#eventi: come governarli nelle communities universitarie · valorizzare l’apporto determinante...
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Forum AICUN 2018
sulla comunicazione universitaria
15-16 marzo
#eventi: come governarli
nelle communities universitarie Masterclass
Paolo Pomati
Responsabile della Comunicazione
Università del Piemonte Orientale
L’Università
Forum AICUN 2018
Roma, 15 -16 marzo
UNIVERSITÀ
A seat of wisdom, a light of the world, a minister of
the faith, an Alma Mater of the rising generation.
Un concentrato di deliri, una zecca di libri falsi,
un martello di orizzonti ciechi.
John H. Newman
Guido Ceronetti
L’Università
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Roma, 15 -16 marzo
• Un vero e proprio mondo abitato, in cui i suoi abitanti
trovano le condizioni giuste per trascorrere un tempo breve o
lungo della vita.
• Per questo lo addomesticano, lo calendarizzano, lo
dividono in cicli segnati da riti di passaggio, lo scandiscono
con feste e cerimonie ricche di significati, simboli e miti.
• Se le tradizioni mancano o si sono addormentate, le
inventano, le ripropongono e le moderne tecnologie le
risemantizzano e le rifunzionalizzano.
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Roma, 15 -16 marzo
Molti atenei celebrano i loro eventi in modo passivo, stanco, ripetitivo,
senza sottolinearne i significati e senza spiegarli ai partecipanti interni ed esterni.
L’Università I suoi eventi
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Roma, 15 -16 marzo
Gli eventi universitari Il caos epistemologico
• Prodotti ad apparente beneficio della comunità
• Assenza di logica, di razionalità, di ordine
• Strizzata d’occhio alla tecnologia come giustificativo
di innovazione e di modernità
• Smania di marketing, per attirare attenzione e
conquistare visibilità
• Riti ampollosi che offendono, anziché ricordare, una
preziosa antichità.
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Tendenze Silent party
UNIPD
UPO
UNISA
UNIVE
UNIBA
UNINA
UNIPR
UNIVR
UNIRC
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Tendenze Lip Dub
UNIBO
UNIPD
UNIPG
UNITUS
UPO
UNITO
UNIBZ
UNISTRAPG
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Tendenze Flash mob
UNIFI
UNIVR
UNISI
UNIROMA1
UNIMI
UNIPI
UNISA
UPO
UNICT
UNIMC
Il seme del dubbio
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Roma, 15 -16 marzo
• Esiste ancora un tempo della festa all’Università?
• Ha ancora senso organizzare eventi nel modo in cui
si è soliti pensare e agire in un mondo
esageratamente market oriented, eppure
selvaggiamente penalizzato dalla spending review?
• Esistono delle componenti non negoziabili di un
evento istituzionale universitario?
L’approccio epistemologico
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Roma, 15 -16 marzo
Parlare di eventi universitari e organizzarli significa:
far dialogare la loro predominante componente etno-
antropologica con le scienze del linguaggio, che
rivendicano lo statuto epistemologico di ogni azione
comunicativa e dell’interazione sociale;
attualizzarla con le tecniche del geo-marketing, che hanno
il compito di incanalare gesti e rituali nei binari oggettivi
della programmazione e della qualità dei risultati;
valorizzare l’apporto determinante della storia.
L’evento diventa così generatore e vettore di identità, di principi, di valori condivisi, di immagine e di reputazione.
I tratti distintivi dell’evento istituzionale universitario
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SPEAKING
Tradizione
Festa
Dono
Contro-dono
Spazio pubblico
Città
Spettacolo
Orale
Scritto
Digitale
Cibo
Mito
Rito
La tradizione La teoria
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La tradizione della
comunità
universitaria non è
costruita su riti
stereotipati, ma è il
risultato dell’azione
creativa dei suoi
attori, che forgiano
forme nuove con cui
autopromuoversi.
La tradizione «n’est pas le produit du passé», ma il prodotto del
presente. Non è il passato che produce il presente, ma «le
présent qui façonne son passé»: è una filiation enversée.
È un prodotto di selezione di elementi che, per meccanismi
diversi, sociali e culturali, il presente ritiene adatti a parlare del
passato senza porsi problemi di autenticità.
Gérard LENCLUD, 1987
La tradizione è un «set of practices, normally governed by
overtly or tacitly accepted rules and of a ritual or symbolic
nature, which seek to inculcate certain values and norms of
behavior by repetition, which automatically implies continuity
with the past».
È un processo di formalizzazione e di ritualizzazione di pratiche
caratterizzato dal riferimento al passato per ripetizione. Eric HOBSBAWM, 1983
La tradizione La pratica: tre possibili percorsi
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1 COPIA INCOLLA
Prendere a modello cerimonie simili da altre
università e adattarlo alla propria situazione.
Esiste un cerimoniale non scritto, cristallizzato nel
tempo, trasmesso in via prevalentemente orale,
cui le università possono tranquillamente attingere
INAUGURAZIONE A.A.
2 RIPROPOSTA
Far rinascere feste documentate storicamente,
ma non più celebrate.
Inventare una festa universitaria, riproponendo
pratiche desuete o dimenticate di una comunità,
costituisce un processo di ricerca e intavola un
paziente recupero della memoria.
ANTICHI MESTIERI
3 MIGRAZIONE
RISEMANTIZZAZIONE
RIFUNZIONALIZZAZIONE
Riattualizzare riti e feste emigrate altrove e
riportate in patria perché tornate di moda, cariche
di nuovi simboli, dando la sensazione di importare
una festa nuova.
HALLOWEEN
GRADUATION DAY
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La tradizione Esempi
La remise des diplômes dell’American University of Paris
al Théâtre du Châtelet di Parigi, 2012
Il Graduation Day
dell’Università del Piemonte Orientale, 2014
La festa La teoria
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COMUNITARIA COMPOSITA IBRIDA DINAMICA COMPLESSA
È la cosa più condivisa
al mondo, non uno
specchio della società,
ma un movimento in cui
la società trascorre e
passa.
Nel costruirla, si
possono utilizzare pezzi
di altri riti collettivi,
ricombinandoli in un
sistema di valenze e di
significati nuovi
(bricolage).
Si presenta come un
prodotto intermedio tra
la cultura di massa e il
recupero della
tradizione.
Segue i mutamenti
economici e
socioculturali della
comunità e vi si
conforma.
Non può prescindere
dalla progettualità
organizzativa dei tempi
moderni (pianificazione,
comunicazione,
promozione, qualità…).
Michel Maffesoli, Paolo Apolito, Claude Lévi-Strauss, Néstor García Canclini, Hans-Georg Gadamer, Davide Porporato
La festa La pratica
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Roma, 15 -16 marzo
La sfida che propongo consiste nel creare un sistema festivo universitario
che continui o recuperi riti tradizionali, non necessariamente tratti dall’ambiente
accademico, e li faccia conversare con tendenze, stili di vita, modalità di
aggregazione delle subculture urbane contemporanee, sviluppandosi in una
sorta di «festa permanente» che sia anche laboratorio di formazione
dell’identità collettiva della comunità in cui l’università è insediata.
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Roma, 15 -16 marzo
La festa Esempi
La Queima das Fitas,
Universidade de Coimbra, dal 1919
Il Burning Man
Black Rock, Nevada, dal 1991
Il dono e il contro-dono La teoria
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Roma, 15 -16 marzo
il dono risponde a
una logica fatta di
quattro gesti:
invitare,
donare,
ricevere,
contraccambiare
colui che riceve può
decidere o meno di
accettare il dono; se
lo fa, stabilisce un
principio di relazione
con il donatore
può decidere in totale
libertà se ricambiare
con un altro dono
(controdono)
il processo serve a
instaurare rapporti
sociali, a promuovere
relazioni, a creare
legami giudicati più
importanti del bene
dovuto
il dono diventa così
un fatto sociale totale
Frans Boas Bronislaw Malinowski Marcel Mauss Alain Caillé Jacques Godbout
Il dono e il controdono La pratica
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Roma, 15 -16 marzo
L’università trasferisce liberamente conoscenza, dissemina i risultati della ricerca,
si propone come espressione collettiva dell’archetipo del Senex,
figura paterna e saggia, che si serve del proprio sapere
e della propria esperienza per aiutare e guidare chi le è affidato.
Dall’altra parte il pubblico non è il Puer collettivo, che reca in dono il proprio
desiderio e bisogno di conoscere, di crescere,
di cimentarsi in dialettico confronto.
Lo spazio pubblico e la città La teoria
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Roma, 15 -16 marzo
Lo spazio pubblico è il
luogo in cui gli individui
interagiscono mediante la
discussione, cui segue
l’azione come
conseguenza.
È lo spazio in cui la sfera
pubblica (Öffentlichkeit)
viene messa fisicamente
in scena: si ritrova a
teatro, nei concerti, nelle
piazze, nei parchi, in
biblioteca.
Le persone creano lo
spazio pubblico con il
vivere insieme:
un’esperienza di
contemporaneità e di
cospazialità, che produce
l’incontro sociale.
C’è una relazione
dinamica tra gli abitanti e
la città, una
comunicazione di tipo
dialogico e bidirezionale
che viaggia dalle cose alle
persone e viceversa.
Hannah
Arendt
Jürgen
Habermas
Ugo
Perone
Massimo
Canevacci
Lo spazio pubblico e la città La pratica
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Roma, 15 -16 marzo
L’università fa parte della città e condivide spazi di significatività in cui progetti,
idee e competenze si incontrano e si sviluppano.
Dove l’Università ha le sue strutture in città possiede uno slancio e un’energia
che non si notano nei campus costruiti come cattedrali nel deserto.
Qui lo spazio di relazione implode nella piazza del campus dove i riferimenti territoriali
(il costruito, lo scenario urbano) sono annullati e diventano autoreferenziali.
Gli spazi cittadini, invece, sono teatro di eventi di varia natura (feste, ricorrenze),
che ne fanno un luogo di incontro e di scambio e possono costituire
un forte tessuto emotivo e reciprocamente identitario per l’università.
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Lo spazio pubblico e la città Esempi
La biblioteca della Libera Università di Bolzano La Notte della Taranta
Performance e spettacolo La teoria
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Roma, 15 -16 marzo
Si assiste a un «ritorno a
Dioniso», dio che compare e
ricompare nel rituale festivo,
producendo una nuova
sensibilità basata sulla
esaltazione del corpo, la danza,
la musica.
Nella festa esiste una volontà
performativa del contesto
locale nel suo complesso.
Le pratiche performative
aiutano a comprendere il
passato, attualizzarlo, riattivare
problemi e scenari come
risorsa politica nel presente,
mantenere viva un’infrastruttura
organizzativa
Antonio Ariño Villarroya Victor W. Turner Diana Taylor
Performance e spettacolo La pratica
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Roma, 15 -16 marzo
Partecipare a un evento è performance
sia per gli attori,
che fingono sapendo di fingere,
ma in realtà costruiscono un’esperienza nuova,
sia per gli spettatori,
che nel gioco comunitario ispirano e sollecitano
cambiamenti e reinterpretazioni.
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Roma, 15 -16 marzo
Performance e spettacolo Esempi
Raisin’ Weekend
Saint Andrew’s University
Valborgsmässoafton
Uppsala Universitet
Oralità, scrittura, conversazioni digitali La teoria/1
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Roma, 15 -16 marzo
ORALITÀ
PRIMARIA
Oralità: formulaica e paratattica (memorizzazione); ridondante (ripetizione); agonistica
(reazione); situazionale (concreto vs/ astratto); aggregativa: (un cuor solo).
TESTO
Ogni parte linguistica enunciata di un atto comunicativo entro un gioco d’azione
comunicativo, che sia orientata tematicamente e assolva una funzione comunicativa
riconoscibile.
Solo mediante la funzione illocutoria progettata, riconoscibile e realizzata in una situazione
comunicativa, un insieme di enunciazioni verbali diventa un coerente processo testuale,
efficace nella sua funzione socio-comunicativa e regolato da regole costitutive.
DIGITALE
Processo di elaborazione mentale, psicologica di contenuti / concetti / informazioni tradotti
in un codice lingua di parole e in codici non verbali complementari attraverso architetture di
contenuti, linguaggi di programmazione e di metadati che si sviluppano in programmi
d’accesso e di navigazione.
Walter Ong (1983), Siegfried Schmidt (1972), Elisabetta Zuanelli (2012)
Oralità, scrittura, conversazioni digitali La teoria/2
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Roma, 15 -16 marzo
WEB MARKETING
Il web marketing si basa su alcuni assunti fondamentali:
• la differenziazione da tutti gli altri prodotti presenti sul mercato;
• la produzione di valore;
• la discrezione e moderazione: non si può stordire l’utente con una tempesta di
comunicazioni;
• l’utilità;
• la continuità.
NEWSLETTER
SITO
BLOG
WERRILLA
MARKETING
• Raccontarsi, farsi conoscere, entrare nella mente e nei cuori dei cittadini della
Rete come generatori di valore.
• Tutte le persone dell’ente devono diventare utenti e generatori di contenuti
condivisi in funzione aziendale, secondo la logica del social networking
• Da follower a influencer
YOUTUBE
Miriam
Bertoli
Tiziano
Vescovi
David
Meerman Scott
Mauro
Baricca Antonella
Cabriolu
Jay Conrad
Levinson
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Roma, 15 -16 marzo
Oralità, scrittura, conversazioni digitali Esempi
Commencement day
in live streaming,
Trident University, California
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Roma, 15 -16 marzo
Il cibo La teoria
• Il tempo “metropolitano” e “contabilizzato” ha cancellato
quasi tutti i saperi della tradizione, tranne quelli connessi
al cibo della festa, nella quale l’elemento performativo
resuscita l’oralità, che a sua volta aggiorna i frammenti di
memoria e recupera le pratiche comunitarie anche
attraverso lo scambio simbolico del cibo, nella catena
del dono-controdono.
• L’ uomo della società “liquida” può ritrovare il
proprio ritmo costitutivo e costruirsi una
nuova/antica appartenenza attraverso il cibo,
che conosce meno i processi di invenzione e di
reinvenzione.
Carlo Petrini, Enzo Bianchi, Piercarlo Grimaldi
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Il cibo Esempi
Le dîner en blanc
Paris, Place des Vosges President’s Banquet
University of Limerick, Ireland
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Roma, 15 -16 marzo
Miti e riti La teoria
MITO • Una narrazione orale simbolica di una realtà primigenia,
di cui traduce in linguaggio culturale la relativa sacralità, per soddisfare profondi bisogni religiosi ed esigenze morali.
• Un ingrediente vitale della civiltà umana; non favola inutile, ma forza attiva costruita nel tempo.
• Un modo eternamente presente, ciclico, dove tutto si ripete, per ordinare e spiegare la realtà che ha un principio, per superare le sue contraddizioni tra la vita e la morte, i successi e le sconfitte, l’estate e l’inverno, il passato, il presente e il futuro.
• Attraverso il mito, l’uomo acquista fiducia e sicurezza per il futuro e sa come si dovrà comportare in esso, perché lo ha appreso dal passato, da ciò che è stato e sarà ancora.
RITO
• L’insieme codificato di azioni e passaggi che veicola
l’attualizzazione del mito e dà senso ai suoi
insegnamenti, soprattutto all’interno della celebrazione di
una festa.
• Offrendo rassicuranti modelli da seguire, aiuta l’uomo a
sopportare la minaccia incombente delle forze naturali.
• Ha funzione sociale, che permette di fondare e rinsaldare
i legami interni alla comunità. Ha bisogno di una
partecipazione emotiva, profonda, estetica.
Mircea Eliade, Ernesto De Martino, Émile Durkheim
Miti e riti La pratica
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Roma, 15 -16 marzo
L’Università è un grande mito, la cui madre spirituale è la borghesia moderna
e il cui rito da celebrare è il sapere universale.
Oggi si è appannato prima a causa delle narrazioni proprie della stessa
borghesia e poi da quelle della società dei consumi
che ha «burocratizzato» il sapere.
Il mito dell’Università oggi persiste soprattutto nelle piccole realtà,
dove docenti, studenti e comunità sono uniti dalla spinta comune verso il sapere.
Qui si sta caricando di nuove narrazioni:
la torre d’avorio si è aperta, ma conserva ancora il tesoro più prezioso,
sacro e immateriale dei suoi riti.
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Roma, 15 -16 marzo
Miti e riti Esempi
Inaugurazione dell’anno accademico
(UNIPV) Conferimento di laurea honoris causa
(UNIPG)
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Roma, 15 -16 marzo
Le componenti di tipo comunicativo Il modello SPEAKING
S ituation
Setting, Scene
P articipants
E nds in view
A cts
K eys
I nstrumentalities
N orms
G enres
EVENTO
Sequenza di azioni ed interazioni finalizzate ad uno scopo
SOCIETÀ
Sistema di eventi
comunicativi
Dell Hymes, John J. Gumperz
La griglia di analisi La pratica
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Roma, 15 -16 marzo
I Dati
generali
1. Titolo 2. Categoria 3. Caratteri
4. Situazione
5A. Luogo
5B. Tempo
5C. Sfondo socioculturale
5. Partecipanti
Mandante
Emittente
Ricevente
Destinatario finale
Protagonisti
Interni
Partner/Sponsor
Spettatori
Fornitori
Volontari
Istituzioni
Servizi
Media
Comunità
II Identità
dell’evento
6. Obiettivi/Scopi
7. Strategia
8. Concept
9. Programma dell’evento
III Atti linguistici
9. Atti linguistici
9A. Messaggi
9B. Testi
9C. Sequenze
9D. Chiave
9E. Interazione
9F. Interpretazione
9G. Canali
9H. Registri
9I. Codici
IV Organizzazione
11. Gestione del tempo (Diagramma di Gantt) 12. Gestione dei costi (Tabella) 13. Gestione delle RU (Tabella) 14. Gestione dei rischi (Tabella) 15. Controllo di qualità (Tabella)