the new means of the visual correspondence

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THE NEW MEANS OF THE VISUAL CORRESPONDENCE 11 giugno - 3 luglio BQ pub, alzaia del naviglio grande 62 da lunedi a domenica, dalle ore 18

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Catalogo della mostra / Catalog of the exhibition

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THE NEW MEANS OFTHE VISUALCORRESPONDENCE

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“Noi esponiamo in un bar, ma non per questo la nostra Mostra è meno valida. Con essa vogliamo affermare la nostra inequivocabile presenza nel mondo dell’arte e della cultura, contro tutti coloro che intendono soffocarla in certe false e poco culturali rassegne d’arte”

Piero Manzoni

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Indice

Comunicato Stampa

Artisti

Documentazione

Stampa

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Adi Haxhiaj

Viola Leddi

Laura Migani Dengel

Chiara Licata

Roberto Maggioni

Enzo Modolo

Pablo Muñoz Montaner

Silvio Espinoza

Cartoline per Nuove Corrispondenze

Quando l’arte Entra nel Tempo della Birra

Consegna Personalizzata | The new means of the visual correspondence

Articolo Non Pubblicato

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Il nuovo mezzo postale, era stato presentato dal suo creatore Hermann Emmanuel nel 1869, con l’articolo su un giornale austriaco dal nome, “Über eine neue Art des Korrespondenzmittels der Post”, poi pubblicato su un giornale britannico come, “About novel

means of the postal correspondance”.the new means of the visual correspondence, nasce dalla necessità di rappresentare quel viaggio che compie la cartolina, quello che per Derrida rappresenta la parte importante di questa. Il viaggio che essa compie, passando dalle mani del mittente fino a quelle del destinatario, il suo messaggio non muta, una volta arrivata a destinazione, questa perde il suo

valore.Le opere degli artisti non compiono un viaggio fisico, ma è il passaggio che il ricordo compie tramite l’opera, rimanendo quello inizialmente creato dall’artista, fino a quando non viene accolto dall’osservatore, che ne modifica il significato o ne crea uno completamente nuovo.

I ricordi sia degli artisti che quelli dei visitatori non risiedono in un luogo bianco e pulito, cosi il concetto viene rafforzato dalla location. Il pub (luogo d’incontri e spesso di scambi di storie di vita vissuta) oltre ad invitare a raccontarci, rappresenta quel luogo caotico e in continuo

movimento dove risiedono i nostri ricordi.Le opere decontestualizzate si devono aprire un varco tra gli oggetti che compongono l’ambiente, il fruitore deve isolare l’opera per poter accoglierla pienamente. Cosi da portare a termine quel viaggio iniziato dal ricordo dell’artista, cosi come la cartolina, nella quale il suo contenuto svanisce alla dine del viaggio, le opere troveranno una nuova vita davanti

all’osservatore.

Curatore della MostraSilvio Espinoza

1The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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ARTISTI

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Immagini Coagulate(2014)

Adi Haxhiaj

Nato a Tirana nel 1989, vive e lavora tra Brescia e Milano dove frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Nel 2011 partecipa alla mostra “All’inizio Non Era Un’isola” (a cura di Remo Salvadori all’Assab One, Milano). Nel 2012 allo Spazio Oberdan è tra i finalisti del “Premio Ricoh Per L’arte Contemporanea” (Milano), “La Scuola Di Pittura” (Galleria Casa Matei, Cluj Napoca, Romania). Nel 2013 viene selezi-onato da Peep-Hole nel seminario “Effetto Venturi” (tenuto da Giuseppe Gabellone al Museo Del Novecento, Milano); Espone a Tirana alla Galleria Fab/Galleria Miza nella mostra “Andata e Ritorno 2”, “X Premio Nazionale Delle Arti” (Sala Murat, Bari), “Are We What We Eat? Sustainability And Art” (ex Chiesa di San Carpoforo, Milano / Brera, Corcoran College – Washington DC (USA), a cura di Antonio D’Avossa). Nel 2014 mostra bi personale “Universale/Particolare” (con Nicolò Colciago, Galleria Moitre, Torino), “Setup Artfair” (Galleria Moitre, Bologna); “Mixed Memories” (Spazio Fiori Chiari, Milano); “Miart Fuorisalone” (Accademia di Belle arti di Brera).

Sono oggetti dotati di vista in grado di abbracciare il mondo visibile che gli circonda. L’artista proietta in loro uno sguardo e vede nel loro il suo. Attraverso il gesto pittorico egli stende su di essi un’immagine coagulata che stringe a se tutto ciò in cui le cose hanno vissuto. Ciò che appare è il mondo che li circondava. Il ricordo del luogo in cui li ha trovati l’artista,

sarà per sempre visibile sulla loro pelle.

5The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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IMMAGINI COAGULATE_BAMBUSEAEAnno: 2014

Tecnica mista su fusto di bambu

cm 9 X 3

6 The new means of the visual correspondence 11 giugno - 3 luglio 2014, Milano

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7The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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IMMAGINI COAGULATE_GELATO, NARGHILE’ E SEMI DI GIRASOLEAnno: 2014

Tecnica mista su parallelepipedo di legno

cm 9 X 7,3 X 4,4

8 The new means of the visual correspondence 11 giugno - 3 luglio 2014, Milano

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9The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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IMMAGINI COAGULATE_IL CHA CHA CHA DELLA MEDUSAAnno: 2014

Tecnica mista su pietra di granito

cm 12 x 13,5 x 6

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Nasce a Milano nel 1993, nipote del pittore Piero Leddi, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, tra altre mostre ha esposto a “Mixed Memories” (2014).

Uno spazio preciso, descritto con una sensibilità unica. 01.05.14/04.05.14 è il racconto di un viaggio. La descrizione del sito che l’ha accolta, semplici narrazioni trascritte in disegni onirici, tramite i quali l’osservatore viene trasportato in un luogo altro, con la purezza delle favole, allo spettatore non resta che cogliere quel racconto e farlo suo, interpellando quelle facoltà percettive, messe in motto dagli indizi nascosti tra i tratti sottili e la carta

intestata.

01.05.14/04.05.14(2014)

Viola Leddi

13The new means of the visual correspondence 11 giugno - 3 luglio 2014, Milano

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01.05.14/04.05.14Anno: 2014

Matita su carta8 disegni

cm 10 x 15

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16 The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

IMMAGINI COAGULATE_GELATO, NARGHILE’ E SEMI DI GIRASOLEAnno: 2014

Tecnica mista su parallelepipedo di legno

cm 9 X 7,3 X 4,4

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18 The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

IMMAGINI COAGULATE_IL CHA CHA CHA DELLA MEDUSAAnno: 2014

Tecnica mista su pietra di granito

cm 12 x 13,5 x 6

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La distanza è soltanto un malinconico ricordo dell’infanzia. Con un giocattolo misterioso che richiama l’architettura delle chiese tirolesi, l’artista ci racconta i suoi paesaggi d’infanzia, e i suoi legami con questo muro geografico che divide in due le

sue origini.

Nata in provincia di Rimini nel 1992, trascorre i primi anni della sua vita a Monaco di Baviera, per poi tornare in Italia. Affascinata da sempre dal mondo dell’arte contemporanea, della fotografia e dal cinema. Intraprende gli studi artistici presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, dove tutt’ora vive e studia.

Research(2014)

Laura Migani Dengel

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RESEARCHAnno: 2013

Tecnica mista, vetro, legno, ferro e led

cm 45 x 25

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Questi 3 scatti fanno parte di una serie molto più ampia chiamata “rEsistenze”. I muri delle città e non solo sono da tempo immemore la pagina bianca in cui trovano espressione diverse anime. A volte urlano un forte disagio, altre lanciano un messaggio di speranza o canti ribelli; a volte ancora si trasformano in inconsapevoli seduttori al sevizio di produttori di desideri, senza scrupoli. Sono voce di un’umanità che affida loro il compito di farsi portatori di un messaggio di quella cartolina postale che non ha destinatario, se non colui che casualmente vi s’imbatte. Anche l’urlo più arrogante tuttavia nasconde una fragilità e logorandosi sino quasi a scomparire, divenne solo segno del tempo che scorre. Fotografarli è un atto di Resistenza contro l’oblio, è costruire la memoria, il nostro diario

collettivo.

Nata a Milano nel 1982, dove lavora da dieci anni dietro le quinte di un’emittente televisiva. Fin da giovane coltiva la passione per la fotografia, l’espressione artistica che più le appartiene, Gli studi linguistici l’hanno portata spesso a soggiorni all’estero per periodi, che seppur brevi, sono stati occasione di confronto con situazioni culturali, conoscendogli tramite i loro muri e le architetture sui quali si concentra gran parte della sua ricerca fotografica. Attualmente frequenta il corso di comunicazione e didattica dell’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.

rEsistenze(2014)

Chiara Licata

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RESISTENZEAnno: 2014

Fotografia3 fotografie

cm 21 x 29,7

28 The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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Come qualsiasi altro luogo che visitiamo o vediamo di sfuggita anche le persone incrociate fanno parte dei ricordi di certi luoghi come, le strade, i bar, i locali o supermercati, aule o gallerie. L’artista si concentra sui questi luoghi usando i volti come segnaposto. Ricostruisce nella sua mente i tratti delle persone che velocemente danno vita allo spazio che vivono insieme all’artista. Questi volti si traducono in ricordi

sfuocati e gesti veloci.

Nato a Milano nel 1990, frequenta il secondo anno di pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha esposto per il “X Premio Internazionale d’Arte di Novara” (collettiva di giovani artisti a Valgagno, nella Galleria Civica d’arte moderna) and “Mixed Memories” (2014).

Senza Titolo(2014)

Roberto Maggioni

33The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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SENZA TITOLOAnno: 2014

Tecnica mista, matita e acquarelli su carta

installazione dimenzioni variabili

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Le “animitas” sono piccoli santuari –di umile fabbricazione– eretti nello spazio pubblico e di venerazione popolare, destinati a conservare l’anima di coloro che hanno perso la vita in modo tragico, quindi pensati in tanto “residenza” delle anime in pena. Si stabilisce anche come sito di venerazione informale di santi o personaggi hai quali si atribuisce alcuna caratterisitca extraterrena. Questa tradizione porta con se elementi folclorici e di cultura popolare nei paesi sudamericani dove si manifesta con piu forza. Queste animitas rappresentano invece filosofie di vita, tradizioni e valori appartenenti all’uomo in tempi passati; elementi non più ‘vivi’ ne condizionanti nelle società postmoderne.Questi tempietti si liberano cosi dalla necessità di un luogo specifico per la loro fruizione cultuale, ed acquistano un significato universale e

trascendente.

Nato e cresciuto a Santiago del Cile, fin da piccolo a sempre avuto un grande interesse per il disegno e l’arte in generale. Col passare degli anni ha sviluppato una intensa voglia di conoscere il mondo e i suoi volti, quindi una volta finito il liceo si trasferisce a Milano per ampliare le sue conoscenze ed esperienze frequentando l’Accademia di Belle Arti di Brera ove attualmente frequenta il biennio specialistico in pittura. 2013: Partecipazione alla mostra colletiva “Caravaggio Contemporanea” (ex-monastero di San Giovanni, Caravaggio), Partecipazione alla mostra colettiva “Trasformazioni” (Padova), artista vincitore del premio “Artevarese” (parte del premio “Ghiggini”, Galleria Ghiggini, Varese). Partecipazione alla mostra collettiva dei finalisti del premio “GhigginiArte” (Galleria Ghiggini, Varese). Partecipazione alla mostra collettiva dei finalisti al concorso ”Paola Occhi” (Migliarino, Ferrara). 2012: Artista premiato e partecipazione alla mostra collettiva dei finalisti al concorso “SaturaPrize” (Palazzo Stella, Genova). Partecipazione alla mostra collettiva dei finalisti al concorso “Tian Qi Art Contest” (Centro Tian Qi, Milano). Partecipazione alla mostra collettiva “La Bellezza dello Sguardo” VI edizione (Centro Culturale Scuola Italiana Vittorio Montiglio, Santiago del Cile). Partecipazione alla mostra collettiva parte del evento “Vino e Motori-arte e Sapori” (HUB hotel, Milano). Partecipazione alla mostra collettiva dei finalisti della XIII edizione del concorso “Stefano Fugazza” (Castelo Landi, Vigolzone, Piacenza). Partecipazione alla mostra collettiva “Bazarte” (Spazio Revel, Zona Isola, Milano).

Animitas(2014)

Enzo Modolo

39The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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ATTI SOAVI E GENTILI ANOMALIEAnno: 2014

Tecnica mista assamblage su legno

cm 15x20

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PATRIA O MUERTEAnno: 2014

Tecnica mista assamblage su legno

cm 15x20

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CULTERRAAnno: 2014

Tecnica mista assamblage su legno

cm 15x20

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L’opera, cerca di dare enfasi al punto di vista critico legato al processo naturale d’osservazione che ognuno pratica giorno dopo giorno all’interno della città. Le sue condizioni di abitabilità permanente che genera in noi l’indifferenza verso le qualità visive e atmosferiche dello spazio che viviamo. Reflejos espone uno spettacolo superiore, al di sopra dei nostri sguardi, creato dall’ambiente costruito e determinato dalle qualità tecnologiche che definiscono “l’attuale” nella costruzione di grattaceli. Tale spettacolo spontaneo è permanentemente gratuito e dipende semplicemente delle

nostre capacità d’osservazione.

Nato a Santiago del Cile, nel 1989. Studia architettura nell’Universidad Católica del Cile, e presso il Politecnico di Milano. Partecipa alla ricerca di Pedro Alonso e Hugo Palmarola, (che ha rappresentato il Cile alla Biennale di Venezia 2014, vincitore del Leone d’Argento). Ha esposto nelle mostre: “From Abstract To Concrete” (Galería González y González, Santiago 2012), “Cold War Cool Digital” (Pratt Institute, New York 2013) e “Panel” (Architectural Association, Londra 2014).

Reflejos(2013)

Pablo Muñoz Montaner

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L’astrazione dei paesaggi come confusione mentale dei luoghi che per un modo o nell’altro è legato, ma non gli appartengono, quella Milano da un lato troppo nuova per sentirla propria, e quella Santiago in continua espansione e mutazione che ormai è una città estranea anche se rimane la città

natale dell’artista.

Nato a Santiago del cile, nel 1986. Consegue la Laurea in Comunicazione e Didattica dell’Arte, dal 2013 frequenta la facolta di Visual Culture e Pratiche Curatoriali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Fa parte del progetto di street art 0056.

Memoriae(2014)

Silvio Espinoza

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ATTI SOAVI E GENTILI ANOMALIEAnno: 2014

Tecnica mista assamblage su legno

cm 15x20

MEMORIAE/SANTIAGOAnno:2014

Acrilico su carta

cm 10 x 15

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PATRIA O MUERTEAnno: 2014

Tecnica mista assamblage su legno

cm 15x20

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CULTERRAAnno: 2014

Tecnica mista assamblage su legno

cm 15x20

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Nato a Santiago del Cile, nel 1989. Studia architettura nell’Universidad Católica del Cile, e presso il Politecnico di Milano. Partecipa alla ricerca di Pedro Alonso e Hugo Palmarola, (che ha rappresentato il Cile alla Biennale di Venezia 2014, vincitore del Leone d’Argento). Ha esposto nelle mostre: “From Abstract To Concrete” (Galería González y González, Santiago 2012), “Cold War Cool Digital” (Pratt Institute, New York 2013) e “Panel” (Architectural Association, Londra 2014).

DOCUMENTAZIONE11-06-14

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Nato a Santiago del cile, nel 1986. Consegue la Laurea in Comunicazione e Didattica dell’Arte, dal 2013 frequenta la facolta di Visual Culture e Pratiche Curatoriali presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Fa parte del progetto di street art 0056.

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STAMPA

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Quando si è un giovane curatore non si può aspettare il luogo perfetto per fare una mostra. Le gallerie sono troppo abituate alla generazione regnante e così chi ha un’idea, ma ha meno di trent’anni, deve trovare modi e luoghi meno canonici per realizzarla. Silvio Espinoza ha trovato il BQ Pub, birreria tradizionale con una nuova illuminata gestione, affacciata sul Naviglio Grande. Nel luogo di incontri e scambi per eccellenza è stata allestita “The new means of the visual correspondence”, che riferendosi nel titolo al testo dell’inventore della cartolina Emmanuel Hermann, si interroga sul viaggio che i ricordi degli artisti compiono verso gli spettatori, attraverso le opere.Opere come cartoline quindi, sia nei temi che nelle dimensioni ridotte, perfette per lo spazio raccolto del pub. Per quasi un mese dall’11 giugno al 3 luglio, i lavori di otto artisti, tra cui anche il curatore, cambiano l’atmosfera del locale. La metamorfosi è silenziosa, ma evidente dal primo istante per chi la sa trovare; entrando si incontrano le Animitas di Enzo Modolo, altarini nati in Sud America per il culto dei morti in tragedie, e qui votati a virtù perdute: l’amor cortese, l’amore per la patria e il culto della terra. Chi le sente sue può accendere una candela alla loro memoria, o alla speranza che rinascano.Di fronte agli altari troviamo le spettacolari fotografie di grattacieli di Pablo Muñoz M, indagatore di architetture e riflessi che unisce New York e il Sud America grazie a diagonali e nuvole. Nessuna superficie è andata sprecata: sui tavolini si trovano le Immagini Coagulate di Adi Haxhiaj, piccoli oggetti trovati per caso che portano dipinti sulla loro pelle i luoghi in cui vivevano prima.Vi sono poi le fotografie di street-art in disfacimento di Chiara Licata, e i piccoli dipinti di Silvio Espinoza, memorie sfocate di città che cambiano, Milano, patria odierna ancora lontana e Santiago del Cile, sua città natale. I lavori di Viola Leddi hanno viaggiato con lei e raccontano in disegni onirici quattro giorni in un grande albergo di Londra. La mostra si chiude con una parete invasa da ritratti su carta, ricordi fugaci di una folla fatti senza guardare da Roberto Maggioni e dalle memorie di paesaggi montuosi di Laura Inga Migani Dengel, nascoste dentro un piccolo campanile tirolese.Le difficoltà a volte aiutano, e in questo caso un pub funziona meglio di una galleria. Le pareti arancioni possono fare paura a chi non sa pensare fuori da un white cube, ma chi ha l’energia di cambiare i luoghi può portare le persone a fare un viaggio, anche quando volevano solo una birra.

Cartoline per Nuove Corrispondenze

Elena d’AngeloPubblicato su: altramilano.netData:14-06-14

61The new means of the visual correspondence 11 giugno - 3 luglio 2014, Milano

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Sei sui Navigli in una calda sera di giugno. Cammini su e giù, su una sponda e l’altra del naviglio, alla ricerca del locale giusto in cui passare una bella serata a bere qualcosa di fresco. Leggi da lontano “BQ – Birra artigianale di qualità” sull’insegna di quello che sembra un piccolo locale con il dehor pieno di gente. Arrivi davanti al locale, c’è un gran vociare di persone. Entri per bere una birra e ti ritrovi nel bel mezzo di un vernissage. Ebbene sì, a Milano succede anche questo.È la situazione attuale dei giovani artisti, pieni di belle speranze, in cerca di affermazione davanti al grande pubblico, vogliosi di mettere in bella mostra la propria arte, tanto da portarla in luoghi insoliti come pub e birrerie, dove loro possono farsi conoscere e i proprietari del locale possono arrotondare il proprio incasso con le consumazioni degli ospiti della mostra.La mostra che va in scena si intitola “The new means of the visual correspondence” ed è curata da Silvio Espinoza, giovane artista laureatosi all’Accademia di belle arti di Brera. Il tema è quello del viaggio, non fisico, che compiono le opere artistiche, ovvero il passaggio che il ricordo dell’autore compie tramite l’opera, rimanendo inizialmente quello creato dall’artista, fino a quando non viene accolto dall’osservatore, che ne modifica il significato o ne crea uno completamente nuovo. Silvio, molto disponibile con tutti, presenta ripetutamente le opere degli artisti emergenti che ha deciso di rendere protagoniste nella sua prima mostra. In un percorso artistico che prende tutta la lunghezza del pub BQ le prime opere che si incontrano su una mensola del locale sono le Animitas di Enzo Modolo, piccoli santuari nati per la venerazione di coloro che hanno perso la vita in modo tragico qui rivisitati come altarini che celebrano tradizioni e valori di tempi passati.l’architettura delle chiese tirolesi l’artista ci racconta i suoi paesaggi d’infanzia.

Subito dopo, appese di fronte alle opere di Modolo, ci si imbatte nelle stupefacenti Reflejos di Pablo Muñoz, foto di grattacieli di Santiago del Chile e New York in cui le linee oblique delle architetture la fanno da padrone.Altre foto molto particolari sono le rEsistenze di Chiara Licata che rappresen- tano i muri di alcune zone di Milano, e subito di fianco a queste ci sono i di- segni onirici realizzati sulla carta intestata di un hotel londinese, rinomina- ti 01.05.14/04.05.14, da una giovanissima artista ventenne, Viola Leddi.

Quando l’arte Entra nel Tempo della Birra

Diego de MeoPubblicato su: 9ArtCorsoComo9Data: 25-06-2014

62 The new means of the visual correspondence A cura da Silvio Espinoza

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Visto che l’intero locale si presta a spazio espositivo anche il bancone viene sfruttato per esporre le opere: qui sopra troviamo le Immagini Coagulate di Adi Haxhiaj, oggetti trovati per strada ridipinti con un’antica tecnica, e Research di Laura Inga Migani Dengel, che dentro un giocattolo misterioso che richiama l’architettura delle chiese tirolesi l’artista ci racconta i suoi paesaggi d’infanzia.Verso il fondo del pub si conclude la mostra con le Memoriae (Santiago) dello stesso Silvio Espinoza, piccole cornici rappresentanti immagini sfocate o meglio, confusione mentale, di Milano e Santiago, e con la miriade di ritratti senza titolo di Roberto Maggioni che vanno a ricoprire un’intera parete del locale.Quello che da fuori vi sarà sembrato un normale locale dei Navigli finirà per rivelarsi il perfetto ed insolito luogo per l’affermazione delle opere di otto giovani artisti, infatti come dice lo stesso Silvio “I ricordi sia degli artisti che dei visitatori non risiedono in un luogo bianco e pulito, così il concetto viene rafforzato dalla location. Il pub – luogo d’incontri e spesso di scambi di storie di vita vissuta – oltre ad invitare a raccontarci,rappresenta quel luogo caotico e in continuo movimento dove risiedono i nostri ricordi”. Il BQ di via Alzaia Naviglio Grande 62 ospiterà le opere scelte da Silvio Espinoza fino al 2 luglio, giorno della chiusura della mostra in cui verrà inoltre proposto anche un video inedito che riassumerà in breve l’intero tema di “The new means of the visual correspondence”.

Potrebbe essere la serata ideale per fare un salto a vedere le opere di questi giovani artisti e, perché no, per gustarsi dell’ottima birra artigianale della quale i proprietari del locale sapranno raccontarvi vita, morte e miracoli, nonché ovviamente aromi, profumi e sapori; se poi alle opere degli otto artisti e ad una buona birra vorrete accompagnare anche uno spuntino, vi consiglio vivamente il club sandwich della casa. Quello che mi viene da dire è che “The new means of the visual correspondence” e il BQ pub sono quello che si può definire il perfetto connubio tra l’arte visiva e l’arte della birra.

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Una minaccia incombe sulle lettere postali, arriveranno mai a destinazio- ne? Quali possono essere le cause del loro smarrimento, del mancato re- capito? Anche se le opere in mostra non compiono un tragitto fisico, con- tengono la stessa natura del messaggio postale, il cui significato potrebbe essere modificato proprio durante il passaggio dall’artista a noi , spettatori, lì presenti. Milano, BQ Bistro, Alzaia del Naviglio Grande 62, dal 11.06.2014 al 2.07.2014A cura di Silvio EspinozaPer spiegare questa mostra possiamo partire dalle teorie di Jaques Derrida, che sul- la lettera e sulle sue varie possibilità di smarrimento ha scritto tanto. Durante il tragit- to di spedizione di una lettera il suo messaggio e il suo significato non cambiano: solo una volta giunta a destinazione non ha più lo stesso valore, dal momento in cui si rive- la nella sua vera interezza. Al pari delle lettere, le opere degli artisti compiono un viag- gio che inizia dalla realizzazione e termina con la “consegna” allo spettatore, il qua- le sarà chiamato a interpretare e a modificarne il significato secondo il proprio volere.Legata a questa tematica si sviluppa la mostra organizzata dal giovane curatore Si vio Espinoza, che al BQ Bistro, sul Naviglio Grande, invita 8 artisti a creare una sorta di percorso fatto di piccoli racconti all’interno di un luogo dedito proprio alla conversazione.Appena entrati, sulla sinistra troviamo Animitas di Enzo Modolo(Santiago del Cile, 1987), sono piccoli santuari, destinati alla protezione di anime morte in condizioni tragi- che, che per i riferimenti alle diverse culture popolari acquisiscono un significato univer- sale; segue 01.05.14/04.05.14 di Viola Leddi (Milano, 1993), la quale, dopo aver pas- sato una notte presso un grande hotel di Londra, ci racconta tale esperienza attraverso dei disegni onirici che consentono allo spettatore di fare sua sia l’opera che il racconto; sui tavolini di destra Immagini coagulate di Adi Haxhiaj (Tirana, 1989), portano sopra la loro pelle il ricordo dei luoghi in cui sono stati trovati, confondendo lo sguardo dell’artista con quello dello spettatore come se ci si trovasse proprio all’interno di una narrazione.Chiara Licata (Milano, 1982) presenta tre fotografie intitolate E’ solo tempo che scorre, ap- partenenti ad un progetto più ampio,rEsistenze: i muri delle città divengono delle testimo- nianze sicure della presenza umana, della sua forza e della sua consapevolezza, e il pre- sentarli attraverso la fotografia vuole essere un

Gloria PaoliniPubblicato su: IOVO.itData: 25-06-2014

Consegna PersonalizzataThe new means of the visual

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modo per contrastarne la perdita col tempo. Pablo Muñoz Montaner (Santiago del Cile, 1989) attraversoReflejos analizza i cam- biamenti meteorologici e la percezione che noi abbiamo di essi, gli scorci delle archi- tetture rappresentate sono proprio quelle che mancano del nostro sguardo, quelle sulle quali non ci soffermiamo; seguono alcune opere del curatore Silvio Espinoza (San- tiago del Cile, 1986), Memoriae, Santiago, che, come dei piccoli scorci di un paesaggio divenuto astratto, sono il racconto della propria esperienza di vita tra Santiago e Milano.Laura Inga Migani (Rimini, 1992) presenta Research (2013), una piccola chiesa tirolese dal cui oculo centrale possiamo scorgere i luoghi della sua infanzia, come le montagne rappresentanti il muro che idealmente e geograficamente la dividono dalle sue origini. La parete in fondo al locale è invasa dai volti ritratti da Roberto Maggioni (Milano,1990), nati durante la ricostruzione dei tratti fisionomici di alcune persone che l’artista ha incontrato di sfuggita e che fanno parte di memorie lontane, (Senza Titolo, 2014).Ognuno di loro ha da raccontare qualcosa, che sia una storia personale, una storia collettiva o una narrazione da condividere con altri, in ognuno di questi casi la conversazione potrà continuare, potrà essere tramandata a terzi, magari proprio stando seduti davanti ad un tavolino di un pub.

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The new means of the visual correspondence sarà una mostra breve, come tutte quelle destinate ai giovani curatori e ai giovani artisti, sarà una mostra che non verrà ricordata nei libri o nei cataloghi, molto probabilmente sarà una mostra silenziosa, ma The new means of the visual correspondence è un banco di prova e la prova può dirsi ampiamente superata.Il giovanissimo curatore Silvio Espinoza (1986), nato a Santiago del Cile, attualmente iscritto alla facoltà di Pratiche Curatoriali presso l'Accademia di Brera, sceglie come tema della mo- stra il viaggio di una cartolina. Il viaggio, in quest'occasione, viene intrapreso dalle opere de- gli artisti che giungono, allo sguardo dell'osservatore, mutate e investite di nuovi significati.La location è un pub sui navigli, un luogo d'incontro, che per l'occasione non ces- sa la sua attività. Le opere vengono immerse in un contesto fatto di voci, risa- te e parole. In questo modo, durante il loro viaggio le opere non sono mai sole.In mostra Adi Haxhiaj, Viola Leddi, Chiara Licata, Roberto Maggio- ni, Laura Inga Migani Dengel, Enzo Modolo, Pablo Muñoz Montaner e an- che delle piccole e delicate opere del curatore (Memoriae, Santiago).All'insegna di un'estrema delicatezza le opere di Viola Leddi e di Roberto Maggioni in- vadono i muri del locale con le loro linee leggere; Adi Haxhiaj mimetizza le sue scultu- re naturali tra i tavoli del locale; Pablo Munoz e Chiara Licata fotografano realtà dia- metralmente opposte e Laura Inga Migani Dengel fa immerge il visitatore curioso in un universo a parte. Colpiscono infine le Animatas (2014) di Enzo Modolo (1987). Tre pic- coli santuari eretti in onore di valori scomparsi nella società postmoderna: L'amor corte- se, L'amore per la patria e Il culto della terra. Allo spettatore resta solo la possibilità di accendere una candela, non nel silenzio di una chiesa, ma nella mondanità di un pub.Alberta Romano (articolo non pubblicato)

Articolo Non PubblicatoAlberta Romano

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