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Rivista informativa della dogana svizzera | www.ezv.admin.ch Forum D. 3/13 Controlli mobili della TTPCP Il nuovo veicolo TTPCP ad alta tecnologia assicura controlli sicuri ed efficienti «Air marshal» Ecco come le guardie di confine garantiscono la sicurezza a bordo degli aerei svizzeri Criminalità ambientale Come un doganiere svizzero si impegna contro il disboscamento illegale e a favore della conservazione delle specie

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Rivista informativa della dogana svizzera | www.ezv.admin.ch

Forum D. 3/13

Controlli mobili della TTPCP Il nuovo veicolo TTPCP ad alta tecnologia assicura controlli sicuri ed efficienti

«Air marshal»Ecco come le guardie di confine garantiscono la sicurezza a bordo degli aerei svizzeri

Criminalità ambientale Come un doganiere svizzero si impegna contro il disboscamento illegale e a favore della conservazione delle specie

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2 Forum D. | Citazioni

«Lampedusa rivela che tuttora le merci circolano più liberamente delle persone.» Felix Gmür, vescovo di Basilea; in questa edizione

«A Lampedusa approdano anche persone già morte. In quei frangenti i doganieri non si occupano di documenti d’importazione e container, di merci legali e illegali, ma si misurano con tutto il dramma del mondo e i limiti della sua ingiustizia.» Felix Gmür, ibidem

«Quando si parla di pace e di crisi economica mondiale disumana, sintomo di una mancanza di rispetto nei confronti dell’uomo, non bisogna dimenticare le molte vittime dei barconi naufragati davanti a Lampedusa.» Papa Francesco; www.kath.net, 10/13

«Per esperienza, scienceindustries sa che le aziende tendono a sottovalutare l’importanza del management doganale.» Dr. Erik Jandrasits, responsabile per il commercio e la distribuzione nazionale di scienceindustries, associazione delle industrie chimi-che, farmaceutiche e biotecnologiche; in questa edizione

«Cosi possiamo intervenire in modo rapido e sorprendere le persone sospette. Ciò apporta vantaggi tattici.» Jürg Noth, capo del Cgcf, in merito ai vantaggi dell’impiego dell’elicottero; NZZ am Sonntag, 8/13

«Svolgiamo una professione esigente e teniamo testa a passatori, turisti del crimine e trafficanti di droga.» Jürg Noth, capo del Cgcf; Berner Oberländer, 8/13

«La cosa più importante è la persona che c’è dietro.» Josef Kiechler, capo del posto guardie di confine Oberwallis/Haut-Valais, in merito a cosa conta nel lavoro a parte il buon equipaggiamento; Rhone-Zeitung, 8/13

«Negli ultimi tempi la Svizzera non è stata trattata molto bene dal resto del mondo. Forse anche questo è stato un elemento nei negoziati.» Fabrizio Zilibotti, professore di economia, fa supposi-zioni sulla realizzazione dell’accordo di libero scambio con la Cina; NZZ am Sonntag, 8/13

«Il nostro volume di scambi con il Tirolo (Austria) corrisponde approssimativamente a quello con tutto il Brasile.» Didier Burkhalter, consigliere federale; NZZ am Sonntag, 10/13

«Questi nuovi mercati sono un valore aggiunto, ma non sostitui-scono i mercati europei. Due terzi del nostro commercio avvengono con l’UE.» Didier Burkhalter, consigliere federale, in merito alle relazioni nel commercio estero svizzero; ibidem

«La Svizzera è importante per l’UE, in quanto secondo maggior investitore e quarto maggiore partner commer-ciale.» Didier Burkhalter, consigliere federale; ibidem

«Se succede, si rischia che la Svizzera venga discriminata. In particolare nell’ambito degli ostacoli commer-ciali tecnici. In futuro questi saranno degli ostacoli molto più importanti dei dazi.» Marie-Gabrielle Ineichen-Fleisch, direttrice della SECO, in merito alle possibili ripercussioni per la Svizzera di un accordo di libero scambio tra l’UE e gli Stati Uniti; NZZ am Sonntag, 10/13

«Malgrado i dazi sulle importazioni, la concorrenza aumenta.» Mathias Adank, CEO della Zweifel; SonntagsZeitung, 10/13

«Per riuscire a imporsi sul mercato una buona birra svizzera deve distinguersi dalla massa. Ciò può dipendere dal processo di fabbricazione o dalle mate-rie prime impiegate. Un forte senso di appartenenza regionale agevola l’in-gresso nel mercato.» Patrick Richner, specialista della sezione Imposizione del tabacco e della birra della DGD, in merito alle possibilità sul mercato per i nuovi produttori di birra; in questa edizione

«La Svizzera non è oggetto di critica perché sbaglia tanto, bensì perché fa tante cose in modo corretto e ha successo.» Ueli Maurer, presidente della Confederazione, in occasione del suo discorso per il 25esimo Europa-Forum di Lucerna; 11/13

«Immaginatevi la confusione a Basilea se tutti gli autocarri effettuassero l’imposizione delle loro merci diretta-mente al confine.» Ralf Pelli, capo dell’UD di Berna; Der Bund, 11/13

Citazioni

Felix Gmür

Marie-Gabrielle Inei-chen-Fleisch

Didier Burkhalter

Josef Kiechler

Patrick Richner

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3Forum D. | Indice

Indice

4 Focus 4 TTPCP – Nuovo veicolo della dogana per i controlli della TTPCP

6 Dossier

6 Sicurezza – Guardie di confine impiegate come «Air marshal»

8 Affari internazionali – La Svizzera è ancora conforme a Schengen?

10 Carburanti biogeni: la richiesta di rifiuti aumenterà notevolmente

12 Imposta sulla birra – Per avere successo una birra svizzera deve distinguersi dalla massa

14 Commercio esterno – In 62 anni i Paesi verso cui esportiamo sono aumentati da 109 a 234. Connessione della Svizzera nel commercio globale

16 Origine – Solo una posizione corretta porta al successo

18 Intervista con il segretario generale supplente dell’AELS Ivo Kaufmann

20 Affari internazionali – Al servizio dell’Organizzazione mondiale doganale nella lotta contro la criminalità ambientale

21 Ospite di Forum D. – Fritz Etter, direttore della Regìa federale degli alcool – Il nostro partenariato è orientato alle soluzioni

22 Ospite di Forum D. – Dr. Erik Jandrasits, scienceindustries. Il valore del management doganale è spesso sottovalutato

24 Presidenza svizzera dell’OSCE – La dogana al servizio della sicurezza e della cooperazione in Europa

25 Commercio esterno – Gli Stati del Golfo apprezzano orologi e gioielli svizzeri

26 Lotta contro la frode doganale: «Joint Investigation Team» – Insieme contro la truffa in materia di prestazioni e tributi

27 In breve

32 Rivista

32 Notizie dai circondari e dalle regioni guardie di confine

36 Panorama

36 In viaggio…nel Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna per visitare l’esposizione speciale «Cargo – Il fascino dei trasporti»

38 Violenza al confine – Aggrediti a tradimento nella notte (parte 1)

40 Richieste alla dogana (parte 9) – Landjäger, latticello e sconto doganale per adolescenti

42 Quando penso alla dogana… Felix Gmür, vescovo di Basilea

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4 Forum D. | Focus

«CoMob2», il nuovo veicolo della dogana per i controlli della TTPCP

TTPCP

Quindi i collaboratori, non dovendo più uscire dal veicolo, possono lavorare in tutta sicurezza.

wp. Gli impianti di con-trollo fissi per il rileva-mento della TTPCP sono presenti da anni sulle autostrade svizzere. La dogana esegue anche controlli mobili già dal 2004, sia sulle strade nazionali sia su quelle principali e seconda-rie. Un impegno che ha dato i suoi frutti, se si considera che la divisione TTPCP, solo nel 2012, ha emanato com-

plessivamente 1400 decreti penali a seguito di controlli mobili e stazionari. Le multe e le tasse sul traffico pesante non versate raggiungono importi a sei cifre, se non di più. Infatti non si è tenuto conto delle infrazioni com-messe dai detentori di veicoli esteri.

Più sicurezza grazie a una tecnica all’avanguardiaUna volta i controlli mobili erano impegnativi e talvolta rischiosi per il personale doganale. L’infrastruttura di controllo veniva installata all’esterno del veicolo: telecamere, flash e altri strumenti erano montati e cablati su tre cavalletti. In autostrada questa operazione costituiva un pericolo non indifferente per il personale. Nel nuovo veicolo di controllo tutti i sensori, l’hardware e il software sono integrati, prevalentemente nel tetto. Quindi i

Da poco sulle strade svizzere circola un nuovo veicolo per i controlli mobili della TTPCP che, rispetto al vecchio, garantisce controlli più sicuri ed efficienti grazie a una tecnica all’avanguardia. Inoltre, a inizio set-tembre 2013 la divisione TTPCP dell’AFD ha lanciato un portale web per società di leasing che permette loro di raccogliere informazioni, in modo semplice e rapido, sugli assuntori di leasing e ridurre in tal modo i rischi di responsabilità.

collaboratori, non dovendo più uscire dal veicolo, possono lavorare in tutta sicurezza.

Controlli possibili durante la corsaUn grande vantaggio del «CoMob2», come viene chiamato in dogana, è che la relativa infrastruttura non deve più essere installata esternamente. Ora i controlli possono essere eseguiti anche

dal veicolo in corsa. Inoltre è possibile controllare anche auto parcheggiate.Non si sa ancora se l’AFD si doterà di altri CoMob2: dipende come andrà con il nuovo veicolo.

Portale web per società di leasing C’è un’altra novità da segnalare in tema TTPCP che garantisce maggiore efficienza, ma in un ambito comple-

Markus Hess, direttore dell’ASSL.

Alta tecnologia ovunque: il nuovo veicolo TTPCP assicura controlli più efficienti e sicuri per i collaboratori.

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5Forum D. | Focus

tamente diverso: il portale web per società di leasing. Con questa solu-zione telematica la dogana ha creato uno strumento in grado di eliminare radicalmente l’onere burocratico. I fornitori di leasing che finanziano il leasing di veicoli soggetti alla TTPCP possono, per legge, chiedere all’AFD informazioni sull’assuntore di leasing. Infatti, se quest’ultimo non è più in grado di pagare la tassa, il fornitore di

leasing risponde solidalmente. Ogni anno, la dogana riceve oltre 2000 richieste di questo tipo. Fino a poco tempo fa, esse venivano inoltrate e sbrigate in forma cartacea. Da inizio settembre è disponibile un portale web che consente la gestione tele-matica di tutte le richieste. Quindi l’inserimento e il trattamento dei dati avvengono in modo più semplice, chiaro e rapido. Inoltre, qualora debba essere fatta valere la responsabilità solidale, le informazioni possono essere consultate in modo più affida-bile rispetto alla vecchia procedura. In generale la gestione e l’archiviazione degli incarti risulta facilitata. In seno all’AFD, la nuova procedura permette di sfruttare sinergie tra la divisione TTPCP e la sezione Veicoli e tasse sul traffico stradale, poiché talvolta entrambe lavorano con gli stessi forni-tori di leasing.

Eliminare possibili fonti di erroreLe società di leasing hanno accolto con favore il portale web, poiché è molto vantaggioso anche per loro. «Grazie al nuovo portale, la gestione delle pratiche è molto più semplice e veloce. Nel contempo sono state eliminate possibili fonti di errore. Un elogio va alla direzione del progetto, che ha lavorato in modo attento e professionale. Infatti ha raccolto

tempestivamente le richieste e le esigenze dei fornitori di leasing nei workshop e ne ha poi tenuto conto in larga misura», afferma Markus Hess, direttore dell’Associazione svizzera delle società di leasing (ASSL).

emotach: terminata la fase di sostituzione degli apparecchi di rilevazione Dal 1° luglio 2013, il vecchio appa-recchio di rilevazione Tripon non è più ammesso sulle strade svizzere. Sino alla fine di agosto 2013, più di 55 000 autocarri sono stati equi-paggiati con il nuovo apparecchio denominato «emotach» (di questi, 52 514 sono veicoli immatricolati in Svizzera e 2703 all’estero). Secondo André Büttler, responsabile del progetto presso l’AFD, la fase di sostituzione si è svolta senza intoppi. I nuovi apparecchi garantiscono un funzionamento più affidabile

rispetto ai precedenti. Finora la quota di guasti è dell’1 per cento circa. Un altro vantaggio consiste nel fatto che la messa in servizio e la manutenzione presso le officine di montaggio possono essere effettuate via interfaccia Bluetooth tra laptop ed emotach. Infine, il detentore del veicolo può aggior-nare da sé il software mediante carta chip senza dover ricorrere a un’officina di montaggio. Questo permette di risparmiare tempo e soldi.

Con il vecchio modello, occorreva montare l’infrastruttura per i controlli all’esterno del veicolo.

Sulle autostrade, la dogana impiega impianti di controllo TTPCP fissi.

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Guardie di confine impiegate come «Air marshal»

al. Il 6 settembre 1970 avvenne il primo dirottamento aereo nella storia dell’aviazione civile svizzera. Membri del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (FPLP) dirottarono un DC 8 della Swissair diretto a New York, chiedendo la liberazione dei terroristi che il 18 febbraio 1969 ave-vano attaccato un aereo della com-pagnia israeliana El Al all’aeroporto di Zurigo (in quella occasione morirono il pilota dell’aereo e un attentatore).Contemporaneamente i terroristi dirottarono anche un aereo della compagnia britannica BAOC e uno della statunitense TWA. I tre velivoli

Dall’inizio degli anni Settanta gli «Air marshal», più conosciuti in Svizzera come «Tiger», si occupano della sicurezza a bordo degli aerei svizzeri. Essi vengono reclutati all’interno del Cgcf, dei corpi di polizia cantonali e cittadini nonché della Sicurezza militare. La competenza per la formazione e l’impiego dei Tiger spetta al Servizio federale di sicurezza dell’Ufficio federale di polizia (fedpol).

furono costretti ad atterrare su un vecchio aeroporto militare in Gior-dania. Dopo aver liberato tutti gli ostaggi, il 12 settembre 1970 i terro-risti fecero esplodere gli aerei. Sulla scorta di questi eventi è stato avviato il programma svizzero relativo agli Air marshal.

Compito dei TigerQuale reazione a questi eventi, il 21 settembre 1970 il Consiglio federale decise di impiegare del personale di sicurezza sugli aerei svizzeri nell’aviazione civile. La polizia cantonale di Zurigo elaborò un corso

Sicurezza

di formazione. Oggi il reclutamento, l’istruzione e l’impiego dei Tiger sono assicurati da fedpol, il quale di occupa anche di definire e adeguare costan-temente gli impieghi, sulla base di un’analisi dei rischi e delle minacce. La vigilanza sui Tiger compete all’Uf-ficio federale dell’aviazione civile, che ne disciplina anche il finanzia-mento. La sicurezza nel traffico aereo internazionale non compete però solo ai singoli Paesi: il quadro legale per l’impiego dei Tiger non è costituito solamente dalla legge federale sulla navigazione aerea e dalla relativa ordinanza, ma anche da diverse

Tiger durante l’esercitazione di tiro Formazione tattica in un simulatore

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7Forum D. | Dossier

Il compito dei Tiger consiste nel sorvegliare il compor-tamento dei passeggeri nonché evitare atti illeciti e attacchi a bordo, che potrebbero mettere in peri-colo la sicurezza dei passeg-geri e dell’aereo.

convenzioni e accordi. Il compito dei Tiger consiste nel sorvegliare il com-portamento dei passeggeri nonché evitare atti illeciti e attacchi a bordo, che potrebbero mettere in pericolo la sicurezza dei passeggeri e dell’aereo.

Come si diventa Tiger?I Tiger sono reclutati nel sistema di milizia. Possono candidarsi i membri del Cgcf, dei corpi di polizia cantonali e cittadini nonché della Sicurezza militare. Queste persone devono vantare un’esperienza professionale pluriennale, avere una resistenza psico-fisica superiore alla media e disporre di buone capacità di osserva-zione e concentrazione. Ovviamente devono saper usare molto bene le armi da fuoco. Ulteriori requisiti sono la conoscenza del tedesco o del

francese nonché buone conoscenze dell’inglese. I candidati seguono una formazione speciale di più settimane molto impegnativa, superata la quale vengono impiegati quali Tiger per un periodo di tempo limitato. La formazione comprende, tra l’altro, tiro, combattimento ravvicinato, intervento, tattica, psicologia e temi specifici all’aviazione.Dagli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 al World Trade Cen-ter di New York e al Pentagono di Washington D.C., la sicurezza nell’aviazione ha acquistato ancora più importanza, ripercuotendosi anche sulla formazione dei Tiger. I corsi sono infatti più lunghi e com-prendono nuove materie.

Cgcf: un partner richiestoIl Cgcf è un partner importante all’interno del programma relativo ai Tiger, in quanto i suoi membri svolgono gran parte degli impieghi. Anche gli istruttori e i Tiger ad hoc, ovvero le forze d’impiego disponibili a breve termine, provengono dal Cgcf.

Formazione tattica in un simulatore

Intervista al Tiger M. G., 37 anni, guardia di confine dal 2003, sposato e padre di due bambini in età sco-lastica.

Qual è la sua motivazione per lavorare come Tiger?Gli impieghi internazionali mi hanno sempre interessato. Ciò che mi ha più motivato sono stati gli eventi dell’11 settembre 2001. Immagino che tutti avranno pensato «Grazie a Dio non ero su quell’aereo». Io stesso mi sono chiesto come avrei reagito se mi fossi trovato lì come passeggero e se avessi avuto la pos-sibilità di intervenire. Cosa sarebbe successo se…? Una domanda difficile. Per me è molto importante poter fornire un contributo alla sicurezza dei passeggeri e dell’equi-paggio.

Quanto è pericoloso l’impiego come Tiger?I Tiger sono attivi nella prevenzione delle minacce e del terrorismo nonché nella lotta al terrorismo stesso. Ovviamente questi impieghi sono sempre legati a dei rischi. Così come anche la professione di guar-dia di confine. Non si sa mai cosa può accadere, una situazione può cambiare da un momento all’altro. Ma accettiamo questi rischi. È il nostro lavoro, quello che ho scelto e per il quale sono stato formato ed equipaggiato.

Quali sono le differenze a livello di impiego tra Tiger e guardia di confine?La situazione a bordo di un aereo è completamente diversa da quella a terra. A terra abbiamo più spazio per muoverci e la possibilità, eventual-mente, di allontanare le persone non coinvolte e di chiedere rinforzi. Quando ci si trova a 11 000 metri di altezza, ciò non è possibile. E anche i dirottatori hanno una motivazione e un’organizzazione diversa. Per affrontare una simile situazione è necessario aver seguito un’apposita formazione speciale.

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8 Forum D. | Dossier

La Svizzera è ancora conforme a Schengen?

La prima – e unica – valutazione della Svizzera risale all’estate del 2008 e all’inizio del 2009. Si trattava quasi di un esame di ammissione per verificare se il nostro Paese applica la norma-tiva Schengen in modo corretto. Nel 2014, sotto la presidenza greca dell’UE, la Svizzera

sarà valutata di nuovo. I preparativi a livello nazionale sono già stati avviati nella prima metà del 2013 sotto il coordinamento dell’Ufficio federale

Gli Stati membri di Schengen sono sottoposti a regolari valutazioni allo scopo di garantire la corretta attua-zione e applicazione della normativa Schengen nella rispettiva area, che include 26 Paesi e circa 455 milioni di persone. Nel 2014 sarà il turno della Svizzera. Il Cgcf è pronto all’appuntamento. Di Rodolfo Contin, sostituto del capo dei Servizi di Stato maggiore del Comando del Cgcf

di giustizia e in collaborazione con la Direzione degli affari europei (ex Ufficio dell’integrazione). Il Cgcf ha partecipato a tutti i gruppi di lavoro importanti.

Affari internazionali

Svolgimento della valutazioneLa prima parte della valutazione consiste in un questionario di circa 200 domande, che coprono integral-mente l’acquis di Schengen. Nella seconda parte si svolgono visite sul posto nei seguenti settori: coopera-zione di polizia transfrontaliera, prote-zione dei dati, rilascio dei visti, controlli presso le frontiere aeree (aeroporti) e funzionamento del sistema d’informa-zione Schengen (SIS II, SIRENE).I risultati, indicati in una relazione di valutazione corredata delle oppor-tune raccomandazioni, vengono poi discussi in seno al competente gruppo di lavoro del Consiglio a Bruxelles. La valutazione termina con l’adozione del progetto di conclusioni da parte del Consiglio dell’UE. La corretta attua-zione delle raccomandazioni è seguita dal gruppo di lavoro SCHEVAL del Consiglio a Bruxelles.

Valutazione 2014Nel 2014 visiteranno la Svizzera i cinque gruppi di esperti sottoelencati, composti da specialisti di diversi Stati membri e da rappresentanti della Commissione.

1. Cooperazione di polizia transfrontaliera fine marzo 2014

2. Protezione dei dati metà maggio 2014

3. Rilascio dei visti fine maggio 2014

4. Controlli presso le frontiere aeree (aeroporti) fine giugno 2014

5. SIS/SIRENE inizio luglio 2014

Una delle principali diffe-renze rispetto al meccani-smo di valutazione attuale è che in futuro saranno pos-sibili visite sul posto senza preavviso nonché la valuta-zione delle frontiere interne. Inoltre verrà rafforzato il ruolo di coordinamento della Commissione.

Già nel 2008 e 2009 la Svizzera è stata sottoposta a una valutazione.

Rodolfo Contin

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9Forum D. | Dossier

Il Cgcf è direttamente interessato dai gruppi 1, 4 e 5 e sarà sottoposto a controlli sul posto. L’attenzione verterà soprattutto sulle frontiere esterne. L’attuale fase di pianificazione prevede verifiche delle frontiere aeree presso gli aeroporti di Ginevra, Berna e Zurigo. Gli esperti controllano se le prescrizioni del codice frontiere Schengen sono adeguatamente applicate. Oggetto delle ispezioni sono, tra l’altro, l’infra-struttura, l’equipaggiamento, le verifi-che in prima e seconda linea, il rilascio di visti eccezionali, il rilevamento delle impronte digitali, i controlli dei dati biometrici, la consultazione delle ban-che dati (SIS II, sistema di informazione visti ecc.), le conoscenze del personale in materia di falsificazione di docu-menti, l’aviazione generale, il transito aeroportuale riservato ai membri di equipaggio e ai VIP. Guardie di confine svizzere come esperti nella valutazione di SchengenNegli ultimi cinque anni, sei guardie di confine (capiposto e ufficiali d’im-piego) hanno seguito la formazione di «air border» presso Frontex. Ciò ha permesso loro di partecipare a

valutazioni in diversi Paesi europei; ora possono avvalersi dell’esperienza acquisita in occasione della valuta-zione del 2014.

Nuova procedura di valutazione dal 2015Nel 2014 la Svizzera sarà ancora valu-tata in base al meccanismo esistente. Tuttavia Bruxelles sta lavorando da tempo per riformarlo. Il corrispon-dente regolamento sarà notificato alla Svizzera sotto forma di sviluppo delle disposizioni dell’acquis di Schengen ed entrerà in vigore al più presto nel 2015. Una delle principali differenze rispetto al meccanismo di valutazione attuale è che in futuro saranno pos-sibili visite sul posto senza preavviso nonché la valutazione delle frontiere interne. Inoltre verrà rafforzato il ruolo di coordinamento della Commissione. Infine, in presenza di carenze gravi degli Stati membri, il Consiglio dell’UE può raccomandare il ripristino tempo-raneo dei controlli delle persone alle frontiere interne.

Il Cgcf è prontoI controlli delle frontiere esterne, che rappresentano nel contempo i controlli

d’entrata in tutta l’Europa, sono rilevanti anche per la Svizzera. Il Cgcf è stato coinvolto da subito nell’attua-zione della normativa Schengen sul territorio nazionale. Grazie alle espe-rienze raccolte negli ultimi cinque anni e ai proficui preparativi con le autorità partner interessate, il Cgcf giunge pronto all’appuntamento.

Corso di e-learning relativo a SchengenNel 2008, in vista della prima valu-tazione, il Cgcf ha messo a punto un corso di formazione a distanza su Schengen in collaborazione con le polizie cantonali di Zurigo e Gine-vra. A suo tempo gli esperti hanno accolto con favore questo progetto, tanto che è stato raccomandato ad altri Paesi nell’ambito delle migliori prassi. In previsione della nuova e imminente valutazione, insieme alle autorità partner è stato realizzato un corso analogo, che viene messo a disposizione delle guardie di confine nella piattaforma «Learning Management System» dell’AFD www.lmsezv.admin.ch

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10 Forum D. | Dossier

Carburanti biogeni: la richiesta di rifiuti aumenterà notevolmente

Signor Stroh, come si è evoluto il mercato dei carburanti biogeni in Svizzera dal 2008?Dal punto di vista quantitativo la vendita dei carburanti biogeni è aumentata solo leggermente. Questa crescita non corrisponde affatto a quanto era stato previsto prima della modifica del diritto in materia di oli minerali. Soprattutto l’importazione di carburanti biogeni ha subito un forte aumento, infatti oggi circa due terzi di questi carburanti provengono dall’estero.

Per quale motivo le quantità previste non sono state raggiunte?Vi sono diversi motivi. Dal 2008 l’at-teggiamento nei confronti dei carbu-ranti biogeni è radicalmente cambiato in Svizzera: consumatori e politici sono sempre più critici. Il conflitto di obiettivi tra sicurezza alimentare,

Dal 2008 la Confederazione promuove i carburanti provenienti da materie prime rinnovabili (carburanti biogeni). A tal fine, questi carburanti sono (in parte) esenti dall’imposta sugli oli minerali, sempre che soddisfino determinate esigenze minime dal punto di vista ecologico e sociale. Quali sono stati gli effetti di questa ecologizzazione dell’imposta sugli oli minerali? Forum D. lo ha chiesto a Reto Stroh, specialista della sezione Imposta sugli oli minerali.

approvvigionamento energetico e pro-tezione ambientale riveste un ruolo fondamentale. Il Consiglio federale ritiene che per quanto riguarda la biomassa sia neces-sario ricorrere in modo conseguente all’«utilizzazione a cascata»: occorre utilizzare la biomassa dapprima per scopi alimentari e forag-geri, quindi solo in seguito per scopi energetici. A ciò si aggiunge il fatto che il legislatore

ha formulato in modo molto restrit-tivo le esigenze minime relative alle agevolazioni fiscali e molti carburanti biogeni non riescono a soddisfare tali esigenze. Dato che i carburanti biogeni prodotti a partire da rifiuti e secondo lo stato della tecnica non devono rispettare le esigenze minime dal punto di vista ecologico, dal 2008 in Svizzera vengono impiegati unica-mente questi generi di carburanti, i quali sembrano corrispondere ai valori di società e politica.

Concretamente, quali sono le quantità di carburanti biogeni vendute? Qual è la loro percen-tuale rispetto alle vendite complessive? Rispetto ad altri Paesi, la vendita di carburanti biogeni in Svizzera è molto bassa. Ciò soprattutto perché la Svizzera – contrariamente all’UE – ha

Imposta sugli oli minerali

consapevolmente deciso di non fissare nella legge una quota di carburanti biogeni rispetto al consumo com-plessivo e di non definire l’obbligo di aggiungere carburanti biogeni ai carburanti fossili. Nel 2012 in Svizzera sono stati venduti circa 4,6 milioni di litri di bioetanolo a oltre 180 sta-zioni di rifornimento. Ciò corrisponde a quasi l’1,2 per mille delle vendite annue complessive di benzina. Per quanto riguarda il biodiesel, nello stesso anno ne sono stati venduti circa 12,4 milioni di litri, ovvero il 4,1 per mille dello smercio comples-sivo di olio diesel. La situazione è diversa per il biogas impiegato quale carburante per auto: nel 2012 la produzione svizzera è stata di circa 7 milioni di chilogrammi. Il biogas viene immesso nella rete svizzera di gas naturale o raffinato per ottenere un carburante di qualità da conse-gnare direttamente ai distributori di biogas. Il biogas impiegato come carburante corrisponde a circa il 37 per cento del gas naturale venduto in Svizzera come carburante.

Quante domande di esenzione dall’imposta sugli oli minerali sono state accolte finora? Per quali carburanti? Dal 2008 abbiamo accolto circa 120 domande. Si tratta esclusiva-mente di carburanti biogeni ottenuti da rifiuti e residui di produzione. Attualmente in Svizzera vengono impiegati biogas, biodiesel, bioetanolo nonché oli e grassi vegetali e animali. I carburanti biogeni senza agevola-zione fiscale non hanno attualmente alcuna possibilità sul mercato del settore dei trasporti.

Reto Stroh è uno specialista dell’AFD in materia di carburanti biogeni. Egli ritiene che nei prossimi anni la richiesta di rifiuti per la produzione di carburanti biogeni aumenterà notevolmente.

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11Forum D. | Dossier

Rispetto ad altri Paesi, la vendita di carburanti biogeni in Svizzera è molto bassa.

In che modo l’AFD controlla il rispetto delle esigenze minime dal punto di vista ecologico e sociale?Negli stabilimenti di fabbricazione svizzeri possiamo svolgere in ogni momento dei controlli aziendali. Per quanto riguarda il carburante impor-

tato, in caso di sospetto possiamo presentare una domanda di assistenza amministrativa all’autorità doganale estera, chiedendo, tra l’altro, di verifi-care la provenienza.

Qual è, secondo Lei, il futuro dei carburanti biogeni?Finché non vi saranno importanti progressi tecnologici, i carburanti biogeni continueranno a svolgere un ruolo secondario nell’ambito della politica ambientale ed energetica. Se la Svizzera continua a puntare

esclusivamente sui carburanti ottenuti dai rifiuti, le quantità di carburanti biogeni saranno minime anche in futuro. Inoltre, il potenziale indigeno è ridotto. Nel frattempo anche l’UE punta sui carburanti prodotti a partire da rifiuti. Si prevede quindi un forte aumento della richiesta di rifiuti per la fabbricazione di questi carburanti. E ciò comporta anche un maggiore rischio di abuso (p. es. mediante la miscelazione di oli vegetali nuovi con oli vegetali usati).

Rapporto tra carburanti biogeni e carburanti fossili, 2009–2012 (in per mille)

2009 2010 2011 2012

Bioetanolo (benzina) 0,3 0,8 0,9 1,2

Biodiesel (olio diesel) 2,7 3,3 3,6 4,1

Oli vegetali/oli usati (olio diesel) 0,3 0,3 0,2 0,2

Biogas (gas naturale) 235,3 276,1 345,9 369,0

Vendita di carburanti biogeni nel settore dei trasporti, 2009–2012

0.0

2.0

4.0

6.0

8.0

10.0

12.0

14.0

2009 2010 2011 2012

Bioetanolo (in mio. di l a 15°C)

Biodiesel (in mio. di l a 15°C)

Oli vegetali/oli usati (in mio. di l a 15°C)

Biogas (in mio. di kg)

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12 Forum D. | Dossier

Per avere successo una birra svizzera deve distinguersi dalla massa

wp. Quali cambiamenti ha comportato l’entrata in vigore della nuova legge sull’imposizione della birra (LIB) a metà 2007?Con la nuova LIB è stata, tra l’altro, completamente rielaborata la tariffa d’imposta. Da allora l’imposta viene calcolata in funzione del tenore alco-lico della birra (gradi Plato), sulla base del tenore di mosto iniziale. Nell’UE l’imposizione avviene sulla base del tenore di mosto iniziale o del tenore alcolico. In Sivzzera, la determinazione del tenore alcolico avrebbe comportato un investimento tecnico sproporzio-nato per le piccole birrerie. Nell’ambito della rielaborazione della legge si è tenuto conto di tutto ciò. Il tenore di mosto iniziale è facilmente determina-bile mediante il densimetro per la birra. Questo sistema è applicato anche dai nostri vicini diretti (Germania, Austria e Italia) nonché dalla maggior parte dei Paesi membri dell’UE.

In che misura le piccole birrerie hanno beneficiato della nuova LIB?Con la nuova LIB è stata introdotta l’imposta di fabbricazione a canone.

Vendite stagnanti di birra svizzera, creazione di piccole birrerie innovative, nuovi tipi di birre per le donne, più possibilità sul mercato per birre speciali e regionali. A colloquio con Forum D., Patrick Richner della sezione Imposizione del tabacco e della birra della DGD parla di queste e di altre nuove tendenze sul mercato svizzero della birra.

Le birrerie con una produzione annua inferiore a 55 000 ettolitri beneficiano da allora di una riduzione dell’imposta fino al 40 per cento. Ciò riguarda circa il 98 per cento di tutte le birrerie indi-gene. Negli ultimi anni il numero di queste ultime è notevolmente aumen-tato. A fine 2012 ne risultavano 385. Le birrerie create di recente sono tutte

Imposta sulla birra

regionali e di piccole dimensioni. L’im-posta di fabbricazione a canone ha avuto sicuramente un effetto positivo su tale sviluppo. Per garantire la parità di trattamento, questa riduzione dell’imposta vale anche per la birra importata da piccole birrerie estere. La deduzione avviene nella procedura di rimborso.

Patrick Richner

Cifre del mercato svizzero della birra

Anno Vendite in Svizzera(in 1 000 hl)

Importazioni (in 1 000 hl)

Entrate dell’imposta (in mio. di fr.)

Birrerie registrate

2000 3 541 576 94,778 81

2005 3 416 715 102,002 154

2010 3 538 987 112,014 322

2011 3 546 1 033 112,647 345

2012 3 514 1 060 113,425 385

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13Forum D. | Dossier

Per riuscire a imporsi sul mercato una buona birra svizzera deve distinguersi dalla massa. Ciò può dipen-dere dal processo di fab-bricazione o dalle materie prime impiegate.

Ha constatato altri effetti?No, la LIB è una legge puramente tri-butaria, in quanto l’imposta sulla birra è una cosiddetta imposta di consumo particolare. Le entrate confluiscono nella cassa generale della Confedera-zione. Nel 2012 tali entrate ammon-tavano a 113,4 milioni di franchi. Per ogni birra alla spina l’imposta è di 7,5 centesimi. Questa legge non prevede effetti d’incentivazione immediati.

Come valuta il mercato svizzero della birra?Le birrerie svizzere agiscono in un contesto di mercato impegnativo. Negli ultimi dieci anni il consumo complessivo è aumentato in modo lineare rispetto all’aumento della popolazione, ovvero da 4 a 4,5 milioni di ettolitri all’anno. Le birrerie indi-gene non hanno tuttavia beneficiato dell’aumento di consumo. Da oltre dieci anni le vendite di birra fabbricata nel nostro Paese sono ferme a 3,5 milioni di ettolitri all’anno. Soprat-tutto le birre estere importate hanno aumentato notevolmente le loro vendite da diversi anni (2012: 1,06 mio. hl), ampliando di continuo la loro quota nel mercato complessivo. Il con-sumo pro capite è di 57 litri all’anno. Nel confronto europeo la Svizzera si posiziona così nella parte inferiore della graduatoria. Il fatto che la birra svizzera debba confrontarsi con una forte concorrenza proveniente

dall’estero viene affrontato in maniera differente dalle birrerie nostrane. Da diverso tempo le grandi birrerie sviz-zere importano e commerciano anche birra estera. Per contro, negli ultimi anni alcune birrerie hanno dovuto chiudere i battenti. Appartenenza regionale, mantenimento delle tradi-zioni, nuovi prodotti innovativi nonché buone strategie di marketing sono di importanza vitale per le birrerie.

Cosa serve alle nuove birrerie per avere successo?Per riuscire a imporsi sul mercato una buona birra svizzera deve distinguersi dalla massa. Ciò può dipendere dal processo di fabbricazione o dalle materie prime impiegate. Un forte senso di appartenenza regionale age-vola l’ingresso nel mercato.

Quali sono le informazioni più richieste in merito all’imposta sulla birra?Soprattutto quelle relative alla fabbri-cazione. La birra fabbricata da privati in impianti ed economie domesti-che propri ed esclusivamente per il consumo personale è esente dall’im-posta. La quantità è tuttavia limitata a 400 litri per anno civile (800 litri per stabilimenti di fabbricazione su base associativa). Le quantità eccedenti questo limite oppure vendute o for-nite a terzi sono soggette all’imposta. Con l’introduzione della LIB è stato soppresso il consumo personale per le birrerie operanti a scopo commerciale. La birra che esce dallo stabilimento di fabbricazione o che viene consumata all’interno della birreria è assoggettata all’imposta. Le birrerie devono annun-ciarsi presso la DGD per l’iscrizione nel registro dei fabbricanti di birra. La fabbricazione di birra non è legata a nessun obbligo di autorizzazione, ma la vendita di bevande alcoliche sì. Inoltre occorre rispettare le disposi-zioni della legislazione sulle derrate alimentari.

Quali tendenze si delineano sul mercato della birra?La birra è considerata una bevanda popolare e con la sua lunga storia e tradizione appartiene alla nostra vita quotidiana. In Svizzera si consuma

soprattutto la birra normale (Lager). Questa birra a fermentazione bassa e con poco luppolo domina nettamente il mercato. Dalla recente evoluzione sul mercato emerge comunque che i consumatori scelgono spesso birre speciali o prodotte nella propria regione. Si trovano anche nuovi prodotti particolarmente graditi alle donne, ad esempio la birra fabbricata sulla base di riso, miscele di bevande basate sulla birra e aromatizzate alla frutta nonché le birre leggere, apprezzate anche dagli sportivi. Occorre ricordare anche la tendenza svizzera della birra «Craft», che significa «produzione artigianale». Lo scopo non è produrre grandi quantità, bensì sviluppare sempre nuovi gusti in contraddizione alla birra prodotta industrialmente. I gusti personali del mastro birraio determinano il pro-dotto finale. Si tratta, ad esempio, di birre «Ale» prodotte con lievito a fermentazione alta, di birre stagionali più forti e create appositamente per eventi speciali nonché di numerose birre aromatizzate. Inoltre, nel periodo estivo si consuma volentieri la birra di frumento.

Qual è la situazione delle esportazioni?Le esportazioni registrano solo un lieve incremento (2012: 79 000 hl). Il mercato europeo della birra è saturo e si trova in una fase di consolidamento. Come mercati di crescita riman-gono la regione Asia-Pacifico, i Paesi dell’America latina e quelli africani. Quasi il 50 per cento della quota del mercato mondiale della birra appar-tiene ai quattro maggiori produttori. I prodotti di qualità e innovativi hanno comunque sempre buone possibilità di ritagliarsi un loro spazio.

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14 Forum D. | Dossier

In 62 anni i Paesi verso cui esportiamo sono aumentati da 109 a 234

wp. Per la Svizzera il commercio esterno è di importanza vitale. In quanto economia con poche risorse naturali e un piccolo mercato nazio-nale, il nostro Paese ha da sempre cercato il successo all’estero. Oggi esso guadagna un franco su due all’estero, assicurando così il benes-sere all’interno del Paese, nonostante la crisi economica in molti Stati acquirenti importanti. Concludendo nuovi accordi di libero scambio (ALS) la diplomazia economica svizzera provvede a migliorare le opportunità di sbocco a livello internazionale per

Da molti anni la Svizzera si è affermata nel commercio internazionale ed è uno tra i Paesi più concorrenziali del mondo. La statistica del commercio esterno dell’AFD evidenzia al meglio il successo della piazza econo-mica svizzera. Le cifre illustrano la globalizzazione del commercio negli ultimi decenni. Inoltre, gli accordi di libero scambio permettono alle ditte svizzere di accedere a nuovi mercati di sbocco.

le ditte svizzere. In questo modo si diversifica anche il mercato dell’e-sportazione e si riduce l’accumulo di rischio nel commercio esterno.

Netta diminuzione degli oneri doganaliUno sguardo alla statistica del commercio esterno mostra come la Svizzera riesca ad affermarsi nella concorrenza internazionale. Il semplice fatto che le entrate doganali annuali si attestino sul miliardo di franchi testimonia che il commercio e le importazioni di merci sono costante-

Commercio esterno

mente aumentati. L’onere doganale medio della Svizzera è diminuito dall’8,5 per cento nel 1970 all’odierno 0,6 per cento. Il nostro Paese con-clude sempre nuovi ALS, allo scopo di ridurre ancora dazi e altri ostacoli al commercio. Basti pensare che nel 1990 gli ALS erano soltanto due, mentre a fine 2013 saranno ben 26.

Importiamo soprattutto dalla GermaniaDopo la Seconda guerra mondiale, la Svizzera importava merci da 111 Paesi per un valore di circa

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15Forum D. | Dossier

4,5 miliardi di franchi (quantità: 8,6 mia. di kg). A suo tempo le maggiori importazioni provenivano da Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Italia, mentre oggi la Germa-nia è in cima alla classifica, seguita da Italia, Francia, Stati Uniti e Cina. Storicamente, il deficit commerciale più alto della Svizzera è quello con la Germania. Infatti nel 2012 abbiamo importato dai nostri vicini tedeschi merci per circa 13 miliardi di franchi in più di quelle esportate. Vi sono comunque anche Paesi da cui la Sviz-zera l’anno scorso non ha importato nulla, ad esempio Isola di Natale, Tokelau, Isole Marshall, Isola Norfolk o Sudan del Sud. Nel ranking interna-zionale la Svizzera si posiziona al 24° posto per quanto riguarda le importazioni (1990: 13° posto). Altri Paesi hanno quindi incrementato le loro importazioni. Oggi acquistiamo merci da 233 Stati per un valore di circa 185 miliardi di franchi (quan-tità: 51 mia. di kg). Ciò significa che il valore attuale delle nostre impor-tazioni supera di 40 volte quello di 62 anni fa. Nello stesso periodo di tempo, il volume delle importazioni è aumentato «solo» di sei volte.In termini di valore, tra le importazioni

spiccano le merci della voce di tariffa 8802.4000: «aeroplani e altri veicoli aerei, di peso a vuoto eccedente 15 000 kg». Tra il 1991 e il 2012 sono state importate 20 volte merci di un valore superiore a 134,5 milioni di franchi (valore record: 2,2 mia. di fr.).

Esportiamo soprattutto verso la GermaniaAnche nell’ambito delle esportazioni la Svizzera ha registrato un netto aumento dal 1950. Da allora i Paesi verso cui esportiamo sono aumentati da 109 a 234. Il valore delle espor-tazioni è aumentato di 53 volte: da 4 a 212 miliardi di franchi. In termini quantitativi le esportazioni sono pas-sate da 600 milioni di chilogrammi a oltre 17 miliardi. Un tempo i principali mercati di sbocco erano Stati Uniti, Italia, Germania, Francia e Belgio/Lussemburgo. Oggi invece sono Germania, Stati Uniti, Italia, Francia e Regno Unito. La maggiore eccedenza commerciale si registra ora con gli Stati Uniti (2012: +13 mia. di fr.). Sarà interessante osservare gli sviluppi causati da un eventuale ALS tra Stati Uniti e UE. Analogamente alle impor-tazioni, la Svizzera ha perso terreno anche nelle esportazioni: mentre nel 1990 occupavamo il 13° posto, oggi siamo scesi al 25°. Ciò testimonia che sempre più Paesi competono nel commercio internazionale in modo sempre più agguerrito.

Il fatto che per la Svizzera il commer-cio esterno sia più importante che mai è desumibile dal confronto tra la quota di valore delle merci esportate e le merci prodotte nel Paese (prodotto interno lordo, PIL). Dal 1990, la quota delle esportazioni è aumentata dal 24 al 34 per cento. Tra le esporta-zioni si distingue la voce di tariffa 3004.9000 «altri medicamenti». Tra il 2000 e il 2012, di questa voce di tariffa sono state esportate 13 volte merci per un valore superiore a 166 milioni di franchi (valore record: 2,2 mia. di fr.).

Nuovi partner commercialiLo spostamento del baricentro economico mondiale si evince dall’a-scesa dei cosiddetti «Paesi BRICS», ovvero Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. I Paesi emergenti diven-tano partner commerciali sempre più importanti, anche per la Svizzera. Dal 2000 le esportazioni verso questi Stati sono aumentate in media dell’11,4 per cento all’anno, mentre le importazioni del 10,4 per cento. Entro fine 2014, gli ALS conclusi dalla Svizzera saranno circa 30. In tal modo si creano i presupposti affinché il commercio esterno, d’importanza così cruciale per il nostro Paese, possa prosperare anche in futuro.

L’onere doganale medio della Svizzera è diminuito dall’8,5 per cento nel 1970 all’odierno 0,6 per cento.

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16 Forum D. | Dossier

Solo una posizione corretta porta al successo

Se una squadra di calcio si reca sul campo sbagliato per giocare una partita fuori casa, di regola perde per forfait. Allo stesso modo, anche un esportatore che per la valuta-zione dell’origine si trova nel campo sbagliato (ovvero applica l’accordo di libero scambio sbagliato) non può che perdere. Se i giocatori, per esempio i difensori, occupano le posizioni sba-gliate, la squadra rischia di incassare molte reti e perdere la partita. Anche nell’ambito dell’origine le posizioni corrette (ovvero le voci del SA e le relative voci di tariffa) sono determi-nanti.Questi due principi sono fonda-mentali, come dimostra l’esempio seguente.

Trovare la giusta posizioneUn’impresa svizzera intende espor-tare bevande o materie prime per bevande. Per poter valutare se i propri prodotti sono sufficientemente lavo-rati al fine di essere considerati merce originaria e poter così beneficiare di un’agevolazione tariffaria nel Paese di destinazione, l’impresa deve cono-scerne la classificazione tariffale. Solo grazie alla posizione esatta è possibile determinare la regola della lista cor-retta. Le bevande non alcoliche o le materie prime per bevande sono nella maggior parte delle volte classificate, a seconda della composizione, alle voci di tariffa 2009, 2106 o 2202.

Nell’accordo con l’UE le regole della lista per le voci di tariffa 2009 e 2106 prevedono quanto segue:

Nel calcio come nell’ambito dell’origine delle merci la scelta del campo giusto è decisiva. Inoltre bisogna padroneggiare il gioco delle posizioni se non si vuole perdere. Nel presente articolo Kathrin Sönser e Stefan Meinigg della sezione Origine e tessili della DGD spiegano in che modo le imprese possono avere successo e cosa devono tra l’altro osservare per poter beneficiare di preferenze tariffarie.

In questo caso la regola della lista è ancora diversa e se viene applicata per errore porta inevitabilmente a delle conclusioni sbagliate in occasione della determinazione dell’origine. Nell’accordo di libero scambio e di partenariato economico tra la Svizzera e il Giappone le regole della lista sono completamente diverse:

Origine

2009 (succhi di frutta)

Cambiamento di voce e valore dei

materiali del capitolo 17 (zucchero) non

superiore al 30 %

2106 (altre preparazioni alimentari)

Cambiamento di voce e valore dei

materiali del capitolo 17 (zucchero) non

superiore al 30 %

Benché le regole della lista per que-ste due voci siano uguali, la corretta classificazione tariffale è determinante. Per fabbricare una merce della voce di tariffa 2106 è possibile usare quale materiale di partenza un succo di mele della voce 2009 (cambiamento di posi-zione 2009 > 2106). Per contro, in caso di miscugli di succhi di frutta della voce di tariffa 2009 non è possibile impie-gare un succo di mele della voce 2009, in quanto non vi è alcun cambiamento di posizione (2009 > 2009). Affinché vi sia un cambiamento di posizione, bisognerebbe, per esempio, impiegare quale materiale delle mele non lavo-rate della voce 0808. La scelta di una posizione sbagliata potrebbe dunque comportare una sconfitta evitabile.Le regole della lista per la voce di tariffa 2002 prevedono quanto segue:

2009.90 (miscugli di succhi di frutta)

Cambiamento di voce a livello di capi-

tolo e valore dei materiali non superiore

al 60 %

2106

Cambiamento di voce a livello di capi-

tolo e valore dei materiali non superiore

al 45 %

2202

Cambiamento di voce e valore dei

materiali non superiore al 55 %

È evidente che anche l’accordo con il Giappone prevede regole differenti per le diverse bevande. Solo una cor-retta classificazione tariffale consente di applicare le regole della lista esatte e permette dunque una valutazione corretta dell’origine. In altre parole: solo una corretta posizione conduce al successo.

Regole diverseL’impresa esegue una valutazione dell’origine sulla base dell’accordo di libero scambio con l’UE e giunge alla conclusione che i prodotti da essa fabbricati non sono merce originaria ai sensi di questo accordo, dato che il valore dello zucchero greggio suda-mericano impiegato supera il

2202 (acque con aggiunta di zuccheri

o di altri dolcificanti o aromatizzate,

e altre bevande non alcoliche, esclusi

i succhi di frutta o di ortaggi o legumi

della voce 2009)

Cambiamento di voce e valore dei

materiali del capitolo 17 (zucchero)

non superiore al 30 % e tutti i succhi

di frutta impiegati (esclusi i succhi di

ananas, limone, limetta e pompelmo)

devono essere originari

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17Forum D. | Dossier

Anche nell’ambito dell’origine le posizioni corrette (ovvero le voci del SA e le relative voci di tariffa) sono determinanti.

ZuccheroNelle regole della lista si parla di materiali del capitolo 17. Oltre al comune zucchero cristallizzato (saccarosio), vi sono classificati anche altri zuccheri impiegati nelle bevande, come il fruttosio. Non rientrano nel capitolo 17 i dolcifi-canti artificiali, l’erba dolcificante (Stevia) o il miele.Ciò significa che non solo la clas-sificazione tariffale del prodotto fabbricato deve essere corretta, ma anche quella del materiale di partenza.

Cosa significa «cambiamento di posizione»?Con filati della voce di tariffa 5403 vengono fabbricati in Svizzera dei calzet-toni da calcio della voce 6406. Mediante la lavorazione in Svizzera, la voce (a quattro cifre) cambia. Vi è stato un cambiamento di posizione.

Se invece i calzettoni da calcio della voce di tariffa 6406 vengono stampati e imballati in Svizzera, rimangono classificati alla stessa voce di tariffa. Non vi è stato un cambiamento di posizione.

La quota di valore è irrilevante. Generalmente, il cambiamento di posizione concerne le voci a quattro cifre del SA. In particolare i nuovi accordi prevedono però anche il cambiamento a livello di capitolo (ovvero delle prime due cifre) o a livello di sottovoce (ovvero della voce a sei cifre). Laddove si presenta questa situazione, vi è un apposito rimando nelle liste.

30 per cento. Sarebbe tuttavia sba-gliato supporre che all’esportazione verso il Giappone la situazione sia la stessa. La situazione deve infatti essere nuovamente valutata sulla base delle regole della lista del relativo

accordo. Scegliendo l’accordo di libero scambio sbagliato, l’impresa perde la partita per forfait.

Regole della lista: per materiali non originariOccorre tener presente che le regole della lista si riferiscono sempre e solo ai materiali non originari. Ciò signi-fica, per esempio, che all’esportazione verso l’UE un materiale originario dell’UE non deve adempiere le regole della lista (ovvero può essere trattato

come un materiale originario svizzero = cumulo bilaterale). Per rimanere al confronto con il calcio: il calciatore straniero è trattato come un calcia-tore svizzero. Se, per contro, la stessa merce è esportata per esempio in Giappone, il materiale dell’UE è con-siderato come merce non originaria e deve adempiere le regole della lista (dato che nel quadro dell’accordo con il Giappone non è possibile il cumulo con merci originarie dell’UE).

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18 Forum D. | Dossier

AELS, la seconda forza del libero scambio in Europa

wp. Quale importanza riveste l’AELS nel commercio internazionale?L’AELS è stata istituita per creare una zona di libero scambio tra gli Stati membri. Il libero scambio rimane uno dei suoi compiti principali benché lo scambio di merci tra gli attuali quattro Stati membri raggiunga appena l’uno per cento delle loro esportazioni/importazioni. Un’altra importante attività assunta negli anni Novanta è la gestione dello Spazio econo-mico europeo (SEE), che copre quasi due terzi del traffico delle merci di Islanda, Norvegia e Liechtenstein. Sempre dagli anni Novanta l’AELS pratica una politica attiva in materia di libero scambio con i partner al di fuori dell’UE. Gli Stati membri non sono tuttavia obbligati a negoziare e concludere congiuntamente questi «accordi con Paesi terzi». A parte qualche eccezione (in particolare Cina e Giappone), l’approccio dell’AELS si è sempre rivelato vincente. Per quanto piccoli (14 mio. di abitanti), i quattro Stati membri hanno una rilevanza economica notevole, con un prodotto nazionale lordo pressoché uguale a quello di alcuni Stati OCSE come il Messico (110 mio. di abitanti) o la Corea del Sud (50 mio. di abitanti). In termini di valore del commercio esterno, l’AELS supera ad esempio l’Australia o il Brasile, mentre per quanto riguarda i servizi si piazza al settimo posto a livello mondiale. Quali vantaggi offre l’AELS?A prescindere dalla funzione di area di libero scambio, l’AELS permette ai suoi membri di presentarsi, accanto

L’Associazione europea di libero scambio (AELS), istituita nel 1960 per creare una zona di libero scambio, era inizialmente composta da sette Stati membri. Oggi ne sono rimasti quattro: Svizzera, Norvegia, Islanda e Principato del Liechtenstein. Presso il suo segretariato con sede a Ginevra lavorano anche specialisti della dogana svizzera. Nell’intervista concessa a Forum D., il segretario generale supplente Ivo Kaufmann si esprime sull’importanza dell’AELS e sulle possibilità di lavoro per i collaboratori dell’AFD.

Affari internazionali

Cenni biografici: Ivo KaufmannIvo Kaufmann, 55 anni, è cresciuto a Zofingen. Dopo gli studi in giurispru-denza, ha vissuto diversi anni in Asia. Ha ottenuto il dottorato con una tesi di diritto economico sulla Cina. Nel 1992 è stato assunto dall’allora Ufficio federale dell’economia esterna. In seguito ha lavorato per quattro anni all’Ambasciata svizzera di Londra. Di ritorno alla Segreteria di Stato dell’eco-nomia, ha partecipato regolarmente ai negoziati di libero scambio dell’AELS. Nel 2008 ha assunto la direzione della divisione Relazioni commerciali del segretariato dell’AELS a Ginevra. Da due anni ricopre la carica di segretario generale supplente.

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19Forum D. | Dossier

all’UE, come seconda forza in Europa per la conclusione di accordi econo-mici preferenziali. Gli Stati membri non beneficiano solo del loro peso economico e politico, ma anche di importanti sinergie.

Quali sono i compiti del segreta-riato dell’AELS di Ginevra?Il segretariato impiega un centinaio di collaboratori dislocati in tre sedi: Gine-vra cura le relazioni con i «Paesi terzi», Bruxelles quelle con lo SEE e Lussem-burgo si occupa di questioni statisti-che. I compiti e le competenze del segretariato sono molto più ristretti di quelli della Commissione europea. Il mansionario contempla in particolare attività di supporto, consulenza e coordinamento tra gli Stati membri.

Il segretariato dell’AELS conta anche collaboratori dell’AFD. Di che cosa si occupano?Gli specialisti doganali in servizio a Bruxelles si occupano di relazioni con l’UE, quelli di Ginevra di accordi di libero scambio. Quanto a tali accordi, si tratta soprattutto di negoziare, applicare ed elaborare le norme in materia di origine preferenziale, curare la collaborazione tra autorità doganali e gestire le agevolazioni commerciali. Inoltre, tutti i dipendenti della «Trade Relations Division», la divisione Rela-

Vi interessa un impiego presso il segretariato dell’AELS a Ginevra?Due volte l’anno, in primavera e in autunno, i giovani specialisti doganali che vantano almeno tre-cinque anni di esperienza professionale hanno la possibilità di svolgere un tirocinio di sei mesi presso la divisione diretta da Ivo Kaufmann, mantenendo il rapporto d’impiego con l’AFD. È una buona opportunità per crescere professionalmente, collaborando in settori che si occupano di dogana e origine a livello internazionale. Oltre a perfezionarsi, questi giovani conoscono da vicino i meccanismi e le dinamiche dell’AELS. È possibile anche candidarsi quale «officer» con un contratto di lavoro di sei anni al massimo (tre + tre, vedi sopra), durante i quali i collaboratori vengono congedati dall’AFD e subordinati all’AELS, che versa loro anche lo stipendio. Gli interessati possono contattare direttamente il servizio Affari internazionali della DGD, competente in materia di distaccamenti, o partecipare ai bandi pubblicati nel bollettino dei posti vacanti.

zioni commerciali, fungono da coordi-natori per le relazioni tra AELS e Stati partner e sono coinvolti in progetti di cooperazione tecnica.

Ci racconta una giornata-tipo?Prendiamo ad esempio la «Trade Relations Division». Qui nessuna gior-nata è uguale all’altra. Da un canto perché l’AELS ha intavolato negoziati con numerosi Stati, attualmente con Guatemala, India, Indonesia, Malay-sia, Russia, Bielorussia, Kazakstan e Vietnam. Dall’altro perché bisogna gestire e sviluppare 25 accordi in vigore nonché instaurare relazioni con nuovi partner. Ciò implica, non da ultimo, frequenti viaggi all’estero.

Che vantaggi offre a un doganiere un’esperienza del genere?Il segretariato dell’AELS offre la straor-dinaria opportunità di ampliare i pro-pri orizzonti sia sul piano professionale che privato. La possibilità di lavorare in un team internazionale, il mix tra compiti tecnici e organizzativi nonché il contatto con i Paesi partner in tutto il mondo sono un arricchimento che stimola la crescita personale.

Cosa pensa della collaborazione con l’AFD?I collaboratori dell’AFD occupano da molti anni un ruolo importante in seno al segretariato dell’AELS: arrivano dallo Stato AELS di maggior peso economico e dispongono di un prezioso bagaglio di conoscenze tecniche ed esperienze professionali, sia che lavorino come «officers» che come «trainees» per brevi stage.

Quali requisiti sono richiesti per questo impiego?Oltre all’esperienza in ambito doganale, per lavorare al segretariato dell’AELS servono buone conoscenze di inglese, disponibilità a lavorare in un gruppo internazionale, flessibilità e spirito di iniziativa.

Che durata hanno i contratti di lavoro con l’AELS?I contratti di lavoro presso l’AELS hanno durata limitata. Quelli per gli «officers» sono validi tre anni e possono essere prorogati una tantum di tre anni, per un totale quindi di sei anni al massimo. Gli stagisti delle amministrazioni doganali rimangono da noi sei mesi. I collabora-tori con famiglia ricevono un contributo finanziario per il ricongiungimento, l’alloggio e la scuola. In complesso, il «pacchetto occupazionale AELS» è interessante anche per le famiglie.

Gli Stati membri beneficiano del loro peso economico e politico.

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20 Forum D. | Dossier

Lotta contro la criminalità ambientale

L’«Environmental Programme» è uno di sette programmi prioritari riassunti nel settore «Compliance and Enfor-cement Sub Directorates» dell’OMD. Tra questi rientrano anche: Drug Enforcement, Security, Revenue Com-pliance, Intellectual Property Rights, Health & Safety, Intelligence and Risk Management nonché Customs Enforcement Network. In sostanza il mio compito consiste nel coordinare le attività OMD nel settore ambientale con i 179 Paesi membri dell’OMD, la rete globale RILO e le organizzazioni partner internazionali (tra cui il Segre-tariato CITES, INTERPOL e UNODC). Oltre all’organizzazione di controlli prioritari a livello internazionale si tratta principalmente di sviluppare mezzi ausiliari per i doganieri al fronte, di sensibilizzarli all’argomento della criminalità ambientale nonché di istruirli al riguardo. A tale propo-sito io e i miei colleghi necessitiamo del supporto delle autorità doganali nazionali, che mettono a disposizione

Da poco più di quattro anni, il perito doganale svizzero Daniel Möll è impiegato all’estero. Prima ha lavorato due anni a Colonia, dove ha contribuito alla lotta al contrabbando e alla frode doganale presso il «Regional Intelligence Liaison Office Western Europe (RILO WE)», e da metà 2011 è in servizio alla sede centrale dell’Organizzazione mondiale delle dogane (OMD) a Bruxelles in qualità di «Environmental Programme Manager», impegnandosi nella lotta contro la criminalità ambientale transfrontaliera.

esperti o realizzano workshop. All’in-terno dell’AFD, queste prestazioni sono già garantite dal servizio Affari internazionali.

Promuovere fiducia e comprensioneNonostante i modernissimi mezzi di comunicazione in uso non è possibile sbrigare tutto il lavoro da Bruxelles. Di conseguenza devo recarmi spesso in Africa e in Asia. Grazie al contatto diretto con i colleghi è possibile rico-noscere concretamente le esigenze delle autorità doganali nazionali e applicare i programmi di sostegno. Questi viaggi sono indispensabili per la comprensione reciproca, per supe-rare i confini culturali e incrementare

Affari internazionali

la fiducia. Inoltre si tratta di rappresentare gli interessi dell’OMD e della dogana all’in-terno di varie commis-sioni internazionali.

Il business della cri-minalità ambientaleLa criminalità ambien-tale è un affare lucra-tivo che si estende in molti casi oltre confine, con effetti devastanti per la società. I rifiuti perico-losi prodotti nei Paesi industriali e smaltiti

illegalmente nelle nazioni in via di sviluppo contaminano il suolo e i corsi d’acqua, il che mette in pericolo la salute di persone e animali. Gli alberi abbattuti illegalmente diventano mobili di lusso e i prodotti di animali selvatici sono status symbol (p. es. avorio, rinoceronte) che finiscono in salotti di consumatori indifferenti al problema. La distruzione di ampie aree boschive si ripercuote anche sul cambiamento climatico.Ho imparato ben presto che la dogana riveste un ruolo importante nella lotta alla criminalità ambien-tale transfrontaliera. Infatti è l’unica autorità autorizzata a sorvegliare il traffico di merci transfrontaliero e a intervenire grazie a competenze di sorveglianza e di controllo uniche nel loro genere. Ciononostante, solo una stretta collaborazione con altre auto-rità e organizzazioni può contrastare efficacemente la criminalità organiz-zata.

Ho imparato ben presto che la dogana riveste un ruolo importante nella lotta alla criminalità ambientale transfrontaliera.

Daniel Möll sensibilizza anche i doganieri africani alla criminalità ambientale. Qui in occasione di un workshop a Durban, in Sudafrica.

Uniti contro la criminalità ambientale: il perito doganale svizzero Daniel Möll (secondo da destra) insieme ad altri collaboratori dell’OMD.

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21Forum D. | Dossier

Il nostro partenariato è orientato alle soluzioni

Forum D.: Il Consiglio federale ha deciso di affidare all’AFD l’esecu-zione della legge sull’alcol sot-toposta a revisione. Quali sono i vantaggi di questa soluzione per la Confederazione e per i clienti?Fritz Etter: Per integrare la RFA nell’Amministrazione federale centrale sono state esaminate diverse varianti. L’opzione dell’AFD si è imposta per vari motivi. Prima di tutto vi sono molte più affinità nella realtà pro-

Fritz Etter, già vicedirettore, dirige la Regìa federale degli alcool (RFA) da inizio 2013. Grande esperto di distillazione, dispone di una vasta rete di contatti sia in Svizzera che all’estero. Il suo compito è sostanzial-mente quello di portare a buon fine la riorganizzazione in corso in stretta collaborazione con l’AFD.

fessionale rispetto ad altri Uffici federali. Secondariamente, unendo l’imposizione della birra e quella delle bevande spiritose si creano sinergie. Infine, molte procedure sono simili, in particolare la riscossione delle impo-ste, e si possono utilizzare congiunta-mente determinati strumenti di lavoro, ad esempio il sistema di gestione dei clienti. Ciò permette di ridurre il dispendio sia per la Confederazione che per l’economia.

Come procede la collaborazione tra RFA e AFD?Le nostre Amministrazioni intratten-gono relazioni privilegiate da oltre 125 anni. Negli scorsi mesi questa collaborazione, già intensa di per sé, si è semplicemente rafforzata. Ritengo che questo partenariato sia partico-larmente orientato alle soluzioni e che l’AFD dimostri grande compren-sione per le nostre problematiche. Le direzioni della RFA e dell’AFD remano nella stessa direzione e la maggior parte delle decisioni è presa di comune accordo. Gli scambi si sono intensificati anche sul piano operativo. Nel frattempo tutte le unità organiz-zative della RFA, sia a livello di servizi specializzati che di funzioni trasversali e organi di controllo, sono collegati con i rispettivi servizi dell’AFD. A mio modo di vedere, i risultati finora conseguiti lasciano ben sperare per il futuro.

Quali sono le sfide maggiori?La RFA si prepara da anni all’attua-zione della nuova legislazione in materia di alcol. La difficoltà maggiore sta nel portare avanti il più possibile i lavori di preparazione affinché la

Ospite di Forum D.: Fritz Etter, direttore della Regìa federale degli alcool

revisione possa essere applicata nei tempi previsti. Nel contempo non possiamo però anticipare le decisioni politiche e dobbiamo svolgere al meglio la nostra attività quotidiana. Dobbiamo quindi pianificare l’impiego delle risorse con grande accortezza. In fondo, le riorganizzazioni sono sempre sinonimo di incertezza per il personale. Mi preme quindi informare regolarmente e con trasparenza sulle varie fasi della riforma.

Quale esperienza personale ha determinato l’immagine che ha dell’AFD? I miei primi contatti con i collaboratori dell’AFD risalgono all’infanzia. D’e-state andavamo regolarmente all’al-peggio cooperativo dei miei genitori a Les Verrières (NE) e non mancava mai l’occasione di visitare qualche paesino della vicina Francia. Mi ricordo molto bene delle guardie che svolgevano i controlli al confine a Les Verrières: salutavano sempre con grande genti-lezza e allora avevano ancora il tempo di scambiare due chiacchiere. Oltre a molti altri contatti positivi, durante la mia attività al servizio della RFA ho apprezzato la collaborazione costrut-tiva con l’allora capo della sezione Imposizione del tabacco e della birra.

Le domande sono state poste da Nico-las Rion, responsabile della comunica-zione della RFA, per conto di Forum D.

Mi preme quindi informare regolarmente e con traspa-renza sulle varie fasi della riforma.

Fritz Etter

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22 Forum D. | Dossier

Il valore del management doganale è spesso sottovalutato

wp. Come giudica scienceindu-stries la strategia degli accordi bilaterali di libero scambio? Come riesce a districarsi tra le diverse regole sull’origine?Erik Jandrasits: Secondo scienceindu-stries gli accordi multilaterali sono la via privilegiata da seguire per armo-nizzare le norme a livello mondiale. Dopo la battuta d’arresto del ciclo di

Attualmente non si prevedono accordi multilaterali di libero scambio. La Svizzera ha comunque intavolato negoziati bilaterali che hanno portato alla conclusione di accordi con contenuti diversi. Nell’intervista con-cessa a Forum D. Erik Jandrasits di scienceindustries, l’associazione economica che raggruppa le industrie chimiche, farmaceutiche e biotecnologiche, spiega le ripercussioni delle varie disposizioni per la maggiore industria d’esportazione del Paese e le ragioni per le quali il management doganale assume importanza cre-scente per i soci di scienceindustries.

Doha sosteniamo appieno la strategia del Consiglio fede-rale che intende assicurare l’accesso ai mercati con una rete di accordi di libero scambio e un elevato livello di protezione per la proprietà intellet-tuale e gli investi-menti. Nel suo sito la dogana sviz-zera mette a disposizione una documentazione completa e ben strutturata sugli accordi di libero scambio. Le regole complesse e in parte molto diverse contemplate da questi accordi costringono le imprese a ponde-rare accuratamente costi e benefici prima di decidere se applicare o meno un accordo. Il volume di mer-

cato, l’inserimento delle norme in programmi IT ad hoc, il numero e la formazione dei collaboratori, il coin-volgimento di tutta la catena di forni-tura e il rispetto degli impegni e delle regole sono solo alcuni degli aspetti da considerare. In questo contesto è estremamente importante aggiornare e ampliare le conoscenze doganali e commerciali.

Ospite di Forum D.: dr. Erik Jandrasits, responsabile per il commercio e la distribuzione nazionale di scienceindustries

In generale, che importanza attribuiscono le imprese associate al management doganale?L’attuazione degli accordi di libero scambio è solo una parte del moderno management doganale. I nostri soci operano in un contesto fortemente regolamentato (anche troppo). Oltre a gestire i settori doganali tradizionali come la classificazione, il valore in dogana e l’origine, nel traffico tran-sfrontaliero delle merci bisogna rispet-tare anche numerosi altri disposti di natura non doganale tra cui figurano, ad esempio, la legge sul controllo dei beni a duplice impiego (controlli all’e-sportazione per le merci dual use), la legge sugli stupefacenti, la legge sulla protezione dell’ambiente come pure sanzioni ed embarghi.Per esperienza, scienceindustries sa che le aziende tendono a sottovalu-tare l’importanza del management doganale. Viene considerato solo occasionalmente, ad esempio quando si negozia un accordo di libero scambio con un partner commerciale importante o quando si prospetta un audit con la camera di commercio per conto della dogana. Per contro, il traffico transfrontaliero delle merci è possibile solo con un management doganale ben funzionante: è l’unico modo per generare risparmi e assicu-rare la conformità giuridica.

La Svizzera conclude regolarmente nuovi accordi di libero scambio. Quali sono le ricadute per il suo settore?Quando si conclude un accordo di libero scambio, scienceindustries mira soprattutto a ottimizzare l’accesso al mercato e a proteggere la proprietà

Per bocca di Erik Jandrasits, scienceindustries chiede vantaggi per le imprese degne di fiducia nel traffico transfrontaliero delle merci.

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23Forum D. | Dossier

intellettuale e gli investimenti. Per sopravvivere nel mercato globalizzato, bisogna abolire rapidamente tutti i dazi e i contingenti. Occorre inoltre armonizzare e adeguare le regole sull’origine, rendendole applicabili. Le procedure doganali vanno semplifi-cate. Bisogna smantellare gli ostacoli non tariffali al commercio. I prodotti innovativi devono essere protetti con disposizioni che vanno oltre l’accordo multilaterale in materia di proprietà intellettuale TRIPS (brevetti, esclusiva dei dati, contraffazioni, protezione dei marchi). Inoltre, gli investimenti all’e-stero non devono essere discriminati rispetto alla concorrenza.Tra i vantaggi di un accordo di libero scambio, oltre alle esenzioni vanno menzionati la migliore certezza del diritto, la creazione di comitati con-giunti tra le parti contraenti, gli effetti positivi per la piazza e la maggiore stima dei partner.Da un’inchiesta condotta nel 2010 da economiesuisse emerge che solo il 20-40 per cento delle imprese che vi aderiscono sfruttano l’accordo di libero scambio. I motivi di questa bassa partecipazione sono soprattutto il cat-tivo rapporto costi-utilità, l’eccessiva complessità delle regole sull’origine, la competenza estera in materia di controlli dell’origine e la scarsa cono-scenza delle disposizioni contemplate dall’accordo.

I prodotti chimici, farmaceutici e biotecnologici sono un pilastro importante dell’industria svizzera d’esportazione. Cosa bisogna fare per tutelarli?scienceindustries, con le sue 250 aziende per un totale di 70 000 dipendenti in tutta la Svizzera, si adopera per garantire un contesto imprenditoriale favorevole sia in Svizzera che all’estero. Detiene il 40 per cento del totale delle esporta-

zioni svizzere ed è quindi la maggiore industria d’esportazione del Paese.Stando a uno studio della Banca mon-diale (Doing Business Report 2013; www.doingbusiness.org ➔ Rankings), in materia di commercio transfronta-liero la Svizzera occupa solo il 35° posto a livello mondiale e il 20° tra i Paesi dell’OCSE. Per incre-mentare la concorrenzialità delle imprese è essenziale semplificare le procedure doganali. La Svizzera deve creare condizioni quadro ottimali per l’industria in tutti gli ambiti, non solo nel traffico transfrontaliero delle merci. È importante verificare che sia le normative esistenti sia quelle nuove permettano di migliorare la concorren-zialità su scala mondiale.Secondo scienceindustries, la Svizzera deve restare una piazza leader a livello mondiale per l’innovazione e la produ-zione nel settore chimico, farmaceu-tico e biotecnologico. Affinché ciò sia possibile, scienceindustries persegue una strategia fondata su tre pilastri: 1. Promuovere una mentalità improntata all’innovazione nella società; 2. Garan-tire un quadro giuridico adeguato all’economia di mercato; 3. Partecipare alla creazione di condizioni quadro concorrenziali. Sulla base di questa strategia sono stati definiti quattro campi d’azione: una piazza svizzera favorevole all’innovazione, una piazza svizzera per la ricerca e la produzione, un mercato svizzero attrattivo, l’ac-cesso al mercato mondiale1.

In ambito doganale occorre garantire alle imprese degne di fiducia vantaggi nel traffico transfrontaliero delle merci (ad es. esenzione dai controlli al con-fine, procedure/dichiarazioni sempli-ficate). Anche le procedure d’imposi-zione dovrebbero essere ottimizzate in tempo utile per permettere il disbrigo semplice e rapido delle operazioni di importazione ed esportazione.

Com’è la collaborazione con l’AFD?Da anni intratteniamo un’ottima col-laborazione con l’AFD, a tutti i livelli. Non per nulla il nostro settore figurava tra i pionieri su diversi fronti già negli anni 1970: procedure semplificate nel traffico transfrontaliero delle merci e per l’emissione dei certificati d’origine, accordi di libero scambio. sciencein-dustries attribuisce grande importanza alla trasparenza nella comunicazione e nei processi decisionali come pure al sostegno reciproco nella risoluzione di problemi. Per la solidità dell’economia svizzera e il nostro benessere, questo deve restare l’approccio comune anche in futuro.

1 Maggiori informazioni su questo tema sono

contenute nel rapporto annuale di scienceindu-

stries: www.scienceindustries.ch ➔ Publikatio-

nen ➔ Jahresberichte ➔ Jahresbericht 2012

(non disponibile in italiano)

Secondo scienceindustries, la Svizzera deve restare una piazza leader a livello mondiale per l’innovazione e la produzione nel settore chimico, farmaceutico e biotecnologico.

scienceindustries: quota di esportazioni nel 2012 (in mia. di fr.); totale svizzero: 220,9 mia. di fr.

Fonte: rapporto annuale 2012 di scienceindustries

Anteil der scienceindustries an den schweizerischen Gesamtexporten 2012; in Mrd. CHF, Total 200.9 Mrd. CHF

Mrd. CHF 79.0 scienceindustries 64.5 Maschinen-, Metallindustrie 21.4 Uhrenindustrie 7.7 Nahrungsmittelindustrie 3.1 Textilindustrie 25.2 Übrige

39 %

32 %

11 %

4 %1 %

13 %

22 23

Durch aktive Mitarbeit in cefic-Gremien unterstützt scienceindust-ries die Mitgliedunternehmen bei der Lösung komplexer Probleme.

cefic Position on industrial Policyim 2012 erarbeitete die eU Kommission eine sogenannte «integra-ted industrial Policy». cefic hat sich an diesen arbeiten beteiligt und das Positionspapier «the european chemical industry’s Priorities in industrial Policy» erstellt, das sich erfreulicherweise klar auf innova-tionsfreundliche rahmenbedingungen fokussiert und abstand von interventionen nimmt.

eU-Kommission will mehr einfluss bei den internationalen Gefahrgut-GremienDie eU-Kommission will bei allen zuständigen Gremien für die Wei-terentwicklung der Vorschriften für den transport gefährlicher Gü-ter (strasse, schiene, Luft und seeverkehr) ihren einfluss erhöhen. so hat sie beispielsweise beim riD-Fachausschuss für den bahn-transport zu erreichen versucht, künftig mit 25 Länderstimmen abzustimmen. scienceindustries hat sich zusammen mit mehreren staatenvertretern erfolgreich dafür eingesetzt, dass der status-Quo beibehalten wird.

transport gefährlicher Güter – revision des Gefahr-gutrechtsim rahmen der revision der «Verordnung über die beförderung ge-fährlicher Güter auf der strasse» sDr wurde einem langjährigen an-liegen von scienceindustries entsprochen. Die Kompetenz für die Unterzeichnung von «Multilateralen sondervereinbarungen» (MLa) obliegt nicht mehr dem bundesrat, sondern neu dem bundesamt für strassen (astra). Dadurch wird der ratifizierungsprozess mas-siv verkürzt, so dass die Mitgliederunternehmen von scienceindust-ries viel rascher von den MLa profitieren können.

Luftfracht – screening für Usa-sendungenanfangs Dezember 2012 haben die Usa zwingende screening-Vor-schriften für Luftfrachtsendungen in die Usa eingeführt. science-industries hat erst nach Nachfassen erfahren, dass die schweiz mit

der Us-behörde «transport safety agency» tsa eine entsprechen-de Vereinbarung getroffen hat. Danach sind anerkannte schweizer Versender von diesen screening-bestimmungen befreit. science-industries setzt sich bei den behörden für einen schnelleren infor-mationsfluss ein, damit sich die Mitgliedunternehmen möglichst früh auf neue Gegebenheiten einstellen können.

acheMa 2012: Die industrielle biotechnologie «Made in switzerland» stellt sich vorscienceindustries stellte die schweizerische industrielle biotech-nologie an der biobasedWorld Konferenz bei der acheMa 2012 in Frankfurt am Main (D) vor. experten aus hochschulen und indus-trie berichteten über die neusten Forschungsergebnisse und ent-wicklungen und diskutierten Potenzial und chancen, aber auch die notwendigen Fördermassnahmen für einen erfolgreichen einsatz der industriellen biotechnologie in der schweiz. Mit mehr als 900 Vorträgen und rund 27‘000 teilnehmern war der biobasedWorld Kongress die attraktivste Veranstaltung der acheMa 2012.

elektronische Zollverfahrenscienceindustries konnte als aktives Mitglied verschiedener ar-beitsgruppen der Zollverwaltung (UiD, intv, eZaVV/VV) die anlie-gen und interessen der Mitgliedunternehmen entsprechend ver-treten.

Zollverwaltung: Projekt «Vereinfachung der Zollveranlagungsprozesse»Die Zollveranlagungsprozesse sollen weitgehend elektronisch er-folgen und den Zollanmeldern mit tiefen administrativen hürden einen optimalen ressourceneinsatz ermöglichen. scienceindus-tries als aktives Mitglied der Zollverwaltungsarbeitsgruppe ex-terne konnte die anliegen der industrie adäquat einbringen. Die Geschäftsleitung der Zollverwaltung genehmigte die Projekte mit Vorbehalten. Organisatorische Massnahmen wurden bereits umge-setzt. scienceindustries wird 2013 die verschiedenen Projekte aktiv begleiten.

Zugelassener Wirtschaftsbeteiligter (aeO): Gegenseitige anerkennung schweiz-UsaDie Verbindung zwischen amtshilfeabkommen im Zollbereich und gegenseitiger anerkennung aeO-ctPat wird abgelehnt. Die auf-hebung der Vertraulichkeit der Daten und Wahrung des Geschäfts-geheimnisses (asymmetrie der aufgabenbereiche der Zollverwal-tungen, ausschluss von Zwangsmassnahmen, Verhinderung von ‚fishing expeditions‘, Zugriff von akten, keine anwesenheit auslän-discher behörden, etc.) wurden seitens scienceindustries kritisiert.

scienceindustries restrict Listaufgrund von anpassungen in der betäubungsmittelgesetzge-bung (betmVV-eDi), der chemikaliengesetzgebung (chemrrV, chemV, Pic-VO) und der Umsetzung des hs2012 (Zolltarif, harmo-nized commodity Description and coding system der WcO) wurde die scienceindustries restrict List konsequent angepasst. insge-samt wurden 171 stoffe im berichtsjahr in die scienceindustries re-strict List neu aufgenommen und bei 1725 bestehenden Datensät-zen anpassungen durchgeführt.

serV – eine wertvolle Dienstleistung von scienceindustriesscienceindustries ist die trägerin der Globalversicherungen, welche den Mitgliedunternehmen eine administrativ einfache und preis-werte absicherung der privaten und staatlichen Delkredererisiken im export anbietet. Diese Dienstleistung wurde von den Mitglied-unternehmen auch im 2012 rege genutzt. insgesamt wurden ex-porte in der höhe von chF 1.234 Mrd. versichert. beachtenswert ist, dass aufgrund der hohen staatsverschuldung und der wirtschaftli-chen instabilitäten einzelner euroländer die serV auch diese Länder neu versichert.

Zugang zu genetischen ressourcenals ausgleich für den Zugang zu genetischen ressourcen fordert die internationale biodiversitäts-Konvention (cbD) eine ausgewogene aufteilung der Vorteile, die sich aus deren Nutzung ergeben (access and benefit sharing abs). scienceindustries setzt sich für ein trans-parentes, flexibles und umsetzbares internationales regime und für die laufende nationale Umsetzung des Nagoya-Protokolls ein.

chemikalienrecht global – Das Karussell dreht sich immer schneller Die internationalen chemikalienregelungen werden von der Um-setzung des Globally harmonized system (Ghs) und den entwick-lungen in der eU und den Usa bestimmt. Durch die Mitarbeit von scienceindustries in der Global emergency regulation Group und der Ghs implementation it ist sichergestellt, dass die Mitgliedun-ternehmen von scienceindustries über den stand der internationa-len entwicklungen im chemikalienrecht im bilde bleiben.

eU-chemikalienrecht – herausforderung von heute und morgen«Ohne Daten kein Markt», heisst es in der reach-Verordnung. Um den Marktzugang zu gewährleisten, müssen die schweizer Unter-nehmen die reach-Vorschriften genauso erfüllen, wie die Mitbe-werber in der eU. eine vollständige und zeitgerechte information über die entwicklungen auf diesem Gebiet ist daher zwingend.

Mehr zum Thema auf scienceindustries.ch■ Membernet und E-Mail-Service (nur für Mitglieder)

■ Industrieportrait■ Monatlich aktualisierte Aussenhandelszahlen nach

Ländern / Regionen / Branchen■ scienceindustries Newsletter (4-mal pro Jahr)

Die Positionspapiere auf scienceindustries.ch■ «Für eine selbstbewusste Aussenwirtschaft»

■ «Forderungen an die schweizerische Europapolitik»■ «FTA Objectives (Anforderungen an Freihandelsabkommen)»

■ «Biodiversitäts-Konvention – Access-Benefit-Sharing ABS»■ «USA: Staatsvertrag zur Übermittlung von UBS-Daten»

■ Fact Sheet «Der Gotthard-Strassentunnel – das Nadelöhr Europas»■ Standpunkte zu den Sessionen der eidgenössischen Räte

Exporte finanzieren die Forschungs- und Entwicklungs-ausgaben in der Schweiz 2012; TopTen-Unternehmen in Mrd. CHF

8.0

7.0

6.0

5.0

4.0

3.0

2.0

1.0

0

Forschungsausgaben in der Schweiz 6 649

Umsatz in der Schweiz 2 448

Weltumsatz der TopTen - Mitgliedunternehmen vonscienceindustries nach Produkten 2012; Total 145 Mrd. CHF

Mrd. CHF88.2 Arzneimittel22.9 Feinchemikalien & Spezialitäten13.3 Agribusiness12.0 Diagnostika08.6 Vitamine, Riech- und Aromastoffe

16 %61 %

9 %

8 %

6 %

Mia. di fr. 79.0 scienceindustries 64.5 Industria meccanica e metallurgica 21.4 Industria orologiera 7.7 Industria alimentare 3.1 Industria tessile 25.2 Altro

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24 Forum D. | Dossier

La dogana al servizio della sicurezza e della cooperazione in Europa

Grazie al suo pluriennale impegno, l’AFD è riuscita a instaurare un rap-porto di fiducia con i rappresentanti dell’OSCE e con i servizi competenti nei vari Stati membri e a creare solide basi per l’ulteriore collaborazione.Una delle priorità dell’OSCE durante la presidenza svizzera è la lotta alle minacce transnazionali (vedi riqua-dro), un ambito in cui l’impegno della Svizzera va a beneficio anche delle autorità doganali nello spazio OSCE.

«Capacity Building»L’AFD mette regolarmente a disposi-zione dell’OSCE, temporaneamente o per periodi prolungati, esperti da impiegare in missioni, progetti, work-shop e seminari.Ad esempio nel biennio 2012/2013 collaboratori del servizio civile hanno partecipato al Border Management

Nel 2014 la Svizzera assumerà la presidenza dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE), un organismo internazionale per il quale l’AFD si impegna già da oltre un ventennio. Il know how e l’esperienza degli specialisti del servizio civile della dogana svizzera sono più richiesti che mai nelle regioni in cui l’OSCE è attiva. Di Andrea Canonica, capo del servizio Affari internazionali della DGD

Staff College a Dušanbe (Tagikistan) in veste di relatori, istruttori o semplici partecipanti. Oltre alle attività già previste, l’anno prossimo bisognerà armonizzare con le autorità doganali del Kirghizistan la collaborazione e le modalità sia a livello bilaterale che multilaterale sulla base dell’analisi dettagliata del fabbisogno condotta a metà settembre 2013. Con il sostegno del Regional Office for Capacity Buil-ding e del Regional Training Center dell’Organizzazione mondiale delle dogane (www.wcoomd.org) a Baku in Azerbaigian, l’AFD intende utilizzare l’infrastruttura e il network nella regione e per la regione.

Consulenza e sostegno Il servizio Affari internazionali della DGD funge da National Focal Point per la Svizzera in seno al Border Secu-rity and Management dell’OSCE. Anche in questo contesto, uno degli obiettivi è quello di sfruttare le sinergie con gli attori nazionali e internazionali nell’ambito di iniziative e progetti esistenti per incrementare l’efficacia e l’efficienza. I servizi di consulenza e sostegno offerti dall’AFD sono molto richiesti. I suoi esperti si impegneranno quindi anche in futuro per la sicurezza e la cooperazione in Europa.

Affari internazionali

Il know how e l’esperienza degli esperti del servizio civile della dogana svizzera sono più richiesti che mai nelle regioni in cui l’OSCE è attiva.

Presidenza svizzera dell’OSCE nel 2014È la seconda volta, dopo il 1996, che la Svizzera assume la presi-denza dell’OSCE. Durante il suo anno di presidenza la Svizzera collaborerà strettamente con la Serbia, che assumerà questa carica nel 2015. Quale tema la Svizzera ha scelto «Costruire una comunità di sicurezza al servizio della gente» e ha fissato tre priorità: promuovere la sicurezza e la stabilità, migliorare le condizioni di vita della gente e rafforzare la capacità di azione dell’OSCE.

Maggiori informazioni www.eda.admin.ch ➔ Attualità ➔ Dossiers ➔ Presidenza dell’OSCE 2014

Andrea Canonica, capo del servizio Affari internazionali dell’AFD.

Già nel 1993 due periti doganali svizzeri (a sinistra nella foto) erano impiegati a favore dell’OSCE: qui durante un controllo del carico sul Danubio tra Romania e Bulgaria.

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25Forum D. | Dossier

Gli Stati del Golfo apprezzano orologi e gioielli svizzeri

Commercio esterno

I sei Stati Bahrein, Qatar, Kuwait, Oman, Arabia Saudita ed Emirati arabi uniti, che nel 1981 hanno fondato il Consiglio di cooperazione degli Stati arabi del Golfo, sono comune-mente chiamati «Stati del Golfo». Negli ultimi anni essi hanno acquisito sempre maggiore importanza per il commercio esterno della Svizzera. Infatti le esportazioni svizzere verso questi sei Paesi sono passate da circa 1,4 miliardi di franchi nel 1990 a quasi 6,2 miliardi di franchi nel 2012. Ciò

corrisponde a un aumento medio del 7,1 per cento l’anno, paragonato all’aumento medio del 4 per cento delle esportazioni totali svizzere. Nel 2012 le vendite nei Paesi del Golfo rappresentavano il 3,1 per cento delle esportazioni totali della Svizzera. All’interno del gruppo, le esportazioni verso gli Emirati arabi uniti e l’Arabia Saudita sono state quelle più consi-stenti (rispettivamente 2,8 e 2 mia. fr.). Dall’analisi per gruppi di merci risulta che il 43 per cento delle espor-

tazioni nei sei Paesi del Golfo riguar-dava strumenti di precisione, orologi e gioielli, in pratica il doppio della quota registrata per tutte le aree di smercio. Il secondo posto è detenuto dai prodotti dell’industria chimica e farmaceutica (21 %), che in propor-zione rappresentano però solo la metà della quota rilevata per le esportazioni totali (39 %).

Esportazioni in mio. fr.

1990 1995 2000 2005 2010 2012

Bahrein 0 0 0 0 0 0

Qatar 0 0 0 0 0 0

Kuwait 95 99 100 138 273 245

Oman 74 106 110 238 392 588

Arabia Saudita 78 97 155 281 454 365

Emirati arabi uniti 41 56 136 81 209 227

Totale Stati del Golfo 288 358 501 738 1 328 1 425

1,40 %

0,74 %

0,34 %0,79 %

0,23 % 1,47 %

0,57 %

Esportazioni verso gli Stati del Golfo nel 2012Quote per gruppi di merci

Prodotti agricoli e silvicoli, pesca

Vettori energetici

Prodotti tessili, abbigliamento, calzature

Carta, articoli di carta e prodotti grafici

Pelle, gomma, materie plastiche

Prodotti dell'industria chimica e farmaceutica

Pietre e terre

Metalli

Macchine, apparecchi ed elettronica

Veicoli

Strumenti di precisione, orologi e gioielli

Altre merci (strumenti musicali, arredamento, giocattoli, attrezzi sportivi ecc.)

43,31 %

20,67 %

18,79 %

6, 95 %

4,75 %

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26 Forum D. | Dossier

Insieme contro la truffa in materia di prestazioni e tributi

La Sezione antifrode doganale di Basilea e l’Ufficio per le investiga-zioni doganali di Stoc-carda (Zollfahndungs- amt Stuttgart) sono più volte ricorsi a una simile squadra investigativa speciale comune («Joint Investigation Team», JIT), soprattutto nello stadio delle ricerche relative a inchieste difficili, che richiedono l’impiego di molti mezzi.

Ogni volta viene concluso un accordo tra le parti. Questo genere di colla-borazione transfrontaliera è unico in Svizzera e rappresenta un modello per il futuro. Lo scambio rapido e diretto di informazioni e il coordinamento delle misure operative costituiscono un grande passo avanti nella lotta comune contro la frode.

Molte autorità possono costituire un JITHo partecipato personalmente a un JIT, che vedeva coinvolte le autorità di sette Paesi nell’ambito di un impor-tante caso di frode. Il JIT ci ha fornito informazioni importanti relative alla Svizzera, delle quali altrimenti la Sezione antifrode doganale di Basilea non sarebbe mai venuta a cono-scenza. Nonostante questa nuova

L’articolo 22 dell’accordo antifrode tra l’UE e la Svizzera (AAF; RS 0.351.926.81) permette di costituire cosid-dette «squadre investigative speciali comuni» che operano oltre i confini dei singoli Stati. In questo modo, in occasione di ricerche si garantisce uno scambio di informazioni diretto e senza burocrazia. Per quanto riguarda perquisizioni, sequestri, interrogatori e via di seguito, è tuttavia necessario ricorrere all’assistenza amministrativa e giudiziaria. Di Paul Zuber, capo della Sezione antifrode doganale di Basilea

forma di collaborazione, i truffatori sono sempre un passo avanti, dato che ogni Paese ha norme e compe-tenze diverse per quanto riguarda il perseguimento dei reati.

Differenze nell’assunzione delle provePer l’assunzione delle prove al fine di cercare la verità materiale, sono spesso necessarie onerose domande di assistenza giudiziaria. In Germa-nia il codice di procedura penale permette agli inquirenti doganali, tramite il pubblico ministero, di adottare provvedimenti coattivi e di sorveglianza segreti. In Svizzera, per contro, il diritto penale amministrativo vieta la sorveglianza della corrispon-denza postale e del traffico delle telecomunicazioni nonché le inchieste

Lotta contro la frode doganale: «Joint Investigation Team»

mascherate. Gli inquirenti doganali svizzeri devono pertanto ricorrere ad altri mezzi: in questi casi il pubblico ministero competente può eseguire provvedimenti coattivi e di sorve-glianza sulla base di una domanda di assistenza giudiziaria di un’autorità estera.

Lotta efficace contro le frodi in ambito fiscaleLa costituzione di una rete con gli inquirenti dell’UE sulla base dell’AAF rappresenta una pietra miliare nella lotta contro le frodi. I JIT operanti a livello transnazionale permettono alle autorità inquirenti, come le Sezioni antifrode doganale, di combattere più efficacemente contro le frodi e altre attività illecite che minano gli interessi finanziari della Svizzera.

Questo genere di collaborazione transfronta-liera è unico in Svizzera e rappresenta un modello per il futuro.

Si parla di truffa in materia di prestazioni quando qualcuno tenta di farsi restituire, in modo illecito, dei tributi. Un esempio è la cosiddetta «frode carosello». Nel caso della truffa in materia di tributi vengono invece sottratti dei tributi (dazio, IVA ecc.). Un esem-pio è il contrabbando da parte di bande organizzate.

Paul Zuber, capo della Sezione antifrode doganale di Basilea

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In breve

Nuova legge sulla protezione della fauna e della flora minac-ciate d’estinzione Il 4 settembre 2013 il Consiglio federale ha adottato la nuova legge federale sulla circolazione delle specie di fauna e di flora protette (LF-CITES), che disciplina il commercio delle specie di fauna e flora protette non-ché dei loro prodotti. Ciò riguarda ad esempio rettili viventi e pappa-galli, determinate piante medicinali, prodotti ricavati da zanne di elefante (avorio), da lana shahtoosh (lana dell’antilope tibetana) e da deter-minate pelli di rettile. La LF-CITES disciplina l’obbligo di dichiarazione e di autorizzazione per l’importazione, l’esportazione e il transito di animali e piante protette nonché le norme penali per le infrazioni. La CITES è una convenzione multilaterale tra 178 Stati con il fine di mantenere e di utilizzare in maniera sostenibile le popolazioni di animali e piante sulla terra. Sin dall’inizio la Svizzera si impegna attivamente a favore della protezione delle specie animali e vege-tali. Negli allegati CITES figurano

oltre 5000 specie animali e oltre 29 000 specie vegetali. La sede del segretariato CITES si trova a Ginevra.

Seminario «Border Security and Counter Illicit Trafficking in Central Asia»Il 5 settembre 2013 a Garmisch-Par-tenkirchen (D) si è svolto il seminario «Security and Counter Illicit Trafficking in Central Asia». Alla manifestazione, organizzata dall’Unità delle frontiere del Dipartimento per le minacce trans-nazionali dell’OSCE, hanno parteci-pato anche il direttore del circondario di Basilea Heinz Engi come relatore principale e Roman Stoll del servizio Affari internazionali della DGD. Nel suo discorso, il direttore ha posto l’accento sul modello di successo svizzero della gestione integrata delle frontiere. Ha presentato tale progetto impiegando esempi chiari e «best practice» (impianti doganali a controlli nazionali abbinati, NCTS/Transito ecc.). Con esempi di casi attuali ha mostrato al pubblico proveniente da vari Paesi e ministeri l’importanza di collaborare con autorità partner nazio-nali e internazionali, per aumentare la sicurezza e lottare in modo efficace contro il contrabbando. Di Andrea Canonica, capo del servizio Affari internazionali dell’AFD

Nuovo edificio doganale presso il valico di confine di CoblenzaDopo un periodo di costruzione di circa un anno, il 6 settembre 2013 è stato inaugurato e messo in servizio il nuovo edificio doganale presso il valico di confine di Coblenza. La nuova costruzione faciliterà l’imposi-zione e il passaggio del confine delle circa 15 000 automobili e dei 1000 autocarri che ogni giorno attraver-sano la frontiera. L’edificio soddisfa lo standard MINERGIE-A. Ciò significa che, grazie all’involucro di alta qualità dell’edificio nonché all’impianto solare fotovoltaico e termico installato sulla tettoia, per il riscaldamento degli ambienti, l’aerazione e l’acqua calda non serve energia supplementare. Il progetto è stato curato dall’Ufficio federale delle costruzioni e della logistica. Dato che l’elevato volume

Tartaruga protetta

Il direttore di circondario Heinz Engi

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e la situazione precaria del traffico causavano regolarmente code e lunghi tempi d’attesa, d’intesa con il Canton Argovia è stata elaborata una soluzione per alleggerire i disagi. Entro fine 2014 verranno ancora realizzati adeguamenti nel settore stradale.Di Patrick Gantenbein, responsabile dell’informazione della regione guar-die di confine e della direzione delle dogane di Basilea

Cgcf: visita di lavoro presso la «Poliția de Frontieră Română»Su invito del capo della polizia di confine rumena, generale Ioan Buda, nel corso della prima settimana di settembre una delegazione del Cgcf si è recata in Romania per conoscere l’attività della «Poliția de Frontieră Română». L’obiettivo era di valutare le possibilità di collaborazione. Il programma prevedeva, tra l’altro, una visita dell’ispettorato generale e del Centro di cooperazione internazionale a Bucarest, nel quale hanno anche sede l’ufficio SIRENE, Interpol ed Euro-pol. La delegazione del Cgcf ha inoltre avuto la possibilità di dare un’occhiata alla sorveglianza del confine sulle vie d’acqua: 1540 dei 3146 chilometri del confine rumeno passano sull’acqua. Un compito importante è soprattutto la sorveglianza sul Danubio. Con una lunghezza di oltre 2800 chilometri, è

il secondo fiume più lungo d’Europa e attraversa dieci Paesi. Per un terzo della sua lunghezza, il Danubio attraversa il territorio rumeno e segna il confine con Serbia e Bulgaria. Di Abimelec Tato, sezione Operazioni del Cdo Cgcf

Nuovo ufficio doganale a Basilea-HiltalingerstrassePresumibilmente a dicembre 2014 verrà inaugurato il primo tram (linea 8) che effettuerà corse transfrontaliere tra la città renana e la città tedesca di Weil am Rhein. Si tratterà di un evento unico in Svizzera. A causa di questo

prolungamento della linea tranviaria, il vecchio impianto doganale costruito nel 1966 ha dovuto lasciar posto a corsie e binari. I nuovi edifici presso il valico di confine di Basilea-Hiltalin-gerstrasse sono già stati consegnati il 12 settembre 2013 alle guardie di confine svizzere e ai doganieri tedeschi. Roger Zaugg, comandante della regione guardie di confine I, e Ralf Schemenauer, alto funzionario della dogana tedesca, responsabile dell’ufficio doganale di Weil am Rhein-Autobahn, hanno inaugurato la tratta tra Germania e Svizzera con una

Il nuovo edificio doganale presso il valico di confine di Coblenza

Davanti all’ispettorato generale della polizia di confine rumena a Bucarest

Sfilata di oldtimer presso il valico di confine di Basilea-Hiltalingerstrasse

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sfilata di oldtimer. Presso l’impianto doganale vi sono, come già prima della costruzione, vari edifici. L’edificio tra le corsie, che si trova proprio sul confine, viene soprattutto impiegato per controlli del Cgcf e della dogana tedesca. Nel nuovo edificio dell’im-pianto della dogana tedesca, che sorge completamente su suolo tedesco, sono tra l’altro stati integrati gli sportelli per l’imposizione all’esportazione dalla Germania. Sono anche disponibili dodici parcheggi. Mentre per il Cgcf, su suolo svizzero, vi sono tre parcheggi disponibili per le imposizioni. Di Patrick Gantenbein, responsabile dell’informa-zione della regione guardie di confine I e della direzione delle dogane di Basilea

Giornata delle porte aperte presso il Bundeskriminalamt a WiesbadenA metà settembre si è tenuta la gior-nata delle porte aperte del Bundeskri-minalamt (BKA), la polizia criminale federale tedesca. Oltre al Cgcf, che ha partecipato all’evento con un veicolo d’impiego, erano presenti rappresen-tanze della polizia di Lussemburgo, Paesi Bassi, Italia, Repubblica Ceca e Stati Uniti. Malgrado la pioggia, circa 11 000 persone hanno accolto l’invito del BKA. L’evento prevedeva un ricco e interessante programma, che offriva la possibilità di gettare uno sguardo sul

lavoro della polizia criminale tedesca. L’ottantina di stand espositivi forni-vano ai visitatori una panoramica su temi come la sicurezza e la lotta alla criminalità organizzata. Da menzionare inoltre gli spazi espositivi di partner internazionali (Interpol, Europol ecc.) nonché le presentazioni di unità spe-ciali di alcuni corpi di polizia europei.

Missione HR in TogoNel quadro del progetto «MADAO» volto a modernizzare le Amministra-zioni doganali dei Paesi dell’Africa occi-dentale, promosso dall’Organizzazione mondiale delle dogane e finanziato

dall’Agenzia svedese per la coopera-zione allo sviluppo internazionale, dal 23 al 27 settembre 2013 si è svolto un workshop a Lomé, la capitale del Togo. Il seminario era dedicato a temi delle risorse umane, segnatamente la piani-ficazione degli effettivi e la descrizione dei posti. Dopo l’introduzione a Dakar, questo era il secondo evento forma-tivo del genere, tenuto su richiesta di sette Paesi francofoni appartenenti alla Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale. Al workshop hanno partecipato due rappresentanti per Stato.

Sfilata di oldtimer presso il valico di confine di Basilea-Hiltalingerstrasse Philippe Theubet (2° da destra) e Oliver Schmid (a destra)

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Il progetto prevede anche la colla-borazione di due esperti delle risorse umane dell’AFD: Oliver Schmid, responsabile del centro HR di Ginevra, e Philippe Theubet, aggiunto della sezione Esercizio di Ginevra. Quest’ul-timo ha già codiretto il seminario intro-duttivo a Dakar. In vista delle «migliori prassi», l’AFD ha presentato ai sette Paesi interessati diversi strumenti di gestione del personale. Al termine del workshop ogni Stato partecipante ha sviluppato un piano d’azione, che dovrebbe favorire l’attuazione delle riforme delle Amministrazioni doganali. Di Philippe Theubet, sezione Esercizio della Direzione delle dogane di Ginevra

Controllo di generi alimentari di origine animale importati illegalmenteOgni anno, la dogana e il servizio vete-rinario di confine eseguono controlli congiunti negli aeroporti internazio-nali. A inizio ottobre è stata la volta dell’aeroporto di Zurigo. Il controllo, svolto per impedire l’introduzione delle epizoozie attraverso generi alimentari di origine animale, si è concentrato sulle importazioni di derrate alimentari dai Balcani. Infatti è vietato importare quasi tutte le derrate alimentari di origine animale non provenienti dai Paesi dell’UE, dalla Norvegia e dall’I-slanda. Tali merci sono state dunque

confiscate e nel contempo sono stati informati i viaggiatori sui potenziali pericoli. Scopo principale dell’iniziativa congiunta della dogana e dell’Uffi-cio federale di veterinaria (UFV) era sensibilizzare i passeggeri al tema. Nel giorno in questione sono stati control-lati 18 voli e oltre 1200 persone. Circa 55 importazioni sono state oggetto di contestazioni e sono stati sequestrati complessivamente 147 chilogrammi di derrate alimentari, di cui 71,7 di carne o prodotti carnei, 71,9 di latte o latticini e 3,4 di miele.

☞ Consiglio della dogana«Mi sono trasferito in Svizzera da poco, ma la mia macchina è ancora immatricolata in Belgio. Devo dichiararla? Posso tenere la mia targa attuale?» O. Z. da D.

Le persone provenienti dall’estero che stabiliscono il domicilio in Svizzera devono imporre il loro veicolo all’importazione come segue.– Se la persona che si trasferisce in Svizzera ha utilizzato il veicolo nel territorio doganale estero per almeno sei mesi e questo

è destinato all’ulteriore utilizzazione personale in Svizzera, entra in linea di conto l’imposizione in franchigia di tributi come masserizia di trasloco.

– Se la persona che si trasferisce in Svizzera ha utilizzato il veicolo nel territorio doganale estero per un periodo più breve, l’imposizione summenzionata è esclusa. Per contro, con la relativa autorizzazione (mod. 15.30) ha il diritto di utilizzare in franchigia di tributi il veicolo non imposto per due anni a partire dalla data della prima entrata, finché esso è destinato all’ulteriore utilizzazione personale nel territorio doganale svizzero. Scaduto questo termine, occorre imporre o esportare il veicolo.

Un veicolo munito di targhe di controllo estere può circolare in Svizzera per un anno. Dopodiché occorre dotarlo di targa normale svizzera nel primo caso e di targa doganale svizzera nel secondo caso. Per informazioni sull’importazione di veicoli rivolgersi agli uffici doganali; per domande sull’ammissione alla circolazione rivolgersi agli Uffici cantonali della circolazione stradale.

Alimenti sequestrati (fonte: UFV) Fonte: UFV

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?Lo sapevate che…… dal 2004 il prezzo di un pacchetto di sigarette della marca più venduta è salito da 5.80 a 8.20 franchi?

… all’interno dell’UE, il prezzo più conveniente per le sigarette è in Bulgaria (€ 2.61) e quello più caro in Gran Bretagna

(€ 10.05)?

… dal 1993 la quantità di sigarette venduta in Svizzera è diminuita del 33 per cento,

passando da 16 929 000 000 pezzi a 11 427 000 000 pezzi nel 2012?

… nel 2012 in Svizzera sono state prodotte 48 miliardi di sigarette, l’80 per cento delle quali sono state esportate?

… nel 2012 l’imposta sul tabacco, con 2,396 miliardi di franchi riscossi,

ha contribuito per il 10 per cento circa alle entrate complessive della dogana svizzera?

… con le entrate derivanti dall’imposta sul tabacco viene finanziato circa il 6 per cento di tutte le entrate AVS?

Fonte: Statistica del commercio esterno, AFD; per altri dati vedi www.ezv.admin.ch ➔ Temi ➔ Statistica del commercio esterno svizzero ➔ Cifra del mese

Come impiegata della sezione Operazioni del Comando del Cgcf, da tre anni Lei è una delle persone di collegamento con l’UFM. Di che cosa si occupa?Uno dei miei compiti principali è agire da persona di contatto nelle questioni di esecuzione dell’UFM, del Cgcf o di autorità esterne in materia di diritto degli stranieri e di diritto d’asilo. Ovviamente si tratta anche di assicu-rare e coordinare i collegamenti con l’UFM nonché di reperire o scambiare informazioni. La collaborazione nei gruppi di lavoro fa parte dell’attività quotidiana, come pure la stesura di profili rischio per la lotta alla crimi-nalità relativa all’immigrazione clandestina. Inoltre, ai fini della rielaborazione delle informazioni per altri uffici specializzati, la collaborazione tra l’UFM, gli uffici specializzati della sezione Operazioni, lo Stato maggiore del Comando del Cgcf e le diverse regioni guardie di confine è molto importante.

Prima di assumere questa funzione, Lei ha lavorato per 12 anni come guardia di confine. L’esperienza maturata «al fronte» le è servita per l’attuale lavoro?Il passato come guardia di confine è stato importantissimo per me. Solo così ho potuto acquisire l’esperienza professionale necessaria, capire le procedure al confine e rendermi conto di quali problemi affrontano ogni giorno i nostri collaboratori. In particolare quando ho a che fare con istruzioni o modifiche di legge sono in grado di valutare meglio le modalità di attuazione nella prassi. Perciò tengo molto al contatto con le guardie e ogni tanto partecipo di nuovo a turni di servizio. In questo modo ricevo spunti interessanti dai colleghi e posso chiarire direttamente sul posto dubbi e domande. Ritengo che questo scambio tra Berna e le persone al confine sia fondamentale.

Lei lavora per il Cgcf ma anche per l’UFM. Questo doppio ruolo è problematico da gestire nel quotidiano?No, perché prima di tutto sono guardia di confine e lavoro nel mio ambito per il Cgcf. Occorre però essere coerenti con le proprie decisioni e saperle difendere nei confronti di entrambe le parti. Grazie al fatto che siamo dislocati presso l’UFM e subordinati alla divisione Entrata, collaboriamo strettamente con la sezione Basi frontiera, che emana le istruzioni per i controlli al confine, nonché con la sezione Scambio dati e identifica-zione, che elabora ulteriormente i rapporti del Cgcf. Questo rappresenta un valore aggiunto per tutti, perché è possibile chiarire rapidamente le questioni e sostenersi a vicenda nel disbrigo di determinati casi. Comunque il nostro contributo in seno all’UFM è molto apprezzato, non da ultimo perché si sfruttano sinergie.

Tre domande a...Aiutante Ursula van Rijs, 39 anni, esperta in materia di migrazione presso il Cgcf, sostituta dell’ufficiale di collegamento Cgcf-Ufficio federale della migrazione (UFM)

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«Miami vice» a LuganoRegione guardie di confine IV – «Sono cose che si vedono solo nei film», ha detto a TeleTicino un cameriere che è stato testimone di

Rivista

un inseguimento nella zona pedonale di Lugano. «Non è un episodio di Miami Vice», ha scritto TicinoNews. Ma cosa è accaduto? Il tutto è iniziato a Magliaso, dove un ladro ha rubato

a una donna la sua Fiat Punto. Una pattuglia delle guardie di confine è partita subito all’inseguimento del veicolo in direzione di Lugano. A Sorengo il quarantasettenne stra-niero ha sfondato un posto di blocco del Cgcf, passando anche sugli stop stick. Nonostante i pneumatici distrutti, l’uomo ha continuato la sua fuga, danneggiando alcune auto parcheggiate lungo la strada. Nel frattempo anche la polizia si è messa all’inseguimento dell’uomo, il quale ha sfondato un altro posto di blocco, questa volta della polizia comunale di Lugano. Passando con il rosso, il fuggitivo ha poi attraversato il tunnel di Besso. Ma il peggio doveva ancora venire: l’uomo ha attraversato una zona pedonale con l’auto, senza preoccuparsi dei passanti. Fortunata-mente non vi sono stati feriti. Dopo quasi dieci chilometri, la fuga è finita contro un muro. Tuttavia, prima di farsi mettere le manette, l’uomo si è fortemente opposto ai suoi inseguitori, ferendo un poliziotto e danneggiando un veicolo della polizia cantonale. Simili inseguimenti e taffe-rugli hanno caratterizzato la popolare serie televisiva americana «Miami Vice», prodotta tra il 1984 e il 1989. Nelle 111 puntate i due protagonisti, i detective sotto copertura Sonny Crockett e Ricardo Tubbs, combatte-vano contro i criminali di Miami. La serie è stata una delle più popolari degli anni Ottanta e ha influenzato anche la moda maschile della seconda parte di questo decennio.

Appassionato di moto d’epocaI circondario – La storia del più famoso sito di aste online ebbe inizio quando la moglie di Pierre Omi-dyar chiese al marito di creare una piattaforma Internet per lo scambio dei dispenser PEZ che lei collezionava. Così nel 1995 egli fondò un’impresa chiamata «AuctionWeb», l’attuale «eBay Inc.». Oggi eBay conta oltre

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276 milioni di iscritti che acquistano e vendono merci online e gestisce 38 piattaforme nazionali. Questo sito viene utilizzato anche da molti collezionisti, come un appassionato

di moto d’epoca in Svizzera. Dopo aver acquistato diverse motociclette tramite eBay, egli le ha dichiarate all’importazione, ma con un valore troppo basso. Il comportamento dell’uomo era molto subdolo: chiedeva infatti agli speditori della merce di fatturare un valore molto più basso di quello reale. A tal fine, a volte venivano indicati anche dei difetti fittizi. Ma non è tutto: l’uomo ha acquistato su eBay anche molti accessori e pezzi di ricambio, che ha importato fornendo indicazioni errate nella dichiarazione o addirittura non dichiarandoli affatto. La truffa è stata scoperta perché le motociclette erano state messe in vendita in Internet con un valore molto superiore a quello indicato sulla dichiarazione. Sulla base delle inchieste della Sezione antifrode doganale di Basilea sono stati riscossi posticipatamente circa 25 000 franchi. Come dice il sito, «Su eBay puoi comprare e vendere di tutto», però è importante scegliere venditori e acquirenti affidabili.

ShishaRegione guardie di confine II – Il termine «shisha» è di origine persiana e significa «vetro». In particolare si

intende la parte in vetro della pipa ad acqua o addirittura la pipa ad acqua stessa. Oggigiorno questo oggetto viene messo in relazione con l’Oriente, anche se il sistema sembra

che sia nato in India. Dal XX secolo la pipa ad acqua è considerata un’al-ternativa alla sigaretta. Il tabacco (e la nicotina in esso contenuta) è una sostanza che genera dipendenza e, oltre a essere molto diffuso come pro-dotto da fumare, fiutare o masticare, è diventato un importante argomento politico. Anche i contrabbandieri hanno da molto tempo scoperto

la redditività di questo prodotto e nell’ultimo anno il contrabbando di sigarette in Svizzera è addirittura aumentato di quasi il 39 per cento (2011: 1143 casi, 2012: 1584 casi).

Il Cgcf scopre continuamente tabac-chi manufatti contrabbandati, come è avvenuto in un treno EC che viag-giava da Zurigo a Milano. Le guardie di confine sono state incuriosite da un bagaglio, che sembrava non appartenere a nessuno, scoperto in un vagone di 1a classe. Alcuni indizi hanno permesso di risalire al proprie-tario, un cittadino egiziano residente

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in Italia. L’uomo era appena giunto in volo a Zurigo dall’Egitto e all’entrata aveva «dimenticato» di dichiarare la merce alla dogana. Il bagaglio conte-neva 48 chilogrammi di tabacco per pipa ad acqua e 122 stecche di siga-rette. Nei confronti dell’uomo è stato avviato un procedimento penale. La forma attuale della pipa ad acqua è nata nel XVI secolo in Egitto!

Contrabbando di civetteRegione guardie di confine II – Atena (o Pallade Atena), figlia di Zeus e Metide, era la dea greca della sapienza e della saggezza nonché protettrice della città di Atene. Il sim-bolo di questa dea (chiamata Minerva dai Romani) era la civetta. Durante i controlli doganali accade spesso che si scoprano animali contrabbandati. Spesso si tratta di specie esotiche, come serpenti, ragni o altri rettili protetti dalla Convenzione di Washin-gton. È invece molto raro scoprire delle civette contrabbandate. Questo

è però quello che è accaduto durante un controllo su un treno ICE tra Friburgo (D) e Basilea: una pattuglia comune del Cgcf e della polizia fede-rale tedesca ha scoperto un giovane barbagianni. Una giovane cittadina francese trasportava l’animale in una scatola senza però disporre dei documenti necessari per importarlo in Svizzera. La civetta è inoltre raffigu-

rata (piccolissima) sulla banconota da un dollaro statunitense (già ricchissima di simboli): si trova a sinistra della cifra «1» in alto a destra.

Contrabbando di barbabietole da zuccheroII circondario – Anche se la barbabie-tola da zucchero viene sempre meno utilizzata per la produzione dello zuc-chero, la sua coltivazione in Svizzera è comunque importante e redditizia, soprattutto perché dalla sua lavora-zione si ottengono diversi sottopro-dotti utili. La barbabietola rappresenta anche una materia prima rinnovabile per la fabbricazione di bioetanolo e biogas. È pertanto chiaro che questa pianta venga contrabbandata, come ha fatto un contadino che per molto tempo ha importato barbabietole da zucchero in Svizzera nel traffico rurale di confine senza dichiararle. L’uomo ha affermato di aver dichiarato la merce, ma che né lui né l’ufficio doganale riuscivano più a trovare i documenti. Gli inquirenti doganali sono riusciti a provare che il conta-dino aveva importato illegalmente oltre 300 tonnellate di barbabietole da zucchero nonché 12 tonnellate di orzo autunnale e la stessa quantità di triticale (un altro cereale). L’inchie-sta ha inoltre permesso di scoprire un secondo contadino che aveva importato illegalmente in Svizzera quasi 312 tonnellate di barbabietole da zucchero e 35 tonnellate di patate. I due uomini hanno dovuto versare a posteriori, tra l’altro, tributi per un totale di 79 000 franchi.

Chi va piano va sano e lontanoRegione guardie di confine IV – Un ventiseienne albanese residente in Italia sembrava avere molta fretta quando la guarda di confine lo ha fermato al valico di Chiasso-Brogeda per un controllo (chissà se la guardia ha pensato al proverbio «chi va piano va sano e lontano»?). I documenti relativi al veicolo erano in ordine ma all’interno del furgone una copertura vistosa ha richiamato l’attenzione della guardie di confine. Togliendola è venuto alla luce un nascondiglio con-tenente 45 chilogrammi di marijuana,

La piccola civetta sulla banconota da 1 dollaro

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Spesso l’apparenza inganna. E lo sanno bene i collaboratori dell’AFD. Normalissimi oggetti vengono infatti utilizzati come nascondigli dai contrabbandieri e talvolta servono addirittura a camuffare armi. Da sempre, i trafficanti di droga e di armi riescono a trovare idee nuove e insolite per contrabbandare la loro merce. Forum D. presenta man mano alcuni di questi oggetti.

Sembra essere un crocifissoIn realtà è un pugnale

Fonte: L. Ingivel

Trucchi dei contrabbandieri: l’apparenza inganna

imballata in 43 panetti. L’episodio ne ricorda uno simile avvenuto poco tempo prima presso il valico di Chiasso-Strada. In quell’occasione le guardie di confine avevano fermato un trentenne italiano e sequestrato 34 panetti contenenti quasi 56 chilo-grammi di marijuana nascosti nel suo veicolo. Come è emerso dalle indagini del pubblico ministero, la droga era destinata alla regione di Ginevra. «Chi va piano va sano e lontano» è la versione «popolare» del motto «festina lente» (affrettati lentamente) attribuito all’imperatore Augusto (63 a.C.–14 d.C.), secondo il quale è meglio agire senza indugi ma con cautela.

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… nel Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna per visitare l’esposizione speciale «Cargo - Il fascino dei trasporti»

Il Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna è il museo più visitato in Svizzera. Espone circa 3000 oggetti su una superficie di 20 000 metri quadrati. L’esposizione speciale ha consentito ai visitatori di capire nessi e retroscena delle catene di trasporto internazionali e ha inoltre fornito spunti per riflettere sul proprio com-portamento in materia di mobilità. A tale scopo l’arena del museo è stata trasformata in terminal container. Ogni container presentava diversi settori della logistica, organizzazioni e

A fine ottobre ha chiuso i battenti l’esposizione speciale «Cargo – Il fascino dei trasporti» presso il Museo Svizzero dei Trasporti di Lucerna. In un terminal container collocato nell’arena del museo, la mostra illustrava i molteplici aspetti dei trasporti e della logistica. Anche l’AFD ha partecipato al progetto insieme a STOP ALLA PIRATERIA, la piattaforma svizzera di lotta alla contraffazione e alla pirateria.

Uffici federali tra i quali anche l’AFD, che insieme a STOP ALLA PIRATERIA ha trattato il tema dell’economia sommersa.

Economia sommersaLa dogana svizzera e STOP ALLA PIRATERIA hanno spiegato il tema dell’economia sommersa mostrando le ripercussioni del commercio globa-lizzato. Il container della dogana conteneva merci sequestrate appartenenti ai set-tori più disparati, pannelli informativi,

In viaggio…

una stazione multimediale interattiva con filmati nonché opuscoli infor-mativi sui compiti svolti dall’AFD nel commercio transfrontaliero. In determinati fine settimana, alcuni doganieri erano presenti sul posto, a disposizione dei visitatori.

Presentazioni speciali del CgcfIn cinque domeniche durante il periodo espositivo, il Cgcf ha fatto vedere al pubblico il lavoro dei suoi specialisti.

Terminal container al centro del museo

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37Forum D. | Panorama

L’entrata del container della dogana

Benvenuti nel container della dogana!

Chi cerca trova: un cane antidrogaUno specialista per ogni situazione

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3838 Forum D. | Panorama

«Aggrediti a tradimento nella notte» (parte 1)

al. Nel 2010 il Cgcf ha registrato 154 casi di violenza e minacce nei confronti di propri membri; nel 2011 sono stati 202 e l’anno successivo 235. A ciò si aggiunge un aumento del 47 per cento del contrabbando di

Ogni giorno il Cgcf ferma in media 40 persone ricercate e tre bande in possesso di refurtiva o arnesi da scasso. A questi fermi si aggiungono i casi di contrabbando di armi e stupefacenti, immigrazione illegale (passatori) o contrabbando organizzato. Che la realtà professionale di una guardia di confine possa includere situazioni estreme è nella natura stessa del mestiere. Nei suoi 120 anni di storia, il Cgcf ha vissuto esperienze dramma-tiche, a volte con esito tragico. In una serie di tre episodi, Forum D. racconta le vicende vissute da guardie che hanno pagato con il sangue il loro impegno a favore della sicurezza del Paese.

armi vietate: lo scorso anno i sequestri sono stati 1931, contro i 1308 del 2011. Queste cifre dimostrano che al confine vi è un potenziale di violenza. Fortunatamente, nell’ultimo decen-nio nessuna guardia ha perso la vita

per mano di terzi, malgrado l’aumento della criminalità tran-sfrontaliera. Tuttavia ciò non è dovuto solo alla fortuna, ma anche e soprat-tutto alle capacità e alle conoscenze di un personale ben formato.

Guardia di confine, un mestiere peri-coloso La professione di guardia di confine non è mai stata priva di pericoli. Fin dall’i-stituzione del Cgcf nel 1894, le guardie hanno convissuto con la violenza, non da ultimo perché il loro compito principale era quello di «sco-prire, impedire e reprimere il contrab-bando». Nelle regioni in cui, per tradizione, il traffico transfron-taliero era partico-larmente forte, la popolazione locale

Violenza al confine

guardava le guardie con diffidenza. Ma non solo. Spesso si è passati anche alle vie di fatto: come si legge nei rapporti dell’epoca, nei primi anni di esistenza del Corpo diverse guardie sono state assalite a tradimento, derubate, malmenate e perfino ferite gravemente. Anzi, talvolta erano proprio le autorità locali a sabotare gli sforzi finalizzati a reprimere il contrabbando. Sebbene la letteratura degli anni Quaranta dipinga con tratti roman-tici il contesto in cui si muovevano le guardie il lavoro quotidiano delle guardie di confine era tutt’altro che facile. Le condizioni lavorative erano dure e imponevano grandi sacrifici. Non di rado la loro l’incolumità era messa a rischio. Soprattutto durante le due Guerre, i confini erano irti di pericoli e gli scontri a fuoco tra guardie e contrabbandieri armati non mancavano.

Il periodo della Prima guerra mondiale Durante il primo conflitto mondiale, il confine nord-occidentale della Svizzera era presidiato da circa 220 000 soldati. Una sorveglianza intensa in una situazione di grande tensione, che inevitabilmente divenne teatro di tragiche fatalità mietendo vittime sia nel Cgcf sia nell’esercito. Quello di Edmund Zumsteg fu il primo caso noto in cui una guardia di con-fine perse la vita in servizio: fu assas-sinato il 6 giugno 1916 da un soldato tedesco nei pressi di Flüh (SO). Il Reich

Guardia di confine in servizio da sola (1920)

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versò alla vedova 22 000 franchi a titolo di indennizzo. Lo stesso destino toccò a Heinrich Kaspar, ucciso il 12 aprile 1918 vicino a Rheinfelden (AG) da una pattuglia dell’esercito svizzero. Miglior fortuna ebbe Aloïs Aubry, vittima due giorni prima a Lucelle (JU) degli spari di un soldato svizzero. Sopravvisse nonostante le gravi ferite riportate ma rimase invalido. La vita di Alfred Bürki fu invece stroncata il 13 settembre 1919 nell’ufficio doga-nale di Thayngen-Schlatt da un colpo partito accidentalmente da un’arma di fabbricazione straniera, manipolata in modo errato da un agente della polizia militare.

Il periodo interbellicoDurante la guerra, contrabbandieri, passatori e speculatori potevano esportare la loro merce più o meno legalmente, ma poi gli alleati non tollerarono più questi traffici e imposero regole severe. La situazione in Svizzera era estremamente tesa anche sul piano sociale. Nel 1918,

circa un sesto della popolazione era indigente. Queste circostanze portarono inevitabilmente a conflitti, che il 12 luglio 1919 culminarono nel ferimento grave di una guardia di confine. Un contrabbandiere con l’uniforme dell’esercito francese sparò a Gottlieb Frey trafiggendogli un pol-mone. Dopo il 1923 divennero ricor-renti le violazioni dei confini ad opera delle camicie nere fasciste e, dal 1933, delle SA. Pur arrivando ogni tanto alle vie di fatto, tali violazioni non ebbero mai conseguenze letali. Va comunque detto che gli autori non sempre erano contrabbandieri. Il 18 febbraio 1937 a Scudellate, un uomo affetto da turbe psichiche sparò a una guardia di nome Rosetti, feren-dolo gravemente. Lo sparatore venne arrestato in Francia.

Un apice tragicoIl progressivo razionamento dei beni disposto dal Consiglio federale nel settembre 1939 allo scoppio della Seconda guerra mondiale favorì il

mercato nero. Sebbene inizialmente la fitta sorveglianza dei confini avesse un effetto dissuasivo, negli anni successivi il contrabbando aumentò in modo considerevole: nel 1945 le guardie di confine segnalarono oltre 18 000 casi. Di pari passo si intensificò il ricorso alla violenza e alle armi su entrambi i fronti. Tra il 1941 e il 1945, ben otto guardie di confine furono assassinate nell’esercizio delle loro funzioni: Fritz Mösli (1941), Charles Chevalley (1942), Willy Rohr (1944), Luigi Meschini (1945), Arthur Sauter (1945), Giuseppe Socchi (1945), Ovi-dio Maggi e Hermann Noser (1945). Ad eccezione di Fritz Mösli (ucciso da bracconieri) e Willy Rohr (ucciso per sbaglio da un soldato delle truppe di frontiera), gli altri persero la vita per mano di contrabbandieri. Con la fine della Seconda guerra mondiale, il confronto armato tra guardie e contrabbandieri cessò quasi da un giorno all’altro. La crescita economica cominciata poco dopo nell’Europa occidentale ridusse gli episodi violenti al confine. La situa-zione divenne più tranquilla e per qualche decennio non si verificarono omicidi di guardie da parte di terzi. Purtroppo, la radicalizzazione politica degli anni Settanta riportò la violenza al confine ad opera di terroristi e criminali pericolosi.

Continua nel prossimo numero

Esercitazione per l’uso della pistola mitragliatrice LMG 18

Una guardia ferma cinque contrabbandieri (1942)

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Landjäger, latticello e sconto doganale per adolescenti

Importazione di uno scooter«Vorrei importare in Svizzera uno scooter usato. Di quali documenti necessito? Di fatto è già a casa mia, a Meiringen, nello splendido Oberland bernese.»

Vendita online«Vorrei creare una vendita online di prodotti per lo più a buon mercato: portacellulari e forse anche bigiotte-ria. Su alcuni portacellulari figura la scritta Coca-Cola: la vendita è vietata? Quanti pezzi se ne possono ordinare? Questa piccola attività, una volta cre-ata, è da considerarsi una ditta?»

Landjäger«Da nove anni mio figlio abita a Hong Kong. Vorrei spedirgli i Landjäger: posso farlo?»

In viaggio con un pullman di linea«La settimana scorsa ho effettuato un viaggio con un pullman di linea

Ogni giorno l’AFD riceve decine di richieste da parte di cittadini svizzeri e stranieri. Forum D. ne ha raccolto una serie divertente, secondo il motto «non c’è nulla che non esista». Di Roman Dörr, perito doganale, ufficio doganale di Pratteln

a lunga distanza che offre viaggi a prezzi vantaggiosi. Ho pensato che in questo modo venivano importate illegalmente merci proibite in Svizzera. In effetti a Basilea non siamo stati sottoposti a controllo! A Francoforte sono salite circa 15 persone, ma intorno al pullman ve n’erano una ventina. Il conducente ha sistemato i bagagli nel mezzo. Tra questi potrebbe esserci stata anche merce illegale. Ad un certo punto vi è stato il cambio del conducente per via della lunghezza del viaggio. Non vi era dun-que nessuno che avesse la situazione sotto controllo. Una volta giunti al capolinea a Zurigo, c’era di nuovo una moltitudine di gente: magari, nella confusione, qualcuno si è avvicinato al pullman e ha semplicemente ritirato una valigia contenente merce illegale. Per me sarebbe stato relativamente semplice contrabbandarne. Pertanto sarebbe opportuno controllare in modo approfondito questo genere di veicoli.»

Burro o latte«In provenienza dalla Germania e in veste di privato, qual è la quantità di latticello ammessa in franchigia di dazio nel traffico turistico? Il latticello è considerato latte o burro? Rientra

Richieste alla dogana (parte 9)

nel contingente lattiero malgrado contenga solo un tenore di grasso minimo?»

Qual è il carico massimo?«Qual è il carico massimo autorizzato per un autocarro da 7,5 tonnellate che vogliamo impiegare per il tra-sporto di masserizie di trasloco dalla Germania in Svizzera?»

Abiti da donna«Devo pagare l’IVA se oltre confine acquisto vari abiti da donna per un totale di 450–500 franchi e sono

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accompagnata da mio marito? O il valore della merce viene diviso in due, anche se gli abiti sono destinati a me?»

Noce di cocco con germoglio«Posso portare in Svizzera una noce di cocco con germoglio come souvenir dalla mia spiaggia preferita delle Maldive?»

Cos’è una strada nazionale?«Nei prossimi giorni sarò a Costanza e poi vorrei recarmi a Kreuzlingen. Necessito di un contrassegno stra-dale? Non so cosa sia esattamente una strada nazionale: come faccio a capire dove inizia? O pensate sia meglio che prenda un taxi per la mia visita di mezza giornata?»

Pullover contraffatto?«Vorrei acquistare un pullover online. Attualmente si parla molto di plagi, per cui non so se posso ordinarlo senza problemi o se potrebbe trattarsi di una contraffazione. Dato che sul sito è menzionato chiaramente che si tratta di un «fake», non vorrei assolu-tamente avere problemi.»

Sconto doganale per adolescenti?«Mio figlio di 15 anni adora una marca di vestiti americana. Vorrebbe ordinare via Internet la collezione estiva, per un importo di circa 500 franchi. Come si calcolano i tributi da pagare al momento dell’arrivo del pacco? Gli adolescenti beneficiano di uno sconto doganale?»

Eccesso di velocità «Anni fa sono stato multato per eccesso di velocità ma non so più se

ho pagato la multa. Non mi ricordo neanche in quale Cantone è successo, so solo che ero vicino al confine con la Germania. Purtroppo mi mancano altri dati sulla multa e non ho più presente il numero di targa. È possibile scoprire se c’è ancora qualcosa in sospeso sulla scorta dei miei dati?»

Non sapere più che pesci pigliare«Dopo vent’anni di permanenza in Sudafrica, a inizio anno sono tornato in Svizzera per motivi familiari. A Città del Capo ho affidato il trasporto via mare di tutte le mie cose a una ditta di spedizioni. La merce è bloccata già da alcune settimane in un magazzino della ditta a Londra. Dopo aver inviato una serie interminabile di moduli (che non era consentito spedire né per e-mail né per fax e che ho dovuto compilare con la penna blu), oggi mi hanno persino chiesto di fornire una prova della mia partenza dal Suda-frica. Cose da non credere! Io non so più che pesci pigliare. Allora vi chiedo: potreste intervenire a Londra per conto mio?»

Vino naturale«Vorrei dare sei litri di vino naturale di provenienza tedesca a una persona che abita in Svizzera. Poiché questa persona porta già con sé due litri, vor-rei imporre i miei sei litri in anticipo, in modo da facilitargli le formalità al passaggio del confine. Posso pagarvi i 3.60 franchi dovuti mediante codice SWIFT-IBAN e far valere il giustificativo come versamento o esiste una proce-dura più semplice?»

Cippo di confine«Un amico di lunga data della Germa-nia compirà 80 anni il mese prossimo. Da quando lo conosco sogna di avere un cippo di confine da piazzare nel suo giardino. Adesso sono riuscito a procurarmene uno ufficiale tramite il mio geometra. Posso attraversare il confine con questo cippo o devo presentare domanda alle autorità doganali?»

Regalo di commiato«Dopo 12 anni, il nostro amato pastore lascia la comunità per trasfe-rirsi con la sua famiglia in Svizzera.

Dato che siamo stati il suo primo gruppo di confermandi, vorremmo fargli un regalo di commiato. Abbiamo subito pensato a un albero, perché lui e i suoi familiari si dilettano nel giardinaggio e in Svizzera avranno un grande giardino. Il pastore può portare con sé l’albero senza correre il rischio di doverlo lasciare in dogana? O devo inoltrare dei documenti per fare in modo che possa entrare in Svizzera con l’albero?»

Riccio africano dal ventre bianco«Per il mio compleanno la mia collega mi regalerà un riccio africano dal ventre bianco, che però devo andare a prendere in Germania, probabilmente in treno. Dispongo già dell’autoriz-zazione del servizio veterinario in Svizzera. Quali disposizioni doganali vengono applicate?»

Seggiolini da bambino dal Giappone«Per importare seggiolini da bambino dal Giappone vi sono restrizioni? Questi articoli devono essere pre-viamente omologati da un’autorità competente o dall’ente per il controllo dei materiali?»

Dentifricio americano«Vorrei ordinare un dentifricio ame-ricano su una piattaforma Internet. Mi interesserebbe sapere se l’impor-tazione di dentifricio dagli Stati Uniti è soggetta a restrizioni o addirittura vietata.»

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Quando penso alla dogana...

Ho vissuto più di un quarto della mia vita all’estero. Diverse volte all’anno attraversavo i posti di confine, perlopiù in treno. Schengen allora non esisteva, per cui merci e persone venivano controllate in egual misura. Il primo controllo si fa con lo sguardo, che è anche il primo contatto tra guardia di confine e viaggiatore. Spesso tutto finisce lì: il tempo di uno sguardo. Le guardie di confine devono decidere in fretta. Forse usano metodi che hanno imparato, ma anche l’intuito e la cono-

scenza dell’animo umano sono decisivi.Un giorno, in un compartimento sedevamo un signore di colore e io. A Sankt Margrethen salirono i doganieri tedeschi. «Viaggiate insieme?» «Sì, stiamo nello stesso compartimento», risposi. Non ci conoscevamo, avevamo solo scambiato quattro chiacchiere. Ma per i doganieri non era una casualità: magari eravamo amici o complici. Il mio compagno di viaggio sapeva con assoluta certezza che lo avrebbero con-trollato. «Lo so che mi controllate, ma io non contrabbando proprio niente»,

disse. Fu tutto inutile. Probabilmente l’allusione indiretta al colore della pelle li aveva offesi. In effetti i con-trolli al confine non hanno nulla a che vedere con il disprezzo nei confronti di determinate persone. I funzionari della dogana fanno semplicemente il loro lavoro e si comportano in base alle esperienze fatte. A Lindau ci ordina-rono di scendere. Rispondemmo a una sfilza di domande (da dove arrivate, dove andate, perché, quale percorso avete fatto, a che ora siete partiti, qual

è il vostro bagaglio, favorite esibire il passaporto, il permesso di soggiorno ecc.). Aprirono perfino il mio fazzoletto sporco. Alla fine riuscimmo a pren-dere la coincidenza ugualmente. Io mantenni la calma e cercai di mostrare comprensione. Sulla stessa tratta mi era già capitato di vedere fermare dei delinquenti. «Una volta hanno preso un pesce grosso», mi svelò il cameriere della carrozza ristorante.Questo episodio dimostra che il lavoro in dogana è molto interessante, poiché gli impiegati doganali incontrano per

Felix Gmür, vescovo di Basilea

primi qualsiasi persona che viaggia e attraversa i confini. E qui ne entrano in gioco tanti: i confini doganali, nazio-nali, linguistici; i confini delle valute, i confini culturali, delle leggi, delle regole e via di seguito. Da quando esistono l’UE e l’accordo di Schengen, si parla di «frontiere esterne». Lampe-dusa è una di queste. Là si capisce che ci sono i confini aperti, ma che questi confini possono anche essere chiusi. Essi uniscono e dividono.Qualche volta il confine diventa teatro

di tragedie: legami spezzati, arresti e decessi drammatici. A Lampedusa appro-dano anche persone già morte. In quei frangenti i doganieri non si occupano di documenti d’impor-tazione e container, di merci legali e ille-gali, ma si misurano con tutto il dramma del mondo e i limiti della sua ingiustizia. Papa Francesco ha visto che qualcosa non va, che c’è da dispiacersi. Politici, operatori umanitari, manager e salva-tori del mondo si incolpano a vicenda. Lampedusa rivela

che tuttora le merci circolano più libe-ramente delle persone. Perché queste ultime portano nuove idee e altre abitudini di vita, come del resto suc-cede con alcune merci. Basti pensare ai nuovi apparecchi di comunicazione di piccole dimensioni. Durante l’avvento se ne importano a migliaia e parecchi uffici doganali dovranno controllare se sono esenti dal dazio o meno. Auguro ai doganieri tanta pazienza e pru-denza nel proprio lavoro. Anche con le persone.

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Colofone

Forum D. – Editore: Amministrazione federale delle dogane (AFD); pubblicazione: tre volte all’anno in tedesco, francese e italiano; tiratura: 8500 esemplari; redazione: Walter Pavel (wp), Stefanie Widmer (sw), Attila Lardori (al), Linda Bütler (lb); indirizzo della redazione: Amministrazione federale delle dogane, Direzione generale delle dogane, Comunicazione/Media, Monbijoustrasse 40, 3003 Berna; telefono: 031 322 67 43; www.ezv.admin.ch; [email protected]; riproduzione solo con l’indicazione della fonte.

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