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8.660203-04 Rossini & 2007 Naxos Rights International Ltd. Page 1 Gioachino Rossini (1792-1868) CIRO IN BABILONIA ossia LA CADUTA DI BALDASSARE Dramma con cori per musica in due tai di Francesco Aventi Baldassare Re degli Assiri in Babilonia (tenore) Ciro Re di Persia in abito d’ambasciatore (contralto) Amira moglie di Ciro, prigioniera di Baldassare (soprano) Argene confidente d’Amira (mezzosoprano) Zambri principe babilonese (basso) Arbace capitano degli eserciti di Baldassare (tenore) Daniele profeta (basso) Cambise, figlio di Ciro, (bambino che non parla) Grandi del regno e soldati La scena si rappresenta parte in Babilonia e parte nei recinti al di fuori della città stessa. CD 1 1 Sinfonia ATTO PRIMO Reggia di Baldassare. Principi e Grandi del regno, poi Zambri Coro 2 Di Babilonia i popoli cantino questo dì, in cui de’ suoi nemici trionfa il Re così. Qual inatteso fulmine giunser le nostre schiere; e l’armi e le bandiere al Perso vil predarono, che in faccia a lor fuggì. Zambri Sì de’ Persi il vano orgoglio nostro brando ha in campo estinto; ed a Ciro oppresso e vinto figlio e sposa oggi rapì, ed a Ciro oppresso e vinto figlio e sposa a lui rapì.

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8.660203-04 Rossini � & � 2007 Naxos Rights International Ltd. Page 1

Gioachino Rossini (1792-1868)

CIRO IN BABILONIAossiaLA CADUTA DI BALDASSARE

Dramma con cori per musica in due tai diFrancesco Aventi

Baldassare Re degli Assiri in Babilonia (tenore)Ciro Re di Persia in abito d’ambasciatore (contralto)Amira moglie di Ciro, prigioniera di Baldassare(soprano)Argene confidente d’Amira (mezzosoprano)Zambri principe babilonese (basso)Arbace capitano degli eserciti di Baldassare (tenore)Daniele profeta (basso)Cambise, figlio di Ciro, (bambino che non parla)Grandi del regno e soldati

La scena si rappresenta parte in Babilonia e parte neirecinti al di fuori della città stessa.

CD 1

1 Sinfonia

ATTO PRIMOReggia di Baldassare.

Principi e Grandi del regno, poi Zambri

Coro2 Di Babilonia i popolicantino questo dì,in cui de’ suoi nemicitrionfa il Re così.Qual inatteso fulminegiunser le nostre schiere;e l’armi e le bandiereal Perso vil predarono,che in faccia a lor fuggì.

ZambriSì de’ Persi il vano orgoglionostro brando ha in campo estinto;ed a Ciro oppresso e vintofiglio e sposa oggi rapì,ed a Ciro oppresso e vintofiglio e sposa a lui rapì.

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CoroViva il monarca invitto,che dall’eccelso tronodella vittoria al suonotrionfa in questo dì, sì, in questo dì.

ZambriMa pietà che il Re consigliadi salvezza allora a lor fa donoe destina al proprio tronochi fu sposa a Ciro unì.Plaudite, amici: il lieto giorno è questo,in cui del Re la gloriasplende per ogni intorno.Fino all’età remoten’andranno i suoi trofei;ed i nemici reiconfusi ed avvilitilungi da queste muraporteran l’armi di rossor dipinte,e le falangi debellate e vinte.Mentre credea de’ Persi il Re confusoabbatter quest’impero,già smarrito ed oppressolascia vittima ei stessodel valor nostro il figlio e la consorte,cui di grand’alma in pegnooffre il Re nostro e libertade e regno.

Baldassare con guardie, Amira, Argene e detti

BaldassareÈ questi, o Principessa, il pensier mio.Te, che dovrei di ceppistringer e di catenevoglio che un dolce imeneal talamo regal congiunga amore.E scordando che fostisposa del mio nemico,poiché bella ti scorgo e di me degna,mostrando ai Persi quanto grande io sono,t’offro di ferri in vece il core, il trono.

AmiraIn te ravvisonon clemente monarca, ma ferocevincitor, che superbodella vittoria sua coglie ogni frutto;né curando in altruii legami d’amor, di patria fede,altra gloria non vede,che quella di voler quanto gli piace.

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BaldassareFrena qual labbro omai, femmina audace.3 T’arrendi: alfin dipendedal mio voler tua sorte;potria costarti morte, sì,un disprezzato amor.

AmiraSprezzo l’offerto soglio,e l’amor tuo m’irrita:perder saprò la vita, sì,ma non tradir l’onor.

BaldassareIl tuo rifiuto, ingrata,d’ira m’accende il petto.

AmiraNo sa cangiar d’affettoquando è costante un cor.

BaldassareTrema.

AmiraMinacci in vano.

BaldassarePensa qual son, qual sei.

AmiraTutti gli affetti mieison volti a Ciro ancor.

Baldassare(Vorrei punir l’indegna,fiaccar l’orgoglio insano,ma frena il cor, la manola vaga sua beltà.)

Amira(L’ira, il furor del perfidovincermi non sapranno,combatton nel tirannoamor e crudeltà.)

BaldassareTrema.

AmiraNon ti temo.

BaldassareNon cedi?

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AmiraMinacci invano.

Baldassare(Vorrei punir l’indegna, ecc.)

Amira(L’ira, il furor del perfido, ecc.)

Baldassare4 Stanco di tue ripulse alfin son io.Fa’ che sul labbro audacepiù non oda del nemico il suono.Se di ragion capaceè quel tuo cor, pensa che in Babiloniacontro te, mia nemica e schiava miascagliarsi il mio furor ancor potria. Cangia consiglio, Amira: il nuovo giornomia sposa ti rivegga;(a Zambri ed alle guardie)E voi frattantoil tempio e il gran convitoite a dispor dell’imeneo sovrano.(Parte.)

AmiraDeh! vieni, amata Argene, a questo seno:in te sola poss’iosperar qualche conforto al dolor mio.

ArgeneMisera Principessa! io pur vorrei,né so trarti d’affanno:comune a entrambi è la crudel sventura; la forza del tuo duol; ma la virtude che in tuo cuor risiedeforse otterrà dal Ciel qualche mercede.

AmiraSì costante son io: di Ciro sposa,sposa a Ciro morrò. (Parte.)

ArgeneOh quanto mai compiangol’infelice suo stato! A che ne giovail nascer grandi, se d’ogni altri al paroil destino crudel di noi fa gioco?In questo odiato locotrovassi almeno il conosciuto Arbace. Chi sa?.. forse potriain sì dubbioso statoqualche aita recarci in tante pene.Ma alcun s’appressa... è desso... Arbace!

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Arbace e detta

ArbaceArgene!Come tu quivi? In questa reggia forsecon la sposa di Ciro...

ArgeneAppunto oggi dell’armiil destino crudel entrambi trassequi prigioniere.

ArbaceOh quanto debbo a questasorte per te funestas’oggi di rivederti il bene m’è dato!Forse tra queste muraa te giovar potrà l’opra d’Arbace,se men odioso adessodi quel che un dì fuinon sdegna Argene confidarsi a lui.

ArgeneDunque ti mostrageneroso con noi. Vuol Baldassareoggi la man d’Amira o la sua morte.Fedele ella al consortedisprezza l’amor suo, la man ricusa;in sì crudel perigliotu ne presta qual puoi scampo e consiglio.

ArbaceBasta così. Vanne ad Amira, a leireca per or conforto e dolce speme.Della porta maggior la guardia il Prencea me commise... potrò forse... addio...Periglioso è l’indugio.Conoscerai fra pocoquanto per te farò; vedrai che il corech’io serbo in questo pettomeritarsi potea più dolce affetto.(Partono)

Esterno delle mura di Babilonia che si vedono in dis-tanza. Da un lato, la Porta di Babilonia e un ponte lev-atoio che conduce in scena. Colline che sono in vistadella città: il piano presenta un campo, di cui si vedonogli avamposti.

Soldati di Ciro

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Coro5 Veh come pallido,d’orror frementemesto e dolentes’avanza il Re!

CiroAh! come il mio dolor,come calmar potrò?Misero, che faròsenza la sposa?..Perché, destin crudel,tormi il figlio, perché,né dar piuttosto a mebarbara morte?...Alla vendetta, all’armisdegno m’infiamma e gloria;predice ancor vittorialo stesso mio dolor.

CoroAll’armi, alla vendettaseguendo i passi tuoi,o tutti morrem noi,o vincerai, signor.

CiroBrama sangue il core, il brandocerca già gli odiati petti...Ma pensando ai cari oggettitorna il core a vacillar.

CoroAll’armi, alla vendettasi vada a trionfar.

Ciro6 Non più miei fidi: il mio furor non soffreindugio alcun. S’apprestino le schiere, e i duci in questo loco,pria che notte s’inoltri, abbiano il campo.Il nuovo sol ci veggatentar l’assalto alle nemiche mura.Già coprir la pianuradi Dario le falangi. (cala il ponte levatoio e Arbace esce dalla porta dellacittà)Ma dall’ostil recintoqua sorger sembra un uom solingo il piede...Perso rassembra al mantoond’ha la faccia involta...Chi sei? Che chiedi tu?

Arbace, involto in manto alla persiana, e detto

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ArbaceCiro, m’ascolta:Io nacqui in Persia, e giovinetto ancoravidi la reggia tua. L’ingrata Argenelà conobbi ed amai.Poi col padre n’andaitra l’armi assire, e di quel Re possenteor servo appresso il trono.Comando a mille fanti, e Arbace sono. Vuol Baldassarre che Amirate scordando, o signor, con nuovo imenea lui dia man di sposa. Ella ricusa;ma il Re crudel morte minaccia, affrettarla potria se tu con l’armitentassi a danno suo novelle imprese.

CiroOh Ciel, ove s’intesepiù barbara perfidia?

ArbaceIn me t’affida:Vieni, o signor, in più remoto loco.T’additerò come ottener potraipiù sicuro l’intento.Soffri un istante ancora,ché l’affrettar taloraperiglioso diviene; che vendettache il consiglio maturaquanto più tarda cade è più sicura.7 Avrai tu pur vendetta,ma cauto ad ogni eventopensa che un sol accento,può tutto rovinar,pensa che un sol accento,può tutto rovesciar.Leone arguto a tantonel suo furor s’arresta,ma più veder funestal’ira che tardi appar.(Partono.)

Reggia di Baldassare. Gran sala d’udienza con trono.

Baldassare circondato da guardie e Grandi, poiZambiri, che introduce Ciro in abito d’ambasciatorecon seguito.

Zambri8 Signor, a te dal campoil persiano monarca un messo inviache parlarti desia;parvemi a detti suoi che tregua o paceoffrirti voglia: agli atti, al portamentouom sembra d’alto affar.

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BaldassareForse di Cirola sposa e il figlio chiederà costui,li chiegga pure: a lui,purché lungi ritraggal’armi da queste mura il Perso duce,il figlio renderò, ma resti Amira.

ZambriEcco il persiano ambasciator.

BaldassareT’avanza.

CiroCiro saluti a Baldassare invia,e pace se gli aggrada.

BaldassareIo bramo pace.Ma quali i patti son?

CiroPace sarà tra il Perso e’l rege assiro.Solo ti chiede Ciroil suo figlio e la sposa: egli di guerrail dritto orrendo a sostener non usot’offre, o Re, questi patti.

BaldassareIo li ricuso.S’inganna il tuo signor se pensa maich’io tema l’armi sue.S’egli da queste muraritira il campo, e dal mio regno,i prigionieri in pegnodi pace ed amistade, e il figlio io rendo;ma a tal viltà non scendodi rilasciare Amira...

CiroEbben: paventa.Vedrai di sangue e mortescorrer queste contrade e i regni tuoi;altre stragi e ruinespargeremo dovunque...

BaldassareOlà, ti frena,ambasciator; tu stanchi il soffrir mio.

CiroEgli è Ciro che parla, e non son io.

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BaldassareSe ti cal del tuo Re, tenta pittostopiegar il cuor d’Amira ai voler miei.S’ella resite ancoradovrà subire inevitabil morte.Da sì funesta sortetu ritrarla potresti: in questo giornoella per tuo consiglioa me porga la mano,e tutto a te concedo e al tuo sovrano.

Ciro(L’ingannarlo mi giovi.) Signore;tentar saprò quanto m’imponi.(Almeno la rivedrò così.)

Amira e detti

AmiraCielo! che vedo mai!... sogno! qua Ciro...

CiroQua Ciro ambasciator me stesso invia:di te saper desia,dell’amato Cambise;e molte cose e molte a te, Regina,svelar degg’io per cenno suo, se purenol divieta il monarca a noi presente.

Amira(Io non so s’io m’inganno, o s’egli mente.)Ebben, digli ch’io l’amo...e che il figlio infelice...rammentandosi il dolce suo sembiante,tempra talor il duol di questo core;Ma tu mi svela i sensi tuoi... che tardi?..Deh! per pietà favelladi lui... di te... dell’amor tuo... che dice!Ah! no, taci... mi fuggi...il tuo aspetto... il tuo dir... timor m’infonde,e quest’alma si perde e si confonde.9 Vorrei veder lo sposo,stringerlo al sen vorrei,ma ancor de’ voti mieinon sente il Ciel pietà.

CoroTi calma, ti consola,il Ciel si placherà.

AmiraVorrei veder lo sposo, ecc.

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CoroDeh! ti consola e spera,che il Ciel si placherà.

AmiraAh! che spiegar vorreiquello che in petto io sento,e’l mio crudel tormento,più grande ognor si fa.

CoroDeh! ti consola e spera,che il Ciel si placherà.

AmiraNo, più non spero, oh Dio!Trovar felicità.Che crudo istante è questo!Che palpito, che pena!Tormento più funestodel mio no non si dà.

CoroTi calma, ti consola,che il Ciel si placherà.

Baldassare, Ciro e Zambri

Baldassare(a Zambri)0 L’aspetto mio... la mia presenza vedoche l’atterrisce... (a Ciro)Ambasciator, ti lascio.Ad Amira potraipiù libero parlar; ma ti rammentaquant’ora imposi a te: di qua non lungiinosservato intanto i moti, i detticonoscere potrò.(Baldassare, Zambri e guardie si ritirano, lasciandosiogni tanto vedere tra le scene.)

Ciro, Amira, e una guardia che conduce il giovaneCambise e poi parte

Amira(correndo al figlio che gli vien rilasciato dallaguardia)Oh caro figlio!.. Oh di quest’alma primoe più tenero affetto!Deh vieni a questo petto:tu sol l’alma sollevi in tanti affanni.

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CiroNon più... t’allegra Amira. In questo giornosposa di Baldassar ti vuole il Cielo.Dunque tu cedi...

AmiraIo raccapriccio!.. Io gelo!..Ma dove son io mai?.. Tu pur non sei...che più di me dovrestiodiar l’empio tiranno? Ah! la mia mentepiù non si regge, in tanti dubbi involta.

Ciro(prendendo tra le braccia il figlio e carezzandolo contenerezza)Questo ch’io stringotenero pargoletto al seno mio,questo che tragge il pianto mio del ciglioegli è di Ciro pur... egli è tuo figlio.Tu l’ami, e poi non pensich’ei perirà... se tu resisti...

AmiraOh Dio!...

CiroE perirai tu stessa. Il Re decisedi lui, di te la morte...

AmiraAh taci omai, crudel!.. par che tu godalacerandomi il cor... in questa guisam’insulti e mi deridi!..Deh! piuttosto m’uccidise cambiasti per me l’antico affetto.

Ciro(Oh Dio! non sa che Baldassar ascolta.)

AmiraNo: risoluta io son; io t’amerò, spietato, anche infedele;e a tuo rossore eterno,caro sempre al mio core,per me tra mille pene e mille guaitu sposo mio, tu Ciro ognor sarà.

Baldassare, Zambri, guardie e detti

Baldassare! Guardie. Olà.

ZambriS’arresti.

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BaldassareGuardie.

Amira e CiroOh Dei!

Baldassare(a Ciro che mostra volersi difendere)Quale ardir!

ZambriA noi t’arrendi.

Baldassare(mettendo mano alla spada contro Ciro)Muori alfin: tu Ciro sei.

Zambri(trattenendo Baldassare)Deh, signor, l’ira sospendi!

BaldassareQua punir vogl’io l’indegno.

ZambriPiù non frena il Re lo sdegno.

TuttiChe fatal orrendo giorno!Le sue furie a noi d’intornol’atro Averno suscitò.

CiroIl furor del Re sdegnatomi confonde a tal periglio:per la sposa e per il figlioquanto, oh Dio, temer dovrò!

Baldassare(ad Amira)Per te sola pietade io sento:di’ che m’ami, e questo accentosol può Ciro tuo salvar.

ZambriRendi alfin il Re contento:quest’orribile momentopuoi tu sola ancor cangiar.

AmiraQuale stato!... ohimé, qual duolo!Desolata... disperata...più non reggo al mio penar.

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CiroAh, mia sposa!..

ZambriCedi, Amira...

AmiraHo deciso...

BaldassareAi ceppi indegno.(alle guardie che circondano Ciro incatenandolo)

CiroAh, mia sposa!..

BaldassareFerma audace.

ZambriFerma audace.

CiroHo deciso.

BaldassareFerma audace.

TuttiGià dell’alme il rio contrastosdegno, tema, ardir infonde, sì:vario affetto si diffonde,e non ha più pace il cor.

CoroTu puoi solo, o Ciel clemente,render pace in tanto orror.

CD 2

ATTO SECONDO

Prigione sotterranea. Coro di Persiani, poi Ciro incatene appoggiato ad un sasso, ed immerso nel piùcupo dolore

Coro1 Sì bell’alma soccorretevoi che avete il cor pietoso:vegga Amira il caro sposo,e sollevi il suo dolor.

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Ciro2 Dunque fia ver che il vincitor di Creso,de’ Lidi il domator di ferri cintopenar debba così?.. Misero!.. ahi quantoil destin crudeleti persegue e t’opprime!..E pur quello son io,cui d’Israello il Diodee confidar la sua vendetta!.. Il giuro,Nume, che pur ti sento entro il mio petto,vendicato sarai... Nel giorno istessoch’io vincerò per te, de’ fidi tuoisciolti saranno i ceppi e le catene,libero il culto suo!.. Ma dove sono!..Che parlo infelice?.. e che ragiono?..La consorte adoratapotessi un solo istantealmeno riveder... No, tal contentoio più sperar non oso.

Giunge Amira.

CiroAl fin sei la mio sen.Oh, sposa!

AmiraOh, sposo!(Abbracciandosi con reciproca tenerezza.)

Ciro3 Nello stringerti al mio petto,cara sposa, amato bene,son men crude le mie pene,trova pace il cor in te.

AmiraQuanta gioia in te ritrovonon può dirlo il core oppresso;questo sguardo e questo amplessote lo dicano per me...

CiroNello stringertiQual gioia provo.

AmiraQuanta gioiaIn te ritrovo.

CiroOh, sposa!

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AmiraOh, sposo!

Amira e CiroDi questo sen fra i palpititi giura il labbro, il core,che mai di fé, d’amoreper te non cangerò.

Amira4 Ma qual voce?..

CiroQual splendore?..(Guardano entro la scena, e vedono lo splendor dellefaci.)

AmiraChe fia mai?..

CiroQualcun s’avanza.

Amira e CiroDi nostr’alme la costanzaquanto ancor soffrir dovrà!

Baldassare seguito da soldati, parte dei quali confiaccole, e detti

BaldassareCome? uniti? ah qual dispetto!...Schernire i voler mieidunque così potete?Perfidi, alfin dovretedell’ira mia tremar.

Amira e CiroQual sorpresa!..

BaldassareEmpi, tremate.(Tutti rimangono estatici nella sorpresa.)

Amira e CiroSdegno nell’animafiero si desta,gli accenti arresta,né so perché.

BaldassareSdegno nell’animafiero si desta,l’amor m’arresta,

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né so perché.(rivolto ad Amira e con espressione)Ne dovrà piegar quel coredi quest’alma al bel desio!

Amira e CiroIl tuo/suo sdegno è il piacer mio,il trionfo di mia/sua fe’.

BaldassareVerserò quel sangue, indegni!

AmiraIo non temo.

CiroIo non pavento.

Baldassare(ad Amira)Dunque invan?..

AmiraPiuttosto morte.

Baldassare(a Ciro)E vorrai?..

CiroPerir con lei.

BaldassareAh si tolga a me costei,più non reggo al mio furor!

Amira e CiroAh che il togliermi da lui/leiè il maggior d’ogni dolor!

(Al comando di Baldassare alcuni soldati s’avanzanocircondando Ciro ed Amira, e li conducono entro lascena da parti opposte; e Baldassare, seguito dalle sueguardie, esce per altra parte.)

Reggia come nell’atto primo.

Zambri ed Argene

Zambri5 Udisti Argene? è pronto il gran convito,e Baldassare imponeche Amira, che tu stessasediate alle sue mense.

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ArgeneE qual piacerenel tuo monarca è maid’opprimerci così? Mentre d’Amirageme in carcer lo sposo e in ferri stretto,ci vuol del suo diletto,delle sue gioie a parte!

ZambriChi sa? Teco l’adduci; addio.

(Partono.)

Grande sala illuminata addobbata di sontuosi drappi edi vasellami ricchissimi per servizio della mensaimbandita, con coppe, fiori e vasi sul lato sinistro dellascena: le guardie ed i cori musicali vi stanno intorno.

Baldassare, Zambri, Amira, Argene, con altri principi,e donne babilonesi

Coro6 Intorno fuminogli arabi odori,le tazze versinograti liquori;e in tuon festevolemusici coricontento spirinoletizia, amor.

BaldassareMeco s’allegri ognuno: è questi il giorno,in cui di Belo il numes’onora fra le tazze e i conviti.Bando ai tristi pensier: le meste curevadan lungi dal soglio;qui sol amor, beltà e contento io voglio.

(I convitati siedono intorno al Re.)

CoroIn tuon festevolemusici coricontento spirinoletizia, amor.

Baldassare7 Son questi, o Zambri, i vasiche trasser gli avi miei dal tempio odiatodel Nume degli Ebrei?

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ZambriCome imponeste, o Sire,qui recar li feci io...

BaldassareRicolmi tostodi fumoso liquor ne sugga il labbrograta bevanda, ed alle nostre mentiGerosolima torni, e le sue gentida noi sconfitte e vinte,e lo scorno del Dioche da lor mal difesoperdette un giorno in quel tremendo scempioil trono, l’are, i sacerdoti, il tempio.

(Con un fortissimo del tuono e al chiaror dei fulminiappare una mano che imprime sul muro a caratteri difuoco MANE, THEGEL, PHARES; alla vista di taleprodigio tutti i commensali s’alzano dalla tavola, etutti rimangono costernati dal prodigio.)

Qual tetro orror m’assale! E chi può maisvelar a me del Ciel le cifre ignote?Vengan i Magi tosto, e ognun che secodelle divine cose i sensi intenda...

(Una guardia parte al comando di Baldassare.)

Al terribile aspettodi quella vision nel petto io sentoignoto turbamento...Sogna larve la mente?..Oppure videro il ver questi occhi miei?..Dove son io!.. Ma voi, che a me d’intornoconfusi e taciturni omai restate,perché mesti così... perché tremate?..

Magi, preceduti dal Profeta Daniele, e detti

Baldassare(A Daniele, che si avanza maestosamente in faccia adesso)E tu chi sei, che a me terribil tantoti presenti al mio sguardo?.. a che ne vieni?

DanieleDaniello io son, cui d’Israello al Diosvelar piacque talor le arcane cose: ingrato al Dio d’Abramotu fosti e gli avi tuoi;per lor dispersi, oppressifurono i fidi suoi;distrutto il tempio e profanati i vasi,che tua preda rimasi

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serviron a’ tuoi vizi e all’empia mensa.Or stanco Iddio di tollerarti omai,t’annunzia in quello scrittola pena meritata al tuo delitto.Giunto è il fin di tue colpe: andrà divisotra Medi e Persi dell’Assiria il trono;di Babilonia infidaspariranno le mura e la memoria;i nemici vittoriaavran sopra di te: tu stesso e i tuoisparsi qual polve al vento.Il nuovo sol a nascer non vedrai,fian l’armi tue sconfitte, e tu morrai.8 De’ nemici le spade, le facistruggeranno le torri, le mura,e de’ rettili e serpi l’impuracruda stirpe sol qui regnerà.D’atra polve e di cenere aspersorimarrà questo suolo infecondo,né avrà alcun più memoria nel mondodove fosse l’ingrata città.(parte)

Baldassare9 Misero me, che intesi!.. E tanto iratomeco fia dunque il Ciel, che orrido luttosparger fra noi minaccia?..Qual fredda man m’agghiaccia,e mi restringe l’alma!.. il piè vacilla...in me ricerco invan l’ardire usato...Oh rimorso del cor!.. oh mano!.. oh fato!Qual crudel, qual trista sortem’empie il sen d’atro cordoglio!Penso ai figli, al regno, al soglio,e non vedo che terror!Alla vista orrenda e fieratremo, gelo e mi spavento:cede l’alma in tal tormento,e si perde in tanto orror,cede l’alma in rio tormento,e si perde in tal orror!

Coro di maghiNon dar fede al labbro insano,che t’annunzia tristi eventi:sol vittorie e sol contentipresagì la mano a te.Voglion sangue i Numi, è vero,ma per toglierti al periglio:Cadan Ciro e sposa e figlio,ché in tua mano il Ciel li die’, sì.

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BaldassareE fia pur ver, che siadello scritto funestoquesto, o saggi, il voler?

CoroE’ questo, è questo.

BaldassareAbbian morte e Ciro e’l figlio,s’eseguisca il voler mio... sì…sol d’Amira il sangue, oh Dio!..

CoroDeve Amira ancor perir, sì;ancor perir!

BaldassareAd un cenno si crudelenon resiste un’alma amante,non sa il labbro palpitantela sua morte proferir.

CoroDeve Amira ancor morir.

BaldassareAd un cenno si crudelenon resiste un’alma amante,non sa il labbro palpitantela sua morte proferir.Sarai pago, o Ciel tiranno,del mio barbaro penar!

CoroNon temer, ché il tristo affannosaprà il Cielo terminar.(Tutti partono e lo scritto sparisce dal muro.)

Amira ed Argene

Argene0 Oh quantapietà mi desti in sen! Teco vogl’io,seguace ognor fedele,o vivere, o morir...

AmiraAh! vivi, amica,più felice di me; così potessisalvar lo sposo e’l figlio... ! Deh! per me non v’affliggete,ma per lor, che piango anch’io:è di madre il pianto mio,

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è di sposa il mio dolor!(rivolta al cielo)Tu Nume de’ numi,signor de’ viventi,che vedi, che sentide’ miseri il duolol’affanno crudel,ascolta i miei voti,mi salva pietosocol figlio lo sposo,e al duol di quest’almasoccorri dal Ciel.

(Partono.)

Reggia.

Argene e Zambri

Argene@ Deh! tu m’aita, o Zambri; al Re mi guida:

ZambriVano desiotu nutri, o donna...

ArgeneBarbaro!.. Ma verrà forse il giorno,in cui sdegnati i numipuniran sì feroci, empi costumi.# Chi disprezza gl’infelici,chi il suo pianto non ascoltasa punire il Ciel talvoltadell’indegna crudeltà.Cangia aspetto al suo destino,e infelice il disumano,chiede alfin pietade invanose fu sordo alla pietà.(Partono.)

Gran piazza di Babilonia. Sulla destra, lo sfondo las-cia vedere la reggia di Baldassare; sulla sinistra unarco trionfale, che mette alla porta maggiore dellacittà.

Arbace con i condottieri e i soldati che scortano lafamiglia di Ciro al luogo destinato al supplizio; tra isoldati, Ciro ed Amira in catene col figlio; seguono ilconvoglio Baldassare e Zambri accompagnati dalleguardie, Argene nell’atteggiamento della maggior tris-tezza.

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Aprendosi la fila permettono d’avanzarsi nella scena aCiro, ad Amira ed al figlio, che restano in mezzo fraBaldassare e Zambri da una parte, Arbace ed Argenedall’altra

Coro$ Dunque in oggi i nume irativoglion tanta crudeltà?..Infelici... sventurati...quanto mai ci fan pietà!

CiroOh delle mie pene, de’ miei contenti,fin che piacque agli Dei dolce compagna,giunto è l’amaro istante, in cui convienedividerci e morir!.. Morte non temequest’alma, no, che ancor a morte innanteserbano gl’innocenti il cor costante;ma fissandoti in viso...pensando alla fede...veggendomi la sposa e’l figlio accantoregger non so, non so frenare il pianto!(volgendosi con trasporto ad abbracciare il figlio)% T’abbraccio, ti stringo,mio tenero figliocol pianto sul ciglio,coi baci d’amor.Quel sangue che un giornonel sen ti versai,tu pur spargeraidal povero cor.

Baldassare^ Che si tarda?

TuttiOh quanto affanno!

CiroSì vedrai, crudel tirannome, la sposa e’l figlio esangue,ma innocente è questo sangue,e dal Ciel vendetta avrà.

CoroSì, dovrà versar quel sangue,pur morir, oh Dio, dovrà!

CiroDeh! tergi, sposa, alfinqueste lacrime amare...Tu mi laceri il cor!.. Se m’ami ancora,se aborri, quant’io t’amo, il Re nemico,siam vendicati assai.S’incontreran di Lete

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colà nel guado estremodell’amor nostro gli ultimi sospiri;e si diran contentiin quel punto crudele:spira quest’alma, o cara, a te fedele.& E lieto e contentonel placido Elisolo spirto indivisobeato sarà.Di morte desionell’alma s’accende,ché grata la rendela tua fedeltà.

BaldassareMa si vada...

CoroQual pietade in sen ci destacosì rara fedeltà.

TuttiAh, non v’è speme.Quanto il cor è oppresso, geme!

Ciro(al figlio ed alla sposa)A te un bacio... a te un amplesso,e poi vadasi a morir.

BaldassareMa si vada...

CiroSì, crudele.

BaldassareChe si tarda?

CiroVado a morte.A te un bacio... a te un amplesso,e poi vadasi a morir.

CoroSi dovrà versar quel sanguepur morir, oh Dio, dovrà.(Il convoglio che scorta la famiglia di Ciro segue lasua marcia verso la sinistra; Baldassare e Zambriseguiti da alcune guardie s’avviano verso la reggia.)

Reggia.

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Un sordo rumore di voci e di spade annuncia combat-timento e strage: le guardi vanno confusamentefuggendo per la scena, Zambri in atto di disperazione.

Zambri* Abbia fin l’atra strage, o Dei pietosi!Mentre in profondo sonnosta Baldassare, han la città sorpresale falangi nemiche... Abbassan l’armivinte le nostre schiere... il sangue scorredentro la reggia istessa... ahimé! che fiadel Re, di noi?.. In si crudel conflittotu ne soccorri, o Ciel, tu ne difendi!(Snuda la spada e va per partire, ma s’incontra inCiro)

Ciro ed Arbace con spada snudata, e seguito di sol-dati persiani e medi

CiroEmpio! cedi quel ferro, e a me t’arrendi.

ZambriE Ciro vive ancor!...

CiroSì: vivo, indegno!Troppo nel ferir lentifuro i ministri infamidel Re crudel, che omai qui più non regna:e di tanti delitti il Ciel sdegnatome soccorse pietoso e lor distrusse;Del Re gli amici,la famiglia, i congiunti abbiano morte,né si risparmi il sangue... un Dio m’ispira:d’un Nume irato la vendetta è questa;compi i miei cenni, e’l mio trionfo appresta.

(Ciro parte seguito da una porzione di guardie chescortano Zambri; seco lui Arbace con l’altra porzionedi guardie va dall’opposta parte.)

Amira, Argene

ArgeneGioisce alfine, Amira: i voti tuoiascoltaron propizi i sommi Dei.Gli affannosi tormenticompensano in tal giorno; e un solo istanterende a te, per mostrar che giusti sono,e figlio e sposo e libertade e trono.

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AmiraCol più devoto cor grazie vi rendoNumi clementi: son per voi felicese Ciro è vincitor e salvo è il figlio.Tu cara Argene il sai,se in lor sol confidai;se del tiranno ancorain faccia al tristo aspettosempre sperai dal Ciel pace e conforto.Ora, diletta Argene,sarai tu pur d’ogni mia gioia a parte.

(Partono.)

Gran piazzo di Babilonia.

Marcia dei soldati che entrano attraverso l’arco trion-fale e precedono il carro su cui stanno Ciro ed Amira,seguito da condottieri e guardie persiane; Zambri edaltri schiavi babilonesi incatenati seguono il suo trion-fo.

Ciro, Amira, il figlio, Argene, Arbace e Zambri

Coro( Al vincitor clementecede l’Assiria il trono:invoca il suo perdono,spera da lui pietà.

CiroSento che un Dio m’ispiral’insolito vigore,per sé di Ciro il coretanto valor non ha.

AmiraContenta alfin respiraquest’alma in tant’orrore,e sposo e figlio al coretornan felicità.

ZambriDel Ciel placata è l’ira,speriam nel vincitore;grande è di Ciro il core, sì,felice ognun sarà.

TuttiRidoni ad ogni corecalma e felicità.