one 16 - festarch 2012

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one foglio periodico di informazioni dal mondo Listone Giordano. Azienda, prodotto, punti vendita. one periodical magazine with information on the Listone Giordano world. Company, product, outlets. 16

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La Redazione This is my Forest è lieta di presentare il numero speciale monografico di ONE dedicato esclusivamente a Festarch 2012, il festival internazionale dell’architettura, che ha appena chiuso i battenti della sua seconda edizione perugina.

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E in tutto questo parlare di città

che ruolo giocano le foreste...

che spazio possono ricoprire

le “architetture” forestali, gli

insediamenti verdi... le oasi

naturali?

Listone Giordano si interroga e

riflette attraverso i due progetti

firmati This is my Forest e

allo stesso tempo interroga i

protagonisti internazionali del

mondo della progettazione.

Brevi ma significative

testimonianze da parte di

architetti all’avanguardia,

provenienti da diversi continenti

e culture, sulla possibile

coabitazione e integrazione

degli spazi urbani con elementi

che hanno radici e foglie e

si nutrono di acque e luce

solare. Ci hanno anche rivelato

qualche segreto loro... sul

“luogo del cuore”! Luoghi della

memoria, luoghi da proteggere e

preservare in qualche angolo del

mondo.

la Redazione

And after all this “talking”

about cities which role do

forests play?... which space

can they sprawl with their

“architecture” forestry

settlements... and the green

oasis of nature?

Listone Giordano wonders

and reflects through the two

projects signed This is my

Forest and at the same time

questioning the protagonists of

the international architectural

scenario.

Brief but significant examples

on the view they share on the

possible co-habitation of urban

planning with natural elements,

as they unveil few secrets... on

the “place of the heart” of the

respondents scattered all over

the world!

Editorial Staff

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Exclusive Festarch 2012

Speciale Festarch 2012

La città nella città richiama il moltiplicarsi di luoghi urbani che nascono all’interno delle nostre città come sistemi sociali ed economici chiusi, sospesi tra le condizioni di autosufficienza e l’esclusione sociale e spaziale. Ogni anno, ogni mese molte nuove città nascono nel grembo delle città consolidate. Slums, favelas, townships e “baraccopoli” ma anche distretti sanitari, tecnologici e culturali. Da San Paulo a Roma, da Mumbai a Mosca, da Pechino a Nairobi, il fenomeno degli insediamenti informali si dirama capillarmente su tutto il territorio urbanizzato. Festarch 2012 si pone come uno degli obiettivi di questa edizione quello di individuare soluzioni formali e politiche che facilitino il riassorbimento di queste cellule autogestite all’interno del tessuto urbano. Le città, d’altra

parte, crescono anche in maniera pianificata e si esprimono attraverso sistemi autosufficienti, architetture introverse, infrastrutture perimetrate – stazioni, aeroporti, parcheggi – recinti commerciali, aree militari e grandi riconversioni capaci di modificare gli equilibri consolidati. Esiste anche una terza via, rappresentata dalla capacità della città di rigenerarsi all’interno dei propri confini: una via necessaria in Europa e ancora di più in Italia, territorio costituito di piccole e medie realtà urbane costrette a ripensarsi e ad attualizzare il proprio patrimonio per far fronte alle esigenze del vivere attuale.

E in tutto questo parlare di città che ruolo giocano le foreste... che spazio possono ricoprire le “architetture” forestali, gli insediamenti verdi... le oasi naturali?Listone Giordano si interroga e riflette attraverso i due progetti firmati “This is my Forest” e allo stesso tempo interroga i protagonisti internazionali del mondo della progettazione.Brevi ma significative testimonianze e qualche segreto... sul “luogo del cuore” degli intervistati!

Perugia ha ospitato la seconda edizione del Festival internazionale d’architettura e noi abbiamo risposto costruttivamente all’appello...

ListonE Giordano a FEstarch 2012 /

guarda le fotowatch the photos

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Speciale Festarch 2012 evento / eventevento / event

International Festival by residential architectureThe city within the city calls the proliferation of urban places that are born in our city as a social and economic systems closed, suspended between the conditions of self-sufficiency and social and spatial exclusion.Each year, every month many new cities were born in the lap of the consolidated city. Slums, favelas, townships and “slum” districts but also health, technological and cultural.

From Sao Paulo to Rome, from Mumbai to Moscow from Beijing to Nairobi, the phenomenon of informal settlements branches widely throughout urbanized.Festarch 2012 stands as one of the objectives of this edition to find formal solutions and policies that facilitate the absorption of these cells within the urban self-managed. The city, on the other hand, grow in a planned manner and express themselves through self-sufficient systems, architectures, introverted,

perimetrate infrastructure - stations, airports, parking lots - commercial fences, military areas and large redevelopment able to alter the balance established.There is also a third way, represented the city’s ability to regenerate itself within its boundaries: a necessary way in Europe and even more in Italy, the territory consists of small and medium-sized urban realities forced to rethink and modernize its assets to meet the needs of the living present.And all this talk of cities that play

the role of forests... that space can play the “architecture” forestry settlements... the green oasis of nature?Listone Giordano wonders and reflects through the two projects signed This is my Forest and at the same time questioning the protagonists of the international design world.Brief but significant examples and a few secrets... on the “place of the heart” of the respondents!

Perugia has hosted the second annual International Festival of architecture and we have responded constructively to the call...

ListonE Giordano at thE intErnationaL architEcturEFEstivaL by abitarE 2012 /

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Exclusive Festarch 2012

Speciale Festarch 2012

Per info e approfondimenti/For info and feedback:[email protected]

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Speciale Festarch 2012 evento / event

La storia professionale

di un grande nome del

design italiano attraverso

un racconto emozionante e

affascinante dei suoi “orrendi

meravigliosi clienti”.

The professional history

of a great name in Italian

design through an exciting

and fascinating story

of his “horrible wonderful

customers.”

FOcuS: LEctio maGistraLis michELE dE Lucchi /

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Exclusive this is my Forest.

Speciale This is my Forest

un nuovo progetto di comunicazione per raccontare il viaggio di un giovane fotografo e la sua macchina fotografica attraverso le insidie e gli scenari mozzafiato del Sud America: tra Brasile e Bolivia per indagare due modi diametralmente opposti di relazione tra uomo e foresta.un progetto che nasce dall’impegno decennale di Listone Giordano nel prendersi cura delle foreste e di conseguenza del pianeta nel suo significato più profondo, mosso da una visione e da uno spirito proprio a molti.Il progetto prevede la creazione di un contenitore animato da una videoinstallazione curata dall’artista, interattivo ed aperto a tutte le iniziative le iniziative singole o collettive di chi si prende cura del “proprio” mondo, della propria foresta del cuore.This is my Forest enfatizza e rilancia lo spirito, tramite il linguaggio della narrazione partecipata, riscontrabile in tutti gli atti di appropriazione e cura di un contesto, fin anche domestico, privato, così come pubblico o collettivo.Il reportage fotografico “This is my Forest” è un progetto nato dalla collaborazione del fotografo Nicolò Lanfranchi con Andrea Margaritelli e Listone Giordano.In linea con il tema le città nella città della nuova edizione di Festarch, all’interno della Rocca Paolina di Perugia è stata presentata un’installazione con foto e video, una sorta di “scatola nella scatola” ispirata a Le città Invisibili di calvino. Al centro dell’obiettivo, il fascino misterioso delle foreste dell’Amazzonia brasiliana e della Bolivia.Appunti silenziosi di un viaggio alla scoperta della fragile bellezza di questi luoghi maestosi, sacri e selvaggi, gli scatti in mostra definiscono lo scenario di quella che per l’autore è l’ultima frontiera rimasta per l’uomo.

Reportage fotografico “This is my Forest” a cura di Nicolò Lanfranchi

vidEoinstaLLaZionEthis is my ForEst /

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installazione / installationSpeciale This is my Forest

A new project of communication to tell the journey of a young photographer and his inseparable camera through the pitfalls and the breathtaking scenery of South America between Brazil and Bolivia to investigate two diametrically opposed ways of relation between man and forest.A project that was born from decades of Listone Giordano in taking care of forests and the planet as a consequence of deeper meaning, driven by a vision and a proper spirit to many.The project involves the creation of a container by an animated video installation edited by the artist, interactive and open to all initiatives of the individual or collective efforts of those who take care of “their” world, their forest of the heart.“This is my Forest” emphasizes and raises the spirit, through the shared language of the narrative, found in all acts of ownership and care of a context, since even domestic, private, as well as public or collective.The photo reportage -”This is my Forest” is a project generated from the collaboration of photographer Nicolò Lanfranchi with Andrea Margaritelli and Listone Giordano .Attuned with the theme of the city within the city of the new edition of Festarch, the historical fortress of the Rocca Paolina in the heart of Perugia hosted the video installation, a sort of “box in a box” inspired by the idea of Calvino’s Invisible Cities. The focus was on the mysterious fascination of the Brazilian Amazon and Bolivian forests.Visual memories of a silent journey across the fragile beauties of these majestic places, sacred and wild shots captured on camera by the author as the ultimate frontier of mankind.

Video Installation “This is my Forest” created by Nicolò Lanfranchi

THIS IS MY FOREST vIdEOINSTALLATION /

Per info e approfondimenti/For info and feedback:[email protected]

Foto per gentile concessione di Nicolò Lanfranchi.Courtesy of the photos by Nicolò Lanfranchi.

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Exclusive this is my Forest

Speciale This is my Forest

Listone Giordano chiama alla partecipazione i tanti che ancora amano guardare oltre, conoscere, condividere e diffondere il valore del prendersi cura di ciò che è più caro e vitale per la nostra esistenza.This is my Forest è il racconto di luoghi ed esperienze, testimonian-ze di impegno e documentazione finalizzato ad un'opera di autentica condivisione. un’esperienza che ha avuto il suo inizio nel 2011 con la coppia di giovani designer austriaci Mischler’ Traxler, in cui si esplo-rano nuove frontiere del design contemporaneo, ponendo al centro dell'attenzione non una ricerca di belle forme, ma il senso del tempo e tutta la poesia della generazione naturale.Quest’anno il racconto si sposta al Nord della Svezia con: Andrea Barghi e Veronica Bernacchioni, due toscani nella wilderness del Norbot-ten, alla scoperta della foresta più antica d'Europa.Sabato 9 Giugno sono stati proprio loro a raccontare per la prima volta

in Italia al pubblico di Festarch 2012 la loro ricerca fotografica sulle selvagge foreste di Norbotten, una regione patrimonio dell'uNEScO all'estremo nord della Svezia.Pensata in occasione dell'Anno Internazionale delle Foreste 2011, in perfetta sintonia con il progetto This is my Forest promosso da Listone Giordano, la pubblicazione a tiratura limitata con introduzione di Ban Ki-moon (ONu) è un omaggio semplice e diretto alla natura sve-dese, percepita dall'occhio attento e vivace di due italiani che hanno scelto quest'area incontaminata come loro habitat naturale.un libro di grande impatto visivo che celebra la bellezza disarmante della natura e la necessità da parte dell'uomo di preservarla.L’incontro-conversazione, aperto al pubblico, è stato presentato dal sindaco di Perugia con la parteci-pazione di Andrea Margaritelli in qualità di Direttore della Fondazione Giordano, che ha patrocinato il progetto fin dalle sue origini.

Racconto fotografico sullawilderness del Norbotten,due toscani alla scoperta della foresta più antica d’Europa.

conFErEnZa stampathis is my ForEst /

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conferenza / conferenceSpeciale This is my Forest

Listone Giordano summons up the many who are still interested in looking beyond, having knowled-ge, sharing and spreading the value of taking care of what is precious and essential in our life. This is my Forest is the tale of places and experiences, stories of commitment and documentation aiming at being truly shared. A story to be told , which started off in 2011 with the young couple of Austrian designers Mischler’Traxler, who conceived a project installation, exploring new boundaries of contemporary design. The focus is not quite on the search of beautiful shapes, but rather on the meaning of time and the poetry of a natural generation. This year the story moves to the north of Sweden to follow on the footsteps of the discovery of the oldest forest in Europe, with Andrea Barghi and Veronica Bernacchioni, two Tuscans in the boundless wilderness of the far

north of Sweden, tell for the first time in Italy to the public in 2012 Festarch their photographic rese-arch on wild forests Norbotten, a UNESCO World Heritage region in the far north of Sweden.Designed for the International Year of Forests 2011, in perfect harmony with “his is my forest” project sponsored by Listone Giordano, publishing a limited edition with an introduction by Ban Ki-moon (UN) is a simple and direct homage to the Swedish nature perceived by two attentive and lively Italians who have cho-sen this as their unspoilt natural habitat.A great-looking book that celebra-tes the disarming beauty of nature and the need to preserve it by mankind.“Norrbotten, the oldest forest in Europe” will be introduced by the Mayor of Perugia and presented by Andrea Margaritelli as Director of the Giordano Foundation, which supported the project.

A photographic research on the boundless wilderness of Norbotten,two Tuscans in the oldest forest in Europe.

THIS IS MY FORESTpRESS cONFERENcE /

Per info e approfondimenti/For info and feedback:[email protected]

Foto per gentile concessione diAndrea Barghi e Veronica Bernacchioni.Courtesy of the photos byAndrea Barghi and Veronica Bernacchioni.

FOcuS:

un siGniFicativo supporto E contributo dEL WWF a sostEGno di quEsto proGEtto /

A significAnt support And contribution of the WWf to this project /

Vedi il video della conferenza /Watch the conference-video

www.youtube.com/watch?v=0Vxkkhsg4ao

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Exclusive this is my Forest

Speciale This is my Forest

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Foto per gentile concessione diAndrea Barghi e Veronica Bernacchioni.Courtesy of the photos byAndrea Barghi and Veronica Bernacchioni.

conferenza / conferenceSpeciale This is my Forest

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i protaGonisti /

Architetti,

designer,

artisti,

fotografi,

sociologi,

giornalisti

e politici.

Vedi i video delle esclusive interviste /

Watch the videos of the exclusive interviews

www.thisismyforest.org

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meeting the architects

Confronto con gli esperti

Yung Ho chang, AIA (Pechino, cina, 1956) ha studiato sia in cina che negli Stati uniti, dove ha ottenuto il Master in Architettura della Berkeley university (1984). Nel 1993 ha fondato in cina l’Atelier Feichang Jianzhu (FcJZ).Ha ricevuto numerosi premi tra i quali il primo premio al Shinkenchiku Residential Design competition nel 1987, il Progressive Architecture citation Award nel 1996, il premio dell’unesco per la Promozione delle Arti nel 2000 e l’Academy Award in Architecture dalla American Academy of Arts and Letters nel 2006.Ha pubblicato otto libri e monografie tra cui: A chinese practice (MAP Book Publishers, 2003) e Luce chiara, camera oscura (Postmedia, 2005).Ha partecipato a numerose mostre internazionali di arte e architettura, tra le quali ricordiamo la Biennale di Venezia, cui ha partecipato cinque volte dal 2000.E’ stato professore e direttore di dipartimento del Graduate center of Architecture alla Peking university dal 1999 al 2005, ha tenuto la Kenzo Tange chair a Harvard nel 2002 e la Elie Saarinen chair nel Michigan nel 2004. Dal 2011 è membro della giuria del premio Pritzker.

Yung ho Chang, AIA (Beijing, China, 1965) educated both in China and in the US, where he received a Master of Architecture degree from the Berkeley University (1984). In 1993 he established in China the Atelier Feichang Jianzhu (FCJZ).He has won a number of prizes, such as the first place in the Shinkenchiku Residential Design Competition in 1987, the Progressive Architecture Citation Award in 1996, the Unesco Prize for the Promotion of the Arts in 2000 and the Academy Award in Architecture from the American Academy of Arts and Letters in 2006.He has published eight books and monographs including A Chinese practice (MAP Book Publishers, 2003) e Luce chiara, camera oscura (Postmedia, 2005).He participated in many international exhibitions of art and architecture, including five times in the Venice Biennale since 2000. He was a Professor and Founding Head of Graduate Center of Architecture at Peking University from 1999 to 2005, he held the Kenzo Tange Chair at Harvard in 2002 and the Eliel Saarinen Chair at Michigan in 2004. Since 2011 he is a member of Pritzker Prize Jury.

yunG ho chanG /

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intervista / interviewConfronto con gli esperti

Minsuk cho (Seoul, corea del Sud, 1966) si è laureato nel 1989 in Architettura presso la Yonsei university (Seoul, corea) e nel 1992 ha conseguito un master presso la columbia university (New York, uSA). Dopo aver fatto esperienza in diversi studi, tra cui quello di cui OMA, nel 1998 ha aperto con James Slade lo studio cho Slade Architecture a New York. Nel 2003 è tornato in corea dove ha fondato il suo studio Mass Studies.Ha ricevuto moltissimi premi: primo premio al concorso Shinkenchiku International Residential Architecture (1994), premio Young Architects di New York (2000) asse-gnato allo studio cho Slade Architecture e due menzioni per il Premio u.S. Progressive Architecture Awards (1999, 2003). Per il progetto del Padiglione della corea all’Expo di Shangai del 2010, Mass Studies si è aggiudicato una medaglia d’argento dal BIE (Bureau International des Ex-positions) e una menzione speciale da parte del governo coreano.Le sue opere Dalki Theme Park e Different but Same Houses sono state esposte alla Biennale di Venezia del 2010, e negli anni ha partecipato a numerose mostre (Open House 2006 – 2008, Nuovi Trends dell’Architettura in Europa e nell’Asia del Pacifico 2006 – 2007).

Minsuk Cho (Seoul, South Korea,1966) graduated in Archi-tecture in 1989 from the Yonsei University (Seoul, Korea) and in 1992 received a master’s degree from the Columbia University (New York, USA). After some experiences in different studios, including the OMA studio, in 1998 he opened with James Slade the Cho Slade Architecture Studio in New York City. In 2003, he came back to Korea to open his own firm, Mass Studies.He has received many awards, including first prize in the 1994 Shinkenchiku International Residential Architecture Competition, the Young Architects Award in New York in 2000 for his work at Cho Slade Architecture and two ci-tations for U.S. Progressive Architecture Awards (1999, 2003). Mass Studies won, for project of the Korea Pavilion at the Shanghai Expo 2010, the Silver Medal by the BIE (Bureau International des Expositions), as well as a presi-dential citation from Korea.His works Dalki Theme Park and Different but Same Hou-ses were exhibited at the Biennale di Venezia in 2010 and he participated in numerous exhibitions during the years (Open House 2006-2008, the New Trends of Architecture in Europe and Pacific Asia 2006–2007).

minsuk cho /

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meeting the architects

Confronto con gli esperti

Italo Rota nasce nel 1953 a Milano, dove si laurea (Politec-nico di Milano) ed inizia la propria carriera professionale.Lo Studio Italo Rota & Partners, fondato nel 1998, gestisce le complessità di grandi progetti internazionali, alle più differenti scale di dettaglio, dal product design alla progettazione di ampie aree urbane, mantenendo un sistematico intento verso una notevole ricchezza di spazi e forme. Attraverso materiali innovativi, tecnologie all’avanguardia ed una approfondita ricerca sulla luce, gli spazi proposti dallo studio mirano a risolvere le problema-tiche progettuali mantenendo una intensa complessità, finalizzata a creare un’emozione nel visitatore. Le scale del progetto sono trattate con continuità, in una logica frattale che mantiene la ricchezza del progetto generale fino ai dettagli più minuti, trasformando oggetti ed archi-tetture in opere artistiche uniche, con soluzioni differenti per ogni progetto.Attualmente lo studio, insieme all’azienda svizzera Repo-wer, è impegnato in una serie di progetti legati alla produ-zione energetica attraverso centrali di media e grande taglia, sfruttando fonti rinnovabili, che hanno permesso un ripensamento del rapporto fra edificio e territorio,

fra paesaggio naturale ed antropizzato, aprendosi alla cittadinanza, con spazi didattici, legati al benessere, allo sport e al turismo.L’apertura del Museo del Novecento, nel Palazzo dell’A-rengario, avvenuta nel dicembre del 2010, a seguito di un concorso vinto nel 2000, ha previsto un rinnovamento radicale di uno dei luoghi simbolo della città di Milano, Piazza del Duomo, arricchendola di una funzionale Isola dei Musei, grazie all’integrazione con lo storico museo di Palazzo Reale.A questo intervento, di fianco alla Piazza de Duomo, si affiancherà il futuro Milano city center, un luogo di reciproco ascolto della città milanese e dei suoi cittadini, con spazi per informazioni turistiche e non, mostre tempo-ranee, convegni e conferenze, al di sotto della medievale Loggia dei Mercanti.Lo Studio ha seguito la progettazione e la costruzione di alberghi di lusso a Roma e a Milano, per la catena Boscolo Group, mentre è in progress la progettazione di alberghi a Firenze, Lione e Bari. Ogni hotel presenta spazi unici, studiati per il contesto storico ed artistico peculiare nel quale si situano.

itaLo rota /

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intervista / interviewConfronto con gli esperti

A Dubai dopo l’inaugurazione del cavalli club, lo studio sta portando a termine la costruzione del chameleon club al Byblos Hotel, interni intigranti dove la luce si trasforma in materiale di costruzione.Grandi aree urbane, come l’ex carlo Erba a Milano, in zona Maciachini, sono state oggetto di progettazione di un terziario inedito, nel quale si coniugano le esigen-ze funzionali tipiche degli uffici alle qualità spaziali di architetture che dialogano con la città ed i suoi abitanti, valicando i confini che impedivano un reciproco ricono-scimento.Direttore del dipartimento Scuola di Design alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano, Italo Rota af-fianca una prolifica attività professionale ad una intensa attività teorica, che si sviluppa con la pubblicazione di libri, articoli per riviste e quotidiani, convegni e lezioni universitarie.Lo Studio è stato insignito di vari premi, tra cui la Meda-glia d’Oro all’Architettura Italiana per gli spazi pubblici, la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per la cultura e il tempo libero, il Landmark conservancy Prize, New York e il Grand Prix de l’urbanisme, Paris.

di reciproco ascolto della città milanese e dei suoi cittadini, con spazi per informazioni turistiche e non, mostre temporanee, convegni e conferenze, al di sotto della medievale Loggia dei Mercanti.Lo Studio ha seguito la progettazione e la costru-zione di alberghi di lusso a Roma e a Milano, per la catena Boscolo Group, mentre è in progress la progettazione di alberghi a Firenze, Lione e Bari. Ogni hotel presenta spazi unici, studiati per il contesto storico ed artistico peculiare nel quale si situano.A Dubai dopo l’inaugurazione del Cavalli Club, lo studio sta portando a termine la costruzione del Cha-meleon Club al Byblos Hotel, interni intigranti dove la luce si trasforma in materiale di costruzione.Grandi aree urbane, come l’ex Carlo Erba a Milano, in zona Maciachini, sono state oggetto di progetta-zione di un terziario inedito, nel quale si coniugano le esigenze funzionali tipiche degli uffici alle qualità spaziali di architetture che dialogano con la città ed i suoi abitanti, valicando i confini che impedivano un reciproco riconoscimento.Direttore del dipartimento Scuola di Design alla NABA (Nuova Accademia di Belle Arti) di Milano, Italo Rota affianca una prolifica attività professionale ad una intensa attività teorica, che si sviluppa con la pubblicazione di libri, articoli per riviste e quotidiani, convegni e lezioni universitarie.Lo Studio è stato insignito di vari premi, tra cui la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli spazi pubblici, la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per la cultura e il tempo libero, il Landmark Conser-vancy Prize, New York e il Grand Prix de l’Urbanisme, Paris.

Italo Rota nasce nel 1953 a Milano, dove si laurea (Politecnico di Milano) ed inizia la propria carriera professionale.Lo Studio Italo Rota & Partners, fondato nel 1998, gestisce le complessità di grandi progetti inter-nazionali, alle più differenti scale di dettaglio, dal product design alla progettazione di ampie aree urbane, mantenendo un sistematico intento verso una notevole ricchezza di spazi e forme. Attraverso materiali innovativi, tecnologie all’avanguardia ed una approfondita ricerca sulla luce, gli spazi proposti dallo studio mirano a risolvere le problematiche

progettuali mantenendo una intensa complessità, finalizzata a creare un’emozione nel visitatore. Le scale del progetto sono trattate con continuità, in una logica frattale che mantiene la ricchezza del progetto generale fino ai dettagli più minuti, trasfor-mando oggetti ed architetture in opere artistiche uniche, con soluzioni differenti per ogni progetto.Attualmente lo studio, insieme all’azienda svizzera Repower, è impegnato in una serie di progetti legati alla produzione energetica attraverso centrali di media e grande taglia, sfruttando fonti rinnovabili, che hanno permesso un ripensamento del rapporto

fra edificio e territorio, fra paesaggio naturale ed antropizzato, aprendosi alla cittadinanza, con spazi didattici, legati al benessere, allo sport e al turismo.L’apertura del Museo del Novecento, nel Palazzo dell’Arengario, avvenuta nel dicembre del 2010, a seguito di un concorso vinto nel 2000, ha previsto un rinnovamento radicale di uno dei luoghi simbolo del-la città di Milano, Piazza del Duomo, arricchendola di una funzionale Isola dei Musei, grazie all’integrazio-ne con lo storico museo di Palazzo Reale.A questo intervento, di fianco alla Piazza de Duomo, si affiancherà il futuro Milano City Center, un luogo

ITALO ROTA /

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meeting the architects

Confronto con gli esperti

Hu Li è il fondatore dello studio OPEN Architecture e il direttore dello Studio-X Beijing della columbia university GSAPP.Dopo la laurea in Architettura alla Tsinghua university di Pechino e un master alla Rice university di Houston, Li Hu ha iniziato a lavorare presso lo studio Steven Holl Architects nel 2000. Nel periodo allo SHA, Li ha fondato e diretto la sede di Pechino. E’ stato responsabile per lo studio di influenti progetti urbani in Asia, tra i quali ricor-diamo il Linked Hybrid di Pechino (vincitore del premio Best Tall Building del 2009), il Vanke center di Shenzhen (primo premio del LEED Platinum Building in cina e vincitore dell’AIA National Honor Award nel 2011), il progetto Raffles city di chengdu e il Museo Sifang Art di Nanjing. Nel 2005 è diventato partner dello studio Steven Holl Architects, che ha lasciato nel 2011 per concentrarsi sull’attività dello studio OPEN Architecture con il socio Wenjing Huang.Li Hu è Visiting Teacher presso la columbia university e la HongKong university.Nel 2002 ha fondato con Steven Holl e Yungho chang la rivista indipendente Architectural 32: Beijing / New York

Hu Li is the founder of OPEN Architecture and the director of Columbia University GSAPP’s Studio-X Beijing.After the Bachelor of Architecture at Tsinghua University in Beijing in 1996 and the Master of Architecture at Rice University in 1998, in 2000 he started to work at Steven Holl Architects. During his time at SHA, Li founded and led the firm’s Beijing Office. He was responsible for the firm’s influential urban projects in Asia, including Linked Hybrid in Beijing (winner of the Best Tall Building Award in 2009), Vanke Center in Shenzhen (the first LEED Platinum Building in China and winner of the AIA National Honor Award in 2011), the project Raffles City in Chengdu and the Sifang Art Museum in Nanjing. In 2005 he became a partner of the Steven Holl Architects, and left the partnership in 2011 to focus on the practice of OPEN Architecture with his partner Wenjing Huang.He is a Visiting Teacher for Columbia University and the University of Hong Kong.In 2002 he co-founded the independent magazine Architectural magazine 32: Beijing/New York together with Steven Holl and Yungho Chang.

hu Li /

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intervista / interviewConfronto con gli esperti

Michael Maltzan (Levittown, u.S.A, 1959) ha studiato Architettura alla Rhode Island School of Design e ha conseguito con lode il Master of Architecture presso la Graduate School of Design di Harvard.Nel 1995 ha fondato a Los Angeles il suo studio Michael Maltzan Architecture con il quale ha realizzato Pittman Dowell Residence (Los Angeles), il Playa Vista Park (cali-fornia), le Wide Horizon Towers 1 e 2 (china) e Inner - city Arts (Los Angeles).Ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui cinque Pro-gressive Architecture Awards, 29 menzioni dall’American Institute of Architects, la Gold Medal for urban Excel-lence dalla Rudy Bruner Foundation e il 2012 American Academy of Arts and Letters Award in Architecture.Da sempre pubblicato in numerose riviste nazionali e internazionali, lui stesso ha scritto No More Play: conver-sations on urban Speculation in Los Angeles and Beyond (Hatje cantz e university of Southern california, 2011).I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo, dal Mu-seum of Modern Art al canadian centre for Architecture, dalla Biennale di Venezia alla Harvard Graduate School of Design.

Michael Maltzan (Levittown, U.S.A, 1959) studied Archi-tecture at Rhode Island School of Design and he received a MA with honors from the Graduate School of Design of Harvard.In 1995 established his studio Michael Maltzan Architecture with which he realized the Pittman Dowell Residence (Los Angeles), the Playa Vista Park (California), the Wide Horizon Towers 1 and 2 (China) and Inner – City Arts (Los Angeles).He received many awards, among them: five Progressive Ar-chitecture Awards, 29 mentions from the American Institute of Architects, the Gold Medal for Urban Excellence from Rudy Bruner Foundation and the 2012 American Academy of Arts and Letters Award in Architecture.Numerous national and international magazines have always spoken highly of him; he wrote No More Play: Con-versations on Urban Speculation in Los Angeles and Beyond (Hatje Cantz, and University of Southern California, 2011).Exhibitions of his work have been held all over the world, from the Museum of Modern Art to the Canadian Centre for Architecture, from the Venice biennale to the Harvard Graduate School of Design.

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meeting the architects

Confronto con gli esperti

Mohsen Mostafavi (Iran) architetto, è il preside della Har-vard university Graduate School of Design e professore di Design dell’Alexander and Victoria Wiley university. E’ stato preside della Facoltà di Architettura, Arte e Progettazione presso la cornell university e presidente della Architectural Association School of Architecture di Londra. Ha insegnato in numerose istituzioni, tra cui la university of Pennsylvania, la cambridge university e l’Accademia di Belle Arti di Francoforte.Fa parte del comitato direttivo del premio Aga Khan per l’Architettura e del consiglio di amministrazione del Van Alen Institute, e ha fatto parte dei comitati del London Development Agency (LDA) e del RIBA Gold Medal.Le sue pubblicazioni includono: Delayed Space (Prince-ton, 1994); Surface Architecture (MIT, 2002); Landscape urbanism: A Manual for the Machinic Landscape (AA Publications, 2004); Structure as Space (AA Publications, 2006); Ecological urbanism (Lars Müller Publishers/Har-vard GSD, 2010); Louis Vuitton: Architecture and Interiors (Rizzoli, 2011

Mohsen Mostafavi (Iran) architect, is the rector of the Harvard University Graduate School of Design and professor of Design of the Alexander and Victoria Wiley University. He was rector of the Faculty of Architecture, Art and Design at the Cornell University and president of the Architectural Association School of Architecture of London. He has taught in many institutions such as the University of Pennsylvania, the Cambridge University and the Art Academy of Frankfurt.He is a member of the Committee of the prize Aga Khan for Architecture and of the board of directors of the Van Alen Institute and he was a member of the Committees of the London Development Agency (LDA) and of the RIBA Gold Medal.His publications include: Delayed Space (Princeton, 1994); Surface Architecture (MIT, 2002); Landscape Urbanism: A Manual for the Machinic Landscape (AA Publications, 2004); Structure as Space (AA Publications, 2006); Ecologi-cal Urbanism (Lars Müller Publishers / Harvard GSD, 2010); Louis Vuitton: Architecture and Interiors (Rizzoli, 2011).

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intervista / interviewConfronto con gli esperti

Giancarlo Mazzanti (Barranquilla, colombia, 1963) ha studiato architettura alla universidad Javeriana de Bogotá (1987) e ha conseguito un diploma post laurea in Storia e Teoria dell’Architettura e Design all’università di Firenze (1991).Ha fondato lo studio El Equipo de Mazzanti a Bogotà. La-vora da anni per la sua città, Bogotà, e la sua esperienza professionale comprende diversi interventi pubblici di grande scala (centri congressi, biblioteche, scuole, parchi, infrastrutture) e abitazioni private e sociali.Mazzanti ha vinto numerosi concorsi per la realizzazione di edifici pubblici in colombia; ha vinto il primo premio nella categoria Progetto urbano e Paesaggio alla X Biennale di Architettura di Venezia (2006), e nel 2008 ha vinto il premio per la miglior opera alla VI Biennale di Architettura e urbanistica Ibero-Americana.

Giancarlo Mazzanti (Barranquilla, Colombia, 1963) studied architecture at the Universidad Javeriana de Bogotá (1987) and earned a postgraduate degree in History and Theory of Architecture and Industrial Design at the University of Florence, Italy (1991).He has founded the studio El Equipo de Mazzanti in Bogotà. He has worked for years for his city, Bogotà, and his architecture covers a wide range of programs (convention centers, libraries, schools, parks,facilities), and private and collective housing.Winner of several Colombian competitions for the construc-tion of public buildings, in 2006 he capped first prize in the Urban Design and Landscape category of the 10th Venice Biennale of Architecture awards, and in 2008 he won the award for Best Work at the 6th Ibero-American Biennial of Architecture and Urban Planning.

GiancarLo maZZanti /

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