energeo magazine anno v marzo-aprile 2012
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ENERGEO MAGAZINE (www.energeomagazine.com) è il periodico delle Comunità energetiche sostenibili che puntano ad una maggiore conoscenza delle attività di un mercato in forte crescita. La mission di Energeo Magazine è quella di raccontare le vicende, le storie e le notizie che animano l’intero territorio nazionale nell’ambito delle iniziative di promozione delle energie rinnovabiliTRANSCRIPT
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Anno V - marzo/aprile 2012 - Prezzo di copertina 8.00 euro
Periodico per le Comunità Eco-Sostenibili,Comuni aderenti al Patto dei Sindaci, Partnership Campagna SEE,Distretti Energetici, Poli di Ricerca e dell’Innovazione Tecnologica.
Associazione Nazionale Comuni TermaliAssociazione Comuni di identità tipica
Iniziative per le conoscenze tradizionaliOsservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino
Campaign Associate
UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura
TRENTINO, la porta d’Europa
Paesaggi condivisi
Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini
Campioni di sostenibilitàL’Abruzzo vince il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini
Una Regione pronta per farti conoscere le sue realtà virtuoseSuperfi cie regionale: 10,794 Km65,1% area montana34,9% area collinare
4 province: l’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara
305 Comuni
1.500.000 abitanti
Un terzo della Regione è parco nazionale e regionale:
Parchi nazionali: “ Gran Sasso e Monti della Laga“,
“Abruzzo, Lazio e Molise e Majella”;
Parco Regionale: “Sirente Velino“.
Le aree protette sono di rilevante importanza ambientale e ospitano rare specie di fl ora e fauna, come l’orso bruno, il lupo e il camoscio.
E poi …l’Area Marina Protetta “Torre del Cerrano“ e oltre 25 riserve regionali naturali.
www.regione.abruzzo.it
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Anno V - marzo/aprile 2012
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“Il Paesaggio è il grande malato d’Italia. Nonostante esso sia tutelato dalla
Costituzione della Repubblica (art. 9) e dal Codice dei Beni Culturali e del
Paesaggio, ogni anno in Italia vengono cementificati indiscriminatamente
centinaia di migliaia di ettari di territorio” - denuncia il Professor Giovanni Puglisi,
presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Il Premio Eco
and the City Giovanni Spadolini giunge alla sua seconda edizione, abbinata al
40° Anniversario della World Heritage List UNESCO. Già al suo esordio, come
hanno fatto notare illustri osservatori, il progetto, entrato in punta di piedi tra
le variegate azioni a sostegno dell’ambiente in tutt’Italia, ha saputo affrontare
problemi di carattere e interesse collettivo nel nostro Paese: la salvaguardia del
territorio e del paesaggio nelle varie sfaccettature legate allo sviluppo soste-
nibile. La Fondazione Spadolini Nuova Antologia e la Commissione Nazionale
Italiana per l’UNESCO, con il supporto del nostro giornale, avevano intuito fin dal
primo momento che Paesaggio e Ambiente rappresentano un’unità inscindibile,
tant’e che nelle varie sezioni del bando proposto nella passata edizione, c’erano
già i presupposti per sostenere quello che hanno scritto di recente autorevoli
osservatori su alcuni importanti quotidiani, sottolineando le differenze tra pae-
saggio “estetico” (da guardare) e paesaggio “etico” (da vivere). Ci sono, quindi,
basi solide per guardare lontano, “perché difendere il paesaggio e l’ambiente
rappresenta un gesto etico”. In tale complesso contesto emergono conven-
zioni e accordi che, promossi dai livelli
internazionali e comunitari (UNESCO
e Consiglio d’Europa), trovano sul
territorio interessanti forme di aggre-
gazione e percorsi attraverso cui gli
individui possono trovare una strada
per riscoprire denominatori comuni, in
una parola per essere ancora e nuo-
vamente comunità. Il Comitato del
Patrimonio Mondiale nella sua 16a
sessione (Santa Fe 1992), inserisce
nelle linee guida operative per l’attua-
zione della Convenzione del Patrimo-
nio Mondiale, i “Paesaggi culturali”.
Beni che rappresentano “opere com-
binate della natura e dell’uomo”,
in continuità con l’evoluzione della
società umana e con lo scorrere del
tempo. Il Consiglio d’Europa il 20 otto-
bre del 2000 promuove a Firenze la
Convenzione Europea del Paesaggio,
costatando che “il paesaggio svolge
- come ci ricorda il nostro esperto
professor Domenico Nicoletti - impor-
tanti funzioni di interesse generale, sul
piano culturale, ecologico, ambientale
e sociale e costituisce una risorsa favo-
revole all’attività economica, e che, se
salvaguardato, gestito e pianificato in
modo adeguato, può contribuire alla
creazione di posti di lavoro.
Inoltre coopera all’elaborazione delle
culture locali e rappresenta una com-
ponente fondamentale del patrimo-
nio culturale e naturale dell’Europa,
contribuendo così al benessere e
alla soddisfazione degli esseri umani
e al consolidamento dell’identità
europea”. La nostra società, in con-
tinuo e repentino cambiamento, ai
ritmi esasperati delle trasformazioni
economiche, sociali, tecnologiche e
ambientali dettate dall’era globale, è
sempre più consapevole che la pro-
pria identità non è statica, rigida ed
immutabile, ma viva e mutevole, non
è sbiadita e nostalgica copia di un pas-
sato perduto, né volontà di riscatto di
origini etniche o territoriali, bensì sog-
getto attivo capace di arricchirsi di
ogni stimolo nuovo armonizzandolo e
legandolo agli altri, in un’ indispensa-
bile prospettiva di coesione comune.
“Questi assunti - suggerisce Nicoletti
- aprono a nuove frontiere di respon-
sabilità per la tutela attiva del patrimo-
nio culturale con iniziative e processi
di significativa sperimentazione che
lega i beni all’identità territoriale e
ne determina straordinarie forme di
rispetto e valorizzazione”. Ancora un
progetto che si ispira alle parole del
senatore Giovanni Spadolini, fonda-
tore del Ministero per i Beni Culturali e
Ambientali, che amava ripetere:”Una
moderna politica dell’ambiente e del
territorio richiede il concorso di tutte le
forze vive della cultura e della società”.
Soltanto in questo modo si fa nascere
il seme della continuità nella promo-
zione delle iniziative avviate local-
mente, interagendo con una platea
ampia lungo tutta la penisola, aperta-
mente schierata dalla parte del terri-
torio, come quella che si sta avviando
per promuovere la Rete delle Reti,
ideata dal Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio
Europeo del Paesaggio di Arco Latino,
che coinvolgerà i rappresentanti di
territori che custodiscono autentici
patrimoni culturali ed ambientali,
impegnati in azioni collettive di tutela
del paesaggio (culturale e letterario,
ambientale e naturale), per stabilire
una interconnessione tra le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali. Sono questi
i valori fondanti del Premio, che viene considerato con una valenza multipla,
toccando il variegato mondo delle Comunità sostenibili, in forte aumento nel
nostro Paese. “Quello della sostenibilità - spiega il Presidente della Commissione
Giudicatrice, Professor Augusto Marinelli - è uno dei concetti di cui più si discute
a livello globale. Si tratta di un concetto dinamico che sostanzialmente si fonda
sulla previsione delle condizioni delle future generazioni e in particolare dello
stock di risorse non rinnovabili e del mantenimento della quantità e della qualità
delle risorse rinnovabili che lasceremo ad esse, al fine di assicurare almeno
l’attuale livello di benessere. Dal punto di vista economico, la sostenibilità è
correlata alla quantità e alla qualità del capitale umano e delle istituzioni che
saremo capaci di trasmettere alle nuove generazioni”. Il Premio debutterà il 12
Maggio al Salone del Libro di Torino (prima tappa della Road map), avviando una
riflessione sulle scelte etiche per salvaguardare il paesaggio, sia esso agricolo
che estetico (da guardare), allargate nella sua valutazione letteraria e culturale
(legge Croce). Nel 1912 tre grandi intellettuali europei - il francese Charles Lalo,
il tedesco Georg Simmel, l’italiano Benedetto Croce osservarono, indipendente-
mente l’uno dall’altro, che il paesaggio non è natura ma storia, ed è per questo
che è protagonista della letteratura e dell’arte. Tanta sintonia riflette lo spirito
del tempo di quel principio di secolo, quando i movimenti per la conservazione
del paesaggio si affermavano in tutta Europa. Ma il ruolo di Benedetto Croce
rispetto al paesaggio italiano non si limita alle riflessioni di un grande intellet-
tuale. A lui si deve infatti, nel brevissimo periodo in cui fu ministro della Pubblica
Istruzione nel governo Nitti, la prima legge italiana per la tutela del paesaggio:
l’Italia fu infatti il primo Paese al mondo a porla fra i principi fondamentali dello
Stato (art. 9, comma 2: La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico
e artistico della Nazione).
T. R.
EDIT
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Il paesaggio, patrimonio naturale e culturale d’Europa
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Anno V - marzo/aprile 2012
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SOM
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SPECIALE UNESCO
6 UNESCO, un marchio che esprime credibilità e fiducia8 UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura
14 Quelli che l’UNESCO…
CONOSCERE IL TRENTINO
16 Trentino, la porta d’Europa20 Trentino, dove l’ecocompatibilità è di casa
22 Il Trentino, dove anche le foreste hanno un certificato di garanzia
24 Padre Kino, un precursore della sostenibilità ambientale
27 Un museo per Padre Kino
28 Il Trentino vuole stare al PA.S.SO con i tempi
30 Polveri sottili: nuove iniziative di Provincia e Consiglio delle Autonomie
IL CAMMINO DEL PREMIO
32 Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini35 La Medaglia Spadolini dedicata ai SITI UNESCO
37 Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’Europa
39 I Macromondi spezzati di Riccardo Cordero
40 Conoscere Padre Chini
UNA RISORSA DA TUTELARE
42 Paesaggi condivisi48 Energie per l’ambiente e il territorio
RUBRICA BUONE PRATICHE
50 Una Regione a tutta Energia53 A scuola d’Abruzzo
54 Una banca dati delle tecniche tradizionali e delle tecnologie sostenibili
55 Le Conoscenze Tradizionali per disegnare il futuro
Direttore responsabile: Taty [email protected] Redazione:Pierpaolo [email protected] Marketing: Luigi Letteriello - 334.120.71.85 Progetti speciali e Pubblicità:Promedia [email protected] Segreteria di Redazione:Lucrezia Locatelli
Progetto Grafico: Spider S.a.s.
Realizzazione grafica: Stefania De Cristofaro
Comitato Scientifico:Coordinatori:• Augusto Marinelli, già Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Firenze, Presidente della Giuria Premio Eco and the City Giovanni Spadolini.• Prof. Giovanni Puglisi Presidente CNI UNESCO e Magnifico Rettore della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM.• Arch. Pietro Laureano, Presidente dell’Itki International Traditional Knowledge Institute UNESCO.• Dario Carella, MdA Mérit Europeenne, Fondation du Mérite Europeenne, Lussemburgo.• Andrea Chiaves, progettista emerito di impianti innovativi di cogenerazione e teleriscaldamento. • Stefano Masini, responsabile Ambiente e Consumi Coldiretti.• Anna Moreno, coordinatrice di Desire-Net-Project.• Dipartimento Innovazione-Enea.• Domenico Nicoletti Docente Università degli Studi Salerno Scienze Ambientali.• Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo per il Paesaggio di Arco Latino. • Dipak Pant, Professore di Antropologia e Economia, fondatore e direttore dell’Unità di Studi Interdisciplinari per l’Economia Sostenibile presso l’Università di Castellanza.• Carlin Petrini, fondatore e Presidente di Slow Food.• Maria Claudia Sabatini pr Mda Consultant AEEE EU Bruxelles.• Luigi Spagnolli, Presidente Commissione Ambiente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani). • Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità. • Alessandro Vercelli, docente di Economia e Ambiente Università di Siena.• Sergio Vicario, Metafora Communication Consultant.
Collaboratori:Michaela Barilari, Puccio Corona, Claudio Chiaves, Leone Chistè, Filippo Delogu, Lello Gaudiosi, Gabriele Maniscalco, Maria Mazzei, Giacomo Mosca, Adriano Pessina, Charles Polzer, Marco Pontoni, Federica Rolle, Carlo Sacchettoni, Alessandro Sbrana, Alessandra Santini, Chiara Simonetti, Maria Torresani.
Fotografie:Gerry Annone, Castello del Buonconsiglio (Ufficio Stampa), Commissione Nazionale Italiana UNESCO (Ufficio Stampa), Comune di Pollica, Comune di Transacqua, Consorzio Comuni Trentini, Co.Svi.G.: Comunicazione
e Territorio, Federutility, Denise Cainelli, Alessandro De Sio, Foto Germogli, Massimo Gherardini, Alessandra Ciullo, Tonino di Marco, Museo di Arte Moderna e contemporanea di Rovereto, Romano Magrone, Enzo Massa (Alba), Parlamento Europeo, Provincia Autonoma di Trento, Antonio Siani, Ufficio Stampa Regione Abruzzo, Ufficio Stampa Regione Campania, Ufficio Stampa Regione Piemonte, Ufficio Stampa Regione Toscana.
Pubblicità Regione Abruzzo:fotografie di Bruno D’Amicis, Roberto Mazzagatti, Osvaldo Locasciulli.
Gli articoli e le note firmate esprimono solo l’opinione dell’autore e non impegnano la direzione e la redazione di Energeo Magazine.
Tutela della Privacy:Energeo Magazine viene inviato in abbonamento postale. Il fruitore del servizio può chiedere la cancellazione o la rettifica dei dati ai sensi della Legge 675/96.
Prezzo di copertina: 8,00Abbonamento a 6 numeri 40,00 Diffusione on line:www.regione.abruzzo.itwww.comunitrentini.itwww.distrettoenergierinnovabili.it, www.ecoandthecity.itwww.energeomagazine.com,www.edipress.netwww.osservatoriopaesaggio.eu (in costruzione)
Direzione, Redazione, Abbonamenti:Edipress Communications SasCorso Re Umberto, 82 - 10128 Torino(+39)011.568.20.82 - 335.606.04.90334.120.71.85 - [email protected]
Uffici di Corrispondenza:Firenze - Via Bellini, 58Tel. (+39)055.36.81.23 - Fax (+39)055.321.70.26Trento - Consorzio dei Comuni TrentiniVia Torre Verde, 23 - Tel. 0461 987139Osservatorio Europeo del Paesaggio Arco latino - Certosa di San Lorenzo84034 Padula (Patrimonio UNESCO)(+39)366.980.14.55 - Fax 0974.95.38.14 Stampa:Società Tipografica Ianni SrlStrada Circonvallazione, 180 - SantenaTel. (+39)011.949.25.80 Registrazione Tribunale di Torino N° 4282 del 18-12-1990Copyright Energeo MagazineEdipress Communications Sas
Periodico bimestralePoste Italiane SpaSpedizione Postale Dl 353/2003(conv. in L.27.02.2004 n.46) art.1, comma 1, CB/ TorinoAnno V - N° 2 - Marzo/Aprile 2012
Il periodico Energeo Magazine è iscrittonel Registro degli Operatori della Comunicazione (ROC) - N° iscrizione 17843 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana.Uno scorcio di Amalfi.
Il Castello del Buonconsiglio di Trento
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SPEC
IALE
UN
ESCO
Intervista al Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
“Il marchio UNESCO vuol essere un incentivo
alla tutela del patrimonio culturale, una delle più
grandi risorse per lo sviluppo del Paese. Anche
la definizione di “bene culturale” è cambiato:
accanto al concetto tradizionale di opera d’arte
si è sviluppato quello di opera dell’ingegno e di
bene paesaggistico”.
Il fatto che una grande organizzazione come l’ONU abbia deciso di intervenire per preservare la memoria storica del mondo segnala uno dei grandi rischi di oggi: la perdita di senso del passato nella vita
quotidiana delle società e della gente. Non c’è dubbio che la tutela dell’U-NESCO, in Occidente, e in Italia in particolare, dovrebbe funzionare come una specie di “marchio di qualità” che sprona e/o incoraggia l’opinione pubblica e quindi le autorità preposte. Ma da noi è davvero sempre così? Il “marchio UNESCO” costituisce sicuramente una straordinaria attrattiva: a tal
proposito, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha commissionato
un’indagine che rivela come, attorno al marchio UNESCO, si raccolga un bacino di
fiducia e credibilità che coinvolge la maggioranza assoluta dell’opinione pubblica.
Eppure, questo incide solo in parte sull’impegno delle autorità preposte alla tutela
del patrimonio (come hanno dimostrato recentemente i casi eclatanti di Pompei
e dei progetti - fortunatamente non attuati - sui dintorni di Villa Adriana): ciò si
spiega con la tragica ed erronea convinzione, radicata in gran parte dei nostri
amministratori, che la tutela del patrimonio culturale costituisca un costo per lo
Stato e non, al contrario, un investimento per il Paese.
Un incentivo alla tutela è il meccanismo della verifica: un bene può entrare nella World Heritage List, ma può anche uscirne, se gli impegni richiesti per la tutela del bene culturale non sono sufficienti. Quali sono le situa-zioni a rischio? La più nota situazione a rischio in Italia è oggi, evidentemente, quella dell’Area
archeologica di Pompei, che l’UNESCO dovrà riesaminare nel 2013 per decidere
sull’eventuale esclusione dalla Lista del patrimonio mondiale e sul possibile
inserimento nella Lista del patrimonio in pericolo; oltre a questa, ricordo le
difficoltà in cui versano il Centro storico di Napoli, che ha subito ispezioni
da parte dell’UNESCO a causa del cronico problema della gestione dei
rifiuti, nonché la Laguna di Venezia, minacciata da un turismo di massa
ormai fuori controllo e dalle conseguenze di politiche di sviluppo non
sufficientemente attente alla tutela ambientale.
Anche la definizione di “bene culturale” cambia. Accanto al con-cetto tradizionale di “opera d’arte” si è sviluppato quello di “opera
UNESCO, un marchio che esprime credibilità e fiducia
dell’ingegno” e di “bene paesag-gistico”. Pensiamo alle Dolomiti. Forse è il Paesaggio l’elemento messo maggiormente a repentaglio dallo sviluppo? E quanto è difficile tutelarlo efficacemente? Come ha scritto recentemente Salva-
tore Settis “il Paesaggio è il grande
malato d’Italia”. Nonostante esso sia
tutelato dalla Costituzione della Repub-
blica (art. 9) e dal Codice dei Beni Cul-
turali e del Paesaggio, ogni anno in
Italia vengono cementificati indiscri-
minatamente centinaia di migliaia di
ettari di territorio. Il problema, come
spesso accade, non è nelle Leggi,
che anzi sono - sulla carta - tra le più
avanzate nel panorama internazionale,
bensì nella possibilità di aggirarle: una
possibilità garantita dalla profonda
convinzione che la tutela dell’ambiente e la protezione del paesaggio frenino o
addirittura impediscano la crescita economica. Quando si comprenderà come,
al contrario, il Paesaggio costituisca da secoli una delle più grandi risorse per
lo sviluppo del Paese, allora le Leggi saranno applicate. Il vero problema è che,
forse, sarà troppo tardi.
Altri criteri innovativi sono quello di “patrimonio culturale immateriale” (comprendente le tradizioni in generale, dalla Dieta Mediterranea al Canto a Tenores della Sardegna), ma anche quello di sito tematico (come quello de “I Longobardi in Italia. Luoghi di potere”). Quale efficacia stanno dimo-strando? È piuttosto difficile parlare di queste categorie patrimoniali in termini di “effi-
cacia”. Non vi è dubbio che la definizione di patrimonio culturale immateriale
coniata dall’UNESCO abbia avuto il merito di portare anche in Italia l’attenzione
su una concezione di patrimonio culturale più ampia di quella - per lo più storico-
artistica e monumentalista - che è alla base del nostro Codice dei Beni Culturali:
un’idea di patrimonio capace di comprendere in sé la cultura tradizionale nelle
sue manifestazioni ancora vive e vitali. Per quanto riguarda invece i cosiddetti
“siti tematici”, la loro efficacia dovrebbe manifestarsi nella capacità di mettere
in rete e offrire al pubblico una pluralità di esperienze culturali, la cui messa a
sistema dovrebbe poter favorire sia la tutela e conservazione dei singoli Siti sia
lo sviluppo di un’organica offerta turistica e culturale in ampie zone del paese.
Come ben sappiamo, e indipendentemente dall’UNESCO, su questo fronte in
Italia c’è ancora molto - troppo - da fare.
T. R.
Il Professor Giovanni Puglisi conferisce al Sindaco di Cividale del Friuli, Stefano Balloch il riconoscimento per la nomination della Medaglia Spadolini per l’attività di promozione del sito seriale “I Longobardi in Italia. I luoghi del potere” (568-774 d.C.), iscritto nel 2011 nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, Professor Giovanni Puglisi.
l Paesaggio è il grande malato d’Italia.
Nonostante sia tutelato dalla Costi-
tuzione, ogni anno in Italia vengono
cementificati indiscriminatamente centi-
naia di migliaia di ettari di territorio.
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IALE
UN
ESCO
Dalla Casa dei libri di Giovanni Spadolini al Salone del Libro di Torino.
Il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini
approda a Lingotto Fiere, trasformato nella
più grande libreria d’Italia, con il suo carico
di progetti a favore del territorio e dell’ambiente:
la celebrazione del 40°Anniversario della
World Heritage List dell’UNESCO, la
salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano,
e l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire, lungo
tutta la penisola.
Ci sarà un ideale ricongiungimento tra la “Casa dei libri” o “Tondo dei
cipressi” di Giovanni Spadolini, che raccoglie nella Villa di Pian de’ Giullari
lo straordinario patrimonio culturale dello statista, storico e giornalista
fiorentino, fondatore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali (la preziosis-
sima biblioteca è composta da 100 mila volumi), e il Salone del Libro di Torino.
Un ricongiungimento che riguarderà anche la storica “Nuova Antologia”, ispirata
a Vieusseux e Capponi, la più antica d’Europa (che sarà esposta e consultabile
nello stand della Regione Piemonte) presieduta, oggi, da Carlo Azeglio Ciampi e
buona parte della Storia del Risorgimento italiano, quella raccontata con grande
passione dal Professore fiorentino e custodita come un “libro aperto”, nella Casa
dei Libri che è anche un museo dove sono esposte le collezioni risorgimentali,
comprese le raccolte garibaldine. Lo strumento che potrebbe rendere possibile
l’alleanza con il Salone del Libro di Torino è rappresentato dal Premio Eco and the
City Giovanni Spadolini, promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia, in
sinergia con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO e con il patrocinio
delle più importanti istituzioni. Il Premio, che rientra tra gli eventi organizzati a
livello planetario, con il patrocinio dell’ONU, nell’ambito dell’Anno Internazionale
dell’energia sostenibile per tutti, proclamato il 2012, approda a Lingotto Fiere,
trasformato nella più grande libreria d’Italia, con il suo carico di progetti a favore
del territorio e dell’ambiente: la celebrazione del 40°Anniversario della World
Heritage List dell’UNESCO, la salvaguardia del patrimonio culturale, naturale
e umano, e l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire,
lungo tutta la penisola.
Sindaci in prima fila per ricordare i valori dell’UNESCOLe Istituzioni regionali hanno colto un’importante opportunità, ospitando in
questo vivace festival della cultura, un’iniziativa che non ha precedenti, messa
in cantiere dall’Ufficio Comunicazione della Regione Piemonte, interagendo con
i Sindaci piemontesi che vogliono cogliere l’occasione di questa ricorrenza per
dare ulteriore slancio e visibilità ai progetti avviati sul territorio, per promuovere
la sostenibilità ambientale nei Comuni che beneficiano della presenza di un sito
UNESCO sul proprio territorio e nelle aree confinanti. I Sindaci di questi luoghi,
veri custodi di un immenso patrimonio (come d’altronde fanno tutti i loro colle-
ghi che si occupano dei 47 siti Patrimonio UNESCO in Italia) sono responsabili
UNESCO, incontro ravvicinato fra natura e cultura
non soltanto nei confronti dei propri
concittadini della tenuta sostenibile del
territorio, ma del mondo intero. Con
questa consapevolezza il Piemonte, in
questi ultimi anni, ha segnalato all’at-
tenzione del mondo quei luoghi e quei
monumenti (Sacri Monti e Residenze
Sabaude) che incarnano nel loro essere
un preciso concetto, l’eccezionalità,
unica condizione che può permettere
ad un sito di essere accolto nel novero
del Patrimonio dell’Umanità. Ma anche
quella di saperlo custodire, come vuole
il Premio Eco and the City Giovanni Spa-
dolini, che ha realizzato un’importante
sodalizio con la Commissione Nazio-
nale Italiana per l’UNESCO, tant’è che
il focus dell’evento è stato dedicato
allo storico traguardo di un’avven-
tura cominciata il 16 novembre 1972,
quando venne adottata la Convenzione
sul Patrimonio dell’Umanità dalla Con-
ferenza generale dell’UNESCO, con lo
scopo di identificare e mantenere la
lista di quei siti che rappresentano delle
particolarità di eccezionale importanza
da un punto di vista culturale o natu-
rale. Lo stesso Presidente della Com-
missione Italiana, Professor Giovanni
Puglisi (che ha confermato la sua pre-
senza al Salone del libro) partecipa ai
lavori della Commissione Esaminatrice
delle candidature, portando il suo carico di entusiasmo, autorevolezza, cultura,
rigore e competenza professionale: una Sezione Speciale del Premio è dedicata a
tutti i luoghi che custodiscono un sito UNESCO. Il Comitato della Convenzione,
definito Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, ha sviluppato dei criteri precisi
e scrupolosi per l’inclusione dei siti nella lista. Stando all’ultimo aggiornamento
effettuato nella riunione del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità a Parigi il 19
giugno 2011 la lista è composta da un totale di 936 siti (di cui 725 beni culturali,
183 naturali e 28 misti) presenti in 153 Nazioni nel mondo. Attualmente l’Italia
è la nazione a detenere il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni
dell’umanità (47 siti), seguita dalla Spagna (43 siti) e dalla Cina (41 siti). I pae-
saggi vitivinicoli del basso Piemonte sono gli unici candidati italiani in lizza per
entrare nella lista dei luoghi patrimonio dell’umanità dell’UNESCO per il 2012.
Langhe: una nomination tanto attesaLa notizia è stata resa nota un anno fa, ora si è giunti al rush finale: l’apposita
commissione ha premiato con la nomination l’iniziativa assunta dalla Regione
Piemonte, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e le
province di Alessandria, Asti e Cuneo. La collaborazione tra queste istituzioni
ha portato alla creazione di un’associazione, che ha presentato la candidatura.
I paesaggi che i promotori sognano di far entrare nell’elite mondiale del patri-
monio UNESCO appartengono a nove aree vitivinicole di eccellenza. Il progetto
intende far riconoscere a livello mondiale il valore eccezionale del paesaggio e
della cultura del vino, che caratterizza profondamente questi
territori, influenzandone la vita quotidiana, la letteratura,
le arti, la gastronomia e la lingua. Il dossier con la
candidatura piemontese è stato inviato, lo scorso
giugno, al Comitato UNESCO di Parigi e i risultati
della selezione si conosceranno il 25 giugno a
San Pietroburgo. Se la candidatura del territorio
Langhe-Roero e Monferrato riuscisse a centrare il
suo obiettivo, per il Piemonte si tratterebbe del terzo
Il pubblico affolla gli stand del Salone del Libro di Torino. In alto la Casa dei Libri di Pian de’ Giullari.
La spilla realizzata in occasione della nomination dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato.
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sito riconosciuto dall’UNESCO dopo i
Sacri Monti e il circuito delle Residente
Reali. Nell’Arena della Regione Pie-
monte (l’appuntamento è stato fissato
sabato 12 maggio 2012, alle ore 11) ci
saranno tanti Sindaci, rigorosamente
con la fascia tricolore, a testimoniare
con la loro presenza l’importanza di
comunicare la bellezza e l’unicità del
panorama piemontese nel Patrimonio
UNESCO.
Le curiosità della corsa alle candida-
ture, in costante aumento (forse per
l’efficacia del brand UNESCO recen-
temente testato dalla Commissione
Nazionale Italiana per l’UNESCO, in
collaborazione con la Libera Univer-
sità di Lingue e Comunicazione IULM):
indagine condotta da Abis Analisi/
Makno. Soltanto recentemente si è
deciso alla Conferenza di Bali di met-
tere ordine nel Tentative List dell’U-
NESCO: ci sarà, ogni anno, soltanto
una nomination per ciascuna nazione.
Anche il Salone del Libro non trascura
il territorio, anzi lo racconta attraverso
i libri com’è tradizione, offrendo
momenti di vivacità culturale che si
estendono dalla memoria alla cultura
materiale, dalla vita quotidiana al pae-
saggio naturale e umano. L’appuntamento culturale con la 25° edizione del Salone
Internazionale del Libro di Torino sarà incentrata sui cambiamenti che computer,
tablets, smartphones, blogs e social networks stanno portando nella scrittura,
nella sua diffusione e fruizione.
La Medaglia Spadolini catalizzatrice delle iniziative a favore del territorioNon poteva essere altrimenti per il Premio, ideato dal nostro periodico, la cui
organizzazione sarà sempre più tecnologica prevedendo nuove applicazioni mul-
timediali (è in costruzione il portale www.ecoandthecity.it per far funzionare
l’agorà virtuale per le realtà locali e per lo sviluppo dell’economia della sosteni-
bilità), assegna la Medaglia Spadolini, importante riconoscimento (vedi a pag.
32) conferito ai progetti volti alla valorizzazione dei patrimoni e dei beni culturali,
alle associazioni o cittadini che hanno avuto un ruolo di primo piano nelle azioni
di difesa del paesaggio e nei progetti di riqualificazione dei territori agricoli che
rappresentano uno strumento importante di promozione della cultura locale.
Già nella prima edizione, come hanno fatto notare illustri osservatori, il progetto,
entrato in punta di piedi tra le variegate azioni a sostegno dell’ambiente in tutt’I-
talia, ha saputo muoversi con idee chiare e una prorompente capacità di “bucare
lo schermo” nell’affrontare problemi di carattere e interesse collettivo nel nostro
Paese. E’ un progetto articolato e complesso che significa un presente vivo,
ma con forti radici nel recente passato, un’iniziativa articolata in due momenti
con un unico filo conduttore: il 40°Anniversario della World Heritage List dell’U-
NESCO appunto, e la salvaguardia del territorio intesa nelle varie sfaccettature
legate allo sviluppo sostenibile: una scelta che soddisfa i bisogni del presente
senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri
bisogni(Rapporto Brundland). Tema estremamente attuale anche in Italia come
conferma un predominante interesse per la UN Resolution che ha proclamato il
2012 “Anno dell’energia sostenibile a livello internazionale”, nel cui programma
ufficiale il Premio è stato iscritto, in quanto nella sua mission ha inserito proprio
la “valutazione e i criteri di sostenibilità a tutela del territorio”.
Paesaggio “osservato” specialeParliamo di territorio e di salvaguardia del paesaggio, ma anche di paesaggio
culturale. All’incontro previsto al Salone del Libro di Torino viene annunciata
un’altra iniziativa: la Rete delle Reti, promossa dal Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino,
coinvolgerà i rappresentanti di territori che custodiscono autentici patrimoni
culturali ed ambientali, impegnati in azioni collettive di tutela del paesaggio (cul-
turale e letterario, ambientale e naturale), per stabilire una interconnessione tra
le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali. “Il progetto costituisce un’autentica
novità - dice il Presidente dell’Osservatorio Angelo Paladino - ed è perfettamente
allineato con le politiche unescane. E’ significativo che la sede dell’Osservatorio
sia nella Certosa di Padula, patrimonio riconosciuto dall’UNESCO”. Il documento
sarà denominato “RETE Angelo Vassallo” alla memoria del Sindaco di Pollica, in
provincia di Salerno, ucciso nel settembre 2010 dalla malavita organizzata. Sul
sacrificio del Sindaco pescatore si è scritto molto: è certo che Angelo Vassallo,
vittima di un agguato, ammazzato con
nove colpi di pistola lungo la strada per
casa, ha lasciato una pesante eredità:
non c’è sostenibilità senza trasparenza
delle procedure, rispetto delle leggi,
senza una cultura profonda della tutela
dell’ambiente e del paesaggio. Era
un uomo battagliero e decisionista,
convinto sostenitore della salvaguar-
dia del territorio e della valorizzazioni
delle migliori esperienze dei Comuni
impegnati a promuovere il rapporto
tra ambiente, sviluppo economico
e legalità. L’obiettivo della RETE è
quello di valorizzare e coordinare gli
interventi e le proposte culturali non
soltanto per contribuire a formare una
cultura consapevole del paesaggio,
ma per allargare, in futuro, la base
degli aderenti all’ iniziativa che, come
vedremo, hanno già attuato politiche
simili di promozione per dare valore
aggiunto ai territori che rappresentano.
Un’intesa che vuol significare anche
un’azione di marketing strategico e
la realizzazione di una Rete di Reti
(resa possibile grazie all’intervento
strutturale e logistico della Provincia
Autonoma di Trento e del Consorzio
dei Comuni Trentini), che possano
prevedere scambi di iniziative cultu-
rali (e non solo) tra territori che hanno
i medesimi obiettivi, dando un ulte-
L’avvocato Angelo Paladino, Presidente dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino illustra al Presidente della Commissione Giudicatrice Augusto Marinelliil progetto di costituire una Rete dedicata ad Angelo Vassallo. A destra l’attuale Sindaco di Pollica Stefano Pisani. Di spalle il vice direttore della TGR Dario Carella, responsabile della rubrica RegionEuropa.
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riore valore aggiunto alle iniziative del
Premio, che si muove perfettamente
in linea con le politiche unescane.
L’obiettivo è di stabilire una migliore
conoscenza tra territori e paesaggi
anche se già organizzati localmente,
affidando il coordinamento all’Os-
servatorio Europeo del Paesaggio di
Arco Latino, organizzazione transazio-
nale europea formalmente costituita
presso la Certosa di Padula (Patrimonio
UNESCO). In questa circostanza si farà
una richiesta ufficiale alla Fondazione
per il Libro, la Musica e la Cultura,
presieduta dall’onorevole Rolando
Picchioni di verificare la possibilità di
un’ eventuale iniziativa congiunta, pre-
vedendo per l’edizione 2013 del Salone
del Libro, una più efficace ed ampia
azione promozionale.
L’Abruzzo apripista di un progetto ambiziosoLa firma ufficiale del protocollo d’in-
tesa avverrà nella successiva tappa
della Road Map prevista in Abruzzo a
fine maggio, nel corso della quale si
tracceranno le linee guida di questa
nuova, efficace promozione del ter-
ritorio, avviata in occasione del 40°
Anniversario della World Heritage
List UNESCO. L’iniziativa si inquadra
nell’attività della Settimana di Educa-
zione allo Sviluppo Sostenibile, che
avrà per tema “la tutela e valorizzazione
del paesaggio naturale e culturale ita-
liano“, come anticipato dall’Ambascia-
tore Lucio Alberto Savoia, segretario
generale CNI UNESCO nell’ultima
Assemblea Generale. Tra i promotori
troviamo la Commissione Nazionale
Italiana per l’UNESCO che organizza,
appunto, la Settimana di Educazione
allo Sviluppo Sostenibile, promossa
dall’ONU; la Fondazione Spadolini
Nuova Antologia; l’ITKI (International Traditional Knowledge Institute), promosso
dall’UNESCO; la Società Paesaggio Culturale Italiano; l’Osservatorio Europeo del
Paesaggio di Arco Latino; la Regione Abruzzo, che vanta di essere il territorio
più verde ed esteso d’Europa; il Manifesto dei “100 Sindaci per la Bellezza e il
Paesaggio”, presentato dal Sindaco di Pollica Stefano Pisani; il Consorzio dei
Comuni Trentini e la Provincia Autonoma di Trento che quest’anno ospiteranno,
nel capoluogo, la cerimonia conclusiva del Premio City Giovanni Spadolini. Ed
infine, il Distretto delle Energie Rinnovabili, che per primo ha creduto nelle
potenzialità del Premio, forte della sua esperienza sul territorio mirata ad un
equilibrato utilizzo delle energie rinnovabili in un’area che conserva e tutela
paesaggi surreali e metafisici, con fumarole e lagoni geotermici. Questa nuova
iniziativa si svilupperà nel corso delle varie tappe programmate per la promozione
del Premio attraverso un percorso che costituisce una vera e propria road map
di avvicinamento alla manifestazione conclusiva della Cerimonia Ufficiale di pre-
miazione prevista a Trento in una sede prestigiosa, nella quale uno spazio sarà
dedicato alla celebrazione della ricorrenza della World Heritage List. Quest’anno
sono state programmate alcune tappe in giro per l’Italia che dovranno interessare
anche i luoghi protetti dall’UNESCO. La Regione Abruzzo, vincitrice della prima
edizione del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, farà da “apripista”
anche a una serie di altre iniziative, dando avvio, lungo il Paese, ad un’avvincente
e ricco itinerario a carattere culturale, ambientale ed etico-sociale (il progetto
comprende anche l’iniziativa Adotta una Panchina Freedom), finalizzato anche
alla realizzazione di iniziative mirate a rendere più autonomo la mobilità delle
persone con disabilità motorie, promuovendo in questo modo il turismo acces-
sibile. Il progetto si collega all’attività collaterale della Fondazione Spadolini
Nuova Antologia sui temi dell’Ambiente che dovrà indicare i Percorsi Sostenibili,
segnalati dal Premio e dalla Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, con
l’obiettivo di ridurre il gap provocato dalla separazione fra natura e cultura, anche
per le persone diversamente abili.La rete servirà per un’efficace promozione
del territorio ed alla valorizzazione in Italia e all’estero del patrimonio culturale,
naturale e umano, con una serie di percorsi integrati di turismo responsabile,
accessibile e sostenibile.
L’UNESCO tutela e valorizza il paesaggio culturale e naturaleChiarisce il Presidente della Commissione Giudicatrice, Professor Augusto Mari-
nelli: “Queste prerogative vengono indicate nella Seconda Sezione del bando,
dedicata, appunto, alla valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali. Tale
sezione è dedicata particolarmente al tema della “tutela e valorizzazione del
paesaggio naturale e culturale italiano”, in sinergia con
le celebrazioni per il 40° anniversario della Convenzione
UNESCO sul Patrimonio Mondiale. Pertanto saranno
valutati progetti e programmi che sostengono inizia-
tive di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali
inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali,
parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono
al centro della propria azione di tutela e valorizza-
zione la nozione di patrimonio che in questi ultimi
anni ha progressivamente ampliato
contenuti, ruoli e utilizzi nella società
contemporanea. Il concetto di patri-
monio in continuità con l’evoluzione
della società umana è andato così ad
abbracciare aspetti sempre più ampi,
contribuendo in misura crescente alla
prosperità economica, alla coesione
sociale, alla diversità culturale. Non
casualmente, nella contemporaneità
il patrimonio è sempre più utilizzato
come strumento per la promozione
turistica e culturale (quindi economico)
di un territorio”. Manifesta un senso
di viva soddisfazione per il dialogo
aperto con la Fondazione del Salone
per il Libro, Cultura e la prestigiosa Fon-
dazione fiorentina voluta dall’indimen-
ticato statista che si avvale dell’Alto
Patronato Permanente del Presidente
della Repubblica, il Professor Cosimo
Ceccuti che ha seguito il Professore
nelle varie tappe della sua vita da gior-
nalista prima e politico poi. Dice Cec-
cuti: “Ritengo di grande significato il
connubio fra il Salone del libro di Torino
- e la rivista “Nuova Antologia”, fra i più
qualificati periodici di cultura in Europa
e nel mondo che ha accompagnato
col suo secolo e mezzo di pubblica-
zioni ininterrotte il divenire del nostro
paese. Giovanni Spadolini, direttore
della testata per quarant’anni, ha fon-
dato il Ministero per i Beni Culturali
e Ambientali: a sottolineare il vincolo
stretto fra cultura, ambiente, paesag-
gio che la Fondazione Spadolini Nuova
Antologia ha fatto oggetto specifico
del proprio impegno, con l’istituzione
di un Premio dedicato al territorio”.
Pragmatico il Professor Giovanni
Puglisi, Presidente della Commis-
sione Nazionale Italiana per l’UNE-
SCO che così commenta:“ Tutti siamo
chiamati a portare il nostro contributo:
certamente il World Heritage Centre
di Parigi, l’organo dell’UNESCO che
supporta le attività del Comitato del
Patrimonio Mondiale e vigila sull’appli-
cazione della convenzione, le singole
Commissioni Nazionali dell’UNESCO,
e le istituzioni nazionali e locali che
hanno compiti legati alla tutela e alla
gestione dei beni culturali e ambientali,
hanno assolto in questi 40 anni il loro
compito. Non soltanto in Italia: oggi
registriamo una presa di coscienza
collettiva per la tutela e fruizione dei
siti italiani di interesse culturale, pae-
saggistico e ambientale, inseriti nella
lista del patrimonio mondiale, posti
sotto la tutela dell’ UNESCO”.
“Dal 1979, anno di inserimento del
primo sito italiano nella lista, - aggiunge
- è stato un susseguirsi di ingressi con
il principale obiettivo di rappresentare
l’eccellenza del nostro patrimonio cul-
turale e naturale. Ogni anno aumenta
l’interesse attorno all’attività dell’U-
NESCO che oggi ricorda il suo pas-
sato, guarda al presente e si prepara
al futuro, riconoscendosi nel suo brand
e nel suo impatto tra la gente”.
“Una recente indagine - ricorda il
Professor Puglisi - ha consentito di
individuare due grandi ambiti opera-
tivi. Il primo riguarda la relazione tra
l’UNESCO, istituzioni, territori ed enti
culturali per lavorare su progetti cul-
turali (attività di formazione, progetti
di arte pubblica, ecc.).
Il secondo riguarda la relazione tra
UNESCO e aziende per intraprendere
operazioni di co-marketing volte, per
esempio, alla promozione congiunta
dell’immagine delle imprese partners
e dei rispettivi brand; alla cooperazione
nella creazione di offerta, nell’acquisi-
zione di nuovi target, nell’ ottimizza-
zione dei canali commerciali e delle
risorse economiche”. E la scelta di
promuovere il 40° Anniversario della
World Heritage List al Salone del
Libro unitamente al Premio Eco and
the City Giovanni Spadolini? “Il Salone
del Libro e il Premio si muovono su
strade parallele, in linea con le politi-
che unescane, entrambi, con grande
impegno, ci aiutano a superare la
separazione fra natura e cultura”.
Pierpaolo Bo
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Pierpaolo Bo
Il Professor Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia e il Professor Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
paesaggio naturale e culturale italiano”, in sinergia con
le celebrazioni per il 40° anniversario della Convenzione
UNESCO sul Patrimonio Mondiale. Pertanto saranno
valutati progetti e programmi che sostengono inizia-
tive di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali
inseriti nelle reti dei paesaggi culturali, parchi culturali,
parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono
La Reggia di Venaria Reale il più frequentato monumento del Piemonte, Patrimonio dell’Umanità.
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pania, raggiunta da Puglia e Sicilia a 9.
Ecco la lista d’attesa dei siti italiani: Alpi
(alpi occidentali-alpi orientali); Cascata
delle Marmore e Valnerina: luoghi del
monachesimo e antiche bonifiche idro-
geologiche; Pelagos: il Santuario dei
Cetacei; Arcipelago della Maddalena
e isole delle Bocche di Bonifacio; isola
dell’Asinara; la Civiltà Fenicio-punica
in Italia: isola di Mozia e Lilibeo; bradi-
sismo nell’area Flegrea; città-fortezza
di Palmanova; Sulcis Iglesiente; la via
Appia; gli stagni del golfo di Oristano
e la penisola del Sinis-Isola di Mal di
Ventre; le paleosuperfici del Paleolitico
inferiore di Isernia-la Pineta e Notar-
chirico; i bacini marmiferi di Carrara; la
transumanza: i Regi Tratturi; il centro
storico di Lucca; Volterra: città storica
e paesaggio culturale; ville della nobiltà
pontificia nel Lazio; la valle dell’Aniene
e la villa Gregoriana a Tivoli; le Murge di
Altamura; i portici di Bologna; le grotte
carsiche della Puglia preistorica; la Cat-
tolica di Stilo e i complessi Basiliano-
bizantini; le cattedrali romaniche della
Puglia; Orvieto; centro storico di Pavia
e Certosa; paesaggi lacustri del lago
Maggiore e del lago d’Orta; le ville
medicee; Cittadella di Alessandria;
Cappella degli Scrovegni; centro sto-
rico di Parma; giardini botanici Han-
bury; la città di Bergamo; Taormina e
Isola bella.
La richiesta più inconsueta a livello
mondiale è quella di Wikipedia l’en-
ciclopedia aperta da editori volontari)
che raccoglie le firme tra i frequentatori
della rete per presentare una petizione
all’UNESCO e agli Stati firmatari della
Convenzione sul Patrimonio dell’U-
manità, per far tutelare WIKIPEDIA
come Patrimonio Culturale dell’Uma-
nità: una candidatura che mira a far
riconoscere l’enciclopedia aperta da
editori volontari come primo Patrimo-
nio dell’Umanità digitale e globale. E’
la conferma della forza di un brand col-
laudato in tutto il mondo come una
sorta di “marchio di qualità”.
Pierpaolo Bo
Sono una quarantina i siti italiani che, al momento,
aspirano a diventare “patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti
nell’apposita Lista propositiva (tentative list). Nell’elenco è
inserito un variegato ventaglio di autorevoli candidature
pronte ad affrontare un lungo e tortuoso iter burocratico per essere catalogate nella World Heritage list come patrimonio culturale e naturale. L’ufficio
patrimonio mondiale UNESCO, istituito nel 2004 all’interno del
Ministero per i Beni e le Attività culturali, svolge la funzione di
coordinamento delle attività connesse all’attuazione della
convenzione sulla protezione, la tutela e la promozione dei beni culturali, soprattutto materiali,
in termini reputazionali-simbolici. Al Ministero spetta
il compito di indicare la “nomination” di una candidatura
da presentare al Comitato per il Patrimonio Mondiale, che si
riunisce una volta all’anno.
Perché la dieta mediterranea sì e la pizza napoletana no? Quel riconosci-
mento che si identifica con l’emblema dei SITI UNESCO, rotondo come
il mondo, un simbolo di tutela globale per il patrimonio di tutta l’umanità,
fa gola anche ai pizzaioli napoletani che hanno candidato la pizza napoletana -
tradizionalmente (e storicamente) riconosciuta come la capostipite del genere,
diventata nei secoli un piatto internazionale e identificativo dell’Italia - nella lista
dei capolavori immateriali dell’UNESCO. Non è certamente una richiesta bizzarra,
sostengono i promotori, perché l’arte della pizza napoletana è un “saper fare”
tipico ed inimitabile, una componente importante del patrimonio gastronomico e
culturale napoletano e campano, riconosciuto in tutto il mondo, e che quindi va
opportunamente tutelato e valorizzato. Il nostro Paese, recentemente, ha avuto la
soddisfazione di vedere riconosciuta tra i patrimoni immateriali UNESCO anche la
dieta mediterranea, terzo elemento italiano presente nella lista, insieme all’opera
dei pupi siciliani e al canto a tenore sardo. La dieta mediterranea è stata la prima
pratica alimentare tradizionale al mondo ad essere iscritta nel prestigioso elenco.
Un club esclusivo, con 166 soci, tra cui il tango argentino, il capodanno islamico
e la calligrafia cinese. La proclamazione di un’alimentazione mediterranea quale
“stile di vita sostenibile basato su tradizioni alimentari e su valori culturali secolari”,
certifica “lo stretto legame tra la cultura e le pratiche alimentari tradizionali di
un popolo ed è stata consacrata la loro inscindibilità”. Ora a chi tocca? In lista di
attesa, come si è visto a pag. 9, c’è la candidatura del Patrimonio dei Paesaggi
Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato che ha ottenuto per il nostro Paese,
la nomination per il 2011 da esaminare il prossimo giugno. Il riconoscimento
garantirebbe con un marchio di qualità la conoscenza universale di queste aree,
i paesaggi e i territori vitivinicoli del basso Piemonte, culturalmente, artistica-
mente e naturalisticamente più prestigiosi. Sono una quarantina i siti italiani che,
al momento, aspirano a diventare “Patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti
nell’apposita Lista propositiva (tentative list). L’elenco è un variegato ventaglio di
autorevoli candidature pronte ad affrontare un lungo e tortuoso iter burocratico per
essere catalogate nella World Heritage list come patrimonio culturale e naturale:
dai gioielli naturali come il Monte Bianco e l’Arcipelago della Maddalena, a tesori
architettonici e artistici come la cappella degli Scrovegni a Padova e le cattedrali
romaniche della Puglia, passando per interi centri storici come quelli di Lucca e
Pavia. Le ultime candidature ufficiali per ottenere il prestigioso riconoscimento
dell’UNESCO risalgono quasi tutte al 2006: le più recenti (2010) sono le colline
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del Prosecco di Conegliano e Valdop-
piadone; la Palermo arabo-normanna
e le Cattedrali di Cefalù e Monrealese
e il vulcano più alto d’Europa, l’Etna (la
candidatura è stata presentata poco
più di un anno fa). Si affacciano (anche
se non risultano ancora iscritti nella
tentative list) con le loro candidature
l’Associazione Città del Tartufo, gli oli-
veti monumentali di Ostumi, Fasano
e Carovini, e il Parco Nazionale della
Sila, pronti ad affrontare una lunga tra-
fila. I nuovi criteri di selezione stabiliti
dall’organizzazione delle nazioni unite
mirano all’inclusione di tipologie finora
poco rappresentate quali, ad esempio,
i paesaggi culturali o l’architettura
contemporanea. Le domande di inse-
rimento nella lista propositiva devono
essere inoltrate dalle amministrazioni
competenti per la gestione del sito (ad
esempio il Sindaco, il sovrintendente
di un’area archeologica o di un ente
parco e così via). E’ l’ufficio patrimonio
mondiale UNESCO, istituito nel 2004
all’interno del Ministero per i Beni e
le Attività culturali, a svolgere la fun-
zione di coordinamento delle attività
connesse all’attuazione della conven-
zione sulla protezione del patrimonio
mondiale culturale e naturale. Tocca al
Ministero indicare la nomination di una
candidatura già presente nella lista pro-
positiva da presentare al Comitato per
il Patrimonio Mondiale, Comitato che
si riunisce una volta all’anno. Dal 2002
non ci sono più di 30 nuove iscrizioni
l’anno nella World Heritage List, di cui il
50% per paesi finora non rappresentati
e il 50% in applicazione dei nuovi criteri
stabiliti alla Conferenza di Bali.
Una lista dalle Alpi alla SiciliaMa come cambierebbe la classifica nel
caso ipotetico in cui tutti i nuovi 40 siti
italiani candidati fossero riconosciuti
dall’UNESCO? La Lombardia manter-
rebbe il primato raggiungendo quota
13, la Toscana 11, al terzo posto la Cam-
Quelli che l’UNESCO…
Il brand si conferma tra i più collaudati al mondo.
Gli ingredienti che fanno parte della dieta mediterranea Patrimonio immateriale dell’umanità.
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CON
OSC
ERE
IL T
REN
TIN
O
Il Trentino è stato da sempre, in virtù della
posizione geografica e della conformazione naturale,
una cerniera aperta alle influenza culturali,
politiche ed economiche di tutti i territori confinanti. Se in passato ha prevalso la tendenza alla difesa (lo
dimostra l’incastellamento della Valle dell’Adige),
in epoche più propizie al confronto, come la nostra,
prevale la disponibilità ad accogliere il meglio
delle esperienze più avanzate in ogni settore della società. Prima fra
tutte la sensibilità per una gestione sostenibile del territorio, dell’economia
e dell’ambiente. Energeo vuole dare ampio risalto
anche agli aspetti storici di lettura del
territorio e lo farà ancora, sistematicamente, in ogni
numero, con l’aiuto dei nostri esperti.
E’ un’abitudine molto diffusa, quando si parla di un luogo e non si sa
bene da dove cominciare, definirlo “porta” o “crocevia” di qualcosa.
Concetti suggestivi, di sicuro effetto, che presentano solo un piccolo
inconveniente logico. Infatti, il mondo non è fatto a scomparti, e i confini sono
solo dei segni colorati apposti sulle carte geografiche, e quindi tutti i luoghi sono
“più o meno” dei crocevia o delle porte rispetto agli altri: dipende dal punto di
vista. Insomma, una cosa è la geografia, un’altra la storia. Due realtà che però
interagiscono in maniera strettissima: ed è proprio in questa interazione che si
formano i caratteri dei territori e delle comunità che li abitano. A sua volta, il
grado di questa interazione dipende proprio dal “più o meno” di cui sopra: e sotto
questo aspetto, non c’è dubbio che il Trentino sia saldamente ancorato nel settore
del “più”. D’altra parte, è merito dei trentini se questa natura di “crocevia” e di
“porta” del loro territorio non si è risolta, come altrove è accaduto, in una situa-
zione di identità indistinta, bensì nell’esatto contrario, cioè in un fortissimo senso
di appartenenza rafforzato a sua volta da una millenaria esperienza di autonomia
politica e amministrativa. Di questa storia troviamo testimonianze dovunque; ma
ci sono dei monumenti-simbolo dove le tracce sono particolarmente evidenti, a
cominciare ovviamente dal Capoluogo e dal suo Castello.
Il colle su cui il complesso sorge è appena più alto della città, ma la posizione è
strategica: il massimo risultato con il minimo sforzo, come sempre nell’architet-
tura militare di una volta. Nel Medioevo lo chiamavano Malconsey; ma quando
si è trattato di battezzare il castello (un pò di scaramanzia non guasta) il nome è
stato cambiato in Buonconsiglio. Il castello ha un andamento lineare, allungato,
perché è addossato alle mura della città, da torre a torre. La prima, a sinistra
rispetto a chi entra, è quella cilindrica di Castelvecchio: la parte più antica,come
suggerisce il nome, e anche quella che mantiene l’aspetto arcigno di fortezza.
L’altra, che “chiude” il castello sulla destra, è la cosiddetta Torre Aquila, perché
si trova a cavallo della antica strada per Aquileia, e nell’involucro dal look milita-
resco racchiude un gioiello artistico di prim’ordine, voluto, alla fine del Trecento,
da un Principe-vescovo particolarmente intraprendente, Giorgio di Liechtenstein.
E’ lui, del resto, che decise di utilizzare la torre come studio privato, spazio di
meditazione e di svago intellettuale, trasformandolo in uno straordinario calen-
dario illustrato. Qui il pittore (anonimo, forse di origine boema) dipinge, come
in un diorama inquadrato dagli eleganti colonnini tortili, la successione dei mesi
dell’anno, con le occupazioni relative: per i comuni mortali, quelle del lavoro
Trentino, la porta d’Europa
La Valle dell’Adige: un “link” secolare fra il mondo mediterraneo e quello tedesco.
nei campi; per i nobili, i divertimenti
stagionali. Si comincia, a gennaio, con
la sfida a palle di neve sotto il Castello
di Stenico (primo paesaggio innevato
nella storia dell’arte), e si prosegue
con tornei, pic-nic, passeggiate, feste
e così via. Una giostra di colori affa-
scinanti dove il gotico internazionale
raggiunge uno dei vertici più alti.
Insomma, già nei due capisaldi
dell’edificio troviamo i due poli che
caratterizzano la storia del territorio:
l’importanza strategico-militare, e la
volontà di innestarvi sopra una pre-
cisa linea di civilizzazione. Del resto,
anche la natura “anfibia” dello Stato
tridentino ha giocato un ruolo impor-
tante in questo riuscitissimo crogiolo
europeo, dove il mondo mediterraneo
incontra quello tedesco. Dal punto di
vista istituzionale Trento era un Princi-
pato ecclesiastico del Sacro Romano
Impero. Il vescovo della diocesi era
cioè anche il capo politico dello Stato,
con un duplice punto di riferimento:
il Pontefice Romano e l’Imperatore
Germanico. Certo, ad aver lasciato il
segno sul Castello sono stati alcuni
principi-vescovi i quali, più che per lo
zelo religioso, si sono distinti per la
loro abilità politica. Infatti, il vescovo,
come capo della Diocesi, la residenza
ce l’aveva, accanto alla Cattedrale.
I prelati (tedeschi e italiani) che si inte-
ressavano al castello lo facevano evi-
dentemente nella loro qualità di Capi
di Stato. A portarvi il Rinascimento,
alla fine del Quattrocento, è un altro
vescovo di origini tedesche, Johann
Hinderbach, che fa realizzare la loggia
in perfetto stile veneziano, sospesa
fra il cortile e la città, con uno splen-
dido belvedere aperto sul paesaggio.
Un’opera in palese (e ricercata) con-
traddizione con la funzione militare,
che segue la filosofia opposta della
chiusura e dell’arroccamento. Si può
notare di passaggio che Hinderbach,
oltre al Rinascimento, nel 1475 al
castello porta anche l’acqua corrente:
La Loggia del Romanino al Castello del Buonconsiglio.
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cosa che i soldati e le guardie proba-
bilmente avranno apprezzato ancora
più che l’affaccio sulla città.
Due interventi, a un secolo di distanza
l’uno dall’altro, che segnano una dire-
zione precisa: il Buonconsiglio diven-
terà sempre meno castello e sempre
più palazzo; sempre meno fortezza
alla tedesca e sempre più residenza
all’italiana. La trasformazione defini-
tiva si deve al principe-vescovo più
importante di tutti, quello che riuscì
a fare di Trento uno snodo della poli-
tica europea: Bernardo di Cles, che
aveva latinizzato il cognome in Cle-
sius, come si usava all’epoca fra gli
uomini di cultura. Clesio aveva un’alta
opinione di se stesso, e bisogna rico-
noscere che la fiducia era ben riposta.
Cardinale, uomo di fiducia del papa e
dell’imperatore, è lui a trasformare il
vecchio castello nel “Magno Palazzo”
attuale, così come trasformerà Trento
attraverso un nuovo piano regolatore,
mettendo la città in grado di ospitare
il Concilio in cui la Chiesa Cattolica
risponderà alla riforma luterana. Il
carattere residenziale del Magno Palazzo è esaltato da una decorazione pitto-
rica di alta qualità, affidata a due protagonisti del Rinascimento: il Romanino e
Dosso Dossi, chiamati dalla Corte di Ferrara. Il soffitto della camera da letto
vescovile (firmato dal Fogolino) è dedicato alla storia dell’antica Roma: da uomo
politico, prima di addormentarsi, oltre all’esame di coscienza, Bernardo riservava
evidentemente anche un pensiero alla gloria di questo mondo. Ma la cultura
prevede anche una certa leggerezza nell’autocelebrazione: da qui, la soluzione
adottata nel fregio del salone principale, dove i putti giocano con le lettere del
suo nome, trasformandolo in un elegantissimo scherzo enigmistico. Nella loggia
del giardino pensile, infine, trionfano la mitologia, l’amore profano, la gioia di
vivere. Forse anche troppo, visto che i nudi vennero rivestiti (come accadde a
quelli di Michelangelo nella Sistina), e lo sono rimasti fino all’ultimo restauro. Ma
il capolavoro di Bernardo è proprio l’organizzazione del
consesso internazionale destinato a segnare una
tappa fondamentale nella storia della Chiesa e
quindi dell’intera Europa: il Concilio di Trento.
l’ulteriore nomina di Bernardo a Principe-Vescovo di Bressanone. Ma, proprio
durante il banchetto per festeggiarla, Bernardo viene colto da malore e muore.
A gestire il Concilio sarà il suo successore, Cristoforo Madruzzo. Se Bernardo
era un genio della diplomazia, Cristoforo lo è della logistica. In città arrivano
delegazioni di 12 Stati. Per loro il Comitato Alloggi trova 2699 posti letto, più
2746 posti-stalla per i cavalli. Notevole anche il servizio medico e quello di posta
celere a cavallo, grazie al quale un messaggio poteva coprire la distanza fra
Trento e Roma in appena 46 ore. Ma quello che più colpisce al giorno d’oggi è
la forza della memoria storica che diventa tradizione: nel giorno in cui, nel 1545,
si tenne la seduta inaugurale del Concilio, cioè il 13 dicembre, si insedia, ancora
oggi, il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento. L’ultimo principe-vescovo
che lascia un messaggio politico nel Castello del Buonconsiglio è Francesco
Alberti Poia, e lo fa, ancora una volta, sia come vassallo dell’Imperatore, sia
come uomo di Chiesa, in occasione di un evento che fu forse l’ultimo al quale il
Papa (Innocenzo XI, come finanziatore dell’esercito) e l’Imperatore (Leopoldo I
d’Asburgo, come comandante in capo) abbiano partecipato come protagonisti: la
battaglia che, nel 1683, libera definitivamente Vienna l’Europa dalla minaccia dei
Turchi, asserragliati sul Kahlenberg alle spalle della Capitale asburgica. Dopo una
storia plurisecolare, che datava dall’anno Mille, il Principato di Trento si avviava
verso la fine, in parallelo con le due grandi istituzioni sovranazionali cui faceva
riferimento. Nel Castello sono allineati i ritratti di tutti i titolari, come nella Basi-
lica romana di San Paolo Fuori le Mura lo sono quelli di tutti i pontefici. L’ultimo
principe-vescovo è Pietro Vigilio Thun, deposto dalle truppe di Napoleone, che
abolisce il principato, come pochi anni dopo abolirà il Sacro Romano Impero.
Deposto a sua volta Napoleone, a Trento si stabiliscono gli Austriaci, e il Castello
diventa caserma. Nelle Fosse (dette per questo dei Martiri) vengono giustiziati
Cesare Battisti e altri patrioti italiani. Recuperato e restaurato, oggi il castello
ospita le collezioni d’arte della Provincia Autonoma di Trento. Il complesso è
affascinante, con il suo incastro indissolubile di epoche e di stili, che rappresenta,
plasticamente, la continuità delle epoche e l’identità internazionale dell’Europa:
gli Erker alla tedesca e le mura decorate con i “diamanti” all’italiana; il mondo
germanico e quello latino; il potere e la cultura. Un palazzo dove si incontrano
e convivono terre, epoche e stili. Ma
l’edificio è singolare anche dal punto
di vista architettonico: nato con un
nucleo concentrato e racchiuso in se
stesso, come tutte le strutture militari,
col tempo è uscito dai suoi confini ini-
ziali, svolgendosi e allungandosi come
un fondale scenografico lungo le anti-
che mura urbane, con un andamento
lineare, che si sviluppa per amplia-
menti e giustapposizioni, passaggi e
corridoi. Uno svolgimento che nel suo
procedere ne ricorda un altro: il cam-
mino degli anni e della storia.
Marco Hagge,
Responsabile della rubrica
della TGR Rai Bell’Italia
Un evento durato quasi vent’anni, pieno di problemi prima, durante e dopo la sua
realizzazione. Il principale riguardava proprio la sede: il merito di Clesio è quello di
avere colto l’opportunità che gli presentava il proprio status istituzionale: come
principe, era un vassallo dell’Imperatore; come vescovo, era un collaboratore del
Papa. Dunque, un uomo-cerniera, in una città-cerniera fra Nord e Sud: a Trento,
cattolici e luterani si potevano incontrare a metà strada.
Ma la città era piccola, con un tipico impianto medievale adatto ai suoi 10.000
abitanti. Bisognava trasformarla, né più né meno come oggi si trasformano le
città destinate a ospitare eventi quali le Olimpiadi o le Expo internazionali.
A questo serve appunto il restyling del Castello, che inaugura quello della città:
nuove strade, nuovi palazzi con le facciate dipinte, a definire un percorso aulico
dal castello fino al Duomo, che, non a caso, ha due facciate: quella medievale del
fronte e quella rinascimentale, sul fianco che prospetta la Fontana del Nettuno e il
nuovo itinerario monumentale. Un impegno che il Papa apprezza, come dimostra
il capolavoro di Bernardo è proprio l’organizzazione del
consesso internazionale destinato a segnare una
Il Castello del Buonconsiglio visto dal basso.Sopra particolare del Loggione.
Magistretti.
Ritratto del principe vescovo Pietro Vigilio, realizzato dal pittore Giovanni. Battista Lampi.
Ritratto del principe vescovo Alfonso Thun, realizzato da un pittore tirolese.
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Un territorio fucina di cultura e di svaghi, per un
turismo ecocompatibile e non solo. Il capoluogo Trento è stato nominato
da una commissione internazionale “Città
alpina 2004” per la sua variegata vitalità. In questa
città farà tappa il Premio Eco and the City Giovanni Spadolini per costruire un
sodalizio tra ambiente e territorio, anche con altri luoghi del nostro Paese.
E’ così minuscolo che quasi scompare. Piccolo per estensione, variegato.
In tutto. Con spazi, monti, laghi, borghi, castelli, rocce, prati, calore,
ghiacciai, succulente pietanze, rilassanti terme - e tante, tantissimi altre
varianti naturali - che descriverlo diventa un’impresa. Il Trentino è tutto questo
e non solo. Terra di confine, baluardo di tradizioni, memorie storiche, nuove
sfide, orizzonti da scoprire, prodotti da gustare. Innovativi in quanto forti di un
radicamento colturale che in Trentino diventa cultura. Cerniera climatica, barriera
di caratterizzazione, che solo una visita consente di scoprire, capire, gustare.
Sfide ambientali di una natura benigna: si passa dai 67 metri di quota del lago di
Garda - la riviera del Trentino - ai quasi 4 mila metri del Gruppo Cevedale. Con
tutte le Dolomiti - quelle di Brenta e le celeberrime consorelle di Fassa e delle
Pale di San Martino - a testimoniare glaciazioni di un territorio dove il rapporto
virtuoso tra habitat e cultura rendono il Trentino leader nell’ospitalità. Semplice
quanto complesso risultato di tradizioni, fatiche, la sua forza è nel paesaggio,
nella maestosità delle nevi perenni, nei laghi alpini - oltre 300 - sparpagliati in
ogni angolo territoriale. Specchi d’acqua tra mille sentieri, laghi che quasi si con-
fondono tra l’azzurro del cielo dolomitico e l’intensità delle loro acque purissime.
Rete idrogeologica per equilibrare parchi naturali, riserve e biotopi e - soprat-
tutto - sterminate foreste. Habitat decisamente variegato. In tutte le direzioni.
Per terre curate ancor più che coltivate. Dove nei fondovalle, sulle pendici delle
colline più ardite, si sviluppa un’agricoltura simile più al giardinaggio che all’uso
massivo del territorio. Frutteti e vigneti, per mele e uve dal carattere inconfon-
dibile. Frutti preziosi, prodotti nel massimo rispetto dell’equilibrio vegetativo,
Trentino, dove l’ecocompatibilità è di casa
Alla ricerca di emozioni in tutte le stagioni.
bandendo chimica, prodotti di sin-
tesi di ogni sorta. Puntando solo ad
interpretare l’evoluzione delle piante,
domarle tramite l’opera sapiente degli
agricoltori. Agricoltura montana, con-
tadini custodi del territorio e artefici
della difesa di prodotti a rischio d’e-
stinzione. Dai piccoli frutti del bosco
ai formaggi d’alpeggio, ma anche agri-
coltori decisi a salvaguardare il patri-
monio zootecnico, bestiame di razza
per formaggi di rango superiore. E poi
i vini. Tante esclusive variazioni di una
produzione mirata esclusivamente
alla qualità. Un dato solo: neppure un
milione di ettolitri da ogni vendemmia,
una goccia di vino nel mare delle pro-
duzioni nazionali e internazionali, ma
vini autenticamente espressione del
territorio dove nascono. Fatti con la
forza della sincerità, per trasferire nel
bicchiere l’identità stessa della gente
trentina. Ogni stagione, i suoi riti.
L’inverno il Trentino è il paradiso dello
sci, di ogni tipo di escursione sciistica.
Basta salire in quota e i “caroselli”
certo non mancano. Neve per tutti i
gusti e stimoli di gusto anche per quanti non sciano. Con leccornie tipiche, con
proposte culturali, con centri di benessere e relax. In inverno, ma pure in tutte
le altre stagioni. Quando la vacanza, la visita al Trentino, rilancia le emozioni
e invoglia a gustare - il più a lungo possibile - ogni realtà di questo territorio.
Luoghi sacri, musei, ma anche cantine, caseifici, laboratori artigiani, ristoranti,
osterie, masi rurali, pure malghe e rifugi alpini. Tra paesi e città, con il capo-
luogo Trento quanto mai attiva, città fucina di cultura e di svaghi, per un turismo
ecocompatibile - è stata nominata da una commissione internazionale “Città
alpina 2004” - e variegato. Tutti centri di cultura, anche e soprattutto di cultura
materiale. Dove i nostri sensi vengono premiati dal lento piacere delle emozioni.
Leone Chistè
Mucche al pascolo.
Da sinistra: lavorazione del formaggio:cagliata. Meleti in fiore Valle di Non.
Prati da alpeggio in Primiero con vista sulle Dolomiti.
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Le foreste rappresentano una risorsa decisiva per
l’economia trentina: il settore legno produce il 6% del Pil
provinciale. Il bosco trentino cresce di un milione di metri
cubi l’anno. Ovvero 3 mila metri cubi al giorno, 2 metri
cubi al minuto. Vive e si espande.Foreste intensive
di particolare importanza per tutto l’ecosistema agricolo.
Regolano il “respiro” del territorio, condizionano l’iter
ambientale. Favoriscono l’escursione termica - indispensabile per la
frutti-viticoltura montanara - e segnano il territorio stesso.
L o dice l’Inno del Trentino: “si slancian nel cielo le guglie dentate, discen-
dono dolci le verdi vallate. Profumano i paschi … con vividi fior”.
Orgoglio di una comunità che ha sempre legato la sua storia alla monta-
gna, al bosco in primis. Dove gli alberi diventano sinonimo d’identità ambientale.
Ostentati, difesi, tutelati. Per garantire futuro. Patrimonio collettivo, un valore
che supera ogni stima economica: si lega all’indole stessa della gente trentina.
350mila ettari sono alberati. Praticamente oltre metà del territorio di questa
provincia - gode di un particolare Statuto di Autonomia Provinciale, nell’ambito
legislativo delle regioni italiane con competenze speciali - è occupato da piante
d’alto fusto. Esattamente il 56%. Foreste incastonate o distese in ogni vallata, in
tutti i comuni. L’abete rosso è il protagonista: ha radici sul 60% della superficie
trentina. I boschi sono di proprietà pubblica, suddivisi tra varie amministrazioni
comunali. Solo un terzo del patrimonio forestale è curato da privati. Impegno
corale, in perfetta sinergia. Alberi con radici e legami profondi. Basti pensare che
ogni abitante ha praticamente a sua disposizione ben 10 mila esemplari d’alto-
fusto. Un record! Anche perché le foreste rappresentano una risorsa decisiva
per l’economia trentina. Si tagliano alberi pregiati per oltre 500 mila metri cubi
annui, poco meno di 1400 metri cubi al giorno. Il settore legno produce il 6%
del PIL provinciale, dando lavoro a quasi 5 mila addetti, oltre a quanti lavorano
nell’indotto, altri 2 mila operai. Complessivamente 1.445 aziende.
Il bosco trentino cresce di un milione di metri cubi l’anno. Ovvero 3 mila metri
cubi al giorno e dunque, si stima, cresce di 2 metri cubi al minuto. Vive e si
espande. Libero, naturale per antonomasia. Foreste intensive di particolare
importanza per tutto l’ecosistema agricolo. Regolano il respiro del territorio,
condizionano l’iter ambientale. Favoriscono l’escursione termica - indispen-
sabile per la frutti-viticoltura montanara - e segnano il territorio stesso. Anzi:
contribuiscono a capire il Trentino, evocando il concetto più semplice di “ter-
ritorio”. Sono gli alberi che rendono identificabile il Trentino. Sono le foreste
e, in particolare gli scarti utilizzati per produrre il cippato, a far funzionare le
centrali per il teleriscaldamento, a Cavalese come in altri centri, garantendo
un’ altra forma di sostenibilita’ energetica. Il legno poi viene utilizzato per la
costruzione di case di alta qualità, compreso gli infissi e i pavimenti, abitazioni
che ottengono sempre più consensi, a dimostrazione che il problema salute
e rispetto dell’ambiente sono al primo posto negli interessi di tutti, anche, e
Il Trentino, dove anche le foreste hanno un certificato di garanzia
I boschi sono un patrimonio collettivo, un valore che supera ogni stima economica.
soprattutto, per garantire un futuro diverso e migliore ai figli. I paesi sono siti
dove omogeneità e sintonia ambientale sono in perfetto equilibrio. Sintonia con
la “fisicità” del paesaggio, omogeneità con la cosiddetta “presenza antropica”
e dunque carattere nella continuità storico culturale. Recuperando al meglio le
“valenze territoriali locali”. Una dimostrazione tangibile è stata la recente asta
pubblica di legname trentino pregiato. Schiere di professionisti hanno fatto
incetta di abete rosso, bianco e pure quello da “risonanza”, ricercato dai liutai,
conosciuto già dal mitico Stradivari. Asta che ha recuperato il senso di comunità,
lo spirito d’appartenenza dei paesi in quota, il legname tagliato con maestrìa, da
usare in tanti modi. Per costruire case e pure per i violini. Variegato, pregiato
quanto duttile. Marino Simoni, Presidente del Consorzio Comuni del Trentino,
ha presentato l’asta del legname ribadendo come legno e pietra siano alla base
della cultura della gente trentina. Patrimonio collettivo, patrimonio di sodale aiuto
tra le genti e dunque legno di valore sociale. Le foreste dunque come elemento
centrale dell’economia montanara. Boschi per la vacanza, per le escursioni,
fondamentali per l’ecosistema e per lo sviluppo sostenibile delle tante attività
rurali legate ai monti. La zootecnia, in primis e dunque il comparto caseario.
E’ sui pascoli più in alto che l’alpeggio diventa un must. Con le malghe baluardi
di saperi contadini ancor prima di sapori. Malga, una parola che ha del magico.
Evoca pascoli incontaminati, bestie libere, tra foreste che si confondono con
vette dolomitiche. Malga, parola foneticamente legata a culture misteriose, alla
mungitura, d’accordo, ma addirittura a pratiche d’allevo in vigore tra i Mongoli.
Sulle Dolomiti, malga è sinonimo di qualità verace, di formaggi inconfondibili.
Voluti dai malgari. Uomini di montagna, boscaioli da sempre, nella loro sintonia
con tutto quanto è “del territorio”. Gente schietta, immediata. Che attua l’antica
pratica dell’alpeggio. A quel sistema arcaico di trasferire in quota, dal fondo-
valle, sia il bestiame che la famiglia. Su, verso le vette, verso un habitat che
appare ancora più incontaminato. Appunto la malga. Termine dialettale, di origine
preromana; assonanze e storpiature
fonetiche legate alla descrizione popo-
lare dall’inconfondibile muggito delle
vacche in libertà. Malghe, archetipi di
un impegno prezioso. Racchiudono
fatiche e speranze, economie dome-
stiche e strategie ecocompatibili. Stili
di vita e abitudini alimentari.
Soprattutto perché malga è anche
sinonimo di freschezza, genuinità,
immediato riscontro tra foreste,
pascolo, latte e formaggio. Merito
di tutto questo è del “malgaro”, per-
sona tuttofare: contadino, pastore,
boscaiolo e abile casaro. Custode
dei saperi e dunque dei sapori della
montagna. Foreste trentine dunque
come presidi della tradizione. Dove
le produzioni interagiscono con il ter-
ritorio e formano l’ecosistema. Con
una costante consonanza tra “qualità
dell’ambiente e qualità del prodotto”.
E il ruolo - decisivo - di quanti ancora
curano le foreste con cultura traman-
data da generazioni.
Per tutelare il futuro.
Leone Chistè
Catasta di abeti certificati PEFC.
Lago Fedaia ai piedi della Marmolada.
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Il missionario trentino è stato un pioniere che ha saputo promuovere l’evangelizzazione e lo
sviluppo civile, sociale, economico delle genti che
abitano la Pimeria Alta, la nazione del popolo
Pima, a nord-est del Rio Sonora al confine tra
Messico e Arizona ( terre desertiche, bruciate dal
sole), donando vita, e dignità alle popolazioni
native, alle quali insegnò come coltivare frutti e vegetali sconosciuti in
quelle terre, introducendo l’allevamento del bestiame
e la lavorazione del ferro.
Il suo nome è leggenda, la sua vita, segnata da avventure e da instancabili
esplorazioni, fa storia. Quando internet ancora non c’era, soltanto la voglia di
avventura portò Eusebio Francesco Chini in terre lontane. Eusebio nasce a
Segno, nella Val di Non, il 10 agosto 1645, da Francesco e Margherita. Battezzato
nella chiesa del vicino villaggio di Torra, intraprende dopo gli studi elementari
quelli ginnasiali nel Collegio gesuita di Trento, per completarli ad Hall in Tirolo
dove, guarito da una grave malattia, fa voto di entrare nella Compagnia di Gesù
per dedicarsi alle missioni nelle Indie. Il religioso trentino, infaticabile pioniere,
gesuita, missionario, geografo, esploratore, è stato un precursore dello sviluppo
sostenibile, inteso come sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza
compromettere la possibilità delle generazioni future (Rapporto Brundland). Un
pioniere che ha saputo determinare l’evangelizzazione e lo sviluppo civile, sociale,
economico delle genti che abitano la Pimeria Alta, la nazione del popolo Pima, a
nord-est del Rio Sonora, terre desertiche, bruciate dal sole, donando vita, e dignità
alle popolazioni native, alle quali insegnò come coltivare frutti e verdure scono-
sciuti in quelle terre, introducendo l’allevamento del bestiame e la lavorazione del
ferro. A Padre Eusebio Chini (lo scorso anno sono stati ricordati i 300 anni della
morte) sarà dedicata una Sezione Speciale dal Premio Eco and the City Giovanni
Spadolini, ispirata alle conoscenze tradizionali e alle sue applicazioni, fornendo
alle Associazioni di Identità tipiche e ai cultori e custodi di antichi saperi, antichi
sapori, antichi profumi, la possibilità di segnalare realizzazioni che hanno utilizzato
tecniche basate sulla saggezza millenaria, dimostrato la validità del recupero e
della riapplicazione di queste antiche tecniche. La sezione speciale riguarda, in
particolare, la qualità specifica dei siti eccezionali e il valore delle realizzazioni
architettoniche e urbane e dei parchi archeologici inseriti in contesti armonici
o naturali di grande varietà e pregio. Ogni bene eccezionale e opera d’arte é
parte di un sistema strettamente connesso di natura e cultura. La realizzazione
e la perpetuazione di questi beni sono dovute a quel complesso millenario di
saperi e di tecniche che le Nazioni Unite negli organismi e conferenze interna-
zionali hanno chiamato le Conoscenze Tradizionali e Locali. Si tratta di tecniche
e pratiche antiche tramandate attraverso le generazioni diffuse nel territorio,
utilizzate nella gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali,
nelle architetture rurali e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono il
sapere storico dell’umanità che ha permesso la realizzazione di architetture e
paesaggi di valore universale protetti dall’UNESCO nella categoria dei paesaggi
culturali. Tramite le conoscenze tradi-
zionali si realizza l’uso appropriato delle
risorse naturali: acqua, suolo, energia.
Usare il sapere tradizionale non signi-
fica riapplicare direttamente tecniche
del passato, ma cogliere la logica di
questo modello di conoscenza. Per
le imprese, i centri storici, le aziende,
usare e promuovere le conoscenze
tradizionali significa confrontarsi con
processi, cognizioni e capacità che
saranno sempre più richiesti a livello
internazionale; anticipare le soluzioni
necessarie allo sviluppo sostenibile e
conquistare una immagine attrattiva
per il turismo culturale e utile all’af-
fermazione dei propri prodotti a livello
internazionale.
Il coordinatore della Sezione Spe-
ciale, nonché membro della Commis-
sione Giudicatrice, architetto Pietro
Laureano, Presidente dell’Istituto
delle Conoscenze Tradizionali (ITKI),
promosso dall’UNESCO, ha preso
spunto dalla vita di Padre Chini, pio-
niere della cultura della sostenibilità
e alle sue mirabili intuizioni, partendo
dal modello di sostenibilità basato sulle
pratiche tradizionali di gestione dell’ac-
qua, dei suoli e dell’energia di queste
antiche comunità che può essere pro-
posto anche con tecniche innovative
nella città contemporanea, per avviare
un programma di conversione in città
sostenibili del futuro, adottando tecni-
che antiche, naturalmente. Pietro Lau-
reano, partendo dalla vita di missione
di Padre Eusebio Francisco Kino, che,
nel frattempo aveva ispanizzato il suo
nome, dalle difficoltà incontrate, dalle
instancabili esplorazioni compiute, e
dalla figura del religioso, rappresentato
come un gigante mosso dalla fede e
dall’amore (il processo di canonizza-
zione, riconoscimento della chiara
evidenza della santità di Padre Kino,
è tuttora in corso) che ha lasciato la
sua impronta nella storia, ha messo
in cantiere un convegno che si svol-
gerà a Trento. L’evento, a cui interver-
Padre Kino, un precursore della sostenibilità ambientale
A Padre Eusebio Francisco Kino sarà dedicata una Sezione Speciale dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ispirata alle conoscenze tradizionali e alle sue applicazioni.
La statua di Padre Chini posta all’ingresso di Segno, paese natio del missionario gesuita. Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale Padre Kino.
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ranno autorevoli relatori internazionali,
servirà per arricchire il programma
ufficiale della grande kermesse: l’in-
contro, previsto l’antivigilia del Premio
(giovedì 8 novembre 2012), sarà coor-
dinato dallo stesso Pietro Laureano. Il
tema sarà dedicato alle “Conoscenze
tradizionali per proteggere il paesaggio
e combattere il degrado dei suoli e la
crisi globale: i costruttori di Oasi. L’in-
segnamento di Padre Eusebio Chini”.
Ma chi è stato effettivamente Padre
Chini? “Un santo, l’apostolo degli
Indiani Pima - risponde, senza esitare,
Alberto Chini Presidente dell’Associa-
zione Culturale che porta il nome del
suo illustre conterraneo. Una statua,
alta cinque metri, è stata situata all’en-
trata di Segno, paese immerso nei
meleti che caratterizzano il paesaggio
sull’altopiano sopra il fiume Noce, nel
Comune di Taio. Segno è un luogo di
poche centinaia di anime, tutte devote
di Padre Kino, (un fenomeno che ha
contagiato i paesi vicini) che ha lan-
ciato un ideale ponte, gemellandosi,
nel luglio 2008, con Magdalena de
Kino in Arizona. Anche i più giovani
hanno voluto contribuire a stringere
un legame oltre-oceano, realizzando
e facendo pubblicare un fumetto con
la storia del loro concittadino famoso.
Tutta la comunità è poi in continuo fer-
mento, in attesa di un nuovo grande
evento: la Causa di Beatificazione di
Padre Kino. Il postulatore generale dei
Gesuiti, Padre Toni Witwer, e il suo vice
Padre Domenico Calarco mostrano
oggi un certo ottimismo, ricordando
le parole pronunciate da Giovanni
Paolo II, nella sua omelia durante la
celebrazione dell’eucarestia a Phoenix
in Arizona (USA). Disse il pontefice:
“Certamente, la croce di Cristo ha mar-
cato il progresso di evangelizzazione
in questa area sin dal suo inizio: dal
giorno, trecento anni fa, in cui Padre
Eusebio Chini per primo portò il vangelo in Arizona”... “Con eccezionale abne-
gazione personale, padre Chini lavorò instancabilmente per fondare missioni in
tutta quest’area (l’Arizona), cosicchè la buona novella di nostro Signore Gesù
Cristo potesse radicarsi tra la gente che viveva qui”. Lontano dalla sua terra, il
Trentino, a Magdalena, il gesuita alla mezzanotte del 15 marzo 1711, cessò di
vivere “in pace e in povertà, sul limitare di qualcosa di molto più grande”, come
scrisse P. Charles W. Polzer. Nacque così il culto di Padre Kino fra i fedeli di
Sonora, Arizona, Sinaloa, Chihuahua e Bassa California. Un culto che trasforma,
da trecento anni, la devozione a Padre Kino nell’omaggio degli Indios al Padre
Pioniere della Pimeria Alta. In attesa della Causa di Beatificazione i sacerdoti
della Val di Non stabiliscono incontri per far conoscere e divulgare l’opera di
Padre Kino ed anche gruppi di preghiere. Un ricordo che consente di ripercor-
rere la storia dell’instancabile, religioso che compì molti viaggi di esplorazione
verso nord, fino al Rio Colorado, fornendo la prova scientifica del fatto che la
California è una penisola. Da un calcolo approssimato per difetto delle sue spe-
dizioni risulta un totale di 12.800 km. percorsi a cavallo attraverso il deserto di
Sonora. Un’impresa gigantesca, i cui frutti sono le anime portate a Dio, la vita
donata al deserto, la dignità riconosciuta agli indiani. Il 14 febbraio 1965, nella
National Hall of Statuary di Washington, il giovane Stato dell’Arizona entrato a far
parte degli Stati Uniti solo nel 1911, vive un giorno di grande festa: nel Capitol
della Confederazione stellata viene dedicata la statua del padre fondatore dello
Stato, Eusebio Francisco Kino, accanto ai più famosi personaggi degli Stati
Uniti, George Washington, Samuel Adams, Sam Houston, Andrew Jackson.
“Explorer, Historian, Rancher, Mission builder and Apostle to the Indians” recita
la scritta sul basamento e sintetizza una vita intera dedicata a Dio e agli indiani
Pimas. Le molte missioni da lui fondate, oggi sono fiorenti città degli Stati di
Sonora e di Arizona.
La grande e profonda devozione popo-
lare, tramandata per generazioni, trova
fondamento scientifico agli inizi del
nostro secolo, quando vengono ritro-
vati negli archivi di Città del Messico i
diari di Padre Kino, i “Favori celestiali
di Gesù e di Maria Santissima” speri-
mentati nelle avventure della Pimeria.
È la storia della sua vita di missione,
delle difficoltà incontrate, delle instan-
cabili esplorazioni compiute.
Si comincia a ricercare il luogo della sua
sepoltura, per onorarne i resti: e final-
mente, dopo vari tentativi infruttuosi,
il 19 maggio 1966 si localizza la tomba
del Padre Kino nella città di Magdalena
e si dà inizio ai lavori di costruzione
del mausoleo e di trasformazione del
luogo in piazza monumentale, inau-
gurati entrambi il 2 maggio 1971 alla
presenza dei due Presidenti del Mes-
sico, Luis Echeverria e degli Stati Uniti,
Lyndon B. Johnson. Vengono intito-
late a Padre Kino scuole, università,
ospedali; sorgono monumenti fin nei
piccoli villaggi sperduti nel deserto, la
città di Tucson inaugura uno splendido
bassorilievo in cui l’infaticabile pioniere
è raffigurato insieme ad un indio Pima
sullo sfondo del deserto. Il resto non
è leggenda, ma storia i cui valori sono
validi ancora oggi. Valori che saranno
ricordati anche dal Premio Eco and the
City Giovanni Spadolini.
Il luogo racchiude la storia di zelo missionario, esplorazione scientifica ed impegno nel trasformare la cultura degli Indios in quella più complessa della civiltà europea.
Un museo per Padre Kino
La statua equestre di Padre Chini sul piazzale del Museo.
Se da un lato è vero che Padre Kino lasciò il Vecchio Continente per trovare
casa nel Nuovo, è altrettanto vero che il suo borgo natio non ha mai dimen-
ticato il suo illustre conterraneo al quale ha dedicato una statua equestre.
Pochi mesi prima che la statua di Kino giungesse a Segno, al suo paese natale,
veniva acquistato un luogo appropriato dove il monumentale bronzo di grandezza
superiore al naturale donato dai cittadini di Tucson potesse essere degnamente
collocato. Era solo questione di mesi prima che l’imponente statua di bronzo
compisse il viaggio finale dal Messico per inerpicarsi su per le tortuose strade di
Segno. “Nel 1991, - ricorda Alberto Chini, Presidente dell’Associazione Culturale
Padre Kino - una volta scoperta la statua ed inaugurato il monumento su quello
stesso luogo, si iniziò a lavorare con la ferma convinzione di creare il museo dietro
il monumento stesso. L’impresa avrebbe richiesto molto tempo, progetti ed una
grossa somma di denaro. Per altri cinque anni si pensò alla facciata ed agli altri
elementi del museo. Finalmente nel 1996 venne terminato l’elegante mosaico
sulla facciata esterna dell’edificio Era il raffinato lavoro di Mariano Fracalossi, un
artista di Trento”. Nel 1997 il concetto di museo prendeva forma. La statua ed il
mosaico stimolavano una risposta più ampia così l’Associazione Culturale Padre
Eusebio Francesco Chini (www.padrekino.org) decise di dar vita al progetto.
Le raccolte di oggetti sono distribuite con cura e dovizia su tutti e tre i piani del
museo. L’ingresso è dominato dal bronzo alto un metro, copia della statua della
scultrice Silvercruys che si erge nel Famedio degli Stati Uniti d’America. Alcuni
manifesti incorniciati conducono alla scala ed al primo piano dove l’auditorium
attende i visitatori. Le pareti sono ricoperte su un lato dai brillanti murales di Nereo
de La Peña, messicano nativo di Caborca (Stato di Sonora), che raffigurano la vita
del missionario Kino in Sonora e Arizona. Dall’auditorium una rampa conduce alla
sala del secondo piano dove in teche di vetro sono esposti l’astrolabio del XVII
secolo acquistato a Granada in Spagna nel 1996. Nella stessa teca si conserva
anche il telescopio Galileo del XVII secolo proveniente da Firenze ed una bussola
anch’essa del XVII secolo. Il museo di Padre Kino è una meraviglia nel modo in
cui esso racchiude storia di zelo mis-
sionario, esplorazione scientifica ed
impegno nel trasformare la cultura
dei nativi in quella più complessa della
civiltà europea. Non è un monumento
alla conquista ma una fedele afferma-
zione dell’evoluzione sociale dell’uomo
verso un mondo migliore seppur più
complesso. Padre Eusebio non aveva
portato al Nuovo Mondo solo i frutti
della sua educazione gesuitica bensì la
forza di ricerca individuale che egli aveva
appreso con tanta ricchezza nei luoghi
della sua fanciullezza in Tirolo.
Charles Polzer
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Anno V - marzo/aprile 2012
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Il Patto per lo Sviluppo Sostenibile “2010-2020 e
oltre”, o più semplicemente PA.S.SO, intende fornire indicazioni e impegni su
strategie sostenibili di lungo periodo, appunto, “oltre Kyoto”. Il progetto
coinvolgerà Enti di ricerca, Associazioni di Categoria,
Università, Amministrazioni Pubbliche, ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere “il patto”
impegnandosi alla realizzazione degli obiettivi
di miglioramento ambientale.
“ Il Trentino sta dalla parte del paesaggio e del territorio da sempre”- dice
l’Assessore all’Ambiente e vice Presidente della Provincia Autonoma di
Trento, Alberto Pacher, convinto sostenitore del progetto che assegna
la Medaglia Spadolini attraverso il Premio Eco and the City dedicato allo sta-
tista fiorentino. L’iniziativa consentirà alla Provincia di effettuare un confronto
costante con l’Europa e altre realtà “virtuose” del nostro Paese.
La Provincia Autonoma di Trento, l’Assessorato all’Ambiente del Trentino e il
Consorzio dei Comuni Trentini, diventeranno “cinghia di trasmissione” di un
progetto destinato a diventare catalizzatore delle iniziative avviate sul territorio
nazionale e quelle di respiro internazionale. L’occasione è propizia per raccon-
tare il percorso sostenibile di un territorio attraverso la vivacità delle strategie
adottate dall’Assessorato all’Ambiente, cominciando dall’ultimo significativo
provvedimento denominato Patto per lo Sviluppo Sostenibile “2010-2020 e
oltre”, o più semplicemente PA.S.SO.
Il Trentino che guarda oltre Kyoto“Le scelte ambientali - sostiene l’Assessore Pacher - procedono verso una
direzione unica, il Trentino sostenibile, in linea con le tendenze internazionali che
si muovono verso una “governance della sostenibilità” che deve diventare più
operativa, più misurabile, più coordinata e più diffusa per rappresentare la forza
che ha il potere di favorire lo sviluppo dei processi di innovazione territoriale”. Poi
spiega: “Occorre andare oltre l’era di Kyoto, con nuove iniziative per promuovere
la sostenibilità, in particolare nelle scuole e tra i più giovani”. Il Patto,
che in una prima fase (la Giunta provinciale l’adottò il 28 giugno 2000)
era stato definito”Atto di indirizzo sullo sviluppo sostenibile”, intende
fornire indicazioni e impegni su strategie sostenibili di lungo periodo,
appunto, “oltre Kyoto”. Il progetto, presentato lo scorso febbraio, è
aperto, come vedremo, alla partecipazione di tutti gli attori territoriali
(Enti di ricerca, Associazioni di Categoria, Università, Amministrazioni
Pubbliche), ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere “il patto”
impegnandosi (è stato creato anche un blog per consentire a ciascuno
di “dire la sua”) così alla realizzazione di quegli obiettivi di migliora-
mento ambientale. Migliorie che assicureranno un territorio vivibile
e qualificato per le generazioni future, per puntare l’attenzione sulla Provincia di
Trento, sulle sue peculiarità e sui rapporti con territorio e istituzioni. L’Assessore
CON
OSC
ERE
IL T
REN
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Il Trentino vuole stare al PA.S.SO con i tempi
Un Patto per guardare oltre Kyoto. Pacher snocciola le cinque strategie di fondo: sostenibilità dell’appartenenza e
della responsabilità; biodiversità, ecosistemi, paesaggi; sostenibilità nel produrre
e nel consumare; innovazione sociale (democrazie, informazione, partecipazione);
energia, trasporti e clima. Essi si traducono a loro volta in 24 obiettivi e 108 azioni
concrete, che saranno valutate alla luce di 22 indicatori. Anche la ricerca degli
indicatori e dei dati ha richiesto tempo, soprattutto per cercare di armonizzare
gli indicatori proponendo quelli per i quali sia possibile un confronto locale sia a
livello europeo che italiano. La redazione del documento ha richiesto più di un
anno di lavoro perché ha alla base un’analisi di quasi 200 pagine relativa allo stato
di fatto sulle varie tematiche trattate nel PA.S.SO. L’acronimo, facile da ricordare,
consente una più facile lettura del progetto anche attraverso una metafora che
rientra nel linguaggio utilizzato da queste parti, in montagna, insomma, ci riferiamo
alle camminate in altura che ci ricordano il passo deciso, sicuro, costante di chi
va in quota e deve seguire un percorso. Tanto per capire dove vuole arrivare il
PA.S.SO, ricordiamo come in montagna “la vita deve essere vissuta all’insegna
dell’amore per la natura”, ove il cammino, passo dopo passo, non vale meno
della meta, e che occorre adeguare il proprio passo a quello altrui. Il progetto ha
già individuato le linee guida per far reggere un sistema sostenibile: ambiente,
biciclette, cittadini, energia sostenibile, futuro, idee, idrogeno, mobilità, natura,
parchi, partecipazione, progetti, responsabilità, rete ecologica, riserve, risparmio
energetico, sostenibilità, strategie, trasporti e turismo. Le indicazioni della rotta
da seguire risultano chiare partendo proprio dagli obiettivi del 20-20-20 proposti
dal governo europeo che in Trentino vengono declinati in diversi atti di indirizzo
politico e programmatico, come il “Piano energetico ambientale provinciale”, la
legge 5/2010 “Trentino per la protezione del clima” e anche il “PASSO - Patto
per lo Sviluppo Sostenibile del Trentino”.
Un progetto a tutto campoIl fine ultimo è che questi due temi si trasformino in due paradigmi fondamentali
per la formazione delle scelte strategiche del futuro in tutti i campi del governo
della società, dall’urbanistica all’economia, passando attraverso le scelte indivi-
duali di buone pratiche da attuare nella vita di tutti i giorni. Nel concreto, rispetto
alla tradizionale forte produzione di energia idroelettrica e al largo utilizzo delle
biomasse nel settore civile, si aprono spazi di crescita su altri fronti, come il
solare termico e fotovoltaico e le pompe di calore. Notevole è poi il potenziale
di riduzione dei consumi del comparto civile (un potenziale “giacimento ener-
getico”) con l’obiettivo di giungere alla fine del decennio alle soluzioni “nearly
zero energy” richieste dall’Europa. Inoltre l’evoluzione del sistema energetico
europeo, con il ruolo centrale delle “smart grids”, richiederà l’introduzione di
soluzioni intelligenti nella gestione dell’energia nei centri urbani e lo sviluppo
strategico di sistemi di accumulo. Questo consentirà la creazione di nuove
opportunità di occupazione, si pensi ad esempio alle ESCO (Energy service
companies) che, grazie al nuovo quadro di incentivazione, stanno avendo un
ampia diffusione, oppure all’esponenziale sviluppo di iniziative nel campo dell’in-
novazione che, grazie a nuovi sistemi di coofinanziamento (fondo di rotazione di
Kyoto, innalzamento del valore dei certificati bianchi, opportunità per le rinnovabili
termiche), porteranno le energie rinnovabili e il risparmio energetico ad essere
nuovi territori di investimento sia dal punto di vista economico che dell’impiego
di risorse umane. Sullo sfondo di tutte queste iniziative resta sempre il tema
dell’utilizzo dell’idrogeno quale vettore
energetico del futuro su cui anche la
Provincia di Trento sta investendo in
termini di ricerca, sia nel campo della
mobilità, che dell’utilizzo nel comparto
civile.
Un Patto anche per la salvaguardia del paesaggio
E, per stare in tema con il progetto
del Premio Eco and the City Giovanni
Spadolini, che darà una nuova viva-
cità alle iniziative avviate sul territo-
rio, si guarda al 40° Anniversario della
World Heritage List e all’ assegnazione
della Medaglia Spadolini per avere i
riflettori puntati sull’evento e non
solo. L’Assessore Pacher riflette su
una delle questioni che riguardano il
paesaggio, tema affrontato in questo
numero di Energeo e dal Premio: “Il
paesaggio di questi luoghi, tra i più
suggestivi del nostro Paese, si salda
intimamente, tanto da un punto di
vista visivo, tanto da quello storico e
culturale, con le innumerevoli inizia-
tive di tutela e di salvaguardia. - dice
l’Assessore Pacher - In questo caso
appare di fondamentale importanza
Alberto Pacher, Assessore ai Lavori Pubblici, Ambiente e Trasporti della Provincia Autonoma di Trento.
che in una prima fase (la Giunta provinciale l’adottò il 28 giugno 2000)
era stato definito”Atto di indirizzo sullo sviluppo sostenibile”, intende
fornire indicazioni e impegni su strategie sostenibili di lungo periodo,
appunto,
aperto, come vedremo, alla partecipazione di tutti gli attori territoriali
(Enti di ricerca, Associazioni di Categoria, Università, Amministrazioni
Pubbliche), ma anche il privato cittadino potrà sottoscrivere
impegnandosi (è stato creato anche un blog per consentire a ciascuno
di
mento ambientale. Migliorie che assicureranno un territorio vivibile
e qualificato per le generazioni future, per puntare l’attenzione sulla Provincia di
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Anno V - marzo/aprile 2012CO
NO
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E IL
TRE
NTI
NO
Com’è lo stato della qualità dell’aria in Trentino? “Se guardiamo al trend
degli ultimi anni - spiega l’Assessore all’Ambiente Alberto Pacher -
vediamo un miglioramento progressivo, a cui concorrono naturalmente
diversi fattori, in parte climatici, ma certamente anche legati alla riduzione delle
fonti inquinanti, con il rinnovo del parco macchine circolante, il miglioramento
del patrimonio edilizio e così via”. L’allarme scattato nel 2011 fece registrare un
aumento degli sforamenti delle polveri sottili a Trento e Borgo Valsugana, che
superarono il limite annuale dei 35. A gennaio del 2012, quale che sia il signifi-
cato di questo dato, sono stati registrati 7 superamenti della media giornaliera di
Pm10 a Trento, 9 a Borgo, 3 a Riva del Garda, 2 a Rovereto, 1 in Piana Rotaliana.
“La causa - avverte Pacher - va ricercata nella mancanza di piogge, tuttavia non
dobbiamo abbassare la guardia. Di qui l’opportunità di una nuova campagna
di sensibilizzazione rivolta ai cittadini, per incentivare comportamenti virtuosi
come la rinuncia all’auto privata, l’abbassamento della temperatura domestica
a 18-20 gradi o l’uso corretto della stufa a legna”. Accanto a ciò, l’Assessorato
all’Ambiente ha annunciato altri interventi, in particolare un nuovo bando, di
alcuni milioni di euro, per contributi in favore del miglioramento energetico degli
edifici privati, che verrà erogato in base al reddito e svolgerà anche una funzione
di “sostegno” ad un settore, quello dell’edilizia, oggi in particolare sofferenza.
E’ stata, inoltre, avviata già lo scorso anno, tramite il Fondo per lo sviluppo
sostenibile, in collaborazione con la Comunità di valle della Valle di Sole, una
sperimentazione nell’abitato di Bolentina, con elettrofiltri di nuova concezione
per gli impianti di riscaldamento domestici, al fine di verificare la capacità di
abbattimento delle polveri sottili e di ripulire l’aria. “Se la sperimentazione avrà
successo, - conclude l’Assessore - incoraggeremo l’adozione degli elettrofiltri
a tutto il territorio. Non esiste, infatti, e non ci stanchiamo mai di ripeterlo,
un’unica soluzione: esistono tante diverse iniziative che possiamo mettere in
campo per far sì che la qualità dell’aria migliori”. Il Sindaco di Rovereto Andrea
Miorandi, delegato all’Ambiente del Consiglio delle Autonomie, ha espresso la
sua soddisfazione per la collaborazione fornita dai Comuni interessati, attivati
congiuntamente per realizzare questa nuova campagna. “Da questo punto di
vista un importante risultato è già stato raggiunto - dice Moriandi - Questo è il
modo di agire, e continueremo lungo questo percorso anche con altre iniziative
comuni”. La campagna sottolinea innanzitutto che il problema delle polveri sottili
è ormai un “vecchio argomento”, sul quale però non bisogna mollare la guardia,
al fine di prevedere un’inversione di tendenza. In secondo luogo si propone di
avvicinare la tematica alla sensibilità individuale di ciascun cittadino, suggerendo
che cambiare in meglio la qualità dell’aria dipende anche dal comportamento di
ciascun cittadino. La campagna curata dalla Plus Communication - che sarà vei-
colata dai principali media nonché via internet e con affissioni pubbliche - rientra
fra le misure previste dal Piano provinciale per la qualità dell’aria: la prima fase
della promozione, partita ai primi di febbraio, si è conclusa a marzo. L’iniziativa
sarà successivamente ripresa - anche questa è una novità - ad ottobre.
Marco Pontoni
Le misure sono previste dal Piano provinciale per la qualità dell’aria.
Polveri sottili: nuove iniziativedi Provincia e Consiglio delle Autonomie
la ricerca di uno sviluppo sostenibile
fondato su un rapporto equilibrato tra i
bisogni sociali, le attività economiche e
l’ambiente, nella consapevolezza che
il paesaggio svolge importanti funzioni
di interesse generale, sul piano cultu-
rale, ecologico, ambientale e sociale
e rappresenta una risorsa favorevole
alle attività produttive”. Ed ammoni-
sce, riferendosi al Patto per lo Sviluppo
Sostenibile: “La qualità del paesaggio
costituirà sempre più nel futuro un
elemento essenziale per il successo
delle iniziative economiche e sociali,
siano esse private o pubbliche, con-
tribuendo, se adeguatamente, sal-
vaguardato, gestito e pianificato alla
creazione di nuovi posti di lavoro”. “Il
paesaggio, come suggerisce la Con-
venzione Europea dei Paesaggi e la
tutela dell’Ambiente, e come vuole il
buon senso - conclude Pacher - deve
pertanto, diventare un tema politico
di interesse generale, poiché contri-
buisce in modo rilevante al benessere
collettivo”.
www.passo.tn.it/condizioni-duso/
Andrea Miorandi, Sindaco di Rovereto.
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Anno V - marzo/aprile 2012
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I l Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, ambizioso ed esclusivo pro-
getto della Fondazione Spadolini Nuova Antologia (che opera sotto l’Alto
Patronato Permanente del Capo dello Stato), farà tappa a Trento per asse-
gnare la Medaglia Spadolini, diventata nei fatti, come una sorta di “Oscar”delle
best practices, della tutela del territorio e del paesaggio e della salvaguardia dei
beni culturali e ambientali, coinvolgendo, nell’anno del 40° Anniversario della
World Heritage List, i 47 Siti del Patrimonio UNESCO del nostro Paese, presi in
considerazione in quanto punte di eccellenza del patrimonio culturale e ambien-
tale. La manifestazione, realizzata a Firenze lo scorso anno (Palazzo Incontri)
nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ritorna dopo
aver dimostrato di avere una prorompente capacità nell’affrontare problemi di
carattere e interesse collettivo e di garantire un sicuro successo (si registrarono
1600 adesioni), proponendosi di raccontare, come un camminatore instancabile,
le vicende, le storie e i progetti che animano l’intero territorio nazionale nell’am-
bito delle iniziative sostenibili di promozione delle energie rinnovabili (non più
universo misconosciuto) e delle buone pratiche come elemento di discussione,
dibattito e di sfide per indirizzare l’Italia su un sentiero “a bassa emissione di
anidride carbonica”, attraverso politiche ambientali, fiscali, industriali, di ricerca
e sviluppo forti e integrate. La presentazione ufficiale sarà fatta alla stampa in
due diversi momenti: a Trento il 4 maggio 2012 con la partecipazione delle Auto-
rità Provinciali, locali e dei Promotori, e al Salone del Libro di Torino (sabato 12
maggio, ore 11) ospiti nello Spazio (Arena) messo a disposizione dalla Regione
Piemonte, dove saranno presenti i vertici della Commissione Nazionale Italiana per
l’UNESCO che, in questo modo, apri-
ranno il ciclo di celebrazioni del 40°
Anniversario della World Heritage List.
Dal canto suo, il territorio alpino, con
le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità,
avvezzo alle sfide in tema di sostenibi-
lità, è diventato prezioso alleato di una
manifestazione unica in Italia, grazie
alla Provincia Autonoma di Trento, l’As-
sessorato all’Ambiente della stessa
Provincia e il Consorzio dei Comuni
Trentini, promotori della tappa a Trento.
Ci si prepara ad una grande kermesse,
con una formula organizzativa pensata
per coinvolgere tutti i Comuni della Pro-
vincia, i giovani e la popolazione (anche
scolastica).
Il programma prevede convegni, dibat-
titi e confronti con altre realtà che adot-
tano gli eco principi di salvaguardia del
paesaggio, tutela dell’ambiente e del
territorio, individuati dalla Fondazione
Spadolini Nuova Antologia, istituzione
di riferimento per la Commissione
Nazionale Italiana per l’UNESCO, con
la quale opera in sinergia, a sostegno
degli obiettivi del DESS (Settimana di
Educazione allo Sviluppo Sostenibile)
promosso dall’ONU nel nostro Paese.
Il Premio, che rientra quest’anno nel
calendario degli eventi organizzati
con il patrocinio dell’ONU nell’ambito
dell’Anno Internazionale dell’energia
sostenibile per tutti (UN Resolution),
proclamato per il 2012, s’ispira all’a-
zione di tutti coloro che, aderendo
al bando, hanno mostrato di volersi
adoperare, singolarmente o congiun-
tamente, per diffondere la cultura dello sviluppo sostenibile nel nostro Paese.
L’iniziativa si proietta, con questi presupposti, verso la giornata “clou” del 10
novembre 2012, quando è prevista la cerimonia ufficiale di conferimento della
Medaglia Spadolini. Ancora prima è prevista una road map in giro per l’Italia con
un variegato programma di iniziative e di proposte a favore del territorio. Anche
questa edizione, consacrata fra gli appuntamenti in favore dell’ambiente e del
paesaggio più attesi e apprezzati dai media, vanta un calendario ricco di eventi
collaterali legati al territorio, in particolare quello trentino, dove è cresciuto note-
volmente l’interesse nei confronti dell’ambiente ed in particolare delle foreste,
gestite ormai da tempo in modo sostenibile. Sono previsti (le date sono state
fissate l’8 e il 9 novembre) due convegni di altissimo livello, dedicati al missio-
nario trentino, padre Eusebio Chini (precursore dello Sviluppo Sostenibile) e allo
statista Alcide De Gasperi, storico europeista, Padri nobili di questa provincia
autorevole, austera, dei mille volti, fedelmente legata al suo fulgido passato,
con una risoluta coscienza e fiducia nelle proprie potenzialità.
Tutte le novità sul percorso del PremioMarino Simoni, Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini che aveva can-
didato il Trentino ad ospitare l’edizione del 2012, con un inaspettato annuncio
sotto i riflettori delle televisioni, sul palco di Palazzo Incontri a Firenze, davanti
a un pubblico competente e sorpreso, considera il Premio un acceleratore di
sostenibilità per la sua terra. Dice il Presidente Simoni: “Oggi tocca ai Sindaci,
rappresentanti del territorio, avere un ruolo determinante nello sviluppo e nella
comunicazione delle iniziative in campo energetico ed ambientale, così come
delle nuove tecnologie, anche perché il pallino dello sviluppo di questo settore,
strategico per il Paese, è in mano alle realtà locali”. Ed aggiunge: “Come rappre-
sentanti dell’ANCI (che tra l’altro patrocina il Premio) abbiamo voluto il Premio
in Trentino perchè è in linea con il contenuto del manifesto del nuovo welfare
adottato dal Consorzio che esplicita in maniera chiara e condivisa i valori espressi
dalla cooperazione di comunità”. “Il mondo - aggiunge - deve tener presente
delle esigenze di tutti privilegiando realtà ed operatori locali capaci di creare
valore aggiunto nel rispetto del concetto di impresa sociale e di comunità. E
naturalmente di Comunità sostenibili”. Le novità di quest’anno riguarderanno lo
spazio dedicato alle Associazioni di Identità tipiche che troveranno ampio rilievo,
come nella passata edizione, per valorizzare la cultura dei territori e per far cono-
scere in Italia e nel mondo la ricchezza di paesaggi, saperi e sapori. Il Consorzio
sta valutando la possibilità di organizzare un meeting a Trento per favorire uno
scambio di conoscenze per “il buon governo” dei territori. “ResTipica” è l’As-
Il Trentino ospiterà la grande kermesse.
Il Premio Eco and the City, dedicato alle memoria dello
statista fiorentino, si presenta come un progetto avveniristico,
diventando nei fatti, come una sorta di “Oscar” delle best practices, e della salvaguardia
dei beni culturali e ambientali. In questa edizione saranno
coinvolti anche i siti del Patrimonio UNESCO del nostro
Paese, presi in considerazione nell’anno del 40° Anniversario
della World Heritage List. Una sezione speciale sarà
dedicata alle Città del Vino.
Il nuovo cammino della Medaglia Spadolini
Il Trentino ospiterà kermesse.
l nuovo cammino
IL C
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DEL
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la grande
l nuovo cammino l nuovo cammino l nuovo cammino l nuovo cammino
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IL C
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sociazione costituita dall’ANCI per sal-
vaguardare e promuovere l’immenso
patrimonio ambientale, culturale, turi-
stico ed enogastronomico dei Comuni
piccoli e medi del nostro Paese. L’As-
sociazione Nazionale Città del Vino,
inserita nel circuito Res Tipica, nata a
Siena il 21 marzo 1987 per volontà di
un gruppo di trentanove Sindaci che
decisero di dar vita a questo sodalizio
per contribuire a rilanciare l’immagine
e la qualità del vino italiano, dal canto
suo, ha scelto il Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini per segnare, tra le
altre celebrazioni, un tappa importan-
tissima nella propria storia, raccontata,
come in un film, in 25 anni di attività,
e che segna il primo Giubileo dell’As-
sociazione. E per ricordare che l’Asso-
ciazione si propone di salvaguardare
un immenso patrimonio fatto di cono-
scenze, ma anche di storia e cultura,
di ambiente e paesaggio, di produzioni
tipiche e artigianali, di opere d’arte e
bellezze architettoniche. Soddisfatto il
Presidente dell’Associazione Città del
Vino, Giampaolo Pioli: “Questa inizia-
tiva - dice - è la conferma che siamo
sulla strada giusta. Anche noi vogliamo
formare e informare gli amministratori
pubblici, ma anche le imprese, delle
buone pratiche, dell’etica e della professionalità, della qualità della vita nei territori
del vino”. La candidatura alla Medaglia Spadolini (Sezione Speciale) terrà conto
anche del progetto Piano Regolatore delle Città del Vino, strumento messo a
disposizione degli amministratori per far tesoro di utili consigli per una corretta
gestione del territorio in fase di programmazione delle scelte urbanistiche, aiu-
tando i Comuni a valorizzare e comunicare le loro attività in questo campo; un
impegno che pervade in modo costante tutte le azioni dell’Associazione che
hanno a che vedere con lo sviluppo del territorio.
Il valore di un’iniziativa esclusivaIl Premio si ispira alle parole del senatore Giovanni Spadolini, fondatore del
Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che amava ripetere:”Una moderna
politica dell’ambiente e del territorio richiede il concorso di tutte le forze vive
della cultura e della società”. Sono questi i valori fondanti del Premio, che viene
considerato con una valenza multipla, toccando il variegato mondo delle Comunità
sostenibili, in forte aumento nel nostro Paese.
Il progetto, ideato da Energeo Magazine e promosso dalla Fondazione Spadolini
Nuova Antologia, forte delle collaborazioni istituzionali (Senato della Repubblica,
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero per i Beni Culturali, Ministero
dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, A.N.C.I.) e dei principali
quotidiani, e in sinergia con la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO,
vuole essere un aggregatore di situazioni sostenibili e un catalizzatore di ini-
ziative a favore della tutela del territorio.“Quello della sostenibilità - spiega il
Presidente della Commissione Giudicatrice, Professor Augusto Marinelli - è
uno dei concetti di cui più si discute
a livello globale. Si tratta di un con-
cetto dinamico che sostanzialmente
si fonda sulla previsione delle con-
dizioni delle future generazioni e in
particolare dello stock di risorse non
rinnovabili e del mantenimento della
quantità e della qualità delle risorse
rinnovabili che lasceremo ad esse,
al fine di assicurare almeno l’attuale
livello di benessere. Dal punto di vista
economico, la sostenibilità è correlata
alla quantità e alla qualità del capitale
umano e delle istituzioni che saremo
capaci di trasmettere loro”. Un’inizia-
tiva, insomma, che ponendo l’atten-
zione alla tutela e valorizzazione del
paesaggio naturale e culturale italiano,
ha saputo aprire con la Commissione
Nazionale Italiana per l’UNESCO, una
finestra, in occasione del 40° Anniver-
sario della World Heritage List, sulla
tenuta dei Patrimoni riconosciuti in
Italia dall’UNESCO, assegnando la
Medaglia Spadolini ai siti che meglio
hanno saputo salvaguardare e pro-
muovere il Patrimonio. L’ambito rico-
noscimento, coniato per l’occasione,
A destra il Presidente del Consorzio dei Comuni Trentini Marino Simoni che ha raccolto il testimone del Premio Eco and the City Giovanni Spadolini, la cui prima Medaglia Spadolini è stata assegnata alla memoria di Angelo Vassallo, Sindaco-pescatore di Pollica, ucciso dalla malavita, diventato la “bandiera” dei primi cittadini impegnati nella difesa del territorio e del paesaggio.
La tutela e valorizzazione specifica, come voleva Giovanni Spadolini,
riguarda anche il Patrimonio Mondiale dell’Umanità: il Premio, che ha
già avuto come partner la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO,
vuole, infatti, evidenziare lo stato di salute dei SITI UNESCO italiani nell’anno in
cui si celebra il 40° Anniversario del riconoscimento ufficiale di questo esclusivo
patrimonio. Si sta anche valutando la possibilità di offrire l’opportunità di candidarsi
(categoria a parte) anche ai siti italiani (sono una quarantina) che, al momento,
aspirano a diventare “Patrimonio mondiale dell’umanità”, iscritti nell’apposita Lista
propositiva (tentative list). E’ un modo per far valutare al grande pubblico, con l’aiuto
del web, questi progetti da vicino. Il 40° Anniversario della World Heritage List
rappresenta il Focus dell’edizione 2012 che si svolgerà a Trento, il 10 novembre
2012. Il logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List, assieme a
quello ufficiale dell’UNESCO, ci accompagnerà per tutto il 2012. Insieme al logo
che rappresenta il Patrimonio Mondiale, progettato dall’artista Michel Olyff ed
adottato ufficialmente nel 1978, saranno utilizzati anche sul materiale informativo.
Questi simboli sono entrati ormai nella memoria collettiva: l’emblema rotondo,
come il mondo, rappresenta un simbolo di tutela globale per il patrimonio di
tutta l’umanità. Il cerchio che racchiude un quadrato posto al suo interno: le due
figure geometriche, rappresentano rispettivamente i beni naturali e quelli culturali.
E’ evidente il forte richiamo alla figura di Giovanni Spadolini, che ha fondato il
Ministero per i Beni Culturali e Ambientali. Una sezione speciale, come si evince
dal programma ufficiale, è dedicata ai SITI UNESCO: è un modo di parlare al
territorio e alla gente che vive il territorio, in una società, oggi, decisamente più
aperta e disponibile con la consapevolezza di poter utilizzare il brand UNESCO
legato al proprio patrimonio culturale e naturale, sapendo che la responsabilità
nei riguardi di questo patrimonio internazionale deve concretizzarsi in efficaci
politiche di conservazione e valorizzazione con un controllo costante del territorio,
con restauri e manutenzioni efficaci, dandone una sempre più ampia accessibilità
e comprensione anche per le località che li ospitano a cui è affidato il compito di
tutela e di salvaguardia.
La Fondazione Spadolini condivide il programma con la Commissione Nazionale
Italiana per l’UNESCO, al fine di ricordare la figura di Giovanni Spadolini, un nome
che significa amore per l’Italia intera, per le grandi città come pure per i più piccoli
comuni, ricchi di storia e di tradizioni, senza distinzione fra nord e sud, centro e isole.
La sua onestà, la sua cultura, la sua
civiltà, il suo alto senso dello Stato
sono valori ancora attuali, patrimo-
nio di tutti, dell’intera umanità. Ecco
perché l’edizione del Premio Eco and
the City, dedicata al 40°Anniversario
della proclamazione dei primi “SITI”
da parte dell’UNESCO, gli sarebbe
stata particolarmente cara.
Nella ricorrenza del 40° Anniversario della World Heritage List
La Medaglia Spadolini dedicata ai SITI UNESCO
Il Presidente dell’Associazione Città del Vino, Giampaolo Pioli.Il Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Professor Giovanni
Puglisi che ha rinnovato la collaborazione con la Fondazione Spadolini Nuova Antologia.
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al posto delle tre bandierine simbolo
del Giubileo della Nazione, avrà inciso
il logo celebrativo del quarantennale
della World Heritage List che ci accom-
pagnerà per tutto il 2012. La questione,
come si evince, è di grande attualità.
L’UNESCO si pone infatti come sog-
getto attivo nello sforzo di assistere i
luoghi patrimonio dell’umanità.
Il rilancio di Pompei è partito proprio
da qui: dall’approvazione da parte della
Commissione europea, del piano di
restauro e valorizzazione da 105 milioni
di euro, necessari per la messa in sicu-
rezza del sito archeologico che, con i
suoi 44 ettari di estensione, è il più
grande d’Italia.
Il Grande Progetto Pompei, relativo
alla ”preservazione, mantenimento
e miglioramento”, potrà contare sul
maxi-investimento “combinando con-
tributi Ue e nazionali”, fanno sapere
dalla Commissione. Per evitare altri
disastri (a volte irrecuperabili) toc-
cherà ai Sindaci di questi luoghi vigi-
lare, perché essi non sono soltanto
responsabili nei confronti dei cittadini
della tenuta sostenibile del territorio,
ma del mondo intero. Nel caso degli
scavi di Pompei, sono state coinvolte
le istituzioni italiane, europee e l’UNE-
SCO. La recente apertura agli sponsor
privati è stata annunciata dal Governo
Monti, un estremo tentativo per sal-
vare l’antica Pompei, il più grande sito
archeologico all’aperto d’Europa, dopo
crolli, scandali, proteste: le sue Domus
spazzate via dall’incuria e dal tempo. Il
Professor Giovanni Puglisi, Presidente
della CNI UNESCO avverte: “Quando
un sito viene iscritto l’UNESCO lo
‘fotografa’, di quel sito si definisce il
‘nocciolo duro’, si perimetra la zona
di rispetto, a questo punto l’UNESCO
riconosce quel luogo in quelle condi-
zioni, se queste si deteriorano il luogo
di fatto si modifica”.
“L’UNESCO - spiega Puglisi - non compie monitoraggi costanti ma raccoglie
segnalazioni e, se lo ritiene, richiama il Paese responsabile del sito, chiede di
ripristinare le condizioni come erano, può iscrivere il sito nella lista di quelli in
pericolo e se a quel punto non accade nulla prima o poi l’UNESCO può anche
espungerlo. è già successo, ad esempio per la città tedesca di Dresda”. Ed
aggiunge:“Il Premio è un’ottima opportunità per monitorare i 47 siti riconosciuti
in Italia per completare quello sforzo saggiamente intrapreso dall’Organizzazione
diretto ad avvicinare i cittadini e le istituzioni alle nostre iniziative promozionali”.
La Commissione Giudicatrice del Premio è consapevole di questo mandato.
Il Professor Giovanni Puglisi ha rassicurato il Presidente della Giuria Professor
Augusto Marinelli, garantendo la sua diretta partecipazione e quella del suo staff,
alla verifica delle candidature alla Medaglia Spadolini che riguarderanno i 47 SITI
italiani iscritti nella World Heritage List.
Il bando migliorato nei criteri di valutazioneGli esaminatori (è stata praticamente confermata la vecchia squadra, tranne
qualche sostituzione e nuovi inserimenti di autorevoli protagonisti della green
economy) hanno trovato un bando migliorato nei criteri di valutazione, con l’ag-
giunta di cinque sezioni speciali, compreso il capitolo che riguarda il Focus dedi-
cato ai Siti UNESCO che merita un discorso a parte. L’autorevole squadra di
esaminatori avrà a disposizione per la selezione delle schede e nuove tecnologie
messe a disposizione dal Consorzio dei Comuni Trentini. Altre novità sono in
arrivo e riguardano la diffusione del bando ed un eventuale coinvolgimento del
grande pubblico che potrà interagire
con i lavori della Commissione Giudi-
catrice. Riassumendo: le Città del Vino
aprono la lista delle Sezioni Speciali
per raccontare come l’Associazione
sia riuscita, in 25 anni di attività, a
compartecipare i Comuni vitivinicoli
alla difesa delle loro tradizioni locali,
delle filiere produttive, sviluppare inco-
ming turistico ed impegnarsi per una
maggiore sostenibilità delle aspira-
zioni di crescita dei territori che hanno
scommesso sulla campagna, sull’agri-
coltura, sulla vitivinicoltura perché si
consolidi quel circuito virtuoso che ha
consentito a molte piccole municipa-
lità di tornare a vivere, di fare restare i
giovani, di guardare ai propri cittadini
con l’orgoglio di rappresentare, non
solo per il turista ma in primis per se
stessi, una comunità migliore che vive
su un territorio migliore. La partner-
ship con il Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini consentirà di guar-
dare ancora più lontano. Una categoria
(Sezione Speciale) è dedicata, sull’e-
sempio del Trentino che è riuscito a
trovare il giusto equilibrio tra le esi-
genze produttive e quelle ambientali
e sociali, secondo lo schema PEFC
(Programma per il Riconoscimento di
schemi di Certificazione Forestale, alla
gestione forestale Sostenibile); una
terza Sezione Speciale viene dedicata
alla gestione sostenibile degli acque-
dotti (in collaborazione con Federuti-
lity). Infine il Premio, nell’intento di
dedicare al missionario trentino Padre
Eusebio Francisco Chini una Sezione
Speciale, ispirata alle conoscenze tra-
dizionali e alle sue applicazioni, vuole
fornire, aprendo un’apposita categoria
alle Associazioni di Identità tipiche e ai
cultori e custodi di antichi saperi, anti-
chi sapori, antichi profumi, la possibilità
di segnalare realizzazioni che hanno
utilizzato tecniche basate sulla sag-
gezza millenaria, dimostrando la vali-
dità del recupero e dell’applicazione di
queste antiche tecniche. In particolare
la qualità specifica dei siti eccezionali è
il valore delle realizzazioni architettoni-
che e urbane e dei parchi archeologici
inseriti in contesti armonici o naturali
di grande varietà e pregio. Ogni bene
eccezionale e opera d’arte é parte di
un sistema strettamente connesso
di natura e cultura. La realizzazione e
la perpetuazione di questi beni sono
dovute a quel complesso millenario
di saperi e di tecniche che le Nazioni
Unite negli organismi e conferenze
Convegno nazionale a Trento.Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’EuropaE’ prevista la partecipazione della figlia dello statista Maria Romana De Gasperi e di autorevoli esperti.
Come ogni scrigno magico che si rispetti anche il programma della Cerimonia ufficiale per il conferimento della
Medaglia Spadolini dedica alla città di Trento diverse iniziative per rendere più interessante la vigilia di un evento
già atteso. Ne segnaliamo alcune che potranno arricchire un weekend (lungo) ideale per chi desidera regalarsi
un’occasione di conoscenza e di cultura politica. Mentre la Commissione Giudicatrice sarà impegnata ad esaminare le
nominations delle varie categorie, e nel teatro cittadino ferveranno gli ultimi preparativi per l’allestimento del giorno dopo
(come accadde a Firenze sono attese delegazioni da tutt’Italia), i riflettori saranno puntati su un convegno già di per sé di
grande attrazione. E’ un appuntamento studiato per la gente del Trentino e non solo, terra di origine di Alcide De Gasperi,
fondatore e dirigente della Democrazia Cristiana, e statista di primo piano nella storia italiana. L’evento, che si svolgerà
nell’ambito della seconda edizione del premio Eco and the city Giovanni Spadolini, condiviso dalla Commissione Nazionale
Italiana per l’UNESCO, è promosso dalla Fondazione Spadolini Nuova Antologia e dalla Fondazione Alcide De Gasperi.
Avrà il suo svolgimento nel pomeriggio di venerdì 9 novembre, giorno antecedente l’assegnazione del premio ed avrà
l’obiettivo storico e culturale di approfondire alcuni aspetti del pensiero e dell’impegno politico di Alcide De Gasperi e di
Giovanni Spadolini. Il tema: Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini: per il dialogo e per l’Europa.
Il convegno sarà aperto dopo i saluti delle autorità da Maria Romana De Gasperi, vicepresidente della Fondazione
intestata al padre, con un intervento su “De Gasperi e le sue montagne”.
Modera e introduce Stefano Folli, opinionista del Sole 24 Ore .
Sono previste le relazioni di Piero Craveri, “I rapporti tra cattolici e laici nel secondo dopoguerra”;
Pierluigi Ballini, “L’europeismo di Alcide De Gasperi”; Cosimo Ceccuti ,“L’europeismo di Giovanni Spadolini“.
Intervento conclusivo del on. Franco Frattini, Presidente della Fondazione De Gasperi, che tratteggerà
le prospettive dell’Italia in Europa e dell’ Europa di oggi.
Eusebio Francisco Chini una Sezione
Speciale, ispirata alle conoscenze tra-
dizionali e alle sue applicazioni, vuole
fornire, aprendo un’apposita categoria
alle Associazioni di Identità tipiche e ai
cultori e custodi di antichi saperi, anti-
chi sapori, antichi profumi, la possibilità
di segnalare realizzazioni che hanno
Unite negli organismi e conferenze
Alcide De Gasperi e Giovanni Spadolini:
E’ prevista la partecipazione della figlia dello statista Maria Romana De Gasperi e di autorevoli esperti.
ome ogni scrigno magico che si rispetti anche il programma della Cerimonia ufficiale per il conferimento della
Lo stretto legame tra la CNI UNESCO e il Premio viene evidenziato da una serie di iniziative. Nella foto (in alto) la Tavola Rotonda - A come Acqua, moderata da Dario Carella, vice direttore della TGR, curatore della Rubrica
RegionEuropa incontra i protagonisti della Campagna di Educazione allo Svi-luppo Sostenibile promossa da Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. Da sinistra: Pietro Laureano, consulente presso l’UNESCO per le zone aride e gli ecosistemi in pericolo, fondatore di Ipogea (Centro Studi sulle Conoscenze tradizionali); Aurelio Angelini, sociologo ambientale, Presidente del Comitato Ita-liano UNESCO DESS (Decennio di Educazione allo Sviluppo Sostenibile); Sergio Chiacchella, Consorzio Sviluppo Aree Geotermiche; Gianluca Spitella relazioni esterne Federutility; Mario Scalet, Capo Ufficio Scienza, Ufficio UNESCO di Venezia (Regional Bureau for Scienze and Culture in Europe).
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internazionali hanno chiamato le Cono-
scenze Tradizionali e Locali. Si tratta
di tecniche e pratiche antiche traman-
date attraverso le generazioni diffuse
nel territorio, utilizzate nella gestione
dei suoli, nell’uso e nella protezione
delle aree naturali, nelle architetture
rurali e nell’organizzazione dei centri
urbani. Costituiscono il sapere storico
dell’umanità che ha permesso la rea-
lizzazione di architetture e paesaggi
di valore universale protetti dall’U-
NESCO nella categoria dei paesaggi
culturali. Tramite le conoscenze tradi-
zionali si realizza l’uso appropriato delle
risorse naturali: acqua, suolo, energia.
Usare il sapere tradizionale non signi-
fica riapplicare direttamente tecniche
del passato, ma cogliere la logica di
questo modello di conoscenza. Per
le imprese, i centri storici, le aziende,
usare e promuovere le conoscenze
tradizionali significa confrontarsi con
processi, cognizioni e capacità che
saranno sempre più richiesti a livello internazionale; anticipare le soluzioni neces-
sarie allo sviluppo sostenibile e conquistare una immagine attrattiva per il turismo
culturale e utile all’affermazione dei propri prodotti a livello internazionale.
Una filosofia vincente Il Premio, che intende premiare chi - istituzioni, Enti e imprese singole e asso-
ciate - con le proprie attività, norme, piani e azioni, ha operato per l’affermazione
del concetto di sostenibilità, rimane fermo sulla sua struttura base con quattro
categorie fisse (il bando si trova sul sito dedicato al Premio www.ecoandthecity.it).
E’ prevista una leggera implementazione della Seconda Sezione, dedicata,
appunto, alla valorizzazione dei patrimoni paesaggistici e culturali. Tale sezione,
dedicata alla “tutela e valorizzazione del paesaggio naturale e culturale italiano” (il
tema è lo stesso previsto dalla Settimana di Educazione allo Sviluppo Sostenibile
dell’UNESCO nel 2012), aprirà ai progetti e programmi che sostengono iniziative
di valorizzazione di aree e patrimoni immateriali inseriti nelle reti dei paesaggi
culturali, parchi culturali, parchi letterari, distretti culturali evoluti, che mettono
al centro della propria azione di tutela e valorizzazione la nozione di patrimonio
che in questi ultimi anni ha progressivamente ampliato contenuti, ruoli e utilizzi
nella società contemporanea. Sono comunque le categorie storiche, inserite fin
dal primo momento nel bando, a costituire l’elemento attrattivo che è riuscito ad
imbarcare sulla nave ammiraglia salpata sulla rotta della sostenibilità ambientale,
il nutrito sodalizio degli enti locali, consorzi di municipalità, associazioni di iden-
tità, province, intere regioni (la Medaglia Spadolini è stata conferita nella prima
edizione alla Regione Abruzzo) che, adottando politiche territoriali integrate e
sostenibili (sezione 1), sono riusciti a focalizzare la propria attenzione sui progetti
che riguardano il concetto di “Comunità sostenibili”, al fine di selezionare esempi
di eccellenza nel nostro paese (si valutano anche le adesioni al Patto dei Sindaci)
E’ soltanto una felice coincidenza ma l’autore della Medaglia Spadolini,
Riccardo Cordero, quasi in contemporanea, ha voluto rendere omaggio
alla provincia che ospita il Premio con una mostra, inaugurata lo scorso 21
aprile, che rientra nell’ormai storico appuntamento (giunto alla ventesima edizione)
con la scultura contemporanea di grandi dimensioni, organizzata nel suggestivo
scenario di Castel Pergine. L’esposizione ha per titolo “i Macromondi spezzati”,
rappresentati dalle maestose sculture in metallo realizzate dall’artista torinese,
autore della Medaglia Spadolini. Si tratta di volumi possenti che si oppongono o
interagiscono con l’ambiente. La mostra, patrocinata dalla Provincia Autonoma
di Trento e dal Comune di Pergine Valsugana, è stimolante e spettacolare in un
rapporto diretto con il castello che si erge sul colle di Tegazzo, una collinetta a est
di Pergine Valsugana. E’ stata infatti allestita negli spazi aperti tra le cinta murarie
e nei saloni del Castello, ed è documentata da un prezioso catalogo bilingue (ita-
liano - tedesco). La mostra, si potrà visitare tutti i giorni con ingresso libero fino
al 4 novembre 2012 (lunedì dalle 17 alle 22). Nato nel 1942, Riccardo Cordero
vive a Torino, dove si è formato ed è stato docente di scultura. Attivissimo pro-
motore culturale, ha sempre guardato con attenzione alla ricerca contemporanea,
pervenendo alla definizione di un linguaggio espressivo autonomo, riferito alle più
importanti tendenze internazionali. Ha privilegiato la progettazione tridimensionale
nell’ambiente e sue opere figurano in numerosi siti pubblici, musei e prestigiose
collezioni in tutto il mondo, dagli U.S.A. alla Cina. La Medaglia Spadolini, molto
ambita, commemorativa dei 150 Anni delle Celebrazioni dell’Unita d’Italia, realiz-
zata in un numero limitato di copie, è una delle sue ultime realizzazioni. La Medaglia
che sarà coniata nel 2012, oltre al logo del premio e della Fondazione Nuova Anto-
logia, al posto delle tre bandierine simbolo del Giubileo della Nazione, avrà inciso il
logo celebrativo del quarantennale della World Heritage List che ci accompagnerà
per tutto il 2012. La nuova illustrazione interagisce con l’emblema rotondo, che
rappresenta un simbolo di tutela globale per il patrimonio di tutta l’umanità dal
1972. Il cerchio che racchiude un quadrato posto al suo interno, le due figure geo-
metriche, rappresentano rispettivamente i beni naturali e quelli culturali, è situato
sulla sinistra. In questo simbolo
c’è tutto, ed ogni persona vede
attraverso gli occhi della propria
sensibilità e il fatto curioso è che
scopre sempre cose nuove. E’
un disegno accattivante, meno
rigoroso dell’illustrazione del
tempio di Apollo Epikorios che si
trova nella regione di Messenia,
in Grecia. Un logo conosciuto a
livello planetario.
Mostra a Percine Valsugana dello scultore che ha modellato la Medaglia Spadolini
I Macromondi spezzati di Riccardo Cordero
da promuovere per un’idonea replica-
zione su tutto il territorio nazionale. Le
candidature avranno per oggetto pro-
getti e iniziative, modelli e metodi di
sviluppo che, a giudizio dei proponenti,
identificano il proprio territorio come
“sostenibile”, infatti si parla nel bando
di applicazioni semplici e concrete,
rivolgendosi a quell’entità composita,
in un certo senso impalpabile, che è
il local. Esaminata la Sezione 2, che è
stata leggermente modificata (l’impor-
tante riconoscimento è conferito alle
associazioni o cittadini che hanno avuto
un ruolo di primo piano nelle azioni di
difesa del paesaggio), poniamo l’atten-
zione sulla categoria (Sezione 3) che
riguarda i progetti di riqualificazione dei
territori agricoli che rappresentano uno
strumento importante di promozione
della cultura locale. Una categoria
(Sezione 4) pone l’attenzione sul set-
tore privato e sulle imprese virtuose
e innovative: il Premio vuole essere
un riconoscimento alle imprese e
alle istituzioni del settore privato per
valorizzare l’azione di promozione
della cultura ambientale ed energe-
tica sostenibile da parte degli attori
del panorama nazionale provenienti
da settori diversi da quello pubblico.
Discorso a parte per la Sezione Speciale
dedicata ai protagonisti della comuni-
cazione, media, nuovi media e emit-
tenti televisive nazionali e regionali (la
selezione sarà effettuata direttamente
dalla Commissione Giudicatrice).
Le televisioni e i media hanno aiutato a
far crescere il Premio che aveva dedi-
cato, nel 2011, il focus alle celebrazioni
dei 150 anni dell’Unità d’Italia, dando
un sostegno concreto alla diffusione su
scala nazionale dell’iniziativa. Il Premio
si è avvalso della collaborazione dei
principali giornali (Corriere della Sera, la
Stampa, il Resto del Carlino, la Repub-
blica, la Nazione, il Giorno) ma anche del
sostegno determinante delle principali
reti televisive nazionali: Tg2, le rubriche
del Tg2; TGR, le rubriche della TGR
La Medaglia Spadolini conferita nella passata edizione alla Regione Abruzzo (Sezione 1) ritirata dal Presidente della Provincia di Teramo Valter Catarra, dal direttore generale della Regione Abruzzo Antonio Sorgi e dall’Assessore del Comune di Teramo Sandro Cozzi.
I Macromondi spezzati
Una scultura di Riccardo Cordero esposta a Percine Valsugana.
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(Prodotto Italia, RegionEuropa, il Settimanale della TGR); Rai International; Rai
Parlamento, le rubriche di Rai Parlamento (Quelli che.. e programmi radiofonici);
la struttura Rai 150 e la Storia Siamo Noi, coordinate da Giovanni Minoli hanno
realizzato una puntata speciale dedicata al grande statista. Saranno presenti per
l’edizione del 2012 sulla ribalta di Trento nomi noti (ancora top secret) della cultura
e della televisione per dare uno riconoscimento ufficiale (anche alla carriera) a
chi ha dedicato tempo alla cultura della sostenibilità ambientale, raccontandola
attraverso le immagini.
Il Premio vuole stare dietro ai fattiL’iniziativa, dalla forte matrice toscana (oltre alla Fondazione Spadolini Nuova
Antologia ha fornito un concreto contributo per far decollare il progetto il Distretto
delle Energie Rinnovabili), ha stabilito un percorso privilegiato con il Consorzio
dei Comuni Trentini, per far nascere il seme della continuità nella promozione
del Premio ed interagendo con una platea assai ampia lungo tutta la penisola,
apertamente schierata dalla parte del territorio. D’altro canto le motivazioni e
l’ispirazione del progetto sono legate al ricordo vivo di Giovanni Spadolini, fon-
datore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, del suo impegno culturale,
politico, civile in una dimensione italiana ed europea. Un capitolo a parte riguarda
l’attualità: un’assegnazione fuori concorso della Medaglia Spadolini già, peraltro,
prevista dall’ordinamento interno del Concorso, sulla scorta della positiva espe-
rienza della passata edizione, potrebbe esserci anche quest’anno. Significativo fu
lo scorso anno, il conferimento della Medaglia Spadolini alla memoria del Sindaco
di Pollica Angelo Vassallo, vittima di agguato malavitoso, per il suo impegno nella
lotta alle pratiche illegali e nella difesa dell’ambiente e del proprio Comune dalle
speculazioni. Una seconda Medaglia Spadolini, fuori concorso, ritirata da Giu-
seppe Catania, Sindaco della città di Venaria Reale, ci pone importanti interroga-
tivi sulla tutela del patrimonio dei beni
culturali e ambientali: la località venne
scelta da Giovanni Spadolini, all’inizio
della sua carriera di Ministro per un
primo intervento di recupero della
Reggia, oggi polo culturale di grande
attrazione: una storia, fino ad oggi non
conosciuta, tutta da raccontare perché
sollecitata da Aldo Moro e dall’editore
Giulio Einaudi. Similmente la Commis-
sione Giudicatrice e gli organizzatori
del Premio vogliono cogliere i fatti di
recente attualità, esaminandoli con la
lente d’ ingrandimento di chi vigila sulle
iniziative avviate sul territorio nazio-
nale, dove spesso si registrano emer-
genze, anche gravi. Recentemente il
Ministro dell’Ambiente Corrado Clini
ha annunciato un Piano nazionale per la
sicurezza del territorio. Anche questo
è il senso del Premio Eco and the City
Giovanni Spadolini, che vuole rimar-
care la vitalità dei luoghi individuati
come un cantiere aperto di idee, adot-
tando politiche e misure finalizzate a
prevenire il ripetersi di questi drammi.
Luigi Letteriello
Il Convegno viene organizzato a Trento. Conoscere Padre ChiniIl curatore Pietro Laureano, esperto UNESCO per le zone aride, inviterà relatori da tutto il mondo per affrontare la tematica delle conoscenze tradizionali nella sua complessità di definizione storica e nelle sue implicazioni operative.
Altro appuntamento giovedì 9 novembre 2012 radunerà architetti, archeologi, storici e studiosi attorno al
tema: “I costruttori di Oasi: le conoscenze tradizionali per rispondere alla crisi globale”. Un Convegno a
Trento per studiare questa problematica fondamentale nella ricerca di soluzioni e tecniche desunte dalla
tradizione e di proposte innovative e sostenibili alle crisi climatiche e ambientali. Il Convegno viene organizzato a
Trento perché centrale nella realizzazione di oasi è la figura di Padre Eusebio Chini, originario di queste terre. Al
Convegno è prevista la partecipazione di studiosi provenienti da Tucson in Arizona, dove Eusebio Chini operò e
condusse le sue prime missioni. Insieme ad essi, potranno giungere a Trento rappresentanti delle popolazioni native
americane, dei popoli Masai, e ospiti da tutto il mondo per affrontare questa tematica nella sua complessità di
definizione storica e nelle sue implicazioni operative. Il Convegno sarà curato da Pietro Laureano, esperto UNESCO
per le zone aride, uno dei primi studiosi di Oasi, e coordinatore di progetti di studio e realizzazione delle stesse.
Studiosi locali presenteranno l’opera di Padre Chini e sarà organizzata una visita al Museo di Segno, a progetti della
Provincia di Trento di alto valore ecologico e ogni ecomusei del territorio.
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Il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale, sul piano culturale, ecologico,
ambientale e sociale e costituisce una risorsa favorevole all’attività
economica e, se salvaguardato, gestito e pianificato in modo
adeguato, può contribuire alla creazione di posti di lavoro.
Inoltre coopera all’elaborazione delle culture locali e rappresenta
una componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa,
contribuendo così al benessere e alla soddisfazione degli esseri
umani e al consolidamento dell’identità europea.
L’ incalzante globalizzazione, come i processi di emancipazione e demo-
cratizzazione delle società, dai processi di deregulation all’omologazione
dilagante che ne deriva, stanno in maniera dirompente disgregando la
coesione e l’identità delle comunità. Una situazione preoccupante che vede, da
un lato, il rischio di una perdita totale dei valori condivisi che legano le persone in
comunità e le comunità al loro territorio e, dall’altro, insicurezza ansia e disagio
che rischiano di sfociare in atteggiamenti localistici e di chiusura.
In tale complesso contesto emergono convenzioni e accordi che, promossi dai
livelli internazionali e comunitari (UNESCO e Consiglio d’Europa), trovano sul
territorio interessanti forme di aggregazione e percorsi attraverso cui gli individui
possono trovare una strada per riscoprire denominatori comuni, in una parola
per essere ancora e nuovamente comunità. Il Comitato del Patrimonio Mondiale
nella sua 16a sessione (Santa Fe 1992) inserisce nelle linee guida operative
per l’attuazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale i “Paesaggi cultu-rali”. Beni che rappresentano “opere combinate della natura e dell’uomo”, in
continuità con l’evoluzione della società umana e con lo scorrere del tempo. Il
Consiglio d’Europa il 20 ottobre del 2000 promuove a Firenze la Convenzione
Europea del Paesaggio, costatando che il paesaggio svolge importanti funzioni
di interesse generale, sul piano culturale, ecologico, ambientale e sociale e
costituisce una risorsa favorevole all’attività economica, e che, se salvaguardato,
gestito e pianificato in modo adeguato, può contribuire alla creazione di posti
di lavoro, aggiungendo che il paesaggio coopera all’elaborazione delle culture
locali e rappresenta una componente fondamentale del patrimonio culturale
e naturale dell’Europa, contribuendo così al benessere e alla soddisfazione
degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea. La nostra società,
in continuo e repentino cambiamento, ai ritmi esasperati delle trasformazioni
economiche, sociali, tecnologiche e ambientali dettate dall’era globale, è sempre
più consapevole che la propria identità non è, e non potrà essere, statica, rigida
ed immutabile. Un’identità del presente, viva e mutevole, che non è sbiadita e
nostalgica copia di un passato perduto, né volontà di riscatto di origini etniche
o territoriali, bensì soggetto attivo capace di arricchirsi di ogni stimolo nuovo
armonizzandolo e legandolo agli altri, in una indispensabile prospettiva di coe-
sione comune. Questi assunti aprono a nuove frontiere di responsabilità per la
UNA
RISO
RSA
DA T
UTEL
ARE
Paesaggi condivisi
Paesaggi, parchi e distretti culturali.
tutela attiva del patrimonio culturale
con iniziative e processi di significa-
tiva sperimentazione che lega i beni
all’identità territoriale e ne determina
straordinarie forme di rispetto e
valorizzazione. E’ il caso dei Parchi Culturali, esperienze sviluppatesi
nel corso del 2009 e del 2010 dalla
Fondazione per il Libro, la Musica e la
Cultura che ha elaborato una proposta
in due distinte aree: quella del Parco
Paesaggio Umano nelle province di
Cuneo, Asti e Alessandria, e quella del
Parco Culturale Terre di Vino e di Riso
nell’area del Nord Piemonte che gra-
vita attorno a Ghemme e all’asse del
fiume Sesia, estesi in questa ultima
edizione del Salone del Libro di Torino
alla proposta del Parco Culturale “Pie-
monte Paesaggio Umano”. “Teatri e
castelli, boschi e cantine, biblioteche
civiche e imprese private. Ciascuno
ha concorso con le proprie vocazioni
e specificità a posare le prime pietre di
questo equilibrio affascinante fra cul-
tura materiale e immateriale, fra luoghi
e flussi. Una vera e propria esercita-
zione di metodo: una prova virtuosa
di sussidiarietà orizzontale e verticale
che supera i tradizionali modelli della
partnership e della sponsorship per
offrire interessanti elementi di ana-
lisi sulla cultura del futuro e sulle sue
possibili, inedite modalità di orga-
nizzazione e sostentamento”. Ma
ancora, i Distretti Culturali, modello
di sviluppo territoriale, in cui la fina-
lità prima è la valorizzazione dei beni
culturali presenti, non si costituiscono
in maniera spontanea. Pur essendo i
beni una dotazione già appartenente
al territorio, infatti, spesso l’imple-
mentazione di un distretto culturale
è il risultato finale di un progetto e, in
quanto tale, necessita di un’autorità
che definisca una strategia di inter-
vento per il territorio, e che ne individui
la forma più appropriata di gestione, in
cui gli attori pubblici e privati cooperino
per la concretizzazione degli obiettivi. Domenico Nicoletti (al centro), coordinatore dell’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco Latino con il Presidente dell’Osservatorio avv. Angelo Paladino e il Sindaco di Pollica, promotore del Manifesto “100 Sindaci per la Bellezza e il Paesaggio”.In alto: lo scalone Vanvitelliano della Certosa di Padula.
Il chiostro grande (celle dei monaci e giardini, appartamento del priore, biblioteca) della Certosa di San Lorenzo di Padula. Oggi la Certosa, riconosciuto Patrimonio
dell’Umanità, ospita l’Osservatorio Europeo del Paesaggio di Arco latino.
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Recentemente si è affermato il concetto di distretto culturale evoluto: esso
è fondato sul presupposto concernente l’esistenza di complementarità stra-
tegiche tra filiere culturali differenti, appartenenti a settori produttivi diversi.
Il distretto culturale evoluto si caratterizza, inoltre, per una combinazione di
elementi organizzativi che nasce da un complesso processo di contrattazione
tra i vari attori locali coinvolti nel processo di sviluppo e dal ruolo specifico che
ciascuno di essi assume in uno specifico contesto locale.
La competitività del sistema economico, in questo caso, sarà maggiore e dipen-
derà in misura crescente dalla presenza di elementi quali:
1. La collocazione, nell’ambito del territorio locale, di un appropriato
sistema di infrastrutture culturali e ricreative;
2. Un sistema sociale ben integrato, reso adeguatamente partecipe
del progetto di sviluppo grazie all’ introduzione di risorse e politiche
destinate alla partecipazione degli individui;
3. La presenza di un sistema formativo di livello elevato;
4. Un sistema economico-produttivo che consenta l’interazione
con gli attori preesistenti.
Le caratteristiche distintive per la creazione di un sistema territoriale competitivo
sono quindi individuabili nella:
• Presenza, a livello locale, di attività economiche, nei campi
della produzione di beni e di servizi ad alto valore aggiunto,
in grado di favorire la circolazione delle conoscenze e di generare
innovazione;
• Presenza di capitale umano di elevata qualità, che si approcci
in modo creativo alla produzione e alla risoluzione di problematiche;
• Possibilità di costituire un network in grado di collegare industria
privata e istituzioni pubbliche, istituzioni culturali e sistema educativo,
strutture comunitarie, associazioni;
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UTEL
ARE• Possibilità di vivere e lavorare
in un luogo ricco di infrastrutture
culturali e sportivo/ricreative
che la presenza di diversità
culturale renda luoghi
di formazione e arricchimento
personale dell’individuo attraverso
momenti di confronto e scambio
relazionale con altre persone
e culture.
Le forme di cooperazione
che rendono possibile
la creazione di sistemi di obiettivi
condivisi possono dare avvio
ad un processo di trasformazione
del territorio, che consenta
un orientamento crescente
verso la creazione e la diffusione
di conoscenza.
Esemplare in tal senso il Distretto
culturale Rovereto-Trento (Trentino-
Alto Adige). Le città di Rovereto e
Trento si rendono animatrici, grazie
alla presenza del MART (Museo d’Arte
moderna e Contemporanea di Trento
e Rovereto), del fermento culturale
della regione del Trentino-Alto Adige/
Sudtirol, la quale si sta palesando, negli
ultimi anni, come un esempio di best
practice nella valorizzazione del terri-
torio attraverso l’arte e la cultura. Il
Mart si è affermato sulla scena nazio-
nale e internazionale, dando grande
visibilità, così, al territorio trentino (in
particolare all’asse culturale Rove-
reto-Trento). Il ruolo fondamentale del
museo è quello di propagare energia
ed innovazione in un contesto territo-
riale che moltiplica continuamente la
propria offerta culturale e fa di essa
un fattore di rinnovamento e di svi-
luppo del territorio. Il museo è stato
inaugurato il 15 dicembre 2002, ed è
una struttura specializzata su Futuri-
smo e Novecento. Il Mart si articola
in tre sedi (MartRovereto, sede princi-
pale, dedicata alle collezioni di arte del
‘900 e della contemporaneità, ai fondi
archivistici e bibliografici; MartTrento,
Palazzo delle Albere, sede delle col-
lezioni di arte dell’800 e Casa Museo
Depero, a Rovereto, dedicata al Futu-
rismo), aspetto che rende chiara la
nascita di un vero e proprio distretto
culturale che coinvolge la città di Rove-
reto e il capoluogo trentino.
Ancora di rilevante interesse, i Parchi letterari, un approccio che integri il
turismo culturale alla conservazione
dei beni culturali e dell’ambiente, met-
tendo in risalto la stretta relazione fra
sviluppo turistico, crescita economica
e conservazione del patrimonio culturale ed ambientale, guarda con attenzione
anche al Patrimonio Immateriale attraverso la promozione di manifestazioni
finalizzate alla valorizzazione della letteratura orale e scritta, delle cerimonie,
delle tradizioni imprenditoriali, artigianali ed enogastronomiche.
La salvaguardia e la valorizzazione dei luoghi dell’ispirazione letteraria nati dall’i-
dea e dall’opera di Stanislao Nievo, sono elementi di grande importanza per
promuovere nel territorio nazionale e internazionale la conoscenza del nostro
paesaggio culturale nel suo complesso, facendone allo stesso tempo un motore
economico. Sono i luoghi stessi che comunicano le medesime sensazioni che
hanno ispirato tanti autori per le loro opere e che i Parchi intendono fare rivivere
al visitatore elaborando interventi che ricordano l’autore, la sua ispirazione e
la sua creatività, attraverso la valorizzazione dell’ambiente, della storia e delle
tradizioni del luogo.
Un metodo di interpretazione dello spazio che consente di reinterpretare il ter-
ritorio e di dare un significato ai luoghi in un equilibrato connubio tra paesaggio,
patrimonio culturale e attività economiche.
Il lettore diventa visitatore e dispone così di una chiave di lettura che stimola la
visita di località altrimenti considerate solo per il loro panorama, e partecipa alla
loro salvaguardia. Per questi motivi I Parchi Letterari sono fatti di accoglienza, di
visite guidate, di eventi spettacolarizzati, e prevedano la possibilità di coinvolgere
anche le realtà imprenditoriali identificative dall’enogastronomia all’artigianato.
La letteratura diventa anche un mezzo per contribuire a tutelare l’ambiente
inteso come luogo dell’ispirazione; un metodo originale che attraverso gli autori
interpreta i luoghi come insieme di risorse ambientali,sociali, storiche, artistiche
e di tradizioni.
Uno strumento di sviluppo sostenibile che gratifichi il territorio e distribuisca
benefici socio-economici attraverso un indotto diversificato.
In questo ambito, e per propria missione opera l’Osservatorio Europeo del
Paesaggio (OEP) che sulla scorta delle Raccomandazioni CM / Rec (2008) 3 del
Comitato dei Ministri degli Stati membri del Consiglio d’Europa sugli orienta-
menti per l’attuazione della Convenzione Europea del Paesaggio ha il compito di:
Il Museo d’Arte Moderna e contemporanea di Rovereto (Mart).
Il tracciato del tratturo Magno che collega l’Aquila con Foggia.Un gregge sul tratturo a Cugnoli.
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ARE
• Descrivere la condizione
dei paesaggi in un dato periodo
di tempo;
• Scambiare informazioni sulle
politiche e le esperienze
in materia di protezione,
la gestione e la pianificazione
dei paesaggi e il livello
della partecipazione alle scelte
ai vari livelli decisionali;
• Utilizzare ed elaborare documenti
storici sui paesaggi per la
comprensione e l’interpretazione
dei livelli evolutivi del paesaggio
(banche dati, archivi, testi,
fotografie, ecc);
• Elaborare indicatori quantitativi
e qualitativi per valutare l’efficacia
delle politiche del paesaggio
secondo le linee guida del Coe;
• Fornire dati ed informazioni
che portano ad una comprensione
delle tendenze e delle previsioni
di scenari (forward-looking);
• Scambiare informazioni
ed esperienze tra le regioni
del mediterraneo e le comunità
territoriali, comprese quelle già
in atto, basate su esemplarità
ed integrazione delle politiche,
sociali, ecologiche e culturale
per il paesaggio.
L’OEP si pone come obiettivo strate-
gico l’applicazione della CEP ispiran-
dosi ai seguenti principi:
a. riconoscere il paesaggio in quanto
componente essenziale del contesto
di vita delle popolazioni, espressione
della diversità del loro comune patri-
monio culturale e naturale e fonda-
mento della loro identità;
b. stabilire ed attuare politiche pae-
saggistiche volte alla protezione, alla
gestione, alla pianificazione dei pae-
saggi tramite l’adozione delle misure
specifiche nel rispetto della CEP;
c. avviare procedure di partecipazione del pubblico, delle autorità locali e regio-
nali e degli altri soggetti coinvolti nella definizione e nella realizzazione delle
politiche paesaggistiche;
d. promuovere il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio, urbanisti-
che e in quelle a carattere culturale, ambientale, agricolo, sociale ed economico,
nonché nelle altre politiche che possono avere un’incidenza diretta o indiretta sul
paesaggio. L’Osservatorio è istituito secondo il modello del Gruppo Europeo di
Cooperazione Territoriale (GECT), nuovo strumento giuridico europeo introdotto
dal regolamento (CE) n. 1082 del 5 luglio 2006 , ‘’al fine di superare gli ostacoli
che impediscono la cooperazione transfrontaliera e consentire la creazione, sul
territorio della Comunità, dei gruppi cooperativi dotati di personalità giuridica”.
La base giuridica di tale nuova figura del panorama europeo si ritrova nell’art.159
del Trattato di Roma per il quale, accanto ai Fondi Strutturali, possono disporsi
azioni specifiche per realizzare il perseguimento della coesione economica e
sociale prevista dal Trattato stesso e, in particolare, strumenti di cooperazione
a livello territoriale che permettano agli Stati membri e alle loro articolazioni
(regioni ed enti locali) di meglio coordinare gli interventi sinergici pur in contesti
di legislazioni e procedure nazionali differenti.
La cooperazione territoriale si attua in maniera conforme ai principi di sussi-
diarietà e proporzionalità, così come enunciati dall’art. 5 del Trattato istitutivo
della Comunità Europea, e non esclude la possibilità di far partecipare ad un
GECT entità territoriali di Paesi terzi. Il GECT ha la facoltà di attuare programmi
di cooperazione transfrontaliera cofinanziati dalla Comunità, segnatamente a
titolo dei Fondi strutturali in conformità
del regolamento CE relativo al Fondo
europeo di sviluppo regionale, nonché
programmi di cooperazione transna-
zionale e interregionale, oppure di
realizzare azioni di cooperazione tran-
sfrontaliera unicamente su iniziativa
degli Stati membri e delle loro regioni
ed enti locali, senza alcun intervento
finanziario della Comunità. Il GECT è
dotato di personalità giuridica ed ha
capacità di agire in nome e per conto
dei propri membri, segnatamente
degli enti regionali e locali da cui è
costituito. L’Osservatorio ha sede
nella Certosa di San Lorenzo in Padula
(Patrimonio Mondiale dell’Umanità).
L’Osservatorio opera monitorando
ed individuando strumenti e strategie
per il paesaggio, che a livello locale
trovano concreta applicazione con-
dividendo esperienze e programmi
di attività strettamente correlate ai
paesaggi locali; attività che vedono
la loro più efficace applicazione pro-
prio per il contributo di più parti ad
ispirarne l’attuazione. In relazione al
duplice contesto geografico di riferi-
mento, mediterraneo e nazionale, per
le attività svolte dall’OEP, sono state
individuate due linee di intervento: la prima linea di intervento riguarda le
attività istituzionali definite, in senso lato, internazionali, aventi ad oggetto
tutti i luoghi della cooperazione, volta a definire criteri, indirizzi e strategie,
oltre che a realizzare gli obiettivi dell’art. 6 della CEP (in questo settore
è attualmente in corso un programma EMPI per il Mediterraneo e un
programma di censimento delle aree naturali di Arco Latino; la seconda
linea di intervento comprende attività a connotazione locale (nazionale)
volte principalmente all’identificazione e alla conoscenza dei paesaggi del
territorio locale oltre che all’applicazione concreta di quei criteri e strategie
individuati dalla sinergia internazionale (con attività formative informative
e di integrazioni di reti di interessi comuni ad altre realtà operative come
nel caso del Premio Eco and City promosso dalla Fondazione Giovanni
Spadolini, la Banca Mondiale sulle Conoscenze tradizionali e il loro uso
innovativo (www.tkwb.org), l’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tra-
dizionali (ITKI), La Federazione dei Club e Centri UNESCO, la rete delle
aree protette, ecc.). Peraltro, è evidente che la demarcazione tra le due
linee d’intervento ha valore relativo, in quanto anche un’attività connotata
da elementi di specificità locale è può creare un patrimonio di conoscenze
ed esperienze, soprattutto in campo metodologico, che possono essere
“esportate” in altri contesti geografici, e, anzi, realizzare una tale “per-
meabilità” di competenze è proprio uno degli obiettivi principali dell’OEP.
In quest’ottica, i temi del Paesaggio, come indicati negli auspici della
Convenzione Europea del Paesaggio, rappresentano il campo di azione e
monitoraggio nelle declinazioni che il territorio e i suoi abitanti interpretano
e “percepiscono” funzionali alla qualità della vita.
Domenico Nicoletti,
Giornalista, Segretario Generale dell’OEP,
Docente presso l’Università di Salerno.
Il porticciolo di Acciaroli sul mare da bandiera Blu di Pollica.
Il vigneti delle Langhe. Sullo sfondo le Alpi Cozie e il Monviso.
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Nell’oasi toscana dei saperi, o più comunemente
Distretto delle Energie Rinnovabili, costituito per consentire il trasferimento
di conoscenze in materia di utilizzo di risorse
energetiche pulite e di esperienze maturate nel
loro ambito, si sviluppano e si confrontano le
competenze realizzate sia in ambito nazionale che
internazionale.
Non poteva mancare in questa carrellata di territori, un comprensorio dove
si fondono natura, arte, storia e il mistero del fumigante paesaggio. Ma
anche sviluppo ed eco sostenibilità. Un territorio che fuma e sbuffa:
la magica atmosfera si coglie quasi d’istinto attorno a fumarole, biancane e
sorgenti calde, in una natura potente e magica, unica al mondo, ricca di odori,
suggestioni e paesaggi straordinari. Un’altra Toscana spalanca le braccia agli arditi
profili di tanti piccoli paesi emergenti sui dorsi dei colli, tra prati verdissimi e fitta
vegetazione, incastonati nel verde intenso di estesi boschi di querce e castagni.
Ad occhio, in questa Toscana che sa di zolfo, sono almeno una ventina i borghi
- con le frazioni sparse qua e là, in un territorio ricco di sorgenti naturali calde,
lagoni, putizze, emergenze geotermiche - interessati allo sviluppo di un nuovo
spazio tecnologico, definito “l’oasi toscana dei saperi”, o più comunemente
Distretto delle Energie Rinnovabili, costituito per consentire il trasferimento di
conoscenze in materia di utilizzo di risorse energetiche pulite e di esperienze
maturate nel loro ambito, in sinergia con altre competenze realizzate sia in
ambito nazionale che internazionale. Quelli dei bollori nelle vasche, il sibilo e
il brontolio che annunciano la nebbia di acque salse, di solfatare, di lagoni o
fumacchi sono rumori consueti in questo territorio che occupa una superficie di
1.200 chilometri quadrati: il groviglio di letti di fiumi, borri, torrenti caratterizzano
queste antiche valli già abitate dagli Etruschi. Qui la terra fuma da sempre e
naturalmente, poi cominciano i bianchi fuochi fatui (le biancane), con il fuoco
del profondo che freme e alimenta le fumarole e i getti di vapore, considerati
come segni dell’esistenza di Divinità sotterranee (alcune delle quali benevole,
altre malvagie e pericolose), conosciute già nel Paleolitico. Le emissioni di
vapore acqueo e di gas si sprigionano dal profondo, energia indispensabile per
lo sfruttamento geotermico. E poi c’è il territorio del Parco Nazionale delle Col-
line Metallifere, entrato il 1 ottobre 2010 ufficialmente nella rete dei geoparchi
UNESCO, qualificandosi con il nome di Tuscan Mining Geopark.
Ed ancora: la prima Comunità Mondiale del Cibo ad Energia Rinnovabile, frutto
di un’intesa tra Slow Food Toscana, Fondazione Slow Food per la Biodiversità,
e Co.SVI.G. (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), che hanno
avviato nel 2008 un’iniziativa assolutamente nuova, individuando soluzioni ap-
propriate per la produzione agro-alimentare con sistemi innovativi per il risparmio
energetico e per la tutela dell’ambiente, anche attraverso l’utilizzo diretto del
vapore endogeno e di altre fonti energetiche rinnovabili.
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Energie per l’ambiente e il territorio
Alla scoperta di un fumigante paesaggio.
Ce n’è abbastanza per motivare l’inclusione di questo territorio (l’attività del
Co.SVI.G. si estende anche ai Comuni del Monte Amiata) nella Rete Angelo Vas-
sallo, la Rete delle Reti promossa, in occasione del 40° Anniversario della World
Heritage List, dal Premio Eco and the City Giovanni Spadolini e dall’Osservatorio
Europeo del Paesaggio di Arco Latino, coinvolgendo i rappresentanti di territori
che custodiscono autentici patrimoni culturali ed ambientali, impegnati in azioni
collettive di tutela del paesaggio (culturale e letterario, ambientale e naturale),
per stabilire una interconnessione tra le Reti UNESCO e le varie Reti territoriali.
L’obiettivo è fare sistema L’obiettivo è di stabilire una migliore conoscenza tra territori e paesaggi anche
se già organizzati localmente per contribuire a formare una cultura consapevole
della sostenibilità, lanciando in questa occasione di riflessione, un messaggio
forte e chiaro per la salvaguardia del patrimonio culturale, naturale e umano, e
l’individuazione dei Percorsi Sostenibili, tanti ancora da scoprire, lungo tutta la
penisola. C’è una curiosità in questa storia: la prima traccia dei Percorsi
Sostenibili, ora in evoluzione sull’intero territorio nazionale, perché abbi-
nata alle strategie del Premio e della Commissione Nazionale Italiana
per l’UNESCO, è stata lasciata proprio da queste parti, dove è matu-
rata l’idea di un Premio che facesse da collante fra le varie iniziative
avviate sull’intero territorio nazionale. Ricorda Piero Ceccarelli,
Presidente di Co.SVI.G. “Il progetto si è sviluppato proprio nel
nostro comprensorio geotermico, con un programma articolato
e ambizioso, visti i risultati, funzionale per far confrontare
tanti territori che hanno fatto scelte sostenibili diverse per
promuovere l’economia green”. Un comprensorio che è stato
definito il crocevia delle iniziative avviate in Italia, dove c’è la
possibilità concreta di sperimentare un percorso di sviluppo
sostenibile del territorio attraverso la produzione e l’uso di
energia da fonti rinnovabili, legando questi processi alle carat-
teristiche e tradizioni dell’area e all’innovazione tecnologica, è
diventato la piattaforma di lancio di un
progetto destinato a varcare i confini
nazionali. “Fondamentale - aggiunge
- l’alleanza con la Fondazione Spado-
lini Nuova Antologia e con il perio-
dico Energeo Magazine e,
in una fase successiva, con
la Commissione Nazionale
Italiana per l’UNESCO per far
segnare uno step importante
nella storia del Premio, dedi-
cato allo statista Giovanni Spa-
dolini”. La tempestività con cui
nel Distretto è stato colto questo
interessantissimo processo - che
si è ulteriormente sviluppato negli
ultimi anni non soltanto per far rico-
noscere i propri luoghi per le carat-
teristiche turistiche, ma anche per il
raggiungimento della consapevolezza
di applicare nuove formule sostenibili
nel rispetto dell’ambiente, della tutela
del paesaggio e del risparmio ener-
getico - fa scuola. Anche perché si è
capito che quando un territorio pro-
getta il suo futuro, dichiara subito la
sua vera identità, è facile che il nuovo
modello di sviluppo adottato possa
essere confrontato con altre realtà.
Ecco perché il Distretto entra a pieno
titolo, da protagonista, nella RETE che
vuole raccogliere i luoghi con una gran
voglia d’identità.
L. L.
Piero Ceccarelli, Presidente del Co.Svi.G.
Ce n’è abbastanza per motivare l’inclusione di questo territorio (l’attività del
diventato la piattaforma di lancio di un
progetto destinato a varcare i confini
nazionali. “Fondamentale
- l’alleanza con la Fondazione Spado-
lini Nuova Antologia e con il perio-
dico Energeo Magazine e,
in una fase successiva, con
la Commissione Nazionale
Italiana per l’UNESCO per far
segnare uno step importante
nella storia del Premio, dedi-
cato allo statista Giovanni Spa-
dolini”.
nel Distretto è stato colto questo
interessantissimo processo - che
si è ulteriormente sviluppato negli
ultimi anni non soltanto per far rico-
noscere i propri luoghi per le carat-
teristiche turistiche, ma anche per il
raggiungimento della consapevolezza
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Nel corso degli ultimi anni ha aderito a diversi progetti
europei nel campo delle fonti di energia rinnovabile,
risparmio ed efficienza energetica Molti i progetti sviluppati e conclusi dalla
Regione Abruzzo che promuovono da un lato la
cooperazione transfrontaliera, transnazionale e
interregionale e dall’altro lato lo sviluppo equilibrato del territorio. Essi consistono
in iniziative di cooperazione tra Paesi confinanti, inserite
nella politica europea di un mercato sempre più
allargato e complesso.
La Commissione Europea eroga fondi per realizzare progetti o attività in
relazione alle politiche dell’Unione europea inerenti ad esempio ricerca,
istruzione, sanità, ambiente, energia, gli aiuti umanitari, sviluppo rurale,
pari opportunità. Questi fondi possono essere destinati a organizzazioni private o
pubbliche; ogni anno, i servizi della Commissione che gestiscono le sovvenzioni,
pubblicano dei bandi con indicazione delle linee generali delle sovvenzioni che
sono previste nel corso dell’anno (area di attività, obiettivi, tempi, budget disponi-
bile, condizioni di aggiudicazione). Gli interessati, secondo quanto indicato dagli
specifici bandi, presentano attraverso procedure telematiche, una proposta di
azione/progetto che corrisponde agli obiettivi perseguiti e soddisfa le condizioni
richieste. In generale la presentazione di un progetto viene fatta da un gruppo di
soggetti (pubblici e privati, nazionali ed esteri) chiamati “consorzio” che svolgono
insieme le attività di progetto e lo attuano nel proprio territorio.
Tutte le domande vengono valutate sulla base di criteri prefissati e sulla base del
principio di trasparenza, successivamente i servizi della Commissione pubblicano
sui loro siti Internet l’elenco delle sovvenzioni concesse. In linea generale i fondi
sono una forma di finanziamento complementare. L’Unione europea non finanzia
i progetti fino al 100% (ad eccezioni di alcuni progetti che si svolgono al di fuori
dell’Unione europea); inoltre non possono essere concessi con effetto retroattivo
per le azioni che sono già completate. I progetti prevedono l’attuazione di azioni
pluriennali, studi, ricerche, attività di informazione e formazione dei cittadini e
degli addetti ai lavori. Fonte(http://ec.europa.eu/grants). La Regione Abruzzo
Servizio Energia, vincitrice della Medaglia Spadolini, ha intrapreso in collabora-
zione con Energeo Magazine, un ruolo guida per favorire la divulgazione delle
buone pratiche. Nel corso degli ultimi anni ha aderito a questi programmi con
diversi progetti europei nel campo delle fonti di energia rinnovabile, risparmio ed
efficienza energetica. Qui di seguito una sintesi delle attività svolte allo scopo di
informare il lettore sulle molteplici possibilità offerte dai fondi europei ed altresì
i numerosi campi di applicazione. I Progetti INTERREG promuovono da un lato
la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale e dall’altro lato
lo sviluppo equilibrato del territorio. Essi consistono in iniziative di cooperazione
tra Paesi confinanti, inserite nella politica europea di un mercato sempre più
allargato e complesso. Tra questi la Regione Abruzzo ha già concluso:
Enerwood: energia rinnovabile e patrimonio boschivo. Il progetto ha avuto come
obiettivo la Ricognizione delle tecnologie consolidate e innovative per la pro-
duzione di energia da fonte rinnovabile, la Creazione di una banca dati comune
per una migliore gestione delle risorse boschive, delle attività agricole connesse
e uno sviluppo sostenibile dei territori (progetto realizzato con Molise, Puglia,
Provincia di L’Aquila, Teramo, Chieti, Pescara, Università di L’Aquila, Università di
Chieti, di Lecce, Abruzzo promozione Turismo, Croazia, Serbia, Slovenia, Albania).
Con Regenergy è stato affrontato il tema del riscaldamento e raffrescamento
con un approfondimento sul teleriscaldamento insieme a partners provenienti da
Spagna, Germania, Danimarca, Grecia, Lituania, Polonia, Regno Unito, Ungheria,
Italia, Lettonia, Estonia.
Enersun: Sviluppo e sperimentazione congiunta di un sistema di generazione
e stoccaggio di energia dal sole. Grazie a questo progetto è stato realizzato
un impianto fotovoltaico presso una struttura pubblica del comune di Pescara,
sono state fatta attività di informazione ai cittadini circa i benefici economici e
ambientali delle energia da fonti rinnovabili.
More4energy: promozione, sviluppo ed utilizzo delle fonti rinnovabili. Alla fine del
progetto, i partner hanno anche riportato la loro esperienza in un manuale pratico
per le strategie energetiche regionali, anche per dare un supporto alle regioni
partner meno avanzate nella definizione e nel miglioramento degli obiettivi delle
loro strategie energetiche sostenibili. Tale manuale include anche le linee guida
per un sistema di monitoraggio per valutare il progresso degli obiettivi energe-
tici identificati. Partner di progetto provenienti da Flevoland (NL), EPF/Gabrovo
(BG), Lazio (I), Maramures (RO),Norrbotten (S), Noord-Brabant (NL),Prahova
(RO), Västernorrland (S), Valencia (E), Grecia occidentale (GR). Il nuovo progetto
Regions4GreenGrowth prevede la continuazione delle attività svolte.
La Commissione Europea, attraverso il bando Intelligent Energy Europe, finanzia
progetti innovativi in efficienza energetica, sull’ utilizzo razionale di nuove e diver-
sificate fonti energetiche rinnovabili anche nel settore dei trasporti, erogando un
contributo sino al 75% del costo previsto. Il progetto deve essere presentato da
almeno tre persone giuridiche con sede in tre diversi paesi dell’Unione Europea
(imprese, enti locali, centri di ricerca).
Probio: Incoraggia l’integrazione la produzione e il consumo del biodie-
sel tramite lo sviluppo di iniziative concrete di mercato a livello locale,
attività di promozione e forma-
zione. Porgetto realizzato con Pro-
vince di Burgos, Ávila e Huelva
(Spagna), Regione Pomurje (Slovenia);
Biogas Regions: incoraggia la diffu-
sione di impianti di digestione ana-
erobica nel settore agricolo per la
produzione di Biogas per la produzione
di energia elettrica e calore.
Sono stati organizzati seminari e visite
guidate ad impianti esistenti per agri-
coltori, rappresentanti di enti pubblici
e tecnici, nonché brochure informative
sul biogas e studi di fattibilità di impianti
all’interno delle regioni partner di
progetto. Partner: Francia, Spagna,
Germania, Polonia, Austria, Belgio,
Slovenia, Regione Abruzzo (Italia),
Regno Unito.
Biomethane Regions (si tratta di un
progetto particolarmente innovativo
tuttora in corso): l’attività del pro-
getto Biogas Region continua con
attenzione particolare alla produzione
di Biometano dal Biogas, da usarsi
come combustibile per veicoli o da
immettersi nella normale rete del gas
metano.
Il Programma di Cooperazione tran-
sfrontaliero IPA-Adriatico, oltre alle
province adriatiche italiane, considera
eleggibili territori di Slovenia, Grecia
oltre che di Croazia, Bosnia Erzegovina,
Un disegno realizzato dai che ha partecipato al concorso Energiochi.
Una Regione a tutta Energia
La Regione Abruzzo, vincitrice della Medaglia Spadolini, ha intrapreso in collaborazione con Energeo Magazine, un ruolo guida per favorire la divulgazione delle buone pratiche.
Mauro Di Dalmazio, Assessore all’Ambiente.
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Montenegro, Albania e Serbia (solo per
progetti di cooperazione istituzionale).
Il programma IPA-Adriatico si pone l’o-
biettivo rafforzare la cooperazione e
lo sviluppo sostenibile della regione
adriatica attraverso la realizzazione di
iniziative riferite ai tre assi prioritari:
cooperazione economica, sociale e
istituzionale; risorse naturali e cultu-
rali e prevenzione dei rischi; accessi-
bilità e reti. Per il territorio italiano il
Programma è finanziato per l’85% da
fondi comunitari (FESR e IPA) e per il
restante 15% da fondi nazionali.
o Il progetto POWERED (l’iniziativa è
tuttora in corso) è finalizzato alla defi-
nizione di strategie e metodi condi-
visi per lo sviluppo dell’energia eolica
offshore in tutti i paesi che si affacciano
sul mare Adriatico. Lo scopo principale
del progetto è di stilare delle linee guida
per la realizzazione di parchi eolici off-
shore nel mare Adriatico compatibili
con la politica di pianificazione e con-
servazione condivisa fra i partner del
progetto. Parallelamente saranno indi-
viduati bacini marittimi di sviluppo per
la tecnologia energetica in oggetto.
Alterenergy - partner: soggetti isti-
tuzionali competenti nel settore
energetico (18 tra Regioni, Ministeri
e Agenzie pubbliche per l’energia)
di Italia (tutte le regioni adriatiche –
Regione Puglia, in qualità di Lead
partner), Slovenia, Croazia, Bosnia
Erzegovina, Serbia, Albania, Montene-
gro e Grecia. Il progetto (anch’esso in
fase di attuazione) punta a promuovere
lo sviluppo di una Comunità Adriatica
sostenibile dal punto di vista energe-
tico. In particolare, si intende promuo-
vere la sostenibilità energetica nelle
piccole comunità dell’area adriatica,
attraverso una gestione integrata e
sostenibile delle risorse energetiche
e della produzione da fonti rinnovabili.
Il progetto, pertanto, si concentra nello
sviluppo di modelli replicabili di gestione integrata e
sostenibile delle risorse energetiche per le piccole città
dell’area adriatica, migliorandone le capacità di pianifica-
zione e gestione degli interventi di risparmio energetico
e produzione di energia rinnovabile. Per quanto riguarda i
progetti South East Europe, essi sono cofinanziati dal Fondo
europeo di sviluppo regionale (FESR) ed hanno l’obiettivo di migliorare
“il processo d’integrazione territoriale, economico e sociale e contribuire alla
coesione, alla stabilità e alla competitività” mediante lo sviluppo di partenariati
transnazionali. Il programma si impernia su quattro priorità tematiche: innova-
zione, ambiente, accessibilità e sviluppo urbano sostenibile. Ciò costituisce
un’opportunità concreta per i Balcani occidentali di avvicinarsi all’Unione europea
e di approfondire le relazioni con i paesi viciniori dell’UE. In particolare il progetto
EFFECT (in corso di svolgimento con altri 15 partner) nasce dalla necessità di
innovare le procedure degli appalti pubblici e stimolare la loro integrazione con
criteri di efficienza energetica. Tale attività permette alla Regione Abruzzo di
approfondire nuove tematiche e conoscere meglio il proprio territorio, verificando
anche quali possono essere le tecnologie che meglio si adattano alle potenzialità
della Regione. Importanti sono anche le attività di informazione e formazione
dei cittadini, per una migliore accettazione e comprensione di tecnologie che
magari ancora non sono presenti nel territorio, nonché la formazione di tecnici
e imprenditori abruzzesi.
Rubrica a cura della
Prof.ssa Iris Flacco - Dirigente Servizio Politica Energetica Qualità dell’Aria, SINA
Ing. Alessandra Santini - Direzione Servizi Politica Energetica della Regione Abruzzo
Per maggiori dettagli www.regione.abruzzo.it/xaraen
Fonti: (http://ec.europa.eu/grants) - www.fondieuropei2007-2013.it
www.regione.abruzzo.it/xaraen - www.powered-ipa-it
http://www.programmasee.it/ - http://www.balcanicaucaso.org/
“ Abbiamo fatto l’abitudine a vincere, ma fa sempre molto piacere, anche
perché adesso tocca ai giovani”. Così il governatore della Regione Abruzzo
Gianni Chiodi commenta la notizia, giunta da Bruxelles, che l’iniziativa
Energiochi, il concorso che coinvolge tutte le scuole Abruzzesi, è in nomination
per la categoria Istruzione al premio 2012 della Campagna Europea Sustainable
Energy Europe. Gongola il governatore: “Sono i nostri under 16 eccellenza: piccoli
campioni che crescono nella nostra terra dove nasce il seme della continuità nella
promozione della sostenibilità ambientale. Qualche mese fa è toccato ai grandi
che hanno conquistato la Medaglia Spadolini, speriamo che arrivi la statuetta
degli Awards”. La Campagna Energia Sostenibile per l’Europa è un’iniziativa
della Commissione Europea per accrescere la consapevolezza e la conoscenza
sui temi dell’energia ed inoltre contribuire al raggiungimento degli obiettivi della
politica energetica comunitaria in materia di fonti di energia rinnovabili, efficienza
energetica, trasporti e combustibili alternativi. La premiazione, che si svolge nella
prestigiosa sala dell’Albert Hall di Bruxelles, si inserisce nella settimana europea
dell’energia sostenibile e, più in generale, nella campagna europea per l’energia
sostenibile. L’obiettivo di questo concorso internazionale è puntare i riflettori sulle
iniziative più notevoli, ambiziose e innovative nel settore dell’energia sostenibile
e premiare i progetti più meritevoli. Inoltre, con questi premi (una statuetta che
riproduce il logo della Campagna SEE) si intende favorire lo sviluppo delle più
recenti iniziative in materia di energia in Europa.
I vincitori possono essere progetti elaborati nell’UE ma anche partecipanti e
beneficiari internazionali. Il concorso Energiochi, organizzato dal Servizio Poli-
tica Energetica della Regione Abruzzo, unitamente al Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca, all’Ufficio Scolastico Regionale e all’Università
degli Studi dell’Aquila, Teramo, Chieti e Pescara, è già alla sua settima edizione
e vede ogni hanno la partecipazione di oltre 10.000 studenti. Essere in nomi-
nation per la Campagna Sustenergy rappresenta un risultato importantissimo
poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui
temi dell’energia e la sua replicabilità anche in altre regioni italiane ed europee,
nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni
e gli insegnanti delle scuole. I vincitori delle diverse categorie saranno annunciati
il 19 giugno 2012 a Bruxelles durante la settimana dell’energia sostenibile.
La Settimana dell’Energia Sostenibile é un evento che si ripete ormai ogni anno
con l’obiettivo di catalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica europea sui temi
dell’energia e fare il punto della situazione sullo sviluppo della campagna. In tali
occasioni é possibile partecipare in tutta Europa a conferenze, workshop, attività
didattiche e visite ad aziende ed impianti che producono o utilizzano energia
rinnovabile e tecnologie per l’efficienza energetica. Il riconoscimento sarà asse-
gnato durante la Settimana europea dell’energia sostenibile, inserendosi nel più
ampio contesto della Campagna europea per l’energia sostenibile.
A margine di questa notizia, l’Assessore all’Ambiente e Energia della Regione,
Mauro Di Dalmazio, commentando il rapporto 2012 sulle fonti energetiche rin-
novabili che colloca l’Abruzzo tra le
regioni più virtuose del Paese, dice:
“Non è esagerato parlare di Abruzzo
come modello di riferimento di una
regione all’avanguardia che si sta
caratterizzando per aver messo in
campo una serie di politiche di svi-
luppo energetico che sono prese ad
esempio a livello nazionale ed euro-
peo. Su tutte, la nostra governance
sul Patto dei Sindaci, riconosciuta best
practice dall’Unione europea e che più
di tutte dà l’idea delle linee innovative
che propone l’Abruzzo’’. Con il Patto
dei Sindaci l’obiettivo della dissemi-
nazione su tutto il territorio regionale
di casi concreti di efficientamento
energetico e’ stato pienamente rag-
giunto con l’apertura di 650 cantieri
in Abruzzo. Il cittadino, in sostanza,
vede nel proprio comune, piccolo o
grande che sia, l’adeguamento di un
edificio pubblico con parametri di effi-
cientamento energetico. ‘’Non solo -
insiste l’Assessore - siamo regione
leader e capofila sull’eolico off-shore
con il progetto europeo Powered, che
ha ottenuto peraltro importanti ricono-
scimenti a livello europeo e nazionale.
Sullo stesso filone dell’energia, gui-
diamo anche il programma See Europe
Effect che è finalizzato a definire linee
per inserire nei bandi pubblici la valu-
tazione dell’efficienza energetica.
Un’attività a tutto campo compreso
il coinvolgimento dei più giovani -
conclude Di Dalmazio - che è anche
segnale di una politica sul territorio che
sta portando avanti questo governo
regionale: volevamo il coinvolgimento
di tutti su problemi che interessano
direttamente il cittadino. Se i risultati
sono questi, ci stiamo riuscendo’’.
Energiochi, il concorso che coinvolge tutte le scuole Abruzzesi, ha ottenuto la nomination per la categoria Istruzione al premio Awards 2012 della Campagna Europea Sustainable Energy Europe. Si tratta di un risultato importantissimo poiché testimonia la validità di questo progetto nell’educazione sostenibile sui temi dell’energia e la sua replicabilità anche in altre regioni italiane ed europee, nonché un riconoscimento all’impegno della Regione Abruzzo e di tutti gli alunni e gli insegnanti delle scuole.
A scuola d’Abruzzosviluppo di modelli replicabili di gestione integrata e
sostenibile delle risorse energetiche per le piccole città
dell’area adriatica, migliorandone le capacità di pianifica-
zione e gestione degli interventi di risparmio energetico
e produzione di energia rinnovabile. Per quanto riguarda i
progetti South East Europe, essi sono cofinanziati dal Fondo
europeo di sviluppo regionale (FESR) ed hanno l’obiettivo di migliorare
Il Presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi.
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Anno V - marzo/aprile 2012
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A Firenze è stato creato un Istituto Internazionale
delle Conoscenze Tradizionali denominato
ITKI (International Traditional Knowledge
Institute) per mettere in rapporto la domanda di tecniche appropriate
crescente nel mondo, e in particolare negli oltre 800
siti UNESCO, con l’offerta di imprese che operano in
questo settore.
L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione la scienza
e la Cultura) ha promosso la creazione a Firenze di un Istituto Inter-
nazionale delle Conoscenze Tradizionali denominato ITKI (International
Traditional Knowledge Institute). L’Istituto ha la forma giuridica di un’associazione
privata creata da soci, sostenitori e fondazioni che possono aderire con varie
forme di contribuzione definite nello statuto. L’istituto è già operativo, ricono-
sciuto di fatto dall’UNESCO e avrà statuto formale alla Conferenza Generale
dell’UNESCO del 2013. L’Istituto è lo snodo di una rete internazionale preposta
all’inventario, alla salvaguardia e alla diffusione innovativa delle Conoscenze
Tradizionali. Si tratta di competenze, attività produttive, tecniche e pratiche anti-
che, tramandate attraverso le generazioni, diffuse nel territorio, utilizzate nella
gestione dei suoli, nell’uso e nella protezione delle aree naturali, nelle architetture
e nell’organizzazione dei centri urbani. Costituiscono il sapere storico dell’u-
manità che ha permesso la realizzazione di prodotti, architetture e paesaggi di
valore universale. Tramite le conoscenze tradizionali si realizza l’uso appropriato
delle risorse naturali: acqua, suolo, energia. Si determina l’armonia architetto-
nica ed ambientale, la simbiosi tra le tecniche di organizzazione dello spazio,
le tradizioni, le consuetudini sociali e la fusione di funzionalità e bellezza. Oggi
queste conoscenze sono preziose sia per la gestione dei siti di valore sia per
una riproposizione innovativa come tecnologie capaci dare una risposta alla crisi
globale e di sviluppare innovazione sostenibile. Usare il sapere tradizionale non
significa riapplicare direttamente le tecniche del passato, ma cogliere la logica
di questo sistema di conoscenza e riapplicarla in modo creativo: le innovazioni
appropriate di oggi sono la conoscenza tradizionale di domani.
L’istituto ha il compito di creare una banca dati delle tecniche tradizionali e delle
tecnologie sostenibili, già avviata allo stato prototipale (ww.tkwb.org). Una volta
pienamente operativo il sito internet avrà una diffusione mondiale e diventerà il
portale privilegiato e un sistema di certificazione e diffusione per soluzioni, buone
pratiche e imprese impegnate in produzioni di qualità e nella diffusione della
eccellenza toscana nel mondo. Con questa iniziativa Firenze diventa lo snodo delle
attività UNESCO per la creazione di una nuova economia e tecnologia sostenibile.
La conoscenza tradizionale e locale, infatti, è un fattore economico propulsivo
in diversi settori produttivi. I valori della tradizione, le pratiche di lavorazione e
le capacità artigianali, sono la base su
cui si fonda l’altissimo valore aggiunto
di produzioni di enorme importanza
economica. E’ un vanto per le case
di produzione più raffinate enumerare
tecniche tradizionali nei loro modi di
lavorazione e il successo di tante
imprese è proprio dovuto alla capacità
di avere incorporato la tradizione nei
loro processi o di essere localizzate
in ambienti e centri storici tradizionali.
Compito del Centro Internazionale
delle Conoscenze Tradizionali di
Firenze è inventariare le conoscenze
antiche e promuovere e diffondere
le pratiche di successo. Mettere
in rapporto la domanda di tecniche
appropriate crescente nel mondo,
e in particolare negli oltre 800 siti
UNESCO, con l’offerta di imprese che
operano in questo settore. Le imprese
appariranno sul portale UNESCO della
banca dati delle conoscenze tradizio-
nali con l’offerta di soluzioni e prodotti
innovativi in sintonia con la richiesta
crescente a livello internazionale di
sostenibilità e qualità e potranno
disporre di una vetrina esclusiva e di
prestigio per l’affermazione dei propri
prodotti a livello internazionale.
Una banca dati delle tecniche tradizionali e delle tecnologie sostenibili
L’iniziativa è stata promossa dall’UNESCO.
Yazd, Iran, il Centro Internazionale dei Qanat e delle strutture idrauliche, sede del convegno sulla Gestione delle Conoscenze Tradizionali Idriche.
Grande successo a Yazd (Iran) del primo congresso mondiale sulle conoscenze tradizionali.
Le Conoscenze Tradizionali per disegnare il futuro
Si è concluso a Yazd, in Iran, il primo congresso internazionale sulle Cono-
scenze Tradizionali per la gestione delle risorse Idriche (TKWRM), svol-
tosi dal 21 al 23 Febbraio 2012. Yazd, antica capitale carovaniera posta
a cavallo dei due grandi deserti iraniani, è stata iscritta nel patrimonio mondiale
UNESCO come una delle più antiche città del mondo. E’ celebre per i qanat, i
tunnel di captazione lunghi anche 40 chilometri che convogliano l’acqua verso la
città, i caravanserragli di terra cruda e i badgir, le torri del vento che rinfrescano
le abitazioni. Dal 2000 a Yazd opera il Centro internazionale sui Qanat (ICQHS),
istituto a statuto privato riconosciuto dall’UNESCO che, insieme ad altri organismi
iraniani e internazionali, ha organizzato il meeting. Il congresso ha riunito oltre
300 esperti e studiosi da 30 paesi del mondo, permettendo di fare il punto sulle
ricerche e gli interventi di tutela in corso, e sul modo in cui le tecniche tradizionali
di gestione dell’acqua possano essere utili nella società contemporanea. Pietro
Laureano, direttore di IPOGEA e Presidente dell’Istituto Internazionale delle Cono-
scenze Tradizionali, che ha tenuto la conferenza magistrale di apertura dal titolo
“le Conoscenze Tradizionali per rispondere alla crisi globale”, ha dichiarato: “Le
conoscenze tradizionali hanno permesso nel passato la realizzazione dei monu-
menti, delle città e dei paesaggi che apprezziamo, ma non vanno studiate e pro-
tette solo per il loro significato storico: esse hanno una validità di riproposizione
di grande attualità. La crisi idrica, il degrado dei suoli, la desertificazione possono
trovare risposta in queste conoscenze e tecniche, che permettono un approccio
più adatto alla situazione locale e rispettoso degli ecosistemi. Queste tecniche
recuperano le identità delle comunità, sono ad alta componente di lavoro e non
distruggono risorse naturali, contribuendo alla diminuzione della povertà, al per-
seguimento della pace e di un futuro sostenibile”. Il convegno è stato importante
per il carattere operativo dato dagli esperti, che si sono organizzati in network
per realizzare progetti ed esperienze concrete di uso innovativo delle tecniche
tradizionali per combattere la siccità e la desertificazione, e promuovere un nuovo
modello di sviluppo. Lucilla Minelli, italiana, che lavora all’UNESCO a Parigi ha
dichiarato ”E’ entusiasmante vedere riunite qui in Iran le più alte competenze dei
cinque continenti per affrontare in maniera innovativa problemi fondamentali per
il pianeta. E’ grazie a questi momenti che si affermano le idee, le professionalità
e i progetti che avranno un impatto nel futuro. Erano manifestazioni che una
volta si facevano in Italia, quando eravamo all’avanguardia nella teoria e nella
pratica del restauro, e ora dobbiamo ringraziare l’Iran di farsene portatore”.
Il prossimo incontro si terrà fra tre anni e la Cina si è candidata come paese
ospite, ma Semsar Yazdy, direttore del Centro Internazionale dei Qanat
dell’Iran, ha proposto di organizzarlo in Italia presso l’Istituto Internazio-
nale delle Conoscenze Tradizionali promosso dall’UNESCO a Firenze,
con sede attuale a Bagno a Ripoli (FI). Intanto se ne parlerà a Trento il
prossimo novembre.
A cura di Ipogea (www.ipogea.org)
In alto Pietro Laureano davanti ad una neviera a Yazd, Iran. Pietro Laureano, direttore di IPOGEA e Presidente dell’Istituto Internazionale delle Conoscenze Tradizionali.