strade agenda 2014
DESCRIPTION
L’agenda interculturale, che accompagna la mostra "Strade" organizzata dal Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena, diffonde i risultati di progetti realizzati dal Museo con la partecipazione attiva di gruppi di migranti. L’edizione 2014 contiene le festività di tutti i paesi coinvolti e raccoglie testi e immagini della mostra che accompagnano chi la sfoglia per tutto l'anno. L'agenda è in vendita presso il bookshop del Palazzo dei Musei di Modena.TRANSCRIPT
Strade
agenda 2014
al Museo si intreccianole strade del mondo
QueSta è l’agenda di…thiS agenda belongS to…CognomeFamily name
nomeFirst name
Viaaddress
Cittàtown
teltel
e-maile-mail
nazionalitànationality
Carta d’identitàidentity Card
Passaporto n.Passport n.
in collaborazione con
Dopo l’esperienza di Choose the Piece e di This Land is your Land,
il Museo Civico Archeologico di Modena ha pienamente acquisito la
dimensione di luogo condiviso, in grado di intercettare gli interessi
di una città in cui la componente di cittadini di origine straniera
arricchisce le nostre relazioni e stimola la nostra progettualità.
Per proseguire questo dialogo che è ormai diventato parte integran-
te dei compiti del Museo, così come delle vite delle persone che in
esso operano, nel settembre 2012 ha preso avvio un nuovo progetto
interculturale, che anche in questa occasione è confluito in una
mostra accompagnata da un’agenda/catalogo.
L’agenda interculturale è ormai diventata il veicolo di diffusione
delle esperienze che il Museo condivide dal 2009 con gruppi di cit-
tadini di diverse culture. Alle sue pagine ancora una volta vengono
affidati quei frammenti di storie emersi da incontri partecipati che
per vari mesi hanno visto dialogare nelle sale del Museo uomini e
donne provenienti da quindici diversi paesi del mondo.
Dopo LAND, la TERRA, ecco le STRADE dalle quali la terra viene
percorsa, modellata, unita o separata. Il dialogo, come di consue-
to, si è sviluppato a partire dalle strade rappresentate e suggerite
da materiali esposti in museo o da antichi luoghi della città e del
territorio modenese: dalla strada recentemente scoperta al parco
Novi Sad, ai cammini dei pellegrini etruschi lungo i valichi dell’Ap-
pennino, dalla “via dell’ambra” a quelle percorse dagli esploratori
modenesi dell’800 o evocate dai materiali della Raccolta del lavoro
contadino e artigiano di Villa Sorra.
Ai racconti di queste strade se ne sono aggiunti altri, generando un in-
treccio di testimonianze che ha arricchito di nuovi significati le strade del
nostro più antico passato e quelle che percorriamo tutti i giorni.
Per dieci mesi AL muSEo Si SoNo iNTREcciATE LE STRADE DEL moNDo ed è questo il messaggio
che abbiamo voluto veicolare attraverso la
mostra e l’agenda augurandoci che
possa essere anche un auspicio
per il futuro.
Chi visita la mostra o sfoglia
le pagine dell’agenda percor-
rerà idealmente le strade che
che hanno come protagonisti
il viaggiatore e la sua meta,
le strade dove ci si incontra,
si impara, si cresce, quelle lungo le
quali perdersi o ritrovarsi, quelle cariche di
memorie condivise o personali.
Ancora una volta data la vastità dei temi
scaturiti dal dialogo, nessuna di queste testimo-
nianze si propone di esaurire le problematiche che
affronta, ma semplicemente di suggerire sguardi
diversi e plurali con cui osservare la strada.
ARGENTiNA
PERù
coLomBiA
mARocco
coNGo
cAmERuN
BANGLADESH
FiLiPPiNE
coSTA D’AVoRio
ALBANiA
ucRAiNA
RuSSiARomANiA
TuRcHiA
ToGo
… da 15 diversi paesi del mondo…
Progettoilaria Pulinicristiana ZanasiGiorgio cervettiMuseo Civico Archeologico Etnologicomarco maria coltellacciAssociazione Casa delle Culture di ModenaGino SattaUniversità degli Studi di Modena e Reggio EmiliaAndrea capucci Alessandra Lotti Centro Stranieri del Comune di Modena
Insieme aLuisito Atienza (Filippine)idris Bakkari (Marocco)Esmeralda Barjamaj (Albania)Lorena cipriano (Filippine)Jack Foka (Camerun)Esra Gurbuz (Turchia)Halyna Hevco (Ucraina)Joachim Kagnedjatou Silue (Costa d’Avorio)cécile Kashetu Kyenge (Rep. Dem. del Congo)Roksolana movchan (Ucraina)maria Elena murcia (Argentina)Rodrigue Ngonga (Camerun)Sergej Pimsin (Russia)Nataliya Popovic (Ucraina)irma Romero (Colombia)Esra Sahin (Turchia)Nora Sigman (Argentina)Edith Sob mbami (Camerun)Kindi Taila (Rep. Dem. del Congo)manuel Teatino (Perù)Benoit Toffa Zangbè (Togo)Anca Totolici (Romania)charag uddin (Bangladesh)Antonina Vasilenko (Russia)
Direzioneilaria PuliniCoordinamentocristiana ZanasiOrganizzazioneGiorgio cervettiAlessia Pelillomaria Elena RighiRicercheSimone BardiConsulenzemilena Bertacchini Museo Universitario Gemma 1786
Progetto allestimentoFilippo PartesottiFausto Ferri Progetto graficoFilippo Partesottiwww.partesotti.comCollaborazione all’allestimentoe alla redazione dell’agendaDaniele Diracca mariaelena iottiEnrico ValbonesiFotografie degli oggetti delle raccolte del MuseoPaolo TerziDisegniRiccardo merloStrutture e pannelli espositiviLogo PubblicitàStampa agendaNuova GraficaImpianti audiovisiviLorri media ServiceComunicazioneAlessia Pelillo Giorgio cervettiMuseo ArcheologicoRoberto SerioUfficio Stampa Comune di ModenaSegreteria organizzativacamilla Benedettimaria Grazia LucchiAnnalisa Lusettimilvia Servadeimediagroup98
Interviste e filmati
Un particolare ringraziamento aAttilio Angelo Aleottiper le sue fotografiedi strade del mondoGiò Barbieriper il prestito dei suoi diari e delle sue fotografie di viaggiomauro Terziper le fotografie dei suoireportage lungo la Via della Seta e in PatagoniaBiblioteca civica d’arte L. Poletti e Fondazione BEic per le fotografie del fondo Paolo MontiFondazione Fotografiaper le fotografiestoriche modenesimuseo civico d’Arteper il prestito di strumenti scientificimuseo della Figurinaper la ricerca e il prestito di figurine di favoletradizionalimuseo universitario Gemma 1786per il prestito di campionidi sale
e inoltre Simona BodoSilvana mascheroniFondazione ISMUPaola corniAssessorato alla Cultura del Comune di SpilambertoDonato LabateSoprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-RomagnaSilvia PellegriniGianluca PellacaniMuseo Civico ArcheologicoStefano LugliDipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, UnimorePaolo moriper il prestito dell’asta di bilancia pakistanaGiulia RighettiAndrea TedeschiIstituto d’Arte A. Venturiper l’utilizzo di un elaborato grafico Ufficio Stampa Teatro comunale per la fotografia di Cafelulèsulla Ghirlandina
La mostra
è dedicata a
Gabriele Garuti
di Logo Pubblicità
che ha condiviso
con il Museo
una lunga strada
di idee
e progetti.
A Laetoli, in Tanzania, sono state scoperte le impronte fossili di due ominidi adulti e un bambino.
Risalgono a oltre 3,5 miLioNi Di ANNi FA e sono le più antiche orme di primati bipedi della storia.
ma i primi veri camminatori della storia appartengono al genere Homo e compaiono circa 2 miLioNi Di ANNi FA. Si spostano in cerca di cibo, esplorano nuovi territori,
si muovono incessantemente.
…C’è QualCoSa di loro in tutti noi, anCora oggi.
lungo la Strada
Caminante, son tus huellasel camino, y nada más;caminante, no hay camino,se hace camino al andar.Al andar se hace camino,y al volver la vista atrásse ve la senda que nuncase ha de volver a pisar…(Antonio machado)
Tu che sei in viaggio, sono le tue orme la strada, nient’altro;tu che sei in viaggio, non sei su una strada,la strada la fai tu andando.mentre vai si fa la stradae girandoti indietrovedrai il sentiero che maipiù calpesterai…(Antonio Machado)
Suole di sandali in legnoda un sarcofago ritrovato in Piazza Matteotti (IV secolo d.C.). Raccolte del Museo Archeologico.
Scarpe dall’Africa e dall’Asiadonate al Museo da esploratori modenesi dell’Ottocento.Raccolte del Museo Etnologico.
Scarpe “polacchine” da donna, Scarponi da lavoro da uomoPrimi ‘900.Raccolta del lavoro artigiano e contadino di Villa Sorra.
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2013lunedì monday
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20 21 22
17 18 19Festa della Vittoria
anniversario della rivoluzione
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23 24 25 26Vigilia di natale
Santo Stefano
natale
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2014lunedì monday
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Capodanno
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3 4 5
31 1 2San basilio
Festa dei martiri dell’indipendenza
Festa dei re Magi
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2014lunedì monday
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epifania
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giorno dell’indipendenza
natale ortodosso Processione del nazareno nero
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16annniversario della nascita del Profeta
Capodanno vecchio
giorno della liberazione
Capodannoortodosso
anniversario della nascita del Profeta
Festa degli eroi(laurent Kabila)
Festa degli eroi(Patrice lumumba)
Kreshenieepifania ortodossa
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giorno dell’unificazione
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uary
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2Capodanno cinese
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Festa della gioventù
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23giorno dei difensori della patria
giornata della linguamadre
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27rivoluzioone del popolo edsa
Festa della Candelora
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Martedì di carnevalelunedì di carnevale
Festa della donna
anniversario dell’accordo di ouagadougou
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Festa della donna
giorno di primavera dita e verës
“Quando si intraprende una strada, quella strada nel bene o nel maleinfluenza la tua vita” (Idris Bakkari, Marocco)
iL cAmmiNo DEL miGRANTE
“Se pensi che il percorso di studi
fatto nel tuo paese ti apra una porta,
sbagli: devi ricominciare”
(Jack, Camerun)
“Una perdita di identità:
dov’è ora la mia casa? Sono una cittadina
del mondo?” (Roksolana,
Ucraina)
“Una sfida: i miei genitori non volevano lasciarmi
andare...ho fatto lo sciopero della fame per
convincerli”. (Charag,
Bangladesh)
“Il ricongiungimento con mio marito,
ma tanta paura…” (Anca,
Romania)
“La via del ritorno è difficile:
quando torni al tuo paese sei comunque diverso e ti senti straniero”
(Edith, Camerun)
“coraggio e paura, avevo
solo 18 anni…” (Joachim,
Costa D’Avorio)
“Guardando l’Italia in televisione avevo tante
aspettative, ma l’arrivo è stato
una grande delusione: sembrava tutto uguale
a quello che avevo lasciato”(Esmeralda,
Albania)
“La curiosità e la scoperta: così il viaggio è diventato
un’esperienza” (Edith,
Camerun)
“Angoscia rispetto all’ignoto che mi attendeva”
(Antonina, Russia)
“La strada ti spinge a imparare e a dare valore a ciò
che prima era scontato: la casa, la famiglia,
il cibo…” (Manuel,
Perù)
“Il ritorno nel proprio paeseè un punto fermo
per il migrante, ma che cosa si aspetta dal ritorno e
che cosa si aspettano coloro che lo accolgono?”
(Rodrigue, Camerun)
“Ho cancellatoogni ricordo di quel
viaggio, una vera e propria rimozione.
Adesso le emozioni sono concentrate nei ritorni”
(Nataliya, Ucraina)
iL ViAGGio Di BENoiT
Benoit Toffa Zangbè è partito dal Togo nel 1972 e ha intrapreso un viaggio “epi-co” durato due anni attraverso le strade del Nord Africa e dell’Italia.Aveva 21 anni quando ha deciso che do-veva partire: la sua meta era la Francia, dove non è mai arrivato, il suo obiettivo era frequentare una scuola alberghiera. Innumerevoli i mezzi di trasporto che ha utilizzato, le scoperte di luoghi che assumono, nel racconto, una dimensione quasi fiabesca (il fiume Senegal, il porto di Nouadibou, le dune del deserto) e gli incontri con persone che lo hanno disinteressatamente aiutato.Dal 1982 Benoit è residente a Modena, è sposato con Paola ed è capocuoco della mensa Ghirlandina.
Sergej Pimsin, a modena dal 2002, racconta:“Nella cultura russa prima di partire e intraprendere un cammino,ci si congedava da tutti come se non
si dovesse più tornare e si rimaneva per qualche minuto seduti sui
bagagli prima di attraversare la soglia: era il rituale dell’addio.
Lo spirito nomade mi è rimasto dentro: ho sempre la valigia pronta e prima di ogni partenza mi ci siedo sopra per qualche minuto…
per pensare a quello che potrei avere
dimenticato”.
L’ADDio Di SERGEJ
Il nonno di Sergej gli raccontava che la sua famiglia,
originaria della Russia settentrionale, partecipò all’esodo, lento ma continuo,
di intere famiglie che non avevano accettato la riforma ortodossa del 1656.
Si spostavano caricando la casa e tutti i propri beni sui carri e dirigendosi aldilà degli Urali, nell’immensa steppa asiatica
alla fine della quale c’era la Siberia, dove Sergej è nato.
Scarpa di scorza d’albero. Regione di Viatka, Russia, a occidente degli Urali. Raccolte etnologiche.
SEBHA
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DAKAR
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DAmASco
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Beirut
Bengasi
Antiochia
SIRIAIRAQ
EGITTO
S A H A R A
MaPPa dei PrinCiPali FluSSi Migratori attraVerSo il Mediterraneo
iL cAmmiNo DEL PELLEGRiNo
Dagli inizi del XXi secolo il numero di pellegrini di ogni fede è in continua crescita. i siti più popolari ricevono circa 200 milioni di visitatori ogni anno, alimentando la fiorente industria turistica del pellegrinaggio...
“Non c’è strada troppo lunga per chi cammina lentamente e senza fretta; non ci sono mete troppo lontane per chi si prepara ad esse con la pazienza”.(Jean de La Bruyère, 1688)
“Chi va alla Mecca diventa pellegrino.
La sosta alla Mecca deve durare un mese.
Il pellegrino che decide di intraprendere il viaggio deve riuscire a garantire il sostegno
economico alla famiglia durante la sua assenza”.
(Esra, Turchia)
“il PELLEGRiNAGGio ALLA mEccA, il luogo sacro più importante per i musulmani, è uno dei “cinque pilastri dell’islam”: ogni fedele che ne abbia la possibilità è tenuto a compierlo, almeno una volta nella vita”.
Idris Bakkari (marocco), a modena dal 1999, si è recato in pellegrinaggio alla mecca una prima volta nel 2003 e vi è ritornato nel 2006.
LA mEccA
Arabia
il cAmmiNo Di SANTiAGo Di comPoSTELA è il percorso verso il santuario sorto, secondo la tradizione, sulla tomba dell’APoSToLo GiAcomo (SANTiAGo = SAN GiAcomo). è uno dei pellegrinaggi più importanti della tradizione cristiana e viene percorso a piedi, attraversando la Francia e la Spagna. Le strade che compongono l’itinerario sono state dichiarate nel 1993 Patrimonio dell’umanità dall’unesco.
Jaca
Puente La Reina
Logroño
BurgosLeón
Astorga
SPAGNA
PORTOGALLO
FRANCIA
Ponferrada
SANTiAGoDE comPoSTELA
Roncisvalle
Pamplona
A testimonianza del cammino compiuto, fin dal Medioevo il pellegrino appuntava sulla cappa del mantello una conchiglia (Pecten)che si trovava in abbondanza sulle spiagge presso il Santuario.Questa conchiglia, chiamata “cappa santa”(o “capasanta”) è diventata il simbolo del Camino de Santiago e la si ritrova lungo il percorso sui cippi stradali, nelle insegneed anche incastonata nelle pavimentazioni.
Gli scavi condotti a Spilamberto(MO) fra il 2007 e il 2008 hanno riportato alla luce l’ospitale di San Bartolomeo (XII-XIV secolo) collegato ad una chiesa e ad una necropoli con oltre 40 tombe. In una delle sepolture il defunto era deposto con un bordone (bastone da pellegrino, di cui è rimasta traccia nel terreno) a cui era appeso un “pecten jacoboeus”, la conchiglia di Santiago che verosimilmente identifica la sepoltura come quella di un pellegrino.
Nei SANTuARi ETRuScHi venivano deposti ex-voto raffiguranti devoti che vogliono ricordare alla divinità la loro presenza e chiederne l’aiuto, parti anatomiche del corpo umano per le quali si richiede la guarigione, statuette di animali in sostituzione del sacrificio cruento. Alcuni tipi possono avere un duplice significato come le gambe ed i piedi che possono evocare anche il pellegrinaggio, falli e uteri che rimandano alla sfera della fertilità, orecchie e occhi che possono significare la richiesta pressante di ascolto.
Ricostruzione dell’area sacra del laghetto di Bracciano, vicino a montese (mo), dove forse si trovava un altare dedicato a una divinità femminile alla quale ve-nivano offerti sacrifici e libagioni (disegno di R. Merlo).
Bronzetti raffiguranti devoti dal laghetto di Bracciano.V secolo a.C.
Ex-voto fittili dal santuario di Uni (Giunone Regina) di Veio (Roma).IV-III secolo.a.C.
A PoNTE D’ERcoLE, o Ponte del Diavolo, nell’Appennino modenese, c’è un enorme e singolare ponte naturale in arenaria. Frequentata fin dall’età del bronzo, l’area, ricca di sorgenti, raggiunse in età romana un’importanza straordinaria come luogo di culto. Dal Settecento ad oggi sono state recuperate decine e decine di monete in argento e bronzo databili dal ii secolo a.c., probabilmente offerte dai pellegrini come obolo alle divinità e ai sacerdoti officianti.
monete in argento e in bronzo di età romana repubblicana e imperiale rinvenute nell’area di Ponte d’Ercole (Polinago, mo).
Grandi vie commerciali si sono sviluppate fin dall’antichità.Assieme alle merci circolavano persone e idee.
LE ViE DELLE mERci
LE ViE DELLE mERci
Stadera a doppia portata per usi agricoli. XiX secolo.Raccolta del lavoro artigiano e contadino di Villa Sorra.
Asta da stadera in legno dal nord del Pakistan. Inizi ‘900.
Asta da stadera in bronzo di età romana. Modena, Largo Garibaldi.
Peso da stadera in bronzo a forma di testa di fanciullo. Seconda metà II secolo d.C. Baggiovara, Modena.
Peso da stadera in bronzo raffigurante un cinghiale. I-II secolo d.C. Castelvetro (MO).
La ViA DELLA SETA era la strada delle carovane che attraversando tutta l’Asia portavano la seta e altre merci preziose e esotiche dall’estremo oriente fino in occidente. è stata determinante per lo sviluppo delle antiche civiltà dell’Egitto, della cina, dell’india e di Roma e contribuì a gettare le basi del mondo moderno.
Trattato di bachicoltura. Giappone, XIX secolo. Raccolte etnologiche.
Il fotografo modenese mauro Terzi nel 2006 ha percorso 8000 km
della ViA DELLA SETA, da Xi’an a Kashgar,
ai margini del deserto del Taklamakan,
realizzando un reportage che coniuga i paesaggi
contemporanei all’evocazione delle antiche rotte.
Anche quando sono state costruite per scopi STRATEGici e miLiTARi, le strade hanno sempre finito per svolgere una funzione commerciale.
Per i Romani una rete stradale capillare ed efficiente era il presupposto per la conquista e il dominio dei territori dell’impero. Alla fine del III secolo il sistema viario romano era esteso per circa 78.000 chilometri.
La costruzione della ViA EmiLiA nel 187 a.c. fu il punto di partenza per il controllo del territorio padano. MuTINA, l’antica modena romana, era uno snodo stradale strategico: da qui partiva la ViA PER mANToVA E VERoNA, recentemente messa in luce negli scavi del parco Novi Sad.
Anfore in terracotta provenienti dagli scavi
del 2008 al parco Novi Sad. I secolo d.C.
Caricati sulle navi e sui carri, questi contenitori trasportavano
vino e olio in tutto l’impero. Il continuo via vai dei carri lasciava
profondi solchi sul selciato, ben visibili anche sulla strada
messa in luce dagli scavi del Novi Sad.
“Al di sotto della ferrovia che unisce
San Pietroburgo a Mosca, che è la prima parte della cosiddetta
Transiberiana, sono conservate le ossa degli operai che persero la vita durante i lavori”.
(Sergej, Russia)
il TRENo ha avvicinato in modo straordinario i paesi attraversati dalle strade ferra-te, ha “inventato” il turismo di massa e favorito gli sposta-menti dei migranti, ma spesso ha costretto grandi quantità di uomini a lavorare in condizioni estreme.
La TRANSiBERiANA, lunga quasi 10.000 chilometri, è la più lunga linea ferroviaria del mondo. Attraversa l’Asia da mosca a Vladivostok, sull’oceano Pacifico. La sua costruzione, fra fine Otto-cento e inizi Novecento, produsse enormi cambiamenti per il com-mercio, l’industria e la vita della popolazione.
La partenza dalla stazione Kurskaja di mosca, accompagnata dallo sferragliare del treno, è solo l’inizio. in 27 ore si percorrono 9226 chilometri, si attraversano 7 fusi orari, 12 regioni, 87 città, osservando il paesaggio dal finestrino del treno accompagnati dal rumore delle rotaie, dal suono di una balalaika oppure dalla lettura di classici russi.
Google maps, in collaborazione con le Ferrovie russe, ha propostouN ViAGGio ViRTuALE oN LiNE lungo tutta la Transiberiana.
il saleElemento essenziale fin dalla preistoria per la conservazione degli alimenti, ma anche per la concia del pellame, il SALE si ricava per evaporazione dell’acqua di mare nelle saline, o da miniere di salgemma.in alternativa il sale si poteva ottenere anche dalle acque di sorgenti salate o salse.
Il sale ha profondamente influenzato le relazioni fra gli uomini fin dalla prei-storia e ha segnato il pianeta con innu-merevoli strade (mulattiere, carovane, percorsi nel deserto, vie fluviali...) che per secoli hanno trasportato il cosid-detto “oro bianco”.
Questo vaso risale a circa 7000 anni fa
ed era usato probabilmente per ottenere pani di sale.
Proviene dal territorio di Savignano sul Panaro, dove è attestata la presenza
del Rio Acquasalata. Il pane di sale si otteneva attraverso
la cristallizzazione dell’acqua indotta da una fonte di calore.
Per estrarre il blocco il vaso doveva
essere frantumato.
Vaso per sale. Cultura di Fiorano, 4800 a.C.
campione di salgemma dalleminiere di Racalmuto (AG).
moneta ucraina dedicata ai chumaky
Tipico carro chumaky per il trasporto del sale
mAR NERo
mAR D’AZoV
uCRA INA
Kiev
crimea
Fra il XVi e il XiX secolo il trasporto del sale dal Golfo di crimea lungo la ViA LATTEA veniva effettuato dai cHumAKy, carrettieri ucraini, che barattavano sale del mar Nero e pesce essiccato del mar d’Azov con cereali, armi e bardature da cavallo. Erano viaggi molto pericolosi perché le carovane subivano spesso l’attacco dei tartari e di altri gruppi armati.
i chumaky hanno ispirato canti e poesie della tradizione ucraina.
“ViA LATTEA è il nome di un’antica strada
che collegava l’Ucraina al Mar Nero. I mercanti che la percorrevano
per procurarsi il sale si orientavano con le stelle. Con il passare del tempo la strada diventò bianca a causa della grande quantità di sale che si perdeva durante il percorso. Nelle notti limpide
il candore della strada si confondeva con la lucentezza
delle stelle”. (Roksolana, Ucraina)
“Il Chumak è partito verso la CrimeaMa i suoi buoi si sono azzoppati sul camminoE il Chumak si è ammalato.è malato, tanto malato,ma nessuno gli viene in soccorso.Nessuno gli chiede cosa c’è che non va.La testa gli fa male,il cuore gli duole.è malato perché è in una terra straniera.Terra straniera, genti straniere.Chi lo seppellirà se muore?”
Durante il Neolitico (Vi – metà iV millennio a.c.) alcune pietre, come la selce, l’ossidiana o la pietra verde, particolarmente apprezzate per le loro qualità di resistenza, attitudine ad essere scheggiate o levigate e talora pregio estetico, erano oggetto di scambi con zone anche molto distanti.
Le pietre
Nucleo, lame e raschiatoi in selce Fiorano (MO), Fornace Carani. 5600-4800 a.C.Punte di frecce in selce.Pescale - Prignano (MO). 4300 - 4000 a.C. La selce utilizzata nel Modenese era di provenienza locale o importata dall’area alpina.
Ascia in pietra verde. Formigine (MO). 4500-4200 a.C.Frammento di bracciale in pietra levigata. Fiorano (MO), Fornace Carani. 5600-4800 a.C.I giacimenti di metaofioliti (pietra verde) sono localizzati in alcune aree delle Alpi occidentali.
Lame di ossidiana.Pescale - Prignano (MO). V millennio a.C. L’ossidiana è un vetro vulcanico usato per ottenere strumenti par-ticolarmente taglienti. I giacimenti sono attestati a Lipari, Palmarola e in Sardegna.
in età romana la materia prima per la costruzione di monumenti proveniva da tutto l’impero. La Ghirlandina e il Duomo vennero costruiti utilizzando anche materiali recuperati dai monumenti di età romana. uno studio sulle pietre della Ghir-landina ha identificato le numerose provenienze degli elementi lapidei. Aree di provenienza delle pietre della Ghirlandina
rosso ammoniticoscaglia rossa
arenaria
pietra di Aurisina
pietra d’istria
pietra di Vicenza
pietra di chiampo
trachite
bronzetto
marmo
travertino
Nell’età del bronzo (fine III - II millennio a.c) si assiste in tutta Europa a un incre-
mento dei traffici a lunga distanza per l’approvvigionamento dei
mETALLi, a cui si accompagnano beni di prestigio come oRo e AmBRA.
L’ambra e lo stagno
L’AmBRA, preziosa resina fossile usata insieme al bronzo
per gli ornamenti femminili, raggiungeva le terramare padane dalla
penisola dello Jutland (Danimarca) e dalle coste del mar Baltico.
Dall’Europa nord-occidentale e dai territori dell’odier-na Slovacchia pro-
veniva lo STAGNo, metallo che, fuso
insieme al rame, permet-teva di ottenere il bronzo.
Ruota in miniatura e finimenti equini dalla Terramara di montale. Questi oggetti, realizzati in corno di cervo, costituiscono una prova dell’esistenza di strade e dell’ uti-lizzo di carri e cavalli come mezzi di trasporto per merci e persone. 1600 – 1300 a.C.
Vaghi d’ambra dalla Terramara di montale. 1600 -1400 a.C.
Rasoio, spilloni e pugnale in bronzo dalle terramare modenesi 1400-1200 a.C.
Le conchiglie
Fin dalla preistoria sono presenti fra le offerte funerarie tanto nel Vecchio quanto nel Nuovo mondo valve o piccole parti di conchiglia SPONdyLuS provenienti da mari lontani.
il cAuRi, piccola conchiglia della fa-miglia delle Cipree, per secoli venne usato come moneta in varie parti del mondo, dalla cina al Sud Est Asiatico, all’Africa occidentale, al punto da assumere la denominazione di Ciprea moneta. in Africa i cauri vennero introdotti attorno al Xiii secolo dai mercanti arabi che se li procuravano alle isole maldive, dove si trovavano in grande quantità.
Alcuni popoli hanno attribuito alle conchiglie un significato magico e rituale, altri le hanno usate per secoli come moneta. Spesso per procurarse-le era necessario stabilire contatti con territori anche molto lontani.
“Alcuni veggenti usano i cauri per leggere l’oro-
scopo e prevedere il futuro a seconda della posizione che assumono dopo averli
lanciati per terra”. (Jack, Camerun;
Benoit, Togo)
Elemento di collana ottenuto da un esemplare di Spondylus. Formigine (MO) - Cave Gazzuoli. 4500-4200 a.C. Le conchiglie Spondylus provenivano dal medi-terraneo o dall’Egeo e nel Neo-litico furono oggetto di una vasta circolazione in tutta l’Europa.
Valve di Spondylus da sepolture della costa peruviana (epoca precolombiana). Lo Spondylus, non vive lungo la costa del Perù ma soltanto parecchie miglia più a nord, nelle acque dell’Ecuador.
cauri (Cipree) dalle Maldive e monete da 1 e 20 cedis dal Ghana. In Africa occidentale i cauri erano utilizzati nel com-mercio degli schiavi e in alcuni paesi sono rimasti in uso come monete fino a poco più di cento anni fa. In Ghana la valuta corrente si chiama Cedi che significa “conchiglia cauri”.
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anniversario della nascita dello sceicco Mujibur rahman
Maslenitsa
Sultan nevruz
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San giuseppe
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giornata nazionale della verità e della giustizia
Festa dell’indipendenza
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giornata dei veterani e dei caduti nella battaglia delle Malvine
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giornata del valore
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inizio della Pasqua ebraica
Capodanno bangla
Venerdì Santo Pasqua
Pasqua ortodossa
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lunedì di Pasqua
Festa della liberazione
Fine della Pasqua ebraica
Festa dell’indipendenza e dei bambini
giorno di azione per la tolleranza e il rispetto tra i popoli (festa armena)
nuovo anno ebraico
Festa dell’indipendenza
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Festa del lavoro
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11Festa della Vittoria
buddha Purnima
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18Festa della liberazione
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Commemorazione di atatürk e giornata dello sport
giorno dell’unificazione
anniversario della rivoluzione di maggio
giorno dell’unità africana
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1Festa del bambino
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ascensione
Festa della repubblica
Pentecoste
Pentecosteortodossa
“c’è solo la strada su cui puoi contare la strada è l’unica salvezza c’è solo la voglia, il bisogno di uscire, di esporsi nella strada, nella piazza”.(Giorgio Gaber)
in Strada
in strada si impara, si cresce, si sperimenta e ci si confronta con il mondo.
mEmoRiE E SAPERi
“Il gioco più diffuso nel mio paese era il Sotron o
gioco della campana, conosciuto in Italia anche
come gioco della settimana, a cui partecipavano
indifferentemente maschi e femmine, mentre le sole
femmine facevano il gioco dell’elastico”
(Anca, Romania).
“In Turchia si giocava al chiodo nel fango.
Un chiodo doveva essere gettato nel fango
in modo che mantenesse la posizione eretta”.
(Esra, Turchia)
“La strada è una sfida con gli adulti, per riuscire a
correre fuori dalle case anche quando è proibito,
come di notte, e con i coetanei, con cui ci si misura nelle
innumerevoli competizioni e conquiste collettive di spazi e abilità” (Edith, Camerun).
“Un gioco tradizionale del mio paese è quello della
“taba” con vertebre di mucca. Ma il gioco di strada più diffuso
è la bicicletta: imparare ad andare in bicicletta era un
passo avanti nella crescita”. (Marilena, Argentina)
“In Marocco, come in tutta l’Africa,
i bambini giocano sempre in strada. Uno dei giochi più
diffusi era quello, di tradizione antichissima, che si faceva
usando come dadi piccole ossa di pecore e di montoni, gli
aliossi o astragali”. (Idris, Marocco)
Pesciolino e nocciola in osso, probabili pedine da gioco. Modena, area di Piaz-za Grande. Età imperiale.
Dado in osso, da un corredo di sepoltura altoimperiale. Scavi Parco Novi Sad, Modena.
Pedine da gioco in pasta vitrea e osso, dal Modenese.
L’uso culturale degli spazi pubblici consente alla strada di essere vissuta come luogo di aggregazione e apprendimento per la comunità.
A Ferrandina, in Basilicata, Antonio La
Cava, maestro in pensione, gira tra i piccoli comuni dell’entroterra con il Bibliomotocarro, con
l’intento di diffondere la passione per la lettura,
soprattutto tra i più piccoli.
La Piazza Grande di Modenaaffolata
per le lezioni del Festivalfilosofia
“Lungo una strada di manila
una giovane maestra insegna ai bambini”.
(Luisito, Filippine)
“In Africa la strada è una biblioteca di saperi.
Chi vive sulla strada ha maggiori opportunità di
crescita, soprattutto in una società in cui la principale
fonte di conoscenza è quella orale” (Kindi, Congo)
Nella cultura a sud del Sahara il griot occupa un posto di rilievo. il griot è il menestrello, il cantastorie, il depositario della memoria storica dell’intero clan ed ha il compito di trasmettere, con la narrazione, l’identità di un popolo e tramandarla attraverso le generazioni. “Ogni griot che muore è come una biblioteca che brucia” scriveva negli anni ’60 lo storico maliano Amadou Hampáté Bá.
Poeta e mediatore culturale, presenza consueta nelle strade e nelle piazze di città e villaggi, il cANTASToRiE assolveva al compito di tradurre in forma narrativa la memoria e la contemporaneità, convertendole in bagaglio culturale di intere comunità.
“Da noi erano i Kobzar
a tramandare le tradizioni. Spesso erano ciechi e
accompagnavano il canto con la Kobza, strumento
musicale simile a un liuto” (Roksolana,
Ucraina)
Di fronte al movimento incessante delle strade si può essere spettatori o protagonisti, mettendo in gioco relazioni e abilità
oZio E NEGoZio
Joachim K. SilueLe dialoguetecnica mista, 2009170 x 58 cm
Joachim Silue, uno dei partecipanti al progetto, è un artista ivoriano/italiano, ormai profon-damente intessuto di entrambe le culture, come è evidenziato nel linguaggio e nella tecni-ca di questo “dialogo”.
Le strade e le piazze sono la cornice di scambi, vendite, improvvisazioni di mestieri.
Attilio A. Aleotti, fotografo professionista, ha documentato con i suoi scatti gesti e segni di settanta paesi del mondo. La scelta che viene presentata in mostra riflette l’attenzione dedicata dal fotografo alle innumerevoli declinazioni dei lavori di strada.
“Per strada circolano ambulanti con le bilance per chi si vuole pesare
e ambulanti che riparano al momento
scarpe e vestiti” (Edith, Camerun)
“In Italia occorrono permessi per tutto.
In Africa se sai fare una cosa, la fai. Solo recentemente si cominciano ad applicare le tasse per l’occupazione di
suolo pubblico” (Benoit, Togo)
in età romana nel territorio modenese si sviluppò una delle più fiorenti produzioni di ceramica e laterizi. il più noto “imprenditore” modenese era Lucius Aemilius Fortis, che fabbricava lucerne e le esportava in tutto l’impero romano. una delle sue fornaci, inserita nel complesso di una grande villa, si trovava a Savignano sul Panaro (mo).
“Una volta si andava a caccia e subito dopo si
vendevano per strada gli animali”
(Edith, Camerun)
“Nelle ore serali, quando chiudono i negozi, le strade di Buenos Aires
sono invase dai cARToNERoS: cercano fra la spazzatura
la carta e la caricano su dei carretti.
(Nora, Argentina)
Fino agli anni ’50 del Novecento le strade erano percorse da ambulanti che andavano di casa in casa per vendere o riparare oggetti di uso quotidiano. Sedia impagliata e strumenti del seggiolaio.Paiolo e martelli del calderaio.Raccolta del lavoro contadino e artigiano di Villa Sorra
Frammento di mattone con bollo, probabile insegna “pubblicitaria”, di Lucius Aemilius Fortis. I - II secolo d.C. Savignano sul Panaro (MO).
il ciBo Di STRADA coniuga commercio e aggregazione a costi contenuti valorizzando le tradizioni gastronomiche
“In Africa Si cuciNA oVuNQuE LuNGo LE STRADE: riso o pane servito
su carta o foglie di banano”.
(Benoit, Togo)“In Africa è diffusa l’abitudine di cibarsi
di iNSETTi, ricchi di proteine. Sulle strade si cucinano
veri e propri “hamburger di moscerini” catturati senza fatica da nugoli fittissimi.
L’hamburger si ottiene mischiando i moscerini con burro di Karitè e friggendoli
nell’olio”. (Joachim,
Costa d’Avorio).
“Lungo le strade dell’Argentina
si serve il mATE, rituale che ha origine tra i popoli indigeni
Guarany che abitavano gli attuali territori del Paraguay
e delle vicine province argentine”
(Nora e Marilena, Argentina).
Zucchette per il mATE con cannucce d'argento e di canna. Indios GuaranìRaccolte etnologiche.Il recipiente era realizzato con una specie di zucca (calabaza) che in lingua Quechua viene chiamato “mait”.
contenitore attuale per mate in alluminio
A San Francisco è nato il movimento dei GuERRiLLA GRAFTERS: una guerriglia non violenta con l’obiettivo di dotare di frutti commestibili gli alberi che crescono lungo i viali: piante potenzialmente fruttifere, come ciliegi e meli, ma utilizzati al solo scopo ornamentale. Ecco dunque che nasce l’idea del graft, ovvero dell’innesto di rami fruttiferi affinché la strada assolva anche il compito di nutrire chi la percorre.
“Una volta la strada era essa stessa fonte di nutrimento: le
strade erano affiancate da filari di alberi da frutto a disposizione di tutti. Un vecchio governatore del Congo aveva deliberato di far piantare alberi di mango, arancio e mandarino lungo le strade principali perché tutta
la popolazione ne potesse usufruire.”
(Kindi, Congo).
La strada svolge una straordinaria funzione di medium e amplificatore di cerimonie e rituali che coinvolgono la collettività
LA STRADA iN ScENA
Da una tomba della necropoli etrusca della Galassina di castelvetro (mo) proviene uno specchio in bronzo che reca sul dorso una decorazione figurata riconducibile al rito nuziale: in successione si leggono due scene di colloquio tra personaggi maschili e femminili, una processione di tre cavalli condotti per le redini da uomini a piedi e infine una scena di amore coniugale.
Nel mondo romano, durante l’età imperiale, ampie necropoli si estendevano lungo le principali strade di accesso alle città. Per i Romani la tomba non era soltanto l’ultima dimora ma rappresentava un efficace strumento per comunicare la propria posizione sociale: il messaggio era affidato alla forma e all’apparato decorativo del monumento ma soprattutto all’epigrafe.
“Nelle nostre campagne era diffusa l’usanza di recarsi al cimitero
dopo la celebrazione del matrimonio per rendere
omaggio ai defunti e invocare la benedizione
degli avi sugli sposi” (Giorgio, Italia)
Ricostruzione della necropoli orientale della città, attuale via Emilia Est, affiancata da monumenti funerari (disegno R. Merlo)
“Nei villaggi dei Carpazi i cimiteri e le chiese si trovano sempre in posizioni centrali,
dove convergono tutte le strade, perché ogni grande festa comincia dai cimiteri.
Durante la festa di Pasqua si allestiscono tavoli accanto alle tombe
con cibi tradizionali e uova colorate. Attorno a questi tavoli si mangia,
si fa conversazione, si ricordano i defunti”
(Halyna, Ucraina).
“Anche in Congo ci sono sepolture davanti alle case,
ma solo delle persone più importanti. Le altre
trovano spazio dietro alla casa”. (Kindi, Congo).
“In città, a Douala, le sepolture si trovano
spesso davanti alle case, visibili dalla
strada”. (Edith, Camerun)
“Chi muore lontano dal suo villaggio
deve essere riportato “a casa”
accompagnato da un corteo di parenti e amici
e la cerimonia dura parecchi giorni” (Benoit, Togo).
La strada è la cornice di FoRmE ARTiSTicHE e di intrattenimento che trovano nella comunicazione e condivisione la loro stessa ragion d’essere
“ La strada è musica: in Africa c’è una colonna
sonora continua. Se da una casa proviene una musica, nel giro di poco tempo si forma un gruppo di persone che
ascolta e balla”. (Joachim,
Costa d’Avorio)
“In Argentina, dopo un’iniziale diffusione,
i murales scompaiono durante il regime militare e vengono catalogati come forma d’arte maledetta che, ufficialmente, danneggia i muri imbrattandoli.
Gli artisti vengono esiliati e richiamati solo negli anni
’80-’90 quando nascono vere e proprie scuole”.
(Nora, Argentina)
“Anche a Buenos Aires nelle strade c’è sempre
musica, soprattutto tango, In una strada del centro c’è un gigantesco murale che
raffigura Astor Piazzola che suona il tango”
(Marilena, Argentina)
ARTE Di STRADA a modena tra passato e presente
Ai margini delle strade c’è un universo parallelo: a volte è visibile, a volte no, spesso non lo si vuole vedere.
taKe a walK on the wild Side… !
Fra le testimonianze riportate nella mostra e nell’agenda nessuna si propone di esaurire le problematiche che affronta, ma semplice-mente di suggerire sguardi diversi e plurali con cui osservare la strada.
Nel corso degli incontri proseguiti per 10 mesi con i cittadini di altre culture che hanno scelto di intraprendere questo percorso sono stati molteplici i riferimenti a quello che c’è ai margini delle strade: uomini e donne costret-ti a mendicare, “bambini di strada”, simbolo devastante di un’infanzia negata che non potrà mai più essere risarcita, il mercato di esseri umani, i traffici illeciti che sfruttano ogni cana-le per diffondere morte e distruzione.
Per condividere questo universo parallelo attraverso la mostra e l’agenda, non poteva essere sufficiente “suggerire” attraverso le testimonianze raccolte.
Per questo abbiamo scelto di non riportarle ma di lasciare aperta ad ogni visitatore la riflessione su quel lato oscuro della strada e di sollecitare uno sguardo che includa anche coloro che in quel lato oscuro si celano o vengono celati.
taKe a walK on the wild Side… !
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giornata nazionale
lunedì di Pentecoste
Festa dell’indipendenza
Sab - e - barat
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Corpus domini
giorno dei martiri
Festa della musica
anniversario della morte del generale belgrano
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Corpus Christi inti raymi / Fiesta inca del sol / San Juan / dia del indio
Festa della Costituzione
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inizio del ramadan
SS. Pietro e Paolo
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Festa dell’indipendenza
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Festa di San giovanni / ivan Kupala
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Virgen del Carmen
giorno dell’indipendenza
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Fine del ramadan
Festadell’indipendenza
Fine del ramadan
Festa deltrono
Flamme de la Paix
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Commemorazione della battaglia di bayocà
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Ferragosto / assunzione
Mourning day
Festa di arequipa
Krishna Janmashtami
PerderSi e troVarSi
“Esistono cammini senza viaggiatori. ma vi sono ancor più viaggiatori che hanno perso i loro sentieri”.(Gustave Flaubert)
“Esistono cammini senza viaggiatori. ma vi sono ancor più viaggiatori che hanno perso i loro sentieri”.(Gustave Flaubert)
“Una volta le piante
lungo i sentieri erano un elemento
di riconoscimento della strada. Adesso le strade
sono tutte uguali”. (Edith, Camerun)
“Nel mio paese non c’erano veri e propri
villaggi ma agglomerati di case uniti da sentieri non illuminati. I colonizzatori li trasformarono in strade che furono percorse
anche dagli animali e… i caimani arrivarono
in città”. (Benoit, Togo)
creando le strade l’uomo sfida la natura piegandola ai propri bisogni, ma rischia di perdersi
In Congo c’è un profondo rispetto
per la natura. Un tempo gli uomini si spostavano utilizzando le vie d’acqua
o quelle create dal passaggio degli animali. Nel periodo coloniale la costruzione
di una vera e propria rete stradale ha snaturato il rapporto fra uomo e animali e ha fatto perdere il
ricordo degli antichi tracciati. Gli elefanti però, che hanno una memoria
prodigiosa, hanno continuato a percorrere quei sentieri ma quando hanno incontrato sulla loro
strada villaggi prima inesistenti, hanno travolto tutto quello
che trovavano sul loro passaggio”.
(Cécile, Congo)
codici, segni e linguaggi aiutano l’uomo a non perdere la strada
“Quando ero piccola a volte dovevo percorrere
da sola la strada che portava alla nostra casa di campagna.
Il sentiero attraversava un bosco ed era sull’orlo di un burrone.
Un giorno incontrai una signora anziana che mi disse:
Se vuoi arrivare in fondo al sentiero cammina
con l’occhio verso il cielo e riuscii ad arrivare (Lorena, Filippine).
orologi solari con bussola.Secoli XVII e XVIII.Museo Civico d’Arte
“La tecnologia ci ha abituato a un modo diverso di percorrere le
strade, ha modificato la nostra capacità di orientamento, è come se ci affidassimo a un pilota automatico”.
(Idris, Marocco)
Particolare della Tavola Peutingeriana, copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostrava le vie militari dell'Impero.
L’immagine simbolica che più di qualunque altra si associa all’idea di smarrimento è il LABiRiNTo
L’immagine del LABiRiNTo, trasversale a tutti i continenti, compare fin dalla preistoria in innumerevoli varianti. Dalle leggendarie costruzioni dell’anti-chità classica alle rappresentazioni liturgiche del medioevo, dalla sua evocazione nella letteratura e nelle arti grafiche fino al recupero del modello nell’architettura contemporanea, infinite sono state le interpretazioni simboliche affidate all’utilizzo del labirinto.
Qualunque sia la valenza simbolica di volta in volta attribuita al LABiRiNTo, non si può prescindere dal suo profondo SiGNiFicATo iNiZiATico. in questo senso il labirinto è stato associato da Joachim (costa d’Avorio) e Kindi (congo) al ricordo del percorso tortuoso che i giovani africani affrontano nella foresta per diventare adulti.
i loro racconti, in gran parte coincidenti, riflettono una profonda consapevolezza dell’importanza di questi rituali per far transitare il ragazzo dall’adolescenza all’età adulta, anche a rischio della vita. chi supera questa prova accede a una vera e propria élite, diventa una figura di riferi-mento all’interno della propria comunità e spesso entra a far parte della classe dirigen-te del proprio paese.
“Nessuno sa che cosa accade nella foresta.
I ragazzi, seguiti da un tutor, devono imparare a
vivere a contatto con la natura riconoscendone pericoli e opportunità.”
(Kindi, Congo)
“Durante l’iniziazione i ragazzi escono una sola volta dalla foresta: sono coperti da una maschera per non farsi
riconoscere, procedono in fila indiana muovendo continuamen-te la testa, poi danzano e infine
ritornano nella foresta”.(Joachim,
Costa d’Avorio)
La matrice simbolica dell’iNiZiAZioNE è alla base delle numerose favole della tradizione letteraria popolare nelle quali le vicende dei protagonisti ruotano attorno alla PERDiTA DELLA STRADA come metafora di un rito di passaggio dall’infanzia all’adolescenza.
cappuccetto Rosso (1877-92)… così abbandonò il sen-tiero maestro che portava nella foresta, per chinarsi a raccogliere i fiori…
Pollicino (1904-1905)… Il mattino seguente tutta la famiglia si incam-minò nel bosco e Pollicino sbriciolò il suo pane lungo il percorso. Ancora una volta i bambini vennero abbandonati e ancora una volta giunse la notte…
Biancaneve(1895)… ora la povera bambina era tutta sola nel gran bo-sco e aveva tanta paura…
muSEo DELLA FiGuRiNALE FiABE DELLA PERDiTA
Fratellino e sorellina(1906-7)… la sera giunsero in un garn bosco, ed erano così stanchi per il pianto, la fame e il lungo cammino, che si sedettero dentro un albero cavo e si addor-mentarono…
in molte culture gli iNcRoci sono considerati luoghi di sinistri feno-meni soprannaturali, infestati da entità - streghe, demoni, folletti – che si divertono a sviare i viaggiatori confusi.Proprio la forma a croce di un incrocio rappresenta in alcune tradizioni una protezione contro gli spiriti che albergano in questi luoghi, ma frequenti sono i simboli che vengono aggiunti ai margini della strade per scongiurare le ma-ledizioni, come falò, croci di rami, erbe aromatiche, EDicoLE VoTiVE.
“ Nella cultura africana si ha molta fiducia nella natura
e non ci sono favole che raccontano la perdita della strada
nell’ambiente naturale. Nella foresta, prima o poi, qualcuno arriva. La perdita della strada in Africa corrisponde invece alla perdita
dell’identità: non avere un proprio percorso di vita equivale a perdersi.
In questo senso la strada è fonte di vita e di morte”.
(Kindi, Congo)
“Una fiaba popolare russa narra di un guerriero che, in cerca di fortuna, arriva all’incrocio fra tre strade
dove c’è una lapide che riporta la scritta: Se vai a sinistra
perderai la testa, se vai a destra perderai il cavallo, se vai avanti
perderai te stesso”. (Sergej, Russia)
“Nel nostro paese c’è un detto: quando
cammini da solo nella foresta non devi avere paura di nulla. Ai bambini si insegna che se di fronte a un leone si pronuncia il nome della propria famiglia,
il leone se ne va”. (Jack, Camerun)
Anche l’ESPERiENZA Di ViAGGio se intesa come mezzo di crescita e di apprendimento culturale può avere un significato iniziatico: dal Grand Tour del XViii secolo ai viaggi in india degli anni ’60.
Il Grand Tour era una tappa fondamentale nella formazione culturale della giovane aristocrazia ingle-se, francese e tedesca a partire dalla fine del 1600: un VIAGGIO FORMATIVO, in cui il percorso attraver-so i luoghi della cultura classica e rinascimentale aiutava il viaggiatore a scoprire le radici della propria cultura.
il 20 luglio del 1969 l’uomo sbarcò sulla luna. Quel giorno Giò Barbieri, partito da modena l’11 giugno, era appena arrivato a Katmandu con la cinquecento e da lì avrebbe
raggiunto Bali. Fu un viaggio di sei mesi fatto di scoperta, stupore, esperien-
za, formazione e sfida del peri-colo, testimoniato dai diari che
Giò ha scritto on the road e conservato gelosamente.
Giò Barbieri, nato a modena nel 1947, viaggiatore per vocazione, nel 1982 entra nel Guinness dei primati per il numero di paesi visitati. instancabile esploratore del pianeta, scrive per le più prestigiose guide turistiche e riviste di viaggi.
moDENA
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Compleanno di re Mohammed Vi
anniversario della morte del generale San Martin
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Festa della rivoluzione e della gioventù
Commemorazione di ninoy aquino
Festa dell’indipendenza
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Festa nazionale degli eroi
Festa della vittoria
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Festa del sapere
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Mahalaya giorno del perdono (festa ebraica)
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5darga Puja Festa del sacrificio /
id-al-adha
Festa del sacrificio
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battaglia navale di angamos
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dia de respeto a la diversidad Cultural
beatificazione di Madre teresa di Calcutta
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26Capodannoislamico
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Signore dei miracoli Festa della repubblica
ognissanti
giorno dei morti
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ashura
San Martin de Porres
ognissanti
giorno dell’unitànazionale
ashura
Festa di Puno anniversario della Marcia Verde
Festa della rivoluzione
le noStre Strade
Nelle strade si sedimenta la memoria pubblica ma anche quella privata degli individui. Spesso i nomi che vengono attribuiti alle strade ne racchiudono il significato.
poi…
e infine…PiAZZA REALE
PiAZZA RomA
prima…
PiAZZA DucALE
le noStre Strade
mEmoRiE coLLETTiVE E iNDiViDuALi
“La costruzione della STRADA
DELL’uNiTà segna l’inizio dell’indipen-
denza del marocco (1956). La stra-da rappresenta simbolicamente il paese finalmente unito ed è frutto del lavoro del popolo che combat-teva contro il colonialismo”. (Idris, Marocco)
“ceausescu utilizzò le strade come cornice della rappresentazione del potere per parate ed esposizioni, ma ne creò anche di nuove
a scapito del paesaggio e dei monumenti storici esistenti.
La gente di Bucarest chiama cEAuSHimA il quartiere che il regime
fece sventrare per fare posto a abitazioni popolari e edifici governativi”. (Anca, Romania)
“La STRADA DELLA ViTA di Leningrado (ora San Pietroburgo) fu chiamata così perché consentiva di rifornire la città attraverso il passaggio sul Lago Ladoga ghiacciato durante l’assedio dei nazisti, durato 11 mesi”. (Antonina, Russia)
LA STRADA DELLA ViTA
(Leningrado/San Pietroburgo,
Russia)
“Negli anni ’50 del ’900 per congiungere le miniere della ya-cuzia alla costa,
una lunga strada è stata scavata tra le montagne da squadre di detenuti dei gulag staliniani. il nome con il quale è nota, STRADA DELLE oSSA, sta ad indicare che sotto di essa riposano le ossa delle migliaia di prigionieri morti nel realizzarla”. (Antonina, Russia)
LA STRADA DELLE oSSA(yacuzia,Siberia)
cEAuSHimA(Bucarest,Romania)
mEmoRiE coLLETTiVE E iNDiViDuALi
“Vivevo accanto a una città attraversata da piccoli corsi
d’acqua. I bambini potevano raggiungere la scuola solo con
improvvisate zattere di bambù. La gente si organizzò e costruì
due ponti di barche che i bambini potevano attraversare in sicurezza
per andare a scuola”. (Charag, Bangladesh)
“Le strade di Buenos Aires sono magiche,
hanno visto la mia storia, hanno visto i miei amori. Ma quelle stesse strade, ai tempi della dittatura,
non si potevano più percorrere”.(Nora, Argentina)
La casa del mio bisnonno si trovava su un incrocio
davanti ad un grande albero, simbolo della mia famiglia.
Quando i colonialisti decisero di abbatterlo per costruire
una strada, il mio bisnonno si legò all’albero. Venne frustato, torturato
e rinchiuso in carcere. Adesso, al posto dell’albero
c’è una grande casa, priva di alberi”. (Kindi, Congo)
“Abitavo a Cordova in calle Belgrano, una strada affiancata da alberi di arance. Il profumo dei fiori avvolgeva
tutta la strada. Quando pioveva la strada si trasformava
in un fiume: i bambini costruivano barchette con la carta di giornale
e le facevano scorrere sull’acqua”.
(Marilena, Argentina)
“Kiev è la città dei castagni.
Nel periodo della fioritura, di notte, i viali dei castagni,
al contatto con la luce lunare, sembrano decorati
da infinite piccole candele”. (Roksolana,
Ucraina)
Foto
Mau
ro T
erzi
c’è un forte legame fra modena e l’acqua e numerosi sono i nomi delle strade che ricordano il RETicoLo Di cANALi che si cela sotto la città. Per condividere con i partecipanti al progetto un inedito sguardo sulle nostre strade, abbiamo propostouna passeggiata nel sottosuolo, lungo un’antica via d’acqua…
Esplorando a piedi i canali
sotto la città
coRSo cANALcHiARo ViA cANALiNo ViA DELLA cERcA coRSo cANALGRANDE ViA moDoNELLA ViA cANALETTo
canale della
cerca
cana
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lino
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(can
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cana
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Palazzo Ducale
“Camera delle Acque”
Piazza Grande
La città ha una toponomastica alternativa, frutto della sedimentazione di eventi, frequentazioni, richiami al contesto. Anche alle strade di modena sono state attribuite denominazioni non ufficiali usate abitualmente dai mo-denesi e nomi introdotti dai cittadini di altri paesi che la abitano, come ci racconta-no Esra (Turchia) e Lorena e Luisito (Filippine).
“Spesso nei villaggi argentini si usano riferimenti
legati alla tradizione, alla storia o alla natura, come la strada dell’indiano morto,
la strada della quercia...” (Marilena, Argentina)
io, come altri africani, ho scoperto il nome della strada in cui abitavo quando ho dovuto compilare
i documenti per l’espatrio. Molti congolesi, non conoscendo il nome
della loro strada, hanno dichiarato di abitare nell’unica strada di cui conoscono il nome, che è quella in cui si svolgono le
parate a Kinshasa. Ma in quella strada non ci sono edifici
residenziali…” (Kindi, Congo)
i Nomi DELLE STRADE
“A Lomé, la capitale del Togo
le strade hanno i nomi che le identificano, ma non hanno i numeri civici, quindi è molto
difficile individuare un luogo se non si hanno altri riferimenti, come un
bar, il colore di un palazzo, una particolare architettura…”
(Benoit, Togo)
“In Africa, o almeno nei paesi dell’equatore,
la denominazione della strada corrisponde al luogo da
raggiungere: la strada del fiume,
la strada della scuola, la strada del sindaco…”
(Kindi, Congo)
* Kelle era il soprannome di un muratore turco che viveva vicino al centro commerciale. Anche se Kelle è morto da tempo, quel supermercato continua ad essere iden-tificato con il suo nome.
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16giorno della Pace
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Commemorazione dell’indipendenza di Cartagena
Festa dell’indipendenza
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giorno della sovranità nazionale
Festa della liberazioneFesta dell’indipendenza giornata di bonifacio
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giornata della grande unione
anniversario della morte di Félix houphouet boigny
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Festa dell’immacolata Concezione
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Festa della Vittoria
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Vigilia di natale
Santo Stefano
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anniversario della rivoluzione
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Capodanno
San basiliogiorno dei martiri dell’indipendenza
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Festa dei re Magi
epifania
natale ortodosso
Processione del nazareno nero
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… e così via!
… and so on!
Capodanno vecchio
giorno della liberazione
Capodannoortodosso
Festa degli eroi(laurent Kabila)
Festa degli eroi(Patrice lumumba)
E infine…... uNA STRADA che ci ha svelato una storia inedita a partire dal NomE DEL Suo PuNTo Di ARRiVo.è la TRocHiTA, una strada ferrata quasi alla fine del mondo che fa parte dei ricordi di marilena (Argentina).La località capolinea si chiama iNGENiERo JAcoBAcci, un nome insolito che ci ha indotto ad approfondire la ricerca e abbiamo scoperto che…
La cittadina ingeniero Jacobacci prende il nome da GuiDo AmEDEo JAcoBAcci, iNGEGNERE moDENESE che emigrò nel 1890 in Argentina dove progettò la costruzione di linee ferroviarie fra cui la Trochita.Nel 2004 le spoglie dell’ingegnere modenese, su richiesta della comunità jacobaccina, sono state trasferite nel cimitero della cittadina che ha così celebrato il recupero delle sue radici storiche.
Foto
Mau
ro T
erzi
Palazzo dei MuseiLargo Porta S. Agostino, 337 - 41121 MODENAtel. 059 203 3100 / 203 3122 - fax 059 203 [email protected]
www.comune.modena.it/museoarcheologico
museoarcheologico
Il museo civico Archeologico Etnologico è situato, assieme al Museo Civico d’Arte, nel settecentesco Palazzo dei Musei che ospita anche altre raccolte e istituti statali e civici: Galleria, Biblioteca e Lapidario Estensi; Archivio Storico Comunale; Biblioteca Civica d'Arte Luigi Poletti; Gipsoteca Graziosi.Info Point, biglietteria, bookshop, caffetteria, area wi-fi e laboratorio didattico nell’atrio al piano terra del Palazzo.
ingresso gratuito - Audioguida in quattro lingue gratuitaOrari: da martedì a venerdì: 9,00 - 12,00; sabato, domenica e festivi: 10,00 - 13,00 e 15,00 - 18,00 (1 ottobre - 31 maggio), 16,00 - 19,00 (1 giugno - 30 settembre). Chiuso i lunedì non festivi e le mattine del 25 dicembre e 1 gennaio. Possibilità di aperture pomeridiane per gruppi (min. 20 persone) su prenotazione.
MUSEO CIVICOARCHEOLOGICOETNOLOGICO
Comune di ModenaMuSeo CiViCoarCheologiCoetnologiCo
www.comune.modena.it/museoarcheologico