guido scorza- la rete senza bavaglio
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Guido Scorza, avvocato, docente di Diritto delle Nuove Tecnologie, giornalista e blogger (guidoscorza.it), Presidente dell’Istituto per le Politiche dell’Innovazione, coordinatore di Open Media Coalition.TRANSCRIPT
Internet non è un “altrove” rispetto ai nostri Stati e quelli che troppo spesso
chiamiamo “internet users” sono prima di tutto uomini e cittadini [550 milioni di cittadini europei su 750 usano Internet]
I diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino devono essere riconosciuti ed effettivamente applicati anche online altrimenti molti diritti e
libertà sono condannati all’estinzione e, ciò che conta di più,
l’Europa è condannata a farne a meno.
Internet, infatti, è straordinariamente pervasiva nell’esistenza umana e
stiamo progressivamente trasferendo parti sempre più rilevanti del nostro essere uomini e cittadini nel contesto
telematico.
–V. Frosini, Telema, 20, primavera 2000
“Si è dunque infine aperta la prospettiva della creazione di un’identità informatica costruita con diversi attributi particolari di carattere sociale, riuniti in un profilo unitario che consente una
configurazione dell’individuo sempre più precisa…l’immagine virtuale diverrà sempre più nitida, si sovraporrà a quella reale nel controllo esercitato
dall’autorità pubblica sulla sfera privata dell’individuo. Tocca al legislatore dell’avvenire, in una società democratica, salvaguardare le ragioni
di libertà degli uomini di domani”.
– Il vero nome, Vernor Vinge, estate del 1979
“Il mio kernel è la fuori nel Sistema (l’Altro Piano). Ogni volta che io vado là
ci trasferisco qualcos’altro di me. Il kernel sta crescendo per diventare la
vera Erytrina, quella che in realtà sono io. Quando questo corpo morirà – Debby
gli strinse una mano con le sue – quando questo corpo morirà, io ci sarò
ancora e tu potrai parlare con me.”.
Il rischio è elevato ed attuale
[1] Online i cittadini stanno
inconsapevolmente rinunciando al diritto ad avere diritti [e libertà] e fanno fatica ad
attribuire valore alla propria identità personale, alla propria privacy, alla
propria creatività ed a molti altri diritti e libertà fondamentali
[2] I termini d’uso delle grandi piattaforme online sono diventati le leggi più applicate e rispettate al mondo e nei nostri Stati sono stati aperti immensi parchi
giochi e giardini privati quasi senza che ce ne accorgessimo. Lo Stato arretra nel fissare le regole e
nell’applicarle e i privati avanzano
[3] In nome della sicurezza, dell’enforcement di taluni
diritti o dell’ordine pubblico si sta diffondendo il principio secondo il quale ciò che è tecnicamente
possibile è anche giuridicamente lecito e politicamente e socialmente auspicabile.
[Copyright enforcement, diritto oblio “affidato” ai gestori dei motori di ricerca, controllo di massa]
Caso Agcom
Caso Google
DDL Diffamazione
Antiterrorismo in Francia
E’ urgente invertire la tendenza, restituendo centralità alla Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e ed alla Carta europea dei diritti e
rendendole più moderne, magari attraverso Protocolli sui diritti fondamentali online.
We need an Internet bill of rights che i cittadini europei
conoscano, nel quale si riconoscano, del quale si
innamorino e che faccia loro riscoprire il diritto ad avere
diritti anche online.
Alcuni principi che andrebbero riaffermati con maggiore forza
ed a più alto livello
[1] Ogni cittadino deve avere eguale diritto di accesso ad Internet e di usare la
Rete senza alcuna discriminazione o limitazione se non quelle imposte dalla legge nei soli casi eccezionali in cui ciò,
in una società democratica, risulti necessario.
L’accesso e l’uso non discrminatorio sono precondizioni essenziali per l’esercizio di
ogni altro diritto e libertà.
I digital divide
La net neutrality
La PA digitale e la società dei 2/3
[2] Rendere inderogabile il rispetto [almeno] dei diritti fondamentali
nel Paese di destinazione di qualunque servizio online.
[3] Ogni restrizione all’uso di Internet è una restrizione alla libertà personale perché, nella società dell’informazione, ogni azione dell’uomo e del cittadino ha per necessario presupposto una
“comunicazione elettronica” e, quindi, deve poter essere disposta solo nei casi previsti dalla legge, dietro ordine di un’Autorità
giudiziaria e all’esito di un giusto processo.
[4] Inviolabilità del domicilio informatico - ovvero di ogni sistema ed ogni area telematica [nuvole incluse]
nella disponibilità di un cittadino - se non nei casi previsti dalla legge ed in una misura che in una
società democratica possa ritenersi necessaria per una delle finalità stabilite dalla Convenzione.
[5] Ogni persona ha diritto alla protezione dei dati che la riguardano, per garantire il rispetto della
sua dignità, identità personale e riservatezza. Diritto di esigere la rappresentazione integrale
dell’identità frammentata e diritto di respingere la riduzione della persona alle sole sue
informazioni trattate in forma automatizzata nell’ambito di taluni servizi
– Stefano Rodotà
“Il diffondersi di raccolte di dati personali sempre più ampie e specializzate, per finalità molteplici e
ad opera dei soggetti più vari produce forme di spossesamento e frantumazione, disloca il sé di ciascuno in luoghi diversificati… l’unità delle
persone viene spezzata ed al suo posto troviamo tante “persone elettroniche”, tante persone create
dal mercato…quanti sono gli interessi che spingono alla raccolta delle informazioni. Stiamo divenendo “astrazioni nel cyberspazio, siamo di fronte ad un
individuo moltiplicato…”.
[6] Nessuno può abusare di un proprio diritto determinando la violazione di diritti e libertà stabiliti
nella Convenzione o imponendo limitazioni o restrizioni più ampie di quelle giustificate dalla Convenzione
medesima. E’ una pratica divenuta diffusissima per effetto del processo di “privatizzazione
della giustizia” ed auto-enforcement in atto. Il CODICE (software) che supera i CODICI (ovvero le
leggi).
Il caso Mediaset/RCS
Il Caso Mediaset/Repubblica
Grazie e riparliamone ancora… [email protected]