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LABORATORIO DIDATTICO TESTO, TRADUZIONE, ANALISI STILISTICA, CONTESTUALIZZAZIONE DI SEI CANZONI DI BOB DYLAN CLASSE I C SCIENTIFICO 2016 /2017 DEL LICEO “G. MARCONI” DI GROSSETO BOB DYLAN BLOWIN’ IN THE WIND How many roads must a man walk down Before you can call him a man? Yes, 'n' how many seas must a white dove sail Before she sleeps in the sand? Yes, 'n' how many times must the cannonballs fly Before they're forever banned? The answer, my friend, is blowin' in the wind, The answer is blowin' in the wind. How many years can a mountain exist Before it's washed to the sea? Yes, 'n' how many years can some people exist Before they're allowed to be free? Yes, 'n' how many times can a man turn his head, Pretending he just doesn't see? The answer, my friend, is blowin' in the wind, The answer is blowin' in the wind How many times must a man look up Before he can see the sky? Yes, 'n' how many ears must one man have Before he can hear people cry? Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows That too many people have died? The answer, my friend, is blowin' in the wind, The answer is blowin' in the wind. TRADUZIONE SOFFIANDO NEL VENTO Quante strade deve percorrere un uomo prima che tu possa chiamarlo uomo? e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba prima che lei riposi nella sabbia? e quante volte i proiettili devono fischiare prima di venir banditi per sempre? La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel vento Quanti anni può esistere una montagna prima di venire lavata dal mare? e quanti anni devono vivere alcune persone prima che a loro sia permesso di essere per sempre libere? e quante volte un uomo può voltare la testa fingendo di non vedere? La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento La risposta sta soffiando nel vento Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto prima che possa vedere il cielo? e quante orecchie deve avere un uomo prima che egli possa sentire sentire la gente piangere? e quante morti ci vorranno perché egli sappia che troppe persone sono morte?

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LABORATORIO DIDATTICO

TESTO, TRADUZIONE, ANALISI STILISTICA, CONTESTUALIZZAZIONE DI SEI

CANZONI DI BOB DYLAN

CLASSE I C SCIENTIFICO 2016 /2017 DEL LICEO “G. MARCONI” DI GROSSETO

BOB DYLAN

BLOWIN’ IN THE WIND

How many roads must a man walk down

Before you can call him a man?

Yes, 'n' how many seas must a white dove sail

Before she sleeps in the sand?

Yes, 'n' how many times must the cannonballs fly

Before they're forever banned?

The answer, my friend, is blowin' in the wind,

The answer is blowin' in the wind.

How many years can a mountain exist

Before it's washed to the sea?

Yes, 'n' how many years can some people exist

Before they're allowed to be free?

Yes, 'n' how many times can a man turn his head,

Pretending he just doesn't see?

The answer, my friend, is blowin' in the wind,

The answer is blowin' in the wind

How many times must a man look up

Before he can see the sky?

Yes, 'n' how many ears must one man have

Before he can hear people cry?

Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows

That too many people have died?

The answer, my friend, is blowin' in the wind,

The answer is blowin' in the wind.

TRADUZIONE

SOFFIANDO NEL VENTO

Quante strade deve percorrere un uomo

prima che tu possa chiamarlo uomo?

e quanti mari deve sorvolare una bianca colomba

prima che lei riposi nella sabbia?

e quante volte i proiettili devono fischiare

prima di venir banditi per sempre?

La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento

La risposta sta soffiando nel vento

Quanti anni può esistere una montagna

prima di venire lavata dal mare?

e quanti anni devono vivere alcune persone

prima che a loro sia permesso di essere per sempre libere?

e quante volte un uomo può voltare la testa

fingendo di non vedere?

La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento

La risposta sta soffiando nel vento

Quante volte un uomo deve guardare verso l'alto

prima che possa vedere il cielo?

e quante orecchie deve avere un uomo

prima che egli possa sentire sentire la gente piangere?

e quante morti ci vorranno perché egli sappia

che troppe persone sono morte?

La risposta, amico mio, sta soffiando nel vento

La risposta sta soffiando nel vento

INTRODUZIONE

Blowin' in the Wind è una famosa canzone di contenuto pacifista scritta da Bob Dylan nel 1962 e pubblicata la prima

volta l'anno successivo nell'album The Freewheelin' Bob Dylan.

Questo brano è da molti considerato il manifesto della generazione dei giovani statunitensi disillusi dalla politica portata

avanti negli anni cinquanta e sessanta dal loro paese e sfociata dapprima nella guerra fredda e poi nella guerra del

Vietnam. Tre semplici strofe sono in questo caso sufficienti al compositore-poeta per interrogarsi su tematiche sociali

ed esistenziali. In particolare, al centro della sua visionaria poeticità sono il senso della condizione umana e l'incapacità

dell'uomo di ripudiare in maniera definitiva e totale la guerra.

Nel ritornello – rivolto metaforicamente a un ipotetico amico, nel quale si potrebbe identificare l'intera umanità - viene

data una risposta che lascia forse uno spiraglio all'ottimismo: una risposta che c'è, e a portarla basterà un soffio di vento.

ANALISI STILISTICA

Il testo si costruisce su una serie di interrogative dirette, che Bob Dylan rivolge ad un ipotetico interlocutore, con cui

intrattiene un dialogo misterioso, dal momento che alle domande non segue una vera e propria risposta…l‟unica

risposta possibile agli interrogativi del poeta potrà forse portarla il vento. Nel testo compare la frequente ripetizione di

“how many”, in uguale posizione metrica nelle tre strofe (nei primi versi delle tre strofe in posizione incipitaria, con

chiara anafora, nel terzo e nel quinto verso di ogni strofa verso la parte centrale del verso, in posizione comunque

simmetrica). La prima domanda che Bob Dylan rivolge a sé e all‟umanità è sulla natura stessa dell‟uomo; se la vita è un

viaggio da compiere, a che punto del viaggio ci si può sentire uomini, si può comprendere di aver capito finalmente

qualcosa di sé, si può aver dire di conoscere se stessi? Non basta essere nati per essere uomini; uomini si diventa in base

alle scelte che si compiono. Si noti l‟allitterazione “Must a man”, intraducibile nel testo italiano, a ribadire l‟assoluta

necessità dell‟uomo di vivere delle esperienze prima che possa definirsi uomo. Non è possibile crescere senza viaggio,

non si può diventare uomini senza mettersi alla prova e mostrare nelle varie prove della vita un comportamento umano.

Da notare la ripetizione di “uomo” (“man”) nei primi due versi della prima strofa, nel secondo verso alla fine, a ribadire,

anche da un punto di vista grafico, che il diventare uomini è frutto di un processo, non un semplice dato d‟essere. La

metafora della vita come viaggio da compiere continua nei versi successivi; come l‟uomo deve attraversare un

itinerario, prima di meritare l‟appellativo (you can call him) di uomo, così la bianca colomba deve sorvolare altrettanti

mari, prima di approdare e riposare sulla sabbia. Al cammino dell‟uomo, al volo della bianca colomba, simbolo di pace,

si contrappone antiteticamente il percorso dei proiettili; anche loro devono viaggiare ancora a lungo, prima che l‟uomo

si renda conto dell‟assoluta insensatezza della guerra. Si noti la collocazione alla fine dei versi 1, 3, 5 dei tre verbi,

“walk down”, “sail”, “fly”, ad evidenziare la simmetrica dei tre percorsi. L‟anafora di “the answer” ai versi 7 e 8

sottolinea la natura retorica delle tre frasi interrogative; non c‟è risposta purtroppo alle tre domande poste; l‟umanità

dovrà ancora viaggiare a lungo prima di potersi dirsi degna di tale nome, come lungo è il viaggio della colomba in cerca

di riposo e insensatamente infinito il percorso dei proiettili sparati dall‟orrida avidità umana. Solo il vento potrà portare

la risposta. Si noti l‟epifora “blowing in the wind” ai vv. 7 e 8; l‟unica cosa che contraddistingue i due versi, quasi

identici e simmetrici, è l‟apostrofe “my friend”; il poeta cerca un afflato da parte del destinatario; l‟amicizia di un altro

uomo, la solidarietà dell‟ascoltatore sono forse l‟unica consolazione al suo cessante e vano interrogarsi sulla condizione

umana.

I primi quattro versi della seconda strofa costruiscono un chiasmo con quelli della prima; se la prima strofa si apriva con

un riferimento al viaggio che l‟essere umano doveva compiere, messo poi in simmetria col volo della colomba della

pace, nella seconda strofa compare prima l‟elemento naturale, la montagna bagnata dal mare, poi l‟elemento umano,

con l‟angosciante interrogativo sul senso della libertà umana e sul duro percorso da compiere prima di affrancare

l‟intera umanità. Si noti anche qui la collocazione in epifora del verbo esistere (exist) ai versi 1 e 3 della seconda strofa;

la condizione della montagna lavata (e forse purificata) dal ritmo incessante delle onde del mare si assimila alla lunga

battaglia per la libertà di tutti gli esseri umani. Non è possibile definirsi uomo se non si compiono atti di humanitas, di

umana solidarietà; non è possibile dirsi uomini se non si è liberi. Non è possibile dirsi uomini, inoltre, se si fa finta di

non vedere; Bob Dylan riprende l‟espressione “a man” per spiegare cosa impedisce all‟uomo di potersi definire uomo o

libero: l‟indifferenza nei confronti di quella parte di umanità che subisce gli effetti delle guerre o non si batte per la

libertà di un altro uomo. I versi 7 e 8 delle tre strofe si ripetono identici, riproponendo l‟immagine del vento, che forse

un giorno porterà tra i suoi soffi la risposta agli interrogativi del poeta.

La terza strofa torna a mettere a parlare di come l‟uomo può raggiungere la sua dimensione umana. All‟uomo che si

volge e fa finta di niente si oppone l‟uomo che guarda verso l‟alto; non basta però guardare verso l‟alto per vedere il

cielo, come non basta nascere uomo per esserlo veramente. L‟immagine riprende quindi i primi due versi della prima

strofa. Si noti la ripetizione del verbo “see” nella seconda e nella terza strofa: all‟uomo che fa finta di non vedere si

accosta l‟uomo ottuso, che guarda verso l‟alto e non vede il cielo. All‟immagine dell‟uomo che vede si affianca quella

dell‟uomo che sente, o meglio che non sente la disperazione degli altri. Si noti che il poeta riprende il termine “people”,

già utilizzato nella seconda strofa; alla gente che dovrà vivere ancora a lungo prima di sentirsi libera si affianca la gente

che urla disperata, in attesa che gli altri uomini possano sentirla. Se l‟uomo impara a guardare alla sua dimensione

spirituale, rappresentata dal cielo, e impara a sentire, a entrare in contatto con gli altri uomini, potrà forse accorgersi dei

morti intorno a lui, probabilmente, a causa di quelle guerre simboleggiate dai proiettili in corsa della prima strofa: si

noti la figura etimologica che si crea tra “deaths” e “have died”; l‟uomo che comincia a diventare uomo potrà rendersi

finalmente conto dell‟insensatezza della guerra. Al vento, per la terza e ultima volta, è affidata la risposta…il vento è

qualcosa di impalpabile, come tenute, impalpabile, ma comunque pervicace, è la speranza del poeta di vedere una

diversa umanità.

BOB DYLAN

KNOCKIN’ ON HEAVEN’S DOOR

Mama take this badge off of me

I can‟t use it anymore.

It‟s gettin‟ dark, too dark for me to see

I feel like I‟m knockin‟ on heaven‟s door.

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

Mama put my guns in the ground

I can‟t shoot them anymore.

That long black cloud is comin‟ down

I feel like I‟m knockin‟ on heaven‟s door.

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

Knock, knock, knockin‟ on heaven‟s door

TRADUZIONE

BUSSANDO ALLA PORTA DEL CIELO

Mamma toglimi questo distintivo

non posso usarlo mai più

si sta facendo scuro, troppo scuro per me per vedere

mi sento come se stessi bussando alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

Mamma seppellisci le mie pistole nella terra

non posso sparare mai più

quella lunga nuvola nera sta venendo giù

mi sento come se stessi bussando alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

Busso busso busso alla porta del cielo

INTRODUZIONE

La canzone fu scritta nel 1965 per diventare la colonna sonora del film “Pat Garrett & Billy the Kid”, che raccontava la

vicenda di due fuorilegge, uno dei quali, però, passa dalla parte dei buoni, rinnegando dunque la sua natura di brigante

per vestire i panni di sceriffo e dare la caccia ai suoi ex amici. La frase iniziale della canzone si riferisce alla stella di cui

lo sceriffo, in punto di morte, sta per morire. Tuttavia la canzone è stata spesso intesa come descrizione dei pensieri di

un soldato morente e quindi interpretata come una struggente denuncia contro l‟insensatezza della guerra. Quando il

poeta scrisse questa canzone, gli americani stavano combattendo la devastante guerra del Vietman, e Bob Dylan era tra i

principali esponenti del movimento pacifista. Il “badge”, se seguiamo questa interpretazione, è la medaglietta che tutti i

soldati americani portano al collo, appesa ad una collana, con tutti i dati identificativi. Solitamente quando un soldato

muore viene appesa alla lapide; se però il soldato muore in battaglia, un commilitone vicino gliela strappa e la porta

all‟accampamento per aggiornare l‟ufficio anagrafe.

ANALISI STILISTICA

Un giovane soldato sta morendo e la mente gli si affolla di pensieri; il primo è per la madre, l‟unico affetto forte che ha,

essendo stato probabilmente giovanissimo inviato in guerra, privato per sempre della possibilità di costruirsi altri

duraturi affetti . La guerra rende disumani, la guerra spezza vite, la guerra impedisce di amare. Il soldato con apostrofe

si rivolge quindi alla madre, che invoca nell‟incipit delle due strofe. Alla madre chiede di togliergli la medaglietta che

ha portato con onore; non vuole che cada in mani nemiche e auspica quindi che possa arrivare nelle mani della madre.

Quella medaglietta simboleggia il servizio militare da lui compiuto, i servizi resi alla patria che hanno dato senso alla

sua vita e che lui si rammarica di non poter concludere. L‟invocazione alla madre però pone l‟accenno sull‟insensatezza

della guerra, che ha privato il soldato della sua vita affettiva. Il buio cala sulle palpebre del soldato. La ripetizione di

“dark” al v. 3 amplifica il senso di buio che toglie la luce dagli occhi del soldato, impossibilitato quasi a vedere (si noti

l‟enfasi conferita al verbo “see”, posto alla fine del verso). Al v. 4 compare l‟immagine metaforica che rende celebre la

canzone: al soldato pare di bussare alle porte del cielo . L‟immagine è ampliata e ripresa nel celeberrimo ritornello, in

cui il gerundio rende l‟idea di quel lasso di tempo che separa la vita dalla morte; “bussando” alle porte del cielo il

soldato si congeda da un‟esistenza che lo ha privato di affetti e lo ha costretto ad essere strumento della crudeltà umana.

La seconda strofa dopo il ritornello si apre nuovamente con l‟invocazione alla madre; il soldato, dopo averle chiesto di

togliere il distintivo, le chiede di seppellire non il suo corpo, come ci aspetteremmo, ma le sue pistole che hanno

procurato morte e violenza, con un effetto a sorpresa (aprosdoketon). All‟immagine del cielo del ritornello si oppone

quella della terra in cui devono essere nascoste per sempre agli occhi di altri uomini gli strumenti apportatori di morte.

Per Bob Dylan il soldato è un niente venuto al mondo per uccidere, un essere privo di affetti snaturato dalla guerra. La

morte, quindi, appare quasi liberatoria per il giovane soldato privato delle sensazioni che danno senso alla vita per

assistere al quotidiano spettacolo della morte in guerra. I secondi versi delle due strofe si corrispondono

simmetricamente, e hanno come ulteriore elemento comune la negazione (non posso più / non posso più): come il

soldato non può più portare il badge che contraddistingue il suo ruolo di soldato, così le sue pistole non possono più

sparare. Gli ultimi istanti della vita aprono al soldato gli occhi sulla violenza inutile della guerra: la morte gli consente

di abbandonare lo statuto che gli ha imposto di apportare la morte e di quegli arnesi con cui ha seminato violenza nel

mondo. Il buio cala sul soldato sotto forma di una nuvola nera che scende inesorabile; il verso varia quello corrispettivo

della strofa precedente…al buio, troppo buio della prima strofa si contrappone la lunga nuvola nera, dove l‟aggettivo

lunga ha la stessa funzione amplificante della ripetizione buio, buio del verso della prima strofa. La morte quindi appare

una liberazione e il soldato può di nuovo scandire la formula del ritornello e bussare alle porte del cielo, privandosi

della terribile condizione che la guerra lo ha costretto a sostenere. La formula appare eufemistica, quasi ad evidenziare

che per il soldato è meglio morire piuttosto che essere strumento del male.

Morte, solitudine, lontananza dagli affetti, senso di liberazione dalla violenza della vita, rammarico per non poter

portare a termine i suoi compiti (il ruolo di soldato, nel bene e nel male, ha dato senso alla sua esistenza) sono i

sentimenti che costellano le ultime parole del soldato, la cui fragilità avvertiamo in quell‟iconica invocazione alla

madre, che non rivedrà mai più.

BOB DYLAN

MASTERS OF WAR

“Come you masters of war

you that build the big guns

you that build the death planes

you that build all the bombs

you that hide behind walls

you that hide behind desks

I just want you to know

I can see through your masks

You that never done nothing

but build to destroy

you play with my world

like it‟s your little toy

you put a gun in my mind

and you hide from my eyes

and you turn and run farther

when the fast bullets fly

Like Judas of old

you lie and deceive

a World War can be won

you want me to believe

but I see through your eyes

and I see through your brain

like I see through the water

that runs down by drain

You fasten all the triggers

for the others to fire

and then you set back and watch

when the deathcount gets higher

you that hide in your mansion

as young people‟s blood

flows out of their bodies

and is buried in the mud

You‟ve thrown the worst fear

that can ever be hurled

fear to bring children

into the world

for threatening my baby

unborn and unnamed

you ain‟t worth the blood

that runs in your veins

How much do I know

to talk out of turn

you might say that I‟m young

you might say that I‟m unlearned

but there‟s one thing I know

through I‟m younger than you

that even Jesus would never forgive

what you do

Let me ask you one question

is your money that good

will it buy you forgiveness

do you think that it could

I think you will find

when your death takes its toll

all the money you made

will never buy back your soul

And I hope that you die

and your death will come soon

I‟ll follow your casket

on a pale afternoon

and I‟ll watch while you‟re lowered

down to your deathbed

and I‟ll stand over your grave

till I‟m sure that you‟re dead”.

TRADUZIONE

SIGNORI DELLA GUERRA

“Venite padroni della guerra

voi che costruite i grossi cannoni

voi che costruite gli aeroplani di morte

voi che costruite tutte le bombe

voi che vi nascondete dietro i muri

voi che vi nascondete dietro le scrivanie

io voglio solo che voi sappiate che

io posso vedere attraverso le vostre maschere

Voi che non avete mai fatto nulla

ma costruite per distruggere

voi giocate con il mio mondo

come se fosse il vostro piccolo giocattolo

voi mettere un fucile nella mia mano

e vi celate ai miei occhi

e vi voltate e correte lontano

quando volano le veloci pallottole.

Come Giuda dell‟antichità

voi mentite ed ingannate

una guerra mondiale può essere vinta

voi volete che io creda

ma io vedo attraverso i vostri occhi

e vedo attraverso il vostro cervello

come vedo attraverso l‟acqua

che scorre giù dalla fogna

Voi allacciate (caricate) tutte le armi

per altri da sparare

e poi vi sedete e guardate

mentre il conto dei morti diventa più alto

voi che vi nascondete nei vostri palazzi

mentre il sangue dei giovani

scorre dai loro corpi

ed è seppellito nel fango

Avete causato la peggior paura

che mai può essere diffusa

paura di mettere figli

al mondo

per minacciare il mio bambino

non nato e senza nome

voi non valete il sangue

che scorre nelle vostre vene

Che cosa so io

per parlare quando non è il mio turno

voi potete dire che sono giovane

voi potete dire che io sono ignorante

ma c‟è una sola cosa che io so

anche se sono più giovane di voi

che persino Gesù non potrebbe mai perdonare

ciò che fate

Lasciatemi porre a voi una sola domanda

è il vostro denaro che tanto vale

da comprare a voi il perdono

pensate che potrebbe

io penso che scoprirete

quando la morte esigerà il pedaggio

che tutti i soldi che avete guadagnato

non ricompreranno mai la vostra anima

E spero che moriate

e che la vostra morte verrà presto

seguirò la vostra bara

un pallido pomeriggio

e guarderò mentre siete calati

giù nella fossa

e starò sulla vostra tomba

finché sono sicuro che siete morti”.

INTRODUZIONE

Ci sono brani nella storia della musica la cui importanza è fondamentale per comprendere i valori più profondi ai quali

l‟umanità deve assolutamente attenersi per sopravvivere. Masters of War scritto nel 1963 da Bob Dylan è proprio uno di

questi brani. Un testo forte, diretto e senza mezzi termini, a volte „violento‟ nell‟uso delle parole contro i signori della

guerra, quelli che si arricchiscono vendendo armi e promuovendo nuovi conflitti per il proprio tornaconto. Vili, che si

nascondono dietro una scrivania mentre nel mondo le loro bombe uccidono. Come Giuda, traditori dell‟umanità. Non

degni del sangue che gli scorre nelle vene. Il monito di Dylan risuona pieno di rabbia quando scrive „tutti i soldi che

farete, non vi serviranno a riavere la vostra anima‟ o quando ancora dice „voi che non costruite mai nulla, ma siete solo

capaci di distruggere‟ .

Questo brano tutt‟ora viene considerato da molti un inno al pacifismo, essendo datato in un momento in cui la guerra

del Vietnam mostrava tutti gli errori e gli orrori del conflitto bellico. Bob Dylan in un‟intervista del 2001 rilasciata a

USATODAY ha spiegato però il vero significato della canzone: “Purtroppo, le persone sono state portate sulla strada

sbagliata da pseudo-intellettuali che non hanno mai veramente colto lo spirito culturale che si respirava nel momento

in cui scrivevo determinate canzoni. Masters of War, per esempio, viene definita una canzone pacifista contro la

guerra. Non è una canzone contro la guerra, ma contro ciò che Eisenhower chiamava il complesso militare industriale,

in un momento in cui il suo mandato di Presidente era quasi concluso. Questo „spirito‟ era nell‟aria e io l‟ho colto“.

ANALISI STILISTICA

Se nelle due precedenti canzoni Bob Dylan ricorreva a immagini metaforiche per condannare le guerre, qui l‟attacco

agli artefici delle guerre nel mondo è diretto e feroce. L‟autore ricorre all‟insistita anafora del pronome personale “voi”,

rivolgendosi in forma diretta ai “signori della guerra”, a tutti i fautori dei conflitti del pianeta. Coloro cui si rivolge

l‟apostrofe del poeta sono artefici della proliferazione di armi, cannoni, aeroplani, bombe; si noti il valore causativo dei

vari verbi; efficace però risulta l‟attribuzione agli stessi padroni del mondo della costruzione degli strumenti di morte

con cui si conducono le guerre. La vigliaccheria dei “signori della guerra” è ribadita dalla loro tendenza a nascondersi

(saranno poi le vite di giovani soldati a perdersi nelle varie battaglie). Il poeta tuttavia è in grado di guardare oltre le

maschere e di vedere il vero volto dei potenti della Terra. La seconda strofa riprende le stesse tematiche della prima. Si

noti il forte ossimoro che compare al secondo verso della seconda strofa (build to destroy): i potenti della guerra

costruiscono arnesi atti a distruggere l‟umanità, creano per causare disastri. Torna nuovamente il verbo “costruire”:

coloro che guidano il mondo invece di adoperarsi per assicurare al mondo un futuro di prosperità, ne programmano la

distruzione. I versi 3 e 4 ripropongono il tema dell‟incoscienza dei grandi del mondo, che giocano come il mondo come

l‟Hitler di Charlie Chaplin nel Grande Dittatore giocava col mappamondo; la traduzione italiana propone l‟efficace

figura etimologica “giocare-giocattolo”, che ribadisce con orrore la leggerezza con cui i grandi del mondo prendono

decisioni tanto dolorose per i propri uomini. I versi 5 e 6 ribadiscono la vigliaccheria dei grandi della Terra che

distribuiscono armi e si nascondono per sfuggire alle proprie responsabilità e scappano quando volano le pallottole. Si

noti la ripetizione del pronome di prima persona, come se il poeta sentisse anche su di sé i condizionamenti dei grandi

della Terra, che mandano alla morte giovani innocenti. La terza strofa presenta un‟endiadi al v. 2, mentite e ingannate,

ad evidenziare ancora una volta la malafede dei signori della guerra, di cui il poeta è in grado di vedere occhi e cervello

(si noti l‟insistenza sull‟aggettivo possessivo “vostro”, che amplifica ancora l‟atto di accusa verso i “masters of war”,

ribadito dalle ulteriore diretta apostrofe). La terza strofa si apre e si chiude con una similitudine: le menzogne dei

signori della guerra sono pari al tradimento di Giuda, mentre la capacità del poeta di guardare oltre le maschere dei

padroni del mondo è pari alla sua capacità di guardare l‟acqua che scorre dalla fogna. La quarta strofa ribadisce con

un‟antitesi il contrasto tra la vigliaccheria dei padroni del mondo che caricano le armi e le persone che mandano a

morire. La strofa si chiude con l‟immagine dello scorrere del sangue dei giovani innocenti, che riprende quella

dell‟acqua che scorreva del finale della strofa precedente. La quinta strofa propone una serie di termini che rimandano

alla sfera della paura; i signori della guerra hanno reso il mondo un posto orribile, in cui il poeta non sognerebbe di

mettere al mondo un ipotetico figlio, minacciato da un futuro inquietante. La doppia negazione “non nato e senza

nome” ribadisce come il poeta non ha alcuna intenzione di far vivere una sua creatura in un mondo in cui potrebbe

essere costretto a compiere azioni orribili. L‟essere al mondo in tali circostanze è negazione della vita stessa. La strofa

si chiude ancora con l‟immagine del sangue; questa volta è il sangue dei signori della guerra: essi non sono degni di

essere definiti uomini e sono quindi indegni del loro stesso sangue. Anche la sesta strofa propone delle anafore: il poeta

ricorre al topos della modestia; i signori della guerra potranno accusarlo di essere giovane e inesperto, nel momento in

cui pone accuse tanto terribili; egli sa però che Gesù non li perdonerebbe mai. Dopo averli assimilati a Giuda, Bob

Dylan dichiara che i padroni del mondo sono indegni del perdono di Gesù. La settima strofa si apre con una domanda

che il poeta vorrebbe porre ai padroni della guerra: essi pensano di poter comprare tutto con i soldi, persino il perdono,

ma nulla potrà riscattare le loro anime nere (si noti la ripetizione “denaro, soldi”, a ribadire il carattere venale dei

signori della guerra, che hanno condannato per affari il mondo alla rovina). L‟ultima strofa è il più duro attacco: il poeta

vorrà essere al funerale dei signori della guerra, per assistere alla morte di coloro che hanno causato morte a tanti miseri

nel mondo (si noti l‟insistenza con cui l‟aggettivo possessivo “vostro” venga attribuito a termini come “tomba”,

“morte”, “bara”). La poesia si chiude senza una speranza di riscatto; non c‟è possibilità di salvezza per chi ha reso il

mondo un posto per molti non dignitoso in cui vivere.

BOB DYLAN, CROSS THE GREEN MOUNTAIN

I cross the green mountain, I slept by the stream

heaven blazing in my head, I dreamt a monstrous dream

something came up out of the sea

swept thru' the land of the rich and the free.

I look into the eyes of my merciful friend

and then I ask myself: is this the end?

memories linger, sad yet sweet

and I think of the souls in heaven who we'll meet.

Altars are burning with flames far and wide

the foe has crossed over from the other side

they tip their caps from the top of the hill

you can feel them come more brave blood to spill

Along the dim atlantic line

the ravaged land lies for miles behind

the light's coming forward and the streets are broad

all must yield to the avenging God.

The world is old, the world is gray

lessons of life can't be learned in a day

I watch and I wait and I listen while I stand

to the music that comes from a far better land.

Close the eyes of our captain, peace may he know

his long night is done, the great leader is laid low

he was ready to fall, he was quick to defend

killed outright he was by his own men.

It's the last day's last hour of the last happy year

I feel that the unknown world is so near

pride will vanish and glory will rot

but virtue lives and cannot be forgot.

The bells of evening have rung

there's blasphemy on every tongue

let them say that I walked in fair nature's light

and that I was loyal to truth and to right.

Serve God and be cheerful, look upward beyond

beyond the darkness of masks, the surprises of dawn

in the deep green grasses and the blood-stained wood

they never dreamed of surrendering, they fell where they stood.

Stars fell over Alabama, I saw each star

you're walking in dreams whoever you are

chilled are the skies, keen is the frost

the ground's froze hard and the morning is lost.

A letter to mother came today

gunshot wound to the breast is what it did say

but he'll be better soon, he's in a hospital bed

but he'll never be better, he's already dead.

I'm 10 miles outside the city and I'm lifted away

in an ancient light that is not of day

they were calm they were blunt, we knew them all too well

we loved each other more than we ever dared to tell.

TRADUZIONE

ATTRAVERSO LA VERDE MONTAGNA

Attraverso la verde montagna, mi siedo vicino alla corrente

Il Paradiso arde nella mia testa, ho fatto un mostruoso sogno

qualcosa è venuto fuori dal mare

si è mosso velocemente attraverso la terra dei ricchi e dei liberi

Guardo negli occhi del mio pietoso amico

E poi domando a me stesso: è questa dunque la fine?

Ricordi indugiano, tristi eppure dolci

e penso alle anime in Paradiso che incontreremo

Gli altari stanno bruciando con fiamme lontane e ampie

i nemici sono passati dall‟altro lato

essi toccano i loro berretti dalla cima della collina

puoi sentirli venire per versare altro sangue coraggioso

Lungo il pallido confine atlantico

la terra devastata si estende per miglia dietro

la luce sta venendo avanti e le strade sono ampie

Tutto deve arrendersi al Dio vendicativo

Il mondo è vecchio, il mondo è grigio

Lezioni di vita non possono essere imparate in un sol giorno

Io guardo e io aspetto ed io ascolto mentre io sto in piedi

la musica che arriva da una lontana terra migliore.

Chiudo gli occhi del nostro capitano, possa egli conoscere la pace

la sua lunga notte è finita, il grande capo è stato abbattuto

egli era pronto a cadere, era pronto a difendere

Ucciso sul colpo dai suoi stessi uomini.

E‟ l‟ultima ora dell‟ultimo giorno dell‟ultimo anno felice

Sento che il mondo sconosciuto è così vicino

l‟orgoglio svanirà e la gloria marcirà

ma la virtù sopravvive e non può essere dimenticata.

Le campane della sera hanno rintoccato

c‟è blasfemia su ogni lingua

lascia che loro dicano che ho camminato nella chiara luce della natura

e che fui leale alla verità e al bene.

Servi il Signore e sii lieto, guarda verso l‟alto al di là

Al di là delle tenebre delle maschere, le meraviglie dell‟alba

Nell‟erba verde e profonda e nel bosco macchiato di sangue

Essi non si sono mai sognati di arrendersi, son caduti lì dove stavano.

Stelle cadono dall‟Alabama, le vedo una per una

Stai camminando nei sogni chiunque tu sia

Gelidi sono i cieli, pungente il freddo

Il suolo gela con forza ed il mattino è perduto

E‟ giunta una lettera alla madre oggi

Ferita di fucile al petto è quello che diceva

Ma presto starà meglio, è in un letto d‟ospedale

Ma non starà mai meglio, è già morto

Sono a dieci miglia dalla città e sono sparito

In una luce antica che non è quella del giorno

Essi erano calmi, erano schietti, noi conoscevamo tutti loro troppo bene

Noi ci amavamo l‟un l‟altro più di quello che noi mai abbiamo osato dire.

INTRODUZIONE La canzone è dedicata alla guerra civile, in maniera particolare agli eventi che precedettero la terribile battaglia di

Gettysburg (1-3 luglio 1863). La battaglia durò tre giorni. Tre giorni colmi di paura, terrore, sangue e morte. Morirono

circa 50000 americani, un terzo di quelli scesi in campo, all‟interno di una guerra, che costò la vita a circa 620000

persone. All'inizio Dylan racconta di un soldato, che sogna di ritrovarsi a faccia a faccia con la morte, una creatura

oscura che come possiamo capire dal testo emerge dalle acque del mare, come un mostro marino. Il soldato guarda poi

negli occhi dell'amico morto, come i raggi del sole filtrano nelle nostre vite, non potendo fare a meno di accorgersi che

fosse dunque quella la fine. Guardando i suoi occhi riaffiorano nella sua mente ricordi tristi ma dolci pensando al futuro

che li aspetterà una volta incontrata la morte. Si noti l‟antitesi presente al v. 7: Ricordi indugiano, tristi eppure dolci. Di

fronte alla prospettiva della morte, anche i momenti del passato dolorosi acquisiscono una nota di dolce nostalgia. Sia

nella prima che nella seconda strofa viene richiamato il Paradiso, che attende il protagonista e il suo collega.

Successivamente c'è un ampliamento della prospettiva, con la descrizione quindi di ciò che accadeva intorno a lui; gli

altari bruciavano, i nemici si toccano i loro berretti in segno di collaborazione reciproca. Con l'udito si può sentire il

sangue versato dai soldati coraggiosi, altri validi giovani che moriranno per l‟insensatezza della guerra. Sul versante

atlantico si può osservare la terra devastata da aspri combattimenti per miglia e miglia e la luce che si faceva largo

nell'oscurità di quelle strade che si erano perfino arrese di fronte alla volontà di Dio. È un Dio che appare al

protagonista vendicativo nella sua imperscrutabilità, perché non impedisce i massacri tra gli uomini. L'autore dalla

quinta strofa si estranea dal mondo descrivendolo secondo una prospettiva globale come vecchio e grigio, come una

foto in bianco e nero. Il mondo è vecchio perché anche dopo molti anni non riesce a comprendere l'insensatezza della

guerra, ed è grigio, perché il sangue non dà colore, ma annebbia solo la mente. Si noti la ripetizione con la variatio

dell‟aggettivo (il mondo è vecchio, il mondo è grigio). Il mondo appare stanco e incapace anch‟esso di opporsi alla

malvagità della guerra. Il soldato si ferma a riflettere, guardando da lontano i poveri giovani straziati. Egli sente come

l'eco di una voce, la voce della libertà e della pace, una voce che proviene dall'aldilà, un posto considerato ai suoi occhi

di certo migliore della realtà che lo circonda. Si noti il ricorso alla paratassi per polisindeto, che rallenta il ritmo

narrativo e scandisce le azioni e all‟enjambement che mette in evidenza quella musica che il protagonista sente

provenire da un mondo lontano, forse il Paradiso che lo attende o il mondo dei morti (si noti la quadruplice ripetizione

del pronome personale di prima persona, io guardo e io aspetto ed io ascolto mentre io sto in piedi / la musica che

arriva da una lontana terra migliore). Il protagonista si estranea per un momento dagli eventi che avvenivano intorno a

lui. Dopo la pausa di riflessione, il soldato si reca dal suo capitano, morto, e chiude i suoi occhi affinché possa trovare la

quiete in un'altra vita. Nel testo c'è anche una nota di ammirazione verso di lui: egli era infatti pronto a morire e pur

consapevole di ciò era pronto allo stesso tempo a combattere (si noti la ripetizione in Era pronto a cadere, era pronto a

difendere). Fu un uomo coraggioso, impavido, che non esitò neanche un secondo, ma combatté con onore, finendo

ucciso dai suoi stessi uomini. Dopo questa scena c'è un tono di pessimismo. Il soldato infatti sente vicina la morte e il

mondo sconosciuto dicendo che quella sarebbe stata l'ultima ora dell'ultimo giorno dell'ultimo anno felice (si noti la

triplice ripetizione di “ultimo” nel verso). Questa espressione significa che il soldato sa di dover morire e sa anche che

morirà in quel giorno. Il soldato sa però che l'orgoglio e la gloria prima o poi svaniranno, ma l'unica cosa che persisterà

e che non potrà mai essere dimenticata è la virtù. Improvvisamente si assiste ad un ritorno alla realtà, attraverso il senso

dell'udito; suonano le campane ed è in quel momento che sono sulla bocca di ogni persona le parole più offensive e

ingiuste. Il soldato vuole essere ricordato per il suo coraggio, per aver intrapreso una strada ingiusta seppure al servizio

della sua nazione. Egli ha vissuto al servizio del bene e della verità. La sua camminata è l‟ultima dell‟esistenza terrena.

Nella nona strofa sono elencati tutti i requisiti obbligatori per un soldato. Il protagonista con l‟apostrofe si rivolge a un

ipotetico interlocutore, soldato anch‟egli probabilmente. Un soldato deve infatti servire il capitano con grande

convinzione e devozione, deve tenere la testa alta e guardare oltre la morte e i volti ingannevoli. Per essere valoroso un

soldato non si deve arrendere, ma deve combattere non dimostrandosi vigliacco, pronto a morire sul campo di battaglia.

All'improvviso il cielo si costella di stelle, le anime dei soldati deceduti in guerra, stelle che si possono benissimo

ammirare data la loro lucentezza che anche in una vita passata hanno avuto. Si noti la bellezza dei due versi “Gelidi

sono i cieli, pungente il freddo / il suolo gela ed il mattino è perduto”, in cui si evidenzia il parallelismo delle strutture,

sebbene nel primo verso i soggetti sono posposti ai rispettivi aggettivi e nel secondo anteposti ai verbi. Il cielo era però

gelido di una freddezza intensa, il freddo era pungente, il suolo ghiacciato; in questo mondo grigio tutto ha perduto il

suo antico splendore, tutto si è ridotto ad un mattino che non arriverà mai. Il mattino arriverà però per le madri, le quali

leggeranno meste le lettere annuncianti la morte dei loro figli, sentendo come una fucilata al petto: la fucilata simbolica

che le colpisce al cuore è sorella della fucilata reale che ha ucciso quei ragazzi. Spesso in quelle lettere era celata una

falsa speranza; dicevano che il figlio presto sarebbe stato meglio, quando ormai era già steso morto sul letto cupo

dell'ospedale. Per concludere, nell'ultima strofa il soldato si trova lontano dalla sua città, confinato contro una luce che

non è quella del giorno, ma delle tenebre. Riesce solo a pensare all'immenso affetto che c'era tra di loro, tra i soldati,

l'amore sconfinato di chi si tiene tutto dentro ma che prova più di chiunque altro. Quei soldati erano uniti da un affetto

che nemmeno la morte potrà spezzare (Ci amavamo l‟un l‟altro più di quanto mai abbiamo osato dire). Alcune volte è

difficile capire, capire cosa ci circonda nella nostra vita. Ad esempio un testo di una canzone. Per noi è qualcosa di

superficiale, che non è fondamentale e che non influirà mai nella nostra vita. Siamo sicuri sia così? Magari la canzone

per cui abbiamo sprecato ore potrebbe aiutarci nel nostro futuro. Ci potrebbe far riflettere su quali sono i valori

fondamentali della nostra vita. La guerra? E' fondamentale? Sì, lo è. La guerra è fondamentale per quelle persone che

godono nel vedere ragazzi giovani morire. La guerra è fondamentale per creare litigi inutili e superficiali. Cosa è la

guerra? Non lo so, so cosa non è. Non è pace, non è armonia, non è amicizia, non è la amore, non è collaborazione.

Sapete cosa è? E' discordia, è l'ansia, è la parte peggiore degli uomini. Forse queste possono sembrare semplici parole,

ma vanno oltre la mente degli uomini, vanno oltre lo stato terreno, vanno oltre tutto questo. Queste parole sono un

appello a coloro che uccidono, a coloro che ridono a vedere sangue, a coloro che sorridono e mostrano i denti a vedere

un corpo dissanguato. Queste persone non sanno cosa vuol dire vivere se godono nel vedere la morte altrui. Immaginate

di vedere la morte come una persona. Probabilmente la vedreste come una vecchia brutta e oscena, tipo Voldemort in

Harry Potter. Io la vedrei come una ragazza candida, dal volto triste e rassegnato, con gambe braccia esili, ma

abbastanza forti per prendere un corpo e portarlo via. Lo sapere perché la vedrei come una ragazza così bella? Perché

per i soldati la morte è un piacere, una liberazione da un'angoscia così pesante. L'angoscia di vedere la gente morire, di

uccidere persone innocenti. Ma di sicuro la loro angoscia sarà molto inferiore rispetto a coloro che hanno voluto tutto

questo. Si può terminare con una frase di Winston Churchill: “Nella guerra, determinazione; nella sconfitta, resistenza;

nella vittoria, magnanimità; nella pace, benevolenza”.

BOB DYLAN, FOREVER YOUNG

May God bless and keep you always,

May your wishes all come true,

May you always do for others

And let others do for you.

May you build a ladder to the stars

And climb on every rung,

May you stay forever young,

Forever young, forever young,

May you stay forever young.

May you grow up to be righteous,

May you grow up to be true,

May you always know the truth

And see the lights surrounding you.

May you always be courageous,

Stand upright and be strong,

May you stay forever young,

Forever young, forever young,

May you stay forever young.

May your hands always be busy,

May your feet always be swift,

May you have a strong foundation

When the winds of changes shift.

May your heart always be joyful,

May your song always be sung,

May you stay forever young,

Forever young, forever young,

May you stay forever young.

TRADUZIONE

Per sempre giovane

Possa Dio benedirti e proteggerti sempre

possano i tuoi desideri tutti diventare realtà

possa tu sempre agire per gli altri

e lasciare che gli altri agiscano per te

possa tu costruire una scala verso le stelle

e salirne ogni gradino

possa tu restare per sempre giovane

per sempre giovane, per sempre giovane

possa tu restare per sempre giovane

Possa tu crescere per essere giusto

possa tu crescere per essere sincero

possa tu sempre conoscere la verità

e vedere le luci che ti circondano

possa tu essere sempre coraggioso

stare eretto e essere forte

e possa tu restare per sempre giovane

per sempre giovane, per sempre giovane

possa tu restare per sempre giovane

Possano le tue mani essere sempre occupate

possano i tuoi piedi essere sempre svelti

possa tu avere delle forti fondamenta

quando i venti del cambiamento soffiano

possa il tuo cuore sempre essere gioioso

possa la tua canzone sempre essere cantata

possa tu restare per sempre giovane

per sempre giovane, per sempre giovane

possa tu restare per sempre giovane

INTRODUZIONE

La canzone è stata scritta nel 1974, e pubblicata in due versioni differenti, una più lenta, una più veloce, nell‟album

“Planet Waves”.

ANALISI STILISTICA

La canzone ha un testo semplice e diretto, eppure incredibilmente poetico. Dylan parla al proprio figlio e a tutte le

nuove generazioni, ma il messaggio è rivolto soprattutto agli adulti che hanno perso l'innocenza e il desiderio di

cambiare il mondo. La canzone è un inno alla vita e alla speranza, un invito ad affrontare l'esistenza con il coraggio e lo

sguardo incantato della gioventù. Si noti l‟insistita anafora del “may”, “possa” ; l‟apostrofe del poeta si esprime con una

sfumatura di potenzialità, a sottolineare la possibilità che la generazione che verrà possa veramente creare un mondo

migliore. Da questo testo possiamo notare cosa intenda Bob Dylan per gioventù. Egli non intende l'età anagrafica, non

intende cercare di fermare a tutti i costi il proprio declino fisico. Per lui la gioventù è semplicemente un'attitudine alla

purezza, alla ricerca del bello al coraggio e all'integrità morale. La gioventù risiede soprattutto nella capacità di dare

respiro e forza ai sogni, a prescindere dall'età di ciascuno. Inoltre i giovani non possono esprimersi troppo

impulsivamente riguardo al loro volere del mondo, semplicemente perché non sanno quali cambiamenti potrebbero

essere i migliori. E' impressionante quanto Bob Dylan riesca a esprimere amore per l'intera umanità con semplici parole;

è ammirevole l'insistenza con cui ripete determinate parole all'inizio di ogni verso. Si può dire decisamente che il verso

che racchiude nel migliore dei modi uno dei principali messaggi della canzone sia “possa tu costruire una scala verso le

stelle” e “salirne ogni gradino”. Qui viene trasmessa la speranza di raggiungere ogni proprio sogno, grazie alle proprie

possibilità e capacità. Nella prima strofa il poeta augura all‟interlocutore cui si rivolge di godere sempre della

benedizione di Dio, di prendersi cura degli altri e lasciare che gli altri possano donargli amore. Ricorre poi alla bella

immagine metaforica della scala che porta alle stelle. Nella seconda strofa, ancora una volta scandita dalle anafore,

l'autore parla della possibilità dell'uomo di raggiungere le qualità morali che “l'uomo giusto” dovrebbe avere. Bob

Dylan cita i venti del cambiamento come qualcosa cui non si può resistere se non si hanno delle forti fondamenta. Negli

ultimi tre versi di ogni strofa è presente il ritornello “Possa tu restare per sempre giovane, per sempre giovane...”. E' da

ammirare la capacità dell'autore di distogliere la mente del lettore da tutti gli aspetti negativi della vita; il suo

interlocutore dovrà vivere una vita fondata su verità, giustizia e sincerità e saper sempre vedere le luci che sono intorno

a lui (altra immagine metaforica), senza mai farsi soffocare quindi dal buio. Il poeta insiste nell‟incoraggiare

l‟interlocutore ad essere buono e giusto, poiché consapevole che molti uomini vivono una vita di falsità e di inganno.

L'autore augura al suo interlocutore di essere forte e coraggioso, ma teme che crescendo possa perdere i suoi valori.

Inoltre cerca di augurare una vita positiva, cioè dedicata al lavoro e alle opere rette; augura inoltre al suo interlocutore di

avere, come un palazzo (altra immagine metaforica) delle salde fondamenta per resistere ad eventuali cambiamenti della

sorte (la scala, le fondamenta rimandano a termini del mondo dell‟edilizia; come un operaio il destinatario dovrà

realizzare la scala per raggiungere i suoi segni e mantenere salde basi per resistere alle scosse della vita). Augura infine

al suo interlocutore di potersi esprimere e di poter dire le proprie idee (possa la tua canzone essere sempre cantata);

l‟ascoltatore come un cantante dovrà essere megafono dei giusti valori con cui è cresciuto. In tal modo potrà rimanere

giovane. Bob Dylan sembra riporre nei giovani la speranza di un mondo migliore. I giovani possono nella loro

innocenza essere latori di valori saldi di sincerità, verità e giustizia. La metafora del rimanere giovani vuol quindi

indicare la resistenza che bisogna opporre per evitare di essere devastati dall‟orrore della vita. Rimanere giovani per

sempre vuol dire mantenere quella purezza dentro di sé che viene prima o poi contaminata dalla malvagità umana.

Bisogna per Bob Dylan rimanere impermeabili alle ipocrisie e alle ingiustizie umane; solo così si può mantenere intatta

quella purezza con cui il poeta identifica la gioventù.

BOB DYLAN, THE TIMES THEY ARE A-CHANGIN'

Come gather 'round people

Wherever you roam

And admit that the waters

Around you have grown

And accept it that soon

You'll be drenched to the bone.

If your time to you

Is worth savin'

Then you better start swimmin'

Or you'll sink like a stone

For the times they are a-changin'.

Come writers and critics

Who prophesize with your pen

And keep your eyes wide

The chance won't come again

And don't speak too soon

For the wheel's still in spin

And there's no tellin' who

That it's namin'.

For the loser now

Will be later to win

For the times they are a-changin'.

Come senators, congressmen

Please heed the call

Don't stand in the doorway

Don't block up the hall

For he that gets hurt

Will be he who has stalled

There's a battle outside

And it is ragin'.

It'll soon shake your windows

And rattle your walls

For the times they are a-changin'.

Come mothers and fathers

Throughout the land

And don't criticize

What you can't understand

Your sons and your daughters

Are beyond your command

Your old road is

Rapidly agin'.

Please get out of the new one

If you can't lend your hand

For the times they are a-changin'.

The line it is drawn

The curse it is cast

The slow one now

Will later be fast

As the present now

Will later be past

The order is

Rapidly fadin'.

And the first one now

Will later be last

For the times they are a-changin'.

TRADUZIONE

I TEMPI STANNO CAMBIANDO

Venite radunatevi intorno gente

dovunque voi vagate

ed ammettete che le acque

attorno a voi stanno crescendo

ed accettate che presto

sarete inzuppati fino all'osso.

E se il tempo per voi

rappresenta qualcosa

allora è meglio che voi incominciate a nuotare

o affonderete come una pietra

perché i tempi stanno cambiando.

Venite scrittori e critici

che profetizzate con le vostre penne

e tenete gli occhi ben aperti

l'occasione non tornerà

e non parlate troppo presto

perché la ruota sta ancora girando

e non c'è nessuno che può dire

chi sarà nominato.

Perché il perdente adesso

sarà il vincente di domani

perché i tempi stanno cambiando.

Venite senatori, membri del congresso

per favore date importanza alla chiamata

e non restate sulla porta

non bloccate l'atrio

perché quello che si ferirà

sarà colui che ha bloccato l'entrata

c'è una battaglia fuori

e sta infuriando.

Presto scuoterà le vostre finestre

e farà tremare i vostri muri

perché i tempi stanno cambiando.

Venite madri e padri

da ogni parte del Paese

e non criticate

quello che non potete capire

i vostri figli e le vostre figlie

sono al di là dei vostri comandi

la vostra vecchia strada

sta rapidamente invecchiando.

Per favore andate via da quella nuova

se non potete dare una mano

perché i tempi stanno cambiando.

La linea è tracciata

La maledizione è lanciata

quello lento adesso

sarà il più veloce poi

come il presente adesso

sarà il passato poi

L'ordine sta rapidamente

scomparendo.

Ed il primo ora

Sarà l'ultimo poi

Perché i tempi stanno cambiando.

INTRODUZIONE

Nell‟album, che ha lo stesso titolo della canzone, il giovane Bob Dylan osa molto: musiche sempre molto semplici, testi

feroci e controcorrente. Un modo per esprimere tutta la propria rabbia e tutta la propria inquietudine contro un mondo

violento e palesemente inumano. È un disco fortemente politicizzato, in cui i pezzi raccontano il clima ideale, politico e

culturale di quegli anni, segnati anche dall‟assassinio di Kennedy, oltre che dalla guerra fredda. E‟ un Bob Dylan

massacrato dai dubbi, dalle speranze e dagli ideali forse traditi. Il gioco questa volta si fa duro: niente concessioni alla

poesia o alla retorica, solo disgusto e rabbia. Dylan non risparmia nessuno, attacca ferocemente politica e affari. Anche,

e soprattutto, per questo l'album non piacque né alla sinistra né alla destra. Evidentemente, il pesante intervento

americano in Vietnam aveva sconvolto la coscienza di Dylan e la coscienza di molti pacifisti come lui.

ANALISI STILISTICA

"The Times They Are A Changin" è un brano bellissimo, folgorante, ancora più cattivo e forte di "Blowin In The

Wind", feroce e senza speranze. "Venite intorno gente, ovunque voi siate, le acque intorno a voi sono cresciute ed è

meglio che cominciate a nuotare o affonderete come dei sassi perché i tempi stanno cambiando", questa la traduzione,

un po‟ libera, dell'inizio del brano. Il poeta sembra fare quasi una chiamata alle armi; di fronte all‟orrore del presente

occorre una presa di coscienza. Le prime quattro strofe iniziano con l‟esortazione “come” (“venite”) e contengono

un‟apostrofe fatta prima a chiunque si trovi a passare, poi agli scrittori e ai critici, poi ai padri e alle madri. Il

cambiamento è inevitabile; il poeta nella prima strofa ricorre ad una metafora, l‟immagine dell‟acqua che sta salendo e

inonderà presto tutto. Se non si impara a nuotare, ci affonderà in questo turbine come pietre. Invita quindi i critici a

stare bene attenti, poiché presto il mondo mostrerà un ordine sconvolto. Bob Dylan, ricorrendo spesso a forme verbali al

futuro, assume quasi un tono profetico, con l‟espressione “For the loser now / will be later to win”, che viene ripresa poi

ed enfatizzata dall‟immagine biblica dell‟ultima strofa “gli ultimi saranno i primi” (“And the first one now /now later be

last”) con cui si chiude la canzone. Il tono apocalittico che pervade il testo è enfatizzato dalla musica folk; come ebbe a

dire Bob Dylan “il movimento per i diritti civili e il movimento del folk revival erano una cosa sola”. Il cambiamento

nella terza strofa (diretta ai politici che cercano di arrestare il vento di novità che ci sarà inesorabile, attraverso la

metafora del politico che sbarra la porta d‟ingresso dei palazzi del potere) acquisisce la forza di un terremoto, poiché in

grado di scuotere le finestre e far crollare i muri delle sedi del potere. Il cambiamento assume la consistenza di un

fenomeno naturale in grado di alterare tutto, è come un‟inondazione o un terremoto. Nella quarta strofa Bob Dylan si

rivolge ai padri e alle madri; essi non possono comprendere la rivoluzione che porteranno avanti i loro figli (si noti

l‟insistenza sull‟aggettivo possessivo di seconda persona plurale nel verso Your sons and your daughters, che si oppone

al pronome di seconda persona singolare). Il cambiamento portato avanti dalla loro generazione viene assimilato

stavolta alla nuova strada da percorrere, che si oppone con antitesi alla vecchia strada percorsa dai loro genitori; sarà

proprio dalle viscere di chi ha sbagliato che nascerà una generazione in grado di prendere atto degli errori commessi. I

genitori sono invitati a lasciare quella nuova strada del cambiamento, qualora non siano in grado di seguirne le

prospettive di innovazione. La quarta strofa si costruisce su una serie di antitesi, a rimarcare la distanza da un passato da

cancellare; il lento nel mondo ingiusto dell‟oggi sarà il più veloce nel mondo futuro; la missione sarà un paradosso:

abbattere il presunto ordine dell‟oggi in nome di un futuro forse caotico ma sicuramente più virtuoso e giusto del

presente. Ogni strofa si chiude col profetico “I tempi stanno cambiando”: è una frase detta con tono apocalittico ma

anche una frase pronunciata con speranza per un futuro di certo migliore …. Nulla, sembra dire Bob Dylan, può essere

meglio del mondo dell‟oggi da dimenticare e sommergere sotto l‟acqua di un turbine di novità. La speranza in un futuro

migliore come unica prospettiva per vivere il presente con un moto di ribellione dentro di sé … la condanna dei

responsabili della situazione attuale … tutti questi temi sono condensati in un pezzo forte e indimenticabile.