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Good for Nothing long live the punk cabaret fanzine italiana sui dresden dolls Numero 0 - “Brechtian Punk Cabaret” The Dresden Dolls Brechtian Punk Cabaret File “A is for Accident” (2003) “Dresden Dolls” (2004) Live Tour (Paris & Padova) Paradise DVD Karaoke Veritè Record 3 - Making Of Web Files AA Strange Cabaret Brigade Alain Escalle ovvero la computer grafica dipinta sullo schermo Esistenzialismo in musica Nine Inch Nails Hotel Phoenix "”””Come il vino giunge alla bocca, l'amore giunge agli occhi" Prosa Sul web

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Good for Noth inglong live the punk cabaret

fanzine italiana sui dresden dollsNumero 0 - “Brechtian Punk Cabaret”

The Dresden Dolls

Brechtian Punk Cabaret File“A is for Accident” (2003)“Dresden Dolls” (2004)Live Tour (Paris & Padova)Paradise DVDKaraoke VeritèRecord 3 - Making OfWeb Files

AA Strange Cabaret Brigade

Alain Escalle ovvero la computer grafica dipintasullo schermo

Esistenzialismo in musicaNine Inch NailsHotel Phoenix

"”””Come il vino giunge alla bocca, l'amore giungeagli occhi"

ProsaSul web

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Brechtian Punk Cabaret?

Se pensate che Dresden Dolls sia solo una canzone deiFall, leggendario gruppo new wave inglese, vi sbagliate digrosso. E’ di un duo di Boston che stiamo parlando, formatoda Amanda Palmer (voce e piano) e Brian Viglione (batteria).Se ancora non li conoscete, affrettatevi a rimediare: è unodei gruppi più innovativi della scena musicale odierna. Nonsiate scettici per la pochezza di strumenti: vuoi per il cantosincopato e singhiozzante di Amanda, vuoi per le doti daottimo batterista di Brian, il suono è completo, pieno, a voltepersino tempestoso, e i brani sono d’indubitabile presa. Idue evitano agli esperti lo sforzo di affibbiargli un’etichettae, a scanso di equivoci, si autodefiniscono Brechtian PunkCabaret, una formula che è tutto un programma (anzi, unmanifesto!), ma che calza a pennello e inaugura la nascitadi un nuovo, eclettico genere a tutto tondo che riesce arendere la musica plastica arte visiva. A quanto raccontano,i due furono travolti dal "rock love" (per dirla con Amanda)fin da quando si incontrarono, durante la notte di halloweendel 2000. Una manciata di mesi dopo cominciarono infattia esibirsi insieme adottando inizialmente il nome di Out ofArms e ispirandosi poi al suddetto brano dei Fall per quellocon cui oggi li conosciamo. Due sono gli album all’attivo:"A is for accident", album d’esordio live risalente al 2003,che non compare nel mercato europeo, e l’omonimopubblicato prima a fine 2003 ed uscito una seconda voltal’anno successivo, su etichetta 8ft/Universal. Piccolo dettaglio:"The Dresden Dolls" è stato prodotto da Martin Bisi (Swanse Sonic Youth). Il leitmotiv che percorre la loro interaproduzione è il cabaret mitteleuropeo di Bertold Brecht, chesi ritrova anche nell’originale immagine teatrale dei JohnLennon e Yoko Ono del post punk, nel loro irriverente lookretrò fra il dark e il chapliniano. Nelle sonorità, fondono ereinterpretano in chiave spleen Kurt Weill, Marlene Dietriech,Patty Smith, Nick Cave e i Violent Femmes. Parola, musica,gesto: questi due pierrot statunitensi ripropongono fedelmentela lezione brechtiana. ALESSANDRA

Innanzi tutto complimenti perchè hai questogiornale in mano. Dopodichè non vorremmoannoiarti con troppe chiacchere e convenevolidi circostanza perciò veniamo subito aldunque: questa risma di pagine nere è scrittada volenterosi sparsi su tutta la penisola e hacome collante la passione per il punk cabaret,un genere artistico perfettamente incarnatoda una band americana, i Dresden Dolls cheattraverso la sua musica, pensiamo, abbiatrovato un modo eccezionale di comunicare.E nel secolo delle comunicazioni quale canaleè in grado ancora oggi di comunicare leemozioni umane? Praticamente nessuno, maogni tentativo in quella direzione per noirappresenta la passione romantica di unsognatore ancora non inginocchiato dallaprecarietà e dal perdere di significatodell’espressività che è proprio dell’umanità.E ciò che si nasconde dietro ad una banaleetichetta come Punk Cabaret è esattamentequesto, la volontà di rappresentare dellepassioni in maniera burlesca e divertente,amara e mal inconica, d i rendereuniversalmente condivisibile attraversol’immagine e il suono una condizione comune,quale lo smarrimento esistenziale, la tristezzadella solitudine, i dolori più comuni e menocurabili dell’uomo. E’ la necessità di prendersigioco delle regole e delle convenzioni piùpesanti e più spersonalizzanti, di dirlo nellamaniera più irriverente e scomoda - eccoperchè punk - ma senza spaventare, è untentativo di non dividere facendolo, ma diavvicinare le persone, perchè tutte soffronolo stesso male. Alla maniera di Brecht, senzaetichette, rendere impossibile al criticodestrutturare questa forma d’arte con le parole,perchè sfugge a ogni contenitore morale opolitico. Si combatte l’oppressione, che siafisica nei mali che l’uomo genera su se stessoo esistenziale, il cabaret è arte libera e pura,è riassumere nella teatralità di un gesto chemimi l’umanità senza sprecare parole unconcetto che tutti sentono di dover trasmetterema non sanno come o hanno paura di fare.Il nostro intento è raccontarvi la bella storiadi questo gruppo che ci ha ispirati e poiintrodurvi alle nostre riflessioni che a partireda questo verso altro si sono mosse sperandodi trovare qualcuno in voi che si unisca aquesta piccola rivendicazione umana.

tratto da www.normanno.it portale di informzione online

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“A IS FOR ACCIDENT” (2003)27 Maggio 2003 - Important Records

TRACKLIST

1. Missed Me2. Coin-Operated Boy3. The Time Has Come4. Mrs. O5. Christopher Lydon6. Glass Slipper7. Thirty Whacks8. Bank of Boston Beauty Queen9. Will10. Truce

In "A is for Accident" troviamo 10 tracce tutte registrazionilive di alcuni dei loro concerti. Inutile dire che i DresdenDolls sono i classici "animali da palcoscenico", non esistonoloro performance musicali che non siano accompagnateda una buona dose di mimica e improvvisazioni teatrali,inoltre sono anche molto inclini a interagire con il pubblico(vista la loro preferenza per i luoghi non troppo grandi edunque facili ad un rapporto più "ravvicinato"). Ecco perchèun cd di pezzi live come primo lavoro non rappresenta perloro un fatto insolito, anzi, si profila chiaramente come unachiara affermazione del loro modus operandi.All'inizio troviamo due tracce tra le più famose, che poidiverranno intramontabili nel loro album d'esordio: MissedMe e Coin-Operated Boy; canzoni oramai divenute tra leloro più suonate ai live. Ottime come introduzione, riesconosubito a far entrare l'ascoltatore nel loro mondo: ritmi bencongegnati, testi originali, batteria martellante e... stilecoinvolgente! Degno di nota è la reinterpretazione (rispettoalla successiva versione da studio) di Coin-Operated Boypoco prima dei 4 minuti, nel crescendo di "I want a..." viè una pausa prolungata tra ogni parola (e qui si nota anchela grande intesa nel sapersi sincronizzare tra loro) nelquale si sente anche Amanda ridere.L'ascolto continua con "The Time Has Come" una canzonepiuttosto briosa e interessante nonostante la sua brevità;ottimo pezzo per riprendersi dalle canzoni più note ediniziare ad addentrarsi nei nuovi pezzi. A seguire troviamoquattro tracce da un gusto più dolce e serio, caratterizzatoora da note sognanti, una voce molto gentile e da unabatteria quasi impercettibile, ora da accordi incisivi, interventicanori decisi e percussioni imponenti. Perfetta prosecuzioneper scoprire sempre più le doti di questi due artisti cheriescono a esplorare ritmi serrati, ninna nanne andanti epoemi trasposti in musica. Di queste quattro canzoni Mrs.O tradisce una vena poetica e richiama molto un'atmosferasurreale e ottimistica all'insegna della spesieratezza e delbuonumore. Christopher Lydon è una ripetitiva litania, inrealtà è una presa in giro di un conduttore radiofonico diBoston e decano universitario, eppure la canzone rimanemolto profonda e dotata di una perfetta resa soprattuttodovuta ad un intellgiente accompagnamento con la batteria,riprova del grande intuito di Brian che sa sempre quando

può osare e quando invece deve lasciare spazio al pathos.Glass Slipper è uno dei pezzi più completi anche grazieal suo yo-yo di volume, che segna la bellezza di questacanzone divisa tra calma e impeto, ricordando molto lastupenda slide dell'album precedente. La canzone seguenteè il manifesto del punk cabaret, "Bank of Boston BeautyQueen", la canzone più attraente del disco, soprattuttoper l'ottima interpretazione e il grande entusiasmo cheriesce a irradiare al solo primo ascolto.Questa canzoneche richiama un po' percussioni jazz e atmosfere da baranni 30, esprime molto bene il concetto musicale delgruppo, con la sua ritmica e la sua energia accattivante,riesce a condurre subito l'ascoltatore in un divertissementfantasioso particolarmente godibile.Eppure tenendo a mente che che con i dresen dolls nonc'è mai da meravigliarsi: ogni cosa che fanno è di per seunica, ma comunque caratteristica del loro stile. E cosìuna calmissima will, che si conclude con un chiassosofinale, ha comunque il marchio indelebile del duo di boston,anche se con un sapore più criptico, motivo per cui sidimostra una traccia alla quale si deve prestare più di unascolto per gustarla appieno.Infine abbiamo "truce", evidentemente hanno trovato unadegna conclusione del disco e tale scelta s dimostreràtanto azzeccata che ripeteranno l'esperienza nel loroalbum d'esordio, come dargli torto? Dunque si ritrovaun'esecuzione perfetta (nonostante la mancanza degliarchi che andranno ad affiancare piano e batteria nellaversione da studio) che ricopre molto bene l'onere delcommiato. Questa grande canzone che riesce a seguireuno schema ben preciso di progressivo crescendo dall'inizioalla fine, conferisce all'opera un finale in grande stile elasciando un retrogusto piuttosto gradevole.In definitiva è un gran bel disco, consigliato specialmenteper alcuni pezzi molto significativi (Mrs. O, Bank of BostonQueen e Glass Slipper sopra tutti), ma con dei contronipiù che godibili e avvincenti come ci si potrebbe aspettaredai dresden dolls, le "statue viventi" che suonano e cantanoa tempo di "bambole a orologeria", lasiando il segno.Ascoltare un loro lavoro è un'esperienza da non lasciarsisfuggire, e se vi capita non perdete per nulla al mondo unloro concerto! ANDREA

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“DRESDEN DOLLS” (2004)26 Settembre 2003 - 8ft Records

pubblicazione americana

TRACKLIST

1. Good Day2. Girl Anachronism

3. Missed Me4. Half Jack

5. 6726. Coin-Operated Boy

7. Gravity8. Bad Habit

9. The Perfect Fit10. The Jeep Song

11. Slide12. Truce

Il primo album in studio del duo arriva al termine diuna lunga tournee negli States conclusa con laselezione di dodici brani del repertorio che la bandporta sul palco da un paio di anni. L’album che escein due tempi, Settembre 2003 negli States e Gennaio2004 nel mondo porta con se alcune traccie che giàcompaiono nel primo lavoro dello stesso anno chetestimonia questo lungo tour. La piccola 8ft Recordspartorisce questo album per il mercato americanosegnando a detta di molti critici la produzione musicaledi questo inizio anni 2000, una pietra miliare in quantoa creatività e innovazione, sebbene le radici sianoquelle della new-wave, ci troviamo davanti a qualcosadi completamente nuovo. “Dresden Dolls”accompagnato da un buon lancio sul circuitoalternative del singolo “Coin Operated Boy” èristampato in Europa grazie all’intervento dellaUniversal che si fa carico della distribuzione e laband è così introdotta al vecchio continente anchegrazie alla programmazione su MTV brand new. SeCoin Operated Boy è il singolo grazie al qualeconosciamo la band e cavallo di battaglia sin dagliinizi, mal rappresenta il contenuto dell’intero discoche di quell’atmosfera giocosa e burlesca in parterappresenta l’intero arco dei 56 minuti di ascolto.Good Day e il suo jingle cha ammicca al singolo dilancio è una ballata relativamente semplice e canonicache non fornisce le risposte che l’ascoltatore di primaesperienza cerca. Devastante è invece l’impatto conl’altro singolo, la seconda traccia, Girl Anachronismche pone in maniera imprescindibile il pubblico difronte ad una scelta, se si odia questa canzonedifficilmente il resto del disco sarà sopportabile, sela si ama probabilmente si condivide l’estetica, ilpathos, la rabbia e la necessità di umanità che questodisco vuole trasmettere. Se Coin Operated Boy è unpretesto semplice e accessibile, delicato e per niente

scomposto di parlare della rassegnazione allasolitudine, Girl Anachronism è politicamente scorretta,perfino disgustosa nella rappresentazione di unadepressione antiestetica, della decadenza fisica,dell’assuefazione alla noia e alla routine,l’annullamento della persona proprio dei decenni chestiamo vivendo. E’ una canzone sì amara, chedenuncia debolezza, ma lo fa con una rabbiaprorompente, con un ritmo incalzante , di rivalzacontro il mondo: è una canzone che afferma la rivincitadell’essere umano contro l’isolamento, pur celebrandouna condizione di sofferenza. Questi sono i temi cariad Amanda Palmer, altrove riscontrabili con più omeno speranza o rassegnazione in Bad Habit, conammicchi non troppo velati all’autolesionismoraccontati con una semplicità che non spaventa,capace di parlare alle persone, in Truce, la tracciadi chiusura, dedicata alle tensioni e ai veleni di unrapporto che si interrompe e alla necessità di recideretutto ciò che si è condiviso nell’allegoria spartizionedella carta del pianeta. Se Missed Me, la storielladella bambina che seduce l’adulto per poterlo farimprigionare dal padre potente per affermare il propriopotere è una buona rappresentazione di cosa sia ilpunk-cabaret, la Palmer ci racconta della perdita delpadre in Half Jack avvalendosi del suo medesimocontrocanto e poi sdrammatizza in pezzi più leggericome The Jeep Song tenendo insieme il tutto conrapide sferzate quali Gravity, sincopata e violenta el’incubo del venditore di arance che rapisce unabambina al parco di Slide. 672 dura un minuto e pocopiù a celebrare la totale assenza di senso, per altromolto apprezzata dai fan. Un disco quasi maiinteramente rappresentato dal vivo, sdrammatizzatodalla stessa band con molte cover rock a sostituirei brani più cupi,”Dresden Dolls” fa riflettere e divertesenza lasciare indietro mai la realtà. MAXROB

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I Dresden Dolls sono in Tour ininterrottamente dal 2001 ma nel corso di questo ultimoanno hanno raggiunto l’Europa e l’Italia grazie al successo del loro album eai Nine Inch Nails per i quali hanno aperto la maggior parte delle date dell’ultima estate.Dopo aver coperto tutto il Nord America affiancati da altri artisti emergenti dell’east coastquali Regina Spektor, Devotchka e grandi affermati quali tra gli altri Beck e Jane’sAddiction si sono affacciati anche sulla nostra scena musicale con due apparizionifugaci nello scorso Giugno al Velvet di Rimini e allo Sherwood Festival di Padova doveil nostro Andrea è andato a documentare il tutto. Per quanto riguarda le date coi NINabbiamo raccolto la testimonianza di Christian Dex del portale www.versacrum.com cheè stato al lo Zenith di Parigi, concerto sold out dello scorso Giugno.

Concerto allo Sherwood festival del 19/07/2005Stadio Euganeo - Padova

Per il festival era disponibileun palco e tutto attorno, vicinol'area verde, erano allestiti deipicoli gazebo che vendevanogadget vari, nel mezzo di tuttoquesto era possibile vederealcuni artisti della brigade deiDresden (vedi seconda parte):una ragazza macchiata disangue con tanto di coltelloche u r lava e cor revaall'impazzata, un misteriosouomo con la valigia che sidivertiva a regalare caramelleai passanti, un ragazzo concicatrici e capelli lughi chedistribuiva bigliettini con lascritta "ti amo" e simili. Già siriusciva a respirare l'atmosferadollsiana. Come se nientefosse nel mentre si camminavatra gazebi, brigatisti e prativerdi si poteva incappare inBrian che si faceva una

corsetta per arrivare in tempo all'intervista chesarebbe andata in onda sulla radio cui si deveil festival. Correndo così, tranquillamente inmezzo al pubblico, non si direbbe neanchestraniero, colpisce soprattutto la naturalezzacon cui si ferma a salutare alcuni fan che lohanno riconosciuto e a rispondere ad alcunedomande, poi, purtroppo deve proprio scappareper l'intervista. Già a quel punto l'impressioneè ottima, avendoli già visti il giorno prima alVelvet, in cui alla fine dello show si sonodimostrati molto disponibili con il pubblico, siprofila una serata molto più promettente diquella precedente. Una volta perso di vista ilduo si vede spuntare Emily, la tour manager,che sistema in posizione strategica il bancodel merchandising al quale si dedicapersonalmente chiacchierando nel frattempocon Joel, il tecnico del suono. Dopo aver allestitoil "merchandising tree" (cioè un alberello dipoco più di tre metri al quale ha appeso lemagliette in vendita), Brian si dimostreràentusiasta dell'idea tanto che finirà perarrampicarsi all'albero già di per sè instabileprocurando una certa preoccupazione più alpubblico che ai suoi amici, evidentemente

abituati a vedrlo cimentarsi in imprese simili,insomma un giocherellone. In seguito, dopo leprove dei Vestfalia e il ritiro dei brigatisti, sicapisce che l'ora del concerto è vicina e granparte della gente che attendeva inizia adavvicinarsi al palco.

Dopo l'interessante apertura dei Vestfalia eduna breve pausa, si sente partire il jingleripetitivo dell'intro di Good Day, quello diventail segnale per il pubblico, l'attesa sta finendo.Ed eccoli che dopo alcuno momenti compaionosul palco, un applauso li accoglie e subito simettono al loro posto, Amanda inizia subito adaccompagnare il jingle con il piano, e Brian sisistema nella sua postazione impugnando lachitarra, ed ecco che iniziano, Good Day èanche la prima traccia del loro album in studioed è un'ottima canzone per iniziare il concerto.Dopo le prime note alla chitarra brian passasubito alla batteria e già da questo momentoil pubblico si rende conto dell'impatto che avràla batteria nel continuo del concerto: batteriae chitarra saranno due protagonisti alla pari.Dopo l'esordio di good day parte gravity, un'altracanzone carica di magnetismo e forza scenica;

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Brian e Amanda riescono subito a coinvolgere ilpubblico, sebbene si scambino di continuo occhiatee smorfie tra loro, riescono a far sentire la gentepartecipe delle loro scenggiate. Persino nel "litigio"durante Missed Me, tutti quanti sembrano rapiti piùdalle espressioni dei due artisti che dalla loro musica.A seguire abbiamo Coin-operated boy, il singolo piùfamoso in Italia che sin dalle prime note ha subitoprovocato scrosci di applausi; simpatico e frizzantecome sempre questo brano (caratterizzato dalla solitamodifica al testo originale "I can even fuck him in theass" che raccoglie a sua volta una nota di attenzioneda una ristretta parte di pubblico). A questo punto,dopo una lieve critica al caro presidente bush, conuna velata ironia parte il pezzo, forse il migliore dellaserata, War Pigs, la cover dei Black Sabbath. In questiotto minuti di delirio piano-batteria, decisamenteall'altezza dell'originale, riescono a scuotere il pubblico,a questo punto nessuno non può essersi accorto di

essere ad un concerto rock, anzi, punk cabaret... Aseguire troviamo Brian alla chitarra, eseguono la coverAmsterdam, Amanda si diverte a battezzare le primefile con la sua bottiglia di birra (involontariamente, percarità), canzone comunque molto coinvolgentesoprattutto perchè i Dresden Dolls si alzano dallerispettive postazioni e suonano praticamente sopra ilpubblico, ai limiti del palco. Inaspettamente il concertoprosegue con la splendida The Perfect Fit, nonostantel'inizo molto calmo e presumibilmente senza batteria,il duo non tarda a sbalordire: Brian impugna i feltri eriesce a personalizzare a suon di piatti anche la partein cui si presupponeva fossero meno presenti; nontralasciando il fatto che ogni tanto qualche bacchettafiniva dispersa sul palco (motivo per cui Brian eraprovvisto di una cospicua riserva vicino la batteria).A questo punto Amanda svela che stanno per fare unpezzo nuovo, una "world exclusive", ovviamente siscusa nel caso sbaglino, ma non hanno avuto

Andrea coi DD

occasione di provarla molto (a quanto pare hannoscartato l'idea di suonarla al velvet il girono primaproprio per questo motivo sebbene l'abbiano provatamolte volte nel pomeriggio precedente). Il pezzo sirivela essere No one Knows, cover dei Queen of theston age, è inutile dire che il primo tentativo fallisce,anche se sembrava fatto apposta visto che si sonofermati solo dopo due secondi... Ed ecco arrivare HalfJack, pezzo divenuto ormai famoso nei live per il suointro alternativo rispetto a quello da studio: dopo laprova di War Pigs Brian e Amanda si dimostranocapaci di stravolgere una loro canzone per dare untocco punk cabaret più di quanto non fosse già. Dopoquesta "extended version", parte subito il loro pezzopiù famoso, Girl anachronism. Sebbene venga un po'a mancare la qualità della performance (la velocitàdel pezzo ne è il chiaro colpevole), la canzone nonpuù far altro che scatenare il pubblico al pari degliesecutori che si ritrovano a concentrare un concertointero di emozioni in quei tre minuti di follia pura: unaconclusione degna del concerto. Non appena hannofintio i Dresden Dolls escono di scena così come sono

entrati. Ma non si fanno attendere molto che rientranoe regalano la cover dei Neutral milk hotel, la canzoneche fa piangere Brian ogni volta che l'ascolta, Twoheaded boy, una richiesta del pubblico [del sottoscritto,ndr]. Splendido concerto, emozionante e magnetico,una esperienza davvero surreale.

Dopo il concerto, passato giusto il tempo perchè i dueeroi possano darsi una rinfrescata, eccoli comparirein mezzo al pubblico, come promesso si apprestanoa elargire autografi presso il banco del merchandising.Inutile dirlo, vengono immediatamente subissati darichieste, lasciando un po' in disparte il banchetto deiVestfalia. Dopo i vari autografi, la gente inizia a chiederedi potersi fare foto con loro, e l'idea sembra quasi piùdivertente per i DD che non per i fan (dalle smorfie,ai baci, alle boccacce),molte persone si allontananoanche un po' scoraggiate dall'aria di pioggia. Non solonon piove, ma si presenta l'occasione di passare unpo' di tempo con Brian Amanda Joel ed Emily senzadoverli spartire troppo con altri.

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Qui si dimostrano ancora più simpatici e sono contenti di farsi due chiacchieredel più e del meno con i fan. [Interrogati al riguardo, Brian dirà che i suoi albumpreferiti degli Smashing Pumpkins sono Gish e Siamese dream e Amandadirà di essere incuriosita da Billy Corgan in quanto ha letto un'intervista in cuiaffermava di preso ispirazione dalla loro musica. Forse è anche questo ilmotivo per cui Amanda andrà a vedere un suo concerto in Giappone, di cuiha raccontato nel diary sul sito ufficiale] Sempre sorridenti vista la conclusionedella serata si apprestano a portare via gli oggetti del merchandising (spogliandoanche il "merchandising-tree", anche se a malincuore). Fatto curioso sono lorostessi ad aiutare Emily a portare via la roba, insomma sembrano quasi ungruppetto poco conosciuto abituato a fare tutto "in famiglia", prova che di sicuronon si sono montati la testa con il successo. Ormai salutati per l'ultima voltanon rimane altro che ritirarsi mantendo vive le emozioni della giornata che apoco a poco diverranno bei ricordi. ANDREA

la set list del concertoBRIAN VIGLIONEAMANDA PALMER

Live al “Transilvania” - Milano, 26 Febbraio 2005grazie a: http://dcube.it/blog

Puntualissimo comincia il concerto deiDresden Dolls: per chi non li conosce sitratta di un bizzarrissimo duo americanocomposto da Amanda Palmer al piano ealla voce e Brian Viglione alla batteria ealla chitarra. Fanno uno stranissimomiscuglio tra cabaret e new-wave diavanguardia, da loro definito assaipropriamente "brechtian punk cabaret", chesinceramente su disco avevo trovatomonotono e ripetitivo. Date poi lecaratteristiche del gruppo mi aspettavo diassistere ad un concerto terribilmentestatico, che poteva essere accolto assaimale dal "vivace" pubblico dei NIN.Fortunatamente mi sono sbagliato perchéi due dal vivo sono riusciti a dar vita ad unospettacolo assai energico e convincente,che ha trascinato l'intera folla. I DresdenDolls cominciano con "Good Day" a cui faseguito "Coin-operated boy", uno degliepisodi migliori del loro album di debutto.A questo punto Amanda abbandona il suopiano mentre Brian lascia la batteria eabbraccia una chitarra acustica: attaccanocon una bellissima versione di "Amsterdam"di Jacques Brel che viene ovviamenteacco l ta con grand iss imo ca loredall'audience parigina. Il gruppo èestremamente aperto con il pubblico: i dueparlano molto, presentano i brani e nonmancano di criticare (cito letteralmente)George "fucking" Bush. Partono quindi con"War Pigs" una cover nientemeno che deiBlack Sabbath. Segue poi un'altra canzone

Live allo Zenith(Paris)

che viene interpretata da una ragazza mimo che si presenta sulpalco con un vestito da sposa tutto coperto di una polvere bianca,che si diffonde tra la folla ad ogni movimento del suo corpo. Ilconcerto ha così termine dopo soli 6 pezzi abbastanza lunghi; ladurata totale è stata di circa 40 minuti, il tempo che mi è bastatoper farmi cambiare completamente idea sui Dresden Dolls e perfarmi venire la voglia di riscoprire il loro album. Davvero bravi!

Chirstian Dex gestisce il portale di arti gotichehttp://www.versacrum.com, dove recensice musica dark e new

wave dai NIN a Offlaga Disco Pax.

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LIVE “PARADISE” DVD

Quale modo migliore per celebrare l’affermazione diuna band che tornare a casa dopo un tour mondialeed esibirsi laddove è iniziato tutto? I Dresden Dolls siesibiscono il 5 di Giugno al Paradise di Boston attorniatidalla loro corte di artisti, la brigade, in trucco e costumefuori e dentro il locale, sotto gli occhi delle telecamereche hanno reso possibile questo film. Il dvd è diviso indue parte, una documentaristica intitolata “A Life in theDay of The Dresden Dolls”, una chiaccherata con ilduo, la brigade di artisti e il decano docente universitarioe speaker radiofonico Christopher Lydon, che i DDpresero in giro con una canzone d’amore nel primoalbum. La prima parte si addentra fino al Pre-Showquando Boston viene colpita da un black out e lo showrischia di essere rimandato; come se non bastasse nonsi trova la batteria di Viglione. Lydon intervista la banddavanti al pubblico prima del concerto e dopo estenuantiore di attesa nelle quali la brigade si è sbizzarritanell’intrattenimento dei fan. Lo show ha inizio. Unapiccola nota d’invidia per i più affezionati è la presenzadei brigaders anche sul palco durante tutto l’arcodell’esibizione, cosa molto rara da vedere nei live delduo. Il dvd è arricchito anche dai video musicali dei duesingoli “Coin Operated Boy” e “Girl Anachronism”, tracceproposte anche live al Roskilde Festival in Danimarcadi quest’anno. Il Dvd non è facilmente reperibile in Italia,distribuito principalmente nelle grandi città e neimegastore, più raramente nel mercato di provincia.

WEIRD LOOK

TRACKLIST PARADISE SHOW:

1 Good Day 2 Missed Me 3 War Pigs (cover) 4Perfect Fit 5 Christopher Lydon 6 Bad Habit 7 HalfJack 8 Girl Anachronism 9 Pierre (cover) 10 Truce

video featuresuscita: 22 Novembre 2005per Roadrunners Records

KARAOKE VERITE’

Dissacriamo il mercato musicale! Presa di mira daAmanda Palmer è l’ignara Avril Lavigne e la suacanzone “Together”, poco nota al pubblico italiano,un video clip dove la cantante dei Dresden mima lacanzone originale in un crescendo di grottesco eassurdo, a rimarcare l’assoluta idiozia del testo edella musica originale. La Palmer disperata su unbaldacchino che canta “I don’t feel loved” urlandoloal suo Teddy Bear per poi ricomparire sotto la doccia,al pianoforte, in una festa con sullo sfondo genteubriaca, all’aereoporto. Insomma, un video amatorialedecisamente demenziale doppiato con la canzoneoriginale e un sacco di mimica. Fenomeno, quellodel Karaoke Veritè che anche la marina britannica distanza in Iraq ha riproposto intrepretando una notacanzone dei Queen, davanti a carri armati, caccia ea bordo di portaerei finendo addirittura sulla BBC,creando non poche polemiche. La Palmer, come ciinforma dal suo blog, si è recata ad un concerto diAvril Lavigne nel tentativo di consegnarle il filmato inquestione ma è stata, purtroppo, allontanata dallasicurezza del backstage.

http://dresdendolls.com/music/karaoke/

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Dove andare in rete:http://www.dresdendolls.com/

(sito ufficiale da cui si possono scaricare 4 brani del discogratuitamente, vi potete fare un idea se non li conoscete)

http://www.dresdendolls.com/diary/(il blog di Amanda Palmer su Blogspot)

http://www.theshadowbox.net/ddbb/index.php(il forum ufficiale)

http://www.thedirtybusinessbrigade.net/(il sito della brigade)

http://www.punkcabaret.net/(sito di fans)

http://www.automaticjoy.com/(tutte le registrazioni più belle dal vivo scaricabili)

http://www.livejournal.com/community/dresdendolls/(community infestata dai matti)

http://dolls.happily-bleeding.com/ (la lista dei fan)

Se vi siete interessati alla loro musica qui accantotrovate degli indirizzi utili che vi permetteranno diapprofondire e seguire con costanza la band, connotizie fresche direttamente dai due. Attualmentela band ha completato la registrazione del terzoalbum, la cui uscita è prevista per la primaveradel 2006, a cui ovviamente seguirà un tourmondiale, perciò sentirete parlare di loro moltopresto. (il che suona come una terribile minaccia)

A Strange Cabaret Brigadeovvero le idee e le creazioni di chi sta dietro tutto questo

Sarebbe stato stupido e controproducente lanciareun giornale autoprodotto che si limitasse apromuovere un’idea d’arte che incita a creare erendersi protagonisti e promotori della totale libertàdi espressione, senza muovere alcuna proposta,senza da questo punto di partenza, un bell’esempiodi cosa si può ancora oggi in una società di mercatoentro la quale anche l’espressione è merce, nonperseguire questo ideale e limitarsi a promuovererimanendo semplicemente spettatori. Good ForNothing nasce come punto di riferimento per tutticoloro che amano il Punk Cabaret e i Dresden Dollsma che da questo ne hanno capito la lezione eintendono mettere in moto le proprie idee e andarea lanciare nuove forme d’espressione, nuovi sguardisui fenomeni artistici di ogni campo che attraversanola società a noi contemporanea. In questo numerovogliamo lanciare così uno sguardo al cinema, allamusica e al teatro stesso così come noi viviamo,così come noi lo realizziamo, con le nostre stesseparole e idee. Ognuno è un bagaglio di esperienzeed emozioni, ognuno di noi ha voglia di esprimersisecondo le sue capacità, ed è questa sensibilità equesta necessità che, pur coscienti dei nostri limiti,ci porta a proporre quali sono le nostre ambizioni.Le prossime pagine contengono spunti assai diversi.Recensioni cinematografiche e musicali che dalcabaret si muovono in altre direzioni, un raccontoche pubblicheremo a puntate, riflessioni sul teatroe con piacere la sceneggiatura del corto che ha giàvinto le selezioni per il concorso Cortorigami. Suiprossimi numeri abbiamo già in cantiere spazio perla pittura, la fotografia e uno sguardo più approfonditoal teatro

Alain Escalle ovvero la computer graficadipinta sullo schermo

Francesco Federici è stato per noi alla mostra diMilano dello scorso Novembre dedicata interamentealla video arte, presenti in mostra diversi videoartisti che si sono cimentati anche nella realizzazionedi videoclip musicali per artisti più o meno famosi(tra tutti Bjork). Conoscendo l’attenzione che lamusica, tra cui gli stessi DD per le loro performancedal vivo, sta ponendo al fenomeno video-arte, tragli autori più significativi abbiamo deciso disegnalere A. Escalle.

Questo interessante autore di video-arte nasce nel1967 in Francia. Il suo lavoro, che si fa sempre piùconsistente di anno in anno, comprende anche attivitàdi direzione artistica e degli effetti visivi di cortometraggi(la parola lungometraggio non compare ancora fra lasua filmografia nonostante che con l’esperienza crescal’ampiezza della sua produzione), pubblicità, videomusicali, notevoli habillages TV e installazioni. Propriocon una di queste, la prima, intitolata Le radeau de lamèduse del 1993, Escalle comincia a farsi conoscere.In precedenza aveva tirato fuori dal suo magico cappellosolo un film di fine corso e poche altre cose, ma avevafatto una fondamentale esperienza artistica lavorandonel 1991 come assistente agli effetti visivi per M forMan, M for Mozart, un’opera di video-danza diretta daPeter Greenaway. Seguono il suo primo cortometraggio,D’apres le naufrage, del 1994, gratificato da svariati eimportanti premi, e altri lavori di vario genere semprepremiati e apprezzati, tutti indirizzati verso una strada

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di ricerca artistica e visuale tanto raffinata quanto innovativa.Ma nel 1997 nasce, da un habillage per una TV belga, ilcortometraggio Icarus’ Drownings, tuttora una delle sueopere più famose e senza dubbio più riuscite.Alla produzione di corti e lavori per la televisione, Escalleaffianca un’intensa collaborazione con la pubblicità,soprattutto in Giappone.Il contatto con questa cultura così ricca lo pone a doversiconfrontare come straniero e a concretizzare gli stimoliprovenienti da essa. E’ così che nasce un’opera notevole,avvolta in una dimensione di sogno, quale Le conte dumonde flottant.E’ questo un cortometraggio della durata di ventiquattrominuti, realizzato nel 2001, cresciuto nella mente dell’artistadurante i circa quaranta viaggi di lavoro in sette anni inGiappone, che si pone sulla falsa riga dei film con al centrola terribile vicenda della bomba atomica su Hiroshima. E’il tentativo, riuscito, dell’autore di fare qualcosa di piùpersonale, di parlare del Paese attraverso il dramma, e diricavarne quindi le più varie sfaccettature. Ciò grazie anchead un sapiente gioco di citazioni (dalla fisiologia al cinema)e ad un’estetica completamente personale ed efficace,capace di mescolare e dare grandissima rilevanza ad unacomputer grafica usata in modo intelligente. La macchinada presa si sposta, dopo averci fatto vedere alcunipersonaggi e un prologo avvolto e spezzato dalla musica,su un paesaggio desolato, contenente tutti i simboligiapponesi, abitato da figure umanoidi danzanti, inquietantistormi di uccelli e poco più fino ad una visione apocalitticae definitiva.Dice Alain Escalle: “L’ho visto dal punto di vista di un haikuche parla di quanto sia effimera la giovinezza, la primavera.Ho voluto scegliere un haiku e confrontarlo con qualcosadi enorme ed inaudito.”A dimostrazione dell’universalità del dramma umano è ilfatto che da Le conte du monde flottant è stata trattaun’installazione intitolata Dripping, Ground Zero, presentataa Tokyo nel 2002, dove su uno schermo bipartito si

alternano immagini del cortometraggio e altre createex novo per l’occasione.Tra le ultime creazioni interessanti ricordiamo L’âmeet la pierre, una sorta di affresco in movimento,realizzato su commissione e pensato per essereproiettato sui muri affrescati del Grande Refettoriodell’ Abbazia Reale di Fontevraud, del 2001, e altrilavori pubblicitari, collaborazioni per opere teatralie corti e lungometraggi di finzione. FRANCESCO

uno still da: “La conte du Monde Flottant”

LA NEVROSI DEL PIANISTAE' il caso di quando ti vengono dei calli sulle dita, quellodel piano suonato con piglio convulso, le dita a terminalenervoso di una nevrosi viscerale. nota per nota sotto lacarica della filastrocca tutta d'un fiato che tira le corde delcollo nello sforzo vocale e mentale, per poi crollare comedopo una crisi isterica in una musica che presagisce latotale quiete di chi ha scaricato tutte le energie.Ma è il contrasto perenne con le incopatibilità sistemicheche fa sentire estranei, della non integrazione, dellapermanenza ai margini, della difficoltà di spiegarsi quandoci si è capiti con l'interiore fin troppo chiaramente a farripartire ancora la carica contro la nausea del mondo finoa odiarlo con l'ultimo sibilo di voce per poi cercare la pacee sapere filtrare quel poco ancora di umanità che trasudadalla fabbrica del vivere.Ma lo sforzo è di chi vuole che il mondo assomigli aqualcosa che permetta di scavarsi un antro per mantenersipulito e parlare senza vergogna e ancora una volta è losconfitto che tende una mano per la tregua, senza nessunapietà il mondo risponderà: o l'annulamento o l'adeguamento.[girl anachronism] Perchè chi è così saprà sempreinchiodare il marcio alle sue devastazioni senza lasciarenessuna possibilità di appello, la denuncia sarà semprepiù veemente e rabbiosa, sempre più a dentri stretti esempre più sofferta. Sempre più devastante interiormente.Ma chi è così imparerà a denunciarlo sempre piùperfettamente, sempre più inconfutabilmente: sarà sempremeno capito. E chi è così non sa odiare ma deve, persentirsi ancora vivo, per non incassare e basta e punirese stesso delle responsabilità indirette.[bad habit] Ma l'odio non dura e subentrerà la necessità

di stendere il canto e rendere i toni malinconici, rendere itoni dolci, rendere la voce una speranza accompagnatada un "ditemi che è così, ditemi non sono un illuso".[truce] Quando il mondo sarà troppo piccolo per un divorzioimmateriale e ci sarà bisogno di dividersi i continenti finoal dettaglio della strada di casa, quando ascoltocomprensione e perdono saranno prerogativa solo di chiè stato abbandonato, quando ascolto comprensione eperdono diventeranno solo un modo vuoto per dimostrarsisolo più civili; quando non saremo più la torre di nessunoinnalzeremo la nostra bandiera bianca a tutto questoabbanderemo l'appartenenza a tutto, perchè non siappartiene a qualcosa senza un motivo. "dichiareremoquesta terra non più americana" e sapremo cosa abbiamoperso, in questa sistema dove ci siamo divisi lo spazio pernon incontrarci abbiamo abdicato a tenere il controllo "we'reunamerican".sono questi i segni di quando il mondo ha prodotto unagenerazione di esseri che hanno bisogno di esprimersi manon riuscendoci segnano il loro corpo invece di lasciareun segno permaente negli altri. e anche se non smetteremomai di essere marci, non cicatrizzeremo mai le braccia,non troveremo un motivo per cui curare la nostra esistenzaavremo assolto al nostro compito quando avremocomunicato tutto questo fino a lasciare scosso nellariflessione qualcuno. mettiamo in arte il nostro disagio,mettiamo in scena il nostro amore, mettiamo in moto ilnostro comunicare. non andiamo ancora a gettoni per ibisogni che abbiamo da soddisfare. non avremo mai cinqueminuti di perfezione per cinque centesimi, ma siamo perfettiperchè sudiamo noia, lacrime, e la nostra bellezza è saperlorappresentare. MAXROB

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MUSICA: WITH TEETH.TORNA REZNOR, PIU'(RI)PULITO CHE MAI

Sei, duri anni di silenzio. Sei anni, dall'uscita dell'intensodoppio The Fragile (Nothing, 1999) inframezzati solodal cd (e omonimo dvd) Live:And All That Could HaveBeen, che ne documenta la plaudita tournée. With Teethesce per la Interscope ed è, a detta di Trent Reznor, ildisco che ha realizzato più in fretta: ha cominciato alavorarci nel gennaio del 2004 e l'ha realizzato quasitutto a Los Angeles, in un piccolo studio messo su adhoc. Il disco è stato scritto e registrato in seguito alladolorosa battaglia condotta da Reznor contro l'alcolismoe la tossicodipendenza, a lungo reiterata ed ora vintadefinitivamente, alla soglia dei quaranta. Ed è un Reznorrinnovato, in effetti, quello che emerge da With Teeth:lo si capisce dalle sonorità, ammiccanti al pop, prive diun'eccessiva sofisticazione audio. Il one man band tentadi liberarsi dal computer e parte sin dall'inizio con intesta l'idea della performance dal vivo e del suono live,con l'obiettivo di focalizzarsi sul testo e la melodia e didare perciò risalto alla voce e alle parole. La musicache ne deriva è diretta e vitale, accattivante, le sonoritàrisentono in maniera libera delle diverse anime checoabitano nei NIN, ma il lavoro è ben strutturato. Siparte in sordina con All The Love In The World, cheinaspettatamente si trasforma in un crescendo cadenzatotra il pop e la techno. E basi di techno impietosa e cupasono presenti in tutto l'album, insieme a feedbackdeformati e distorsioni noise, ma se il disco è rabbioso,potente ed abrasivo è merito della batteria umana, chesostituisce la classica drum machine tanto cara a Reznor.A suonarla, il Foo Fighter Dave Grohl (ex-Nirvana).Insomma, un connubio tra metal rock e industrial ancorapiù riuscito che altrove. Certo, dopo una così lungaattesa c'è una punta di delusione, forse alimentata dalpackaging fin troppo minimalista (il booklet convenzionalemanca, ma dal sito nin.com/with teeth è possibilescaricare un poster PDF con i testi). Neanche l'ipnoticaThe Collector regge il paragone con l'ormai leggendariaHurt e non ci sono tanti spazi riflessivi quanti se netrovano in The Fragile (per intenderci, non si troval'equivalente di La Mer). Ma è perché With Teeth è ilfrutto di un Reznor sobrio, che ha smesso di odiare sestesso tanto da sentirsi inadeguato in mezzo alla gente,come un tempo. Non temete però: nonostante si siadisintossicato, non è diventato il Justin Timberlakedell'industrial. Non è depresso, ma di sicuro è disilluso:il disco è sconsolato e intimista, talvolta corrosivo; illeitmotiv che pervade i testi è pur sempre un Reznorper nulla in pace col mondo esterno, un Reznor solo escoraggiato. E per questo ci piace, perché dopo averascoltato il disco le sonorità posturbane lasciano un pò

l’amaro in bocca. E ci si sente a casa NIN. ALESSANDRA

Durante la primavera del 2005 i Nine Inch Nails hannocondiviso circa 25 date del tour mondiale con i DresdenDolls, causando diversi malumori tra i fan della band diReznor che non hanno troppo gradito la scelta della banddi supporto.E a volte la stizza dello stesso Trent Reznor,abituato a fare molto spesso “da solo”.

HOTEL PHOENIXPubblichiamo un’estratto da Hotel Phoenix ilcortometraggio selezionato dalla giuria diCortorigami tra i vincitori nella selezione 2005,ideato dal nostro Francesco.1.Esterno giorno. Deserto. AutostradaUn uomo sta camminando a testa bassa con passostanco, al bordo di una scura e desolata autostrada,circondata dalla sabbia del deserto. I suoi capellisono scuri, non lunghissimi, con un taglio moderno.E’ di bell’aspetto, vestito normalmente, ma conabiti sporchi di sabbia.

Esterno giorno. Deserto. AutostradaL’immagine si sposta da davanti a dietro le suespalle, dopo una brevissima carrellata laterale. Dadietro, in lontananza, si vede una luce tremula.Davanti all’uomo si trova ora una costruzione diun motel/hotel di tipo americano, più rassomigliantead un edificio da far-west che ad un modernoalbergo.

Esterno sera. Deserto. Autostrada.Guardando meglio, l’uomo vede sulla porta unadonna, molto bella.

Esterno notte. Deserto.UOMO (un po’ meravigliato e titubante).Buonasera, scusate ma ho…

DONNAVenga dentro.

Lo conduce dentro.

2.Interno notte. Albergo. Hall.L’ingresso è piccolo, immerso nella penombra,occupato da un bancone quasi attaccato alla paretedi fondo, alla quale sono appese alcune chiavi.Opposte, un paio di sedie imbottite, verdi eammuffite, sono pronte ad offrire riposo. Non c’ènessuno. La donna prende una chiave da dietroil bancone e gli sorride dolcemente, accende unacandela con un fiammifero, va verso la sinistradella stanza dove si vede a poco a poco un corridoio

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con molte candele/torce alle pareti. Ne accende unae tutte si illuminano. Senza dire niente si avvia per ilcorridoio, che dà l’impressione di essere lunghissimo.

Interno notte. Albergo. Corridoio.Musica: di sottofondo, si sentono delle voci che cantano.Arrivata ad una porta uguale alle altre, la apre e glimostra la stanza.

UOMOVa bene. Mi costerà molto?

DONNANon molto. Se ha bisogno di qualcosa suoni e qualcunoarriverà. Buona notte. (sorride)

Interno notte. Albergo. Stanza del l ’uomo.L’uomo da un’occhiata in giro. La stanza sembra pulitaanche se modesta.

UOMO (fra sé e sé)Andrà benone, al resto penserò domani.

Tira fuori dalla borsa che ha con sé, un pigiama e unbeauty-case. Va nel bagno, fa per aprire il rubinettoma non esce acqua. Fa un’esclamazione (es:dannazione!). Butta l’astuccio sul comodino e si mettea letto.

3.Interno giorno. Albergo. Stanza dell’uomo.Si alza, per nulla riposato, disturbato dalla lucecrescente che proviene da uno spiraglio lasciato daun’asta rotta della fatiscente persiana esterna.La prima cosa che vede è un grottesco ritratto delpresidente Abramo Lincoln. Guarda l’ora. E’ mattinainoltrata. Sta preparando la borsa quando sente bussarealla porta.Apre e appare sulla soglia un nano piuttosto buffo einquietante.

NANOLa padrona ha detto di farle sapere che se vuole ilpranzo, è servito all’esterno. Di là. (e indica il corridoio.)

UOMOGrazie ma devo andare via al più presto, magari unacolazione leggera. Sa mica dove posso…

Interno giorno. Albergo. Corridoio.Il nano sta già camminando per il corridoio dalla parteda dove era passato l’uomo la sera prima, senzaascoltarlo.

UOMOMa signore, dove sta andando, mi ascolti!

NANO (voltandosi leggermente)Per di qua.

Il nano se ne va.

Interno giorno. Albergo. Stanza

UOMOChe strano essere, poteva almeno farmi finire.

Interno giorno. Albergo. Corridoio.L’uomo chiude a chiave la stanza ed esce.

Passando ad una curva del corridoio, poco più illuminatodella sera precedente, non si accorge che il nano è

incastrato fra due porte, in perfetto silenzio, conun’espressione basita.

Interno giorno. Albergo. Corridoio.Mentre l’ uomo sta camminando, passa dietro di lui un

sorcetto, ma non se accorge.

Interno giorno. Albergo. HallL’uomo arriva nella hall ma la trova deserta.

Interno giorno. Albergo. Corridoio.Prosegue verso destra su per un altro corridoio. Ancorasulla destra entra in una stanza rassomigliante ad un

saloon dell’ovest.

Interno giorno. Albergo. Saloon.La stanza è fumosa, piena di persone, tutte piuttosto

strane.Dietro al bancone in fondo alla parete c’è un uomonon molto alto, sulla cinquantina, con una divisa dacapitano di marina, intento a preparare un liquore.

L’uomo è all’inizio abbagliato dalla luce, qui copiosa.

UOMOBuon giorno, cosa potete farmi per colazione?

CAPITANONiente colazione, è mezzogiorno. Ma posso farle dei

fagioli, uova, hamburger, formaggio…

UOMODue uova andranno bene.

Senza rispondere, il capitano si perde dietro ad unaporta oltre il bancone.

Nella stanza il nano sta sgambettando di qua e di làper servire i clienti.

Quando è il turno dell’uomo, gli porta le uova.

UOMOGrazie. Come mai non mi ha ascoltato prima?

NANO (guardandolo prima divertito, poi preoccupato)Io l’ ho ascoltata. Sì, sì, l’ ho ascoltata.

(poi guardando le uova)Sono buone, gustose.

UOMOSì, grazie, ora le assaggio.

Il nano non se ne va.

UOMOPuoi andare.

NANO (scocciato)Umpf!

(...)

La seconda parte verrà pubblicata sul prossimonumero della rivista.

http://www.video-drome.org per visualizzarela pagina relativa al concorso.

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“Come il vino giunge alla bocca, l'amoregiunge agli occhi”

C'era una volta una bambina di nome ?. "?" non èsemplicemente un simbolo, ma il suo vero nome. Ilpadre aveva deciso di non-chiamarla così perché lamadre, nel darla alla luce, morì d'infarto. Egli rimasetalmente shockato che divenne muto, e quando glichiesero che nome volesse dare alla sua splendidabambina, egli prese semplicemente un foglio ed unapenna e scrisse proprio "?". Nessuno osò contraddirlo.Il nome di ? poteva essere pronunciato in qualsivogliamaniera: il padre la chiamava con un battito di mani;la maestra delle elementari con il semplice diminutivodel suo cognome (e così ? era diventata LoveLovecraft); il suo migliore amico, Jimmy, la chiamavapalla di pelo, perché era solita portare maglioni spessie lanosi. ? era buona e obbediente, così il padreesaudiva spesso i suoi desideri: per il suo diciottesimocompleanno, ad esempio, le comprò un grande canenero al canile. Lei lo chiamò !, così che potessecondividere il suo stesso fortunato destino di senzanome. Punto esclamativo era un cane docile edaffettuoso, e lei lo portava con piacere a fare lunghepasseggiate. Una sera, ? era particolarmente scossa:il padre le rivelò di credere nel demonio. Era successoper caso: per avvisarlo che stava uscendo !, andò dalui in salotto, e lo sorprese mentre faceva uno schizzocol carboncino su un foglio di carta. Da quando eradiventato muto dipingeva molto: era il suo modo diesprimersi, ed in un certo senso di sfogarsi. Infattisembrava dialogare con i suoi disegni nel momentostesso in cui li creava. Capitava perfino che siarrabbiasse, quando disegnava espressioni che glisembravano troppo arroganti: così si alzava di scattodalla sedia, facendola strisciare contro il pavimento,e lanciava la matita in aria lasciando tutto incompiuto.Inizialmente ? si alzava sempre per vedere cosa fossesuccesso, andava in salotto e trovava il foglio sul tavolo,con dei disegni fatti a metà e sotto una scritta(generalmente di questo tipo: è già tanto che sei nato,stronzo). Il più delle volte suo padre ideava fumetti,singole strisce autoconclusive piene di rumore e diversi onomatopeici. Talvolta non c'erano dialoghi, masolo suoni inarticolati. I più ricorrenti erano Sigh e Sob.Inutile dire che si trattava di storie tristissime. Vedendolochinato sul tavolo a cui era solito sedersi per disegnarei fumetti, quella sera ? gli si avvicinò piena di aspettative.Ma con sua sorpresa vide che il padre aveva disegnatonon un fumetto, pur triste che fosse, ma un solosoggetto, grande più o meno quanto il foglio: e sitrattava proprio del diavolo. A scanso di equivoci, luil'aveva anche scritto sotto, di chi si trattasse, per esseresicuro che si capisse. Lei quindi lo guardò con ariainterrogativa. Lui ricambiò lo sguardo per un istante,poi si chinò ancora sul foglio e aggiunse: io ci credo.Lei, fino a quel momento, non ci aveva mai pensato,forse per autodifesa o per superficialità. Dava perscontato che non esistesse, o che comunque nonl'avrebbe mai e poi mai importunata. Era una ragazzabuona, lei. Ad ogni modo, la vicenda la turbò non pocoe, cercando di non pensarci, stabilì che avrebbe fattouna passeggiata ancora più lunga del solito con !.Dopo tutto, notò mentre andava a spegnere lo stereo,era una serata piacevole. Uscì con la sciarpa a righe

colorate tirata fin sopra il naso dalla punta screpolata.Era un inverno particolarmente freddo, ma ? non silasciava intimorire dal gelo e dai soli umidi, finché ilcielo non sembrava troppo basso e scuro. Edonista,lasciava che il suo corpo diventasse rigido e l'incedereaustero. Persino ! sembrava più slanciato e snelloquando la temperatura fuori era glaciale e l'aria sighiacciava quasi. Proseguì verso il ponte, l'avrebbeattraversato per poi giungere dall'altro lato della cittàe osservare il fiume che vi scorreva lentamente sotto,giallognolo e verdastro come cristalli di calcite. Siaddentrò nei vicoletti e odorò i profumi delle caseilluminate. Spinse il suo sguardo curioso al di là delletende. Poi prese a guardare le sue scarpette col fioccoche le incorniciava le caviglie, e infine la luce deilampioni opacizzata dalle foglie ramate e riflessa nellepozzanghere. Attraversò angoli bui in cui si rintanano,com'è noto, i gatti randagi, ossuti ed eleganti, con leloro cucciolate e le carogne e i rifiuti da addentare.Vide un bimbo magro fissarla con occhi grandi espalancati, seduto su un gradino con una grande melarossa in mano. Il respiro affannoso di ! era l'unica cosache riuscisse a sentire distintamente, tutti gli altri rumorierano confusi e come ovattati. FINE PRIMA PARTE

ALESSANDRA D’ANGELO

Madame de Staël

Alla tavola di Madame de Staël abbiamo tutto.Entriamo e un cameriere poggia sulle nostre maniun’arancia, mentre una pin-up infila le sue unghieappena laccate nella nostra camicia, per metterci iltovagliolo al collo. C’è la zuppa. Ma la scelta è varia.Al tavolo del buffet, un vecchio cameriere dalla gambadi legno ci indica le pietanze: minestre, paste, ravioli,e poi tacchino, pollo, selvaggina. “Mangiate quelloche più desiderate, paga Madame.” Ma Madame,non permette che si mangi in piedi. Ci fa sedere. Deiservetti arrivano con sedie e tavolo, dove sei, eapparecchiano per due. E arrivano paggetti, concoppe e calici, pieni di vino e di Don Perignon, perdissetare e rallegrare lo spirito. Ogni sera, la torta èa tema. Ieri, il tema, era la ricchezza, oggi Madame. (Monologo dal laboratorio di Cabaret Pisano)

13.GENTE PIOVOSA

Gente piovosa bagna laghi di tristezzalacrime uggiose in cieli plumbei chiusi

grigi di noia e borse agli occhi di malesserifisici e consistenti come presenze ombrose.

Trascinano carcasse arroganti da apparire coloreda esibire in piazze zozze come latrine

locali fumosi di eccessi e rancori, vivere civilemorire sociale, soli e circondati da maschere.Angoscie da temporale imminente che tarda

fulmini di sguardi lampi di vita repressail vino è finito, torniamo a dormire.

maxrob

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Una copia tradotta in inglese sarà speditadirettamente alla band a Boston che è aconoscenza del progetto entro Gennaio 2006.

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