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Fondazione Giangiacomo Feltrinelli -PAPERS- GLI ARCHIVI DEL PRESENTE DAL DOCUMENTO TRADIZIONALE AL DOCUMENTO DIGITALE. FONTI PER UNA STORIA DEI MOVIMENTI SOCIALI CONTEMPORANEI MILANO 2-3 DICEMBRE 2004 THE ARCHIVES OF THE PRESENT FROM TRADITIONAL TO DIGITAL DOCUMENTS. SOURCES FOR A HISTORY OF CONTEMPORARY SOCIAL MOVEMENTS MILAN 2-3 DECEMBER 2004 Letizia Cortini Le fonti dell’Archivio Audiovisivo del Movimento operaio e democratico

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Fondazione Giangiacomo Feltrinelli -PAPERS-

GLI ARCHIVI DEL PRESENTE DAL DOCUMENTO TRADIZIONALE AL DOCUMENTO DIGITALE. FONTI PER UNA STORIA DEI MOVIMENTI SOCIALI CONTEMPORANEI MILANO 2-3 DICEMBRE 2004 THE ARCHIVES OF THE PRESENT FROM TRADITIONAL TO DIGITAL DOCUMENTS. SOURCES FOR A HISTORY OF CONTEMPORARY SOCIAL MOVEMENTS MILAN 2-3 DECEMBER 2004

Letizia Cortini

Le fonti dell’Archivio Audiovisivo del Movimento operaio e democratico

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Fondazione Giangiacomo Feltrinelli – Papers

I “Papers” sono costituiti da testi proposti nell’ambito delle iniziative promosse dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Si tratta di lavori “in progress” proposti come strumenti per la ricerca e la discussione critica. I “Papers” sono pubblicati dalla Fondazione per gentile concessione dell’autore.

© 2005 – by Letizia Cortini

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Premessa

Letizia Cortini Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratrico

Il mio intervento sarà diviso in due parti: nella prima illustrerò la storia

dell’archivio audiovisivo e della costituzione dei suoi fondi, nella seconda mi soffermerò sul trattamento delle fonti.

Prima di iniziare la relazione, alla luce di quanto ho ascoltato ieri e stamattina, ritengo utili alcune considerazioni preliminari sulle problematiche relative agli archivi audiovisivi in Italia. Al momento, per quanto riguarda la digitalizzazione dei patrimoni filmici, per la consultazione on line, per la conservazione e per le pratiche di uso e riuso del documento audiovisivo, solo due grandi archivi hanno avviato e in parte concluso, dalla seconda metà degli anni novanta, complessi progetti di recupero e digitalizzazione dei propri patrimoni, grazie ad enormi investimenti: l’Istituto Luce e Rai Teche.

Altre realtà, quali l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino, alcune cineteche, si sono dotate, da qualche anno, di cataloghi informatizzati, database relazionali, con sistemi di Information retrieval, per la descrizione e la fruizione dei dati di catalogazione dei documenti filmici e stanno muovendo solo adesso i primi passi verso la digitalizzazione delle immagini.

L’archivio audiovisivo, al momento, tramite la cessione in outsourcing alla società “Fotoarchivi & Multimedia” dell’archivio fotografico, ha digitalizzato e reso consultabile on line il proprio patrimonio di immagini fisse, ma per quanto riguarda le immagini in movimento deve ancora iniziare. Per ora on line ha reso disponibile parte del catalogo con le schede di descrizione, che viene periodicamente incrementato.

Primo problema: ogni archivio audiovisivo in Italia ha scelto il proprio sistema informativo, il proprio modello descrittivo, il proprio tracciato catalografico, in base alle esigenze di gestione dei materiali, ai contenuti, alle tipologie documentarie conservate (film di fiction, non fiction, documenti finiti, non finiti, etc…). Non sono stati seguiti standard di descrizione. Le regole della Fiaf (Federazione internazionale degli archivi di film), che derivano dal mondo biblioteconomico (si tratta infatti un’evoluzione delle Isbd-nbm) non sono di fatto state adottate. Non ci sono state linee d’azione, né strategie, né condivisione di esperienze o di norme tra i vari archivi audiovisivi. Non si è creata una rete su progetti comuni.

Gli archivi che producono audiovisivi, oltre a conservarli, e che soprattutto riusano i materiali d’archivio per nuovi prodotti, hanno sviluppato una maggiore attenzione alla descrizione semantica dei contenuti dei documenti filmici (rispetto per esempio alle cineteche che sono più attente, non avendo i diritti e non potendo riutilizzare i materiali, alla descrizione anagrafica del documento, delle attività di restauro, gestione e movimentazione). Hanno inoltre sviluppato, l’Aamod in particolare, riflessioni teoriche più approfondite sull’importanza del rispetto e della valorizzazione del linguaggio filmico nella descrizione delle sequenze. Ma già per quanto riguarda la soggettazione, la scelta di descrittori, parole chiave, la costruzione di thesaurus, di authority file, ognuno si è mosso e si muove per proprio conto, senza condivisione.

Mi domando quindi, viste tali premesse, che tipo di depositi digitali fidati potranno costruirsi in futuro, relativamente alle immagini in movimento e agli archivi di film, considerando, tra l’altro, la lacunosità, in questo settore, delle leggi che regolano il deposito legale in Italia.

Voglio segnalare però un’iniziativa lodevole. Si è costituito quest’anno, grazie all’Anai (Associazione nazionale archivistica italiana), un gruppo di lavoro nazionale,

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coordinato appunto dall’Anai, sugli standard di catalogazione negli archivi audiovisivi. Ci sono stati finora tre incontri, a cui hanno partecipato realtà diverse, responsabili e rappresentanti di archivi audiovisivi e cineteche, bibliotecari, archivisti. Il gruppo è stato suddiviso in due sottogruppi, uno dedicato in particolare agli standard di catalogazione dei film, l’altro dell’extrafilm, ovvero di materiali quali oggetti, manifesti, locandine, documenti cartacei d’archivio, comunque conservati negli archivi audiovisivi.

Finora si è soprattutto parlato di quei materiali che costituiscono collezioni: di manifesti, di riviste, di copioni, di soggetti, di sceneggiature.

Non si affronta ancora però il recupero di quei documenti cartacei (e ora anche digitali) d’archivio che vengono prodotti insieme al film durante le diverse fasi di realizzazione. Non si fa ancora attenzione a tutti quei documenti che nascono e vivono con il film durante l’intero processo produttivo, che sono ad esso legati, che ne rappresentano il prezioso contesto storico-produttivo e che andrebbero integrati, recuperati e valorizzati insieme al film.

Di fatto negli archivi audiovisivi non ci sono competenze archivistiche. Finora è stato fatto ricorso soprattutto all’esperienza dei bibliotecari.

Volevo premettere questo per sottolineare quanto lavoro, soprattutto nel settore degli archivi audiovisivi, ci sia ancora da fare.

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Fondazione Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico

Le fonti dellLe fonti dell’’Archivio audiovisivo del movimento Archivio audiovisivo del movimento operaio e democraticooperaio e democratico

Milano, 3 dicembre 2004

Letizia Cortini

Info: [email protected]

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PARTE PRIMAPARTE PRIMA

STORIA DELL’ARCHIVIO AUDIOVISIVO E DEL SUO PATRIMONIO

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Fondazione Aamod

• Nel 1979 nasce come associazione, con la denominazione Archivio storico audiovisivo del movimento operaio (ASAMO), e riceve in donazione il patrimonio della Unitelefilm, societàdi produzione cinematografica legata al Pci. Suo primo Presidente, per dieci anni, è stato Cesare Zavattini.

• Nel 1983 il patrimonio dell’archivio viene dichiarato dalla Soprintendenza archivistica del Lazio di notevole interesse storico. Viene decisa la sostituzione della forma giuridica “associazione” con quella di “fondazione”.

• Nel 1985 l’archivio viene riconosciuto Fondazione. Assume l’attuale denominazione: Fondazione Archivio Audiovisivo del movimento operaio e democratico (AAMOD).

• L’Archivio è affiliato alla FIAF (Federazione Internazionale degli Archivi di Film), associato all’AICI (Associazione Istituti Culturali Italiani), alla IALHI (International Association of the Labour History Associations), all’ANAI (Associazione Nazionale Archivistica Italiana), ad ARIELE (Associazione per la Ricerca sulle Istituzioni L’Economia e il Lavoro in Europa, collegata con il CNEL), a DOC/IT (Associazione dei documentaristi italiani).

• Attualmente l’intero patrimonio filmico ammonta a oltre 5.000 ore (pellicola), 5000 ore (videonastri), 3.000 ore sonori in presa diretta.

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Probabilmente è tra i primi soggetti nel nostro paese a porsi il problema della produzione, raccolta e conservazione della documentazione filmica riguardante, in particolare, i movimenti sociali contemporanei in Italia e in altri paesi (proprio per la sua vocazione politico-culturale e all’impegno civile).

Sin dall’inizio:• si pone l’obiettivo di produrre, diffondere e socializzare i documenti audiovisivi.• di affermare il valore storico-documentario, di bene culturale del documento audiovisivo, al pari di tutti gli altri documenti. • di affermare il particolare valore della cinematografia per la storia dei movimenti sociali e in particolare del movimento operaio in Italia e nel mondo.

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L’attività di documentazione audiovisiva del reale da parte dell’Archivio ha avuto in passato e ha tuttora l’obiettivo di documentare eventi, situazioni, aspetti della contemporaneitàche altri apparati e sistemi di comunicazione, in primo luogo i network televisivi, hanno teso e tendono ad escludere.

In archivio è documentata la storia delle mobilitazioni sociali e delle battaglie politiche e civili dei partiti di sinistra, delle organizzazioni sindacali e dei movimenti di protesta e di lotta,italiani in particolare, dalla fine degli anni quaranta ad oggi.

Le fonti filmiche conservate in archivio datano soprattutto dal secondo dopoguerra a oggi. Sono conservate anche fonti della prima metà del Novecento, tra cui un fondo relativo ai classici sovietici e forse la piùantica documentazione filmica esistente su una festa del primo maggio in Italia.Le fonti dagli anni quaranta alla fine degli anni settanta sono costituite in primo luogo dal patrimonio dell’Unitelefilm.

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FONDO UNITELEFILMFONDO UNITELEFILM

• La società si costituisce nel 1963, organismo della Sezione Stampa e Propaganda del Pci.• Eredita la documentazione cinematografica di propaganda prodotta fino ad allora dal PCI e dai sindacati, o comunque raccolta, in quanto frutto di scambi con altri paesi. • Ha il compito di gestire questo patrimonio e di diffonderlo tra le federazioni e le sezioni.• Ha il compito di produrre “Attualità” italiane per i paesi dell’Est, film documentari di interesse culturale e sociale e di continuare a produrre film di propaganda. • Tra i collaboratori della Unitelefilm: Ugo Gregoretti, Ansano Giannarelli, Carlo Lizzani, Luigi Perelli, Massimo Mida, Giuseppe Bertolucci, Ettore Scola, Gian Maria Volonté, Francesco Maselli, Luciano Malaspina, Mario Carbone, Andrea Frezza, Libero Bizzarri, Gianni Serra, Michele Gandin, ...

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Le fonti provenienti dal Fondo Le fonti provenienti dal Fondo UnitelefilmUnitelefilm sono costituite dalla produzione sono costituite dalla produzione di centinaia di film finiti e da migliaia di ore di documentaziodi centinaia di film finiti e da migliaia di ore di documentazioni su:ni su:

• Ricorrenze storiche, quali Festa del Primo Maggio, Festa dell’Unità, Anniversari della Liberazione, Commemorazioni, Celebrazioni della Resistenza, Festa della donna.• Campagne elettorali del Pci.• Manifestazioni di protesta (antigovernative, antiamericane, contro il razzismo, per la pace, il lavoro, la casa, la scuola pubblica, il divorzio e l’aborto, i servizi sociali, la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, una sanità efficiente, lo sviluppo economico del sud, contro la violenza della polizia, contro la povertà).• Occupazioni di fabbriche e di terre.• Marce della pace.• Manifestazioni e scioperi sindacali e/o indetti dai partiti di sinistra, dal movimento femminista (Udi, Collettivo femminista), dal Movimento studentesco (il Sessantotto).• Manifestazioni di solidarietà con i movimenti di liberazione di altri paesi (Eritrea, Palestina e Vietnam; il materiale relativo al Vietnam è forse il piùconsistente d’Europa).• Moti di piazza/crisi politiche/denunce/eventi cronaca varia locali/nazionali(episodi di mala amministrazione, episodi della stagione delle stragi, del neofascismo, del terrorismo, questione mafia).

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Fonti provenienti o prodotte da altri soggetti, costituite da materiali di documentazione relativa a movimenti sociali, civili, politici:

Cinegiornali di Terzo Canale. 1968-1974. Iniziativa nata in seno alla Sezione stampa e propaganda del Pci. Prevedeva una serie di servizi cinegiornalistici, prodotti mensilmente.

Cinegiornali Liberi. 1968-1970. Ispirati al Cinegiornale della pace realizzato da Cesare Zavattini nel 1963, prototipo delle iniziative di attività cinematografica indipendente e collettiva su temi di interesse sociale e politico.

Cinegiornali del movimento studentesco e Cinetract francesi. Anni sessanta. Solo alcuni numeri.

Documentazione proveniente da singoli cineasti o da produzioni Vietnamite, dei paesi dell’Est, dell’America Latina,dell’Africa:

Defa Film (DDR)FLN - Fronte di Liberazione Nazionale del VietnamPolska Kronica FilmowaDipartimento Cinematografico FPLE - Fronte Popolare di Liberazione dell'Eritrea

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1979 Si conclude l’esperienza dell’Unitelefilm.

L’UnitelefilmUnitelefilm si trasforma in società privata, tuttora operante. Il suo patrimonio viene donato dal PCI alla neo associazione patrimonio viene donato dal PCI alla neo associazione ASAMO ASAMO (Archivio storico audiovisivo del movimento operaio), la cui costituzione fu fortemente voluta da un gruppo di intellettuali, militanti di sinistra, autori cinematografici che avevano lavorato all’Unitelefilme che volevano salvarne il patrimonio, l’esperienza, la ricchezza progettuale.

L’Archivio audiovisivoArchivio audiovisivo eredita, in parte, compiti, finalità e metodologie di lavoro dell’Unitelefilm.

Sviluppa, grazie a una maggiore autonomia politica, nuove e innovative iniziative culturali e attività scientifiche (conservazione, ricerche, convegni, rassegne, editoria, formazione).

Si qualifica come uno dei principali referenti nel panorama italiano, per quanto riguarda la riflessione sulle problematiche di uso, trattamento e valorizzazione delle fonti audiovisive.

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CARATTERISTICHE DELLE FONTI AUDIOVISIVE PRODOTTE DALL’ARCHIVIO DAL 1979 A OGGI

Alla stregua dell’Unitelefilm, ha continuato a produrre documentazione filmica su eventi di attualità: manifestazioni, moti di piazza, scioperi, celebrazioni/ricorrenze/commemorazioni, feste annuali, con maggiore attenzione agli eventi organizzati anche da partiti e movimenti non di sinistra (cattolici, leghisti, partiti di centro-destra).

Attenzione, oltre alle iniziative di sindacati e partiti di sinistra, ai nuovi movimenti e forme di protesta nazionali e internazionali e alle loro iniziative: dei girotondi, no global, mediattivisti, ecologisti, del Social Forum, …

Produzione sistematicaProduzione sistematica (accompagnata da una riflessione scientifica approfondita sulle caratteristiche, le problematiche e le potenzialità, quali strumenti e pratiche nuovi di valorizzazione e conoscenza dei documenti d’archivio) di film finiti a base parziale o totale dfilm finiti a base parziale o totale d’’archivio, di antologie archivio, di antologie audiovisive, audiovisive, videotestimonianzevideotestimonianze, riedizioni di film precedenti, riedizioni di film precedenti.

SperimentazioneSperimentazione di nuove forme e contenuti nell’uso del linguaggio e dei mezzi audiovisivi.

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PRODUZIONI AAMODPRODUZIONI AAMOD

Documentazione filmica prodotta o coprodottadall’archivio:

centinaia di ore di film non finiticentinaia di ore di film non finiti

temi: pace/guerra, globalizzazione, ambiente, democrazia, giustizia, lavoro, immigrazione, terrorismo, crisi economica, disoccupazione, solidarietà paesi Terzo Mondo, eventi cronaca politica, scuola, formazione, governo, questione mafia.

ca. 70 film documentari editi singolarmente o in 70 film documentari editi singolarmente o in collana (Diario del Novecento) e film riediticollana (Diario del Novecento) e film riediti

temi: il lavoro e le sue lotte, storia dell’antifascismo e della resistenza, ritratti di personaggi del Novecento, condizione femminile, storia dei popoli, nuovi movimenti.

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FONDI AUDIOVISIVI CONSERVATI ALLFONDI AUDIOVISIVI CONSERVATI ALL’’AAMOD AAMOD PROVENIENTI DA ALTRI SOGGETTIPROVENIENTI DA ALTRI SOGGETTI

SOCIETASOCIETA’’ DI PRODUZIONEDI PRODUZIONE:Reiac Film 1964-1990 centinaia di film finiti e non finiti. Obiettivo:realizzare opere al di fuori della grande industria produttiva e distributiva cinematografica e televisiva. Molti autori della Reiac erano al tempo stesso collaboratori o responsabili dell’archivio audiovisivo, tra cui: Massimo Ghirelli, Piero Nelli, Maurizio Scaparro, Angelo Frezza, Nelo Risi, Gian Piero Tartagni, Michele Gandin, Ansano Giannarelli, Virgilio Tosi, Cesare Zavattini, Rosalia Polizzi e altri. Nel 1983 i materiali audiovisivi e parte della documentazione cartacea della società hanno iniziato ad essere depositati presso l’Archivio Audiovisivo.

Tecnomedia 1987-1992 15 film finiti e non. Documentazione filmica su eventi politici, sociali e di cronaca nazionali.

Albedo Cinematografica 1969-1975 16 film finiti. Documentari su temi ed eventi politici, sociali, nazionali e internazionali.

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DEPOSITI CONSISTENTI DI AUTORI/FILMAKERDEPOSITI CONSISTENTI DI AUTORI/FILMAKER

Libero Bizzarri (Egle Cinematografica). Anni cinquanta-settanta. Ca. un centinaio di titoli. Temi: arte, cultura, società, politica, costume, a carattere naz. e intern. Donazione

Giuseppe Ferrara (Patara, Nuovi Schermi, Corona, Documento Film, Unitelefilm, TVCine 2000). 1961-1968. 30 titoli film finiti. Temi: problemi sociali, carattere nazionale. Deposito

Giampiero Tartagni (Projecto Internacional de Cine Femenino S.A., Cinematografia Internacionalista, Cine de la Base, comunicati cinematografici dell'Esercito Rivoluzionario del Popolo (ERP). Anni settanta. 40 titoli, film finiti e non. Temi sociali e politici, nazionali e internazionali (soprattutto Paesi dell’America Latina e Africa). Deposito

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DEPOSITI DA ASSOCIAZIONIDEPOSITI DA ASSOCIAZIONI

ACLI - 1955-anni ottanta. 58 titoli, film finiti e non. Temi: eventi politici, sociali, religiosi, costume e sport.

ARCI in corso di inventariazione. Temi: sociali, politici, di costume.

Centro di Cultura Popolare - 1977-1999. 10 titoli, film finiti e non. Temi politici e sociali, nazionali e internazionali.

FILM AMATORIALI, DI FAMIGLIAFILM AMATORIALI, DI FAMIGLIA

LUCIANO FORLEO LUCIANO FORLEO

LUCIANA CASTELLINALUCIANA CASTELLINA

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RACCOLTA DOCUMENTAZIONE PARTICOLARERACCOLTA DOCUMENTAZIONE PARTICOLARE

G8/GENOVAG8/GENOVA Forse l’evento più documentato con le immagini dalla nascita del film (presenza di 5000 videocamere, migliaia di ore di girato?). Intorno ad esso si sono svolte diverse iniziative, a cura dell’archivio: raccolta di materiali da altri, produzione di documentazione (con girati, sperimentazioni di nuovi linguaggi filmici con uso di piani sequenze), preparazione di sintesi di materiali di documentazione, a prodotti finiti.

E’ stata prodotta una filmografia dei film finiti realizzati sui fatti di Genova tra il 2001 e il 2002: 67 documenti67 documenti.

DEPOSITI DI FILM DI FILMAKER IMPEGNATI NELLA DEPOSITI DI FILM DI FILMAKER IMPEGNATI NELLA DOCUMENTAZIONE DEI MOVIMENTIDOCUMENTAZIONE DEI MOVIMENTI

Federico Mariani Immagini Mosse (Chiapas, Palestina, Ex Jugoslavia, Albania)Max Franceschini Altrocinema (Italia)Elisabetta Andreoli Edizioni Gattacicova (Venezuela, Colombia, Nicaragua)

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Esplosione, da Seattle in poi, del fenomeno della documentazionefilmica degli eventi dal basso, da parte della collettività civile.

Problema di come individuare, recuperare, conservare, catalogare, diffondere il materiale girato.

L’Archivio audiovisivo già da qualche anno si pone questi problemi (vd. Annale n. 5, L’Immagine plurale. Documentazione filmica, comunicazione e movimenti di massa, 2002).

Appello lanciato da qualche anno dall’archivio, al fine di conoscere questa documentazione, sapere dove si trova, chi la possiede, come accedervi per consultarla e a quali condizioni, con quali possibilità di uso e riuso.

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Difficoltà ad arrivare all’individuazione dei soggetti e dei luoghi che producono e/o conservano questa documentazione.

La reteLa rete è diventata il luogo preferito di raccolta, accesso, visibilità, scambio di tale documentazione da parte dei mediattivisti.

Problemi di conservazione (volatilità).

Primo sito IndipendentIndipendent media centermedia center, creato a Seattle nel 1999, con l’obiettivo di raccogliere e gestire le diverse esperienze di comunicazione indipendente. IndymediaIndymedia è il primo nodo italiano dell’IMC, nato a Bologna durante il G8. 500 circa i mediattivisti che collaborano con Indymedia, sparsi in tutto il mondo.

In tema di diritti, i mediattivisti abbracciano: copyleftcopyleft, no, no copyright, copyright, creative creative commonscommons.

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PARTE SECONDAPARTE SECONDA

CONSERVAZIONE, TRATTAMENTO E GESTIONE DEI DOCUMENTI FILMICI PRESSO LA FONDAZIONE ARCHIVIO AUDIOVISIVO DEL

MOVIMENTO OPERAIO E DEMOCRATICO

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Negli archivi di enti produttori di audiovisivi, le esigenze sono essenzialmente quelle del recupero immediato del documento per il suo uso, riuso e commercializzazione (oltre che valorizzazione culturale). Il trattamento dei documenti, all’interno di un archivio audiovisivo che continua a produrre, risulta differente rispetto al trattamento che i documenti possono avere in una Cineteca o in un archivio “solo” di conservazione (dove si gestiscono patrimoni di cui non si possiedono i diritti). Diversi quindi anche i progetti di valorizzazione.

• Particolare attenzione in un archivio come quello dell’Aamod (che produce) èdedicata alla produzione e conservazione proprio dei documenti filmici non finiti(girati, tagli, non montati), il cui valore storico-documentario è ritenuto pari a quello dei prodotti finiti.

• Ciò in linea con quanto affermato nelll’ Art. 1 dello statuto della FIAF e nel TU/490:• “Per FILM si intende una qualsiasi registrazione di immagini in movimento

(animate), con o senza accompagnamento sonoro, qualunque ne sia il supporto: pellicola cinematografica, videocassetta, videodisco od ogni altro processo di registrazione conosciuto o da inventare.” (traduzione non letterale)

• Nel 1999, con il Testo Unico n. 490 in materia di beni culturali e ambientali, per la prima volta in Italia, le immagini in movimento e fisse con più di 25 anni sono state dichiarate beni culturali da tutelare.

ALCUNE CONSIDERAZIONI PRELIMINARI

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LA CORRETTA TUTELA DI QUESTI “NUOVI” BENI CULTURALI RICHIEDE DEI COSTI ENORMI:

1) catalogazione (approntamento di cataloghi elettronici, banche dati, analisi e studio di standard, migrazioni dati, risorse umane competenti)

2) conservazione: riversamenti su supporti di sicurezza (telecinema, duplicazioni); interventi di restauro

3) digitalizzazione (ad alta qualità per la conservazione, a media/alta qualitàper l’uso e il riuso, a media/bassa qualità per la consultazione off e on line)

4) realizzazione di “nuovi” prodotti multimediali (DVD, Cd-rom, banche dati, siti Internet) per valorizzare e rendere accessibile il patrimonio archivistico.

Non bisogna dimenticare lo stato in cui versano i patrimoni degli archivi audiovisivi. Molti debbono ancora finire il censimento dei documenti e iniziare una catalogazione informatizzata del patrimonio, la maggior parte la deve ultimare.

Altro problema: maggiore difficoltà di consultazione e accesso, rispetto agli archivi “tradizionali”.

Problema dei diritti nell’uso e riuso dei documenti.

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UNA DELLE ATTIVITA’ FONDAMENTALI NEL TRATTAMENTO DEI DOCUMENTI FILMICI, PER LA LORO GESTIONE E VALORIZZAZIONE, E’ LA DESCRIZIONEDESCRIZIONE.

DALL’AVVENTO ANCHE IN ITALIA DI DATABASE DOTATI DI SISTEMI DI SISTEMI DI IRIR, DAGLI ANNI NOVANTA IN POI, OGNI ARCHIVIO AUDIOVISIVO HA DI FATTOCREATO, O STA ADOTTANDO, IL PROPRIO SISTEMA/MODELLO DI CATALOGAZIONE, BASANDOSI SULLA PROPRIA ESPERIENZA E SULLE ESIGENZE DELL’ARCHIVIO, OLTRE CHE SUI CONTENUTI SPECIFICI.

Oggi come oggi, intorno alla salvaguardia dei documenti storici audiovisivi vi sono dei forti interessi commerciali e produttivi.

Rispetto a un documento storico cartaceo, quello filmico più è antico, più acquista valore dal punto di vista del riuso.

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Negli archivi audiovisivi finora c’è stato poco interesse per un tipo di ordinamento “archivistico”, storico, che evidenziasse il vincolo tra i documenti, valorizzandoli insieme al loro contesto storico-produttivo.

La catalogazione e il trattamento dei documenti, all’interno di archivi che producono e detengono tutti o quasi i diritti sui materiali conservati, sono soprattutto in funzione delle esigenze dei registi, degli operatori del settore, dei filmaker.

Poca attenzione finora alle FASI DEL PROCESSO PRODUTTIVO di un documento e alla storia di chi ha avviato e quindi partecipato a quel processo (azienda, società di produzione, ente pubblico, autori …).

!!2 problemi:frattura tra archivi con poche o minori risorse e archivi con maggiori possibilità in grado di investire in operazioni di recupero, catalogazione informatizzata, digitalizzazione dei propri patrimoni

rischio di tralasciare, o di non tenere nel debito conto, la documentazione legata ai documenti audiovisivi e ai loro processi produttivi, alla storia dell’ente, a meno che non si tratti di documenti “spendibili” dal punto di vista quanto meno del ritorno di immagine per la struttura di conservazione. Si recuperano quindi “collezioni” di documenti “extrafilmici” (locandine, manifesti, disegni, sceneggiature, visti censura).

CRITICITA’

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Trattamento e gestione dei documenti filmici presso lTrattamento e gestione dei documenti filmici presso l’’AAMOD AAMOD

I materiali “nuovi” che entrano in archivio vengono depositati senza o con i diritti di uso e riuso per l’Aamod (tramite acquisto, donazione, scambio, accordi vari). Una scrittura privata regola le modalità.

Viene fatta una prima schedatura, cosiddetta d’ingresso, del documento, dove si riportano pochi dati essenziali (p.es. titolo, autori, data, supporto, formato, durata, breve abstract).

Se il documento che entra in archivio è su supporto videomagnetico o digitale (MiniDV/DVCam), viene duplicato su un supporto beta e su vhs; viene quindi visionato e catalogato. Se l’archivio detiene i diritti di sfruttamento e riuso, viene fatta una catalogazione analitica per sequenze con rilevamento del T.C., quindi la scheda viene inserita anche nel database on line. Altrimenti ci si limita a una schedatura con abstract e descrittori, oltre ai dati più generali di identificazione anagrafica, di magazzino e di gestione.

Se il documento è su pellicola, dopo una schedatura d’ingresso, si visiona e pulisce la pellicola e si completa la catalogazione con un abstract. Più raramente, dati i costi, si fa un telecinema.

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FRUIZIONE DEI MATERIALIFRUIZIONE DEI MATERIALIUtenzaUtenza: filmaker, programmisti televisivi, produzioni cinetelevisive, studenti, studiosi, esponenti sindacali, privati, altri archivi.

La ricercaricerca, la consultazione e la visione avvengono ancora soprattutto in sede.

Dallo scorso anno è disponibile on lineon line, nel sito dell’archivio (www.aamod.it), parte del databasedatabase, che viene periodicamente incrementato. Attualmente comprende 1.500 schede,1.500 schede, con dati testuali, relative ad altrettanti titoli.

La scheda consultabile on line ha solo alcuni campi visualizzabili. E’iniziato l’inserimento dei campi relativi alla descrizione delle sequenze e alla trascrizione dei sonori.

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L’attuale sistema informativo di catalogazione, HighwayHighway, è stato adottato nel 1998.

In Highway sono stati riversati i dati precedentemente immessi nel database ISIS/VISION (versione gratuita fornita dall’Unesconegli anni novanta, standard ISBD/nbm).

I dati immessi - prima in Isis, quindi in Highway -erano stati desunti in buona parte da uno schedario cartaceo precedente, riguardante soprattutto i fondi dell’Unitelefilm e del Pci (Direzione ufficio cinematografico).

CATALOGAZIONE PRESSO L’AAMOD

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Le schede di catalogazione dei documenti audiovisivi sono suddivise in Anagrafica, di

Magazzino, Cartacea, di Gestione.

Ad ogni titolo sono associate diverse schede di descrizione collegate tra loro, in modo

orizzontale, che descrivono tutti i documenti e le movimentazioni relativi a quel titolo (i diversi supporti su cui è registrato, la documentazione

cartacea che lo riguarda, oltre ai dati relativi alla sua movimentazione).

Per ogni titolo si apre un “fascicolo” contenente tutta la documentazione che lo riguarda, ben

ordinata e “sottofascicolata”.

SCHEDA

FILM

SCHEDA

FILM

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Per quanto riguarda gli standard non si è fatto riferimento a nessuno in particolare. Rimane memoria, soprattutto nei campi della Scheda Anagrafica, delle norme Fiaf.

• Il sistema riesce a venire incontro alle esigenze dei maggiori fruitori dell’archivio (programmisti, filmaker, registi, ricercatori, studiosi, studenti). Le opzioni di ricerca libera e di ricerca avanzata consentono il reperimento veloce dei documenti relativi alle immagini e ai temi oggetto della ricerca.

• La ricerca libera, tramite gli operatori booleani, effettuata full text, sembra soddisfare le esigenze immediate dei fruitori.

• E’ in costruzione un authority file strutturato in aree (antroponimi, toponimi, temi), ma la scelta dei descrittori e il loro inserimento non sono oggetto di controlli sistematici al fine della loro normalizzazione (operazione che richiede maggiori approfondimenti metodologici, oltre a tempi e risorse umane ed economiche rilevanti).

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Per quanto riguarda l’architettura generale sono allo studio nuove forme di organizzazione e descrizionedescrizione dei documenti filmici, all’interno del sistema informativo, per cercare di rendere più funzionale agli operatori del settore (registi e filmaker sostanzialmente) la consultazione delle schede e quindi il recupero e l’uso dei documenti per la realizzazione di nuovi prodotti.

• 1. Inserimento, nel caso di documenti filmici composti (cinegiornali, film ad episodi, videotestimonianze, riprese tematiche), di una struttura di scheda multilivelloscheda multilivello, ossia di una scheda Serie e di unascheda Madre, dalle quale accedere ai singoli film;

• 2. Valorizzazione maggiore dei cosiddetti materiali di lavoromateriali di lavoro, che vengono raccolti durante una fase precisa del processo produttivo di un film e che serviranno per la realizzazione di un nuovo film.

•Due le principali esigenze emerse in tal senso:

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Circa il documento Circa il documento non finitonon finito, a meno che non venga registrato nel titolo, a meno che non venga registrato nel titoloo nel campo delle note, non si può sapere se si tratta di un giro nel campo delle note, non si può sapere se si tratta di un girato, di unato, di unbrano di repertorio, di tagli, od altro, e soprattutto spesso nobrano di repertorio, di tagli, od altro, e soprattutto spesso non risulta sen risulta se

quel documento quel documento èè legato ad altri (che hanno o possono avere titolilegato ad altri (che hanno o possono avere titolidifferenti), depositati in archivio o prodotti al fine di realizdifferenti), depositati in archivio o prodotti al fine di realizzare un nuovozare un nuovo

progetto produttivo. progetto produttivo.

Attualmente esiste una scheda unica AnagraficaAnagrafica, al cui interno si trovano le indicazioni della SerieSerie e del FondoFondo a cui eventualmente il documento appartiene (ma non esistono una scheda Serie e una Scheda Fondo). Inoltre è previsto il campo “finito/non finito” che ci dice se il documento descritto è per esempio un film concluso, montato, pronto per la diffusione oppure un girato, non montato.

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Attualmente in archivio si sta studiando la proposta di Ansano Giannarelli, di strutturare il sistema di descrizione di un film, tenendo conto delle fasi del fasi del processo produttivoprocesso produttivo e dei diversi materiali (soprattutto cartacei) che vengono prodotti durante queste fasi, trattandosi di documenti legati tra loro.

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Fasi principali individuate nel processo produttivoFasi principali individuate nel processo produttivo:

progettazione creativa e produttivaprogettazione creativa e produttiva, definizione delle risorse (ideazione, ricerche, appunti, elaborazione del soggetto e sceneggiatura, o della scaletta di ripresa. Piani di lavoro, elenchi fabbisogni tecnici e umani, preventivi, piani finanziari. Individuazione dei finanziamenti e delle coproduzioni, con relativa corrispondenza)preparazione della realizzazionepreparazione della realizzazione (individuazione collaborazioni tecniche, scelta di attori e interpreti e provini, studi per scenografie e costumi, scelta set, definizione attrezzature tecniche, acquisizione supporti di registrazione)raccolta dei materiali o fase delle ripreseraccolta dei materiali o fase delle riprese (produzione di girati, giornalieri, individuazione di brani di repertorio)montaggiomontaggio (scalette di montaggio, edit list, catalogazione del materiale)edizioneedizione (schemi grafici di missaggio, fogli missaggio, stesura e/o ristesura di dialoghi, commenti parlati, ecc., partiture musicali, liste titoli di testa e coda, sottotitoli, didascalie, effetti speciali, videografica)diffusionediffusione (copie e duplicati,versioni lunghe e corte, trailers, brochure, depliant, schede per la promozione, corrispondenza con enti, festival, visti censura)

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Fondazione Giangiacomo Feltrinelli – Papers

1 – Salvatore Veca, Il modello cosmopolitico di Kant e i suoi eredi (novembre 2004) 2 – Abdelaziz Abid, Preserving Our Digital Heritage: A UNESCO Perspective (dicembre 2004) 3 – Rudolf Schmitz, Archiving the Web Sites of Political Parties in Germany. A Joint Project of the Archives of Political Foundations Funded by the Deutsche Forschungsgemeinschaft (dicembre 2004) 4 – Françoise Blum, Social History and Electronic Archives in France: Insights and Commentary (dicembre 2004) 5 – Tomás Maldonado, Gli archivi del presente. Relazione introduttiva (dicembre 2004) 6 – Bruno Cartosio, Il Centro di documentazione e ricerca sui movimenti sociali contemporanei della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Primi passi e prospettive (febbraio 2005) 7 – Maria Guercio, Conservare le risorse digitali: lo stato dell’arte (febbraio 2005) 8 – Piet Creve, Looking for Clues. Archives and Documentation of New Social Movements in Flanders (febbraio 2005) 9 – Franck Veyron, Preserving the New Digital Archives. Recent Experience of the Bibliothèque de documentation internationale contemporaine (Febbraio 2005) 10 – Anne Van Camp, Managing Contemporary Digital Collections. From Access to Trusted Digital Repositories (Marzo 2005)

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© Fondazione Giangiacomo Feltrinelli-PAPERS-11Marzo 2005