la riforma protestante - filozofski...
TRANSCRIPT
LA RIFORMA PROTESTANTE
SINTESI A MODO DI BREVE COMPENDIO
By
Stefano Ulliana
SMASHWORDS EDITIONS
*****
published by:
Stefano Ulliana on Smashwords
La Riforma protestante
Copyright 2016 by Stefano Ulliana
Web-page of the author c/o Smashwords.com:
https://www.smashwords.com/profile/view/StefanoUlliana
https://www.smashwords.com/profile/view/StefanoUlliana
INDICE
Premessa
Introduzione
Prima parte. Il problema rappresentato dalla Riforma
Erasmo da Rotterdam
Seconda parte. Lutero
Una nuova proposta teologica
Il corpo dottrinario della nuova proposta teologica
I primi effetti politici
Terza parte. La sinistra protestante
Quarta parte. La destra protestante
Quinta parte. La Riforma in Inghilterra e in Italia
Sesta parte. Conclusioni
Note
Bibliografia e sitografia
Pagina dedicata allautore
PREMESSA
Lelaborazione di questo breve saggio dedicato alla nascita ed al primo sviluppo della
Riforma protestante gravita attorno ad una serie organica di poli gravitazionali teorici ed
interpretativi, che possono essere qui rapidamente delineati e descritti sotto forma di
domanda. Essi sono relativi a:
a) lacquisizione di una possibile via di fuga fondamentale nel modo di pensare la genesi
della modernit (in connessione con lo sviluppo intrecciato della prima filosofia moderna).
La Riforma protestante d forse luogo ad una nuova possibile fase di civilizzazione per il
continente europeo, nella quale lelemento platonizzante (prevalentemente a trazione
trascendente) si scontra e/o si fonde con una rivitalizzazione dellelemento aristotelizzante
rinascimentale (prevalentemente a radicalit immanente)? La questione della salvezza
individuale (secondo la grazia e la provvidenza divine o secondo i meriti legati alle opere)
deve essere vista come uno schermo, attraverso ed oltre il quale si muovono fattori di natura
teologico-politica, che dunque possiedono in s una forte carica di trasformazione
economico-sociale e culturale? La prevalenza del fattore trascendentista su quello
immanentista immobilizza e neutralizza le spinte pi rivoluzionarie, messe in moto dalla
Riforma? Si pu cos parlare di una Destra (Calvino) e di una Sinistra (via via pi radicale e
rivoluzionaria: Melantone, Zwingli, Mntzer e gli Anabattisti) nel movimento teologico-
politico protestante franco-tedesco? La figura di Lutero andrebbe cos a rappresentare il
Centro ed il perno di una possibile ricomposizione dellantico e tradizionale modo di
pensare e di vivere medievale con il nuovo impulso alla trasformazione, che per sia
funzionale alla limitazione e neutralizzazione delle sue forme teologico-politiche pi
eversive?
b) Questa problematizzazione come pu avvalersi degli apporti delle conoscenze storiche
legate alla suddivisione territoriale tedesca di quella fase storica? Si devono considerare i
contesti territoriali germanici limitati come occasione di nuove libert (teologiche, politiche
ed economico-sociali)?
c) Qual linfluenza della pressione centrale dellImpero su queste forme di libert
tradizionali ed ora innovative? Lo sviluppo della contesa fra il potere politico centrale e la
sua difesa del cemento ideologico costituito dalla religione cattolica (Carlo V) pone a
rischio di deflagrazione la stessa struttura politico-gerarchica dellImpero? Apre, o avrebbe
potuto aprire, soluzioni completamente nuove ed incompatibili con quella ricomposizione
fra lantico ordine feudale e lavvio di un processo protocapitalistico mercantile verso il
quale le nuove forze dirigenti nellImpero (Dieta e Fgger) sembravano voler spingere?
d) La nuova sistemazione teologico-politica, instabile sino alla met del secolo
successivo (Guerra dei Trentanni) e diversa nei diversi territori dellImpero, confligge
tendenzialmente e potenzialmente con laccentuarsi delle tendenze alla concentrazione dei
poteri, che dalla costituzione delle monarchie nazionali in Europa tender rapidamente in et
moderna alla fondazione di stati ad impronta assolutista (vedi Francia di Luigi XIV)? Cos
la mancata costituzione di uno stato unitario germanico (oltre lapporto linguistico
desumibile dallopera teologico-politico e letteraria di Lutero) vale come una mancanza nei
confronti del procedere del progresso storico europeo, o non invece come uno di quei
ritardi della storia stessa, che come indicava Ernst Bloch [1] avrebbero potuto
anticipare un futuro nuovo e completamente diverso, rivoluzionario?
e) Il tema della nascita della coscienza individuale, della sua autonomia e libert, della
sua indipendenza e della sua attiva determinazione progettuale, pu collegarsi con
lavventura di una nuova organizzazione razionale della conoscenza filosofica e scientifica
(Telesio, Bruno, Galilei)? Il principio della libert teologica si compone con quello della
libert razionale e della ricerca naturale? La svalutazione iniziale della Natura in Lutero
per la predominanza del peccato originale e della Legge pu trovare soluzione, sempre
nello stesso Lutero, con la rivoluzione attuata dallAmore divino? Lapertura che qui viene
decretata salva la stessa considerazione naturale e avvia verso le forme di impulso agli studi
naturalistici (secondo la linea germanica che collega Paracelso a Bhme)? In questa
prospettiva il futuro idealismo e post-idealismo tedesco potrebbero essere considerati come
il consolidamento definitivo della ideologia tedesca, [2] quale depositaria finale delle
intenzioni di conservazione e composizione mediativa (sovrastrutturale) luterana [Marx
1846]? Gli effetti storici successivi che avranno come soggetto la nazione tedesca
(militarismo, imperialismo, nazionalsocialismo, neo-liberismo autoritario del Capitale)
con le relative problematiche politico-sociali ed economiche, ovvero ideologiche devono
essere visti come la necessaria conseguenza della sua continua ripresa e ricomposizione?
INTRODUZIONE
Lorizzonte e lo sfondo della civilt medievale in senso sia teologico e psico-sociale,
quindi culturale, che in senso lato politico era dominato dalla concezione di un Dio
apparentemente damore, che incuteva per ambiguamente paura e terrore nei confronti dei
propri nemici, che aveva dunque in se stesso la prevalenza di fattori atti alla negazione ed
alla subordinazione nei confronti di un mondo inferiore particolarmente turbolento, riottoso
e corrotto, quasi fosse icona della maschilit paternalista tradizionale invidioso et
invido [3] avrebbe detto successivamente Giordano Bruno nella sua mirabolante critica
del processo ideologico che innervava lo sviluppo della civilt occidentale della libera
potenza creativa della Natura e della Ragione, riguardata come lestrema personificazione
dellessenza e dellesistenza diabolica. Un Dio che, quindi, faceva intravedere piuttosto la
continuit con limperio e la costrittivit della Legge (il V.T.), piuttosto che la liberazione
ottenuta grazie alla spontaneit ed eguaglianza dellamore infinito ed universale (il N.T. e lo
Spirito del Cristo).
Tutte le forme ereticali che lo avevano quindi storicamente attraversato Catari,[4]
Patari, Albigesi si fissavano dunque pi sulla negazione di questa negazione, con un
eccesso della stessa che conduceva verso forme di auto-annichilimento collettivo, piuttosto
che sulla riapertura di un orizzonte dotato di una spinta radicale propulsiva, sia dal punto di
vista psicologico, che culturale e politico. Al contrario i diversi e ricorrenti movimenti italici
dei secoli XII-XIII-XIV, legati alle figure di Arnaldo da Brescia (influenzato
dallinsegnamento parigino di Abelardo), Gioacchino da Fiore [5] (desideroso di trasporre in
senso civile lideale comunitaristico orientale), Dolcino (con la sua critica alla concezione
verticistica e gerarchica del potere, insieme religioso e politico), Pietro dAbano [6] (fautore
della libert di movimento per gli stessi astri celesti e della visione dialettica di
composizione-scomposizione universale), Marsilio da Padova [7] (che con il suo Defensor
Pacis forse d avvio alla divisione fra potere dello Stato e riferimento teologico ed
ecclesiastico) tendevano a considerare e valutare positivamente lapporto popolare e
tendenzialmente democratico alla vita religiosa ed a quella politica, per impedire che la
relazione verticale del potere perdesse la Chiesa stessa dentro il vortice alienante dei
rapporti di forza (economici, istituzionali e culturali dominanti), e la portasse a farsi
strumento della rischiosa valorizzazione delle nuove forze protoborghesi, voluta allinterno
delle nuove forme civili cittadine (i Comuni), tese allo smarcamento della vita individuale e
collettiva dalla determinazione religiosa ed alla rincorsa della felicit e dei piaceri, che
lideologia dellimmanenza (vedi la ripresa di Aristotele) poteva fondare e garantire (vedi,
anche, le opere letterarie di Boccaccio). Cos mentre le possibili derive democratiche dei
Comuni vengono neutralizzate in Italia dallavvento delle Signorie, il movimento
umanistico comincia a riutilizzare il classicismo filosofico e le antiche prassi civili e
politiche greco-romane per consolidare una forma di potenza immanente, priva della
necessaria giustificazione teologica e/o religiosa, ma nello stesso tempo adatta ad impedire
vie di fuga laterali di tipo effettivamente rivoluzionario (possibilit che invece si
ripresenteranno allinizio dellet moderna, almeno nelle proprie possibilit teoriche, con le
posizioni di Giordano Bruno e Baruch Spinoza). Le posizioni di Lorenzo Valla e di Niccol
Machiavelli starebbero cos successivamente a dimostrare unaccettata impossibilit a
fuoriuscire da tendenze politiche o politico-teologiche immanenti e/o trascendenti, di nuovo
neoplatonizzanti (da Nicola Krebs a Marsilio Ficino). In tal modo la nuova fase dello
sviluppo ideologico della civilt occidentale vedrebbe in Italia agitarsi un dibattito fra due
posizioni, che in realt non consentono ciascuna per parte propria alcuna variazione ed
alcuna trasformazione di quellimpianto tradizionale (Aristotele ricomposto allinterno di
Platone), che fa comunque leva su di un orizzonte superiore di determinazione
assolutamente vincolante, quindi di un rapporto di egemonia e di potere ineludibile e
necessario. Sia nellipotesi di una sovradeterminazione, che in quella di una raccolta di
differenze legate dal comune interesse dello Stato regionale in formazione, la divisione,
lalienazione e la scissione del soggetto civile e politico contempera in s sia la versione
neomistica dellinfinito della volont e della potenza (sovranit assoluta del regnante), che
quella neoaristotelica della separazione astratta delle virt e delle classi socio-
economicamente e politicamente o culturalmente dominanti (secondo il principio di una
determinazione di natura oligarchica).
Di fronte a questa situazione sembra allora stare la polemica di natura prettamente
religiosa che pare a questo punto quasi di mera retroguardia fra unipotesi di salvezza
individuale vincolata alla determinazione dogmatica delle prassi legate alle buone opere ed
al relativo merito ed una nuova ipotesi interpretativa, fondata sul primato assoluto della
libert della grazia divina, sollecitata dalla famosa questione della vendita delle indulgenze,
ma connessa anche con le aspirazioni politiche tedesche verso una maggiore autonomia e ad
un deciso annullamento di tutte le forme di eterodeterminazione provenienti dal Papa e dalla
Curia romana. In questo senso il valore di questautonomia e di questa autodeterminazione
tender a negare quella proposta umanistica (vedi la disputa fra Lutero ed Erasmo da
Rotterdam), riproiettando verso un orizzonte di nuovo assolutistico, ma al contempo
tendenzialmente democratico (comunit protestanti), quella volont di alienazione e cos
ricomponendo il punto dorigine di una nuova fase di attivit, tendenzialmente protesa verso
un mondo veramente e realmente nuovo. Dotato di un nuovo orizzonte ideologico e con
nuove modalit dialettiche, proposte dalle nuove relazioni intersoggettive (sia in terra
tedesca, che olandese, od inglese, sino alle colonie americane di nuova formazione).
In questo contesto il primato della fede, della grazia e della Scrittura assumer, dunque, il
valore, il senso ed il significato paradigmatico di una nuova alleanza fra divino ed umano,
tesa a ribadire costantemente il proprio contenuto e la propria forma originari (con il
richiamo alla fonte del Nuovo Testamento e la messa in questione della tradizione
ecclesiastica come giustificazione principale per la salvezza), mentre lorizzonte finale e
conclusivo dellopera umana nel mondo non dovr far altro che seguire il semplice, ma
complicatissimo, principio etico-religioso (e politico) dellamore fraterno ed infinito (vero
ed unico, reale, dono della divina Provvidenza). In questo senso si potrebbe anche sostenere
che il movimento protestante tedesco rigetter tutte le incrostazioni umanistiche e
classicheggianti della fede, per liberarsi dallabbraccio mortale con un potere politico ed
economico, con il quale, per, non riuscir mai ad esclusione delle formazioni pi di
sinistra, radicali e rivoluzionarie a fare fino in fondo i propri conti, con ci dimostrando
ancora una volta il difetto dorigine della propria impostazione: lappiglio e laggancio
necessario alla diagonalizzazione tradizionale dellEssere, che stabilisce ed incasella da un
lato (quello dellidentit platonica) la potenza/volont divine, mentre dallaltro depone la
limitatezza e la corruzione dellente finito (seguendo, in questo modo, limpostazione
tomistica). Solamente il ripristino del contatto con loriginario creativo e doppiamente
dialettico di una Materia Vivente che appare come Spirito (infinito ed universale) ed il
capovolgimento del teismo in a-teismo come vera e reale religiosit comune permetter
forse tramite Fichte, il primo Schelling e la linea interpretativa che nascer a partire da
Feuerbach e Marx al movimento protestante tedesco di realizzare le proprie aspirazioni
pi alte, profonde e radicali.
PRIMA PARTE IL PROBLEMA RAPPRESENTATO DALLA RIFORMA [8]
Se la modernit pare iniziare nel continente europeo proprio grazie al sommovimento
teologico, ecclesiastico e politico-sociale originato dalle riflessioni teologiche di Martin
Lutero come sostiene fin dallOttocento la storiografia protestante allora grazie alla
rottura con luniversalismo coatto del cattolicesimo romano, che lo spirito di libert della
nuova epoca pu librarsi nei nuovi cieli di uneticit religiosa e nel contempo civile e
politica rinnovata, aperta e di nuovo creativa, forte di nuove promesse di salvezza
individuale e collettiva, capace di rinnovare limpegno per levangelizzazione e la
trasformazione anche radicale dei modi di vita e dei comportamenti sociali ed economici.
Non ci si deve dimenticare, infatti, come gli studi di M. Weber [9] e E. Troeltsch [10]
abbiano sottolineato allinizio del Novecento la forte compenetrazione della corrente che qui
definiremo di destra del movimento protestante il calvinismo con il nuovo ed
emergente spirito del capitalismo borghese e mercantile, attento alla accettazione e
giustificazione divina della propria vocazione e del proprio successo economico,
sociale e/o politico. Come pure, dal lato opposto, la stessa sinistra protestante sia stata
vista come la premessa per lo sviluppo del successivo Deismo e del movimento illuminista
pi radicale e rivoluzionario,[11] magari sino alle prime teorizzazioni socialistiche ed
egualitarie, poste a cavallo fra Settecento ed Ottocento (Babeuf, Buonarroti).
Al contrario, se si sottolinea come fatto nellIntroduzione la forte valenza
predeterminista di origine agostiniana della speculazione di Martin Lutero, non si pu non
assegnare al movimento protestante una valenza retrograda, con la necessaria futura
prevalenza di decisioni teologico-politiche conservatrici, se non addirittura reazionarie
(come nel caso della repressione violenta della rivolta dei cavalieri e della guerra dei
contadini). Che natura dovr allora essere attribuita al nuovo ordine mondiale imposto dal
Protestantesimo? Per rispondere a questa domanda necessario prima discutere di alcune
premesse, legate alle proposte speculative religiose e politico-ecclesiastiche di Desiderio
Erasmo (Erasmo da Rotterdam).
Erasmo da Rotterdam
Se il controllo dellistituzione ecclesiastica e degli stessi Ordini religiosi oramai avveniva
tramite lindividuazione e la designazione papale dei benefici ecclesiastici, diventa chiaro
come la critica alla generale corruzione della Chiesa in ambito medievale sfoci facilmente
allinizio dellet moderna in prese di posizione personali e dotte, quali appunto quelle
assunte, prima da Lorenzo Valla (con la sua De falso credita et ementita Costantini
donatione, 1440), poi dallo stesso Desiderio Erasmo. Se, poi, ai benefici ecclesiastici si
sommavano le esenzioni fiscali e i tribunali ecclesiastici, la devozione popolare e/o cittadina
non poteva non avvertire una straordinaria contraddizione fra la forte spinta alla
rievangelizzazione dei ceti cittadini ed il vero spirito mercantile e finanziario, che animava e
giustificava realmente la vita della Chiesa, a partire dalle somme istanze decisionali (Papa e
Curia romana). Nello stesso tempo i monasteri maschili detenevano il monopolio delle
attivit di predicazione, mentre quelli femminili diventavano asilo protetto per le figlie delle
famiglie nobili o borghesi arricchite. E tutto ci in un regime di completa dipendenza dal
sostentamento esterno, a carico completo del lavoro e dei beni prodotti dalle comunit nelle
quali essi erano presenti ed operavano. Un carico ed un peso di separazione e di privilegio
decisamente sempre pi insopportabile.
Il merito ottenuto da Cristo con la sua morte sulla croce, per la salvezza dellintera
umanit (una sorta di proto-capitalizzazione e patrimonializzazione della morte del divino),
era diventato strumento di mercimonio nello scambio ecclesiastico e curiale fra la salvezza
delle anime dei defunti ed i lasciti o patrimoni dei parenti, che contribuivano cos ad
assicurare una notevole fonte finanziaria alle attivit economiche della Chiesa stessa. In pi,
a partire dallevento della morte, per risalire poi sino alla nascita ed alla vita correttamente
cristiana, la serie dei sacramenti contribuiva a indottrinare rigidamente i comportamenti
collettivi ed individuali, con una forma di necessitazione schiacciante, priva persino della
possibilit di una qualsiasi alternativa o di una critica pratica. Il riconoscimento del proprio
peccato diventava nella confessione il riconoscimento della necessaria ed assoluta
subordinazione alla struttura che ne poteva annullare gli effetti, per il tramite di una
penitenza operosa. Il Dio, prima utilizzato nella sua morte, si trasformava poi nel
mandante di un completo assoggettamento alle volont ed alle decisioni umane di un corpo
sociale separato e privilegiato, animato con tutta evidenza da uno spirito non propriamente o
principalmente evangelico.
a causa di questa contraddizione esiziale per la stessa Chiesa che Erasmo da Rotterdam
[12] (1466/9-1536) decide di sciogliere il proprio vincolo di obbedienza speculativa alla
tradizione, per intraprendere una critica a largo spettro dorizzonte, tramite la quale
riformare ovverosia, nelle proprie intenzioni (come sar del resto per lo stesso Lutero),
restaurare il messaggio originario della fede cristiana (e quindi delle sue stesse istituzioni
ecclesiastiche), nella sua lettera e soprattutto nel suo spirito, di libert e di amorosa
eguaglianza. Gli Adagia, lElogio della follia, i Colloqui sono il testamento di unopera tesa
alla fresca e vivace rivitalizzazione del messaggio cristiano e delle sue finalit, secondo gli
ideali classici ed eruditi di uno dei primi fra gli Umanisti. Qui la sopraffazione che
accompagna ogni forma di violenza e lideologia che la giustifica, nascondendo dietro ideali
strumentali la pura e semplice acquisizione e moltiplicazione del proprio potere (economico,
sociale, politico, culturale od anche ecclesiastico) diviene la maschera tragica e nello stesso
tempo beffarda dello spirito della Chiesa e dei tempi, in un florilegio continuo ed in un
caleidoscopio ininterrotto di immagini e di figure tragi-comiche, destinate a ricapovolgere il
mondo invertito della pseudo-normalit (basata sulla doppiezza dellipocrisia e sulla
necessaria superstizione che la accompagna), in un nuovo ordine morale e religioso,
riacquisito e restaurato per tutti grazie alla riscoperta ed alla libera espressione del vero,
originario, ed autentico messaggio cristiano: lamore infinito ed universale. La stessa
Institutio principis christiani non faceva altro che ricordare questo semplice, ma
difficilissimo messaggio, rammentando che solo lumilt mantiene in contatto con
loriginario della creazione. E che di fronte alla protervia del potere la verit di questo
infinito si riafferma alta ed ideale a costo del supremo sacrificio, della sua apparente
negazione. Quasi nietzscheano prima di Nietzsche, Erasmo sottolinea la valenza distruttiva
della Volont di Potenza del potere umano, feticcio e scimmia di Dio in un presunto sapere
ed in una falsa azione, per ripristinare la volont di potenza delloriginario creativo, libero
ed eguale, intimo, vicino a noi e fraterno. Fonte autentica della vera scienza e della buona
azione.
La riscoperta dello spirito del Cristianesimo doveva perci avvenire attraverso una
reinterpretazione del testo del Nuovo Testamento, depurata da tutte le incrostazioni dovute
ad una cattiva tradizione, sia filologica, che semantico-allegorica. Per questo egli attese alla
riedizione critica in greco del Nuovo Testamento (1514), pochi anni prima dellesplosione
del caso Lutero.
SECONDA PARTE LUTERO
Una nuova proposta teologica
bene ricordare, prima di introdurre la figura di Lutero, il particolare contesto storico-
politico che ha accompagnato e sollecitato lo sviluppo antagonista delle tesi luterane.
LImpero germanico era frantumato in una miriade di Stati territoriali, principati
ecclesiastici, citt libere, ed era debole di fronte alla minaccia esterna rappresentata dai
Turchi. In pi era minato allinterno dalla contrapposizione fra la visione unitarista e
monarchica dellImperatore e quella oligarchica e cetuale dei principi territoriali e cittadini.
I principi intendevano aumentare la propria autonomia ed il proprio potere, sottraendolo alla
Chiesa cattolica germanica, che quindi chiedeva protezione per i propri diritti e privilegi
acquisiti presso lImperatore, per la conservazione della stabilit dello stesso ordine
imperiale. Ma la causa prossima, scatenante dellincendio e dellappoggio alla critica
luterana, provenne dalle richieste papali di finanziamento per la crociata contro i Turchi del
1518, che i principi tedeschi avrebbero dovuto appoggiare economicamente con le proprie
sovvenzioni, in un contesto gi piagato dai favoritismi economici ecclesiastici e
dallinterventismo locale della Curia romana.
Nato ad Eisleben in Turingia nel 1483 da una famiglia di contadini arricchitasi con
lestrazione del rame, Lutero [13] si dedica subito con fervore agli studi ed al lavoro, ancora
intrappolato entro una dimensione superstizioso-religiosa, dove le forze del male i demoni
della natura venivano combattuti dalle forze spirituali evocate dai e grazie ai santi cattolici
(veri intermediari di una salvezza ingenua e spontanea, piuttosto paganeggiante). Monaco
per grazia ricevuta, comincia ad approfondire la teologia paolina ed agostiniana presso il
convento di Erfurt. Dottore in teologia, comincia ad insegnare esegesi biblica presso
lUniversit di Wittenberg, dove inizia a sviluppare alcune proprie considerazioni sul
rapporto damore che lega le creature a Dio, attraverso il Cristo (tema della misericordia
divina). In questo modo il dono del Figlio diventa il dono della fede, in una forma, in un
contenuto e secondo una finalit che luomo stesso fatica a comprendere. il tema
dellimperscrutabilit della grazia e del giudizio divini, del destino dellumano, che nella
sua finitezza non pu che affidarsi alla potenza ed alla volont dellEssere personale che lo
ha creato e che ora lo sostiene. Cos di fronte al peccato dorigine la scelta egoistica e
fortissima del bene e del piacere materiale labisso nel quale luomo rischia di precipitare
pu essere risolto e dissolto solamente da un intervento soprannaturale (agostinismo di
Lutero), mentre il semplice aggancio alla perfezione umana lascesi e la mortificazione
della carne resta una pura illusione destituita di senso, se bastante a se stessa. Labisso del
negativo lo sprofondare e rivoltarsi nel circolo diabolico illimitato del possesso pu
essere richiuso solamente dallapertura positiva, che avviene grazie allaccoglimento della
fede e della grazia divina. La sproporzione fra infinito e finito viene dunque annullata dal
farsi finito dellinfinito Cristo come uomo in attesa che la sua morte sulla croce ne riveli
attraverso la resurrezione di nuovo linfinitezza. Peccatore nella e secondo la Legge (il
Vecchio Testamento), luomo pu decidere se salvarsi o meno uscendo dalla necessaria
adeguazione ai comandamenti, che comunque lo tengono connesso al finito, cos come
stato voluto dai piani della divina provvidenza, per ritrovare lo spirito di una nuova
salvezza, in un nuovo slancio: la giustizia nella fede. Lordine della fede (il vivere per
fede di S. Paolo).[14]
Qui non pu non esplodere la vitalit del nuovo pensiero teologico luterano, che pare far
rimbalzare leffetto della finita infinitezza di Cristo nellinfinita infinitezza della sua
apertura misericordiosa, del suo amore per tutte le creature e della sua volont salvifica per
tutte le creature. Questa visione apre il cuore e la mente di Lutero, che fa della fede
nellamore infinito ed universale (carit) il fondamento della sua nuova predicazione e della
sua nuova speculazione etico-religiosa.[15]
La spinta verticale associata a questa direzione scioglieva lancoraggio al criterio delle
buone opere, alla adeguazione che esse stesse sembravano richiedere al fedele sottomesso
agli insegnamenti tradizionali della Chiesa. Questa necessit non poteva pi assicurare tutto
il respiro, la profondit, lelevazione e lapertura invece decretate da quellimpostazione.
Tutta la serie delle buone opere non sarebbe stata che una misura finita per riempire una
grandezza infinita. Tutta la costruzione del potere religioso e temporale, che
allarchitettonica del finito si appoggiava, non poteva non crollare a pezzi in terra. Ecco la
rivoluzione luterana e protestante! Una rivoluzione con effetti devastanti sullordine
teologico, politico, sociale ed economico tradizionali. Effetti non visti dallo stesso Lutero,
come dimostreranno i casi della rivolta dei cavalieri e della guerra dei contadini.
Scrive Susanna Peyronel Rambaldi:
Nessuna opera, nessuna devozione, nessun lascito pio, nessuna mortificazione corporale
erano pi necessarie agli occhi di Dio, nemmeno la messa, opera per eccellenza, n quei
sacramenti che non fossero stati espressamente istituiti da Cristo, cio il battesimo e lultima
cena. Le opere che luomo poteva compiere per onorare Dio e per aiutare il prossimo erano
dunque soltanto una conseguenza della fede. [Peyronel Rambaldi S. 2001, 54-55]
Una fede che non poteva dunque nemmeno essere giudicata esteriormente, da poteri che
si ponessero o venissero giudicati come al di fuori di essa. Ecco, allora, lorigine della
qualificazione negativa di setta e di fanatismo attribuiti dal potere combattuto alle
forme pi resistenti e critiche del movimento protestante. Una fede, soprattutto, che si apre
alla grazia divina, perch vive e si nutre di essa, si muove per essa e per essa trasforma il
mondo: ecco, ancora, la terribile forza storica del movimento protestante, che determin una
serie di atteggiamenti e di mentalit collettive ed individuali fortemente impegnate nella
successiva democratizzazione del mondo moderno, attraverso i movimenti culturali e
politici del Deismo, dellIlluminismo in generale e delle fasi precoci del pensiero
rivoluzionario ottocentesco (socialista ed anarchico).[16]
Questo nuovo impianto teologico-politico radicale ed originario non poteva quindi non
scontrarsi con il movimento di predicazione animato da Johannes Tetzel (legato alla vendita
delle indulgenze), che rappresentava in s tutte le caratteristiche della mercificazione di un
falsa fede strumentale, tutta orientata a favorire lintreccio fra gli interessi politico-religiosi
locali (Alberto di Brandeburgo, come arcivescovo di Magonza) e quelli romani (la
costruzione della nuova basilica di S.Pietro).
Il corpo dottrinario della nuova proposta teologica.
La relazione espressiva e creativa, libera ed eguale, dialettica nel doppio senso della
verticalit metafisica e dellorizzontalit politica, che il movimento della fede nella grazia
divina dimostrava come struttura teologica e politica, doveva nel caso di Lutero
naturalmente irrobustirsi della sua attivit esegetica, svolta nei confronti dei testi biblici.
Grazie alla nuova invenzione della stampa a caratteri mobili tutti i lavori del monaco
agostiniano vengono rapidamente divulgati e diffusi: nei primi tre anni dopo la affissione
delle 95 tesi [17] (1517-1520) una trentina delle sue pubblicazioni vennero pubblicate in un
numero allora elevatissimo di copie. A Wartburg Lutero traduce e pubblica la Bibbia in
tedesco (1522), mentre in precedenza aveva dovuto affrontare il legato pontificio, il
cardinale Cajetano, di fronte al quale aggiunge il terzo pilastro delle proprie argomentazioni
teologiche: laffermazione dellautonomia dei testi sacri nella mediazione alla e per la
salvezza delle anime.
In questo modo Lutero dispone la serie di quei tre principi fondamentali, che diventer
paradigmatica per laffermazione della futura confessione religiosa protestante: sola fide,
sola gratia, sola Scriptura. Il libro sacro occupa ora quel posto medio e mediano, che
in precedenza era stato occupato dal corpo organizzato e gerarchico della chiesa cattolica
(che aveva in questo modo fatto valere il criterio direttivo e determinante della filosofica
aristotelica).
Nel 1520 Lutero compone Alla nobilt cristiana di nazione tedesca, Della cattivit
babilonese della Chiesa, Della libert del cristiano, attraverso le quali approfondisce gli
effetti pratico-politici della propria proposta teorica. Se lapertura della fede nella grazia era
luniversale stesso divino, che si manifestava agli uomini a tutti gli uomini, nessuno
escluso allora questa stessa apertura giustificava laffermazione del sacerdozio
universale, dunque lo smantellamento della divisione gerarchica fra clero e laicato, ovvero
la decadenza della Chiesa tradizionale come veicolo e strumento privilegiato della e per la
salvezza. Il battesimo infatti faceva entrare consapevolmente e qui si ricordi la futura
questione legata alle proposte degli Anabattisti tutti gli uomini indifferentemente nella
comunit dei possibili salvati, che dovevano quindi prestarsi reciprocamente aiuto, cos
nelle questioni e negli affari della vita quotidiana, come pure nelle comuni decisioni legate
allo spirito. La comunit luterana era tanto politica quanto religiosa. Certo il ministro di
culto godeva di una particolare posizione di privilegio, ma questa poteva essere fatta
decadere, a seguito di un comune giudizio negativo. Entrava cos in gioco nella modernit il
concetto orizzontale della revocabilit, che impedisce la fissazione sostanziale delle
gerarchie (socio-economiche o politico-istituzionali e religiose). Diventava subito evidente,
allora, che la demolizione della struttura sostanziale della Chiesa, praticata da Lutero,
avrebbe incontrato i desideri di liberazione dai privilegi ecclesiastici dei ceti imperiali
(limitazione delle giurisdizioni ecclesiastiche, freno alle ingerenze della curia, liberazione
dei contadini dalle corve ecclesiastiche). Nello stesso tempo questa demolizione dissolveva
la materialit strumentale stessa attraverso la quale la gerarchia cattolica si reggeva: il
sacrificio legato alla messa non viene ripetuto, ma solamente quello originario del Cristo;
la confessione, la cresima, il matrimonio, lestrema unzione, il sacramento dellordinazione
sacerdotale non trovavano aperta e chiara, evidente, affermazione nella Sacra Scrittura.
Tutto il movimento e la trasformazione legati al passaggio del Cristo dalla condizione
umana a quella di nuovo divina era linvisibilit infinita ed universale della vera e reale
Chiesa, mentre le comunit visibili non potevano non cercare di adeguarsi a questo
movimento metafisico.[18] Veniva cos ridimensionato teoricamente ogni vincolo stabilito
dalle leggi umane, che dovevano trovare in quel movimento la propria reale giustificazione
e ricomposizione.
quindi lorizzonte aperto della libert il Padre trinitario, avrebbe poi affermato
Giordano Bruno a mostrarsi e manifestarsi come quel rapporto damore reciproco,
universale, che ha uno spirito infinito, eterno ed immortale, nel muovere e trasformare in
modo eguale e nello stesso tempo diverso tutti gli esseri viventi. Il Padre cos si mostra
attraverso il Figlio, nel suo stesso Spirito. Creativo, eguale, fraterno.
In questa relazione dialettica Lutero scioglie ogni inutile e dannosa limitazione, ogni
freno alla libert dello spirito, a partire dalla stessa condizione del celibato ecclesiastico. Ed
proprio questa relazione dialettica, che gli consente di ricongiungere in modo
apparentemente paradossale gli opposti della libert e della soggezione, ricordando che
quella relazione orizzontale si regge sullincrocio di quella verticale, che appunto eleva ad
una libert che non signoraggio medievale, ma accoglienza eguale e reciproca di ogni
essere, umilt profonda nei confronti di ogni reciproco e complementare movimento
desistenza.[19]
I primi effetti politici.
Convocata per discutere della posizione di Lutero e per costringerlo a ritrattare le sue
argomentazioni teologico-ecclesiastiche, la Dieta di Worms (1521), decisa dal nuovo
Imperatore Carlo V (1519), ottiene leffetto opposto: anzich stabilizzare la situazione
politico-religiosa dei territori germanici, causa la definitiva separazione di alcuni fra i
principi tedeschi e il potere imperiale. Lutero non ritratta e si mantiene saldo al principio,
che ha aperto una nuova visione dorizzonte, al divino nella coscienza comune e propria. La
libert che Dio non pu, infatti, disgiungersi e separarsi dalla libert che e devessere
nelluomo.[20] La libert delluomo, nel contempo, non pu a propria volta separarsi e
disgiungersi dalla libert che Dio. Si pu immediatamente notare, qui, quanta influenza
questo principio etico-religioso abbia poi determinato sulle correnti politiche pi radicali,
che dal Deismo attraverseranno lIlluminismo e sfoceranno nel torrente impetuoso della
Rivoluzione francese.
Bandito dallImperatore, Lutero viene messo in salvo dallelettore di Sassonia, il principe
Federico di Sassonia, che lo accoglie dopo un finto rapimento presso il suo castello di
Wartburg. Confinato in questa dimora, Lutero assiste alla rapida diffusione presso tutti i ceti
e presso tutti i principi tedeschi della sua posizione teologico-politica. Alcuni dei principi
confermarono la propria adesione alle nuove idee, disponendosi ad unalleanza difensiva nei
confronti del potere imperiale ed ecclesiastico. Questa alleanza si fond su una specifica
dichiarazione di fede, la Confessio augustana,[21] elaborata da Filippo Melantone (1497-
1560) e letta alla Dieta imperiale di Augusta del giugno del 1530. La minoranza evangelica,
definita protestante, rifiut di sottomettersi allImperatore, in questo giustificata dallo
stesso Lutero, sulla base del fatto che lelezione stessa dellImperatore avveniva dal basso,
secondo un potere di investitura, che non poteva e non doveva essere sottratto o diminuito.
La teoria dellelezione avrebbe avuto, come ben si pu immaginare, un travolgente
sviluppo, insieme al diritto di resistenza, nei secoli successivi.
NellImpero si formarono due partiti politico-religiosi, uno cattolico e uno protestante,
questultimo organizzato nella Lega di Smalcalda. Nel 1547 la parziale vittoria di Carlo V
impone sulla Sassonia e gli altri principi riottosi un Interim (un accordo transitorio), che
per su subito rovesciato dalla vittoria protestante nella guerra dei principi (1552) e dalla
conseguente pace di Augusta (1555), che port allabdicazione dello stesso Imperatore
Carlo V. Secondo il principio del cuius regio, eius religio ai principi protestanti e solo ad
essi, non ai propri sudditi venne concessa la libert di culto, in tal modo costituendo la
base religiosa per un modello politico di tipo federale. Gli stessi regni di Svezia e di
Danimarca adottarono il luteranesimo come religione di Stato.
TERZA PARTE LA SINISTRA PROTESTANTE
Durante tutta la stagione dei sommovimenti religiosi e politici che accompagnano la
riforma protestante il turbine scatenato dai principi luterani non poteva non investire in
modo diverso e differente i diversi strati sociali della popolazione dei diversi territori
germanici. Cos la nobilt dei cavalieri, i contadini ed i borghesi delle citt rapidamente si
impadronirono del senso generale del messaggio luterano, per approfondirne la portata
rivoluzionaria. Nel 1525 scoppi cos quella che venne definita la rivolta o la guerra dei
contadini. Esacerbate dallaggravarsi dei vincoli di servit medievali e dalla relativa
limitazione delle libert amministrative e comunitarie, le popolazioni contadine si
richiamarono al diritto divino, al Vangelo nella lettura luterana, per contrastare le
restrizioni e le oppressioni stabilite ed esercitate dal potere gerarchico e separato del
combinato-disposto fra il potere ecclesiastico ed il potere temporale dei Signori e dei patrizi
cittadini. Seguendo il Manifesto dei Dodici Articoli, redatto nel 1525 dal parroco evangelico
di Memmingen, Christoph Schappeler, e dal pellicciaio e teologo laico Sebastian Lotzer, i
contadini cominciarono a contestare i diritti signorili sulle persone e sui beni e diritti
comunitari (foreste, caccia e pesca). Nello stesso tempo decisero di riappropriarsi dei diritti
comunitari sulle terre, chiedendo nel contempo la potest di eleggere e destituire i parroci e
quella di rivolgere le decime alle spese comunitarie dei villaggi e non alla Chiesa.
Questa spinta verso una piena eguaglianza trasform le comunit di villaggio contadine
in fratellanze cristiane, spingendo allestremo le stesse conseguenze della posizione
luterana. Linscindibilit della libert e la sua inalienabilit componevano un corpo sociale e
politico che si autodeterminava ed autorganizzava, nei tributi e nei servizi reciproci e
collettivi. La reciprocit positiva diventava il fondamento della nuova esistenza comune. Per
questo doveva essere bandita ogni separazione ed ogni potere alienante.
Cos, radunati nellUnione cristiana, i contadini si contrapposero ai principi, e la rivolta
dilag in tutta la Germania, sino al Tirolo, alla Svizzera e allAlsazia. Dopo il saccheggio di
castelli e monasteri, Thomas Mntzer (1489-1525)[22] prese la direzione della rivolta,
approfondendone ulteriormente i tratti apocalittici e messianici: la prossima Apocalisse
avrebbe decretato lavvento millenario del nuovo Regno di Cristo, dove pace, giustizia,
libert ed eguaglianza, sarebbero state garantite per tutti e senza alcuna esclusione, proprio
grazie alla spada sguainata contro le vessazioni e lo stesso potere dei principi da parte del
nuovo popolo degli eletti, che avrebbe quindi dovuto eliminare proprio quella tradizionale
separatezza ed autoreferenzialit del potere, che era stata trasmessa dalla forma ideologica
dominante nella civilt occidentale (lUno necessario e dordine). Linfinito aperto dellUno
luterano diventa cos in Mntzer giustificazione materiale come sar per la speculazione di
Giordano Bruno per leliminazione del distacco e della separazione, della scissione e
dellalienazione della libert (il Padre), che finalmente si ricompone con la finalit e lo
scopo di uneguaglianza essa stessa infinita (il Figlio), per rendere di nuovo manifesto, reale
e concreto, il progetto rivoluzionario dellinfinito dello Spirito, dellamore infinito ed
universale.
Lutero, non solo prese le distanze dal diabolico Mntzer, ma sobill con lo scritto
Contro le empie e scellerate bande dei contadini la feroce reazione dei principi tedeschi
contro di lui e le stesse popolazioni germaniche (massacro di Frankenhausen), adeguando il
principio di autorit tradizionale allinterno della propria posizione e cos cominciando a
compiere quel processo regressivo, che animer la destra protestante (Calvino). Veniva di
nuovo a separarsi e a legittimarsi reciprocamente nei suoi due elementi quella
distinzione fra potere religioso e potere terreno, che era stata il versante della tradizionale
composizione imperiale e cattolica dei poteri. in questo momento che il movimento
protestante si fa Chiesa visibile a propria volta, abbandonando il radicalismo originario. Se
il mondo di sopra, spirituale, era ad appannaggio di questa nuova chiesa, il mondo di
sotto, materiale, doveva restare soggetto alle autorit tradizionali, medievali, senza alcuna
possibilit di trasformazione e tanto meno di rivoluzione. per questo, dunque, che Lutero
si riaccosta alla sua formazione neoplatonica, piegando e richiudendo in senso conservatore
il proprio precedente orizzonte ed il proprio sguardo, che pare oramai rassegnarsi ad una
ricomposizione moderata delle istanze di giustizia sociale ed economico-politica (con
riflessi sulla stessa argomentazione teologica e sulle procedure della nuova organizzazione
ecclesiale).
La sconfitta di Thomas Mntzer non fu, per, la sconfitta del processo di radicalizzazione
teologico-politica del movimento protestante. Altre correnti rivoluzionarie infatti erano
provenute in precedenza da Zwickau, una cittadina sassone al confine con la Boemia, dove
una nuova predicazione dai fortissimi contenuti spiritualistici ed egualitari era stata portata
avanti da tre nuovi predicatori laici: Nikolaus Storch, Thomas Drechsel, Marcus Stbner (i
profeti di Zwickau). A partire dal 1521 la questione della conversione consapevole e non
forzata alla nuova fede e quindi della sua acquisizione razionale divenne questione
centrale nel dibattito teologico non solo tedesco, comportando dei decisi effetti rivoluzionari
sulla stessa organizzazione politica delle citt e dei territori germanici. Era la famosa
fazione religioso-politica definita dai propri avversari come setta degli Anabattisti.[23]
Unendo aspetti delle eresie medievali spiritualistiche e millenaristiche con anticipazioni
dei futuri sviluppi storici, anabattisti, spiritualisti e razionalisti evangelici costituiscono una
specie di ponte lungo tutta la storia dellOccidente addirittura si potrebbe dire sin dai
tempi delle eresie di Marcione e di Montano, fino agli attuali movimenti no-global che
conserva e trasmette alla modernit (ed alla contemporaneit) lo spirito della libert e della
fraterna eguaglianza, nellinsieme naturale e razionale, fra le creature e fra gli uomini. La
libera decisione di entrare nella comunit dei fedeli si distingueva per dalla necessaria
adesione alle forme dellorganizzazione statuale: la Chiesa dei fratelli doveva essere
separata dallo Stato dei cittadini. Konrad Grebel, seguace critico di Zwingli a Zurigo, da il
via al movimento anabattista, incentrato sul ripudio della violenza e del potere che la
richiede: in questo senso separa la nuova chiesa dalle istanze di un potere, che non era
ancora stato compiutamente trasformato e che, forse, non avrebbe mai potuto trasformarsi in
quel senso positivo, che era invece stato subito indicato dalloriginario impulso ed impeto
luterano. Il realismo e pragmatismo del potere porta a questa necessaria scissione e
separazione. Una scissione e separazione che il potere naturalmente non accett,
perseguitando chi si rifiutava di impugnare le armi e di prestare giuramento nei tribunali.
Dalla Svizzera, quindi, linfluenza dei fuoriusciti pacifisti e della non-violenti cattur gli
animi dei radicali sconfitti nella guerra dei contadini, rinnovandone in altro modo lo spirito
rivoluzionario. Linvoluzione, per, dellesperimento rivoluzionario della cittadina di
Mnster (prima con Bernhard Rothmann ed il suo comunismo degli apostoli, poi con la
dittatura teocratica di Jan Mathijs e Jan Bockelson) decret la fine delle spinte
rivoluzionarie in terra tedesca (assedio e massacro del 1535). Lanabattismo prosegu poi in
Olanda il proprio processo e progresso storico, con la chiesa fondata da Menno Simons
(Chiesa Mennonita, costituita da comunit guidate in modo rigoroso da anziani fedeli
allinsegnamento neotestamentario). Nello stesso tempo la fortissima e feroce persecuzione
antianabattista perseguita in tutta Europa portava al trasferimento in terra morava
(Austerlitz) di un gran numero di profughi. Qui si stabilirono comunit dove si pratic la
comunanza dei beni (sia distributiva, che produttiva), secondo linsegnamento apostolico
(Jacob Hutter). La successiva Guerra dei Trentanni disperse queste comunit.
Tentativi di riforma pi moderati e critici, certamente meno rivoluzionari, vennero tentati
nella citt svizzera di Zurigo, ad opera di Huldrych Zwingli (1484-1531).[24] Nelle citt
dellEuropa centrale era dalla fine del Medioevo che le spinte per la trasformazione
economico-sociale e politico-istituzionale delle strutture civili e religiose avevano
manifestato un grande impulso per lautonomizzazione della vita collettiva ed individuale
dai controlli e dai legami (dottrinari, giurisdizionali ed economici) delle organizzazioni
ecclesiastiche (principi-vescovi) e dal potere dei Signori feudali. Le comunit cittadine per
questo avevano favorito ed inseguito degli ideali di tipo repubblicano, che linfluenza
dellUmanesimo italiano non poteva non incrementare e sviluppare (soprattutto attraverso la
nascita e la moltiplicazione dei centri di studio e delle Universit). Citt di mercanti e
artigiani, in cui anche la nobilt aveva dovuto adattarsi agli ordinamenti cittadini su base
rappresentativa, Zurigo era governata da un Piccolo e da un Grande Consiglio, in cui si
confrontavano gli interessi divergenti delle dodici corporazioni artigiane e della ricca
borghesia degli ottimati. Qui lopera riformatrice di Zwingli accese subito linteresse e la
partecipazione della cittadinanza, spingendola verso lattivo intervento nelle questioni di
natura e di ordine religioso. Subito la critica di Zwingli si dispose a dissolvere lelemento di
mediazione fra Dio e gli uomini del potere ecclesiastico gerarchico tradizionale: i santi.
Questi vennero considerati come delle figure strumentali e come delle fonti, quindi, di
superstizione a garanzia, non certo della salvezza delle anime dei semplici, quanto piuttosto
delle finalit terrene e materiali delle strutture gerarchiche cattoliche tradizionali, che le
utilizzavano celebrandole continuamente attraverso i miti e i riti pi diversi (ed anche pi
strani o comunque difficilmente comprensibili). Spinto da una grande volont
razionalizzatrice, sia in campo teologico, che etico-religioso ed ecclesiastico, Zwingli
riaccosta la fede al grado pi basso e bisognoso della realt umana: i poveri ed i bisognosi,
riattualizzando in tal modo la potenza grandiosa dellannuncio evangelico. Nella disputa
voluta dal Consiglio cittadino (1523) per la riforma generale della chiesa locale le 67 tesi di
Zwingli sbaragliarono i divieti preventivi episcopali e riattualizzarono un potere costituente
immediato (unaffermazione, questa, che avrebbe avuto in futuro grandiosi sviluppi e
mirabili conseguenze). Un potere costituente, dunque, religioso e politico immediato,
tramite il quale la cittadinanza stessa, nel suo insieme, avrebbe goduto del diritto
allautodeterminazione totale. Zwingli pot quindi continuare la propria predicazione,
mentre tutte le immagini dei santi venivano tolte dalle Chiese, per evitare ogni forma di
superstizione strumentale. I conventi vennero soppressi, la messa riorganizzata attraverso la
semplice lettura e spiegazione della Bibbia, il culto in generale trasformato attraverso la
conservazione dei soli sacramenti del battesimo e della cena. Contemporanea alla riforma
della chiesa venne realizzata anche una riforma della vita e dellorganizzazione politica
della citt: con i proventi della vendita dei conventi venne istituita una cassa municipale per
i poveri; si istitu un controllo sulla vita familiare e sociale (matrimonio e costumi); si fond
una scuola di studi teologici.
Diversamente da Lutero Zwingli accentu la lettura allegorica del sacramento
delleucarestia, alludendo quindi ad un orizzonte di interpretazione che poteva ricostituirsi
in modo razionale e nel contempo dogmatico. Conseguentemente la razionalit umana non
si discostava in immagine da quella divina, che era stata la fonte unica della parola di Dio.
Al contrario Lutero, distinguendo in modo oppositivo fra linfinita sapienza divina e la
limitatezza della conoscenza umana, rimase pi critico verso la possibilit di organizzare in
modo fortemente disciplinato una nuova serie di argomentazioni dogmatiche, preferendo
mantenere cos separati il piano soprannaturale della fede e della spiritualit da quello
naturale della politica. Al contrario Zwingli ricompose in senso possibilmente dogmatico e
di qui le istituzioni di controllo sulla vita dei cittadini lambito politico delle scelte e delle
differenziazioni e la sfera principale delle imposizioni religiose. In questo modo una forte
visione di tipo necessitarista pot influenzare ed aprire la strada con il proprio
moderatismo conservatore alle forme pi reazionarie e di destra della Riforma protestante:
alle posizioni ginevrine di Giovanni Calvino e delle diverse e molteplici diramazioni
successive del calvinismo stesso. La sconfitta di Kappel contro i quattro cantoni cattolici
(1531) permise a questa nuova corrente di affermarsi e di occupare sullo scenario europeo
(si pensi alla Francia, allInghilterra, alla Scozia, allOlanda) uno spazio libero da
concorrenti ed avversari (sia teologici, che politici).
QUARTA PARTE LA DESTRA PROTESTANTE
Riformatore della citt di Ginevra, Giovanni Calvino (1509-1564)[25] unisce in s le
caratteristiche dellumanista conosceva il latino, il greco e lebraico, che utilizz per lo
studio dei testi sacri e della Patristica e del riformatore religioso, rigoroso, estremamente
conseguente ed anche autoritario (basti ricordare il caso di Michele Serveto).[26] Seguendo
la regola luterana, tenne separata la potest spirituale da quella temporale, pur pensando e
ritenendo che lorizzonte soprannaturale della grazia e della determinazione divina non
potesse non giungere in basso sino ai primi esponenti della societ civile e politica, ai
magistrati della citt, per consentire loro di orientare i comportamenti collettivi al
perseguimento del bene comune, ad una corretta giustizia ed a equilibrati e responsabili
rapporti civili e sociali.
Fuggito a Basilea dalla Francia per evitare le persecuzioni di Francesco I, qui compone la
sua opera forse pi importante, lIstituzione della religione cristiana (1536). In questo
manuale di teologia ed ecclesiologia diventa centrale il tema della superiorit e della
separatezza imperscrutabile della potenza e della volont divina, che esprime e manifesta se
stessa secondo finalit che restano oscure ai pi, pianificando con lintervento della propria
Provvidenza le occasioni ed i modi della salvezza e della dannazione, individuale e
collettiva. Coinvolto dallinfluenza agostiniana (e forse anche eckhartiana), Calvino ritiene
che la predestinazione divina tocchi e muova la vita e lopera, il giudizio, di ogni uomo,
conducendolo senza possibilit di errore e di variazione al destino infallibile e
necessario per esso prefissato. In Calvino, dunque, la necessit della libert si trasforma e
capovolge nella necessit della necessit stessa: se in Lutero tutti possono essere salvati,
nella posizione espressa da Calvino solo alcuni pochi eletti potranno effettivamente
esserlo, per quella grazia di Dio che orienta la loro opera verso la perfezione e la purezza.
Tutta la gran massa dannata rester invece impotente a salvarsi, perch incapace per la
pervicacia della propria corruzione di accogliere e accettare la superiore finalit divina.
In una Ginevra liberata dal principe-vescovo e dal dominio sabaudo, Calvino si scontra
con gli interessi conservatori e moderati della borghesia cittadina, mentre diventa pastore e
predicatore cittadino. Espulso dalla citt nel 1538 e rifugiatosi a Strasburgo (dove fu
influenzato dalle riflessioni di Martin Butzer), Calvino rientra nel 1541 a Ginevra,
imponendo la condizione che la Chiesa locale venisse riformata secondo il Vangelo e gli usi
originari delle prime comunit cristiane. Per questo organizza la struttura ecclesiale
dividendo il momento dogmatico lasciato ai dottori in teologia dal momento pratico
lasciando la predicazione ai pastori; nello stesso tempo una deputazione di anziani scelti dal
Consiglio cittadino avrebbe controllato tramite il Concistoro ladeguazione necessaria dei
costumi cittadini alle leggi ed alle prescrizioni religiose decise ed adottate. Per la parte
relativa ai pi deboli, poveri e bisognosi, lassistenza cittadina sarebbe stata controllata ed
organizzata dai diaconi. Neutralizzazione delle tensioni sociali attraverso lassistenza e
controllo dei comportamenti sociali devianti diventarono allora i due cardini dellasse di
governo della citt, mentre teologi e pastori provvedevano alla determinazione della
direzione della vita cittadina ed allattivit di persuasione ad essa necessaria. Una santit
necessaria e costretta per la celebrazione della gloria di Dio fu quindi lanima
determinatrice della vita cittadina, che venne subordinata in basso dal potere di intervento
dei magistrati civili ed in alto dalla potest di intervento dei predicatori (che potevano
uniformare alle proprie decisioni le soluzioni alle questioni ed ai problemi pi importanti ed
essenziali per la conservazione dellordine civile). In questo modo Calvino costituiva per la
prima volta un regime teocratico, allinterno del quale ogni diversit veniva considerata
come una pericolosa devianza e subiva pertanto la necessaria correzione e penitenza
religiosa. In un gioco di scambio i ministri del culto giuravano fedelt alle leggi ed alle
magistrature civili, mentre i governanti civili a loro volta assicuravano lorientamento
cristiano della comunit a loro affidata (come a dei pastori laici).
Cos lautorit imperante, voluta e giustificata da Dio stesso, avrebbe avuto due diverse
braccia per condurre innanzi e controllare il progresso civile, sociale ed economico della
citt. In questa politica gerarchica dei due poteri Calvino riesce dunque ad inserire lo
strumento privilegiato destinato a realizzarla: il concetto della vocazione e dellimpegno a
realizzare ci che interiormente luomo sente come chiamata divina, come obbedienza
prima ad una vita familiare senza sopraffazione sessuale, poi come attivit lavorativa
equilibrata, corretta e giusta, senza sopraffazione economica o sociale e politica. Cos
luomo viene chiamato ad agire a gloria di Dio, per dare manifesta testimonianza della sua
particolare vocazione e per dimostrare alla comunit lavvenuta sua elezione o la sua
partecipazione al costituendo regno di Dio. Come lo storico e sociologo Max Weber scriver
nel suo Letica protestante e lo spirito del capitalismo (1904/5), Calvino pare instillare nei
due secoli successivi il XVII e XVIII la malattia vivace dellattivismo economico
eticamente fondato e giustificato, con ci contribuendo a sviluppare quella forte
componente economica legata allo scambio prima ed alla produzione primaria e
secondaria, con le due rivoluzioni industriali del XIX secolo poi, che forgeranno il
progresso storico della civilizzazione borghese e capitalistica. La limitazione delle spese
edonistiche e la pressoch totale capitalizzazione dei profitti derivanti dallattivit
economica costitu, secondo linterpretazione weberiana, la base materiale di
quellaccumulazione patrimoniale, che successivamente diede impulso continuo
allincremento costante ed alla moltiplicazione delle forze produttive.
Se, dal punto di vista storico-sociale ed economico, la posizione calvinista pu essere
anche collegata al successivo sviluppo della mentalit capitalista, il movimento
internazionale che da essa scatur influenz profondamente e durevolmente la formazione di
nuovi orizzonti culturali generali, con decisi effetti anche sul piano politico e pragmatico.
Lapprofondimento della dottrina della predestinazione, da parte del successore di Calvino a
Ginevra, Theodore Beza (1519-1605), comport per la diffusione del movimento calvinista
a livello europeo una forte accentuazione della propria volont di selezione e
autovalorizzazione, di distacco e di ripresa di temi storico-biblici a forte componente
gerarchica ed autoritaria, negativa e punitiva. Il Vecchio Testamento divenne lo strumento da
brandire per la regolazione dei conti con tutta la circostante atmosfera civile e politica,
squalificata dallidentificazione religiosa con il male assoluto e radicale. La nuova
Gerusalemme diventava lobiettivo di una radicale trasformazione, destinata a negare tutte
le forme negative incontrate, tutte le forze e i condizionamenti che impedivano con la loro
diabolica corruzione di raggiungere quella terra promessa, quella organizzazione teologico-
politica che era nello stesso tempo segno e prova dellavvenuta salvezza. In questo vero e
proprio delirio di persecuzione e di onnipotenza (di continuo ed inesausto scontro fra il
Nemico diabolico e lAssoluto), Dio garantiva agli uomini attraverso la grazia la salvezza,
mentre gli uomini ne riconoscevano la determinazione assoluta attraverso lobbedienza
assoluta alle sue manifestazioni necessarie e necessitanti, alle sue leggi (determinazioni
dogmatiche dei nuovi teologi e predicatori). Non allora difficile vedere in questa
impostazione i prodromi e le premesse della formazione logica dei futuri Stati assoluti. In
particolare Ginevra attu una vera e propria rivoluzione politico-sociale: cacciata la parte
della popolazione pi ricca e legata alla tradizione religiosa, il governo della citt venne
preso dai profughi e dai perseguitati per motivi religiosi che provenivano dagli altri stati
(Francia, Inghilterra, Germania, Italia), con una forte propensione prima allapertura
cosmopolitica dei propri interessi (culturali e materiali), poi al controllo teologico e politico
dellintera cittadinanza.[27] Rapida fu la diffusione delle congregazioni calviniste in
Francia, con il controllo di numerosi governi cittadini. Altrettanto rapida fu, sempre in
Francia, la reazione cattolica contro tale penetrazione e controllo territoriale: si form un
partito cattolico, armato e guidato dai duchi di Guisa, che divenne un elemento delle future
guerre di religione in territorio francese (1562-1598), contro laltro elemento protestante ed
ugonotto, guidato dai Borbone. La reazione della grande nobilt feudale francese alla
reazione cattolica anche questa tendente verso forme di forte centralismo autoritario si
abbeverer alla fonte delle teorie dei monarcomachi, ovverosia a quelle tendenze politiche
che giustificavano luccisione del tiranno, in nome di un ordinamento garantito e
giustificato dalla stessa potenza/volont e legge divina (V.T. e N.T.).[28]
Il calvinismo si diffuse anche in Olanda e in Inghilterra, contribuendo alla giustificazione
teorica e pratica della guerra contro Filippo II (repubblica dOlanda, 1566-1648) e della
resistenza ai tentativi autoritari e tirannici di Carlo I Stuart (prima rivoluzione inglese, 1640-
1649).
QUINTA PARTE LA RIFORMA IN INGHILTERRA E IN ITALIA
In particolare la situazione inglese vide contrapporsi e svilupparsi diverse tendenze anti-
cattoliche, motivate da una questione strettamente personale. Qui Enrico VIII Tudor (1509-
1546) per questioni legate alla trasmissione del regno si era arrogato il diritto di separarsi
dalla moglie cattolica Caterina dAragona, parente di Carlo V. Alla reazione negativa papale
il re inglese convoc il Parlamento, che fra il 1532 ed il 1535 stabil una serie di norme che
di fatto tagliarono le relazioni della Chiesa dInghilterra con il Papa e la Curia romana.
Prima di tutto i poteri sul clero vennero trasferiti in capo allarcivescovo di Canterbury
(Thomas Cranmer); poi il re stesso venne nominato capo supremo della Chiesa
dInghilterra. Larcivescovo di Canterbury cerc di introdurre una traduzione della Bibbia in
inglese, per favorire il contatto diretto della popolazione con la parola di Dio. La
soppressione degli ordini monastici, lincameramento dei beni ecclesiastici confiscati da
parte della corona inglese e la loro vendita favor, da un lato il finanziamento delle guerre
contro la Francia, dallaltro la formazione di un ceto nobiliare di piccoli e medi proprietari
terrieri, la famosa gentry. Con Edoardo VI (1547-1553) si avvi la vera e propria Riforma
anglicana: venne composto il Book of Common Prayer (1549), che allontan dal culto ogni
forma di superstizione medievale, procedendo ad una semplificazione e volgarizzazione del
culto stesso. Nel 1552 questo testo fondamentale venne modificato secondo un
impostazione zwingliana da parte di Martin Butzer e Pier Martire Vermigli (presenza
simbolica del Cristo nelleucarestia). Lascesa al trono di Maria la Cattolica (1553-1558),
figlia di Caterina dAragona e moglie di Filippo II di Spagna, diede il via alla repressione
anti-protestante. Alla sua morte, in un clima di profondo ed esteso risentimento popolare
anti-cattolico ed anti-papale, Elisabetta I (1533-1603) spinse il Parlamento a ripristinare la
legislazione antiromana precedente (Atto di supremazia) e a riaffermare la precedente
riforma liturgica (Atto di uniformit). Con i Trentanove articoli di fede (1562)[29] la
formazione teologica della Chiesa dInghilterra compose alla fine in unit elementi desunti
dal cattolicesimo, dal luteranesimo e dal calvinismo (predestinazione ed elezione), cercando
di mediare le finalit legate al principio dautorit secondo gli interessi della casa regnante
con quelli subordinati (e subordinanti) del potere spirituale (i vescovi anglicani), togliendo
forza e giustificazione alle pretese di superiorit e priorit affermate dalla posizione
calvinista (Presbiteriani e Puritani), che spingevano strumentalmente verso soluzioni
assembleari (sinodo di anziani e pastori), per costituire come a Ginevra una forte
componente teologico-politica autoritaria (cfr. lesito dittatoriale di Oliver Cromwell, che
unisce il moderatismo alla reazione anti-rivoluzionaria). Anche in questultimo caso, per,
la torsione strumentale dellassemblearismo avrebbe ridato via libera alle contro-spinte
rivoluzionarie pi radicali ed egualitarie (New Model Army, Diggers, Levellers). In questo
contesto e lungo il tragitto storico che porter alla prima (1640-1649) ed alla seconda
rivoluzione inglese (1688-1689), da un lato la spinta residua dei cattolici, dallaltro quella in
crescita dei puritani (John Knox in Scozia), determinarono le condizioni per una forte
instabilit religiosa e politica, risolta alla fine con lemigrazione forzata delle componenti
religiose pi fanatizzate (soprattutto verso le colonie inglesi dellAmerica settentrionale).
In Italia la situazione generale, sia dal punto di vista politico che teologico ed ecclesiale,
era ben diversa. La situazione di conflitto interno fra gli Stati regionali italiani (Repubbliche
di Venezia e Firenze, Ducato di Milano, Stato della Chiesa, Regno di Napoli) venne a
composizione con la pace di Lodi (1454). Successivamente la politica dellequilibrio,
mantenuta grazie alle alleanze intessute da Lorenzo de Medici si dissolse con la sua morte
(1492), dopo la quale risorsero le fratture e le contrapposizioni dinteresse precedenti, mai
veramente risolte: di questa situazione approfitt Carlo VIII, con la sua spedizione
meridionale alla conquista del Regno di Napoli (1494). In questo modo si diede luogo alla
precipitazione ed al coinvolgimento per reazione dialettica negativa di tutte le potenze
europee (Spagna, Impero) nel tentativo di controllo e di dominio militare della penisola
italiana, per salvaguardare anche in questo caso una relazione di relativo equilibrio, infranta
dalliniziativa francese. forse in questo momento che iniziarono, allora, le guerre europee
sul continente ed in ambiente italiano (poi protrattesi sino al secondo conflitto mondiale, nel
XX secolo). Il reciproco isolamento e la reciproca dialettica negativa che in questo modo si
instaur fra gli stati regionali italiani indebol fatalmente e dissolse qualsiasi eventuale
progetto di unit politica e statuale nazionale, come ben ci ricorda prima lanalisi critica di
Machiavelli e poi quella di Guicciardini. In questo contesto la facile colpevolizzazione delle
mire antiunitarie dello Stato della Chiesa provoc un forte risentimento anti-ecclesiastico e
anti-curiale, che sfoci rapidamente in aperta contestazione politica ed in profonda critica
teologica, non appena i primi frutti della Riforma protestante doltralpe si unirono con la
tradizione umanistica e rinascimentale di tendenza repubblicana. In questo momento la
costituzione dellInquisizione e dellIndice dei Libri proibiti furono dunque destinati a
reprimere sia leresia religiosa, che le forme di mobilizzazione politica, instaurando in
questo modo una tradizione conservatrice e censorio-reazionaria, che accompagner
influenzandoli profondamente e pesantemente ogni futuro sviluppo politico-sociale ed
ideologico della civilt italica, perdurando nei suoi effetti sino ai giorni nostri.
Conosciuto in negativo come tanta parte della tradizione critica di questo paese, del
resto sin dalle prime forme eresiali antiche (Marcione, Montano) Lutero viene presentato
dai controversisti cattolici come un puro e semplice attentato alla stabilit delle autorit
politiche e religiose. La deificazione dellautorit, del suo essere soggetto medio e nello
stesso tempo mediante (secondo una tradizione aristotelica neoriplatonizzata), compiuta
dalla tradizione cattolica sin dal tempo di Agostino, del resto non poteva non facilitare un
orizzonte critico-negativo di questo genere e tipo. Ma saranno proprio alcuni monaci
agostiniani (Agostino Mainardi, Giulio da Milano) tra il 1525 ed il 1526 ad entrare in
contatto e a diffondere inizialmente le riflessioni di Lutero. Lo stesso generale dei
Cappuccini Bernardino Ochino rivolger le proprie famose prediche intorno
allinterpretazione dei Vangeli.
In particolar modo a Napoli attorno alla figura di Juan de Valds (1509-1541) si
costituisce un cenacolo spirituale (con lo stesso Ochino, Vittoria Colonna, Giulia Gonzaga,
Galeazzo Caracciolo, Pietro Antonio di Capua, MarcAntonio Flaminio, Pietro Carnesecchi,
Reginald Pole) che elabora progressivamente una riflessione teologica (con evidenti influssi
politici) di chiaro stampo razionalista, dove il Dio nascosto ed infinito della tradizione
mistica si rivela alla singola coscienza del credente nel suo stesso atto soggettivo di fede, di
carit e di speranza. In relazione a questapertura di stampo sicuramente luterano
lobbedienza allautorit della Chiesa diventava un atto formale e semplicemente richiesto
per evitare la distruzione dellordine civile e sociale (nicodemismo). Il moderatismo della
critica riformatrice italiana, del resto, veniva bene espresso dal Trattato utilissimo del
beneficio di Christo verso i christiani,[Fontanini B. 1543] dove laffermazione della
salvezza per sola fede non intaccava n lorganizzazione ecclesiastica tradizionale, n la
valutazione e luso degli strumenti dottrinari.
Un altro movimento riformatore importante in terra italica fu quello dei Valdesi. A
Modena il cardinal Giovanni Morone copr le azioni degli eterodossi locali, subendo
insieme ad altri alti prelati lazione repressiva di Papa Paolo IV, che si esercitava grazie
allInquisizione (a partire dal 1542) sia contro leresia luterana, che contro i tentativi degli
spiritualisti italiani di conquistare e riformare dallinterno la struttura ecclesiastica. Del
resto, lazione dellInquisizione provoc la fuga dallItalia di Bernardino Ochino, Agostino
Mainardi, Giulio da Milano, Pier Martire Vermigli. Molte erano le citt italiane che
avevano, infatti, accolto le nuove idee protestanti: Venezia, Modena, Bologna, Lucca, Siena.
Nelle piccole comunit clandestine erano presenti elementi della nobilt ed appartenenti al
clero, artigiani che costituirono dei cenacoli culturali dove si svilupparono riflessioni
autonome e diversificate (di natura etico-sociale e laica). Problemi di natura teologica,
interpretativa od organizzativa ne costituivano il contenuto tematico. Risultati ne furono una
approfondita critica al culto superstizioso dei santi, ai privilegi del clero, alle imposizioni
della Chiesa non fondate sulle sacre Scritture, con la conseguenza ulteriore che le stesse
istituzioni ecclesiastiche venivano investite di una tale delegittimazione teorica e pratica, da
venire identificate come un effettivo capovolgimento dellautentico spirito cristiano.
Forme radicali di critica e di contestazione teologico-politica emersero in Veneto, dove
lanabattismo incarn la volont di dissolvimento della gerarchia del potere e della violenza
del potere stesso. In questa critica radicale esso si riconnett ad un certo filone antitrinitario,
che negava la separatezza della natura divina del Cristo (insieme alla separazione e
contrapposizione tradizionale fra infinito superiore e finito inferiore), ricongiungendola al
reale e concreto movimento dello Spirito, secondo loriginaria libert del Padre. In questo
senso quelli che vennero negativamente definiti dai propri avversari come antitrinitari, in
realt espressero una diversa valutazione e considerazione dellimmagine e della realt in
movimento del divino (nella natura e nella ragione). Essa doveva esprimere la reale
inscindibilit della libert (il Padre) e delleguaglianza (il Figlio), attraverso lamore
insieme infinito ed universale (lo Spirito). In questa rivoluzione della Trinit tradizionale
essi come fece, dopo di loro e prima dei fratelli Lelio e Fausto Sozzini, Giordano Bruno
immisero nella riflessione teologico-politica la natura razionale di unumanit sciolta dal
feticcio della partecipazione al potere ed alla sua violenza rassicurante ed indirizzata,
invece, verso gli esiti felici di un universale spirito di tolleranza religiosa e politica.
LOlanda e lInghilterra del 600, la Francia del 700, sapranno portare a nuovo e fecondo
sviluppo i semi gettati da questi pensatori ed umanisti, mentre la cappa conformista cattolica
italiana o attraverso lo strumento inquisitoriale, o per mezzo della rigida subordinazione
dei poteri politici ed accademici trasmise allo sviluppo storico e civile italiano del 600 e
700 un immobilismo ed un conservatorismo imposto ed uno autonomo, vero e proprio
sterilizzatore di ogni movimento realmente creativo e dialettico. Con conseguenze
pesantissime, giunte sino alla nostra contemporaneit.
SESTA PARTE CONCLUSIONI
Quali furono, allora, le conseguenze principali dello sviluppo del movimento protestante?
Forse possibile riassumerle tramite questa serie di considerazioni.
Si frantum luniversalismo cattolico, nel suo orizzonte culturale e di organizzazione
sociale: la conoscenza pi alta, quella teologica, divenne appannaggio anche dei laici;
questa diffusione ed il movimento critico e giustificativo al quale diede origine modific in
profondit ed ampiezza lassetto istituzionale, sia ecclesiastico, che generalmente politico;
questa modificazione and nella direzione di un rigetto della separazione classica e
tradizionale del potere, dellordinamento dellautorit che, anche quando venne conservata
nella sua legittimazione divina, consent comunque e sempre un richiamo ed un riflesso
attivo da parte popolare ed assembleare, quando non un fondamento ed una giustificazione
radicale e totalmente democratica; questa partecipazione popolare e democratica rivers
nelle Chiese riformate e negli Stati che le accoglievano una fortissima componente creativa
e dialettica, di natura immediatamente materiale ed organizzativa (con una forte tendenza
allautodeterminazione ed autorganizzazione); gli effetti economico-sociali di questa
partecipazione furono progressivamente sempre pi presenti, evidenti ed automoltiplicativi,
muovendo la modernit verso ideali di benessere e di sicurezza collettivi tendenzialmente
sempre migliori e pi felici; per questo la pluralit dei movimenti protestanti sia nelle loro
forme progressive, che apparentemente regressive diede un grande contributo alla
scissione della modernit dal passato tradizionale medievale.
Si frantum luniversalismo cattolico nelle coscienze individuali: lorizzonte
determinante e di compenetrazione superiore, attuato grazie alla mediazione ecclesiastica si
dissolve nella propria sostanzialit ed autoreferenzialit, mentre ricompare ad illuminare le
coscienze il concetto e la prassi antica dellinfinito creativo e doppiamente dialettico;
limmagine e la realt in movimento del divino, la sua potenza inscindibile ed inalienabile,
fa riscoprire al soggetto la propria forza morale e politica, incrementandone la speranza e la
tendenza progettuale ideale; conseguentemente il soggetto si libera progressivamente dalla
concezione tradizionale del peccato, come sottrazione e negazione alla determinazione da
parte di una supposta ed ipotizzata autorit superiore separata; depone la
strumentalizzazione della vita attraverso la morte e la sofferenza (o il sacrificio e
lalienazione), la finitezza e la definizione archetipica (i santi); conseguentemente, ancora, il
soggetto riacquisisce la dimensione della gioia e della felicit, come universale nello stesso
tempo collettivo ed individuale, inalienabile.
Nella sua parte oggettiva e nella sua parte soggettiva il movimento protestante riesce,
dunque, a costituirsi come fattore veramente e realmente determinante nel processo di
passaggio alla modernit, come rottura e scissione rispetto alla tradizione rigidamente
determinista e separata del potere, sia spirituale che temporale; in questo esso favor la
trasformazione del senso e della struttura economica e sociale avviata con i processi di
accumulazione primaria del Capitale, come pure le trasformazioni politiche ed istituzionali
che accompagnarono questo evento.
In Germania la Riforma avanz terribilmente lungo le potenzialit rivoluzionarie che
aveva aperto (Thomas Mntzer), regredendo per la paura delle stesse verso posizioni
moderate e conservatrici, che annullarono la totalit di quelle potenzialit, per concentrarle
di nuovo secondo un tipo di visione e di prassi quasi tradizionale (Lutero).
Nella Confederazione elvetica il moderatismo iniziale (Zwingli) apr la strada verso
soluzioni neoautoritarie, basate sulla costruzione del consenso popolare (Calvino).
In Francia la pulsione verso la libert radicale attecch con maggior vigore, preparando
esiti futuri e lontani di maggior spessore ideale e pratico (Illuminismo e Rivoluzione
francese).
In Inghilterra il moderatismo riformista (Elisabetta I) non riusc allinizio a tenere
completamente a freno le tendenze assembleariste, che si divisero secondo una tendenza
ancora neoautoritaria (Oliver Cromwell), oppure verso esiti radicalmente e totalmente
democratici (Diggers, Levellers). Per questo utilizz due diverse e successive rivoluzioni
per la rinormalizzazione del paese: la prima che contro le spinte pi radicali e
democratiche od egualitarie raggiunse esiti paradossalmente quasi reazionari (con la
rimonta del movimento cattolico), la seconda che ristabil un ordine stabilmente moderato e
liberale (cfr. John Locke).
Negli Stati regionali della penisola italiana il conformismo cattolico moder le sparse e
residue formazioni riformiste, spegnendo sul nascere per intimidazione o per acquiescenza
generale ogni pulsione per la trasformazione, con un lungo lascito di immobilismo e di
ricomposizione delle spinte tese alla modificazione dello status quo.
NOTE
[1] Non-contemporaneit.
La realt storica soggetta a una dialettica frammentaria, piena di arresti e salti,
cortocircuiti e brusche mediazioni.
Lesperienza dellattualit non la stessa per tutti. C sempre qualcosa di anteriore, non
del tutto passato e risolto, che viene a mescolarsi al presente. Secondo Laura Boella, con
lespressione non-contemporaneit Bloch intende la diversit dei ritmi temporali che
contraddistinguono una determinata epoca e determinano lincrociarsi, nelle sue
manifestazioni artistiche, economiche, politiche e ideologiche, di progresso e stasi, di futuro
e passato. Pertanto la non-contemporaneit una categoria storico-temporale che assume
molteplici declinazioni: coesistenza di diversi modi di produzione (capitalismo e forme
economiche premoderne); sviluppo ineguale di economia e arte, cultura e altre
manifestazioni dello spirito; dimensione socio-psicologica dei rapporti tra classi e ceti
(momenti irrazionali e inconsci); pluralit di percorsi storici e scenari geopolitici
(citt/campagna, provincia/metropoli, centro/periferia, Oriente/Occidente); infine,
possibilit storica bloccata (contro le teorie dellarretratezza). La non-contemporaneit
rompe quindi il continuum storico e permette di recuperare e attualizzare il passato;
contrapponendo alla storia, intesa come un tempo omogeneo e vuoto, una storia riempita da
tempi diversificati, intessuta di elementi che non necessariamente sono tendenze di
avanzamento e progresso, ma quasi sempre rappresentano creazioni o idee sorpassate,
momenti psicologici irrazionali e inconsci, che allimprovviso irrompono nella cronaca, si
mettono di traverso al continuum storico-evolutivo, interferiscono con esso e addirittura lo
interrompono. Da quanto sin qui detto, risulta evidente che, con la teoria della non-
contemporaneit, Bloch ha voluto criticare ogni forma di storicismo e di positivismo, i quali
interpretano la storia esclusivamente nel segno di un progresso graduale e lineare. In questo
senso, anche il Benjamin delle Tesi di filosofia della storia elaborer un nuovo modo di
intendere il tempo storico, al di l dello storicismo liberale, ma anche socialista, attraverso
una sintesi originale di escatologia e materialismo storico
Allinterno della non-contemporaneit Bloch distingue due lati. Un lato oggettivo, che
concerne il ritardo o anche soltanto la lontananza dal presente di modi di produzione
precapitalistici e residui premoderni, e un lato soggettivo, inteso come opposizione
spirituale al contemporaneo nella forma del rifiuto, della nostalgia e del risentimento. Nel
caso specifico della Germania, Bloch vede nella storia tedesca un retaggio non-
contemporaneo, che si manifesta nella provincia organica, con il suo arsenale di
anticapitalismo romantico, e che ne impedisce la modernizzazione. Il nazional-socialismo
ha saputo risvegliare queste forze oscure, ha indicato loro uno sbocco politico, ottenendo
consenso proprio tra la piccola borghesia non-contemporanea (impiegati, contadini,
commercianti, artigiani e giovani delusi e arrabbiati), rimasta indietro nel processo storico e
pertanto affascinata dal richiamo conservatore del mito del sangue e del suolo. Di fronte a
un presente duro e insopportabile le masse hanno creduto allimbianchino austriaco. Nel
concreto, lanalisi blochiana del blocco sociale che ha appoggiato il nazismo acuta e
particolareggiata. Innanzitutto i giovani, per cui la viva emozione conta pi del freddo
ragionamento. Le parole dordine della destra (purezza, decisione, autenticit, patria, forza,
ecc), attraverso lesaltazione orgiastica e comunitaria, hanno fatto breccia negli animi
giovanili, afflitti e depressi dallo spettacolo deprimente della democrazia weimariana. Poi ci
sono i contadini che hanno visto nel nazismo, oltre allanticomunismo viscerale e alla
protezione doganale, il richiamo al radicamento nella terra e alla fedelt alla tradizione e
nella nazione umiliata e offesa. Infine il ceto medio, rovinato dallinflazione e perduto il
prestigio sociale dellepoca gugliemina, stato abbindolato e catturato dalla propaganda
hitleriana: complotto giudaico e delirio di grandezza pangermanico. Nella classe media si
manifesta un desiderio di subordinazione, che si trasforma in partecipazione mistica al
destino del popolo tedesco. La precaria democrazia weimariana ormai screditata e la
vecchia classe dirigente liberale giudicata responsabile del fallimento dei ceti medi a
vantaggio del grande capitale e, in parte, del movimento operaio. Limpiegato diventa
selvaggio e bellicoso. La collera repressa del borghese fallito cerca una via di fuga,
rivitalizzando un passato mitico a partire dallurgenza del presente. Ma linganno della
destra eversiva palese. Per il capitale lo Stato corporativo uno strumento contro la
lotta di classe; per la piccola borghesia rappresenta il suo riscatto materiale dalla miseria.
Nella crisi il capitalismo usa la reazione (non-contemporanea) per occultare la sua
contraddizione (contemporanea), e dirigerla verso il fascismo, che ha il compito di salvare il
capitalismo, contro la prospettiva rivoluzionaria (contemporanea) del comunismo.
A questo punto, per decostruire la non-contemporaneit, occorre una dialettica critico-
materiale, in grado di dialettizzare gli elementi irrazionali della reazione non-
contemporanea. Per il militante Bloch necessario un esame di coscienza. La sinistra,
soprattutto quella marxista, rimasta troppo astratta e intellettuale, non ha avuto la capacit
di intercettare le fantasie inconscie delle masse. A differenza del nazista, il marxista non sa
comunicare emotivamente con la gente. I nazisti parlano una lingua ingannatrice, ma a
degli uomini, i comunisti parlano una lingua totalmente vera, ma che riguarda soltanto le
cose. Insomma, il marxismo deve mostrare al popolo la sua utopia concreta. Come dice
Bloch al termine del suo studio, la contraddizione soggettivamente non-contemporanea la
collera repressa, la contraddizione oggettivamente non-contemporanea il passato non
ancora esaurito; la contraddizione soggettivamente contemporanea latto rivoluzionario
libero del proletariato, la contraddizione oggettivamente contemporanea il futuro impedito
contenuto nel presente, i benefici della tecnica bloccati, la societ nuova bloccata di cui
quella vecchia gravida nelle sue forze produttive. Per Bloch, in una prospettiva marxista,
anche se non del tutto ortodossa, la contraddizione oggettivamente contemporanea il
conflitto tra il carattere collettivo delle forze produttive dispiegate nel quadro capitalistico e
il carattere privato della loro appropriazione. Questo soltanto, tra capitale e lavoro, lunico
e reale conflitto di classe contemporaneo. Laltro conflitto, non-contemporaneo, tra capitale
e piccola borghesia, coesiste col primo solo in maniera confusa e produce unicamente
angoscia e collera repressa. Tale conflitto secondario si ferma ai sintomi della crisi, attutisce