: la Scin.

    Forma, Nome, Tempo le tre grandi illusioni cheavvolgono luomo, i tre grandi misteri che laformula pentagrammatica raccoglie, e permette disvelare.

    Ecco quindi che ci che deve attirare primalattenzione del ricercatore, e poi fissarnelintelletto, non tanto quanto di pietrificato essovede, ma il movimento che stato necessarioper passare dalluna allaltra formula, e quanto siviene a determinare. Qualcuno potrebbesostenere che trattasi di violenza, di esperimenti,o quantaltro. Ci che per sfugge che talemovimento non apparso in modo accidentale esgrammaticato nella mente dei martinisti, maprossimamente vedremo che giunto da lontanoattraverso lalchimia tedesca, la cabala cristiana,ed affonda le proprie radici nello gnosticismoalessandrino; affascinando lo stesso Gunon. Sequesta la genesi della Formula Pentagrammaticami chiedo quale tradizione dei detrattori, e degliignoranti, pu vantare simile millenaria certezza?

    Segue

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    Convivium Gnostico Martinista Lavori Filosofici

    Purificare la Luna

    Iperion V.M.A C:::G:::M:::

    iniziazione unintroduzione sulla via,

    un percorso che conduce il neofita dal

    mondo del manifesto, del sensibile, al

    mondo dellimmanifesto, dellocculto, ma non

    per questo meno reale del primo. Tuttavia,

    questa introduzione nellocculto, questo

    passaggio dal manifesto allimmanifesto, non

    riguarda tanto un modo diverso di intendere il

    mondo intorno a noi, quanto, piuttosto, unnuovo modo di intendere il mondo in noi.

    Si tratta, infatti, sub specie interioritatis, di avere

    una nuova visione di noi stessi, si tratta diassurgere a nuova vita o a Vita Nova, come

    direbbe il Poeta, si trattacome abbiamo sentito

    pronunciare dal nostro iniziatore, il giorno in cui

    siamo stati ammessi nel C::: G::: M::: - di

    risvegliarci dal lungo sonno che ci ha

    accompagnato durante la nostra esistenza, si

    tratta ancora - di ricevere la fiamma ardente

    che ci consentir di vincere la potenza delle

    tenebre. Quando da postulanti e uomini di

    desiderio abbiamo ascoltato queste parole, allora

    ha avuto inizio il nostro percorso iniziatico.

    Quel giorno, nel normale stato di coscienza e un

    po frastornato, il postulante, divenuto associato,

    suppone di non aver compreso niente o di aver

    appreso poco. Invece, il seme del suo albero stato ben piantato e si svilupper a perfezione

    con il solo rispetto di quelle poche e basilari

    regole, mentre le successive iniziazioni faranno il

    resto.

    un seme che con laiuto dellacqua, del giusto

    calore del sole, dellariae del rifugio della terra,

    crescer sino a divenire un possente albero, per

    dare i suoi fiori e i suoi frutti. I simboli e gli

    stimoli, ricevuti durante liniziazione, gli

    insegnamenti ricavati dalle tornate di loggia ed i

    lavori, fungono da semi per linconscio

    dellassociato ed per questo che si utilizzano dei

    simboli di facile assimilazione, capaci di incidere,

    a livello subliminale, limmaginazione del neofita.

    Liniziazione che ci pregiamo di aver ricevuto, con

    lammissione al C::: G::: M:::, non liniziazione

    virtuale che caratterizza altre organizzazioni, ma uniniziazione reale in cui, oltre ad un corpus

    rituale, vi un carismatrasmesso dalliniziatore al

    discepolo, quella fiamma ardente che ci viene

    consegnata, per il tramite delliniziatore, alla

    presenza dei Maestri Passati che ne sono i garanti

    e testimoni.

    Ricevuta liniziazione, il cammino che si prospetta

    per lassociato, e comune ad ogni martinista,

    consiste nel purificare la Luna. La purificazione,

    dunque, fa parte del percorso di ogni martinista,

    pi precisamente occorrer parlare di auto

    purificazione, purificazione della parte pi bassa

    della sua natura, finch tutto ci che appartiene

    alla parte temporanea delluomo sia puro,

    purificazione di quella parte che noi chiamiamo

    personalit, che non lindividuo permanente,

    lIo spirituale, il nostro Se, ma lIo apparente,linsieme cio delle qualit e delle caratteristiche

    L

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    che lindividuo raccoglie attorno a s durante il

    corso di ognuna delle sue molteplici vite, tutte

    maschere che sovente trasporta con s vita dopo

    vita, tutto ci che riprende quando torna ad

    incarnarsi, tutto ci che lindividualit raccoglie

    attorno a s durante la vita terrena.

    Purificare la Luna quella decisione cosciente,

    quellatto di volont che ci consente di scartare

    tutto ci che temporaneo e che appartiene alla

    personalit inferiore.

    Purificare la Luna significa che le passioni e gli

    appetiti del corpo, le emozioni inferiori che ci

    sballottolano come nave senza nocchiero in gran

    tempesta, atti i cui moventi provengono

    dallesterno, devono essere conosciuti, dominati

    e tenuti sotto controllo.

    Purificare la Luna un lavoro di

    spersonalizzazione che pu riassumersi nelle

    seguenti massime: io non sono il mio corpo, io

    non sono le mie emozioni, io non sono i miei

    pensieri.

    Come ci ricorda il G::: M::: P::: Giovanni Aniel,

    questo processo di spersonalizzazione un farsi

    vuoto affinch la pienezza dellIncondizionato

    cominci a fluire in s.

    questa una vera impresa di alchimia spirituale,

    di trans-umanazione o, per usare le parole di L.C.

    de S.M., opera di elevazione verso le superiori

    regioni spirituali. la rigenerazione, preludio

    allopera di reintegrazione e identificazione con la

    Vita Unaauspicata da Martinez de Pasqually.A questa natura originaria, in cui liniziato si trova

    in armonia con il suo Principio, deve condurre il

    percorso iniziatico, a ci liniziato deve finalizzare

    i suoi pensieri, le sue parole e le sue azioni. In

    questa sintesi unitiva, come dice il Ph::: In:::,

    limmagine divina si riforma, lanima umana si

    rigenera, le bellezze dellordine si riscoprono e la

    comunicazione tra Dio e luomo ristabilita.

    Hic et nunc.

    Convivium Gnostico Martinista Lavori Filosofici

    Alcune Considerazioni sul

    Trattato della Reintegrazione

    degli Esseri

    Aspasia V.M.A C:::G:::M:::

    l Trattato della reintegrazione degli essericomposto da Martinez De Pasqually haindubbiamente una struttura complessa che

    richiama limmagine di una costruzionearchitettonica del Tempo.La narrazione della Dottrina non sempre

    cronologica, Martinez percorre il tempo in avanti

    e indietro, il suo tempo non lineare bens

    circolare. Un tempo circolare inserito in una

    struttura geometrica, con particolare riferimento

    al cerchio, al triangolo e al quadrato.

    Martinez ha la certezza che.. tutte le epoche e

    le elezioni prime si ripetono fra gli uomini e ci

    fanno capire chesse si ripeteranno fino alla fine

    dei secoli. Il seguito di questo trattato lo far

    comprendere meglio ancora, allorch mostrer

    chiaramente che alla fine tutto ritorner come

    allinizio.(cfr.O.La Pera op.cit.pag.205 - 166)

    In particolare nella parte dedicata allimportanza

    del tempo per lesercizio del culto divino (cfr.O.La

    Pera op.cit.pag.179-200 - 143-161) il Maestro

    ha voluto far intendere che il tempo dedicato al

    culto non deve essere confuso con il tempoordinario. Invece di usare il termine tempo si

    potrebbe fare riferimento alla parola altra

    dimensione o altro stato di coscienza. La

    funzione sacerdotale richiede una precisa ritualit

    ed un preciso ordine nelle operazioni del culto,

    che deve essere tramandata con rigore, il

    cerimoniale del culto divino deve essere

    perpetuato per mezzo dellapostolato per

    risvegliare gli esseri incoscienti. La fraseconclusiva del paragrafo 161 a pag. 200 del testo

    I

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    citato dice molto chiaramente che : .. il

    cerimoniale, cos come i tempi convenevoli per le

    operazioni del culto divino, sono stati fin

    dallinizio fissati e regolati fra gli uomini, e che

    tutte queste cose sono state trasmesse dallo

    spirito divino e chesse non provengono dalle

    convenzioni umane.

    Il Trattato ricchissimo disimbologia. La descrizionedel significato simbolicodellArca del diluvioappassiona perch mentresi leggono i brani ad essadedicati si pu avere lasensazione di vedere

    dinanzi a s un grandeuovo immerso nelle acque,un uovo gravido di ogni

    principio di creazione delle forme corporee.LArca misteriosa per il Maestro linvolucrocaotico attraverso il quale il primo minorediscende in un corpo materiale terrestre e vieneassoggettato alla necessit del tempo perch lacreazione del tempo stato un atto necessarioconseguente alla prevaricazione di Adamo. Con la

    creazione del tempo luomo potr riprodursisolo materialmente in quanto dopo laprevaricazione stato privato del verbo diriproduzione spirituale e gloriosa. (cfr.O.La Pera,op.cit.pag.156-170 - 122-137).LArca fluttua sulle acque come il Creatorefluttuava sul liquido radicale al fine di venire acapo del caos e cio al fine di emanare le leggidordine e di azione che il Creatore stesso avevadato a tutte le cose contenute nella massa

    informe e caotica (pagina 234 del testo citato).Anche Mos viene fatto fluttuare sulle acque eviene deposto in un cesto che richiamasimbolicamente lArca o comunque uncontenitore. Mos condurr il popolo di Israelenel deserto per quaranta anni, la stessa duratadel diluvio.La parte dedicata a Mos molto ampia. A

    questa figura viene dedicato ampio spazio nel

    Trattato e nello scorrere delle pagine si scorge un

    rapporto confidenziale tra Mos ed i Figli di

    Israele che si manifesta attraverso il dialogo

    diretto. Questa forma espressiva induce a

    pensare che Martinez parla agli Eletti per bocca di

    Mos e spiega la sua dottrina.

    Particolare la rappresentazione figurativa del

    Quadro Universale riportato a pagina 268 del

    testo di Ovidio La Pera. Il disegno originaletracciato dal Maestro stato rielaborato e reso

    pi leggibile da Louis Claude de Saint Martin. La

    raffigurazione del Quadro Universale, che

    rappresenta in sintesi il quadro reale dellintero

    universo secondo la visione di Martinez, si

    presenta come un cerchio sovrastato da un

    semicerchio aperto. Allinterno del cerchio vi

    sono altri cerchi, tra cui LAsse fuoco increato,

    vi sono delle sfere e dei triangoli collegati

    attraverso una linea perpendicolare e delle linee

    orizzontali. E dunque una rappresentazione

    geometrica di principi spirituali che utilizza

    simboli antichissimi quali appunto il cerchio ed il

    triangolo che ritroviamo nella rappresentazione

    dellAlbero della Vita.

    Questa figura, che si presenta appunto come un

    cerchio sovrastato da un semicerchio aperto,simile alle corna del bue, richiama una forte

    analogia con il geroglifico egiziano che traccia una

    testa di bue cornuto. Il geroglifico egiziano

    considerato la lettera pi antica conosciuta, dalla

    quale si fa discendere lorigine dellAlfa greca e

    della lettera A del nostro alfabeto per effetto di

    successive elaborazioni.

    Nella lingua ebraica la prima lettera dellalfabeto lalef la cui radice composta da tre lettere:

    alef, lamed e peh. Quando la radice viene

    pronunciata elef significa bue o bestiame

    grosso, se viene pronunciata alluf significa il

    principe, signore, sposo e se viene pronunciata

    allef rappresenta il verbo insegnare (tratto dal

    libro di Annick de Souzenelle La lettera, strada di

    vita Ed.Servitium).

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    Osservando il disegno viene spontaneo chiedersi

    se il Maestro abbia voluto rappresentare la prima

    lettera dellalfabeto ebraico lalef cio il

    numero 1, numero maschile, simbolo della

    forza divina penetrante. Il numero 1 un

    numero misterioso che collega lIncreato con il

    Creato perch nasce dal Nulla ed lorigine del

    Tutto.

    Il cerchio simbolo di perfezione assoluta,

    mentre il semicerchio che lo sovrasta richiama

    simbolicamente la corona e quindi lo splendore

    e la gloria.

    Nel cerchio, che il contenitore, si sviluppa il

    contenuto della creazione atraverso le variefigure sopra richiamate.

    In questa ultima parte del Trattato Martinez

    sottolinea pi volte limportanza della prerogativa

    che lessere umano ha di esercitare il libero

    arbitrio poich la libert che genera la volont

    e la volont discrimina il bene e il male e ogni

    essere pu scegliere luna o laltra via.

    Il corpo fisico, ( definito come il tabernacolovivente), concorre al processo della

    reintegrazione attraverso le quattro porte : il

    cuore, locchio, lorecchio e la bocca, che per

    Martinez sono le quattro porte per realizzare

    lascenso spirituale ed il collegamento con

    lEterno.

    Le ultime pagine del Trattato sono dedicate a

    Saul, il Re eletto dagli uomini e non dallEterno ealla Pitonessa, .. uomo dellEterno sebbene

    donna (pagina 347). La Pitonessa loracolo al

    quale ci si rivolgeva al fine di ottenere predizioni.

    Anche in questa parte vi un dialogo che si

    svolge tra la Pitonessa ed il Re Saul che chiede il

    responso sulla battaglia che si accinge ad

    effettuare. Saul vuole sapere le conseguenze

    future delle sue azioni, anche se nella suadomanda vi limplicita convinzione che lEterno

    conosca gi in anticipo la scelta che egli far. La

    Pitonessa scoraggia il re Saul a combattere, ma

    soprattutto lo invita ad unirsi allEterno e gli

    predice un destino tragico per lui e per la sua

    posterit.

    Anche in questo dialogo sembra che Martinezparla per bocca della Pitonessa, e spiega che

    lEterno non esercita larte di un indovino

    perch se cos fosse .. egli sarebbe il solo

    creatore del bene e del male, ma lascia alle sue

    creature il libero arbitrio e, se lazione delluomo

    . buona, egli la riceve, se cattiva, la

    respinge, ma non si oppone alla volont della

    sua creatura.

    La Pitonessa, ovvero il Maestro, precisa che

    neppure gli uomini sono indovini, non vi sono

    infatti maghi o stregoni perch luomo perviene

    alla conoscenza soltanto attraverso ... penosi e

    formidabili travagli, e conclude il brano con le

    seguenti enigmatiche parole : Ecco, signor re,

    quali sono le virt potenti, spirituali e temporali,

    che si manifestano negli eletti dal Creatore, il

    che non accade negli eletti dagli uomini

    temporali. Quanto a ci che desideri sapere da

    me, disponiti ad ascoltarmi, intendermi e

    capirmi : (Queste tre cose sono allegoriche alle

    tre parole : cerca, bussa e domanda). Niente

    rispetto umano n debolezza materiale poich la

    tua anima sar forte, se non ancora

    sottomessa allo spirito di contrazione divina, ed

    essa godr dei frutti delle operazioni e dei lavori

    che io vado ad intraprendere su tua

    sollecitazione. (cfr.O.La Pera, op.cit.pag.350-

    351 - 281).

    Il Re Saul non terr in considerazione i consigli

    della Pitonessa e, avendo liberamente scelto,

    combatter contro i suoi nemici e vedr

    realizzarsi quanto loracolo aveva predetto.

    Il Re Saul rappresenta simbolicamente lessere

    umano che esercita fino in fondo il libero arbitrio

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    ed agisce sulla spinta della propria volont

    subendo gli effetti delle proprie scelte.

    Il Trattato di Martinez de Pasqually la dottrina

    segreta della caduta delluomo dal piano

    spirituale a quello materiale. Il Trattato parla

    della possibilit concessa alluomo di salvarsi eredimersi attraverso lesercizio dellibero arbitrio.

    Nella sua opera ha sintetizzato diverse tradizioni

    tra cui lAlchimia (cfr.O.La Pera, op.cit.pag.93-96

    - 71-73 ), lAstrologia (cfr.O.La Pera, op.cit.

    108-114 ) e la Massoneria come si pu verificare

    ad esempio nella parte dedicata alla progenie di

    Caino, con particolare riferimento al suo primo

    figlio Enoch, a Tubalcain suo secondo figlio e aBoaz suo decimo figlio. Enoch scav le viscere

    della terra, mentre Tubalcain ricevette i segreti

    riguardanti la scoperta delle miniere e la fusione

    dei metalli. (cfr. O. La Pera, op.cit.pag.98-104 -

    75-78).

    Vi sono studiosi della Dottrina e dellopera di

    Martinez che sono concordi sul fatto che il

    Maestro abbia attinto dagli insegnamenti dellacorrente cabalistica e dalle sue tecniche sulla

    teurgia che erano state diffuse dalle scuole

    cabalistiche di Spagna, con particolare

    riferimento alle dottrine di storici cabalisti quali

    furono Luria Yizchack e Schimon ben Jochai.

    La dottrina di Martinez, fondata su diverse

    tradizioni tra cui quella caldea, cabalistica e

    gnostica, per la sua complessit considerata una

    originale e personale rielaborazione esoterica

    occidentale al quale era pervenuto grazie anche

    alla frequentazione di un gruppo esoterico che

    affondava le proprie origini in tempi assai lontani.

    Ospiti/Tavole Filosofiche

    I Quattro Elementi

    di Aton G.M O:::M:::T::: (filiazione Cannizo)

    el Martinismo i simboli devono essereinterpretati attribuendo loro il senso, ilsignificato anagogico. Bisogna loroattribuire quel senso che ci porta dallaterra al cielo. Dobbiamo utilizzare isimboli per arrivare alluniverso, peravvicinarci allEnte emanante. Nella

    nostra qualit di Martinisti dobbiamo prendere inconsiderazione alcune ipotesi. In una primaipotesi noi non adoperiamo tali simboli esoprattutto non comprendiamo il loro sensoanagogico. In tal caso non possiamo lamentarci seci che vediamo intriso di tutto ci che, essendoarrivati ad un Ordine Esoterico, dovremmo averimparato ad abbandonare. Non possiamolamentarci se ci che vediamo intriso di queglielementi che, per intenderci vengono chiamatimetalli e che altro non sono che queicondizionamenti, quelle lusinghe, che derivano

    dalla societ e dalla stessa natura umana.

    In una seconda ipotesi pu capitare di adoperareil senso anagogico di tali simboli senza volerlo,senza esserne consapevoli. Ci si accorge deibenefici che vengono apportati nel mondospirituale e solo in esso, senza preoccuparsi delperch tali benefici arrivino. Ci accade il pidelle volte. O meglio possiamo dire che ciaccadeva quando luomo era costretto ad esser in

    contatto con la natura, lontano dalle lusinghedella societ e dalle passioni negative o positiveche la stessa comporta. Noi moderni, abituati avivere nella societ ed in mezzo agli uomini,intuiamo che per adoperare i simboli e attribuireloro quel senso anagogico indispensabile perarrivare alla conoscenza alla quale tutti aneliamooccorrono dei Maestri che ci mettano sulla via,dei Maestri che ci spieghino in cosa consiste ladifferenza tra il senso morale, il senso analogico

    ed il senso anagogico. Solo in tal caso e acondizione che nel percorso esoterico si siano

    N

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    veramente abbandonato i metalli, possibilepercorrere consapevolmente questa via ed possibile istruire o mettere sulla via, altri uominidi desiderio.

    Passiamo adesso ad esaminare i quattroelementi.

    Possiamo enunciare i quattro elementi siapartendo dal basso che partendo dallalto. Terra,acqua, aria e fuoco o fuoco, aria, acqua terra. Ciche in basso come ci che in alto. Partiamodallesame di ci che in basso. I quattroelementi, tradotti in elemento solido, liquido,gassoso ed energetico, sono, a ben guardare,lunico modo in cui si presenta a noi tutto ci chesi trova sulla terra. Vi una diversa proporzione

    fra i vari elementi e proprio questa diversaproporzione ci porta a distinguere ci che statoemanato.

    Non possiamo che esaminare moltosuperficialmente il senso letterale e moralelegato ai quattro elementi, dato che dobbiamooccuparci del senso anagogico.

    Il senso morale, a mio avviso, molto legatoallarmonia. Esaminiamo un uomo, un animale,

    una pianta o un minerale. In natura ci appaionoperfetti. La loro perfezione, che armonia, datadalla giusta proporzione fra i quattro elementi,dal giusto impasto tra di loro. Lacqua, la terra,sono armoniosamente mescolati dalla natura chesi serve del fuoco, dellenergia. Ci che ne deriva,oltre ad essere costituito dagli elementi iniziali, costituito anche da ci che non stato utilizzato eche pertanto viene restituito, attraverso laprecipitazione, dal fuoco che li ha amalgamati,

    attraverso laria, elemento gassoso. E unprocedimento alchemico. La natura effettua taleprocedimento automaticamente e il risultatocostituisce larmonia. Solo luomo pu turbaretale armonia, solo luomo con i suoi varicondizionamenti, con la sua vana pretesa diadattare quanto la natura si dispone a realizzareal proprio bisogno o peggio al proprio capriccio.

    Nel tragitto verso lalto il prodotto finito di talioperazioni alchemiche, per analogia, lo si accosta

    ai pianeti, agli astri, ai segni zodiacali. Cosfacendo se vogliamo intervenire sul prodottofinito possiamo, appunto per analogia,intervenire proprio sugli astri, sulle costellazioni,sui segni zodiacali etc. e come? Con leinvocazioni, con le evocazioni, con le preghiere

    oltre che con loperativit. Con i mezzi che le ilMartinismo ci fornisce e che noi impariamo adutilizzare.

    Il Martinismo si occupa nel suo percorso propriodellaspetto analogico e ci logico dato che relativamente facile occuparsi dellaspettoanalogico dei simboli in generale e degli elementiin particolare, mentre oltremodo difficileoccuparsi degli stessi simboli esaminandone ilsenso anagogico.

    Soffermiamoci, infatti, sul senso analogico deiquattro simboli che stiamo esaminando.

    Innanzitutto constatiamo che i quattro elementisono rappresentati da triangoli. Il fuoco rappresentato dal triangolo rivolto verso lalto,come laria. Questa raffigurazione ci ricorda che ilfuoco, la fiamma si alza a punta verso laltomentre laria non che fiamma resa passiva daun tratto orizzontale. Lacqua rappresentata daun triangolo volto verso il basso, come una coppapronta a ricevere la pura rugiada che cadedallalto, mentre la terra, anchessa appesantitada un tratto orizzontale, considerata comeacqua ispessita, appesantita, solidificata.

    Secondo Ermete, per ottenere effetti meravigliosibastano il fuoco, attivo e la terra, passiva. Il fuocoche sulla terra ha propriet quali il calore e laluce, nel cosmo illumina il sole, gli astri e gli altri

    corpi celesti. Il fuoco, la fiamma, influenza sia glispiriti del male che gli spiriti del bene. Gli spiritidel male sono pi forti in mancanza del fuoco,della luce, mentre gli spiriti del bene sono piforti in presenza della luce e non solo di quelladivina ma anche di quella derivata dal fuocoterreno. E per questa ragione che coloro chepraticano, prima di qualsiasi pratica accendonoun cero, come anche si tengono dei ceri accesipresso i defunti appunto per allontanare gli spiriti

    del male.

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    La terra riceve tutti gli elementi, tutti i raggi etutte le influenze celesti. Alla terra sufficienteessere esposta allaria e purificata dal fuoco. Lecose provengono dalla terra, vengono generatedalla terra stessa, come i semi, le piante, glianimali, le pietre, i metalli.

    Lacqua indispensabile nelle purificazioni. Essaha il potere di generare, di nutrire, di far cresceree trae le sue virt dallelemento fuoco.

    Laria, infine, spirito vitale che penetra ogniessere, la prima a ricevere le influenze celesti,influenze che poi comunica agli altri elementi.Laria riceve anche le impressioni di tutte le cosenaturali e celesti e fornisce agli uomini la materiaper i sogni e per i presagi.

    I quattro elementi non sono puri. Essi sonoabbastanza amalgamati fra di loro e devonodiventare puri per operare cose meravigliose.Come dice Agrippa, devono giungere a quellasuprema unit, passando dal quaternario (quattroelementi) e progredendo attraverso il settenario,al denario.

    Prima di giungere allunit i quattro elementipossono trasmutarsi luno nellaltro, in

    determinate condizioni assicurate dalla presenzadel fuoco. Non possibile per lavorare findallinizio con fuoco puro. Uno dei metodi persviluppare fuoco puro quello di creare immaginidi fuoco, avvalendosi dellelemento acqua,elemento femminile indispensabile per lacreazione di immagini. Lacqua racchiude, quindi,la sottile forza del fuoco. Tale forza vienetrasmessa attraverso laria mentre la terraassicura la costanza e la continuit del

    procedimento. La quantit degli elementi chevengono impiegati nel procedimento debbonoper essere ben equilibrati perch un fuocoeccessivo prosciugherebbe completamentelacqua, creatrice di immagini. Laria, a questopunto non avrebbe pi utilit, non potendoveicolare alcuna forza sottile, e la terra sicalcinerebbe. Daltro canto un regime smodato diacqua porterebbe allo spegnimentodellelemento fuoco e alla dispersione

    dellelemento terra; troppa terra finirebbe con lospegnere definitivamente il fuoco sotto la propria

    massa provocando anche il prosciugamentodellacqua; un regime di aria eccessivodeterminerebbe le conseguenze dovute ad uneccessivo regime di fuoco. Come si vede i quattroelementi bisogna saperli adoperare. Dopo averliben conosciuti e ben adoperati, dopo cio aver

    fatto un buon lavoro su noi stessi, vediamo comequesti elementi ci conducono alla supremavisione.

    Siamo cos giunti al culmine dellascesa. Adesso,utilizzando i quattro elementi, possiamo dedicarcia conoscere ci che posto in alto, avvalersi ciodel significato anagogico, e quindi far s che laconoscenza che cos si acquisisce, proprio per ciche ci dice Ermete, ci che sta in alto come ciche sta in basso, attraverso un percorso inverso,

    discenda fino al nostro corpo. Dobbiamo far sche la conoscenza si manifesti, cio, mentreancora siamo in possesso dellinvolucro che ci haaccompagnato in questa vita e che tanto ci hacondizionato. E quello che vogliamo. E ci che,in massima parte, giustifica i nostri percorsiesoterici.

    Cerchiamo la conoscenza anagogica. Laconoscenza di ci che eravamo prima di utilizzare

    linvolucro che possiede la nostra anima ed ilnostro spirito e dopo che la nostra anima, ilnostro spirito, lasceranno tale involucro.

    Questa conoscenza non possiamo ottenerla con icinque sensi che abbiamo a disposizione; nonpossiamo ottenerla utilizzando lo strumento chefino ad oggi ci ha fornito la nozione di ci chesiamo e di ci che sono stati coloro che ci hannopreceduto. In buona sostanza non possiamoottenerla utilizzando il nostro cervello. Anzi

    dobbiamo considerare il nostro cervello come uneccessivo regime di fuoco, di acqua, di aria e diterra. Il giusto regime degli elementi che cioccorre dobbiamo ottenerlo abbandonandoquellorgano che fino ad oggi ci ha dato sicurezzae che abbiamo timore di abbandonare come si hatimore di abbandonare una cosa conosciuta e, infin dei conti, anche comoda.

    A questo punto il cuore prende il posto del

    cervello. Il cuore nel quale risiede quel fuoco,quella fiamma che, se ben adoperata, purifica gli

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    altri elementi e li mette a disposizionedelluniverso affinch attraverso le vibrazioni,attraverso il ritmo, attribuisca loro quella densitnecessaria affinch assumano visibilit agli occhidi noi tutti. Noi uomini, composti dagli elementiche oggi abbiamo illustrato, attraverso il fuoco

    che alberga nel nostro cuore, purifichiamo queglielementi che costituiscono il nostro fisico, ilnostro corpo, il nostro spirito e la nostra anima.Quando linvolucro che contiene tutti gli elementinon ci sar pi, gli stessi elementi, purificati omeno, torneranno a costituire parte del cosmo eresteranno a disposizione dellenergia, dellavibrazione. Da l ricomincer il ciclo. Gli elementiche costituiscono il corpo torneranno a costituireparte del cosmo. Si ricostituiscono le condizioniche vi era prima della nostra nascita. Gli stessielementi che hanno costituito il nostro corpoerano nel cosmo prima della nostra nascita etorneranno nel cosmo dopo la nostra morte.

    Gli stessi elementi che hanno costituito il nostrocorpo hanno qualcosa in comune con ci che sitrova nel cosmo. Oserei dire che tali elementi,mentre sono parte integrante del nostro corpo,conoscono gi ci che vi nel cosmo perchprima della nostra nascita erano insieme anche se

    con diversa densit.

    Luomo che ha percorso il cammino Martinista riuscito a penetrare i segreti del cosmo. Ha visto,ha conosciuto. Sa cosa accade dellenergia, dellevibrazioni, durante lattesa. E conosce tante altrecose.

    Questa conoscenza non pu riferirla in quantonon pu descriverla a chi non ha percorso ilcammino iniziatico, a chi non possiede gli stessi

    sensi. Pu soltanto dirgli tenta la strada. Io sonoqu ad ascoltarti a discutere insieme a te ci chevedi o ti sembra di vedere.

    Ci che si pu dire, e che facilmente i nostricinque sensi possono comprendere, e che quellamescolanza che avviene quando si raggiunge laconoscenza, quella mescolanza degli elementiche formano il nostro corpo ed esistono nelcosmo, proprio quella mescolanza d luogo a quei

    fenomeni che tanto colpiscono i profani. D luogoallacquisizione dei poteri. Ci avviene perch gli

    elementi che occupano linvolucro che cicostituisce non vengono adoperati nella lorointerezza, sono il prodotto di una operazionealchemica e, in quanto tali, vengono impiegatiparzialmente. La conoscenza la si acquisiscequando quel processo alchemico avviene anche

    per gli elementi che formano il nostro involucro;e, mentre una parte di essi rimane conlinvolucro, laltra parte capace, anche semomentaneamente, di mescolarsi con gli altrielementi che formano il cosmo e che riguardanosia il passato che lavvenire. Allora si acquisisce laconoscenza e si acquisiscono quei fenomeni checolpiscono il profano e che si identificano con ipoteri.

    Le scuole iniziatiche, ed il Martinismo in

    particolare ci abituano a contemplare, ci abituanoad operare. Attraverso loperativit, attraverso lacontemplazione, luomo che vuole puraggiungere la conoscenza. Coloro che nonvogliono, coloro che non sanno, sono destinati arestare lungo il cammino.

    Anche il percorso non completo per notevole.Val la pena tentare. Val la pena restare anchelungo il percorso. E possibile che un percorso,

    anche se non completo, attribuisca, forseinconsapevolmente e in maniera incontrollata,quei poteri di cui si diceva.

    Un uomo, un Fratello ha, a mio avviso, raggiuntola conoscenza assoluta ed ha trasmesso a coloroche lo vogliono, a coloro che lo sanno ascoltare,ci che ha visto. Ascoltiamo anche noi il Suomessaggio. Ascoltiamo ci che tenta di dirci conle sue sette trasformazioni.

    Un giorno io mi risvegliai e mi ritrovai nellabara, coperto delle vesti che mi ero scelte. Sentiiallora per la prima volta la bara e le vesti e tentaidi togliermi le vesti ed aprire la bara: n l'unacosa n l'altra potei fare. Allora corsi alla puraacqua della sorgente e, mentre bevevo, ilfanciullo mi disse: "Non si pu salire se non primasi discende. Sono tre le parole: Osare, Volere,

    Tacere; e tre le lettere: LDPEd io osai, volli e

    tacqui e mi servii delle Lettere.

    Ed ecco il mio cuore usc dal mio petto ed io lo

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    vedevo. In questo modo mi accorsi dellatrasformazione e discesi. Vidi e fui fatto tutto dipresente, mentre una nebbia copriva il passato, eil futuro in me non c'era. Dominio di me era unaforza che operava dall'interno, alla quale nonpotevo sottrarmi. Ma io compresi e la sentii, e

    quando quella forza non ebbe pi segreti per meed io divenni uno con essa, allora mi resi libero.

    Questa la prima trasformazione.

    Quando fui libero discesi ancora e perdetti tutti isensi tranne uno. Sentii l'immobilit e la fissit:appresi cos un'altra forza. La mia vita fu nel caldoe nel freddo, e solo la luce, che pur non vedevo,mi faceva vivere. Anche il presente erascomparso. Questa nuova vita non era meno

    interessante dell'altra. Dapprima questa nuovaforza l'avvertii come estranea a me, ma poi essaed io fummo una sola cosa. Allora mi resi libero.

    Questa la seconda trasformazione.

    Discesi ancora e fui peso tra cose pesanti. Tuttomi era al di sopra ed io non l'avvertivo. Anche lasensazione del caldo e del freddo era scomparsa.Mi parve che fosse un regno morto e che mortofossi anch'io. Per mi guardai dentro e vidi la vita

    nella forza misteriosa che produceva unvelocissimo moto nascosto, il quale proveniva dalmoto universale e con esso si accordava. Equando non vi fu pi quella forza, ma divenni unocon essa, allora mi resi libero.

    Questa la terza trasformazione.

    Allora risalii e fui sempre nella bara. Cos il terzogiorno risuscitai dai morti e sentii la vita di primae dissi a me stesso: "Io sono stato all'inferno".

    Per sentii pure che se vita c'era in basso vitadoveva esserci in alto, e che la via percorsa nonera stata che un ritorno. Allora volli sentire la vitadel presente.

    Osai ricercare la vita sospingendo le pareti dellabara. Ordinai a me stesso di divenire un ritmo. Imiei polmoni respirarono ritmicamente, i mieiorgani conobbero il loro ritmo; infine il miocervello si ferm, ed al posto di esso si pose il

    cuore, che mi era stato sempre dinanzi agli occhi.E quando tutto me stesso si uniform al ritmo del

    cuore, e fui tutto un ritmo, allora le pareti dellabara caddero ed io mi resi libero.

    Questa la quarta trasformazione.

    Divenuto ritmo ascesi nel sole. Guardai da l laterra, la luna e l'inferno e vidi che erano veri.

    Compresi perch gli uomini stanno tutti nellabara e non se ne accorgono. Vidi che essi sonofatti del presente, del fisso e del mobile ecompresi l'unione di queste tre cose. Vidi pureche il sole era come me ed aveva il suo cuore ed isuoi organi e soprattutto il suo ritmo. Il mio eradiverso: osai allora accordare il mio al suo equando l'accordo fu completo una veste micadde.

    Questa la quinta trasformazione.Allora salii ancora e vidi che la notte non seguivail giorno, n il giorno la notte. Non c'era n il benen il male, n il maschio n la femmina, nl'ascesa n la discesa, n l'ieri n il domani, n ilgrande n il piccolo, n la terra n il sole; e nonc'era neanche il nulla e non c'era il tutto. Questecose le vedevo, ma non le capivo, fino a che il mioritmo non si un al ritmo universale e non siaccord con esso. Allora sentii la forza eterna;

    l'altra veste mi cadde, ed io rimasi nudo, rimasiio.

    Questa la sesta trasformazione.

    La settima non so esprimerla, neanche perallegoria; perch quella della sublimazione; enon si pu esprimere che cos:

    Sublime Architetto dei Mondi, Tu hai gettato unvelo sulla Tua gloria e nelle pieghe di questo velo

    hai proiettato la tua ombra. Tu hai permesso allanotte di esistere al fine di lasciare apparire lestelle, ed hai impresso un'immagine sul velo delquale Tu avevi coperto la tua Gloria; equest'immagine ti sorrise ed hai voluto chequest'immagine fosse la tua per creare l'uomo arassomiglianza di questa immagine. Cos Tu seiPadre, cos Tu sei Luce. Tu che sei questo haivoluto il movimento e nel ritmo perenne haiposto l'onda della vita. La vibrazione la Tua

    legge e la creazione l'effetto di questa legge. IlLogos, vibrando, si rende carne. Cos conciliando

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    in te Libert e Necessit hai dato all'universolibert e necessit. Cos vive lo sterminatomondo, i di cui confini sono nella tua volont, cosvive l'invisibile atomo la cui forza nella tuapotenza. Perch il basso come l'alto.

    Tu hai fatto la Gerarchia, perch Tu sei Ordine. Egli Angeli salgono e discendono la infinita scala, ecombattono una notte intera con gli uomini. Tuhai accordato i mondi e le gerarchie, ed ogni cosa un mondo ed ha una gerarchia. Ed hai fatto isentieri per cui ogni cosa creata pu giungere aTe. I sentieri sono infiniti, come i raggi della tualuce, e tutti si congiungono in Te.

    Quando Tu hai creato hai posto all'origine unaforza, ed ogni creazione dura quanto dura

    l'impulso originario. Questa legge Tu hai posto inogni cosa. Or, vedi, oggi noi ricominciamo ilnostro cammino verso di Te. Manda qui l'AngeloTuo perch accordi le onde che da noipromanano, perch dei nostri ritmi faccia unritmo solo e lo indirizzi l dove Tu vuoi; e lo facciasi potente che si lavori sempre per l'esaltazionedella Tua gloria, o Grande Architettodell'Universo.

    Convivium Gnostico Martinista Docetica e

    Struttura

    Convivium Gnostico Martinista

    1. Chi siamo

    Il Convivium Gnostico Martinista una realt

    iniziatica, manifesta sul piano quaternario e

    operativa, composta da uomini e donne

    autenticamente animati dal desiderio di

    riconoscersi in una visione tradizionale della

    ricerca e del lavoro spirituale.

    E realt iniziatica, in quanto si accede agli

    insegnamenti e agli strumenti che il Convivum

    pone a disposizione tramite una regolare e

    tradizionale associazione.

    E realt manifesta sul piano quaternario, perch

    il Convivium dotato di strutture ed articolazioni

    territoriali.

    E realt operativa, in quanto agli associati al

    Convivium richiesta una laboriosa Opera

    Interiore tramite strumenti formativi edinformativi.

    Quanto sopra evidenziato, risulta dal nostro

    assoluto convincimento che il martinismo sia una

    forma aggregativa tradizionale: un perimetro

    energetico ed iniziatico. Riteniamo che solamente

    l'aderenza di tale forma alla tradizione cristiana

    possa permettere di sviluppare dei lavori

    individuali e collettivi che abbiano sostanza direalt. Ecco quindi come il Convivium Gnostico

    Martinista trae la propria linfa vitale dal

    Cristianesimo, attraverso le nostre radici

    iniziatiche ed operative che si riconoscono: nello

    Gnosticismo Alessandrino, nella Cabala Cristiana,

    in Martinez de Pasqually, in Louis Claude de Saint

    Martin, e nell'Ordine Martinista del Papus.

    Il Convivium Gnostico Martinista articolando al

    proprio interno la Fraternitas Gnostica Abraxas e

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    la Sovrana Loggia Horus in grado di proporre ai

    propri associati un completo percorso di

    perfezionamento filosofico e spirituale, e

    sviluppare una maggiore coesione eggregorica, in

    quanto tutto raccolto e niente dissipato.

    Per questi motivi, seppur nel rispetto delle altruiscelte, guardiamo con diffidenza la deriva

    teosofica e relativista che sembra aver investito

    tante altre istituzioni iniziatiche, dando vita ad

    una serie di formali distinzioni basate pi su

    personalismi che non su una reale distinzione

    operativa e docetica.

    2. Obiettivi

    La finalit che persegue il Convivium Gnostico

    Martinista quella della reintegrazione dell'uomo

    nell'uomo e dell'uomo nel Divino Immanifesto,

    condizione necessaria che deve essere acquisita

    da ogni uomo e donna di Conoscenza, per poter

    compiere il ritorno alla Dimora Celeste. Il

    Convivium mette quindi a disposizione dei fratelli

    e sorelle regolarmente e tradizionalmente

    associati un piano di studi e una formazionecostante sotto gli influssi spirituali della Santa

    Gnosi, dei Maestri Passati, e l'assistenza dei

    fratelli e sorelle esperti.

    E' intendimento del Convivium formare degli

    uomini di Conoscenza che siano filosofi, in quanto

    padroneggiano la scienza tradizionale, maghi, in

    quanto capaci di realizzare mutamenti interiori, e

    sacerdoti, in quanto capaci di amministrare il

    rapporto con il divino interiore.

    Per questo il percorso informativo, formativo e

    graduale.

    Suddiviso in cinque momenti di avanzamento

    progressivo:

    1. Associato Incognito (avente carattere

    operativo prevalentemente, ma non

    esclusivamente, cardiaco)

    2. Iniziato Incognito (avente carattere operativo

    prevalentemente, ma non esclusivamente,

    teurgico)

    3. Superiore Incognito (avente carattere

    operativo prevalentemente, ma non

    esclusivamente, sacerdotale)

    4. Superiore Iniziatore Incognito (il fratello o la

    sorella hanno la possibilit di associare al

    martinismo)

    3. Strumenti dell'Opera

    L'opera del Convivium Gnostico Martinista trova

    la propria identit e centralit nella formula

    pentagrammatica. E' attraverso il laboriosomistero di questa parola di potere che

    perseguito il lavoro di reintegrazione individuale

    e collettiva. Tale Opera posta in essere

    attraverso i seguenti strumenti:

    1. Rituale Giornaliero Individuale.

    2. Rituale di Purificazione Mensile Individuale.

    3. Rituale di Loggia Collettivo (avente naturacomplementare all'opera proposta, che

    sostanzialmente individuale)

    4. Rituale Eucaristico Collettivo.

    5. I Quattro Rituali di Plenilunio.

    6. Rituale Solstiziale. (in terzo e quarto grado)

    7. Rituale Equinoziale. (in terzo e quarto grado

    8. Pratica di meditazione a distanza

    I lavori sono modulati in virt del grado ricoperto

    e delle attitudini individuali, e hanno natura sia

    cardiaca che teurgica, in quanto consideriamo

    ogni tentativo di porre l'una innanzi all'altra

    solamente una speculazione accademica priva di

    sostanza e discernimento.

    4. Articolazione

  • 7/24/2019 Ecce Quam Bonum 3

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    Il Convivium Gnostico Martinista retto da

    un Sovrano Reggente (Elenandro XI) che ha il

    compito di coordinare i lavori dei fratelli e delle

    sorelle, di promuovere la revisione periodica dei

    rituali, di vigilare sul rispetto delle norme di

    fratellanza e sulla coesione eggregorica. Egli il

    primo servitore di tutti i fratelli e le sorelle. Tale

    incarico a vita. Nello svolgimento della sua

    funzione viene coadiuvato da due Venerabili

    Maestri Aggiunti (Aspasia ed Iperion), e dal

    collegio dei Terzi e dei Quarti il quale ha valenza

    consultiva e propositiva.

    I fratelli e le sorelle sono raccolti in Logge sotto la

    guida dei rispettivi Filosofi, o in gruppi guidati da

    un Fratello Maggiore . Il Filosofo non

    necessariamente un Superiore Incognito

    Iniziatore, ma deve avere in s i requisiti formali e

    sostanziali di Fratello Maggiore che umilmente e

    pazientemente si pone al servizio degli altri

    fratelli. Il Fratello Maggiore dispone di un rituale

    di lavoro collettivo, in modo che quei fratelli e

    sorelle che non sono ancora inseriti all'interno di

    una Loggia costituita, ma territorialmente

    contigui, possono ritrovarsi a lavorare

    collegialmente.

    Sono inoltre esistenti Logge affiliate al Convivium

    Gnostico Martinista, che accettano di utilizzare

    durante i loro lavori collettivi il Pantacolo del

    Convivium; altres i loro membri accettano di

    includere durante i loro lavori giornalieri il

    Pantacolo del Convivium e il Salmo della

    Fratellanza del Convivium.

    5. Associazione al Convivium Gnostico

    Martinista

    Il Convivium Martinista non pone nessuna

    esclusione basata sul sesso o sulla razza, ma

    pretende che i suoi associati abbiano ricevuto un

    sigillo cristiano. In quanto riteniamo che questa

    forma di martinismo sia un rito di

    perfezionamento in ambito cristiano, e come tale

    necessita la presenza, nellassociato, di quel

    patrimonio culturale, psicologico ed iniziatico

    proprio del cristianesimo.

    Nessuna esclusione in base a requisiti formali

    quali il sesso o la razza prevista per i gradi

    superiori.

    E possibile accedere al Convivium Gnostico

    Martinista a seguito di una preventiva verifica dei

    requisiti formali e sostanziali del bussante, a cui

    seguir lesercizio in una pratica meditativa

    preparatoria allassociazione, che pu avvenire da

    uomo ad uomo oppure in loggia.

    E richiesto da parte degli associati un costante

    lavoro filosofico ed operativo, e quindi tendiamo

    a sconsigliare la semplice richiesta di informazioni

    a coloro che non sono in grado di gestire

    minimamente la propria vita quotidiana.

    E' prevista una capitazione annuale di 50 euro che

    andr a coprire le varie spese di segreteria e di

    materiale cartaceo fornito, tale capitazione deve

    essere versata entro il mese di Gennaio di ogni

    anno.

    6. Fraternitas Gnostica Abraxas

    Per quei fratelli e quelle sorelle che dimostrino

    una volont di comprendere ed essere cosa unica

    con la Santa Gnosi data la possibilit di essere

    accolti nellaFraternitas Gnostica Abraxas,

    fratellanza gnostica cristiana di tradizione

    alessandrina. Si accede alla Fraternitas al termine

    di un percorso di progressiva spoliazione, che si

    conclude con alcuni Voti Solenni che il fratello e la

    sorella prendono. Questi voti riguardano una

    serie di impegni ed obblighi alimentari, morali e

    spirituali, con particolare riguardo all'adulterio

    nei confronti dello Spirito.La docetica attraveso la

    quale si provveder a fornire gli adeguati

    strumenti e l'arte di utilizzo degli stessi, non potr

    che articolarsi attraverso un recupero dei testignostici e del cristianesimo primitivo, che per la

    http://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0fraternitas.htm
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    loro ricchezza simbolica ed operativa potranno

    svolgere funzione sia formativa che informativa.

    Indichiamo ad esempio: La biblioteca di Nag

    Hammadi - Pistis Sophia - I Vangeli Apocrifi -

    Nuovo Testamento - Filocalia - la Mistica

    Cristiana - Elementi di Teologia. Sar posta la

    dovuta attenzione allo studio della mitologia

    greca, egizia, delle loro religioni, e dei culti

    misterici che animavano il cuore occulto di queste

    correnti magiche-operative. Onde evidenziare

    cos quella radice spirituale che anima queste

    forme. Il piano di studio e di lavoro sar in seguito

    debitamente composto ed articolato, in modo

    tale da pervenire ad una comprensione

    intellettuale e psicologica dello spirito che haanimato gli antichi gnostici, e potere quindi

    utilizzare nel modo maggiormente opportuno

    tutte le potenzialit del mito e del simbolo. Il

    Superiore Incognito del Convivium Gnostico

    Martinista che ne faccia richiesta pu essere

    consacrato a Sacerdote della Fraternitas, cos

    come al Sacerdote riconosciuto come Superiore

    Incognito.

    7. Ecce Quam Bonum

    E' la rivista aperiodica del Convivium Gnostico

    Martinista, legata temi filosofici e storici del

    martinismo e della docetica del Convivium

    Gnostico Martinista. Liberamente scaricabile da

    queste pagine, aperta al contributo di tutti i

    fratelli e le sorelle del Convivium Gnostico

    Martinista cos come ai fratelli e le sorelle degli

    ordini in fraterna comunione. (prosegui per larivista)

    Uno dei cardini del Convivium Gnostico

    Martinista rappresentato dalla divulgazione

    rivolta indifferentemente verso iniziati e profani,

    in modo da poter fornire riflessioni e materiale di

    studio ai primi, e qualche risposta attorno alla

    Tradizione ai secondi. In una societ come quella

    moderna dove la cattiva e parziale informazioneimperversa ovunque, i nostri contributi cercano di

    sanare quella frattura che spesso si riscontra fra

    quanto posto nel perimetro iniziatico, e quanto

    posto al suo esterno. Seppur l'informazione non

    pu sostituire la formazione, essa comunque un

    momento necessario di lavoro filosofico.

    Possono inviare materiale alla rivista sia i fratelli ele sorelle del Convivium Gnostico Martinista, che

    delle altre realt in comunione fraterna al

    seguente indirizzo

    email:[email protected].

    8. Sovrana Loggia Horus

    Allinterno del Convivium Gnostico Martinista

    opera la Loggia Horus. Questa loggia giusta e

    perfetta e costituita allo scopo di stabilire

    allinterno del Convivium i primi tre gradi della

    Massoneria di Rito Egizio del Rito Antico e

    Primitivo di Memphis-Misraim. Laccesso a tale

    loggia itinerante riservato a quanti ne fanno

    richiesta, seguendo lequipollenza

    associato/apprendista, iniziato/compagno,superiore incognito/maestro.

    La loggia Sovrana in quanto non risponde a

    nessuna Obbedienza, ma risponde direttamente

    al Sovrano Reggente del Convivium Gnostico

    Martinista, tale Loggia, quando fratelli in numero

    adeguato ne faranno richiesta, potr gemmare e

    continuare cos ad offrire il proprio percorso

    simbolico e rituale.

    http://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmmailto:[email protected]:[email protected]:[email protected]:[email protected]://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0contributi.htm
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    Martinismo e Memphis - Misraim sono da sempre

    intimamente legati, ma la novit qui presente

    l'autonomia che il nostro martinismo esercita,

    non ponendosi come base per altre strutture, ma

    essendo esso stesso fulcro vitale a cui tutti si

    raccorda. La Loggia Horus, cos come la

    Fraternitas, sono visti come momenti di

    perfezione ed approfondimento di elementi

    comunque presenti nella ritualit proposta dal

    C:::G:::M:::.

    9. Fratellanza Martinista Italiana

    Il Convivium Gnostico Martinista aderisce alla

    Fratellanza Martinista Italiana, associazione che

    nasce il 27 Settembre 2014 durante lo storicoConvento di Padova che ha vista lavorare

    armoniosamente oltre 120 fratelli e sorelle di vari

    Ordini operanti in Italia. La Fratellanza Martinista

    raccoglie ad oggi otto Ordini Martinisti, che

    hanno sottoscritto un comuneprotocollo,e vuole

    rappresentare una realt in grado di custodire e

    divulgare la tradizione del martinismo italico, e al

    contempo di preservare quest'ultimo dal triste

    mercimonio di patenti che spesso pare essereambizione carnale di troppe giovani e meno

    giovani anime. La Fratellanza Martinista Italiana

    retta da unasegreteriaformata da quattro grandi

    maestri di cui uno il Sovrano Reggente del

    Convivium Gnostico Martinista, raccoglie al

    proprio interno una Loggia della Grande

    Maestranza, e dispone di una propria rivista

    divulgativaIl Trilume. L'adesione a tale struttura

    vuole da un lato dimostrare la non esistenza diimpedimenti legati a personalismi, e dall'altra il

    riconoscimento del giusto processo formativo in

    ambito martinista.

    Ospiti Lavori Filosofici

    Il Simbolismo nellEsperienza

    Iniziatica

    Ptahhotep O:::M:::T::: (filiazione Cannizzo)

    e definizioni canoniche del termine simbolo

    sono comunemente note:

    1. oggetto o figura di cose concrete che

    rappresenta un concetto astratto;

    2. segno convenzionale per esprimere in

    forma sintetica un'ente matematico, una

    grandezza fisica, un'operazione, unelemento chimico ecc.

    Dall'analisi di tali definizioni sembrerebbe

    emergere una corrispondenza biunivoca tra il

    simbolo e ci che esso rappresenta. Sembrerebbe

    che ad ogni simbolo coincida un determinato

    concetto astratto che, per mera sinteticit, pu

    essere raffigurato da una sorta di ideogramma.

    Ma colui il quale si affaccia allo studio delsimbolismo comprende, ben presto, che ogni

    simbolo pu offrire ben pi di un significato. Se

    poi ci soffermiamo a riflettere su come l'uomo, da

    quando sul pianeta terra, ha fatto ricorso al

    simbolo per esternare il proprio pensiero

    possiamo evincere quanto vasto sia l'argomento.

    Limitando l'indagine alle scuole iniziatiche

    tradizionali, escludendo ad esempio ci che

    concerne il simbolismo nell'arte figurativaprofana o quello attinente alle religioni rivelate, il

    campo si restringe di molto. Purtuttavia ogni

    scuola iniziatico-esoterica ha un proprio

    simbolismo specifico pi o meno imponente che

    richiederebbe una altrettanto specifica

    trattazione ed il compito di esaminare il simbolo

    nell'esperienza iniziatica mi appare

    estremamente gravoso. Mi limiter, pertanto, a

    parlarvi del simbolo nella mia personale

    esperienza all'interno dell'istituzione massonica.

    L

    http://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/0Trilume.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/lettera%20della%20segreteria.htmhttp://www.fuocosacro.com/pagine/maestri/protocollo%20fratellanza%20martinista%20italiana.htm
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    Come dicevo poc'anzi ogni simbolo ha diverse

    chiavi d'interpretazione. O, per meglio dire,

    possono essere attribuiti ad un simbolo svariati

    significati che possono essere collocati sul

    medesimo piano e su pi piani interpretativi se

    facciamo nostra ed estendiamo al simbolo la

    definizione di Dante, che da a Cangrande della

    Scala nel Convivio, in merito ai quattro sensi in

    cui pu essere interpretata la scrittura: letterale,

    allegorico, morale e anagogico.

    Anche al simbolo, a mio avviso, possono essere

    riferiti i predetti sensi interpretativi. Ma ci

    avverr per gradi. In camera d'apprendista ci

    limiteremo all'interpretazione del simbolo sotto il

    profilo morale, ben consci per che il compagno

    ed il maestro dovranno impegnarsi a guardare il

    simbolo in modo diverso cogliendone allegorie ed

    esoterismo.

    Come ho gi detto in un'altra mia tavola noi

    cerchiamo risposte alle eterne domande

    dell'uomo: Da dove veniamo, Chi siamo, Dove

    andiamo.

    Lo strumento che utilizziamo nei nostri lavori per

    lo studio dell'esoterismo il linguaggio simbolico.

    Cerchiamo, quindi, la conoscenza universale,

    cerchiamo di scavare, di interpretare tramite la

    lettura dei simboli.

    Il tempio in cui effettuiamo i nostri lavori

    anch'esso un simbolo. un contenitore di simboli

    disposti dai nostri predecessori. Come ho spesso

    sentito dire ai fratelli pi anziani, tutto nel tempio

    ha un significato. Quindi molto importante

    studiare il tempio ed i simboli che esso contiene.

    Sono convinto che la formazione del massone

    avviene grazie al lavoro individuale beneficiando

    anche del lavoro collettivo. Ma, come si dice

    spesso, il segreto della massoneria esiste in

    quanto non possibile esprimerlo per mezzo

    delle parole. Voglio dare, tuttavia, una dritta aimiei fratelli. Nel tempio gran parte dei simboli

    esprimono sempre il medesimo concetto: il

    dualismo tra tesi e antitesi, tra bianco e nero, tra

    la luna e il sole, tra il maschile ed il femminile, tra

    la colonna Jackin e la colonna Boaz. Ci sono, poi, i

    simboli invisibili, che si collocano a met tra i due

    simboli contrapposti. In essi la chiave che porta

    dal due all'Uno.

    Ricordiamoci che il tempio massonico simbolo

    del macrocosmo e del microcosmo, quindi

    immagine dell'uomo e dell'universo perch come

    dice Ermete Trismegisto Ci che in alto e come

    ci che in basso.

    Pertanto se riusciremo nello studio del simbolo in

    se ed a trovare la chiave di lettura per leggerel'insieme dei simboli del tempio massonico forse

    potremo dare risposta alle nostre domande

    perch riusciremo a leggere il tempio,

    riusciremo a leggere l'uomo, riusciremo a leggere

    l'universo.

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    Storia del Martinismo

    Relazione al Convento di

    Abignasego del S.R. Convivium

    Gnostico Martinista

    Eleanandro XI S.R. C:::G:::M:::

    l tema del nostro Convento non risulta esserelegato solamente ad una dimensione dialetticadel martinismo nei confronti di coloro che

    possono essere interessati al suo patrimonioiniziatico e spirituale, ma a come lo stessomartinismo si pone rispetto ad una societ che

    trova nella comunicazione oltre ad uno dei suoiaspetti maggiormente evidenti, la matrice stessache unisce ognuno dei suoi centri di potere edelementi costituenti. Non possiamo certamentenegare come la societ contemporanea sia lasociet della comunicazione, dove le grandimasse sono orientate non pi da ideali, valori, ericonoscimenti, quanto bens dalle informazioni eda come queste sono veicolate ed assemblate.Una comunicazione quella moderna

    frammentaria, breve ed intensa, convulsa econtraddittoria in virt di una sua originemultipolare, che spesso si perde nelle continueriproposizioni prive di riferimenti storici,contestualizzazioni e possibilit di valutazione.All'interno della quale lo sprovveduto, colui chenon trova nell'arte del pensare il discernimentofra ci che falso e ci che reale, cadeprigioniero in un mondo di specchi, cherimandano particole deformate di verit, ed

    questo che dobbiamo temere, non tanto latenebra del falso, quanto la penombra del verounito al falso.Tale stato di cose, evidente e palpabile, non harisparmiato neppure, e come poteva farloessendo noi nel mondo, i nostri sacri perimetri,aprendoli agli empi e ai simoniaci. Troviamo unamiriade di documenti, siti, pagine, blog, cheoffrono un'informazione parziale, e discutibile sucosa mai o cosa non il martinismo. Inducendo

    all'errore, accecando con la luce malevola dei falsidivulgatori, stratificando verit a menzogna, e

    forgiando cos nuovo materiale a disposizione delprofano, come dell'ingannatore. Se questa l'informazione che dall'esterno delle nostre santelogge, giunge investendoci, non dobbiamoomettere, fatto sommamente pi grave, l'azionedi quei tanti che si sono infiltrati tra le nostre

    catene, in virt della negligenza di chi dovevacontrollare e non ha controllato, trafugandoquanto poteva essere trafugato per i loro utilizzisciagurati, legati al continuo mercanteggio, egettando cos un'ombra di discredito su tutti noi.Ancora non posso tacere nei confronti di queitanti che da ieratiche posizioni danno agio apersonaggi che vivono nel nostro sottobosco,utilizzandoli per azioni tese a gettare biasimo edanno su altri fratelli tramite il sussurro e lacalunnia.Ed ancora fratelli miei come possiamo nonconsiderare la cattiva comunicazione che derivada coloro che millantano di essere ci che nonsono, da quel calderone ribollente e ributtante dacui emergono Iniziatori, spesso in virt di patentifittizie o prezzolate provenienti da altri paesi, chepropongono strani connubi fra martinismo epratiche che con esso non hanno niente a chevedere? Fratelli miei dobbiamo essere convintiche di ognuna di queste imperfette e malevolecomunicazioni il danno che riceve l'OrdineMartinista Spirituale, che tutti ci accoglie e tutti cilega, immenso, ed altrettanto devastante ildanno nei confronti di quei semplici checercandoci non ci trovano e non ci troveranno inquanto storditi ed accecati da questi fuochi fatui.Fratelli ricordiamoci che non vi correttainformazione, senza sana formazione, e non vi sana formazione se i discepoli e i maestri nonsono valutati, pesati, considerati, in virt delle

    loro reali e sostanziali qualit, e non in virt delcomodo e della convenienza del momento. Inquanto monaci combattenti legati all'amore delVero e della Fratellanza dobbiamo costantementeimpegnarci che la maldicenza, il pettegolezzo, egli empi, siano posti oltre i nostri perimetri sacri,in modo tale che quanto fino adesso avvenutonell'ombra, possa essere fumigato dalla nostrasacra volont di essere aderenti ed ardentitestimoni dei valori del martinismo.

    Ecco quindi che nostro compito, che compito

    I

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    della nascente Fratellanza Martinista Italiana, quello di garantire un rivolo di acqua pura, chesappia dissetare la curiosit di colui che ancoraprofano, e che sappia snebbiare la mente di queitanti associati ed iniziati, che seppur legati ainostri venerabili ordini, spesso si lasciano

    distrarre da pericolose sirene, o dalle frasiroboanti di quei tanti mistagoghi. La nostrafortuna quella di avere qui riuniti i figli spiritualidi Ventura e Brunelli, in modo da poter andareoltre una comunicazione piatta, ed anacronistica,basata sulle ragioni delle proprie filiazioni, adiscapito di quelle altri, e cercare di parlare dicosa sostanzialmente hanno da proporre i nostriOrdini a colui che cerca un'alternativa alladecadenza del mondo contemporaneo.Amici miei cosa importa ad un giovane di oggidegli errori di Umani Maestri oramai passati oltreil velo? Non sar invece interessato a quanto ilMartinismo Italico ha da dire ed offrire sotto unprofilo di crescita filosofica e spirituale, e deglistrumenti di Laboriosa Opera disponibili ?Possibile che dobbiamo morire di aforismi,estratti, masturbazioni intellettuali attorno aquanto da altri detto o scritto? Perch se cos ,allora dobbiamo constatare che vi sono altri chelo sanno fare meglio, che hanno costruito attornoalla verbosit del tutto dire e niente fare migliorcaseggiato del nostro. In una realt che pretendeessere Ordine Iniziatico dobbiamo sapercomunicare ben altro che la fuga in sintesiprecotte e predigerite oramai da oltre un secolo.

    Dobbiamo per doverosamente chiederci in cosarisiede il messaggio martinista. Risiede forse inuna serie infinita di date storiche e di personaggi? Risiede forse nella certosina archiviazione di

    bolle e patenti? Risiede forse nella strenuaenunciazione di rituali in se e per se freddi se nonanimati da amore ? Oppure dietro ognimessaggio vi un'identit che cerca dicomunicare ? In una societ come la nostraoramai incamminata sulla via della dissoluzione diogni elemento simbolico tradizionale, dove ilrelativismo morale e l'incertezza sociale sonoassunti a nuovo modello di sviluppo edorientamento, dobbiamo rappresentare

    quell'ultimo baluardo della tradizioneoccidentale, della nostra sacra identit che ci ha

    permesso di coniugare la filosofia greca, con ildiritto dell'impero romano, e la spiritualit delmediterraneo. Dobbiamo offrire una nuovapedagogia basata sul solerte lavoro interiore,sull'amore dell'unione con il divino che in noialberga, e sul sacrificio per i fratelli e le sorelle in

    difficolt. Senza niente attendersi che non lanobilitazione interiore che arriva non da facilipromesse, o da vuoti pezzi di carta, ma dalcambiamento che nasce dall'esperienza di unavita consapevolmente vissuta. La nostracomunicazione deve fondarsi quindi sull'Orgoglioe l'Identit di ci che siamo, senza cedere alcompromesso del tutto raccogliere, per nienteurtare. I nostri maestri passati non eranoTEOSOFI, non erano astratti spiritualisti, nonerano PAGANI, ma Louis Cloude de Saint Martin,Willermoz, Martinez, e Papus erano esoteristi,mistici e teurghi CRISTIANI, e in tale correntespirituale trovano ragion d'essere i nostri rituali, isimboli preposti e proposti, e la nostra realeiniziazione, e non certo in strambi fritti misti cheogni tanto mi intendo di ascoltare. Questo vaproposto, questo va comunicato, perch questosiamo, e se non siamo questo non siamo altro chealberi divelti dal suolo, pronti a marcire in predaal tempo vorace.

    Ecco quindi il mio sogno, ecco quindi la miavolont, ecco quindi quanto cercher ditrasmettere all'interno di questa nuovafratellanza, il coraggio e la volont di andare oltrele nostre maschere, di uscire dai nostri perimetri,di divulgare, di informare e di formare, in modoche dopo questo triste autunno della nostrasociet declinante, e passato l'inverno che verr,la luce non sia andata perduta, ma trasmessa ad

    una nuova generazione MIGLIORE EMAGGIORMENTE CONSAPEVOLE DI QUANTO NOISIAMO. Per ottenere ci, per non ricaderenell'immobilismo del passato, per dare un fortesegnale di rinnovamento e di azione, dobbiamorompere i vecchi schemi. In modo da portare lucee vento di rinascita nelle nostre polverose stanze,in quanto Amici miei siamo alla fine giunti al terzomillennio e non possibile ripercorrere stradevetuste, anacronistiche, e che hanno gi

    dimostrato limiti e fallimenti nel passato.Pensando alla nascente Fratellanza Martinista le

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    nostre necessit sono quelle di costituireun'Accademia degli Studi Martinisti, una rivistasorretta da un comitato scientifico e filosofico, diuna segreteria ampia e solida che sia di stimoloper tutto il mondo martinista italiano, la nascitadi un'unica Sovrana Loggia della Maestranza, e la

    costituzione di gruppi di studio attorno a quelliche sono i fondamentali della nostra scienzasacra. Tale architettura ci permetter di poteressere autorevoli referenti in mezzo a questababele di voci cacofoniche, in mezzo a questimercanti del vuoto. Comunicazione anchemessaggio, e il nostro deve essere autorevole,deve avere uno spessore iniziatico, deve essere ingrado di dare risposte a chi non desideraprecipitare nel vuoto della modernit. I GrandiMaestri qui presenti, i nostri fratelli maggiori,hanno dimostrato di essere pronti a sacrificareulteriormente se stessi, per accogliere unprogetto pi ampio di servizio per noi tutti, per lanostra tradizione, per permettere la costituzionedi una fratellanza Reale e Significativa. Questosar il nostro messaggio, la nostra forza, la nostrarinascita.

    Convivium Gnostico Martinista Lavori Filosofici

    La Malattia e i Corpi dellUomo:

    cosa pu insegnarci la cultura

    dellAntico Egitto?

    Eracle gruppo Apollo Roma

    arebbe importante riflettere su cosa la

    malattia (sia fisica che psichica) e su cosa

    significa curarla. Ai nostri occhi la civilt

    dellantico Egitto era ossessionata dallidea della

    morte e dominata dallimperativo di ancorare la

    consapevolezza umana a questo piano di

    esistenza, anche dopo il passaggio nellal di l. Perquesto motivo gli antichi egizi mummificavano i

    corpi e gi organi interni, ritenendo che la

    mummia di un defunto potesse funzionare come

    ancoraggio per le altre parti sottili che

    costituiscono un essere umano (in alcuni casi

    questa funzione veniva svolta da una statua che

    riproduceva fedelmente le fattezze del defunto) e

    linumazione era preceduta da riti magici che

    favorivano tale ancoraggio, assieme ad offerte,reali e simboliche, e a scritte ed immagini, nel

    luogo di sepoltura, che dovevano servire al

    defunto per ricordarsi di s e impedire la

    disgregazione dei suoi corpi sottili.

    Se oggi impossibile fare nostra questa visione e

    questa escatologia della morte, che ha dominato

    unintera civilt per pi di tremila anni, mi sembra

    profondamente istruttivo riflettere sul modo in

    cui quella lontana civilt considerava le

    componenti materiali e sottili del corpo umano e

    le relazioni causali tra cura e malattia.

    Nell'Antico Egitto si credeva che le componenti

    del corpo umano fossero nove:

    1) Il corpo fisico, detto Sekhu o Khat, destinato

    alla decomposizione. Tutte le componenti sottilivi risiedono durante l'esistenza in vita.

    S

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    2) Il Ka, che alcuni hanno chiamato "Doppio",

    Contiene i ricordi e i sentimenti della vita terrena

    ed assomiglia all'uomo di cui parte come una

    goccia d'acqua. L'idea moderna che si avvicina di

    pi a riassumere tutte le propriet che gli egiziani

    attribuivano al Ka, la forma-pensiero di s

    stesso che ognuno di noi coltiva durante la vita.

    Dopo la morte poteva rientrare nel corpo

    mummificato o in una statua che raffigurasse le

    fattezze del defunto.

    3) Il Ba. Rappresentato da un uccello dalla testa

    umana o da una cicogna, si avvicina all'idea che

    oggi abbiamo di Anima. E' l'intelletto/logos,

    responsabile della memoria archetipica, la parte

    dell'uomo in contatto con gli di, determina la

    personalit, ma dopo la morte deve essere fatto

    oggetto (come d'altronde il Ka) di offerte, reali o

    simboliche e allora pu tornare ad unirsi al corpo

    mummificato.

    4) L'Ib o Ab (cuore). Sede delle emozioni e

    dell'intelligenza, della memoria e del sapere,

    unico organo lasciato al proprio posto dopo

    l'imbalsamazione. Pesato da Anubis e da Maatdopo la morte, veniva divorato da Ammitt se il

    verdetto era negativo.

    5) Il Ren, o nome segreto. E' la componente

    dell'uomo che continua a dargli vita, finch viene

    pronunciato da Ptah. Il suo "nome segreto" fa

    parte della personalit di un individuo, ne una

    manifestazione, chi dovesse conoscerlo avrebbe

    totale potere su di lui.

    6) Akh, o Khu, o Sahu. Raffigurato con un ibis un

    elemento spirituale e luminoso che dopo la morte

    si ricongiunge con il Creatore, salendo a brillare

    come una stella. Mentre il corpo appartiene alla

    terra, l'Akh appartiene al cielo e la sua direzione

    l'Oriente. E' il legame dell'uomo col mondo

    divino, che si riflette nel Ba. Se le parti sottili

    dell'uomo si riuniscono dopo la morte, da origine

    al "corpo glorioso".

    7) Il Khaibit, o Khabbit, o Sheut, o Shuyt. E'

    l'Ombra, di colore nero, presente sempre in ogni

    essere umano. All'opposto del Ka, che tende a

    conservare tutte le caratteristiche positive,

    l'emanazione di tutti gli aspetti negativi, le forme-

    pensiero emanate dal soffermarsi sulla rabbia,

    sull'ira, sulla frustrazione, sull'invidia, sulla

    superbia, sulla paura, sull'avidit etc. E' il

    collegamento tra il corpo e gli elementi incorporei

    dell'individuo, la parte pi vicina al mondo fisico

    dopo il corpo materiale. Responsabile della

    manifistazioni spiritiche.

    8) L'Heka. E' l'energia espressa come "potere

    della magia". Si tratta di una forza soprannaturale

    che ogni uomo pu ricevere dalla dea Uret-

    Hekam, "colei che grande in magia". E' la forza

    che rende possibile l'esistenza di ogni uomo e, a

    volte, gli consente di dialogare con il mondo

    divino e perfino di influenzarne il corso.

    9) Il Sekem: l'energia, la forza, la potenza e la

    luce di una persona defunta. Si tratta di tutte le

    energie che si generano dall'unione delle parti

    fisiche e spirituali di un essere vivente, chepossono essere tenute insieme solo impedendo la

    disgregazione dei corpi dell'uomo dopo la sua

    morte.

    Tornando al rapporto tra cura e malattia, gli

    antichi egizi avrebbero detto che ci si pu

    ammalare perch solo il corpo fisico affetto da

    malattia, oppure ci si pu ammalare perch si squilibrato, in relazione agli altri, uno, o pi di

    uno, dei corpi sottili che ci costituiscono, il che si

    riflette immediatamente sul corpo fisico e sulla

    mente, ma non partendo dal corpo fisico o dalla

    mente che il problema pu essere risolto. I nostri

    medici si occupano solo di curare il corpo fisico e,

    nella migliore delle ipotesi, lOmbra (posto che

    la psicanalisi arrivi a toccarla). Per un egiziano

    antico era invece evidente che L'Akh guarisce il Kae il Ba, e che il Ka e il Ba guariscono il khat e il

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    khabbit, cio il corpo fisico e l'Ombra. La nostra

    civilt, cieca e materialista, ha dimenticato chi

    siamo veramente. Sapremmo e ricorderemmo

    quali sono le origini del potere di guarigione di

    immagini, miti, fiabe e simboli, se solo

    credessimo ancora nell'invisibile.

    Convivium Gnostico Martinista Lavori Filosofici

    LAntica Tradizione della Natura

    e dellEros in India ed in Grecia

    Uroboniso Loggia L.C.d.S.M Alessandria

    e popolazioni delle civilt precristiane cheentravano in contatto tra loro, nellaconquista o nello scambio commerciale,

    venivano anche a scoprire degli dei a lorosconosciuti, verso i quali, nella comune mentalitpoliteista, era costume dare rispetto e cercareuna interpretazione, mettendoli in relazione con ipropri, in quanto riconoscevano che tutti erano i

    simboli di una realt estremamente pimisteriosa, inspiegabile, sorprendente, ed ostiledi quanto lo sia ora per noi, che andava per lomeno studiata, se non anche pregata.

    Questa analisi serviva a spiegare, a rendere