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Conoscere i giovani:
consumatori e influencer
Report - Febbraio 2016
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Conoscere i giovani: consumatori e influencer
Report - Febbraio 2016
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i
Prefazione
INDICAM - Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione - rappresenta in Italia e all’estero
oltre 150 aziende, associazioni, enti, studi professionali, organizzazioni impegnati nella tutela della
Proprietà Intellettuale dei prodotti di marca. È l'unica organizzazione italiana che affronti il
problema della lotta alla contraffazione da una prospettiva intersettoriale ed interprofessionale e
che sia attiva sull'insieme delle problematiche anticontraffazione.
Le sue attività, infatti, non si rivolgono solo alle aziende, ai professionisti ed agli esperti che
quotidianamente sono coinvolti nella tutela della Proprietà Intellettuale, ma anche al pubblico dei
più giovani. Organizza, infatti, incontri con gli studenti delle scuole italiane volti allo sviluppo di una
cultura anticontraffazione che comprenda la sensibilizzazione su questo tema e la trasmissione di
strumenti e conoscenze per non incappare nel mercato del falso.
Nell’organizzare seminari e convegni con la popolazione dei giovani l’Associazione si è confrontata
con una produzione di dati disomogenea e contraddittoria. È questa la ragione per cui si è deciso
di condurre un’indagine sul territorio nazionale che si concentri sui ragazzi e sulle loro abitudini
d’acquisto con focus sul tema della contraffazione, come da mission associativa.
La ricerca che qui viene presentata è in continuo aggiornamento e al momento si basa su un
campione statisticamente significativo di adolescenti e pre-adolescenti compresi tra i 14 e i 20 anni
d’età, prevalentemente studenti della scuola secondaria di secondo grado.
Si ritiene che i dati contenuti in questo report e le future rielaborazioni statistiche possano costituire
uno strumento importante per tutti gli attori che collaborano con INDICAM e per quelli che
quotidianamente si occupano di tutela della Proprietà Intellettuale.
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ii
RINGRAZIAMENTI
Nella realizzazione di questo studio è stata fondamentale la collaborazione di Unione del
Commercio del Turismo dei Servizi e delle Professioni della Provincia di Milano, a cui esprimiamo
la nostra riconoscenza; di Confcommercio, che si ringrazia per aver organizzato la Giornata per la
Legalità “Legalità, mi piace”; e del Comune di Milano, a cui va la nostra gratitudine per aver
consentito il coinvolgimento degli istituti scolastici.
Centro Studi INDICAM
Dott.ssa Sara Gabri, Ph.D. Psicologa - INDICAM
Dott.ssa Sabina Fasoli, Dottore in Psicologia - Università Cattolica di Milano
Dott.ssa Valeria Gelosa, Dottore in Psicologia - Università degli Studi Milano Bicocca
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iii
Sintesi
La contraffazione rappresenta una problematica di carattere economico, sociale e politico. La
ricerca di INDICAM – Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione – si è concentrata sui
giovani, considerati sia consumer sia influencer, andando così ad integrare ed aggiornare i risultati
di studi precedenti. L’Associazione, infatti, nell’organizzare incontri con questa popolazione ha
riscontrato una reperibilità di dati scarsa e disomogenea. È per questo motivo che si è deciso di
avviare la presente indagine sul territorio incentrata sugli adolescenti e sulle loro abitudini
d’acquisto con un focus sul tema della contraffazione e sulle rappresentazioni che di questa
hanno. Conoscere è, infatti, il primo passo per poter poi elaborare strategie efficaci a tutti i livelli:
dagli interventi di sensibilizzazione nelle scuole alle campagne di comunicazione dedicate a questo
target.
La ricerca, condotta dal Centro Studi di INICAM, si basa su un campione di 400 studenti di età
compresa tra i 14 e i 20 anni, provenienti principalmente dall’hinterland milanese. A questi giovani
è stato somministrato un questionario cartaceo anonimo durante un incontro nella Giornata della
Legalità (25 novembre 2015). Si ritiene che questo campione sia rappresentativo della popolazione
di riferimento.
La Contraffazione: un Reato a Bassa Percezione
Dei 400 ragazzi interpellati sono 273 quelli che hanno risposto: dato che fornisce un’indicazione
importante del coinvolgimento nel tema da parte degli studenti. Tra i rispondenti, il 40% non ha
indicato il numero di beni contraffatti acquistati negli ultimi 6 mesi, reticenza che può essere
spiegata con la scarsa consapevolezza in termini di scelte di consumo oltre che con un pudore
nell'ammetterlo durante un incontro di sensibilizzazione proprio sul tema. Vi è, però, un 28,6% che
dichiara apertamente di aver effettuato almeno un acquisto contraffatto in un negozio fisico e il
12,4% online. Interrogati sul possesso di un bene falso, tra quelli che rispondono alla domanda, un
quarto dei ragazzi conferma di averne con sé almeno uno in quel momento.
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iv
Miti da Sfatare
È fondamentale esplorare le motivazioni che spingono i giovani ad acquistare il prodotto di un
brand e quelle per cui, invece, si rivolgono al mercato del falso. Questo ci porta a smentire alcune
credenze sul tema:
- Prezzo. Come è risaputo, le ragioni principali per cui gli adolescenti decidono di acquistare un
bene contraffatto sono la convenienza (il 63% le attribuisce molta rilevanza) e la conseguente
possibilità di comprare più beni a parità di spesa. MA, oggigiorno, i commercianti illegali
distribuiscono i beni a prezzi molto simili a quelli originali, per cui verificare l’originalità di un
prodotto in base al costo non rappresenta più una valida strategia antifrode. Inoltre, esistono
alternative lecite che consentono di acquistare prodotti originali a prezzi accessibili.
Grafico 1
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v
- Qualità. I ragazzi non si aspettano che i prodotti replica siano di buona qualità, cosa che invece
risulta di fondamentale importanza nello scegliere un prodotto originale (l’81% la ritiene molto
importante). MA nelle campagne di sensibilizzazione si continua a sottolineare la scarsa qualità
degli acquisti contraffatti, un messaggio poco efficace nel dissuadere i giovani, a cui è già ben
noto.
Grafico 2
- E-commerce. Il canale online è considerato come la seconda situazione più a rischio di frode
(62%) dopo la bancarella, al contrario del tradizionale punto vendita, reputato estraneo alla
frode e al commercio di falsi (9%). MA la rivendita di merce contraffatta avviene anche nelle
boutique e persino nei negozi autorizzati, a causa delle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Grafico 3
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vi
- Social Network. Si pensa a questo canale come privilegiato dai giovani, MA questi non lo
utilizzano a questo scopo: quasi il 65% non ha mai visitato un profilo che trattasse questo
argomento.
Grafico 4
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vii
Acquistare Responsabilmente
- Strategie antifrode online. Gli studenti intervistati sono preoccupati per gli acquisti online
eppure non adottano alcuna strategia per proteggersi, limitandosi solo a leggere le recensioni di
precedenti acquirenti (59,3%). Come mai? Perché gli intervistati non ne conoscono la maggior
parte, mentre sanno a cosa prestare attenzione in un negozio e questo li porta a non
considerarlo un canale a rischio.
Grafico 5
- Responsabilità. Comprare un bene contraffatto è un atto senza conseguenze: i ragazzi non
pensano ai comportamenti scorretti del produttore e spesso non ne sono consapevoli. Unica
area di responsabilità attribuita ai commercianti di prodotti contraffatti è quella dell’evasione
fiscale (43,2%).
Grafico 6
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viii
- Relazione di causa-effetto. Nel momento in cui vengono resi loro espliciti gli effetti del
comportamento d’acquisto illecito dichiarano che sarebbero disposti a rinunciare alla
convenienza per non essere complici con la criminalità (65,2%), per non incappare in sanzioni
(56,4%) e per non essere partecipi nel provocare danni ambientali (53,8%).
Grafico 7
- Tutela dei valori. Visualizzare i possibili danni alla salute del consumatore è il principale
deterrente al riacquisto di un prodotto contraffatto (97,4%). Pesi rilevanti vengono anche
attribuiti allo sfruttamento di minori (91,6%) e all’inquinamento (89,4%). Risulta, invece, che i
giovani non percepiscono come vicini i risvolti economici negativi del mercato del falso (come
disoccupazione ed evasione fiscale).
Grafico 8
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ix
Oltrepassare il Limite della Moralità
- Permissivi. Gli studenti che hanno dichiarano di aver acquistato un bene contraffatto o di
averlo con sé al momento dell’indagine giudicano meno gravi altri tipi di reati. Ad esempio, chi
compra contraffatto ritiene che danneggiare la salute di un altro abbia un peso minore rispetto a
chi non ha acquistato falsi di recente (6.34 vs 6.72 su una scala a 7 punti con 1=per nulla e
7=moltissimo).
- Recidivi. La medesima valutazione viene riscontrata nell’attribuire scarso peso a determinate
conseguenze della contraffazione, per cui chi ha dichiarato di aver comprato falso mostra una
maggior propensione ali riacquisto anche dopo aver scoperto che provoca danni alla salute del
consumatore (1.0 vs 1.2), che c’è un legame con la criminalità (1.4 vs 2.3) o che contribuisce
all’evasione fiscale (2.2 vs 2.8). Questi comportamenti hanno in comune una bassa
accettazione delle norme sociali di riferimento e una sottostima del danno arrecato, dovuti alla
necessità di giustificare il proprio comportamento scorretto.
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x
Ricadute Pratiche
I risultati dello studio consentono di individuare alcuni elementi utili per la progettazione e
l’intervento nell’ambito di iniziative di sensibilizzazione del target dei giovani.
Uno schema riassuntivo aiuta a cogliere il significato di quanto emerso dalla ricerca:
- Incrementare la consapevolezza dei ragazzi circa valide e legali alternative d’acquisto anche
per budget più limitati.
- Informare i giovani sulle gravi conseguenze di cui sono responsabili i produttori del mercato del
falso.
- Rendere loro chiaro il collegamento tra l’azione di acquisto nel mercato del falso ed
il contributo che così viene dato a tali risvolti.
- Far leva sulla tutela dei valori insistendo sui possibili danni alla propria salute e a
quella dell’ecosistema.
- Privilegiare un comportamento in linea con le norme sociali anche in coloro che hanno ceduto
all’acquisto.
- Disilludere la ferma convinzione che il prezzo di un prodotto falso sia sempre inferiore.
- Evitare di sottolineare la scarsa qualità del falso sapendo che è un compromesso che i giovani
accettano.
- Puntare, invece, all’esaltazione dell’eccellenza originale, caratteristica ricercata dagli studenti.
- Esplicitare la necessità di prestare attenzione anche nei punti vendita partendo dalla
stigmatizzazione del Web fatta dai giovani.
- Accrescere la conoscenza dei ragazzi sulle strategie utilizzabili online.
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Sviluppi futuri
Lo studio qui sinteticamente riportato può costituire un background conoscitivo per la costruzione
di campagne informative e di sensibilizzazione che coinvolgano i giovani consumatori. Va, infatti,
ribadito che questa popolazione, attualmente, non ha ricevuto un'adeguata considerazione in
questi programmi pur ricoprendo autonomamente il ruolo di consumer ed esercitando anche
un'influenza attiva sul comportamento d'acquisto dei membri del contesto sociale di appartenenza.
La ricerca ha prestato, fin da subito, particolare attenzione al canale e-commerce data la familiarità
del target di riferimento con le nuove tecnologie. Ciò nonostante emerge che i giovani intervistati
non manifestano una propensione all'utilizzo di questi strumenti per i propri acquisti poiché li
ritengono passibili di frode. Gli intervistati esprimono, infatti, una preferenza per l'acquisto di
persona durante il quale dichiarano di mettere in atto una serie di strategie di verifica che invece
non applicano con pari accuratezza e costanza online. Ciò indica la necessità di renderli
consapevoli del rischio che corrono anche in un punto vendita e di trasferire loro il know-how per
un sicuro utilizzo del canale e-commerce considerato che le poche azioni di tutela svolte si
discostano, o tralasciano, quelle più efficaci.
Uno degli aspetti più ricorrenti su cui si invita a riflettere sia i brand sia chi è impegnato nello
sviluppo delle suddette campagne è il ruolo esattamente opposto che gioca la qualità dei prodotti
nel mercato legale e in quello del falso. Si riscontra, infatti, che questo aspetto non è richiesto dai
giovani consumatori quando si rivolgono al mercato della contraffazione; laddove invece viene
attribuito maggior peso alla convenienza e alla conseguente possibilità di acquistare più beni a
parità di spesa. La qualità è, invece, proprio la caratteristica principale che li spinge ad acquistare
merce originale soprassedendo al prezzo, talora più elevato. Pertanto, risulterà superfluo e
inefficace puntare sulla scarsa qualità dei prodotti contraffatti per disincentivarne il consumo.
L'analisi dei deterrenti all'acquisto illegale induce a riflettere sull'importanza degli aspetti che
riguardano la salute del consumatore in prima persona. Premessa l'efficacia di immagini forti e a
valenza negativa a tale scopo, il fattore salute risulta la preoccupazione più radicata tra i giovani e
per questo l'ostacolo primo ad una scelta di consumo contraffatto in tutte le circostanze valutate.
Tale timore è, infatti, la seconda motivazione al non utilizzo dello shopping online ed è considerato
il reato più grave; si assesta al secondo posto anche tra i comportamenti associati ad una
produzione illegale ed è il deterrente più forte al riacquisto di un prodotto contraffatto.
In generale rendere esplicito il legame tra contraffazione e una delle sue ricadute sulla società, a
qualsiasi livello, influenza positivamente l'atteggiamento. Presumibilmente, il comportamento
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d'acquisto dei giovani resi consapevoli delle implicazioni cambia: sono infatti i primi a dimostrarsi
contrari a questa pratica diffusa. Da una prospettiva psicologica il fenomeno della contraffazione
ha ripercussioni finora ignorate o poco considerate. Studi di cognizione sociale sulla moralità e la
teoria di Festinger1 sulla dissonanza cognitiva sono utili linee guida per conoscere ed affrontare
anche questa tematica. Come confermato dalle nostre analisi, emerge che la percepita diffusione
del fenomeno e la sua accettazione sociale riducano la salienza degli standard etici. Di questo è
esempio la diversa attribuzione di gravità a reati comuni da chi non è coinvolto nel mercato del
falso e da chi lo è attivamente come consumer o indirettamente come sostenitore dell'irrilevanza di
questo.
L'atteggiamento che porta a banalizzare il mercato della contraffazione e le sue conseguenze può
essere giustificato anche dalla sopra citata teoria di Festinger, per cui chi ha una maggiore
familiarità con il mercato del falso tende a modificare la sua percezione di questo e i suoi
atteggiamenti meno penalizzanti al fine di mantenere una coerenza interna, resa invece instabile
dal comportamento di acquisto illegale. Inoltre, studi precedenti hanno dimostrato che mettere in
atto un comportamento immorale anche in un solo caso e non ad alti livelli di gravità (come
acquistando contraffatto) è la discriminante tra chi si può considerare un individuo morale e chi no.
Come dimostrato anche dalla letteratura, è sufficiente un’azione immorale per non potersi definire
un soggetto morale. In aggiunta, è questa categorizzazione che porta il soggetto divenuto
immorale a minimizzare il suo atto e quelli affini.
Il Centro Studi di INDICAM sta già lavorando a una ricerca follow-up a partire dai risultati di quella
qui presentata che verrà estesa su scala nazionale. In futuro, si potrebbe auspicare ad uno studio
che coinvolga anche i giovani coetanei di altri paesi europei grazie alle partnership instaurate da
INDICAM con enti stranieri, in particolar modo spagnoli e francesi. Si ritiene, infatti, che la lotta alla
contraffazione possa essere più efficace se le sinergie non si limiteranno a coinvolgere gli attori
impegnati all’interno dei confini nazionali ma assumeranno una prospettiva europea ed
internazionale.
1 Festinger, L., (1957), Theory of Cognitive Dissonance. Stanford: University Press
Con questa teoria si descrive la tendenza degli individui a mantenere in armonia le loro rappresentazioni mentali degli
eventi e dell’ambiente esterno (credenze, decisioni, comportamenti, valutazioni affettive) e a produrre cambiamenti
nell’organizzazione cognitiva qualora si verifichi una condizione di incoerenza. Al fine di ridurre la dissonanza, il singolo
ricerca attivamente informazioni coerenti che supportino l’atteggiamento o il comportamento manifestato.
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In conclusione, minimizzare a livello individuale e sociale un reato commesso, a prescindere dalla
sua gravità, porta a ridurre la propria percezione di responsabilità morale e sociale, oltre ad avere
effetti sulla percezione della moralità altrui. Se da una parte ciò aiuta a sottolineare gli effettivi
gravi, e talvolta ignorati di questo fenomeno, dall'altra spinge a chiedersi, in ambito accademico, se
lo stesso valga anche per altri reati. Quel che è certo è la necessità di rendere i consumatori
sempre più consapevoli anche di un acquisto effettuato spesso con eccessiva leggerezza.
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Sommario 1. Metodo e procedura dell’indagine ................................................................................................................ 1
2. Il campione .................................................................................................................................................... 7
3. Conoscenza e consapevolezza del fenomeno della contraffazione ............................................................ 10
4. Percezione del fenomeno della contraffazione ........................................................................................... 12
5. E-commerce ................................................................................................................................................. 17
6. Comportamento d’acquisto e motivazioni di consumo .............................................................................. 21
7. Deterrenti al mercato del falso ................................................................................................................... 27
8. Deduzioni e confronti .................................................................................................................................. 31
8.1 Sociodemografiche ................................................................................................................................ 31
8.1.1 Genere ............................................................................................................................................ 31
8.1.2 Budget............................................................................................................................................. 33
8.1.3 Età ................................................................................................................................................... 34
8.2 Online .................................................................................................................................................... 36
8.3 Ambiente ............................................................................................................................................... 38
8.4 Il driver convenienza.............................................................................................................................. 39
8.5 Risvolti economici e legali ..................................................................................................................... 40
8.6 Salute ..................................................................................................................................................... 42
8.7 Aspetti sociali e psicologici .................................................................................................................... 43
Conclusioni ...................................................................................................................................................... 49
Bibliografia consultata ..................................................................................................................................... 52
Appendice ........................................................................................................................................................ 53
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1. Metodo e procedura dell’indagine
La popolazione dei giovani è rappresentata da consumatori consapevoli ed attivi in prima persona,
che svolgono anche un ruolo di importante influenza su quelli più adulti. Coinvolgere gli studenti in
campagne di sensibilizzazione, educarli a un consumo consapevole e rispettoso della normativa,
rivolgersi a loro con strategie di marketing e comunicazione ad hoc sono le chiavi del successo dei
brand e della lotta alla contraffazione. Escludere i giovani da questa battaglia sarebbe, invece, un
errore che porterebbe a vedere inficiati gli attuali sforzi di contrasto alla criminalità e al mercato del
falso.
L’indagine, qui presentata, è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario
cartaceo anonimo, stilato dopo un’analisi di ricerche recenti2, che avevano lo scopo di evidenziare
le aree tematiche più salienti in riferimento al fenomeno della contraffazione e dei giovani
consumatori.
Innanzitutto, sono state esplorate le caratteristiche sociodemografiche attraverso sei quesiti
riguardanti:
- genere
- età
- nazionalità
- provincia di residenza
- gestione autonoma di un budget
- ammontare del budget.
I soggetti lungo tutto il questionario hanno espresso la loro opinione attribuendo un punteggio su
scala Likert a 7 punti (con 1 “per nulla” e 7 “moltissimo”) o scegliendo fra più opzioni proposte (ad
eccezione di due casi in cui dovevano indicare un numero liberamente).
La prima domanda, volta ad indagare la percezione di rischio che i giovani hanno dei diversi canali
di distribuzione e consumo ed a verificare l’ipotesi secondo la quale il negozio tradizionale viene
erroneamente considerato come più sicuro, era così strutturata: “Quanto ritieni a rischio di frode gli
acquisti in un negozio tradizionale, in un mercato/su una bancarella, online?”.
La frequenza di acquisto negli ultimi sei mesi è stata esplorata invitando i partecipanti ad indicare
liberamente il numero di oggetti contraffatti comprati online e altrove (“Negli ultimi 6 mesi quanti
acquisti di prodotti/servizi contraffatti hai fatto online e altrove?”). In questo caso la risposta non era 2 CENSIS, 2014; e@asycommerce, 2014; Sacchi, S., Patrini, L., 2015
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guidata, ma era libera espressione del partecipante, perché si è preferito raggruppare
successivamente le risposte senza rischiare di perdere la validità del dato costringendolo a far
rientrare la propria risposta in una categoria prestabilita.
Un focus importante della ricerca è stato rivolto al consumo online poiché questo è un canale
sempre più diffuso e con il quale i membri della generazione digitale hanno familiarità. Due
domande strettamente collegate sono state a loro sottoposte per indicare innanzitutto le categorie
di prodotti che non acquisterebbero mediante l’e-commerce (“Tra tutte le categorie di prodotti e
servizi disponibili – abbigliamento e accessori, tecnologia, prodotti alimentari, viaggi, libri/CD/DVD,
prodotti farmaceutici e cosmesi - quali non acquisteresti mai online?”). Successivamente, invece, i
giovani hanno espresso le loro ragioni a riguardo - “Per quali ragioni non acquisteresti la/e
categoria/e sopra indicata/e?”:
- preferisco verificare di persona la qualità di prodotti/servizi;
- ho sentito di numerose truffe riguardo questi prodotti/servizi;
- il valore di questi prodotti/servizi è rilevante e, quindi, preferisco non effettuare pagamenti
online;
- essendo prodotti/servizi potenzialmente dannosi per la mia salute, sono solito comprarli presso
un punto vendita di fiducia.
Essendo un questionario anche di natura psicologica, sono state indagate anche motivazioni
sottostanti ai comportamenti di consumo adottato dai giovani. A questo proposito è stato loro
chiesto di indicare il peso dei driver che li hanno spinti ad acquistare consapevolmente un
prodotto/servizio contraffatto. “Ripensa ora a quando hai comprato consapevolmente un
prodotto/servizio contraffatto, magari a uno di quelli che hai indicato sopra. Per quali ragioni lo hai
fatto?”:
- convenienza/prezzo
- comodità
- influenza degli altri
- immagine sociale
- qualità
- reperibilità
- abitudine
- spensieratezza
- piacere
- possibilità di più acquisti
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- atto di protesta.
Come detto in precedenza la ricerca si è concentrata anche sulla relazione tra il fenomeno della
contraffazione e la rete, vista anche la fascia di età del campione. Si è indagato, quindi, anche il
ruolo dei Social Network in due domande concatenate. “Sei mai entrato in contatto
volontariamente o meno con pagine di Social Network che vendessero prodotti contraffatti?” e “se
sì”:
- ti sei fatto incuriosire pur essendoci capitato/a per caso;
- sei diventato/a follower della pagina;
- hai proceduto all’acquisto;
- hai messo tu stesso/a in vendita qualcosa;
- hai ottenuto informazioni utili all’acquisto di falso nella tua città;
- hai interrotto la navigazione in quella pagina.
La contraffazione ha ripercussioni di rilevanza sociale su tutta la comunità, pertanto è sembrato
opportuno verificare quanto la popolazione giovanile sia sensibile a questo argomento e quanto
invece lo giustifichi e minimizzi. “Quando stavi per effettuare un acquisto sia esso in un negozio o
online e sospettavi che il prodotto/servizio non fosse originale, hai pensato che il produttore”:
- potrebbe aver sviluppato strategie non sostenibili per l’ambiente;
- potrebbe non aver rispettato la normativa riguardo le condizioni del lavoratore;
- potrebbe aver utilizzato prodotti dannosi per la salute;
- potrebbe evadere le tasse;
- potrebbe arrecare un danno economico al brand originale;
- potrebbe causare la riduzione dei posti di lavoro;
- potrebbe sfruttare soggetti deboli.
Allo stesso scopo è stato chiesto loro di attribuire un valore ad una serie di aspetti positivi e
negativi relativi al download illegale di materiale. “Scaricare una serie televisiva da Internet
violando il copyright”:
- dà soddisfazione;
- è comodo;
- è dannoso;
- è diffuso;
- non è il crimine più grave;
- è piacevole;
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- è una protesta contro il mercato;
- è un affare;
- ha ricadute sull’intera comunità;
- è socialmente accettato;
- è illegale.
Questa domanda è stata inserita in relazione al fenomeno psicologico della dissonanza cognitiva
di Festinger3, la quale teorizza la propensione dell'individuo al mantenimento della coerenza tra i
suoi comportamenti e i suoi atteggiamenti, le norme sociali e le informazioni.
La richiesta (non strutturata, ovvero senza risposte prestabilite) "Quanti oggetti o indumenti che hai
con te in questo momento sai per certo che siano contraffatti?" mirava a rilevare dati sull'acquisto
contraffatto da parte di giovani, ma anche a suddividere il campione durante le analisi statistiche
che si sono concentrate sulla tematica della moralità.
Il questionario era volto anche all'ottenimento di informazioni utili per la progettazione di campagne
di sensibilizzazione e di informazione. Per questa ragione si sono volute indagare le strategie
antifrode che i giovani attuano online o in un punto vendita, ma soprattutto le loro lacune. Ciò
attraverso due domande. La prima, "Indica quali strategie antifrode sei solito mettere in atto sul
Web”:
- controllo della Partita Iva indicata sul sito Internet;
- verifica della correttezza espressiva;
- lettura veloce della guida all'acquisto (soprattutto riguardo reso e rimborso);
- visione dell'informativa sulla Privacy e sulle pratiche di tutela al consumatore;
- verifica dell'ufficialità della piattaforma d'acquisto sul sito del brand;
- lettura di recensioni precedenti acquirenti;
- contatto telefonico di un eventuale centro assistenza clienti.
La seconda, "Indica a cosa presti attenzione per evitare una frode quando stai comprando un
prodotto/servizio in un punto vendita”:
3 Festinger, L., (1957), Theory of Cognitive Dissonance. Stanford: University Press
Con questa teoria si descrive la tendenza degli individui a mantenere in armonia le loro rappresentazioni mentali degli
eventi e dell’ambiente esterno (credenze, decisioni, comportamenti, valutazioni affettive) e a produrre cambiamenti
nell’organizzazione cognitiva qualora si verifichi una condizione di incoerenza. Al fine di ridurre la dissonanza, il singolo
ricerca attivamente informazioni coerenti che supportino l’atteggiamento o il comportamento manifestato.
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- controllo della provenienza degli ingredienti/denominazione di origine;
- verifica dei materiali;
- controllo accurato del brand;
- fiducia nel commerciante;
- prezzo;
- qualità;
- presenza online.
Inoltre, essendo la contraffazione un comportamento illegale, è sembrato opportuno confrontarlo
con altri reati: "Secondo te quanto è grave”:
- non rispettare l'ambiente;
- danneggiare la salute di un altro;
- rubare;
- sfruttare i soggetti più deboli;
- scaricare un film da Internet;
- restituire il resto in eccesso;
- comprare una maglia tarocca;
- evadere le tasse;
- truffare una persona.
Questa voce è stata ideata sulla base delle precedenti ricerche che esploravano il legame tra il
proprio comportamento e la percezione della moralità4.
Sono state, successivamente, messe a confronto (su scala Likert a 7 punti) le conseguenze
negative per cui si è meno disposti a rivolgersi al mercato del falso e le caratteristiche che invece
spingono a comprare un prodotto originale mediante le seguenti domande:
"Quali sono i fattori o le conseguenze davanti ai quali sei meno disposta/o ad acquistare un
prodotto contraffatto?”:
- incappare in sanzioni amministrative;
- sapere di aver contribuito allo sfruttamento della manodopera;
- non aver tutelato l'ambiente;
- aver optato per un prodotto di più bassa qualità;
- aver supportato la criminalità organizzata.
4 Gino, F., Norton, M. I., Ariely, D. (2010) ; Gino, F., Schweitzer, M. E., Mead, N. L., Ariely, D. (2011)
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"Quali comportamenti e caratteristiche di un brand ti invogliano di più a comprare il prodotto
originale, nonostante il prezzo magari più elevato?”:
- attenzione all'impatto ambientale ed ecologico;
- promozione di campagne pubblicitarie accattivanti;
- cura della confezione dell'etichettatura;
- rispetto della normativa sul lavoro;
- realizzazione di punti vendita ad alto impatto emotivo;
- produzione in Italia;
- impegno nella ricerca e nell'innovazione;
- centro assistenza;
- promozione di esperienze nuove ed estreme per il consumatore;
- relazione con il cliente/rapporto di fiducia;
- comodità.
Da ultimo è stata testata la volontà di riacquistare un prodotto falso dopo che veniva reso esplicito,
attraverso un'immagine a valenza negativa, un effetto collaterale che una tale produzione ha
sull'intera comunità. La domanda era così strutturata: "Immagina di aver acquistato un prodotto
contraffatto. Dopo l'acquisto scopri che”:
- l'azienda che lo ha prodotto, per risparmiare, smaltisce così i rifiuti (immagine 1). Quanto
sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
- i dipendenti dell'azienda che lo ha prodotto lavorano in queste condizioni (immagine 2).
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
- questo è il lavoratore medio dell'azienda (immagine 3). Quanto sei disposto a ricomprare
un suo prodotto?
- l'uso dei prodotti di questa azienda ha causato queste reazioni (immagine 4). Quanto sei
disposto a ricomprare un suo prodotto?
- questo mercato finanzia le attività della criminalità organizzata locale, come lo spaccio di
droghe (immagine 5). Quanto sei disposto a ricomprare il suo prodotto?
- il brand originale ha dovuto chiudere una sede e liquidare i dipendenti perché a causa della
concorrenza del mercato illegale non guadagnava in modo sufficiente (immagine 6).
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
- non verrà emesso lo scontrino fiscale in quanto il rivenditore evade tasse (immagine 7).
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
Si rimanda all’appendice per la visione del questionario completo.
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2. Il campione
Ad oggi hanno preso parte all’indagine di INDICAM circa 400 studenti, coinvolti durante un incontro
di formazione e sensibilizzazione in occasione della Giornata della Legalità organizzata da
Confcommercio Milano nell’autunno 2015.
Gli studenti di scuole secondarie di secondo grado che hanno risposto in modo esaustivo al
questionario cartaceo loro somministrato sono stati 273 ragazze e ragazzi. I due generi erano
pressoché omogeneamente rappresentati, come riportato in figura 1.
Figura 1: campione suddiviso in percentuali di genere – il totale non è uguale a 100 perchè vi è lo 0,3% di risposte mancanti
Il campione rappresentativo della popolazione attualmente racchiude un target di età compreso tra
i 14 e i 20 anni (fig. 2), principalmente di nazionalità italiana (fig.3) provenienti dalla Lombardia ed
in particolar modo dalla provincia di Milano (fig. 4).
Figura 2: età massima, media e minima del campione di riferimento – vi è lo 0,4% di risposte mancanti
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Figura 3: nazionalità di appartenenza del campione – il totale non è 100 perché vi è lo 0.7% di risposte mancanti
Figura 4: valori percentuali relativi alla provincia di provenienza dei rispondenti
Alla richiesta di indicare la disponibilità economica personale a loro disposizione mensilmente il
62% circa ha dichiarato di non aver un budget proprio (dato che però può far sospettare una mal
interpretazione della domanda), come in fig. 5.
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Figura 5: valori percentuali dei giovani che hanno un budget a disposizione – il totale non è uguale a 100 perché vi è lo 0,7% di
risposte mancanti
Il restante 37,4% dei rispondenti ha ammesso di gestire in modo autonomo una data somma di
denaro che in media, per il 32,2% del campione, è risultata essere pari a 95,69 euro, con un valore
massimo di 800 euro e un minimo di 10 euro.
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3. Conoscenza e consapevolezza del fenomeno della contraffazione
È stata indagata la consapevolezza del campione circa il rischio di incappare in prodotti contraffatti
all’interno di differenti contesti di vendita, nello specifico in un negozio tradizionale, su una
bancarella di un venditore ambulante e nel canale e-commerce.
Figura 6: quanto ritieni a rischio di frode i seguenti acquisti? (valori medi attribuiti su scala Likert da 1 a 7)
Come riportato in figura 6, il contesto nel quale viene percepito maggior rischio di acquistare un
prodotto contraffatto è quello relativo ai venditori ambulanti al quale i rispondenti hanno attribuito
un punteggio medio di 5.49 (DS=1.625) su una scala Likert da 1 a 7 dove 1 significava “Per nulla”
e 7 “moltissimo”. A seguire, con una media leggermente inferiore (M=4.91; DS=1.692), viene
attribuito un certo rischio al canale e-commerce, che resta comunque più elevato rispetto al
contesto di negozio tradizionale che vede un punteggio medio di solo 2,46 (DS=1,415).
Quest’ultimo dato indica una scarsa consapevolezza dei potenziali e/o reali rischi all’interno di un
contesto di apparente sicurezza come quello del negozio, nel quale è presente, invece, il pericolo
di credere di aver acquistato un bene originale ritrovandosi poi con un prodotto contraffatto.
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Figura 7: quanto ritieni a rischio di frode i seguenti acquisti? (valori %)
Come si nota dalla figura 7, il 76,0% dei rispondenti reputa a basso rischio di frode acquistare dei
beni in un negozio tradizionale, indice di una scarsa consapevolezza del potenziale rischio
presente anche in questo contesto d’acquisto. Il maggior rischio percepito è attribuito all’ambiente
del mercato, dove il 73,6% dei ragazzi risponde “molto” alla domanda. Inferiore, ma altrettanto
rilevante è il 61,9% del pericolo di frode correlato agli acquisti online.
Ai giovani rispondenti è stato chiesto di indicare il numero di oggetti contraffatti che avevano con
sé al momento dell’indagine. Tra i ragazzi che hanno risposto un quarto ha ammesso di averne
almeno uno.
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4. Percezione del fenomeno della contraffazione
Ai partecipanti è stato chiesto di ripensare a quali comportamenti scorretti associno alla produzione
di merce contraffatta in fase di acquisto (fig. 8).
Figura 8: quando stavi per effettuare un acquisto sia esso in un negozio o online e sospettavi che il prodotto/servizio non
fosse originale, hai pensato che il produttore (valori %)
Il 43,2% dei rispondenti pensa che il produttore del bene contraffatto abbia evaso le tasse e che
abbia utilizzato materiali dannosi per la salute (37,7%). Una percentuale minore dei giovami
associa un tale comportamento del produttore al conseguente danno economico al brand originale
(26%) così come allo sfruttamento dei soggetti più deboli (24,5%) e alla violazione della normativa
riguardo le condizioni del lavoratore (22,7%). Aspetti quasi per nulla presi in considerazione dal
campione riguardano due gravi conseguenze: la prima relativa alla riduzione dei posti di lavoro
(9,2%) e la seconda all’inquinamento dovuto all’adozione di strategie non sostenibili per l’ambiente
(8,4%).
I giovani partecipanti hanno successivamente così descritto il comportamento illegale di violazione
del copyright messo in atto mediante il download di serie televisive dal Web – le risposte venivano
date su una scala Likert a 7 punti dove 1 indicava “per nulla” e 7 “moltissimo” (fig. 9).
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Figura 9: scaricare una serie televisiva da Internet violando il copyright è: (valori medi su scala Likert da 1 a 7)
Ciò è stato definito, in primis, come una pratica diffusa (M=6,22; DS=1,313) la cui caratteristica
principale è risultata essere la comodità (M=5,59; DS=1,537). Nonostante le valutazioni
precedenti, i partecipanti hanno riconosciuto come nettamente illegale questa attività (M=5,08;
DS=2,060); l’elevata deviazione standard indica che tuttavia non c’è stato un accordo lineare tra i
punteggi assegnati a questa voce. Ha ottenuto punteggi superiori alla media l’accettazione sociale
del fenomeno (M=4,88; DS=1,898), sebbene lo stesso sia poi descritto come reato (M=4,84;
DS=2,024) per quanto non il più grave (M=4,77;DS=1,995), ma fondamentalmente considerato un
affare (M=4,77; DS=1,950) e piacevole (M=4,10;DS=2,088). Il livello di soddisfazione generato da
un tale comportamento (M=3,43; DS=2,287) prevale sulla considerazione di potenziali ricadute
(M=3,18; DS=1,919) e danni all’intera comunità (M=3,13;DS=2,017). Dalla maggior parte questo
non viene ritenuto un atto di protesta (M=2,43;DS=1,829), come invece è emerso in precedenti
indagini. Importante è constatare l’elevato punteggio attribuito agli item “diffuso” e “socialmente
accettato”, indici relativi a fenomeni psicologici come la diffusione di responsabilità e l’ignoranza
collettiva che intervengono in modo incisivo nell’influenzare atteggiamenti e comportamenti del
giovane consumatore.
Focalizzandosi sugli aggettivi che hanno ottenuto punteggi più alti relativamente all’azione di
scaricare una serie televisiva (fig.10), si evince come la diffusione del reato sia condivisa da ben
l’85,7% dei giovani rispondenti. Oltre la metà del campione è consapevole che sia un reato
(65,2%) ma, nonostante ciò, la comodità spiega perché non si rinuncia a questo tipo di azione
illegale (78%).
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I soggetti sono stati, quindi, invitati a valutare un elenco di comportamenti socialmente ritenuti
scorretti, indicando il livello di gravità da loro percepito su una scala Likert a 7 punti dove 1
significava “per nulla” e 7 “moltissimo”. Con ciò si è voluta portare alla luce la considerazione che i
giovani hanno di questi “reati” apparentemente avulsi dal fenomeno della contraffazione, ma che in
realtà sono ad esso associati (fig.11).
Figura 11: secondo te quanto è grave: (valori medi su scala Likert da 1 a 7)
Figura 10: scaricare una serie televisiva da Internet violando il copyright è: (valori %)
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Dall’istogramma si evince che i giovani ritengano come più gravi arrecare danno alla salute di un
altro (M=6,47; DS=1,043) e truffare (M=6,4; DS=1,125). Ad un secondo livello, a pari incidenza,
vengono indicati lo sfruttamento di soggetti deboli (M=6,09; DS=1,359), l’evasione fiscale (M=6,08;
DS=1,389), il furto (M=6,08; DS=1,288) e il danno ambientale (M=6,07; DS=1,344). Scaricare
illegalmente contenuti viene, invece, riportato in ultima posizione (M=2,81; DS=1,765), definendo
questo comportamento di minor gravità in assoluto. Questo punteggio, se confrontato con quello
riportato nella figura precedente, indica una certa coerenza considerato che il reato di download
illegale di contenuti è riconosciuto come tale, tuttavia se citato al pari di altri reati non viene
reputato il più grave. A livello intermedio emergono la non restituzione del resto in eccesso
(M=4,36; DS=1,365) e l’acquisto di una maglia falsa (M=3,37; DS=1,999). Pertanto, si deduce che
i due comportamenti strettamente collegati con la violazione della Proprietà Intellettuale siano
quelli percepiti come meno gravi, mentre alle conseguenze e ai reati che si nascondono dietro a
questo fenomeno venga attribuito un peso maggiore. Inoltre, la gravità è influenzata dalla
percezione del danno alla propria persona (salute e truffa) e non a terzi. Risulta importante tenere
in considerazione ciò nell’ideazione di strategie di comunicazione e nella diffusione della cultura
della legalità: sottolineare la stretta associazione tra certi comportamenti e la contraffazione può
risultare più efficace del semplice confronto tra originale e contraffatto.
Figura 12: secondo te quanto è grave: (valori%)
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Tra i comportamenti scorretti proposti ai partecipanti, truffare ha ricevuto un punteggio alto dal
93,4% degli studenti che definisce questo reato “molto” grave. Leggermente inferiore, ma
altrettanto rilevante, è la percentuale (92,3%) di coloro che hanno attribuito una gravità elevata al
danneggiamento della salute di un'altra persona. Infine, l’86,1% dei rispondenti è d’accordo nel
ritenere altrettanta rilevanza lo sfruttamento dei soggetti più deboli (fig.12).
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5. E-commerce
Chiedendo agli studenti di indicare quali fossero i prodotti e servizi che non acquisterebbero mai
online, la maggioranza cita la categoria dei prodotti alimentari (57,1%) e farmaceutici/cosmetici
(56%) che verrebbero invece acquistati rispettivamente dal 42.9% e dal 44% partecipanti (fig. 13).
Figura 13: tra tutte le categorie di prodotti o servizi quali non acquisteresti mai online? (valori %)
Le categorie relative all’abbigliamento, ai viaggi e ai libri/CD/DVD sono quelle che tradiscono un
minor timore di acquisto in quanto sono state scelte rispettivamente dal 41,8%, 41,4% e 41%.
Infatti, sono le medesime categorie a riportare il numero maggiore di potenziali acquirenti con il
58,2%, 58,6% e 59% di partecipanti disposti a scegliere l’e-commerce per acquistare un capo
d’abbigliamento, dei libri/CD/DVD o per programmare un viaggio. La tecnologia resta una
categoria intermedia, con il 52,7% che acquisterebbe prodotti tecnologici online e il 47,3% che, al
contrario, non sarebbe un potenziale acquirente. Questi dati fanno trapelare la necessità di
incrementare la conoscenza dei consumatori circa ciò che potrebbe essere rischioso o meno e le
strategie applicabili ai fini di non incappare in truffe online.
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Dopo aver appurato quali categorie di prodotti non verrebbero mai acquistate online, è stato
chiesto ai partecipanti di indicare le motivazioni all’avversione nei confronti di questo canale
(fig.14).
Figura 14: per quali ragioni non acquisteresti la/e categoria/e sopra descritta/e? (valori %)
La maggioranza del campione (71,8%) ha dichiarato di preferire una verifica personale della
qualità dei prodotti e servizi suggerita dalla preoccupazione per la salute che porta gli acquirenti a
fidarsi maggiormente di un punto vendita ufficiale rispetto all’e-commerce (44,7%). Il valore elevato
dei prodotti per i quali un pagamento online potrebbe risultare rischioso preoccupa solo il 13,9%
partecipanti e di poco superiore è la cifra di coloro che hanno sentito parlare in precedenza di truffe
(16,5%). Queste due opzioni, infatti, non sono state considerate da più di 220 studenti.
Coerentemente con la numerosità di rispondenti che acquisterebbe prodotti farmaceutici e di
cosmesi online senza nessuna preoccupazione, vi è il 51,3% di studenti che non teme per la
propria salute e che quindi non la vede come motivazione al non acquisto. Infine, il 24,5% è la
percentuale di persone a cui non importa verificare di persona la qualità di un servizio o di un
prodotto tra quelli sopracitati.
L’uso dei Social da parte dei giovani porta a chiedersi se utilizzino questo canale anche per
ottenere informazione e/o acquistare prodotti/servizi contraffatti. Come in fig.15, si nota infatti che
la maggioranza del campione (64,8%) non è mai entrata in contatto volontariamente o meno con
profili/pagine che promuovessero la commercializzazione di merce falsa.
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Figura 15: sei mai entrato in contatto volontariamente o meno con pagine di Social Network
che vendessero prodotti contraffatti? (valori %)
Figura 16: i comportamenti dei giovani su pagine social promotrici di contraffazione (valori %)
Del 31,9% che invece ha dichiarato di aver navigato su tali profili, la maggior parte ha interrotto la
navigazione (44%) seguita dal 35% che, invece, si è lasciata incuriosire dai contenuti. Percentuali
irrilevanti indicano che l’utente è diventato follower (9%) o ha proceduto all’acquisto (9%).
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Completamente irrisori i dati relativi alla vendita di propri prodotti (1%) e alla ricerca di informazioni
(2%). (fig. 16)
I giovani sono stati successivamente invitati ad indicare quali siano le strategie antifrode che sono
soliti mettere in atto a propria tutela sul Web (fig.17).
Figura 17: indica quali strategie antifrode sei solito mettere in atto sul Web: (valori %)
I giovani utenti di Internet si affidano principalmente alla lettura delle recensioni di altri consumatori
(59,3%) per evitare di incappare in frodi o mercati illeciti. Una percentuale minore (38,1%), invece,
ha dichiarato di verificare l’ufficialità della piattaforma di acquisto sul sito del brand e il 33% di
leggere la guida all’acquisto, soprattutto riguardo i termini di reso e rimborso (Terms & Conditions).
Irrisorie come strategie adottate online sono la visione dell’Informativa sulla Privacy (27,1%), il
contatto telefonico al centro d’assistenza (20,1%) e la verifica della correttezza lessicale (18,3%).
Solo una minoranza (13,2%) ha selezionato il controllo della Partita Iva, dato essenziale sui siti
Web ufficiali.
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6. Comportamento d’acquisto e motivazioni di consumo
È stato chiesto ai partecipanti di riportare indicativamente il numero di acquisti di prodotti
contraffatti effettuati negli ultimi sei mesi (fig. 18 e 19).
Figura 18: negli ultimi 6 mesi quanti acquisti diprodotti/servizi contraffatti hai fatto (valori %)
Figura 19: negli ultimi 6 mesi quanti acquisti di prodotti o servizi contraffatti hai fatto (valori %)
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Dalle figure 18 e 19, si evince come la maggior parte dei soggetti dichiari di non aver acquistato
prodotti contraffatti né online (46,5%) né altrove (31,5%) negli ultimi sei mesi. Un numero inferiore
di rispondenti riferisce di aver acquistato almeno un prodotto contraffatto tramite il canale e-
commerce (12,5%) e/o in qualsiasi altro contesto (28,6%). Questi dati riportano una certa coerenza
con il rischio percepito nei confronti dell’e-commerce che, quindi, non vede un gran numero di
acquisti effettuati tramite questo canale. Con l’aggiunta necessità di possedere uno strumento per
il pagamento online, può dirsi non diffuso in questa fascia di età.
Procedendo ad un acquisto in un punto vendita tradizionale al fine di evitare di incappare in una
frode, i giovani adottano le seguenti strategie (fig. 20).
Figura 20: indica a cosa presti attenzione per evitare una frode quando stai comprando un prodotto oppure un servizio
in un punto vendita (valori %)
Il primo fattore (62,3%), a cui i giovani rispondenti prestano attenzione, è la qualità del prodotto,
che a loro detta può essere verificata di persona in un punto vendita. Il 56% ha affermato di
controllare la provenienza della merce e degli ingredienti (DOC) e il 53,8% di affidarsi al prezzo per
accertare l’originalità del bene. Poca importanza viene data alla verifica dei materiali (44,7%) e al
controllo accurato del brand e del logo (31,5%). Vengono, infine, trascurati il rapporto di fiducia con
il commerciante (22%) e la presenza online del canale di distribuzione (11%).
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L’indagine esplorativa sulle motivazioni che spingono i giovani a comprare un prodotto o un
servizio che violi la Proprietà Intellettuale ha fatto emergere quanto riportato nella figura 21. Questi
i valori medi calcolati in base ai punteggi attribuiti dagli studenti su una scala Likert a 7 punti, con 1
che indicava “per nulla” e 7 “moltissimo”.
Figura 21: ripensa ora a quando hai comprato consapevolmente un prodotto/servizio contraffatto. Per quali ragioni lo hai
fatto? (valori medi su scala Likert da 1 a 7)
Il prezzo conveniente risulta essere la ragione principale per rivolgersi al mercato del falso
secondo i giovani (M=5,20; DS=1,803), seguito dalla conseguente possibilità di acquistare più
prodotti (M=4,07; DS=2,282). I valori sotto il punto medio (M<4) sono stati assegnati a comodità
(M=3,60; DS=1,886), piacere (M=3,19; DS=1,964), reperibilità (M=2,98; DS=1,868),
spensieratezza (M=2,78; DS=1,860) e abitudine (M=2,23; DS=1,607). Va sottolineato che il fattore
“qualità” non è un elemento a cui i giovani danno importanza e peso (M=2,29; DS=1,590), segno
della consapevolezza che l’acquisto di un prodotto contraffatto non è dettato dalla ricerca della
qualità, come invece avviene, in modo esattamente opposto, quando si acquista un prodotto
originale. Irrisoria rilevanza viene, infine, attribuita agli aspetti prevalentemente sociali: l’immagine
sociale (M=2,08; DS=1,594) e l’influenza del gruppo dei pari (M=2,02; DS=1,577). Da ultimo, è
risultato l’atto di protesta (M=1,68; DS=1,520) inteso come gesto di resistenza a un mercato
imposto e gestito dai grandi brand.
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Figura 22 : ripensa ora a quando hai comprato consapevolmente un prodotto/servizio contraffatto.
Per quali ragioni lo hai fatto? (valori %)
Tra le motivazioni più accreditate dal campione emerge dalla figura 22 che la maggioranza sceglie
di acquistare un prodotto contraffatto per convenienza (63,4%), sfruttando la possibilità di
acquistare più di un prodotto (40,7%) e per comodità (29,7%). Rilevante è anche la percentuale di
partecipanti che non risponde la quale si aggira tra l’11% ed il 12,8%.
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Per individuare i punti di forza su cui dovrebbero puntare i brand originali per invogliare l’acquisto
dei propri prodotti, è stato chiesto ai partecipanti di indicare il loro grado di importanza su una scala
Likert, da 1 a 7, in merito a un elenco di comportamenti e di caratteristiche tipiche di marchi noti
(fig. 23).
Figura 23: quali comportamenti e caratteristiche di un brand ti invogliano di più a comprare il prodotto originale, nonostante il
prezzo magari più elevato? (valori medi su scala Likert da 1 a 7)
Al contrario di quanto emerso relativamente alla merce del mercato del falso, la qualità è la
caratteristica chiave nella scelta di prodotti originali (M=5,82; DS=1,430). Questo aspetto, di cui si
è già trattato sopra, viene avvalorato anche dal confronto dei punteggi tra queste risposte e quelle
della domanda precedente circa le motivazioni all’acquisto contraffatto. Una correlazione negativa
è risultata statisticamente significativa (Pearson=-.130, p<.05) indicando che le due motivazioni
vengono attribuite in maniera esattamente opposta: i giovani consumatori ricercano la qualità in un
prodotto originale, che implica un prezzo maggiore, tanto quanto non la prendono in
considerazione come aspetto rilevante quando si rivolgono al mercato del falso.
Importanza discreta viene assegnata alla comodità dell’acquisto (M=4,93; DS=1,860), all’impegno
dell’azienda nella ricerca e nell’innovazione (M=4,88; DS=1,756), alla garanzia della produzione in
Italia (M=4,86; DS=1,850) e al rispetto della normativa sul lavoro (M=4,81; DS=1,790). Ad
incentivare il consumo di prodotti non contraffatti giocano un ruolo strategico anche il rapporto di
fiducia stabilito tra cliente e brand (M=4,70; DS=1,798) e il servizio di assistenza garantito della
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casa madre (M=4,60; DS=1,714). Interessante la posizione pari merito raggiunta da tre aspetti
caratteristici del prodotto e di ciò che questo simboleggia: la realizzazione di punti vendita ad alto
impatto emotivo (M=4,03; DS=1,735), la promozione di esperienze nuove ed estreme per il
consumatore (M=4,03;1,856), la cura della confezione e dell’etichettatura (M=4,03; DS=1,752). Gli
aspetti di marketing, presenza online e sui Social (M=3,89; DS=1,804) e la promozione di
campagne pubblicitarie accattivanti (M=3,41; DS=1,999), non ricevono una grande attenzione da
parte dei più giovani. Infine, l’attenzione all’impatto ambientale ed ecologico da parte delle case
produttrici non ottiene un punteggio elevato (M=3,73; DS=1,784).
Figura 24: quali comportamenti e caratteristiche di un brand ti invogliano di più a comprare il prodotto originale, nonostante il
prezzo magari più elevato? (valori %)
Anche dalla figura 24 emerge che, al contrario dell’acquisto contraffatto che viene effettuato con la
consapevolezza di non ottenere un prodotto qualitativamente rilevante, nella scelta di un prodotto
originale la qualità è la caratteristica condivisa dall’81,3% dei giovani. Supera la metà del
campione (59.3%) anche sapere che il brand si impegna nella ricerca e nell’innovazione. Come nel
download di serie televisive da Internet, anche nel caso dell’acquisto di un prodotto originale la
comodità trova l’accordo del 60,8% delle risposte.
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27
7. Deterrenti al mercato del falso
Per sviluppare strategie di tutela alla Proprietà Intellettuale e di diffusione della cultura anti-
contraffazione è interessante conoscere ciò che più trattiene i giovani dall’acquistare merce falsa,
aspetti e fattori che i rispondenti hanno ordinato su una scala Likert, da 1 a 7 (fig. 25):
Figura 25: quali sono i fattori o le conseguenze davanti ai quali sei meno disposto ad acquistare un prodotto contraffatto?
(valori medi su scala Likert da 1 a 7)
La consapevolezza di essere potenziali finanziatori della criminalità organizzata, le cui attività
vengono sovvenzionate dalla commercializzazione di merce falsa, è l’elemento per cui i giovani si
sono detti meno disposti ad acquistare un prodotto contraffatto (M=5,21; DS=1,936). La paura di
incappare in sanzioni amministrative è il secondo deterrente potenzialmente efficace (M=4,77;
DS=1,937) e a seguire l’inquinamento ambientale (M=4,66; DS=1,844). Lo sfruttamento della
manodopera (M=4,59; DS=1,896) e la scarsa qualità del prodotto/servizio (M=4,12; DS=1,868)
sono gli aspetti a cui viene data minor importanza, pur ottenendo un punteggio nettamente
superiore al punto medio (M>4).
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28
Figura 26: quali sono i fattori o le conseguenze davanti ai quali sei meno disposto ad acquistare un prodotto contraffatto?
(valori %)
Il 65,2% del campione è maggiormente disposto a rinunciare a un prodotto contraffatto sapendo di
aver supportato la criminalità organizzata, temendo di correre il rischio di incappare in sanzioni
amministrative (56,4%) e avendo la consapevolezza di non aver tutelato l’ambiente (53,8%).
Infine, è stata valutata l’influenza di immagini raffiguranti le conseguenze del mercato del falso, fig.
27. Posti di fronte alla concreta rappresentazione degli effetti negativi della produzione illegale,
sono stati invitati ad indicare la loro intenzione di riacquistare merce dell’azienda responsabile del
danno o reato raffigurato su una scala Likert da 1 (per nulla) a 7 (moltissimo).
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29
Figura 27: immagina di aver acquistato un prodotto contraffatto. Dopo l’acquisto scopri che…Quanto sei disposto a
ricomprare un prodotto di quell’azienda? (valori medi su scala Likert da 1 a 7)
Le risposte date indicano che gli effetti collaterali di alcuni prodotti contraffatti sulla propria salute
rappresentano il deterrente più forte (M=1,14; DS=,780).
Lo sfruttamento della forza lavoro minorile (M=1,61; DS=1,228) e la violazione delle norme
ambientali (M=1,82; DS=1,147) sono altresì efficaci aspetti dissuasori. La collusione con la
criminalità organizzata (M=1,98; DS=1,668), le condizioni lavorative fuori norma (M=2,12;
DS=1,437) e l’incidenza sugli introiti dell’azienda con conseguente perdita di posti di lavoro e
fallimenti (M=2,3; DS=1,625) seguono la classifica dei deterrenti all’acquisto del falso.
All’ultimo posto compare l’evasione fiscale (M=2,67; DS=1,737), fattore che i giovani vedono meno
vicino a loro e che, in generale, potrebbero giustificare con il periodo di “crisi economica” e di “crisi
dell’autorità politica” che vivono.
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Figura 28: intenzione al riacquisto di un prodotto contraffatto (valori %)
In conclusione, la propensione al riacquisto dopo aver mostrato un’immagine a valenza negativa si
distribuisce come in figura 28. Le percentuali di giovani che non ricomprerebbero un prodotto di
quell’azienda sono pari al 97,4% quando l’immagine riguardava i danni alla salute, al 91,6%
quando lo sfruttamento di minori e l’89,4% quando l’inquinamento ambientale.
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8. Deduzioni e confronti
In questa sezione esponiamo alcune conclusioni a cui si è giunti attraverso una serie di analisi
statistiche
8.1 Sociodemografiche
8.1.1 Genere
Differenze di genere sono emerse riguardo i luoghi di acquisto. È risultato che i ragazzi sono più
propensi all’acquisto contraffatto online [χ2(1, n=272)= 3,575, p<.05)] che altrove rispetto alle
ragazze.
Tenendo come campione solo i partecipanti che hanno dichiarato di acquistare merce contraffatta
online è stato dimostrato che i giovani di sesso maschile motivano questo comportamento in modo
significativamente diverso rispetto alle donne per quanto riguarda immagine sociale (F=5,596;
p<.05) dando a questo aspetto maggior importanza seppur restando sotto il valore medio sulla
scala Likert (M=2,94; DS=2,076 e M=1,53; DS=1,060). Lo stesso per reperibilità F=5,272, p<.05
visto il confronto delle medie (M=4,29;DS=2,024 e M=2,73;DS=1,792), per abitudine F=11,855,
p<.01 (M=3,59; DS=1,970 e M=1,60; DS=1,121) ed, infine, per piacere F=4.299, p<.05 (M=4,33;
DS=1,759 e M=2,87; DS=2,100).
La medesima analisi è stata svolta su un sotto-campione che comprendeva solo chi si rivolge al
mercato del falso altrove e ha confermato la maggior importanza, seppur sotto il punto medio della
scala Likert, data all’immagine sociale dei maschi rispetto alle femmine F=4,939, p<.05 (M=2,57;
DS=1,709 e M=1,76; DS=1,401).
È stato, poi, svolto un confronto di genere sulle strategie che i giovani rispondenti adottano online
e in un punto vendita. Dalla rilevazione è emerso che i comportamenti antifrode si diversificano a
seconda della categoria di appartenenza. Nello specifico, alcuni di questi mostrano una differenza
statisticamente significativa come nel caso della “lettura veloce della guida all’acquisto (soprattutto
riguardo reso e rimborso)” che risulta essere messa in atto maggiormente dalle ragazze rispetto ai
ragazzi [χ2(1, n=237)= 3,526, p≤.05)]. Inoltre anche il “controllo accurato del brand” vede un
comportamento discordante in modo statisticamente significativo per cui i ragazzi prestano
maggiore attenzione alla verifica diretta del logo [χ2(1, n=260)= 3,445, p≤.05)].
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Sono state inoltre confrontate le categorie di prodotti che non verrebbero acquistate online sulla
base del genere di appartenenza (tab. 1).
Tipologia prodotto Ragazze Ragazzi Totale
Abbigliamento/accessori 21% 21% 42%
Tecnologia 26,1% 21,3% 47.4%
Alimenti 25% 32% 57%
Viaggi 21,3% 20,2% 41,5%
Libri/CD/DVD 21% 20,2% 41,2%
Pharma e cosmesi 25,4% 30,5% 55,9%
Tabella 1: confronto di genere prodotti/servizi acquistabili online
I dati riportati in tabella 1 non fanno emergere differenze statisticamente significative tra i sotto-
campioni di genere nell’acquisto di distinte categorie di prodotti. Invece, si nota come nonostante la
familiarità del target con il digitale questo non venga scelto come principale canale di acquisto in
modo sostanziale, come già discusso in precedenza.
I due sotto-campioni sono stati messi a confronto anche riguardo la percezione di gravità di alcuni
reati. Quelli a cui è stato attribuito un peso diverso in modo statisticamente significativo e sempre
maggiore da parte delle ragazze sono: danneggiare la salute di un altro [t(df=268)=2,444 p<.05]
(M=6,63; DS=,740; M=6,33; DS=1,245); rubare [t(df=269)=4,107 p<.001] (M=6,40; DS=,939;
M=5,78; DS=1,483); sfruttare i soggetti più deboli [t(df=264)= 2,532 p<.05] (M=6,31; DS=1,149;
M=5,89;DS=1,500); non restituire il resto in eccesso [t(df=267)=2,031 p<.05] (M=4,59; DS=1,821;
M=4,13; DS=1,878); truffare [t(df=269)=2,793 p<.010] (M=6,59; DS=8,44; M=6,22; DS=1,311).
Questi dati possono essere utili per costruire campagne di sensibilizzazione che prendano in
considerazione maggiormente i reati percepiti più gravi e che distinguano il target in base al
genere.
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8.1.2 Budget
Confrontando i sotto-campioni creati suddividendo i rispondenti tra chi ha dichiarato di avere una
personale disponibilità economica e chi no, non sono risultate differenze statisticamente
significative circa le motivazioni che spingono questi all’acquisto del falso. Restano, però,
confermate la prioritaria importanza data al prezzo/convenienza del prodotto contraffatto per
entrambi i gruppi (M=5,33; DS=1,814 per chi ha un budget e M=5,13; DS=1,796 per chi non lo ha)
così come l’ultima posizione ricoperta dalla protesta (M=1,76; DS=1,633 per chi ha budget e
M=1,64; DS=1,453 per chi non lo ha).
Mentre acquistando contraffatto si punta al risparmio (come sopra esposto) rinunciando alla
qualità (M=2,11; DS=1,524 per chi ha budget e M=2,41; DS=1,630), così non è quando ci si rivolge
a un rivenditore autorizzato o si pensa a un brand originale. Entrambi i gruppi, infatti, hanno
attribuito un maggior punteggio su scala Likert 1-7 alla qualità del prodotto originale come incentivo
all’acquisto (M=5,94; DS=1,476 per chi ha budget e M=5,74; DS=1,399 per chi non ha budget).
Campagne di sensibilizzazione dovrebbero, quindi, sottolineare la garanzia di qualità offerta da
una catena di produzione legale ed originale e, però, non puntare sulla scarsa qualità del prodotto
contraffatto, dal momento che il consumatore medio ne è già consapevole e non rinuncia per
questo all’acquisto.
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8.1.3 Età
Dividendo il campione tra minorenni e maggiorenni, sono state esplorate le strategie che questi
adottano sia sul Web sia in un punto vendita per evitare di incappare in frodi (fig. 29).
Figura 29: valori percentuali del campione diviso tra maggiorenni e minorreni circa le strategie antifrode messe in atto online
Come in figura 29, l’unica strategia messa in atto dalla maggioranza degli studenti è quella relativa
alla lettura di recensioni sia tra i maggiorenni (69,3%) sia tra i minorenni (57,2%). Tutte le altre
pratiche antifrode non arrivano a coinvolgere il 50% del campione: una grave lacuna emerge sulla
procedura più rapida ed efficace ma ai più sconosciuta, ovvero quella del controllo della Partita Iva
(22.8% tra i maggiorenni e 8.2% tra i minorenni). Una campagna di sensibilizzazione non potrà
non informare circa queste pratiche di tutela.
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Figura 30: valori percentuali del campione diviso tra maggiorenni e minorreni circa le strategie antifrode in un punto vendita
Sembra evidente, dal grafico in figura 30, che i giovani, indipendentemente dall’età, prestino
maggior cura al controllo dei prodotto nei punti vendita, riconfermando l’attenzione alla qualità della
merce come indice di originalità dello stesso (67,3% dei maggiorenni e 58,5% dei minorenni). Il
riferimento agli ingredienti non viene trascurato dalla maggioranza degli intervistati (58,6% e
53,3%) in quanto facilmente riconducibili al settore alimentare e alla salute del consumatore. Pur
essendo rappresentanti della generazione digitale, i giovani non sembrano dare valore alla
presenza online e sui Social del canale di distribuzione come garanzia dell’ufficialità (7,1% e
13,8%).
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8.2 Online
È stato verificato se coloro che giudicano rischioso l’acquisto online, attribuendo un punteggio
maggiore o uguale a 4 su 7 nella domanda “Quanto ritieni a rischio di frode gli acquisti online?”, poi
comprano o meno online. È emerso che i giovani, pur manifestando preoccupazioni riguardo l’e-
commerce, in maggioranza (52,8%) effettuano acquisti sul Web.
Sono state, poi, indagate le strategie antifrode attuate da chi ritiene a rischio il consumo di beni
online (punteggio maggiore o uguale a 4 su 7 alla domanda corrispondente, vedi sopra). In
generale, si evince una maggior attenzione nella verifica dell’originalità del prodotto nel punto
vendita, come già riscontrato per la totalità del campione.
Figura 31: valori percentuali di chi adotta strategie antifrode online sul sotto-campione di chi ritiene rischioso l’e-commerce
Nonostante la consapevolezza di possibili rischi nell’acquisto online, i giovani di questo sotto-
campione non applicano sufficienti strategie antifrode per tutelarsi. Si limitano, infatti, a una
superficiale lettura delle recensioni di precedenti utenti (59.30% vs 26.90%), non verificando altri
dati sensibili, come la Partita Iva (13.90% vs 72.20%). Soltanto la metà del campione in
considerazione verifica l’ufficialità della piattaforma di acquisto sul sito del brand originale (50% vs
36.10%).
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Ampliare la conoscenza circa questa serie di strategie è fondamentale per una campagna che si
impegni alla lotta alla contraffazione coinvolgendo come suo pubblico la popolazione dei più
giovani.
Figura 32: valori percentuali di chi, tra coloro che ritengono rischioso l’e-commerce, adotta strategie antifrode in negozio
Il medesimo sotto-campione, come già dimostrato per l’intero campione, mostra una particolare
attenzione e cura nella verifica dell’originalità della merce prima di acquistarla in un punto vendita
(fig. 32). In particolar modo, il 62% di questi giovani riconferma la qualità come indice indiscusso di
originalità e la sua verifica di persona, così come il controllo della provenienza degli ingredienti
(57,4%). Il prezzo viene anche da questi considerato, erroneamente, come un aspetto rilevante
nella verifica dell’originalità del prodotto (51,4%).
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8.3 Ambiente
Abbiamo messo a confronto le riposte date alle domande riguardo il comportamento del produttore
di merce contraffatta e le reazioni di fronte ad immagini di alcuni possibili conseguenze e rischi
dovuti al mercato del falso.
Il campione è stato diviso tra i soggetti che hanno manifestato sensibilità per la questione
ambientale – chi aveva selezionato l’item corrispondente “il produttore potrebbe aver sviluppato
strategie non sostenibili per l’ambiente” – e chi non aveva espresso questo interesse. Abbiamo
così eseguito un t-test per campione indipendenti con variabile dipendente la media dei punteggi
(su scala Likert 1-7) dati all’item della domanda 15 in cui a un’immagine raffigurante rifiuti in un
bacino idrico seguiva la volontà del rispondente di riacquistare un prodotto dell’azienda che così
aveva smaltito gli scarti di produzione.
La limitata differenza tra le medie (M=1,82 e DS=1,123 per chi non ha dimostrato preoccupazione
per l’ambiente nella domanda 7 e M=1,65 e DS=,982 per chi ha espresso l’interesse) dei due
gruppi non ha valore statisticamente significativo (p=.503). Da questo risultato si evince che i
giovani hanno mantenuto una certa coerenza nel compilare il questionario sottolineata dalla
differenza delle medie seppur lieve e non significativa. Il dato più importante è, però, l’efficacia
dell’immagine a valenza negativa mostrata sul totale del campione considerato (240/273): si può,
quindi, dedurre che la questione ambientale può essere un forte deterrente all’acquisto o, come in
questo caso, al riacquisto di prodotti contraffatti (M=1,80; DS=1.110).
Proseguendo l’indagine circa la percezione del consumatore sulla questione ambientale, è stata
dimostrata una correlazione statisticamente significativa tra l’attribuzione di gravità al reato
ambientale - “secondo te quanto è grave non rispettare l’ambiente” (su scala Likert 1-7) - e la
reazione alla medesima immagine (come sopra già esposto). Le risposte mostrano coerenza in
quanto correlate in modo statisticamente significativo ma in modo negativo (Pearson=-,345, p
<.01). Ciò indica che chi considera molto grave non rispettare l’ambiente non è propenso al
riacquisto di prodotti che lo danneggiano.
Correlazione che emerge anche tra la minor propensione all’acquisto di merce contraffatta – “quali
sono i fattori o le conseguenze davanti ai quali sei meno disposto ad acquistare un prodotto
contraffatto? Non aver tutelato l’ambiente” (su scala Likert 1-7) – e maggior spinta all’acquisto di
un prodotto originale – “quali comportamenti e caratteristiche di un brand ti invogliano di più a
comprare il prodotto originale, nonostante il prezzo magari più elevato? Attenzione all’impatto
ambientale ed ecologico” (su scala Likert). Come sottolineato dai risultati (Pearson=,465, p<.01),
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chi teme il rischio di non tutelare l’ambiente con il proprio comportamento d’acquisto illegale è
anche più propenso a comprare originale consapevole che la produzione presta una maggior
attenzione all’impatto ambientale ed ecologico. Le risposte alle precedenti domande correlano in
modo significativo anche con la domanda relativa alla gravità del reato ambientale. Coloro che
ritengono grave inquinare sono anche meno disposti ad acquistare un prodotto contraffatto
sapendo di aver contribuito a danneggiare l’ecosistema (Pearson=,471, p<.01) e sono, invece, più
propensi ad attuare comportamenti d’acquisto legali, nonostante prezzi plausibilmente più elevati,
se convinti che la produzione del brand originale riduca l’impatto ambientale (Pearson=,362,
p<.01).
8.4 Il driver convenienza
A conferma delle precedenti rilevazioni dalle quali si evince l’importanza del prezzo di un prodotto
sia come verifica di presunta autenticità sia come motivazione che spinge all’acquisto di un bene
contraffatto per convenienza, vi è una correlazione tra questi due aspetti (Pearson = ,121; p ≤.05).
L’associazione tra contraffazione e risparmio economico è un punto sul quale insistere durante
campagne informative in quanto questa non si verifica nella totalità dei casi. Il mercato del falso
oggi si nasconde anche dietro a prezzi pari o leggermente al di sotto rispetto a quelli di prodotti
autentici analoghi. Questa non consapevolezza tra i giovani è emersa anche attraverso un’altra
correlazione per cui chi motiva l’acquisto di merce replica per convenienza, è portato anche a
ritenere il download di contenuti illegali dal Web un vero e proprio affare. Se in questo caso la
gratuità è palese, nel primo caso va ribadito che si tratta di una falsa credenza dettata dalla scarsa
informazione e che ha risvolti gravi. È compito di chi è impegnato nella tutela della Proprietà
Intellettuale e nella lotta al mercato del falso informare circa l’inconsistenza di questa “leggenda”
che porta le persone ad incappare inconsapevolmente nell’acquisto di prodotti contraffatti
rinunciando sia alla qualità sia alla legalità.
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8.5 Risvolti economici e legali
Un altro aspetto che è apparso rilevante nella compilazione del questionario è il rispetto della
normativa riguardo le condizioni del lavoratore. Sono state messe a confronto le reazioni alle
immagini che raffiguravano questa violazione. I giovani, di fronte a contesti di lavoro non a norma,
hanno espresso il medesimo giudizio negativo (t-test non significativo, p<.05), che corrispondeva a
non riacquistare un bene prodotto in un luogo lavorativo del genere. Ciò è risultato a prescindere
dall’opinione discordante nella domanda precedente relativa al sospetto di violazione della
normativa da parte del produttore di un bene contraffatto che si accingevano a concludere
l’acquisto (M=1,90; DS=1,490 per chi ha il sospetto e M=2,16; DS=1,411 per chi non lo ha). Si può,
quindi, dedurre che le immagini comunichino più efficacemente e che, quindi, possano essere
utilizzate efficacemente in campagne di sensibilizzazione.
La violazione della normativa del lavoratore ha un peso che i giovani attribuiscono in modo
coerente anche in altre domande. Questo viene, infatti, considerato un forte deterrente all’acquisto
di merce contraffatta (M=4,59; DS=1,896) e un aspetto che, invece, non riguarda il brand (M=4,81;
DS=1,790). Inoltre, questi due elementi correlano positivamente e in modo statisticamente
significativo (Pearson=2,82, p<.01), dimostrando come i giovani siano appunto coerenti a riguardo.
Medesimi risultati si sono ottenuti quando la fotografia rappresentava un lavoratore minorenne,
ricollegandosi alla diffusa problematica dello sfruttamento minorile (t-test non significativo, p>.05). I
giovani che, in fase di acquisto, non pensano che un produttore nel mercato del falso possa
sfruttare soggetti minori e quelli che, viceversa, lo hanno pensato si rifiutano in egual misura
(M=1,63; DS=1,249 e M=1,47; DS=1,084) di ricomprare un bene una volta esposti all’immagine
sopra descritta.
La tematica presa in considerazione mostra una rilevanza per i giovani che è emersa anche
nell’espressione di gravità di questo reato (M=6,09; DS=1,359 su Scala Likert). Questo valore è
risultato correlato negativamente con l’intenzione a riacquistare un bene contraffatto prodotto da
manodopera minorile, nell’ultima domanda (Pearson=-.202, p<.01).
Il fenomeno dell’evasione, diffuso sul territorio nazionale e strettamente interconnesso con il
mercato del falso, è l’aspetto a cui, in più occasioni, i giovani hanno dato minor peso. È, infatti, il
deterrente meno efficace, pur essendo tale, per il riacquisto di merce contraffatta (M=2,68;
DS=1,737) e suscita le medesime reazioni tra i partecipanti che nutrono il sospetto del legame tra
contraffazione ed evasione (M=2,76; DS=1,740) e quelli che non lo percepiscono (M=2,65;
DS=1,785) – t-test non significativo. Significativa è, invece, risultata la correlazione tra la
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percezione della gravità del reato di evasione fiscale e la volontà di riacquistare un prodotto
contraffatto una volta venuti a conoscenza che il produttore è un evasore. Questa correlazione è
negativa (Pearson=-.225; p<.01), e ciò significa che i soggetti che lo ritengono più grave sono
anche quelli meno propensi al riacquisto, manifestando così una coerenza nelle reazioni ai diversi
item.
Bassa rilevanza è stata, altresì, assegnata alla problematica della disoccupazione: i soggetti si
sono rifiutati di ricomprare un prodotto contraffatto ma hanno attribuito punteggi più alti che di
fronte ad altre immagini (M=2,31; DS=1,625). Tra i giovani che sono consapevoli del legame tra
mercato del falso e disoccupazione e quelli ignari di questa relazione non è emersa una
sostanziale differenza nelle reazioni all’immagine di disoccupati. Ovvero, entrambi i sotto-campioni
hanno rifiutato in misura simile di riacquistare beni contraffatti che causano la riduzione di posti di
lavoro (M=2,04; DS=1,944 e M=2,30; DS=1,569).
Sottolineando il legame tra contraffazione e criminalità organizzata è emerso che i giovani, che
sono meno disposti a procedere all’acquisto di beni falsi quando consapevoli di aver supportato la
criminalità organizzata, sono poi anche meno propensi a riacquistare un bene se quella
produzione finanzia la mafia (consapevolezza che deriva dall’immagine mostrata loro). Queste
reazioni sono supportate da una correlazione statisticamente significativa (Pearson = -,217; p<.
001). È stato condotto inoltre un t-test [t(258)=2,642, p<.05] che ha dimostrato una differenza
sostanziale delle reazioni all’immagine sopracitata tra chi non riteneva un forte deterrente il
supporto alla criminalità (M=2,417; DS=2,0133) e chi, in base a questa, cambiava il suo
comportamento di consumo rinunciando all’acquisto (M=1,767; DS=1,4647).
Tutti questi aspetti, che non vengono facilmente ricollegati alla contraffazione dalla popolazione dei
giovani, in realtà, se evidenziati, suscitano la sensibilità di questi e operano come forti deterrenti al
consumo di merce falsa.
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8.6 Salute
La conseguenza a cui i giovani attribuiscono maggior peso riguarda la sfera della salute. Ciò è
evidente sia nella considerazione di “danneggiare la salute di un altro” come il reato più grave
(M=6,47; DS=1,043) sia nel rifiuto di riacquistare un bene contraffatto quando visibilmente
dannoso per la salute - come nell’immagine mostrata nell’ultima domanda - attribuendo il valore
medio in assoluto più basso e con la minor deviazione standard (M=1.15; DS=.780). Questi due
fattori, inoltre, esprimono la coerenza dei rispondenti mostrando una correlazione negativa e
statisticamente significativa (Pearson=-.200, p<.01).
In aggiunta, la stessa costanza nelle risposte viene mantenuta anche tra sotto-campioni nella
domanda riguardante il riacquisto di merce contraffatta dopo aver visto l’immagine delle
conseguenze sulla salute del consumatore. Sia i giovani che avevano avanzato il sospetto che il
produttore di beni contraffatti potesse aver utilizzato materiali dannosi per la salute sia quelli che
non lo avevano nutrito manifestano la medesima scarsa intenzione di riacquistare alla vista della
suddetta fotografia (M=1,14; DS=,672 e M=1,14;DS=,775).
I soggetti scettici all’acquisto online poiché preferiscono acquistare in un punto vendita prodotti
potenzialmente dannosi per la loro salute così come quelli che invece non mostrano particolare
preoccupazione a riguardo giudicano in modo sostanzialmente diverso il reato di danneggiare la
salute di un altro. Il test di Student è, infatti, significativo [t(258)=-3,144, p=.002) ad indicare che i
primi reputano statisticamente più grave questo comportamento (M=6,68; DS=,755) rispetto ai
secondi (M=6,30; DS=1,153). Lo stesso, invece, non si verifica tra le reazioni all’immagine relativa
agli effetti collaterali di prodotti falsi dove i punteggi medi sono molto simili (M=1,136;DS=,7700;
M=1,125; DS=,6293) esprimendo la maggior incisività delle informazioni visive rispetto a quelle
che prevedono un’immedesimazione più astratta.
Quanto sopra esposto porta a concludere che gli aspetti riguardanti la salute siano in assoluto i
fattori più incisivi per il consumatore e che qui sono proposti come quelli su cui far leva in
programmi di sensibilizzazione ed informazione.
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8.7 Aspetti sociali e psicologici
La psicologia dei consumi e quella sociale si occupano anche dei processi alla base del fenomeno
della contraffazione: comportamenti, atteggiamenti, motivazioni, valori e norme sociali. A riguardo
sono state svolte delle analisi statistiche in modo da supportare ed integrare risultati di ricerche
precedenti5, esaminate nella fase iniziale della stesura del questionario.
La dissonanza cognitiva è un fenomeno psicologico teorizzato da Festinger che sostiene la
naturale propensione dell’individuo a mantenere una completa coerenza tra i propri comportamenti
e le credenze e norme sociali. A questo proposito è stato indagato il diverso atteggiamento tra chi
si è rivolto al mercato del falso e chi no. Innanzitutto, è emerso che la violazione di una norma,
come l’acquisto di merce non originale, porta a giudicare in modo meno drastico alcuni reati come
non rispettare l’ambiente, rubare, sfruttare soggetti deboli, comprare una maglietta “tarocca”,
evadere le tasse e truffare. (tab. 2)
Reato Acquisto
contraffatto N° giovani Media Deviazione
std.
Ambiente NO 57 6,32 1,212
SI 109 5,94 1,486
Salute NO 57 6,72 ,774
SI 108 6,34 1,247
Rubare NO 57 6,25 1,090
SI 109 5,94 1,574
Sfruttare NO 56 6,16 1,233
SI 106 5,93 1,507
Scaricare NO 56 2,77 1,584
SI 107 2,90 1,903
Resto NO 57 4,26 1,748
SI 107 4,32 2,068
Maglia NO 55 3,31 1,835
SI 109 3,14 2,030
Evasione NO 56 6,25 1,254
SI 108 5,98 1,577
Truffa NO 57 6,54 ,908
SI 109 6,31 1,372
Tabella 2: confronto tra acquisto contraffatto e percezione reati
5 Confcommercio,2015; CENSIS, 2014; e@asycommerce, 2014; Patrini, L., 2015
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Differenza statisticamente significativa è risultata relativamente a danneggiare la salute di un altro
[t(163)=2,388, p<.05] (M=6,72; DS=,774; M=6,34; DS=1,247).
Lo stesso confronto è stata eseguito tra i soggetti che avevano con sé almeno un oggetto
contraffatto e quelli che hanno dichiarato di non averlo. Anche in questa analisi è emerso che chi
non si è avvicinato al mercato del falso ha giudicato quasi sempre più gravi i reati. Differenze
statisticamente significative sono state poi verificate nel caso di: danneggiare la salute di un altro
[t(222)=2,293, p<.05] e sfruttare i soggetti più deboli [t(218)=1,857, p≈.05).
Le ultime due analisi svolte a riguardo sono state interne alla medesima domanda suddividendo,
nel primo caso, il campione tra chi giudicava non grave scaricare un film da Internet (punteggi da 1
a 4 ottenuti su scala Likert a 7 punti) e chi, al contrario, attribuiva punteggi più alti (da 5 a 7 sulla
medesima scala).
Nel secondo caso tra coloro i quali non ritenevano grave comprare una maglia tarocca (punteggi
da 1 a 4 ottenuti su scala Likert a 7 punti) e chi sì (da 5 a 7 sulla medesima scala).
Reato Gravità N° giovani Media Deviazione
std.
Ambiente NO 215 6,00 1,329
SI 53 6,30 1,422
Salute NO 215 6,47 1,036
SI 52 6,46 1,111
Rubare NO 215 6,00 1,320
SI 53 6,36 1,145
Sfruttare NO 211 6,08 1,330
SI 53 6,09 1,510
Resto NO 214 4,14 1,820
SI 53 5,32 1,752
Evasione NO 212 6,03 1,375
SI 53 6,25 1,453
Truffa NO 215 6,35 1,142
SI 53 6,55 1,084
Tabella 3: valori medi di confronto sulla gravità dei reati tra chi NON considera grave scaricare e chi SÌ
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Statisticamente significativa è risultata la differenza riguardo il reato di furto [t(df=266)=-2,004
p≈.05] e non restituire il resto in eccesso [t(265)= - 4,358, p=00).
Nella seconda rilevazione, che riguardava l’acquisto di una maglia contraffatta, i giovani tendono a
comportarsi come sopra.
Reato Gravità N° giovani Media Deviazione
std.
Ambiente NO 188 6,03 1,310
SI 82 6,18 1,415
Salute NO 187 6,51 ,991
SI 82 6,38 1,162
Rubare NO 188 6,03 1,262
SI 82 6,20 1,337
Sfruttare NO 185 6,15 1,236
SI 80 6,00 1,518
Resto NO 186 4,18 1,913
SI 82 4,82 1,656
Evasione NO 186 5,99 1,317
SI 81 6,35 1,424
Truffa NO 188 6,34 1,124
SI 82 6,52 1,136
Tabella 4: valori medi della gravità dei reati tra chi NON considera grave comprare una maglia contraffatta e chi SÌ
Differenze sostanziali da un punto di vista statistico sono risultate in corrispondenza dei reati che
prevedono la non restituzione del resto in eccesso [t(266)=-2,775, p<.010] o l’evasione fiscale
[t(265)=-1.953, p≤.05].
Tenendo in considerazione la stessa suddivisione del campione tra chi ritiene grave l’acquisto di
una maglia contraffatta e chi no, emerge che i primi sono i giovani meno disposti a comprare un
prodotto falso di fronte a determinate conseguenze come in tabella 5.
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Conseguenze Maglia falsa N° giovani Media Deviazione std.
Sanzioni NO 181 4,718 1,9012
SI 81 4,926 2,0296
Sfruttamento NO 182 4,462 1,9084
SI 81 4,852 1,8447
Ambiente NO 183 4,497 1,8631
SI 80 5,025 1,7500
Criminalità NO 181 5,028 1,9305
SI 80 5,613 1,8993
Tabella 5: medie degli effetti di un acquisto contraffatto tra chi NON considera grave comprare una maglia falsa e chi SÌ
Questa tendenza risulta statisticamente significativa nel caso dell’inquinamento ambientale
[t(df=261)= - 2,206 p<.05] e del legame con la criminalità organizzata [t(259)= - 2,282, p<.05).
Queste conseguenze pur non essendo gli effetti negativi ai quali i soggetti rivolgono liberamente il
loro pensiero ricevono particolare attenzione nel momento in cui il legame tra questi e la
contraffazione viene esplicitato. Pertanto, la minor gravità attribuita ad un tale acquisto causa una
diminuzione della rilevanza di alcune conseguenze e aspetti collaterali di questo fenomeno.
I due sotto-campioni attribuiscono diverso peso ad alcuni aspetti positivi del brand considerati i
driver che li spingono ad acquistare questo prodotto anziché la sua versione falsa a prescindere
dal prezzo (tab. 6).
Conseguenze Maglia falsa N° giovani Media Deviazione std.
Ambiente NO 186 3,677 1,9709
SI 81 3,889 2,0555
Sfruttamento NO 186 4,581 1,7848
SI 81 5,333 1,7103
Delocalizzazione NO 185 4,686 1,8764
SI 81 5,259 1,7448
Tabella 6: medie degli aspetti positivi di un brand originale tra chi NON considera grave comprare una maglia falsa e chi SÌ
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Dal t-test risulta significativa la differenza tra le medie circa l’importanza data al rispetto della
normativa sul lavoro [t(265)=-3,208, p<.002] e la produzione sul territorio nazionale [t(264)=-2,340,
p<.05].
Osservando quanto sopra, si può concludere che la propensione alla violazione della Proprietà
Intellettuale, data dalla scarsa percezione di gravità del consumo contraffatto, porta questi giovani
a manifestare atteggiamenti meno penalizzanti nei confronti delle potenziali conseguenze e degli
aspetti negativi derivanti dall’industria del falso.
Per dimostrare ulteriormente quanto sopra detto, il campione è stato suddiviso tra coloro che
hanno comprato contraffatto negli ultimi sei mesi (sia online sia in un punto vendita) e coloro che
non si sono rivolti al mercato del falso nel medesimo arco di tempo. Risulta che questi due sotto-
campioni reagiscono in modo diverso di fronte alle immagini raffiguranti concrete conseguenze
legate alla produzione e al consumo di beni contraffatti con un’unica eccezione riguardante le
condizioni di lavoro come in tabella 7.
Immagine Acquisto contraffatto N° giovani Media Deviazione std.
Rifiuti NO 57 1,789 1,0813
SI 108 1,861 1,2564
Manodopera NO 57 2,228 1,4518
SI 109 2,193 1,6413
Minori NO 57 1,719 1,2501
SI 109 1,734 1,4760
Salute NO 57 1,035 ,1856
SI 109 1,284 1,1714
Criminalità NO 57 1,474 1,2263
SI 109 2,330 2,0233
Disoccupazione NO 52 2,308 1,8208
SI 106 2,406 1,5662
Evasione NO 54 2,241 1,5533
SI 106 2,877 1,8553
Tabella 7: medie sugli effetti di un acquisto contraffatto tra chi NON ha comprato contraffatto e chi SÌ
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Differenze statisticamente significative si riscontrano nelle risposte riguardanti i danni alla salute
[t(164)= -2,171, p<.05], il legame con la criminalità organizzata [t(164)= -3.388, p=.001] e
l’inevitabile evasione fiscale [t(158)= -2,164, p<.05].,
Gli stessi punteggi sono stati confrontati tra il sotto-campione che ritiene grave il download di una
serie televisiva da Internet (punti da 5 a 7 su Likert a 7 punti) e chi attribuisce a questo minor
importanza (punteggi da 1 a 4 su Likert a 7 punti).
Immagine Download illegale N° giovani Media Deviazione std.
Rifiuti NO 186 1,978 1,2475
SI 82 1,488 ,8050
Manodopera NO 187 2,251 1,4539
SI 82 1,866 1,3857
Minori NO 186 1,634 1,2284
SI 81 1,556 1,2247
Salute NO 187 1,150 ,7958
SI 81 1,148 ,7601
Criminalità NO 187 2,053 1,6999
SI 81 1,802 1,6002
Disoccupazione NO 177 2,367 1,6187
SI 80 2,188 1,6543
Evasione NO 180 2,800 1,7982
SI 81 2,383 1,5618
Tabella 8: Medie sugli effetti di un acquisto contraffatto tra chi NON ritiene grave il download e chi SÌ
La tendenza coerente per tutti gli item riportati in tabella 8 è statisticamente significativa nel caso
dello smaltimento dei rifiuti [t(266)=3,847, p<.001], della violazione delle condizioni del lavoratore
[t(267)=2,030, p<.05] e dell’evasione fiscale [t(259)=1,804, p≈.05].
La prossimità con il mondo della contraffazione influenza la percezione della gravità delle
conseguenze di questo mercato secondo quanto teorizzato da Festinger e qui appurato in
precedenza. Ovvero, gli individui hanno la propensione a mantenere un livello di coerenza tra i loro
comportamenti e le loro percezioni, i loro atteggiamenti e le norme sociali. Rivolgersi al mercato
del falso, quindi, li porta a ritenere meno gravi gli effetti di questo e anche altri reati affini, dal
momento che loro stessi in primis hanno “varcato la soglia della moralità”.
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Conclusioni
Lo studio qui riportato può costituire un background conoscitivo per la costruzione di campagne
informative e di sensibilizzazione che coinvolgano i giovani consumatori6. Si può notare, infatti,
come questa popolazione non sia oggetto di un'adeguata considerazione da parte degli
organizzatori dei programmi di tale natura, pur ricoprendo autonomamente il ruolo di consumer ed
esercitando anche un'influenza attiva sul comportamento d'acquisto dei membri del contesto
sociale di appartenenza. I risultati, come si è visto, confermano anche la grande valenza del
rapporto con i pari nel costruire il processo decisionale e nel giustificare comportamenti illeciti.
L’indagine conferma quanto già noto a livello empirico in merito alla bassa percezione del reato da
parte dei giovani, che lo considerano tra gli ultimi in termini di gravità insieme al download illegale.
Si tratta di un fenomeno diffuso ed a cui si attribuisce uno scarso impatto economico e sociale.
Occorre dunque agire in maniera più efficace in direzione di una maggiore consapevolezza dei
legami con la criminalità organizzata, cosa che appare influenzare i ragazzi nella decisione di
acquisto di un bene contraffatto, fungendo da deterrente.
L'analisi sui deterrenti all'acquisto illegale induce a riflettere circa l'importanza degli aspetti che
riguardano la salute del consumatore, chiamandolo in causa in prima persona. Anche i ragazzi
sono risultati sensibili a questa tematica, capace di spostare la loro decisione di riacquisto di un
prodotto. Premettendo che immagini forti e a valenza negativa sono efficaci nel rendere loro chiari
alcuni effetti che ignorano, il fattore salute risulta la preoccupazione più radicata tra i giovani. Si
configura così come l'ostacolo principale ad una scelta di consumo contraffatto in tutte le
circostanze valutate; informazione che è di sicuro interesse nella progettazione di interventi mirati
ad aumentare la consapevolezza del target adolescenti. Tale timore è, infatti, la seconda
motivazione al non utilizzo dello shopping online (che non consente un controllo del prodotto) ed è
considerato il reato più grave; si assesta al secondo posto anche tra i comportamenti associati ad
una produzione illegale ed è il deterrente più forte al riacquisto di un prodotto contraffatto.
In generale rendere esplicito il legame tra contraffazione e una delle sue ricadute sulla società, a
qualsiasi livello, influenza positivamente l'atteggiamento dei ragazzi. Presumibilmente, il
comportamento d'acquisto dei giovani resi consapevoli delle implicazioni cambia: sono infatti i
primi a dimostrarsi contrari a questa pratica diffusa.
6 L’indagine qui illustrata non aveva l’obiettivo di esplorare gli aspetti psicologici impliciti che possono influenzare i
comportamenti di acquisto della popolazione dei giovani, ma quello di proporre una panoramica prettamente descrittiva.
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La ricerca ha prestato particolare attenzione al canale e-commerce, data la familiarità del target di
riferimento con le nuove tecnologie e la sempre maggiore espansione dello shopping online, che
ormai affianca il canale tradizionale. Ciò nonostante emerge che i giovani intervistati non
manifestano una propensione all'utilizzo di questi strumenti per i propri acquisti poiché li ritengono
passibili di frode. I ragazzi esprimono, infatti, una preferenza per l'acquisto di persona durante il
quale percepiscono di riuscire a mettere in atto una serie di strategie di verifica che invece non
applicano con pari accuratezza e costanza online. Ciò indica quanto sia importante trasferire loro il
know-how per un sicuro utilizzo del canale e-commerce, considerato che le poche azioni di tutela
adottate spesso tralasciano quelle più efficaci; oltre ad evidenziare la necessità di renderli
consapevoli del rischio che corrono anche in un punto vendita.
Uno degli aspetti più ricorrenti su cui si invita a riflettere sia i brand sia chi è impegnato nello
sviluppo delle suddette campagne è il ruolo esattamente opposto che gioca la qualità dei prodotti
nel mercato legale e in quello del falso. È evidente, infatti, come questo aspetto non sia ricercato
dai giovani consumatori quando si rivolgono al mercato della contraffazione; laddove invece viene
attribuito maggior peso alla convenienza e alla conseguente possibilità di acquistare una maggior
varietà di prodotti a parità di spesa. La qualità è, invece, proprio la caratteristica principale che li
spinge ad acquistare merce originale soprassedendo al prezzo, talora più elevato. Pertanto,
risulterà superfluo e inefficace puntare sulla scarsa qualità dei prodotti contraffatti per
disincentivarne il consumo, mentre sarà più efficace comunicare ai giovani tutti gli elementi valoriali
che caratterizzano il brand.
Da una prospettiva psicologica il fenomeno della contraffazione ha ripercussioni finora ignorate o
poco considerate. Studi di cognizione sociale sulla moralità e la teoria di Festinger sulla
dissonanza cognitiva sono utili linee guida per conoscere ed affrontare anche questa tematica.
Come confermato dalle nostre analisi, emerge che la percepita diffusione del fenomeno e la sua
accettazione sociale riducano la salienza degli standard etici. Di questo è esempio la diversa
attribuzione di gravità a reati comuni da chi non è coinvolto nel mercato del falso e da chi lo è
attivamente come consumer o indirettamente come sostenitore dell'irrilevanza di questo.
L'atteggiamento che porta a banalizzare il mercato della contraffazione e le sue conseguenze può
essere giustificato anche dalla sopra citata teoria di Festinger, per cui chi ha una maggiore
familiarità con il mercato del falso tende a modificare la sua percezione di questo e i suoi
atteggiamenti meno penalizzanti al fine di mantenere una coerenza interna, resa invece instabile
dal comportamento di acquisto illegale.
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Inoltre, studi precedenti hanno dimostrato che mettere in atto un comportamento immorale anche
in un solo caso e non ad alti livelli di gravità (come acquistando contraffatto) è la discriminante tra
chi si può considerare un individuo morale e chi no. Come dimostrato anche dalla letteratura, è
sufficiente un’azione immorale per non potersi definire un soggetto morale. In aggiunta, è questa
categorizzazione che porta il soggetto divenuto immorale a minimizzare il suo atto e quelli affini.
In conclusione, minimizzare a livello individuale e sociale un reato commesso, a prescindere dalla
sua gravità, porta a ridurre la propria percezione di responsabilità morale e sociale, oltre ad avere
effetti sulla percezione della moralità altrui. Se da una parte ciò aiuta a sottolineare gli effettivi
gravi, e talvolta ignorati di questo fenomeno, dall'altra spinge a chiedersi, in ambito accademico, se
lo stesso valga anche per altri reati. Quel che è certo è la necessità di rendere i consumatori
sempre più consapevoli anche di un acquisto effettuato spesso con eccessiva leggerezza.
I risultati della ricerca sono interessanti e forniscono uno spaccato della realtà giovanile in
relazione al mercato della contraffazione. Il limite di questa ricerca è la territorialità. Il Centro Studi
INDICAM, sta attivando una serie di contatti e collaborazioni per poter ottenere dei dati a più ampio
raggio, che consentano di fotografare la realtà giovanile in un contesto allargato e strutturare
interventi con una coerenza che oltrepassi le barriere nazionali. Il progetto è ambizioso ma
indispensabile in un’epoca in cui i confini fisici sono sempre più labili ed il consumatore è
globalizzato. L’unica tutela ai rischi connessi alla contraffazione in un simile scenario è la
creazione e diffusione di una cultura della legalità.
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Bibliografia consultata
- CENSIS (2014) La parola ai giovani e al territorio
- e@asycommerce (2014) Lo Shopping Online: Opportunità e Rischi per il Consumatore
- Festinger, L. (1957) Theory of Cognitive Dissonance. Stanford: University Press
- Gino, F., Norton, M. I., Ariely, D. (2010) The Counterfeit Self: the Deceptive Costs of Faking
it. Psychological Science 21(5), 712-720
- Gino, F., Schweitzer, M. E., Mead, N. L., Ariely, D. (2011) Unable to Resist Temptation:
How Sel-control Depletion Promoter Unethical Behavior. Organizational Behavior and
Human Decision Processes, Volume 115, Issue 2, July 2011, 191-203
- Sacchi, S., Patrini, L. (2015) L’Acquisto di Merce Contraffatta: Moralità Individuale e Norme
Sociali
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Appendice
Gentile partecipante,
la presente ricerca si occupa di esplorare il tuo atteggiamento come consumatore.
Nello specifico, ti proporremo un breve questionario.
Ti invitiamo a leggere attentamente le domande e a rispondere secondo il tuo personale
punto di vista. Ti chiediamo di esprimerti con la massima sincerità dal momento che non vi
sono risposte giuste o sbagliate.
Le risposte saranno elaborate statisticamente solo in forma aggregata, ovvero su grandi
gruppi di partecipanti e quindi nel totale rispetto dell’anonimato.
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Rispondi barrando la casella corrispondente o scrivendo laddove richiesto.
Genere: ragazza ragazzo
Età: ……..
Nazionalità: italiana altro
Provincia: …….................
Hai a disposizione un budget che gestisci autonomamente? sì no
Se si, puoi indicarci a quanto ammonta approssimativamente: ……………………./al mese
------------------------------------------------------------- 1) Quanto ritieni a rischio di frode i seguenti acquisti? In un negozio tradizionale:
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo In un mercato/su una bancarella:
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo Online:
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo 2) Negli ultimi 6 mesi, quanti acquisti di prodotti/servizi contraffatti hai fatto?
online ………… altrove ……….
3) Tra tutte le categorie di prodotti e servizi disponibili, quale non acquisteresti mai online?
abbigliamento e accessori tecnologia prodotti alimentari viaggi (biglietti aerei, treni, hotel…) libri/cd/dvd prodotti farmaceutici e cosmesi
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4) Per quali ragioni non acquisteresti la/e categoria/e sopra indicata/e ?
preferisco verificare di persona la qualità di questi prodotti/servizi ho sentito di numerose truffe riguardo questi prodotti/servizi il valore di questi prodotti/servizi è rilevante e, quindi, preferisco non effettuare pagamenti online essendo prodotti/servizi potenzialmente dannosi per la mia salute, sono solito comprarli presso un punto vendita di fiducia
5) Ripensa ora a quando hai comprato consapevolmente un prodotto/servizio contraffatto, magari a uno di quelli che hai indicato sopra. Per quali ragioni lo hai fatto? (Indica un valore da 1 a 7 nella tabella, dove 1 equivale a per nulla e 7 a moltissimo)
convenienza/prezzo per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo comodità per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo influenza degli altri per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo immagine sociale per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo qualità per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo reperibilità per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo abitudine per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo spensieratezza per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo piacere per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo possibilità di più acquisti per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo atto di protesta per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
6) Sei mai entrato in contatto volontariamente o meno con pagine di Social Network che vendessero prodotti contraffatti? sì no Se sì: ti sei fatto incuriosire pur essendoci capitato per caso sei diventato follower della pagina hai proceduto all’acquisto hai messo tu stesso in vendita qualcosa hai ottenuto informazioni utili all’acquisto di falso nella tua città hai interrotto la navigazione in quella pagina
7) Quando stavi per effettuare un acquisto sia esso in un negozio o online e sospettavi che il prodotto/servizio non fosse originale, hai pensato che il produttore:
potrebbe aver sviluppato strategie non sostenibili per l’ambiente potrebbe non aver rispettato la normativa riguardo le condizioni del lavoratore potrebbe aver utilizzato prodotti dannosi per la salute potrebbe evadere le tasse potrebbe arrecare un danno economico al brand originale potrebbe causare la riduzione di posti di lavoro potrebbe sfruttare soggetti deboli
Via Serbelloni, 5 20122 Milano Telefono 0276014174 Fax 0276014314 E-mail: [email protected] Web-site: www.indicam.it @INDICAMit
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8) Scaricare una serie televisiva da Internet violando il copyright: (Indica un valore da 1 a 7 nella tabella, dove 1 equivale a per nulla e 7 a moltissimo)
dà soddisfazione per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è comodo per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è dannoso per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è reato per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è diffuso per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo non è il crimine più grave per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è piacevole per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è una protesta contro il mercato per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è un affare per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo ha ricadute sull’intera comunità per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è socialmente accettato per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo è illegale per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
9) Quanti oggetti o indumenti che hai con te in questo momento sai per certo che siano
contraffatti?
…………… 10) Indica quali strategie anti-frode sei solito mettere in atto sul web:
controllo della Partita Iva indicata sul sito Internet verifica della correttezza espressiva lettura veloce della guida all’acquisto (soprattutto riguardo reso e rimborso) visione dell’informativa sulla privacy e sulle pratiche di tutela al consumatore verifica dell’ufficialità della piattaforma d’acquisto sul sito del brand lettura di recensioni di precedenti acquirenti contatto telefonico ad un eventuale centro di assistenza clienti altro …………………………………………………………………………………
11) Indica a cosa presti attenzione per evitare una frode quando stai comprando un
prodotto/servizio in un punto vendita:
controllo della provenienza degli ingredienti / denominazione di origine verifica dei materiali controllo accurato del brand fiducia nel commerciante prezzo qualità presenza online altro ……………………………………………………………………………………
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12) Secondo te, quanto è grave: (Indica un valore da 1 a 7 nella tabella, dove 1 equivale a per nulla e 7 a moltissimo)
non rispettare l’ambiente per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo danneggiare la salute di un altro per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo rubare per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo sfruttare i soggetti più deboli per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo scaricare un film da internet per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo non restituire il resto in eccesso per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo comprare una maglietta tarocca per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo evadere le tasse per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo truffare una persona per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
13) Quali sono i fattori o le conseguenze davanti ai quali sei meno disposto ad acquistare un prodotto contraffatto? (Indica un valore da 1 a 7 nella tabella, dove 1 equivale a per nulla e 7 a moltissimo)
incappare in sanzioni amministrative
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
sapere di aver contribuito allo sfruttamento della manodopera
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
non aver tutelato l’ambiente per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
aver optato per un prodotto di più bassa qualità
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
aver supportato la criminalità organizzata
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
14) Quali comportamenti e caratteristiche di un brand ti invogliano di più a comprare il prodotto originale, nonostante il prezzo magari più elevato? (Indica un valore da 1 a 7 nella tabella, dove 1 equivale a per nulla e 7 a moltissimo)
attenzione all’impatto ambientale ed ecologico
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
promozione di campagne pubblicitarie accattivanti
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
cura della confezione e dell’etichettatura
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
rispetto della normativa sul lavoro (no sfruttamento)
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
realizzazione di punti vendita ad alto impatto emotivo
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
produzione in italia (no delocalizzazione)
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
impegno nella ricerca e nell’innovazione
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
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garanzia di qualità per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
presenza online e sui social per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
centro assistenza per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
promozione di esperienze nuove ed estreme per il consumatore
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
relazione con il cliente/rapporto di fiducia
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
comodità per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
15) Immagina di aver acquistato un prodotto contraffatto. Dopo l’acquisto scopri che l’azienda che lo ha prodotto, per risparmiare, smaltisce così i rifiuti
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo i dipendenti dell’azienda che lo ha prodotto lavorano in queste condizioni
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
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questo è il lavoratore medio dell’azienda
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
l’uso dei prodotti di questa azienda ha causato queste reazioni
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo questo mercato finanzia le attività della criminalità organizzata locale, come lo spaccio di
droghe
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
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il brand originale ha dovuto chiudere una sede e liquidare i dipendenti perché per la
concorrenza del mercato illegale non guadagnava in modo sufficiente
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo
non verrà emesso lo scontrino fiscale in quanto il rivenditore evade le tasse
Quanto sei disposto a ricomprare un suo prodotto?
per nulla 1 2 3 4 5 6 7 moltissimo Ti ringraziamo!
Le foto utilizzate nel questionario sono state reperite in Google Images.
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Conoscere i giovani: consumatori e influencer
Report - Febbraio 2016