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DANILO CARUSO MAURO PICONE STORIA DI UN MATEMATICO (E DI UN LICEO) LERCARESE

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Saggio storico di DANILO CARUSO / Palermo, ottobre 2011

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DANILO CARUSO

MAURO

PICONE

STORIA DI UN MATEMATICO

(E DI UN LICEO) LERCARESE

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MAURO PICONE

STORIA DI UN MATEMATICO (E DI UN LICEO) LERCARESE

di DANILO CARUSO

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1.1. MAURO PICONE

auro Picone nacque il 2 maggio 1885 a Palermo. A causa della crisi del comparto zolfifero siciliano, con la famiglia – i genito-ri (l’ingegnere Alfonso Picone e Anna Bongiovanni) e le due

sorelle – abbandonò Lercara Friddi nel 1889 per Arezzo, dove il padre – precedentemente impegnatosi nel settore estrattivo – ebbe un incarico di docenza. Mentre era studente delle elementari aretine, considerata la sua sensibilità per l’arte, il padre lo mandò a studiare disegno artistico in uno studio, e grazie alla sua bravura ottenne un riconoscimento in occasione di una mostra in un’accademia cittadina. Da bambino il suo profitto sco-lastico non fu tanto eccellente, ebbe bisogno di lezioni private di recupe-ro. Alla maestra incaricata di ciò, con esito più o meno infelice, giocò una volta uno scherzo (da lui in età adulta poi definito «primo sequestro a scopo scolastico») allorquando questa, venutala a trovare una sarta, fu da lui chiusa a chiave nella stanza in cui le due donne si erano recate. Egli se ne andò via e le poverette poterono uscire a sera al ritorno del marito della maestra. Terminata la scuola elementare fu iscritto a un istituto tecnico. Nel III anno, in cui ebbe come professore di matematica per un breve periodo il padre, a causa di un suo critico giudizio raccolse una bocciatura. Ma dallo sprone dell’ingegner Picone datogli verso lo studio della mate-matica trovò lo spunto per passare dalla sua vocazione estetica per il di-segno a un vivo interesse anche per altre discipline scientifiche quali la fisica e la chimica. All’istituto tecnico fu suo professore per due anni Mi-chele De Franchis, con il quale, dopo la promozione di costui a un ruolo d’insegnamento accademico, intrattenne un rapporto di studio. Ottenuto il diploma a Parma, dove assieme ai familiari si era ulteriormente trasfe-rito, studiò all’Università di Pisa (1903-1907), laureandosi – lasciato il corso di fisica durante il III anno – in matematica: qui svolse poi il ruolo di assistente universitario fino al 1913. Passò quindi all’università e al Politecnico di Torino, con lo stesso compito, fino al 1919. Dal 1914 fu an-che libero docente. La prima guerra mondiale gli impedì di esercitare

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l’insegnamento poiché ad aprile del 1916 fu chiamato alle armi col grado di sottotenente. Mise come Archimede al servizio della nazione il suo ingegno. Nel ’23 il generale Armando Diaz, ministro della guerra, risponderà al suo invio di un trattatello così: «Mentre ringrazio dell’opuscolo inviatomi sull’Artiglieria italiana nella guerra mondiale mi compiaccio vivamente per l’interessamento che la S. V. conserva per gli studi tecnici militari, ai quali già durante la guerra, e con tanto profitto per l’esercito, dedicò tut-to il suo intelletto ed il suo nobile entusiasmo». Per questi meriti nel ’16 fu promosso prima tenente e poi nel ’17 capitano d’artiglieria, e nel ’18 gli fu conferita la croce al merito di guerra e la croce francese di guerra. Infatti il contributo a lui richiesto e sollecitato di elaborare efficaci schemi bali-stici era stato determinante nel migliorare la capacità di precisione delle armi italiane in Trentino: prima venivano utilizzate delle tavole di tiro che non erano adeguate alla morfologia alpina, con conseguenze anche gravi come colpire con i pezzi d’artiglieria dei propri militari. Il suo in-tervento fu così apprezzato che gli dedicarono questa canzone: «Il 24 maggio la guerra è dichiarata / Ancora Senigaglia fu presto bombardata / Bin Bun Bon / Al rombo del cannon / Il General Cadorna ha scritto alla Regina / Se vuol veder Trieste la guardi in cartolina / Bombardier / Mi-traglier / Il cannone sempre sbaglia / E su noi vien la mitraglia / Il nemico solamente / Se la ride allegramente / Bombardier / Mitraglier / A guerra finita faremo una gran festa / Agli imboscati tutti gli taglierem la testa / Bombardier / Mitraglier / Vedi questa è l’atmosfera / Che sul fronte o-vunque impera / Ma che son questi pastrocchi / Rosso strilla il gran Bai-strocchi / Bin Bun Bon / Al rombo del cannon / Lei insegnava matemati-ca / Della guerra non ha pratica / L’ha mandata qui il buon Dio / Lei fa proprio al caso mio / Bombardier / Mitraglier / E Picone il tenentino / Fa la faccia da bambino / Creda proprio non so fare / Ho paura di sbagliare / Bombardier / Mitraglier / Se di guerra non sa niente / Tutto andrà perfet-tamente / In un mese cocco bello / Lei mi trovi il Macchiavello / Se ne va-da cosa aspetta / Non capisce che abbiam fretta / Bombardier / Mitraglier / La sua scienza matematica / Il tenente mette in pratica / E ti trova l’equazione / Che risolve la questione / Bin Bun Bon / Al rombo del can-non / Spara il cannone infuria la battaglia / Anche di notte un colpo più non falla / E l’astrusa matematica / È dovunque messa in pratica / Ogni colpo di cannone / È un colpo di piccone / Bin Bun Bon / Al rombo del cannon / Il nemico più non ride / La vittoria a noi sorride / È finita la sca-rogna / È finita la vergogna / Bin Bun Bon / Al rombo del cannon / Gli

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daranno la medaglia / Perché ha vinto la battaglia / E stringendogli la mano / Lo faranno capitano / Bombardier / Mitraglier / E così con molta gloria / È finita questa storia / Ti saluto dolce amata / Con la solita bacia-ta». Mauro Picone insegnò a Catania (’19, ’21-’24), Cagliari (’20), Pisa (’24-’25), Napoli (’25-’32), Roma (’32-’55), L’Aquila (anni ’60). Nel 1923 ritornò a Lercara, che aveva lasciato a quattro anni, per una visita ai pa-renti e al paese con i genitori e la consorte Maria Jole Agonigi (1889-1979; di famiglia borghese pisana, sposata il 30 ottobre 1913). Nel 1927, nono-stante la disapprovazione dell’Unione matematica italiana, fondò con un finanziamento del Banco di Napoli, primo assoluto a livello mondiale, un Istituto di calcolo nell’Università di Napoli (il secondo di questo tipo com-parirà nell’Università di Harvard nel ’38). Nel ’32 il Consiglio nazionale delle ricerche (presieduto da Guglielmo Marconi), visti i pregi negli studi (l’istituto si occupava anche di fisica nucleare), lo dislocò a Roma tra-sformandolo in Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo. Mauro Pi-cone rimarrà direttore fino al 31 luglio 1960 (anno del collocamento a ri-poso dalla cattedra romana, nel quale fu proclamato professore emerito): il 23 luglio gli sarà conferita una medaglia d’oro di commiato. L’INAC diede i suoi notevoli contributi nel settore civile e in quello bellico: ap-prezzato da Enrico Fermi e ammirato all’estero, fu imitato oltre che dagli USA dalla Germania nazista, che nel’41 a Braunschweig fondò il Luf-twaffen-Institut für Mathematik. Nel dicembre del 1951 Mauro Picone di-venne direttore del Centro internazionale per il calcolo meccanico, la cui se-de definitiva fu posta a Roma. Nel 1955 l’INAC fu dotato di un calcolatore elettronico proveniente da Manchester, il primo prodotto nel vecchio continente, e il secondo per un ente in Italia. Per il suo collocamento fuori ruolo dall’insegnamento il 15 gennaio 1956 l’Università di Roma gli rese ossequio: gli furono donati da parte di 55 matematici (di cui 21 stranieri) un volume dedicatogli che raccoglieva scritti di argomento scientifico, e da parte degli allievi del passato una medaglia e un loro album fotografico. Il Comitato promotore per le onoran-ze a Mauro Picone fu presieduto dal discepolo preferito Renato Cacciop-poli (1904-59): il maestro durante il Ventennio fu fascista e poi democri-stiano, il secondo sempre comunista (l’anarchico russo Michail Bakunin era suo nonno). Caccioppoli, che soffriva di problemi d’alcolismo, morirà suicida: un film di Mario Martone, “Morte di un matematico napoletano (1992)”, narra della sua vicenda. Il Consiglio comunale di Lercara Friddi dal canto suo dietro proposta dell’anatomopatologo Alfonso Giordano

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(1910-1990) deliberò all’unanimità per acclamazione il 21 marzo 1964 il conferimento della cittadinanza onoraria all’insigne studioso. Il 25 ottobre di quell’anno il paese accolse il grande matematico per una giornata cele-brativa predisposta da un apposito comitato. Durante la mattina il lu-minare partecipò alla celebrazione eucaristica nella chiesa di sant’Alfonso in suffragio dei defunti genitori sepolti a Torino, visitò quindi l’attiguo ricovero, poi andò alla Scuola media (alloggiata a quei tempi nel Plesso Borsellino) e al Liceo scientifico che prenderà il suo nome (allora sezione distaccata del Cannizzaro di Palermo, aperto dal 10 ottobre del ’62). Fece pure sosta all’istituto delle suore terziarie. Infine si recò al Plesso Sartorio, nella cui grande sala al primo piano erano previsti cerimonia e rinfresco. Qui alla presenza di molte personalità e delle locali autorità civili, religio-se, e militari, Mauro Picone ebbe in dono una medaglia in oro (con la di-citura Lercara e Mauro Picone, 25-10-1964) e una pergamena. Diversi fu-rono gli interventi in suo onore, ma colpiscono le sue parole di congedo: «Alla mia età non posso, miei cari concittadini, promettervi un’altra visi-ta! Non posso accomiatarvi con un arrivederci ma devo farlo con un ma-linconico addio augurando a questa amata città di Lercara di perseverare sempre più e meglio sulla via del progresso che dal 1923 ad oggi, ha per-corso, come ho potuto constatare, con vistosi, grandi risultati». In occa-sione del suo novantesimo compleanno, il 21 maggio 1975, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, gli rese onore per la sua attività intitolandogli l’INAC: in una cerimonia, con la partecipazione di Giovanni Leone, Pre-sidente della Repubblica, e di varie personalità, come nel ’56, l’università della capitale gli regalò una medaglia e dei libri a lui dedicati, e l’Accademia dei Lincei una pergamena. Il Capo dello Stato ebbe a dire in tale evento: «È per me motivo di profonda soddisfazione rendere onore, in nome della Nazione, a uno dei suoi figli migliori e dei suoi più grandi scienziati. Non si tratta soltanto di un debito di riconoscenza verso un uomo che ha dedicato tutta la vita agli studi scientifici, ma anche un au-spicio: perché fino a quando un Paese può ritrovarsi in altissimi valori, come quelli che Mauro Picone ha professato e professa tuttora, con gio-vanile vigore, dimostra di avere ancora profonda vitalità, nella quale può trovare conforto nei momenti difficili e stimolo per superarli. […] Grazie al professor Picone che circa cinquant’anni fa fondò l’Istituto per l’applicazione del calcolo la matematica, che appariva in Italia una scien-za dimenticata, si è riaccostata alla realtà ed ha offerto i suoi strumenti per la soluzione di problemi concreti, al superiore servizio dell’umanità. Il grande matematico siciliano costituisca oggi, per noi tutti, il simbolo di

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una nuova fase nel progresso scientifico: la applicazione della scienza alle necessità della vita, la sintesi tra studio e ricerca scientifica, tra pensiero e realtà». Mauro Picone si spense a Roma l’11 aprile 1977, all’età di quasi 92 anni. Il Liceo scientifico di Lercara Friddi, dal 10 ottobre 1973 non più dipendente dal Cannizzaro di Palermo, ma ente scolastico autonomo, fu il 15 maggio 1982 rinominato in onore e in memoria del grande uomo di scienze Liceo scientifico statale Mauro Picone. Nella sua carriera, in cui ricevette numerosissimi titoli, scrisse tre centinaia di libri sulla matema-tica.

Mauro Picone diciottenne…

… e al fronte durante la Grande Guer-ra.

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1.1.1. Pubblicazioni più importanti di Mauro Picone: Teoria introduttiva delle equazioni differenziali ordinarie e calcolo delle va-riazioni (Catania, 1922); Lezioni di Analisi infinitesimale (Catania, 1923); Lezioni sulle equazioni differenziali e ai differenziali totali (Roma, 1939); Appunti di Analisi superiore (Napoli, prima edizione 1940, seconda edi-zione 1946); Fondamenti di Analisi funzionale lineare (Roma, 1943); Teo-ria moderna dell’integrazione delle funzioni (Pisa, 1946); Lezioni di Analisi funzionale (Roma, 1946); Lezioni di Calcolo per gli allievi d’Ingegneria (prima edizione, Napoli, 1925; seconda edizione Roma, 1946); Lezioni di Algebra per gli allievi d’Ingegneria (Roma, prima edizione 1942, seconda edizione 1946); Lezioni sulle serie per gli allievi d’Ingegneria (Roma, 1945); Esercizi di Analisi matematica (in collaborazione con Carlo Miranda – Roma, prima edizione 1942, seconda edizione 1946); Trattato di Matema-tiche generali (in collaborazione con Paolo Tortorici) (Roma, 1947); Intro-duzione al calcolo delle variazioni (Roma, 1951); Lezioni di Analisi mate-matica per gli allievi d’Ingegneria (Roma, prima edizione 1949, seconda edizione 1951); Lezioni sulla teoria moderna dell’integrazione (in collabora-zione con Tullio Viola – Torino, 1952); Trattato di Analisi matematica (in collaborazione con Gaetano Fichera – Roma, vol. I, 1954, vol. II, 1955); Licoes sobre una tèoria das equacoes integrais lineares e suas aplicacoes, se-gundo a orientacao de Jordan-Hilbert (in collaborazione con Ennio De Giorgi – Sao Paulo, 1945); Criteri necessari per un estremo di alcuni fun-zionali (Roma, 1959). 1.1.2. Riconoscimenti e onorificenze conferiti a Mauro Picone: Professore emerito dell’Università di Roma (1960), Direttore onorario dell’Istituto Nazionale per le Applicazioni del Calcolo Mauro Picone, Dot-tore in Matematica honoris causa delle Università di San Paolo in Brasile e di Bucarest, Amministratore dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Cavalie-re di Gran Croce OMRI, Cavaliere dell’Ordine Civile di Savoia, Cavaliere dell’Ordine di Vittorio Veneto, Colonnello d’Artiglieria, Cittadino onorario della città di Lercara Friddi; Accademico dell’Accademia Pontificia delle Scienze, dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dell’Accademia Nazionale dei XL, della Società Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti e della Pontania-na di Napoli, dell’Accademia delle Scienze di Torino, dell’Accademia Gioe-

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nia di Catania, dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena; Socio onorario dell’Accademia delle Scienze, Lettere e Belle Arti di Palermo, dell’Istituto italiano degli Attuari e dell’Istituto di Studi metodologici di To-rino, Socio emerito dell’Istituto di incoraggiamento di Napoli, Socio corri-spondente dell’Istituto Lombardo di Scienze, Lettere ed Arti, dell’Accademia Petrarca di Arezzo, dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna e dell’Istituto di Storia della Scienza della Accademia delle Scienze di Buenos Aires; Membro della Società di Scienze e Lettere di Varsavia, dell’Acca-demia polacca delle Scienze, dell’Accademia reale di Scienze esatte di Ma-drid, dell’Accademia delle Scienze della Repubblica socialista di Romania, della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi, del Comitato editoriale o-norario dell’Enciclopedia Matematica Applicata compilata dal Massachu-setts Institute of Technology; Associato onorario straniero dell’Accademia delle Scienze, Iscrizioni e Belle Lettere di Tolosa. Premio Reale dei Lincei per la Matematica (1938); Premio Tenore della Società Reale di Napoli; Premio Severi dell’Istituto Nazionale di Alta Ma-tematica; Medaglia d’oro dei benemeriti della Cultura e dell’Arte; Medaglia d’oro della Facoltà di Scienze dell’Università di Roma; Medaglia d’oro del Consiglio Nazionale delle Ricerche; Médaille d’or de la Société francaise d’encouragement pour la recherche et l’invention; Medaglia Fermat dell’Accademia delle Scienze, Iscrizioni e Belle Lettere di Tolosa; Medaglia d’oro ricordo del 50mo Anniversario della Vittoria. 1.1.3. Matematici discepoli di Mauro Picone: Luigi Amerio, Giovanni Aquaro, Ferdinando Bertolini, Renato Cacciop-poli, Domenico Caligo, Lamberto Cesari, Gianfranco Cimmino, Antonio Colucci, Fabio Conforto, Ennio De Giorgi, Sandro Faedo, Gaetano Fiche-ra, Walter Gautschi, Aldo Ghizzetti, Giuseppe Grioli, Wolfango Gröbner, Wolf Gröss, Gabriele Mammana, Demetrio Mangeron, Carlo Miranda, Mario Salvadori, Benedetto Pettineo, Carlo Pucci, Giuseppe Scorza Dra-goni, Carlo Tolotti, Paolo Tortorici, Tullio Viola.

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1.1.4. Stralcio di un’intervista, comparsa sulla pubblicazione Lettera ma-tematica PRISTEM - n.52, alla studiosa Emma Castelnuovo.

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- Il nostro Istituto (gli intervistatori si riferiscono all'Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo, n.d.r.) è intitolato a Mauro Picone. Mi sembra naturale cominciare da lui. Che ricordo ha di Picone, come persona? - Ecco, allora, Picone come persona. Forse è il ricordo più sentito che ho di lui. Mio padre è morto nell’aprile del ’52. Picone, che non veniva spes-so a casa, dopo quel momento iniziò a venire ogni tanto con la moglie – la signora Iole – per trovare la mia mamma. La mamma, che è stata para-lizzata per una decina di anni. L’anno in cui è morto mio padre, una di quelle volte che era venuto a casa, m’ha domandato “ma quest’estate non va via un po’ da Roma?”. Gli ho detto: “beh, l’agosto lo devo passare qua”. Vivevo con mia mamma e una sorella e questa sorella lavorava e aveva di permesso solamente l’agosto. Quindi l’agosto tornavo a Roma. “Ma in luglio – gli ho detto – vado con un mio nipote un po’ nelle alpi francesi e do-po vogliamo vedere un po’ la Provenza, Arles, Nimes, così”. Allora, Picone mi dice subito “ma allora, senta, lei per tornare a Roma poi cosa fa? la linea di Genova?”. Ho detto sì. “Guardi che cosa deve fare. Noi proprio in luglio siamo a Portofino vetta”, dove andavano ogni anno. “Lei deve scendere a Camogli, io la vengo a prendere, passa uno o due giorni da noi qui” su in al-bergo a Portofino. Ecco questo è il ricordo più caro che ho. - A livello umano era una persona simpatica, facile alla mano, oppure era molto rigido, come appare nel ritratto che abbiamo di lui in Istituto? - Io lo conoscevo, come dire, fuori dell’ambiente matematico e non era rigido per niente. Solo questo fatto di avermi invitata e di avere insistito perché passassi uno o due giorni con loro, solo questo fa capire la persona che era. Forse era austero, ma io non ho avuto rapporti altro che come studentessa universitaria. Nel terzo anno ho seguito il suo corso di Analisi superiore ma, niente, era un normale rapporto tra professore e allievo. […]

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1.1.5. Dopo trent’anni nel 1997 la sede del Liceo scientifico di Lercara Friddi si è trasferita dall’edificio in cui alloggiava in via papa Giovanni XXIII nei nuovi monumentali locali alle porte del paese. Oggi questo liceo ha delle sedi distaccate ad Alia (istituto tecnico-commerciale), Prizzi (istituto tecnico-commerciale e per geometri), Valle-dolmo (liceo classico), Vicari (istituto tecnico per geometri).

Il nuovo Liceo scientifico statale “Mauro Picone”

Mauro Picone e il discepolo Gaetano Fichera in viaggio e negli USA (1950)

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Mauro Picone a Lercara Friddi

Da sinistra: Alfonso Giordano, Mauro Picone, Rosolino Di Marco (vice-sindaco), Gaetano Fichera.

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Mauro Picone nel ’55 con il discepolo Renato Caccioppoli. A sinistra si nota la consorte di Picone, Maria Jole Agonigi.

Mauro Picone con Giovanni Gronchi, allora Presidente della Repubblica, all’inaugurazione del calcolatore acquisito dall’INAC (1955).

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1.2. L’INNO AL LICEO

lla fine degli anni ’90 scomparve prematuramente a Palermo a poco più di settant’anni il preside Giuseppe Ficano, che era stato all’istituto “Mauro Picone” nel quadriennio 1988-92 (corrispon-

dente ai miei anni di liceo dal secondo all’ultimo). In quegli anni aveva onorato me e la mia famiglia della sua amicizia. Era un uomo all’antica, un cattolico tradizionalista, una persona tutta d’un pezzo come poche ne rimangono oggi, un modello di serietà per l’impegno e l’amore che mostrava nei confronti del suo lavoro. Il suo percorso umano e professionale si intrecciò, visto il suo ruolo, con la storia di Lercara Friddi, per cui mostrò immediatamente interesse e affetto, a tal punto che nel suo primo anno scolastico qui scrisse un inno al liceo. Musicato dietro suo interessamento il testo divenne così un vero e proprio inno, familiare agli studenti dell’epoca. Durante il periodo del liceo la mia indole di rispetto verso le generazioni che mi hanno preceduto mi portò più volte a colloquiare con lui traendo-ne sempre qualche insegnamento positivo. Era un cultore del latino, del Manzoni e di Dante, lui che era stato preside anche a Verona. Nella città scaligera ritornò col viaggio d’istruzione nella primavera dell’89: lì ci illustrò le bellezze di quella città che fu di Catullo, di Dante, di Romeo e Giulietta; e a Sirmione ci offrì il gelato (eravamo una trenti-na).

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Inno al Liceo

Mauro Picone di Lercara Friddi scritto dal Preside Giuseppe Ficano (a.s. 1988-89) Tra monti e valli Sei Tu Lercara, Che tien sì cara La Gioventù! Nell’Alma terra Ogni studente Sa certamente Le tue virtù! Ed il Liceo Mauro Picone La tradizione Vuol rinnovar, E la Cultura Di quei valori Che son tesori Di civiltà: La fe’ dei Padri, Che ha tramandato E consacrato La Libertà!

I presidi del Liceo di Lercara Friddi

SCORDATO 1973-’74 SANTAPÀ ’74-’75 GIUFFRÉ ’75-’76 MARCIANÒ ’76-’77 GIUFFRÉ ’77-’78 DI TRAPANI ’78-’79 DI SALVO ’79-’82 LI VECCHI ’82-’83 GIORDANO ’83-’84 RAFFAELE ’84-’85 MILITELLO ’85-’86 MESSINA ’86-’88 FICANO ’88-’92 TROVATO ’92-’96 PUTRONE ’96-’98 CANTAVALLE ’98-’99 GOVERNANTE ’99-2000 DI CARO 2000-’06 MILAZZO 2006-…

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INDICE

1.1. MAURO PICONE pag. 1

1.2. L’INNO AL LICEO pag. 12

1.3. DOCC. pag. 14

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Palermo

ottobre 2011