energeo magazine anno v marzo-aprile 2012

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Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (marzo/aprile 2012) - N. 2 - Abbonamento 6 numeri 40 euro. Edipress Communications - Torino - Periodico bimestrale - Poste Italiane Spa - Spedizione postale DI 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art 1, comma 1,CB/Torino - (marzo/aprile 2012) - N. 2 - Abbonamento 6 numeri 40 euro. Anno V - marzo/aprile 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro Periodico per le Comunità Eco-Sostenibili, Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna SEE, Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica. Associazione Nazionale Comuni Termali Associazione Comuni di identità tipica Iniziative per le conoscenze tradizionali Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino Campaign Associate UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura TRENTINO, la porta d’Europa Paesaggi condivisi Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini

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ENERGEO MAGAZINE (www.energeomagazine.com) è il periodico delle Comunità energetiche sostenibili che puntano ad una maggiore conoscenza delle attività di un mercato in forte crescita. La mission di Energeo Magazine è quella di raccontare le vicende, le storie e le notizie che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative di promozione delle energie rinnovabili

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Page 1: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

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Anno V - marzo/aprile 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro

Periodico per le Comunità Eco-Sostenibili,Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna SEE,Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica.

Associazione Nazionale Comuni TermaliAssociazione Comuni di identità tipica

Iniziative per le conoscenze tradizionaliOsservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino

Campaign Associate

UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura

TRENTINO, la porta d’Europa

Paesaggi condivisi

Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini

Page 2: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

Campioni di sostenibilitàL’Abruzzo vince il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuoseSuperfi cie regionale: 10,794 Km65,1% area montana34,9% area collinare

4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara

305 Comuni

1.500.000 abitanti

Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale:

Parchi nazionali: “ Gran Sasso e Monti della Laga“,

“Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”;

Parco Regionale: “Sirente Velino“.

Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di fl ora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio.

E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.

www.regione.abruzzo.it

Page 3: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

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Anno V - marzo/aprile 2012

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“Il Paesaggio è il grande malato d’Italia. Nonostante esso sia tutelato dalla

Costituzione della Repubblica (art. 9) e dal Codice dei Beni Culturali e del

Paesaggio, ogni anno in Italia vengono cementificati indiscriminatamente

centinaia di migliaia di ettari di territorio” - denuncia il Professor Giovanni Puglisi,

presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Il Premio Eco

and the City Giovanni Spadolini giunge alla sua seconda edizione, abbinata al

40° Anniversario della World Heritage List UNESCO. Già al suo esordio, come

hanno fatto notare illustri osservatori, il progetto, entrato in punta di piedi tra

le variegate azioni a sostegno dell’ambiente in tutt’Italia, ha saputo affrontare

problemi di carattere e interesse collettivo nel nostro Paese: la salvaguardia del

territorio e del paesaggio nelle varie sfaccettature legate allo sviluppo soste-

nibile. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia e la Commissione Nazionale

Italiana per l’UNESCO, con il supporto del nostro giornale, avevano intuito fin dal

primo momento che Paesaggio e Ambiente rappresentano un’unità inscindibile,

tant’e che nelle varie sezioni del bando proposto nella passata edizione, c’erano

già i presupposti per sostenere quello che hanno scritto di recente autorevoli

osservatori su alcuni importanti quotidiani, sottolineando le differenze tra pae-

saggio “estetico” (da guardare) e paesaggio “etico” (da vivere). Ci sono, quindi,

basi solide per guardare lontano, “perché difendere il paesaggio e l’ambiente

rappresenta un gesto etico”. In tale complesso contesto emergono conven-

zioni e accordi che, promossi dai livelli

internazionali e comunitari (UNESCO

e Consiglio d’Europa), trovano sul

territorio interessanti forme di aggre-

gazione e percorsi attraverso cui gli

individui possono trovare una strada

per riscoprire denominatori comuni, in

una parola per essere ancora e nuo-

vamente comunità. Il Comitato del

Patrimonio Mondiale nella sua 16a

sessione (Santa Fe 1992), inserisce

nelle linee guida operative per l’attua-

zione della Convenzione del Patrimo-

nio Mondiale, i “Paesaggi culturali”.

Beni che rappresentano “opere com-

binate della natura e dell’uomo”,

in continuità con l’evoluzione della

società umana e con lo scorrere del

tempo. Il Consiglio d’Europa il 20 otto-

bre del 2000 promuove a Firenze la

Convenzione Europea del Paesaggio,

costatando che “il paesaggio svolge

- come ci ricorda il nostro esperto

professor Domenico Nicoletti - impor-

tanti funzioni di interesse generale, sul

piano culturale, ecologico, ambientale

e sociale e costituisce una risorsa favo-

revole all’attività economica, e che, se

salvaguardato, gestito e pianificato in

modo adeguato, può contribuire alla

creazione di posti di lavoro.

Inoltre coopera all’elaborazione delle

culture locali e rappresenta una com-

ponente fondamentale del patrimo-

nio culturale e naturale dell’Europa,

contribuendo così al benessere e

alla soddisfazione degli esseri umani

e al consolidamento dell’identità

europea”. La nostra società, in con-

tinuo e repentino cambiamento, ai

ritmi esasperati delle trasformazioni

economiche, sociali, tecnologiche e

ambientali dettate dall’era globale, è

sempre più consapevole che la pro-

pria identità non è statica, rigida ed

immutabile, ma viva e mutevole, non

è sbiadita e nostalgica copia di un pas-

sato perduto, né volontà di riscatto di

origini etniche o territoriali, bensì sog-

getto attivo capace di arricchirsi di

ogni stimolo nuovo armonizzandolo e

legandolo agli altri, in un’ indispensa-

bile prospettiva di coesione comune.

“Questi assunti - suggerisce Nicoletti

- aprono a nuove frontiere di respon-

sabilità per la tutela attiva del patrimo-

nio culturale con iniziative e processi

di significativa sperimentazione che

lega i beni all’identità territoriale e

ne determina straordinarie forme di

rispetto e valorizzazione”. Ancora un

progetto che si ispira alle parole del

senatore Giovanni Spadolini, fonda-

tore del Ministero per i Beni Culturali e

Ambientali, che amava ripetere:”Una

moderna politica dell’ambiente e del

territorio richiede il concorso di tutte le

forze vive della cultura e della società”.

Soltanto in questo modo si fa nascere

il seme della continuità nella promo-

zione delle iniziative avviate local-

mente, interagendo con una platea

ampia lungo tutta la penisola, aperta-

mente schierata dalla parte del terri-

torio, come quella che si sta avviando

per promuovere la Rete delle Reti,

ideata dal Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio

Europeo del Paesaggio di Arco Latino,

che coinvolgerà i rappresentanti di

territori che custodiscono autentici

patrimoni culturali ed ambientali,

impegnati in azioni collettive di tutela

del paesaggio (culturale e letterario,

ambientale e naturale), per stabilire

una interconnessione tra le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali. Sono questi

i valori fondanti del Premio, che viene considerato con una valenza multipla,

toccando il variegato mondo delle Comunità sostenibili, in forte aumento nel

nostro Paese. “Quello della sostenibilità - spiega il Presidente della Commissione

Giudicatrice, Professor Augusto Marinelli - è uno dei concetti di cui più si discute

a livello globale. Si tratta di un concetto dinamico che sostanzialmente si fonda

sulla previsione delle condizioni delle future generazioni e in particolare dello

stock di risorse non rinnovabili e del mantenimento della quantità e della qualità

delle risorse rinnovabili che lasceremo ad esse, al fine di assicurare almeno

l’attuale livello di benessere. Dal punto di vista economico, la sostenibilità è

correlata alla quantità e alla qualità del capitale umano e delle istituzioni che

saremo capaci di trasmettere alle nuove generazioni”. Il Premio debutterà il 12

Maggio al Salone del Libro di Torino (prima tappa della Road map), avviando una

riflessione sulle scelte etiche per salvaguardare il paesaggio, sia esso agricolo

che estetico (da guardare), allargate nella sua valutazione letteraria e culturale

(legge Croce). Nel 1912 tre grandi intellettuali europei - il francese Charles Lalo,

il tedesco Georg Simmel, l’italiano Benedetto Croce osservarono, indipendente-

mente l’uno dall’altro, che il paesaggio non è natura ma storia, ed è per questo

che è protagonista della letteratura e dell’arte. Tanta sintonia riflette lo spirito

del tempo di quel principio di secolo, quando i movimenti per la conservazione

del paesaggio si affermavano in tutta Europa. Ma il ruolo di Benedetto Croce

rispetto al paesaggio italiano non si limita alle riflessioni di un grande intellet-

tuale. A lui si deve infatti, nel brevissimo periodo in cui fu ministro della Pubblica

Istruzione nel governo Nitti, la prima legge italiana per la tutela del paesaggio:

l’Italia fu infatti il primo Paese al mondo a porla fra i principi fondamentali dello

Stato (art. 9, comma 2: La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico

e artistico della Nazione).

T. R.

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Il paesaggio, patrimonio naturale e culturale d’Europa

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Anno V - marzo/aprile 2012

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SOM

MAR

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SPECIALE UNESCO

6 UNESCO, un marchio che esprime credibilità e fiducia8 UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura

14 Quelli che l’UNESCO…

CONOSCERE IL TRENTINO

16 Trentino, la porta d’Europa20 Trentino, dove l’ecocompatibilità è di casa

22 Il Trentino, dove anche le foreste hanno un certificato di garanzia

24 Padre Kino, un precursore della sostenibilità ambientale

27 Un museo per Padre Kino

28 Il Trentino vuole stare al PA.S.SO con i tempi

30 Polveri sottili: nuove iniziative di Provincia e Consiglio delle Autonomie

IL CAMMINO DEL PREMIO

32 Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini35 La Medaglia Spadolini dedicata ai SITI UNESCO

37 Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’Europa

39 I Macromondi spezzati di Riccardo Cordero

40 Conoscere Padre Chini

UNA RISORSA DA TUTELARE

42 Paesaggi condivisi48 Energie per l’ambiente e il territorio

RUBRICA BUONE PRATICHE

50 Una Regione a tutta Energia53 A scuola d’Abruzzo

54 Una banca dati delle tecniche tradizionali e delle tecnologie sostenibili

55 Le Conoscenze Tradizionali per disegnare il futuro

Direttore responsabile: Taty [email protected] Redazione:Pierpaolo [email protected] Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85 Progetti speciali e Pubblicità:Promedia [email protected] Segreteria di Redazione:Lucrezia Locatelli

Progetto Grafico: Spider S.a.s.

Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro

Comitato Scientifico:Coordinatori:• Augusto Marinelli, già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Firenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.• Prof. Giovanni Puglisi Presidente CNI UNESCO e Magnifico Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM.• Arch. Pietro Laureano, Presidente dell’Itki International Traditional Knowledge Institute UNESCO.• Dario Carella, MdA Mérit Europeenne, Fondation du Mérite Europeenne, Lussemburgo.• Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. • Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti.• Anna Moreno, coordinatrice di Desire-Net-Project.• Dipartimento Innovazione-Enea.• Domenico Nicoletti Docente Università degli Studi Salerno Scienze Ambientali.• Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio di Arco Latino. • Dipak Pant, Professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza.• Carlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food.• Maria Claudia Sabatini pr Mda Consultant AEEE EU Bruxelles.• Luigi Spagnolli, Presidente Commissione Ambiente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena.• Sergio Vicario, Metafora Communication Consultant.

Collaboratori:Michaela Barilari, Puccio Corona, Claudio Chiaves, Leone Chistè, Filippo Delogu, Lello Gaudiosi, Gabriele Maniscalco, Maria Mazzei, Giacomo Mosca, Adriano Pessina, Charles Polzer, Marco Pontoni, Federica Rolle, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana, Alessandra Santini, Chiara Simonetti, Maria Torresani.

Fotografie:Gerry Annone, Castello del Buonconsiglio (Ufficio Stampa), Commissione Nazionale Italiana UNESCO (Ufficio Stampa), Comune di Pollica, Comune di Transacqua, Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.: Comunicazione

e Territorio, Federutility, Denise Cainelli, Alessandro De Sio, Foto Germogli, Massimo Gherardini, Alessandra Ciullo, Tonino di Marco, Museo di Arte Moderna e contemporanea di Rovereto, Romano Magrone, Enzo Massa (Alba), Parlamento Europeo, Provincia Autonoma di Trento, Antonio Siani, Ufficio Stampa Regione Abruzzo, Ufficio Stampa Regione Campania, Ufficio Stampa Regione Piemonte, Ufficio Stampa Regione Toscana.

Pubblicità Regione Abruzzo:fotografie di Bruno D’Amicis, Roberto Mazzagatti, Osvaldo Locasciulli.

Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine.

Tutela della Privacy:Energeo Magazine viene inviato in abbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96.

Prezzo di copertina: 8,00Abbonamento a 6 numeri 40,00 Diffusione on line:www.regione.abruzzo.itwww.comunitrentini.itwww.distrettoenergierinnovabili.it, www.ecoandthecity.itwww.energeomagazine.com,www.edipress.netwww.osservatoriopaesaggio.eu (in costruzione)

Direzione, Redazione, Abbonamenti:Edipress Communications SasCorso Re Umberto, 82 - 10128 Torino(+39)011.568.20.82 - 335.606.04.90334.120.71.85 - [email protected]

Uffici di Corrispondenza:Firenze - Via Bellini, 58Tel. (+39)055.36.81.23 - Fax (+39)055.321.70.26Trento - Consorzio dei Comuni TrentiniVia Torre Verde, 23 - Tel. 0461 987139Osservatorio Europeo del Paesaggio Arco latino - Certosa di San Lorenzo84034 Padula (Patrimonio UNESCO)(+39)366.980.14.55 - Fax 0974.95.38.14 Stampa:Società Tipografica Ianni SrlStrada Circonvallazione, 180 - SantenaTel. (+39)011.949.25.80 Registrazione Tribunale di Torino N° 4282 del 18-12-1990Copyright Energeo MagazineEdipress Communications Sas

Periodico bimestralePoste Italiane SpaSpedizione Postale Dl 353/2003(conv. in L.27.02.2004 n.46) art.1, comma 1, CB/ TorinoAnno V - N° 2 - Marzo/Aprile 2012

Il periodico Energeo Magazine è iscrittonel Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) - N° iscrizione 17843 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.Uno scorcio di Amalfi.

Il Castello del Buonconsiglio di Trento

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Anno V - marzo/aprile 2012

7

SPEC

IALE

UN

ESCO

Intervista al Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

“Il marchio UNESCO vuol essere un incentivo

alla tutela del patrimonio culturale, una delle più

grandi risorse per lo sviluppo del Paese. Anche

la definizione di “bene culturale” è cambiato:

accanto al concetto tradizionale di opera d’arte

si è sviluppato quello di opera dell’ingegno e di

bene paesaggistico”.

Il fatto che una grande organizzazione come l’ONU abbia deciso di intervenire per preservare la memoria storica del mondo segnala uno dei grandi rischi di oggi: la perdita di senso del passato nella vita

quotidiana delle società e della gente. Non c’è dubbio che la tutela dell’U-NESCO, in Occidente, e in Italia in particolare, dovrebbe funzionare come una specie di “marchio di qualità” che sprona e/o incoraggia l’opinione pubblica e quindi le autorità preposte. Ma da noi è davvero sempre così? Il “marchio UNESCO” costituisce sicuramente una straordinaria attrattiva: a tal

proposito, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha commissionato

un’indagine che rivela come, attorno al marchio UNESCO, si raccolga un bacino di

fiducia e credibilità che coinvolge la maggioranza assoluta dell’opinione pubblica.

Eppure, questo incide solo in parte sull’impegno delle autorità preposte alla tutela

del patrimonio (come hanno dimostrato recentemente i casi eclatanti di Pompei

e dei progetti - fortunatamente non attuati - sui dintorni di Villa Adriana): ciò si

spiega con la tragica ed erronea convinzione, radicata in gran parte dei nostri

amministratori, che la tutela del patrimonio culturale costituisca un costo per lo

Stato e non, al contrario, un investimento per il Paese.

Un incentivo alla tutela è il meccanismo della verifica: un bene può entrare nella World Heritage List, ma può anche uscirne, se gli impegni richiesti per la tutela del bene culturale non sono sufficienti. Quali sono le situa-zioni a rischio? La più nota situazione a rischio in Italia è oggi, evidentemente, quella dell’Area

archeologica di Pompei, che l’UNESCO dovrà riesaminare nel 2013 per decidere

sull’eventuale esclusione dalla Lista del patrimonio mondiale e sul possibile

inserimento nella Lista del patrimonio in pericolo; oltre a questa, ricordo le

difficoltà in cui versano il Centro storico di Napoli, che ha subito ispezioni

da parte dell’UNESCO a causa del cronico problema della gestione dei

rifiuti, nonché la Laguna di Venezia, minacciata da un turismo di massa

ormai fuori controllo e dalle conseguenze di politiche di sviluppo non

sufficientemente attente alla tutela ambientale.

Anche la definizione di “bene culturale” cambia. Accanto al con-cetto tradizionale di “opera d’arte” si è sviluppato quello di “opera

UNESCO, un marchio che esprime credibilità e fiducia

dell’ingegno” e di “bene paesag-gistico”. Pensiamo alle Dolomiti. Forse è il Paesaggio l’elemento messo maggiormente a repentaglio dallo sviluppo? E quanto è difficile tutelarlo efficacemente? Come ha scritto recentemente Salva-

tore Settis “il Paesaggio è il grande

malato d’Italia”. Nonostante esso sia

tutelato dalla Costituzione della Repub-

blica (art. 9) e dal Codice dei Beni Cul-

turali e del Paesaggio, ogni anno in

Italia vengono cementificati indiscri-

minatamente centinaia di migliaia di

ettari di territorio. Il problema, come

spesso accade, non è nelle Leggi,

che anzi sono - sulla carta - tra le più

avanzate nel panorama internazionale,

bensì nella possibilità di aggirarle: una

possibilità garantita dalla profonda

convinzione che la tutela dell’ambiente e la protezione del paesaggio frenino o

addirittura impediscano la crescita economica. Quando si comprenderà come,

al contrario, il Paesaggio costituisca da secoli una delle più grandi risorse per

lo sviluppo del Paese, allora le Leggi saranno applicate. Il vero problema è che,

forse, sarà troppo tardi.

Altri criteri innovativi sono quello di “patrimonio culturale immateriale” (comprendente le tradizioni in generale, dalla Dieta Mediterranea al Canto a Tenores della Sardegna), ma anche quello di sito tematico (come quello de “I Longobardi in Italia. Luoghi di potere”). Quale efficacia stanno dimo-strando? È piuttosto difficile parlare di queste categorie patrimoniali in termini di “effi-

cacia”. Non vi è dubbio che la definizione di patrimonio culturale immateriale

coniata dall’UNESCO abbia avuto il merito di portare anche in Italia l’attenzione

su una concezione di patrimonio culturale più ampia di quella - per lo più storico-

artistica e monumentalista - che è alla base del nostro Codice dei Beni Culturali:

un’idea di patrimonio capace di comprendere in sé la cultura tradizionale nelle

sue manifestazioni ancora vive e vitali. Per quanto riguarda invece i cosiddetti

“siti tematici”, la loro efficacia dovrebbe manifestarsi nella capacità di mettere

in rete e offrire al pubblico una pluralità di esperienze culturali, la cui messa a

sistema dovrebbe poter favorire sia la tutela e conservazione dei singoli Siti sia

lo sviluppo di un’organica offerta turistica e culturale in ampie zone del paese.

Come ben sappiamo, e indipendentemente dall’UNESCO, su questo fronte in

Italia c’è ancora molto - troppo - da fare.

T. R.

Il Professor Giovanni Puglisi conferisce al Sindaco di Cividale del Friuli, Stefano Balloch il riconoscimento per la nomination della Medaglia Spadolini per l’attività di promozione del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere” (568-774 d.C.), iscritto nel 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.

Il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Professor Giovanni Puglisi.

l Paesaggio è il grande malato d’Italia.

Nonostante sia tutelato dalla Costi-

tuzione, ogni anno in Italia vengono

cementificati indiscriminatamente centi-

naia di migliaia di ettari di territorio.

Page 6: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

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Anno V - marzo/aprile 2012

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SPEC

IALE

UN

ESCO

Dalla Casa dei libri di Giovanni Spadolini al Salone del Libro di Torino.

Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini

approda a Lingotto Fiere, trasformato nella

più grande libreria d’Italia, con il suo carico

di progetti a favore del territorio e dell’ambiente:

la celebrazione del 40°Anniversario della

World Heritage List dell’UNESCO, la

salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano,

e l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire, lungo

tutta la penisola.

Ci sarà un ideale ricongiungimento tra la “Casa dei libri” o “Tondo dei

cipressi” di Giovanni Spadolini, che raccoglie nella Villa di Pian de’ Giullari

lo straordinario patrimonio culturale dello statista, storico e giornalista

fiorentino, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (la preziosis-

sima biblioteca è composta da 100 mila volumi), e il Salone del Libro di Torino.

Un ricongiungimento che riguarderà anche la storica “Nuova Antologia”, ispirata

a Vieusseux e Capponi, la più antica d’Europa (che sarà esposta e consultabile

nello stand della Regione Piemonte) presieduta, oggi, da Carlo Azeglio Ciampi e

buona parte della Storia del Risorgimento italiano, quella raccontata con grande

passione dal Professore fiorentino e custodita come un “libro aperto”, nella Casa

dei Libri che è anche un museo dove sono esposte le collezioni risorgimentali,

comprese le raccolte garibaldine. Lo strumento che potrebbe rendere possibile

l’alleanza con il Salone del Libro di Torino è rappresentato dal Premio Eco and the

City Giovanni Spadolini, promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in

sinergia con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e con il patrocinio

delle più importanti istituzioni. Il Premio, che rientra tra gli eventi organizzati a

livello planetario, con il patrocinio dell’ONU, nell’ambito dell’Anno Internazionale

dell’energia sostenibile per tutti, proclamato il 2012, approda a Lingotto Fiere,

trasformato nella più grande libreria d’Italia, con il suo carico di progetti a favore

del territorio e dell’ambiente: la celebrazione del 40°Anniversario della World

Heritage List dell’UNESCO, la salvaguardia del patrimonio culturale, naturale

e umano, e l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire,

lungo tutta la penisola.

Sindaci in prima fila per ricordare i valori dell’UNESCOLe Istituzioni regionali hanno colto un’importante opportunità, ospitando in

questo vivace festival della cultura, un’iniziativa che non ha precedenti, messa

in cantiere dall’Ufficio Comunicazione della Regione Piemonte, interagendo con

i Sindaci piemontesi che vogliono cogliere l’occasione di questa ricorrenza per

dare ulteriore slancio e visibilità ai progetti avviati sul territorio, per promuovere

la sostenibilità ambientale nei Comuni che beneficiano della presenza di un sito

UNESCO sul proprio territorio e nelle aree confinanti. I Sindaci di questi luoghi,

veri custodi di un immenso patrimonio (come d’altronde fanno tutti i loro colle-

ghi che si occupano dei 47 siti Patrimonio UNESCO in Italia) sono responsabili

UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura

non soltanto nei confronti dei propri

concittadini della tenuta sostenibile del

territorio, ma del mondo intero. Con

questa consapevolezza il Piemonte, in

questi ultimi anni, ha segnalato all’at-

tenzione del mondo quei luoghi e quei

monumenti (Sacri Monti e Residenze

Sabaude) che incarnano nel loro essere

un preciso concetto, l’eccezionalità,

unica condizione che può permettere

ad un sito di essere accolto nel novero

del Patrimonio dell’Umanità. Ma anche

quella di saperlo custodire, come vuole

il Premio Eco and the City Giovanni Spa-

dolini, che ha realizzato un’importante

sodalizio con la Commissione Nazio-

nale Italiana per l’UNESCO, tant’è che

il focus dell’evento è stato dedicato

allo storico traguardo di un’avven-

tura cominciata il 16 novembre 1972,

quando venne adottata la Convenzione

sul Patrimonio dell’Umanità dalla Con-

ferenza generale dell’UNESCO, con lo

scopo di identificare e mantenere la

lista di quei siti che rappresentano delle

particolarità di eccezionale importanza

da un punto di vista culturale o natu-

rale. Lo stesso Presidente della Com-

missione Italiana, Professor Giovanni

Puglisi (che ha confermato la sua pre-

senza al Salone del libro) partecipa ai

lavori della Commissione Esaminatrice

delle candidature, portando il suo carico di entusiasmo, autorevolezza, cultura,

rigore e competenza professionale: una Sezione Speciale del Premio è dedicata a

tutti i luoghi che custodiscono un sito UNESCO. Il Comitato della Convenzione,

definito Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, ha sviluppato dei criteri precisi

e scrupolosi per l’inclusione dei siti nella lista. Stando all’ultimo aggiornamento

effettuato nella riunione del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità a Parigi il 19

giugno 2011 la lista è composta da un totale di 936 siti (di cui 725 beni culturali,

183 naturali e 28 misti) presenti in 153 Nazioni nel mondo. Attualmente l’Italia

è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni

dell’umanità (47 siti), seguita dalla Spagna (43 siti) e dalla Cina (41 siti). I pae-

saggi vitivinicoli del basso Piemonte sono gli unici candidati italiani in lizza per

entrare nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità dell’UNESCO per il 2012.

Langhe: una nomination tanto attesaLa notizia è stata resa nota un anno fa, ora si è giunti al rush finale: l’apposita

commissione ha premiato con la nomination l’iniziativa assunta dalla Regione

Piemonte, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e le

province di Alessandria, Asti e Cuneo. La collaborazione tra queste istituzioni

ha portato alla creazione di un’associazione, che ha presentato la candidatura.

I paesaggi che i promotori sognano di far entrare nell’elite mondiale del patri-

monio UNESCO appartengono a nove aree vitivinicole di eccellenza. Il progetto

intende far riconoscere a livello mondiale il valore eccezionale del paesaggio e

della cultura del vino, che caratterizza profondamente questi

territori, influenzandone la vita quotidiana, la letteratura,

le arti, la gastronomia e la lingua. Il dossier con la

candidatura piemontese è stato inviato, lo scorso

giugno, al Comitato UNESCO di Parigi e i risultati

della selezione si conosceranno il 25 giugno a

San Pietroburgo. Se la candidatura del territorio

Langhe-Roero e Monferrato riuscisse a centrare il

suo obiettivo, per il Piemonte si tratterebbe del terzo

Il pubblico affolla gli stand del Salone del Libro di Torino. In alto la Casa dei Libri di Pian de’ Giullari.

La spilla realizzata in occasione della nomination dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.

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UN

ESCO

sito riconosciuto dall’UNESCO dopo i

Sacri Monti e il circuito delle Residente

Reali. Nell’Arena della Regione Pie-

monte (l’appuntamento è stato fissato

sabato 12 maggio 2012, alle ore 11) ci

saranno tanti Sindaci, rigorosamente

con la fascia tricolore, a testimoniare

con la loro presenza l’importanza di

comunicare la bellezza e l’unicità del

panorama piemontese nel Patrimonio

UNESCO.

Le curiosità della corsa alle candida-

ture, in costante aumento (forse per

l’efficacia del brand UNESCO recen-

temente testato dalla Commissione

Nazionale Italiana per l’UNESCO, in

collaborazione con la Libera Univer-

sità di Lingue e Comunicazione IULM):

indagine condotta da Abis Analisi/

Makno. Soltanto recentemente si è

deciso alla Conferenza di Bali di met-

tere ordine nel Tentative List dell’U-

NESCO: ci sarà, ogni anno, soltanto

una nomination per ciascuna nazione.

Anche il Salone del Libro non trascura

il territorio, anzi lo racconta attraverso

i libri com’è tradizione, offrendo

momenti di vivacità culturale che si

estendono dalla memoria alla cultura

materiale, dalla vita quotidiana al pae-

saggio naturale e umano. L’appuntamento culturale con la 25° edizione del Salone

Internazionale del Libro di Torino sarà incentrata sui cambiamenti che computer,

tablets, smartphones, blogs e social networks stanno portando nella scrittura,

nella sua diffusione e fruizione.

La Medaglia Spadolini catalizzatrice delle iniziative a favore del territorioNon poteva essere altrimenti per il Premio, ideato dal nostro periodico, la cui

organizzazione sarà sempre più tecnologica prevedendo nuove applicazioni mul-

timediali (è in costruzione il portale www.ecoandthecity.it per far funzionare

l’agorà virtuale per le realtà locali e per lo sviluppo dell’economia della sosteni-

bilità), assegna la Medaglia Spadolini, importante riconoscimento (vedi a pag.

32) conferito ai progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali,

alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni

di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli che

rappresentano uno strumento importante di promozione della cultura locale.

Già nella prima edizione, come hanno fatto notare illustri osservatori, il progetto,

entrato in punta di piedi tra le variegate azioni a sostegno dell’ambiente in tutt’I-

talia, ha saputo muoversi con idee chiare e una prorompente capacità di “bucare

lo schermo” nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo nel nostro

Paese. E’ un progetto articolato e complesso che significa un presente vivo,

ma con forti radici nel recente passato, un’iniziativa articolata in due momenti

con un unico filo conduttore: il 40°Anniversario della World Heritage List dell’U-

NESCO appunto, e la salvaguardia del territorio intesa nelle varie sfaccettature

legate allo sviluppo sostenibile: una scelta che soddisfa i bisogni del presente

senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri

bisogni(Rapporto Brundland). Tema estremamente attuale anche in Italia come

conferma un predominante interesse per la UN Resolution che ha proclamato il

2012 “Anno dell’energia sostenibile a livello internazionale”, nel cui programma

ufficiale il Premio è stato iscritto, in quanto nella sua mission ha inserito proprio

la “valutazione e i criteri di sostenibilità a tutela del territorio”.

Paesaggio “osservato” specialeParliamo di territorio e di salvaguardia del paesaggio, ma anche di paesaggio

culturale. All’incontro previsto al Salone del Libro di Torino viene annunciata

un’altra iniziativa: la Rete delle Reti, promossa dal Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino,

coinvolgerà i rappresentanti di territori che custodiscono autentici patrimoni

culturali ed ambientali, impegnati in azioni collettive di tutela del paesaggio (cul-

turale e letterario, ambientale e naturale), per stabilire una interconnessione tra

le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali. “Il progetto costituisce un’autentica

novità - dice il Presidente dell’Osservatorio Angelo Paladino - ed è perfettamente

allineato con le politiche unescane. E’ significativo che la sede dell’Osservatorio

sia nella Certosa di Padula, patrimonio riconosciuto dall’UNESCO”. Il documento

sarà denominato “RETE Angelo Vassallo” alla memoria del Sindaco di Pollica, in

provincia di Salerno, ucciso nel settembre 2010 dalla malavita organizzata. Sul

sacrificio del Sindaco pescatore si è scritto molto: è certo che Angelo Vassallo,

vittima di un agguato, ammazzato con

nove colpi di pistola lungo la strada per

casa, ha lasciato una pesante eredità:

non c’è sostenibilità senza trasparenza

delle procedure, rispetto delle leggi,

senza una cultura profonda della tutela

dell’ambiente e del paesaggio. Era

un uomo battagliero e decisionista,

convinto sostenitore della salvaguar-

dia del territorio e della valorizzazioni

delle migliori esperienze dei Comuni

impegnati a promuovere il rapporto

tra ambiente, sviluppo economico

e legalità. L’obiettivo della RETE è

quello di valorizzare e coordinare gli

interventi e le proposte culturali non

soltanto per contribuire a formare una

cultura consapevole del paesaggio,

ma per allargare, in futuro, la base

degli aderenti all’ iniziativa che, come

vedremo, hanno già attuato politiche

simili di promozione per dare valore

aggiunto ai territori che rappresentano.

Un’intesa che vuol significare anche

un’azione di marketing strategico e

la realizzazione di una Rete di Reti

(resa possibile grazie all’intervento

strutturale e logistico della Provincia

Autonoma di Trento e del Consorzio

dei Comuni Trentini), che possano

prevedere scambi di iniziative cultu-

rali (e non solo) tra territori che hanno

i medesimi obiettivi, dando un ulte-

L’avvocato Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino illustra al Presidente della Commissione Giudicatrice Augusto Marinelliil progetto di costituire una Rete dedicata ad Angelo Vassallo. A destra l’attuale Sindaco di Pollica Stefano Pisani. Di spalle il vice direttore della TGR Dario Carella, responsabile della rubrica RegionEuropa.

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SPEC

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UN

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riore valore aggiunto alle iniziative del

Premio, che si muove perfettamente

in linea con le politiche unescane.

L’obiettivo è di stabilire una migliore

conoscenza tra territori e paesaggi

anche se già organizzati localmente,

affidando il coordinamento all’Os-

servatorio Europeo del Paesaggio di

Arco Latino, organizzazione transazio-

nale europea formalmente costituita

presso la Certosa di Padula (Patrimonio

UNESCO). In questa circostanza si farà

una richiesta ufficiale alla Fondazione

per il Libro, la Musica e la Cultura,

presieduta dall’onorevole Rolando

Picchioni di verificare la possibilità di

un’ eventuale iniziativa congiunta, pre-

vedendo per l’edizione 2013 del Salone

del Libro, una più efficace ed ampia

azione promozionale.

L’Abruzzo apripista di un progetto ambiziosoLa firma ufficiale del protocollo d’in-

tesa avverrà nella successiva tappa

della Road Map prevista in Abruzzo a

fine maggio, nel corso della quale si

tracceranno le linee guida di questa

nuova, efficace promozione del ter-

ritorio, avviata in occasione del 40°

Anniversario della World Heritage

List UNESCO. L’iniziativa si inquadra

nell’attività della Settimana di Educa-

zione allo Sviluppo Sostenibile, che

avrà per tema “la tutela e valorizzazione

del paesaggio naturale e culturale ita-

liano“, come anticipato dall’Ambascia-

tore Lucio Alberto Savoia, segretario

generale CNI UNESCO nell’ultima

Assemblea Generale. Tra i promotori

troviamo la Commissione Nazionale

Italiana per l’UNESCO che organizza,

appunto, la Settimana di Educazione

allo Sviluppo Sostenibile, promossa

dall’ONU; la Fondazione Spadolini

Nuova Antologia; l’ITKI (International Traditional Knowledge Institute), promosso

dall’UNESCO; la Società Paesaggio Culturale Italiano; l’Osservatorio Europeo del

Paesaggio di Arco Latino; la Regione Abruzzo, che vanta di essere il territorio

più verde ed esteso d’Europa; il Manifesto dei “100 Sindaci per la Bellezza e il

Paesaggio”, presentato dal Sindaco di Pollica Stefano Pisani; il Consorzio dei

Comuni Trentini e la Provincia Autonoma di Trento che quest’anno ospiteranno,

nel capoluogo, la cerimonia conclusiva del Premio City Giovanni Spadolini. Ed

infine, il Distretto delle Energie Rinnovabili, che per primo ha creduto nelle

potenzialità del Premio, forte della sua esperienza sul territorio mirata ad un

equilibrato utilizzo delle energie rinnovabili in un’area che conserva e tutela

paesaggi surreali e metafisici, con fumarole e lagoni geotermici. Questa nuova

iniziativa si svilupperà nel corso delle varie tappe programmate per la promozione

del Premio attraverso un percorso che costituisce una vera e propria road map

di avvicinamento alla manifestazione conclusiva della Cerimonia Ufficiale di pre-

miazione prevista a Trento in una sede prestigiosa, nella quale uno spazio sarà

dedicato alla celebrazione della ricorrenza della World Heritage List. Quest’anno

sono state programmate alcune tappe in giro per l’Italia che dovranno interessare

anche i luoghi protetti dall’UNESCO. La Regione Abruzzo, vincitrice della prima

edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, farà da “apripista”

anche a una serie di altre iniziative, dando avvio, lungo il Paese, ad un’avvincente

e ricco itinerario a carattere culturale, ambientale ed etico-sociale (il progetto

comprende anche l’iniziativa Adotta una Panchina Freedom), finalizzato anche

alla realizzazione di iniziative mirate a rendere più autonomo la mobilità delle

persone con disabilità motorie, promuovendo in questo modo il turismo acces-

sibile. Il progetto si collega all’attività collaterale della Fondazione Spadolini

Nuova Antologia sui temi dell’Ambiente che dovrà indicare i Percorsi Sostenibili,

segnalati dal Premio e dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con

l’obiettivo di ridurre il gap provocato dalla separazione fra natura e cultura, anche

per le persone diversamente abili.La rete servirà per un’efficace promozione

del territorio ed alla valorizzazione in Italia e all’estero del patrimonio culturale,

naturale e umano, con una serie di percorsi integrati di turismo responsabile,

accessibile e sostenibile.

L’UNESCO tutela e valorizza il paesaggio culturale e naturaleChiarisce il Presidente della Commissione Giudicatrice, Professor Augusto Mari-

nelli: “Queste prerogative vengono indicate nella Seconda Sezione del bando,

dedicata, appunto, alla valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali. Tale

sezione è dedicata particolarmente al tema della “tutela e valorizzazione del

paesaggio naturale e culturale italiano”, in sinergia con

le celebrazioni per il 40° anniversario della Convenzione

UNESCO sul Patrimonio Mondiale. Pertanto saranno

valutati progetti e programmi che sostengono inizia-

tive di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali

inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali,

parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono

al centro della propria azione di tutela e valorizza-

zione la nozione di patrimonio che in questi ultimi

anni ha progressivamente ampliato

contenuti, ruoli e utilizzi nella società

contemporanea. Il concetto di patri-

monio in continuità con l’evoluzione

della società umana è andato così ad

abbracciare aspetti sempre più ampi,

contribuendo in misura crescente alla

prosperità economica, alla coesione

sociale, alla diversità culturale. Non

casualmente, nella contemporaneità

il patrimonio è sempre più utilizzato

come strumento per la promozione

turistica e culturale (quindi economico)

di un territorio”. Manifesta un senso

di viva soddisfazione per il dialogo

aperto con la Fondazione del Salone

per il Libro, Cultura e la prestigiosa Fon-

dazione fiorentina voluta dall’indimen-

ticato statista che si avvale dell’Alto

Patronato Permanente del Presidente

della Repubblica, il Professor Cosimo

Ceccuti che ha seguito il Professore

nelle varie tappe della sua vita da gior-

nalista prima e politico poi. Dice Cec-

cuti: “Ritengo di grande significato il

connubio fra il Salone del libro di Torino

- e la rivista “Nuova Antologia”, fra i più

qualificati periodici di cultura in Europa

e nel mondo che ha accompagnato

col suo secolo e mezzo di pubblica-

zioni ininterrotte il divenire del nostro

paese. Giovanni Spadolini, direttore

della testata per quarant’anni, ha fon-

dato il Ministero per i Beni Culturali

e Ambientali: a sottolineare il vincolo

stretto fra cultura, ambiente, paesag-

gio che la Fondazione Spadolini Nuova

Antologia ha fatto oggetto specifico

del proprio impegno, con l’istituzione

di un Premio dedicato al territorio”.

Pragmatico il Professor Giovanni

Puglisi, Presidente della Commis-

sione Nazionale Italiana per l’UNE-

SCO che così commenta:“ Tutti siamo

chiamati a portare il nostro contributo:

certamente il World Heritage Centre

di Parigi, l’organo dell’UNESCO che

supporta le attività del Comitato del

Patrimonio Mondiale e vigila sull’appli-

cazione della convenzione, le singole

Commissioni Nazionali dell’UNESCO,

e le istituzioni nazionali e locali che

hanno compiti legati alla tutela e alla

gestione dei beni culturali e ambientali,

hanno assolto in questi 40 anni il loro

compito. Non soltanto in Italia: oggi

registriamo una presa di coscienza

collettiva per la tutela e fruizione dei

siti italiani di interesse culturale, pae-

saggistico e ambientale, inseriti nella

lista del patrimonio mondiale, posti

sotto la tutela dell’ UNESCO”.

“Dal 1979, anno di inserimento del

primo sito italiano nella lista, - aggiunge

- è stato un susseguirsi di ingressi con

il principale obiettivo di rappresentare

l’eccellenza del nostro patrimonio cul-

turale e naturale. Ogni anno aumenta

l’interesse attorno all’attività dell’U-

NESCO che oggi ricorda il suo pas-

sato, guarda al presente e si prepara

al futuro, riconoscendosi nel suo brand

e nel suo impatto tra la gente”.

“Una recente indagine - ricorda il

Professor Puglisi - ha consentito di

individuare due grandi ambiti opera-

tivi. Il primo riguarda la relazione tra

l’UNESCO, istituzioni, territori ed enti

culturali per lavorare su progetti cul-

turali (attività di formazione, progetti

di arte pubblica, ecc.).

Il secondo riguarda la relazione tra

UNESCO e aziende per intraprendere

operazioni di co-marketing volte, per

esempio, alla promozione congiunta

dell’immagine delle imprese partners

e dei rispettivi brand; alla cooperazione

nella creazione di offerta, nell’acquisi-

zione di nuovi target, nell’ ottimizza-

zione dei canali commerciali e delle

risorse economiche”. E la scelta di

promuovere il 40° Anniversario della

World Heritage List al Salone del

Libro unitamente al Premio Eco and

the City Giovanni Spadolini? “Il Salone

del Libro e il Premio si muovono su

strade parallele, in linea con le politi-

che unescane, entrambi, con grande

impegno, ci aiutano a superare la

separazione fra natura e cultura”.

Pierpaolo Bo

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Pierpaolo Bo

Il Professor Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia e il Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

paesaggio naturale e culturale italiano”, in sinergia con

le celebrazioni per il 40° anniversario della Convenzione

UNESCO sul Patrimonio Mondiale. Pertanto saranno

valutati progetti e programmi che sostengono inizia-

tive di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali

inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali,

parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono

La Reggia di Venaria Reale il più frequentato monumento del Piemonte, Patrimonio dell’Umanità.

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pania, raggiunta da Puglia e Sicilia a 9.

Ecco la lista d’attesa dei siti italiani: Alpi

(alpi occidentali-alpi orientali); Cascata

delle Marmore e Valnerina: luoghi del

monachesimo e antiche bonifiche idro-

geologiche; Pelagos: il Santuario dei

Cetacei; Arcipelago della Maddalena

e isole delle Bocche di Bonifacio; isola

dell’Asinara; la Civiltà Fenicio-punica

in Italia: isola di Mozia e Lilibeo; bradi-

sismo nell’area Flegrea; città-fortezza

di Palmanova; Sulcis Iglesiente; la via

Appia; gli stagni del golfo di Oristano

e la penisola del Sinis-Isola di Mal di

Ventre; le paleosuperfici del Paleolitico

inferiore di Isernia-la Pineta e Notar-

chirico; i bacini marmiferi di Carrara; la

transumanza: i Regi Tratturi; il centro

storico di Lucca; Volterra: città storica

e paesaggio culturale; ville della nobiltà

pontificia nel Lazio; la valle dell’Aniene

e la villa Gregoriana a Tivoli; le Murge di

Altamura; i portici di Bologna; le grotte

carsiche della Puglia preistorica; la Cat-

tolica di Stilo e i complessi Basiliano-

bizantini; le cattedrali romaniche della

Puglia; Orvieto; centro storico di Pavia

e Certosa; paesaggi lacustri del lago

Maggiore e del lago d’Orta; le ville

medicee; Cittadella di Alessandria;

Cappella degli Scrovegni; centro sto-

rico di Parma; giardini botanici Han-

bury; la città di Bergamo; Taormina e

Isola bella.

La richiesta più inconsueta a livello

mondiale è quella di Wikipedia l’en-

ciclopedia aperta da editori volontari)

che raccoglie le firme tra i frequentatori

della rete per presentare una petizione

all’UNESCO e agli Stati firmatari della

Convenzione sul Patrimonio dell’U-

manità, per far tutelare WIKIPEDIA

come Patrimonio Culturale dell’Uma-

nità: una candidatura che mira a far

riconoscere l’enciclopedia aperta da

editori volontari come primo Patrimo-

nio dell’Umanità digitale e globale. E’

la conferma della forza di un brand col-

laudato in tutto il mondo come una

sorta di “marchio di qualità”.

Pierpaolo Bo

Sono una quarantina i siti italiani che, al momento,

aspirano a diventare “patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti

nell’apposita Lista propositiva (tentative list). Nell’elenco è

inserito un variegato ventaglio di autorevoli candidature

pronte ad affrontare un lungo e tortuoso iter burocratico per essere catalogate nella World Heritage list come patrimonio culturale e naturale. L’ufficio

patrimonio mondiale UNESCO, istituito nel 2004 all’interno del

Ministero per i Beni e le Attività culturali, svolge la funzione di

coordinamento delle attività connesse all’attuazione della

convenzione sulla protezione, la tutela e la promozione dei beni culturali, soprattutto materiali,

in termini reputazionali-simbolici. Al Ministero spetta

il compito di indicare la “nomination” di una candidatura

da presentare al Comitato per il Patrimonio Mondiale, che si

riunisce una volta all’anno.

Perché la dieta mediterranea sì e la pizza napoletana no? Quel riconosci-

mento che si identifica con l’emblema dei SITI UNESCO, rotondo come

il mondo, un simbolo di tutela globale per il patrimonio di tutta l’umanità,

fa gola anche ai pizzaioli napoletani che hanno candidato la pizza napoletana -

tradizionalmente (e storicamente) riconosciuta come la capostipite del genere,

diventata nei secoli un piatto internazionale e identificativo dell’Italia - nella lista

dei capolavori immateriali dell’UNESCO. Non è certamente una richiesta bizzarra,

sostengono i promotori, perché l’arte della pizza napoletana è un “saper fare”

tipico ed inimitabile, una componente importante del patrimonio gastronomico e

culturale napoletano e campano, riconosciuto in tutto il mondo, e che quindi va

opportunamente tutelato e valorizzato. Il nostro Paese, recentemente, ha avuto la

soddisfazione di vedere riconosciuta tra i patrimoni immateriali UNESCO anche la

dieta mediterranea, terzo elemento italiano presente nella lista, insieme all’opera

dei pupi siciliani e al canto a tenore sardo. La dieta mediterranea è stata la prima

pratica alimentare tradizionale al mondo ad essere iscritta nel prestigioso elenco.

Un club esclusivo, con 166 soci, tra cui il tango argentino, il capodanno islamico

e la calligrafia cinese. La proclamazione di un’alimentazione mediterranea quale

“stile di vita sostenibile basato su tradizioni alimentari e su valori culturali secolari”,

certifica “lo stretto legame tra la cultura e le pratiche alimentari tradizionali di

un popolo ed è stata consacrata la loro inscindibilità”. Ora a chi tocca? In lista di

attesa, come si è visto a pag. 9, c’è la candidatura del Patrimonio dei Paesaggi

Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato che ha ottenuto per il nostro Paese,

la nomination per il 2011 da esaminare il prossimo giugno. Il riconoscimento

garantirebbe con un marchio di qualità la conoscenza universale di queste aree,

i paesaggi e i territori vitivinicoli del basso Piemonte, culturalmente, artistica-

mente e naturalisticamente più prestigiosi. Sono una quarantina i siti italiani che,

al momento, aspirano a diventare “Patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti

nell’apposita Lista propositiva (tentative list). L’elenco è un variegato ventaglio di

autorevoli candidature pronte ad affrontare un lungo e tortuoso iter burocratico per

essere catalogate nella World Heritage list come patrimonio culturale e naturale:

dai gioielli naturali come il Monte Bianco e l’Arcipelago della Maddalena, a tesori

architettonici e artistici come la cappella degli Scrovegni a Padova e le cattedrali

romaniche della Puglia, passando per interi centri storici come quelli di Lucca e

Pavia. Le ultime candidature ufficiali per ottenere il prestigioso riconoscimento

dell’UNESCO risalgono quasi tutte al 2006: le più recenti (2010) sono le colline

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UN

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del Prosecco di Conegliano e Valdop-

piadone; la Palermo arabo-normanna

e le Cattedrali di Cefalù e Monrealese

e il vulcano più alto d’Europa, l’Etna (la

candidatura è stata presentata poco

più di un anno fa). Si affacciano (anche

se non risultano ancora iscritti nella

tentative list) con le loro candidature

l’Associazione Città del Tartufo, gli oli-

veti monumentali di Ostumi, Fasano

e Carovini, e il Parco Nazionale della

Sila, pronti ad affrontare una lunga tra-

fila. I nuovi criteri di selezione stabiliti

dall’organizzazione delle nazioni unite

mirano all’inclusione di tipologie finora

poco rappresentate quali, ad esempio,

i paesaggi culturali o l’architettura

contemporanea. Le domande di inse-

rimento nella lista propositiva devono

essere inoltrate dalle amministrazioni

competenti per la gestione del sito (ad

esempio il Sindaco, il sovrintendente

di un’area archeologica o di un ente

parco e così via). E’ l’ufficio patrimonio

mondiale UNESCO, istituito nel 2004

all’interno del Ministero per i Beni e

le Attività culturali, a svolgere la fun-

zione di coordinamento delle attività

connesse all’attuazione della conven-

zione sulla protezione del patrimonio

mondiale culturale e naturale. Tocca al

Ministero indicare la nomination di una

candidatura già presente nella lista pro-

positiva da presentare al Comitato per

il Patrimonio Mondiale, Comitato che

si riunisce una volta all’anno. Dal 2002

non ci sono più di 30 nuove iscrizioni

l’anno nella World Heritage List, di cui il

50% per paesi finora non rappresentati

e il 50% in applicazione dei nuovi criteri

stabiliti alla Conferenza di Bali.

Una lista dalle Alpi alla SiciliaMa come cambierebbe la classifica nel

caso ipotetico in cui tutti i nuovi 40 siti

italiani candidati fossero riconosciuti

dall’UNESCO? La Lombardia manter-

rebbe il primato raggiungendo quota

13, la Toscana 11, al terzo posto la Cam-

Quelli che l’UNESCO…

Il brand si conferma tra i più collaudati al mondo.

Gli ingredienti che fanno parte della dieta mediterranea Patrimonio immateriale dell’umanità.

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CON

OSC

ERE

IL T

REN

TIN

O

Il Trentino è stato da sempre, in virtù della

posizione geografica e della conformazione naturale,

una cerniera aperta alle influenza culturali,

politiche ed economiche di tutti i territori confinanti. Se in passato ha prevalso la tendenza alla difesa (lo

dimostra l’incastellamento della Valle dell’Adige),

in epoche più propizie al confronto, come la nostra,

prevale la disponibilità ad accogliere il meglio

delle esperienze più avanzate in ogni settore della società. Prima fra

tutte la sensibilità per una gestione sostenibile del territorio, dell’economia

e dell’ambiente. Energeo vuole dare ampio risalto

anche agli aspetti storici di lettura del

territorio e lo farà ancora, sistematicamente, in ogni

numero, con l’aiuto dei nostri esperti.

E’ un’abitudine molto diffusa, quando si parla di un luogo e non si sa

bene da dove cominciare, definirlo “porta” o “crocevia” di qualcosa.

Concetti suggestivi, di sicuro effetto, che presentano solo un piccolo

inconveniente logico. Infatti, il mondo non è fatto a scomparti, e i confini sono

solo dei segni colorati apposti sulle carte geografiche, e quindi tutti i luoghi sono

“più o meno” dei crocevia o delle porte rispetto agli altri: dipende dal punto di

vista. Insomma, una cosa è la geografia, un’altra la storia. Due realtà che però

interagiscono in maniera strettissima: ed è proprio in questa interazione che si

formano i caratteri dei territori e delle comunità che li abitano. A sua volta, il

grado di questa interazione dipende proprio dal “più o meno” di cui sopra: e sotto

questo aspetto, non c’è dubbio che il Trentino sia saldamente ancorato nel settore

del “più”. D’altra parte, è merito dei trentini se questa natura di “crocevia” e di

“porta” del loro territorio non si è risolta, come altrove è accaduto, in una situa-

zione di identità indistinta, bensì nell’esatto contrario, cioè in un fortissimo senso

di appartenenza rafforzato a sua volta da una millenaria esperienza di autonomia

politica e amministrativa. Di questa storia troviamo testimonianze dovunque; ma

ci sono dei monumenti-simbolo dove le tracce sono particolarmente evidenti, a

cominciare ovviamente dal Capoluogo e dal suo Castello.

Il colle su cui il complesso sorge è appena più alto della città, ma la posizione è

strategica: il massimo risultato con il minimo sforzo, come sempre nell’architet-

tura militare di una volta. Nel Medioevo lo chiamavano Malconsey; ma quando

si è trattato di battezzare il castello (un pò di scaramanzia non guasta) il nome è

stato cambiato in Buonconsiglio. Il castello ha un andamento lineare, allungato,

perché è addossato alle mura della città, da torre a torre. La prima, a sinistra

rispetto a chi entra, è quella cilindrica di Castelvecchio: la parte più antica,come

suggerisce il nome, e anche quella che mantiene l’aspetto arcigno di fortezza.

L’altra, che “chiude” il castello sulla destra, è la cosiddetta Torre Aquila, perché

si trova a cavallo della antica strada per Aquileia, e nell’involucro dal look milita-

resco racchiude un gioiello artistico di prim’ordine, voluto, alla fine del Trecento,

da un Principe-vescovo particolarmente intraprendente, Giorgio di Liechtenstein.

E’ lui, del resto, che decise di utilizzare la torre come studio privato, spazio di

meditazione e di svago intellettuale, trasformandolo in uno straordinario calen-

dario illustrato. Qui il pittore (anonimo, forse di origine boema) dipinge, come

in un diorama inquadrato dagli eleganti colonnini tortili, la successione dei mesi

dell’anno, con le occupazioni relative: per i comuni mortali, quelle del lavoro

Trentino, la porta d’Europa

La Valle dell’Adige: un “link” secolare fra il mondo mediterraneo e quello tedesco.

nei campi; per i nobili, i divertimenti

stagionali. Si comincia, a gennaio, con

la sfida a palle di neve sotto il Castello

di Stenico (primo paesaggio innevato

nella storia dell’arte), e si prosegue

con tornei, pic-nic, passeggiate, feste

e così via. Una giostra di colori affa-

scinanti dove il gotico internazionale

raggiunge uno dei vertici più alti.

Insomma, già nei due capisaldi

dell’edificio troviamo i due poli che

caratterizzano la storia del territorio:

l’importanza strategico-militare, e la

volontà di innestarvi sopra una pre-

cisa linea di civilizzazione. Del resto,

anche la natura “anfibia” dello Stato

tridentino ha giocato un ruolo impor-

tante in questo riuscitissimo crogiolo

europeo, dove il mondo mediterraneo

incontra quello tedesco. Dal punto di

vista istituzionale Trento era un Princi-

pato ecclesiastico del Sacro Romano

Impero. Il vescovo della diocesi era

cioè anche il capo politico dello Stato,

con un duplice punto di riferimento:

il Pontefice Romano e l’Imperatore

Germanico. Certo, ad aver lasciato il

segno sul Castello sono stati alcuni

principi-vescovi i quali, più che per lo

zelo religioso, si sono distinti per la

loro abilità politica. Infatti, il vescovo,

come capo della Diocesi, la residenza

ce l’aveva, accanto alla Cattedrale.

I prelati (tedeschi e italiani) che si inte-

ressavano al castello lo facevano evi-

dentemente nella loro qualità di Capi

di Stato. A portarvi il Rinascimento,

alla fine del Quattrocento, è un altro

vescovo di origini tedesche, Johann

Hinderbach, che fa realizzare la loggia

in perfetto stile veneziano, sospesa

fra il cortile e la città, con uno splen-

dido belvedere aperto sul paesaggio.

Un’opera in palese (e ricercata) con-

traddizione con la funzione militare,

che segue la filosofia opposta della

chiusura e dell’arroccamento. Si può

notare di passaggio che Hinderbach,

oltre al Rinascimento, nel 1475 al

castello porta anche l’acqua corrente:

La Loggia del Romanino al Castello del Buonconsiglio.

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cosa che i soldati e le guardie proba-

bilmente avranno apprezzato ancora

più che l’affaccio sulla città.

Due interventi, a un secolo di distanza

l’uno dall’altro, che segnano una dire-

zione precisa: il Buonconsiglio diven-

terà sempre meno castello e sempre

più palazzo; sempre meno fortezza

alla tedesca e sempre più residenza

all’italiana. La trasformazione defini-

tiva si deve al principe-vescovo più

importante di tutti, quello che riuscì

a fare di Trento uno snodo della poli-

tica europea: Bernardo di Cles, che

aveva latinizzato il cognome in Cle-

sius, come si usava all’epoca fra gli

uomini di cultura. Clesio aveva un’alta

opinione di se stesso, e bisogna rico-

noscere che la fiducia era ben riposta.

Cardinale, uomo di fiducia del papa e

dell’imperatore, è lui a trasformare il

vecchio castello nel “Magno Palazzo”

attuale, così come trasformerà Trento

attraverso un nuovo piano regolatore,

mettendo la città in grado di ospitare

il Concilio in cui la Chiesa Cattolica

risponderà alla riforma luterana. Il

carattere residenziale del Magno Palazzo è esaltato da una decorazione pitto-

rica di alta qualità, affidata a due protagonisti del Rinascimento: il Romanino e

Dosso Dossi, chiamati dalla Corte di Ferrara. Il soffitto della camera da letto

vescovile (firmato dal Fogolino) è dedicato alla storia dell’antica Roma: da uomo

politico, prima di addormentarsi, oltre all’esame di coscienza, Bernardo riservava

evidentemente anche un pensiero alla gloria di questo mondo. Ma la cultura

prevede anche una certa leggerezza nell’autocelebrazione: da qui, la soluzione

adottata nel fregio del salone principale, dove i putti giocano con le lettere del

suo nome, trasformandolo in un elegantissimo scherzo enigmistico. Nella loggia

del giardino pensile, infine, trionfano la mitologia, l’amore profano, la gioia di

vivere. Forse anche troppo, visto che i nudi vennero rivestiti (come accadde a

quelli di Michelangelo nella Sistina), e lo sono rimasti fino all’ultimo restauro. Ma

il capolavoro di Bernardo è proprio l’organizzazione del

consesso internazionale destinato a segnare una

tappa fondamentale nella storia della Chiesa e

quindi dell’intera Europa: il Concilio di Trento.

l’ulteriore nomina di Bernardo a Principe-Vescovo di Bressanone. Ma, proprio

durante il banchetto per festeggiarla, Bernardo viene colto da malore e muore.

A gestire il Concilio sarà il suo successore, Cristoforo Madruzzo. Se Bernardo

era un genio della diplomazia, Cristoforo lo è della logistica. In città arrivano

delegazioni di 12 Stati. Per loro il Comitato Alloggi trova 2699 posti letto, più

2746 posti-stalla per i cavalli. Notevole anche il servizio medico e quello di posta

celere a cavallo, grazie al quale un messaggio poteva coprire la distanza fra

Trento e Roma in appena 46 ore. Ma quello che più colpisce al giorno d’oggi è

la forza della memoria storica che diventa tradizione: nel giorno in cui, nel 1545,

si tenne la seduta inaugurale del Concilio, cioè il 13 dicembre, si insedia, ancora

oggi, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. L’ultimo principe-vescovo

che lascia un messaggio politico nel Castello del Buonconsiglio è Francesco

Alberti Poia, e lo fa, ancora una volta, sia come vassallo dell’Imperatore, sia

come uomo di Chiesa, in occasione di un evento che fu forse l’ultimo al quale il

Papa (Innocenzo XI, come finanziatore dell’esercito) e l’Imperatore (Leopoldo I

d’Asburgo, come comandante in capo) abbiano partecipato come protagonisti: la

battaglia che, nel 1683, libera definitivamente Vienna l’Europa dalla minaccia dei

Turchi, asserragliati sul Kahlenberg alle spalle della Capitale asburgica. Dopo una

storia plurisecolare, che datava dall’anno Mille, il Principato di Trento si avviava

verso la fine, in parallelo con le due grandi istituzioni sovranazionali cui faceva

riferimento. Nel Castello sono allineati i ritratti di tutti i titolari, come nella Basi-

lica romana di San Paolo Fuori le Mura lo sono quelli di tutti i pontefici. L’ultimo

principe-vescovo è Pietro Vigilio Thun, deposto dalle truppe di Napoleone, che

abolisce il principato, come pochi anni dopo abolirà il Sacro Romano Impero.

Deposto a sua volta Napoleone, a Trento si stabiliscono gli Austriaci, e il Castello

diventa caserma. Nelle Fosse (dette per questo dei Martiri) vengono giustiziati

Cesare Battisti e altri patrioti italiani. Recuperato e restaurato, oggi il castello

ospita le collezioni d’arte della Provincia Autonoma di Trento. Il complesso è

affascinante, con il suo incastro indissolubile di epoche e di stili, che rappresenta,

plasticamente, la continuità delle epoche e l’identità internazionale dell’Europa:

gli Erker alla tedesca e le mura decorate con i “diamanti” all’italiana; il mondo

germanico e quello latino; il potere e la cultura. Un palazzo dove si incontrano

e convivono terre, epoche e stili. Ma

l’edificio è singolare anche dal punto

di vista architettonico: nato con un

nucleo concentrato e racchiuso in se

stesso, come tutte le strutture militari,

col tempo è uscito dai suoi confini ini-

ziali, svolgendosi e allungandosi come

un fondale scenografico lungo le anti-

che mura urbane, con un andamento

lineare, che si sviluppa per amplia-

menti e giustapposizioni, passaggi e

corridoi. Uno svolgimento che nel suo

procedere ne ricorda un altro: il cam-

mino degli anni e della storia.

Marco Hagge,

Responsabile della rubrica

della TGR Rai Bell’Italia

Un evento durato quasi vent’anni, pieno di problemi prima, durante e dopo la sua

realizzazione. Il principale riguardava proprio la sede: il merito di Clesio è quello di

avere colto l’opportunità che gli presentava il proprio status istituzionale: come

principe, era un vassallo dell’Imperatore; come vescovo, era un collaboratore del

Papa. Dunque, un uomo-cerniera, in una città-cerniera fra Nord e Sud: a Trento,

cattolici e luterani si potevano incontrare a metà strada.

Ma la città era piccola, con un tipico impianto medievale adatto ai suoi 10.000

abitanti. Bisognava trasformarla, né più né meno come oggi si trasformano le

città destinate a ospitare eventi quali le Olimpiadi o le Expo internazionali.

A questo serve appunto il restyling del Castello, che inaugura quello della città:

nuove strade, nuovi palazzi con le facciate dipinte, a definire un percorso aulico

dal castello fino al Duomo, che, non a caso, ha due facciate: quella medievale del

fronte e quella rinascimentale, sul fianco che prospetta la Fontana del Nettuno e il

nuovo itinerario monumentale. Un impegno che il Papa apprezza, come dimostra

il capolavoro di Bernardo è proprio l’organizzazione del

consesso internazionale destinato a segnare una

Il Castello del Buonconsiglio visto dal basso.Sopra particolare del Loggione.

Magistretti.

Ritratto del principe vescovo Pietro Vigilio, realizzato dal pittore Giovanni. Battista Lampi.

Ritratto del principe vescovo Alfonso Thun, realizzato da un pittore tirolese.

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Un territorio fucina di cultura e di svaghi, per un

turismo ecocompatibile e non solo. Il capoluogo Trento è stato nominato

da una commissione internazionale “Città

alpina 2004” per la sua variegata vitalità. In questa

città farà tappa il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini per costruire un

sodalizio tra ambiente e territorio, anche con altri luoghi del nostro Paese.

E’ così minuscolo che quasi scompare. Piccolo per estensione, variegato.

In tutto. Con spazi, monti, laghi, borghi, castelli, rocce, prati, calore,

ghiacciai, succulente pietanze, rilassanti terme - e tante, tantissimi altre

varianti naturali - che descriverlo diventa un’impresa. Il Trentino è tutto questo

e non solo. Terra di confine, baluardo di tradizioni, memorie storiche, nuove

sfide, orizzonti da scoprire, prodotti da gustare. Innovativi in quanto forti di un

radicamento colturale che in Trentino diventa cultura. Cerniera climatica, barriera

di caratterizzazione, che solo una visita consente di scoprire, capire, gustare.

Sfide ambientali di una natura benigna: si passa dai 67 metri di quota del lago di

Garda - la riviera del Trentino - ai quasi 4 mila metri del Gruppo Cevedale. Con

tutte le Dolomiti - quelle di Brenta e le celeberrime consorelle di Fassa e delle

Pale di San Martino - a testimoniare glaciazioni di un territorio dove il rapporto

virtuoso tra habitat e cultura rendono il Trentino leader nell’ospitalità. Semplice

quanto complesso risultato di tradizioni, fatiche, la sua forza è nel paesaggio,

nella maestosità delle nevi perenni, nei laghi alpini - oltre 300 - sparpagliati in

ogni angolo territoriale. Specchi d’acqua tra mille sentieri, laghi che quasi si con-

fondono tra l’azzurro del cielo dolomitico e l’intensità delle loro acque purissime.

Rete idrogeologica per equilibrare parchi naturali, riserve e biotopi e - soprat-

tutto - sterminate foreste. Habitat decisamente variegato. In tutte le direzioni.

Per terre curate ancor più che coltivate. Dove nei fondovalle, sulle pendici delle

colline più ardite, si sviluppa un’agricoltura simile più al giardinaggio che all’uso

massivo del territorio. Frutteti e vigneti, per mele e uve dal carattere inconfon-

dibile. Frutti preziosi, prodotti nel massimo rispetto dell’equilibrio vegetativo,

Trentino, dove l’ecocompatibilità è di casa

Alla ricerca di emozioni in tutte le stagioni.

bandendo chimica, prodotti di sin-

tesi di ogni sorta. Puntando solo ad

interpretare l’evoluzione delle piante,

domarle tramite l’opera sapiente degli

agricoltori. Agricoltura montana, con-

tadini custodi del territorio e artefici

della difesa di prodotti a rischio d’e-

stinzione. Dai piccoli frutti del bosco

ai formaggi d’alpeggio, ma anche agri-

coltori decisi a salvaguardare il patri-

monio zootecnico, bestiame di razza

per formaggi di rango superiore. E poi

i vini. Tante esclusive variazioni di una

produzione mirata esclusivamente

alla qualità. Un dato solo: neppure un

milione di ettolitri da ogni vendemmia,

una goccia di vino nel mare delle pro-

duzioni nazionali e internazionali, ma

vini autenticamente espressione del

territorio dove nascono. Fatti con la

forza della sincerità, per trasferire nel

bicchiere l’identità stessa della gente

trentina. Ogni stagione, i suoi riti.

L’inverno il Trentino è il paradiso dello

sci, di ogni tipo di escursione sciistica.

Basta salire in quota e i “caroselli”

certo non mancano. Neve per tutti i

gusti e stimoli di gusto anche per quanti non sciano. Con leccornie tipiche, con

proposte culturali, con centri di benessere e relax. In inverno, ma pure in tutte

le altre stagioni. Quando la vacanza, la visita al Trentino, rilancia le emozioni

e invoglia a gustare - il più a lungo possibile - ogni realtà di questo territorio.

Luoghi sacri, musei, ma anche cantine, caseifici, laboratori artigiani, ristoranti,

osterie, masi rurali, pure malghe e rifugi alpini. Tra paesi e città, con il capo-

luogo Trento quanto mai attiva, città fucina di cultura e di svaghi, per un turismo

ecocompatibile - è stata nominata da una commissione internazionale “Città

alpina 2004” - e variegato. Tutti centri di cultura, anche e soprattutto di cultura

materiale. Dove i nostri sensi vengono premiati dal lento piacere delle emozioni.

Leone Chistè

Mucche al pascolo.

Da sinistra: lavorazione del formaggio:cagliata. Meleti in fiore Valle di Non.

Prati da alpeggio in Primiero con vista sulle Dolomiti.

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Le foreste rappresentano una risorsa decisiva per

l’economia trentina: il settore legno produce il 6% del Pil

provinciale. Il bosco trentino cresce di un milione di metri

cubi l’anno. Ovvero 3 mila metri cubi al giorno, 2 metri

cubi al minuto. Vive e si espande.Foreste intensive

di particolare importanza per tutto l’ecosistema agricolo.

Regolano il “respiro” del territorio, condizionano l’iter

ambientale. Favoriscono l’escursione termica - indispensabile per la

frutti-viticoltura montanara - e segnano il territorio stesso.

L o dice l’Inno del Trentino: “si slancian nel cielo le guglie dentate, discen-

dono dolci le verdi vallate. Profumano i paschi … con vividi fior”.

Orgoglio di una comunità che ha sempre legato la sua storia alla monta-

gna, al bosco in primis. Dove gli alberi diventano sinonimo d’identità ambientale.

Ostentati, difesi, tutelati. Per garantire futuro. Patrimonio collettivo, un valore

che supera ogni stima economica: si lega all’indole stessa della gente trentina.

350mila ettari sono alberati. Praticamente oltre metà del territorio di questa

provincia - gode di un particolare Statuto di Autonomia Provinciale, nell’ambito

legislativo delle regioni italiane con competenze speciali - è occupato da piante

d’alto fusto. Esattamente il 56%. Foreste incastonate o distese in ogni vallata, in

tutti i comuni. L’abete rosso è il protagonista: ha radici sul 60% della superficie

trentina. I boschi sono di proprietà pubblica, suddivisi tra varie amministrazioni

comunali. Solo un terzo del patrimonio forestale è curato da privati. Impegno

corale, in perfetta sinergia. Alberi con radici e legami profondi. Basti pensare che

ogni abitante ha praticamente a sua disposizione ben 10 mila esemplari d’alto-

fusto. Un record! Anche perché le foreste rappresentano una risorsa decisiva

per l’economia trentina. Si tagliano alberi pregiati per oltre 500 mila metri cubi

annui, poco meno di 1400 metri cubi al giorno. Il settore legno produce il 6%

del PIL provinciale, dando lavoro a quasi 5 mila addetti, oltre a quanti lavorano

nell’indotto, altri 2 mila operai. Complessivamente 1.445 aziende.

Il bosco trentino cresce di un milione di metri cubi l’anno. Ovvero 3 mila metri

cubi al giorno e dunque, si stima, cresce di 2 metri cubi al minuto. Vive e si

espande. Libero, naturale per antonomasia. Foreste intensive di particolare

importanza per tutto l’ecosistema agricolo. Regolano il respiro del territorio,

condizionano l’iter ambientale. Favoriscono l’escursione termica - indispen-

sabile per la frutti-viticoltura montanara - e segnano il territorio stesso. Anzi:

contribuiscono a capire il Trentino, evocando il concetto più semplice di “ter-

ritorio”. Sono gli alberi che rendono identificabile il Trentino. Sono le foreste

e, in particolare gli scarti utilizzati per produrre il cippato, a far funzionare le

centrali per il teleriscaldamento, a Cavalese come in altri centri, garantendo

un’ altra forma di sostenibilita’ energetica. Il legno poi viene utilizzato per la

costruzione di case di alta qualità, compreso gli infissi e i pavimenti, abitazioni

che ottengono sempre più consensi, a dimostrazione che il problema salute

e rispetto dell’ambiente sono al primo posto negli interessi di tutti, anche, e

Il Trentino, dove anche le foreste hanno un certificato di garanzia

I boschi sono un patrimonio collettivo, un valore che supera ogni stima economica.

soprattutto, per garantire un futuro diverso e migliore ai figli. I paesi sono siti

dove omogeneità e sintonia ambientale sono in perfetto equilibrio. Sintonia con

la “fisicità” del paesaggio, omogeneità con la cosiddetta “presenza antropica”

e dunque carattere nella continuità storico culturale. Recuperando al meglio le

“valenze territoriali locali”. Una dimostrazione tangibile è stata la recente asta

pubblica di legname trentino pregiato. Schiere di professionisti hanno fatto

incetta di abete rosso, bianco e pure quello da “risonanza”, ricercato dai liutai,

conosciuto già dal mitico Stradivari. Asta che ha recuperato il senso di comunità,

lo spirito d’appartenenza dei paesi in quota, il legname tagliato con maestrìa, da

usare in tanti modi. Per costruire case e pure per i violini. Variegato, pregiato

quanto duttile. Marino Simoni, Presidente del Consorzio Comuni del Trentino,

ha presentato l’asta del legname ribadendo come legno e pietra siano alla base

della cultura della gente trentina. Patrimonio collettivo, patrimonio di sodale aiuto

tra le genti e dunque legno di valore sociale. Le foreste dunque come elemento

centrale dell’economia montanara. Boschi per la vacanza, per le escursioni,

fondamentali per l’ecosistema e per lo sviluppo sostenibile delle tante attività

rurali legate ai monti. La zootecnia, in primis e dunque il comparto caseario.

E’ sui pascoli più in alto che l’alpeggio diventa un must. Con le malghe baluardi

di saperi contadini ancor prima di sapori. Malga, una parola che ha del magico.

Evoca pascoli incontaminati, bestie libere, tra foreste che si confondono con

vette dolomitiche. Malga, parola foneticamente legata a culture misteriose, alla

mungitura, d’accordo, ma addirittura a pratiche d’allevo in vigore tra i Mongoli.

Sulle Dolomiti, malga è sinonimo di qualità verace, di formaggi inconfondibili.

Voluti dai malgari. Uomini di montagna, boscaioli da sempre, nella loro sintonia

con tutto quanto è “del territorio”. Gente schietta, immediata. Che attua l’antica

pratica dell’alpeggio. A quel sistema arcaico di trasferire in quota, dal fondo-

valle, sia il bestiame che la famiglia. Su, verso le vette, verso un habitat che

appare ancora più incontaminato. Appunto la malga. Termine dialettale, di origine

preromana; assonanze e storpiature

fonetiche legate alla descrizione popo-

lare dall’inconfondibile muggito delle

vacche in libertà. Malghe, archetipi di

un impegno prezioso. Racchiudono

fatiche e speranze, economie dome-

stiche e strategie ecocompatibili. Stili

di vita e abitudini alimentari.

Soprattutto perché malga è anche

sinonimo di freschezza, genuinità,

immediato riscontro tra foreste,

pascolo, latte e formaggio. Merito

di tutto questo è del “malgaro”, per-

sona tuttofare: contadino, pastore,

boscaiolo e abile casaro. Custode

dei saperi e dunque dei sapori della

montagna. Foreste trentine dunque

come presidi della tradizione. Dove

le produzioni interagiscono con il ter-

ritorio e formano l’ecosistema. Con

una costante consonanza tra “qualità

dell’ambiente e qualità del prodotto”.

E il ruolo - decisivo - di quanti ancora

curano le foreste con cultura traman-

data da generazioni.

Per tutelare il futuro.

Leone Chistè

Catasta di abeti certificati PEFC.

Lago Fedaia ai piedi della Marmolada.

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Il missionario trentino è stato un pioniere che ha saputo promuovere l’evangelizzazione e lo

sviluppo civile, sociale, economico delle genti che

abitano la Pimeria Alta, la nazione del popolo

Pima, a nord-est del Rio Sonora al confine tra

Messico e Arizona ( terre desertiche, bruciate dal

sole), donando vita, e dignità alle popolazioni

native, alle quali insegnò come coltivare frutti e vegetali sconosciuti in

quelle terre, introducendo l’allevamento del bestiame

e la lavorazione del ferro.

Il suo nome è leggenda, la sua vita, segnata da avventure e da instancabili

esplorazioni, fa storia. Quando internet ancora non c’era, soltanto la voglia di

avventura portò Eusebio Francesco Chini in terre lontane. Eusebio nasce a

Segno, nella Val di Non, il 10 agosto 1645, da Francesco e Margherita. Battezzato

nella chiesa del vicino villaggio di Torra, intraprende dopo gli studi elementari

quelli ginnasiali nel Collegio gesuita di Trento, per completarli ad Hall in Tirolo

dove, guarito da una grave malattia, fa voto di entrare nella Compagnia di Gesù

per dedicarsi alle missioni nelle Indie. Il religioso trentino, infaticabile pioniere,

gesuita, missionario, geografo, esploratore, è stato un precursore dello sviluppo

sostenibile, inteso come sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza

compromettere la possibilità delle generazioni future (Rapporto Brundland). Un

pioniere che ha saputo determinare l’evangelizzazione e lo sviluppo civile, sociale,

economico delle genti che abitano la Pimeria Alta, la nazione del popolo Pima, a

nord-est del Rio Sonora, terre desertiche, bruciate dal sole, donando vita, e dignità

alle popolazioni native, alle quali insegnò come coltivare frutti e verdure scono-

sciuti in quelle terre, introducendo l’allevamento del bestiame e la lavorazione del

ferro. A Padre Eusebio Chini (lo scorso anno sono stati ricordati i 300 anni della

morte) sarà dedicata una Sezione Speciale dal Premio Eco and the City Giovanni

Spadolini, ispirata alle conoscenze tradizionali e alle sue applicazioni, fornendo

alle Associazioni di Identità tipiche e ai cultori e custodi di antichi saperi, antichi

sapori, antichi profumi, la possibilità di segnalare realizzazioni che hanno utilizzato

tecniche basate sulla saggezza millenaria, dimostrato la validità del recupero e

della riapplicazione di queste antiche tecniche. La sezione speciale riguarda, in

particolare, la qualità specifica dei siti eccezionali e il valore delle realizzazioni

architettoniche e urbane e dei parchi archeologici inseriti in contesti armonici

o naturali di grande varietà e pregio. Ogni bene eccezionale e opera d’arte é

parte di un sistema strettamente connesso di natura e cultura. La realizzazione

e la perpetuazione di questi beni sono dovute a quel complesso millenario di

saperi e di tecniche che le Nazioni Unite negli organismi e conferenze interna-

zionali hanno chiamato le Conoscenze Tradizionali e Locali. Si tratta di tecniche

e pratiche antiche tramandate attraverso le generazioni diffuse nel territorio,

utilizzate nella gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali,

nelle architetture rurali e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono il

sapere storico dell’umanità che ha permesso la realizzazione di architetture e

paesaggi di valore universale protetti dall’UNESCO nella categoria dei paesaggi

culturali. Tramite le conoscenze tradi-

zionali si realizza l’uso appropriato delle

risorse naturali: acqua, suolo, energia.

Usare il sapere tradizionale non signi-

fica riapplicare direttamente tecniche

del passato, ma cogliere la logica di

questo modello di conoscenza. Per

le imprese, i centri storici, le aziende,

usare e promuovere le conoscenze

tradizionali significa confrontarsi con

processi, cognizioni e capacità che

saranno sempre più richiesti a livello

internazionale; anticipare le soluzioni

necessarie allo sviluppo sostenibile e

conquistare una immagine attrattiva

per il turismo culturale e utile all’af-

fermazione dei propri prodotti a livello

internazionale.

Il coordinatore della Sezione Spe-

ciale, nonché membro della Commis-

sione Giudicatrice, architetto Pietro

Laureano, Presidente dell’Istituto

delle Conoscenze Tradizionali (ITKI),

promosso dall’UNESCO, ha preso

spunto dalla vita di Padre Chini, pio-

niere della cultura della sostenibilità

e alle sue mirabili intuizioni, partendo

dal modello di sostenibilità basato sulle

pratiche tradizionali di gestione dell’ac-

qua, dei suoli e dell’energia di queste

antiche comunità che può essere pro-

posto anche con tecniche innovative

nella città contemporanea, per avviare

un programma di conversione in città

sostenibili del futuro, adottando tecni-

che antiche, naturalmente. Pietro Lau-

reano, partendo dalla vita di missione

di Padre Eusebio Francisco Kino, che,

nel frattempo aveva ispanizzato il suo

nome, dalle difficoltà incontrate, dalle

instancabili esplorazioni compiute, e

dalla figura del religioso, rappresentato

come un gigante mosso dalla fede e

dall’amore (il processo di canonizza-

zione, riconoscimento della chiara

evidenza della santità di Padre Kino,

è tuttora in corso) che ha lasciato la

sua impronta nella storia, ha messo

in cantiere un convegno che si svol-

gerà a Trento. L’evento, a cui interver-

Padre Kino, un precursore della sostenibilità ambientale

A Padre Eusebio Francisco Kino sarà dedicata una Sezione Speciale dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ispirata alle conoscenze tradizionali e alle sue applicazioni.

La statua di Padre Chini posta all’ingresso di Segno, paese natio del missionario gesuita. Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale Padre Kino.

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ranno autorevoli relatori internazionali,

servirà per arricchire il programma

ufficiale della grande kermesse: l’in-

contro, previsto l’antivigilia del Premio

(giovedì 8 novembre 2012), sarà coor-

dinato dallo stesso Pietro Laureano. Il

tema sarà dedicato alle “Conoscenze

tradizionali per proteggere il paesaggio

e combattere il degrado dei suoli e la

crisi globale: i costruttori di Oasi. L’in-

segnamento di Padre Eusebio Chini”.

Ma chi è stato effettivamente Padre

Chini? “Un santo, l’apostolo degli

Indiani Pima - risponde, senza esitare,

Alberto Chini Presidente dell’Associa-

zione Culturale che porta il nome del

suo illustre conterraneo. Una statua,

alta cinque metri, è stata situata all’en-

trata di Segno, paese immerso nei

meleti che caratterizzano il paesaggio

sull’altopiano sopra il fiume Noce, nel

Comune di Taio. Segno è un luogo di

poche centinaia di anime, tutte devote

di Padre Kino, (un fenomeno che ha

contagiato i paesi vicini) che ha lan-

ciato un ideale ponte, gemellandosi,

nel luglio 2008, con Magdalena de

Kino in Arizona. Anche i più giovani

hanno voluto contribuire a stringere

un legame oltre-oceano, realizzando

e facendo pubblicare un fumetto con

la storia del loro concittadino famoso.

Tutta la comunità è poi in continuo fer-

mento, in attesa di un nuovo grande

evento: la Causa di Beatificazione di

Padre Kino. Il postulatore generale dei

Gesuiti, Padre Toni Witwer, e il suo vice

Padre Domenico Calarco mostrano

oggi un certo ottimismo, ricordando

le parole pronunciate da Giovanni

Paolo II, nella sua omelia durante la

celebrazione dell’eucarestia a Phoenix

in Arizona (USA). Disse il pontefice:

“Certamente, la croce di Cristo ha mar-

cato il progresso di evangelizzazione

in questa area sin dal suo inizio: dal

giorno, trecento anni fa, in cui Padre

Eusebio Chini per primo portò il vangelo in Arizona”... “Con eccezionale abne-

gazione personale, padre Chini lavorò instancabilmente per fondare missioni in

tutta quest’area (l’Arizona), cosicchè la buona novella di nostro Signore Gesù

Cristo potesse radicarsi tra la gente che viveva qui”. Lontano dalla sua terra, il

Trentino, a Magdalena, il gesuita alla mezzanotte del 15 marzo 1711, cessò di

vivere “in pace e in povertà, sul limitare di qualcosa di molto più grande”, come

scrisse P. Charles W. Polzer. Nacque così il culto di Padre Kino fra i fedeli di

Sonora, Arizona, Sinaloa, Chihuahua e Bassa California. Un culto che trasforma,

da trecento anni, la devozione a Padre Kino nell’omaggio degli Indios al Padre

Pioniere della Pimeria Alta. In attesa della Causa di Beatificazione i sacerdoti

della Val di Non stabiliscono incontri per far conoscere e divulgare l’opera di

Padre Kino ed anche gruppi di preghiere. Un ricordo che consente di ripercor-

rere la storia dell’instancabile, religioso che compì molti viaggi di esplorazione

verso nord, fino al Rio Colorado, fornendo la prova scientifica del fatto che la

California è una penisola. Da un calcolo approssimato per difetto delle sue spe-

dizioni risulta un totale di 12.800 km. percorsi a cavallo attraverso il deserto di

Sonora. Un’impresa gigantesca, i cui frutti sono le anime portate a Dio, la vita

donata al deserto, la dignità riconosciuta agli indiani. Il 14 febbraio 1965, nella

National Hall of Statuary di Washington, il giovane Stato dell’Arizona entrato a far

parte degli Stati Uniti solo nel 1911, vive un giorno di grande festa: nel Capitol

della Confederazione stellata viene dedicata la statua del padre fondatore dello

Stato, Eusebio Francisco Kino, accanto ai più famosi personaggi degli Stati

Uniti, George Washington, Samuel Adams, Sam Houston, Andrew Jackson.

“Explorer, Historian, Rancher, Mission builder and Apostle to the Indians” recita

la scritta sul basamento e sintetizza una vita intera dedicata a Dio e agli indiani

Pimas. Le molte missioni da lui fondate, oggi sono fiorenti città degli Stati di

Sonora e di Arizona.

La grande e profonda devozione popo-

lare, tramandata per generazioni, trova

fondamento scientifico agli inizi del

nostro secolo, quando vengono ritro-

vati negli archivi di Città del Messico i

diari di Padre Kino, i “Favori celestiali

di Gesù e di Maria Santissima” speri-

mentati nelle avventure della Pimeria.

È la storia della sua vita di missione,

delle difficoltà incontrate, delle instan-

cabili esplorazioni compiute.

Si comincia a ricercare il luogo della sua

sepoltura, per onorarne i resti: e final-

mente, dopo vari tentativi infruttuosi,

il 19 maggio 1966 si localizza la tomba

del Padre Kino nella città di Magdalena

e si dà inizio ai lavori di costruzione

del mausoleo e di trasformazione del

luogo in piazza monumentale, inau-

gurati entrambi il 2 maggio 1971 alla

presenza dei due Presidenti del Mes-

sico, Luis Echeverria e degli Stati Uniti,

Lyndon B. Johnson. Vengono intito-

late a Padre Kino scuole, università,

ospedali; sorgono monumenti fin nei

piccoli villaggi sperduti nel deserto, la

città di Tucson inaugura uno splendido

bassorilievo in cui l’infaticabile pioniere

è raffigurato insieme ad un indio Pima

sullo sfondo del deserto. Il resto non

è leggenda, ma storia i cui valori sono

validi ancora oggi. Valori che saranno

ricordati anche dal Premio Eco and the

City Giovanni Spadolini.

Il luogo racchiude la storia di zelo missionario, esplorazione scientifica ed impegno nel trasformare la cultura degli Indios in quella più complessa della civiltà europea.

Un museo per Padre Kino

La statua equestre di Padre Chini sul piazzale del Museo.

Se da un lato è vero che Padre Kino lasciò il Vecchio Continente per trovare

casa nel Nuovo, è altrettanto vero che il suo borgo natio non ha mai dimen-

ticato il suo illustre conterraneo al quale ha dedicato una statua equestre.

Pochi mesi prima che la statua di Kino giungesse a Segno, al suo paese natale,

veniva acquistato un luogo appropriato dove il monumentale bronzo di grandezza

superiore al naturale donato dai cittadini di Tucson potesse essere degnamente

collocato. Era solo questione di mesi prima che l’imponente statua di bronzo

compisse il viaggio finale dal Messico per inerpicarsi su per le tortuose strade di

Segno. “Nel 1991, - ricorda Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale

Padre Kino - una volta scoperta la statua ed inaugurato il monumento su quello

stesso luogo, si iniziò a lavorare con la ferma convinzione di creare il museo dietro

il monumento stesso. L’impresa avrebbe richiesto molto tempo, progetti ed una

grossa somma di denaro. Per altri cinque anni si pensò alla facciata ed agli altri

elementi del museo. Finalmente nel 1996 venne terminato l’elegante mosaico

sulla facciata esterna dell’edificio Era il raffinato lavoro di Mariano Fracalossi, un

artista di Trento”. Nel 1997 il concetto di museo prendeva forma. La statua ed il

mosaico stimolavano una risposta più ampia così l’Associazione Culturale Padre

Eusebio Francesco Chini (www.padrekino.org) decise di dar vita al progetto.

Le raccolte di oggetti sono distribuite con cura e dovizia su tutti e tre i piani del

museo. L’ingresso è dominato dal bronzo alto un metro, copia della statua della

scultrice Silvercruys che si erge nel Famedio degli Stati Uniti d’America. Alcuni

manifesti incorniciati conducono alla scala ed al primo piano dove l’auditorium

attende i visitatori. Le pareti sono ricoperte su un lato dai brillanti murales di Nereo

de La Peña, messicano nativo di Caborca (Stato di Sonora), che raffigurano la vita

del missionario Kino in Sonora e Arizona. Dall’auditorium una rampa conduce alla

sala del secondo piano dove in teche di vetro sono esposti l’astrolabio del XVII

secolo acquistato a Granada in Spagna nel 1996. Nella stessa teca si conserva

anche il telescopio Galileo del XVII secolo proveniente da Firenze ed una bussola

anch’essa del XVII secolo. Il museo di Padre Kino è una meraviglia nel modo in

cui esso racchiude storia di zelo mis-

sionario, esplorazione scientifica ed

impegno nel trasformare la cultura

dei nativi in quella più complessa della

civiltà europea. Non è un monumento

alla conquista ma una fedele afferma-

zione dell’evoluzione sociale dell’uomo

verso un mondo migliore seppur più

complesso. Padre Eusebio non aveva

portato al Nuovo Mondo solo i frutti

della sua educazione gesuitica bensì la

forza di ricerca individuale che egli aveva

appreso con tanta ricchezza nei luoghi

della sua fanciullezza in Tirolo.

Charles Polzer

Page 16: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

28

Anno V - marzo/aprile 2012

29

Il Patto per lo Sviluppo Sostenibile “2010-2020 e

oltre”, o più semplicemente PA.S.SO, intende fornire indicazioni e impegni su

strategie sostenibili di lungo periodo, appunto, “oltre Kyoto”. Il progetto

coinvolgerà Enti di ricerca, Associazioni di Categoria,

Università, Amministrazioni Pubbliche, ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere “il patto”

impegnandosi alla realizzazione degli obiettivi

di miglioramento ambientale.

“ Il Trentino sta dalla parte del paesaggio e del territorio da sempre”- dice

l’Assessore all’Ambiente e vice Presidente della Provincia Autonoma di

Trento, Alberto Pacher, convinto sostenitore del progetto che assegna

la Medaglia Spadolini attraverso il Premio Eco and the City dedicato allo sta-

tista fiorentino. L’iniziativa consentirà alla Provincia di effettuare un confronto

costante con l’Europa e altre realtà “virtuose” del nostro Paese.

La Provincia Autonoma di Trento, l’Assessorato all’Ambiente del Trentino e il

Consorzio dei Comuni Trentini, diventeranno “cinghia di trasmissione” di un

progetto destinato a diventare catalizzatore delle iniziative avviate sul territorio

nazionale e quelle di respiro internazionale. L’occasione è propizia per raccon-

tare il percorso sostenibile di un territorio attraverso la vivacità delle strategie

adottate dall’Assessorato all’Ambiente, cominciando dall’ultimo significativo

provvedimento denominato Patto per lo Sviluppo Sostenibile “2010-2020 e

oltre”, o più semplicemente PA.S.SO.

Il Trentino che guarda oltre Kyoto“Le scelte ambientali - sostiene l’Assessore Pacher - procedono verso una

direzione unica, il Trentino sostenibile, in linea con le tendenze internazionali che

si muovono verso una “governance della sostenibilità” che deve diventare più

operativa, più misurabile, più coordinata e più diffusa per rappresentare la forza

che ha il potere di favorire lo sviluppo dei processi di innovazione territoriale”. Poi

spiega: “Occorre andare oltre l’era di Kyoto, con nuove iniziative per promuovere

la sostenibilità, in particolare nelle scuole e tra i più giovani”. Il Patto,

che in una prima fase (la Giunta provinciale l’adottò il 28 giugno 2000)

era stato definito”Atto di indirizzo sullo sviluppo sostenibile”, intende

fornire indicazioni e impegni su strategie sostenibili di lungo periodo,

appunto, “oltre Kyoto”. Il progetto, presentato lo scorso febbraio, è

aperto, come vedremo, alla partecipazione di tutti gli attori territoriali

(Enti di ricerca, Associazioni di Categoria, Università, Amministrazioni

Pubbliche), ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere “il patto”

impegnandosi (è stato creato anche un blog per consentire a ciascuno

di “dire la sua”) così alla realizzazione di quegli obiettivi di migliora-

mento ambientale. Migliorie che assicureranno un territorio vivibile

e qualificato per le generazioni future, per puntare l’attenzione sulla Provincia di

Trento, sulle sue peculiarità e sui rapporti con territorio e istituzioni. L’Assessore

CON

OSC

ERE

IL T

REN

TIN

O

Il Trentino vuole stare al PA.S.SO con i tempi

Un Patto per guardare oltre Kyoto. Pacher snocciola le cinque strategie di fondo: sostenibilità dell’appartenenza e

della responsabilità; biodiversità, ecosistemi, paesaggi; sostenibilità nel produrre

e nel consumare; innovazione sociale (democrazie, informazione, partecipazione);

energia, trasporti e clima. Essi si traducono a loro volta in 24 obiettivi e 108 azioni

concrete, che saranno valutate alla luce di 22 indicatori. Anche la ricerca degli

indicatori e dei dati ha richiesto tempo, soprattutto per cercare di armonizzare

gli indicatori proponendo quelli per i quali sia possibile un confronto locale sia a

livello europeo che italiano. La redazione del documento ha richiesto più di un

anno di lavoro perché ha alla base un’analisi di quasi 200 pagine relativa allo stato

di fatto sulle varie tematiche trattate nel PA.S.SO. L’acronimo, facile da ricordare,

consente una più facile lettura del progetto anche attraverso una metafora che

rientra nel linguaggio utilizzato da queste parti, in montagna, insomma, ci riferiamo

alle camminate in altura che ci ricordano il passo deciso, sicuro, costante di chi

va in quota e deve seguire un percorso. Tanto per capire dove vuole arrivare il

PA.S.SO, ricordiamo come in montagna “la vita deve essere vissuta all’insegna

dell’amore per la natura”, ove il cammino, passo dopo passo, non vale meno

della meta, e che occorre adeguare il proprio passo a quello altrui. Il progetto ha

già individuato le linee guida per far reggere un sistema sostenibile: ambiente,

biciclette, cittadini, energia sostenibile, futuro, idee, idrogeno, mobilità, natura,

parchi, partecipazione, progetti, responsabilità, rete ecologica, riserve, risparmio

energetico, sostenibilità, strategie, trasporti e turismo. Le indicazioni della rotta

da seguire risultano chiare partendo proprio dagli obiettivi del 20-20-20 proposti

dal governo europeo che in Trentino vengono declinati in diversi atti di indirizzo

politico e programmatico, come il “Piano energetico ambientale provinciale”, la

legge 5/2010 “Trentino per la protezione del clima” e anche il “PASSO - Patto

per lo Sviluppo Sostenibile del Trentino”.

Un progetto a tutto campoIl fine ultimo è che questi due temi si trasformino in due paradigmi fondamentali

per la formazione delle scelte strategiche del futuro in tutti i campi del governo

della società, dall’urbanistica all’economia, passando attraverso le scelte indivi-

duali di buone pratiche da attuare nella vita di tutti i giorni. Nel concreto, rispetto

alla tradizionale forte produzione di energia idroelettrica e al largo utilizzo delle

biomasse nel settore civile, si aprono spazi di crescita su altri fronti, come il

solare termico e fotovoltaico e le pompe di calore. Notevole è poi il potenziale

di riduzione dei consumi del comparto civile (un potenziale “giacimento ener-

getico”) con l’obiettivo di giungere alla fine del decennio alle soluzioni “nearly

zero energy” richieste dall’Europa. Inoltre l’evoluzione del sistema energetico

europeo, con il ruolo centrale delle “smart grids”, richiederà l’introduzione di

soluzioni intelligenti nella gestione dell’energia nei centri urbani e lo sviluppo

strategico di sistemi di accumulo. Questo consentirà la creazione di nuove

opportunità di occupazione, si pensi ad esempio alle ESCO (Energy service

companies) che, grazie al nuovo quadro di incentivazione, stanno avendo un

ampia diffusione, oppure all’esponenziale sviluppo di iniziative nel campo dell’in-

novazione che, grazie a nuovi sistemi di coofinanziamento (fondo di rotazione di

Kyoto, innalzamento del valore dei certificati bianchi, opportunità per le rinnovabili

termiche), porteranno le energie rinnovabili e il risparmio energetico ad essere

nuovi territori di investimento sia dal punto di vista economico che dell’impiego

di risorse umane. Sullo sfondo di tutte queste iniziative resta sempre il tema

dell’utilizzo dell’idrogeno quale vettore

energetico del futuro su cui anche la

Provincia di Trento sta investendo in

termini di ricerca, sia nel campo della

mobilità, che dell’utilizzo nel comparto

civile.

Un Patto anche per la salvaguardia del paesaggio

E, per stare in tema con il progetto

del Premio Eco and the City Giovanni

Spadolini, che darà una nuova viva-

cità alle iniziative avviate sul territo-

rio, si guarda al 40° Anniversario della

World Heritage List e all’ assegnazione

della Medaglia Spadolini per avere i

riflettori puntati sull’evento e non

solo. L’Assessore Pacher riflette su

una delle questioni che riguardano il

paesaggio, tema affrontato in questo

numero di Energeo e dal Premio: “Il

paesaggio di questi luoghi, tra i più

suggestivi del nostro Paese, si salda

intimamente, tanto da un punto di

vista visivo, tanto da quello storico e

culturale, con le innumerevoli inizia-

tive di tutela e di salvaguardia. - dice

l’Assessore Pacher - In questo caso

appare di fondamentale importanza

Alberto Pacher, Assessore ai Lavori Pubblici, Ambiente e Trasporti della Provincia Autonoma di Trento.

che in una prima fase (la Giunta provinciale l’adottò il 28 giugno 2000)

era stato definito”Atto di indirizzo sullo sviluppo sostenibile”, intende

fornire indicazioni e impegni su strategie sostenibili di lungo periodo,

appunto,

aperto, come vedremo, alla partecipazione di tutti gli attori territoriali

(Enti di ricerca, Associazioni di Categoria, Università, Amministrazioni

Pubbliche), ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere

impegnandosi (è stato creato anche un blog per consentire a ciascuno

di

mento ambientale. Migliorie che assicureranno un territorio vivibile

e qualificato per le generazioni future, per puntare l’attenzione sulla Provincia di

Page 17: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

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Anno V - marzo/aprile 2012CO

NO

SCER

E IL

TRE

NTI

NO

Com’è lo stato della qualità dell’aria in Trentino? “Se guardiamo al trend

degli ultimi anni - spiega l’Assessore all’Ambiente Alberto Pacher -

vediamo un miglioramento progressivo, a cui concorrono naturalmente

diversi fattori, in parte climatici, ma certamente anche legati alla riduzione delle

fonti inquinanti, con il rinnovo del parco macchine circolante, il miglioramento

del patrimonio edilizio e così via”. L’allarme scattato nel 2011 fece registrare un

aumento degli sforamenti delle polveri sottili a Trento e Borgo Valsugana, che

superarono il limite annuale dei 35. A gennaio del 2012, quale che sia il signifi-

cato di questo dato, sono stati registrati 7 superamenti della media giornaliera di

Pm10 a Trento, 9 a Borgo, 3 a Riva del Garda, 2 a Rovereto, 1 in Piana Rotaliana.

“La causa - avverte Pacher - va ricercata nella mancanza di piogge, tuttavia non

dobbiamo abbassare la guardia. Di qui l’opportunità di una nuova campagna

di sensibilizzazione rivolta ai cittadini, per incentivare comportamenti virtuosi

come la rinuncia all’auto privata, l’abbassamento della temperatura domestica

a 18-20 gradi o l’uso corretto della stufa a legna”. Accanto a ciò, l’Assessorato

all’Ambiente ha annunciato altri interventi, in particolare un nuovo bando, di

alcuni milioni di euro, per contributi in favore del miglioramento energetico degli

edifici privati, che verrà erogato in base al reddito e svolgerà anche una funzione

di “sostegno” ad un settore, quello dell’edilizia, oggi in particolare sofferenza.

E’ stata, inoltre, avviata già lo scorso anno, tramite il Fondo per lo sviluppo

sostenibile, in collaborazione con la Comunità di valle della Valle di Sole, una

sperimentazione nell’abitato di Bolentina, con elettrofiltri di nuova concezione

per gli impianti di riscaldamento domestici, al fine di verificare la capacità di

abbattimento delle polveri sottili e di ripulire l’aria. “Se la sperimentazione avrà

successo, - conclude l’Assessore - incoraggeremo l’adozione degli elettrofiltri

a tutto il territorio. Non esiste, infatti, e non ci stanchiamo mai di ripeterlo,

un’unica soluzione: esistono tante diverse iniziative che possiamo mettere in

campo per far sì che la qualità dell’aria migliori”. Il Sindaco di Rovereto Andrea

Miorandi, delegato all’Ambiente del Consiglio delle Autonomie, ha espresso la

sua soddisfazione per la collaborazione fornita dai Comuni interessati, attivati

congiuntamente per realizzare questa nuova campagna. “Da questo punto di

vista un importante risultato è già stato raggiunto - dice Moriandi - Questo è il

modo di agire, e continueremo lungo questo percorso anche con altre iniziative

comuni”. La campagna sottolinea innanzitutto che il problema delle polveri sottili

è ormai un “vecchio argomento”, sul quale però non bisogna mollare la guardia,

al fine di prevedere un’inversione di tendenza. In secondo luogo si propone di

avvicinare la tematica alla sensibilità individuale di ciascun cittadino, suggerendo

che cambiare in meglio la qualità dell’aria dipende anche dal comportamento di

ciascun cittadino. La campagna curata dalla Plus Communication - che sarà vei-

colata dai principali media nonché via internet e con affissioni pubbliche - rientra

fra le misure previste dal Piano provinciale per la qualità dell’aria: la prima fase

della promozione, partita ai primi di febbraio, si è conclusa a marzo. L’iniziativa

sarà successivamente ripresa - anche questa è una novità - ad ottobre.

Marco Pontoni

Le misure sono previste dal Piano provinciale per la qualità dell’aria.

Polveri sottili: nuove iniziativedi Provincia e Consiglio delle Autonomie

la ricerca di uno sviluppo sostenibile

fondato su un rapporto equilibrato tra i

bisogni sociali, le attività economiche e

l’ambiente, nella consapevolezza che

il paesaggio svolge importanti funzioni

di interesse generale, sul piano cultu-

rale, ecologico, ambientale e sociale

e rappresenta una risorsa favorevole

alle attività produttive”. Ed ammoni-

sce, riferendosi al Patto per lo Sviluppo

Sostenibile: “La qualità del paesaggio

costituirà sempre più nel futuro un

elemento essenziale per il successo

delle iniziative economiche e sociali,

siano esse private o pubbliche, con-

tribuendo, se adeguatamente, sal-

vaguardato, gestito e pianificato alla

creazione di nuovi posti di lavoro”. “Il

paesaggio, come suggerisce la Con-

venzione Europea dei Paesaggi e la

tutela dell’Ambiente, e come vuole il

buon senso - conclude Pacher - deve

pertanto, diventare un tema politico

di interesse generale, poiché contri-

buisce in modo rilevante al benessere

collettivo”.

www.passo.tn.it/condizioni-duso/

Andrea Miorandi, Sindaco di Rovereto.

Page 18: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

32

Anno V - marzo/aprile 2012

33

I l Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ambizioso ed esclusivo pro-

getto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia (che opera sotto l’Alto

Patronato Permanente del Capo dello Stato), farà tappa a Trento per asse-

gnare la Medaglia Spadolini, diventata nei fatti, come una sorta di “Oscar”delle

best practices, della tutela del territorio e del paesaggio e della salvaguardia dei

beni culturali e ambientali, coinvolgendo, nell’anno del 40° Anniversario della

World Heritage List, i 47 Siti del Patrimonio UNESCO del nostro Paese, presi in

considerazione in quanto punte di eccellenza del patrimonio culturale e ambien-

tale. La manifestazione, realizzata a Firenze lo scorso anno (Palazzo Incontri)

nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ritorna dopo

aver dimostrato di avere una prorompente capacità nell’affrontare problemi di

carattere e interesse collettivo e di garantire un sicuro successo (si registrarono

1600 adesioni), proponendosi di raccontare, come un camminatore instancabile,

le vicende, le storie e i progetti che animano l’intero territorio nazionale nell’am-

bito delle iniziative sostenibili di promozione delle energie rinnovabili (non più

universo misconosciuto) e delle buone pratiche come elemento di discussione,

dibattito e di sfide per indirizzare l’Italia su un sentiero “a bassa emissione di

anidride carbonica”, attraverso politiche ambientali, fiscali, industriali, di ricerca

e sviluppo forti e integrate. La presentazione ufficiale sarà fatta alla stampa in

due diversi momenti: a Trento il 4 maggio 2012 con la partecipazione delle Auto-

rità Provinciali, locali e dei Promotori, e al Salone del Libro di Torino (sabato 12

maggio, ore 11) ospiti nello Spazio (Arena) messo a disposizione dalla Regione

Piemonte, dove saranno presenti i vertici della Commissione Nazionale Italiana per

l’UNESCO che, in questo modo, apri-

ranno il ciclo di celebrazioni del 40°

Anniversario della World Heritage List.

Dal canto suo, il territorio alpino, con

le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità,

avvezzo alle sfide in tema di sostenibi-

lità, è diventato prezioso alleato di una

manifestazione unica in Italia, grazie

alla Provincia Autonoma di Trento, l’As-

sessorato all’Ambiente della stessa

Provincia e il Consorzio dei Comuni

Trentini, promotori della tappa a Trento.

Ci si prepara ad una grande kermesse,

con una formula organizzativa pensata

per coinvolgere tutti i Comuni della Pro-

vincia, i giovani e la popolazione (anche

scolastica).

Il programma prevede convegni, dibat-

titi e confronti con altre realtà che adot-

tano gli eco principi di salvaguardia del

paesaggio, tutela dell’ambiente e del

territorio, individuati dalla Fondazione

Spadolini Nuova Antologia, istituzione

di riferimento per la Commissione

Nazionale Italiana per l’UNESCO, con

la quale opera in sinergia, a sostegno

degli obiettivi del DESS (Settimana di

Educazione allo Sviluppo Sostenibile)

promosso dall’ONU nel nostro Paese.

Il Premio, che rientra quest’anno nel

calendario degli eventi organizzati

con il patrocinio dell’ONU nell’ambito

dell’Anno Internazionale dell’energia

sostenibile per tutti (UN Resolution),

proclamato per il 2012, s’ispira all’a-

zione di tutti coloro che, aderendo

al bando, hanno mostrato di volersi

adoperare, singolarmente o congiun-

tamente, per diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile nel nostro Paese.

L’iniziativa si proietta, con questi presupposti, verso la giornata “clou” del 10

novembre 2012, quando è prevista la cerimonia ufficiale di conferimento della

Medaglia Spadolini. Ancora prima è prevista una road map in giro per l’Italia con

un variegato programma di iniziative e di proposte a favore del territorio. Anche

questa edizione, consacrata fra gli appuntamenti in favore dell’ambiente e del

paesaggio più attesi e apprezzati dai media, vanta un calendario ricco di eventi

collaterali legati al territorio, in particolare quello trentino, dove è cresciuto note-

volmente l’interesse nei confronti dell’ambiente ed in particolare delle foreste,

gestite ormai da tempo in modo sostenibile. Sono previsti (le date sono state

fissate l’8 e il 9 novembre) due convegni di altissimo livello, dedicati al missio-

nario trentino, padre Eusebio Chini (precursore dello Sviluppo Sostenibile) e allo

statista Alcide De Gasperi, storico europeista, Padri nobili di questa provincia

autorevole, austera, dei mille volti, fedelmente legata al suo fulgido passato,

con una risoluta coscienza e fiducia nelle proprie potenzialità.

Tutte le novità sul percorso del PremioMarino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini che aveva can-

didato il Trentino ad ospitare l’edizione del 2012, con un inaspettato annuncio

sotto i riflettori delle televisioni, sul palco di Palazzo Incontri a Firenze, davanti

a un pubblico competente e sorpreso, considera il Premio un acceleratore di

sostenibilità per la sua terra. Dice il Presidente Simoni: “Oggi tocca ai Sindaci,

rappresentanti del territorio, avere un ruolo determinante nello sviluppo e nella

comunicazione delle iniziative in campo energetico ed ambientale, così come

delle nuove tecnologie, anche perché il pallino dello sviluppo di questo settore,

strategico per il Paese, è in mano alle realtà locali”. Ed aggiunge: “Come rappre-

sentanti dell’ANCI (che tra l’altro patrocina il Premio) abbiamo voluto il Premio

in Trentino perchè è in linea con il contenuto del manifesto del nuovo welfare

adottato dal Consorzio che esplicita in maniera chiara e condivisa i valori espressi

dalla cooperazione di comunità”. “Il mondo - aggiunge - deve tener presente

delle esigenze di tutti privilegiando realtà ed operatori locali capaci di creare

valore aggiunto nel rispetto del concetto di impresa sociale e di comunità. E

naturalmente di Comunità sostenibili”. Le novità di quest’anno riguarderanno lo

spazio dedicato alle Associazioni di Identità tipiche che troveranno ampio rilievo,

come nella passata edizione, per valorizzare la cultura dei territori e per far cono-

scere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori. Il Consorzio

sta valutando la possibilità di organizzare un meeting a Trento per favorire uno

scambio di conoscenze per “il buon governo” dei territori. “ResTipica” è l’As-

Il Trentino ospiterà la grande kermesse.

Il Premio Eco and the City, dedicato alle memoria dello

statista fiorentino, si presenta come un progetto avveniristico,

diventando nei fatti, come una sorta di “Oscar” delle best practices, e della salvaguardia

dei beni culturali e ambientali. In questa edizione saranno

coinvolti anche i siti del Patrimonio UNESCO del nostro

Paese, presi in considerazione nell’anno del 40° Anniversario

della World Heritage List. Una sezione speciale sarà

dedicata alle Città del Vino.

Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini

Il Trentino ospiterà kermesse.

l nuovo cammino

IL C

AMM

INO

DEL

PRE

MIO

la grande

l nuovo cammino l nuovo cammino l nuovo cammino l nuovo cammino

Page 19: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

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Anno V - marzo/aprile 2012

35

IL C

AMM

INO

DEL

PRE

MIO

sociazione costituita dall’ANCI per sal-

vaguardare e promuovere l’immenso

patrimonio ambientale, culturale, turi-

stico ed enogastronomico dei Comuni

piccoli e medi del nostro Paese. L’As-

sociazione Nazionale Città del Vino,

inserita nel circuito Res Tipica, nata a

Siena il 21 marzo 1987 per volontà di

un gruppo di trentanove Sindaci che

decisero di dar vita a questo sodalizio

per contribuire a rilanciare l’immagine

e la qualità del vino italiano, dal canto

suo, ha scelto il Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini per segnare, tra le

altre celebrazioni, un tappa importan-

tissima nella propria storia, raccontata,

come in un film, in 25 anni di attività,

e che segna il primo Giubileo dell’As-

sociazione. E per ricordare che l’Asso-

ciazione si propone di salvaguardare

un immenso patrimonio fatto di cono-

scenze, ma anche di storia e cultura,

di ambiente e paesaggio, di produzioni

tipiche e artigianali, di opere d’arte e

bellezze architettoniche. Soddisfatto il

Presidente dell’Associazione Città del

Vino, Giampaolo Pioli: “Questa inizia-

tiva - dice - è la conferma che siamo

sulla strada giusta. Anche noi vogliamo

formare e informare gli amministratori

pubblici, ma anche le imprese, delle

buone pratiche, dell’etica e della professionalità, della qualità della vita nei territori

del vino”. La candidatura alla Medaglia Spadolini (Sezione Speciale) terrà conto

anche del progetto Piano Regolatore delle Città del Vino, strumento messo a

disposizione degli amministratori per far tesoro di utili consigli per una corretta

gestione del territorio in fase di programmazione delle scelte urbanistiche, aiu-

tando i Comuni a valorizzare e comunicare le loro attività in questo campo; un

impegno che pervade in modo costante tutte le azioni dell’Associazione che

hanno a che vedere con lo sviluppo del territorio.

Il valore di un’iniziativa esclusivaIl Premio si ispira alle parole del senatore Giovanni Spadolini, fondatore del

Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che amava ripetere:”Una moderna

politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive

della cultura e della società”. Sono questi i valori fondanti del Premio, che viene

considerato con una valenza multipla, toccando il variegato mondo delle Comunità

sostenibili, in forte aumento nel nostro Paese.

Il progetto, ideato da Energeo Magazine e promosso dalla Fondazione Spadolini

Nuova Antologia, forte delle collaborazioni istituzionali (Senato della Repubblica,

Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni Culturali, Ministero

dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, A.N.C.I.) e dei principali

quotidiani, e in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO,

vuole essere un aggregatore di situazioni sostenibili e un catalizzatore di ini-

ziative a favore della tutela del territorio.“Quello della sostenibilità - spiega il

Presidente della Commissione Giudicatrice, Professor Augusto Marinelli - è

uno dei concetti di cui più si discute

a livello globale. Si tratta di un con-

cetto dinamico che sostanzialmente

si fonda sulla previsione delle con-

dizioni delle future generazioni e in

particolare dello stock di risorse non

rinnovabili e del mantenimento della

quantità e della qualità delle risorse

rinnovabili che lasceremo ad esse,

al fine di assicurare almeno l’attuale

livello di benessere. Dal punto di vista

economico, la sostenibilità è correlata

alla quantità e alla qualità del capitale

umano e delle istituzioni che saremo

capaci di trasmettere loro”. Un’inizia-

tiva, insomma, che ponendo l’atten-

zione alla tutela e valorizzazione del

paesaggio naturale e culturale italiano,

ha saputo aprire con la Commissione

Nazionale Italiana per l’UNESCO, una

finestra, in occasione del 40° Anniver-

sario della World Heritage List, sulla

tenuta dei Patrimoni riconosciuti in

Italia dall’UNESCO, assegnando la

Medaglia Spadolini ai siti che meglio

hanno saputo salvaguardare e pro-

muovere il Patrimonio. L’ambito rico-

noscimento, coniato per l’occasione,

A destra il Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Marino Simoni che ha raccolto il testimone del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, la cui prima Medaglia Spadolini è stata assegnata alla memoria di Angelo Vassallo, Sindaco-pescatore di Pollica, ucciso dalla malavita, diventato la “bandiera” dei primi cittadini impegnati nella difesa del territorio e del paesaggio.

La tutela e valorizzazione specifica, come voleva Giovanni Spadolini,

riguarda anche il Patrimonio Mondiale dell’Umanità: il Premio, che ha

già avuto come partner la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO,

vuole, infatti, evidenziare lo stato di salute dei SITI UNESCO italiani nell’anno in

cui si celebra il 40° Anniversario del riconoscimento ufficiale di questo esclusivo

patrimonio. Si sta anche valutando la possibilità di offrire l’opportunità di candidarsi

(categoria a parte) anche ai siti italiani (sono una quarantina) che, al momento,

aspirano a diventare “Patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti nell’apposita Lista

propositiva (tentative list). E’ un modo per far valutare al grande pubblico, con l’aiuto

del web, questi progetti da vicino. Il 40° Anniversario della World Heritage List

rappresenta il Focus dell’edizione 2012 che si svolgerà a Trento, il 10 novembre

2012. Il logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List, assieme a

quello ufficiale dell’UNESCO, ci accompagnerà per tutto il 2012. Insieme al logo

che rappresenta il Patrimonio Mondiale, progettato dall’artista Michel Olyff ed

adottato ufficialmente nel 1978, saranno utilizzati anche sul materiale informativo.

Questi simboli sono entrati ormai nella memoria collettiva: l’emblema rotondo,

come il mondo, rappresenta un simbolo di tutela globale per il patrimonio di

tutta l’umanità. Il cerchio che racchiude un quadrato posto al suo interno: le due

figure geometriche, rappresentano rispettivamente i beni naturali e quelli culturali.

E’ evidente il forte richiamo alla figura di Giovanni Spadolini, che ha fondato il

Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Una sezione speciale, come si evince

dal programma ufficiale, è dedicata ai SITI UNESCO: è un modo di parlare al

territorio e alla gente che vive il territorio, in una società, oggi, decisamente più

aperta e disponibile con la consapevolezza di poter utilizzare il brand UNESCO

legato al proprio patrimonio culturale e naturale, sapendo che la responsabilità

nei riguardi di questo patrimonio internazionale deve concretizzarsi in efficaci

politiche di conservazione e valorizzazione con un controllo costante del territorio,

con restauri e manutenzioni efficaci, dandone una sempre più ampia accessibilità

e comprensione anche per le località che li ospitano a cui è affidato il compito di

tutela e di salvaguardia.

La Fondazione Spadolini condivide il programma con la Commissione Nazionale

Italiana per l’UNESCO, al fine di ricordare la figura di Giovanni Spadolini, un nome

che significa amore per l’Italia intera, per le grandi città come pure per i più piccoli

comuni, ricchi di storia e di tradizioni, senza distinzione fra nord e sud, centro e isole.

La sua onestà, la sua cultura, la sua

civiltà, il suo alto senso dello Stato

sono valori ancora attuali, patrimo-

nio di tutti, dell’intera umanità. Ecco

perché l’edizione del Premio Eco and

the City, dedicata al 40°Anniversario

della proclamazione dei primi “SITI”

da parte dell’UNESCO, gli sarebbe

stata particolarmente cara.

Nella ricorrenza del 40° Anniversario della World Heritage List

La Medaglia Spadolini dedicata ai SITI UNESCO

Il Presidente dell’Associazione Città del Vino, Giampaolo Pioli.Il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Professor Giovanni

Puglisi che ha rinnovato la collaborazione con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia.

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al posto delle tre bandierine simbolo

del Giubileo della Nazione, avrà inciso

il logo celebrativo del quarantennale

della World Heritage List che ci accom-

pagnerà per tutto il 2012. La questione,

come si evince, è di grande attualità.

L’UNESCO si pone infatti come sog-

getto attivo nello sforzo di assistere i

luoghi patrimonio dell’umanità.

Il rilancio di Pompei è partito proprio

da qui: dall’approvazione da parte della

Commissione europea, del piano di

restauro e valorizzazione da 105 milioni

di euro, necessari per la messa in sicu-

rezza del sito archeologico che, con i

suoi 44 ettari di estensione, è il più

grande d’Italia.

Il Grande Progetto Pompei, relativo

alla ”preservazione, mantenimento

e miglioramento”, potrà contare sul

maxi-investimento “combinando con-

tributi Ue e nazionali”, fanno sapere

dalla Commissione. Per evitare altri

disastri (a volte irrecuperabili) toc-

cherà ai Sindaci di questi luoghi vigi-

lare, perché essi non sono soltanto

responsabili nei confronti dei cittadini

della tenuta sostenibile del territorio,

ma del mondo intero. Nel caso degli

scavi di Pompei, sono state coinvolte

le istituzioni italiane, europee e l’UNE-

SCO. La recente apertura agli sponsor

privati è stata annunciata dal Governo

Monti, un estremo tentativo per sal-

vare l’antica Pompei, il più grande sito

archeologico all’aperto d’Europa, dopo

crolli, scandali, proteste: le sue Domus

spazzate via dall’incuria e dal tempo. Il

Professor Giovanni Puglisi, Presidente

della CNI UNESCO avverte: “Quando

un sito viene iscritto l’UNESCO lo

‘fotografa’, di quel sito si definisce il

‘nocciolo duro’, si perimetra la zona

di rispetto, a questo punto l’UNESCO

riconosce quel luogo in quelle condi-

zioni, se queste si deteriorano il luogo

di fatto si modifica”.

“L’UNESCO - spiega Puglisi - non compie monitoraggi costanti ma raccoglie

segnalazioni e, se lo ritiene, richiama il Paese responsabile del sito, chiede di

ripristinare le condizioni come erano, può iscrivere il sito nella lista di quelli in

pericolo e se a quel punto non accade nulla prima o poi l’UNESCO può anche

espungerlo. è già successo, ad esempio per la città tedesca di Dresda”. Ed

aggiunge:“Il Premio è un’ottima opportunità per monitorare i 47 siti riconosciuti

in Italia per completare quello sforzo saggiamente intrapreso dall’Organizzazione

diretto ad avvicinare i cittadini e le istituzioni alle nostre iniziative promozionali”.

La Commissione Giudicatrice del Premio è consapevole di questo mandato.

Il Professor Giovanni Puglisi ha rassicurato il Presidente della Giuria Professor

Augusto Marinelli, garantendo la sua diretta partecipazione e quella del suo staff,

alla verifica delle candidature alla Medaglia Spadolini che riguarderanno i 47 SITI

italiani iscritti nella World Heritage List.

Il bando migliorato nei criteri di valutazioneGli esaminatori (è stata praticamente confermata la vecchia squadra, tranne

qualche sostituzione e nuovi inserimenti di autorevoli protagonisti della green

economy) hanno trovato un bando migliorato nei criteri di valutazione, con l’ag-

giunta di cinque sezioni speciali, compreso il capitolo che riguarda il Focus dedi-

cato ai Siti UNESCO che merita un discorso a parte. L’autorevole squadra di

esaminatori avrà a disposizione per la selezione delle schede e nuove tecnologie

messe a disposizione dal Consorzio dei Comuni Trentini. Altre novità sono in

arrivo e riguardano la diffusione del bando ed un eventuale coinvolgimento del

grande pubblico che potrà interagire

con i lavori della Commissione Giudi-

catrice. Riassumendo: le Città del Vino

aprono la lista delle Sezioni Speciali

per raccontare come l’Associazione

sia riuscita, in 25 anni di attività, a

compartecipare i Comuni vitivinicoli

alla difesa delle loro tradizioni locali,

delle filiere produttive, sviluppare inco-

ming turistico ed impegnarsi per una

maggiore sostenibilità delle aspira-

zioni di crescita dei territori che hanno

scommesso sulla campagna, sull’agri-

coltura, sulla vitivinicoltura perché si

consolidi quel circuito virtuoso che ha

consentito a molte piccole municipa-

lità di tornare a vivere, di fare restare i

giovani, di guardare ai propri cittadini

con l’orgoglio di rappresentare, non

solo per il turista ma in primis per se

stessi, una comunità migliore che vive

su un territorio migliore. La partner-

ship con il Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini consentirà di guar-

dare ancora più lontano. Una categoria

(Sezione Speciale) è dedicata, sull’e-

sempio del Trentino che è riuscito a

trovare il giusto equilibrio tra le esi-

genze produttive e quelle ambientali

e sociali, secondo lo schema PEFC

(Programma per il Riconoscimento di

schemi di Certificazione Forestale, alla

gestione forestale Sostenibile); una

terza Sezione Speciale viene dedicata

alla gestione sostenibile degli acque-

dotti (in collaborazione con Federuti-

lity). Infine il Premio, nell’intento di

dedicare al missionario trentino Padre

Eusebio Francisco Chini una Sezione

Speciale, ispirata alle conoscenze tra-

dizionali e alle sue applicazioni, vuole

fornire, aprendo un’apposita categoria

alle Associazioni di Identità tipiche e ai

cultori e custodi di antichi saperi, anti-

chi sapori, antichi profumi, la possibilità

di segnalare realizzazioni che hanno

utilizzato tecniche basate sulla sag-

gezza millenaria, dimostrando la vali-

dità del recupero e dell’applicazione di

queste antiche tecniche. In particolare

la qualità specifica dei siti eccezionali è

il valore delle realizzazioni architettoni-

che e urbane e dei parchi archeologici

inseriti in contesti armonici o naturali

di grande varietà e pregio. Ogni bene

eccezionale e opera d’arte é parte di

un sistema strettamente connesso

di natura e cultura. La realizzazione e

la perpetuazione di questi beni sono

dovute a quel complesso millenario

di saperi e di tecniche che le Nazioni

Unite negli organismi e conferenze

Convegno nazionale a Trento.Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’EuropaE’ prevista la partecipazione della figlia dello statista Maria Romana De Gasperi e di autorevoli esperti.

Come ogni scrigno magico che si rispetti anche il programma della Cerimonia ufficiale per il conferimento della

Medaglia Spadolini dedica alla città di Trento diverse iniziative per rendere più interessante la vigilia di un evento

già atteso. Ne segnaliamo alcune che potranno arricchire un weekend (lungo) ideale per chi desidera regalarsi

un’occasione di conoscenza e di cultura politica. Mentre la Commissione Giudicatrice sarà impegnata ad esaminare le

nominations delle varie categorie, e nel teatro cittadino ferveranno gli ultimi preparativi per l’allestimento del giorno dopo

(come accadde a Firenze sono attese delegazioni da tutt’Italia), i riflettori saranno puntati su un convegno già di per sé di

grande attrazione. E’ un appuntamento studiato per la gente del Trentino e non solo, terra di origine di Alcide De Gasperi,

fondatore e dirigente della Democrazia Cristiana, e statista di primo piano nella storia italiana. L’evento, che si svolgerà

nell’ambito della seconda edizione del premio Eco and the city Giovanni Spadolini, condiviso dalla Commissione Nazionale

Italiana per l’UNESCO, è promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Alcide De Gasperi.

Avrà il suo svolgimento nel pomeriggio di venerdì 9 novembre, giorno antecedente l’assegnazione del premio ed avrà

l’obiettivo storico e culturale di approfondire alcuni aspetti del pensiero e dell’impegno politico di Alcide De Gasperi e di

Giovanni Spadolini. Il tema: Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’Europa.

Il convegno sarà aperto dopo i saluti delle autorità da Maria Romana De Gasperi, vicepresidente della Fondazione

intestata al padre, con un intervento su “De Gasperi e le sue montagne”.

Modera e introduce Stefano Folli, opinionista del Sole 24 Ore .

Sono previste le relazioni di Piero Craveri, “I rapporti tra cattolici e laici nel secondo dopoguerra”;

Pierluigi Ballini, “L’europeismo di Alcide De Gasperi”; Cosimo Ceccuti ,“L’europeismo di Giovanni Spadolini“.

Intervento conclusivo del on. Franco Frattini, Presidente della Fondazione De Gasperi, che tratteggerà

le prospettive dell’Italia in Europa e dell’ Europa di oggi.

Eusebio Francisco Chini una Sezione

Speciale, ispirata alle conoscenze tra-

dizionali e alle sue applicazioni, vuole

fornire, aprendo un’apposita categoria

alle Associazioni di Identità tipiche e ai

cultori e custodi di antichi saperi, anti-

chi sapori, antichi profumi, la possibilità

di segnalare realizzazioni che hanno

Unite negli organismi e conferenze

Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini:

E’ prevista la partecipazione della figlia dello statista Maria Romana De Gasperi e di autorevoli esperti.

ome ogni scrigno magico che si rispetti anche il programma della Cerimonia ufficiale per il conferimento della

Lo stretto legame tra la CNI UNESCO e il Premio viene evidenziato da una serie di iniziative. Nella foto (in alto) la Tavola Rotonda - A come Acqua, moderata da Dario Carella, vice direttore della TGR, curatore della Rubrica

RegionEuropa incontra i protagonisti della Campagna di Educazione allo Svi-luppo Sostenibile promossa da Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Da sinistra: Pietro Laureano, consulente presso l’UNESCO per le zone aride e gli ecosistemi in pericolo, fondatore di Ipogea (Centro Studi sulle Conoscenze tradizionali); Aurelio Angelini, sociologo ambientale, Presidente del Comitato Ita-liano UNESCO DESS (Decennio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile); Sergio Chiacchella, Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche; Gianluca Spitella relazioni esterne Federutility; Mario Scalet, Capo Ufficio Scienza, Ufficio UNESCO di Venezia (Regional Bureau for Scienze and Culture in Europe).

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internazionali hanno chiamato le Cono-

scenze Tradizionali e Locali. Si tratta

di tecniche e pratiche antiche traman-

date attraverso le generazioni diffuse

nel territorio, utilizzate nella gestione

dei suoli, nell’uso e nella protezione

delle aree naturali, nelle architetture

rurali e nell’organizzazione dei centri

urbani. Costituiscono il sapere storico

dell’umanità che ha permesso la rea-

lizzazione di architetture e paesaggi

di valore universale protetti dall’U-

NESCO nella categoria dei paesaggi

culturali. Tramite le conoscenze tradi-

zionali si realizza l’uso appropriato delle

risorse naturali: acqua, suolo, energia.

Usare il sapere tradizionale non signi-

fica riapplicare direttamente tecniche

del passato, ma cogliere la logica di

questo modello di conoscenza. Per

le imprese, i centri storici, le aziende,

usare e promuovere le conoscenze

tradizionali significa confrontarsi con

processi, cognizioni e capacità che

saranno sempre più richiesti a livello internazionale; anticipare le soluzioni neces-

sarie allo sviluppo sostenibile e conquistare una immagine attrattiva per il turismo

culturale e utile all’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale.

Una filosofia vincente Il Premio, che intende premiare chi - istituzioni, Enti e imprese singole e asso-

ciate - con le proprie attività, norme, piani e azioni, ha operato per l’affermazione

del concetto di sostenibilità, rimane fermo sulla sua struttura base con quattro

categorie fisse (il bando si trova sul sito dedicato al Premio www.ecoandthecity.it).

E’ prevista una leggera implementazione della Seconda Sezione, dedicata,

appunto, alla valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali. Tale sezione,

dedicata alla “tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano” (il

tema è lo stesso previsto dalla Settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile

dell’UNESCO nel 2012), aprirà ai progetti e programmi che sostengono iniziative

di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle reti dei paesaggi

culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono

al centro della propria azione di tutela e valorizzazione la nozione di patrimonio

che in questi ultimi anni ha progressivamente ampliato contenuti, ruoli e utilizzi

nella società contemporanea. Sono comunque le categorie storiche, inserite fin

dal primo momento nel bando, a costituire l’elemento attrattivo che è riuscito ad

imbarcare sulla nave ammiraglia salpata sulla rotta della sostenibilità ambientale,

il nutrito sodalizio degli enti locali, consorzi di municipalità, associazioni di iden-

tità, province, intere regioni (la Medaglia Spadolini è stata conferita nella prima

edizione alla Regione Abruzzo) che, adottando politiche territoriali integrate e

sostenibili (sezione 1), sono riusciti a focalizzare la propria attenzione sui progetti

che riguardano il concetto di “Comunità sostenibili”, al fine di selezionare esempi

di eccellenza nel nostro paese (si valutano anche le adesioni al Patto dei Sindaci)

E’ soltanto una felice coincidenza ma l’autore della Medaglia Spadolini,

Riccardo Cordero, quasi in contemporanea, ha voluto rendere omaggio

alla provincia che ospita il Premio con una mostra, inaugurata lo scorso 21

aprile, che rientra nell’ormai storico appuntamento (giunto alla ventesima edizione)

con la scultura contemporanea di grandi dimensioni, organizzata nel suggestivo

scenario di Castel Pergine. L’esposizione ha per titolo “i Macromondi spezzati”,

rappresentati dalle maestose sculture in metallo realizzate dall’artista torinese,

autore della Medaglia Spadolini. Si tratta di volumi possenti che si oppongono o

interagiscono con l’ambiente. La mostra, patrocinata dalla Provincia Autonoma

di Trento e dal Comune di Pergine Valsugana, è stimolante e spettacolare in un

rapporto diretto con il castello che si erge sul colle di Tegazzo, una collinetta a est

di Pergine Valsugana. E’ stata infatti allestita negli spazi aperti tra le cinta murarie

e nei saloni del Castello, ed è documentata da un prezioso catalogo bilingue (ita-

liano - tedesco). La mostra, si potrà visitare tutti i giorni con ingresso libero fino

al 4 novembre 2012 (lunedì dalle 17 alle 22). Nato nel 1942, Riccardo Cordero

vive a Torino, dove si è formato ed è stato docente di scultura. Attivissimo pro-

motore culturale, ha sempre guardato con attenzione alla ricerca contemporanea,

pervenendo alla definizione di un linguaggio espressivo autonomo, riferito alle più

importanti tendenze internazionali. Ha privilegiato la progettazione tridimensionale

nell’ambiente e sue opere figurano in numerosi siti pubblici, musei e prestigiose

collezioni in tutto il mondo, dagli U.S.A. alla Cina. La Medaglia Spadolini, molto

ambita, commemorativa dei 150 Anni delle Celebrazioni dell’Unita d’Italia, realiz-

zata in un numero limitato di copie, è una delle sue ultime realizzazioni. La Medaglia

che sarà coniata nel 2012, oltre al logo del premio e della Fondazione Nuova Anto-

logia, al posto delle tre bandierine simbolo del Giubileo della Nazione, avrà inciso il

logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List che ci accompagnerà

per tutto il 2012. La nuova illustrazione interagisce con l’emblema rotondo, che

rappresenta un simbolo di tutela globale per il patrimonio di tutta l’umanità dal

1972. Il cerchio che racchiude un quadrato posto al suo interno, le due figure geo-

metriche, rappresentano rispettivamente i beni naturali e quelli culturali, è situato

sulla sinistra. In questo simbolo

c’è tutto, ed ogni persona vede

attraverso gli occhi della propria

sensibilità e il fatto curioso è che

scopre sempre cose nuove. E’

un disegno accattivante, meno

rigoroso dell’illustrazione del

tempio di Apollo Epikorios che si

trova nella regione di Messenia,

in Grecia. Un logo conosciuto a

livello planetario.

Mostra a Percine Valsugana dello scultore che ha modellato la Medaglia Spadolini

I Macromondi spezzati di Riccardo Cordero

da promuovere per un’idonea replica-

zione su tutto il territorio nazionale. Le

candidature avranno per oggetto pro-

getti e iniziative, modelli e metodi di

sviluppo che, a giudizio dei proponenti,

identificano il proprio territorio come

“sostenibile”, infatti si parla nel bando

di applicazioni semplici e concrete,

rivolgendosi a quell’entità composita,

in un certo senso impalpabile, che è

il local. Esaminata la Sezione 2, che è

stata leggermente modificata (l’impor-

tante riconoscimento è conferito alle

associazioni o cittadini che hanno avuto

un ruolo di primo piano nelle azioni di

difesa del paesaggio), poniamo l’atten-

zione sulla categoria (Sezione 3) che

riguarda i progetti di riqualificazione dei

territori agricoli che rappresentano uno

strumento importante di promozione

della cultura locale. Una categoria

(Sezione 4) pone l’attenzione sul set-

tore privato e sulle imprese virtuose

e innovative: il Premio vuole essere

un riconoscimento alle imprese e

alle istituzioni del settore privato per

valorizzare l’azione di promozione

della cultura ambientale ed energe-

tica sostenibile da parte degli attori

del panorama nazionale provenienti

da settori diversi da quello pubblico.

Discorso a parte per la Sezione Speciale

dedicata ai protagonisti della comuni-

cazione, media, nuovi media e emit-

tenti televisive nazionali e regionali (la

selezione sarà effettuata direttamente

dalla Commissione Giudicatrice).

Le televisioni e i media hanno aiutato a

far crescere il Premio che aveva dedi-

cato, nel 2011, il focus alle celebrazioni

dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dando

un sostegno concreto alla diffusione su

scala nazionale dell’iniziativa. Il Premio

si è avvalso della collaborazione dei

principali giornali (Corriere della Sera, la

Stampa, il Resto del Carlino, la Repub-

blica, la Nazione, il Giorno) ma anche del

sostegno determinante delle principali

reti televisive nazionali: Tg2, le rubriche

del Tg2; TGR, le rubriche della TGR

La Medaglia Spadolini conferita nella passata edizione alla Regione Abruzzo (Sezione 1) ritirata dal Presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra, dal direttore generale della Regione Abruzzo Antonio Sorgi e dall’Assessore del Comune di Teramo Sandro Cozzi.

I Macromondi spezzati

Una scultura di Riccardo Cordero esposta a Percine Valsugana.

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(Prodotto Italia, RegionEuropa, il Settimanale della TGR); Rai International; Rai

Parlamento, le rubriche di Rai Parlamento (Quelli che.. e programmi radiofonici);

la struttura Rai 150 e la Storia Siamo Noi, coordinate da Giovanni Minoli hanno

realizzato una puntata speciale dedicata al grande statista. Saranno presenti per

l’edizione del 2012 sulla ribalta di Trento nomi noti (ancora top secret) della cultura

e della televisione per dare uno riconoscimento ufficiale (anche alla carriera) a

chi ha dedicato tempo alla cultura della sostenibilità ambientale, raccontandola

attraverso le immagini.

Il Premio vuole stare dietro ai fattiL’iniziativa, dalla forte matrice toscana (oltre alla Fondazione Spadolini Nuova

Antologia ha fornito un concreto contributo per far decollare il progetto il Distretto

delle Energie Rinnovabili), ha stabilito un percorso privilegiato con il Consorzio

dei Comuni Trentini, per far nascere il seme della continuità nella promozione

del Premio ed interagendo con una platea assai ampia lungo tutta la penisola,

apertamente schierata dalla parte del territorio. D’altro canto le motivazioni e

l’ispirazione del progetto sono legate al ricordo vivo di Giovanni Spadolini, fon-

datore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, del suo impegno culturale,

politico, civile in una dimensione italiana ed europea. Un capitolo a parte riguarda

l’attualità: un’assegnazione fuori concorso della Medaglia Spadolini già, peraltro,

prevista dall’ordinamento interno del Concorso, sulla scorta della positiva espe-

rienza della passata edizione, potrebbe esserci anche quest’anno. Significativo fu

lo scorso anno, il conferimento della Medaglia Spadolini alla memoria del Sindaco

di Pollica Angelo Vassallo, vittima di agguato malavitoso, per il suo impegno nella

lotta alle pratiche illegali e nella difesa dell’ambiente e del proprio Comune dalle

speculazioni. Una seconda Medaglia Spadolini, fuori concorso, ritirata da Giu-

seppe Catania, Sindaco della città di Venaria Reale, ci pone importanti interroga-

tivi sulla tutela del patrimonio dei beni

culturali e ambientali: la località venne

scelta da Giovanni Spadolini, all’inizio

della sua carriera di Ministro per un

primo intervento di recupero della

Reggia, oggi polo culturale di grande

attrazione: una storia, fino ad oggi non

conosciuta, tutta da raccontare perché

sollecitata da Aldo Moro e dall’editore

Giulio Einaudi. Similmente la Commis-

sione Giudicatrice e gli organizzatori

del Premio vogliono cogliere i fatti di

recente attualità, esaminandoli con la

lente d’ ingrandimento di chi vigila sulle

iniziative avviate sul territorio nazio-

nale, dove spesso si registrano emer-

genze, anche gravi. Recentemente il

Ministro dell’Ambiente Corrado Clini

ha annunciato un Piano nazionale per la

sicurezza del territorio. Anche questo

è il senso del Premio Eco and the City

Giovanni Spadolini, che vuole rimar-

care la vitalità dei luoghi individuati

come un cantiere aperto di idee, adot-

tando politiche e misure finalizzate a

prevenire il ripetersi di questi drammi.

Luigi Letteriello

Il Convegno viene organizzato a Trento. Conoscere Padre ChiniIl curatore Pietro Laureano, esperto UNESCO per le zone aride, inviterà relatori da tutto il mondo per affrontare la tematica delle conoscenze tradizionali nella sua complessità di definizione storica e nelle sue implicazioni operative.

Altro appuntamento giovedì 9 novembre 2012 radunerà architetti, archeologi, storici e studiosi attorno al

tema: “I costruttori di Oasi: le conoscenze tradizionali per rispondere alla crisi globale”. Un Convegno a

Trento per studiare questa problematica fondamentale nella ricerca di soluzioni e tecniche desunte dalla

tradizione e di proposte innovative e sostenibili alle crisi climatiche e ambientali. Il Convegno viene organizzato a

Trento perché centrale nella realizzazione di oasi è la figura di Padre Eusebio Chini, originario di queste terre. Al

Convegno è prevista la partecipazione di studiosi provenienti da Tucson in Arizona, dove Eusebio Chini operò e

condusse le sue prime missioni. Insieme ad essi, potranno giungere a Trento rappresentanti delle popolazioni native

americane, dei popoli Masai, e ospiti da tutto il mondo per affrontare questa tematica nella sua complessità di

definizione storica e nelle sue implicazioni operative. Il Convegno sarà curato da Pietro Laureano, esperto UNESCO

per le zone aride, uno dei primi studiosi di Oasi, e coordinatore di progetti di studio e realizzazione delle stesse.

Studiosi locali presenteranno l’opera di Padre Chini e sarà organizzata una visita al Museo di Segno, a progetti della

Provincia di Trento di alto valore ecologico e ogni ecomusei del territorio.

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Il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico,

ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività

economica e, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo

adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro.

Inoltre coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta

una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa,

contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri

umani e al consolidamento dell’identità europea.

L’ incalzante globalizzazione, come i processi di emancipazione e demo-

cratizzazione delle società, dai processi di deregulation all’omologazione

dilagante che ne deriva, stanno in maniera dirompente disgregando la

coesione e l’identità delle comunità. Una situazione preoccupante che vede, da

un lato, il rischio di una perdita totale dei valori condivisi che legano le persone in

comunità e le comunità al loro territorio e, dall’altro, insicurezza ansia e disagio

che rischiano di sfociare in atteggiamenti localistici e di chiusura.

In tale complesso contesto emergono convenzioni e accordi che, promossi dai

livelli internazionali e comunitari (UNESCO e Consiglio d’Europa), trovano sul

territorio interessanti forme di aggregazione e percorsi attraverso cui gli individui

possono trovare una strada per riscoprire denominatori comuni, in una parola

per essere ancora e nuovamente comunità. Il Comitato del Patrimonio Mondiale

nella sua 16a sessione (Santa Fe 1992) inserisce nelle linee guida operative

per l’attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale i “Paesaggi cultu-rali”. Beni che rappresentano “opere combinate della natura e dell’uomo”, in

continuità con l’evoluzione della società umana e con lo scorrere del tempo. Il

Consiglio d’Europa il 20 ottobre del 2000 promuove a Firenze la Convenzione

Europea del Paesaggio, costatando che il paesaggio svolge importanti funzioni

di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e

costituisce una risorsa favorevole all’attività economica, e che, se salvaguardato,

gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti

di lavoro, aggiungendo che il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture

locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale

e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione

degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea. La nostra società,

in continuo e repentino cambiamento, ai ritmi esasperati delle trasformazioni

economiche, sociali, tecnologiche e ambientali dettate dall’era globale, è sempre

più consapevole che la propria identità non è, e non potrà essere, statica, rigida

ed immutabile. Un’identità del presente, viva e mutevole, che non è sbiadita e

nostalgica copia di un passato perduto, né volontà di riscatto di origini etniche

o territoriali, bensì soggetto attivo capace di arricchirsi di ogni stimolo nuovo

armonizzandolo e legandolo agli altri, in una indispensabile prospettiva di coe-

sione comune. Questi assunti aprono a nuove frontiere di responsabilità per la

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Paesaggi condivisi

Paesaggi, parchi e distretti culturali.

tutela attiva del patrimonio culturale

con iniziative e processi di significa-

tiva sperimentazione che lega i beni

all’identità territoriale e ne determina

straordinarie forme di rispetto e

valorizzazione. E’ il caso dei Parchi Culturali, esperienze sviluppatesi

nel corso del 2009 e del 2010 dalla

Fondazione per il Libro, la Musica e la

Cultura che ha elaborato una proposta

in due distinte aree: quella del Parco

Paesaggio Umano nelle province di

Cuneo, Asti e Alessandria, e quella del

Parco Culturale Terre di Vino e di Riso

nell’area del Nord Piemonte che gra-

vita attorno a Ghemme e all’asse del

fiume Sesia, estesi in questa ultima

edizione del Salone del Libro di Torino

alla proposta del Parco Culturale “Pie-

monte Paesaggio Umano”. “Teatri e

castelli, boschi e cantine, biblioteche

civiche e imprese private. Ciascuno

ha concorso con le proprie vocazioni

e specificità a posare le prime pietre di

questo equilibrio affascinante fra cul-

tura materiale e immateriale, fra luoghi

e flussi. Una vera e propria esercita-

zione di metodo: una prova virtuosa

di sussidiarietà orizzontale e verticale

che supera i tradizionali modelli della

partnership e della sponsorship per

offrire interessanti elementi di ana-

lisi sulla cultura del futuro e sulle sue

possibili, inedite modalità di orga-

nizzazione e sostentamento”. Ma

ancora, i Distretti Culturali, modello

di sviluppo territoriale, in cui la fina-

lità prima è la valorizzazione dei beni

culturali presenti, non si costituiscono

in maniera spontanea. Pur essendo i

beni una dotazione già appartenente

al territorio, infatti, spesso l’imple-

mentazione di un distretto culturale

è il risultato finale di un progetto e, in

quanto tale, necessita di un’autorità

che definisca una strategia di inter-

vento per il territorio, e che ne individui

la forma più appropriata di gestione, in

cui gli attori pubblici e privati cooperino

per la concretizzazione degli obiettivi. Domenico Nicoletti (al centro), coordinatore dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino con il Presidente dell’Osservatorio avv. Angelo Paladino e il Sindaco di Pollica, promotore del Manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”.In alto: lo scalone Vanvitelliano della Certosa di Padula.

Il chiostro grande (celle dei monaci e giardini, appartamento del priore, biblioteca) della Certosa di San Lorenzo di Padula. Oggi la Certosa, riconosciuto Patrimonio

dell’Umanità, ospita l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco latino.

Page 24: ENERGEO MAGAZINE Anno V Marzo-Aprile 2012

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Anno V - marzo/aprile 2012

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Recentemente si è affermato il concetto di distretto culturale evoluto: esso

è fondato sul presupposto concernente l’esistenza di complementarità stra-

tegiche tra filiere culturali differenti, appartenenti a settori produttivi diversi.

Il distretto culturale evoluto si caratterizza, inoltre, per una combinazione di

elementi organizzativi che nasce da un complesso processo di contrattazione

tra i vari attori locali coinvolti nel processo di sviluppo e dal ruolo specifico che

ciascuno di essi assume in uno specifico contesto locale.

La competitività del sistema economico, in questo caso, sarà maggiore e dipen-

derà in misura crescente dalla presenza di elementi quali:

1. La collocazione, nell’ambito del territorio locale, di un appropriato

sistema di infrastrutture culturali e ricreative;

2. Un sistema sociale ben integrato, reso adeguatamente partecipe

del progetto di sviluppo grazie all’ introduzione di risorse e politiche

destinate alla partecipazione degli individui;

3. La presenza di un sistema formativo di livello elevato;

4. Un sistema economico-produttivo che consenta l’interazione

con gli attori preesistenti.

Le caratteristiche distintive per la creazione di un sistema territoriale competitivo

sono quindi individuabili nella:

• Presenza, a livello locale, di attività economiche, nei campi

della produzione di beni e di servizi ad alto valore aggiunto,

in grado di favorire la circolazione delle conoscenze e di generare

innovazione;

• Presenza di capitale umano di elevata qualità, che si approcci

in modo creativo alla produzione e alla risoluzione di problematiche;

• Possibilità di costituire un network in grado di collegare industria

privata e istituzioni pubbliche, istituzioni culturali e sistema educativo,

strutture comunitarie, associazioni;

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ARE• Possibilità di vivere e lavorare

in un luogo ricco di infrastrutture

culturali e sportivo/ricreative

che la presenza di diversità

culturale renda luoghi

di formazione e arricchimento

personale dell’individuo attraverso

momenti di confronto e scambio

relazionale con altre persone

e culture.

Le forme di cooperazione

che rendono possibile

la creazione di sistemi di obiettivi

condivisi possono dare avvio

ad un processo di trasformazione

del territorio, che consenta

un orientamento crescente

verso la creazione e la diffusione

di conoscenza.

Esemplare in tal senso il Distretto

culturale Rovereto-Trento (Trentino-

Alto Adige). Le città di Rovereto e

Trento si rendono animatrici, grazie

alla presenza del MART (Museo d’Arte

moderna e Contemporanea di Trento

e Rovereto), del fermento culturale

della regione del Trentino-Alto Adige/

Sudtirol, la quale si sta palesando, negli

ultimi anni, come un esempio di best

practice nella valorizzazione del terri-

torio attraverso l’arte e la cultura. Il

Mart si è affermato sulla scena nazio-

nale e internazionale, dando grande

visibilità, così, al territorio trentino (in

particolare all’asse culturale Rove-

reto-Trento). Il ruolo fondamentale del

museo è quello di propagare energia

ed innovazione in un contesto territo-

riale che moltiplica continuamente la

propria offerta culturale e fa di essa

un fattore di rinnovamento e di svi-

luppo del territorio. Il museo è stato

inaugurato il 15 dicembre 2002, ed è

una struttura specializzata su Futuri-

smo e Novecento. Il Mart si articola

in tre sedi (MartRovereto, sede princi-

pale, dedicata alle collezioni di arte del

‘900 e della contemporaneità, ai fondi

archivistici e bibliografici; MartTrento,

Palazzo delle Albere, sede delle col-

lezioni di arte dell’800 e Casa Museo

Depero, a Rovereto, dedicata al Futu-

rismo), aspetto che rende chiara la

nascita di un vero e proprio distretto

culturale che coinvolge la città di Rove-

reto e il capoluogo trentino.

Ancora di rilevante interesse, i Parchi letterari, un approccio che integri il

turismo culturale alla conservazione

dei beni culturali e dell’ambiente, met-

tendo in risalto la stretta relazione fra

sviluppo turistico, crescita economica

e conservazione del patrimonio culturale ed ambientale, guarda con attenzione

anche al Patrimonio Immateriale attraverso la promozione di manifestazioni

finalizzate alla valorizzazione della letteratura orale e scritta, delle cerimonie,

delle tradizioni imprenditoriali, artigianali ed enogastronomiche.

La salvaguardia e la valorizzazione dei luoghi dell’ispirazione letteraria nati dall’i-

dea e dall’opera di Stanislao Nievo, sono elementi di grande importanza per

promuovere nel territorio nazionale e internazionale la conoscenza del nostro

paesaggio culturale nel suo complesso, facendone allo stesso tempo un motore

economico. Sono i luoghi stessi che comunicano le medesime sensazioni che

hanno ispirato tanti autori per le loro opere e che i Parchi intendono fare rivivere

al visitatore elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e

la sua creatività, attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle

tradizioni del luogo.

Un metodo di interpretazione dello spazio che consente di reinterpretare il ter-

ritorio e di dare un significato ai luoghi in un equilibrato connubio tra paesaggio,

patrimonio culturale e attività economiche.

Il lettore diventa visitatore e dispone così di una chiave di lettura che stimola la

visita di località altrimenti considerate solo per il loro panorama, e partecipa alla

loro salvaguardia. Per questi motivi I Parchi Letterari sono fatti di accoglienza, di

visite guidate, di eventi spettacolarizzati, e prevedano la possibilità di coinvolgere

anche le realtà imprenditoriali identificative dall’enogastronomia all’artigianato.

La letteratura diventa anche un mezzo per contribuire a tutelare l’ambiente

inteso come luogo dell’ispirazione; un metodo originale che attraverso gli autori

interpreta i luoghi come insieme di risorse ambientali,sociali, storiche, artistiche

e di tradizioni.

Uno strumento di sviluppo sostenibile che gratifichi il territorio e distribuisca

benefici socio-economici attraverso un indotto diversificato.

In questo ambito, e per propria missione opera l’Osservatorio Europeo del

Paesaggio (OEP) che sulla scorta delle Raccomandazioni CM / Rec (2008) 3 del

Comitato dei Ministri degli Stati membri del Consiglio d’Europa sugli orienta-

menti per l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio ha il compito di:

Il Museo d’Arte Moderna e contemporanea di Rovereto (Mart).

Il tracciato del tratturo Magno che collega l’Aquila con Foggia.Un gregge sul tratturo a Cugnoli.

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• Descrivere la condizione

dei paesaggi in un dato periodo

di tempo;

• Scambiare informazioni sulle

politiche e le esperienze

in materia di protezione,

la gestione e la pianificazione

dei paesaggi e il livello

della partecipazione alle scelte

ai vari livelli decisionali;

• Utilizzare ed elaborare documenti

storici sui paesaggi per la

comprensione e l’interpretazione

dei livelli evolutivi del paesaggio

(banche dati, archivi, testi,

fotografie, ecc);

• Elaborare indicatori quantitativi

e qualitativi per valutare l’efficacia

delle politiche del paesaggio

secondo le linee guida del Coe;

• Fornire dati ed informazioni

che portano ad una comprensione

delle tendenze e delle previsioni

di scenari (forward-looking);

• Scambiare informazioni

ed esperienze tra le regioni

del mediterraneo e le comunità

territoriali, comprese quelle già

in atto, basate su esemplarità

ed integrazione delle politiche,

sociali, ecologiche e culturale

per il paesaggio.

L’OEP si pone come obiettivo strate-

gico l’applicazione della CEP ispiran-

dosi ai seguenti principi:

a. riconoscere il paesaggio in quanto

componente essenziale del contesto

di vita delle popolazioni, espressione

della diversità del loro comune patri-

monio culturale e naturale e fonda-

mento della loro identità;

b. stabilire ed attuare politiche pae-

saggistiche volte alla protezione, alla

gestione, alla pianificazione dei pae-

saggi tramite l’adozione delle misure

specifiche nel rispetto della CEP;

c. avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regio-

nali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle

politiche paesaggistiche;

d. promuovere il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanisti-

che e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico,

nonché nelle altre politiche che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul

paesaggio. L’Osservatorio è istituito secondo il modello del Gruppo Europeo di

Cooperazione Territoriale (GECT), nuovo strumento giuridico europeo introdotto

dal regolamento (CE) n. 1082 del 5 luglio 2006 , ‘’al fine di superare gli ostacoli

che impediscono la cooperazione transfrontaliera e consentire la creazione, sul

territorio della Comunità, dei gruppi cooperativi dotati di personalità giuridica”.

La base giuridica di tale nuova figura del panorama europeo si ritrova nell’art.159

del Trattato di Roma per il quale, accanto ai Fondi Strutturali, possono disporsi

azioni specifiche per realizzare il perseguimento della coesione economica e

sociale prevista dal Trattato stesso e, in particolare, strumenti di cooperazione

a livello territoriale che permettano agli Stati membri e alle loro articolazioni

(regioni ed enti locali) di meglio coordinare gli interventi sinergici pur in contesti

di legislazioni e procedure nazionali differenti.

La cooperazione territoriale si attua in maniera conforme ai principi di sussi-

diarietà e proporzionalità, così come enunciati dall’art. 5 del Trattato istitutivo

della Comunità Europea, e non esclude la possibilità di far partecipare ad un

GECT entità territoriali di Paesi terzi. Il GECT ha la facoltà di attuare programmi

di cooperazione transfrontaliera cofinanziati dalla Comunità, segnatamente a

titolo dei Fondi strutturali in conformità

del regolamento CE relativo al Fondo

europeo di sviluppo regionale, nonché

programmi di cooperazione transna-

zionale e interregionale, oppure di

realizzare azioni di cooperazione tran-

sfrontaliera unicamente su iniziativa

degli Stati membri e delle loro regioni

ed enti locali, senza alcun intervento

finanziario della Comunità. Il GECT è

dotato di personalità giuridica ed ha

capacità di agire in nome e per conto

dei propri membri, segnatamente

degli enti regionali e locali da cui è

costituito. L’Osservatorio ha sede

nella Certosa di San Lorenzo in Padula

(Patrimonio Mondiale dell’Umanità).

L’Osservatorio opera monitorando

ed individuando strumenti e strategie

per il paesaggio, che a livello locale

trovano concreta applicazione con-

dividendo esperienze e programmi

di attività strettamente correlate ai

paesaggi locali; attività che vedono

la loro più efficace applicazione pro-

prio per il contributo di più parti ad

ispirarne l’attuazione. In relazione al

duplice contesto geografico di riferi-

mento, mediterraneo e nazionale, per

le attività svolte dall’OEP, sono state

individuate due linee di intervento: la prima linea di intervento riguarda le

attività istituzionali definite, in senso lato, internazionali, aventi ad oggetto

tutti i luoghi della cooperazione, volta a definire criteri, indirizzi e strategie,

oltre che a realizzare gli obiettivi dell’art. 6 della CEP (in questo settore

è attualmente in corso un programma EMPI per il Mediterraneo e un

programma di censimento delle aree naturali di Arco Latino; la seconda

linea di intervento comprende attività a connotazione locale (nazionale)

volte principalmente all’identificazione e alla conoscenza dei paesaggi del

territorio locale oltre che all’applicazione concreta di quei criteri e strategie

individuati dalla sinergia internazionale (con attività formative informative

e di integrazioni di reti di interessi comuni ad altre realtà operative come

nel caso del Premio Eco and City promosso dalla Fondazione Giovanni

Spadolini, la Banca Mondiale sulle Conoscenze tradizionali e il loro uso

innovativo (www.tkwb.org), l’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tra-

dizionali (ITKI), La Federazione dei Club e Centri UNESCO, la rete delle

aree protette, ecc.). Peraltro, è evidente che la demarcazione tra le due

linee d’intervento ha valore relativo, in quanto anche un’attività connotata

da elementi di specificità locale è può creare un patrimonio di conoscenze

ed esperienze, soprattutto in campo metodologico, che possono essere

“esportate” in altri contesti geografici, e, anzi, realizzare una tale “per-

meabilità” di competenze è proprio uno degli obiettivi principali dell’OEP.

In quest’ottica, i temi del Paesaggio, come indicati negli auspici della

Convenzione Europea del Paesaggio, rappresentano il campo di azione e

monitoraggio nelle declinazioni che il territorio e i suoi abitanti interpretano

e “percepiscono” funzionali alla qualità della vita.

Domenico Nicoletti,

Giornalista, Segretario Generale dell’OEP,

Docente presso l’Università di Salerno.

Il porticciolo di Acciaroli sul mare da bandiera Blu di Pollica.

Il vigneti delle Langhe. Sullo sfondo le Alpi Cozie e il Monviso.

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Nell’oasi toscana dei saperi, o più comunemente

Distretto delle Energie Rinnovabili, costituito per consentire il trasferimento

di conoscenze in materia di utilizzo di risorse

energetiche pulite e di esperienze maturate nel

loro ambito, si sviluppano e si confrontano le

competenze realizzate sia in ambito nazionale che

internazionale.

Non poteva mancare in questa carrellata di territori, un comprensorio dove

si fondono natura, arte, storia e il mistero del fumigante paesaggio. Ma

anche sviluppo ed eco sostenibilità. Un territorio che fuma e sbuffa:

la magica atmosfera si coglie quasi d’istinto attorno a fumarole, biancane e

sorgenti calde, in una natura potente e magica, unica al mondo, ricca di odori,

suggestioni e paesaggi straordinari. Un’altra Toscana spalanca le braccia agli arditi

profili di tanti piccoli paesi emergenti sui dorsi dei colli, tra prati verdissimi e fitta

vegetazione, incastonati nel verde intenso di estesi boschi di querce e castagni.

Ad occhio, in questa Toscana che sa di zolfo, sono almeno una ventina i borghi

- con le frazioni sparse qua e là, in un territorio ricco di sorgenti naturali calde,

lagoni, putizze, emergenze geotermiche - interessati allo sviluppo di un nuovo

spazio tecnologico, definito “l’oasi toscana dei saperi”, o più comunemente

Distretto delle Energie Rinnovabili, costituito per consentire il trasferimento di

conoscenze in materia di utilizzo di risorse energetiche pulite e di esperienze

maturate nel loro ambito, in sinergia con altre competenze realizzate sia in

ambito nazionale che internazionale. Quelli dei bollori nelle vasche, il sibilo e

il brontolio che annunciano la nebbia di acque salse, di solfatare, di lagoni o

fumacchi sono rumori consueti in questo territorio che occupa una superficie di

1.200 chilometri quadrati: il groviglio di letti di fiumi, borri, torrenti caratterizzano

queste antiche valli già abitate dagli Etruschi. Qui la terra fuma da sempre e

naturalmente, poi cominciano i bianchi fuochi fatui (le biancane), con il fuoco

del profondo che freme e alimenta le fumarole e i getti di vapore, considerati

come segni dell’esistenza di Divinità sotterranee (alcune delle quali benevole,

altre malvagie e pericolose), conosciute già nel Paleolitico. Le emissioni di

vapore acqueo e di gas si sprigionano dal profondo, energia indispensabile per

lo sfruttamento geotermico. E poi c’è il territorio del Parco Nazionale delle Col-

line Metallifere, entrato il 1 ottobre 2010 ufficialmente nella rete dei geoparchi

UNESCO, qualificandosi con il nome di Tuscan Mining Geopark.

Ed ancora: la prima Comunità Mondiale del Cibo ad Energia Rinnovabile, frutto

di un’intesa tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità,

e Co.SVI.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), che hanno

avviato nel 2008 un’iniziativa assolutamente nuova, individuando soluzioni ap-

propriate per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio

energetico e per la tutela dell’ambiente, anche attraverso l’utilizzo diretto del

vapore endogeno e di altre fonti energetiche rinnovabili.

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Energie per l’ambiente e il territorio

Alla scoperta di un fumigante paesaggio.

Ce n’è abbastanza per motivare l’inclusione di questo territorio (l’attività del

Co.SVI.G. si estende anche ai Comuni del Monte Amiata) nella Rete Angelo Vas-

sallo, la Rete delle Reti promossa, in occasione del 40° Anniversario della World

Heritage List, dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio

Europeo del Paesaggio di Arco Latino, coinvolgendo i rappresentanti di territori

che custodiscono autentici patrimoni culturali ed ambientali, impegnati in azioni

collettive di tutela del paesaggio (culturale e letterario, ambientale e naturale),

per stabilire una interconnessione tra le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali.

L’obiettivo è fare sistema L’obiettivo è di stabilire una migliore conoscenza tra territori e paesaggi anche

se già organizzati localmente per contribuire a formare una cultura consapevole

della sostenibilità, lanciando in questa occasione di riflessione, un messaggio

forte e chiaro per la salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano, e

l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire, lungo tutta la

penisola. C’è una curiosità in questa storia: la prima traccia dei Percorsi

Sostenibili, ora in evoluzione sull’intero territorio nazionale, perché abbi-

nata alle strategie del Premio e della Commissione Nazionale Italiana

per l’UNESCO, è stata lasciata proprio da queste parti, dove è matu-

rata l’idea di un Premio che facesse da collante fra le varie iniziative

avviate sull’intero territorio nazionale. Ricorda Piero Ceccarelli,

Presidente di Co.SVI.G. “Il progetto si è sviluppato proprio nel

nostro comprensorio geotermico, con un programma articolato

e ambizioso, visti i risultati, funzionale per far confrontare

tanti territori che hanno fatto scelte sostenibili diverse per

promuovere l’economia green”. Un comprensorio che è stato

definito il crocevia delle iniziative avviate in Italia, dove c’è la

possibilità concreta di sperimentare un percorso di sviluppo

sostenibile del territorio attraverso la produzione e l’uso di

energia da fonti rinnovabili, legando questi processi alle carat-

teristiche e tradizioni dell’area e all’innovazione tecnologica, è

diventato la piattaforma di lancio di un

progetto destinato a varcare i confini

nazionali. “Fondamentale - aggiunge

- l’alleanza con la Fondazione Spado-

lini Nuova Antologia e con il perio-

dico Energeo Magazine e,

in una fase successiva, con

la Commissione Nazionale

Italiana per l’UNESCO per far

segnare uno step importante

nella storia del Premio, dedi-

cato allo statista Giovanni Spa-

dolini”. La tempestività con cui

nel Distretto è stato colto questo

interessantissimo processo - che

si è ulteriormente sviluppato negli

ultimi anni non soltanto per far rico-

noscere i propri luoghi per le carat-

teristiche turistiche, ma anche per il

raggiungimento della consapevolezza

di applicare nuove formule sostenibili

nel rispetto dell’ambiente, della tutela

del paesaggio e del risparmio ener-

getico - fa scuola. Anche perché si è

capito che quando un territorio pro-

getta il suo futuro, dichiara subito la

sua vera identità, è facile che il nuovo

modello di sviluppo adottato possa

essere confrontato con altre realtà.

Ecco perché il Distretto entra a pieno

titolo, da protagonista, nella RETE che

vuole raccogliere i luoghi con una gran

voglia d’identità.

L. L.

Piero Ceccarelli, Presidente del Co.Svi.G.

Ce n’è abbastanza per motivare l’inclusione di questo territorio (l’attività del

diventato la piattaforma di lancio di un

progetto destinato a varcare i confini

nazionali. “Fondamentale

- l’alleanza con la Fondazione Spado-

lini Nuova Antologia e con il perio-

dico Energeo Magazine e,

in una fase successiva, con

la Commissione Nazionale

Italiana per l’UNESCO per far

segnare uno step importante

nella storia del Premio, dedi-

cato allo statista Giovanni Spa-

dolini”.

nel Distretto è stato colto questo

interessantissimo processo - che

si è ulteriormente sviluppato negli

ultimi anni non soltanto per far rico-

noscere i propri luoghi per le carat-

teristiche turistiche, ma anche per il

raggiungimento della consapevolezza

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Nel corso degli ultimi anni ha aderito a diversi progetti

europei nel campo delle fonti di energia rinnovabile,

risparmio ed efficienza energetica Molti i progetti sviluppati e conclusi dalla

Regione Abruzzo che promuovono da un lato la

cooperazione transfrontaliera, transnazionale e

interregionale e dall’altro lato lo sviluppo equilibrato del territorio. Essi consistono

in iniziative di cooperazione tra Paesi confinanti, inserite

nella politica europea di un mercato sempre più

allargato e complesso.

La Commissione Europea eroga fondi per realizzare progetti o attività in

relazione alle politiche dell’Unione europea inerenti ad esempio ricerca,

istruzione, sanità, ambiente, energia, gli aiuti umanitari, sviluppo rurale,

pari opportunità. Questi fondi possono essere destinati a organizzazioni private o

pubbliche; ogni anno, i servizi della Commissione che gestiscono le sovvenzioni,

pubblicano dei bandi con indicazione delle linee generali delle sovvenzioni che

sono previste nel corso dell’anno (area di attività, obiettivi, tempi, budget disponi-

bile, condizioni di aggiudicazione). Gli interessati, secondo quanto indicato dagli

specifici bandi, presentano attraverso procedure telematiche, una proposta di

azione/progetto che corrisponde agli obiettivi perseguiti e soddisfa le condizioni

richieste. In generale la presentazione di un progetto viene fatta da un gruppo di

soggetti (pubblici e privati, nazionali ed esteri) chiamati “consorzio” che svolgono

insieme le attività di progetto e lo attuano nel proprio territorio.

Tutte le domande vengono valutate sulla base di criteri prefissati e sulla base del

principio di trasparenza, successivamente i servizi della Commissione pubblicano

sui loro siti Internet l’elenco delle sovvenzioni concesse. In linea generale i fondi

sono una forma di finanziamento complementare. L’Unione europea non finanzia

i progetti fino al 100% (ad eccezioni di alcuni progetti che si svolgono al di fuori

dell’Unione europea); inoltre non possono essere concessi con effetto retroattivo

per le azioni che sono già completate. I progetti prevedono l’attuazione di azioni

pluriennali, studi, ricerche, attività di informazione e formazione dei cittadini e

degli addetti ai lavori. Fonte(http://ec.europa.eu/grants). La Regione Abruzzo

Servizio Energia, vincitrice della Medaglia Spadolini, ha intrapreso in collabora-

zione con Energeo Magazine, un ruolo guida per favorire la divulgazione delle

buone pratiche. Nel corso degli ultimi anni ha aderito a questi programmi con

diversi progetti europei nel campo delle fonti di energia rinnovabile, risparmio ed

efficienza energetica. Qui di seguito una sintesi delle attività svolte allo scopo di

informare il lettore sulle molteplici possibilità offerte dai fondi europei ed altresì

i numerosi campi di applicazione. I Progetti INTERREG promuovono da un lato

la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale e dall’altro lato

lo sviluppo equilibrato del territorio. Essi consistono in iniziative di cooperazione

tra Paesi confinanti, inserite nella politica europea di un mercato sempre più

allargato e complesso. Tra questi la Regione Abruzzo ha già concluso:

Enerwood: energia rinnovabile e patrimonio boschivo. Il progetto ha avuto come

obiettivo la Ricognizione delle tecnologie consolidate e innovative per la pro-

duzione di energia da fonte rinnovabile, la Creazione di una banca dati comune

per una migliore gestione delle risorse boschive, delle attività agricole connesse

e uno sviluppo sostenibile dei territori (progetto realizzato con Molise, Puglia,

Provincia di L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara, Università di L’Aquila, Università di

Chieti, di Lecce, Abruzzo promozione Turismo, Croazia, Serbia, Slovenia, Albania).

Con Regenergy è stato affrontato il tema del riscaldamento e raffrescamento

con un approfondimento sul teleriscaldamento insieme a partners provenienti da

Spagna, Germania, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Regno Unito, Ungheria,

Italia, Lettonia, Estonia.

Enersun: Sviluppo e sperimentazione congiunta di un sistema di generazione

e stoccaggio di energia dal sole. Grazie a questo progetto è stato realizzato

un impianto fotovoltaico presso una struttura pubblica del comune di Pescara,

sono state fatta attività di informazione ai cittadini circa i benefici economici e

ambientali delle energia da fonti rinnovabili.

More4energy: promozione, sviluppo ed utilizzo delle fonti rinnovabili. Alla fine del

progetto, i partner hanno anche riportato la loro esperienza in un manuale pratico

per le strategie energetiche regionali, anche per dare un supporto alle regioni

partner meno avanzate nella definizione e nel miglioramento degli obiettivi delle

loro strategie energetiche sostenibili. Tale manuale include anche le linee guida

per un sistema di monitoraggio per valutare il progresso degli obiettivi energe-

tici identificati. Partner di progetto provenienti da Flevoland (NL), EPF/Gabrovo

(BG), Lazio (I), Maramures (RO),Norrbotten (S), Noord-Brabant (NL),Prahova

(RO), Västernorrland (S), Valencia (E), Grecia occidentale (GR). Il nuovo progetto

Regions4GreenGrowth prevede la continuazione delle attività svolte.

La Commissione Europea, attraverso il bando Intelligent Energy Europe, finanzia

progetti innovativi in efficienza energetica, sull’ utilizzo razionale di nuove e diver-

sificate fonti energetiche rinnovabili anche nel settore dei trasporti, erogando un

contributo sino al 75% del costo previsto. Il progetto deve essere presentato da

almeno tre persone giuridiche con sede in tre diversi paesi dell’Unione Europea

(imprese, enti locali, centri di ricerca).

Probio: Incoraggia l’integrazione la produzione e il consumo del biodie-

sel tramite lo sviluppo di iniziative concrete di mercato a livello locale,

attività di promozione e forma-

zione. Porgetto realizzato con Pro-

vince di Burgos, Ávila e Huelva

(Spagna), Regione Pomurje (Slovenia);

Biogas Regions: incoraggia la diffu-

sione di impianti di digestione ana-

erobica nel settore agricolo per la

produzione di Biogas per la produzione

di energia elettrica e calore.

Sono stati organizzati seminari e visite

guidate ad impianti esistenti per agri-

coltori, rappresentanti di enti pubblici

e tecnici, nonché brochure informative

sul biogas e studi di fattibilità di impianti

all’interno delle regioni partner di

progetto. Partner: Francia, Spagna,

Germania, Polonia, Austria, Belgio,

Slovenia, Regione Abruzzo (Italia),

Regno Unito.

Biomethane Regions (si tratta di un

progetto particolarmente innovativo

tuttora in corso): l’attività del pro-

getto Biogas Region continua con

attenzione particolare alla produzione

di Biometano dal Biogas, da usarsi

come combustibile per veicoli o da

immettersi nella normale rete del gas

metano.

Il Programma di Cooperazione tran-

sfrontaliero IPA-Adriatico, oltre alle

province adriatiche italiane, considera

eleggibili territori di Slovenia, Grecia

oltre che di Croazia, Bosnia Erzegovina,

Un disegno realizzato dai che ha partecipato al concorso Energiochi.

Una Regione a tutta Energia

La Regione Abruzzo, vincitrice della Medaglia Spadolini, ha intrapreso in collaborazione con Energeo Magazine, un ruolo guida per favorire la divulgazione delle buone pratiche.

Mauro Di Dalmazio, Assessore all’Ambiente.

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Montenegro, Albania e Serbia (solo per

progetti di cooperazione istituzionale).

Il programma IPA-Adriatico si pone l’o-

biettivo rafforzare la cooperazione e

lo sviluppo sostenibile della regione

adriatica attraverso la realizzazione di

iniziative riferite ai tre assi prioritari:

cooperazione economica, sociale e

istituzionale; risorse naturali e cultu-

rali e prevenzione dei rischi; accessi-

bilità e reti. Per il territorio italiano il

Programma è finanziato per l’85% da

fondi comunitari (FESR e IPA) e per il

restante 15% da fondi nazionali.

o Il progetto POWERED (l’iniziativa è

tuttora in corso) è finalizzato alla defi-

nizione di strategie e metodi condi-

visi per lo sviluppo dell’energia eolica

offshore in tutti i paesi che si affacciano

sul mare Adriatico. Lo scopo principale

del progetto è di stilare delle linee guida

per la realizzazione di parchi eolici off-

shore nel mare Adriatico compatibili

con la politica di pianificazione e con-

servazione condivisa fra i partner del

progetto. Parallelamente saranno indi-

viduati bacini marittimi di sviluppo per

la tecnologia energetica in oggetto.

Alterenergy - partner: soggetti isti-

tuzionali competenti nel settore

energetico (18 tra Regioni, Ministeri

e Agenzie pubbliche per l’energia)

di Italia (tutte le regioni adriatiche –

Regione Puglia, in qualità di Lead

partner), Slovenia, Croazia, Bosnia

Erzegovina, Serbia, Albania, Montene-

gro e Grecia. Il progetto (anch’esso in

fase di attuazione) punta a promuovere

lo sviluppo di una Comunità Adriatica

sostenibile dal punto di vista energe-

tico. In particolare, si intende promuo-

vere la sostenibilità energetica nelle

piccole comunità dell’area adriatica,

attraverso una gestione integrata e

sostenibile delle risorse energetiche

e della produzione da fonti rinnovabili.

Il progetto, pertanto, si concentra nello

sviluppo di modelli replicabili di gestione integrata e

sostenibile delle risorse energetiche per le piccole città

dell’area adriatica, migliorandone le capacità di pianifica-

zione e gestione degli interventi di risparmio energetico

e produzione di energia rinnovabile. Per quanto riguarda i

progetti South East Europe, essi sono cofinanziati dal Fondo

europeo di sviluppo regionale (FESR) ed hanno l’obiettivo di migliorare

“il processo d’integrazione territoriale, economico e sociale e contribuire alla

coesione, alla stabilità e alla competitività” mediante lo sviluppo di partenariati

transnazionali. Il programma si impernia su quattro priorità tematiche: innova-

zione, ambiente, accessibilità e sviluppo urbano sostenibile. Ciò costituisce

un’opportunità concreta per i Balcani occidentali di avvicinarsi all’Unione europea

e di approfondire le relazioni con i paesi viciniori dell’UE. In particolare il progetto

EFFECT (in corso di svolgimento con altri 15 partner) nasce dalla necessità di

innovare le procedure degli appalti pubblici e stimolare la loro integrazione con

criteri di efficienza energetica. Tale attività permette alla Regione Abruzzo di

approfondire nuove tematiche e conoscere meglio il proprio territorio, verificando

anche quali possono essere le tecnologie che meglio si adattano alle potenzialità

della Regione. Importanti sono anche le attività di informazione e formazione

dei cittadini, per una migliore accettazione e comprensione di tecnologie che

magari ancora non sono presenti nel territorio, nonché la formazione di tecnici

e imprenditori abruzzesi.

Rubrica a cura della

Prof.ssa Iris Flacco - Dirigente Servizio Politica Energetica Qualità dell’Aria, SINA

Ing. Alessandra Santini - Direzione Servizi Politica Energetica della Regione Abruzzo

Per maggiori dettagli www.regione.abruzzo.it/xaraen

Fonti: (http://ec.europa.eu/grants) - www.fondieuropei2007-2013.it

www.regione.abruzzo.it/xaraen - www.powered-ipa-it

http://www.programmasee.it/ - http://www.balcanicaucaso.org/

“ Abbiamo fatto l’abitudine a vincere, ma fa sempre molto piacere, anche

perché adesso tocca ai giovani”. Così il governatore della Regione Abruzzo

Gianni Chiodi commenta la notizia, giunta da Bruxelles, che l’iniziativa

Energiochi, il concorso che coinvolge tutte le scuole Abruzzesi, è in nomination

per la categoria Istruzione al premio 2012 della Campagna Europea Sustainable

Energy Europe. Gongola il governatore: “Sono i nostri under 16 eccellenza: piccoli

campioni che crescono nella nostra terra dove nasce il seme della continuità nella

promozione della sostenibilità ambientale. Qualche mese fa è toccato ai grandi

che hanno conquistato la Medaglia Spadolini, speriamo che arrivi la statuetta

degli Awards”. La Campagna Energia Sostenibile per l’Europa è un’iniziativa

della Commissione Europea per accrescere la consapevolezza e la conoscenza

sui temi dell’energia ed inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi della

politica energetica comunitaria in materia di fonti di energia rinnovabili, efficienza

energetica, trasporti e combustibili alternativi. La premiazione, che si svolge nella

prestigiosa sala dell’Albert Hall di Bruxelles, si inserisce nella settimana europea

dell’energia sostenibile e, più in generale, nella campagna europea per l’energia

sostenibile. L’obiettivo di questo concorso internazionale è puntare i riflettori sulle

iniziative più notevoli, ambiziose e innovative nel settore dell’energia sostenibile

e premiare i progetti più meritevoli. Inoltre, con questi premi (una statuetta che

riproduce il logo della Campagna SEE) si intende favorire lo sviluppo delle più

recenti iniziative in materia di energia in Europa.

I vincitori possono essere progetti elaborati nell’UE ma anche partecipanti e

beneficiari internazionali. Il concorso Energiochi, organizzato dal Servizio Poli-

tica Energetica della Regione Abruzzo, unitamente al Ministero dell’Istruzione,

dell’Università e della Ricerca, all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università

degli Studi dell’Aquila, Teramo, Chieti e Pescara, è già alla sua settima edizione

e vede ogni hanno la partecipazione di oltre 10.000 studenti. Essere in nomi-

nation per la Campagna Sustenergy rappresenta un risultato importantissimo

poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui

temi dell’energia e la sua replicabilità anche in altre regioni italiane ed europee,

nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni

e gli insegnanti delle scuole. I vincitori delle diverse categorie saranno annunciati

il 19 giugno 2012 a Bruxelles durante la settimana dell’energia sostenibile.

La Settimana dell’Energia Sostenibile é un evento che si ripete ormai ogni anno

con l’obiettivo di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica europea sui temi

dell’energia e fare il punto della situazione sullo sviluppo della campagna. In tali

occasioni é possibile partecipare in tutta Europa a conferenze, workshop, attività

didattiche e visite ad aziende ed impianti che producono o utilizzano energia

rinnovabile e tecnologie per l’efficienza energetica. Il riconoscimento sarà asse-

gnato durante la Settimana europea dell’energia sostenibile, inserendosi nel più

ampio contesto della Campagna europea per l’energia sostenibile.

A margine di questa notizia, l’Assessore all’Ambiente e Energia della Regione,

Mauro Di Dalmazio, commentando il rapporto 2012 sulle fonti energetiche rin-

novabili che colloca l’Abruzzo tra le

regioni più virtuose del Paese, dice:

“Non è esagerato parlare di Abruzzo

come modello di riferimento di una

regione all’avanguardia che si sta

caratterizzando per aver messo in

campo una serie di politiche di svi-

luppo energetico che sono prese ad

esempio a livello nazionale ed euro-

peo. Su tutte, la nostra governance

sul Patto dei Sindaci, riconosciuta best

practice dall’Unione europea e che più

di tutte dà l’idea delle linee innovative

che propone l’Abruzzo’’. Con il Patto

dei Sindaci l’obiettivo della dissemi-

nazione su tutto il territorio regionale

di casi concreti di efficientamento

energetico e’ stato pienamente rag-

giunto con l’apertura di 650 cantieri

in Abruzzo. Il cittadino, in sostanza,

vede nel proprio comune, piccolo o

grande che sia, l’adeguamento di un

edificio pubblico con parametri di effi-

cientamento energetico. ‘’Non solo -

insiste l’Assessore - siamo regione

leader e capofila sull’eolico off-shore

con il progetto europeo Powered, che

ha ottenuto peraltro importanti ricono-

scimenti a livello europeo e nazionale.

Sullo stesso filone dell’energia, gui-

diamo anche il programma See Europe

Effect che è finalizzato a definire linee

per inserire nei bandi pubblici la valu-

tazione dell’efficienza energetica.

Un’attività a tutto campo compreso

il coinvolgimento dei più giovani -

conclude Di Dalmazio - che è anche

segnale di una politica sul territorio che

sta portando avanti questo governo

regionale: volevamo il coinvolgimento

di tutti su problemi che interessano

direttamente il cittadino. Se i risultati

sono questi, ci stiamo riuscendo’’.

Energiochi, il concorso che coinvolge tutte le scuole Abruzzesi, ha ottenuto la nomination per la categoria Istruzione al premio Awards 2012 della Campagna Europea Sustainable Energy Europe. Si tratta di un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua replicabilità anche in altre regioni italiane ed europee, nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni e gli insegnanti delle scuole.

A scuola d’Abruzzosviluppo di modelli replicabili di gestione integrata e

sostenibile delle risorse energetiche per le piccole città

dell’area adriatica, migliorandone le capacità di pianifica-

zione e gestione degli interventi di risparmio energetico

e produzione di energia rinnovabile. Per quanto riguarda i

progetti South East Europe, essi sono cofinanziati dal Fondo

europeo di sviluppo regionale (FESR) ed hanno l’obiettivo di migliorare

Il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi.

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A Firenze è stato creato un Istituto Internazionale

delle Conoscenze Tradizionali denominato

ITKI (International Traditional Knowledge

Institute) per mettere in rapporto la domanda di tecniche appropriate

crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800

siti UNESCO, con l’offerta di imprese che operano in

questo settore.

L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione la scienza

e la Cultura) ha promosso la creazione a Firenze di un Istituto Inter-

nazionale delle Conoscenze Tradizionali denominato ITKI (International

Traditional Knowledge Institute). L’Istituto ha la forma giuridica di un’associazione

privata creata da soci, sostenitori e fondazioni che possono aderire con varie

forme di contribuzione definite nello statuto. L’istituto è già operativo, ricono-

sciuto di fatto dall’UNESCO e avrà statuto formale alla Conferenza Generale

dell’UNESCO del 2013. L’Istituto è lo snodo di una rete internazionale preposta

all’inventario, alla salvaguardia e alla diffusione innovativa delle Conoscenze

Tradizionali. Si tratta di competenze, attività produttive, tecniche e pratiche anti-

che, tramandate attraverso le generazioni, diffuse nel territorio, utilizzate nella

gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture

e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono il sapere storico dell’u-

manità che ha permesso la realizzazione di prodotti, architetture e paesaggi di

valore universale. Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato

delle risorse naturali: acqua, suolo, energia. Si determina l’armonia architetto-

nica ed ambientale, la simbiosi tra le tecniche di organizzazione dello spazio,

le tradizioni, le consuetudini sociali e la fusione di funzionalità e bellezza. Oggi

queste conoscenze sono preziose sia per la gestione dei siti di valore sia per

una riproposizione innovativa come tecnologie capaci dare una risposta alla crisi

globale e di sviluppare innovazione sostenibile. Usare il sapere tradizionale non

significa riapplicare direttamente le tecniche del passato, ma cogliere la logica

di questo sistema di conoscenza e riapplicarla in modo creativo: le innovazioni

appropriate di oggi sono la conoscenza tradizionale di domani.

L’istituto ha il compito di creare una banca dati delle tecniche tradizionali e delle

tecnologie sostenibili, già avviata allo stato prototipale (ww.tkwb.org). Una volta

pienamente operativo il sito internet avrà una diffusione mondiale e diventerà il

portale privilegiato e un sistema di certificazione e diffusione per soluzioni, buone

pratiche e imprese impegnate in produzioni di qualità e nella diffusione della

eccellenza toscana nel mondo. Con questa iniziativa Firenze diventa lo snodo delle

attività UNESCO per la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile.

La conoscenza tradizionale e locale, infatti, è un fattore economico propulsivo

in diversi settori produttivi. I valori della tradizione, le pratiche di lavorazione e

le capacità artigianali, sono la base su

cui si fonda l’altissimo valore aggiunto

di produzioni di enorme importanza

economica. E’ un vanto per le case

di produzione più raffinate enumerare

tecniche tradizionali nei loro modi di

lavorazione e il successo di tante

imprese è proprio dovuto alla capacità

di avere incorporato la tradizione nei

loro processi o di essere localizzate

in ambienti e centri storici tradizionali.

Compito del Centro Internazionale

delle Conoscenze Tradizionali di

Firenze è inventariare le conoscenze

antiche e promuovere e diffondere

le pratiche di successo. Mettere

in rapporto la domanda di tecniche

appropriate crescente nel mondo,

e in particolare negli oltre 800 siti

UNESCO, con l’offerta di imprese che

operano in questo settore. Le imprese

appariranno sul portale UNESCO della

banca dati delle conoscenze tradizio-

nali con l’offerta di soluzioni e prodotti

innovativi in sintonia con la richiesta

crescente a livello internazionale di

sostenibilità e qualità e potranno

disporre di una vetrina esclusiva e di

prestigio per l’affermazione dei propri

prodotti a livello internazionale.

Una banca dati delle tecniche tradizionali e delle tecnologie sostenibili

L’iniziativa è stata promossa dall’UNESCO.

Yazd, Iran, il Centro Internazionale dei Qanat e delle strutture idrauliche, sede del convegno sulla Gestione delle Conoscenze Tradizionali Idriche.

Grande successo a Yazd (Iran) del primo congresso mondiale sulle conoscenze tradizionali.

Le Conoscenze Tradizionali per disegnare il futuro

Si è concluso a Yazd, in Iran, il primo congresso internazionale sulle Cono-

scenze Tradizionali per la gestione delle risorse Idriche (TKWRM), svol-

tosi dal 21 al 23 Febbraio 2012. Yazd, antica capitale carovaniera posta

a cavallo dei due grandi deserti iraniani, è stata iscritta nel patrimonio mondiale

UNESCO come una delle più antiche città del mondo. E’ celebre per i qanat, i

tunnel di captazione lunghi anche 40 chilometri che convogliano l’acqua verso la

città, i caravanserragli di terra cruda e i badgir, le torri del vento che rinfrescano

le abitazioni. Dal 2000 a Yazd opera il Centro internazionale sui Qanat (ICQHS),

istituto a statuto privato riconosciuto dall’UNESCO che, insieme ad altri organismi

iraniani e internazionali, ha organizzato il meeting. Il congresso ha riunito oltre

300 esperti e studiosi da 30 paesi del mondo, permettendo di fare il punto sulle

ricerche e gli interventi di tutela in corso, e sul modo in cui le tecniche tradizionali

di gestione dell’acqua possano essere utili nella società contemporanea. Pietro

Laureano, direttore di IPOGEA e Presidente dell’Istituto Internazionale delle Cono-

scenze Tradizionali, che ha tenuto la conferenza magistrale di apertura dal titolo

“le Conoscenze Tradizionali per rispondere alla crisi globale”, ha dichiarato: “Le

conoscenze tradizionali hanno permesso nel passato la realizzazione dei monu-

menti, delle città e dei paesaggi che apprezziamo, ma non vanno studiate e pro-

tette solo per il loro significato storico: esse hanno una validità di riproposizione

di grande attualità. La crisi idrica, il degrado dei suoli, la desertificazione possono

trovare risposta in queste conoscenze e tecniche, che permettono un approccio

più adatto alla situazione locale e rispettoso degli ecosistemi. Queste tecniche

recuperano le identità delle comunità, sono ad alta componente di lavoro e non

distruggono risorse naturali, contribuendo alla diminuzione della povertà, al per-

seguimento della pace e di un futuro sostenibile”. Il convegno è stato importante

per il carattere operativo dato dagli esperti, che si sono organizzati in network

per realizzare progetti ed esperienze concrete di uso innovativo delle tecniche

tradizionali per combattere la siccità e la desertificazione, e promuovere un nuovo

modello di sviluppo. Lucilla Minelli, italiana, che lavora all’UNESCO a Parigi ha

dichiarato ”E’ entusiasmante vedere riunite qui in Iran le più alte competenze dei

cinque continenti per affrontare in maniera innovativa problemi fondamentali per

il pianeta. E’ grazie a questi momenti che si affermano le idee, le professionalità

e i progetti che avranno un impatto nel futuro. Erano manifestazioni che una

volta si facevano in Italia, quando eravamo all’avanguardia nella teoria e nella

pratica del restauro, e ora dobbiamo ringraziare l’Iran di farsene portatore”.

Il prossimo incontro si terrà fra tre anni e la Cina si è candidata come paese

ospite, ma Semsar Yazdy, direttore del Centro Internazionale dei Qanat

dell’Iran, ha proposto di organizzarlo in Italia presso l’Istituto Internazio-

nale delle Conoscenze Tradizionali promosso dall’UNESCO a Firenze,

con sede attuale a Bagno a Ripoli (FI). Intanto se ne parlerà a Trento il

prossimo novembre.

A cura di Ipogea (www.ipogea.org)

In alto Pietro Laureano davanti ad una neviera a Yazd, Iran. Pietro Laureano, direttore di IPOGEA e Presidente dell’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali.

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