labart

23
giugno 2011 Talented Photographers Vintage Photograph Photoreportage Art & Street Art Graphic Illustration

Upload: martina-roghi

Post on 08-Mar-2016

212 views

Category:

Documents


0 download

DESCRIPTION

Rivista Talented PhotographersVintage PhotographPhotoreportageArt & Street ArtGraphicIllustration

TRANSCRIPT

giug

no 2

011

Talented PhotographersVintage Photograph

PhotoreportageArt & Street Art

GraphicIllustration

2 | Labart | giugno 2011

LABARTanno XXIV - Numero 23

DIRETTORE RESPONSABILExxxxxxxxxxxxxxxxxx

CONDIRETTORExxxxxxxxxxxxxxxxxx

ART DIRECTORxxxxxxxxxxxxxxxxxx

CAPIREDATTORIxxxxxxxxxxxxxxxxxx

PHOTOEDITORxxxxxxxxxxxxxxxxxx

GRAFICAxxxxxxxxxxxxxxxxxxi

COLLABORATORIxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

giugno 2011 | Labart | 3

4 Editoriale

PHOTOGRAPHY

9 Imprevisti quotidiani, una storia urbana10 Venezia, un estratto13 Venezia, un estratto14 Imprevisti quotidiani, una storia urbana18 Imprevisti quotidiani, una storia urbana24 Venezia, un estratto34 Venezia, un estratto

ART&STREET ART

38 Imprevisti quotidiani, una storia urbana40 Venezia, un estratto34 Venezia, un estratto43 Imprevisti quotidiani, una storia urbana45 Imprevisti quotidiani, una storia urbana48 Venezia, un estratto55 Venezia, un estratto

CULTURE

57 Imprevisti quotidiani, una storia urbana59 Venezia, un estratto60 Venezia, un estratto67 Imprevisti quotidiani, una storia urbana70 Imprevisti quotidiani, una storia urbana75 Venezia, un estratto87 Venezia, un estratto

EXHIBIT TO GO pag. 99

FOCUS ON pag. 34

FACE TO FACE pag. 99

INDICE

giugno 2011 | Labart | 5

Editorialegiugno 2011

“Dopodichè si fece tardi, dovevamo scappare tutti e due. Ma era stato grandioso rivedere Annie. Mi resi conto che donna fantastica era e di quanto fosse di-vertente solo conoscerla. E io pensai a quella vecchia barzelletta, sapete, quella dove uno va da uno psi-chiatra e dice: “Dottore, mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina”; e il dottore gli fa: “E perché non lo interna? “ E quello risponde: “E poi a me le uova chi me le fa? “ Beh, credo corrisponda a quello che penso io dei rapporti uomo-donna, e cioè che sono assolutamente irrazionali e pazzi e assurdi! Ma cre-do che continuino, perchè la maggior parte di noi, ha bisogno di uova.”

Io e Annie” Woody Allen

6 | Labart | giugno 2011

giugno 2011 | Labart | 7P

HO

TO

RE

PO

RTA

GE

La mia Polonia

byPiotr Sliwa

8 | Labart | giugno 2011

giugno 2011 | Labart | 9

10 | Labart | giugno 2011

photo by Roberto Ginesi

giugno 2011 | Labart | 11

Venezia un estratto

Città ricca di musei ed edifici storici di gran valore artistico e culturale. Un viaggio tra l’arte e

la cultura attraverso gli scatti di un fotografo romano.di Martina Roghi

12 | Labart | giugno 2011

La vittoria del premio Nobel per la Pace di Ellen Johnson Sirleaf – insieme a Leymah Gbowee e Ta-wakul Karman – ha fatto alzare qualche sopracci-glio: non tanto per il va-lore della persona in sé, quanto perché questa si trova in piena campagna elettorale e il premio le darà probabilmente una grossa mano. Ellen Jo-hnson Sirleaf è infatti la presidente della Liberia e l’11 ottobre si gioca la ri-elezione per un secondo mandato. Nel 2005 era

Così disposte ai due lati del canale, le abitazioni facevano pensare a luoghi

naturali, ma di una natura che avesse creato le proprie opere con un’immagine umana.

stata la prima donna a di-ventare presidente di uno stato del continente afri-cano.Ellen Johnson Sirleaf è nata a Monrovia nel 1938. Ha studiato economia al College of West Africa e poi negli Stati Uniti, dove si era trasferita nel 1955 dopo la fine del suo matrimonio e dove ha conseguito un master in amministrazione pub-blica alla Harvard John F. Kennedy School of Go-vernment. Nel 1972 tornò nel suo paese di origine

per lavorare come assi-stente al ministero della Finanza con il governo dell’allora presidente Wil-liam Tolbert. Dopo il colpo di Stato del 1980, fu cattu-rata e detenuta per alcuni mesi. Una volta libera, lasciò di nuovo la Liberia per evitare le persecuzioni del nuovo regime.Con il colpo di Stato prese il potere il sergente mag-giore Samuel Kanyon Doe, che introdusse di fatto una dittatura di stampo militare. Nel 1989 scoppiò la guerra civile e Doe fu ucciso dalle forze del Fronte Indipendente Patriottico per la Liberia. Dai sanguinosi conflitti etnici che seguirono per anni emerse la leadership di Charles Taylor, uno dei signori della guerra più potenti del paese, che di-venne presidente nel 1997, battendo proprio Ellen Johnson Sirleaf, che nel frattempo era tornata in patria. La feroce dittatura di Taylor diede inizio a una nuova guerra civile, che si concluse solo nel 2003 con gli accordi di Accra e il suo esilio in Nigeria.

giugno 2011 | Labart | 13

14 | Labart | giugno 2011

giugno 2011 | Labart | 15

16 | Labart | giugno 2011

Clet Abrham Street&Sticker Art a FirenzeIntervista al pittore e scultore francese che all’inizio degli anni ’90 decide di lasciare la Francia per trasferirsi in Italia. Prima Roma e dopo Bologna a Firenze dove dal 2006 vive e lavora.

giugno 2011 | Labart | 17

“Sempre più invaso dalla segnaletica stradale, lo spazio urbano deve farsi

reversibile, aggiungere significati a quelli originari, orientare altri

e nuovi gradi di lettura”

Ciao Clet, piacere di co-nosceri, presentati.Sono Clet Abraham di Quimper, sono da venti anni in Italia e da cinque a Firenze.Ho fatto studi artistici, ma penso che l’arte sia una cosa che ho dentro, sia nel carattere che nella ma-nualità.Come nasce il progetto dei segnali stradali?Credo sia una via di mezzo con la necessità di comunicare e la volontà di migliorare il nostro patri-monio visivo. Noi siamo invasi dai cartelli stradali, fino all’ossessione, e mi sembra quasi un dovere come artista dargli un significato in più rispet-tando il messaggio origi-nale, anzi giocandoci per farlo risaltare di più.Come ti vivi questa espe-rienza? Come una cosa illegale?È ambiguo. La creatività ha bisogno di spazio e di libertà. Affrontare bu-rocrazia e permessi è ca-strante, quindi da questo punto di vista c’è l’aspetto illegale, dall’altra parte però ho la sensazione di fare qualcosa di giusto e di utile per la società. Non lo dico per essere arro-gante, ma perché intima-mente lo sento così.Nel tuo studio vedo un sacco di lavori ispirati alle caffettiere.

Come è nato questo pro-getto?Nasce dal mio amore per l’oggetto in se. Per me la macchina del caffè è un oggetto bello, interes-sante e simbolo del foco-lare domestico.È un progetto nato circa venti anni fa e che non mi ha mai lasciato.Successivamente ho anche “scoperto” che si ispira al Battistero di Fi-renze. Ho conosciuto il figlio del disegnatore ori-ginale che era di Pistoia.Se non ci ha pensato ne è stato sicuramente influen-zato, infatti le sue forme ricalcano la struttura ar-chitettonica italiana.

Face to facedi Martina Roghi

18 | Labart | giugno 2011

Jan Masnyfotografare il movimento

giugno 2011 | Labart | 19

Jan Masnyfotografare il movimento

20 | Labart | giugno 2011

giugno 2011 | Labart | 21

22 | Labart | giugno 2011

La vittoria del premio Nobel per la Pace di Ellen Johnson Sirleaf – insieme a Leymah Gbowee e Ta-wakul Karman – ha fatto alzare qualche sopracci-glio: non tanto per il va-lore della persona in sé, quanto perché questa si trova in piena campagna elettorale e il premio le darà probabilmente una grossa mano. Ellen Jo-hnson Sirleaf è infatti la presidente della Liberia e l’11 ottobre si gioca la ri-elezione per un secondo mandato. Nel 2005 era stata la prima donna a di-ventare presidente di uno stato del continente afri-cano.Ellen Johnson Sirleaf è nata a Monrovia nel 1938. Ha studiato economia al College of West Africa e poi negli Stati Uniti, dove si era trasferita nel 1955 dopo la fine del suo matrimonio e dove ha conseguito un master in amministrazione pub-blica alla Harvard John F. Kennedy School of Go-vernment. Nel 1972 tornò nel suo paese di origine per lavorare come assi-stente al ministero della Finanza con il governo dell’allora presidente Wil-liam Tolbert. Dopo il colpo di Stato del 1980, fu cattu-rata e detenuta per alcuni mesi. Una volta libera,

lasciò di nuovo la Liberia per evitare le persecuzioni del nuovo regime.Con il colpo di Stato prese il potere il sergente mag-giore Samuel Kanyon Doe, che introdusse di fatto una dittatura di stampo militare. Nel 1989 scoppiò la guerra civile e Doe fu ucciso dalle forze del Fronte Indipendente Patriottico per la Liberia.

Dai sanguinosi conflitti etnici che seguirono per anni emerse la leadership di Charles Taylor, uno dei signori della guerra più potenti del paese, che di-venne presidente nel 1997, battendo proprio Ellen Johnson Sirleaf, che nel frattempo era tornata in patria. La feroce dittatura di Taylor diede inizio a una nuova guerra civile, che si concluse solo nel 2003 con gli accordi di Accra e il suo esilio in Nigeria.

Al termine della guerra erano morte più di due-centomila persone.Nel 2005 Ellen Johnson Sirleaf si candidò per la seconda volta alle pre-sidenziali e le vinse al ballottaggio contro Ge-orge Weah, ex calciatore di Paris Saint Germain e Milan. La sua attività si concentrò da subito sulla ricostruzione economica del paese devastato da anni di guerra civile e sui diritti delle donne, che erano stati al centro della sua agenda politica fin da quando, giovanissima, si era separata dal marito che aveva sposato a soli 17 anni.eri la Corte ha respinto la richiesta dicendo che la condizione non può evi-dentemente valere con-siderate quali erano le condizioni politiche della Liberia fino a pochi anni fa. Lunedì Sirleaf affron-terà altri sei candidati, tra cui di nuovo l’ex cal-ciatore George Weah e l’ex signore della guerra Prince Johnson (famoso per un video in cui beve una birra mentre davanti a lui i suoi uomini tagliano le orecchie all’allora presi-dente Samuel Doe, tortu-rato e poi ucciso).

giugno 2011 | Labart | 23

NOTE SULL’AUTORE

If your dreams do not scare you, they are not big enough.If your dreams do not scare you, they are not big enough.If your dreams do not scare you, they are not big