ticino7

20
Corriere del Ticino • laRegioneTicino • Tessiner Zeitung • CHF 3.– • con Teleradio dal 5 all’11 dicembre 49 numero 03 | XII | 10 LA FORMA DEL SOGGETTO

Upload: infocdt

Post on 24-Mar-2016

214 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

Numero 49 - Settimanale della Svizzera italiana

TRANSCRIPT

Page 1: Ticino7

Corrie

redel

Ticino

•laRe

gione

Ticino

•Te

ssiner

Zeitung

•CHF3.–

•co

nTe

lera

dio

dal

5all’11dicem

bre

49numero

03 | XII | 10

LA FORMADEL SOGGETTO

Page 2: Ticino7

FCM

ww

w.m

igro

s.ch

MAGICA SENSAZIONE.

Una sorpresa riuscita.

Le palline di NataleChristmas Tales.

Delicate palline di cioccolato con delizioso ripieno pralinatoelegantemente imballate per decorare l’albero di Natale: una piacevolesorpresa da condividere con i tuoi ospiti. www.chocolatfrey.ch

Page 3: Ticino7

Exper ience more at www.t issot . ch

scelto da Nicky Hayden – Pilota di MotoGPOrologio touch screen con 8 funzioni tra cui il meteo,

l’altimetro e la bussola. 845 CHF*

in TOUCH wiTH yOUr Time

*Prezzo consigl iato al pubbl ico

Agorà Corpi in guerra. L’arma dello stupro DI FABIO MARTINI . . .4Arti Francis Alÿs. La forza delle storielle DI FABIANA TESTORI . . . . . . 6Mundus La mobiquità DI DUCCIO CANESTRINI. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8Vitae Fabio Caminada DI GAIA GRIMANI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .10Reportage La forma del soggetto DI GIANCARLO FORNASIER . . 35Tendenze Le fonti del piacere DI PATRIZIA MEZZANZANICA . . . . . . . 40Astri / Giochi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43

Corpi: impegno, violenza e storie

In questi giorni migliaia di volontari – dai vigili del fuoco ai clubsportivi – si stanno mobilitando in tutta la Svizzera a favore di Tele-thon, che quest’anno festeggia i 20 anni di presenza nel Cantone. Loscopo delle numerose manifestazioni (potete consultare il “corposo”programma alla pagina Internet www.telethon.ch/it) è naturalmentequello di sensibilizzare tutti noi, invitandoci a esprimere la nostrasolidarietà per combattere le molte malattie genetiche rare. Nellegiornate del 3 e 4 dicembre avrà luogo poi la maratona televisiva,nella cui scaletta sarà dedicato molto spazio agli interventi dei malati,dei volontari e dei sostenitori di Telethon. Per le vostre donazionivi rimandiamo al sito già indicato, ricordandovi che queste sonopossibili, fra l’altro, anche online (Postcard o Carta di credito), alnumero di telefono gratuito 0800 850 860, per SMS o tramite unversamento postale (CCP 10-16-2).Segnalata questa importante manifestazione, dedichiamo qualcheparola al numero presente di Ticinosette dedicato al tema del rapportointrinseco e indissolubile fra corpo e soggettività, e alla indiscutibileunicità che lega questi due aspetti del nostro esistere. Un’unicitàcostantemente violata dal crimine infame della violenza sessualeche le guerre, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno trasformato instrumento di annientamento e devastazione non solo della vittimacome corpo-individuo ma dell’intero corpo sociale. Un’unicità che ilfotografo Matteo Fieni coglie nel rapporto con la realtà dello spaziourbano inteso come “somma di individualità” capaci di organizzarsie coesistere in modo funzionale l’una con l’altra. Una nota distensivaè rappresentata infine dall’articolo di Patrizia Mezzanzanica dedicatoalle terme, spazio sociale in cui corpo e mente possono ritrovare nonsolo un eccellente stato di benessere, ma anche un’occasione permeditare e riflettere su se stessi e sugli altri.

Buona lettura, la Redazione

numero 49 del 3 dicembre 2010

ChiusuraredazionaleVenerdì 26 novembre

EditoreTeleradio 7 SAMuzzano

DirettoreeditorialePeter Keller

RedattoreresponsabileFabio Martini

CoredattoreGiancarlo Fornasier

Photo editorReza Khatir

Tiraturacontrollata72’011 copieAmministrazionevia IndustriaMuzzanotel. 091 960 33 83fax 091 960 31 55Direzione,redazione,composizionee stampaCentro Stampa Ticino SAvia Industria6933 Muzzanotel. 091 960 33 83fax 091 968 27 [email protected]

Stampa(carta patinata)Salvioni arti grafiche SA6500 BellinzonaTBS, La Buona Stampa SA6963 PregassonaPubblicitàPublicitas Publimag AGMürtschenstrasse 39Postfach8010 Zürichtel. +41 44 250 31 31fax +41 44 250 31 [email protected] localiPublicitas Luganotel. 091 910 35 65fax 091 910 35 49

[email protected] Bellinzonatel. 091 821 42 00fax 091 821 42 [email protected] Chiassotel. 091 695 11 00fax 091 695 11 [email protected] Locarnotel. 091 759 67 00fax 091 759 67 [email protected]

In copertinaLugano: ritrattodi giovane donna (2010)Fotografia di M. Fieni

Impressum

Page 4: Ticino7

Agorà

4

Ancora oggi, nelle tecnologiche guerre gesti-te con droni e satelliti, lo stupro continua arappresentare un’orrenda forma di offesa in-dividuale e collettiva. Un’effrazione all’animae al corpo di donne e minori che nel corso deisecoli e dei millenni non è mai mutata. Anchese qualcosa, forse, sta iniziando a cambiare…

La storia umana è riconducibile a un’infinita teo-ria di conflitti, ideati e concepiti nelle stanze del

potere ma consumati sul campo da uomini in carnee ossa disposti (o obbligati) a uccidere in nome diinteressi e obiettivi a loro ignoti, spesso mascheratidietro gli ideali di patria e nazione. In realtà, la guerranon è espressione di una modalità univoca ma alcontrario incorpora in sé modelli differenti che sonoandati via via mutando ed evolvendo nel corso deisecoli. Negli ultimi decenni, grazie alla sviluppo ditecnologie sempre più raffinate, le metodologie bel-liche hanno cercato di accrescere il più possibile ladistanza fra il soldato e i suoi nemici: bombe intelli-genti, droni capaci di inseguire terroristi automunitie annientarli, satelliti in grado di spiare nel minimodettaglio lemosse del nemico ecc. Dispositivi talvoltapiù simili a videogiochi, concepiti con l’obiettivo siadi accrescere la precisione di intervento riducendoil livello di esposizione al pericolo, sia di arginare leripercussioni emotive su militari e operatori coin-volti, attenuandone al minimo il senso di colpa e diresponsabilità. Lo scontro corpo a corpo, che nellaPrima guerra mondiale aveva contraddistinto le fasipiù cruente della guerra di trincea, sembra dunqueconfinato a situazioni sporadiche e infrequenti.Ma esiste un particolare livello di offesa che poco haa che fare con le moderne tecnologie e che non pareper nulla destinato a estinguersi visto che rappresentauna costante forma di dominio esercitata dalmaschioanche negli scenari bellici: lo stupro. Ritenere che sitratti di un crimine circoscritto a casi particolari o,ancora più ingenuamente, all’iniziativa di gruppi disoldati soggetti a particolari condizioni psicologichedi stress, è sviante e non fornisce in alcunmodo unavalida chiave di lettura al problema. Come scrive lopsicoanalista Luigi Zoja nel suo saggioCentauri. Mito eviolenza maschile1: “Lo stupro di massa è un triste prima-to dell’Occidente. Abbiamo il copyright. Mai come nellaSeconda guerra mondiale l’affermazione del bene sul maleha coinciso con tanta violenza. Gli stupri e gli assassiniperpetrati dall’Armata Rossa su donne tedesche sonostati milioni e la violenza simbolica di risarcimento peri crimini fascisti è avvenuta sull’elemento più indifeso emeno responsabile del male. A Norimberga non si è tenutoconto di questo crimine dei vincitori. La violenza sessualeè l’unica che provoca silenzio, perché la sofferenza crescediventando pubblica”. La domanda da porsi è quindila seguente: quali legami connettono la gestionedell’aggressività e della sessualità maschile all’orroredella guerra e agli stupri nei contesti di guerra?

Lo stupro come prassi bellicaPratica primordiale, lo stupro ha segnato e continuaa contrassegnare drammaticamente i rapporti frai sessi. In questo senso la guerra, evento storica-mente gestito dal maschio, ha da sempre accoltol’abuso sessuale come forma di offesa “facile” eimmediatamente disponibile. Del resto, come scrivela psicoanalista Gianna Candolo, “ogni guerra hacomportato lo stupro di donne e lo stupro in pace è unaguerra dichiarata alle donne”2. Anche nell’antichità,l’azione bellica non poteva essere considerata talese non veniva “onorata” attraverso il saccheggio ela violenza sessuale. Una costante che nei secoli hafavorito un duplice ed esecrabile risultato: di lacerarel’integrità di donne e minori – con tutto lo strascicodi sofferenze psichiche e annichilimento emotivoche ne deriva – e di minare al contempo il ruolosociale dei compagni, dei mariti e dei padri (e qui siaprono ulteriori prospettive di approfondimento: sipensi, per esempio, ai riflessi che le violenze sessualiesercitate sistematicamente dai conquistadores spa-gnoli hanno determinato sulla percezione del ma-schio in Sud America). L’esito è esplosivo: lo stuprodi guerra, come si è visto in tempi recenti in BosniaErzegovina a opera delle truppe del generale Mladice dei paramilitari serbo-bosniaci, o come è accadutoin tempi più recenti in Iraq – una vicenda in partico-lare è stata documentata e narrata da Brian de Palmanel film-documentario Redacted del 2007, a operadi un gruppo di soldati statunitensi –, si configuracome un’atto in grado di deflagrare a distanza. Inmolti casi, soprattutto là dove il contesto culturale èafflitto da rigidità culturali e sociali di radice religiosao etnica, la donna che subisce violenza sessuale inguerra è destinata all’isolamento se non a un veroe proprio bando sociale. Inoltre, come precisa laCandolo, “se manca l’appoggio comunitario e simbo-lico una donna non può lanciare le sue accuse perchécadono nel vuoto: in pace e in guerra”3. È interessantericordare come le autorità abbiano fatto sparire tuttii dossier sugli stupri in Bosnia, imponendo non soloil silenzio e l’oblio su queste atrocità ma ostacolan-do anche il processo di elaborazione collettiva e disostegno alle vittime.

Un intervento lungimiranteNel corso degli ultimi due decenni, in particolarein concomitanza alla guerra nella ex Jugoslavia,la riflessione su questa forma criminale ha portatoa una serie di approfondimenti, di riflessioni e di

Cor

piin

guer

ra.L

’arm

adello

stupro

»

Page 5: Ticino7

diFabio

Martin

interventi nell’ambito dei progetti di assistenza umanitariae psicologica alle vittime. Un esempio illuminante è rappre-sentato dall’attività svolta nel corso degli anni Novanta da ungruppo di psicoanaliste bolognesi (Patrizia Brunori, GiannaCandolo, Maddalena Donà dalle Rose e Maria Chiara Risoldi)in collaborazione con alcune colleghe bosniache: “Uno straor-dinario percorso di lavoro clinico e di formazione lungo sei anni, condonne impegnate a curare donne a loro volta in grado d’innalzarsi apunto di riferimento per la locale comunità trafitta dalle operazionibelliche”4. Questa esperienza – culminata nella pubblicazionedel saggio Traumi di guerra. Un’esperienza psicoanalitica in BosniaErzegovina, Manni Editore, 2003 –, non solo ha evidenziato laportata personale e collettiva del fenomeno, ma ha permessodi elaborare accurati strumenti d’intervento psicologico sultema del cosiddetto Disturbo post-traumatico da stress (PTSDo Post Traumatic Stress Disorder), considerato dal 1980 comeuna vera categoria diagnostica (Diagnostic and Statistical Ma-nual of mental disorders III) e nel quale lo stupro rientra a pienodiritto. Un contributo che certamente ha favorito lo sviluppodi modalità d’approccio più condivise da parte di psicologi epsichiatri su questo complesso tema.

Modello esportabile?Se nel caso serbo-bosniaco da parte dei comandanti venivanofornite precise indicazioni a riguardo, in altri contesti bellici, laviolenza sessuale su donne e bambini, benché ovviamente nonsia ammessa, riaffiora come conseguenza di azioni mal gestitedai responsabili e come implicita forma di dominio maschileda esercitare qualora le condizioni ne forniscano l’occasione.Nella generalizzata dissoluzione dei principi e dei diritti avviata

dall’amministrazione Bush e, si badi, pienamente confermatadall’attuale amministrazione Obama (Guantanamo è ancoraoperativa e la CIA e le agenzie similari proseguono indistur-bate nelle loro pratiche di tortura e di killeraggio mirato), gliapprocci paiono definitivamente mutati. Le immagini dellesoldatesse statunitensi Lynndie England e Sabrina Harman che,sorridenti, tengono al guinzaglio e torturano prigionieri maschiiracheni nudi e ammassati gli uni sugli altri nella prigione diAbu Grahib hanno fatto il giro del mondo a dimostrazioneche quel modello, peculiarmente e tragicamente maschile, puòessere esportato e fatto proprio anche da chi storicamente ne èsempre stato vittima. Assumono allora una particolare valenzauniversale le parole di Gianna Candolo: “Chi deve parlare distupro? È ancora una «questione di donne» o non devono cominciarea pensare e dire anche gli uomini che cosa succede nei loro corpi,perché i loro simili hanno da tempo immemorabile dichiarato unaguerra a metà del genere umano senza colpa, senza vergogna, senzadomande? […] La responsabilità degli uomini in pace non sarebbeallora solo proteggere, giuridicamente o affettivamente le loro donne,ma soprattutto cominciare a dare parola a un’altra sessualità chenon preveda una guerra con il corpo di un’altra/o”5.

Note1 Luigi Zoja, Centauri. Mito e violenza maschile, Edizioni I Libri di Festival dellamente, 2009 (il volume è reperibile anche in formato e-book).

2Gianna Candolo, “Stupro: a chi oggi la parola”, Rivista Telematica, Deportate,Esuli, Profughe, DEP, 2006.

3G. Candolo, op. cit., p. 51.4Andrea Scartabellati, “Non tutta la guerra è una guerra. Violenza alle donnee ai minori, nazionalismi e memoria delle ingiustizie”, Rivista Telematica,Deportate, Esuli, Profughe, DEP, 2006

5G. Candolo, op. cit, p. 55.

Telefonino

Valigia da viaggio

Venite a visitare una delle nostre circa 2000 filiali. O scegliete tra più di 2 milioni diprodotti sul sito postshop.ch, con consegna a domicilio entro 48 ore franco di porto.

Page 6: Ticino7

Arti

6

mance dell’artista belga è The Green Line(La linea verde) del 2004, in cui Alÿs siè fatto filmare per due giorni a Geru-salemme mentre camminava lungo la“Linea verde” – spazio stabilito nel 1949dalle Nazioni Unite per identificare lefrontiere tra la parte est e la parte ovestdella città – lasciando che dal barattoloche aveva fra le mani fuoriuscisse lavernice verde che colava al ritmo del suopasso, e riprendendo le facce attonite diisraeliani e palestinesi.Molti hanno sottolineato come l’operadi Francis Alÿs appena descritta racchiu-da in sé anche un’idea utopica, cioè ilritorno al tracciato precedente la Guerradei sei giorni (1967). Il video, infatti, haanche un altro titolo, molto più lungo:“Sometimes doing something poetic canbecome political and Sometimes doing so-mething political can become poetic” (Ognitanto fare qualcosa di poetico può diventarepolitico e ogni tanto fare qualcosa di politicopuò diventare poetico). Ma l’artista belgasi dedica anche alla pittura. La serie Le

Ilpot

eredelle

stor

ielle

»

Potremmo parlare di sto-rielle, forse di passaparola,oppure di semplici rumors.Voci, così intimamente lega-te all’opera di Francis Alÿs,artista belga ma messicanod’adozione e conosciuto in-ternazionalmente come unodegli esponenti più impor-tanti dell’arte contempora-nea. Rumors si diceva, storieche si raccontano, che pas-sano di bocca in bocca e chealla fine acquistano una vitapropria. Alÿs le inventa e poile lascia al tam tam mediati-co, ma non solo.È difficile definire quest’ar-tista, assegnarlo a un movi-mento e a uno stile, proprioperché spazia e sperimenta atutto tondo. Sarebbe infattimolto riduttivo definirlo un“video artista”, poiché il suolavoro si esprime attraversoil video, certo, ma ancheutilizzando la fotografia, lascrittura, la pittura, l’anima-zione e, a volte, la musica.Ed è proprio grazie a que-ste variazioni che nasconoopere che stanno facendo ilgiro del mondo e che fannodiscutere. Voci, storielle ap-

punto, che una volta ascol-tate, oppure meglio ancora,ammirate si tende a raccon-tare nuovamente. Come nelcaso di The Loop (circuito, vol-ta) del 1997, quando FrancisAlÿs in occasione del festival

dell’arte InSite organizzatonella regione di frontiera traSan Diego (California) e Ti-juana (Messico), ha utilizzatoil suo cachet per viaggiare dalsud di Tijuana, passando perl’Australia, poi a nord delbacino del Pacifico, a sudattraverso l’Alaska e il Cana-da per arrivare finalmente aSan Diego, senza attraversareperò la frontiera tra Messicoe Stati Uniti. Un’azione stra-vagante con cui l’artista havoluto porre l’accento sul-le difficoltà riscontrate daicittadini messicani quandodecidono di visitare il NordAmerica e gli eccessi di mo-vimento del mondo dell’artenegli anni Novanta. Il lungoviaggio dimostrativo di Alÿsè stato testimoniato attra-verso cartoline raffigurantiil mare aperto e distribuiteai visitatori delle sue mostre.Fra i suoi lavori più cono-sciuti ricordiamoWhen Faith

Moves Mountains (2002), peril quale Alÿs ha recrutato 400volontari nei dintorni di Li-ma (Perù): ogni partecipante

munito di badile sposta dellasabbia, un passo alla volta dauna parte della duna all’altra,contribuendo tutti insiemea modificare la geografia delluogo di pochi centimetri.Altro esempio delle perfor-

Filmare un violento tornado il più vicino pos-sibile; riversare vernice verde lungo le stradedi Gerusalemme fra attoniti passanti; liberarenottetempo una volpe nella National Gallery.Sono alcune delle performance dell’artistabelga Francis Alÿs, piccole allegoriche storieche suscitano grande curiosità...

Stanco morto.

Comprarenuovo divano.

Fotogramma tratto da Paradox of Praxis 1 (1997)

Page 7: Ticino7

Arti

7

temps du sommeil (Il tempo del sonno) neè un esempio: iniziata nel 1996, Alÿs laporta avanti soprattutto la notte, rap-presentando su piccolissime tele scenedi sogno e richiamando l’idea di diario.

Sono tanti gli elementi che emergonodal suo lavoro, la denuncia sociale epolitica, il concetto di ripetizione, lanozione di frontiera e immagini piùastratte e oniriche che richiamano l’at-tenzione anche dei più distratti. E sene parla, si raccontano storielle: comequella di Alÿs che invia un pavone vivoalla Biennale di Venezia del 2001 invecedi andarci personalmente. L’opera siintitola The Ambassador (L’ambasciato-

re)… critica esplicita all’ostentazione eal narcisismo del mondo dell’arte.

Brevi cenni biograficiNato nel 1959 Anversa, Francis Alÿsstudia presso la Facoltà di architetturadi Tournai (Vallonia) e Venezia; nel 1986si trasferisce a Mexico City, dove iniziala sua attività come video artista, cittànella quale vive e lavora tutt’oggi. Lesue opere coinvolgono solitamente piùmedia, e lui stesso partecipa attivamentealle performance, provocatorie ma carichedi allegorie e di una profonda poetica.Queste “azioni” sono in seguito docu-mentate attraverso video, fotografie,testi scritti, dipinti e animazioni. La suaproduzione è stata ospitata nell’ultimodecennio presso molte istituzioni pub-bliche e private, come la Tate Modern(London), la AiM Biennale (Marrakech,Marocco), l’HammerMuseum (Los Ange-les), il KunstmuseumWolfsburg (Germa-nia), il Museo d’Arte contemporanea diAvignone (Francia) e il Centro nazionale

di Fabiana Testori»

Comodissimo.

Contantiin sole 4 ore.Credito espresso al numeroverde 0800 40 40 42 ocredit-now.ch/expressCredito Express fino a max. CHF 10’000.–; tasso annuo effettivo13.9%; durata massima 12 mesi, costo totale degli interessiCHF 1’390.–. La concessione di crediti è vietata se conduce aun indebitamento eccessivo (art. 3 LCSI). CREDIT-now è unmarchio di BANK-now SA, Horgen.

Internetwww.francisalys.comAll’indirizzo Internet dell’artista belga è possibilevedere – e in parte scaricare – le video-performance,alcune risalenti ai primi anni Novanta.

www.wiels.orgAl Museo Wiels di Bruxelles opere di Francis Alÿs,raggruppate nell’esposizione A Story of Deception,sono esposte fino alla fine di gennaio. La mostraverrà quindi presentata al MoMA di New York.

per le Arti contemporanee (Roma). Permaggiori informazioni vi rimandiamo alsito www.davidzwirner.com e alla paginaufficiale dell’artista (vedi Apparati).

Page 8: Ticino7

8Mundus

La mobiquità»

Il mio avatar non era bello. Detto ciò, non so se si meritavala morte civile. Voglio dire la cybermorte. Khunsombat –così si chiamava il mio avatar nel mondo virtuale di SecondLife – era figlio del primo ambasciatore del Siam (oggi Thai-landia) in Francia. Ne esiste un solo fotoritratto, su lastra divetro al collodio, scattata a Parigi nel 1861. Ventitrè anni,le dita inanellate, magrissimo nella camicia a fiori, guardain macchina con espressione seria e il viso butterato da unavaricella, forse un vaiolo. Nel complesso Khunsombatera un tipo interessante, colto, elegante. Ioviaggiavo nella rete con le sue sembianzetrasformate in versione cartone anima-to da un graphic designer. E come ilgiovane siamese non capivomoltodi quel mondo virtuale. Parlavoun’altra lingua, i nuovi incon-tri mi intimidivano assai, pro-babilmente come i suoi, reali,nella Parigi dell’Ottocento.Si aggiunga che quelle esplo-razioni, usando monitor etastiera beninteso, avveni-vano in un Nuovo Mondopopolato di semplici curiosi,ma anche pieno di perditempoe spesso di maniaci sessuali, a giu-dicare dalla diffusa compravenditadi organi genitali che caratterizzava ilcommercio in Second Life. All’epoca, cioèquattro o cinque anni fa, chi ne parlava inquesti termini, faceva la figura del conservatore retrivo,dell’antimoderno. Oggi è l’esilio: folle di avatar latitano inun limbo elettronico, e non se ne parla quasi più. EppureSecond Life è stata importante. Abbiamo capito che poteva-mo inoltrarci, per interposta icona, in territori sconosciuti,senza schiodarci dalla sedia. Volare fuori di noi come solosapevano fare i medium e gli sciamani. Ancora oggi milionidi persone navigano, comprano, incontrano altre persone inaltri luoghi, o non-luoghi, digitali. Abbiamo vite “altre”. Siamotutti fermi ma connessi, tutti altrove e tutti mobili al tempostesso. Siamo dunque ubiqui. Anzi... mobiqui.Il termine Mobiquity descrive una situazione collettiva allaquale ci dobbiamo abituare. Non è facile, perché il sito di que-sta situazione, non è più uno solo. Con l’accesso a Internet inmobilità la nostra presenza è diventata multipla e simultanea,sganciata dalla corporeità. Battiamo colpetti su tastiere, cisiamo e non ci siamo. “Pronto dove sei?”, è diventata una do-

manda normale, una volta si diceva “Pronto chi parla?”. Questatendenza a spostarsi rimanendo però dentro il proprio mondodi relazioni l’hanno captata e fatta loro i giovani per primi.I presupposti e al tempo stesso le conseguenze di questo stiledi vita sono quelli di possedere pochi oggetti.Secondo una recente indagine, a tutto possono rinunciarei giovani oggi ma non alla connessione in rete e al telefonocellulare. Qualcuno l’ha chiamato “tecno-minimalismo”:

le definizioni non sono mai precise, e neppure im-portanti, basta capirsi. Basta saper distin-

guere il tipo di presenza. Distinguerele memorie digitali dalle memorie

affettive. Del resto la fantascienza ciha prospettato presenze illusorieben prima di Second Life, bastipensare all’invenzione dellatelevisione. Che non cessa disperimentare tecniche inno-vative. Due anni fa JessicaYellin, una corrisponden-te del canale americano Cnnè stata proiettata in forma diologramma tridimensionaleda Chicago a New York per

conversare in diretta, come fos-se stata presente, con una colle-

ga conduttrice. La presenza, comesanno tutti i coniugi trascurati dai

partner e i dipendenti ignorati dai diri-genti, può essere soltanto formale, di facciata,

virtuale appunto. Altro sono l’ascolto, il tatto caldo,l’assistenza, il sentimento nel cuore di una persona. Ro-ba antimoderna, verrebbe da pensare, superata. E inveceno. Sorprendentemente, i giovani iper-accessoriati ne han-no un grande bisogno, ed è giusto che ne possano godere.Non in alternativa, ma insieme ad altre svolazzanti piccolepresenze che arricchiscono e distraggono le nostre vite.

Istruzioni per l’uso dell’immagineUn’illusione ottica è “una qualsiasi illusione che inganna l’appara-to visivo umano” (daWikipedia): gli occhi percepiscono qualcosache non è presente o qualcosa che è presente ma in modo noncorretto. Nelle illusioni di movimento, per esempio, si perce-pisce il moto di alcuni elementi di un’immagine stampatache naturalmente, essendo stampati, non possono muoversi.Osservate ora l’immagine proposta sopra; bene, adesso fissateuna parola sulla pagina e poi tornate a riguardarla...

diDucc

ioCanes

trin

Perennemente connessi: sul posto di lavorooppure quando siamo in viaggio, la nostrapresenza è diventatamultipla e simultanea,sganciata dalla corporeità. Battiamo tanticolpetti su piccole tastiere: sì, “ci siamo”...ma in fondo “non ci siamo”

Page 9: Ticino7

Il gusto è nella nostra natura.Test dei consumatori del 2010 di un istituto indipendente disondaggio di mercato con oltre 300 consumatori del segmentoinerente le minestre di zucca in sacchetti pronti per l’uso.

La più fine e gustosa minestradi zucca della Svizzera!

Fiji_Kurbissuppe_Ticino7_210x295_I.indd 1 07.10.10 10:21

Page 10: Ticino7

Vitae

10

Fabio

Camin

ada

»

ono nato a Mendrisioil 6 agosto 1965, esat-

tamente vent’anni dopo labomba di Hiroshima. La cosache ricordo di più dell’in-fanzia è la spensieratezza, lagioia di vivere, un quartiereaffollatissimo di bambini chenon vedevano l’ora di scen-dere a giocare. Il gioco, lostare insieme agli altri hannosegnato la mia infanzia. Unmese all’anno, però, questavita s’interrompeva per an-dare nell’altro mio mondo: laSpagna, il paese di miamadre.Lì vivevo un’altra realtà, tuttadiversa per odori, sapori, lu-ci; una cultura latina, moltoaperta e una lingua musicalefatta di vezzeggiativi cui noneravamo abituati. Ricordo illungo viaggio, le partenze dinotte, la prima parte fino aoltre Barcellona e la secondanel cuore della Spagna per gliultimi settecento chilometri.Vedo ancora le colline rosse,la strada che non finiva mai,le sagome di cartone con igrossi tori, i caldi incredibili el’arrivo in questa famiglia af-fettuosa, assalito dalla nonnae dai parenti che mi trattava-no come uno di casa... Assaidifferente l’atmosfera qui danoi, nella tradizionalissimaSvizzera, in cui questa diver-sità era qualcosa di cui quasici si vergognava. Ho vissutoqueste esperienze come unasorta di spaccatura interiore,come un dualismo lacerante.Se l’infanzia è stato un pe-riodo molto spensierato, cosìnon posso dire dell’adolescen-za che è stata invece moltodifficile. Mio padre mi hacomunque fatto capire cheavevo delle carte da giocaree ha creduto in me, anchequando, in terza ginnasio,fui bocciato. Da mia madre,invece, ho appreso la tenaciae la convinzione che nella vitaè indispensabile darsi moltoda fare per riuscire a essereaccettati dagli altri e ritagliarsiun proprio cammino.Quando ho ultimato il miopercorso di studi avevo 32anni, famiglia e, accanto, lapersona fondamentale dellamia vita: mia moglie, che, ol-

tre a tre magnifici figli, mi hadato la tranquillità, il sensodi poter contare su qualcunoe l’incoraggiamento in tuttociò che intraprendo.In banca sono entrato percaso: non ho scelto la miaprofessione, ma la mia pro-fessione ha scelto me. Prece-dentemente lavoravo in unafiduciaria, poi, dopo aver fattoparte per qualche anno delConsiglio d’amministrazionedi una noto banca di Men-drisio, mi è arrivata una te-lefonata con la proposta diassunzione in quello stessoistituto e il chiaro progettodi subentrare dopo qualcheanno al direttore. La cosa mimise in crisi perché nella miavita piena di dubbi e d’incer-tezze avevo un’unica sicu-rezza: quella di non andarea lavorare in banca. Poi capiiche ciò che mi si offriva eraun’esperienza particolare chemi avrebbe consentito di ope-rare seguendo valori precisi,con un senso di equilibrio e ri-spetto fra le esigenze dell’eco-nomia e quelle della personae oggi sonomolto soddisfattodella decisione presa. Bisognaperò ammettere che la vitamoderna ci circonda di rego-

le, ci obbliga a un contestoassolutamente razionale, conmolti paletti e a un certopunto si ha bisogno dei pro-pri spazi. In tanti momentidella mia vita ho sentito lanecessità di evadere almenoun poco da questi schemicosì razionali per ritrovareme stesso. Proprio per que-sto ho cominciato a scrivere.Dopo una prima esperienzadiaristico-terapeutica, duranteun soggiorno in Toscana lessiin un trafiletto la storia diun medico romagnolo che siera suicidato perché accusatoingiustamente di aver provo-cato dei danni ai suoi pazienticon un farmaco. Questa sto-ria mi colpì e qualche seradopo, sentii la necessità discriverla, nascondendomiciparzialmente dentro. Nacquecosì il primo libro, Il confinedel destino, con molti tenten-namenti, errori da correggere,consigli da seguire. Ebbi però

la fortuna, attraverso la mia professione, diconoscere un poeta che mi aiutò a fare unediting accurato, grazie al quale arrivai allapubblicazione. Il secondo libro, Il ponte dellaluna, era stato messo in cantiere prima cheuscisse il primo, perché volevo proseguirel’esperienza e per dimostrare che non si eratrattato di un episodio isolato. Ma anchequesto non è stato un cammino facile: ri-cordo, per esempio, la pena per trovare ilgiustomodo di iniziare il romanzo. Lo scopriiandando in bicicletta. Spesso a mezzogior-no, durante la pausa o di sabato, inforco lamia bicicletta e faccio un giro di un’orettaper schiarirmi le idee o per ispirarmi nellascrittura; una volta, salendo verso Carona,all’improvviso, mi vennero di getto le parolegiuste per cominciare il racconto, perfette.Praticamente trascorsi tre ore in bicicletta,recitando a memoria tutta la prima paginaper paura di dimenticarmene, con un’ansiaterribile. Tuttavia vi riuscii. Dopo aver termi-nato anche questa seconda opera, mi sonosentito come svuotato. È come se avessi con-densato le esperienze dei 45 anni della miavita in due libri e sentivo il bisogno di unapausa, di staccare, di fare un viaggio.Fra un anno e qualche mese avrò la possi-bilità di prendere un congedo sabbatico ditre-quattro mesi: potrà essere l’occasione percompiere questo viaggio. Una fra le tantecose che ho imparato è che bisogna sempreavere un sogno nel cassetto e la capacitàe la tenacia di attuarlo. Ma è necessariouscire dagli schemi, ritrovando la capacitàdi immaginare.

testim

onianza

racc

olta

daGaia

Grimani;foto

gra

fiadiIg

orPon

ti»

Storia di un direttore di banca-scrittore,che ama andare in bicicletta ed evaderedagli schemi, fondendo armoniosamentel’economista razionale e il fantasiosonarratore che convivono in lui

S

Page 11: Ticino7

La forma del soggetto. La vita di ciascuno di noi non potrà mai essere pienamente rappresentata dai format televi-sivi, attraverso i fittizi profili elettronici dei social networks o le illusorie immagini di perfezione formale della pubblicità.Al contrario, i nostri corpi nascondono e proiettano squarci di una dimensione molto più complessa: un linguaggio dalleletturemultiple con il quale è possibile interagire solo attraverso una vigile e attiva partecipazione emotiva. Le immagini delfotografoMatteo Fieni che presentiamo in queste pagine – raccolte a Bellinzona e a Lugano – rappresentano in questo sensouna vera e propria ricerca “sui nostri corpi” e il loromodo di comunicare.Mostrandoci la realtà individuale attraverso un oc-chio pacatoma critico, lucido e profondamente partecipe. Testo a cura diGiancarlo Fornasier; fotografie diMatteo Fieni

Page 12: Ticino7
Page 13: Ticino7
Page 14: Ticino7
Page 15: Ticino7

Le fotografie presenti in queste pagine fanno parte del progettoRitratti metropolitani, ricerca intrapresa dal fotografo luganeseMatteo Fieni “per ritrarre le persone di tutti i giorni. Il tipo di personeche si incontrano per strada, di cui non si avrà mai più notizia, cheappaiono e scompaiono dalla nostra vita senza lasciare traccia”.Nato alla luce di molteplici esperimenti analoghi compiuti sianell’ambito della pittura a partire dal XVI secolo sia nel piùrecente (e complesso) universo dell’arte fotografica, il progettodi Fieni ha una valenza antropologica e investigativamolto pre-cisa: “Mi sono sempre chiesto qual era il modomigliore per trattenerequeste persone e poterle conoscere meglio. Il fatto di essere fotografosicuramente aiuta, ma non basta. È attingendo al mio backgrounddi figlio di venditore ambulante che è affiorato questo spirito. Miopadre mi portava con sé nelle fiere e nelle piazze dei paesi con la suabancarella a parlare con la gente. Ho pensato di fare un po’ la stessacosa: mettermi in piazza”. Un processo di apprendimento cheporta il fotografo a realizzare un ritratto che in seguito “vienedonato al soggetto, in una sorta di scambio di favori dove il vero inte-resse è quello di documentare l’atto avvenuto”. Una sorta di intimobaratto di identità...: “L’idea è questa: si ferma il tempo chiedendodel tempo a chi non ce l’ha, o pensava di non averlo. Sperando digenerare una specie di onda contagiosa, sia durante l’atto che dopo.Documentare persone in diversi luoghi del mondo, con condizioni divita differenti, per rivelarne le caratteristiche, lasciando un piccolosegno del passaggio, una traccia indelebile che unisca tutti sotto lastessa luce”. Le regole con le quali il fotografo opera sui soggetti

sono molto rigide; una modalità che si ripete ovunque e divolta in volta, non mutando (almeno formalmente) mai. Laparola fine non esiste: “Il progetto evolverà fino a creare un archi-vio dei personaggi che popolano il nostro caro mondo (...) tanto daraccontarci una verità sempre più ampia su di noi” afferma lo stessoFieni. Una “enciclopedia di figure” o una raccolta casuale delnostro lato estetizzato: ciò che la raccolta di queste immaginirappresenta poco importa. “Guarda!” diventa un imperativo:un “esercizio-riflessione” al centro anche di alcuni contributiscritti dello stesso fotografo, che riflette sia sull’eterno dilemmadel bello sia sul complesso esercizio dell’osservare: “(…) Se impa-rassimo a scrutare meglio il nostro ambiente scopriremmo l’inusualeche ci circonda. Potremmo rompere quella catena che si è sviluppataattorno alla vista (…) Apriamo meglio questi occhi” esorta ancoraFieni, al fine di “vedere” in modo nuovo quel mondo tantonostro che, paradossalmente, pare a volte non appartenerci più.Biografia: Classe 1976, Matteo Fieni completa gli studi su-periori alla ex SSPSS (Savosa). Si diploma nel 2001 all’IstitutoEuropeo di Design (Milano), dove studia fotografia. Inizia lasua carriera artistica con alcuni lavori presentati al festivaloff di Image Argos Project 2000 (Vevey; a cui partecipa fra glialtri Michael Ackerman, sua figura di riferimento) e diverseperformance presso la Fabbrica (Losone). Nel 2007 si iscrivealla Facoltà di Scienze della comunicazione (USI, Lugano).Vive e lavora a Lugano presso la Opening, da lui fondata nel2003. Per informazioni: Opening Photography Produ-ctions · Via Cattedrale 13 · CH - 6901 Lugano ·www.opening.ch.

Page 16: Ticino7

Architetti di fama internazionale fanno a gara per costruireo ristrutturare istituti termali datati e fuori moda, e dallaloro creatività nascono spesso edifici così innovativi e spet-

tacolari da garantire successo anche a chi, famoso, ancora non era.È il caso dei Bagni di Vals (Ticinosette n. 35 e 36/2008), un piccolo centrosituato fra i boschi e le montagne del Canton Grigioni che è valso al suoprogettista, Peter Zumthor, il Pritzker Prize, il più importante premiomondiale per l’architettura. La sua struttura essenziale e lineare, le paretirivestite in pietra locale dai riflessi verdastri sono meta costante non solodi turisti, ma anche di architetti e appassionati di design. Posto sottotutela monumentale a pochissimi anni dalla sua costruzione, l’edificiocomunica al visitatore un senso di spiritualità e leggerezza ideale per lacura del corpo che mai – specie in questi luoghi – dovrebbe essere di-sgiunta da quella dell’anima. Ricche di ferro e di minerali, le sue acquesono di giovamento in molte patologie ma anche dispensatrici di unbenessere generale. Il soggiorno termale diventa, nei Grigioni come inmolte altre località sparse nella Conferazione, una vacanza, una pausaper rilassarsi e rigenerarsi.

UNA VECCHIA STORIA…Ancora una volta, è dal passato che ci giunge insegnamento. Sono statigli antichi greci, infatti, a utilizzare per primi le acque calde e i vaporidi sorgente. In virtù delle loro proprietà terapeutiche vi attribuivanopoteri soprannaturali edificando, nelle loro vicinanze, santuari famosiper bellezza e maestosità. Nel tempio di Apollo, a Delfi, la sacerdotessa,avvolta nei vapori, pronunciava gli oracoli. I romani, più tardi, esteserola consuetudine termale a ogni classe sociale. Le Terme di Agrippa, inau-gurate a Roma nel 12 a.C., sono il primo edificio pubblico della città,e anche quelle successive di Caracalla (imponenti e sontuose) erano inrealtà destinate all’uso pubblico, inclusi gli abitanti dei quartieri popolariche sorgevano attorno.Nell’inconscio universale la sorgente è sacra, l’acqua vergine che ne scaturi-sce è il simbolo della fecondazione, della crescita e della maternità, comela pioggia, che cadendo dal cielo per influenza celeste dispensa fertilitàalla terra. Per i galli l’acqua sorgiva era una divinità in grado di ridare vitaai guerrieri morti, mentre la leggenda riporta che Alessandro il Grandesi fosse mosso alla ricerca di una misteriosa sorgente di vita senza peròraggiungerla a causa della sua impazienza e di un’assai breve esistenza.Restando nel campo del simbolismo, la fonte non dona però solo vita eimmortalità ma, soprattutto, giovinezza. Chi la beve ottiene longevità esalute. Un concetto che ha molta familiarità con il termalismo e su cui,sempre più spesso, puntano pubblico e addetti ai lavori.

UN BENE NATURALEI reali benefici delle terme sono indubbi, le loro acque utili in molte ma-lattie. Dai dolori reumatici alle allergie, dai disturbi digestivi e respiratoria quelli di reni e vie urinarie, passando per problemi di fegato, sangue,mialgie, dermopatie, malattie ginecologiche, metaboliche e molte altre.La talassoterapia, invece si basa sull’azione curativa del clima a dell’acquamarina impiegata per sabbiature, fanghi e nebulizzazioni. Per la terapia,suggerita a chi soffre di dolori articolari, circolazione e stanchezza psico-fisica, vengono utilizzate anche alghe e altre sostanze estratte dal mare.Quiberon, in Francia, è la meta più frequentata. Solo qui è possibileeffettuare un percorso acquatico che si svolge in acqua di mare a 34 °C ecomprende diversi passaggi fra cui geyser e Jacuzzi panoramica.Ma per rendersi conto di quanto le Terme continuino a essere, ancoroggi, in molti paesi, una pratica comune e quotidiana, bisogna recarsiin un hammam. Il più rinomato è quello di Cemberlitas, nel quartiere diSultanahmet, a Istanbul, proprio accanto alla Colonna di Costantino.Dopo avere ricevuto una tazza di tè, asciugamano e pantofole, il clienteviene introdotto nel “forno”, la sala principale dove si suda nel vapore.A richiesta è possibile effettuare la pulizia con il guanto di crine, checonsiste in shampoo e massaggio energico su una lastra calda in marmoposta al centro del locale.

Tendenze p. 40 | di Patrizia Mezzanzanica

Le fontidel piacere

IN EUROPA VI SONO OLTRE TREMILA

CITTÀ TERMALI. SE SI CALCOLA CHE

OGNUNA DI ESSE METTE A DISPOSIZIONE

DEL PUBBLICO UN CERTO NUMERO DI

CENTRI TERMALI E ANNESSI ALBERGHI,

CI SI RENDE CONTO DELLA GRANDE

QUANTITÀ DI PERSONE CHE OGNI ANNO

RICORRE AI BENEFICI DELLE ACQUE

SORGIVE. SE POI A QUESTI AGGIUNGIAMO

I FORTUNATI FREQUENTATORI DEGLI

ESCLUSIVI RESORT CHE UN PO’ OVUNQUE

NEL MONDO FIORISCONO IN LUOGHI

ESCLUSIVI E INCONTAMINATI,

IL NUMERO È DESTINATO A CRESCERE

RAPIDAMENTE…

sopra: Mi’mar Sinan (1489–1588) è stato un grandearchitetto turco. Al suo nome sono attribuiti più di 300edifici in tutto l’impero Ottomano, come palazzi (saray),bagni pubblici (hammam) e mausolei (türbe)

nella pagina a fianco: un bagno turco di un harem,opera di Norman Mosley Penzer (1892–1960)

A

Page 17: Ticino7

Fatevelo installareenavigate subito in Internet.Fatevi installare questo notebook dai nostri esperti.In tutta semplicità e comodità, direttamente a casa vostra.Su richiesta lo colleghiamo anche a internet e alla vostrastampante esistente.

DELLInspiron15R:scherm

oda

15.6",processoreIntel®Co

re™i3-350M(2,26GHz),disco

fisso

da320GB.

www.swisscom

.ch/ho

meserviceteam

Ordinate subito questa offerta speciale chiamandoil numero gratuito 0800 075 075.

DELL Inspiron 15R

999.– anziché 1098.– (incl. installazione a domicilio)

Page 18: Ticino7

illu

stra

zion

ediA

drianoCrivelli

»

Page 19: Ticino7

Lasoluzion

everràpu

bblicatasuln

umero51 Orizzontali 1. Lagnarsi • 10.

Imitare • 11. Articolo indetermi-nativo • 12. Credere, reputare• 13. È un risparmiatore • 14.Consonanti in siero • 15. Cuordi regina • 16. Memorabile,storico • 17. Fiaccarono Anni-bale • 19. Il primo dispari • 20.Le iniziali della Muti • 21. Me-lissa nel cuore • 22. Originali,strampalati • 23. Il mitico re diEgina • 25. Istituto Tecnico •26. Consonanti in Teseo • 27. Leiniziali di Truman • 28. Librettod’appunti • 30. Celestiale (f) •33. La fondò E. Mattei • 34. Ilregista di “Serpico” • 35. Bru-ciato • 36. Allegri, briosi • 37. Iltessuto del kilt • 39. Cittadina diTeheran • 41. Dittongo in poeta• 42. I numi del focolare • 44.Console Generale • 45. Cuor divinto • 47. Divinità femminile •49. Subì la sorte di Pompei.

Verticali 1. Noto film di C.Hanson • 2. Lega le persone• 3. Non parla • 4. Nome didonna • 5. Un piccolo grandeuomo • 6. Si estrae dalla resina

delle Pinacee • 7. Aerodromo •8. Sopra • 9. Interferenza, inge-renza • 14. Non è soddisfatta •18. Ictus • 19. Ultimo Scorso •24. Vaso panciuto • 29. Coc-ciuta • 31. Popolo nomade delSahara • 32. Parti di chilo • 35.Si empie di schede • 38. Archi-tetto finlandese • 40. Un coloredel croupier • 43. Circolanoin Giappone • 46. Norvegia eCuba • 48. I confini di Arogno.

Soluzione n. 47»

1 2 3 4 5 6 7 8 9

10 11

12

13 14

15 16

17 18 19 20

21 22

23 24 25 26

27 28 29

30 31 32 33

34 35

36 37 38

39 40

41 42 43

44 45 46 47 48

49

1 2 3 4 5 6 7 8 9

10 11

12 13 14

15 16 17

18 19

20 21

22 23 24 25

26 27

28 29

30 31 32 33

34 35 36 37 38

39 40 41

42 43 44

45 46 47 48

49 50 51

52 53

G I N E C O L O G O

E R O D O T O U R

N E T L T R A M

T O T A L E I R A

E S A M E I N D I

D M P E S C A

A M B U L A T O R I

L A U T A A R S A

T E L A I N R I

R O Z I T E B

I L I N F A R T O

T I M O A N S I A

E B A N O E I N

M A N E T T E C M

P N O T O C H I

I O N I C O R E A

ariete

Maggiore cautela nelle discussioni.Particolarmente instabili i giorni trail 7 e l’8. Decisamente creativo il 9,grazie al transito lunare. Cambia-menti per i nati nella seconda decadeindotti dal transito di Saturno.

bilancia

Attenti a come parlate con gli altri.Soprattutto tra il 7 e l’8 quando laLuna si troverà in Capricorno. Nonincartatevi in polemiche autodistrut-tive con i vostri familiari. Periodopiù creativo.

vergine

Incontri sentimentali durante occa-sioni culturali. Svolte disordinate peri nati nella terza decade. Investimentiimmobiliari per i nati nella secondadecade. Dicembre vivace per i natinella prima decade.

pesci

Occasioni mondane legate a eventidi massa. Sogni premonitori tra il10 e l’11 grazie ai transiti di Luna eNettuno. Grazie a Marte, Mercurioe Venere si apre un periodo positivoper i nati nella prima decade.

toro

Luna storta tra il 3 e il 4 dicembre.Malumori e gelosie con il partner.Viaggi e conferenze riconducibilialla sfera professionale. Incontri conpersone straniere. Nuovi stimoli peri nati nella terza decade.

scorpione

A partire dall’8 dicembre vi sentire-te particolarmente motivati. Nuovifermenti culturali. Voglia e desideriodi eventi straordinari per i nati nellaterza decade. Occasioni inaspettateprovenienti dall’informatica.

gemelli

Marte in opposizione fino al 7 di-cembre. Momenti di tensione peri nati nella terza decade all’internodell’unione coniugale. Attrazioneverso professionalità insolite. Forteaumento degli appetiti sessuali.

sagittario

Dall’8 dicembre Marte lascia il segnodel Sagittario. Potrete vivere le realtàquotidiane con minore frenesia. Finoa quella data, soprattutto se siete natia fine segno, attenti a mantenere lagiusta serenità.

cancro

Esperienze del passato ritornano agalla. Se avete una questione insospeso con il partner questo è ilmomento adatto per andare più afondo alla ricerca dei reali problemi.Difficili le giornate del 7 e dell’8.

capricorno

Grazie a Mercurio e a Plutone in con-giunzione è il momento favorevoleper dare inizio a un’attività di ricerca.Incontri karmici legati al passaggiodel Nodo Lunare Nord. Intense legiornate comprese tra il 7 e l’8.

leone

Grazie ai recenti ingressi di Mercurioe Marte nella vostra sesta casa solarela sfera delle vostre relazioni profes-sionali si fa particolarmente vivace.Spirito competitivo con i colleghi dilavoro. Fortune inaspettate.

acquario

Situazioni professionali riconducibilia realtà e situazioni segrete. Trasgres-sività per i nati nella prima decade.Guadagni a sorpresa per i nati nellaterza decade. Denaro proveniente daattività originali.

» Astri

»acu

radiElisa

betta

Page 20: Ticino7

A volte basta un attimo: un incidente, una malattia e la vita cambia all’improvviso. E senza la sicurezzadi prestazioni garantite in caso di invalidità o decesso, le conseguenze possono essere gravi anche sulpiano economico. Tutela la tua famiglia scegliendo un’assicurazione sulla vita davvero affidabile.Richiedi oggi stesso una consulenza.

Proteggi la tua famiglia a 360°Scegli un’assicurazione sulla vita a prestazioni garantite

Allianz Suisse. Consulenza dalla A alla Z.

Fino al 31 dicembre puoi app

rofittare

dei vantaggifiscali per il p

ilastro 3a!

www.allianz-suisse.ch/agenzia

Ticino 7_Vorsorge_4c_i_Vater_210x295_+3 .indd 1 19.11.10 08:25