james suckling rende omaggio alle eccellenze italo...

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masinews agosto 2017 pagina 1/5 NEWS – AGOSTO 2017 7/2017 pagina 5 passione caracciola, vino e auto storiche pagina 4 masi a vinovip cortina masi in musica al festival di palmesus pagine 2/3 campofiorin e la stampa internazionale follow us on facebook: @masi wine experience follow us on twitter: @MrAmaroneMasi Il noto critico statunitense del vino, James Suckling, ha recentemente pubblicato nel suo report “e many, diverse wonders of Argentina” eccellenti punteggi per i vini della Tenuta Masi Tupungato in Argentina: Corbec 2012 (94/100), Passo Doble 2015 (92/100), Passo Blanco 2016 (90/100). Nella regione di Mendoza, Masi ha trovato condizioni ambientali e culturali ideali per esportare le tecniche e le uve delle Venezie e per praticare l’agricoltura biologica nel rispetto della fauna e flora locali. Il vino di Masi Tupungato è il risultato originale dell’unione tra importanti uve venete e argentine. Dopo la vendemmia, una percentuale significativa di uve viene appassita nei fruttai durante i mesi invernali (seguendo la tecnica dell’Appassimento), concentrando negli acini aromi e profumi per la produzione di vini di eccellenza. A seguire le note descrittive di James Suckling: Corbec 2012 Pt (94/100) Liquirizia, al naso note di pietra e di bacche accompagnano un vino corposo e rotondo. Un retrogusto deciso e netto. Fantastico. Un taglio di Corvina e Malbec. Masi sta lavorando bene! Passo Doble 2015 Pt (92/100) Un forte sentore di mora, spezie e liquirizia accompagnano un vino corposo e tannini morbidi e setosi. Persistente e ricco di aromi. Un taglio Malbec e Corvina. Davvero fantastico, da provare. Passo Blanco 2016 Pt (90/100) Brillante e fruttato, ricco di note di mele e pesche tagliate. Un vino di medio corpo, di buona acidità e dal finale energico. Davvero vivace JAMES SUCKLING RENDE OMAGGIO ALLE ECCELLENZE ITALO-ARGENTINE DI MASI 94 100 92 100 90 100

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masinews agosto 2017 pagina 1/5

news – agosto 2017 7/2017

pagina 5 passione caracciola, vino e auto storiche

pagina 4 masi a vinovip cortinamasi in musica al festival di palmesus

pagine 2/3 campofiorin e la stampa internazionale

follow us on facebook: @masi wine experience follow us on twitter: @MramaroneMasi

Il noto critico statunitense del vino, James Suckling, ha recentemente pubblicato nel suo report “The many, diverse wonders of Argentina” eccellenti punteggi per i vini della Tenuta Masi Tupungato in Argentina: Corbec 2012 (94/100), Passo Doble 2015 (92/100), Passo Blanco 2016 (90/100).Nella regione di Mendoza, Masi ha trovato condizioni ambientali e culturali ideali per esportare le tecniche e le uve delle Venezie e per praticare l’agricoltura biologica nel rispetto della fauna e flora locali. Il vino di Masi Tupungato è il risultato originale dell’unione tra importanti uve venete e argentine. Dopo la vendemmia, una percentuale significativa di uve viene appassita nei fruttai durante i mesi invernali (seguendo la tecnica dell’Appassimento), concentrando negli acini aromi e profumi per la produzione di vini di eccellenza.

A seguire le note descrittive di James Suckling:Corbec 2012 Pt (94/100)Liquirizia, al naso note di pietra e di bacche accompagnano un vino corposo e rotondo. Un retrogusto deciso e netto. Fantastico. Un taglio di Corvina e Malbec. Masi sta lavorando bene!Passo Doble 2015 Pt (92/100)Un forte sentore di mora, spezie e liquirizia accompagnano un vino corposo e tannini morbidi e setosi. Persistente e ricco di aromi. Un taglio Malbec e Corvina. Davvero fantastico, da provare.Passo Blanco 2016 Pt (90/100)Brillante e fruttato, ricco di note di mele e pesche tagliate. Un vino di medio corpo, di buona acidità e dal finale energico. Davvero vivace

JaMes sUCKLIng RenDe oMaggIo aLLe eCCeLLenZe ItaLo-aRgentIne DI MasI

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CaMPoFIoRIn e La staMPa InteRnaZIonaLe

Le uve posate su graticci di bambù sembrano vive, torcendosi sui loro grappoli come scuri vermi. Ogni acino si distacca dal suo vicino prima di avvizzire e prendere concentrazione. Infine cadono immobili, statici, appassiti. Ecco cosa vi mostreranno tre mesi di fotografia time-lapse dell’antico processo dell’appassimento. Si tratta di una specialità della regione italiana del Veneto da quasi 1.500 anni, descritta per la prima volta nei primi anni del 6° secolo da Cassiodoro, un funzionario di Teodorico il Grande. Le colline veronesi godono della regolare esposizione ai venti che spirano del Lago di Garda e dalla Valle dell’Adige e che facilitano l’essiccazione dei grappoli in sottotetti, granai e solai appositamente costruiti. I vitigni autoctoni locali (soprattutto la Corvina) rivelano appieno il loro potenzialesolo se sottoposti a questo trattamento. Simbiosi fortuita di luogo e varietà di vino o il risultato di secoli di attenta selezione? Nessuno lo sa, ma certamente i locali fanno il miglior uso di quanto hanno ricevuto in dono, con una serie intricata e complessa di tipologie di vino basate su diversi livelli di appassimento delle uve e varie strategie di vinificazione. Valpolicella è il nome di questa famiglia di vini e quelli più semplici sono prodotti senza alcun appassimento delle uve: vini rossi-rosé pallidi e freschi che, leggermente raffreddati, sembrano la soluzione perfetta per la sete estiva. Il loro morbido aroma richiama le amarene, con entrambi il sapore di ciliegia e

di amaro che aumentano di intensità mano a mano che si sale di levatura (la ciliegia è un tema regionale ricorrente qui: i vigneti condividono le colline con le piantagioni di ciliegio e, in tempi passati, i vini erano conservati in botti di legno di ciliegio). I vini prodotti con uve essiccate per tre mesi pieni invece, non sono solo più scuri e più forti, ma assumono asperità convincenti anche se sconcertanti che possono evocare funghi, fumo, ceneri, sale o pece, mentre la dolcezza della ciliegia si amplifica verso il cioccolato,

buccia d’arancia e noce. I tannini maturi si accumulano e impressionano. Le versioni secche sono chiamate Amarone, una parola che in Italiano evoca grandezza e amarezza. Ci sono anche alternative più dolci, più gradevoli, e meno inebrianti chiamate Recioto: queste conservano il loro spettro fruttato in modo più completo, cosicché il loro sapore non è in alcun modo pesante o aggressivo, come accade spesso con l’Amarone. In anni recenti ci si è dedicati a una serie di tipologie intermedie, che hanno causato non poche controversie. Dal 1964, l’importante produttore Veneto Sandro Boscaini di Masi ha prodotto (e registrato) una tipologia chiamata Ripasso per il Campofiorin di Masi. Questo prevedeva la macerazione di Valpolicella “ordinario" con residui di buccia e semi di Amarone, un processo che conferiva un po’ di profumo extra, vigore e un’austera grandeur. In seguito Boscaini non fu più soddisfatto della tecnica, paragonando il processo a quello

Il cinquantenario del Campofiorin

ha risvegliato l'interesse della stampa internazionale

verso questo storico vino, scopri il recente articolo

del Financial Times firmato da Andrew Jefford

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CaMPoFIoRIn e La staMPa InteRnaZIonaLe

di usare due volte una bustina da the, e rinunciò ai diritti di marchio consentendone l’uso generale nel 2006. “I vini prodotti con uve appassite per tre mesi pieni acquisiscono asperità convincenti ma sconcertanti”. Questo fu adottato come termine ufficiale dalle autorità locali nel 2010, e da allora c’è stata un’esplosione nella produzione di Ripasso, che ora eclissa quella del Valpolicella (27,6 milioni di bottiglie del primo rispetto ai 18,2 milioni di bottiglie del secondo nel 2016). Il puristi lamentano il fatto che il rinfrescante, leggero e vivace Valpolicella Classico – una proposta che può soddisfare coloro i cui palati sono avvezzi al Borgogna rosso, ad esempio – sembra essere stato dimenticato nella corsa verso prodotti ottenuti da uve essiccate. Molti produttori seri ora evitano l’uso del nome e della tecnica Ripasso per i loro vini di livello medio, preferendo (come ha fatto Masi dal 1983 per il Campofiorin) incorporare una percentuale di uve essiccate o usare quelle essiccate per un periodo più breve rispetto a quello necessario per l’Amarone. Lo straordinario Valpolicella di Dal Forno (niente di ciò che produce questa scrupolosa famiglia potrebbe mai essere descritto come “ordinario”) è prodotto unicamente da uve essiccate per un mese e mezzo invece che tre. Allegrini usa una percentuale di uve essiccate per il suo Palazzo della Torre, mentre La Grola per la sua minima produzione di Corvina La Poja ne rifugge del tutto l’uso. Quasi tutti i vini di Giuseppe Quintarelli, il paziente maestro regionale che morì agli inizi del 2012 ma il cui lavoro viene portato avanti dalla famiglia in uno spirito di devota fedeltà, contengono percentuali significative di uve essiccate. Ciò è importante perché è con le tipologie intermedie che il Veneto compete quasi alla pari con l’appeal gastronomico di vini come il Barolo, il Barbaresco e il Chianti. Il dissetante Valpolicella – almeno come lo fanno quasi tutti – sembra troppo leggero per molte portate principali, mentre l’Amarone e il Recioto si

abbinano al meglio con formaggi o frutta secca o, in effetti, da soli, per meglio apprezzarne l’intensità. Gli osservatori notano che sempre più uve Valpolicella vengono essiccate ogni anno, spesso in modo errato: il processo non può trasformare miracolosamente uve di scarsa qualità in uve più propizie. Il rischio è che gli standard si abbassino sia per il Ripasso sia per l’Amarone, con il meno costoso Amarone che cessa di essere il raro “vino da meditazione”, qual è la sua massima vocazione, per diventare un’incarnazione puramente più forte e talvolta più imbronciata dei vini di livello medio. Usare uve essiccate nella vinificazione, a meno che non

si presti grande attenzione ad ogni fase del processo, significa flirtare con il pericolo; ossidazione ed eccessiva acidità volatile sono i rischi che si corrono. “Stiamo facendo vino di qualità o stiamo facendo grandi affari?” chiede Sandro Boscaini di Masi (nonostante sia quotata in borsa, questa azienda è comunque di piccole dimensioni). “Al momento stiamo facendo grandi affari” afferma, asserendo che l’Amarone è di conseguenza diventato “un vino di consumo”. Le autorità locali sono consapevoli del pericolo che l’Amarone e il Ripasso scadano nella produzione a basso costo, e hanno ridotto

la percentuale ammessa di uve che possono essere essiccate per l’Amarone dal 50 al 40 percento della vendemmia 2016 di Valpolicella. Il successo nel mondo del vino spesso si paga, ma in 40 anni il Valpolicella si è trasformato dal carburante industriale per i party in un classico vino italiano di qualità e molto ammirato. Non è difficile per i consumatori diffidare di esempi sospettosamente a buon mercato di prodotti esaltati. Una grande sfida, in verità, è tentare di comprendere le gamme complesse dei principali produttori; il Valpolicella è spesso più complicato del Bordeaux. Aromi e sapori tormentosamente unici però ricompensano chi persiste

Tra sole e musica, anche Masi ha avuto il piacere di partecipare quest’anno al Palmesus Festival, la più grande festa della musica in spiaggia della Scandina-via, nei luoghi suggestivi della località balneare di Bystranda a Kristiansand, che ogni anno accoglie più di 30.000 appassionati. A rallegrare le giornate di festeggiamenti e buona musica il nostro vino Spumante Moxxé che, con la sua freschezza, sentori di frutta matura e spiccati aromi del Verduzzo appassito, ha allietato le serate di vip e giovani di tutte le età, da ogni parte del mondo.L’edizione 2018 è già sold out, e noi auspichiamo un grande ritorno con la prossima annata delle nostre bollicine!

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MasI a vInovIP CoRtIna

Non potevamo mancare alla due giorni in alta quota di VinoVip Cortina, l’undice-sima edizione di questo spettacolare even-to biennale ideato dalla rivista Civiltà del Bere. Tra i vari appuntamenti, abbiamo partecipato al tanto atteso “Tasting delle Aquile” del Rifugio Faloria, nel cuore delle Dolomiti, incontrando professioni-sti ed estimatori del vino con l’importan-

te selezione: Campofiorin 2014, Toar 2013 e Riserva di Costasera 2011. La manifestazione è stata seguita anche da Raffaele Boscaini, direttore marketing, settima generazione della famiglia Bo-scaini, che è intervenuto al seminario “Comunicare la complessità” parlando dell’importanza di una comunicazione più semplice e immediata rivolta agli

appassionati del mondo del vino. In se-guito, racconta: “VinoVip Cortina è da sempre per noi un appuntamento im-perdibile, un’esperienza memorabile per gli addetti ai lavori e gli amanti del mon-do del vino, da godere in questa corni-ce da sogno in cui gastronomia, vino e buon vivere si presentano ai massimi livelli in Italia”

MasI In MUsICa aL FestIvaL DI PaLMesUs

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PassIone CaRaCCIoLa, vIno e aUto stoRIChe

I vini Masi sono stati protagonisti a Passione Caracciola, un rally di regolarità per auto storiche fino al 1980, dedicato a Rudolf Caracciola, uno dei più grandi piloti del secolo scorso. Hanno gareggiato 58 vetture, tra le quali soprattutto Mercedes, ma non sono mancate Porsche, Jaguar, Alfa Romeo, Maserati e tanti altri modelli storici, in un’esperienza di guida che ha ripercorso i luoghi più significativi della vita del pilota. Passione Caracciola, oltre ad essere una competizione

automobilistica, rappresenta anche un momento di condivisione e convivialità, come dimostra la presenza di Masi, che ha tenuto una degustazione di Masianco 2016, Bonacosta 2015, Campofiorin 2014 e Costasera 2012 presso il Kulm Hotel ad Arosa (Svizzera), una delle tappe del rally. Ancora una volta la nostra cantina è stata selezionata per eventi di grande risonanza e di forte passione, valori che d’altro canto accomunano Passione Caracciola e Masi

Masinews 7/2017. News agosto 2017. Pubblicazione ad esclusivo uso interno a cura dell’Ufficio Comunicazione Masi

Redazione Editoriale: Cristina Valenza, Angela FranceschiniDora Stopazzolo

Masi Agricola S.p.A. Tel. +39-045-6832511 Fax. +39-045-6832535 e-mail: [email protected]