lustrazioni pr d e i fa a zi r on n e a id l ue g b e a n ... del mago dei colligra ......

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p o e s i e d i E D U A R D O P O L O t r a d u z i o n e d i F R A N C E S C A L A Z Z A R AT O i l l u s t r a z i o n i d i A R N A L B A L L E S T E R p r e f a z i o n e d i E U G E N I O M O N T E J O (UN PO’ AL DRITTO E UN PO’ AL CONTRARIO) orecchio acerbo

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p o e s i e d i E D U A R D OP O L O

t r a d u z i o n e d i F R A N C E S C A L A Z Z A R ATO

i l lu s t r a z i o n i d i A R N A L B A L L E S T E R

p r e f a z i o n ed i E U G E N I O M O N T E J O

(UN PO’ AL DRITTO E UN PO’ AL CONTRARIO)

orecchio acerbo

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 1

A M i l l o , l ’ a n g e l o p i ù v e l o c e

A l l a m a g a A d e l a ,c h e è r i t o r n a t a b a m b i n ai n u n ’ a l t r a g a l a s s i a l o n t a n a

In un piccolo paese di pescatori chiamato Puerto Malo, un paese di poche case e molte barche, visse all’inizio del secolo unvecchio tipografo di aspetto minuto e un po’ bizzarro, il cui breve nome era Blas Coll. Come tutte le case di quel villaggio, anche lasua aveva i muri dipinti di bianco calce e azzurro indaco. In quella stessa casa c’era la sua tipografia. E là, oltre alle poche macchine delsuo laboratorio, si potevano vedere scaffali pieni di cianfrusaglie e un’incisione con la figura di Simòn Rodrìguez. C’erano anche alcu-ni lunghi tavoli pieni di libri e carte, accanto ai quali si riunivano tanto i pochi impiegati, che gli amici e i discepoli di Blas Coll, cioè ifamosi colligrafi, come li si conobbe in seguito.

Eduardo Polo, l’autore di questo libro, è stato uno dei colligrafi più rinomati. Come quasi tutti i membri di quello strano grup-po, era uno scrittore, un poeta notevole che i suoi amici chiamavano “il mago” per via dei ritmi e dei meravigliosi effetti che riuscivaa realizzare nelle sue poesie. Un bel giorno se ne andò per sempre da Puerto Malo, per dedicarsi alla musica e all’archeologia mari-na in un altro paese del Caribe.

Gli amici riferivano con dispiacere che prima di andarsene aveva distrutto tutti i suoi scritti. C’è chi assicura, inoltre, che, pro-prio come fece una volta un antico poeta cinese, avesse gettato nell’acqua ciò che restava dei suoi quaderni e ritagli, chiusi in un ba-rattolo, per poi affermare soddisfatto:“Ora tutte le mie poesie sono nel mare”.

Della sua opera tanto celebrata, però, non tutto è andato perso, poiché fortunatamente si poté salvare questa raccolta di ri-me per bambini che aveva intitolato Chamario. E se si salvò fu perché si trattava di uno dei pochi libri dei quali il vecchio Blas Collaveva curato l’edizione nella sua tipografia.

Eduardo Polo soleva dire che nella nostra lingua, sfortunatamente, la creazione destinata ai più piccoli risulta meno impor-tante di quella che possiamo leggere in altre letterature.

“Ancora non abbiamo capito che scrivere per bambini è una cosa serissima” scrisse una volta sulla Gazzetta di Puerto Malo,il giornale del paese. Nel medesimo articolo assicurava di aver composto ciascuna di queste rime come un giocattolo verbale, cer-cando di riprodurre il piacere che provano i bambini nel cambiare e sovvertire la forma delle parole per creare nuove combinazioninei vocaboli di tutti i giorni.

Del mago dei colligrafi, insomma, è rimasta soltanto questa piccola raccolta di versi che compose come regalo per i bambinidei pescatori di quel villaggio. Si sa, inoltre, che aveva musicato alcune delle sue rime, perché spesso l’avevano sentito cantarle ac-compagnandosi al piano.

La parola Chamario, che Eduardo Polo usò come titolo del suo libro, deriva da chamo, che è il modo in cui affettuosamente sichiama il bambino in Venezuela.All’epoca in cui scrisse questo libro, tale parola ancora non figurava nel Dizionario della Reale Accade-mia Spagnola. Fortunatamente vi è stata inclusa pochi anni fa. Del libro completo che fu stampato dal vecchio Blas Coll, si riproducequi un significativo gruppo di composizioni.

Polo ebbe sempre fama di uomo privilegiato dalla fortuna, che lo accompagnava ovunque. Forse fu anche questa buona sorte afar sì che la gente lo chiamasse mago. Credo che anche oggi continui a essere più che fortunato, e ne è prova questa edizione illustra-ta del suo libro, amorosamente curata da Elena Iribarren. Per anni questa amica di Polo ha rivisto lettera per lettera e parola per pa-rola ciascuna delle sue rime e ha orchestrato la preparazione dell’opera.Lo stesso va detto del rigoroso lavoro di Arnal Ballester,vecchioamico del mare e dei colligrafi. In nome del mago di Puerto Malo, mi compiaccio di esprimere loro i nostri infiniti ringraziamenti.

Dappertutto nella nostra amata terra, con una vivacità forse maggiore che in altre, vivono diversi milioni di chamitos. Sciama-no ovunque andiamo, come uccelli, con gli occhi svegli e una naturale inquietudine davanti al futuro.Anche noi, adulti di tutte le età,teniamo per mano il bambino che siamo stati, quello che custodisce per noi il tesoro dell’infanzia, prodigio al quale sempre tentiamodi tornare.Tutte queste infanzie, le loro e le nostre, dialogano di fronte allo specchio del mistero. Nel magico abbecedario delle suerime Eduardo Polo volle celebrare le une e le altre, attraverso giochi di parole capaci di proporre ai giovani lettori qualche riga cheli faccia sognare o sorridere.Vada dunque ai bambini questa nuova edizione del suo Chamario, con il desiderio che, agli inizi del nuo-vo millennio, qualche sua pagina possa rallegrarli.

Eugenio Montejo

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 2

(UN PO’ AL DRITTO E UN PO’ AL CONTRARIO)

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 4

Per la porta di casa mia passa un treno treno tren.Se si ferma salgo sue poi sali pure tu.

I vagoni vanno sveltiviaggiatori non ce n’è.Se si ferma salgo sue poi sali pure tu.

C’è chi dice “Non esiste”ma lo aspetta alla stazione.Se si ferma salgo su e poi sali pure tu.

Mio nonno da piccolinoviaggiava sul treno trenora si è fatto vecchiocontando da cento a tre.

Se si ferma salgo su e poi sali pure tu.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 6

La bici segue la clettalungo una stra molto dinasuonando la trom con Betta…Che canzone malandrina!

Il ferro segue la viaper un alto quasi piano,come il molo segue il prezzee tutti e due van lontano.

Dietro l’oriz spunta il zontedietro l’ele corre il fante,scalano insieme il montearrivano assai distante.

Lassù se ne vola il cuorein aero pla pla planoe con lui va la canzonescritta in ita ed anche in liano.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 8

Se io fossi un grilloche canta alla lunae tu mi sentissi,ti porterei fortuna.

Se fossi una formicacon un grosso fardelloalla luce di un bacioti troverei più bello.

Se fossi un millepiedicon mille stivalettipotrei, se me lo chiedi,dare calci perfetti.

E se poi fossi un niente fatto d’ombra e di fumo,tienimi sul cuscinocosì te lo profumo.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 10

Quando la tartaruga la corazza corruga,riempitele la tazzacon succo di lattuga.

Quando il serpente sentedolore a un dente,dategli un bicchierinod’acqua e nepente.

Quando luma lumacasi scotta al sole,che mangi un’insalatadi prezzemolo e viole.

E quando il porcospinoha il mal di mareversategli un grappinoper farglielo passare.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 12

Due pappagalli che stavanoin un campo a cantarecon le piume verde e oro ed un regale contegno,chiamarono un compegnoper meglio gorgheggiare.Uno suonava il tamboro,l’altro invece il tamburello,e il terzo oppure il tarzo un pianino proprio bello.Sudando a più non possocantarono fino al finalee quando se ne andoronoin Portogallo volorono.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 14

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L’ippopota mo mo moe l’elefa fante fandentro uno stesso stagnoballano e stanno a bagno.

Sotto la pioggia danzanomille e mille quintali e le pance sobbalzanocon garbo senza eguali.

La danza degli obesiha una grazia sottile,la melodia è melodicala tristezza è gentile.

Danzano rospo-musicadal suono dolce e asproil fan fan fanfaronee l’ippopota mastro.

E poi un cocco assai drillo- drillo cocco, se credi -dal fondo vien tranquilloe morde cosce e piedi.

Qui la festa finisceconclusa è la riunione;ippo e fan vanno a casaper fare colazione.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 16

Che prodigio quel bambino:pare che sia mancino.

Si china a piedi unitiin senso antiorarioe ogni parola la scrive al contrario.

Che prodigio quel bambino:pare che sia mancino.

Per lui allun è nulla ora diventa aro alluc sarebbe culla orar è proprio raro.

Che prodigio quel bambino:pare che sia mancino.

Enoteca è acetoneamor sarebbe Roma:che gran confusione,che bizzarro idioma!

Che prodigio quel bambino:pare che sia mancino.

Aloucs è la scuolaoiramir il rimarioe ogni parolaè scritta al contrario.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 18

Il rino sarà cerontese varcando l’orizzonteavrà il corno sul davantie la coda invece no.Ecco il rinoceronte.

Di una specie somiglianteè la bestia che la codace l’ha sempre sul davantied il corno invece no.Ecco il rinocerante.

Non è molto elegante,però nella foresta nessuno lo molesta:a tutti fa spaventoquesto orrendo portento.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 20

Quando Anna la ranaarrivò in cittàscoprì che nessunopiù usava la A.E senza vocalecome domandareun pezzo di pane e l’acqua da bere?Nessuno capivail suo gracidare,lingua da pantanorauca e gutturale.

Ma Anna la ranaci sapeva faree alle paroleprovò a rinunciare.Così prese un foglio e un lapis labiale,parlò coi disegnisenza mai parlare.

Disegnò una fontee un pezzo di pane,speranza e amiciziariuscì a disegnare per tutta la genteche stava a guardaree le regalavaroba da mangiare…Poi, nell’andar via,la sentimentale disegnò una manoquasi naturale,che faceva ciao…E un punto finale.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 22

Al piano venti e qualcosadi un grande Grand Hotel,don Gatto, che là era duca,dava una festa grandiosa.

Invitati alla sua tavolapassavano lieti istantidonna Gatta la duchessae molti gatti importanti.

Un ministro a pelo lungo,un deputato tigrato,un siamese e la sua sposa,una persiana piumosa.

Con gran diplomaziae un pedigree rinomatoeran la gattocraziapiù chic del vicinato.

Parlavano con sapienzae con pronuncia sicuragli uni di decadenzagli altri di letteratura.

Così passavano il tempofelici nonché contentigli amici e conoscentidel nobile Dugatto.

E alla fine della riunione gli educatissimi gatti se ne andavano per tettiad inseguire i ratti.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 24

La tic mela rossae la tac susinavidero un tic grillo che di tac mattina sul tic davanzaledi un tac finestrinosolo tic solettodava un concertino.

Con la tac chitarrae tanta tic vogliacantò tac il grilloa tic meravigliauna tac canzonepiena di emozione.

“Tic senti cugina com’è tac stonato”fa la tic susina“quel maleducato”.

(Ma la finestrinaaperta dal grillosi chiude di colposu mela e susina.Come prigioniererimangono in fondoal buio ingranaggiodi un vecchio, rotondo,robusto orologio…)

E sera e mattina,un giorno e poi l’altro,quel lieve rumore:il tic per la mela,tac per la susina…

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 26

Un bambino tonto e ritontosopra un albero monto.

Arrivo fino in vettatranquillo e senza fretta.

Credendosi un uccellosi getto dall’alberello.

Caduto a testa in giùnon riusci a tirarsi su.

Sua madre si dispero,ma poi vide che era intero.

Lo mise nel suo lettinoe gli sistemo il cuscino.

Lui non fece un lamentoe si copri fino al mento.

Salvo ma non troppo sano,si senti davvero strano.

Con le bende e l’alcol puroun’infermiera lo curo.

Dopo un mese solamente guari e si alzo come niente.

Divento grasso e prudentee poi scordo l’incidente.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 28

Uno sparviero del Venezuela campione di volo a velaguardava col cannocchialedalla montagna centrale.Ai suoi piedi c’era Caracaspopolata di torri altissimecon le strade sempre pienedi macchine velocissime.Poi aprì con tutta calmale sue grandi ali lentee sorvolò la metropolistudiandola attentamente.Estasiato come un misticocontemplò la città immensa,vide i poveri a pancia vuota e i ricchi seduti a mensa,e poi bianchi, neri e mulattiche ridevano come matti.E alla fine, in elicottero e a velocità chimerica,andò al mare di Macuto il più bel mare d’America.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 30

Passeggiando in bicichelettanel mese di febbraraioa una scimmia preteneziosa capitò un grosso guaraio.

Peadalava distrattamentecon in testa un capepello tanto granede che gli occhinon veredevano niente.

Fu così che cadde dentoro a un buco giganetescostrarapieno di operai che scavavano al feresco.

La scimmietta ciclilistacadde giù nella forossafratturanodosi un gomito,il caranio e le altre ossa.

Nel sentire il suo lamenetovenne in fretta un dototore,poi vennero un caradiologogli inferemieri e le suore.

Le legarono la calavicola con un benedaggio stretto,le bloccarono le maini con un nodo perefetto e con uno scalapello la operarono al cerevello.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 32

Uno scorpione al pianosuonava una sonatacon una sola mano,con una zampa alzata.

Portava un frac divino e una spilla argentatada vero elegantonecol gilè e il farfallino.

E per tutto il concertorifulse la maestriadel musicista esperto.Ma nessuno fu accortoal punto da notareche spargeva velenoa ogni minimo accordo.E il pubblico applaudivafino a cadere morto.

Infine chiuse il pianoinclinando la nucacon la lunga parruccae se ne andò lontano.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 34

Sdraiato sopra il dorsodi un dizionario indù,un soldatino di piombo guardava la tivù.

Era lì che riposava da qualche guerra infantile,lontano da ogni violenza,solo con il suo fucile.

E un po’ per la stanchezza,un po’ per le trasmissioni,sentì sonno nella pancia,negli occhi e nei piedoni.

Ma appena addormentatoil fucile gli sfuggìe lui neppure si accorse del colpo che partì.

La palla colpì un guanto,rimbalzò sul davanzalee poi avanti avanti e avanti,verso il bersaglio finale.

Un bersaglio proprio strano:trapassò il televisore e come se non bastasseferì il presentatore.

Tutto accadde in un secondoo non accadde per niente perché chi dorme sodosogna ciò che vuole e sente.

Questa è la storia che prendoda un libro mai terminatoche un soldatino di piombonel mio cuore ha lasciato.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 36

La colomba lomba voladritta dritta verso il mare;velieri lieri la cercanoper vederla pass passare.Non riposa posa in viaggiosogna solo di arrivare.Un colombo lombo aspetta con il bian bianco piumaggio un panciotto ciotto finoe un fra frac preso a noleggio.Con gli anelli nelli d’oronella chiesa iesa stacontando tando le oreper potersi spo sposar.

La colomba lomba arrivae si agi agita il mare;le campane pane fortecom cominciano a suonare e la schiuma uma sollevafazzoletti etti di sale.Becco e becco ora si bacianoanelli nelli si dannoe poi dopo se ne vannofelici lici ed in pace.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 38

Mia madre cantaper farmi dormiree nella sua vocesento una pernice.

Mio fratello giocacon me al mercatino:mi vende formaggio,pane e vino.

Quando sono a scuoladisegno pian pianouna barca a velache va lontano.

Finisco il raccontoe poi devo andare.Già sento cantaremia madre nel ventoper farmi dormire.E nella sua voceecco una pernice.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 40

L’orizzonte nel mio quadernoè una riga lunga lungadove il sole passa l’inverno su una spiaggia bianca.

E il sole è appena un discorosso o marrone, che importa,come l’impronta di un morsosopra una torta.

Se c’è una nave laggiù,se un pellicano vola,mi bastano due segni e una matita sola.

Se disegno una palmalo faccio a poco a poco:metto i verdi dove voglioe in cima un cocco.

Più difficile è il mio viso,anche se copio lo specchio:viene sempre lungo e strano,sembro un vecchio.

E alla fine, come sempre,dipingo una casa al centro.Firmo il disegno, saluto,e ci entro dentro.

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 42

orecchio acerbo Premio Andersen 2004 Miglior produzione editoriale “fatta ad arte”

© 2004 Eugenio Montejo per il testo

© 2004 Arnal Ballester per i disegni

© 2004 Ediciones Ekaré

Titolo originale ”Chamario”Traduzione dallo spagnolo di Francesca Lazzarato

© 2005 orecchio acerbo s.a.s. viale Aurelio saffi, 54 · 00152 Roma

www.orecchioacerbo.com

Finito di stampare nel marzo 2005da A.G.S. Arti Grafiche Service

Via del Falegname, 2 · LerchiCittà di Castello (PG)

(UN PO’ AL DRITTO E UN PO’ AL CONTRARIO)

27 RIMARIO INTERNO 13-03-2009 17:19 Pagina 44