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NEW ECOLOGY Anno II Ottobre 2009 Numero SEI

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NEW ECOLOGY

Anno IIOttobre 2009

Numero SEI

Editor-in-chief, Art DirectorLorenzo Brusadelliemail: [email protected]: www.lorenzobrusadelli.it

Editor, CopywriterFrancesco Perroneemail: [email protected]: www.lapaglia.it

EditorErica Bellomiemail: [email protected]

Press officer, Web MarketingMatteo Pizzollaemail: [email protected]

CollaboratoriSimone GalassoStefano MastronicolaBianca Matita

Ai sensi della L.633/41 e successive modifiche, è vietato l’utilizzo, totale o parziale, di tutte le immagini e degli scritti presenti in questa pubblicazione; essi sono di proprietà dei rispettivi autori e/o di chi ne detiene i diritti. Be|Different Magazine non è in alcun modo responsabile del loro utilizzo da parte di terzi senza il consenso dei titolari dei diritti medesimi.

IN QUESTO NUMERO:

Enrica Casentinipag. 4

Michele Manzini

Francesco Cervellipag. 10

pag. 32

Felipe Cardeñapag. 16

Vanni Cuoghi

Gianrico Agrestapag. 37

pag. 26

Tamara Feriolipag. 42

Pacopag. 35

Simone Fugazzottopag. 52

pag. 55 Appendice degli autori

Loris Doganapag. 54

Vanni Cuoghicopertina

Paolo Baraldipag. 22

New Ecology.

Ovunque ormai si sente parlare di un nuovo modo di sentire, di agire, di pensare. Di una nuova sensibilità. Sembra quasi che un nuovo ideale, erede di un’antica idea, stia scavalcando le barriere dell’ideologia che hanno, per lungo tempo, diviso la società civile. Come al solito la cultura, che è cittadinanza, anche, che è società e curiosità, deve far fronte ad una mutazione, allo stimolo di progresso, per analizzarlo a fondo e far nascere dubbi e interrogativi e rivelare la verità che si nasconde dietro a mille parole.

Si parla ormai così spesso di fonti rinnovabili, di energia alternativa, ecoincentivi, ecopass, raccolta differenziata, fino ad arrivare a parlare di nuove glaciazioni, scioglimento dei ghiacciai, fine del mondo cinematograficamente coerente. Eppure si ha la sensazione che quest’attenzione verso l’ecologia, che coinvolge il 40% del mondo che conduce un certo stile di vita, quindi il 40% del mondo che inquina, sia sempre più simile ad un alleggerimento di coscienza, piuttosto che ad un reale aver cura di un problema che esiste ed esiste da sempre.

Nello scorso numero parlavamo di rete, di una nuova concezione di economia e di proprietà, che mette al centro non il bene materiale, ma l’accesso ad una rete di servizi, o la proprietà intellettuale. Sarebbe bello che questo concetto, questo nuovo modo di intendere le relazioni socioeconomiche tra gli uomini, portasse ad una terza rivoluzione industriale, ad un luogo in cui in rete non si condivida solo un film, una canzone. Sarebbe affascinante uno scenario in cui l’energia non sia un monopolio di potenti, ma sia prodotta in casa, con semplici cellule fotovoltaiche, e sia, per la necessità di tutti messa in rete, gratuita, pulita.

Sarebbe utile, doveroso, degno, infine, poter tracciare una linea di demarcazione tra chi predica e chi agisce, tra chi spaventa e chi costruisce, tra chi specula e chi lavora e tra chi studia e chi parla. Sarebbe bello che, dato l’argomento delicato (il nostro futuro) questa linea di demarcazione sia quanto mai chiara, leggibile, netta.

Chi meglio di un artista la saprebbe tracciare?

Be|Different - numero sei.

In copertina:Principessa delle Barchette, 2008

acrilico su tela

Enrica Casentini nasce a Vicenza nell'82. Realizza i suoi lavori attraverso il sapiente impiego delle svariate tecniche acquisite, dall'animazione alla grafica ed all'incisione, che ci introducono nel suo impalpabile universo con intimità e premura. L'interesse e il sentire naturalistico, riprodotti in modo infantile ed arcaico, ci svelano un mondo in bianco e nero dal sapore simbolico e per certi versi liciniano. Le forme essenziali, di frequente creature fantastiche del regno animale, rivelano l'amore per la bellezza delle forme naturali che, in un'astrazione del tutto lirica e pura, si librano nello spazio portando con sè suggestioni e un pizzico d'iconografia Street Art.

L’uovo, 2008 acquaforte

5 4

Enrica Casentini

L’uovo, 2008 acquaforte

6 7

Enrica Casentini

Francesco BongiorniEnrica Casentini Senza titolo, 2008 acquaforte

9 8

Francesco Cervelli, nato a Roma nel 1965 (dove vive e lavora) ritrae nei suoi quadri ad olio su tela paesaggi desolati in tinte acide e monocrome. La necessità di rappresentare siti paludosi, in cui arbusti e mangrovie affiorano da scenari allagati, sembra essere strettamente connessa ad una visione critica e affine alle teorie di analisi psichica. La presenza di un elemento naturale quale l'acqua in Cuore di Tenebra (richiamo letterario “tardo romantico”) emerge come dimensione onirica in un gioco di riflessi; in un puntuale, anche se distorto rispecchiarsi fra l'acqua e la vegetazione sovrastante, in cui l’autore “vede due piani diversi ma collegati anzi, sfumati l'uno nell'altro...”. Al centro dell'opera dipinta con tecnica "puntinista" troviamo invece raffigurato il lettino di Freud, anch'esso galleggiante, che funge quasi da tramite con il mondo emerso. La riflessione condotta dall'artista sembra, a questo punto, essere quasi un monito di carattere ambientale: anche noi, nel nostro personale processo di crescita, possiamo rivolgerci alla natura, accettando le nostre responsabilità al fine di porre rimedio ad un'inconsapevole decomposizione.

A destra: Cuore di tenebra, 2007

olio su tela

10 11 10

Francesco Cervelli

Francesco Cervelli

Puntini puntini puntini, 2006olio su tela

12 13 12

Francesco Cervelli

Puntini, 2007 olio su tela

La questione della farfalla, 2009olio su tela

14 15 14

Power Flower n. 32, 2008collage su tela

17 16

Felipe Cardeña

Power Flower n. 2, 2008collage su tela

18 19

Felipe Cardeña

Power Flower n. 48, 2008collage su tela

20 21

Felipe Cardena è nato a Balaguer (Spagna) nel 1979, e ha vissuto la sua vita d’artista senza fissa dimora. L’Italia è diventata da qualche anno a questa parte la sua patria artistica adottiva. Le opere che ci propone rientrano in uno stile definibile come “Nuovo Barocco”. Forme, colori, immagini, natura, sacro e profano, si alternano, si confondono, amplificano la loro forza espressiva fino al paradosso. È volutamente esagerata l’arte di Felipe, tutta basata sull’idea di sorpresa e meraviglia. Altro progetto molto interessante di Felipe è “Felipe Cartoons”. Avviato nel 2009 questo progetto prevede la realizzazione di un quadro alla settimana, dedicato a un evento o a un personaggio che è entrato nella cronaca internazionale. L’opera viene messa on line sul sito www.arslife.com.

Felipe Cardeña

“Le aree dismesse sono un altrove decisamente prossimo per la cultura a cui mi sento di appartenere,

sono fonti inesauribili di ispirazione e di appartenenza, io non le abbandonerò mai.

La ciminiera da me dipinta con motivi vegetali nel 2008 è stata poi abbattuta, come un albero appunto.

L'operazione nel suo insieme è risultata una sorta di mandala gigante, allo stesso tempo, andando oltre

il significato artistico o spirituale della cosa, ho potuto riflettere anche su questo aspetto: nell'ecologia

oggi entrano inevitabilmente anche i resti in abbandono dell'architettura industriale, abbattere senza

recuperare in maniera intelligente questi enormi contenitori di ricordi e fatiche significa inevitabilmente

svuotare l'ecosistema e la società della sua linfa vitale: la memoria.”

Paolo Baraldi (il baro) nasce nel 1977 a Bergamo, dove tuttora vive e lavora. Inizia il suo percorso

artistico con i graffiti, nella prima metà degli anni novanta, per poi passare progressivamente su tela

e altri supporti a partire dal 1998. Oltre alla pittura, alla grafica, all’affissione e al frequente uso del

collage, dal 2002 con lo pseudonimo "The Robotic Front" riprende i lavori in strada e in aree dismesse

con nuovi approcci, nuovi linguaggi e con la volontà di disorientare il pubblico e offrire alternative

iconografiche alla realtà urbana.

Mandala, 2008spray e vernice acrilica su cemento

22 23

Paolo Baraldi

Corvacci, 2007spray su cemento

24 25

Paolo Baraldi

Nuovi orizzonti, 2009acrilico su tela

Dalla fervida immaginazione ed altrettanto varia produzione del pittore Vanni Cuoghi, classe '66, diplomato in scenografia all'Accademia di Brera, già decoratore ed illustratore, proponiamo alcune opere della recente curiosa Personale a cura di I. Quaroni "Bonus Malus". In questi ultimi lavori, che conservano la nota miscela di rinascimento italiano ed illustrazione disneyana "mascherato soggetto per l'infanzia", scopriamo mirabilia corredate da inverosimili descrizioni da ecologia del fantastico. Nell'Onda Asciutta (Ittiofalange) e in Nuovi Orizzonti leggiamo sia il divertissement di artista e curatore, che in un gioco a quattro mani compongono il loro catalogo pseudo-naturalistico, sia un richiamo

-sempre latente nell'opera di Cuoghi- alla realtà che ci circonda, all'aspetto ambiguo e catastrofico che caratterizza il nostro attuale rapporto con l'ambiente. Persino nei piccoli personaggi coinvolti e sconvolti dalle vicende narrate, che si stagliano su sfondi bianchi nelle loro vesti aristocratiche, o nel caso dei fanciulli fissi in una rappresentazione a "misura di memoria" dell'autore e della sua infanzia, possiamo ironicamente riconoscerci e confondere i nostri vizi e le loro conseguenze con quelli mitici di un mendace bestiario.

L’ortovolante di Jan e Maria, 2008acrilico su tela

26 27

Vanni Cuoghi

L’onda asciutta, 2009acrilico su tela

Vanni Cuoghi

29 28

Fuga dal mondo a bordo di una grande zolla, 2008acrilico su tela

30 31

Vanni Cuoghi

Untitled(#36), 2007stampa ai sali d’argento

Untitled(#65), 2007stampa ai sali d’argento

32 33

Michele Manzini

Che tutto si lascia legare

In tangenziale

il paesaggio è preoccupante

- lo senti, il cinguettio dei primi camion? -

La cosa che mi lascia perplesso

è come i fari di questa gente

è come gli alberi decidano di crescere

e sembrano d’accordo:

pare vogliano aiutarci ad accettare

l’orizzonte di lamiere

e i popolari, le ciminiere.

La natura è troppo spesso con noi

è onesta

mentre l’uomo è un traliccio

che tutto si lascia legare.

Untitled(#87), 2008stampa ai sali d’argento

34 35

"Io realizzo figure. La figura è un tentativo di forma che contrappongo al fascino delle immagini le quali seppur cariche di verità luccicano e poi svaniscono senza trasformarsi in un sapere."

Michele Manzini (Verona, 1967) è un costruttore di paesaggi. Cercando di eludere la visione conciliante di un orizzonte, di un panorama, ci distoglie con delicatezza da ciò che egli stesso definisce la “leggerezza insostenibile” dell’essere svincolato dalle cose.

Michele Manzini Paco

La pittura di Gianrico Agresta, artista lombardo classe '81, è intrisa di mistero e richiami letterari. Le atmosfere notturne dell'acquario (e le foreste, in particolare) estrapolate dai racconti di H.P. Lovecraft, precursore della fantascienza angloamericana, proiettano le paure in luoghi simbolici che sono perfette trasposizioni dell'inconscio. La curiosità e l'osservazione della natura da un punto di vista privilegiato rivelano l'altra faccia, in tinte allucinate e sanguigne, di un rapporto spesso impari. Il predominio ed il controllo umani, filtrati da un vetro che è più una lente d'ingrandimento - e, nel caso delle foreste, lo sguardo stesso dell'artista - diventano soggetto d'indagine e si svelano raggelanti attraverso il crudele isolamento dell'ecosistema. Un chiaro richiamo ad un'opera concettuale tra le più famose degli anni '90, "L'impossibilità fisica della morte nella mente di un vivo" di Damien Hirst, che Agresta introduce in modo personale, dando rilievo e confermando il proprio immaginario supernaturale.

A sinistra:Lontano nella memoria, 2009acrilico su tela

36 37

Gianrico Agresta

Aquarium, 2009acrilico su tela

Gianrico Agresta

39 38

Geisha, 2008illustrazione

Gianrico Agresta Lucciole nel bosco, 2009acrilico su tela

41 40

King, 2008acrilico su tela

Tamara Ferioli è un’artista giovane quanto completa, poliedrica. Quello che manca, oggi, ai nuovi artisti e alla nuova arte è quello che da sempre ha caratterizzato l’arte: la poetica individuale dell’artista, un messaggio solido che porti alla ricerca sul fare artistico come su se stessi. Il lavoro di Tamara prevede sia installazioni sia quadri ed è attraversato da una linea conduttrice intensa, unitaria, da una ricerca e uno stile personale e riconoscibile. Qui sta la sua forza e il suo valore: l’essere consapevole di ciò che si sta dicendo. Le presenza, quindi, di una vera poetica: trasparente, delicata, quasi pura. Nelle sue opere il disagio e l’inquietudine diventano un piacevole inferno bianco, rassicurante quanto pericoloso. I suoi lavori sono disegni leggeri, ricoperti da strati di carta, che al posto di nascondere svelano l’intimità delle figure femminili. Oppure sono installazioni, ambientazioni surreali, accecanti, dolci. Ci sono poi materiali altri, come i capelli, le bustine di tè, le forbici tra i rami di un albero, i dettagli che riportano la realtà dentro la leggerezza del contesto. Come piccoli taglietti nella carne di un bambino.

A sinistra: Con TE non gioco più, 2008Dimensione installazione: site specific (ex Arsenale, Torino)Dimensione lettino: 130x68cm h: 95cmFiori e filo su 1134 flitri di tè, fiori, polvere di marmo e di madreperla

42 43

Tamara Ferioli

King, 2008acrilico su tela

Enkefalina for Nomi, 2008site specific (Strychnin Gallery, Berlin)

vegetali, acqua e capelli su zucchero

Baia del silenzio (il giorno prima), 2007site specific (Galleria S. Lorenzo, Milano)sedia, vegetali, e falena su zucchero

45 44

Tamara Ferioli

King, 2008acrilico su tela

Spine, 2009site specific (Galleria Goethe 2, Bolzano)

tecnica mista

46 47

Tamara Ferioli

Atto n. 2, 2006c-print

Snowmoon’s itches (particolare), 2009 matite e capelli su carta di riso intelaiata

Meravigliosamente buio_cigno, 2008matite e capelli su carta haruki 100% Kozo intelaiata

48 49 48

Tamara Ferioli

King, 2008acrilico su tela

Me misera, che ho visto quel che ho visto, e vedo quel che seguito a vedere, 2009 matite e capelli su carta haruki 100% Kozo intelaiata

50 51

Tamara Ferioli

L’edera (accoppiamento di lumache di terra), 2008olio su tela juta

Natura, morta, 2008olio su tela juta

53 52

Nato a Milano nel 1983, Simone Fugazzotto ha una formazione artistica maturata nei numerosi viaggi all’estero. Prima Londra dopo il diploma, poi a New York, dove è fuggito dopo una deludente esperienza all’accademia di Brera (molto di frequente ci arrivano dei giudizi poco gentili nei confronti dell’accademia più importante d’Italia, ci chiediamo se prima o poi qualcuno darà ascolto anche alla voce degli studenti).L’arte che ci propone prende a piene mani la lezione dei maestri, dell’arte contemporanea del ‘900, che viene ripresa spesso in una chiave moderna e dissacratoria. Quelle che proponiamo qui sono, invece, nature morte che lottano, letteralmente, con le mani vive dell’uomo.

Simone Fugazzotto

Gianrico Agrestawww.gianricoagresta.com

Paolo Baraldiwww.ilbaro.com

Felipe Cardeñawww.felipecardena.com

Enrica Casentiniwww.enricacasentini.com

Francesco Cervelli

Vanni Cuoghi

Loris Doganawww.myspace.com/cappellosenzatesta

Tamara Ferioliwww.tamaraferioli.com

Simone Fugazzottowww.fugazzotto.it

Michele Manzini

Pacowww.lapaglia.it

Saper parlare al mondo contemporaneo con il linguaggio più vecchio del mondo: l’arte. Questa è la missione di Be|Different, primo esperimento di magazine on-line e cartaceo che si presenta come una galleria d’arte virtuale, un catalogo delle nuo-ve tendenze artistiche e visive. Per questo motivo invitiamo i nostri lettori a collaborare con noi, spedendoci una selezione di lavori, oppure di racconti, saggi, notizie, sempre con un occhio al tema prescelto per il numero successivo. Be|Different non si pone limiti, né di formato, né di risorse. Vuole avere la Vostra collaborazione perché sa che solo con la passione di chi si nutre d’arte ogni giorno, si può davvero realizzare un prodotto onesto, reale, che rifletta e sintetizzi il contemporaneo in un’unica proposta. Il tema del prossimo numero è: “Vita o Morte”. Come sempre la pertinenza al tema è libera. Inviate le vostre opere: entro il 30 novembre 2009, specificando nome, cognome ed allegando una breve presentazione a [email protected]

Specifiche per i materiali:• Per immagini, disegni e fotografie, si consiglia il formato JPEG. E’ possibile inviarci

prima i file in bassa definizione. Sarà richiesto successivamente, il materiale sele-zionato in alta risoluzione.

• Per i testi, si raccomanda il formato DOC o RTF.

Non è previsto un limite minimo o massimo di inivii.

54

Appendice degli autori:

Il prossimo numero: “VITA O MORTE”

Loris Dogana

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