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    Il Ve(T)roRADIO, CI SIAMO QUASIPeriodico intramurario dinformazione trasparente

    Anno 3 - Numero 28 22/11/2014

    CRONACA LOCALE-

    pagina 3

    CULTURA-

    pagina 4-5

    ATTUALIT-

    da pagina 6 a 9

    RIFIUTIAMOCI-

    pagina 11-12

    Un desiderio, una necessit, un impegno. De-

    clinabile in pi modi, sta per tornare la radio aCarpineto. Una web-radio, per lesattezza. Sichiamer Mumbai Radio in richiamo alla notacitt indiana dove, come a Carpineto, la mucca considerata animale sacro.Proprio da queste colonne, nel gennaio 2013era stata lanciata la sfda di tornare a trasmet-tere in paese dopo le storiche esperienze diRadio Torre e Radio Dolly Stereo. C volutoun bel po, ma adesso sembriamo essere vicinial traguardo.

    La sterzata da uno dei nostri, che ha volutodare un segno tangibile: Serve cominciare avedere qualcosa di concreto per iniziare. Do-mani lo ordino e la prossima settimana avre-mo qui il nostro mixer. Detto, fatto. A brevedisporremo anche dellaltro occorrente (micro-foni, pc e strumentazione varia), cosicch ilpuzzle vada man mano completandosi.Con gi in mente una redazione fsica da ri-chiedere agli organi comunali (in caso di dinie-go, via al piano b), aperta la ricerca alla ri-sorsa cardine: il patrimonio creativo. Per avereprogrammi che riempiano un palinsesto set-timanale servono idee, progetti, propositi chedovranno essere lanima di Mumbai Radio.Con tutta la loro passione, curiosit, sensibi-lit e voglia di fare e dapprendere, pi sem-plicemente servono persone che si mettano ingioco.Ecco perch lesperimento radiofonico apertoa tutti indistintamente. Chiunque voglia sco-

    Il Ve(T)ro posa davanti le Cascate del Niagara(Canada)

    prire questo mondo o tornare ad abitarlo il

    benvenuto, basta esser disposti ad accettarela scommessa e a fare del tutto per vincerla.Come scrivemmo tempo fa, il Ve(T)ro nonvuol essere il titolare delliniziativa bens il tra-mite di un progetto collettivo. In questo labo-ratorio tutti possono avere voce in capitolo. Eci mancherebbe, dato che di una radio chestiamo parlando.

    Tazio Manopola

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    Cima di PratoStoria di un dissesto permanente

    La tragica alluvione che hacolpito la popolazione geno-vese il 9 e 10 Ottobre scorsi,ha suscitato in molti un senti-mento di rabbia, di rabbia im-potente. Quella rabbia impo-tente che, qualcuno scrisse,talvolta fa miracoli. Ma non questo il caso. Ci sono stati

    gli angeli del fango, vero.Ma non hanno nulla a chefare con la provvidenza divi-na: erano semplici cittadiniche, per amore della propriacitt, si sono armati di palecon lintento e la voglia di ri-pulire il posto dove vivono daquel mare di fango. Da soli,per ricominciare daccapo. Perlennesima volta. Giustificatadunque la rabbia nei confron-

    ti di amministratori e politici,da sempre inermi di fronte aduna situazione che perdura daanni e da sempre segnalata.Un evento preannunciato equindi assolutamente evitabi-le. Proprio come nel caso delnostro paese, con le dovuteproporzioni naturalmente.La situazione di dissesto idro-geologico di alcune zone delnostro paese, su tutte Cimadi Prato, nota a tutti, am-ministratori e non. daglianni 90 che quel mare di ter-ra, metafora mista, minacciail nostro paese. Alcuni inter-venti tampone sono stati fattinellambito del Progetto Life,progetto a tutela della mon-tagna finanziato dal MinisterodellAmbiente e dalla Regio-ne Lazio, ma da anni ci cheimpera limmobilismo. A chinon fosse mai stato a Cima diPrato consiglio di fare un giro,giusto per rendersi conto del-

    la pericolosit: un masso roc-cioso gigantesco, e a dir pocoprecario, minaccia di rotolaregi per la montagna e si dicepronto ad arrivare nel centroabitato, quello di San Seba-stiano in primis, portandosidietro una montagna di terra.E quando parlo di montagna

    di terra vi invito a intenderlanon nel senso metaforico deltermine, ma nel vero sensodella parola.Il nostro paese inoltre, in unarecente statistica della Prote-zione Civile, viene considera-to come il settimo del Lazioa rischio frane. E sempre laProtezione Civile nello stral-cio cartografico delle aree diCarpineto Romano a rischio

    frana segnala, oltre a Cima diPrato, anche molte altre zone.E capite bene che il dissestoidrogeologico e lalta frana-bilit non vanno a braccettoanzi, sono un connubio mi-cidiale, un rapporto il cui le-game pu avere delle conse-guenze devastanti. Tra laltro,semmai dovesse verificarsi unevento calamitoso di grandeportata, il nostro Comune non

    dispone neanche, nonostantelobbligo vigente dal 2012, diun Piano di Emergenza Co-munale necessario per gesti-re lemergenza con la massi-ma efficacia e adottare tuttele procedure necessarie perfronteggiarla (fonte www.protezionecivile.it).

    Per nostra fortuna per finoad oggi non abbiamo assisti-to ad eventi calamitosi comequelli di Genova e speriamovivamente che il tempo e lafortuna continuino ad assi-sterci anche nei prossimi anni.Ma non possiamo esimerci dalconstatare la preoccupan-te situazione in cui versa ilnostro paese e sollecitare leIstituzioni competenti ad agi-

    re immediatamente. Ma non achiacchiere. Il compitino cheil Comune si limita da anni asvolgere non pi sufficiente.Non pi sufficiente infatti li-mitarsi ad inoltrare ogni annorichieste di contributo allaRegione Lazio (le pi recenti,dal 2011 al 2014, per il re-cupero del dissesto idrogeolo-gico della sola Cima di Prato,ammontano tutte a 800.000 con previsione di crescitaa partire gi dal 2015) pervedersele puntualmente re-spinte o per restare inevase.Fatto sta che siamo alle por-te di una nuova invernata e,per lennesima volta, la pas-seremo con questa spada diDamocle sulla testa. Faccia-mo che nel 2015 potremo nondire lo stesso.

    Chacun son got

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    CarpineTiAmoAi nastri di partenza la collaborazione con le scuole medie

    Apparentemente sopite, legiovani menti nostrane at-tendono il momento adattoper uscire fuori, allo scoper-to. Molto spesso accade chenon ci siano sbocchi dove farsfociare le proprie ambizioni,

    i propri pensieri; le ali tarpa-te a prescindere, senza che cisia nemmeno la possibilit diprovare a volare. Ragionan-do su questi temi, Il Ve(T)ro ha pensato di dare lop-portunit ai giovani ragaz-zi carpinetani di esprimer-si mensilmente, offrendogliuno spazio apposito nel gior-nale. Naturalmente, questacollaborazione stata subitoaccolta a braccia aperte dalcorpo docenti della scuolamedia Leone XIII: parti-colarmente sensibile statolaiuto del professor StefanoGelsomini, che si fatto me-diatore tra la nostra reda-

    zione e listituto scolastico.Un lavoro concertato, cheha portato alla creazione diun progetto culturale in cui iragazzi delle terze medie sa-ranno protagonisti. Lo spiri-to infatti di questa iniziativa,oltre a dare uno spazio cre-ativo cartaceo ai ragazzi,

    quello di farli avvicinare il pipossibile al mondo in cui vi-vono, rendendoli allo stesso

    tempo responsabili e attentialle vicende che si vericano

    quotidianamente attorno aloro. Naturalmente il nostroproposito quello di aiutare,non di insegnare, poich nonci ergiamo sopra la cattedra

    inarrivabile del sapere asso-luto, ma da bravi compagnidi banco, invece, tendiamoa condividere il sapere cosda poterci arricchire recipro-camente. Per inaugurarequesta, sicuramente proli-ca, collaborazione, verr

    presentato un evento duran-te la seconda settimana diDicembre: CarpineTiamo.Si tratta di un concorso let-terario, che vedr premiatoil miglior tema svolto tra iragazzi delle classi terze. Latraccia proposta riguarder ilrapporto che i giovani doggihanno con il proprio paese,con le proprie origini e tra-

    dizioni; largomento trattatonel tema non stato sceltoa caso, bens rientra e si ri-collega ai fondamenti per cui nato il nostro giornale (quasi 4 anni fa!), celebrandoin tal modo il legame nuovegenerazioni- societ. Saran-no presenti il sindaco e le

    autorit, per una mattinatatutta dedicata allamore peril proprio paese. In questi ul-

    timi anni la nostra redazioneha stretto legami importantinegli ambiti associazionisti-ci, facendosi talvolta promo-trice, talvolta sostenitrice diiniziative culturali e sociali( come la lotta alle mae e

    al femminicidio, tutela perlambiente ecc.) che hannosicuramente irrobustito lecapacit organizzative. Eccoil perch dellattendere qua-si 4 anni per questa intensacollaborazione con le scuole,afnch il frutto maturasse

    e fosse pronto per essereraccolto. Prontamente al-lunghiamo le mani per co-gliere qualcosa che sta pernascere, scoprendo che an-che le piccole realt ( comeCarpineto) possono regalaregrandi soddisfazioni.

    Azzeccagarbugli

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    Cronaca di una giornata molto fruttuosa.

    SPEDIZIONE A PONTEDERA

    Sulle pagine del Ve(t)ro hatrovato posto nelle prece-denti uscite il Laborato-rio di scrittura creativa e ilprogetto che ne consegue,il MensiLibro. Ebbene, a ri-guardo ci sono enormi no-

    vit! Il gruppo, sempre sot-to la guida di Terry Lambell,dopo aver inviato, quasiper caso (diciamo per puracuriosit) lantologia pro-dotta nel laboratorio e unaraccolta di poesie di unapartecipante (Federica), haricevuto una notizia: lAnto-logia, nella propria catego-ria si classicata terza, e

    la raccolta di poesie secon-da! Risultato molto presti-gioso, poich il concorso ilGiovanni Gronchi, giuntoalla ventottesima edizione,prestigiosa competizioneletteraria con sede a Ponte-dera. Il risultato raggiunto

    stato quindi molto ono-revole per il gruppo e tuttele iniziative ad esse colle-gate. Dopo lorganizzazio-ne logistica dellevento, ipartecipanti accompagnatidal sindaco Matteo Battistie dallassessore alla cultu-ra Noemi Campagna, sono

    partiti domenica 9 novem-bre alla volta del paese inprovincia di Pisa, sede tra

    laltro del museo della Ve-spa, che hanno visitato eha suscitato riessioni e

    sorrisi fotografando model-li di mezzi di locomozioneche hanno accompagnatola crescita dellItalia. Dopo

    un lauto pranzo, larrivo nelteatro e lattesa premia-zione. Tralasciamo glorie eonori di ulteriori dettagli.Soffermiamoci invece sulmessaggio di tale evento:un gruppo di ragazzi co-muni, che hanno formatoun gruppo che pi diversoe particolare no si pu, haraggiunto un risultato fan-tastico grazie ad una doteinnata, la fantasia. Taledote, che stata coltivatae ben orchestrata da chi haorganizzato il corso, con unpizzico di tenacia diventa-to un lavoro artistico moltoapprezzabile. I sogni di tutti

    i partecipanti quindi, messinero su bianco, hanno frut-tato questo obiettivo rag-giunto. In un paese comeil nostro, pieno di ragazziche purtroppo (consapevol-mente o inconsapevolmen-te) non hanno interessi,passioni, forse anche aspi-

    razioni, pioggia su campiaridi uniniziativa del gene-re. Il Laboratorio ripartir

    in diverse modalit e condiversi progetti con larrivodel nuovo anno. Laugurio che sia uno sbocco perqualcuno, che porti interes-si e altri risultati simili!

    Melalavo Domenica

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    RAZZISTI O SEMPLICEMENTE ARRABBIATI?

    Quando la rabbia diventa violenza

    Scrivo testualmente la de-nizione del termine razzismodallenciclopedia Treccani:Concezione fondata sul pre-supposto che esistano razzeumane biologicamente e sto-ricamente superiori ad altrerazze. alla base di una prassipolitica volta, con discrimina-

    zioni e persecuzioni, a garan-tire la purezza e il predominiodella razza superiore. Ora,non si vuole di certo dire cheepisodi come quelli degli ulti-mi tempi accaduti a Roma nelquartiere di Tor Sapienza e chepoi, a cascata, si sono vericatiin quartieri sparsi nella Capita-le e in altre citt dItalia, sia-no attribuibili alla concezione

    pi fedele e autentica di razzi-smo citata sopra. Sicuramentequella dei cittadini del quartiereromano una sorta di rabbiamista a turbamento: rabbia pernon avere una casa o un lavo-ro dignitoso, rabbia per esserecostretti a vivere in un postodove non si liberi di girare perstrada al calar del sole, rabbiaperch si subito un torto dauno straniero appena arrivato

    a Roma. Tutte buone ragioniper essere indignati, certo. Maspesso il lo che divide il nonsono razzista ma gli immigratidevono rispettare le leggi e ilnon sono razzista lui che zingaro molto sottile. Certa-mente possiamo giusticare larabbia da parte di un Italianoche vede privarsi la dignit. Mamai possiamo giusticare che

    tale indignazione sfoci in attiviolenti, mai e poi mai giusti-chiamo sassate tirate alle ne-

    stre, mai dovremmo assisterea scene di persone barricate incasa e alla deportazione di ungruppo di minorenni per ragionidi sicurezza. Viene da chieder-si come si arrivati a tale odioverso il prossimo (straniero):forse perch siamo esasperatie logorati da un sistema troppo

    difcile da contrastare? Forseperch pi facile prenderse-la con i pesci pi piccoli? For-se perch questa situazionedi crisi ci sta portando ad unavera e propria crisi di quei sanivalori per cui i nostri antena-ti hanno tanto lottato? Allora,dopo una non troppo accurataanalisi, sorge spontanea unal-tra domanda: ma siamo davve-

    ro sicuri che la malavita deglistranieri che occupano il nostrobel Paese sia la causa dei pro-blemi e non la conseguenza?Quel che certo che siamocapaci di fare di pi, la storia celo insegna. E per questo dob-biamo impegnarci a sfruttare inmaniera costruttiva tutta que-sta rabbia, specialmente se si giovani pieni di ambizioni ecompetenze, specialmente sesi eri della nostra penisola,specialmente se le vogliamobene, e specialmente se tenia-mo al nostro futuro e a quellodei nostri gli, dimostrando chesiamo molto di pi di un popo-lo che si uccide per una partitadi calcio o che discrimina il gayo lo straniero semplicementeperch tale. Prima di pretende-re che un forestiero rispetti le

    nostre leggi dovremmo esse-re noi, per primi, a rispettarlee a farle rispettare agli italiani

    stessi, dando prova di essereun paese degno di tale rispetto.Se non siamo noi, i primi, adamare e onorare il posto in cuiviviamo, non dovremmo stupir-ci se un senegalese viene qui efa i suoi porci comodi. Non do-vremmo stupirci se in un quar-tiere romano, dove il degrado e

    la criminalit sono allordine delgiorno, un gruppo di immigra-ti che viene ospitato in case diaccoglienza si metta a rubare,di sicuro, tali soggetti non me-ritano la bench minima giusti-cazione, ma altrettanto sicu-ro che i nostri immigrati trovinoterreno molto fertile. E vero,per esempio, che quando noiandiamo a Londra non ci per-

    mettono nemmeno di gettareuna carta a terra, ma voi ave-te mai visto un inglese farlo?Ecco. Siamo esseri umani dota-ti di ragione e dovremmo usar-la. Molte volte per la stradapi facile da perseguire quelladella violenza e della protestabrutale, allora ce la prendiamocon limmigrato perch unospacciatore (magari per contodi un Italiano), perch lavora al

    nostro posto (magari sottopa-gato da un Italiano). Vedendociprivato il lavoro ce ne andiamoallestero, nella speranza che lnon siano tanto ostili se rubia-mo il loro lavoro.

    Ars Dicendi

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    Lunione fa la forzaCoscienza e conoscenza, come contrasto allillegalit

    Cosa si intende quando si parladi sensibilizzazione, cosa inten-diamo per confronto, che signi-cato ha la parola dignit. Ca-pire i limiti edittali della stessadignit delluomo, mediante ilperseguimento di obiettivi co-muni, quali legalit, coopera-zione sociale, il lavoro onesto,

    leguaglianza ed il rispetto delleregole, letica e la giustizia so-ciale.Sono questi alcuni dei punticardine della terza edizione de-gli Stati Generali dellAntimaa,promossa da Libera, Associa-zione nomi e numeri contro leMae. Dal 23 al 26 Ottobre, laCitt di Roma si resa protago-nista di un grande evento di ri-

    scatto sociale, che ha visto pre-senti da un lato, la popolazionecivile, le associazioni e nonda ultimo gli studenti, mentredallaltro lato, le Istituzioni. Pidi tremila giovani, da Palermoa Torino hanno assistito, co-operato, lavorato, al anco diquestultime. Esponenti inter-nazionali, Ministri, Magistrati diprima linea e studenti stessi,tutti uniti in commissioni lavo-

    ro, per tirar fuori proposte vali-de e concrete, tali da far frontea questinerzia del LegislatoreItaliano nella lotta al fenomenomaoso. Troppo spesso - diceDon Ciotti - da un lato si an-nunciano codici etici, mentredallaltro si cerca leccezione almomento di applicarli. Duranteil suo intervento, il fondatoredi Libera ha annunciato di vo-

    ler inviare i documenti elabora-ti dai gruppi di lavoro durante iseminari di Contromae, a tutti

    i deputati e senatori. Conti-nua a mancare una visione diinsieme tra la lotta alle mae elimpegno per una giustizia so-ciale, ma il potere maoso cre-sce assieme a disuguaglianzee povert ha proseguito donCiotti.Di fatti ci di cui si sente le-

    sigenza oggi e che necessaria-mente deve essere chiesto, un maggiore coraggio da partedi chi questa lotta allillegalitpu condurla in maniera forte.Ed ecco perch nasce Contro-mae, dove ladesione portavantaggi di ogni sorta, determi-na crescita intellettuale e con-seguentemente conoscenza delfenomeno, tale da integrare il

    lavoro svolto dalle autorit giu-diziarie, il pi delle volte lascia-te sole ed inermi da una poli-tica che troppo spesso invece,cerca compromessi e mediazio-ni. Mae e corruzione prospe-rano dove non ci sono diritti,ma solo prevaricazioni. Mae ecorruzione regnano quando lapolitica e leconomia perdono laloro ragione dessere al serviziodella persona, quando le ragio-

    ni dello stare insieme e di cre-scere come singoli e come co-munit vengono meno di frontealla ricerca del protto a tutti icosti, anche a danno di quantici sono prossimi.Un appello al quale risponde ilministro della Giustizia, AndreaOrlando, assicurando lappro-vazione di una legge che preve-de il falso in bilancio, lintrodu-

    zione dellautoriciclaggio e dellaconsca per sproporzione frareddito e patrimonio, ma anche

    la previsione di una giornatache ricordi le vittime della ma-e e una normativa che pro-tegga le loro famiglie megliodi quanto stato fatto nora.Proposte incisive, anche seprobabilmente non determi-nanti, osserva il procurato-re nazionale antimaa Franco

    Roberti, che auspica interventisulla prescrizione nel settorepenale. Parole che non trovanoil consenso dellex procuratoreGiancarlo Caselli che ha dettoSenza un sistema giudiziarioefciente, unillusione pote-re avere giustizia e verit e inquesto non aiuta una norma-tiva della prescrizione e/o im-punit, che tutto azzera. In-

    somma tanti interventi e tanteriforme che allatto concretopoi non riescono ad agire ed ainuenzare tale fenomeno.Ecco perch prima di leggi ade-guate per il contrasto alle ma-e e alla corruzione, abbiamobisogno di scelte di vita e dipratiche quotidiane che affer-mino giustizia e uguaglianza.Bisogna vivere letica, afnchintegrit e trasparenza siano il

    cuore della politica e delleco-nomia.

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    Qui di seguito alcune delle proposte venute fuori dai gruppi lavoro, nellegiornate di Contromafe.

    1) VALORIZZARE IL RIUTILIZZO SOCIALE DEI BENI CONFISCATI ALLE MAFIE E ALLA CORRUZIO-NE COME STRUMENTI PER LA CREAZIONE DI UN NUOVO WELFARErecuperando il prodotto economico di trafci come quello delle droghe e degli esseri umani, affran-

    cando le vittime dalla schiavit personale e materiale, offrendo dignit a quanti nelle carceri devono

    affrontare percorsi di riabilitazione e reinserimento nella societ come previsto dalla Costituzione

    2) GARANTIRE LA FORMAZIONE CONTINUA DEL CITTADINO, PER RENDERLO PARTE ATTIVADELLA BATTAGLIA CONTRO IL CRIMINE E IL MALAFFARErilanciando la centralit della scuola e delluniversit pubblica e promuovendo, dal mondo dello sportche vogliamo libero dal doping a quello delle professioni, una nuova cultura della cittadinanza, attiva,corresponsabile e a tempo pieno

    3) ROMPERE I LEGAMI TRA MAFIA E POLITICA, ASSICURARE TRASPARENZA AI PROCEDIMENTIPUBBLICI, CON LAPPROVAZIONE DI UNA LEGGE ANTICORRUZIONE, CHE DAVVERO RECEPISCA LEDIRETTIVE EUROPEErafforzando le buone prassi degli amministratori pubblici, come la Carta di Avviso Pubblico, esten-

    dendo a scuole e universit la mobilitazione di Riparte il futuro e rinnovando limpegno per il con-trasto alle pratiche distorte che nascono allombra del sistema bancario e nanziario.

    4) CONTRASTARE LECONOMIA ILLEGALE CHE CONDIZIONA LO SVILUPPO DI INTERI TERRITORIE COMUNITsvelando il ruolo delle lobbies e delle pratiche illecite che condizionano la leale concorrenza, colpen-do in profondit su scala nazionale, europea e globale il fenomeno del riciclaggio, irrobustendo lereti territoriali e le associazioni che si oppongono a racket, all usura, al caporalato e contrastando ladiffusione del gioco dazzardo.

    5) INTRODURRE I REATI CONTRO LAMBIENTE NEL CODICE PENALEtutelando il patrimonio naturale del nostro paese e la salute dei cittadini e avviando una vera sta-gione per il risanamento ambientale di tutti i territori messi a repentaglio dai trafci sporchi delleco-maa.

    Lionel Hutz

    Pillole di StoriaNOVEMBRE

    Il 22 novembre 1963 venne ucciso a Dallas (Texas) il 35 presidente degli Stati Uniti, JohnF. Kennedy. Il suo omicidio ancora oggi avvolto nel mistero: il suo assassino infatti, LeeHarvey Oswald, venne a sua volta freddato due giorni dopo, da un certo Jack Ruby. Venneistituita una commissione (Commissione Warren), con la quale si cercarono di acclarare ifatti. Nel frattempo si erano cominciate a diffondere tesi cospirazioniste, secondo le qualiKennedy sarebbe stato fatto fuori secondo un disegno ben preciso. La commissione decre-t che Oswald aveva agito da solo ( secondo la teoria del lone gunman theory, cio delpistolero solitario), suscitando in tal modo numerose reazioni nellopinione pubblica ameri-cana. JFK fu un presidente attivo sia dal punto di vista delle politiche esterne, aprendo unimportante dialogo con lURSS di Khruscev durante gli anni della guerra fredda, che interne:Non chiedete cosa pu fare il vostro paese per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vo-stro paese sottolineando come possa essere decisivo il contributo e lattivismo dei cittadini

    nella vita quotidiana.

    Azzeccagarbugli

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    Lunione fa la forzaChe cos il Trattato Transatlantico?

    La prima (se cos si pu de-nire) partnership tra Stati Unitied Europa avvenne nellimme-diato secondo dopoguerra. Ladecisione di avviare un pianodi aiuti economico-nanziari(Piano Marshall) per il VecchioContinente, venne reso notodallallora omonimo segretario

    di Stato statunitense GeorgeMarshall. Ad oggi, a distanza dipi di sessanta anni, la storia,pi o meno, si ripete. Diver-samente dal Piano per la rico-struzione europea ( anchessocontestato dalle diverse visioniantiamericane come progettoimperialista ), il Ttip sembraavere invece tutte le caratte-ristiche di una vera e propria

    esportazione a stelle e stri-sce.Ma che cos il TransatlanticTrade and Investment Partner-ship? E un trattato di liberoscambio tra Europa e Stati Uni-ti che abolisce i dazi doganalie uniforma i regolamenti com-merciali, giuridici e politici (chein qualche modo tutelano i pro-duttori, i lavoratori e i cittadi-ni) dei due continenti, in mododa non avere pi alcun ostaco-lo alla circolazione delle mercie alla libert dinvestimento edi gestione dei servizi da par-te delle imprese. Il Ttip per, solo il secondo step del pivicino Transpacic Partnership.Infatti, per contrastare i paesiemergenti del BRICS (Brasile,Russia, India, Cina e Sud Afri-ca) e per riaffermare la propria

    leadership economica a livel-

    lo mondiale, lamministrazioneObama sta cercando di conclu-dere, entro la ne dellanno,anche questo secondo trattato.Questultimo, stipulato con un-dici paesi delle due sponde delpacico (Canada, Per, Messi-co, Giappone, Malesia, Austra-lia, Cile, Singapore, Nuova Ze-

    landa e Brunei), ha lobbiettivodi creare, insieme al Ttip, la pigrande area di libero scambiodel pianeta (comprendendoeconomie per circa il 60% delPIL mondiale).Ma ci che preoccupa maggior-mente, lassenza di una giu-sta campagna informativa chechiarisca le conseguenze socialie ambientali che il Ttip rischia

    di produrre sin dal 2015. In-nanzitutto sul piano economico.Chi ci guadagner di pi saran-no gli Usa. Infatti i dazi mediche le merci europee paganoper entrare negli Usa sono del3,5%, mentre i dazi medi dellemerci Usa che entrano in Euro-pa sono del 5,2%. In secondoluogo, il rischio di uno shock nelmercato del lavoro europeo reale. Secondo la CommissioneEuropea, settori come quelloagro alimentare potrebbero su-bire un pesante colpo, special-mente in Italia. Negli Usa infatti possibile utilizzare gli ormoninellallevamento degli animalied possibile coltivare prodottiOgm, cos come non riconosco-no la denominazione doriginecontrollata. Uniformando i re-golamenti quindi, sarebbe pos-

    sibile commercializzare Chianti

    o Barolo prodotti in Californiae denominare Parmigiano reg-giano qualsiasi formaggio duro.Inoltre un impresa statunitenseche investe in un qualsiasi Pa-ese dellUe, potr permettersidi presentare ricorso contro leautorit del paese ospitante difronte a un tribunale interna-

    zionale. Facciamo un esempio.Se la Monsanto si sentisse inqualche modo discriminata dal-la normativa italiana contro gliOgm, o la Chevron limitata daqualche legge pro-ambiente,potrebbero, entrambe, citare ingiudizio lItalia, la quale verrgiudicata da avvocati superio-ri alle sentenze dei tribunali ealle leggi del parlamento tradi-

    zionale. In pratica qualunquemultinazionale potr operaresul territorio Europeo abbat-tendo tutti gli ostacoli sul suocammino: dai diritti del lavo-ro alla propriet intellettuale(brevetti, copyright), dai ser-vizi pubblici fondamentali noal diritto alla salute. La grandeimpresa assume cos nel campocommerciale un potere direttoa scapito delle istituzioni e dellademocrazia. Non a caso il gior-nale inglese The Guardian havoluto sottolineare come il Ttiprischia di essere un attacco allasovranit degli Stati, un siste-ma pensato per :to kill regula-tions protecting people and theliving planet. (Sopprimere leleggi che proteggono gli esseriumani e il pianeta).

    Zoran Ban1. Multinazionale statunitense di biotecnologie agrarie.2. Multinazionale petrolifera statunitense.

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    Stampato da Elioarchstampa digitale, plotter service, xerocopie, fotocopie

    Piazza Gobetti, 5 Colleferro (Rm) - tel./fax 06.97.01.256

    Ciao ragazzi, la scorsa settimana io e quattro amici tutti di Carpineto siamo partiti per un tour in bici, una due giorninei monti lepini. Abbiamo toccato paesi come Maenza, Roccagorga, Sezze, Bassiano, Sermoneta, Norma, Cori e Roc-camassima......visitato il loro centro storico e fatto una profonda riflessione. ...Carpineto citt darte? ....assolutamenteno!!!! Per come messo il nostro centro storico siamo lultimo paese in classifica e pensare che potremmo tranquillamen-te essere il primo per posizione e ospitalit.....quindi? La colpa di chi ha amministrato il paese negli ultimi 30 anni nonfacendo una politica seria sul centro storico...speriamo che il nuovo sindaco Matteo stia studiando qualcosa per riqua-lificare il centro storico e utilizzare le opere dormienti come lauditorium x scopi sociali.Detto questo non dobbiamosolo criticare ma aiutare Matteo a migliorare il nostro paese.Dovrei dire tante altre cose ma per il momento mi fermo

    qui.Grazie e buon lavoro.

    Adriano Panetti

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    Carpineto Romano, 22/11/2014

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