raimondo di sangro (napoli,1710-1771) -

74

Click here to load reader

Upload: ddomenico

Post on 23-Jun-2015

3.307 views

Category:

Documents


6 download

DESCRIPTION

Raccolta degli scritti di Raimondo di Sangro VII Principe di S.Severo

TRANSCRIPT

Page 1: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

FUORI DELL’ORDINE DELLA NATURA

RAIMONDO DI SANGRO (1710-1771)

UNA COLLEZIONE

LIBRERIA P W W W W

6. Di Sangro, Supplica (dettaglio del frontespizio)

LIB

RE

RIA

PW

WW

WR

AIM

ON

DO

DI

SAN

GR

OU

NA

CO

LL

EZ

ION

E

Page 2: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

Libreria Philobiblon

Piazza S. Simpliciano, 7 - 20121 Milano Tel. +39 02 89076643 - Fax +39 02 89076644

Via S.M. dell’Anima, 54 - 00186 Roma Tel. +39 06 68806671 - Fax +39 06 45436040 E-mail: [email protected]

Philobiblon UK Ltd.

Correspondence address:21 Bedford Square - London WC1B3HHE-mail: [email protected]

www.philobiblon.org

Page 3: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

LIBRERIA PHILOBIBLON

FUORI DELL’ORDINE DELLA NATURARAIMONDO DI SANGRO (1710-1771)

UNA COLLEZIONE

Page 4: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

4

Page 5: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

5

Le signorine che volessero procurarsi una bizzarraoccupazione potrebbero rimetterlo in voga.

Luigi Capuana

Page 6: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

© 2008 Libreria Philobiblon, Roma

Page 7: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

7

n uno degli scritti della raccolta Li-bri e teatro, Luigi Capuana narra diessersi imbattuto in un’opera insoli-ta rovistando tra gli articoli di unabancarella di un venditore di libri.Il volume viene descritto dal cele-

bre scrittore e giornalista siciliano nei termini che se-guono: «Il frontispizio era impresso a quattro colori:rosso, verde, nero e rosso cupo. Sfogliai il libro con cu-riosità.Tre grandi tavole incise in rame e colorate a ma-no attrassero la mia attenzione. Nella prima erano dise-gnati varie fila di cordoncini con laccetti pendenti,annodati, e sopra, come su note musicali, le parole d’u-na canzonetta peruviana. Nella terza tavola cordonciniin vario modo aggruppati, annodati e colorati, forma-vano gli alfabeti italiano, latino, francese, spagnolo, tede-sco, e inglese. C’era insomma più che non occorresseper tentare un bibliomane».1

Si trattava della Lettera apologetica di Raimondo di San-gro, principe di Sansevero (1710-1771), suggestiva edeclettica personalità del Settecento napoletano, mem-bro dell’Accademia della Crusca e della Massoneria,erudito e poliglotta, inventore, meccanico, chimico, ar-chitetto, pittore, uomo d’armi e scrittore.

Page 8: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

8

La Libreria Philobiblon è lieta di presentare la raccolta«Fuori dell’ordine della Natura» che comprende laquasi totalità delle prime edizioni delle opere nate dal-l’ingegno di questo illustre personaggio, di alcune diquelle impresse dalla sua tipografia, e di testi coevi –anch’essi in prima edizione – che costituiscono dellefonti preziose per la documentazione dell’attività diquesto nobile napoletano versatile e illuminato.La collezione annovera un prezioso manoscritto filoso-fico-ermetico del principe, parzialmente redatto inscrittura cifrata, in cui, nella parte leggibile, ricorronotemi cari al di Sangro, sotto certi aspetti affini a quellitrattati nella Lettera apologetica.Si passa poi alla prima edizione della prima opera astampa del Sansevero, la Pratica più agevole, e più utile diesercizj militari per l’infanteria impressa a Napoli nel1747, che procurò all’autore le lodi e l’amicizia del-l’imperatore Federico II di Prussia. Si prosegue con lagià citata Lettera apologetica, edita nel 1750 e stampatadallo stesso di Sangro con un ingegnoso procedimentoche gli permetteva di imprimere simultaneamente apiù colori. Segue la Supplica del 1753, impreziosita daun invio autografo dell’autore, nella quale il Sanseverochiedeva a papa Benedetto XIV che venisse tolta dal-l’Indice dei libri proibiti la Lettera apologetica, concessio-ne che il principe non ottenne mai anche se il sommopontefice gli riconobbe l’abile eloquenza del suo scrit-to. È presente anche l’ultima opera a stampa del di San-gro, la rarissima Dissertation sur une lampe antique del

Page 9: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

9

1756, anch’essa con invio autografo dell’autore, che èun testo di carattere scientifico in cui viene spiegata inmaniera razionale l’origine naturale della luminescenzafosforica, per sfatare le dicerie superstiziose che favo-leggiavano di “lumi eterni” posti dagli antichi nelletombe di personaggi illustri e ritrovati accesi doposecoli.Fa parte della raccolta anche la traduzione dell’opera –originariamente scritta in francese – del massone scoz-zese Michael Ramsay, I viaggi di Ciro, uscita dai torchidella stamperia Sansevero nel 1753 e illustrata da Ni-cholas Cochin – autore del frontespizio dell’Encyclopé-die – in cui le imprese di Ciro vengono indicate qualemodello di sapienza e punto di partenza per la forma-zione d’un grande sovrano che volesse governare conspirito illuminato. È presente inoltre la rarissima edi-zione, impressa dal di Sangro nel 1751, contenente letraduzioni, la prima delle quali fatta forse dallo stessoSansevero, de Il conte di Gabali’ ovvero ragionamenti sullescienze segrete dell’abate Villars e del Riccio Rapito di Po-pe.A completamento della raccolta si ricordano la pri-ma edizione delle Lettres d’une Péruvienne del 1747, ro-manzo epistolare che ispirò la stesura della Letteraapologetica; i cinque volumi del Prodromo delle antichitàd’Ercolano di Ottaviano Baiardi, del 1752, impressi con icaratteri ceduti da don Raimondo alla Regale Stampe-ria Palatina e il rarissimo opuscolo del 1767, Breve notadi quel che si vede in Casa del Principe di Sansevero D. Rai-mondo di Sangro nella città di Napoli, che, oltre a conte-

Page 10: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

10

nere in appendice una vera e propria bibliografia degliscritti del principe, è anche guida ai mirabilia del labora-torio di questo poliedrico personaggio, le cui scoperteed invenzioni risultano talmente stupefacenti da venirconsiderate dall’anonimo autore del libello «fuori del-l’ordine della Natura».

1 L. CAPUANA, Don Raimondo di Sangro, in ID., Libri e teatro, Catania,Giannotta, 1892, p. 206.

Page 11: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

OPERE SCRITTE E STAMPATE DARAIMONDO DI SANGRO

11

Page 12: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

12

Page 13: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

13

33 1 33

Di Sangro, Raimondo. [Manoscritto filosofico-ermetico]. Manoscritto su carta, [Napoli?, sec. XVIII].

Manoscritto su carta (mm 190x134). 8 carte non numerate, di cuila prima e l’ultima bianche, rilegate a quaderno e prive di legatura.Scrittura settecentesca in inchiostro marrone, in gran parte in ‘cifra’, suun’unica colonna. Manoscritto in buono stato di conservazione, lievigore.

c. 2r, incipit [preceduto da righe 6 di testo in ‘cifra’]: Le memorie della no-stra creta non vanno | maj scompagnate da quelle delle nostre miserie | Adamoil primo infelice padre il primo uomo | reietto (creato) per regere (reggere) a ladetta gran fameglia | de viventj; lasciosi invanire da un genio | di dormire e solprimo gradito del suo trono | piantò superie (massime) di servitù, facendo a se |ed a j sucesorj delle sua stessa corona, | una perpetua cattena; La troppa | furtu-na è madere di molte lagrime; | Comandò Iddio ad Adamo che morteficasse l’ |appetito con l’ubedienza, e d’un divieto | fee fece condimento, questa picola fatti-ca per che | virtuosa potteva comperare al primo sonno (uomo) Il | primo meri-to, e coll’ubedire imparare l’arte de | comando; |

Page 14: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

14

c. 6v, explicit [seguito da un testo in ‘cifra’ che prosegue al recto della car-ta seguente]: come insegna il protomedico [parola in cifra] nel suo | in [paro-la in cifra] eccolo ridotto tutto | dimesso alla porta de medicj per riceverne | inguidardone da medesimi de rabarbari, | rapontidj, veratij, scialappe e chesoso |di consimilj amarissime vivande che apporta- | no nausea anche a più sani so-giacendo | ancora al rigoroso precetto di una continua | Dieta; e tormentare an-cora se occorre | la porta dell’anima voglion dire l’arterio | già che [parole incifra] per riacquistar se si puole quella | salute che con tanta trascuragine la gola| ci tolge bene dunque disse il più | dotto

Straordinario manoscritto olografo del di Sangro, la cuiparte leggibile richiama i temi cari al principe; la scrit-tura cifrata, da leggersi probabilmente da destra a sini-stra, oltre che un vezzo ‘leonardesco’ del di Sangro, eradovuta alla prudenza che il il Sansevero doveva osserva-re per non incorrere in ulteriori censure da parte delleautorità ecclesiastiche. In questo manoscritto la grafiadel principe è molto simile a quella della parte finaledel suo testamento olografo – datato Napoli 7 agosto1770 – che è stata aggiunta in un secondo momentorispetto alla stesura originaria del documento e in cui siriscontra un’«evoluzione della linea con maggiore pie-nezza del naturale processo formativo grafico e nelcontempo la palese difficoltà dello scrivente nel mante-nere quell’impronta schematica che ha accompagnatoil tracciato dell’olografo fino a quel momento» (C.Miccinelli, Il tesoro del principe Sansevero. Luce nei sotterra-nei, Genova 1985, p. 172 e tav. XXXIV). Si potrebbedunque trattare di un abbozzo, o di appunti preparato-ri, redatti dal di Sangro quando era già in età avanzata

Page 15: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

1. Di Sangro, Manoscritto filosofico-ermetico

Page 16: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

2. Di Sangro, Pratica di esercizi militari

Page 17: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

e che egli non ebbe il tempo di sviluppare in manieracompiuta.

Very rare holograph manuscript containing a brief text, partlywritten in a cyphered alphabet, dealing with masonic themesoften treated by Raimondo di Sangro in his works.

33 2 33

Di Sangro, Raimondo. Pratica più agevole, e piùutile di esercizj militari per l’infanteria. Napoli,Giovanni di Simone, 1747.

17

Page 18: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

In-folio (mm 307x206). 4 carte non numerate, 180 pagine numeratecon numerazione romana, 4 carte non numerate, 5 tavole fuori testo, ri-piegate e montate su onglette, raffiguranti gli schemi delle formazionimilitari. Frontespizio stampato in rosso e nero, ornato da un’incisionea soggetto allegorico su rame firmata da Ferdinando Strina e raffiguran-te una lente attraversata dai raggi solari con dietro un roveto che prendefuoco, il tutto in cornice sorretta da due sirene e sormontata dal motto‘COLLIGIT UT CREMET’.Alla c. 2r vignetta su rame, disegnata e incisa dalBaldi, con le armi di Federico II di Prussia; a p. VIII finalino inciso su ra-me dal Baldi su disegno di Bartolomeo Sampellegrino raffigurante unoscudo circondato da vari tipi di armi con il motto ‘PER LABORES AD

ASTRA’; a p. CLXXX finalino a soggetto allegorico in cornice figurata in-ciso su rame da Ferdinando Strina e recante il motto ‘SPEM CREDE LA-BORE’. Legatura coeva in pergamena rigida, titolo in oro su tassello di-pinto al dorso, tagli spruzzati di rosso, segnalibro in seta verde.Esemplare ad ampi margini, in ottimo stato di conservazione, lievi fiori-ture.

Prima edizione di quest’opera, dedicata a Federico II diPrussia, che godette di un vasto successo, che perla sua accuratezza e le sue descrizioni precise e detta-gliate procurò all’autore le lodi dell’imperatore e che,per la sua purezza linguistica, gli valse l’iscrizione al-l’Accademia della Crusca col nome di ‘Esercitato’. Scri-ve infatti il di Sangro nella Prefazione: «Mi piace qui av-vertire, che ho procurato nel maneggio delle armi diservirmi, come ho potuto il più, di vocaboli veri italia-ni, così nel dare i Comandi, come nel farne la spiegazio-ne; e principalmente per rispetto del nominare le partidell’archibuso, o sia fucile, per non valermi di quelloscomposto miscuglio di voci parte derivanti dallo Spa-gnuolo, e parte dal Francese, che finora si sono usate,

18

Page 19: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

quali che del tutto manchevole la nostra lingua ne fos-se» (pp. VII-VIII).Il volume – elegantemente impresso e impreziosito dapiccoli rami figurati e dalle accurate tavole che mostra-no le formazioni militari e il loro modo di operare se-condo gli schemi forniti nel trattato – è diviso in novecapitoli che affrontano minuziosamente i vari aspettidella pratica militare: dal maneggio delle armi da fuoco,a quello della granata, dai movimenti delle truppe, almarciare, ai vari tipi di formazione e di utilizzo deglistrumenti bellici a seconda delle differenti situazioni dibattaglia, come, ad esempio, nelle trincee o nelle stret-toie e sui ponti. La trattazione è spesso esemplificata eschematizzata in tabelle che indicano la sequenza deicomandi da impartire ai soldati, la spiegazione delleazioni ad essi collegate e i ‘tocchi di tamburo’ che de-vono accompagnarle. La Pratica mostra la grande prepa-razione militare e la perizia tattica del principe di San-severo, che aveva adottato con successo la metodologiadescritta nel suo libro per l’addestramento del suo reg-gimento della Capitanata, di cui era colonnello e con ilquale si era distinto nella battaglia di Velletri contro gliAustriaci nel 1744. Il multiforme ingegno del di San-gro si era inoltre interessato anche alla realizzazione diarmi innovative, come ad esempio il cannone leggero,che venne progettato e fuso nel suo laboratorio, e la cuiinvenzione avrebbe contribuito in maniera significativaalle campagne militari di re Carlo III di Borbone.

19

Page 20: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

First edition of the first work written by the Neapolitan princeof Sansevero, Raimondo di Sangro, dedicated to the emperorFrederick II, that is a detailed treatise about military art.Thetechniques described by di Sangro are based on his personalexperiences as colonel of the Capitanata regiment; by headinghis troops he freed the town of Velletri from the Austrianarmy.The book, masterly printed, is decorated by a beautiful alle-gorical etching on title-page, by three smaller head headingsand tail-pieces in the text, and by five folding plates.

20

Page 21: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

33 3 33

Di Sangro, Raimondo. Lettera Apologetica del-l’Esercitato accademico della Crusca contenentela Difesa del Libro Intitolato Lettere d’una pe-ruana Per rispetto alla supposizione de’ Quipuscritta alla duchessa di SWWWW e Dalla medesimafatta pubblicare. Napoli, [Gennaro Morelli], 1750.

In-folio (mm 270x190). 7 carte non numerate, 320 pagine numerate, 7carte non numerate, una carta bianca, tre tavole fuori testo.Testo in ca-ratteri romani, sia rotondi che corsivi, e in caratteri greci, ebraici, arabi etedeschi. Frontespizio stampato a quattro colori (rosso, cremisi, nero everde), ornato da un’incisione su rame di Antonio Baldi stampata in ros-so e raffigurante un’allegoria dell’Accademia della Crusca. Illustrato datre grandi tavole ripiegate, con acquerellatura dell’epoca, ideate dallostesso di Sangro e raffiguranti, rispettivamente, i principali tipi di nodiquipu, una canzoncina peruviana scritta in alfabeto quipu e traslitterata inalfabeto latino, che ha lo scopo di far conoscere le ‘parole maestre’ di

21

Page 22: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

questa scrittura; una tavola con la trascrizione degli alfabeti e della pun-teggiatura italiana, latina, francese, spagnola, tedesca e inglese in caratteriquipu.Alla c.8r vignetta allegorica incisa su rame dal Baldi con il motto‘ESERCITAR MI SOLE’ e il nome ‘Esercitato’, assunti dal di Sangro in qua-lità di accademico della Crusca.A p. 172 piccolo legno raffigurante l’al-bero della vita del Paradiso terrestre; a p. 193 piccola incisione su legnoraffigurante un nodo quipu. Due capilettera ornati e animati incisi su ra-me nel testo. Legatura coeva in vitello agli acidi, titolo in oro al dorso,tagli marmorizzati, segnalibro in seta verde. Esemplare in ottimo stato diconservazione, lievi fioriture.Al contropiatto anteriore nota di possessomanoscritta ‘Franco Lercari Firenze 1775’.

Prima ed unica edizione della maggiore opera di Rai-mondo di Sangro, principe di Sansevero, impressa conun procedimento tipografico di sua invenzione capacedi effettuare la stampa simultanea a più colori con unasola passata di torchio. Le tavole, finemente incise, reca-no una coloritura dell’epoca e testimoniano l’eccezio-nale qualità della mano d’opera di cui si avvaleva l’au-tore all’interno della tipografia che aveva allestito nelproprio palazzo.Scritta in un linguaggio aderente ai dettami dell’Acca-demia della Crusca, di cui il principe era membro conil nome di Esercitato, la Lettera, pur se conosciuta e dif-fusa in tutta Europa, nei secoli successivi è entrata in unprogressivo oblío, anche per il sospetto di eresia da cuiè stata accompagnata fin dalla messa all’Indice ad operadella Chiesa. Essa dunque nel suo significato complessi-vo è uscita dall’attenzione generale, rimanendo qualefonte privilegiata di notizie autobiografiche sulla vita egli scritti dello stesso Raimondo di Sangro.

22

Page 23: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

23

3. Di Sangro, Lettera Apologetica

Page 24: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

24

«La Lettera Apologetica è un’opera con una struttura par-ticolarissima, per non dire bizzarra. Sfruttando al massi-mo la varietà stilistica che il genere letterario, quelloepistolare appunto, gli offre, il Principe alterna confes-sioni e sfoghi rivolti alla sua interlocutrice, la Duchessadi SWWWW, e al lettore con analisi tecniche di tattica milita-re, lunghe note storiche e auto-biografiche, esposizioni di esegesibiblica e discussioni circa l’origi-ne dell’universo e dell’uomo. Dalsottotitolo della Lettera Apologeticasi desume che essa intende essereun’apologia appunto del sistema di notazione dei quipuscritta a proposito delle Lettres d’une péruvienne, roman-zo dato alle stampe in un’edizione anonima e senza da-ta né luogo da Madame de Grafigny, ovvero Françoised’Issembourg d’Happoncourt, nel 1747. In quest’operala protagonista Zilia, giovane peruviana catturata daisoldati spagnoli e data in ostaggio ad un ufficiale fran-cese, inviava trentasei lettere ad Aza, principe Inca, dicui diciassette sotto la forma di quipu e diciannove re-datte in francese. La Lettera Apologetica, pubblicata ano-nima, è presentata con un probato metodo di mistifica-zione e di difesa preventiva da eventuali attacchi. Nellaprefazione, infatti, la Duchessa di SWWWW, nella veste dicuratrice, comunica al lettore che l’autore, dopo esserestato informato dall’imminente pubblicazione del suotrattato, ha voluto aggiungere alcune note esplicative eche ella a sua volta, sempre con scopi chiarificatori, ne

Page 25: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

25

ha aggiunte altre ancora. Con le prime battute l’autoreannuncia che con la sua opera intende convincere lasua interlocutrice dell’efficacia del sistema dei quipu (inuso […] presso gli Inca nel Perù pre-colombiano, dalmomento che questa efficacia fu da ella messa in dub-bio dopo la lettura delle Lettres d’une péruvienne di Ma-dame de Grafigny» (Raimondo de Sangro, Lettera Apo-logetica, a cura di Leen Spruit, Napoli 2002, pp. 21-22).L’argomento riguardante i nodi quipu – probabilmenteil mezzo più simile alla scrittura usato in America Lati-na prima dell’arrivo degli spagnoli, e costituito da «tan-ti cordoni di lana tinti di differenti colori, e in differen-ti avvolgimenti, e nodi distribuiti ad arte» (LetteraApologetica, c. 3r) – viene trattato sistematicamente dal-

l’autore nella seconda parte dell’opera, in cuiegli sostiene l’idea che «i quipu, sebbene utiliz-zati dagli Inca per un linguaggio piuttosto li-mitato o “sobrio”, sono paragonabili ai gero-glifici egizi e in quanto tali efficaci, come sievince dall’Histoire des Yncas (traduzione fran-cese della Historia del Peru di Garcilaso de laVega), non solo per la contabilità o nella rapidatrasmissione di messaggi, ma anche per regi-strare storie e cronache. Il ritrovamento poi daparte di Blas Valera di una canzoncina, espressain alfabeto romano su un quipu, confermal’impiego dei quipu per la resa di testi letterari»(Raimondo de Sangro, Lettera Apologetica, cit.,p. 26).

Page 26: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

26

La Lettera Apologetica per le disinvolte e provocatorie ci-tazioni di autori proibiti o fortemente sospettati dallaChiesa (Toland, Collins, Bayle,Voltaire, Marquis d’Ar-gens) se da un lato ha consentito al di Sangro di diffon-dere idee innovative, dall’altro ha suscitato le veementireazioni degli ambienti ecclesiastici del tempo, tanto daessere messa all’Indice come opera «scandalosa temera-ria, offensiva alle pie orecchie, che favorisce l’eresia e ilmaterialismo».

First and only edition of the most famous work printed by diSangro by using a new method which allowed the simoultane-ous printing of four colours on the same page, and written bythe prince himself in defense of Madame de Grafigny’s Let-ters from a Peruvian Princess, published in Paris in 1747.The book can be also considered the first extensive treatiseabout the quipu knots, used by Peruvians as a communica-tion system.The volume is adorned by three beautiful foldingplates coloured at the time, showing the quipu alphabet.According to the Harvard Professor Gary Hurton, the quipuknots are based on a binary system capable of recordingphonological and logographic data.

Sabin 40560; Gary Hurton. Signes of the Inca Khipu. Binary Coding in theAndean knotted-string records. University of Texas Press 2003.

Page 27: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

3. Di Sangro, Lettera Apologetica

Page 28: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

4. Montfaucon de Villars, Il Conte di Gabali’

Page 29: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

29

33 4 33

Montfaucon de Villars, Nicolas Pierre Henri(1635-1673). Il Conte di Gabali’ ovvero ragiona-menti sulle scienze segrete tradotti dal Franceseda una dama Italiana a’ quali si è aggiunto in fi-ne il Riccio Rapito Poema del Signor Alessan-dro Pope Tradotto d’Inglese dal Signor AntonioConti Patrizio Veneto. Londra, Dal Pickard [ma Na-poli], 1751.

In-4° (mm 195x134). 8 carte non numerate, 240 pagine numerate, 64pagine numerate. Frontespizio della prima opera stampato in rosso e ne-ro; finalini e capilettera silografici ornati nel testo. Legatura moderna inmezza pergamena con titolo e note tipografiche in oro al dorso, piattiricoperti riutilizzando l’originale carta decorata del XVIII secolo. Esem-plare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture.

Prima edizione della traduzione italiana di queste dueopere, impresse in realtà dalla tipografia del di Sangro,

Page 30: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

30

anche se come luogo di stampa viene indicata la città diLondra. Il volume contiene il Conte di Gabali’, scrittodall’abate Montfaucon de Villars, opera appartenente alfilone della tradizione esoterica cinque-seicentesca etradotta da un’anonima ‘dama italiana’, dietro alla qualesi cela probabilmente lo stesso principe di Sansevero.Segue Il riccio rapito di Alexander Pope, che rispecchiainvece lo spirito del deismo moderato, e che venne tra-dotto, come si evince dalla prefazione, dall’abate pado-vano Antonio Conti, esponente di spicco nel dibattitoepistemologico della prima metà del Settecento.«La pubblicazione di quest’opera fu considerata anch’es-sa, al pari della Lettera apologetica, una prova della miscre-denza e degli interessi cabalistici del di Sangro; infatti ilprincipe fu costretto a negare che essa fosse uscita dallastamperia col suo consenso, sostenendo che in realtà erastata edita clandestinamente dai suoi “garzoni”. Ma checos’era che aveva messo ancora una volta in agitazione isoliti “zelanti”? Generalmente, si dice, il fatto di averepubblicato “un classico della letteratura magica”; ma aleggere l’introduzione, scritta forse dallo stesso Raimon-do, potremo trarre qualche indicazione più precisa, checi riporterà in quella cerchia inglese di deismo modera-to, a cui il principe già si richiamava nella Lettera apolo-getica, e che trova conferma nella pubblicazione accop-piata del Gabalis con il Riccio rapito di Pope. Bisognainoltre, ricordare che tale traduzione non fu affattoun’anacronistico ghiribizzo del principe, in quanto eglinon fece altro che divulgare in ambiente napoletano

Page 31: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

31

quanto era già stato edito a Londra, dieci anni prima, al-lorché fu ripubblicata l’opera che l’abbé Villars deMontfaucon aveva scritto nel 1670. Chi poteva essereinteressato al Gabalis nella Londra del 1742? Tra i sotto-scrittori dell’opera, riportati anche nell’edizione desan-griana, leggiamo il nome di Robert Montague, duca econte di Manchester, noto esponente della massoneriainglese. Massone era anche il Pope, il cui Riccio rapito fuillustrato con una serie di incisioni da William Hogarth,quest’ultimo notoriamente esponente di una delle loggelondinesi. Inoltre, come si suggerisce nell’introduzioneall’edizione napoletana, il poemetto del Pope doveva es-sere letto alla luce della cosmogonia adombrata nei rac-conti del conte di Gabalis, ovvero della divisione dell’u-niverso nei quattro classici elementi: terra, acqua, aria,fuoco; i quali sarebbero stati rispettivamente abitati dagnomi, ondini, ninfe, silfi e salamandre» (Rosanna Ciof-fi, La cappella Sansevero.Arte barocca e ideologia massonica,Salerno 1987, pp. 100-101).

First edition of the first Italian translation, printed by di San-gro with fictitous place and date, of two important works.Thefirst, the Count of Gabalis written by the French abbotMontfaucon de Villars, and probably translated by di Sangrohimself, is a conversation about hidden sciences, that pretendsto reveal the occult and mystical knowledge contained in theCabala; but it is thought to have been ironically and jocoselyintended.The second is the famous Alexander Pope’s mock-heroic narrative poem The Rape of the Lock, one of the

Page 32: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

32

most representative works of the English deism, here translat-ed by the Paduan abbot Antonio Conti. Pope’s masterpiecewas originally published in two cantos in Bernard Lintot’sMiscellany (1712), then enlarged to five cantos and publishedseparately in 1714. Pope based his poem upon a real acci-dent, in which Lord Petre forcibly cut off a lock of Miss Ara-bella Fermor’s hair; the poem is dedicated to Miss Fermor.

33 5 33

Baiardi, Ottavio Antonio (1690-1765). Prodromodelle antichità d’Ercolano. Napoli, Regale Stampe-ria Palatina, 1752-1756.

5 volumi in-4° (mm 235x170). 48 pagine con numerazione romana,2678 pagine numerate con numerazione consecutiva per i cinque volu-

Page 33: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

5. Baiardi, Prodromo delle antichità d’Ercolano

Page 34: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

34

mi. Occhiello per tutti i volumi, il frontespizio del primo volume im-presso in rosso e nero e illustrato da un ritratto dell’autore in medaglio-ne inciso in rame; i frontespizi degli altri 4 volumi impressi in nero e or-nati da un fregio silografico. L’opera è illustrata complessivamente da 10tavole fuori testo, di cui due a piena pagina e le altre ripiegate più volte,che mostrano le scoperte archeologiche effettuate a Ercolano. Numero-se illustrazioni incise su rame, di cui alcune a piena pagina, nel testo delprimo volume. Legatura coeva uniforme in pelle marrone alle armi delre Carlo VII delle Due Sicilie (dal 1759 Carlo III di Spagna). I piatti sonoinquadrati da rotelle in oro e ornati, ai quattro angoli, da gigli borboni-ci; al centro le armi Reali sormontate dalla corona e accollate dai grancordoni degli ordini dinastici di San Gennaro, San Luigi, dello SpiritoSanto e dal Toson d’oro. Il dorso ha, nei compartimenti, il giglio borbo-nico, piccoli fregi in oro e la numerazione; tagli rossi. Esemplare in buo-no stato di conservazione, alcune carte uniformemente brunite e qual-che gora.

Prima edizione di quest’opera, dedicata dall’autore aCarlo III di Spagna, che forma il vasto ed erudito stu-dio preliminare per la celebre opera iconografica LeAntichità di Ercolano. Il Prodromo va considerato instretta relazione con l’attività della stamperia di Palaz-zo Sansevero, dal momento che il di Sangro vendettealla neonata regale stamperia Palatina i caratteri, rea-lizzati dal Kommareck – i primi ad essere utilizzatidal principe –, con i quali vennero stampati i presentivolumi.«Sappiamo da una testimonianza documentaria che ilre aveva acquistato nel 1751, per settecento scudi, “lastampa che teneva in casa il Principe di Sansevero”,“invaghitosi” della bellezza di quei caratteri, e che l’a-

Page 35: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

35

veva “posta nella regia stamperia”» (Rosanna Cioffi, Lacappella Sansevero.Arte barocca e ideologia massonica, Saler-no 1987, p. 128).«La scoperta delle antichità di Ercolano e Pompei grandesiderio aveva destato nel cuor di re Carlo III di Bor-bone per sentirne discorsa la storia, e conoscere gli usia che gl’innumerevoli monumenti quivi dissepolti eranserviti appo gli antichi. Egli dunque, a proposta delmarchese Fogliani suo primo ministro, chiamò qui daRoma mons. Ottavio Antonio Bayardi, perché illustras-se quelle preziose antichità; ed affinché comodamenteavesse potuto durare sì lunga fatica, gli assegnò cinque-mila ducati all’anno, e libri quanti ne volesse. Cinqueanni impiegava il Bayardi a preparare il suo lavoro, ed amantenere gli animi di tutta l’Europa letteraria in gran-de aspettazione […]» (Napoli e i luoghi celebri nelle sue vi-cinanze, Napoli 1845, vol. 2, p. 7).

First edition of this work in five volumes, printed with thetypes once belonged to the prince of Sansevero’sprivate Press, dedicated by the author to the king Charles IIIof Spain, that is to be considered a preparatory study to theAntichità di Ercolano, and that is an account about thenew archaeological discoveries made at the time in Pompeiand Ercolano.With the homogeneus armorial binding of kingCharles III of Spain.

Dura 1315; Furcheim, Bibliografia di Pompei, Ercolano e Stabia, p. 7; Cico-gnara 2649; Lozzi 1475 (nota).

Page 36: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

36

33 6 33

Di Sangro, Raimondo. Supplica di Raimondo diSangro Principe di S. Severo umiliata alla Santi-tà di Benedetto XIV Pontefice Ottimo Massimoin difesa e rischiaramento della sua Lettera Apo-logetica sul proposito de’ Quipu peruani. Napoli,Salzano e Castaldo, 1753.

In-folio (mm 259x183). 6 carte non numerate, 224 pagine numerate. Fron-tespizio stampato in rosso e nero illustrato da una vignetta calcografica inrosso incisa da Antonio Baldi e raffigurante una sfinge nell’atto di tenere unlibro, su piedistallo con il motto ‘IMPLEXA EXPLICAT’. Legatura coeva in per-gamena spruzzata, titolo in oro su tassello al dorso, tagli marmorizzati.Esemplare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture, piatto della lega-tura inferiore usurato con qualche perdita. Dedica dell’autore al foglio diguardia anteriore in inchiostro marrone:‘Donato dall’Autore’.

Edizione originale, con invio autografo dell’autore, diquest’opera scritta in difesa della Lettera Apologetica e in-

Page 37: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

37

6. Di Sangro, Supplica

Page 38: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

38

dirizzata a papa Benedetto XIV, giudicata eretica dallaCongregazione dell’Indice e censurata, dopo l’attentaanalisi del padre agostiniano e professore di esegesi bi-blica Domenico Giorgi che «presenta il Principe comeuomo dotto grande sperimentatore, ma assetato, però,di fama e vanagloria e affiliato alla nuova setta dei Libe-ri Muratori. Credendo de Sangro anche autore delConte di Gabali, dedica i primi fogli della sua censura aquest’opera per poi passare all’esame della Lettera Apolo-getica. In gran parte la censura di Giorgi tocca argo-menti prevedibili: segnala l’affinità del Principe conconcezioni eretiche come quelle circa i preadamiti el’eternità del mondo, denunzia i dubbi del Principe ri-guardo l’autorità di Mosè quale primo scrittore e la suastima, o meglio, la sua preferenza, per gli storici paganiai danni degli autori biblici, criticando aspramente nonsolo le sue pretese di poter replicare il miracolo di SanGennaro con mezzi naturali, ma anche i disinvolti rife-rimenti ad autori eretici o sospetti quali Bayle, Locke,Collins e quello del Teliammed» (Raimondo de Sangro,Lettera Apologetica, a cura di Leen Spruit, Napoli 2002,p. 57).La Supplica dà prova delle abilità dialettiche del Princi-pe e testimonia la vastità e l’ecletticità della sua cultura.Nell’opera l’autore respinge le obiezioni dei suoi av-versari, e in particolare la tesi secondo cui nell’Apologe-tica avrebbe espresso attraverso un “maligno gergo”contenuti esoterici e principi contrari alla dottrina del-la Chiesa. Nonostante l’apprezzamento per la Supplica

Page 39: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

39

espresso dal papa, la Congregazione dell’Indice confer-mò nel 1754 la proibizione della Lettera Apologetica.

Rare original edition of this work written by di Sangro andaddressed to pope Benedetto XIV in defense of his Letteraapologetica, that, together with the Italian translation theConte di Gabali’, was inscribed by the Church in the Indexof prohibited books with, among the others, the impeachmentsof being heretical, of preferring the profane historians to thechristian ones, of having made the attempt to repeat the mira-cle of the liquefaction of San Gennaro’s blood.

Page 40: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

7. Ramsay, I viaggi di Ciro

Page 41: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

33 7 33

Ramsay, André Michel de (1686-1743). I viaggidi Ciro.Tradotti dall’Idioma Francese. In Napoli,Con Licenza de’ Superiori, 1753.

In-8° (mm 190x122). 4 carte non numerate, 27 pagine numerateV-XXXI, 255 pagine numerate. Frontespizio racchiuso da una cornice calco-grafica e ornato da un disegno allegorico di Filippo Falcatore, con le armidei Castropignano, inciso su rame da Francesco Sesone; antiporta allegoricaa piena pagina incisa in rame da Francesco Sesone su disegno di NicholasCochin; al recto della c. 3 vignetta allegorica con le armi di Mariano Eboli,duca di Castropignano, incisa sempre dal Sesone su disegno di Giovan Batti-sta Rossi. Fregi, testatine e finalini silografici nel testo. Legatura ottocentescain mezza pergamena con angoli, titolo manoscritto al dorso. Esemplare inbuono stato di conservazione, lievi gore, alcune carte leggermente brunite.

Prima traduzione italiana dell’opera Les voyages deCyrus, redatta in francese dallo scozzese Michel Ram-

41

Page 42: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

42

say e impressa per la prima volta a Parigi nel 1727. Ilvolume è dedicato dal traduttore Annibale Antonini(1702-1775) a Mariano Eboli, dei duchi di Castropi-gnano e, sebbene esso non rechi il nome dello stampa-tore, è probabile che anche l’impressione di questoscritto sia da ascrivere all’attività della tipografia di Rai-mondo di Sangro, che probabilmente non volle esporsiin prima persona dopo le critiche e la messa all’Indicein cui erano incorse le sue opere precedenti. L’argo-mento dei Viaggi di Ciro ben si accorda infatti con gliinteressi del principe di Sansevero, dal momento che sitratta di un romanzo di pedagogia politica e religiosa,che si ispira alle Aventures de Télemaque di François Fé-nelon, e che viene considerato una delle pietre miliaridella massoneria universale.«L’edizione napoletana di quest’opera è arricchita, ri-spetto alle edizioni francese e inglese, di tre interessantiincisioni dall’indubbio carattere iniziatico» (RosannaCioffi, La cappella Sansevero.Arte barocca e ideologia masso-nica, Salerno 1987, p. 87). L’antiporta è di notevoleimportanza perché venne disegnata di Charles NicholasCochin, celebre autore del frontespizio dell’Encyclopédie,e incisa da Francesco Sesone, un artista romano chiama-to a Napoli per lavorare all’apparato iconografico delleAntichità Ercolanensi. La calcografia, datata 1751, anno incui è lecito supporre che il Cochin, che era in Italia dal1749 per accompagnare il fratello di Madame de Pom-padour in un giro di ricognizione dei nuovi siti archeo-logici, si trovasse a Napoli per visitare Ercolano e Pom-

Page 43: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

7. Ramsay, I viaggi di Ciro

Page 44: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

44

pei. L’anteporta «rappresenta un’allegoria della riflessio-ne, indicata a Ciro quale guida primaria nei suoi viaggidi ammaestramento. L’ideatore di tale incisione elaborauna singolare simbologia commista di elementi di carat-tere tecnico-sperimentale e attributi di sapore esoterico.Infatti, partendo dalla rappresentazione di un fenomenoottico – un raggio di luce incidente su di una superficiespeculare convessa che si riflette in un altro specchio disuperficie concava – e attraverso l’aggiunta di alcunisimboli alludenti al carattere misterioso dell’antica sa-pienza, vuole sottolineare il valore iniziatico del viaggiodi Ciro. La scena ha luogo in Egitto, sede per eccellenzadella prisca theologia, come è indicato dalla porzione dipiramide che si intravede sul lato sinistro della scena.[…]» (Rosanna Cioffi, La cappella, cit., p. 87). L’illustra-zione della Encyclopédie del Cochin doveva aver partico-larmente colpito Raimondo, poiché si ritrova il motivodella ricerca della verità velata da svelare in tutta la Cap-pella Sansevero.Il frontespizio dell’opera venne invece disegnato da Fi-lippo Falciatore «con una grazia rococò ben lontanadalla tradizione classicistica dell’accademia di Francianella quale si era formato il Cochin» (R. Cioffi, La cap-pella, cit., p. 92) e raffigura lo stemma del dedicatariodell’opera, i simboli militari che alludono alla carica delpadre di quest’ultimo, Francesco da Eboli, il sole, postoad oriente, e una donna «con un elmo in capo e nel-l’atto di annaffiare un arboscello, accanto al quale sonoalcuni libri. […] L’allusione al rapporto tra l’educazione

Page 45: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

45

di Ciro e quella di Mariano da Eboli è evidente […].Nell’incisione appaiono oltre ai suddetti libri due ele-menti fitomorfi: uno è un ramo di quercia, raffiguratoaccanto alle insegne militari, che può essere un’allusio-ne tanto alla forza che alla sapienza, virtù necessarie almassone – ed è da ricordare fin d’ora che la ricca vege-tazione marmorea scolpita nella Cappella finge rami earbusti di quercia –; l’altro è un arboscello di acacia,simbolo per eccellenza della massoneria già nel Sette-cento.Alcuni di questi simboli si ritrovano ancora nellaseconda incisione che decora la pagine ove inizia la de-dica al duca di Castropignano e c’è la ripresa dellostemma con il ramo di quercia, i libri e l’aggiunta di unmappamondo e di un compasso. Questa stampa, dise-gnata da un altro maestro del rococò napoletano, Gio-van Battista Rossi, mostra alcune analogie con la sim-bologia presente nella tomba di Raimondo, ad esempiogli strumenti militari e scientifici» (R. Cioffi, La cappel-la, cit., pp. 92-93).

First edition in Italian of Ramsay’s best known work, Lesvoyages de Cyrus, probably printed by Raimondo di San-gro’s Press, translated from French by Annibale Antonini anddedicated to the Duke of Castropignano, member of the Ma-sonic lodge of Naples.The volume is adorned by three allegor-ical plates, referring to masonry and initiatic subjects, one ofwhich was drawn by Nicholas Cochin, the famous author ofthe Encyclopédie’s title-page.

Page 46: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

46

33 8 33

Di Sangro, Raimondo. Dissertation sur une lam-pe antique Trouvée à Munich en l’année 1753.Ecrite par M.r le Prince de S.t Severe Pour ser-vir de suite à la première partie de ses Lettres àM.r l’Abbé Nollet à Paris, sur une découvertequ’il a faite dans la Chimie avec l’explicationPhisique de ses circonstances. Napoli, Morelli,[1756].

In-4° (mm 186x130). 5 carte non numerate, 141 pagine numerate.Frontespizio stampato in rosso e nero, ornato, nel margine inferiore, daun disegno coevo a penna e acquerello raffigurante un mazzo di fiori.Illustrato da due tavole ripiegate fuori testo incise su rame da France-sco Cepparuli: la prima – con acquerellatura coeva – raffigurante ilmodello della lampada e la seconda la ‘pianta del piede d’oro che so-stenea la caraffa contenente il fosforo del rabino di Costantinopoli’.Legatura coeva in vitello agli acidi, titolo in oro e decorazioni a ferridorati al dorso; sguardie in carta a pettine, tagli spruzzati di rosso e

Page 47: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

8. Di Sangro, Dissertation sur une lampe antique

Page 48: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

48

marrone. Esemplare in ottimo stato di conservazione, restauro a por-zione della metà bianca dell’ultima carta, senza perdita di testo. Alcontropiatto anteriore ex-libris inciso ‘Felicis Durandi Comitis Villae’;nota manoscritta coeva in inchiostro marrone al recto del foglio diguardia anteriore ‘Donné par l’Auteur.’; firma di appartenenza in in-chiostro nero al frontespizio.

Prima e unica rarissima edizione di quest’opera delprincipe di Sansevero, impreziosita dall’invio autogra-fo dell’autore e da due tavole, di cui una recanteun’acquerellatura di mano coeva.«La Dissertation sur une lampe antique, scritta a Napolinel 1754, e pubblicata in lingua francese solo due annidopo, è una delle pochissime opere rimasteci delPrincipe di San Severo D. Raimondo De Sangro, ed èal contempo l’ultimo lavoro che il nobile alchimistavolle dare alle stampe. […] La Dissertation trova origi-ne negli studi di Palingenesi condotti dal De Sangro afasi alterne fra il 1752 e il 1765. […] Oggetto appa-rente della Dissertazione è fare la storia, e spiegare l’o-rigine, dei cosiddetti lumi eterni del mondo antico, cuiil nostro autore non crede affatto, e più in generale diuna serie di fenomeni luminosi ed ignei spiegati comeeffetto dei fosfori. In realtà, come già in altre operedel De Sangro, il motivo apparente è un pretesto perparlare di se stesso, delle sue scoperte, delle sue letturee delle sue idee, e contrabbandare in modo velato no-zioni e concetti che certo, esposti in forma diretta,avrebbero potuto dar luogo a fastidiosi malintesi»

Page 49: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

8. Di Sangro, Dissertation sur une lampe antique

Page 50: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

50

(Raimondo Maria De’ Sangro, Il lume eterno, a cura diGian Carlo Lacerenza, Foggia, 1999, pp. 7-10).

First exceedengly rare edition, inscribed by the author on thefirst flyleaf, of this work by di Sangro, written in French in1754, that tries to trace an history of the origins of some lu-minous phenomenona, the ‘ethernal lights’ of the ancientworld, but is also a pretext for di Sangro to speak about hisown discoveries, his inventions and his ideas. The book isadorned by two engraved plates, one of which with a cohevalcolouring.

Page 51: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

LE FONTI

5151

Page 52: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -
Page 53: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

53

33 9 33

Toland, John (1670-1722). Adeisidaemon, sive Ti-tus Livius A Superstitione vindicatus. La Haye,Thomas Johnson, 1709.

In-8° (mm 158x93). 10 carte non numerate, 199 pagine numerate.Te-sto in caratteri rotondi e corsivi, in alfabeto greco e latino. Frontespi-zio stampato in rosso e nero; testatine, finalini e capilettera silograficiornati nel testo. Legatura coeva in vitello nocciola, piatti inquadrati dauna cornice dorata a tre filetti, titolo e decorazioni in oro al dorso,dentelles interne, sguardie in carta marmorizzata, tagli dorati. Esempla-re in ottimo stato di conservazione, cerniere della legatura un po’ usu-rate. Antica nota manoscritta di vendita al verso del foglio di guardiaanteriore.

Prima rarissima edizione dell’Adeisidaemon (“L’uomonon superstizioso”), interessante opera del filosofo ir-landese John Toland – considerato tra i più eminenti li-beri pensatori e rappresentanti del deismo inglese. Inquest’opera, di ispirazione panteista, l’autore studia permezzo di Tito Livio le istituzioni e le tradizioni religio-se dalla fondazione di Roma all’inizio dell’età imperia-

Page 54: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

54

le, indagando il problema delle superstizioni religiose,che è inseparabile dall’esame delle condizioni politichepiù propizie a favorirne o a contrastarne la diffusione erivendicando le proprie convinzioni repubblicane.«Leibniz warned Toland that he seemed to equate reli-gion and superstition in his Adeisidaemon, particularlyin arguing that religion involved dread of punishmentand hope of reward.Toland responded that because re-ligion played a politically stabilizing role, it encouragedtolerable superstitions» (Stephen H. Daniel, John Toland.His methods, manners and mind, Kingston-Montreal1984, p. 111).John Toland non solo si trova citato più volte nel testodella Lettera apologetica, e viene ricordato come uno diquegli autori i cui libri erano – anche all’epoca – pres-soché introvabili, ma rientra nelle preferenze del prin-cipe di Sansevero a tal punto che intorno al 1750 eglifece uscire dai torchi della sua tipografia un’edizione inquarto in soli cinquanta esemplari dell’Adeisidemon, cheera stato proibito dall’Indice, riportante gli stessi dati ti-pografici della presente princeps.

First very rare edition of this essay by the Irish philosopherJohn Toland, ‘the father of secular philosophy’, in which hedefends Livy’s treatment of superstition in Antiquity and ex-tends it to the discussions of his own age.The book of this firstperson called a freethinker (by bishop Berkeley) was of courseput on the Index.Toland was one of the favourite writers ofthe prince of Sansevero, and he is quoted many times in the

Page 55: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

9. Toland, Adeisidaemon

Page 56: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

56

Lettera apologetica. Di Sangro printed printed with hisown Firm an edition of the Adeisidaemon, in quarto andwith false indication of date and place.

33 10 33

[Graffigny, Françoise d’Issembourg d’Happon-court (1695-1758)]. Lettres d’une Péruvienne. APeine, [1747].

In-8° (mm 157x92). 12 pagine con numerazione romana, 336 paginenumerate, 8 pagine con numerazione romana, 62 pagine numerate. Fre-gi silografici nel testo. Legatura coeva in vitello agli acidi, decorazioni etitolo in oro su tassello rosso al dorso, tagli marmorizzati. Esemplare inbuono stato di conservazione, legatura leggermente usurata.

Page 57: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

57

Prima edizione – di cui si conoscono varie tirature chedifferiscono per i fregi silografici utilizzati, per la pagi-nazione e per il luogo di stampa – di quest’opera, laprima conosciuta a contenere una Suite di otto lettereaggiuntive. Il volume venne probabilmente impressodalla tipografia lionese della famiglia Delaroche, dalmomento che presenta numerose affinità tipografichecon le edizioni che uscirono dai torchi di questa cele-bre stamperia, la cui attività si protrasse dal XVIII al XX

secolo inoltrato.L’opera, un romanzo sentimentale che risente di pesan-ti debiti alle Lettres persanes di Montesquieu del 1721,venne scritta da Madame de Grafigny, amica di Voltaire,Diderot, Helvétius, e godette, nel corso del XVIII secolo,di un vasto successo tanto da venir ristampata almenoun centinaio di volte e tradotta in varie lingue. L’artifi-cio letterario delle 38 Lettres e della Suite, le vuolescritte dalla principessa Inca Zilia che, rapita e portatain Francia dai conquistatori spagnoli, comunica col fra-tello e fidanzato Aza attraverso lettere scritte con nodidi cotone colorati, che potevano essere decifrati solo dachi conosceva la registrazione logico-numerica. La vi-cenda sentimentale narrata dal romanzo epistolare celauna serie di appassionate denunce: dagli eccessi del co-lonialismo spagnolo in America del Sud, alle incon-gruenze della società francese dell’epoca, all’inegua-glianza tra i sessi, denunce che si inseriscono a pienotitolo nel clima culturale europeo dell’epoca dei Lumi.

Page 58: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

58

L’opera di Madame de Grafigny, che entrò ben presto afar parte dell’Indice dei libri proibiti, venne difesa stre-nuamente da Raimondo di Sangro nella sua Lettera apo-logetica e ispirò l’estesa trattazione sui nodi quipu in essacontenuta.

First edition, known in several issues, of this famous epistolarynovel by Madame de Grafigny, friend to Voltaire, Diderot andHelvétius, that is an imitation of Montesquieu’s Lettres Per-sanes, and that takes the form of a series of 38 letters pur-porting to be written by a kidnapped Inca princess, brought toFrance when her country is conquered by the Spaniards, to herlover by using the quipu code.The book, that enjoyed enor-mous popularity and was translated into numerous languages,was avidly defended by Raimondo di Sangro in his Letteraapologetica.

Barbier, II, 1246; Debacker, 1131; Conlon 47:520; Negley 1408;Valette142.

Page 59: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

59

33 11 33

Breve nota di quel che si vede in Casa del Prin-cipe di Sansevero D. Raimondo di Sangro nellacittà di Napoli. [S.l, s.n.], 1767.

In-12° (mm 151x95). 60 pagine numerate. Fregio silografico al fronte-spizio. Legatura ottocentesca in cartoncino ricoperto da carta decorata.Esemplare in ottimo stato di conservazione, lievi fioriture.

Rarissima edizione da considerarsi probabilmente laprima, dal momento che quella del 1766 è introvabile,di questa guida che, oltre a contenere nella parte finalela prima bibliografia dedicata a Raimondo di Sangro,descrive minuziosamente, oltre ai marmi e alle meravi-glie architettoniche della cappella e del palazzo Sanse-vero, anche i misteri e le stranezze di casa di Sangro.Nell’anonima operetta non solo vengono enumerati imirabilia del laboratorio sotterraneo del principe, ma visono anche elogiate le sue numerose invenzioni: dalle

Page 60: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

60

11. Breve nota di quel che si vede in Casa del Principe di Sansevero

Page 61: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

gemme artificiali, alla seta vegetale, ricavata dalla filaturadi una pianta chiamata Apocino, dalle tavole stampate apiù colori, ai marmi dipinti, dalla cera prodotta me-diante un procedimento chimico al carbone alchemico.In questa variopinta e molteplice galleria, che certocontribuì a creare un esoterico alone di mistero intor-no alla figura del principe, vanno annoverate le famose“macchine anatomiche” delle quali vien detto: «In unastanza d’una altro Appartamento, che chiamano dellaFenice, il quale sta tutto in fabbrica, per renderlo me-glio diviso e comodo, si veggono due macchine anato-miche, o, per meglio dire, due scheletri d’un maschio (asinistra), e d’una femmina, ne’ quali si osservano tutte levene de’ corpi umani, fatte per iniezione, che, per essertutti intieri, e, per diligenza, con cui sono stati lavorati,si possono dire singolari in Europa. Oltre a tutte le vi-scere, e le parti interiori del corpo, colla apertura delcranio, si osservano tutt’i vasi sanguigni della testa; ecoll’aprirsi la bocca, si veggono i vasi della lingua. Mi-rabile poi la delicatezza con la quale e’ stato lavorato ilcorpicciuol d’un Feto che morì in un colla Madre, laquale sta in piedi e si fa girare d’ogni intorno, per os-servarsene tutte le parti. Le dette due macchine, o sche-letri, son opera del Signor Domenico Giuseppe Saler-no, Medico Anatomico Palermitano» (pp. 20-23).

Exceedengly rare edition, probably the first, of this guide to theSansevero’s Palace, that contains also the first bibliography ofprince’s works.The book gives also an account about the marvel-

61

Page 62: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

62

lous inventions and experiments of di Sangro, such as the al-chemical marbles, the alchemical coal, the artificial gems, the vege-tal silk, the multi-colours simoultaneous print and the ‘anatomi-cal machines’, the skeletons of a man and a woman completewith the entire system of blood veins and arteries perfectly pre-served.According to the Legend which raised around the ‘Sorcer-er Prince’ these two persons died accidentally and Raimondo diSangro injected them some unknown substance which petrifiedall their veins, arteries and capillaries as well as several organs.

33 12 33

Genovesi, Antonio (1713-1769). Lettere familiari.Napoli, Domenico Terres, 1774.

Due volumi in-4° (mm 211x136). 23 pagine con numerazione romana,237 pagine numerate; 4 carte non numerate, 264 pagine. Frontespizio di

Page 63: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

12. Genovesi, Lettere familiari

Page 64: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

64

entrambi i tomi racchiuso da una cornice silografica e ornato da un pic-colo fegio inciso su legno; al recto della c. 2 del primo volume testatinaincisa su rame, disegnata da Cimarelli, con le armi del dedicatario del-l’opera; testatine silografiche nel testo di entrambi i volumi. Legaturacoeva in pergamena con titoli in oro ai dorsi, segnalibri in seta verde.Esemplare in buono stato di conservazione, lievi fioriture ad alcune car-te. Nota di possesso manoscritta al frontespizio dei due tomi ‘Del D.Gaetano Spina’.

Prima edizione dell’epistolario del celebre illuministanapoletano, autore di opere di filosofia ed economiapolitica,Antonio Genovesi, che fu allievo di Giambatti-sta Vico, pubblicata postuma e dedicata dallo stampatoreDomenico Terres al patrizio genovese Antonio Berio. IlGenovesi, filosofo empirista influenzato da Locke nellaMetafisica, volle dare maggiore concretezza alle proprieriflessioni affrontando i problemi dell’economia e sug-gerendo ai governanti le possibili soluzioni nelle Lezio-ni di commercio (1765-1767). Convinto della necessità distimolare l’industria interna con alte tariffe doganali al-le importazioni, sostenne invece, in accordo con il pen-siero economico riformatore, il libero commercio delgrano, la funzione positiva del lusso, la nocività dei pri-vilegi nobiliari ed ecclesiastici ed inoltre collaborò alleriforme introdotte nel Regno di Napoli da BernardoTanucci.Le sue Lettere familiari, che testimoniano l’assidua atti-vità epistolare dell’autore e la sua fitta e vasta rete dicontatti, vengono pubblicate, come si legge nella Pre-fazione scritta dal Terres, con lo scopo di mostrare

Page 65: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

65

«quegli aurei sentimenti di virtute, e di amore per laPatria, e pel genere umano» (vol. I, c. 4r). L’opera è daannoverarsi tra le fonti atte a documentare la figuradel di Sangro poiché vi si trova la risposta del Geno-vesi, datata 12 settembre 1769, ad una lettera del Prin-cipe di Sansevero che gli aveva chiesto un parere sullaRatio Rethorica, & Critica di Marcellino Ammiano deLuca (vol. II, pp. 172-75). Nella nota dell’editore vieneevidenziato che probabilmente si tratta di una delleultime, se non l’ultima, lettere scritte dal filosofo na-poletano prima di morire. Interessante, sempre nellenote, è la citazione di un altro brano del Genovesi uti-lizzato per presentare il personaggio del principe e incui ne viene delineato un vivace ritratto: «Questo Si-gnor (il Principe di Sansevero) è di corta statura, digran capo, di bello e gioviale aspetto, Filosofo di spiri-to, molto dedito alle Meccaniche, di amabilissimo, edolcissimo costume; Studioso e ritirato: amante laconversazione di uomini di lettere» il Terres aggiungeinfine che «Egli fu amicissimo del nostro Genovesi»(vol. II, p. 172, nota 1) e difatti i rapporti cordiali tra idue furono costanti e sinceri tanto che nella sua auto-biografia l’economista ricorda l’aiuto determinanteche il di Sangro gli offrì per l’ottenimento della catte-dra di Commercio a Napoli.

First edition, published by Domenico Terres after the death of theauthor, of this collection of Familiar Letters by one of the mostimportant philosophers of the Neapolitan Enlightment, the ab-

Page 66: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

66

bot Antonio Genovesi who was a close friend to the prince ofSansevero.The book is an important source for the knowledge ofdi Sangro because it contains a letter addressed to him in whichwe find also an interesting physical portrait of don Raimondo:«He is of short height, with a big head, of handsome and joviallooking, he is a witty philosopher, devoted to the study of Me-chanics, he is very agreeable and of sweet manners».

33 13 33

Clemens XIV, papa (1705-1774). Lettere ed altreopere di Clemente XIV. Ganganelli. Firenze, PressoGiuseppe Molini all’insegna di Dante, 1823.

Due volumi in-12° (mm 150x77). Due carte non numerate, 608 paginenumerate; 572 pagine numerate, due carte non numerate. Piccolo fregio

Page 67: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

67

raffigurante il busto di Dante al frontespizio dei due volumi e al rectodella penultima carta del secondo volume. Legatura originale in carto-nato editoriale a stampa. Esemplare in discreto stato di conservazione,con barbe, molte carte uniformemente brunite, dorso della legatura delprimo volume mancante.

Rara edizione di questa raccolta di lettere e di opere diGianvincenzo Antonio Ganganelli salito al soglio pon-tificio col nome di Clemente XIV nel 1769, che testi-moniano la fitta corrispondenza dell’autore con alcunidei personaggi più illustri della sua epoca, quali, tra glialtri, il conte Algarotti, il marchese Scipione Maffei, ilcardinal Querini, il conte Ginori, il re di Francia LuigiXV, l’abate Frugoni,Antonio Genovesi, Ludovico Anto-nio Muratori e il Baudrier. La silloge si chiude con unaserie di sermoni, riflessioni e discorsi pubblici tenutidal Ganganelli durante il suo pontificato. La personalitàdi Clemente XIV viene sintetizzata nella prefazione al-l’edizione dove egli viene descritto come «Nemico di-chiarato del bigottismo […] persuaso che tutto ciò cheappartiene a Dio non può essere che sublime. Amicodella vera Filosofia, egli non ambisce se non quel chespaventa gli ambiziosi, la fortuna cioè di non avere agovernare altri che se stesso, convinto che il più bel ti-tolo dell’uomo è quello d’esser uomo» (vol. I, pp. 5-6).Viste queste premesse, non stupisce pertanto che all’in-terno del libro si trovino ben tre lettere indirizzate al‘Principe di Sansevero Napoletano’, che proprio in que-gli anni incorreva nelle pesanti accuse della Congrega-zione dell’Indice. Nella prima, datata 17 gennaio 1751,

Page 68: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

68

dopo aver ringraziato il principe per l’accoglienza fatta alSignor Wesler, vengono fatte alcune osservazioni sullacittà di Napoli, che viene descritta come «la più propriaper esercitar lo spirito de’ letterati, presentando essa perogni dove tanti fenomeni in ogni genere, che per forzabisogna darsi l’occupazione di osservarli. Le sue monta-gne, i suoi sotterranei, le pietre, le acque, il fuoco, dalquale essa è, per dir così, penetrata, son tanti oggetti chefanno venir voglia d’esaminarli» (vol. I, lettera XXXI, p.117). Sembra esserci, in queste affermazioni, una apertaseppur cauta manifestazione della stima del Ganganellinei confronti degli esperimenti scientifici del di Sangro,che proprio in quel periodo veniva aspramente criticatodal potere ecclesiastico con la messa all’indice della Lette-ra apologetica. Nella seconda missiva, del 13 dicembre1753, il futuro papa tratta dell’utilità della storia naturale,di Dio e dell’incredulità (vol. I, pp. 300-308), lodando iltrattato di storia naturale del Buffon e gli esperimenti delSansevero, ma ponendo anche come mònito fondamen-tale che «non si parli mai delle creature se non che peravvicinarci al creatore» (ibid., p. 307).La terza lettera, datata 13 gennaio 1757, disquisisce infinesu come vada considerato lo studio delle antichità, chemeritano sì ammirazione, ma che spesso generano un fa-natismo eccessivo degli eruditi. Lo scritto si apre conun’affermazione di meraviglia riguardante le scoperte delprincipe, «Ella tira fuori un secondo mondo dal primo»,afferma il Ganganelli, per poi concludere con accentimoderati, che hanno il tono della raccomandazione «Io

Page 69: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

69

sempre temo che le di lei chimiche esperienze non sianonocive alla sua salute, perché talvolta ne risultano acci-denti terribili» (vol. I, lettera CI, pp. 372-75).

Rare edition of this collection of letters and works by AntonioGanganelli, who became pope Clemens XIV in 1769, and ad-dressed to the most important personalities of his time, as LouisXV of France,Algarotti, Muratori and Genovesi.The book con-tains also three letters written to Raimondo di Sangro in whichthe Neapolitan prince is praised for his scientific discoveries.

33 14 33

Serao, Matilde (1856-1927). Leggende napoleta-ne. Milano, Giuseppe Ottino, 1881.

Page 70: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

70

In-8° (mm 183x105). 272 pagine numerate.Testatine ornate nel testo.Legatura in cartoncino. Esemplare in discreto stato di conservazione,gore e fioriture in tutto il volume, alcune carte uniformemente brunite.

Prima edizione di questa raccolta di storie legate allatradizione popolare napoletana, da annoverarsi nellaproduzione giovanile della scrittrice e giornalista diorigini partenopee Matilde Serao. Nel volume è conte-nuto, tra gli altri, uno scritto intitolato Il Cristo morto incui l’autrice narra, con toni documentaristici, la visita aimarmi velati fatti realizzare da Raimondo di Sangronel 1759 per la cappella di famiglia, costituendo unasorta di baedeker del luogo. «“La cappella è glaciale”, è laprima impressione che Serao annota in questo incon-sueto taccuino museale, nel quale del principe di San-severo non v’è traccia. Eppure i monumenti, i simbolimassonici, le inquietanti macchine anatomiche, il se-polcro con la lunga epigrafe celebrativa ricordano con-tinuamente alla visitatrice il suo nome: ella, invece, vedesoltanto freddi marmi, e grandi sculture allegoriche cheuna dopo l’altra le si parano davanti. In questo tempioove sente aleggiare la morte – “Tombe dappertutto”scrive con evidente disagio – volontariamente ignora ilmistero che non potrebbe narrare con il tono gioioso erassicurante, con l’ingenuo incanto da libro delle fateche contraddistinguono tutti i racconti delle Leggendenapoletane» (E parve castigo dal cielo.Voci di fine Ottocentosul principe di Sansevero e il suo palazzo, introduzione enote a cura di F. Rutoli, Napoli 2003, p. 15).

Page 71: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

71

First edition of this collection of Neapolitan legends by thejournalist and novelist Matilde Serao that contains an inter-esting account, the Cristo morto, that is a kind of baedekerof the famous marble statues, also called the ‘veiled marbles’,conceived by Raimondo di Sangro in 1759, to adorn theSansevero’s family chapel.

33 15 33

Capuana, Luigi (1839-1915). Libri e teatro. Cata-nia, Giannotta, 1892.

In-8° (mm 194x128). 37 pagine con numerazione romana, 281 paginenumerate. Brossura editoriale a stampa. Esemplare in buono stato diconservazione, fioriture sulla brossura e su qualche pagina.Timbri di ap-partenenza al piatto anteriore della copertina.

Page 72: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

72

Prima edizione di questa raccolta di saggi dello scrit-tore, critico e giornalista siciliano Luigi Capuana, nel-la quale viene pubblicato per la prima volta anche ilcelebre saggio su Don Raimondo di Sangro, scrittonel 1889 in seguito alle impressioni suscitate sull’au-tore dal fatto di croncaca che descriveva lo stato didecadenza del palazzo Sansevero, che aveva rischiatodi crollare insieme alla famosa cappella. Nel suo scrit-to il Capuana, dopo aver tracciato un breve profilobiografico del principe, si sofferma con particolare at-tenzione sulla sua opera più nota, la Lettera apologetica,di cui vengono riportati interi brani, per poi descrive-re le invenzioni e le scoperte del Sansevero con toniapertamente elogiativi e concludere infine con unasorta di invito alla riabilitazione e alla riscoperta diquesto affascinante personaggio:«Tattica, invenzioni militari, invenzioni pirotecniche(il verde-mare, il verde-smeraldo, il rubino, il pavonaz-zo, il giallo che oggi ammiriamo nelle girandole furo-no scoperti da lui, come pure i razzi col fischio e glialtri, dei quali pare perduto il segreto, “con un benchiaro e distinto canto di uccelli, il quale senz’altroestraneo aiuto era dallo stesso fuoco prodotto”) in-venzioni idrauliche, architettoniche, artistiche; studî dilingue antiche e moderne, di filosofia, di teologia, sto-ria e antiquaria, non gl’impedirono di trovar il tempoper isbizzarrirsi con la lettera apologetica e con la inven-zione del nuovo alfabeto dei Quipu, dell’antico essen-

Page 73: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

73

do rimasto soltanto il nome e il ricordo. Le signorineche volessero procurarsi una bizzarra occupazione po-trebbero rimetterlo in voga» (pp. 236-37).

First edition of this collection of essays by the Sicilian writer,literary critic and journalist Luigi Capuana in which onechapter is entirely dedicated to the prince of Sansevero.Aftergiving a brief biographical account about the life of Raimondodi Sangro, the author speaks in a detailed way about the fa-mous Lettera apologetica, praising both its contents and itstypographical mastery, and expresses his enthusiasm about thegreat number of inventions conceived by the prince.

Page 74: Raimondo di Sangro (Napoli,1710-1771) -

Questo volumeè stato impressodall’officina d’arte grafica Luciniin Milanomarzo 2008