seminario editoria digitale 2014 #2 - storytelling, neuroni a specchio e content marketing
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Il nostro mondo è fatto di storie, che ascoltiamo, che raccontiamo. Possiamo essere autori o spettatori interagenti. Se siamo gente di spettacolo, allora dobbiamo imparare a leggere le storie che ci circondano anche quando sono nascoste, e imparare a proporre le nostre. Si chiamano Content nel Web, e con esse realizziamo i nostri sogni.TRANSCRIPT
seminario Editoria Digitale2014 - lezione #2
Lettera a cinque anni. !
“Ma di una cosa sono sicura, e cioè che
“Forse”
è la parola che da un po’ porto con me.”
Lettera a cinque anni. !
una cosa posso dirvela: ciò che davvero volete, dal profondo dell’anima, lo otterrete alla lettera, con
certezza. State attenti a quel che volete, esprimetelo, altrimenti quando accadrà sarete
tanto sorpresi da esserne terrorizzati.
Lettera a cinque anni. !
qualcuno si è sorpreso: ma come? non dovevamo parlare di marketing?
!
Sorpresa! Il vecchio marketing è morto, adesso ce n’è uno nuovo. Il Re è morto, viva il Re!
!
Sorpresa! Quello che stiamo studiando e’ L’ESSENZA CENTRALE DEL NUOVO
MARKETING 3.0: lo storytelling.
storytelling• la maestria nel raccontare storie può essere utilizzata
per parecchie cose:
• vendere prodotti (marketing 3.0=collaborativo, culturale, spirituale)
• ottenere potere (Bush, Berlusconi, Renzi)
• intrattenere (cinema, narrazioni, teatro, TV, social, editoria digitale)
• istruire a controllare lo storytelling
La lettera a 5 anni è:
- una lettera (ne ha la forma e la tradizione); - un racconto? - un racconto di fantascienza? - la trama di un romanzo? - la sinossi di un film? - quello che racconterete al vostro fidanzato per farvi sposare?
la lettera a 5 anni è una storia,
una storia digitale
perché piace? perché le storie
piacciono?Perché mi piace Tolstoj e odio Manzoni?
perché odio i gattini su Fb e mi piacciono le barzellette?
qual’è la prima regola del bravo comico a teatro?
https://www.youtube.com/watch?v=_gGl3LJ7vHc
Experimental study of apparent behavior. Fritz Heider & Marianne Simmel. 1944.mp4
neuroni a specchio e cervello narrativo
• riproduco quello che vedo
• attribuisco quello che sento
• m’invento una storia con quello che vedo e che sento
• e in tutto ciò mi diverto un sacco
Elie Wiesel
“DIO CREO’ L’UOMO PERCHE’ GLI PIACCIONO LE STORIE”
voi siete gente di spettacolo:• la gente viene da voi per divertirsi imparando
qualcosa della vita
• voi dovete vedere le storie e a farle vivere nella mente della gente, dovete estraniarvi, uscire dal ruolo dello spettatore ed entrare in quello del regista, la tecnica è un incidente di percorso
• voi siete GLI ARTEFICI DEI SOGNI!
• (avete studiato Joseph Campbell? L’eroe dai mille volti? Vogler? Il Viaggio dell’eroe?)
ma il passato non era interattivo
• e chi l’ha detto? L’interazione s’inventa.
ettore petrolini - nerone
e questo?
Vediamo:
Abbiamo la foto e il nome di chi scrive, il testo con luogo e ora, e un tizio che può intervenire.
Chi lo posta? Che fa? Possiamo immaginarlo? Un messaggio? No, di più Una notizia? No, lo era Un commento personale? anche Un trailer? Una sinossi? La trama di un film? La quarta di copertina di un libro? Abbiamo un protagonista, un media, un messaggio che è una storia e uno
spettatore che può intervenire.
la sinossi“Romeo e Giulietta di Shakespeare:
una sinossi in 10 parole una sinossi in 5 parole
esercizio:scrivete 10 “stati” per Facebook raccontando la storia di
Romeo e Giulietta, vostri vicini di casa, in dieci giorni.
Riflettiamo:
Lo spazio, il design dello “stato” e la sua organizzazione non è quello di una conversazione, è molto più simile al teatro: 47 minuti fa il personaggio con gli occhiali entra in scena e racconta la sua storia.
Sta cercando un autore come in Pirandello? Nel pubblico ci sono altri autori, spettatori e capocomici. Il pubblico può
dire “Mi Piace” (applaude), l’autore commenta e il capocomico condivide. !Che siate d’accordo oppure no, quel che conta è che NON è SEMPLICEMENTE UNO STATO SU FACEBOOK !il suo impianto archetipico è molto più profondo. A noi la scelta: esserne
consapevoli a fini artistici e narrativi, oppure subire in modo annoiato il bombardamento delle storie.
NARRATIVA MULTIMEDIALE INTERATTIVA
TUTTO quello che vediamo, sentiamo, guardiamo e vediamo
è UNA STORIA. !
Se non la creiamo noi, volontariamente, siamo alla mercè degli altri che, guardandoci, se la inventano. Nasce lo Storytelling
conseguenze:
• qualunque testo, immagine, video o suono sul web è una storia, parla di chi lo produce e lo condivide —-> CONSAPEVOLEZZA
• se condividete male (storie stupide, insulti etc) vi fate del male per sempre perché non sono fogli di carta, rimangono lì per sempre —-> CONSAPEVOLEZZA
• siete i registi della vostra storia, online e offline
Le storie che girano nel web si chiamano
CONTENT !
“CONTENT” una parola orribile per definire una creazione artistica narrativa in rete.
E’ una CREAZIONE perchè prima non c’era adesso c’è, è ARTISTICA perchè riguarda una delle possibili arti narrative
finora note, è NARRATIVA perchè tutto è storia.
come si fa il content?
BISOGNA LAVORARE !
Fare content non è uno scherzo, all’estero lo sanno bene. In Italia, compressi tra Dante e Facebook, ancora non si
è capito nulla. Il Content Creator, il Content manager, il web Editor sono tutte professioni in pieno sviluppo, ed è Spettacolo, sta a
voi coltivarle.
content- indicazioni qualitative
La qualità del content è indicata come la chiave per la vostra riuscita, qualunque cosa vogliate nella vita. Qui le indicazioni principali: !
- Sii quel che sei Voi sapete chi siete? Adesso che avete scritto la lettera a
cinque anni ne sapete di più - Produci quel che ami fare - Non cercare follower, saranno loro a trovare te - Quindi ci vuole tempo. Quanto? Due, tre anni
content- indicazioni quantitative
- Blog, necessario: un post al giorno (x365X2 anni = 730 post; ad una media di 1000 parole a post= 730.000 parole, circa 18 romanzi) - Twitter: da uno a tre al giorno (x365X3X2anni= 2190 tweet) - FB, come sopra - E poi in funzione di quel che vi piace, linkedin, pinterest, etc
etc - Opere complete, da poche a molte a seconda della difficoltà
nelle produzione.
che tipo di content?
Riflettiamo: che tipo di content esistono in rete? Come possiamo classificarli? Qual’è la principale
discriminante?
L’Immagine? Il testo? Il movie? il suono? la durata? la condivisione?
content: il tempo di fruizione
• Brevi: 140 battute, un’immagine, 15” di video.
• Lunghi: 2000 parole, una galleria, da 60” di video in poi.
• Il vantaggio di questa classificazione è che tiene conto del tempo sia dal lato dei fruitori che dei creatori del content.
quanti ce n’è?• forse Google potrebbe rispondere, noi ci fidiamo
del nostro naso.
• siamo subissati da frames, sinossi, trame, stringate: cip cip, sms, msg, mmm, ooo, ;))); MORMORII per non morire.
• il Content Lungo è una chimera, e chi lo sa fare bene e sa farsi vedere ottiene molto più credito donando un’oasi di pace.
il futuro del content lungo
• si può scommettere sul content lungo? funziona?
• DIPENDE!
Domanda sullo Stato delle cose!
• è possibile che siamo ancora nella fase iniziale di un’orgia comunicativa di “cip cip”, una sorta di fiera degli antipasti e che la prima portata debba ancora arrivare?
• è possibile che ancora non abbiamo inventato gli strumenti materiali per far fruire content lunghi negli smartphone?
• oppure è possibile creare una strategia editoriale per condividere content brevi che anticipano i content lunghi?
Balzac
A partire dal 1831 Honoré de Balzac decise di anticipare sui giornali alcuni capitoli dei romanzi che stava scrivendo. !Lo ritenne un buon mezzo per creare l'attesa nel pubblico prima dell'uscita dell'opera completa in formato libro.!(wiki su romanzo d’appendice)
sul romanzo d’appendice
Dopo la seconda guerra mondiale il romanzo d'appendice sui maggiori quotidiani decadde. Fu quasi completamente sostituito dai più immediati fotoromanzo e teleromanzo (o fiction televisiva, o telenovela), il racconto a puntate, specie di taglio poliziesco. Rimase in uso solo su alcuni quotidiani fino alla fine degli anni settanta. Nella pagina dedicata allo svago e al tempo libero, infatti, trovava posto accanto ad un altro genere narrativo apprezzato dai lettori: quello dei fumetti, con le tradizionali strisce, o vignette. (wiki)
l’abbiamo chiamato Smartellingun esperimento di content lungo col format di quello breve
ma di che stiamo parlando?
nessuno lo sa, ce lo dobbiamo inventare.
DIGRAPHper cominciare usiamo una parola nuova, così non ci
confondiamo le idee
DIGRAPH: media narrativo multimediale interattivo per dispositivi mobili.
Un sms è un digraph? Un whatsapp è un digraph?
Un video è un digraph? Un ebook è un digraph?
Una galleria di immagini su Fb è un digraph?
E’ il 15 gennaio del 2016 e siete il terzo aiuto regista di Hayao Miyazaki. Il produttore esecutivo vi manda il suo scagnozzo per “reperire content da usare nella pre-promozione del film Laguna d’odio” di cui sono state girate solo sette delle 124 scene previste. Voi interpellate Hayao e lui vi manda a quel paese dicendo di non scocciarlo con quelle str…te del marketing. Siete soli e non dovete sbagliare.
Fate un elenco di dieci content che potete fornire, descrivendo in dieci parole il cosa (foto, video, testo etc), tipo di multimedialità, il chi del content, il che cosa succede, e il quando è stato realizzato e da chi.
esercizio
Fruitore
• Il soggetto che “apre e fruisce” il content lo chiamiamo FRUITORE.
• Perdonateci se useremo questa parola, il fatto è che prima si diceva guardare la televisione, leggere un libro, vedere un film, visitare una mostra, leggere il giornale e sfogliare una rivista. Siccome adesso facciamo tutto su uno schermo che contiene tutte queste modalità di FRUIZIONE, allora diciamo FRUIAMO un content.
digrapher content fruitore
digrapher!(influencer)
content
fruitore
fruitorefruitore
fruitore
fruitore
fruitore
fruitorefruitore
guida operativa: il digrapher AMA il suo pubblico