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Imparare la pronuncia di una lingua straniera: possiamo farlo anche noi anziani?* James Emil Flege, PhD Professore Emerito School of Health Professions University of Alabama at Birmingham Circolo Culturale «Enrico Pocci» Via G. Verdi, 7 Tuscania (VT) Sabato 8 aprile 2017, ore 18:00 *La ricerca italiana qui presentato è stato sostenuto da sovvenzioni dal NIH ed è stata condotta in collaborazione con i professori Ian MacKay e Murray Munro

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Imparare la pronuncia di una lingua straniera:

possiamo farlo anche noi anziani?*

James Emil Flege, PhD

Professore Emerito

School of Health Professions

University of Alabama at Birmingham

Circolo Culturale «Enrico Pocci»

Via G. Verdi, 7

Tuscania (VT)

Sabato 8 aprile 2017, ore 18:00

*La ricerca italiana qui presentato è stato sostenuto da sovvenzioni dal NIH ed

è stata condotta in collaborazione con i professori Ian MacKay e Murray Munro

Introduzione

Ho lavorato negli Stati

Uniti presso la Facoltà di

Medicina dell’Università

dell’ Alabama a

Birmingham (UAB)

Il mio laboratorio si

trovava negli ambienti di

questo ospedale per la

riabilitazione

Apprezzo l’opportunità di parlare della ricerca che ho svolto

negli Stati Uniti prima di andare in pensione e di trasferirmi a

Tuscania

Spain Rehabilitation Hospital

Birmingham, Alabama (Usa)

Introduzione

2. Parlarvi poi di alcuni risultati che

abbiamo ottenuto con la nostra

ricerca. Questi risultati riguardano

l’apprendimento della pronuncia di

una seconda lingua

Questa mia presentazione di oggi avrà due scopi:

1. Descrivere la disciplina scientifica che

ho praticato: la “Fonetica

Sperimentale» o altrimenti detta

«Scienza della Parola». E’ poco

conosciuta in Italia

Introduzione

Mi focalizzerò oggi sulla ricerca che abbiamo svolto con

un numero consistente di immigrati Italiani che si sono

trasferiti in Canada negli anni 1950 e 1960

Come vedrete, il contesto sociale nel quale questi italiani

hanno imparato l’inglese come seconda lingua (L2 in

sequito) era molto importante

Concludo la presentazione con un’osservazione che forse

vi sorprenderà

Introduzione

La maggior parte degli Italiani coinvolti nella nostra ricerca

erano giunti in Canada nel dopoguerra (1948-1966) ed erano

membri della parrocchia di Sant’Antonio in Ottawa

La chiesa di Sant’Antonio

era stata costruita da

immigrati italiani nel 1913

quando c’erano solo 472

Italiani in tutta la citta di

Ottawa (< 1% della

popolazione)

Introduzione

Chi era arrivato in giovane

età aveva imparato l’inglese

a scuola non solo dagli

insegnanti ma, cosa ancora

più importante, dai loro

compagni di scuola di

madrelingua inglese

La parrocchia di Sant’Antonio

Ottawa, ONT

Chi invece era arrivato più

tardi nella vita aveva

imparato l’inglese al lavoro,

spesso con altri italiani

I nostri partecipati hanno imparato l’inglese in modi diversi,

secondo la loro età di arrivo in Canada

Introduzione

Dopo decenni in Canada i nostri partecipanti erano integrati

nella vita sociale e economica della città di Ottawa. Ma per

alcuni ci sono voluti anni per integrarsi. Prendiamo l’esempio

di Giacomo Moscatelli, che scrive:

Ero già un adulto maturo prima

di capire finalmente che ero

canadese. Non avevo capito in

precedenza che essere un

cittadino significava essere

canadese. Per me i canadesi

erano quelli che mangiavano i

panini di burro di arachidi e

marmellata su pastoso pane

bianco venuto fuori da sacchetti

di plastica. Io? Ero italiano

La Fonetica

La mia disciplina scientifica ha un lunga storia

Ha avuto inizio in India nel 5° secolo a.C. per descrivere i suoni

linguistici della lingua sanscrita

La ricerca moderna in fonetica ha avuto inizio nei primi anni del

‘900 a Londra, in seguito alla scoperta delle tecnologie che

permettevano la registrazione della voce

il fonografo è stato inventato nel 1877 da Thomas Edison

La Fonetica

Prof. Daniel Jones

(1881–1967)

Il fondatore della Fonetica

moderna è il Professor Daniel

Jones

Lui è stato il primo ad assumere

una cattedra in tale disciplina.

Lavorava nella University College

di Londra

Il Professor Jones usava

principalmente l’orecchio come

strumento per identificare le sottili

differenze tra i differenti suoni

linguistici esistenti in una sola lingua

o nelle varie lingue

Il professor Jones ha

insegnato ai suoi studenti il

modo in cui i suoni linguistici

venivano prodotti attraverso

l’apparato vocale e a

distinguere i vari suoni con

l’udito

Il professore ha contribuito

allo sviluppo di un sistema di

simboli fonetici

La Fonetica

La Fonetica

University College London

Questo sistema di simboli

fonetici è chiamato:

«International Phonetic

Alphabet», IPA (Alfabeto

internazionale fonetico)

si usa a tutt'oggi per

rappresentare i suoni linguistici

delle circa 6.800 lingue ancora

esistenti sul nostro pianeta

«IPA» viene scritto

La Fonetica

Tante lingue usano un alfabeto di lettere per scrivere sia le

vocali che le consonanti che formano le parole. Ad

esempio, queste lingue europee usano 3 alfabeti diversi

Lingua Alfabeto

Inglese, Tedesco, Italiano Latino

Russo, Bulgaro Cirillico

Greco Greco

L’alfabeto fonetico, l’IPA, è diverso da un alfabeto

tradizionale. Si usa per rappresentare i suoni in tutte le lingue

del mondo

La Fonetica

Normalmente gli alfabeti tradizionali non rappresentano bene i

suoni che si usano per pronunciare le parole perché non

esiste un rapporto diretto, uno a uno, tra le lettere e i suoni.

Prendiamo a titolo d’esempio queste parole Italiane

chiesa, cappa lettere diverse vengono utilizzati

per uno stesso suono, [k]

ceppo, capo una lettera sola viene utilizzata per

indicare due suoni diversi, [tʃ] e [k]

La Fonetica

Un esempio di questo fenomeno

è mio cognome

Il mio bisnonno immigrò negli

Stati Uniti da Kiel (Germania) alla

fine del 1800. Nel tedesco di Kiel

la lettera «p» non viene

pronunciata all’inizio di una parole

come «Pflege», il cognome

originale della mia famiglia

Un altro problema con gli alfabeti

tradizionali è che talvolta le lettere

non vengono pronunciate

La Fonetica

Quando il bisnonno arrivò a

New York, pronunciò il suo

cognome correttamente, cioè

senza evidenziare la

consonante iniziale e perciò

l’ufficiale dell’immigrazione

scrisse nei documenti FLEGE

invece di PFLEGE

La Fonetica

L’inglese è un disastro dal punto di vista dell’ortografia. I 45 suoni

linguistici dell’inglese devono essere scritti utilizzando solo le 26

lettere dell’alfabeto latino. Spesso la scrittura di una parola fornisce

poca informazione – o addirittura informazione sbagliata – sulla

pronuncia della stessa. Consideriamo il caso della lettera «a»

La lettera «a»

viene

pronunciata in

8 modi diversi

nella varietà di

inglese

chiamato

«Received

Pronunciation»

La Fonetica

• La consonante [f] può essere

scritto con la lettera “f” o le due

lettere “gh” come in enough [ɪˈnʌf]

• La vocale [ɪ] può essere scritto

con “i” o con “o” come in

women [ˈwɪmɪn];

• La consonante [ʃ] può essere

scritto con le lettere “sh” o “ti”

come in nation [ˈneɪ̯ʃən]

Molte persone hanno voluto «riformare» il sistema di ortografia

inglese ma nessuno ci è riuscito

Per prendere in giro la lingua inglese il drammaturgo George

Bernard Shaw ha notato che sarebbe logico egualmente scrivere

la parola inglese per pesce in due modi diversi:

«ghoti»

«fish»

La Fonetica

Ecco alcuni dei simboli fonetici per le vocali

L’orecchio umano è in grado di percepire fino a 200 vocali

diverse ma normalmente le lingue umane ne usano molte di

meno. Ad esempio 5 in Spagnolo, 7 in Italiano, 15 in Inglese

La Fonetica

I simboli fonetici vocalici

sono sistemati in uno

“spazio fonetico” che

corrisponde alla

posizione della lingua

nella bocca. Ad

esempio, la lingua sta in

posizione più alta nella

bocca per la vocale [i]

che per la vocale [a]

La Fonetica

Quando mettiamo la lingua in posizioni diverse escono dalla bocca

vocali che hanno risonanze (frequenze) differenti

La Fonetica

Per produrre le vocali usiamo la bocca come se fosse uno

strumento musicale

Volendo potreste fare un piccolo sperimento a casa per

capire perché le vocali hanno frequenze diverse. Vedrete che

volumi diversi di aria in una serie di bottiglie riempite di

diversi livelli d’acqua risuonano con frequenze diverse

quando vengono eccitati da un colpo di martello

La Fonetica

Le frequenze principali delle vocali si chiamano «formanti». Le

prime tre formanti – F1, F2, F3 – definiscono la qualità delle

vocali

[ ì ]

[ ɑ ]

La Fonetica

I bambini devono produrre le vocali della madrelingua con le

frequenze giuste. Per riuscirci devono indovinare che cosa sta

facendo la lingua della mamma in quanto la lingua della

mamma non è visibile

[ ì ]

[ ɑ ]

La Fonetica

Quando vengono prodotte le vocali l’aria continua a passare

per la bocca mentre le corde vocali vibrano.

Per le consonanti, invece, il passare dell’aria viene bloccato

L’ IPA fornisce simboli anche per tutte le consonanti

La Fonetica

Esistono centinaia di consonanti, ognuna con il proprio

simbolo IPA accompagnato da informazioni su come viene

prodotto per mezzo delle strutture dell’apparato vocale

La Fonetica

Chi conosce bene il sistema IPA è in grado di leggere un

testo in una lingua straniera sconosciuta con una pronuncia

abbastanza corretta

Per questo motivo i cantanti lirici usano l’IPA

La Fonetica

L’IPA viene utilizzato anche da chi insegna e studia lingue

straniere

Questo può essere importante nei casi in cui una lingua

straniera (L2) possiede suoni che non esistono nella

madrelingua (L1)

Esempio

L’inglese possiede alcune vocali che non esistono in

Italiano

[ʌ] but, cut, must

[ɪ] bit, sit, kid

[ӕ] bat, cat, sad

[ɝ] hurt, heard, sir

La Fonetica

I bambini imparano a pronunciare i

suoni della madrelingua in un modo

riconoscibile nell’arco da 2 a 5 anni

L’apprendimento dei fonemi della

madrelingua permette ai bambini di

produrre parole che vengono confuse

Ad esempio, i bambini di

madrelingua inglese imparano a

distinguere

/bit/ «bit» battere

/pit/ «Pete» Pietro

/pɪt/ «pit» fossa

La Fonetica

Ma non basta

I bambini devono anche imparare tutti

i dettagli fonetici della madrelingua.

Ci vogliono altri 10 anni per riuscirci

completamente

Ad esempio

un bambino di madrelingua inglese

deve pronunciare la consonante

iniziale nel nome «Paul» con

aspirazione [ph]

un bambino di madrelingua italiano

deve pronunciare il suono iniziale di

«Paolo» senza aspirazione [p]

La Fonetica

Se un bambino di madrelingua

inglese pronuncia «p» senza

aspirazione, come un italiano, i suoi

genitori non dicono «Ahimè nostro

figlio parla l’inglese con un accento

straniero»

Un accento straniero deriva

dell’influenza sistematica della

madrelingua sulla pronuncia di

diversi suoni in una L2

Gli accenti stranieri sono diversi a

seconda della madrelingua

La Fonetica

Ecco le frequenze

acustiche di alcune

vocali delle due lingue.

Le misure acustiche

indicano che la /i/ del

spagnolo (giallo) è più

«bassa» nello spazio

fonetico – cioè nella

bocca – di quella

inglese

L’IPA può essere utilizzati per indicare piccole differenze nelle

vocali di due lingue. Prendiamo l’esempio della vocale /i/ che si

trova sia in spagnolo che in inglese

L’IPA usa il simbolo diacritico ̞ per indicare «più bassa»

Le valutazioni uditive dei

fonetisti esperti concordano

con le misure acustiche

Vengono confermate anche

da una visualizzazione

diretta della posizione della

lingua durante la

produzione delle vocali

inglesi e spagnole

*Flege (1989) examined 8 talkers per language. The between language articulatory difference averaged

about 1.4 mm at the point of maximum constriction (at Sensors 2 and 3).

Le differenze nel posizionamento della lingua sono piccole –

solo 1,5 mm – ma si sentono bene. Se un persona di

madrelingua spagnola usa una “i” spagnola nel parlare in

inglese ciò contribuirà alla percezione dell’accento straniero

La Fonetica

Il lavori fonetici del professor Jones sono

rimasti nell’oscurità accademica finché il

drammaturgo inglese George Bernard Shaw

non scrisse una pièce teatrale intitolata

«Pygmalion» nel 1913

La Fonetica

La pièce racconta la storia di Henry

Higgins, professore

di fonetica (personaggio basato

sulla figura del professor Jones)

Il Prof scommette con l'amico

colonnello Pickering di poter

trasformare la popolana fioraia

Eliza Doolittle in una raffinata

signora della buona società

Lo farà insegnandole l'accento

usato nelle classi più elevate

d’Inghilterra, il cosiddetto

«Received Pronunciation»

La Fonetica

La pièce ha debuttato a Londra

il 22 aprile 1914. Il ruolo di

Eliza Doolittle era interpretato

dalla Signora Patrick Campbell

La Fonetica

Nel 1964 la pièce di Shaw

venne adattata in un film

intitolato «My Fair Lady»

Audrey Hepburn interpretava

Eliza Doolittle e Rex Harrison il

ruolo del professor Henry

Higgins

La Fonetica

Il film è stato un successo

clamoroso e nel 1965 vinse

tanti premi Oscar come:

• Miglior film

• Migliore regia

• Migliore attore

protagonista (Rex

Harrison)

• Migliore fotografia

• Migliore scenografia

• Migliori costumi

• Migliore colonna

sonora

La Fonetica

Nella pièce e nel film il

rapporto tra il professor

Higgins e Eliza Doolittle inizia

male quando si incontrano

davanti al Royal Opera House

in Covent Gardens perché

• La Doolittle è una donna;

• Lei è di ceto sociale

inferiore;

• Secondo il professore, il

modo di pronunciare

l’inglese della Doolittle è

orrendo

La Fonetica

Il professor Higgins usa tutte le sue conoscenze di Fonetica per

trasformare la pronuncia della Doolittle «in perfetto

inglese» eliminando principalmente la «cattiva» pronuncia delle

vocali

Higgins presentava alla donna il modello della pronuncia

«corretta». La Doolittle doveva sentirlo e imitarlo dopo aver

ricevuto le varie spiegazioni, come ad esempio, dove mettere

la lingua

Ovviamente la povera Doolittle, sotto stress, aveva molto

difficoltà ad imparare

La Fonetica

Ma alla fine la fioraia riesce

a parlare come una

duchessa durante un evento

sociale molto importante,

cioè la corsa annuale dei

cavalli ad Ascot (/ˈæskət/)

Infatti nessuno si renderà

conto del fatto che lei è una

povera fioraia. E cosi

Higgins vince la scommessa

con il colonello Pickering

La Fonetica

Ascot, un ippodromo fondata dalla

regina Anne nel 1711, dista 6 km

dal Castello di Windsor.

La Fonetica

Ma purtroppo si trattava

solo della pronuncia!

La cultura della Doolittle

non era cambiata, lei

aveva semplicemente

memorizzato qualche

frase da usare

chiacchierando con i nuovi

amici nobili

Però la Doolittle doveva concentrarsi sulla pronuncia delle

varie frasi «chiave» imparate a memoria. Perciò non aveva

molto tempo di pensare al contenuto dei suoi discorsi e così

diceva delle sciocchezze

La Fonetica

Quando una vera duchessa le

chiede Will it rain, do you

think? (Pensa che pioverà?) la

Doolittle risponde:

La pioggia in Spagna rimane

principalmente in pianura

e cioè:

The rain in Spain stays

mainly in the plain

Prima dell’intervento del Prof la

Doolittle dice [ɑɪ] invece di [eɪ]

La Fonetica

L'attenzione ai dettagli dei dialetti inglesi parlati nel film ha reso

difficile il doppiaggio in italiano di My Fair Lady. Per la versione

italiana si scelse di far parlare la Doolittle con degli

approssimativi accenti pugliesi

La frase più famosa del film

The rain in Spain stays

mainly in the plain

è stato adattato in Italiano con

uno scioglilingua pieno di /a/

La rana in Spagna gracida

in campagna

George Bernard Shaw chiese l’aiuto

del professor Jones per scrivere le

scene della sua pièce che

riguardavano la Fonetica

Il professore disse di sì, ma chiese a

Shaw di non associare il suo nome al

progetto

Il Professore considerava Shaw un

ignorante di Fonetica. Secondo lui

Shaw non aveva rappresentato la

Fonetica correttamente nella pièce in

quanto questa disciplina non è in

grado di fare miracoli

La Fonetica

Il film My Fair Lady fu

girato a Hollywood nel

1964

Il regista chiese l’aiuto

dell’allora più famoso

fonetista al mondo, un

professore inglese di

nome Peter Ladefoged,

che aveva la cattedra di

Fonetica all’Università di

California a Los Angeles

La Fonetica

Il professor Jones fu più contento quando, pochi anni prima di

morire, uscì il film basato sulla pièce di Shaw

• prendere misure precise in tempo

reale dei movimenti nella bocca

• collegare i movimenti alle onde

sonore che escono dalla bocca

• capire quali aspetti acustici vengono

utilizzati dal sistema percettivo per

categorizzare i suoni linguistici che

formano le parole

La Fonetica

Dopo il 1965 la Fonetica si sviluppò massicciamente poiché

diventò possibile

Ormai la Fonetica si chiamava «Fonetica Sperimentale» o

«Scienza della Parola»

La Fonetica

Prima di concludere questa parte va precisato che la

Fonetica è una disciplina diversa dalla Linguistica

La Fonetica si focalizza su:

• la formulazione e produzione di suoni linguistici

• la trasmissione di questi suoni nell’aria

• la percezione dei suoni che porta al riconoscimento delle

svariate parole le quali, a loro volta, permettono la

comprensione di un messaggio

La Fonetica

E’ da ricordare che esistono svariati modi per trasmettere

messaggi:

la scrittura il codice Morse i segnali di fumo

Comunque l’atto del parlare è il modo più adatto per

trasmettere informazioni linguistiche perché siamo tutti in

grado di produrre 150 parole al minuto

• Senza macchine!

• Con le mani libere!

• Quando piove!

• Quando non c'è luce!

Ora vorrei cambiare argomento e parlarvi dell’apprendimento

di nuovi suoni linguistici

Come già accennato, la Fonetica non è in grado di fare miracoli

Il lieto fine di My Fair Lady contrasta con un’altra idea

sull’apprendimento di nuovi suoni linguistici che è molto diffusa.

Tale idea è:

l’ipotesi del periodo critico

L’apprendimento

Forse avete sentito nominare

la ricerca dell’etologo Konrad

Lorenz

L’apprendimento

Poco dopo la loro nascita un

gruppo di piccole oche vide

Konrad Lorenz e non, come

avviene solitamente, la mamma

oca. Questi piccoli volatili

hanno cominciato a seguire

Lorenz come se fosse la loro

madre

L’apprendimento

Questo tipo di

apprendimento istintivo

(imprinting) accade solo «al

momento giusto» e cioè in

un breve periodo di tempo

nel corso dello sviluppo di

un animale.

Quello che serve perché

accada è lo stimolo giusto

al momento giusto

La madrelingua si impara da

piccoli. Quando un bambino non

viene esposto ad una lingua (casi

molto rari), in seguito non riuscirà

mai ad imparare bene la

madrelingua

Alcuni hanno pensato che

• esista anche un «momento

giusto» per l’apprendimento di

una L2

• più precisamente, per imparare

bene una L2, si debba iniziare

entro i primi 12 anni di vita

L’apprendimento

Questa è l’ipotesi del periodo critico

Secondo questa visione, l’effetto di un periodo critico è più

forte per la Fonetica che per aspetti linguistici di una L2 (la

grammatica, la morfologia, il lessico ecc.)

A prima vista quest’idea sembra plausibile: tutti noi

conosciamo persone che hanno imparato l’italiano in età

adulta e lo parlano con un accento straniero

Uno sono io…

L’apprendimento

Gira in internet questo grafico che pretende di rappresentare il

rapporto tra l’età in cui un individuo inizia ad imparare una L2

e lo sforzo che deve impiegare per l’apprendimento. Sembra

indicare che, dopo l’età di 12 anni, sia molto difficile imparare

una L2

L’apprendimento

L’autrice dichiara che

interviene una perdita

nella capacità di

imparare una L2

dovuta a non ben

definiti cambiamenti

neurologici

Secondo l’autrice

questa osservazione è

vera perché «tutti ci

credono»

Di fronte a pretese di questa natura mi sono sempre chiesto:

dove sono le prove?

Il grafico che vedete non è basato su dati veri ottenuti in un

modo scientifico. Per questo motivo ho deciso di fare

l’esperimento «critico» ad Ottawa in Canada

L’apprendimento

Nel dopoguerra la popolazione

Italiana del Canada è

aumentata da 150.000 a

450.000 persone in solo dieci

anni

L’apprendimento

Immigrati italiani a bordo di una nave

che li porta a Halifax, Nova Scotia

Da questi immigrati abbiamo

selezionato i partecipanti alla

nostra ricerca secondo la loro

età di arrivo in Canada, cioè

l’età in cui hanno iniziato ad

imparare l’inglese come L2

L’apprendimento

Gli italiani arrivati in Canada nel dopoguerra non erano

entusiasti di essere immigrati

Infatti la maggior parte di loro

intendeva ritornare in Italia

dopo aver lavorato per qualche

tempo in Canada. Portavano

ancora con loro la chiave delle

case in Italia

Ma fortunatamente per la

nostra ricerca pochi di essi

sono tornati indietro

Chiavi di case in Italia portate

in Canada da immigrati Italiani

Madre

lingua

Età arrivo

In Canada

media

inglese 0 0.0

italiano 1.9 - 4.1 3.1

italiano 4.2 – 6.4 5.2

italiano 6.5 – 8.6 7.5

italiano 8-7 – 10.5 9.6

italiano 10.6 – 12.6 11.6

italiano 12-7 – 14.9 13.6

italiano 15.0 – 16.7 15.8

italiano 16-8 – 18.5 17.5

italiano 18.6 – 20.1 19.3

italiano 20.2 – 23.2 21.5

L’apprendimento

Abbiamo stabilito 10 gruppi selezionati secondo l’età di arrivo in

Canada, ognuno con 12 maschi e 12 femmine

I veri limiti

Chi erano queste persone? Due esempi

Pietro Scopelliti era arrivato dalla Calabria nel 1953 dopo

essere stato in Marina per 4 anni in Italia

I veri limiti

Vito Ciliberto era arrivato nel 1957 all’età di 21 anni. Dopo aver

lavorato nel settore edilizio per 6 anni, è riuscito a comprare un

negozio di alimentari che lui teneva aperto tutti i giorni dalle

ore 7,00 alle 23,00

L’apprendimento

Al momento della nostra ricerca i nostri partecipanti avevano

vissuto in Canada per una media di 34 anni

Tutti continuavano ad usare la lingua madre, soprattutto con i

loro familiari e altri membri della parrocchia

Abbiamo chiesto a tutti i partecipanti di ripetere semplici frasi

inglesi (ad esempio He turned to the right)

L’apprendimento

Abbiamo registrato le frasi

In seguito le frasi prodotte dagli

Italiani (e da alcune persone di

madrelingua inglese come

confronto) sono state

presentate in ordine casuale ad

ascoltatori di madrelingua

inglese

Essi dovevano valutare la

presenza dell’accento straniero

nelle frasi

Per ogni partecipante abbiamo calcolato un valore medio basato

su 150 valutazioni uditive. Ecco i risultati per i 24 partecipanti di

madrelingua inglese e 2 degli 240 immigrati italiani

L’apprendimento

L’Italiano arrivato in Canada all’età di 2 anni riceveva una

valutazione equale ai partecipanti di madrelingua inglese. Quello

arrivato a 22 anni, invece, produceva le frasi inglesi con un forte

accento straniero

L’apprendimento

Se l’ipotesi di un periodo critico fosse corretta, avremmo

dovuto ottenere risultati come questi e cioè niente accento

straniero per chi è arrivato prima dell’età di 12 anni e accenti

forti per che è arrivato più tardi nella vita

L’apprendimento

E invece no. E’ evidente che più tardi nella vita gli italiani sono

arrivati in Canada, più forti erano i loro accenti stranieri

L’apprendimento

Tuttavia i dati non ci fanno pensare alle piccole oche di

Konrad Lorenz. Non c’è stato un netto crollo nell’accuratezza

della pronuncia all'età di 12 anni

L’apprendimento

Una scoperta inaspettata fu che la metà delle persone

immigrate in Canada prima dell’età di 12 anni parlava con

un lieve ma evidente accento straniero. (Verificato in 4 studi

successivi.)

L’apprendimento

Nessuno aveva eseguito fino a quel momento un

esperimento di questo tipo

Ci si poteva chiedere allora se i nostri risultati fossero

attendibili. Nella ricerca scientifica un risultato è considerato

affidabile solo nel caso in cui esso è replicabile e valido

Parliamo innanzitutto della replicabilità

L’apprendimento

Quattro anni dopo la ricerca svolta ad Ottawa abbiamo

ottenuto gli stessi risultati con soggetti coreani immigrati

negli Stati Uniti

L’apprendimento

Successivamente,10 anni dopo la ricerca originale in Ottawa,

abbiamo convinto 160 degli originali 240 partecipanti a tornare per

un altro esperimento. Abbiamo ottenuto gli stessi risultati della

prima volta

L’apprendimento

Ora parliamo di validità

L’apprendimento

Uno studio che ha "validità

interna" è quello che misura

realmente ciò che si suppone di

misurare

Per misurare l’accento straniero

abbiamo usato le valutazioni

uditive di persone di madrelingua

inglese

Le valutazioni erano basate sulla

pronuncia delle vocali e delle

consonanti in frase di tipo «He

turned to the right»

L’apprendimento

L’apprendimento

In altri esperimenti abbiamo valutato l’accuratezza con la

quale gli immigrati hanno prodotto le vocali e le consonanti in

parole isolate e non in una frase

Abbiamo preso misure sia acustiche che uditive

L’apprendimento

parola vocale significato Vocale simile in

Italiano?

beat /i/ battere si

bit /ɪ/ mordere no

boot /u/ stivale si

book /ʊ/ libro no

but /ʌ/ ma no

Bert /ɝ/ Bert no

Consideriamo a titolo d’esempio i resultati ottenuti per

queste sei vocali inglesi

Ne risulta che più tardi nella vita gli immigrati sono arrivati in Canada

meno probabile è che le loro vocali siano giudicate prodotte in un modo

rigorosamente «inglese»

L’apprendimento

E’ da notare che una alta percentuale di individui arrivati dopo

l’età di 12 anni è riuscita a pronunciare bene queste vocali. Allora

se esiste un periodo critico, come hanno potuto riuscirci?

L’apprendimento

Sopra. Numero di persone in ogni gruppo che hanno

prodotto bene due vocali inglesi

/u/

/ʊ/

In un esperimento successivo abbiamo deciso di reclutare

persone arrivate in Canada dopo l’età di 23 anni

E’ stato difficile trovare tali

individui perché dopo il 1970

l’immigrazione di italiani in

Canada è diminuita

drasticamente

Ci siamo riusciti solo con l’aiuto

della Signora Jennie Prosperine

che ha fatto centinaia di

telefonate per trovare i soggetti

giusti per noi

L’apprendimento

Ciò che abbiamo scoperto è che gli Italiani arrivati in Canada

all’età media di 18 anni parlavano con accenti più forti di quelli

arrivati a 10 anni

Questa differenza si poteva

attribuire al cosiddetto

«periodo critico» a 12 anni

L’apprendimento

Abbiamo anche scoperto che gli Italiani arrivati in Canada

all’età media di 26 anni parlavano con accenti più forti di quelli

arrivati a 18 anni

Questa differenza non poteva

essere attribuita ad un

«periodo critico» perché i

membri di entrambi i gruppi

erano arrivati dopo le fine del

cosiddetto «periodo critico»

Ci doveva essere un’altra

spiegazione

L’apprendimento

Forse il problema della pronuncia che si vede sempre di più

secondo l’età è dovuto ad una insufficienza di input

(esposizione) piuttosto che ad una perdita di capacità di

imparare

I veri limiti

La mia ipotesi è che i veri limiti derivano dall’esposizione ad

una seconda lingua in termini sia quantitativi che qualitativi

I veri limiti

Non c’è alcun dubbio che esistano limiti nell’apprendimento

della pronuncia di una L2. Ma quali sono realmente questi

limiti?

Per valutare quest’ipotesi, abbiamo dovuto trovare dei

partecipanti italiani alla ricerca MOLTO particolari

I veri limiti

Abbiamo reclutato 2 gruppi di persone arrivate da giovani e 2

altri gruppi di persone arrivate in età adulta

Noto: 18 partecipanti in ogni gruppo

I veri limiti

Questi gruppi furono in seguito divisi secondo la differente

frequenza dell’uso dell’inglese. I membri di 2 gruppi usavano

l’inglese quasi costantemente (frequente) mentre i membri di

altri due gruppi lo usavano per la metà del tempo (non

frequente)

Questo grafico rappresenta l’accuratezza nella produzione di

sei vocali inglesi. I fattori importanti sono sia l'età di arrivo in

Canada che la percentuale di uso dell’inglese

I veri limiti

In un altro esperimento abbiamo notato un effetto forte

dell’uso dell’inglese sulla capacità di distinguere

percettivamente 3 paia di vocali inglesi

I veri limiti

… e anche sull’identificazione percettiva di

consonanti alla fine di parole inglesi (ad esempio,

«seek, seat, seed, seep»)

I veri limiti

I veri limiti

Questi risultati (e altri simili) dimostrano l’importanza della

quantità dell’input nella L2, ma ancora non spiegano tutto

Quello che manca è una considerazione sulla qualità

dell’input

I veri limiti

Sappiamo che il tipo di modello sentito dai bambini determina il

loro eventuale modo di pronunciare la madrelingua

La qualità dell’input è importante anche nell’apprendimento di

una L2

Per valutare il ruolo della qualità dell’input, abbiamo fatto un

confronto tra partecipanti maschi e femmine

Come già menzionato, ogni gruppo di immigrati nella nostra

ricerca consisteva di 12 maschi e 12 femmine

Sappiamo che nell’apprendimento della madrelingua le

ragazze riescono meglio dei ragazzi

Questa differenza per i bambini che imparano la madrelingua

si chiama il «vantaggio femmina»

I veri limiti

E in una L2? Prima di fare il confronto abbiamo

immaginato tre esiti possibili:

I veri limiti

A. una pronuncia superiore delle femmine e

cioè un «vantaggio femmina»

B. una pronuncia superiore della parte dei

maschi

C. nessuna differenza

Ecco invece i risultati da noi ottenuti. Per gli italiani arrivati prima

dei 14 anni, la pronuncia delle femmine era migliore di quella dei

maschi. Invece tra quelli arrivati dopo i 17 anni, facevano meglio i

maschi delle femmine

I veri limiti

La percentuale dell’uso dell’inglese potrebbe spiegare,

almeno in parte, l’effetto della cosiddetta «età di arrivo». Chi è

arrivato da giovane ha usato l’inglese molto di più (4:1) di

quelli arrivati più tardi nella vita (1,5:1)

I veri limiti

Purtroppo però una differenza nella percentuale d’uso

dell’inglese non spiega la differenza tra maschi e femmine

perché tra i due sessi c’era poca differenza

I veri limiti

I veri limiti

La differenza tra maschi e femmine era dovuta all’uso

dell’inglese in contesti sociali diversi

Mi spiego. Per chi parla una lingua sola (monolingue)

non occorre nessuna scelta di lingua

I veri limiti

I bilingui devono fare una scelta di lingua

Immaginiamo tre persone di madrelingua italiana che hanno

imparato l’inglese come L2. Si chiamano Pino, Beppe e

Franco

Quale lingua parleranno i nostri tre bilingui. Inglese o Italiano?

Pino Beppe Franco

I veri limiti

Dipende

Se tutti e tre sono arrivati in Canada all’età di 5 anni e sono

residenti in Canada da 35 anni: inglese

Se tutti e tre sono arrivati in Canada all’età di 15 anni e

l’argomento è il calcio: italiano

Pino Beppe Franco

I veri limiti

La scelta di lingua cambierà se Pino va via e arriva Bill. Ora

Beppe e Franco dovranno parlare l’inglese perché, se no, il

loro amico monolingue Bill non capirà niente

Bill Beppe Franco

I veri limiti

Immaginiamo che questi tre stanno insieme per 30 minuti e

ognuno di loro parla per 10 minuti

In questo caso i bilingui (Beppe e Franco) saranno esposti ad

un modello d’inglese

• corretto – quello di Bill – per 10 minuti

• non corretto (inglese prodotto con un accento italiano) per

20 minuti

Bill Beppe Franco

Torniamo alla differenza tra maschi e femmine

Per chi è arrivato in Canada da giovane:

i modelli dell’inglese a cui sono stati esposti maschi e

femmine erano simili

Sia ragazzi che ragazze venivano iscritti ad una scuola dove

imparavano l’inglese parlando con insegnanti di madrelingua

inglese e compagni di classe, la maggior parte dei quali erano

di madrelingua inglese

In questo caso abbiamo osservato l’aspettato «vantaggio

femmina»

I veri limiti

Invece per chi è arrivato in Canada più tardi nella vita, i

modelli erano diversi per maschi e femmine

• Le donne rimanevano normalmente a casa, parlando e

sentendo principalmente l’italiano

• Gli uomini lavoravano fuori casa e imparavano l’inglese

usandolo talvolta con persone di madrelingua inglese, ma

più spesso con altri italiani

I veri limiti

Immigrati italiani a lavoro in Canada, 1903

Per le donne italiane arrivate dopo l’età di 17 anni, un modello

importante dell’inglese era quello dei loro parenti maschi che

parlavano l’inglese con un accento italiano

Man mano gli uomini, lavorando fuori casa, sentivano sempre di

più un modello corretto dell’inglese

Il risultato per chi era arrivato dopo i 17 anni era una pronuncia

migliore dell’inglese da parte dei maschi che delle femmine

I veri limiti

Il collega Kenji Hakuta ha notato che la competenza in inglese

degli immigrati diminuiva gradualmente dall’età di arrivo di 5

anni fino a 60 anni. Non c’era un «crollo» in corrispondenza

dei 12 anni (periodo critico), ma per qualsiasi età di arrivo, la

competenza nella L2 era sempre più alta tra quelli con una più

lunga scolarizzazione

I veri limiti

Come già menzionato, abbiamo notato un effetto dell’ «età di

arrivo» sulla pronuncia dell’inglese di 240 immigrati coreani

negli Stati Uniti

Come per gli italiani, più tardi i coreani erano arrivati negli Stati

Uniti, più forti erano i loro accenti stranieri

I veri limiti

Ma questo effetto non era principalmente un effetto dell’età

cronologica (o neurologica) in cui i coreani avevano iniziato ad

imparare l’inglese come L2

I veri limiti

Age of Arrival (years)

2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22

Edu

ca

tio

n in U

S (

ye

ars

)

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

I coreani, come gli italiani, avevano imparato l’inglese in

contesti sociali diversi secondo l’età di arrivo

Ad esempio, più tardi i coreani erano arrivati negli Stati Uniti,

meno avevano frequentato scuole dove l’inglese veniva usato

come lingua di istruzione e potevano avere relazioni con

persone di madrelingua inglese

Anni di

istruzione negli

Stati Uniti

I veri limiti

I coreani arrivati negli Stati Uniti prima dei 12 anni usavano

inglese più del coreano. Quelli arrivati dopo i 12 anni usavano il

coreano un po' di più dell’inglese

I veri limiti

Allora qual è l’importanza dei 12 anni di età?

Dopo quest’età non cambia il cervello e/o diminuisce la

capacità di imparare una pronuncia diversa di quella della

madrelingua

I veri limiti

Dopo 12 anni cambia invece l’esposizione a diversi

modelli della lingua che gli immigrati devono imparare

come lingua seconda

Per concludere

Una strada romana in Inghilterra

Per chiunque, l’esperienza

precedente con i suoni

della madrelingua incide

sull’apprendimento della

pronuncia di una seconda

lingua

L’effetto è più forte negli

adulti che nei bambini?

Forse

Per concludere

Si perde la capacità di

imparare la pronuncia di

una seconda lingua?

Assolutamente no. Tutti

possono imparare e man

mano tutti imparano

L’esistenza di un «periodo

critico» all’età di 12 anni è

un mito, non un fattoUna strada romana in Inghilterra

Per concludere

Una strada romana in Inghilterra

Quello che sembra un

effetto dell’età non lo è

DIPENDE

DALL’INTEGRAZIONE

NEL NUOVO CONTESTO

SOCIALE

Fine

Vi ringrazio la cortese attenzione

Questa presentazione può essere scaricato

dal mio sito web

http://www.jimflege.com/conferences