la pianta - unirc.it · 2011. 11. 17. · • la pianta procede dal dentro al fuori: l’esterno è...

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La pianta

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La pianta

La pianta è la generatrice.Senza pianta c’è disordine, arbitrio.La pianta porta in sé l’essenza della sensazione.

La pianta sta alla base. Senza pianta non c’è grandezzadi intenzione e di espressione, né ritmo, né volume, nécoerenza. Senza pianta c’è una sensazioneinsopportabile di cosa informe, di povertà, di disordine, diarbitrio.La pianta richiede la più attiva immaginazione e insiemela più severa disciplina.La pianta determina tutto: è il momento decisivo.(…) è un’austera astrazione.L’ordine è un ritmo afferrabile che agisce su qualsiasiessere umano in egual modo.La pianta porta in se stessa un ritmo primariodeterminato: l’opera si sviluppa in estensione e inaltezza, secondo le sue prescrizioni, dal semplice alcomplesso, seguendo la stessa legge.L’unità della legge è la legge di una pianta corretta: leggesemplice infinitamente modulabile.Nella pianta è già compreso il principio della sensazione.

• Le Corbusier, Verso un’architettura, a cura di P. Cerri e P. Nicolin, Milano,Longanesi, trad. it. di Vers une Architecture, Paris, Editions Crès, 1923.

Il tessuto edilizio Le eccezioni

La composizione classica

Michelangelo - Palazzo Farnese Roma

Sebastiano Serlio

Dal trattato del Serlio libro VII tav. 46

Dal trattato del Serlio: Palazzo di SpalatoPoggio Reale a Napoli

Andrea Palladio

Dal trattato di Palladio - Palazzo Antonini a Udine

Dal trattato di Palladio - Villa Maser - Villa Emo a Fanzolo

Jean Nicolas Louis Durand

La composizione “per parti” nelle “lezioni” di Durand

plan paralisé

plan libre

I cinque punti

Villa classica

La nuova “villa”

Le Corbusier - piante della villa Stein a Garches

Le Corbusier - prospetti della villa Stein a Garches

pianta libera = facciata libera

La sezione

• La pianta procede dal dentro al fuori:l’esterno è il risultato di un interno.

• Gli elementi architettonici sono la luce,l’ombra, il muro e lo spazio.

• L’ordine è la gerarchia degli scopi, laclassificazione delle intenzioni.

• Le Corbusier, Verso un’architettura, a cura di P. Cerri eP. Nicolin, Milano, Longanesi, trad. it. di Vers uneArchitecture, Paris, Editions Crès, 1923.

Le Corbusier - pianta della casa sul lago Lemano

relazione interno/esterno

“La promenade architecturale”

Le Corbusier - Casa Currutchet a La Plata

Un edificio è come una bolla di sapone.Questa bolla è perfetta e armoniosa se ilsoffio è ben distribuito, ben regolatodall’interno. L’esterno è il risultato di uninterno.

Non ci sono altri elementi architettonici diinterno: la luce e i muri che la riflettono inlargo spazio e il suolo che è un muroorizzontale. Fare dei muri illuminati significacomporre elementi architettonici di interno.Resta la proporzione.

da Le Corbusier, “La pianta procede da dentro a fuori”, inLe Corbusier, Verso un’architettura, a cura di P. Cerri e P.Nicolin, Milano, Longanesi, p. 146, trad. it. di Vers uneArchitecture, Paris, Editions Crès, 1923.

Le Corbusier - Casa al Weissenhof di Stoccarda

da Palladioa Le Corbusier

F. L. Wright, L. Mies van der Rohe, G. Rietvelt

La frammentazione del confine

1. Ridurre al minimo il numero degli ambienti singoli eorganizzare tutto lo spazio rimanente come se fosse un unicumnel quale, per mezzo della luce, dell’aria e della vista, le variearticolazioni risultino uniformate a un generale senso di unità.

2. Integrare l’edificio, inteso nella sua totalità, con l’ambienteche lo ospita, privilegiando lo sviluppo orizzontale (...).

3. Eliminare le stanze-scatola e, naturalmente, le case-scatola,sostituendo ai muri tradizionalmente intesi dei veri e propri<<piani-diaframma>> che non devono presentare soluzioni dicontinuità rispetto agli elementi orizzontali, vale a dire soffitti epavimenti: in questo modo lo spazio acquista opportunecaratteristiche di dilatazione e di coinvolgimento.

• da Wright F.L., “La casa di cartone”, in Una Autobiografia, ed.or. 1932, I ed.italiana 1955, Milano, Jaca Book, I ed. 1985, III ed. 1988, 143-147

Wright - piante della casa Kaufman a Bear Run

Wright - schizzo della casa Kaufman a Bear Run

Nella pianta di questa casa hoabbandonato il principio, finoraadottato, della chiusura dellospazio e, al posto di una serie disingoli locali, ho cercato diottenere una sequenza di effettispaziali. Qui il muro perde il suocarattere di chiusura e serve soload articolare l’organismo dellacasa.

da Mies van der Rohe L., testo di una conferenza di cui nonsi conoscono il luogo né la data, dal manoscritto inedito del 19giugno 1924 in Archiv io Dirk Lohan, Chicago; in NeumayerF., Mies van der Rohe das kunstlose wort. Gedanken zurbaukunst, Berlin, Wolf Jobst Siedler, 1986, trad. it. Mies vander Rohe. Le architetture. Gli scritti, a cura di M. Caja e M.De Benedetti, Milano, Skira, 1996, pp. 264-265.

da Palladioa Mies

Mies van der Rohe - progetto della casa e tre corti

Mies van der Rohe - Casa Tugendhat a Brno

Punto 8La pianta. La nuova architettura ha aperto lepareti e quindi abolito la divisione in interno edesterno. Le pareti non sono più portanti, nonsono più dei punti d’appoggio. Il risultato è unapianta nuova, più aperta, che differiscecompletamente da quella classica, perchél’interno e l’esterno penetrano l’uno nell’altro.

Punto 9La nuova architettura è aperta. Il tutto ècomposto da uno spazio che è suddiviso inconformità alle esigenze funzionali. Questasuddivisione avviene per mezzo di superfici didivisione (all’interno) o di superfici diprotezione (all’esterno).

da Van Doesburg T.,"Sulla v ia di una architettura neoplastica” (1924), orain Conrads U., Manifesti e programmi per l’A. del XX secolo, Firenze,Vallecchi, 1970, pp. 14-16.

Rietveld - casa Schroeder a Utrecht

Rietveld - casa Schroeder a Utrecht

Louis I. Kahn, Giò Ponti

L’apertura del muro

Una volta il muro portava e l’onore del muro era la sua grossezza che nedimostrava la capacità portante: per necessità di portare era siffatto, népotevasi altrimenti: non era un merito, una prerogativa d’una volta: per forzail muro era grosso, solido e massiccio, portavala costruzione muraria teneva e si reggeva per gioco di pesi sovrapposti(…) questa l’architettura muraria: staticità; pietra su pietra - si diceva-mattone su mattone: era una <<sovrapposizione>>

• la costruzione col cemento armato venne iniziata (come sempre accade)con l’imitare, col surrogare i procedimenti precedenti: si sostituì al sistematrilitico - tre pietre, due ritte (i pilastri) una orizzontale (l’architrave) -rifacendosi alla porta che fu la prima delle costruzioni e legando i tre getti,(continuità): e questo scheletro continuo, solidale, e unico lo si inserì nellamuratura; era ancora costruzione: poi il cemento si disimpegnò dal muro edivenne struttura e noi foggiammo quelle nude strutture che salirono solefino al tetto senza i muri: costruttivamente i muri non portavano più:scomparvero come elementi costruttivi: scomparsa del muro

• allora quel muro che portava, divenne portato: il suo peso, il suo spessorenon erano un onore; la sua forza, inutile, e il suo peso erano un caricomorto che aggravava la costruzione: l’onore del muro divenne d’esserleggero, cioè sottile (cavo, con le qualità coibenti - al caldo e al freddo e alsuono - che finalmente erano create dalla tecnica dell’uomo - onoreintellettuale - e non con lo spessore - fatto naturale)

• (...)• scomparsa del muro? (...) oggi facciamo anche dei muri non per portare il

resto ma per portare se stessi in funzione di chiudere plasticamente glispazi: plastica spaziale, incanto murario puro, muri per guardarli.

• da Ponti G., “Scomparsa del muro” in L’architettura è un cristallo, Milano, Editrice Italiana,1945, pp. 138-139.

G. Ponti, Villa Planchart

Kahn,First unitarian Church -Exeter LibrarySinagoga Hurva

Louis Kahn

Composizione per volumi

Fruchter HouseDominicam Sisters Convent