job numero 12

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Poste Italiane S.p.A.-Spedizione in abbonamento postale- D.L. 353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 2 e 3, Aut: CNS/CBPA-NA/239/08 Anno III, Numero 12 Agosto 2010 PERIODICO DI INFORMAZIONE GRATUITO della FENEAL-UIL CAMPANIA feneal uil in Campania Crisi a pane e latte Angeletti: manovra, paghino gli evasori Rea: in Campania c’è bisogno di coraggio Nappi: lavoro, il mio programma

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magazine gratuito di in formazione della feneal uil campania

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Anno III, Numero 12Agosto 2010

PERIODICO DI INFORMAZIONE GRATUITOdella FENEAL-UIL CAMPANIA

feneal uil in Campania

Crisi a pane e latteAngeletti: manovra,

paghino gli evasori

Rea: in Campania c’è

bisogno di coraggio

Nappi: lavoro,

il mio programma

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Con uno sguardo stralunato, una richiesta d’aiuto sembra venire da questo uccello annerito dal petrolio che ha causa-to la marea nera nel Golfo del Messico. Una strage ambientale, non la prima a dire il vero, che dovrebbe far riflette-re sul giusto rapporto tra mondo industriale e contesto esterno. La ricerca del profitto troppo spesso collide con il ri-spetto dell’ambiente, della salute degli esseri umani, del mondo pulsante che ci circonda. Noi siamo protagonisti e vit-time allo stesso tempo. Ne siamo consapevoli? La marea nera rischia di travolgerci anche senza che ci sia petrolio.

la foto

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Job Feneal Uil in CampaniaNumero 12 - Agosto 2010Periodico bimestraledi informazione gratuitodella Feneal Uil CampaniaTestata registratapresso il Tribunale di Napoli(iscr. n. 7 del 29/01/2008)

Direttore editoriale:Emilio CorrealeDirettore responsabile:Carlo PorcaroEditore:Feneal-Uil Campania,Via Brin, 69 80142 NapoliRedazione:Dario De SimoneLiliana PalermoP.G.CorrealeGrafica:Claudia NoliImage editing:Antonio MassaContatti redazione:Via Benedetto Brin 69 - 80142 NapoliTel: 081-269115, 081-200564; Fax: 081-0143084e-mail: [email protected] internet:www.fenealuilcampania.itCoordinamento: PK s.r.l.Stampa:Litografia Buonaurio srl,via Trav. 4 novembre 6,80026 Casoria (Na)Tiratura: 1500 copie

Giornale chiuso in redazione il 21/7/2010

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INT

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I Rudy Giradi«NaplEst è la svoltache attendevamo da un decennioper rilanciare una delle areepiù penalizzate della città»

LinoCannavacciuoloFaccia a faccia conil violino magico

Maria BolignanoLa “zitella” insolitamente bellache ha cambiato il cabaret

Le giteA mare a Ischia e Sapri

Severino NappiIl nuovo assessore regionaleal Lavoro spiega cosa intende fareper risolvere le emergenze: «Tra leprime cose c’è da cambiare il mododi fare formazione»

CASO TRIANON

7 L’editoriale9 Il filo di job42 La bussola/ la tempestache spegnerà l’Europa

48 Libri, dischi, film58 Attualità26 Consigli fiscali

RU

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E

Anna Rea«La Campania è sull’orlodel baratro. Non si salvasenza scelte coraggiose»

Luigi Angeletti«Abbiamo detto sìalla manovra del Governopur sapendo che solouna ripresadell’economiane eviteràuna correttiva.E ci piacerebbeanche chea pagare fosserofinalmente anchegli evasori fiscali»

18 Giovanni Sgambati«Ecco come siamoriusciti a salvarePomigliano»

16 Antonio Correale«Il settore edilizio èstato tradito»

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L'ITALIA NON È UN PAESEPER GIOVANI

Mari Kiviniemi, 41 anni, due figli, èil nuovo primo ministro donnadella Finlandia. Proviene da unacittadina dell’Ostrobotniameridionale ed è figlia di contadini.Laureata in Scienze Politiche, èstata Ministro del Commercio conl’estero già a 35 anni. Èun’esponente del SuomenKeskusta, un partito moderato dicentrodestra molto forte proprionelle aree rurali e nei piccoli centriurbani. L’età del nuovo primoministro colpisce non poco separagonata con quella dei politiciitaliani.Il premier Berlusconi ha quasi 74anni, il predecessore Romano Prodine aveva 69 quando è statosfiduciato, il Presidente dellaRepubblica, Giorgio Napoletano, neha compiuti 85 a fine giugno. Il piùgiovane leader di un partitorappresentato in Parlamento èPierferdinando Casini che ha quasi54 anni; Umberto Bossi ne ha 69,Clemente Mastella 63, MarcoPannella ne ha da poco fatti 80. Deipossibili candidati premier nel2013, Pierluigi Bersani ne avrà 62,Luca Cordero di Montezemolo 66,

Nichi Vendola "solo" 55.La storia della politica italiana èpiena di esempi del genere: ci sisorprese non poco quando,nel 1985, Francesco Cossigadivenne Capo dello Stato nonavendo ancora compiuto 57anni. Il predecessore SandroPertini ne aveva 82 quandoiniziò il suo settennato, ilsuccessore Oscar LuigiScalfaro “solo” 74, CarloAzeglio Ciampi quasi 79.C’è anche qualche caso divirtuosismo “giovanile”: nel1983, Bettino Craxi assunseil suo primo incarico dipremier a 49 anni. Tra i “big”della politica del ‘900 riuscì afare meglio solo Aldo Moro,presidente delConsiglio a 47anni nel 1963. Ilprimo governodel 46enneAmintore Fanfani,nel 1954, durò ilbreve spazio didieci giorni.dds

curiosità

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Una premessa d'obbligo: finisceun'avventura. Job volge al ter-mine, questo che state leggen-

do è molto probabilmente l'ultimo nu-mero. Mio dovere, quindi, ringraziareil gruppo di lavoro che ha dato vita dueanni fa a questa esaltante esperienza:Emilio, Antonio, Claudia, Dario, Pao-lo e Liliana. Chi ha contribuito diret-tamente o indirettamente ad arricchiredi contenuti e idee la nostra rivista ri-conoscerà il ruolo che abbiamo cerca-to di esercitare: un patrimonio che re-sta in ogni caso.

Intanto, il mondo brucia. Aumentano iPaesi la cui solidità economica vienemessa in discussione, le banche stannoperdendo sempre più credibilità neiconfronti dei consumatori, cresce l'in-sofferenza per la politica. In Italia, anzial Sud (che ormai è un Paese a sè), ab-biamo vissuto il caso dello stabili-mento Fiat di Pomigliano d'Arco dovesi è rotta l'unità sindacale sull'accordocon l'azienda. Comunque la si pensi sulmerito dell'intesa, sta di fatto che quel-la famosa crisi di cui si parla da anni or-mai tocca le nostre tasche da molto vi-cino, indice sul nostro futuro, su chivuole costruirselo un destino con le pro-prie mani. E se altre Nazioni sembra-

no più competitive avendo un costo dellavoro più basso, rischiamo la cinesiz-zazione dell'Italia? O meglio del Sud,che ripeto è sempre più una realtà a par-te, un fardello per il Nord? Sì, se –come sempre – la politica non si dà unamossa, non taglia davvero i rami sec-chi e non i ceti più deboli. Qualcheesempio? Privatizzare la Rai almeno inparte, eliminare le Authority che nonfunzionano e non vigilano come do-vrebbero, diminuire il numero dei par-lamentari, eliminare i senatori a vita,semplificare il sistema giudiziario i cuitempi lunghi gravano tantissimo sullecasse dello Stato, garantire vera liberaconcorrenza di mercato in settori di fat-to monopolizzati, tutelare i nuovi diritticivili anche con interventi di welfare so-ciale. In attesa di tempi migliori. Infi-ne, un appello a chi dell'uso delle pa-role ci vive, mondo politico e del-l'informazione per intenderci: bastaluoghi comuni. I cittadini, i lettori, giutenti, non ne possono più degli an-nunci, dei litigi, delle prese di posizioneper guadagnare uno specchietto di no-torietà effimera. I tempi esigono es-senzialità, rigore, efficienza, pragma-tismo. I sogni non li vogliamo accan-tonare, ma neanche alimentare a vuoto.

l’editoriale

[CARLO PORCARO]

Il mondo bruciaI tempi esigono rigore, ma imperano i luoghi comuni

[email protected]@

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la canzone

La gente non ha voglia di pensare cose negativela gente vuol godersi in pace le vacanze estiveci siamo rotti il pacco di sentire che tutto va maledella valanga di brutte notizie al telegiornaleC’è - L’Italia paese di Santipochi idraulici e troppe badanti

C’è l’Italia paese della LibertéEgalité e del Gioca Giuè!C’è - l’Italia s’è desta madipende dai punti di vistaC’è la crisi mondiale che avanzae i terremotati ancora in vacanzaMeno male che c’è Carla BruniSiamo fatti così - Sarkonò SarkosìChe bella Carla Brunise si parla di te il problema non c’èio rido… io rido…

ambarabàciccicoccò soldi e coca sul comòC’è l’Italia dei video ricattic’è la nonna coi seni rifattie vissero tutti felici e contentima disinformati sui fattiOsama è ancora latitantel’ho visto ieri al ristorante!

Lo so che voi non mi credetese sbaglio mi corigereteMeno male che c’è Carla BruniSiamo fatti così - Sarkonò SarkosìChe bella Carla Brunise si parla di te il problema non c’èio rido... io rido...

La verità è come il vetroche è trasparente se non è appannatoper nascondere quello che c’è dietrobasta aprire bocca e dargli fiato!Carla Bruni... Carla Bruni...

Meno male che c’è Carla BruniSiamo fatti così - Sarkonò SarkosìChe bella Carla Brunise si parla di te il problema non c’èIo me la prendo con qualcunotu te la prendi con qualcunolui se la prende con qualcunoE sbatte la testa contro il muroIo me la prendo con qualcunotu te la prendi con qualcunolui se la prende con qualcunonoi ce la prendiamo...

MenomaleSimone Cristicchi

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Ad una recente cerimonia dinozze tra due miei carissimiamici, l’autorevole offician-

te, nel suo discorso augurale, ha ef-ficacemente sottolineato quanto l’a-spirazione alla felicità sia nel nostropaese, per la sedimentazione di mo-tivi storici, culturali e religiosi, re-legata nella sfera della più intima esommessa individualità, a differen-za di quanto, invece, avviene inAmerica.

Negli Usa, infatti, la felicità è in-dicata addirittura nella Dichiarazio-ne di indipendenza dal Regno Unito,sottoscritta dai primi tredici StatiUniti il 4 luglio 1776, tra i diritti na-turali inalienabili del popolo intero,come la vita e la libertà. In Italia, in-vece, quasi ci si vergogna anche apronunciare la parola “felicità”.

Il suo stesso significato pare alte-rato dai tanti secolari condiziona-menti che sia la visione asceticadella vita, concepita e radicata fin daitempi bui del potere ecclesiastico, maanche la malintesa e intristita ideo-logia dell’eguaglianza le hanno ar-recato.

La prima considerava la vita comefase di transito dell’anima, messa allaprova al contatto con il peccato. La

seconda, nelle varie forme politichecon cui storicamente si è rappresen-tata, partendo dalle sofferenze e dal-le ingiustizie subite dagli uomini, hasempre legato l’eguaglianza ad unmero soddisfacimento dei bisognimateriali e non anche, come in Ame-rica, nella generale ricerca della fe-licità.

Secondo teorie contemporanee “lafelicità è provare ciò che esiste dibello nella vita ed è uno stato di gioiasolo del presente”.

Non si riesce a cogliere, quindi, ilvero valore della felicità, perchénon solo abbiamo smesso di averesperanza nel futuro, come se non fos-se nemmeno più atteso, ma per dipiù c’è da chiedersi poi come sia pos-sibile farlo, in tempi così infelici de-terminati dalla grave crisi che stiamoattraversando.

È una comune convinzione quellasecondo cui chi detiene il poteretende sempre a utilizzare l’aspira-zione alla felicità degli uomini, perindirizzarla su valori fatui, legati,semmai, alla degenerazione del con-sumismo.

È questa la primaria operazione ne-cessaria per manipolare le coscienze

e predisporle ad esprimere il con-senso verso chi propone, non tantosoluzioni concrete per vivere megliooggi, ma modi di vivere conformisti,di apparente felicità, a cui aspirare,con tale smania ansiosa da aumen-tare a dismisura l’individualismosfrenato tipico di questi tempi. In Ita-lia il “berlusconismo” ha creato deiveri e propri maestri di questo tipo dicomunicazione.

Purtroppo, nonostante la manovrafinanziaria, necessaria ma sicura-mente dolorosa, nonostante il crollodell’occupazione, il declino indu-striale senza rimedio, la carenza del-le risorse per l’avvio di grandi ope-re e per un effettivo rilancio dellosviluppo economico.

Nonostante il crescente antagoni-smo territoriale, nonostante il cre-scente razzismo e la diffusione di tut-te le mafie, nonostante l’assenza to-tale di una politica di governo capa-ce di affrontare queste drammatichequestioni con provvedimenti accettatied unificanti, nonostante tutti questifattori di crescente infelicità, è lamaggioranza, sempre più ampia, de-gli italiani che ancora ci crede.

[EMILIO CORREALE]

La felicitàin tempo di crisi

[email protected]@

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l’intervento

Segretario Luigi Angeletti, persalvare l’euro dagli attacchidella speculazione, tutti i Pae-

si europei hanno dovuto predisporremanovre economiche molto severe.Qual è il suo giudizio sulla manovravarata dal nostro Governo?

«Intanto bisogna ricordare che lamanovra economica varata dal Gover-no è stata necessaria e tempestiva: unatto dovuto a fronte delle decisioni as-sunte dall’Unione Europea. In quellasede è stata concordata una strategia diriduzione del deficit pubblico in fun-zione della salvaguardia dell’euro e del-la condizione economica generale. E ilnostro Paese si è dovuto adeguare perevitare che la moneta con cui vengonopagati i nostri salari perdesse del tut-to valore. Ciò detto, la positiva valuta-zione sul complesso della manovra re-sta subordinata alla conferma definiti-va di quei provvedimenti che accolgo-

no le storiche rivendicazioni della no-stra organizzazione sindacale sul fron-te della lotta all’evasione fiscale e del-la riduzione dei costi della politica. LaUil ha chiesto che fosse confermata laproporzione secondo cui circa i due ter-zi del gettito della manovra provengo-no proprio dalla programmata attua-zione di provvedimenti in materia di ri-duzione dei costi della politica e di lot-ta all’evasione fiscale. E’ stata, inoltrevalutata positivamente la scelta di evi-tare incrementi della pressione fiscaleche si sarebbero scaricati sui salari deilavoratori dipendenti e sulle pensioni».

Quali sono, invece, i capitoli dellamanovra che la Uil non condivide?

«Soprattutto i provvedimenti varati inmateria di pubblico impiego perchè con-sideriamo particolarmente grave il bloc-co dei contratti nazionali».

Ci sono stati anche alcuni tentati-vi di modificare il sistema pensioni-stico o di tagliare le tredicesime ad al-cune categorie di lavoratori.

«Sì, è vero. Alcuni parlamentari han-no presentato emendamenti che avreb-bero generato una modifica del sistemapensionistico o avrebbero determinatoil taglio delle tredicesime per alcune ca-tegorie di lavoratori, tra cui agenti di po-

lizia e carabinieri. Scelte inaccettabilicontro cui abbiamo protestato. Pare chetutto sia rientrato».

Secondo alcuni, questa manovranon sarà sufficiente e si paventa, abreve, una manovra aggiuntiva.

«Non è possibile dare una rispostacerta a questa domanda. Se l’economiacresce di circa l’1%, quest’anno, e se nel2011 la crescita sarà superiore all’1%,allora questa manovra potrà bastare. Adoggi, è probabile che tali condizioni siverifichino; ma se l’economia non do-vesse funzionare, l’attuale manovranon sarà sufficiente. Il risultato, pur-troppo, non può essere garantito ancheperché il 23% circa della nostra ric-

La manovraeconomica

era necessaria,ma ora s’intervengasull’evasionefiscale

A Pomigliano èstata vinta unascommessa:

al Sud l’industriapuò ancora

avere un futuro

«Bene la manovraora paghino gli evasori»

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chezza viene generato dagli acquisti dipersone che abitano all’estero. E se i no-stri prodotti non dovessero essere com-prati, la nostra economia andrebbe a ra-mengo».

Qualcuno ha criticato il dialogo diCisl e Uil con il Governo.

«Noi con il Governo non abbiamo fat-to nessun accordo, non c’è nessuna fir-

ma: abbiamo semplice-mente cercato di discute-re e di fargli fare sceltesopportabili. E siamo riu-sciti a difendere i lavora-tori un po’ meglio diquanto sia accaduto neglialtri Paesi europei. Noiabbiamo chiesto che, que-sta volta, la maggior par-

te delle risorse necessarie fosse trova-ta altrove e cioè presso quella parte de-gli italiani che non hanno mai pagatouna crisi. Ecco perché abbiamo chiestoprovvedimenti per la riduzione dell’e-vasione fiscale e dei costi della politica».

Un’ultima domanda su uno deipunti più delicati dell’estate. Cheinsegnamento possiamo trarre dallavicenda della Fiat di Pomigliano che,

dopo timori e preoccupazioni, sembraessere arrivata ad una felice conclu-sione?

«Io credo che sia stata vinta la scom-messa sulla possibilità di produrre autoin Campania o nel Mezzogiorno ed èstata sconfitta, invece, l’idea che nel no-stro Sud l’industria non avrebbe un fu-turo. Da questo punto di vista la vicendadi Pomigliano è rassicurante. La verapartita in gioco, infatti, era tra la pro-spettiva di mantenere e, possibilmente,aumentare posti di lavoro o, viceversa,distruggerli. In quest’ultima ipotesi sisarebbe generato un pessimo esempioper tutto il Mezzogiorno. Noi, invece,con questo accordo abbiamo evitato unpericoloso e devastante effetto domino».

l’intervento

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Lacrisi ci ha consegnato nel 2009un mercato del lavoro in cui ol-tre 450 Mila lavoratori sono sta-

ti messi in cassa integrazione con un au-mento del 311% rispetto al 2008; si sonopersi 380 Mila posti di lavoro da unanno all’altro; per la prima volta, dopo10 anni, il lavoro dipendente diminui-sce (perdendo 177 Mila unità); i tassi dioccupazione e disoccupazione sonotornati ai valori del 2005; 1,9 Milionidi persone sono in cerca di occupazio-ne (+246 mila rispetto al 2008); oltre 2,5milioni di lavoratori hanno un contrat-to di lavoro flessibile (15 lavoratori su100 lavoratori dipendenti hanno uncontratto a termine, di cui 12 su 100 uncontratto a tempo determinato e 3 su100 sono a collaborazione).In tale contesto negativo, il lavoro

sommerso raggiunge percentuali pato-logiche (15,6%), con punte del 21% nelMezzogiorno. Nei primi mesi del 2010,stando alle ultime stime ufficiali, la si-tuazione non è migliorata dal punto divista occupazionale poiché lo stru-mento della cassa integrazione, estesaattraverso lo strumento della deroga alavoratori che fino a tutto il 2008 nonpotevano beneficiarne, continua a pre-sentare temperature da febbre alta.Ma quelli nazionali sono dati com-

plessivi che, se scorporati a livello ter-ritoriale, evidenziano come la crisi ab-bia enfatizzato i difetti, le mancanze e

le dicotomie del nostro mercato del la-voro ed acuito divergenze tra aree ter-ritoriali e Regioni.Così come è accaduto per la Campa-

nia che, nel 2009, ha perso 49 mila po-sti di lavoro, di cui 36 mila a tempo in-determinato e 14 mila a tempo deter-minato. Un tasso di lavoro flessibile parial 16% (al di sopra della media nazio-nale dove 15 lavoratori ogni 100 di-pendenti hanno un contratto non stan-dard).Ed è dall’accorpamento di alcuni in-

dicatori significativi del mercato del la-voro che, come UIL, abbiamo potutoclassificare, la Campania al secondo po-sto per maggior disagio occupazionale,crescendo di una posizione rispetto adun periodo pre crisi quale il 2008.Ma chiuso il 2009, la crisi, che i più

ottimisti credevano fosse giunta al girodi boa, continua a produrre perdite diposti di lavoro su tutto il territorio na-zionale e non di meno in Campania.Nella Regione, infatti, stando alle ul-

time rilevazioni dell’Istat che si riferi-scono al I trimestre 2010, l’occupazio-ne complessiva è diminuita del 2,2% ri-spetto allo stesso periodo del 2009 (at-testandosi a circa 1,6 milioni di cui 1,1mln di occupati dipendenti) e del 4,3%rispetto al 2008. L’occupazione dipen-dente scende dello 0,7%, perdendo ol-tre 8 mila lavoratori dipendenti.Le persone in cerca di occupazione,

la maggioranza delle quali uomini, haraggiunto le 84 mila unità (che incido-no per il 28% sul totale dei disoccupa-ti del Sud), con un aumento del 13,5%rispetto al I trimestre 2009. Preoccu-pante la crescita delle persone senza la-voro: più del doppio rispetto alla mediadel Mezzogiorno.Il tasso di occupazione, che si attesta

al 39,7%, è sceso di 1 punto percentualerispetto al I trimestre 2009 e dell’1,8%rispetto al 2008, mentre sale di 1,9 pun-ti percentuali rispetto al I trimestre2009 il tasso di disoccupazione con uncoinvolgimento di oltre 15 persone su100 (soprattutto donne).I riflessi negativi della crisi sono inol-

tre visibili dal dettaglio regionale del ri-corso alla cassa integrazione che nei pri-mi 6 mesi dell’anno ha interessato me-diamente circa 28 mila lavoratori con unaumento rispetto allo stesso periodo del2009 del 36,7%, ma dato più emblemati-co quello dell’aumento del 212,8% rispettoal primo semestre 2008, in cui la crisi an-cora nonmordeva ancora posti di lavoro.

l’intervento

[GUGLIELMO LOY] (segretario Uil nazionale)

«In Campania le cifresono preoccupanti»

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L’aumento ha interessato maggior-mente la Cigs (dove l’aumento è stato del144%) e la cassa in deroga (più 78,6%),mentre è diminuita del 24% la richiestadella cassa integrazione ordinaria.Inoltre, nel solo mese di giugno 2010,

la Campania è stata la Regione del Mez-zogiorno con il maggior numero di ri-chieste di Cigo (1,3 Mln di ore) e di Cigs(1,9 Mln di ore). In questo mese la cas-sa integrazione ha visto coinvolti in cri-si aziendali circa 23 mila lavoratori.Dal confronto con i primi 6 mesi del

2009, nel 2010 il comparto edile è

quello che ha registrato, un elevato au-mento delle ore di cassa integrazione inderoga (più 6.434%), così come non puòessere sottovalutato l’incremento del249% delle ore di Cigs. L’effetto dellacrisi è in questo settore del tutto evi-

dente se solo si legge il dato del 2008,dove le richieste di deroga erano pariallo zero. Complessivamente nel setto-re delle costruzioni la cassa integrazio-ne è aumentata del 9,1% rispetto al I se-mestre 2009, e del 116% rispetto allo stes-so periodo del 2008.Il quadro della Regione non miglio-

ra se si analizza il dato del sommersoeconomico e lavorativo.Infatti, nel corso del 2009 è stato al-

larmante anche il dato campano sulsommerso: terza Regione italiana con

il più alto tasso di irregolarità lavorativapari al 21,9% (che equivale a circa 370mila lavoratori irregolari), più alto del-la media dello stesso Mezzogiorno ed,inevitabilmente, dell’Italia (15,6%). Iltutto produce, nella sola Regione, un fat-turato sommerso di oltre 12 miliardi dieuro che incide per il 13,3% sul Pro-dotto Interno Lordo.Per cercare di arginare questa piaga,

che coinvolge tutto il Paese, ma mag-giormente il Sud, la Campania è statacoinvolta, insieme a Puglia, Sicilia e Ca-labria, nel Piano Straordinario di vigi-lanza Mezzogiorno varato dal Consigliodei Ministri lo scorso mese di gennaio.Una programmazione dell’attività

ispettiva indirizzata prevalentementealle aziende che operano nel settoreagricolo e dell’edilizia. Nel solo setto-re edile, in Campania, l’obiettivo perl’anno 2010 è quello di ispezionare cir-ca 4 mila aziende edili per verificare lacorrettezza delle condizioni generali ditutela del lavoro, la correttezza nelleprocedure di appalto e subappalto, il ri-spetto della normativa antimafia e con-trastare fenomeni quali il caporalato edil lavoro nero ed irregolare.Fino a maggio le aziende ispeziona-

te sono state oltre 2 mila di cui il 56%irregolari. Su un totale di 5 mila lavo-ratori oggetto di controllo, 800 lavora-vano completamente in nero, 13 eranoprivi di permesso di soggiorno e circa500 irregolari. Gli ispettori hanno so-speso circa 300 cantieri.Una fotografia quella della Campania

che sintetizza un unico sentire di tuttele Regioni del Mezzogiorno: quello diripartire.

Nel settore edileaumenti del 250%di ore totali

di cassaintegrazione

l’intervento

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l’intervento

Èun periodo buio quello che stia-mo vivendo, un periodo di malie malesseri che si stanno insi-

nuando e radicando in diversi settoridella vita pubblica e privata, nella po-litica, nelle azioni di chi ha nelle pro-prie mani le sorti della collettività, delbenessere comune.Oscurantismi che sono passi indietro

nella storia civile e politica di questa na-zione. E non parlo solo degli scandalia luci rosse dei mesi scorsi, che pur cidegradano intimamente e pubblica-mente, ma parlo anche del susseguirsidi fatti di cronaca giudiziaria che por-tano alla ribalta la faccia turpe, a trat-ti atroce, della politica italiana, fatta dicomplotti e massonerie di chi crede, oha la presunzione di ritenersi un “pre-scelto”, un privilegiato, di potere deci-dere al di sopra del bene e del male, lesorti “poverette e meschine” della gen-te normale. Massonerie e massoni chevanno ad aggiungersi a quelle da sem-

pre ritenute illegali, malavitose, quel-le da sempre , nostro malgrado, “iden-tificate”: organizzazioni che pur divo-rano questo Paese.L’ultimo complotto, anche se non si

può parlare di logge, parlerei più di“loggioni”, gallerie di personaggi dub-bi, ambigui, riguarda proprio la Cam-pania e le strategie messe in campo a di-scapito del presidente della regione. No,non voglio entrare nel merito, lasciamoche la giustizia faccia il proprio corsoad onor del vero, ma è lecito farsi do-mande. Anche perché tutte questo pul-lulare di piccoli e grandi scandali, dipresunti o reali complotti, se da un latoci mostrano il volto più cupo dell’Ita-lia, allo stesso tempo nascondono, spo-stano l’attenzione, doverosa ed impe-gnativa, dalle problematiche delle per-sone comuni, dei lavoratori, dei giova-ni, degli immigrati, che dovrebberoessere al centro dell’agenda della clas-se dirigente.A partire proprio dalla Campania.

Questa crisi economica e finanziaria hainflitto ad una regione già in ginocchiol’ultimo colpo di grazia, con conse-guenze in tutti i settori produttivi, com-presi quelli di eccellenza.La disoccupazione, il pil, la cassa in-

tegrazione triplicata in pochi mesi,(alla fine dell’anno conteremo circa 15mila cassa integrati in Campania) la po-vertà, sono tutti indici in negativo che

tracciano le linee più profonde e preoc-cupanti di una realtà che ha bisogno didecisioni improcrastinabili e di soluzionivalide e lungimiranti.E invece no! Le soluzioni, le decisioni

sembrano non arrivare mai, oppurequelle che arrivano non sempre sonoadeguate, giuste. Come con la manovrafinanziaria del Governo. Non siamo pre-giudiziali, né inconsapevoli: adessoc’è bisogno di una manovra di rigore,di “sacrifici”, ma secondo la UIL i sa-crifici devono essere distribuiti a se-conda della forza di ciascuna fascia so-ciale, a seconda della forza reddituale.Siamo d’accordo sul rigore, siamo

d’accordo soprattutto con l’azzera-mento degli sprechi di quella politica daicosti troppo spesso eccessivi, abbiamopiù volte denunciato l’esigenza della tra-sparenza nella gestione delle risorse nel-le nostre manifestazioni, ma non pos-siamo accettare le “differenze”, né chei sacrifici siano sempre gli stessi a do-verli fare. E allora la UIL Campania ècon tutti i virtuosi e con tutti i governi

«Campania in ginocchioè tempodi scelte coraggiose»[ANNA REA] (segretario Uil Campania)

Giusto indignarsiper gli scandali,ma non devono

nascondere i veriproblemi socialidella regione

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se decidono di combattere gli sprechi,se fanno luce sui conti e se fermano glievasori fiscali. Siamo pronti ai sacrifi-ci se distribuiti in maniera equa, sen-za gravare ancora sulle tasche e sullevite dei lavoratori e dei cittadini. Ma allostesso tempo è necessario aprire unafase di progetti, di strategie per il futuro.E’ doverosa una politica di cambia-menti, di provvedimenti che guardinoallo sviluppo e alla crescita sana delPaese.La manovra così com’è infierisce an-

cor di più sulle condizioni della Cam-pania, regione nel profondo del baratrodel patto di rientro, con una sanità di-sastrata, con gli stipendi in bilico di mi-gliaia di lavoratori, con i servizi es-senziali che rischiano di essere azzerati.E penso al Piano ospedaliero: abbiamocondiviso con Stefano Caldoro, presi-dente della Regione, con il sub com-missario Zuccatelli ed il professoreCalabrò le linee generali di ridimen-sionamenti e riadattamenti delle strut-ture e dei servizi sanitari, adesso po-tremo vedere sbloccati i 2 miliardi dieuro necessari per il rilancio del setto-re sanitario, ma i lavoratori devono ave-re assicurato lo stipendio. Non posso-no rimanere sospesi a fine mese, nellapreoccupazione lacerante di non vedersiretribuiti.Abbiamo fatto una manifestazione in

questo mese di piena estate: contro lamanovra e per dare anche una sferzataalla Regione, una sollecitazione a Cal-

doro, affinché si passi alla fase opera-tiva, affinché si mettano in campo leazioni per salire questa china e ripren-dere in mano le sorti della nostra re-gioni, per delineare strategie e pro-grammi per un rilancio economico deiterritori.I nostri appelli a Caldoro e al Governo

affinché riportino alla ribalta, al centrodell’agenda politica, le ragioni dellaCampania e del Mezzogiorno, li ab-biamo annunciati ancora una volta nel-la Galleria Umberto I di Napoli; e lo ab-

biamo fatto anche scrivendo al Prefet-to Pansa, ai capi gruppo dei partiti, aisindaci delle province di tutta la regio-ne, ai rappresentanti delle imprese e del-le diverse associazioni attive sui terri-tori. Perché adesso abbiamo bisogno dicambiamenti veri e non solo annunciati,di fare squadra per tracciare e condividerei passi da compiere , adesso bisogna ave-re il coraggio e gli strumenti necessari perricostruire il futuro della Campania, delMezzogiorno e del Paese.

l’intervento

Bene il Pianoospedaliero,ma è assurda

questa emergenzastipendi che siripete ogni mese

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Nel merito della manovra fi-nanziaria la Feneal Uil ha as-sunto una posizione che deri-

va strettamente dalle oggettive riper-cussioni che essa tende ad determina-re per il regolare andamento del settore.E, perciò, pur non volendo appassio-narsi per classificare tale manovra sulpiano delle valutazioni politiche, essa,nel riscontro concreto dei dati che civengono forniti da tutti gli osservato-ri, non solo quelli di categoria, ha so-stanzialmente interrotto la funzione an-ticiclica, che fino ad ora ha avuto il set-tore delle costruzioni.Questa manovra penalizza forte-

mente il settore, non solo per unaprecipitosa caduta dei livelli occupa-zionali, ma anche per una non menopreoccupante minaccia al sistema diimprese che, non solo non viene in-coraggiato ad intraprendere nel setto-re privato, ma ad esso è concretamen-te precluso l’accesso agli investimen-ti pubblici, ormai pressoché tutti re-vocati, solo per far cassa e senzal’ombra di un proposito di rilancio perfar ripartire lo sviluppo. Il settore è or-mai in una fase di preoccupante stal-lo, senza risorse, anzi ormai espropriatodi esse, soprattutto nel Mezzogiorno,e senza alcuna programmazione perl’avvio di significative opere infra-strutturali, ormai solo annunciate conuna sempre più malcelata enfasi, che

non convince più nessuno. Eppureneppure un anno fa, quando convo-cammo insieme alle Associazioni in-dustriali ed artigianali, gli Stati gene-rali delle costruzioni, si stavano crean-do le condizioni perché l’edilizia po-tesse ancora una volta costituire il mo-tore propulsore dello sviluppo e sem-brò, almeno nei propositi, che ci cre-desse anche il Governo, visto che siprecipitò, con il consueto clamore an-nunciatorio, ad illustrare il “pianocasa” che da solo avrebbe dovuto ri-solvere, oltre al fabbisogno abitativodelle tante giovani famiglie italiane incerca di una abitazione dignitosa com-patibile con le possibilità reddituali me-die, anche le difficoltà del settore checon questo sbocco avrebbe potuto ri-sollevarsi sia sul piano occupazionaleche sul piano della salute stessa del si-stema di imprese.Con gli stati generali, attendeva-

mo, insieme sindacato e costruttori, laprogrammazione degli interventi in-frastrutturali, ora pressoché annullata,ricavammo invece il piano casa che do-veva però passare alla legislazionecompetente delle regioni e, quindi, sot-toporsi, diciamo così, al setaccio del-le sensibilità politiche presenti sulterritorio.Il risultato è che ancora oggi non è

partito nulla di significativo, anzi, laprincipale conseguenza dell’aggrava-

mento della crisi e del “patto di stabi-lità” che ne è derivato, è dato dal fat-to che la Pubblica Amministrazione lo-cale oltre a bloccare ogni avvio di can-tierizzazione, anche delle opere pos-sibili, ha aggiunto la micidiale praticadella dilazione dei pagamenti, oltre ilimiti compatibili della sopravvivenzadelle aziende, creando rapidamenteun tale stato di sofferenza del settore,al punto che ci vorrà molto tempo per-ché esso recuperi il suo naturale ruo-lo di anticipatore dello sviluppo eco-nomico del paese. In questo senso, neirapporti istituzionali, per quanto pos-sano essere precari, come sicuramen-te sono in questo momento, è bene chela Uil rivolga un’attenzione più dedi-cata al nostro settore. Che non signi-fica destinare l’interesse sulla nostrasola categoria, ma significa ragionare,con approccio effettivamente “confe-derale”, agli attuali problemi del mon-do del lavoro con una più corretta vi-sione delle politiche industriali.

l’intervento

«Nel campo dell’ediliziapromesse non mantenute»[ANTONIO CORREALE] (segr. nazionale Feneal-Uil)

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Trale cosiddette grandi opere infra-strutturali che possono migliorarela qualità della vita dei cittadini e

rilanciare l'economia in tempi medi cisono certamente quelle stradali. La Cam-pania, in tal senso, èmolto indietro; anchese, rispetto ad altri grossi centri urbanicome Roma, Milano, Firenze e Bologna,l'area di Napoli non fa registrare problemidi traffico particolarmente gravi o disagiper i pendolari che viaggiano su ferro.Eppure, un attento esame degli atlantistradali di alcuni anni fa appare impietosonei confronti di chi progetta le opere e poinon riesce ad avviare la realizzazione.Negli ultimi anni due anni, nella nostraregione sono stati aperti tre nuovi svincoliautostradali, uno sull'Autosole (a SantaMaria Capua Vetere) e due sul tratto sa-lernitano dell'A3, quello di PontecagnanoSud e quello di SanMango Piemonte, at-teso da un trentennio. Subito dopo l'estateè prevista l'inaugurazione dell'uscita diCasamarciano dell'A16, al confine tra leprovince di Napoli ed Avellino. Sono in

ritardo o sono bloccate tutte le altre operestradali di rilievo, su tutte il nuovo rac-cordo autostradale Capua-CastelVolturnoche dovrebbe costituire una valida alter-nativa al tratto napoletano dell'A1 per chiproviene da Roma ed è diretto alla zonaoccidentale del capoluogo. L'iter buro-cratico dovrebbe concludersi entro dueanni, ma la crisi economica mette a ri-schio i fondi. Ferma anche la costruzionedella circumvallazione di Mondragone.Del nuovo svincolo di Avellino Centrosull'A16 non si parla più, della nuova au-tostrada Caserta-Benevento per ora si co-noscono solo le polemiche degliambientalisti dellaValle Telesina; i lavori

di ammodernamento del tratto salernitanodell'A3 proseguono a rilento e ogni estatesi trasforma in un incubo soprattutto traSicignano e Atena Lucana. Da meno diun anno sono stati finalmente sbloccati ifondi per la costruzione della Lioni-Grot-taminarda, la strada che completerà il rac-cordo a scorrimento veloce tra l'A16 el'A3 tagliando l'Irpinia in due e allegge-rendo il traffico sul raccordoAvellino-Sa-lerno. Vanno a rilento i lavori dell'assePaolisi-Pianodardine che collegherà laValle Caudina ad Avellino. Procedono ilavori di raddoppio della pericolosissimaVariante del Vesuvio, la Statale 268 fa-mosa per gli incidenti mortali. Da anni siparla dell'ammodernamento della Statale18 tra Battipaglia e Agropoli; ogniweekend d'estate si formano code inter-minabili a causa degli incroci a raso.Code con le quali gli automobilisti sem-brano destinati a convivere ancora permolti anni...

l’intervento

Infrastrutture stradali,troppi progetti a rilento

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Nessuno lo avrebbe mai immagi-nato ma l’evoluzione della ver-tenza su Pomigliano e della

produzione della “futura Panda” ha avutorallentamenti protratti per mesi ed una re-pentina accelerazione finale.La crisi del rapporto tra Fiat e sindacati

è giunta dopomesi di trattative relative aldifficile processo di riqualificazione dellostabilimento Vico caratterizzate da punticome: la fermata della produzione perdue mesi; dalla formazione in aula permigliorare la qualità del prodotto; dalla ri-cerca della motivazione degli addetti allasfida della competitività; la rivalutazionedel WCM (World Class Manifactury), ilgiudizio più che sufficiente consolidatodallamedaglia di bronzo allo stabilimentoproduttivo campano; le tante iniziative dimobilitazione e alla solidarietà promossedai lavoratori metalmeccanici nei ventimesi di crisi che hanno coperto l’arcotemporale dall’autunno 2008 a fine di-cembre 2009.Mai nessuna vertenza aveva raggiunto

un coinvolgimento tanto elevato di rap-porti e di interlocuzione. Sulla vicenda sisono espressi il pontefice Benedetto XVI,il Presidente della Repubblica, il Presi-dente del Consiglio, le istituzioni locali,il mondo della cultura con gli appelli diartisti come, solo per citarne alcuni,Mau-rizio Scaparro, Massimo Ranieri e PaoloBonolis, quest’ultimo nella edizione delFestival di Sanremo Sanremo 2009.

L’apice della sensibilizzazione pub-blica si è registrata con la manifestazionedi Torino nel maggio di due anni fa conun treno speciale organizzato dai sinda-cati dei metalmeccanici per rivendicarealla Fiat un piano di rilancio del settoreanche alla luce dell’operazione di salva-taggio della Chrysler e il mancato suc-cesso dell’asta per la Opel. Purtroppo,quella manifestazione ebbe un finalemolto spiacevole caratterizzato dalloscontro tra sindacati e Cobas: furono pro-prio queste sigle autonome, invitate perparadosso proprio dalla Fiom, ad impe-dire al segretario della categoria cigiel-lina, Gianni Rinaldini di concludere ilcomizio di chiusura, facendolo addiritturascivolare dal palco da dove parlava.Solo lo scorso 22 dicembre nella sede

di Palazzo Chigi l’A.d. di Fiat, SergioMarchionne ha ufficializzato una primaipotesi di piano con la conferma dell’u-scita dalla produzione di auto a TerminiImerese e l’ammissione della futuraPanda a Pomigliano. La novità spiacevoleper il sito siculo, ma di prospettiva perquello campano, venne però accompa-gnata dalla richiesta di una forte flessibi-lità e dalla necessità di una condivisioneconvinta da parte dei lavoratori,delle Or-ganizzazioni sindacali e delle istituzionilocali. Per la prima volta la Fiat dichiaròufficialmente di non voler alcun soste-gno finanziario da parte del Governo perriportare in Italia una produzione di seg-

mento A, o meglio l’utilitaria di eccel-lenza nel segmento dove la casa produt-trice torinese non ha rivali.Le condizioni che la Fiat avanzò in un

primo momento erano quelle di accom-pagnare 500 lavoratori alla conclusionedell’attività professionale attraverso mi-sure che permettessero il raggiungimentodella pensione; inoltre, dal punto di vistaproduttivo: una richiesta di 18 turni per 6giorni a settimana; il collocamento dellapausa mensa a fine turno; la riduzionedelle pause fino ad allora usufruite dai la-voratori di 10 minuti; un nuovo sistemadi metrica per la produttività denominato(ErgoUas); infine, la richiesta di 80 ore distraordinario libero. Tante richieste che ilsindacato interpretò da subito come un ir-rigidimento da parte di Fiat dal punto divista delle relazioni industriali.L’atteggiamento del “management”

della casa torinese si fece ancora piùaspro subito dopo il diniego delle Orga-nizzazioni sindacali di concludere un ac-cordo quadro definito dalla parte datoriale“assai semplice”. Luogo della richiesta: ilMinistero dello Sviluppo Economico;

«Così abbiamo portatola Panda a Pomigliano»[GIOVANNI SGAMBATI ] (segretario regionale Uilm)

l’intervento

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data: 30 marzo 2010. Chi legge può tro-vare il riscontro oggettivo di quantoscritto nella riga succitata nel sito Fiat allavoce “comunicati stampa” alla data del15 giugno scorso. La “semplice” richie-sta risulta tra gli allegati del comunicatoin questione. Nella sostanza la Fiat hachiesto ai sindacati un semplice accordodi messa in sicurezza dello stabilimentoper 15-18 anni, corrispondente al valoredi 700 milioni di euro necessari per am-modernare l’impianto ed ammortizzarel’investimento. Il 21 aprile si verificò aTorino il cambio dei vertici FIAT conuscita del presidente Luca Cordero diMontezemolo e l’arrivo al suo posto delnipote di Gianni Agnelli, il trentaquat-trenne John Elkann . Fiat propose 20 mi-liardi di euro di investimenti in Italia, lacostituzione specifica della società autoscollegata al resto del gruppo e rilanciò ilProgetto “Fabbrica Italia”, basato sull’i-potesi di aumentare la produzione sul ter-ritorio nazionale da 900 mila vetture(come proposto al sindacato nell’incon-tro nella sede del governo, il 22 dicembre2009) a 1.400.000 automobili da pro-durre secondo quanto previsto nel Piano

2010-2014. Di fronte alla richiesta sinda-cale di avviare un confronto di merito peraccelerare sull’investimento di Pomi-gliano, la Fiom commise l’errore di unirrigidimento di relazioni al pari di quellocommesso in precedenza da Fiat, rite-nendo che senza l’accordo di tutti la casatorinese non avrebbe proceduto a farepassi in avanti. Ecco perché tra il 10 e 15giugno il sindacato ha capito che si stavarischiando seriamente che la Fiat avrebberitirato la proposta del Progetto Panda eche lo sviluppo della nuova Fabbrica Ita-lia. Solo a quel punto le organizzazioniFim-Uilm-Fismic e Ugl hanno condivisol’accordo con senso di responsabilità perdifendere lo stabilimento di Pomigliano,i lavoratori dello stesso e tutto l’indottoche rappresenta all’incirca 20.000 lavo-ratori con le relative famiglie da sotto-porre ad approvazione dei lavoratoriattraverso il referendum. Adesso, coi ri-sultati del referendum che si è tenuto tra ilavoratori di Pomigliano il 22 giugno ab-biamo registrato un risultato chiaro e ri-solutore: una larga maggioranza dilavoratori (più del 62%) ha approvatol’intesa e l’ha fatto smentendo di fatto chi,

come la Fiom, ha continuato a strumen-talizzare l’esito del voto, litigando con lapropria Confederazione, addirittura suiconnotati di costituzionalità e legittimitàdel quesito referendario e della consulta-zione stessa. Una vergogna lo spazio chetante bugie ha trovato sugli organi diinformazione. Che caos si è originato trai lavoratori e nella pubblica opinione. Ungiorno si dovrà fare il punto sulle dichia-razioni di tanti “intellettuali a contratto”,o di tanti operatori del mondo del lavoroche parlano senza aver mai visto una fab-brica, o incontrato un metalmeccanico.Per quanto ci riguarda siamo fermamenteconvinti che la Fiat darà seguito all’intesasottoscritta tra azienda ed organizzazionisindacali, senza la Fiom, lo scorso 15 giu-gno nella sede della Confindustria diRoma.Si tratta di un accordo che ha i caratteri

dell’eccezionalità relativa all’assetto pro-duttivo del sito di Pomigliano d’Arco, icui contenuti relativi alle 16 clausole chelo compongono rispettano ogni forma dilegittimità, legalità, costituzionalità. Gra-zie a questa intesa a Pomigliano d’Arcodalla seconda metà del 2011 verrà pro-dotta la nuova Panda in 280.000 unitàl’anno. Questo “output” costituirà ilprimo risultato dei 700milioni di euro in-vestiti da Fiat, ma se il mercato dell’autovolgerà al meglio per la casa torinese saràsolo il primomodello di tanti altri che sa-ranno prodotti in Campania. Chi loavrebbe detto solo due anni fa.

A fine marzosi è rischiatala rottura, poi

abbiamo capitocosa era in gioco

l’intervento

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lo speciale

Sonogiorni difficili per il TrianonVi-viani, il teatro che Nino D'Angelodirige da qualche anno e che rischia

di chiudere, pur avendo avuto nell’ultimoanno il massimo numero di abbonati ri-spetto a qualunque altro teatro pubblicodella Campania; la colpa è di debiti pre-gressi e mutui non pagati dai soci, la Re-gione Campania e la Provincia di Napo-li. Sono stati chiesti vari incontri, ma le ri-sposte sono venute dal freddo silenzio edalle loro assenze ai vari consigli di am-ministrazione. Finalmente ametà luglio sisono presentati ma solo per portare l’ideadi come deve cambiare il Trianon Vivia-

ni prima di salvarlo. L’idea sarebbe di far-ne un museo della canzone napoletana.Geniale, visto che già ce ne sono due... Eci si chiede: con tanti teatri che non fun-zionano perché proprio il Trianon che vabenissimo dovrebbe essere cambiato?Forse perché a Forcella quando qualcosafunziona bisogna annientarla, altrimenti lagente si abitua allo stare bene e non vuo-le più staremale. Insomma, stanno per uc-cidere il teatro del popolo, il diritto alla cul-tura esteso a chi non ha avuto possibilitùdi farsela. Stanno per sopprimere una giu-stizia conquistata con il lavoro di dieci ope-rai che stonati da tante promesse non san-

no più con chi stare. Onorevoli e assessoriche si autoeleggono direttori artistici conidee che non sonomai ideema progetti giàfalliti. Hanno deciso il giorno dell'esecu-zione, il 20 settembre 2010. Quando nonci sarà pi tempo per fare il cartellone de-gli spettacoli, già presentato due mesi fa.Di fatto, stanno dimettendo Nino D'An-gelo. Sì, perché così facendo non gli dan-no la possibilità di fare bene il suo lavo-ro e si troveranno un alibi falso per farlocredere inefficiente davanti a chi lo stima.Ma lui non è poi così fesso, lui viene dalpoco e per fare tutta questa strada ha do-vuto crescere e crescendo ha imparato an-

Lo stannodimettendo!Forcella rischia di perdere ilteatro del popolo, uno dei pezzidel suo difficile riscatto.Il destino del Trianon Viviani nellemani delle Istituzioni.In dubbio pure il cartellonedegli spettacoli già presentato daldirettore artistico Nino D’Angelo

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che che quando vinci troppo devono perforza farti perdere. Nino ha accettatol’incarico di direttore artistico di questastruttura quattro anni fa con immenso en-tusiasmo e con la passione di chi conoscei sentimenti delle persone umili. Era l’i-nizio di una nuova sfida difficile, senzapossibilità di rivincita; non poteva perdere,la posta era troppo alta: portare a teatroquella gente che per precarietà economi-ca non ci poteva andare. In quattro anniinsieme con tutti i collaboratori del Tria-nonViviani sono riusciti giorno dopo gior-no, passo dopo passo, a dare una luce nuo-va ad un quartiere difficile, famoso soloper i “pacchi” e per la camorra. Lui invecequi ha capito tante cose, ad esempioquanto la solitudine possa far male, spe-cialmente ai bambini che non hanno unmetro quadrato di spazio dove correre epoi acchiapparsi per vincere un sorriso,perché a casa non ridono mai. Qui ha ca-pito la strumentalizzazione sociale: ilpane quotidiano di tanti sciacalli, pseu-dointellettuali e finti assistenti disoccupati.Tutti maestri di strada che non hanno vis-suto la strada, difensori di deboli che non

sonomai stati deboli, inventori di progettisenza capo e né coda, sovvenzionati pri-ma ancora di inventarli. Qui ha capito chela libertà non esiste più per chi stato den-tro, riabilitato non lo saràmai e continueràa cercare di sopravvivere sperando che nonl’arrestino a Natale perché “glielo hapromesso al figlio“. Qui a Forcella NinoD’Angelo ha capito che la coscienza nonci passa mai e la pazienza stanca, proprio

come il cuore di questo teatro. Qui ha ca-pito che il destino non esiste, ma che celo costruiscono ogni giorno e noi non sia-momai noi, ma solo quelli che gli altri vo-gliono che siamo. Qui ha capito che l’i-gnoranza è una grande fonte per i poten-ti perché possono dire ciò che voglionosenza essere contraddetti. Qui ha capitoquanto fa bene una bugia a chi ti chiededi aiutarlo a cambiare. Qui ha capito che

è un’utopia l’ugua-glianza e che è l’invi-dia il sentimento chenon farà mai decolla-re Napoli. Qui ha ca-pito che l’emargina-zione sta nel sorriso di-sperato di ogni perso-na che non si è maivenduta. Qui ha capi-to che non ci sarà maiun cambiamento, per-ché quelli che lo vo-gliono veramente sonotalmente piccoli chealla prima offerta sivenderanno ai grandifregandosene dell’i-dealismo per cui han-

no lottato. Qui ha capito che tutti posso-no fare tutto il famoso “E che ce vò“. Quiha capito che la cultura non vogliono siaun diritto di tutti . Qui ha capito che un tea-tro pubblico con 4mila abbonati è megliochiuderlo altrimenti si infastidiscono i pic-coli privati, quelli che prendono contributida una vita senza che nessuno chiedamaiil conto. Per favore ditegli che non ha ca-pito niente ma non distruggete per colo-re o per un dispetto politico ciò che statofatto per questo quartiere, grazie ad un tea-tro rinato per essere un giocattolino per iborghesi nel cuore di uno dei quartieri piùpopolari di Napoli e oggi teatro del popolo,nel vero nel vero senso della parola, per-ché il popolo lo ha chiesto, lo ha volutoe lo ha amato. Fermiamoli!

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l’intervento

L’articolato progetto “NaplEST”presentato poche settimane fa aNapoli rappresenta un’occasio-

ne unica per l’economia e il futuro del-la città. Si tratta di un vigoroso pianodi sviluppo industriale, che vede in-trecciati la crescita economica, e dun-que quella occupazionale, all’assettourbano dell’area orientale della città,di fatto oggetto di disattenzione e de-grado crescenti.“Naplest - viva, Napoli vive” è il

claim scelto dal nutrito gruppo di im-prenditori che ha deciso di investire adest di Napoli per significare le robustepossibilità di rilancio che la città po-trà vivere grazie ai sedici diversi pro-getti industriali, residenziali e di ter-ziario avanzato. Fra questi spiccanodue iniziative di ampio respiro socio-economico: il completamento del Cen-

tro Direzionale e il porto turistico di Vi-gliena, entrambi da realizzarsi concapitali esclusivamente privati. Ebbe-ne, dieci anni or sono l’Associazionedei Costruttori Edili di Napoli ha av-viato un’operazione apparsa ad alcu-ni, per certi versi, temeraria: dimostrareche le imprese napoletane di costru-zione erano in grado di raccogliere lasfida della “finanza di progetto”, isti-tuto appena introdotto nel nostro or-dinamento, e impegnare quindi proprifondi per realizzare opere di uso pub-blico e di valenza per il progresso delterritorio. Quello, in sostanza, era ilgerme di NaplEst, un’intuizione del-l’Acen, avuta dall’allora presidenteRiccardo Giustino e perseguita daAmbrogio Prezioso, e intessuta poi alserio lavoro di costituzione dei due rag-gruppamenti di imprese associate che

ne hanno sviluppato i progetti. Non v’èdubbio che l’Acen continuerà ad im-pegnarsi, nel confronto con gli EntiPubblici, per promuovere ulteriori in-vestimenti delle aziende di costruzione,a maggior ragione ora che quell’impe-gno è sfociato nell’apertura dei cantie-ri, così come ulteriore impegno sarà pro-fuso per gli altri progetti di Naplest, peri quali l’Associazione ha svolto un’a-zione di sollecitazione, nell’ambito delsuo ruolo istituzionale e di rappresen-tanza imprenditoriale.Tra i punti di forza di NaplEst anche

un quartiere "ecosostenibile" a Gian-turco firmato dalla Aedes; il più gran-de palaeventi d'Italia, per 12 mila po-sti, a Ponticelli; iniziative per la por-tualità: accanto all’approdo turistico diVigliena, infatti, è prevista la realiz-zazione del Terminal di Levante e la ri-qualificazione urbana, come nel Rio-ne Sant'Alfonso; ancora, il recupero di

«Naplest una grande svoltaLa volevamo da 10 anni»[RODOLFO GIRARDI] (presidente Acen)

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complessi industriali nell’area exMecfond a via Brin e nell’ex Intefana San Giovanni a Teduccio, per un to-tale di investimenti privati pari 2,5 mi-liardi di euro.NaplEst, quindi, punta a cambiare

volto ad una delle aree più svantaggiatedella città. I quartieri coinvolti sonoPoggioreale, San Giovanni, Barra ePonticelli. Accanto alla creazione dicentri commerciali, aree portuali, abi-tazioni, NaplEst prevede iniziativeancora più ambiziose. Sul fronte del-la cultura, con un parco della musicatra i più grandi d'Europa, e su quellodell'ambiente: tutte le costruzioni pre-viste saranno infatti realizzate con unparticolare attenzione alla eco-soteni-bilità. Ne è buon esempio l'"AedesEco Quartier", che sorgerà nell'area di-smessa Feltrinelli a Gianturco, in cui,accanto alle abitazioni, troverannospazio scuole, uffici, atelier per arti-giani, fitness center e spazi per il di-vertimento.Fra questi sedici progetti a capitale

privato, il porto di Vigliena sta facen-do da apripista; i lavori sono già par-titi e vantano una particolarità che me-rita di essere segnalata: si sta realiz-zando una passeggiata a mare che, nelsuo svolgersi, arriva in pratica fino aPietrarsa e al porto borbonico delGranatello, consentendo la contem-poranea valorizzazione del prestigio-so “Miglio d’Oro”. Le opere in que-stione riqualificano la periferia di Na-poli, da anni in preda al degrado, conprogetti che si sostengono economi-

camente, in grado di de-terminare sinergie e so-stegni reciproci, in un’ot-tica di sistema. Nascecon NaplEst, in sostanza,un complesso program-ma in grado di ridise-gnare un pezzo di città,adeguandolo alle esigen-ze più moderne e che po-trà trovare ulteriore svi-luppo in futuro se, per uneffetto trascinamento, al-tre iniziative si aggiun-geranno e se l’ammini-strazione collaborerà an-che realizzando le infra-strutture necessarie: lereti, innanzitutto, di tra-sporto, per soddisfare le esigenze del-l’accresciuta esigenza di mobilità e ac-canto a queste i sottoservizi: distribu-zione elettrica, acqua e fognature.La visibilità internazionale che il

progetto “NaplEST. Viva, NapoliVive!” ha guadagnato esprime l’es-senza di una città, la nostra, che lavo-ra e produce, una città e una classe im-prenditoriale capaci di riattivarsi ecreare nuove, importanti occasioni dicrescita e di evoluzione. Per un rapi-do ed efficace sviluppo, com’è evi-

dente, i progetti dovranno essere as-sistiti, sorretti, per superare i nodi e gliintoppi con i quali di certo dovrannofare i conti. La Regione Campania e ilComune di Napoli, quindi, dovrannoaccompagnare questo percorso di svi-luppo, con un deciso impegno teso adaccrescere gli investimenti privati(misura allo studio) e in alcuni casi infase avanzata di progetto, come il de-puratore proprio nell’area Est, an-ch’esso da realizzarsi con capitali pri-vati.

Cambierà il voltodi un’area, quella

orientale,svantaggiata

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la finestra

Sud Africa2010...

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la finestra

...Spagna campionedel mondo

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AGENZIADI RATING

Il 15 settembre 2008 quando la bancaamericana Lehman Brothers è fallita tut-te le agenzia di rating avevano ancora unelevato giudizio ovvero livelloA sul suodebito.La crisi dei mercati finanziari ha sollevatomolti e seri dubbi sull’affidabilità diqueste società che assegnano giudizi

qualitativi sulla capacità di un debitore dipagare con puntualità e integralmente gliinteressi e il rimborso del capitale sul de-bito. Queste vere e proprie pagelle ri-guardano società industriali, banche entisopranazionali o finanza strutturata comead esempio le cartolarizzazioni.Tra le principali agenzie di rating vannoricordate Standard & Poor’s, Moody’s eFitch: i loro giudizi vengono espressi at-

traverso un voto in lettere (da D, che si-gnifica che il titolo è a rischiodefault -non rimborsabile-, fino aA, tra-ducibile come titolo ad alta garanzia dirimborso) in base ai quali il mercato sta-bilisce un premio per il rischio da richie-dere all’azienda per accettare quel de-terminato investimento. Più il ratingscende, più aumenta il premio per il rischiorichiesto e quindi l’emittente deve paga-

.

Banche? Mamma mia!

parole dela crisi

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parole della crisi

re un aumento sul tasso base.

.BOLLASPECULATIVAEspressione introdotta nella teoria deimer-cati finanziari per definire il fenomeno del-la deviazione sistematica dei prezzi dimer-cato ( dalle azioni agli immobili) dal va-lore che essi avrebbero in condizione dimercati efficienti. Si verifica una rapidaascesa delle quotazioni verso valori in-sostenibili per i fondamentali delle societàe dell’economia. Il meccanismo di crea-zione di una bolla inizia quando un grup-po di soggetti economici si convinconoche l’acquisto di un determinato bene ( adesempio materie prime, i titoli legati aun comparto industriale, un nuovo pro-dotto) potrà offrire forti guadagni e il suovalore registrerà una crescita senza pre-cedenti. Pertanto, scatta la corsa all’ac-quisto, nella speranza di rivendere lo stes-so a un prezzo superiore. La corsa al-l’acquisto provoca un aumento del prez-zo che conferma, a parere di molti, labontà della precedente previsione di un fu-turo aumento del prezzo del diritto.Questo stimola ulteriormente gli acquistie quindi fa aumentare ancora una voltail prezzo.Aun cero punto il meccanismo si incep-pa . I motivi possono essere vari: primola difficoltà nel trovare nuovi investitoridisposti ad acquistare ulteriori beni a unprezzo che nel frattempo è diventatoelevato; un ridimensionamento delle pro-spettive di guadagno precedentemente ve-rificatesi. Alla fase di crescita dei valorisegue dunque una fase opposta, durantela quale si assiste a una diminuzione no-tevole delle quotazioni.

.COMMISSIONE DI MASSIMOSCOPERTO

Secondo la Banca d’Italia, la Commis-sione di massimo scoperto è il corrispet-

tivo pagato dal cliente per compensare labanca dell’onere di dover essere semprein grado di fronteggiare l’utilizzo oltre ilfido accordato sul conto corrente. Il com-penso in passato veniva calcolato in mi-sura percentuale sullo scoperto massimoverificatosi in un certo periodo. Le im-prese , in particolar quellemedie e piccole,e i singoli clienti hanno spesso protesta-to contro questa forma di prelievo , con-siderata un vero balzello che è stata so-stituita dopo le richieste della Banca d’I-talia e limitata dalla riforma varata con laconversione del decreto legge “anticrisi”.In base alle nuove regole di trasparenzaora anche la commissione di massimoscoperto p le sue equivalenti entrerannonel calcolo della soglia di usura. Duran-te la crisi, singoli clienti e piccole impresehanno visto lievitare la Commissione dimassimo scoperto di pari passo alle dif-ficoltà del mercato interbancario e alprosciugamento della liquidità. Molteassociazioni di consumatori hanno con-centrato le loro attenzioni su questo isti-tuto perché ritengono che sia il veicolo uti-lizzato da alcune banche per “derubare”i clienti speculando sui conti correnti inrosso seppur per breve tempo.

.CREDIT CRUNCH

Vuol dire stretta creditizia, e può emergeredagli spontanei andamenti dell’economiao essere provocata dalle autorità mone-tarie. Il primo caso si ha quando le ban-che sono preoccupate della solvibilità dicoloro a cui prestano i soldi e quindi ti-rano i remi in barca, concedendo presti-ti a condizioni più rigide: aumentando itassi o chiedendo più garanzie. Si ha lastretta pilotata dalle Banche centraliquando sono queste che inducono le

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banche a fare meno prestiti, e questo in-vito può assumere varie forme: alzandoi tassi di interessi, o aumentando la riservaobbligatoria, cioè la percentuale dei de-positi che non è disponibile per i prestitima che deve essere mantenuta presso laBanca centrale, o attraverso strumenti or-mai dimenticati come il “massimale”sui crediti che consiste nella percentualemassima di cui una banca può aumenta-re i crediti rispetto all’anno prima.Nella crisi attuale si è parlatomolto di cre-dit crunch e si è trattato di una stretta delprimo tipo: le stesse banche hanno irri-gidito gli standard di prestito perché era-no preoccupate del loro capitale, che ve-niva eroso dalle minusvalenze dovute allacrisi dei mutui.

.DEFAULT

La parola default è assimilabile al concettodi fallimento. In finanza il default è quel-la situazione in cui l’emittente di un tito-lo è tecnicamente incapace di rispettare leclausole contrattuali previste dal regola-mento del finanziamento. Il default puòessere formale o sostanziale : formale,quando l’emittente non è in grado di ri-spettare determinati indici di copertura opatrimoniali tali per cui il prestito potrebbesubire una significativa modifica delproprio merito di credito; sostanziale, in-vece, nel caso in cui non è materialmen-te in grado di corrispondere le rate di in-teresse o di rimborso del capitale alla na-turale scadenza di ciascuna. Il termine èbalzato agli onori delle cronache duran-te la crisi finanziaria della Grecia: moltianalisti, sottolineando come gli aiuti for-niti dall’Unione Europea fossero solo unpalliativo, hanno evidenziato che l’eco-

nomia ellenica era già da tempo in statodi default.

DELOCALIZZAZIONE

Si parla di delocalizzazione quandoun’impresa sposta intere unità produttiveo fasi di lavorazione all’estero ( quandosi tratta di spostare all’estero solo fasi dilavorazione si parla più propriamente di“outsourcing”) La delocalizzazione im-plica passare i confini: non è delocaliz-zazione quando un’impresa chiude unafabbrica in Veneto e la riapre in Puglia.Questo trasferimento di produzioni all’e-stero è reso possibile dalla globalizzazionee favorito da almeno quattro elementi : latelematica , la facilità nel trasferimento ditecnologie, i valori di mercato dei paesiemergenti, la rivoluzione managerialeche spinge a cercare combinazioni pro-duttive al di là dei confini. A volte è vir-tuale, nel senso che un’impresa riesce adottenere dai suoi lavoratori concessioni sa-lariali e di orario in cambio della rinun-cia a trasferire produzioni in altri paesi (nel caso della Bmw, nella RepubblicaCeca).

.FONDO SOVRANOE’ un’istituzione che rappresenta la ric-chezza di una nazione. La creazione di unfondo sovrano diventa possibile quandouno stato possiede un surplus di riservemonetarie, come nel caso del surplus chederiva dalla bilancia commerciale.Altratipica fonte dei fondi sovrani sono leesportazioni di riserve energetiche, di pe-trolio e altramaterie prime ( commodities).Non è un caso che questi fondi sono natisoprattutto nei paesi esportatori di mate-rie prime ( Emirati Arabi Uniti, ArabiaSaudita, Qatar, Russia, Norvegia) e inquelli come Singapore, che presentano unelevato surplus fiscale. Tra gli ultimi a do-tarsi di un fondo sovrano è stata la Cina.

parole dela crisi

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La caratteristica di questi fondi è la loroopacità e sono in grado di mettere in ri-sile tesorerie di diversi paesi.

.BRICAcronimo che sta per Brasile, Russia, In-dia, Cina coniato dalla bancaGoldman Sa-chs . Si prende atto che questi paesi han-no gradualmente modificato i propri si-stemi politici a favore dell’economia dimercato. Nel nuovo quadro internazionale,la Cina e l?india occuperebbero una po-sizione dominante in manufatti e servizi,mentre il Brasile e la Russia nelle mate-rie prime, creando un potenziale emer-gente blocco economico. Nella crisi attualei paesi Bric, a parte la Russia, non sonostati colpiti così severamente come ipaesi di antica industrializzazione. Il loropeso complessivo nel Pil mondiale era,prima della crisi, del 21,4%. Ma dal2007 al 2010 il complesso dei paesiemergenti, secondo le stime della Bancamondiale cresceranno dell’11,9%, men-tre il Pil dei paesi ad alto reddito si con-trarrà di un 2,3%. Gli organismi interna-

zionali stimano che il peso dei Bric nel-l’economiamondiale passerà da poco piùdi un quinto a poco meno di un quarto. Iquattro paesi, inoltre, coprono quasi lametà della popolazionemondiale e il 45%delle riserve valutarie.

.TAEGE’il tasso annuale effettivo globale erappresenta lo strumento principale di tra-sparenza nei contratti di credito al con-sumo. E’ un indice armonizzato a livel-lo comunitario che nelle operazioni di cre-dito al consumo rappresenta il costo to-tale del credito a carico del consumatore,comprensivo degli interessi e di tutti glialtri ineri da sostenere per l’utilizzazionedel credito stesso. Il Taeg è espresso in per-centuale del credito concesso e su base an-nua. Deve essere indicato nella docu-mentazione contrattuale e in ogni formadi offerta. E’ l’unico indicatore reale chele famiglie indebitate devono considera-re per scegliere il prestito meno costoso.

.ISC(INDICATORE SINTETICO DI COSTO)

Indice fondamentale per valutare la con-venienza di alcune forme di credito,come imutui e il credito al consumo. Rap-presenta l’unica forma di calcolo da con-siderare per i costi del cliente e deve re-cepire tutte le forme di esborso, dal tas-so di interesse alle commissioni, dai co-sti amministrativi a tutte le voci di pre-lievo. Va indicato per legge in tutti i do-cumenti ufficiali, come contratto, comu-nicazione o pubblicità.

.TASSO INTERBANCARIOAnche le banche a volte hanno bisognodi soldi. Per sopperire a momentaneiscompensi di cassa, anche dalla sera allamattina, c’è il mercato interbancario, incui le banche che hanno un surplus di fon-di li prestano a quelle che ne hanno bi-sogno. Entro le 10,45 di ogni mattina, dallunedì al venerdì, le 50 principali bancheeuropee devono comunicare al sistemaTarget ( sistema di pagamenti transeuro-peo automatizzato) i tassi di interesse cheintendono praticare alle operazioni didebito/credito con le altre banche. Entrole ore 11,00 la società Reuters provvedeal calcolo della loro media ponderata ediffonde la notizia dei tassi che ne risul-tano (Euribor). I diversi tassi EuriborSi distinguono a seconda della durata: van-no da 1 settimana a 12mesi ed hanno unagrande influenza sulla vita pratica delle fa-miglie perché vengono utilizzati come pa-rametro di indicizzazione dei mutui ipo-tecari a tasso variabile, Nel corso della cri-si attuale c’è stata molta reticenza a pre-stare soldi, dato che le banche non sape-vano quanti titoli “tossici” fossero nei por-tafogli delle altre banche, così i tassi in-terbancari , anche quelli per pochi mesi,sono lievitati sensibilmente al di sopra dei

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il colloquio

Ètra i più oberati di compiti, vi-sto il clima. Sia quello econo-mico che sociale, a livello na-

zionale e regionale. Lavoro e Forma-zione, le deleghe affidate al neoas-sessore regionale Severino Nappi,sono delicatissime. A “Job” sono sta-te spiegate le priorità da affrontare.Assessore Nappi, sono tante le

emergenze sociali in Campania: è pe-sante l’eredità del passato?«La situazione che abbiamo ereditato

dalla precedente Amministrazione nondesta sconcerto soltanto a livello eco-nomico, innanzitutto per lo sfora-mento del patto di stabilità, ma so-prattutto perché ci è stato consegnatoun quadro disastroso sul piano dellaformazione e dell’inserimento dei la-voratori nel mondo delle imprese».Come e da dove ripartire?«Bisogna ripartire da un nuovo mo-

dello di formazione, non più pensataper i formatori, ma che dia sbocchi di

lavoro vero e concreto. Su questo sia-mo già al lavoro, d’intesa con le lineeguida del presidente Caldoro e con ilMinistro Sacconi. Numerosi sono i fal-limenti dei progetti varati dalla pre-cedente Giunta, proprio per questo bi-sogna porre in essere nuove politichedel Lavoro, che contiamo di presentareprima della fine dell’estate».Come è possibile concretamente

creare nuova occupazione nell’arcodi un paio di anni massimo?«Dopo una prima fase di assesta-

mento, nella quale ci stiamo attrez-zando per capire quali sono le strate-gie da adottare, dobbiamo necessaria-mente porre in essere nuovi progettiche portino a uno sbocco concreto nelmercato del lavoro attraverso incenti-vi alle imprese che dimostrino dispo-nibilità ad assumere i lavoratori. Conquesti indirizzi potremo riuscire, anchein meno di due anni, a dare risposteconcrete ai lavoratori e a tutti coloroche sono stati inseriti per troppo tem-po in progetti senza sbocco, a creareopportunità lavorative serie».Il Sud non è troppo bistrattato ne-

gli equilibri della politica nazionale?«Sicuramente il Mezzogiorno è for-

temente penalizzato da alcune sceltefatte anche dal Governo, penso ai ta-gli della Manovra di Tremonti, ma an-che alle opportunità che il Federalismofiscale potrebbe dare a regioni come la

Campania, che purtroppo paga anco-ra il pesante deficit in diversi settoricome quello della sanità».Non si rischia una rivolta dei

“nuovi” poveri”?«Purtroppo negli ultimi anni troppe

persone sono state coinvolte in progettiche, francamente, ritengo senza sboc-co. In questa delicata fase la questio-ne non è più solo un problema legatoal mondo del lavoro, ma di ordine pub-blico e sicurezza. C’è il concreto ri-schio che la tensione sociale possa au-mentare, proprio per questo sono incontatto costante con il Questore di Na-poli, Santi Giuffrè e ho avuto un pri-mo incontro con il nuovo capo dellaDigos di Napoli, Filippo Bonfiglio, percoordinare insieme le strategie per

«Troppi progetti a vuoto:più occupazione in due anni»

Nappi: «Stop all’assistenzialismo del passato, sì alla vera formazione»

In breve tempofaremo partirenuovi progetti

che aprano le portedel mondodel lavoro

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affrontare il “caldo autunno” che ci at-tende».Quali saranno in sintesi le parole

d’ordine della sua attività da asses-sore a Lavoro e Formazione?«Stop all'assistenzialismo del pas-

sato. Compito prinicipale della Re-gione, che è e resta un ente delegatoalla programmazione, è creare un pon-te diretto tra formazione d'impresa e la-voro».

capo

CAMPANIA: LA CRISI SOCIALE È DIETRO L’ANGOLO

"Dateci una buona notizia". Non è raro sentirlo in questo periodo così nero. E inrealtà sul fronte sociale, oltre alla contestata ma felice conclusione della vicendadi Pomigliano d'Arco, ci sono altre due buone notizie, due crisi delle quali si eraparlato e per le quali è arrivato il lieto fine. In molti ricordano quei lavoratoridell'Alcatel di Battipaglia che si erano barricati nello stabilimento minacciandodi darsi fuoco; l'azienda è stata ceduta ad un noto gruppo ligure. E poi c'è il casoDespar: nel Salernitano rischiavano in 700 tra i dipendenti dell'azienda dellagrande distribuzione, poi la svolta e l'accordo con il duo casertano Catone-Ca-puto. In realtà, manca ancora qualche dettaglio e bisognerà tenere il fiato sospe-so ancora per un po’.Ma per due crisi che si risolvono ce ne sono altre che rischiano di scoppiare o diarrivare al proverbiale pettine. A Flumeri, comune della Baronia, speravano direstar fuori dalla crisi del settore auto e annessi. Ma alla Iribus, ex Iveco, gliesuberi comunque ci saranno e l'estate sarà all'insegna della cassa integrazioneper quasi tutti gli 850 lavoratori dello stabilimento in provincia di Avellino. An-che qui c'è un problema cosiddetto "globale": gli autobus extraurbani vengonoattualmente costruiti in una fabbrica della Repubblica Ceca e i tecnici sono venutida Praga a Flumeri per formarsi.Ma le crisi all'orizzonte sono tante. Una è legata alla mancata reintroduzione diun contributo che possa sostituire il reddito di cittadinanza, quei 350 euro che laRegione Campania non può più fornire alle famiglie più povere. E poi, immanca-

bili, ci sono i problemi legati al comparto dei rifiu-ti: la provincializzazione, voluta fortemente dal Go-verno, cambierà l'assetto delle società che gestisco-no il ciclo, anche la fase della raccolta; ed ecco chegià in tanti hanno scioperato tra i dipendenti deiconsorzi che temono un ridimensionamento degliorganici. E c'è inoltre da credere che al caos stipen-

di dei dipendenti dell'Asl Napoli 1, sfo-ciata a maggio nella protesta che è stataanche fatale ad un'infermiera del SanPaolo, verranno messi altri tamponi sen-za però trovare una soluzione definitivain tempi brevi.Poi, ci sono le proteste continue dei co-siddetti “Precari Bros”, i disoccupati diun progetto della Regione Campania cheè rimasto bloccato per mancanza di fon-di: a luglio hanno occupato più volte ilcomune e la stazione di Acerra, alcunisono riusciti a salire fin sui tetti dei pa-lazzi del potere a Napoli minacciando digettarsi dai cornicioni. E a metà lugliosono scesi in strada davanti alla Prefet-

tura di Caserta i cassintegrati della Ixfin di Marcianise. L’azienda è stata dichiaratafallita da anni ed è chiaro che la cassa integrazione non può essere eterna. Si trattadi uno dei casi più spinosi perché riguarda lo scandalo del comparto dell’elettro-nica sul quale vuole vederci chiaro pure la Magistratura.

DADES

il colloquio

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Ebbene sì, si torna a votare inCampania. L'avevamo appenafatto per le Regionali, che già sia-

mo in campagna elettorale per le ele-zioni comunali. E il voto della prima-vera 2011 avrà un peso specifico mol-to rilevante: perchè ci sono gli ultimi ba-luardi rimasti nel giogo della sinistra,che ora rischiano di essere assaliti e con-quistati da un centrodestra che sembratrionfare ovunque, tranne in alcuneRegioni meridionali come Puglia e Ba-silicata. Dopo il ventennio bassolinia-no, infatti, sarà sottoposto al vaglio de-gli elettori (quelli che,piaccia o no, hanno sem-pre ragione) il decennioiervoliniano. A Napolila sfida per diventaresindaco, dopo un lungoperiodo di dominio daparte del centrosinistra,vedrà la destra molto ag-

guerrita, pronta a fare filotto dopo averespugnato Provincia e Regione conCesaro e Caldoro. Per Palazzo SanGiacomo, non è mistero, corrono il de-putato e assessore regionale di scuolaAn Marcello Taglialatela ma anche ilministro Mara Carfagna e il deputatoesperto di sanità Raffaele Calabrò; al-cune chances, anche se minori, vengo-no assegnate anche ad altri due originaridi Alleanza Nazionale come PietroDiodato e Amedeo Laboccetta. Ma è,come detto, la sinistra ad essere in dif-ficoltà. Per provare a superarle, si do-

vrebbe affidare alle primarie,il metodo con cui seleziona-re i migliori candidati: speri-mentato per le provinciali,con pessimi risultati, per laRegione il centrosinistra de-cise di puntare all'ultimo mo-mento sul sindaco di SalernoVincenzo De Luca e sappia-mo com'è andata a finire. Sequesta volta proveranno a

giocarsela, allo-ra le primarieverranno convo-cate al massimoper il mese di ot-tobre. Nel Parti-to Democratico,è già pronto ildeputato esper-to di Esteri e

molto vicino al Capo dello Stato Gior-gio Napolitano: si tratta di Umberto Ra-nieri, il cui percorso spesso contrario aquello di Bassolino potrebbe contare siain un senso che nell'altro. Cioè nei pros-simi mesi si dovrà verificare se l'ex go-vernatore ha ancora un peso nel parti-to oppure la sua leadership è svanita in-sieme al potere detenuto per anni e anni.Nell'ala movimentista, invece, si attendeinvano che l'ex pm Luigi De Magistrissi decida a scendere in campo: a chi glielo chiede con insistenza, declina forseanche per continuare a mettere in bili-co la guida di Idv nelle mani di Anto-nio Di Pietro. Si vocifera, ma sono soloipotesi, addirittura di un clamoroso ri-torno alla politica attiva da parte delgiornalista Michele Santoro: a sinistrain molti ci si aggrapperebbero volentieri,come una boa di salvezza in un mare intempesta. Ma nel 2011, tra pochi mesi,si va al voto anche negli altri capoluo-ghi di Provincia. A Salerno è molto pro-babile, essendo incompatibile il ruolo diprimo cittadino con quello di consigliereregionale, che De Luca riprovi ancorauna volta a farsi incoronare; a Bene-vento potrebbe provarci Sandra Lonar-do dell'Udeur oppure Nunzia De Giro-lamo del Pdl; a Caserta, c'è da giurar-ci, si riproporrà il conflitto tra ex For-za Italia e Udc: la Provincia è spettataai centristi, ora Nicola Cosentino dirà lasua nel suo feudo.

politica

Amministrazione partenopea al voto con Salerno, Caserta e BeneventoPronto Ranieri nel Pd. E De Magistris non se la sente di provarci

Comunali, Napoli ultimobaluardo della sinistra

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Rischia di ricalcare l'esperienza dicinque anni fa la scelta del can-didato del centrodestra alle Co-

munali di Napoli. Nell'autunno del 2005si scatenò una corsa senza esclusione dicolpi, tra fughe in avanti, dietrofront e scel-te non proprio convincenti. Prima dell'exquestore FrancoMalvano, le varie animedella Casa delle Libertà pensarono adAr-cibaldoMiller, capo degli ispettori delMi-nistero della Giustizia, ad AlessandraMussolini ed all'allora presidente del-l'Ordine dei Giornalisti, Ermanno Corsi.Il vero protagonista fu però Silvio Berlu-sconi che si candidò capolista, incassò unavalanga di voti ma non riuscì a portareMalvano neanche al ballottaggio.L'autunno 2010 presenta scenari mol-

to diversi: il centrodestra ha vinto le ulti-me elezioni in Campania e appare favo-rito nonostante l'ombra di una crisi di go-verno a livello nazionale e il conseguen-te rischio di elezioni anticipate proprio nel-la primavera del 2011. Per Palazzo San

Giacomo i nomi più accreditati restanoquelli di Mara Carfagna e Gianni Lettie-ri. IlMinistro delle Pari opportunità ha dal-la sua gli oltre 55mila voti ottenuti alle ul-time Regionali, ma il suo tallone d'Achilleè la provenienza geografica: ha origini ir-pine e soprattutto è nata a Salerno. Ha ori-gine irpine pure Gianni Lettieri che peròda anni è presidente dell'Unione Industrialidi Napoli. I suoi punti forti sono l'incari-co di spessore finora ricoperto e l'abilitànel restaremoderatamente equidistante tragli schieramenti anche nel lungo periododi dominio del centrosinistra; il punto de-bole è il rinvio a giudizio nel processo perla stessa vicenda che coinvolte il sindacodi Salerno,VincenzoDe Luca, quella del-l'ex areamanufatturiera. Entrambi vantanogià gruppi su Facebook: quello per Let-tieri sindaco conta circa 800 membri, laCarfagna è ferma a 650. Non sono esclu-si nomi a sorpresa: resta pos-sibile l'ipotesi AlessandraMussolini, anche lei pre-

miata dal voto regionale e già candidatanel 1993 quando portò al ballottaggioAn-tonio Bassolino. Altro nome è quellodell’assessore regionale Marcello Ta-glialatela.Scenario più complesso a Salerno dove

Vincenzo De Luca si ricandida. Sfidarlonella sua roccaforte, dove ha incassato il75% alle ultime Regionali, è impresa nonconsigliabile.Agiugno si sono svolte dueriunioni del coordinamento provinciale delPdL,ma si è affrontato solo il tema delme-todo per arrivare al candidato sindaco. Nelcentrodestra si punta a concludere tutto asettembre: i papabili sono Lello Ciccone,attuale assessore provinciale ai Traspor-ti,Anna Ferrazzano, attuale vicepresidentedella Provincia, e il senatore Nino Para-via, già presidente di Confindustria Sa-lerno.Scenario di difficile comprensione an-

che aCaserta dove in pri-mavera si torna alle urne.La Giunta Petteruti si èpiù volte salvata dalle va-rie insidie, l'ultima èquella del Bilancio ap-provato a giugno. Il cen-trodestra presenterà unuomo di fiducia di Ni-cola Cosentino? Forse,ma è difficile, per ora,fare nomi.

Dario De Simone

politica

Nonostante le polemiche interne, il centrodestra vuole vincere anche a Napoli:il presidente degli Industriali resta favorito sulla ministra. Mussolini outsider

Pdl, Lettieri o Carfagnaper conquistare San Giacomo

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Nel 1930, il famigerato gangsterAlphonse Gabriel Capone, me-glio conosciuto come “Al Ca-

pone”, fu dichiarato nemico pubbliconumero uno degli Stati Uniti d’Ame-rica.Il suo modo di agire, le sue “gesta”,

le sue “imprese”, efferate ma carichedi pathos ed esibizionismo, rivolu-zionarono il mondo della malavitaorganizzata. Il cinema, fabbrica disogni e meraviglie, consolidato ormaicome principale mezzo di intratteni-mento, non poteva certo rimanereinerme di fronte a questa sfida: rap-presentare sullo schermo quello che,tra gli anni “20 e “30, si espandeva al-

l’orizzonte come il fenomeno cheavrebbe sconvolto la società. Intrighi,sparatorie, esplosioni, delitti passio-nali: quali ingredienti migliori pertenere incollati allo schermo milionidi persone? È su questa prospettiva chenel 1930 venne distribuito nelle saleamericane quello che può essere con-siderato il primo gangster movie del-la storia del cinema: “Piccolo Cesare”di M.LeRoy, seguito l’anno successivo dal

più celebre “Scarface” di H. Hawks(da non confondere con il remakedel 1983 di Brian de Palma). In que-

gli anni,dove nellesale cinema-t o g r a f i c h eandava affer-mandosi conentusiasmo ilgenere “gan-gesteristico”,

vigeva peròuna ferreacensura, che,come princi-pale conse-guenza, comportavauna standardizzazione della sceneg-giatura da rispettare: il criminale, ar-ricchitosi alle spalle di poveri inno-centi, grazie ai crimini più efferati, pe-riva alla fine del film. Ma si sa, il suc-cesso ha un’andatura altalenante. Ne-gli anni della guerra, infatti, il gene-re comincia la sua discesa per ripren-dere poi quota e risalire di nuovo allaribalta nel 1972, anno in cui FrancisFord Coppola termina di girare uno deisuoi più eccelsi capolavori: “Il padri-no”. La famiglia Corleone contribuìalla rinascita di un genere portandocon sé una ventata di nuove tematiche.Il mafioso, non più identificato comeuno psicopatico delinquente, arrivistae senza scrupoli, si trasforma, con Vito

Corleone, in uningegnoso crimi-nale che accostaalle sue attivitàfuorilegge un ocu-lato senso im-prenditoriale. Nelnostro paese, si sa,la questione mafia

MMaaffiiaa:: dal gangster movie aa LLaa Piovra

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è un po’ più delicata. Radicate nel ter-ritorio e sentite non come fenomenofolkloristico, le varie associazionicriminali sono descritte al cinemacon toni più austeri, inserite in vicendeche intrecciano vita politica e mala-vitosa. Chi ha assunto il ruolo di capostipite

del genere cinematografico del co-siddetto “film-inchiesta” è France-sco Rosi, che, con film come “Salva-tore Giuliano” o “Le mani sulla città”,riesce a rendere perfettamente l’ideadi una criminalità che va ben oltre lerapine in banca o le sparatorie tantocare al cinema americano, bensì, unacriminalità che non si distingue dal po-tere politico, con il quale va a fondersiin un’unica amalgama. Il passaggio alpiccolo schermo vede il genere “ma-fia” affermarsi nel no-stro paese con la serietv “La Piovra” che dàla paternità ai più re-centi “Ultimo”, “Pao-

lo Borsellino”, “AldoMoro” o “Il Capo deiCapi”; tutte serie tvche, nonostante le re-

centi critiche, hanno riscosso un enor-me successo. È sulla scia del successo, quindi,

che i produttori della Taodue (Il Capodei Capi e tante altre), hanno messo incantiere il nuovo pro-getto televisivo chevedrà protagonisti iCasalesi, andando an-che contro chi ritieneche i criminali de-scritti possano essereeretti ad “eroi” e pre-si come esempio. Critiche alle quali

Pietro Valsecchi, pro-duttore della Taodue,risponde così: “Se fat-te bene, le fiction di-

ventano una vera e propriabanca della tv, part integran-te della memoria televisiva diun paese. Anche tra dieci, vent’anni,

la storia di Borsellino o diAldo Moro continueranno adare emozioni”. PGC

mass media

In basso da sinistralocandine di: “Ultimo”

con Raul Bova, “Lapiovra” con MichelePlacido, “Salvatore

Giuliano” con PietroCammarata e “Gli

angeli di Borsellino” diRocco Cesareo

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Riceviamo dall’Assessorato al Decoro Urbanodel Comune di Napoli e volentieri pubblichiamo

Ha ben interpretato il proprioruolo di Assessore al Comunedi Napoli, con delega agli Ar-

chivi Storici e alla Memoria della Città,Diego Guida, che in seguito alle nu-merose visite presso gli archivi storicinapoletani, ha “riscoperto” l'antico e or-mai dimenticato tesoro dell'Ex RealCasa della Santissima Annunziata. La chiesa dell'Annunziata aveva infat-ti accumulato nel corso della propria at-tività enormi ricchezze, cresciute so-prattutto a seguito dell'istituzione da par-te di Papa Giovanni XXIII dell'indul-genza che spingeva i devoti ad aiutareeconomicamente la Santa Sede in cam-bio del perdono dei propri peccati. Un

capitale costituito non solo da gioiellie denaro liquido ma anche da apparta-menti, terreni, feudi e castelli. Il teso-ro ritrovato da Guida è tutto ciò che ri-mane di quell'immenso patrimonio edè custodito presso il caveau della Ban-ca dal 1981, anno in cui i beni di pro-prietà della Chiesa dell’Annunziata di-vennero di proprietà del Comune di Na-poli.Ecco il “bottino” ritrovato: oltre 40 pez-zi riconducibili per le loro fattezze adepoche risalenti tra il 1600 ed il 1800ed appartenenti all'arredo sacro e litur-gico e un centinaio di oggetti preziositra collane, anelli e bracciali. Se da unlato i primi rappresentano i pezzi di

la nostra storia

I Tesori dell’Annunziata

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maggior valoreintrinseco, i secon-di sono invece glioggetti di più gran-de valore storico esociale. L'attivitàdell'Istituto del-l'Annunziata, in-fatti, viene consi-derata dai napoleta-

ni parte integrante della sto-ria della Città per l'instan-cabile attività caritatevoledella cura dell'infanzia ab-bandonata durata per oltre

600 anni. Tristemente nota è la cosid-detta “ruota degli Esposti”,una sorta di tamburo cilindri-co roteante di legno, incassa-

to nelle mura della Chie-sa, e ancora oggi visibi-le, presso la quale le ra-

gazze madri, economica-mente incapaci di crescere un fi-glio, abbandonavano i neonati.Questi bambini, chiamati “figli

della Madonna o Espo-sti” venivano accolti

dalle balie presso l'Isti-tuto dell'Ex Real Casa dell'An-nunziata, registrati presso gli ar-chivi dove era annotata la datadel ritrovamento, la data di na-scita, eventuali segni particola-ri e tutte le notizie utili al rico-noscimento e dotati di unaidentità. Ai piccini veniva,infatti, assegnato un cogno-

me che, almeno fino al 1811, fu lo stessoper tutti, “Esposi-to” - largamentediffuso nel territo-rio campano proprioper questo motivo.

Solo successivamente a seguito di uneditto reale, il cognome Esposito lasciòspazio ad altri nomi dettati dalla fanta-sia dei medici che prestavano ai bam-bini i primi soccorsi. Il più delle voltela speranza di poter un giorno esserenelle condizioni economiche di ri-prendere i propri figli, spingeva le ma-dri a lasciare ai neonati collane, im-magini sacre tagliate in due, ma ancheoggetti di vario tipo al fine di un pos-sibile, futuro riconoscimento. Sonoquesti, dunque, i pezzi sociologica-mente più significativi, in quanto sim-bolo del legame affettivo tra le donnedell’epoca e i propri figli.Particolarmente preziosi, invece, ri-sultano essere gli oggetti del corredo sa-cro e liturgico appartenenti al Settecentonapoletano e testimonianza dellaricchezza artistica, e non solo, cheha caratterizzato quell'epoca. Lostato deteriorato

in cui i pezzi sonostati trovati non ha

impedito di apprezzarnela bellezza e l'unicità.

Giusto qualche esempio: la coro-na in oro impreziosita da ricamie pietre preziose; l'ostensorio, chenonostante le cattive condizionispicca per la presenza di intarsie piccole sculture; le croci, i can-delabri, le coppe e quant'al-tro. Intenzione dell'Asses-sore Guida è quella direndere i preziosi li-

beramente fruibili da chiunque, attra-verso l'organizzazione di diversi mo-menti di esposizione pubblica dei pre-ziosi e, dunque, di riconsegnare sim-bolicamente ai cittadini napoletani lamemoria della Città e la storia delle pro-prie radici, nonché l’orgoglio dei na-poletani che non vogliono dimenticarechi sono stati e quel che hanno fatto ne-gli anni addietro.Curiosi e turisti, esperti ed osservatoripotranno vistare la prima mostra deigioielli in preparazione in occasione del-la prossima edizione del “Maggio deiMonumenti”, un nuovo importante tas-sello per la riscoperta della storia di Na-poli.

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Castel S. Elmo è una fortezza mi-litare che sorge sulla collina delVomero a Napoli, ed è ben visi-

bile da chiunque venga via terra o viamare in città. La sua posizione è stata sem-pre strategicamente importantissimaperché permette il controllo di tutto il ter-ritorio urbano,delle alture circostanti, del-l’intero golfo. La sua terrazza è un’uni-ca enorme torre di avvistamento, dove tro-vano posto poderosi cannoni un tempoposti a difesa della città, oggi testimo-nianza storica della sua funzione. Comemai è chiamato Sant’ Elmo? Perché sor-ge sull’antichissima chiesa di S. Erasmo

(da cui Eramo, Ermo, Elmo) Oggi, sul-l’immensa terrazza, accanto agli antichicannoni, sullo sfondo di pietre tufacee,trovano posto le sculture di noti artisticontemporanei: tra queste, per ricordarecontemporaneamente la funzione e ilnome del Castello spicca un enormeElmo alto circa 2 metri di foggia me-dievale, realizzato in alluminio, con unaaureola di aste dorate intorno;l’opera èdi Mimmo Paladino, artista campano digrande notorietà, ed ha una notevolissi-ma forza simbolica, ricordando con-temporaneamente la guerra e la san-tità,elementi della nostra Storia stretta-

mente intrecciati . In questa grande ter-razza, splendida nelle giornate di sole, c’èun grande locale nel quale ha trovato po-sto un nuovo Museo, recentemente inau-gurato:Napoli 9cento . Museo “in pro-gress” : cioè di volta in volta arricchitoattraverso mostre o eventi di arte con-temporanea ,insomma un laboratorio diidee, incontri e scontri, vivo e presente,non soltanto adibito a contenitore per con-servare la memoria di una storia artisti-ca recente .”Fare Arte” è un’esigenza co-stante dell’essere umano in ogni epocae in ogni luogo, e per questo è necessa-ria l’esistenza di Musei di questo tipo che

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Il Museo NovecentoA Napoli raccolte nella struttura work in progress le opere di pittori e scultori

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rendono testimonianza dell’opera deicontemporanei, richiamando l’attenzio-ne su quanto oggi, è prodotto dagli arti-sti. Nel Museo sono raccolte opere di pit-tori e scultori napoletani e non, alcuniancora viventi, che hanno lavorato neglianni dal 1910 al 1980 testimoniando lavivacità culturale della città e la suapartecipazione alle novità “rivoluziona-rie” che si sono avute in tutta Europa nelcorso di quegli anni nel campo artisticoSolo settanta anni, ma essi sono ricchi diavvenimenti terribili che influenzano mol-tissimo la sensibilità degli artisti: la Pri-ma Guerra Mondiale, il Fascismo,la Se-conda Guerra Mondiale, Napoli bom-bardata, la miseria del Dopoguerra, so-prattutto al Sud… Alcuni di questi arti-sti usano la loro arte come testimonian-za ed impegno politico, come interpre-tazione del dolore della società. “Mace-rie” e “le quattro giornate di Napoli” delpittore Raffaele Lippi richiamano con iloro colori spenti la tragedia della guer-ra, così come il dipinto “1° Maggio” diEmilio Notte ,con i volti tristi dei mani-festanti e le bandiere rosse dignitose manon sventolanti ci danno tutto il senti-mento di delusione e di sconfitta della Si-nistra degli anni ’50. Il pittore Paolo Ric-ci, figlio di un operaio socialista, nel suodipinto “La sirena di mezzogiorno” te-stimonia la durezza del lavoro di fabbricacon le sue pennellate dense e pesanti edi suoi colori scuri. Sono presenti neglistessi anni pittori che si richiamano almodo di dipingere “Astratto”, cioè ma-nifestano la propria visione del mondo conun linguaggio pittorico che usa il coloree il disegno in modo non tradizionale eaggiunge ad essi altri materiali ritenuti ne-cessari alla loro espressione artistica: col-lage, carta di giornale, stoffa…non sem-pre chi guarda riesce a capire il significato,perché la loro arte non ha come fine lacomunicazione, ma è solo espressione del-la loro sensibilità. I favolosi anni “60 sono

quelli in cui l’Arte si internazionalizza,perché la conoscenza di altri mondi e dialtre culture è facilitata dal progresso edalla velocità delle comunicazioni; gli ar-tisti napoletani partecipano a questicambiamenti, e alcuni di loro conosce-ranno un successo internazionale .Moltidi essi sono presenti nel museo, con leloro inquietanti opere che suscitano unsentiaqmento di angoscia perché dannoil senso del crollo dei valori della nostrasocietà e della violenza in essa presen-te,della morte che è il destino ultimo del-l’uomo nonostante il progresso. “La se-dia della Tortura “ di Mario Persico evo-ca la perfezione tecnologica della catti-veria umana dell’epoca contemporanea,come l’ inquietante “gioia verde”,dipin-to del medesimo artista, comunica la mor-te della natura ad opera dell’uomo,delit-to di cui la Società tutta è responsabile.. Con il 1980 terminano le fasi artistichepresentate nel Museo: il Terremotodell’80 chiude un’epoca per l’intera

Campania, e così anche l’ Arte troverà al-trove ,in città più ospitali la propria col-locazione.; la Patria dell’Artista è il”Mondo” e” L’Oltre “ il tema della sua ri-cerca.

LilianaPalermo

la nostra storia

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Tutti voi ricorderete il famigeratoMillennium Bug. Qualcuno anchecol sorriso sapientone di chi pen-

sa: -si percepiva chiaramente che era unabufala-. Il passaggio dal 1999 al 2000 siebbe senza drastiche né preoccupanti con-seguenze e il tutto si risolse nel giro di po-chi aggiornamenti software. In realtànon tutti sanno che in Germania nel

2009 allo scadere della mezzanotte del 31dicembre oltre 20 milioni di carte di cre-dito e bancomat risultavano illeggibili.Una sorta di micro-bug circoscritto al ter-ritorio tedesco. Il problema era di natu-ra informatica, sembra che le cifre “01-01-2010” non venissero interpretate cor-rettamente dai terminali delle bancheche gestiscono i microchip delle card. La

situazione fu riportata alla normalità nelgiro di pochi giorni. Tra la gente nonmancò il panico. Crisi dei terminali e cri-si di nervi. -Due parametri legati-, direbbeun matematico,- in maniera esponenzia-le-. Tale episodio, ci fa riflettere su quan-to la nostra vita sia oggi intimamente con-nessa e spesso anche dipendente dalla tec-nologia informatica e più in generale da

Sui binaridella tecnologia

tempo libero

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quella elettronica. Ansia e senso di smar-rimento ci investono se solo viene amancare la luce in casa per una mancia-ta di minuti. Cosa accadrebbe all’umanitàse un bug molto più grande ed esteso diquello bancario tedesco impedisse noi tut-ti di riscaldare il nostro cibo al microon-de, di connetterci ad internet, di telefonaree di utilizzare la carta al supermercato?In poco meno di due decenni nella no-

stra società ha fatto irruzione l’alta tec-nologia, quella che oltreoceano chiama-no hitech. Telefonini, PC, palmari e net-book seducono e continuano ad incan-tare giovani e non.Siamo in regime di dipendenza? Pos-

siamo marchiare l’insofferenza a restaretroppo lontani da un TV al plasma come“patologia”? Del resto è anche vero che

se non sei tra i navi-gatori della rete seifuori dalla società.La società si evolveinequivocabilmenteverso una direzione, enoi, arrancando ed af-fannando la seguia-mo. Anzi, la inse-guiamo: non si fa intempo ad imparare ilfunzionamento di uncellulare touch chequalche mese dopoesso stesso risulta ob-soleto e superato dalfratellino dotato di piùmemoria. Nuovi ac-cessori vengono sfor-nati quasi quotidia-namente nel mondo.Ma è davvero tutto

utile? Eppure provate ad immaginare unmondo in cui tutta l’elettronica venisse amancare improvvisamente per un attac-co terroristico (come nel famoso film diB.Willis – Die Hard-) o per cause natu-rali superiori alla volontà umana.Il Caos. Andate oltre l’hitech, andate

oltre i social network, andate oltre il di-gitaleTV. Svegliarsi la mattina senza ilbeep della sveglia già sarebbe un grossoguaio. Rinunciare ai trasporti, ormai re-golati da flussi e flussi di dati e databa-se informatici poi...Senza i supporti informatici la stampa

stessa cesserebbe; il sistema finanziariocollasserebbe nel giro di poche ore; gra-duatorie, liste ed elenchi elettronici nonsarebbero più accessibili. Persino i datti-lografi avrebbero problemi nel registra-re ed archiviare i dibattiti parlamentari. Anche le cose più banali oggi si fonda-no sulla gestione di archivi elettronici. Cel-le e celle di calcolo rigorosamente scrit-ti in linguaggio binario: siamo figlidell’1 e dello 0. Viviamo legati a codicia barre, a PIN, password e chip che con-tengono un universo di informazioni. L’uomo è, probabilmente, l’unica speciesulla terra in grado di fornire, conserva-re e modificare l’informazione, ma so-prattutto consegnarla a terzi. La societàodierna si fonda completamente sulla co-noscenza trasmessa attraverso l’infor-mazione. Alcuni considerano le scien-ze informatiche e la tecnologia annessaalla multimedialità parte integrante ed in-scindibile nella vita del soggetto moderno,dunque, è ovvio che esso ne dipenda in-trinsecamente e quotidianamente.

Antonio Massa

tempo libero

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Potrebbe ripetersi nel 2013 quel cheè successo qualche settimana fa conil vulcano islandese Eyjafjallajokull.

Cieli pieni di cenere, aerei a terra, pas-seggeri bloccati, scali in tilt, mezza Europache si ferma improvvisamente. Ed eccoche il mondo, soprattutto quello più evo-luto, si scopre all'improvviso dipendentedalla tecnologia, dai progressi della scien-za, dalle macchine. Ma potrebbe esserestato solo un antipasto di ciò che succe-derà tra tre anni esatti (sempre che l'u-manità riuscirà a sopravvivere al famoso2012 che per ora ha portato più soldi al ci-nema che paura nel mondo). Per la primametà del 2013, infatti, gli scienziati pre-vedono l'arrivo di una tempesta solare divaste proporzioni. In realtà, anche inquesto caso si tratta di un'eruzione: ma-teria ed energia si staccano dalla stella epenetrano nel sistema solare per milioni

di chilometri. È successo altre volte, cen-tinaia di milioni di anni fa con effetti ri-levanti sul clima, sicuramente è successovarie volte nel corso degli ultimi tre secoli,quando l'uomo ha imparato ad osservarecerti fenomeni. L'evento più importante delquale sono testimoni i libri di storia è da-tato agosto del 1859 quando una violen-tissima ondata di vento solare colpì in pie-no la Terra. Il “fenomeno di Carrington”,dal nome del famoso astronomo ingleseche studiava le macchie solari, durò unasettimana; gli effetti non furono devastantiperché le radiazioni non provocano dan-ni all'uomo grazie alla struttura del cam-po magnetico terrestre, ma le aurore bo-reali, tipiche delle latitudini più alte(splendide quelle della Scandinavia), fu-rono visibili per tre giorni fino a Roma eaddirittura ai Caraibi; le cronache del tem-po raccontano anche di malfunziona-

menti del telegrafo, lo strumento di co-municazione che proprio nella secondametà del Diciannovesimo secolo si stavasviluppando in Europa e in America.Sono passati oltre 150 anni, il telegrafo èpraticamente scomparso, ma gli stru-menti dai quali dipendiamo sono au-mentati in modo esponenziale, in parti-colare negli ultimi 30 anni e in particola-re nel settore delle comunicazioni. Unevento rilevante si verificò anche nel1989: oltre 6 milioni di canadesi delQuebec rimasero senza corrente elettricaper dieci ore, mentre l'aurora borealeprovocata dal vento solare fu visibile finoin Messico. Cosa accadrà nel 2013? Dif-ficile avere certezze perché è la prima vol-ta che vengono messi seriamente alla pro-va i collegamenti satellitari, quelli che cifanno parlare al telefono ad esempio. L’i-potesi di una Terra al buio che torna in-

la bussola

Una tempestaspegnerà l’Europa?È prevista per la prima metàdel 2013, in coincidenzacon la massima attivitàdel Sole, e potrebbe causaregravi disagi alle comunicazioni. Per l’Occidente una grandeprova nell’era della dipendenza eccessivadalla tecnologia dilagante

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dietro di due secoli per qualche giorno,come nel celebre film “Fuga da Los An-geles”, sembra un po' catastrofista. Ma quelche è certo è che gli scienziati della Nasahanno lanciato l'allarme, una cosa seria cheè già sul tavolo dei governi di molti Pae-

si. La tempesta provocherà gravissimi pro-blemi alle comunicazioni e potrebbemandare in tilt tutte le strumentazioni elet-troniche. Appare quasi scontato che ver-ranno sospesi i collegamenti aerei ingran parte dell'emisfero settentrionale, Eu-ropa compresa. Verrà messa alla prova, inItalia, anche la tecnologia digitale terre-stre che caratterizza la “nuova” televisione;il rischio è quello del black-out totale. Co-municazioni molto limitate, banche datiin tilt e malintenzionati pronti ad appro-fittarne: ci sono tutti gli ingredienti per il

film catastrofico.Una possibile ca-tastrofe post-mo-derna causatasoprattutto dalladipendenza del-l'uomo dallemacch i n e ;prima si fa-ceva riferi-mento allabassa incisi-vità sulla salu-te umana, macosa dire di chi vivecon i peacemaker cardiaci? Sono centinaiadi migliaia quelli impiantati negli ultimi40 anni e non sono mai veramente statimessi alla prova da eventi di così ampiaportata. A rischio sarebbero anche i ceta-cei: le balene si orientano sulla base delcampo elettromagnetico e una tempestacosì massiccia, tale da provocare sbalzi du-raturi, potrebbe indurle a modificare le rot-te tradizionali e a spiaggiarsi. Meno rile-vanti, secondo gran parte degli esperti, sa-rebbero gli effetti sul clima. A quello il Solegià provvede da mezzo secolo. È opinio-ne di diversi scienziati che alcuni eventiverificatisi sulla Terra negli ultimi anni(ghiacciai che si sciolgono, deserti che siestendono, fauna marina che si modifica)sarebbero ricollegabili all'opera dell'uomoe all'industrializzazione solo in minimaparte. Recenti teorie hanno rivalutato glistudi sulle macchie solari dell'astronomolondinese Edward Walter Maunder che al-l'inizio del secolo scorso, ipotizzò colle-gamenti evidenti tra gli inverni freddi delDiciassettesimo secolo e l'assenza di tem-peste solari. Negli ultimi 60 anni, invece,il Sole sta vivendo un periodo di insolitaattività, ripresa verso la metà del '700 e daallora in continua ascesa fino al picco del-l'ultimo trentennio. E il picco del picco èprevisto nella prima metà del 2013.

Dario De Simone

Il celebre precedente ricollegabile a quanto potrebbe accadere nel 2013 è da-tato dieci anni fa. È un precedente di genere diverso, ma è il più grande esem-pio di timori derivanti dalla dipendenza dell'uomo dalla macchine. È il cosiddetto“Millenium bug”, il nome attribuito ad un difetto informatico che avrebbe dovutomanifestarsi su larga scala nella notte tra il 31 dicembre 1999 e il 1° gennaio 2000.Il problema tecnico era legato al numero di cifre della data: alcuni vecchi si-stemi ne presentavano solo due e sarebbero passati da “99” a “00” con graviconseguenze su calcoli di interessi, scadenze e altre operazioni automatiche.Anche in Italia furono promosse campagne pubblicitarie per spingere privati eaziende a fare verifiche nei mesi precedenti. “In fondo è solo un baco”, recitavala più famosa andata in onda pure in televisione. In realtà, era da circa 20 anniche gli esperti studiavano un modo per limitare le possibili conseguenze; sulla vi-cenda erano stati pubblicati libri ed erano andati in onda pure alcuni episodi dinote serie televisive, su tutte i Simpson.Il prossimo “bug” del genere è previsto nel gennaio del 2038. Infatti, molti sistemiinformatici utilizzano un metodo di calcolo del tempo che prevede quel periodocome data più lontana. Anche su questo fronte si sta provvedendo con l'introdu-zione di correzioni per evitare disagi.

millennium bug la bussola

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> l’artistaL’INTERVISTA

chi è Lino CannavacciuoloViolinista virtuoso e compositore di talento, ha realizzato significative collaborazioni, in campo teatralecon Roberto De Simone, Luca De Filippo e Peppe Barra, in quello musicale con Pino Daniele, Claudio Ba-glioni. Tra la sua ricca e recente produzione, le musiche di “Mareamarè” un musical dedicato al Medi-terraneo che lo ha portato a suonare nei teatri d’Europa (Londra Barbican Center, Parigi Theatre ChampsElisee, Barcellona) al Teatro dell’Opera de Il Cairo e oltreoceano (New York Qeen’s University). Ha firmatole musiche e curato gli arrangiamenti di tutti i brani degli ultimi due Cd di Peppe Barra.

Lino Cannavacciuolo, violinistaputeolano, con il suo nuovo cd“Pausilypon” intensifica il suo

percorso tra epica e pacifismo. Arrivainsomma l’album della maturità, sintesidi un percorso musicale in continuomovimento, 11 tracce per un viaggioepico che da Napoli invoca elegie cri-stiano-giudaiche, salmi biblici e im-magini di scene di guerra. L’intero la-voro è ispirato da un senso di pace e disperanza che si ritrova in tutti i brani,una vera e propria ricerca della “pau-sa dal dolore”. Dopo il viaggio artisti-co con autori del calibro di PeppeBarra e Pino Daniele, Cannavacciuoloprosegue in via solitaria provando nuo-ve strade che, se in un primo momen-to spiazzano l’ascoltatore, poi lo con-ducono in uno stato quasi estatico. Un

approccio voluto, consapevole, ma an-che carico di spontaneità.Lino Cannavacciuolo, come nasce

il progetto del suo nuovo album?«Il nuovo cd vuole essere un moni-

to contro la violenza e la guerra e tut-to il male che ne deriva. Mi ha moltocolpito l’episodio della giovane paci-fista americana Rachel Corrie che a soli24 anni è stata ferita a morte mentre op-poneva pacifica resistenza nei con-fronti di un bulldozer dell'esercitoisraeliano per evitare che questo di-struggesse alcune case palestinesi. Ra-chel Corrie era lontana dalla sua na-zione lottando per un popolo allonta-nato dalla propria terra ed è stata uc-cisa».Insomma, c’è anche un messaggio

sociale molto forte che ha voluto

lanciare ai suoi affezionati fan?«Questo cd è dedicato a lei ed ha

un’anima epica, vuol mettere in risal-to la capacità della musica di unire ciòche la realtà divide».L’album fonde diversi generi mu-

sicali come spesso accade nei suoi la-vori discografici.«L’idea è quella di unire l’orchestra

sinfonica e la musica rock, fondendo inquesto modo le sonorità classiche, dal-le quali io provengo, con quelle rock edetniche».A questi diversi generi musicali lei

aggiunge l’uso di idiomi antichi?«Si per il testo di Deo o Deo è stata

scelta un’antica elegia in dialetto giu-deo-italiano, Salmi dell’Antico Testa-mento in latino per i testi di Serva mee Pietà di me. Invece per il brano

Lino Cannavacciuolo,un violino per la paceL’eclettico artista puteolano con “Pausilypon” trova il disco della maturiità che invoca elegie cristiano-giudaiche. Raiz figura tra gli autori dei testi

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Flour que neis, terza traccia del cd chenarra la storia fantastica della nascitadi un fiore venuto sulla terra per sana-re i mali del mondo, un dialetto anti-co della lingua provenzale». Per i testi si è avvalso di Raiz, ex

leader degli Almamegretta.«Si, diciamo che Raiz ha seguito il

progetto fin dall’inizio ed è stato un ele-mento indispensabile per la sua rea-lizzazione: è stato un complice inso-stituibile proprio per il suo sensoprofondo di religiosità e per il suo tim-bro vocale che si sposa perfettamentecon il brano “I te sento” che chiude ildisco».Altre collaborazioni presenti nel di-

sco a cui tiene particolarmente?

«Tutti amici ed ele-menti di spicco nelmondo della musicajazz, della tradizioneclassica e partenopea.Solo per citarne alcuni:Gabin Dabirée, ElenaLedda, le Faraualla,Tony Levin, Rita Mar-cotulli, Emil Zhrian,l’Orchestra CollegiumPhilarmonicum, il corodi Antonio Spagnolo».E’ prevista una tour-

nee in giro per l’Italia?«Per il momento no.

Sicuramente non sarà facile, esportareuno spettacolo che prevede il coinvol-gimento di più di cento musicisti. Ov-viamente per chi fa musica pop tutto èpiù facile, perché ci si rivolge ad unpubblico ben definito e specifico. Di so-lito io seguo le mie ispirazioni e non

faccio calcoli commerciali. Certo sa-rebbe bello se tutti i generi musicaliavessero le stesse possibilità di espri-mersi. Ma io vado avanti per la miastrada e non mi arrendo». Ma le sfidedifficili sono quelle più belle da vincere.

capo

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> l’artistaL’INTERVISTA

chi è Maria BolignanoOriginaria di Pollena, paese del Vesuviano alla periferia orientale di Napoli, Maria studia all'Alberghierodi Ottaviano e poi si laurea in Scienze politiche a L'Orientale di Napoli. Dopo alcune esperienze nelteatro classico, esordisce nel 2001 a Telegaribaldi interpretando una cameriera ucraina. Negli ultimianni è diventata una colonna del Tam, il progetto teatrale di Nando Mormone. Ha anche lavorato perdiverse fiction interpretando brillantemente il ruolo drammatico di una madre coraggio nell'edizione2008 de "La Squadra" su Rai3.

Èquella delle tette, anzi la zitellasenza tette. Maria Bolignano èl'antesignana del cabaret in rosa.

A livello locale è stata una delle prime aguadagnarsi il successo; sarebbe facile,ma anche eccessivo e pericoloso, acco-starla a Sabina Guzzanti. Nella comicitàdi Maria Bolignano non ci sono imita-zioni, non ci sono riferimenti politicicontinui. È un altro mondo, ma unmondo che diverte. L'avevamo vistaquasi dieci anni fa nel ruolo di una ca-meriera ucraina alle prese coi problemidell'integrazione. L'abbiamo ritrovata nelruolo della “zitella” un po' polemica.Come tanti altri, fa parte della grande fa-

miglia del “Tam”, il fortunato locale deiGradoni Amedeo. Senza trascurare la tv,quella locale e pure quella nazionale. Unbinomio forte è quello con PaoloCaiazzo. Comicità diverse per la verità,anche se qualcuno intravede un'analogia:come Caiazzo utilizza un mezzo pazzocome Tonino Cardamone per dire cosescottanti, così la Bolignano ha creato ilpersonaggio di Morena, studentessa fuoricorso con l'accento un po' sinistroide chesi trasforma in napoletano sguaiato. Ma èdavvero difficile fare paragoni, forse per-ché le donna cabarettista è davvero qual-cosa di innovativo.

È più difficile per una donna entrarenel mondo del cabaret che da sempreappare esclusivo degli uomini?«Sì, ma è così per molti mestieri dove

c'è la predominanza di un sesso. Esistonooggettive difficoltà e pure qualche pre-concetto personale. Ma dirò di più: avolte siamo noi stesse che mettiamo bar-riere. Però poi col tempo queste vengonomeno, ho trovato un ambiente che all'i-nizio poteva sembrare un po' ostico. In-vece si è rivelato molto aperto, peròbisogna arrivare a capirlo; chi inizia que-sto percorso deve portarlo fino alla fine».Negli ultimi scandali italiani c'è

quasi sempre una donna di mezzo,

La zitella cheha cambiatoil cabaret

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spesso utilizzata come strumento op-pure oggetto. Una donna che si dà,molto diversa dalla zitella che vediamoin scena...«Siamo sicuri che sia una caratteristica

degli ultimi scandali? Secondo me sonocose che partono da lontano, ci sonosempre state e non vedo novità. Nel miospettacolo pongo la differenza tra la zi-tella e la single; in realtà è l'evoluzionedella solitudine femminile, quel che cam-bia radicalmente è la denominazione, purrestando inalterato lo stato d'animo. Bi-sognerebbe invece guardare diversa-mente la figura della donna senzacompagno: una volta era zitella, ora puòessere una scelta; le donne non si accon-tentano più come prima, non voglionorestare single però vogliono scegliere».In tante cercano di comparire in

scena più belle di come sono, qui siamodi fronte ad un personaggio che puntasui difetti.«In realtà non cerco di apparire più

brutta o più bella. Non mi piace dover

per forza sottolineare la fisicità. Butto unocchio al problema delle tette sul qualeironizzo; ecco il simbolo della funzionedi donna oggetto. La stessa donna è con-vinta che senza tette non si vada da nes-suna parte, ma molte non si rendonoconto di quanto possa essere un boome-

rang; c'è chi pensa di essere una personamigliore una volta che si è rifatta ilseno».Maria Bolignano e Paolo Caiazzo: è

diventato un bel binomio.«Ci siamo conosciuti negli studi di Te-

legaribaldi, nell'edizione di maggioresuccesso. Dietro le quinte abbiamo co-minciato a parlare con Ardone PelusoMassa, in particolare con Ettore Massa.Lui mi disse che siccome non c'eranodonne che facevano comicità al Tunnel,il locale che stava a Santa Chiara, deci-demmo di sperimentare qualcosa dinuovo. Fu una sfida e credo sia statavinta. Poi con Paolo siamo rimasti amici,ci frequentiamo con le famiglie anchelontano dalle scene».A proposito ti televisione: tanti pro-

grammi, qualche sitcom, ma sembramancare quel punto di riferimento cheera Telegaribaldi.«È un argomento molto particolare e ci

sarebbe molto da dire. Innanzitutto vadetto che si è peccato di presunzione, si è

pensato di aver raggiuntoun livello tale da cammi-nare da sé. Se ci pensiamobene, è un tipico difetto dinoi meridionali: non siprogetta sul lungo periodo,ma si tenta di vivere sulsuccesso del momento. Unperiodo di grande fortunaandrebbe valorizzato, col-tivato, sviluppato. Credosia mancato proprio questonella nostra tv regionale,per questo gli artisti sisono dispersi. È vero che

c'è qualche sitcom locale che funziona:noi con “Chiacchiere e distintivo” stiamoottenendo risultati importanti. Parla unapersona che tiene molto alla televisioneregionale: anche quando ho girato fictionper Rai e Canale5 non ho mai dimenti-cato l'emittenza locale. Magari quando

sarà finita questa fase di transizione le-gata al digitale terrestre capiremo ancheche futuro hanno tante tv».A proposito di Rai, c'è chi ha visto

Maria Bolignano in un ruolo dram-matico ne La Squadra e ha esclamato“Ma quanto è brava”. Dà un po' fasti-dio dover quasi essere sdoganati?«No, non mi offende perché è un pre-

concetto naturalissimo. Anzi, io stessa misono meravigliata di quella interpreta-zione. Altri mi hanno chiesto perché nonfaccio più spesso ruolo drammatici, main realtà sono le occasioni che vannocolte; si era presentata e l'ho presa, ma ame piace la comicità, è il mio modo dicomunicare. A volte quello che si sotto-valuta è che far ridere è una grande dote,io mi sento molto fortunata».Sul mondo del lavoro si può ironiz-

zare attraverso il cabaret?«Mi sembra molto difficile perché bi-

sognerebbe andare fino in fondo e toc-care argomenti delicati. Però c'è unparadosso clamoroso negli ultimi temi:si è tutti così precari che il lavoro di at-tore pare meno precario di altri. È un datoin controtendenza rispetto a qualche annofa: una volta se dicevi ad un genitore divoler fare l'attore, gli cadevano le brac-cia e ti bollavano come disoccupato avita. Potrei dire che oggi tanti disoccu-pati vorrebbero fare gli attori. Ma questodipende anche da un errore di fondo: permolti fare questo mestiere vuol dire ap-parire in prima serata sulla tv nazionale».

E se Maria Bolignano non avessesfondato in questo settore cosaavrebbe fatto?«Avrei continuato a lavorare nel turi-

smo come già facevo. È stato all'univer-sità che ho conosciuto quest'arte e sonorimasta imbrigliata. Però è stata una for-tuna».

Dario De Simone

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L'AMORE GIOVANE - ETHAN HAWKEQuando William incontra Sarah in un locale del Greenwich Village, lui ha vent’anni e si è appenatrasferito a New York per seguire una promettente carriera di attore; è bello, ottimista e spavaldo,passa da una ragazza all’altra senza nessun impegno. Sarah, però – musicista agli esordi, timida enon bella, ma dotata di uno straordinario magnetismo – lo turba fin dal primo momento. Fra i duenasce una relazione appassionata e turbolenta, che li farà sognare, scontrare, confrontare col propriopassato: in una parola, crescere. Ethan Hawke, attore di culto del cinema americano, ambienta questastoria romantica fra New York, Parigi e il Texas, e le dona una freschezza e un ritmo capaci dicatturare fin dalla prima pagina i lettori di ogni età. Da questo libro è stato tratto il film L’amoregiovane, girato dallo stesso Hawke e presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2006. Giàuscito in Italia (per Sonzogno) col titolo Stati di eccitazione, il romanzo torna adesso in libreria conuna nuova traduzione e una postfazione inedita dell’autore.

PAOLO SORRENTINO - HANNO TUTTI RAGIONETony Pagoda è un cantante melodico con tanto passato alle spalle. La sua è stata la scena diun’Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri, e il mondo. È stato tutto moltofacile e tutto all’insegna del successo. Ha avuto il talento, i soldi, le donne. E inoltre haincontrato personaggi straordinari e miserabili, maestri e compagni di strada. Da tutti hasaputo imparare e ora è come se una sfrenata, esuberante saggezza si sprigionasse da luisenza fatica. Quando la vita comincia a complicarsi, quando la scena muta, Tony Pagoda sache è venuto il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare ilsilenzio. Fa una breve tournée in Brasile e decide di restarci, prima a Rio, poi a Manaus,coronato da una nuova libertà e ossessionato dagli scarafaggi. Ma per Tony Pagoda, picarosenza confini, non è finita. Dopo diciotto anni di umido esilio amazzonico qualcuno è prontoa firmare un assegno stratosferico perché torni in Italia. C’è ancora una vita che lo aspetta.

tempo

MATILDE SERAO - IL VENTRE DI NAPOLI“Il Ventre di Napoli” discende da una forte ispirazione diretta dall’immersione di Hugone “I Miserabili”, dalle meticolose descrizioni di Sue nei “Misteri di Parigi” edall’esasperato realismo del “Ventre di Parigi” di Zola. Matilde Serao, per la prima volta, descrive la sconvolgente e bruciante realtà di Napolidel 1884.Calandosi in una inchiesta giornalistica che si traduce in una esplorazioneantropologica in terre sconosciute, Serao, evidenzia lo stato di miseria e di abbandonoin cui si ritrovavano i quartieri della città destinati allo sventramento urbanistico.

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MAX GAZZÈ - QUINDI?

Il curriculum di Gazzè si arricchisce di un nuovotitolo: “attore”. È sua, infatti, la parte del bassistadi una band musicale che intraprende il viaggioon the road verso un festival musicale in”Basilicata coast to coast”, primo film di RoccoPapaleo. Sarà singolare vederlo tacere perl’intero film (non parla per uno shock subito inpassato) e ad ascoltare invece, alla fine, la suavoce che canta la nuova canzone che fa al filmda colonna sonora. Stiamo parlando di Mentredormi, canzone che fa da apripista per il suo nuovo album intitolato Quindi?,scritta a quattro mani con Gimmi Santucci. È una struggente e poeticaballata che attraverso immagini evocative rende teneramente l'idea di unamore sereno ed incantato.

LIGABUE - ARRIVEDERCIMOSTRO

È in uscita il nuovoalbum di inediti diLigabue,Arrivederci,Mostro!, dove naturalmente il mostro èinteso in senso metaforico. Si tratta,infatti, di tutte quelle ansie, paure eossessioni che prima o poi attanaglianochiunque. In verità l’occasione permettedi citare qua e là qualche mostro che nonè frutto della nostra mente maagghiacciante ritratto della realtà che cicirconda; un esempio è il racconto dellastrage degli innocenti in un asilo belga,raccontata dal punto di vista di unbambino in Quando mi vieni a prendere –Dendermonde 23/01/09. In attesa chesia ufficialmente rilasciato Arrivederci,Mostro! E che parta il tour estivo Stadi2010, a presentare le nuove fatiche è ilsingolo Un colpo all'anima: “ballatona”alla Ligabue nella quale si magnifical'impatto che il passaggio di una personapossa avere su chi lo osserva conl'immancabile passione.

AVATARCon questo film, il regista JamesCameron ha frantumato ilprecedete record mondiale diincassi al botteghino,raggiungendo i quasi tre miliardi didollari. . Il regista canadese avevainfatti pensato a questa storia ben15 anni fa, ma l’arretratezza deimezzi tecnologici lo costrinsero aposticipare la sua produzione. La

pellicola è ambientata nel 2154 su un pianeta lontanochiamato Pandora, dove gli abitanti della Terra sonosbarcati alla ricerca di nuove risorse energetiche. Quidovranno vedersela non solo con la fauna di bestieenormi, ma soprattutto con gli indigeni del posto, iNa’vi, popolazione che vive in una sacra simbiosi con lanatura che li circonda. Per impadronirsi della tantericchezze del posto e per contrastare la grande forzadei nativi, gli esseri umani dovranno ricorrere ad unanuova tecnologia che permetterà loro di assumere lecaratteristiche degli abitanti di Pandora, diventando cosìdegli avatar. Lo scontro tra le due fazioni risulteràtremendamente cruento, fino a quando, tra un giovaneterrestre e una bellissima Na’vi, scoccherà l’amore…

PARNASSUSIl film accoglie l’ultimaapparizione delprematuramentescomparso HeathLedger, giovanepromessa del cinema diHolliwood. Morto ancorprima della conclusionedelle riprese, l’attoreaustraliano lascia ilposto ad alcuni suoicari amici che in suoonore hanno volutoportare a terminel’opera, devolvendo la

loro parte di incassi, alla famiglia di Ledger. Stiamoparlando di Jhonny Depp, Colin Farrell e Jude Lawche, grazie alla fantasiosa trama, che prevede ilpassaggio da un mondo fantastico ad un altroattraverso uno specchio, possono perfettamentescambiarsi in modo alternato il ruolo senza destarealcuno scompiglio. Il Dottor Parnassus gira per lestrade con il suo carrozzone dalle qualitàparticolari. In compagnia di un giovane, unafanciulla (sua figlia Valentina) e un nano mette inscena ovunque uno spettacolo che ha al suo centrouno specchio. Parnassus e' immortale ma haconquistato questa dote grazie a una scommessavinta con il Diavolo che ha assunto le sembianzedel perfido Mr. Nick. Sono trascorsi i secoli e, nelmomento in cui ha trovato il vero amore, il Dottoreha stipulato un nuovo patto con Mr. Nick il qualevuole che Valentina sia sua al compimento delsedicesimo anno di età. La data è ormai prossima…

film

tempo dischi

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Poveri e ignorantiil fumetto

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Poveri e ignorantiil fumetto

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pgc

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Page 52: Job numero 12

Èuna delle perle del Golfo di Na-poli. Ischia è tra le mete più am-bite dei turisti soprattutto per la

qualità del mare, le bellezze naturali e iltermalismo. Per questo l'isola è una del-le capitali dell'ospitalità ed è nota in tut-to il mondo. Impossibile elencare tuttoquello che a Ischia si potrebbe fare. Lacaratteristica è proprio la varietà delle bel-lezze naturali: tantissime le spiagge, fa-mosa quella dei Maronti nella baia diSant'Angelo. Altre spiagge di rilievosono quella di Citara e quella di SanMontano, tra Lacco Ameno e Forio, ce-

Ischia

la gita

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lebre soprattutto per le acque molto cal-de. Di grande impatto scenico il Castel-lo Aragonese di Ischia Ponte e il famo-so “fungo”, una singolare roccia tufaceadalla forma particolarissima nei pressi delporto di Lacco Ameno. Per i più “atleti-ci” è consigliabile la salita sul Monte Epo-meo dalla quale si ammira quello che èconsiderato il panorama più bello delGolfo di Napoli.Collegato al mare è uno degli eventi più

importanti: è il Palio di Sant'Anna con lasfilata delle singolari barche allegoriche;si svolge ogni anno alla fine di luglio neipressi del Castello Aragonese.Sull'isola sono presenti diversi siti ar-

cheologici che testimoniano la presenzadei greci in epoca molto antica. Si con-sidera che Ischia, chiamata Pithekousa,rappresenti uno dei primi insediamenti el-lenici in Italia nell'ottavo secolo avantiCristo; in particolari, furono i coloni pro-venienti dall'Eubea a stabilirsi sulla co-sta occidentale.L'isola è chiaramente di origine vul-

canica. L'ultima eruzione nei pressi delMonte Epomeo risale a circa 700 anni fa.L'attività vulcanica è allo stadio finale eper questo da secoli sono presenti stabi-limenti termali che ancora oggi richia-mano numerosissimi turisti da tutto ilmondo. I più antichi risalgono all'epocadei primi coloni. I romani ripreso la tra-dizionale realizzando numerose terme.Nel corso dei secoli sono stati molti i per-sonaggi noti ad aver passato almeno unasettimana a Ischia per curare negli sta-bilimenti termali vari malanni: su tutti siricordano Garibaldi e Cavour, primopresidente del Consiglio. Tra gli attualifrequentatori dell'isola c'è, tra gli altri, lacancelliera tedesca Angela Merkel. Il tu-rismo e in particolare quello termale èsempre stato la risorsa principale dell'i-sola. Lo dimostra anche il bilancio del-l'ultimo terremoto del luglio 1883: più diun terzo delle 2.300 vittime non risulta-va residente sull'isola e tra i turisti de-

ceduti c'erano 80 stranieriprovenienti da tutto il mon-do. Fu anche il primo esem-pio di soccorsi e ricostruzio-ne internazionali: i Paesi ditutto il mondo raccolsero laspaventosa cifra di sei milionidi lire. A Ischia sono stati am-bientati diversi film famosi:su tutti “Che cosa è succes-so tra mio padre e tua madre”del 1972 con uno strepitosoJack Lemmon e “Il talento diMr Ripley” del 1999 con unemergente Matt Damon. Un paradiso che rischia

però di diventare inferno.Per qualcuno già lo è diven-tato da anni. Meta molto am-bita, forse troppo, gran par-te dell'isola viene invasa si-stematicamente dalle auto. Ecosì ormai da decenni è in vi-gore un severo provvedi-mento per impedire lo sbar-co ai non residenti. Ad Ischia vivono in70mila, sparsi sui territori dei sei comu-ni, Ischia, Casamicciola Terme, LaccoAmeno, Forio, Serrara Fontana e Bara-no. Incalcolabile è la popolazione estiva:gli oltre 300 alberghi censiti (quelli uf-ficiali) possono ospitare fino a 25mila tu-risti. A questi si sommano i posti letto“non ufficiali” che portano il totale del-le presenze estive sull'isola verde ben ol-

tre le 100mila unità. Inevitabili le con-seguenze sul traffico veicolare e anche pe-donale nelle zone più affollate. E resta an-cora senza soluzione il problema dell'a-busivismo edilizio. Ischia è raggiungibi-le via mare dai tre porti: il molo Beverel-lo e Mergellina a Napoli e lo scalo di Poz-zuoli. Navi e mezzi veloci di diverse com-pagnie garantiscono servizi fino a tardasera da e per l'isola verde.

Ischia

la gita

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Èla meta turistica più meridionale conla Campania, quasi al confine conla Basilicata. Sapri è una delle tan-

te perle del nostro litorale. La sua baia èuna delle più suggestive e caratteristichedel Golfo di Policastro. Lontano daigrandi centri abitati e favorito dalle correntie dalla ventilazione derivante dalle vici-ne montagne, il mare di questa zona è trai più belli dell'intero Tirreno. Non a casoa Sapri viene attribuito ormai da un de-

cennio il pregevole riconoscimento dellaBandiera Blu.La cittadina ha origini antichissime e ha

vissuto un periodo importante in epoca ro-mana. E per questo può fregiarsi di un al-tro riconoscimento di spessore: Ciceronela definì infatti "parva gemma maris in-feri" che tradotto vuol dire "piccola gem-ma del mare del Sud". Il grande scrittoreromano era affezionatissimo alle localitàdel Golfo di Policastro che visitò diverse

volte e qui scrisse anche parte di alcuneopere.Ma Sapri è nella storia anche per un al-

tro motivo, la tragica spedizione di CarloPisacane. Il celebre rivoluzionario napo-letano sbarcò con altri 300 compagniproprio in questa zona nel 1857 durante unadelle fasi più significative dei moti liber-tari. L'esito fu disastroso, la popolazionenon li sostenne e anzi si rivoltò contro irivoluzionari che furono uccisi all'inizio diluglio; Pisacane si sarebbe suicidato po-chi giorni dopo. A ricordare quell'impre-sa, che ebbe comunque un valore politicosignificativo, sono la rievocazione storicache si svolge tutti gli anni nella baia a finegiugno e da una serie di monumenti tra iquali la "Spigolatrice" sistemata sulloscoglio dello Scialandro (dove sventola an-

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Sapri

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che la Bandiera Blu).Tra i monumenti da visitare c'è una vil-

la di epoca romana dotata di terme e cheospitava mosaici di enorme valore artisticopoi andati distrutti. L'area archeologica sitrova in località Cammarelle.La vera risorsa della cittadina è il turi-

smo. Oltre alle bellezze naturali e al mare,l'altro punto di forza è l'organizzazione:grazie ad un porto molto attrezzato, con-siderato tra i migliori dell'intera Campa-nia, è una delle mete preferite dai dipor-tisti che spesso partono proprio da Sapri perattraversare il Tirreno e dirigersi alle Eo-lie.Sapri è raggiungibile attraverso l'auto-

strada A3 Salerno-Reggio Calabria: l'uscitapiù vicina è quella di Buonabitacolo da cuipoi proseguire per la Variante Bussentinae infine sulla vecchia Statale 18 (circa 50chilometri); l'alternativa è proseguire finoa Lagonegro Nord e poi per la FondoVal-le del Noce. Per chi preferisce evitare l'au-to, Sapri è sede di una delle più importantistazioni ferroviarie della linea Salerno-Reggio; qui fermano praticamente tutti i tre-ni, anche gli Eurostar a lunga percorren-za. Nel periodo estivo è collegata anche aNapoli e a Salerno attraverso i mezzi ve-loci del Metrò del Mare.

Sapri

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edili tabelle retributive

Importi orari per gli operaiQualifiche Paga base Conting. E.D.R. Indenn. terr. E.E.T. Totale

IV LivelloSpecializzato QualificatoComune

5,9835,5565,0004,274

3,0133,0092,9852,960

0,060,060,060,06

1,2051,1191,0100,870

0,340,320,280,24

10,60110,0649,3358,404

Importi mensili per gli impiegati

Categoria Stipendio Contingenza E.D.R. Premio prod. E.E.T. TotaleCategoria I superCategoria ICategoria IIAssistenti tecniciCategoria III (super 18 anni)Categoria IV (super 18 anni)1°Impiego

1.478,711.330,831.109,021.035,11961,16865,05739,36

533,82529,63523,35521,25519,16516,43512,87

10,3310,3310,3310,3310,3310,3310,33

286,07262,38220,31200,31184,64167,33144,11

83,8175,4262,8558,6654,4749,0241,90

2.392,742.208,591.925,861.825,661.729,761.608,161.448,57

Indennità di mensaOperai: € 3,92 giornaliere = 0,49 orarie Impiegati € 84,77Nel caso di istituzione servizio mensa l’impresa concorre nella misura di 3/4 fino ad un massimo di € 4,13Indennità di trasportoOperai: € 2,16 giornaliere = 0,27 orarie Impiegati € 46,71 mensili

NapoliTabella paga lavoratori edili in vigore dal 1° Aprile 2010

Importi orari per gli operaiQualifiche Paga base Conting. E.D.R. Inden. terr. E.E.T. Totale

IV LivelloSpecializzato QualificatoComune

5,985,565,004,27

3,013,002,992,96

0,060,060,060,06

1,111,030,930,80

0,340,320,280,24

10,509,979,268,33

Importi mensili per gli impiegatiCategoria Stipendio Conting. E.D.R. Premio prod. Inden.funz. E.E.T. Totale

Quadro (VII livello)Categoria I superCategoria ICategoria IIAssistenti tecniciCategoria IIICategoria IV1°Impiego

1.478,711.478,711.330,831.109,021035,11961,16865,95739,36

533,82533,82529,63523,35521,25519,16516,43512,87

10,3310,3310,3310,3310,3310,3310,3310,33

279,57279,57255,88213,04192,11176,31158,71136,42

140,00 83,8083,8075,4262,8558,6654,4749,0241,90

2.526,232.386,232.202,091.918,591.817,461.721,431.599,541.440,88

Indennità di mensaOperai: € 3,76 giornaliere = 0,47 orarie Impiegati € 82,72Nel caso di istituzione servizio mensa l’impresa concorre nella misura di 3/4 fino ad un massimo di € 4,13Indennità di trasportoOperai: € 2,00 giornaliere = 0,25 orarie Impiegati € 44,00 mensili

CasertaTabella paga lavoratori edili in vigore dal 1° Aprile 2010

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Page 57: Job numero 12

edili tabelle retributive Importi orari per gli operaiQualifiche Paga base Conting. E.D.R. Inden. terr. E.E.T. Totale

IV LivelloSpecializzato QualificatoComune

5,9835,5565,0004,274

3,013,002,992,96

0,060,060,060,06

1,050,970,880,75

0,340,320,280,24

10,4439,9069,2108,284

Importi mensili per gli impiegatiCategoria Stipendio Conting. E.D.R. Premio prod. E.E.T. Totale

Categoria I superCategoria ICategoria IIAssistenti tecniciCategoria IIICategoria IV1°Impiego

1.478,711.330,831.109,021.035,11961,13865,05739,36

533,82529,63523,35521,25519,16516,43512,87

10,3310,3310,3310,3310,3310,3310,33

262,35241,40200,61181,14166,41150,17129,19

83,8075,4262,8558,6654,4749,0241,90

2.369,012.187,611.906,161.806,491.711,531.591,001.433,65

Indennità di mensaOperai: € 3,80 giornaliere = 0,475 orarie Impiegati € 82,175Nel caso di istituzione servizio mensa l’impresa concorre nella misura di 3/4 fino ad un massimo di € 4,13Indennità di trasportoOperai: € 2,462 giornaliere = 0,307 orarie Impiegati € 53,24 mensili

BeneventoTabella paga lavoratori edili in vigore dal 1° Aprile 2010

Importi orari per gli operai

Categoria Paga base Conting. Inden. settore

Accordo del 31/07/1992

Elemen. econ.territoriale

Totale orario

Cassa Edile18,50 %

Cassa EdileAcc.14,20

%

Rid. orariolav. 4,95 %

IV LivelloSpecializzato QualificatoComune

5,9805,5605,0004,270

3,0133,0012,9852,985

1,1501,0830,9780,842

0,0600,0600,0600,060

0,3390,3140,2830,242

10,54210,0179,3058,378

1,9501,8531,7211,550

1,4971,4221,3211,190

0,5220,4960,4610,415

Importi mensili per gli impiegati

Categoria Paga base Premio prod. Conting. Accordo del 31/07/1992

Elemen. econ.territoriale

Indenn. Sost. mensa

Indenn.Sost.trasp Totale stipendio

7° liv. Quadri 1° S.6° liv. Prima5° liv Seconda4° liv. Terza Ass. T. 3° liv. Terza2° liv. Quarta 1° liv. Qu.ta 1° imp.

1.478,711.330,831.109,021.035,11961,16865,05739,36

291,477267,793222,608200,642184,500166,648143,507

533,824529,633523,346521,252519,156516,431512,869

10,32910,32910,32910,32910,32910,32910,329

83,80175,42162,85058,66254,47149,02441,901

103,800103,800103,800103,800103,800103,800103,800

47,57047,57047,57047,57047,57047,57047,570

2.549,512.365,382.079,521.977,361.880,991.758,751.599,34

Indennità di mensaOperai: € 4,80 giornaliere = 0,60 orarie Impiegati € 84,77

Indennità di trasportoOperai: € 2,24 giornaliere = 0,28 orarie Impiegati € 46,71 mensili

SalernoTabella paga lavoratori edili in vigore dal 1° Aprile 2010

Importi orari per gli operai

Qualifiche Paga base Conting. E.D.R. Inden. terr.settore E.E.T. Totale

orarioC. edile 18, 50%

Accanton.C. ed. 14, 20

IV LivelloSpecializzato QualificatoComune

5,985,565,004,27

3,013,002,992,96

0,060,060,060,06

1,151,060,960,83

0,340,320,280,24

10,5410,009,298,36

1,9491,8501,7181,546

1,4961,4201,3191,187

Indennità di mensa: € 0,41 orarie indennità di trasporto: € 0,24 orarie

Importi mensili per gli impiegati

Livello Paga base Premio prod. Conting. E.D.R. Totale7°6°5°4°3°2°1°

1478,711330,831109,021035,11961,16865,95739,36

283,90260,21216,94196,10180,33162,82140,08

533,82529,63523,35521,25519,15516,43512,87

10,3310,3310,3310,3310,3310,3310,33

2022,861870,791642,701566,691490,641391,811262,56

AvellinoTabella paga lavoratori edili in vigore dal 1° Aprile 2010

job giugno 2010:Layout 1 21-07-2010 18:43 Pagina 57

Page 58: Job numero 12

Expo Ischia

Per il ventennale dell’evento la voglia el'impegno di creare emozioni si èancora di più accentuata,consolidandosi sempre di più come“l’unica grande fiera d’estate” dell’isolad’Ischia. Come già dal lontano 1991, lafiera di Ischia rappresenta un polo ed unmomento di happening cruciale perl'estate sull'isola verde. Tutti i successidelle scorse edizioni hanno rilanciatol’entusiasmo, decisivo per andare avantisempre con la costante voglia dicrescere. L’area espositiva, sia interna alPalasport Taglialatela che nei giardinidello Stadio "Enzo Mazzella", unita allarigorosa selezione degli espositori ed

alla minuziosa cura dei dettagli esteticicreano un'atmosfera magica. La fiera èormai una tappa fissa dell'estateischitana e campana. Un evento che -quest’anno dal 5 al 30 agosto -rappresenta sempre la novità, dal puntodi vista del settore commerciale e diquello degli spettacoli. Del resto, Ischia,con i suoi tanti turisti, è la locationideale.

Terzo ConcorsoFotograficoCittà dellaNocciola

Prosegue fino al15 settembre ilconcorsofotograficonazionale dalnome “Cittàdella Nocciola”.L’obiettivo è

incentivare gli amanti della fotografia edella natura a frequentare e conoscere ilterritorio della nocciola italiano.Organizzato dall’Associazione NazionaleCittà della Nocciola in collaborazione con

Accademia Segetum, si chiama “Nocciola edintorni”. Le foto saranno esposte per laprima volta durante l’ IX Assise Nazionaledi Città della Nocciola in programma trasettembre e ottobre 2010. Durante l’eventosaranno premiati i vincitori del concorso,riservato sia ai fotografi professionisti sia aquelli dilettanti. L’Associazione Città dellaNocciola si è costituita nel 2004 a GiffoniSei Casali, in provincia di Salerno, ed èdiventata un po’ di riferimento per tutti queiterritori dove la produzione di nocciola haraggiunto livelli importanti tali dadeterminare l’identità culturale di diversicomuni sparsi per l’Italia.Info e regolamento:www.cittadellanocciola.it

Premio Capri2010: incontro conYevtushenko

Capri AwardsFound a t i o npresenta il se-

minario di scrittura creativa "Por-ta una poesia in tasca" con un in-contro con il poeta del Premio Ca-pri 2010 Yevgeny AleksandrovichYevtushenko. L’ingresso è gratuito.I ragazzi che aderiranno, possonoportare una poesia o scriverla dopoil seminario. La poesia vincente ri-ceverà un premio di trecento euro esarà letta alla fine del festival di poe-sia “Premio Capri - La Notte dellaPoesia". L’evento si svolge nellasplendida cornice di Palazzo Cerioil 25 luglio prossimo.Il Premio Capri è una delle più pre-stigiose istituzioni culturali italia-ne. Fondato nel 1987, è stato un ap-puntamento di spessore per poeti,scrittori e registi di diverse culture,nonché un trampolino di lancioper le giovani promesse dell’uni-verso culturale. Capri è anche unostato d' animo e per tutti coloro chel'hanno amata, dall'imperatore Ti-berio al Conte Fersen fino ad Al-berto Savinio. Questo stato d'animoè la poesia. A quest'isola della poe-sia non poteva mancare un grandeappuntamento annuale con i mag-giori poeti del mondo.

58 job - feneal uil campania / agosto 2010

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il cruciverba

il sudoku

ORIZZONTALI:1 L'insieme di ingredienti 7 Malattia infettiva 13 Da' prova di va-lore e coraggio 14 lira senza fine 15 La respiriamo 16 Croce rossaitaliana 17 Simbolo dell'iridio 18 E'abbreviato con "hI" 21 Inmezzo alla noia 23 Lo sono alcuni giornalisti 24 Veicoli indu-striali 25 Roma senza vocali 26 Ragusa 27 Tormento segreto econtinuo 29 Impegno al quale si e' o ci si sente obbligati 32 Nelcentro di Siam 33 Sigla di Messina 35 II medio e' il più' lungo36 Frutti 38 Conto corrente 39 La fine dell'albo 40 Si occupa diun concorso nazionale 41 Falsità, assurdità 42 L'addestramentodei soldati 43 Categoria in breve 44 Tirato, contratto 46 A favore48 Oppresso, sovraccaricato 50 Che si riferisce ad una cosa 53 IInome della Tina attrice 54 Bevande che stimolano l'appetito55 Grossi ruminanti 56 Lo costrui' Napoleone il Europa58 Ammasso stellare aperto nella costellazione del toro59 Cannocchiale usato nei sottomarini

VERTICALI:1II miglior risultato mai raggiunto 2 In modo irreparabile, chenon ha rimedio 3 Preposizione articolata 4 Esercito italiano 5Touring club italiano 6 La città con la mole Antonelliana 7 Lenire,temperare 8 Lago in provincia di Novara 9 Allatta bambini altrui10 Istituto ricostruzione industriale 11 Piccolo in inglese 12 Altronome del lago di Como 14 Una razza di cane 19 II nome di un Bi-smarck 20 Oppure in inglese 22 Detta e ridetta 28 Radio Monte-carlo 30 Può essere alla fiorentina 31 Levata, sottratta34 Si disputavano nell'arena 36 Può essere oneroso 37 Dispenseda obblighi 38 Isola italiana 39 Sigla di Bari 40 Un gioco di carte42 Figure geometriche 45 suddivi-dono il chilo 47 Parte posteriore49 Incursione militare 50 Indicaeccesso 51 II dio dell'amore 52Sigla di Treviso 54 Produce la cera57 Militar police

le soluzioni

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