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LABORATORIO DIDATTICO
TESTO, TRADUZIONE, ANALISI STILISTICA, CONTESTUALIZZAZIONE DI SEI
CANZONI DI BOB DYLAN
CLASSE I C SCIENTIFICO 2016 /2017 DEL LICEO “G. MARCONI” DI GROSSETO
BOB DYLAN
BLOWIN’ IN THE WIND
How many roads must a man walk down
Before you can call him a man?
Yes, 'n' how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, 'n' how many times must the cannonballs fly
Before they're forever banned?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
How many years can a mountain exist
Before it's washed to the sea?
Yes, 'n' how many years can some people exist
Before they're allowed to be free?
Yes, 'n' how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn't see?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind
How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, 'n' how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin' in the wind,
The answer is blowin' in the wind.
TRADUZIONE
SOFFIANDO NEL VENTO
Quante strade deve percorrere un uomo
prima che tu possa chiamarlo uomo?
e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba
prima che lei riposi nella sabbia?
e quante volte i proiettili devono fischiare
prima di venir banditi per sempre?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Quanti anni può esistere una montagna
prima di venire lavata dal mare?
e quanti anni devono vivere alcune persone
prima che a loro sia permesso di essere per sempre libere?
e quante volte un uomo può voltare la testa
fingendo di non vedere?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto
prima che possa vedere il cielo?
e quante orecchie deve avere un uomo
prima che egli possa sentire sentire la gente piangere?
e quante morti ci vorranno perché egli sappia
che troppe persone sono morte?
La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento
La risposta sta soffiando nel vento
INTRODUZIONE
Blowin' in the Wind è una famosa canzone di contenuto pacifista scritta da Bob Dylan nel 1962 e pubblicata la prima
volta l'anno successivo nell'album The Freewheelin' Bob Dylan.
Questo brano è da molti considerato il manifesto della generazione dei giovani statunitensi disillusi dalla politica portata
avanti negli anni cinquanta e sessanta dal loro paese e sfociata dapprima nella guerra fredda e poi nella guerra del
Vietnam. Tre semplici strofe sono in questo caso sufficienti al compositore-poeta per interrogarsi su tematiche sociali
ed esistenziali. In particolare, al centro della sua visionaria poeticità sono il senso della condizione umana e l'incapacità
dell'uomo di ripudiare in maniera definitiva e totale la guerra.
Nel ritornello – rivolto metaforicamente a un ipotetico amico, nel quale si potrebbe identificare l'intera umanità - viene
data una risposta che lascia forse uno spiraglio all'ottimismo: una risposta che c'è, e a portarla basterà un soffio di vento.
ANALISI STILISTICA
Il testo si costruisce su una serie di interrogative dirette, che Bob Dylan rivolge ad un ipotetico interlocutore, con cui
intrattiene un dialogo misterioso, dal momento che alle domande non segue una vera e propria risposta…l‟unica
risposta possibile agli interrogativi del poeta potrà forse portarla il vento. Nel testo compare la frequente ripetizione di
“how many”, in uguale posizione metrica nelle tre strofe (nei primi versi delle tre strofe in posizione incipitaria, con
chiara anafora, nel terzo e nel quinto verso di ogni strofa verso la parte centrale del verso, in posizione comunque
simmetrica). La prima domanda che Bob Dylan rivolge a sé e all‟umanità è sulla natura stessa dell‟uomo; se la vita è un
viaggio da compiere, a che punto del viaggio ci si può sentire uomini, si può comprendere di aver capito finalmente
qualcosa di sé, si può aver dire di conoscere se stessi? Non basta essere nati per essere uomini; uomini si diventa in base
alle scelte che si compiono. Si noti l‟allitterazione “Must a man”, intraducibile nel testo italiano, a ribadire l‟assoluta
necessità dell‟uomo di vivere delle esperienze prima che possa definirsi uomo. Non è possibile crescere senza viaggio,
non si può diventare uomini senza mettersi alla prova e mostrare nelle varie prove della vita un comportamento umano.
Da notare la ripetizione di “uomo” (“man”) nei primi due versi della prima strofa, nel secondo verso alla fine, a ribadire,
anche da un punto di vista grafico, che il diventare uomini è frutto di un processo, non un semplice dato d‟essere. La
metafora della vita come viaggio da compiere continua nei versi successivi; come l‟uomo deve attraversare un
itinerario, prima di meritare l‟appellativo (you can call him) di uomo, così la bianca colomba deve sorvolare altrettanti
mari, prima di approdare e riposare sulla sabbia. Al cammino dell‟uomo, al volo della bianca colomba, simbolo di pace,
si contrappone antiteticamente il percorso dei proiettili; anche loro devono viaggiare ancora a lungo, prima che l‟uomo
si renda conto dell‟assoluta insensatezza della guerra. Si noti la collocazione alla fine dei versi 1, 3, 5 dei tre verbi,
“walk down”, “sail”, “fly”, ad evidenziare la simmetrica dei tre percorsi. L‟anafora di “the answer” ai versi 7 e 8
sottolinea la natura retorica delle tre frasi interrogative; non c‟è risposta purtroppo alle tre domande poste; l‟umanità
dovrà ancora viaggiare a lungo prima di potersi dirsi degna di tale nome, come lungo è il viaggio della colomba in cerca
di riposo e insensatamente infinito il percorso dei proiettili sparati dall‟orrida avidità umana. Solo il vento potrà portare
la risposta. Si noti l‟epifora “blowing in the wind” ai vv. 7 e 8; l‟unica cosa che contraddistingue i due versi, quasi
identici e simmetrici, è l‟apostrofe “my friend”; il poeta cerca un afflato da parte del destinatario; l‟amicizia di un altro
uomo, la solidarietà dell‟ascoltatore sono forse l‟unica consolazione al suo cessante e vano interrogarsi sulla condizione
umana.
I primi quattro versi della seconda strofa costruiscono un chiasmo con quelli della prima; se la prima strofa si apriva con
un riferimento al viaggio che l‟essere umano doveva compiere, messo poi in simmetria col volo della colomba della
pace, nella seconda strofa compare prima l‟elemento naturale, la montagna bagnata dal mare, poi l‟elemento umano,
con l‟angosciante interrogativo sul senso della libertà umana e sul duro percorso da compiere prima di affrancare
l‟intera umanità. Si noti anche qui la collocazione in epifora del verbo esistere (exist) ai versi 1 e 3 della seconda strofa;
la condizione della montagna lavata (e forse purificata) dal ritmo incessante delle onde del mare si assimila alla lunga
battaglia per la libertà di tutti gli esseri umani. Non è possibile definirsi uomo se non si compiono atti di humanitas, di
umana solidarietà; non è possibile dirsi uomini se non si è liberi. Non è possibile dirsi uomini, inoltre, se si fa finta di
non vedere; Bob Dylan riprende l‟espressione “a man” per spiegare cosa impedisce all‟uomo di potersi definire uomo o
libero: l‟indifferenza nei confronti di quella parte di umanità che subisce gli effetti delle guerre o non si batte per la
libertà di un altro uomo. I versi 7 e 8 delle tre strofe si ripetono identici, riproponendo l‟immagine del vento, che forse
un giorno porterà tra i suoi soffi la risposta agli interrogativi del poeta.
La terza strofa torna a mettere a parlare di come l‟uomo può raggiungere la sua dimensione umana. All‟uomo che si
volge e fa finta di niente si oppone l‟uomo che guarda verso l‟alto; non basta però guardare verso l‟alto per vedere il
cielo, come non basta nascere uomo per esserlo veramente. L‟immagine riprende quindi i primi due versi della prima
strofa. Si noti la ripetizione del verbo “see” nella seconda e nella terza strofa: all‟uomo che fa finta di non vedere si
accosta l‟uomo ottuso, che guarda verso l‟alto e non vede il cielo. All‟immagine dell‟uomo che vede si affianca quella
dell‟uomo che sente, o meglio che non sente la disperazione degli altri. Si noti che il poeta riprende il termine “people”,
già utilizzato nella seconda strofa; alla gente che dovrà vivere ancora a lungo prima di sentirsi libera si affianca la gente
che urla disperata, in attesa che gli altri uomini possano sentirla. Se l‟uomo impara a guardare alla sua dimensione
spirituale, rappresentata dal cielo, e impara a sentire, a entrare in contatto con gli altri uomini, potrà forse accorgersi dei
morti intorno a lui, probabilmente, a causa di quelle guerre simboleggiate dai proiettili in corsa della prima strofa: si
noti la figura etimologica che si crea tra “deaths” e “have died”; l‟uomo che comincia a diventare uomo potrà rendersi
finalmente conto dell‟insensatezza della guerra. Al vento, per la terza e ultima volta, è affidata la risposta…il vento è
qualcosa di impalpabile, come tenute, impalpabile, ma comunque pervicace, è la speranza del poeta di vedere una
diversa umanità.
BOB DYLAN
KNOCKIN’ ON HEAVEN’S DOOR
Mama take this badge off of me
I can‟t use it anymore.
It‟s gettin‟ dark, too dark for me to see
I feel like I‟m knockin‟ on heaven‟s door.
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
Mama put my guns in the ground
I can‟t shoot them anymore.
That long black cloud is comin‟ down
I feel like I‟m knockin‟ on heaven‟s door.
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door
TRADUZIONE
BUSSANDO ALLA PORTA DEL CIELO
Mamma toglimi questo distintivo
non posso usarlo mai più
si sta facendo scuro, troppo scuro per me per vedere
mi sento come se stessi bussando alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
Mamma seppellisci le mie pistole nella terra
non posso sparare mai più
quella lunga nuvola nera sta venendo giù
mi sento come se stessi bussando alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
Busso busso busso alla porta del cielo
INTRODUZIONE
La canzone fu scritta nel 1965 per diventare la colonna sonora del film “Pat Garrett & Billy the Kid”, che raccontava la
vicenda di due fuorilegge, uno dei quali, però, passa dalla parte dei buoni, rinnegando dunque la sua natura di brigante
per vestire i panni di sceriffo e dare la caccia ai suoi ex amici. La frase iniziale della canzone si riferisce alla stella di cui
lo sceriffo, in punto di morte, sta per morire. Tuttavia la canzone è stata spesso intesa come descrizione dei pensieri di
un soldato morente e quindi interpretata come una struggente denuncia contro l‟insensatezza della guerra. Quando il
poeta scrisse questa canzone, gli americani stavano combattendo la devastante guerra del Vietman, e Bob Dylan era tra i
principali esponenti del movimento pacifista. Il “badge”, se seguiamo questa interpretazione, è la medaglietta che tutti i
soldati americani portano al collo, appesa ad una collana, con tutti i dati identificativi. Solitamente quando un soldato
muore viene appesa alla lapide; se però il soldato muore in battaglia, un commilitone vicino gliela strappa e la porta
all‟accampamento per aggiornare l‟ufficio anagrafe.
ANALISI STILISTICA
Un giovane soldato sta morendo e la mente gli si affolla di pensieri; il primo è per la madre, l‟unico affetto forte che ha,
essendo stato probabilmente giovanissimo inviato in guerra, privato per sempre della possibilità di costruirsi altri
duraturi affetti . La guerra rende disumani, la guerra spezza vite, la guerra impedisce di amare. Il soldato con apostrofe
si rivolge quindi alla madre, che invoca nell‟incipit delle due strofe. Alla madre chiede di togliergli la medaglietta che
ha portato con onore; non vuole che cada in mani nemiche e auspica quindi che possa arrivare nelle mani della madre.
Quella medaglietta simboleggia il servizio militare da lui compiuto, i servizi resi alla patria che hanno dato senso alla
sua vita e che lui si rammarica di non poter concludere. L‟invocazione alla madre però pone l‟accenno sull‟insensatezza
della guerra, che ha privato il soldato della sua vita affettiva. Il buio cala sulle palpebre del soldato. La ripetizione di
“dark” al v. 3 amplifica il senso di buio che toglie la luce dagli occhi del soldato, impossibilitato quasi a vedere (si noti
l‟enfasi conferita al verbo “see”, posto alla fine del verso). Al v. 4 compare l‟immagine metaforica che rende celebre la
canzone: al soldato pare di bussare alle porte del cielo . L‟immagine è ampliata e ripresa nel celeberrimo ritornello, in
cui il gerundio rende l‟idea di quel lasso di tempo che separa la vita dalla morte; “bussando” alle porte del cielo il
soldato si congeda da un‟esistenza che lo ha privato di affetti e lo ha costretto ad essere strumento della crudeltà umana.
La seconda strofa dopo il ritornello si apre nuovamente con l‟invocazione alla madre; il soldato, dopo averle chiesto di
togliere il distintivo, le chiede di seppellire non il suo corpo, come ci aspetteremmo, ma le sue pistole che hanno
procurato morte e violenza, con un effetto a sorpresa (aprosdoketon). All‟immagine del cielo del ritornello si oppone
quella della terra in cui devono essere nascoste per sempre agli occhi di altri uomini gli strumenti apportatori di morte.
Per Bob Dylan il soldato è un niente venuto al mondo per uccidere, un essere privo di affetti snaturato dalla guerra. La
morte, quindi, appare quasi liberatoria per il giovane soldato privato delle sensazioni che danno senso alla vita per
assistere al quotidiano spettacolo della morte in guerra. I secondi versi delle due strofe si corrispondono
simmetricamente, e hanno come ulteriore elemento comune la negazione (non posso più / non posso più): come il
soldato non può più portare il badge che contraddistingue il suo ruolo di soldato, così le sue pistole non possono più
sparare. Gli ultimi istanti della vita aprono al soldato gli occhi sulla violenza inutile della guerra: la morte gli consente
di abbandonare lo statuto che gli ha imposto di apportare la morte e di quegli arnesi con cui ha seminato violenza nel
mondo. Il buio cala sul soldato sotto forma di una nuvola nera che scende inesorabile; il verso varia quello corrispettivo
della strofa precedente…al buio, troppo buio della prima strofa si contrappone la lunga nuvola nera, dove l‟aggettivo
lunga ha la stessa funzione amplificante della ripetizione buio, buio del verso della prima strofa. La morte quindi appare
una liberazione e il soldato può di nuovo scandire la formula del ritornello e bussare alle porte del cielo, privandosi
della terribile condizione che la guerra lo ha costretto a sostenere. La formula appare eufemistica, quasi ad evidenziare
che per il soldato è meglio morire piuttosto che essere strumento del male.
Morte, solitudine, lontananza dagli affetti, senso di liberazione dalla violenza della vita, rammarico per non poter
portare a termine i suoi compiti (il ruolo di soldato, nel bene e nel male, ha dato senso alla sua esistenza) sono i
sentimenti che costellano le ultime parole del soldato, la cui fragilità avvertiamo in quell‟iconica invocazione alla
madre, che non rivedrà mai più.
BOB DYLAN
MASTERS OF WAR
“Come you masters of war
you that build the big guns
you that build the death planes
you that build all the bombs
you that hide behind walls
you that hide behind desks
I just want you to know
I can see through your masks
You that never done nothing
but build to destroy
you play with my world
like it‟s your little toy
you put a gun in my mind
and you hide from my eyes
and you turn and run farther
when the fast bullets fly
Like Judas of old
you lie and deceive
a World War can be won
you want me to believe
but I see through your eyes
and I see through your brain
like I see through the water
that runs down by drain
You fasten all the triggers
for the others to fire
and then you set back and watch
when the deathcount gets higher
you that hide in your mansion
as young people‟s blood
flows out of their bodies
and is buried in the mud
You‟ve thrown the worst fear
that can ever be hurled
fear to bring children
into the world
for threatening my baby
unborn and unnamed
you ain‟t worth the blood
that runs in your veins
How much do I know
to talk out of turn
you might say that I‟m young
you might say that I‟m unlearned
but there‟s one thing I know
through I‟m younger than you
that even Jesus would never forgive
what you do
Let me ask you one question
is your money that good
will it buy you forgiveness
do you think that it could
I think you will find
when your death takes its toll
all the money you made
will never buy back your soul
And I hope that you die
and your death will come soon
I‟ll follow your casket
on a pale afternoon
and I‟ll watch while you‟re lowered
down to your deathbed
and I‟ll stand over your grave
till I‟m sure that you‟re dead”.
TRADUZIONE
SIGNORI DELLA GUERRA
“Venite padroni della guerra
voi che costruite i grossi cannoni
voi che costruite gli aeroplani di morte
voi che costruite tutte le bombe
voi che vi nascondete dietro i muri
voi che vi nascondete dietro le scrivanie
io voglio solo che voi sappiate che
io posso vedere attraverso le vostre maschere
Voi che non avete mai fatto nulla
ma costruite per distruggere
voi giocate con il mio mondo
come se fosse il vostro piccolo giocattolo
voi mettere un fucile nella mia mano
e vi celate ai miei occhi
e vi voltate e correte lontano
quando volano le veloci pallottole.
Come Giuda dell‟antichità
voi mentite ed ingannate
una guerra mondiale può essere vinta
voi volete che io creda
ma io vedo attraverso i vostri occhi
e vedo attraverso il vostro cervello
come vedo attraverso l‟acqua
che scorre giù dalla fogna
Voi allacciate (caricate) tutte le armi
per altri da sparare
e poi vi sedete e guardate
mentre il conto dei morti diventa più alto
voi che vi nascondete nei vostri palazzi
mentre il sangue dei giovani
scorre dai loro corpi
ed è seppellito nel fango
Avete causato la peggior paura
che mai può essere diffusa
paura di mettere figli
al mondo
per minacciare il mio bambino
non nato e senza nome
voi non valete il sangue
che scorre nelle vostre vene
Che cosa so io
per parlare quando non è il mio turno
voi potete dire che sono giovane
voi potete dire che io sono ignorante
ma c‟è una sola cosa che io so
anche se sono più giovane di voi
che persino Gesù non potrebbe mai perdonare
ciò che fate
Lasciatemi porre a voi una sola domanda
è il vostro denaro che tanto vale
da comprare a voi il perdono
pensate che potrebbe
io penso che scoprirete
quando la morte esigerà il pedaggio
che tutti i soldi che avete guadagnato
non ricompreranno mai la vostra anima
E spero che moriate
e che la vostra morte verrà presto
seguirò la vostra bara
un pallido pomeriggio
e guarderò mentre siete calati
giù nella fossa
e starò sulla vostra tomba
finché sono sicuro che siete morti”.
INTRODUZIONE
Ci sono brani nella storia della musica la cui importanza è fondamentale per comprendere i valori più profondi ai quali
l‟umanità deve assolutamente attenersi per sopravvivere. Masters of War scritto nel 1963 da Bob Dylan è proprio uno di
questi brani. Un testo forte, diretto e senza mezzi termini, a volte „violento‟ nell‟uso delle parole contro i signori della
guerra, quelli che si arricchiscono vendendo armi e promuovendo nuovi conflitti per il proprio tornaconto. Vili, che si
nascondono dietro una scrivania mentre nel mondo le loro bombe uccidono. Come Giuda, traditori dell‟umanità. Non
degni del sangue che gli scorre nelle vene. Il monito di Dylan risuona pieno di rabbia quando scrive „tutti i soldi che
farete, non vi serviranno a riavere la vostra anima‟ o quando ancora dice „voi che non costruite mai nulla, ma siete solo
capaci di distruggere‟ .
Questo brano tutt‟ora viene considerato da molti un inno al pacifismo, essendo datato in un momento in cui la guerra
del Vietnam mostrava tutti gli errori e gli orrori del conflitto bellico. Bob Dylan in un‟intervista del 2001 rilasciata a
USATODAY ha spiegato però il vero significato della canzone: “Purtroppo, le persone sono state portate sulla strada
sbagliata da pseudo-intellettuali che non hanno mai veramente colto lo spirito culturale che si respirava nel momento
in cui scrivevo determinate canzoni. Masters of War, per esempio, viene definita una canzone pacifista contro la
guerra. Non è una canzone contro la guerra, ma contro ciò che Eisenhower chiamava il complesso militare industriale,
in un momento in cui il suo mandato di Presidente era quasi concluso. Questo „spirito‟ era nell‟aria e io l‟ho colto“.
ANALISI STILISTICA
Se nelle due precedenti canzoni Bob Dylan ricorreva a immagini metaforiche per condannare le guerre, qui l‟attacco
agli artefici delle guerre nel mondo è diretto e feroce. L‟autore ricorre all‟insistita anafora del pronome personale “voi”,
rivolgendosi in forma diretta ai “signori della guerra”, a tutti i fautori dei conflitti del pianeta. Coloro cui si rivolge
l‟apostrofe del poeta sono artefici della proliferazione di armi, cannoni, aeroplani, bombe; si noti il valore causativo dei
vari verbi; efficace però risulta l‟attribuzione agli stessi padroni del mondo della costruzione degli strumenti di morte
con cui si conducono le guerre. La vigliaccheria dei “signori della guerra” è ribadita dalla loro tendenza a nascondersi
(saranno poi le vite di giovani soldati a perdersi nelle varie battaglie). Il poeta tuttavia è in grado di guardare oltre le
maschere e di vedere il vero volto dei potenti della Terra. La seconda strofa riprende le stesse tematiche della prima. Si
noti il forte ossimoro che compare al secondo verso della seconda strofa (build to destroy): i potenti della guerra
costruiscono arnesi atti a distruggere l‟umanità, creano per causare disastri. Torna nuovamente il verbo “costruire”:
coloro che guidano il mondo invece di adoperarsi per assicurare al mondo un futuro di prosperità, ne programmano la
distruzione. I versi 3 e 4 ripropongono il tema dell‟incoscienza dei grandi del mondo, che giocano come il mondo come
l‟Hitler di Charlie Chaplin nel Grande Dittatore giocava col mappamondo; la traduzione italiana propone l‟efficace
figura etimologica “giocare-giocattolo”, che ribadisce con orrore la leggerezza con cui i grandi del mondo prendono
decisioni tanto dolorose per i propri uomini. I versi 5 e 6 ribadiscono la vigliaccheria dei grandi della Terra che
distribuiscono armi e si nascondono per sfuggire alle proprie responsabilità e scappano quando volano le pallottole. Si
noti la ripetizione del pronome di prima persona, come se il poeta sentisse anche su di sé i condizionamenti dei grandi
della Terra, che mandano alla morte giovani innocenti. La terza strofa presenta un‟endiadi al v. 2, mentite e ingannate,
ad evidenziare ancora una volta la malafede dei signori della guerra, di cui il poeta è in grado di vedere occhi e cervello
(si noti l‟insistenza sull‟aggettivo possessivo “vostro”, che amplifica ancora l‟atto di accusa verso i “masters of war”,
ribadito dalle ulteriore diretta apostrofe). La terza strofa si apre e si chiude con una similitudine: le menzogne dei
signori della guerra sono pari al tradimento di Giuda, mentre la capacità del poeta di guardare oltre le maschere dei
padroni del mondo è pari alla sua capacità di guardare l‟acqua che scorre dalla fogna. La quarta strofa ribadisce con
un‟antitesi il contrasto tra la vigliaccheria dei padroni del mondo che caricano le armi e le persone che mandano a
morire. La strofa si chiude con l‟immagine dello scorrere del sangue dei giovani innocenti, che riprende quella
dell‟acqua che scorreva del finale della strofa precedente. La quinta strofa propone una serie di termini che rimandano
alla sfera della paura; i signori della guerra hanno reso il mondo un posto orribile, in cui il poeta non sognerebbe di
mettere al mondo un ipotetico figlio, minacciato da un futuro inquietante. La doppia negazione “non nato e senza
nome” ribadisce come il poeta non ha alcuna intenzione di far vivere una sua creatura in un mondo in cui potrebbe
essere costretto a compiere azioni orribili. L‟essere al mondo in tali circostanze è negazione della vita stessa. La strofa
si chiude ancora con l‟immagine del sangue; questa volta è il sangue dei signori della guerra: essi non sono degni di
essere definiti uomini e sono quindi indegni del loro stesso sangue. Anche la sesta strofa propone delle anafore: il poeta
ricorre al topos della modestia; i signori della guerra potranno accusarlo di essere giovane e inesperto, nel momento in
cui pone accuse tanto terribili; egli sa però che Gesù non li perdonerebbe mai. Dopo averli assimilati a Giuda, Bob
Dylan dichiara che i padroni del mondo sono indegni del perdono di Gesù. La settima strofa si apre con una domanda
che il poeta vorrebbe porre ai padroni della guerra: essi pensano di poter comprare tutto con i soldi, persino il perdono,
ma nulla potrà riscattare le loro anime nere (si noti la ripetizione “denaro, soldi”, a ribadire il carattere venale dei
signori della guerra, che hanno condannato per affari il mondo alla rovina). L‟ultima strofa è il più duro attacco: il poeta
vorrà essere al funerale dei signori della guerra, per assistere alla morte di coloro che hanno causato morte a tanti miseri
nel mondo (si noti l‟insistenza con cui l‟aggettivo possessivo “vostro” venga attribuito a termini come “tomba”,
“morte”, “bara”). La poesia si chiude senza una speranza di riscatto; non c‟è possibilità di salvezza per chi ha reso il
mondo un posto per molti non dignitoso in cui vivere.
BOB DYLAN, CROSS THE GREEN MOUNTAIN
I cross the green mountain, I slept by the stream
heaven blazing in my head, I dreamt a monstrous dream
something came up out of the sea
swept thru' the land of the rich and the free.
I look into the eyes of my merciful friend
and then I ask myself: is this the end?
memories linger, sad yet sweet
and I think of the souls in heaven who we'll meet.
Altars are burning with flames far and wide
the foe has crossed over from the other side
they tip their caps from the top of the hill
you can feel them come more brave blood to spill
Along the dim atlantic line
the ravaged land lies for miles behind
the light's coming forward and the streets are broad
all must yield to the avenging God.
The world is old, the world is gray
lessons of life can't be learned in a day
I watch and I wait and I listen while I stand
to the music that comes from a far better land.
Close the eyes of our captain, peace may he know
his long night is done, the great leader is laid low
he was ready to fall, he was quick to defend
killed outright he was by his own men.
It's the last day's last hour of the last happy year
I feel that the unknown world is so near
pride will vanish and glory will rot
but virtue lives and cannot be forgot.
The bells of evening have rung
there's blasphemy on every tongue
let them say that I walked in fair nature's light
and that I was loyal to truth and to right.
Serve God and be cheerful, look upward beyond
beyond the darkness of masks, the surprises of dawn
in the deep green grasses and the blood-stained wood
they never dreamed of surrendering, they fell where they stood.
Stars fell over Alabama, I saw each star
you're walking in dreams whoever you are
chilled are the skies, keen is the frost
the ground's froze hard and the morning is lost.
A letter to mother came today
gunshot wound to the breast is what it did say
but he'll be better soon, he's in a hospital bed
but he'll never be better, he's already dead.
I'm 10 miles outside the city and I'm lifted away
in an ancient light that is not of day
they were calm they were blunt, we knew them all too well
we loved each other more than we ever dared to tell.
TRADUZIONE
ATTRAVERSO LA VERDE MONTAGNA
Attraverso la verde montagna, mi siedo vicino alla corrente
Il Paradiso arde nella mia testa, ho fatto un mostruoso sogno
qualcosa è venuto fuori dal mare
si è mosso velocemente attraverso la terra dei ricchi e dei liberi
Guardo negli occhi del mio pietoso amico
E poi domando a me stesso: è questa dunque la fine?
Ricordi indugiano, tristi eppure dolci
e penso alle anime in Paradiso che incontreremo
Gli altari stanno bruciando con fiamme lontane e ampie
i nemici sono passati dall‟altro lato
essi toccano i loro berretti dalla cima della collina
puoi sentirli venire per versare altro sangue coraggioso
Lungo il pallido confine atlantico
la terra devastata si estende per miglia dietro
la luce sta venendo avanti e le strade sono ampie
Tutto deve arrendersi al Dio vendicativo
Il mondo è vecchio, il mondo è grigio
Lezioni di vita non possono essere imparate in un sol giorno
Io guardo e io aspetto ed io ascolto mentre io sto in piedi
la musica che arriva da una lontana terra migliore.
Chiudo gli occhi del nostro capitano, possa egli conoscere la pace
la sua lunga notte è finita, il grande capo è stato abbattuto
egli era pronto a cadere, era pronto a difendere
Ucciso sul colpo dai suoi stessi uomini.
E‟ l‟ultima ora dell‟ultimo giorno dell‟ultimo anno felice
Sento che il mondo sconosciuto è così vicino
l‟orgoglio svanirà e la gloria marcirà
ma la virtù sopravvive e non può essere dimenticata.
Le campane della sera hanno rintoccato
c‟è blasfemia su ogni lingua
lascia che loro dicano che ho camminato nella chiara luce della natura
e che fui leale alla verità e al bene.
Servi il Signore e sii lieto, guarda verso l‟alto al di là
Al di là delle tenebre delle maschere, le meraviglie dell‟alba
Nell‟erba verde e profonda e nel bosco macchiato di sangue
Essi non si sono mai sognati di arrendersi, son caduti lì dove stavano.
Stelle cadono dall‟Alabama, le vedo una per una
Stai camminando nei sogni chiunque tu sia
Gelidi sono i cieli, pungente il freddo
Il suolo gela con forza ed il mattino è perduto
E‟ giunta una lettera alla madre oggi
Ferita di fucile al petto è quello che diceva
Ma presto starà meglio, è in un letto d‟ospedale
Ma non starà mai meglio, è già morto
Sono a dieci miglia dalla città e sono sparito
In una luce antica che non è quella del giorno
Essi erano calmi, erano schietti, noi conoscevamo tutti loro troppo bene
Noi ci amavamo l‟un l‟altro più di quello che noi mai abbiamo osato dire.
INTRODUZIONE La canzone è dedicata alla guerra civile, in maniera particolare agli eventi che precedettero la terribile battaglia di
Gettysburg (1-3 luglio 1863). La battaglia durò tre giorni. Tre giorni colmi di paura, terrore, sangue e morte. Morirono
circa 50000 americani, un terzo di quelli scesi in campo, all‟interno di una guerra, che costò la vita a circa 620000
persone. All'inizio Dylan racconta di un soldato, che sogna di ritrovarsi a faccia a faccia con la morte, una creatura
oscura che come possiamo capire dal testo emerge dalle acque del mare, come un mostro marino. Il soldato guarda poi
negli occhi dell'amico morto, come i raggi del sole filtrano nelle nostre vite, non potendo fare a meno di accorgersi che
fosse dunque quella la fine. Guardando i suoi occhi riaffiorano nella sua mente ricordi tristi ma dolci pensando al futuro
che li aspetterà una volta incontrata la morte. Si noti l‟antitesi presente al v. 7: Ricordi indugiano, tristi eppure dolci. Di
fronte alla prospettiva della morte, anche i momenti del passato dolorosi acquisiscono una nota di dolce nostalgia. Sia
nella prima che nella seconda strofa viene richiamato il Paradiso, che attende il protagonista e il suo collega.
Successivamente c'è un ampliamento della prospettiva, con la descrizione quindi di ciò che accadeva intorno a lui; gli
altari bruciavano, i nemici si toccano i loro berretti in segno di collaborazione reciproca. Con l'udito si può sentire il
sangue versato dai soldati coraggiosi, altri validi giovani che moriranno per l‟insensatezza della guerra. Sul versante
atlantico si può osservare la terra devastata da aspri combattimenti per miglia e miglia e la luce che si faceva largo
nell'oscurità di quelle strade che si erano perfino arrese di fronte alla volontà di Dio. È un Dio che appare al
protagonista vendicativo nella sua imperscrutabilità, perché non impedisce i massacri tra gli uomini. L'autore dalla
quinta strofa si estranea dal mondo descrivendolo secondo una prospettiva globale come vecchio e grigio, come una
foto in bianco e nero. Il mondo è vecchio perché anche dopo molti anni non riesce a comprendere l'insensatezza della
guerra, ed è grigio, perché il sangue non dà colore, ma annebbia solo la mente. Si noti la ripetizione con la variatio
dell‟aggettivo (il mondo è vecchio, il mondo è grigio). Il mondo appare stanco e incapace anch‟esso di opporsi alla
malvagità della guerra. Il soldato si ferma a riflettere, guardando da lontano i poveri giovani straziati. Egli sente come
l'eco di una voce, la voce della libertà e della pace, una voce che proviene dall'aldilà, un posto considerato ai suoi occhi
di certo migliore della realtà che lo circonda. Si noti il ricorso alla paratassi per polisindeto, che rallenta il ritmo
narrativo e scandisce le azioni e all‟enjambement che mette in evidenza quella musica che il protagonista sente
provenire da un mondo lontano, forse il Paradiso che lo attende o il mondo dei morti (si noti la quadruplice ripetizione
del pronome personale di prima persona, io guardo e io aspetto ed io ascolto mentre io sto in piedi / la musica che
arriva da una lontana terra migliore). Il protagonista si estranea per un momento dagli eventi che avvenivano intorno a
lui. Dopo la pausa di riflessione, il soldato si reca dal suo capitano, morto, e chiude i suoi occhi affinché possa trovare la
quiete in un'altra vita. Nel testo c'è anche una nota di ammirazione verso di lui: egli era infatti pronto a morire e pur
consapevole di ciò era pronto allo stesso tempo a combattere (si noti la ripetizione in Era pronto a cadere, era pronto a
difendere). Fu un uomo coraggioso, impavido, che non esitò neanche un secondo, ma combatté con onore, finendo
ucciso dai suoi stessi uomini. Dopo questa scena c'è un tono di pessimismo. Il soldato infatti sente vicina la morte e il
mondo sconosciuto dicendo che quella sarebbe stata l'ultima ora dell'ultimo giorno dell'ultimo anno felice (si noti la
triplice ripetizione di “ultimo” nel verso). Questa espressione significa che il soldato sa di dover morire e sa anche che
morirà in quel giorno. Il soldato sa però che l'orgoglio e la gloria prima o poi svaniranno, ma l'unica cosa che persisterà
e che non potrà mai essere dimenticata è la virtù. Improvvisamente si assiste ad un ritorno alla realtà, attraverso il senso
dell'udito; suonano le campane ed è in quel momento che sono sulla bocca di ogni persona le parole più offensive e
ingiuste. Il soldato vuole essere ricordato per il suo coraggio, per aver intrapreso una strada ingiusta seppure al servizio
della sua nazione. Egli ha vissuto al servizio del bene e della verità. La sua camminata è l‟ultima dell‟esistenza terrena.
Nella nona strofa sono elencati tutti i requisiti obbligatori per un soldato. Il protagonista con l‟apostrofe si rivolge a un
ipotetico interlocutore, soldato anch‟egli probabilmente. Un soldato deve infatti servire il capitano con grande
convinzione e devozione, deve tenere la testa alta e guardare oltre la morte e i volti ingannevoli. Per essere valoroso un
soldato non si deve arrendere, ma deve combattere non dimostrandosi vigliacco, pronto a morire sul campo di battaglia.
All'improvviso il cielo si costella di stelle, le anime dei soldati deceduti in guerra, stelle che si possono benissimo
ammirare data la loro lucentezza che anche in una vita passata hanno avuto. Si noti la bellezza dei due versi “Gelidi
sono i cieli, pungente il freddo / il suolo gela ed il mattino è perduto”, in cui si evidenzia il parallelismo delle strutture,
sebbene nel primo verso i soggetti sono posposti ai rispettivi aggettivi e nel secondo anteposti ai verbi. Il cielo era però
gelido di una freddezza intensa, il freddo era pungente, il suolo ghiacciato; in questo mondo grigio tutto ha perduto il
suo antico splendore, tutto si è ridotto ad un mattino che non arriverà mai. Il mattino arriverà però per le madri, le quali
leggeranno meste le lettere annuncianti la morte dei loro figli, sentendo come una fucilata al petto: la fucilata simbolica
che le colpisce al cuore è sorella della fucilata reale che ha ucciso quei ragazzi. Spesso in quelle lettere era celata una
falsa speranza; dicevano che il figlio presto sarebbe stato meglio, quando ormai era già steso morto sul letto cupo
dell'ospedale. Per concludere, nell'ultima strofa il soldato si trova lontano dalla sua città, confinato contro una luce che
non è quella del giorno, ma delle tenebre. Riesce solo a pensare all'immenso affetto che c'era tra di loro, tra i soldati,
l'amore sconfinato di chi si tiene tutto dentro ma che prova più di chiunque altro. Quei soldati erano uniti da un affetto
che nemmeno la morte potrà spezzare (Ci amavamo l‟un l‟altro più di quanto mai abbiamo osato dire). Alcune volte è
difficile capire, capire cosa ci circonda nella nostra vita. Ad esempio un testo di una canzone. Per noi è qualcosa di
superficiale, che non è fondamentale e che non influirà mai nella nostra vita. Siamo sicuri sia così? Magari la canzone
per cui abbiamo sprecato ore potrebbe aiutarci nel nostro futuro. Ci potrebbe far riflettere su quali sono i valori
fondamentali della nostra vita. La guerra? E' fondamentale? Sì, lo è. La guerra è fondamentale per quelle persone che
godono nel vedere ragazzi giovani morire. La guerra è fondamentale per creare litigi inutili e superficiali. Cosa è la
guerra? Non lo so, so cosa non è. Non è pace, non è armonia, non è amicizia, non è la amore, non è collaborazione.
Sapete cosa è? E' discordia, è l'ansia, è la parte peggiore degli uomini. Forse queste possono sembrare semplici parole,
ma vanno oltre la mente degli uomini, vanno oltre lo stato terreno, vanno oltre tutto questo. Queste parole sono un
appello a coloro che uccidono, a coloro che ridono a vedere sangue, a coloro che sorridono e mostrano i denti a vedere
un corpo dissanguato. Queste persone non sanno cosa vuol dire vivere se godono nel vedere la morte altrui. Immaginate
di vedere la morte come una persona. Probabilmente la vedreste come una vecchia brutta e oscena, tipo Voldemort in
Harry Potter. Io la vedrei come una ragazza candida, dal volto triste e rassegnato, con gambe braccia esili, ma
abbastanza forti per prendere un corpo e portarlo via. Lo sapere perché la vedrei come una ragazza così bella? Perché
per i soldati la morte è un piacere, una liberazione da un'angoscia così pesante. L'angoscia di vedere la gente morire, di
uccidere persone innocenti. Ma di sicuro la loro angoscia sarà molto inferiore rispetto a coloro che hanno voluto tutto
questo. Si può terminare con una frase di Winston Churchill: “Nella guerra, determinazione; nella sconfitta, resistenza;
nella vittoria, magnanimità; nella pace, benevolenza”.
BOB DYLAN, FOREVER YOUNG
May God bless and keep you always,
May your wishes all come true,
May you always do for others
And let others do for you.
May you build a ladder to the stars
And climb on every rung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.
May you grow up to be righteous,
May you grow up to be true,
May you always know the truth
And see the lights surrounding you.
May you always be courageous,
Stand upright and be strong,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.
May your hands always be busy,
May your feet always be swift,
May you have a strong foundation
When the winds of changes shift.
May your heart always be joyful,
May your song always be sung,
May you stay forever young,
Forever young, forever young,
May you stay forever young.
TRADUZIONE
Per sempre giovane
Possa Dio benedirti e proteggerti sempre
possano i tuoi desideri tutti diventare realtà
possa tu sempre agire per gli altri
e lasciare che gli altri agiscano per te
possa tu costruire una scala verso le stelle
e salirne ogni gradino
possa tu restare per sempre giovane
per sempre giovane, per sempre giovane
possa tu restare per sempre giovane
Possa tu crescere per essere giusto
possa tu crescere per essere sincero
possa tu sempre conoscere la verità
e vedere le luci che ti circondano
possa tu essere sempre coraggioso
stare eretto e essere forte
e possa tu restare per sempre giovane
per sempre giovane, per sempre giovane
possa tu restare per sempre giovane
Possano le tue mani essere sempre occupate
possano i tuoi piedi essere sempre svelti
possa tu avere delle forti fondamenta
quando i venti del cambiamento soffiano
possa il tuo cuore sempre essere gioioso
possa la tua canzone sempre essere cantata
possa tu restare per sempre giovane
per sempre giovane, per sempre giovane
possa tu restare per sempre giovane
INTRODUZIONE
La canzone è stata scritta nel 1974, e pubblicata in due versioni differenti, una più lenta, una più veloce, nell‟album
“Planet Waves”.
ANALISI STILISTICA
La canzone ha un testo semplice e diretto, eppure incredibilmente poetico. Dylan parla al proprio figlio e a tutte le
nuove generazioni, ma il messaggio è rivolto soprattutto agli adulti che hanno perso l'innocenza e il desiderio di
cambiare il mondo. La canzone è un inno alla vita e alla speranza, un invito ad affrontare l'esistenza con il coraggio e lo
sguardo incantato della gioventù. Si noti l‟insistita anafora del “may”, “possa” ; l‟apostrofe del poeta si esprime con una
sfumatura di potenzialità, a sottolineare la possibilità che la generazione che verrà possa veramente creare un mondo
migliore. Da questo testo possiamo notare cosa intenda Bob Dylan per gioventù. Egli non intende l'età anagrafica, non
intende cercare di fermare a tutti i costi il proprio declino fisico. Per lui la gioventù è semplicemente un'attitudine alla
purezza, alla ricerca del bello al coraggio e all'integrità morale. La gioventù risiede soprattutto nella capacità di dare
respiro e forza ai sogni, a prescindere dall'età di ciascuno. Inoltre i giovani non possono esprimersi troppo
impulsivamente riguardo al loro volere del mondo, semplicemente perché non sanno quali cambiamenti potrebbero
essere i migliori. E' impressionante quanto Bob Dylan riesca a esprimere amore per l'intera umanità con semplici parole;
è ammirevole l'insistenza con cui ripete determinate parole all'inizio di ogni verso. Si può dire decisamente che il verso
che racchiude nel migliore dei modi uno dei principali messaggi della canzone sia “possa tu costruire una scala verso le
stelle” e “salirne ogni gradino”. Qui viene trasmessa la speranza di raggiungere ogni proprio sogno, grazie alle proprie
possibilità e capacità. Nella prima strofa il poeta augura all‟interlocutore cui si rivolge di godere sempre della
benedizione di Dio, di prendersi cura degli altri e lasciare che gli altri possano donargli amore. Ricorre poi alla bella
immagine metaforica della scala che porta alle stelle. Nella seconda strofa, ancora una volta scandita dalle anafore,
l'autore parla della possibilità dell'uomo di raggiungere le qualità morali che “l'uomo giusto” dovrebbe avere. Bob
Dylan cita i venti del cambiamento come qualcosa cui non si può resistere se non si hanno delle forti fondamenta. Negli
ultimi tre versi di ogni strofa è presente il ritornello “Possa tu restare per sempre giovane, per sempre giovane...”. E' da
ammirare la capacità dell'autore di distogliere la mente del lettore da tutti gli aspetti negativi della vita; il suo
interlocutore dovrà vivere una vita fondata su verità, giustizia e sincerità e saper sempre vedere le luci che sono intorno
a lui (altra immagine metaforica), senza mai farsi soffocare quindi dal buio. Il poeta insiste nell‟incoraggiare
l‟interlocutore ad essere buono e giusto, poiché consapevole che molti uomini vivono una vita di falsità e di inganno.
L'autore augura al suo interlocutore di essere forte e coraggioso, ma teme che crescendo possa perdere i suoi valori.
Inoltre cerca di augurare una vita positiva, cioè dedicata al lavoro e alle opere rette; augura inoltre al suo interlocutore di
avere, come un palazzo (altra immagine metaforica) delle salde fondamenta per resistere ad eventuali cambiamenti della
sorte (la scala, le fondamenta rimandano a termini del mondo dell‟edilizia; come un operaio il destinatario dovrà
realizzare la scala per raggiungere i suoi segni e mantenere salde basi per resistere alle scosse della vita). Augura infine
al suo interlocutore di potersi esprimere e di poter dire le proprie idee (possa la tua canzone essere sempre cantata);
l‟ascoltatore come un cantante dovrà essere megafono dei giusti valori con cui è cresciuto. In tal modo potrà rimanere
giovane. Bob Dylan sembra riporre nei giovani la speranza di un mondo migliore. I giovani possono nella loro
innocenza essere latori di valori saldi di sincerità, verità e giustizia. La metafora del rimanere giovani vuol quindi
indicare la resistenza che bisogna opporre per evitare di essere devastati dall‟orrore della vita. Rimanere giovani per
sempre vuol dire mantenere quella purezza dentro di sé che viene prima o poi contaminata dalla malvagità umana.
Bisogna per Bob Dylan rimanere impermeabili alle ipocrisie e alle ingiustizie umane; solo così si può mantenere intatta
quella purezza con cui il poeta identifica la gioventù.
BOB DYLAN, THE TIMES THEY ARE A-CHANGIN'
Come gather 'round people
Wherever you roam
And admit that the waters
Around you have grown
And accept it that soon
You'll be drenched to the bone.
If your time to you
Is worth savin'
Then you better start swimmin'
Or you'll sink like a stone
For the times they are a-changin'.
Come writers and critics
Who prophesize with your pen
And keep your eyes wide
The chance won't come again
And don't speak too soon
For the wheel's still in spin
And there's no tellin' who
That it's namin'.
For the loser now
Will be later to win
For the times they are a-changin'.
Come senators, congressmen
Please heed the call
Don't stand in the doorway
Don't block up the hall
For he that gets hurt
Will be he who has stalled
There's a battle outside
And it is ragin'.
It'll soon shake your windows
And rattle your walls
For the times they are a-changin'.
Come mothers and fathers
Throughout the land
And don't criticize
What you can't understand
Your sons and your daughters
Are beyond your command
Your old road is
Rapidly agin'.
Please get out of the new one
If you can't lend your hand
For the times they are a-changin'.
The line it is drawn
The curse it is cast
The slow one now
Will later be fast
As the present now
Will later be past
The order is
Rapidly fadin'.
And the first one now
Will later be last
For the times they are a-changin'.
TRADUZIONE
I TEMPI STANNO CAMBIANDO
Venite radunatevi intorno gente
dovunque voi vagate
ed ammettete che le acque
attorno a voi stanno crescendo
ed accettate che presto
sarete inzuppati fino all'osso.
E se il tempo per voi
rappresenta qualcosa
allora è meglio che voi incominciate a nuotare
o affonderete come una pietra
perché i tempi stanno cambiando.
Venite scrittori e critici
che profetizzate con le vostre penne
e tenete gli occhi ben aperti
l'occasione non tornerà
e non parlate troppo presto
perché la ruota sta ancora girando
e non c'è nessuno che può dire
chi sarà nominato.
Perché il perdente adesso
sarà il vincente di domani
perché i tempi stanno cambiando.
Venite senatori, membri del congresso
per favore date importanza alla chiamata
e non restate sulla porta
non bloccate l'atrio
perché quello che si ferirà
sarà colui che ha bloccato l'entrata
c'è una battaglia fuori
e sta infuriando.
Presto scuoterà le vostre finestre
e farà tremare i vostri muri
perché i tempi stanno cambiando.
Venite madri e padri
da ogni parte del Paese
e non criticate
quello che non potete capire
i vostri figli e le vostre figlie
sono al di là dei vostri comandi
la vostra vecchia strada
sta rapidamente invecchiando.
Per favore andate via da quella nuova
se non potete dare una mano
perché i tempi stanno cambiando.
La linea è tracciata
La maledizione è lanciata
quello lento adesso
sarà il più veloce poi
come il presente adesso
sarà il passato poi
L'ordine sta rapidamente
scomparendo.
Ed il primo ora
Sarà l'ultimo poi
Perché i tempi stanno cambiando.
INTRODUZIONE
Nell‟album, che ha lo stesso titolo della canzone, il giovane Bob Dylan osa molto: musiche sempre molto semplici, testi
feroci e controcorrente. Un modo per esprimere tutta la propria rabbia e tutta la propria inquietudine contro un mondo
violento e palesemente inumano. È un disco fortemente politicizzato, in cui i pezzi raccontano il clima ideale, politico e
culturale di quegli anni, segnati anche dall‟assassinio di Kennedy, oltre che dalla guerra fredda. E‟ un Bob Dylan
massacrato dai dubbi, dalle speranze e dagli ideali forse traditi. Il gioco questa volta si fa duro: niente concessioni alla
poesia o alla retorica, solo disgusto e rabbia. Dylan non risparmia nessuno, attacca ferocemente politica e affari. Anche,
e soprattutto, per questo l'album non piacque né alla sinistra né alla destra. Evidentemente, il pesante intervento
americano in Vietnam aveva sconvolto la coscienza di Dylan e la coscienza di molti pacifisti come lui.
ANALISI STILISTICA
"The Times They Are A Changin" è un brano bellissimo, folgorante, ancora più cattivo e forte di "Blowin In The
Wind", feroce e senza speranze. "Venite intorno gente, ovunque voi siate, le acque intorno a voi sono cresciute ed è
meglio che cominciate a nuotare o affonderete come dei sassi perché i tempi stanno cambiando", questa la traduzione,
un po‟ libera, dell'inizio del brano. Il poeta sembra fare quasi una chiamata alle armi; di fronte all‟orrore del presente
occorre una presa di coscienza. Le prime quattro strofe iniziano con l‟esortazione “come” (“venite”) e contengono
un‟apostrofe fatta prima a chiunque si trovi a passare, poi agli scrittori e ai critici, poi ai padri e alle madri. Il
cambiamento è inevitabile; il poeta nella prima strofa ricorre ad una metafora, l‟immagine dell‟acqua che sta salendo e
inonderà presto tutto. Se non si impara a nuotare, ci affonderà in questo turbine come pietre. Invita quindi i critici a
stare bene attenti, poiché presto il mondo mostrerà un ordine sconvolto. Bob Dylan, ricorrendo spesso a forme verbali al
futuro, assume quasi un tono profetico, con l‟espressione “For the loser now / will be later to win”, che viene ripresa poi
ed enfatizzata dall‟immagine biblica dell‟ultima strofa “gli ultimi saranno i primi” (“And the first one now /now later be
last”) con cui si chiude la canzone. Il tono apocalittico che pervade il testo è enfatizzato dalla musica folk; come ebbe a
dire Bob Dylan “il movimento per i diritti civili e il movimento del folk revival erano una cosa sola”. Il cambiamento
nella terza strofa (diretta ai politici che cercano di arrestare il vento di novità che ci sarà inesorabile, attraverso la
metafora del politico che sbarra la porta d‟ingresso dei palazzi del potere) acquisisce la forza di un terremoto, poiché in
grado di scuotere le finestre e far crollare i muri delle sedi del potere. Il cambiamento assume la consistenza di un
fenomeno naturale in grado di alterare tutto, è come un‟inondazione o un terremoto. Nella quarta strofa Bob Dylan si
rivolge ai padri e alle madri; essi non possono comprendere la rivoluzione che porteranno avanti i loro figli (si noti
l‟insistenza sull‟aggettivo possessivo di seconda persona plurale nel verso Your sons and your daughters, che si oppone
al pronome di seconda persona singolare). Il cambiamento portato avanti dalla loro generazione viene assimilato
stavolta alla nuova strada da percorrere, che si oppone con antitesi alla vecchia strada percorsa dai loro genitori; sarà
proprio dalle viscere di chi ha sbagliato che nascerà una generazione in grado di prendere atto degli errori commessi. I
genitori sono invitati a lasciare quella nuova strada del cambiamento, qualora non siano in grado di seguirne le
prospettive di innovazione. La quarta strofa si costruisce su una serie di antitesi, a rimarcare la distanza da un passato da
cancellare; il lento nel mondo ingiusto dell‟oggi sarà il più veloce nel mondo futuro; la missione sarà un paradosso:
abbattere il presunto ordine dell‟oggi in nome di un futuro forse caotico ma sicuramente più virtuoso e giusto del
presente. Ogni strofa si chiude col profetico “I tempi stanno cambiando”: è una frase detta con tono apocalittico ma
anche una frase pronunciata con speranza per un futuro di certo migliore …. Nulla, sembra dire Bob Dylan, può essere
meglio del mondo dell‟oggi da dimenticare e sommergere sotto l‟acqua di un turbine di novità. La speranza in un futuro