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La Luce splende ANNO XXXI - MENSILE - Nº 8 - NOV.-DIC. 2010 Rivista della Basilica di Torino-Valdocco Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353 / 2003 (conv. in Legge 27-02-2004 n. 46) art.1, comma 2 e 3 - CB-NO/TORINO Contiene inserto redazionale

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La Luce splende

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Rivista della Basilica di Torino-Valdocco

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Contiene inserto redazionale

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Ricevere una chiamata per vivere nell’Ispettoria piemontese è sor-

prendente e interrogante. Viverci èun’esperienza unica e appassionante.Percorrerla è vitalmente evocante e sti-mola a intraprendere il cammino chei nostri santi hanno vissuto. Un cam-mino di Speranza assunta e donata si-no all’eroismo.

Mi chiedo che cosa possa significare,oggi, in questa terra, essere segno diSperanza come Figlie di Maria Ausi-liatrice (FMA) per i giovani, per la gen-te, per recuperare il ritmo della “respi-

razione” cristiana e salesiana. Qui sia-mo ancora tante (56 presenze in Pie-monte e Valle d’Aosta), con un buonbagaglio di esperienza e di età, ma an-che con cuore generoso e missiona-rio, e con segnali positivi di giovaniche chiedono di condividere la nostravita e la nostra missione.

Così come siamo, ci chiediamo: “Co-s’è missione oggi, dove tutto cambia inmodo vorticoso, dove alcune certezzesembrano diventate gelatinose, dovela frenesia non dà la serenità di pog-giare il capo e il cuore al sicuro? Co-

Editoriale

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Nate dalla Speranza per seminLe Figlie di Maria Ausiliatrice

Suor Angela Schiavi,nata a San Colombanoal Lambro (MI), è Ispet-trice FMA del Piemon-te e Valle d’Aosta dalsettembre 2009.© Archivio FMA Piemonte

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me dare e dire Speranza? Può la no-stra missione configurarsi come Spe-ranza?”. Ebbene, “possiamo vedere co-me sta emergendo – anche in mezzoa grandi fragilità – un volto nuovo del-la Chiesa, perché si stanno diffonden-do esempi ed esperienze di comunitàfraterne e solidali, di preghiera, corag-giose e perseveranti nel bene, vigilan-ti nella compassione, audaci nelle ini-ziative e felici nella speranza” (Instru-mentum Laboris, II Congresso mon-diale VR, 2004).

Noi FMA facciamo parte di questovolto nuovo della Chiesa e siamo chia-mate a tessere una nuova spiritualitàche generi vita e speranza per tutti. C’ègrande nostalgia di speranza, c’è bi-sogno di credere in ciò che non si ve-de, in un futuro migliore che ci atten-de e che possiamo costruire.

La Speranza come l’amore, comela pace, come tutto ciò che è bello,vero e giusto, ha in sé il contagio epuò dare riposo al nostro cuore, con-vertire le nostre angosce e darci il co-raggio di vivere questo presente chea volte sembra duro.

In questo tempo, così com’è, conle domande di sempre, quelle dei fi-losofi e di ogni uomo che pensa, quel-le dei nostri giovani – “Chi sono, dadove vengo, dove vado, che cosa spe-ro, che cosa mi attende?” –, in que-sto tempo, dunque, chi veramentespera, ha una marcia in più. La Spe-ranza è un antidoto alla paura, alla tri-stezza, all’angoscia, alla minaccia delnon senso.

Don Bosco era un sognatore. Ma-dre Mazzarello ha sognato ad occhiaperti. L’unione dei loro sogni ha da-

to gambe a pensieri di speranza, tra-dotti in progetti per i giovani e ora re-altà che aprono nuovi solchi di crea-tività e di fantasia apostolica.

In questa terra benedetta vogliamoalimentare la visione di un mondo fe-lice, giusto, salvato. Vogliamo avvol-gere il presente di un nuovo dinami-smo. E allora si illuminerà il cammino.

Dio ha fatto alleanza con questaterra, e Dio è fedele. Questo Dio cichiede di fare alleanza tra noi conl’esperienza che su tutte ha il mag-giore impatto: quella dell’amore, ge-neratore di fiducia e di speranza, e seè amore preveniente ha il sapore ge-nuino e profumato dell’amore di unDio che è Padre, Fratello, Presenza per-vasiva, illimitata e infinita e di una Ma-dre come Maria che, sempre gravidadi nuovi figli, non perde mai di vistaquelli già generati.

In terra piemontese e valdostanaaffiniamo i sensori della mente e delcuore per cogliere i battiti, taloraimpercettibili ma reali, di quanti,giovani e meno giovani, sentonovenir meno l’olio che alimenta lasperanza nella vita, e per donarlosenza misura.

Per noi nate dalla Speranza, è una chiamata a seminareSperanza, sapendo soffri-re le vere domande, conle donne e gli uominid’oggi, e ponendoci al-la ricerca umile e au-tentica delle vere ri-sposte, ricche di un do-no che abbiamo ricevu-to gratuitamente da duesognatori a occhi chiusi e aocchi aperti: Don Bosco eMadre Mazzarello. È la no-stra missione oggi.

Suor Angela SchiaviIspettrice FMA

Piemonte e Valle d’[email protected]

i nare Speranza

T Di fianco in basso:il celebre quadro coni due “sognatori”.© Editrice Elledici

I “La speranza hain sé il contagio e puòdarci il coraggio divivere questo presen-te che a volte sembraduro”.© Archivio FMA Piemonte

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08 MA-nov_dic-2010.qxp 2-11-2010 8:40 Pagina 5

La Costituzione apostolica Munificen-tissimus Deus, con la quale il 1º

novembre del 1950, Papa Pio XII defi-nì il dogma dell’Assunzione di Maria, ve-

de in questo datodi fede la conse-guenza piena deilegami singolaris-simi che stringonoMaria a Gesù, suoFiglio. Maria è as-sunta in cielo, è ac-colta dal Figlio ri-sorto e glorioso aquel “posto” cheegli ha preparato atutti i suoi discepo-li, a tutti quelli chelo vogliono segui-re. Prima di lascia-re questo mondo,Gesù dice espres-samente: “Io vadoa prepararvi un po-sto; quando saròandato e vi avrò

preparato un posto, ritornerò e vi pren-derò con me, perché siate anche voidove sono io” (Gv 14,2-3). È giusto chesua Madre, per l’intima unione con il Fi-glio e l’intensa partecipazione al suomistero di salvezza, sia la prima ad es-sere assunta accanto a lui, la prima apartecipare alla sua gloria.

Per la cultura dell’Asia orientale e inparticolare per i cinesi, l’annuncio diquesto dato di fede non troverebbe,penso, grande difficoltà. Nell’etica cine-se tradizionale, fedeltà (zhong), pietà fi-liale (xiao) e benevolenza (ren) sono iconcetti fondamentali che tengono in ar-monia la relazione umana: nel piccolo

cerchio della famiglia e poi, nella so-cietà, nello Stato e in tutto l’universo.

L’applicazione di questi princìpi de-termina il buon funzionamento della fa-miglia, dei sistemi sociali e politici. Inparticolare l’ideale della pietà filiale è ra-dicata nel cuore e nella coscienza deicinesi e degli asiatici. I riti di venerazioneagli antenati, che non sono stati im-mediatamente compresi da tutti i mis-sionari e che purtroppo hanno datooccasione a una controversia lunga unsecolo e mezzo (dall’inizio del Seicen-to sino a 1742), scaturiscono dalla pro-fonda pietà filiale dei cinesi verso i ge-nitori e gli antenati.

La pietà filiale radice di tutte le virtù

Per Confucio, la pietà filiale è il pun-to iniziale del cammino verso l’integri-tà e la perfezione. La parola xiao ap-pare, infatti, più di settanta volte negliAnalecta di Confucio. Il Maestro è con-vinto che chi non pratica il xiao in fa-miglia, non è capace di praticare ilzhong e il ren nelle relazioni umanefuori della famiglia. Il xiao non è l’adem-pimento di formalità o di doveri ob-bliganti, ma deve emergere dall’intimodel cuore, è l’espressione spontaneadell’amore e della riconoscenza.

Tra i classici della letteratura cinese,c’è il Libro della pietà filiale (Xiao Jing),composto probabilmente al tempo del-la dinastia Han (II-I sec. a.C.) da auto-re ignoto. Il libro inizia così: “La pietàfiliale è la radice di tutte le virtù”.

Ogni cinese conosce sin dall’infan-zia i 24 racconti edificanti della pietà fi-liale. È una raccolta di 24 esempi sto-

Spiritualità mariana

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Maria accolta in cielo dIl dogma visto con occhi cinesi

U L’immmagine diMaria Assunta nel-l’iconografia cinese.© Leung Yau

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rici di persone che hanno praticato inmodo esemplare il xiao verso i geni-tori, soprattutto verso la madre. Traquesti racconti, ve ne sono alcuni dipersone che, sostenute dall’affetto ma-terno, hanno ottenuto grande succes-so dopo dure prove; una volta rag-giunta la gloria, esaltano la madre at-tribuendo a lei il merito più grande.

Nei catechismi cinesi, nei libri po-polari di dottrina cristiana e nelle raf-figurazioni artistiche l’assunzione diMaria è presentata comunemente co-me un incontro: Maria e Gesù. Mariaè accolta nella gloria da Gesù. È il Fi-glio che accoglie la madre con gioia, ve-nerazione e affetto.

In Paradiso saremo insieme

Una condivisione dalla mia espe-rienza personale. Provengo da una fa-miglia di tradizione buddista. Mio pa-dre, da giovane studente, ha conosciutoalcuni missionari salesiani italiani e siè convertito al cristianesimo. Mia mam-ma è venuta a contatto con il cristia-nesimo attraverso il papà e ha ricevu-to il battesimo pochi giorni prima delmatrimonio, anzi, per essere più preci-sa, ha ricevuto cinque sacramenti indue settimane. Io sono stata battezza-ta da bambina. Quando avevo sei an-ni, mio nonno paterno morì, e morìbuddista. A quel tempo mi era statoinsegnato che soltanto chi ha ricevutoil battesimo può andare in paradiso.Nel lutto per il nonno, più della suamorte in sé, ero addolorata per il fattoche non era battezzato. Chiedevo coninsistenza a mio padre: “È vero che inparadiso saremo pienamente felici?”;

alla sua risposta affermativa, la mia in-comprensione e confusione crebberodi più. “Ma come potrai essere felice inparadiso se il nonno non sarà con te?Come puoi avere felicità perfetta se tuopadre non gode con te?”. Alcuni annidopo, anche mia nonna paterna si con-vertì al cristianesimo. Siamo stati noi aconvincerla a iscriversi tra i catecume-ni. Tra le motivazioni che le presenta-vamo, la più efficace era: “Nell’aldilà sa-remo insieme, non rischiamo di anda-re a due paradisi diversi”.

Certamente la maternità di Marianon è l’unico fondamentodella sua assunzione e il rap-porto fra Gesù e Maria è mol-to più della pietà filiale. Tut-tavia questo forte senso divincolo familiare permette aipopoli dell’Asia di pensarecon molta naturalezza a Ma-ria assunta nella gloria ac-canto a Gesù. La gloria delFiglio comprende la gloriadella Madre. In questo sensol’assunzione di Maria ha unaprospettiva cristologica mol-to marcata ed è bello pensa-re che l’amore tra madre e fi-glio è eterno, è più forte del-la morte, va oltre il tempo elo spazio.

Maria Ko Ha [email protected]

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o da Gesù

I Maria Ausiliatri-ce in un “santino” diHong Kong.

T © Foto Carla Milone

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«In Gesù Cristo, il Figlio di Dio – Dio stesso, Dio da Dio – si è fatto uo-

mo. A Lui il Padre dice: “Tu sei mio fi-glio”. L’eterno oggi di Dio è discesonell’oggi effimero del mondo, e trasci-na il nostro oggi passeggero nell’og-gi perenne di Dio». Così ha esorditoBenedetto XVI nell’Omelia natalizia, lanotte santa del 2005. Per proseguire:«Dio è così grande che può farsi pic-colo. Dio è così potente che può farsiinerme e venirci incontro come bimboindifeso, affinché noi possiamo amar-lo. Dio è così buono da rinunciare alsuo splendore divino e discendere nel-la stalla, affinché noi possiamo tro-varlo, e perché così la sua bontà toc-chi anche noi, si comunichi a noi, econtinui a operare per nostro tramite.Questo è Natale: “Tu sei mio figlio, iooggi ti ho generato!”».

«Dio – ha proseguito il Papa – è di-ventato uno di noi perché noi po-tessimo essere con Lui, diventaresimili a Lui. Ha scelto come suo se-

gno il Bimbo nel presepe. Egli è co-sì. In questo modo impariamo a co-noscerlo. E su ogni bambino rifulgequalcosa del raggio di quell’oggi, dellavicinanza di Dio che dobbiamo amare,e alla quale dobbiamo sottometterci».

Quindi il Papa ha descritto il Nata-le come una gran luce, che viene per-cepita solo dagli uomini vigilanti, men-tre resta ignota per quelli distratti. Ecompito degli uomini vigili è portareagli altri la gran luce del Natale.

1. Natale, una grande luce

Benedetto XVI ha richiamato il «Li-bro del profeta Isaia: “Su coloro che

abitavano in terra tenebrosa, una lucerifulse” (9,1)... È l’irruzione della luce di-vina nel mondo pieno di buio e pienodi problemi irrisolti... Luce significa so-prattutto conoscenza, significa verità, incontrasto col buio della menzogna edell’ignoranza. Così la luce ci fa vive-re, ci indica la strada.

Ma poi – ha proseguito il Papa – laluce, in quanto dona calore, significaanche amore. Dove c’è amore, emer-ge una luce nel mondo; dove c’è odio,il mondo è nel buio. Sì, nella stalla diBetlemme è apparsa la grande luce cheil mondo attendeva. In quel Bimbo gia-cente nella stalla, Dio mostra la suagloria: la gloria dell’amore che dà in do-no se stesso, e che si priva di ognigrandezza per condurci sulla via del-l’amore».

2. Natale, luce percepita dai vigilanti

Ecco l’ulteriore precisazione del Pa-pa: «Solo le persone vigilanti sono ingrado di scorgere la gran luce del Na-tale, percepirne lo straordinario valo-re, farne tesoro per la loro vita».

Dunque, vigilanti come? Il Papa haindicato come i pastori, là allora in Pa-lestina, dalle parti della grotta. «Nel lo-ro ambiente i pastori erano disprezzati,ritenuti poco affidabili, e in tribunalenon venivano ammessi come testimo-ni. Ma chi erano in realtà? Certamen-te non erano grandi santi, se con que-sto termine si intendono persone divirtù eroiche. Erano anime semplici».

Ma, ha aggiunto il Papa, «erano per-sone vigilanti. Questo vale dapprimanel senso esteriore: di notte vegliava-

Il Papa ci parla

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Cosa succede se Dio si fa bambino

Che cos’è il Na-tale secondo Bene-detto XVI?

Ecco alcune sue lim-pide riflessioni, dal-la prima Omelia na-talizia del suo pon-tificato, nella nottesanta del 2005.Un invito a entrarenel cuore della festa,e nel cuore della vi-ta cristiana.

U Natale. Una bam-bina con le statuinedel presepe.© Agenzia SIR

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no vicino alle loro pecore. Ma vale an-che in un senso più profondo: eranodisponibili per la parola di Dio, perl’Annuncio dell’angelo. La loro vita nonera chiusa in se stessa; il loro cuore eraaperto. In qualche modo, nel più pro-fondo, erano in attesa di qualcosa, inattesa finalmente di Dio. La loro vigi-lanza era disponibilità, disponibilità adascoltare, disponibilità ad incammi-narsi; era attesa della luce che indi-casse loro la via. È questo che a Dio in-teressa».

3. Il buio di chi non attende Dio

«Dio – ha continuato il Papa – amatutti, perché tutti sono creature sue.Ma alcune persone hanno chiuso laloro anima: il suo amore non trovapresso di loro nessun accesso. Essicredono di non aver bisogno di Dio,non lo vogliono. Altri che forse mo-ralmente sono pure miseri e peccato-ri, almeno soffrono di questo. Essi at-tendono Dio. Sanno di aver bisognodella sua bontà, anche se non ne han-no un’idea precisa. Nel loro animoaperto all’attesa, la luce di Dio può en-trare, e con essa la sua pace». Di quiun risvolto del Natale, indicato dal Pa-pa, che coinvolge e impegna i creden-ti: «Dio cerca persone che portino ecomunichino la pace!».

4. La luce da portare agli altri

«La luce di Betlemme – ha ricorda-to Benedetto XVI – non si è mai piùspenta. Lungo tutti i secoli ha toccatouomini e donne, “li ha avvolti di luce”.Dove è spuntata la fede in quel Bam-bino, lì è sbocciata anche la carità, labontà verso gli altri, l’attenzione pre-murosa per i deboli ed i sofferenti, lagrazia del perdono. A partire da Be-tlemme una scia di luce, di amore, diverità pervade i secoli. Se guardiamo aisanti – da Paolo ed Agostino fino a

san Francesco e san Domenico, daFrancesco Saverio e Teresa d’Avila aMadre Teresa di Calcutta – vediamoquesta corrente di bontà, questa via diluce che, sempre di nuovo, si infiam-ma al mistero di Betlemme, a quel Dioche si è fatto Bambino. Contro la vio-lenza di questo mondo, Dio oppone inquel Bambino la sua bontà, e ci chia-ma a seguire il Bambino».

Ha concluso il Papa: «Dio cerca per-sone che portino e comunichino la suapace. Chiediamogli di far sì che nontrovi chiuso il nostro cuore. Facciamoin modo di essere in grado di diven-tare portatori attivi della sua pace, pro-prio nel nostro tempo».

Enzo [email protected]

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Lasciarci pren-dere per mano

Dopo Natale, Dionon è più un nome:è un amico, un pa-rente, un fratello. Ecco perciò il consi-glio del Papa: «Uo-mo moderno, adul-to eppure talora de-bole nel pensiero enella volontà, lascia-ti prendere per ma-no dal Bambino diBetlemme. Non te-mere, fidati di Lui!».Benedetto XVI

I L’albero di Natalein piazza San Pietro.© Agenzia SIR

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L’“abitino” che San Domenico Savio mise al collo di sua madre, per sal-

vare lei e la sorellina che stava pernascere, continua ancor oggi la sua ef-ficacia in favore delle mamme e dei

bambini.Come noto a

molti, il 12 set-tembre del 1856,festa del SantoNome di Maria,il futuro santochiede a DonBosco un gior-no di permessoper tornare aMondonio dal-la madre, incin-ta e molto sof-ferente. Quan-do arriva, le vicine di casar i m a n g o n osorprese del-la sua visita e cercano dinon farlo sa-lire in came-

ra. Lui, però, sale, abbraccia forte lamamma e poi esce. D’improvviso, leinon ha più dolori e anche il medico, ar-rivato poco dopo con il padre, restasorpreso del miglioramento. Più tardile vicine trovano al collo della mammaun nastro con attaccato un pezzo di se-ta piegato e cucito come un abitino. Al-la loro sorpresa, lei dice: “Ora com-prendo perché mio figlio Domenico,prima di lasciarmi, mi volle abbraccia-re”. A sua volta, Domenico, tornato aTorino, ringrazia Don Bosco per il per-messo e gli confida: “Mia madre è bel-l’e guarita: l’ha fatta guarire la Ma-donna che le ho messo al collo”. Nonsolo: la sorellina, Maria Caterina, na-sce senza problemi.

Quando Domenico tornerà a Mon-donio perché ammalato, prima di mo-rire dirà alla mamma che proprioquell’“abitino” l’ha fatta guarire, ag-giungendo: “Vi raccomando di con-servarlo con ogni cura, e di imprestarloquando saprete che qualche vostra co-noscente si trova in condizioni peri-colose come foste voi in quel tempo;perché come ha salvato voi, così sal-

L’abitino di Domenico Savio

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Nel giugno 2005 è nata la nostra ni-potina Giulia. Fin dal primo mese delconcepimento, San Domenico Savio èstato invocato da noi con la preghierache ci è stata inviata con l’abitino. No-nostante le difficoltà incontrate, il par-to si è concluso normalmente e la pic-cola cresce bene. Riconoscenti per tut-to questo, noi nonni, invochiamo perlei la protezione del santo e per i suoigenitori la benedizione di San Giovan-ni Bosco.

A. e G., Santo Stefano d’Aveto (Genova)

Da quando ho saputo che mia figlia erain attesa del suo primo bambino, (...) hodato l’abitino a mia figlia perché l’in-dossasse. Essa l’ha sempre portato consé, anche nella sala parto, e ora l’hamesso nella culla del suo piccolo. An-che il primo nipotino Antonio, ho affi-dato alla protezione del santo, pregan-do personalmente all’altare del santonella basilica di Maria Ausiliatrice a To-rino. Lo invoco sempre, affinché pro-tegga questi miei nipotini e le mamme.

A., Vaglio Basilicata (Potenza)

La collega di lavoro, dopo una lunga at-

tesa, era rimasta incinta e attendeva la na-

scita della seconda figlia. (...) Dopo nu-

merosi controlli, correva il rischio di

emorragia e di asportazione dell’utero

dopo il parto. Anche per la bimba na-

scitura la situazione era preoccupante. Io

le procurai l’abitino di San Domenico

Savio, raccomandandole di affidarsi con

la novena all’intercessione del piccolo

santo. In gennaio è nata Francesca e la

mamma si è ristabilita in brevissimo tem-

po, tanto che i medici le hanno detto

che è stata molto fortunata; ma noi sap-

piamo benissimo che è tutto merito del

nostro grande santo. Anch’io ho parto-

rito un mese e mezzo prima della mia

collega, ma con un parto ritardato qua-

si di due settimane (...) La sera ho invo-

cato San Domenico Savio tenendo stret-

to a me il suo abitino. Il giorno seguen-

te finalmente sono giunte le doglie ed è

nato il mio secondogenito Matteo, sano

e forte, grazie a Dio.F., Nettuno (Roma)

Alcune testimonianze

Mamme e bambini sotto la sua protezione

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verà le altre. Vi raccomando però d’im-prestarlo gratuitamente, senza cerca-re il vostro interesse”. Cosa che la mam-ma farà più di una volta.

Ebbene, dal 1954, anno della cano-nizzazione di Domenico Savio, la di-rezione generale delle Opere Salesia-ne, ha messo a disposizione dellemamme un “abitino” impreziosito conl’immagine su seta del giovane santo.L’iniziativa è, ovviamente, soltanto unmezzo per impetrare le grazie del Si-gnore mediante l’intercessione di SanDomenico Savio. L’abitino non è unamuleto, ma un invito a pregare, fre-quentare i sacramenti della Confes-sione e della Comunione e vivere confedeltà i propri impegni.

Di certo, l’“abitino” asciuga le la-crime di tante madri in pena e portail sorriso, il conforto, la benedizionee la speranza in tante famiglie. E co-me confermano molte lettere e tele-

fonate alla nostra redazione, al nostrosantuario-basilica di Valdocco e an-che al “Bollettino Salesiano”, tante gra-zie a favore di mamme e di bambinisono attribuibili all’intercessione diDomenico Savio e all’aver indossatoo fatto indossare una riproduzionedell’“abitino”.

Lorenzo [email protected]

T L’altare dedicato aSan Domenico Savio,nella Basilica del-l’Ausiliatrice, è sem-pre ricoperto di fioc-chi, segno della na-scita di bambini.Foto Mario Notario

I pellegrini in vi-sita a Torino-Valdoc-co possono chiede-re l’“abitino” diretta-mente presso il no-stro Santuario di Ma- ria Ausiliatrice. Inol-tre tutti i lettori chedesiderano riceverloo regalarlo possonorichiederlo per lette-ra a: Rivista MariaAusiliatrice, Via Ma-ria Ausiliatrice 32 -Valdocco, 10152 To-rino, oppure telefo-nando al numero:011.5224.822.Occorre precisare ilcolore – azzurro, ro-sa o bianco – indi-cando chiaramentel’indirizzo preciso delrecapito. Verrà loroinviato prontamentel’“abitino” con il mo-dulo di Conto Cor-rente Postale per unaofferta.

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08 MA-nov_dic-2010.qxp 28-10-2010 9:30 Pagina 29

Andando in montagna e cammi-nando in quota, càpita di passa-

re da un versante all’altro di una stes-sa valle. Non sempre è facile ricono-scere il luogo che si è appena percor-so, osservandolo dall’altro versante. È l’effetto, non secondario, del cambiodi punto di vista, che di una stessa co-sa ci propone aspetti nuovi, non sem-pre facilmente visibili rimanendo nel-la stessa posizione.

Se pensiamo alla solennità del Natale, siamo commossi, meraviglia-ti, magari travolti o anche interroga-ti da Gesù che nasce. Ma che cosa ac-cade se questa nascita è osservatadal versante di sua madre, dal ver-sante di Maria?

L’incarnazione di Gesù dove è avvenuta? È avvenuta in Maria. Lì si

è annidato come tuttinoi, nel grembo della sua mamma, e con lei ha iniziato a comun i-care usando la stessabiochimica che ciascunfiglio usa nel grembomaterno. Le più recentiscoperte scientifiche delprenatale ci dicono chela comunicazione tramadre e figlio c’è, ed èintensa già nei primigiorni di vita del figlio.

È abbastanza “curio-so” che la Chiesa, senzamicroscopio e fibre otti-che o senza documen-tari di Super Quark, pon-ga l’accento su questaaccoglienza iniziale eproponga a tutti noi, da

secoli, di festeggiare il concepimento diGesù proprio 270 giorni prima dellasua nascita, cioè il 25 marzo. A Firen-

Vivere oggi

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Il Natale visto da Maria

Nella Cripta della Basilica di Maria Ausiliatrice(a sinistra guardando la facciata)

12ª MOSTRA di Presepie

Il Natale nell’arte:• Immaginette • Incisioni • Stampe antiche

© Photoxpress.com Foto Nathalie P. e Vladimir Melnikov

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ze è gran festa il 25 marzo d’ogni an-no proprio nel ricordo del concepi-mento di Gesù.

È anche bello pensare che al cen-tro dell’Evento che cambierà il mon-do – l’incarnazione di Gesù – ci siastata l’esperienza della maternità dicui tutti siamo debitori e di cui metàdell’umanità ha fatto diretta espe-rienza.

Ci sarà da apprendere qualche co-sa in più ponendoci sul versante del-la maternità? Senza andare troppo lon-tano, noi che leggiamo queste righesiamo stati accolti da nostra madre?Direi di sì, altrimenti non ci saremmo!La mamma che ci ha generati è stataaiutata nel suo compito straordinariodi ospitare dentro di sé il figlio per 270giorni? Come è stata l’attesa? Qualipensieri l’hanno ornata?

Nell’attesa di questo Natale pro-viamo a metterci dal punto di vista diMaria che accoglie, sente e nutre congrande trepidazione questo suo Fi-glio. Di lì a poco, dopo il parto, per Leisi tratterà di fuggire, a piedi, sino inEgitto, ma l’accoglienza saprà vince-re ogni difficoltà.

Valter BoeroMPV (Movimento per la vita - Torino)

[email protected]

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— Dal 16 dicembre 2010 al 9 gennaio 2011

— Orario: Feriali: ore 15-18

— Domenica e Festivi: ore 10-12 • 15-18

Ingresso libero facilitato ai disabili

Per informazioni e per comitive-scolaresche:

Centro Salesiano di Documentazione Storica e Popolare MarianaVia Maria Ausiliatrice, 32 - 10152 TorinoTel. 011.5224.254 - 011.5224.822 - Cell. 334.3639921

e-mail: [email protected] - Internet: www.donbosco-torino.it

© Photoxpress.com Foto Xavier Marchant

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Haiti, Centroamerica, 12 gennaio 2010: in 32 secondi il terremoto

sconvolge l’isola. Pakistan, Asia, ago-sto 2010: i monsoni mettono in gi-nocchio un’intera nazione. Che cosa siè fatto per aiutarli? Che cosa si puòancora fare?

A Port-au-Prince, la capitale haitia-na, la parola d’ordine è: “Non rico-struzione, ma rinascita”. Gran parte del-le persone accolte nelle tende, ha tro-vato una sistemazione in strutture leg-gere in legno, alimentate da pannelli so-lari. Intanto, è in corso la verifica del-

l’avanzamento del piano di rinascita,concordato tra tutte le realtà salesia-ne nella Visitatoria. Molti lavori sonogià stati svolti in collaborazione con leONG salesiane, le Procure missionarie,tra cui Missioni Don Bosco, VIS, AGI-RE e la Fondazione Don Bosco nelMondo. Soltanto da Piemonte e Valled’Aosta, grazie ai privati, sono giunti cir-ca 600 mila euro e l’organizzazionedegli aiuti è curata attualmente dallaFondazione Rinaldi, di Haiti.

Fame, freddo e senza scuole

A otto mesi di distanza, nel mon-do non si parla più di Haiti. Il dram-ma, però, rimane, insieme alla fame eal freddo. Senza una scuola e senza imaestri ad accoglierli, i bambini tor-nano sulla strada. Per questo, saran-no riattivati tutti i centri, nel rispettodelle ultime norme antisismiche e delbisogno di spazi, specie palestre e au-le. Enam è nuovamente operativa, perora con i prefabbricati in legno. Citéde Soleil verrà ricostruita, come le pic-cole scuole di Padre Bonhen. Il cen-tro di formazione per sacerdoti dio-cesani di Fleuriot sorgerà ex novo difronte al vecchio plesso, ormai inuti-

Attualità

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HAITI e PAKISTANtra dramma e rinascita

UI Alcune imma-gini della rinascita diHaiti nei centri sale-siani.© Agenzia Ans

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lizzabile. Ma il piano riguarda ancheDrouillard, Gressier, Thorland e in ge-nerale tutte le opere compromesse.Servono ancora cibo, fornito dai pro-duttori locali, e il necessario ad assi-curare la qualità dell’educazione. A ri-guardo, l’Ufficio salesiano di Svilup-po delle Antille ha lanciato la campa-gna “Solidarietà per Haiti”, per racco-gliere materiale per i 12.500 allievi del-le scuole di Don Bosco. E il 24 di-cembre, sulla Rai, andrà in onda ilConcerto promosso dalla Fondazio-ne Don Bosco nel Mondo per mobi-litare tutte le nazioni.

Kit di sopravvivenza a migliaia di famiglie

In Pakistan, le inondazioni hannoprodotto quasi 4 milioni di vittime, 900mila case danneggiate, 20 milioni diprofughi. Dietro ogni numero, una per-sona, con una storia e una vita som-merse dall’acqua.

Da poco si è conclusa la prima fa-se di intervento. A fine agosto, il cen-tro Don Bosco di Quetta ha allestitocampi organizzati per assistere chi nonha più nulla. Circa 1500 famiglie – 150mila persone – hanno ricevuto il “kit disopravvivenza”, pensato per durare unmese: 50 kg di farina, 5 kg di olio, 10kg di lenticchie, 6 kg di the e zucche-ro, medicinali, spezie, acqua mineralee alcune stoviglie. Ogni kit costa 8.800rupie (81,50 euro). La distribuzione èstata affidata a 20 giovani, in quattrogruppi coordinati a Quetta da don Pe-ter Zago, mentre don Miguel AngelRuíz, incaricato della presenza salesia-na di Lahore, ha guidato un gruppo di50 persone, tra insegnanti, formatori egiovani del centro.

Il nuovo traguardo è il sostegno dialtre 1500-1800 famiglie isolate dalleinondazioni: a Yaqubabad, (a 480 kmdal centro Don Bosco), a Multan, (a650 km da Quetta), e in una località an-

cora più lontana. Questo, senza di-menticare i campi già allestiti, con il kitmensile agli sgoccioli. Solo a emer-genza conclusa si potrà dare il via aitrasferimenti nei territori e ai lavori ab-bandonati per l’alluvione. Il 1º novem-bre, a Roma, la terza edizione dellaCorsa dei Santi ha destinato i proven-ti a questo intervento. È una lotta con-tro il tempo. Ma con l’impegno di tut-ti e l’aiuto della Provvidenza, nulla èimpossibile.

Luca [email protected]

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U Migliaia di fami-glie pakistane conti-nuano ad essere aiu-tate dalla generositàdi tante persone.© Agenzia Ans

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Attività & iniziative

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inde gloria mea

hic domus mea

Direzione:Livio Demarie (Coordinamento)

Mario Scudu (Archivio e Sito internet)

Luca Desserafino (Diffusione e Amministrazione)

Direttore responsabile:Sergio Giordani

Registrazione: Tribunale di Torino n. 2954 del 21-4-1980

Stampa: Scuola Grafica Salesiana Torino

Corrispondenza: Rivista Maria Ausiliatrice Via Maria Ausiliatrice, 32 10152 TorinoCentralino 011.52.24.822 Rivista 011.52.24.203 Fax [email protected] www.donbosco-torino.it

Abbonamento:Ccp n. 21059100 intestato a:Santuario Maria Ausiliatrice,Via Maria Ausiliatrice, 32 10152 Torino

Collaboratori:Corrado BettigaLorenzo BortolinNicola Latorre

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Spediz. in abbonam. postalePubblicità inferiore al 45%

Cari amici,

grazie per l’attenzione con la quale ci seguite. Ne abbiamo prova dal-le tante vostre lettere e telefonate d’informazione, di richiesta e di sostegnoeconomico.

Cominciamo da questo aspetto. Dal 1º aprile, il Governo ha annullatole tariffe postali agevolate per tutta l’editoria: in pratica, le spese di spedi-zione sono aumentate di oltre il 120%, con pesanti ripercussioni sui bi-lanci. Per compensare il maggior costo, noi abbiamo dovuto pubblicare ab-binati alcuni numeri, come questo, datato novembre e dicembre.

Per quanto riguarda i contenuti della Rivista, abbiamo cercato di affrontaretemi d’attualità e sulla famiglia. In questo numero ci rivolgiamo anche airagazzi, proponendo il racconto evangelico della nascita di Gesù sottoforma di fumetto: una “storia” che alcuni di voi avranno la gioia di legge-re insieme ai nipotini. Proprio da questa novità, ecco l’idea di pubblicarel’anno prossimo altri due “supplementi”.

Non basta. Come per ciascuno di noi, che da bambino diventa ragazzoe poi adulto, anche per un giornale di tanto in tanto è opportuno qual-

che cambiamento. Così dagennaio, la Rivista divente-rà bimestrale (anche per con-tenere le spese postali), avràun formato più grande e lepagine saliranno dalle at-tuali 32 a 48: in pratica, oltreil 50% di testo in più. Ci sa-ranno, quindi, “firme” nuove,impegnate su rubriche e te-mi nuovi, quali esperienze divita e attualizzazione della Pa-rola di Dio, con spazio riser-vato a voi lettori.

Ci auguriamo di incontra-re il vostro gradimento. Fa-teci sapere le vostre impres-sioni e se, come speriamo,sarete contenti, aiutateci adiffondere la Rivista tra co-noscenti ed amici. Grazie dicuore.

Un saluto dalla Basilica.

La [email protected]

08 MA-nov_dic-2010.qxp 28-10-2010 9:27 Pagina 2

Il volume, in formatotascabile, raccoglie alcuni

dei testi pubblicati su «ilnostro tempo», settimanale

della Diocesi di Torino,nella rubrica «Preghiere,

semi di speranza» a cura diMaria Grazia D’Agostini.

L’intento è gettare “semi disperanza” e accompagnare

il lettore nel camminodi grazia che porta alla

manifestazione della gloriadel Signore.

BUONO D’ORDINEInviare a Prelum s.r.l. - c. Matteotti 11 - 10121 TorinoTel. 011.5621873, fax 011.533353,e-mail: [email protected]

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Modalià di pagamento Tramite conto corrente postale

che mi invierete Tramite bonifico bancario,

codice IBAN:IT 79 E 03069 011102 86802953197

Le spese di spedizione saranno addebitate solo per ordini inferiori a 10 copie

PROMOZIONE

per parrocci

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a cura di Mariagrazia d’AgostiniSemi di speranza

Edizioni Camillianeil nostro tempo, anno 2010,

pagine 98, euro 8

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08 MA-nov_dic-2010.qxp 28-10-2010 9:30 Pagina 27

Sommario Nº 8 - NOVEMBRE-DICEMBRE 2010AV

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Rivista della Basilica di Torino-Valdocco

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Contiene inserto redazionale

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VIA ______________________________________________ FRAZ. ___________________________________ N. _____________

CAP ________________ CITTÀ _________________________________________________________________ PROV. __________

E-MAIL ___________________________________ TELEFONO ____________________________ DATA DI NASCITA. __________________

Grazie. FIRMA _________________________________________________________________________

3 Novembre, mese dei santiLa pagina del Rettore don Franco Lotto

4 Nate dalla Speranza per seminare Speranza

Editoriale suor Angela Schiavo

6 Lo sconvolgente “Seguimi” all’esattore delle tasse

Leggiamo i Vangeli Marco Rossetti

8 Maria accolta in cielo da GesùSpiritualità mariana Maria Ko Ha Fong

10 Il difensore dell’Immacolata Concezione

Maria nei secoli Roberto Spataro

12 Cosa succede se Dio si fa bambinoIl Papa ci parla Enzo Bianco

14 Assetato di assolutoVita della Chiesa Pier Giuseppe Accornero

16 Il “sì” di 72 salesianiVita del santuario Michelangelo Toma

18 Un programma di “buon governo”Maria nell’arte Natale Maffioli

20 Un fumetto “giovane” su un grande atto d’amore

Il Vangelo a fumetti Carlo Tagliani

22 Parabole... al contrarioCatechesi & dintorni Anna Maria Musso Freni

FOTO DI COPERTINA: Adorazione, Gerard Hont Horst (1590-1656), Uffizi, Firenze.

23 Natale: l’amore e la fatica di DioIl Poster a cura di Mario Scudu

28 Mamme e bambini sotto la sua protezione

L’abitino di Domenico Savio Lorenzo Bortolin

30 Ho imparatoEsperienze Claudia

32 Con gioia verso CzestochowaLa pagina dell’ADMA

34 Che festa la XX Giornata MarianaLa pagina dell’ADMA Maurizio Versaci

36 Il Natale visto da MariaVivere oggi Valter Boero

38 Nuove tecnologie? Sì, grazie! Ma sempre con mamma e papà

Wellness educativa Marina Lomunno

40 Che fare?Amare i giovani Ermete Tessore

42 Haiti e Pakistan tra dramma e rinascita

Attualità Luca Mazzardis

44 Caro ai mantovani, e non soloAppuntamenti mariani Mario Morra

46 Solidarietà. Quella vera!Lettere a Suor Manu Manuela Robazza

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