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1 I PARTE a cura di IULIANO Filomena

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I PARTE

a cura di

IULIANO Filomena

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I disturbi specifici di apprendimento: che fare? “Ognuno è un genio.

Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido”

Albert Einstein

Poesia: VORREI Vorrei che la scrittura

fosse leggera come una piuma,

che semplice fosse l’ortografia

ed avere una bella calligrafia.

Vorrei che i numeri non fossero dispettosi.

Ma loro danzano giocosi.

E il 63 agli occhi miei diventa un 36. Non so fare le divisioni.

E le altre operazioni? Ma a voi

chi ve lo dice, datemi

Una calcolatrice! Vorrei leggere esattamente,

riconoscere le lettere velocemente,

ma tutto si confonde nella mia mente. Voi siete capaci

di leggere e imparare. A me serve

la sintesi vocale. Vi chiedete tutto questo cosa sia? Non è colpa mia,

si chiama

DISLESSIA

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CHE COSA SONO I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)?

Si parla di Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) quando un bambino

mostra delle difficoltà isolate e circoscritte nella lettura, nella scrittura e nel calcolo,

in una situazione in cui il livello scolastico globale e lo sviluppo intellettivo sono

nella norma e non sono presenti deficit sensoriali.

In primo luogo è necessario fare un'importante distinzione tra disturbi

specifici dell'apprendimento e disturbi generici.

• I disturbi specifici di apprendimento:

si manifestano in bambini con adeguate capacità cognitive, uditive, visive e

compaiono con l'inizio dell'insegnamento scolastico. Per stabilire la presenza di DSA

si utilizza generalmente il criterio della "discrepanza": esso consiste in uno scarto

significativo tra le abilità intellettive (Quoziente Intellettivo nella norma) e le abilità

nella scrittura, lettura e calcolo;

• I disturbi generici o aspecifici di apprendimento:

si manifestano nei bambini con disabilità sensoriali (ad esempio, di udito o vista) o

neurologica e/o con ritardo mentale. I problemi possono essere riscontrati in tutte le

aree di apprendimento (lettura, calcolo ed espressione scritta) e interferiscono in

modo significativo con l'apprendimento scolastico.

E’ possibile distinguere i DSA in

Dislessia:

difficoltà specifica nella lettura.

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In genere il bambino ha difficoltà a riconoscere e comprendere i segni associati alla

parola.

Disgrafia:

difficoltà a livello grafo-esecutivo.

Il disturbo della scrittura riguarda la riproduzione dei segni alfabetici e numerici con

tracciato incerto, irregolare. È una difficoltà che investe la scrittura ma non il

contenuto.

Disortografia:

difficoltà ortografiche.

La difficoltà riguarda l'ortografia. In genere si riscontrano difficoltà a scrivere le

parole usando tutti i segni alfabetici e a collocarli al posto giusto e/o a rispettare le

regole ortografiche (accenti, apostrofi, forme verbali etc.).

Discalculia:

difficoltà nelle abilità di calcolo o della scrittura e lettura del numero.

La dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo

corretto e fluente. Leggere e scrivere sono considerati atti così semplici e automatici

che risulta difficile comprendere la fatica di un bambino dislessico. Il bambino

dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le

sue capacità e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si

stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara.

La Dislessia, Disgrafia, Disortografia e Discalculia possono manifestarsi tutte

insieme nel bambino (ed è il caso più frequente) oppure comparire isolatamente.

Ogni dislessico è diverso da qualsiasi altro dislessico.

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CHE COS’È LA DISLESSIA?

La dislessia è una sindrome, classificata tra i Disturbi Specifici

D’Apprendimento (DSA) con il codice F80.1, che si manifesta in bambini integri

nelle facoltà cognitive, uditive e visive, che compare con l’inizio dell’insegnamento

scolastico.

Secondo l'International Dyslexia Association (IDA) "la dislessia è una

disabilità dell'apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata dalla

difficoltà a effettuare una lettura accurata e/o fluente e da scarse abilità nella scrittura

(ortografia). Queste difficoltà derivano tipicamente da un deficit nella componente

fonologica del linguaggio, che è spesso inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive

e alla garanzia di un'adeguata istruzione scolastica”.

L’Organizzazione mondiale della Sanità classifica la dislessia come una

disabilità che non consente di apprendere la lettura nei comuni tempi e con i comuni

metodi d’insegnamento.

LE DISLESSIE SI CLASSIFICANO IN:

EVOLUTIVE

Presentano una difficoltà selettiva nella lettura, in presenza di capacità cognitive

adeguate, adeguate opportunità sociali e relazionali; e in assenza di deficit sensoriali

e neurologici e di disturbi psicologici primari.

ACQUISITE

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Si caratterizzano per l’incapacità di lettura in seguito a lesioni cerebrali solitamente a

carico dell’emisfero sinistro in individui che precedentemente avevano una capacità

di lettura normale.

DISLESSIA: COME SI MANIFESTA?

Si presenta come difficoltà nella decodifica dei segni (correttezza e rapidità).

La difficoltà di comprensione del testo è indipendente dai disturbi di decodifica

(correttezza e rapidità) del testo scritto. (Chi legge benissimo ma non comprende il

testo viene definito tecnicamente “cattivo lettore”.)

Spesso il bambino finisce con l’avere problemi psicologici quali demotivazione,

scarsa autostima, ma questi sono una conseguenza, non la causa della dislessia.

Il disturbo specifico comporta un impatto significativo e negativo per l’adattamento

scolastico e/o per le attività della vita quotidiana.

TIPOLOGIE DI DISLESSIE

• Nel I° anno delle scuole primarie il bambino dislessico ha difficoltà ad

acquisire l'alfabeto e le mappe grafema-fonema.

• Dalla II alla IV risulta difficile accedere alle mappe e analizzare i fonemi.

• Dalla V alle scuole secondarie il bambino si basa su un metodo di accesso

automatizzato al linguaggio, la lettura rimane stentata e vi è una scarsa

decodifica e comprensione.

Il bambino quindi viene accusato di mancato interesse e scarsa applicazione e

tutto questo solo a scapito di esso.

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La lettura può passare per diverse vie:

• la via fonologica che dalla percezione visiva passa per la conversione grafema

fonema e quindi per il buffer fonemico. È una via più lenta perché ogni fonema

viene letto singolarmente.

• la via lessicale non-semantica che dalla percezione visiva passa per il lessico

ortografico di input e giunge al lessico fonologico di output e quindi al buffer

fonemico. Si basa sulla lettura della parola intera basandosi sull'elaborazione

parallela.

• la via lessicale semantica va dalla percezione visiva al sistema semantico al

buffer fonemico. Si utilizza in presenza di parole conosciute.

MODELLO DI APPRENDIMENTO DI LETTURA E SCRITTURA (Fr itch

1985).

Nell'apprendimento della lettura il bambino attraversa vari stadi, corrispondenti

all'acquisizione delle differenti vie:

1) Stadio logografico: il bambino riconosce e legge alcune parole che trova familiari,

ma non ha né conoscenza ortografiche né fonologiche sulle parole che legge;

2) Stadio alfabetico: il bambino impara a discriminare le lettere e a leggere anche

parole che non conosce attraverso la conversione grafema-fonema,

3) Stadio ortografico: il bambino coglie le regolarità proprie della sua lingua; è

capace di leggere suoni complessi (sillabe) rendendo più veloce la lettura.

4) Stadio lessicale: il bambino riconosce in modo diretto le parole, possiede un

vocabolario più ricco, l’automatizzazione della lettura è completa riuscendo a leggere

anche parole senza senso.

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“Modello di apprendimento della lettura” di Uta Frith (1985) che spiega come i

bambini passino da una totale ignoranza dei rapporti tra linguaggio orale e linguaggio

scritto all’automatizzazione dei processi di lettura.

A queste diverse vie si associano differenti disabilità nella lettura.

È possibile classificare la dislessia in:

• superficiale: sono compromesse le vie lessicali ma la lettura, seppur stentata, è

possibile;

• fonologica: è compromessa la via fonologica perché manca una corretta

associazione grafema/fonema, ma la via ortografica non è compromessa;

• profonda: la via semantica è compromessa e si effettuano delle parafasie

semantiche.

DISLESSIA COME RICONOSCERLA? INGANNI E STRATEGIE.

Già nella scuola dell’infanzia i bambini che presentano uno sviluppo

linguistico (sia in produzione e/o comprensione) atipico, con parole storpiate, scarso

vocabolario potrebbero essere soggetti a rischio per quanto riguarda i DSA.

La diagnosi viene posta alla fine del secondo anno della scuola primaria

quando è stato ultimato il periodo di alfabetizzazione, rispettando la grande

variabilità osservabile nell’apprendimento della letto-scrittura.

Già alla fine del primo anno della scuola primaria, tuttavia, se un bambino presenta

una delle seguenti caratteristiche:

1) Difficoltà nell’associazione grafema/ fonema;

2) Mancato raggiungimento del controllo sillabico in lettura e scrittura;

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3) Eccessiva lentezza nella lettura e scrittura;

4) Incapacità a produrre le lettere in stampato maiuscolo in modo riconoscibile

è opportuno consultare le strutture competenti rivolgendosi a uno specialista

(neuropsichiatra, psicologo).

Un ulteriore strumento per la rilevazione di queste difficoltà è lo screening,

inteso come ricerca-azione da condurre direttamente nelle scuole, da parte di

insegnanti formati con la consulenza di professionisti sanitari.

A livello ministeriale sono in corso iniziative di ricerca-azione con progetti che

prevedono screening longitudinali come il progetto ”Non è mai troppo presto”.

Il bambino deve comunque essere valutato ancora prima se presenti altri

specifici indicatori diagnostici, come un pregresso ritardo e/o disturbo del linguaggio

e familiarità accertata per il disturbo di lettura.

Per stabilire la presenza di un DSA è utile il “criterio della discrepanza”: esso

consiste in uno scarto significativo tra le abilità intellettive Q.I. (Quoziente

intellettivo nella norma) e le abilità nella scrittura, lettura, calcolo.

L’alunno dislessico può essere facilmente etichettato come pigro, svogliato o

addirittura stupido, ma la diagnosi di dislessia può essere posta solo in presenza di un

Q.I. nella norma.

Nei dislessici il quoziente di intelligenza, misurato con il test WISC, corrisponde,

generalmente, ad un livello medio (100), ma può essere anche superiore alla media.

Nella curva gaussiana il dislessico, nel punteggio ricavato nei test di lettura, si trova a

due deviazioni standard dalla media.

Tuttavia i bambini dislessici sono intelligenti e di solito vivaci e creativi.

La dislessia non è un disturbo di tipo qualitativo, è un disturbo di tipo quantitativo: i

dislessici fanno tantissimi errori e sono molto lenti rispetto ai normolettori.

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QUALI SONO I SINTOMI PIU’ COMUNI NEI DSA?

Nel periodo della scuola dell’infanzia, intorno ai 4 anni, il bambino dislessico ha

• difficoltà di linguaggio:

o confusione di suoni

o frasi incomplete

o sintassi inadeguata

• inadeguata padronanza fonologica:

o sostituzione di lettere s/z – r/l – p/b

o omissione di lettere o parti di parole

o parole usate in modo in inadeguato al contesto

o mancata memorizzazione in varie situazioni di oggetti conosciuti e

sempre usati

o inadeguatezza nei giochi linguistici, nelle storielle inventate, nei giochi

di parole, nel riconoscimento e nella costruzione di rime, nell’isolare il

primo suono delle parole o l’ultimo

• Difficoltà a compiere esercizi metafonologici (per esempio: “ottobre” se tolgo

“bre” che cosa rimane? Se da “lana” tolgo “la” che cosa rimane?

• Difficoltà nella copia da modello e disordine nello spazio del foglio

• Disturbo della memoria a breve termine

• Difficoltà ad imparare filastrocche

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• Difficoltà di attenzione

• Difficoltà nella manualità fine

• Goffaggine accentuata nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare

• Riconoscimento destra/ sinistra inadeguati

Periodo della scuola primaria, secondaria di 1° e 2° Grado.

• Può avere difficoltà nella memorizzazione dei termini specifici delle discipline

• Può scrivere una parola due volte o non scriverle

• Può avere difficoltà nella lettura e/o scrittura delle lingue straniere

• Può avere difficoltà nello studio (storia, geografia, scienze, letteratura,

problemi aritmetici, quando questo è veicolato dalla lettura personale e non si

giova, invece, dell’ascolto (es. registratori, adulto che legge, libri digitali);

• Non prende bene gli appunti perché non riesce ad ascoltare e scrivere

contemporaneamente

• Quando si distrae da ciò che sta leggendo o scrivendo ha grosse difficoltà a

ritrovare il punto.

• Può avere perdita della riga e salto della parola in lettura

• Presenta difficoltà evidente di copia alla lavagna

• Ha difficoltà ad utilizzare armoniosamente lo spazio del foglio

• Omissione delle lettere maiuscole

• Può avere difficoltà a riconoscere i diversi caratteri tipografici

• Può confondere e sostituire lettere in particolare con lo stampato maiuscolo

• Scambia lettere e numeri: 13/31 – p/b – a/e – u/n

• Sostituisce i suoni simili: p/b – d/t – m/n – r/l – s/z

• Ha difficoltà nei suoni simili da pronunciare: chi/che – ghi/ghe – gn/gl

• Ha difficoltà con le doppie, con la punteggiatura

• Ha difficoltà ad imparare l’ordine alfabetico e ad usare il vocabolario

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• Può avere difficoltà ad imparare le tabelline e a memorizzare le procedure

delle operazioni aritmetiche

Un dislessico lavora lentamente a causa delle sue difficoltà, perciò è sempre pressato

dal tempo.

AREA LINGUISTICO LETTERARIA

I bambini con DSA non leggono in modo fluente, sono lenti a scrivere, in

modo particolare quando devono copiare dalla lavagna, commettono errori, saltano

parole e righe, non utilizzano armoniosamente lo spazio del foglio; molti scrivono

con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli e preferiscono scrivere in stampato

maiuscolo.

I bambini dislessici o disortografici possono:

a) Sostituire lettere con grafia simile: p/b/d/g/q-a/o-e/a o con suoni simili: t/d-r/l-d/b-

v/f.

b) Omettere le doppie e la punteggiatura.

c) Imparare l'ordine alfabetico con difficoltà.

d) Non riuscire ad usare il vocabolario.

e) Mostrare un lessico povero.

f) Avere difficoltà a memorizzare termini difficili e specifici delle discipline;

mostrare difficoltà nel ricordare gli elementi geografici, le epoche storiche, le date

degli eventi, lo spazio geografico ed i nomi delle carte.

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g) Avere difficoltà nell'espressione verbale del pensiero; nel riconoscere le

caratteristiche morfologiche della lingua italiana.

h) Tutti i bambini con DSA hanno difficoltà nell'apprendere le lingue straniere, in

particolare, la loro scrittura. Particolari problemi vengono evidenziati

nell'apprendimento della lingua inglese a causa delle differenze tra la scrittura e la

pronuncia delle lettere.

AREA LOGICO-MATEMATICA

a) Molti bambini con DSA non riescono ad imparare le tabelline, a fare i calcoli in

automatico, ad eseguire numerazioni regressive e le procedure delle operazioni

aritmetiche.

b) Nel disturbo del calcolo possono essere compromesse diverse capacità, incluse

quelle "linguistiche" (per esempio comprendere o nominare i termini, le operazioni o

i concetti matematici, e decodificare i problemi scritti in simboli matematici),

"percettive" (per esempio riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici e

raggruppare oggetti in gruppi), "attentive" (per esempio copiare correttamente i

numeri o figure, ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni operazionali) e

"matematiche" (per esempio seguire sequenze di passaggi matematici, contare oggetti

e imparare le tabelline).

c) Nei bambini discalculici si osservano difficoltà nel leggere e scrivere e ricordare

numeri complessi (come quelli che contengono lo zero) o lunghi (come quelli

composti da molte cifre). Il 60% dei bambini dislessici è anche discalculico .

DOMANDE FREQUENTI

In assenza di una diagnosi dei servizi socio-sanitari, cosa possiamo fare noi

insegnanti se supponiamo che un alunno potrebbe avere DSA ?

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E' opportuno confrontarsi con i colleghi. Si possono, inoltre, organizzare delle prove

collettive di facile somministrazione con l'aiuto di un insegnante esperto in DSA e far

esaminare il materiale raccolto da uno specialista. Se i dubbi sono confermati è

necessario invitare la famiglia a richiedere un appuntamento in un Centro

Specializzato per la Valutazione dei DSA

Come si valuta la capacità di lettura?

La capacità di lettura viene misurata attraverso test standardizzati somministrati

individualmente sulla correttezza, velocità e comprensione della lettura. Se il

bambino si pone al di sotto di quanto previsto in base all'età cronologica e possiede

un'istruzione adeguata, si può parlare di dislessia evolutiva. La diagnosi di D.S.A. è

posta da un medico o da uno psicologo. Per poter diagnosticare un D.S.A. bisogna

attendere generalmente il termine della seconda classe elementare. Nel caso in cui si

ha un sospetto di difficoltà, è opportuno, comunque, valutare il bambino

precocemente, per individuare gli indici di rischio ed iniziare anche in età prescolare

una terapia mirata.

Come ci dobbiamo comportare con i genitori degli alunni con DSA.?

Bisogna sostenere la famiglia nell'affrontare il problema; invitarla a rivolgersi ad un

centro specializzato per avere una diagnosi e per poter poi programmare un percorso

adeguato. È importante, inoltre, aiutare il bambino ad accettare le proprie difficoltà

ed a migliorare la propria autostima.

La dislessia influenza anche il funzionamento del linguaggio orale?

I bambini possono avere problemi nel trovare la parola giusta, possono balbettare o

prendere troppo tempo prima di rispondere alle domande. Questo li pone in una

situazione di svantaggio nella fase dello sviluppo adolescenziale, in cui il linguaggio

diventa un aspetto cruciale nelle relazioni tra coetanei.

Cosa fare quando un bambino non sa leggere e il suo QI non è brillante?

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Un Quoziente Intellettivo (QI) tra 70 e 85 determina ciò che viene definito un

"Borderline Intellettivo" o "Funzionamento Intellettivo Limite". Generalmente i

bambini con un "funzionamento intellettivo limite" non ricevono interventi

riabilitativi mirati, perché, pur mostrando alcuni gradi di difficoltà di lettura come i

bambini dislessici non hanno un QI nella norma e perciò non sono riconosciuti come

DSA. E' necessario, comunque, considerare tali difficoltà nella redazione della

programmazione individualizzata e fornire all'alunno gli strumenti compensativi che

possono facilitare l'apprendimento delle varie discipline.

Quali sono i problemi sociali ed emotivi collegati ad alunni con DSA?

Frustrazione: è determinata dall'incapacità di tali alunni (che sottolineiamo ancora,

hanno un'intelligenza nella norma) a soddisfare le aspettative. I loro genitori e gli

insegnanti vedono un bambino intelligente ed entusiasta che non riesce a imparare a

leggere e a scrivere. Sempre più spesso i dislessici e i loro genitori si sentono

ripetere: "eppure è così intelligente, se solo si impegnasse di più". Ironicamente

nessuno sa quanto duramente i bambini dislessici ci provino.

• Ansia: spesso la costante frustrazione e confusione a scuola rende questi bambini

ansiosi. L'ansia è esacerbata dalla disomogeneità che caratterizza il quadro della

dislessia. L'ansia fa sì che i bambini evitino tutto ciò che li spaventa e spesso

insegnanti e genitori interpretano questo comportamento come pigrizia.

• Rabbia: la frustrazione può provocare rabbia. Il bersaglio della rabbia può essere

costituito dalla scuola, dagli insegnanti, ma anche dai genitori e dalla madre in

particolare. Mentre per un genitore può essere difficile gestire queste situazioni,

spesso, il tutoraggio da parte di coetanei o di ragazzi poco più grandi può rivelarsi

uno strumento efficace di intervento e di aiuto.

• Immagine di sé: durante i primi anni di scuola ogni bambino deve risolvere i

conflitti tra un'immagine di sé positiva e i sentimenti di inferiorità, provocati dalle

difficoltà nell'apprendimento. I bambini dislessici, infatti, andando incontro ad

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insuccessi e frustrazioni, si fanno l'idea di essere inferiori agli altri bambini e che i

loro sforzi facciano poca differenza; spesso si sentono inadeguati ed incompetenti.

• Depressione: i bambini dislessici sono ad alto rischio di provare intensi sentimenti

di dolore e sofferenza. Forse a causa della loro bassa autostima, i dislessici temono di

sfogare la loro rabbia verso l'esterno e quindi la rivolgono verso se stessi. Il bambino

depresso può diventare più attivo e comportarsi male per mascherare i sentimenti di

dolore.

Cosa dice la legge? (Legge 8 Ottobre 2010, n. 170)

Dopo otto anni di attesa, finalmente, è stata approvata la legge grazie alla quale è

possibile effettuare la diagnosi di dislessia.

La diagnosi è importante perché aiuta il bambino/ragazzo a raggiungere la

consapevolezza dei problemi del figlio/alunno in modo tale da:

� capire le caratteristiche del disturbo e che si può fare qualcosa per superarlo;

� riconoscere i suoi punti di forza e valorizzarli;

� aiutarlo, segnando un confine tra ciò che dipende o non dipende dal suo

impegno.

In attesa della diagnosi noi insegnanti che cosa possiamo fare?

A scuola

Conoscere l’esistenza del problema e saperlo individuare precocemente è già un

primo passo importante.

Inserire nel POF le attività didattiche e/o di formazione sui DSA per poter intervenire

su eventuali casi.

In classe

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Impostare un lavoro personalizzato.

Cosa possiamo fare noi insegnanti in classe se sono presenti bambini con DSA. ?

� Sostenere l’autostima;

� Stipulare un patto di alleanza con lui e con la famiglia;

� Valutare i contenuti e non la forma;

� Applicare le misure compensative e far usare all’allievo gli strumenti

dispensativi adatti.

Al centro delle ultime normative scolastiche c’è il concetto dell'individualizzazione

del percorso formativo, che deve portare verso l'uguaglianza degli esiti, non solo

delle opportunità.

Spiegare alla classe cosa sono i DSA. Usare delle strategie mirate.

• Se è necessario scrivere alla lavagna (possibilmente in stampatello maiuscolo),

assicurarsi che le cose scritte alla lavagna rimangano fino a quando tutti gli

alunni hanno copiato.

• Non rimproverare gli alunni disgrafici mettendo in rilievo la brutta grafia.

• Far usare ai bambini con DSA gli strumenti compensativi per sopperire alle

loro difficoltà. Incoraggiarli ad usare il computer (con il correttore automatico)

sia nello svolgimento dei compiti a casa e se possibile anche a scuola.

• Permettere ai bambini di registrare le lezioni.

• Non essere avaro di gratificazioni e usare il rinforzo come strumento usuale.

• Visualizzare le spiegazioni con mappe concettuali e schemi disegnati alla

lavagna.

• La quantità di esercizi e il materiale di studio a casa e a scuola non potrà essere

lo stesso del resto della classe, ma deve essere ridotto.

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• Ricordare che i bambini dislessici hanno bisogno di più tempo e non devono

essere penalizzati per questo.

• Far lavorare con il testo aperto, anche nelle verifiche, se necessario; non

dimenticate che i bambini con DSA hanno generalmente abilità di memoria a

breve e a lungo termine ridotte.

• Favorire occasioni di conversazione nelle quali sia possibile parlare delle

proprie diversità (es. “Il mago delle formiche giganti” ed Libri Liberi).

• Un dislessico può imparare a parlare una lingua straniera con la stessa facilità

di un non dislessico, mentre la scrittura della lingua straniera presenta difficoltà

maggiori. Se un dislessico deve imparare una seconda lingua, meglio una con

base latina. Ai sensi della circolare del 5 ottobre 2004, Prot. 40099/A/4, ove

necessario, è possibile la dispensa dallo studio della lingua straniera in forma

scritta.

Come ci dobbiamo comportare noi insegnanti con il resto della classe quando

questa lamenta un trattamento di favore nei confronti dei compagni con DSA ?

Spiegare alla classe cosa sono i DSA parlandone in modo scientifico e facendo

esempi (che non riguardino i presenti). Far capire che questi alunni hanno bisogno di

strumenti compensativi per seguire meglio la programmazione della classe (come un

miope ha bisogno degli occhiali). Cercare di evitare inutili polemiche e

discriminazioni spesso frequenti nel gruppo classe.

Come possiamo fare noi insegnanti per non rallentare lo svolgimento del regolare

programma ministeriale e quindi non penalizzare il resto della classe?

I bambini con DSA non rallentano il programma; non chiedono generalmente

all'insegnante ulteriori spiegazioni bloccando l'intera classe. A volte può essere utile

dare un compito su di un argomento per loro interessante, anche se al di fuori della

materia, poiché comunque ci saranno lezioni di recupero nelle varie materie.

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Il recupero potrebbe essere organizzato in vari modi:

� Il tutoraggio: utilizzare i compagni di classe più preparati e pazienti; ne

trarrebbero vantaggio entrambi, poiché anche il bambino bravo acquisirebbe

una maggiore sicurezza e consapevolezza nella materia.

� Utilizzare i professori con ore a disposizione per lezioni frontali attraverso cui

insegnare un metodo di studio (lettura e organizzazione di mappe concettuali e

schemi, sottolineature del testo, uso del registratore) o per affiancare i bambini

in classe.

� Organizzare laboratori per il recupero nelle varie discipline, da attuarsi con un

numero di alunni non numeroso, al massimo quattro o cinque, poiché a volte i

bambini con DSA presentano disturbi dell'attenzione.

Come possiamo organizzare le verifiche scritte e orali per i bambini con DSA ?

Matematica: dare più tempo nelle verifiche scritte o diminuire il numero di esercizi;

far usare la calcolatrice; fornire formulari con assortimenti di figure geometriche,

formule e procedure o algoritmi.

Inglese: per le verifiche scritte somministrare esercizi di completamento o a risposte

multiple.

Italiano: per il compito di italiano far utilizzare, ove è possibile, il computer con il

correttore automatico, nelle prove di grammatica fare consultare schede specifiche.

Per tutte le altre materie, qualora si facciano delle verifiche scritte, dare più tempo

oppure un minor numero di domande e permettere l'uso del computer.

Prove orali:

-Programmare le interrogazioni specificando gli argomenti che saranno chiesti e

ridurre il numero delle pagine.

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-Avvisare 10 minuti prima di interrogare, per dare il tempo di prepararsi

psicologicamente e di ripassare. Durante l'interrogazione fare utilizzare sussidi

cartacei quali:

• Tabelle (date, eventi, nomi, categorie grammaticali, ecc.)

• Linea del tempo, cartine geografiche fisiche, politiche, grafici e strumenti di

calcolo come calcolatrice, linea dei numeri relativi, formulari di figure

geometriche e algoritmi.

Come valutare i bambini che hanno una diagnosi di DSA. Ma non una

certificazione ai sensi della legge 104/92?

I bambini con DSA possono avere una valutazione differenziata ai sensi della

circolare del 5 ottobre 2004, prot. 4099/A/4. In particolare una valutazione delle

prove scritte e orali con modalità che tengano conto del contenuto e non della forma

(gli errori ortografici possono essere evidenziati ma non valutati); una valutazione in

rapporto alle capacità e alle difficoltà del bambino. La valutazione dovrebbe aiutare

gli alunni a diventare consapevoli delle proprie capacità e dei propri miglioramenti.

Per quanto riguarda la valutazione, per personalizzare l’intervento didattico,

l’insegnante:

� Valuta in modo costruttivo, separando sempre l’errore dal contenuto.

� Fa capire che gli errori sono sempre migliorabili.

� Dà indicazioni precise su come attuare i miglioramenti.

� Mette pochi segni rossi, fa attenzione all’impegno, dà consigli per migliorare.

� Predispone verifiche scalari: la parte iniziale deve essere più semplice e anche

leggermente ingrandite, poi più difficile, il testo deve essere chiaro

graficamente, possibilmente su un unico argomento.

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• Valuta i bambini/ragazzi dislessici in base alle loro difficoltà, discostandosi da

come valuta il resto della classe.

• Lascia usare tranquillamente gli strumenti di compensazione.

• Se utile e necessario fa usare il computer in classe.

• I tempi di realizzazione delle attività devono essere personalizzati

L’insegnante deve ricordare che qualsiasi strategia viene vanificata se la valutazione

è punitiva, al ribasso, non rinforzante; la valutazione è un processo di natura

psicologica, perché tocca il giudizio che ognuno ha di sé e la fiducia che in sé ripone,

la percezione della propria competenza e il valore da dare a quanto si è in grado di

realizzare.

L’obiettivo di tali misure e strumenti non deve essere quello di “guarire” il bambino

dal disturbo (perché non è ammalato), ma di aiutarlo a ridurne gli effetti

predisponendo una modalità di apprendimento più adatta alle sue caratteristiche,

salvaguardando il suo diritto allo studio.

Le strategie educativo-didattiche consigliate per i bambini dislessici possono essere

attivate per l’intero gruppo classe perché la parola d’ordine è:

SENSIBILITA’

È necessario l'insegnante di sostegno per un bambino con DSA?

La legislazione attuale permette ai bambini dislessici di essere aiutati da un

insegnante di sostegno solo nel caso vengano segnalati e certificati ai sensi della

legge 104/92. Negli altri casi l'alunno può essere diagnosticato ma non certificato ai

sensi della legge e non ha diritto ad un insegnante di sostegno.

La presenza di un insegnante di sostegno di classe può essere preziosa, nel ruolo di:

• Lettore.

• Aiutante nel prendere appunti durante le lezioni.

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• Aiutante nell'insegnare strategie per lo studio.

• Maestro nell'insegnamento dell'uso del computer e dei programmi di scrittura.

• Aiutante nello studio della lingua straniera orale.

• Sostegno psicologico.

Le modalità di lavoro con l'insegnante di sostegno dovranno essere valutate e

precisate con gli altri insegnanti della classe.

Un bambino con DSA può essere redarguito e/o bocciato?

Sì, può essere redarguito, dipende dalla "sensibilità dell'insegnante" che dovrà

capire fino a che punto il bambino si approfitta di questa situazione di agevolazione o

si trova davvero in difficoltà.

Sì, può essere bocciato, qualora esista una programmazione individualizzata per tutte

le materie e non siano stati raggiunti gli obiettivi prefissati e nel corso dell'anno siano

state utilizzate tutte le strategie di cui sopra.

Come può essere aiutato un bambino con DSA?

In presenza di un DSA, soprattutto se il bambino è nel primo ciclo di scuola

elementare, si consiglia una terapia di linguaggio o una terapia neuropsicologica. È

molto importante la precocità dell’intervento: quanto più esso è precoce, tanto più si

può intervenire sulla difficoltà del bambino, cercando, sia di ridurla, sia di stimolare

strategie cognitive per “aggirare l’ostacolo”, prevenendone anche le pesanti

conseguenze sul piano psicologico.

La terapia è utile, però, anche con i bambini più grandi: cambiano, naturalmente, gli

obiettivi ed i metodi. Con essi, infatti, essendosi le funzioni neuropsicologiche

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stabilizzate ed essendo quindi meno modificabili, è più utile potenziare le strategie di

compenso, le strategie metacognitive e rinforzare, per quanto possibile, gli

automatismi. È altrettanto importante, però, che anche l’ambiente familiare e/o

scolastico vada incontro alle difficoltà del bambino, aiutandolo nella ricerca delle

strategie di compenso e nella costruzione di un’immagine di sé non fallimentare. È

poi indispensabile un adattamento della didattica alle difficoltà di apprendimento del

bambino, con l’adozione di strategie compensative o dispensative del compito.

E’ essenziale, inoltre, un collegamento tra psicologo e medico, che fanno la diagnosi,

e il terapista e gli insegnanti, in modo tale da costituire una rete intorno al bambino e

adottare un approccio omogeneo.

Quale sarà il futuro di un bambino dislessico?

Secondo il neurologo inglese Critchley, il futuro di un bambino con DSA è tanto

migliore

• Quanto migliori sono le sue capacità cognitive.

• Quanto più precoce è l’intervento.

• Quanto più il bambino e il suo disturbo vengono compresi dall’ambiente

(evitando aspettative eccessive o colpevolizzazioni o rassegnazione).

Lo sapevate che…

Si parla per la prima volta di “cattivi lettori” negli anni ‘40 negli Stati Uniti.

Nel 1949 saranno i primi a fondare un’Associazione Nazionale Dislessia. In Europa

la Danimarca è il primo paese che ha avuto il primo intervento legislativo nel 1943 ed

è danese Edith Norie, la prima fondatrice di un metodo per la rieducazione dei

dislessici, basato sulla formazione di classi speciali interne all’ordinamento

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scolastico. In Gran Bretagna la prima associazione risale al 1973. In Italia l’A.I.D. è

nata nel 1997. È dell’8 maggio 2006 la presentazione della prima proposta di legge in

Italia sulle difficoltà di apprendimento (presentata dall’ On. Fabris).

Attualmente in Italia, i ragazzi dislessici sono tutelati dalla (Legge 8 Ottobre 2010, n.

170). Stando ad una ricerca condotta dalla European Dyslexia Association nel 1993 a

livello europeo, una legislazione specifica sui DSA è presente in Belgio, in

Danimarca, in Gran Bretagna, in Grecia, nei Paesi Bassi e in Spagna. In Francia

troviamo una “nota di servizio” del 1990 che riporta “raccomandazioni e misure in

favore degli alunni che hanno difficoltà specifiche nel linguaggio orale e scritto” ma

che non ha valore di legge. In Germania nella maggior parte dei Lander si applica una

“nota” della Conferenza dei Ministri dell’Educazione che riguarda le difficoltà di

lettura e scrittura, ma solo alcuni Lander hanno una legislazione specifica.

Le persone elencate soffrono o soffrivano di dislessia, ma ciò non rappresenta e non

ha mai rappresentato un handicap, né un impedimento alla realizzazione personale.

• Albert Einstein (Scienziato)

• Carlo XVI – attuale Re di Svezia

• Carlo Magno

• Cher (Cantante)

• Muhammad Ali (alias Cassius Clay) (pugile)

• Harry Bellafonte (cantante)

• Napoleone Bonaparte

• Hans Christian Andersen (Scrittore)

• Winston Churchill

• Tom Cruise (Attore)

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• Leonardo da Vinci (probabilmente)

• Walter Elias Disney (Walt Disney)

• Henry Ford (Imprenditore)

• Galileo Galilei

• Whoopi Goldberg

• Anthony Hopkins

• John F. Kennedy

• William Lear (inventore)

• Isaac Newton (Fisico)

• George Patton (Generale)

• Nelson Rockfeller (Imprenditore)

• Lee Ryan (cantante)

• Quentin Tarantino (Regista)

• George Washington (Primo presidente degli Stati Uniti)

• W.B. Yeats (Poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1923

FINE

A cura di

IULIANO Filomena

a. s. 2012-2013

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