trimestrale dell’i. c. faicchio l’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010...

16
Trimestrale dell’I. C. Faicchio Faicchio, marzo 2010 ISTITUTO COMPRENSIVO di FAICCHIO Via Regina Elena, 1 - 82030 Faicchio (BN) http:www.digilander.libero.it/icfaicchio email: icfaicchio@alice.it Anno 3 numero 2 supplemento al numero odierno de stampa MARINA PRESS s.r.l - C.da Olivola BENEVENTO La questione educativa: sfida o utopia? di Maria Rosaria Icolaro* L'attuale dibattito, culturale e pedagogi- co, sociale e politico, pone al centro del suo interesse speculativo la questione educativa. Una questione che fa senti- re, oggi, tutta la sua problematicità ed urgenza e che stride non poco con le premesse ottimistiche che hanno con- tribuito a fondare l'idea di educazione del terzo millennio. Nel rapporto mondiale sull’educazione del XXI secolo all’UNESCO, J. Delors, mediante la metafora del tesoro, tradu- ceva l’idea dell’educazione come mezzo prezioso ed indispensabile per il raggiungimento di ideali di pace, di libertà e di giustizia sociale. Un conta- dino moribondo lascia in eredità ai pro- pri figli un campo con la promessa che esso nasconde un tesoro. Alla morte del padre, i figli si gettano alla ricerca affannosa del tesoro. Comprendono, alla fine, che il vero tesoro scaturisce dall'intensa fatica che ha consentito loro di dissodare il terreno e di ottenere un raccolto abbondante. L'educazione è posta al centro dello sviluppo della persona e della comuni- tà, locale e globale; il suo compito è quello di consentire a ciascuno di svi- luppare pienamente i propri talenti e di realizzare le proprie potenzialità creati- ve, compresa la responsabilità per la propria vita e il conseguimento dei pro- pri fini personali. Nel superamento di un concetto del sapere, lineare e trasmissivo, ancorato ad un impianto pedagogico e didattico di tipo tradizionale, l'educazione viene proposta quale mezzo straordinario per la promozione di sé e del mondo; una straordinaria possibilità di capire se stessi ed il mondo, in vista di una coesi- stenza sociale significativa, durevole e planetaria. Un'idea di educazione che, natural- mente, scaturisce da una lettura atten- ta della attuale società, globalizzata e multiculturale, liquida e supermoderna, postmoderna e digivirtualizzata; società che, di fatto, seppur in presenza di un crescente relativismo, nichilismo e tec- nicismo, pone istanze concrete (giusti- zia sociale, stabilità economica e svi- luppo, uguaglianza sociale, occupazio- ne, coesione sociale) e nuove doman- de di senso (bioetica, tecnologia, comunicazione). L'educazione viene proposta come scelta antropologica fondamentale ossia possibilità per l'uomo di imparare a comprendere, progettare e realizzare il proprio progetto di vita, in un dinami- smo che impegna per tutta la vita (life long learning) ma, soprattutto, diviene responsabilità globale e reticolare, sociale ed economica, culturale e politi- ca, familiare e scolastica. La questione educativa esce, cosi, da una prospettiva meramente settoriale (non è un problema esclusivo della famiglia; non è un problema delegabile alla sola scuola) e pone il suo fonda- mento e il suo sviluppo in una rinnova- ta e sistemica concezione della perso- na e dell'esperienza umana, persona che vive ed è nel suo tempo e che in esso cerca il suo senso di vita; persona che, come Ulisse, rifiuta di tapparsi le orecchie per non udire il "canto delle sirene", ma vive e feconda la sua per- sonalità in una continua osmosi con la società, nella storia. Una vera sfida, questa, che, tuttavia, nel clima culturale odierno, assume in modo sempre più crescente una con- notazione di emergenza. "Educare, non è mai stato facile; oggi, è ancora più difficile!" Il disagio educativo, diffuso ed inquie- tante, determinato dal moltiplicarsi di fenomeni di bullismo, dal proliferare di episodi di intolleranza, dall'ispessimen- to del muro dell'incomunicabilità gene- razionale, dalla "resa educativa" della famiglia, dall'affannoso recupero di cre- dibilità da parte di una scuola che, sot- toposta al flusso continuo delle "rifor- me", non sempre, riesce a garantire il successo formativo per tutti, viene sempre più percepito come crisi e sconfitta. Continua a pag. 6 L’emergenza educativa di Francesca D’Orsi Prendono il via le attività laboratoriali per la realizzazione dei corsi PON. Il nostro Piano Integrato d'Istituto ha pre- visto interventi per lo sviluppo delle competenze chiave. L'Obiettivo C1, che realizzeremo, è finalizzato a miglio- rare i livelli di conoscenza e competen- za dei giovani. L'articolazione del Piano prevede che noi ragazzi di scuola media possiamo frequentare i corsi di teatro e di musica. GIOCANDO DIETRO LE QUINTE (30h) è il titolo del percorso teatrale. Faremo esperienza di teatro con la col- laborazione dei nostri docenti tutor e di un esperto esterno, altamente qualifi- cato, per giocare con le nostre emozio- ni, idee e capacità. SULLE ALI DELLA MUSICA (30h) è invece il titolo del laboratorio musicale. Ci misureremo con il canto e lavorere- mo in stretta collaborazione con gli amici del teatro per realizzare un unico prodotto finale. Per i bambini di Scuola Primaria, inve- ce, i nostri docenti hanno programmato due corsi: lingua inglese e ceramica. Continua a pag. 6 L’attività oggetto del presente documento rientra nel Piano Integrato di Istituto, annualità 2009- 2010, ed è cofinanziata dal Fondo Sociale Europeo e dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale nell'ambito del Programma Operativo Nazionale 2007-2013 a titolarità del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e Ricerca - Direzione Generale Affari Internazionali Ufficio IV A pag. 2 Movie Day a Giffoni A pag. 13 Maierato: emergenza frane A pag. 14 Margherita Hack ci rassicura...

Upload: vannguyet

Post on 14-Feb-2019

216 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

Trimestrale dell’I. C. Faicchio

Faicchio, marzo 2010ISTITUTO COMPRENSIVO di FAICCHIO

Via Regina Elena, 1 - 82030 Faicchio (BN)http:www.digilander.libero.it/icfaicchio email: [email protected]

Anno 3 numero 2

supplemento al numero odierno de

stampa MARINA PRESS s.r.l - C.da Olivola BENEVENTO

La questione educativa: sfida o utopia?

di Maria Rosaria Icolaro*

L'attuale dibattito, culturale e pedagogi-co, sociale e politico, pone al centro delsuo interesse speculativo la questioneeducativa. Una questione che fa senti-re, oggi, tutta la sua problematicità edurgenza e che stride non poco con lepremesse ottimistiche che hanno con-tribuito a fondare l'idea di educazionedel terzo millennio.

Nel rapporto mondiale sull’educazionedel XXI secolo all’UNESCO, J. Delors,mediante la metafora del tesoro, tradu-ceva l’idea dell’educazione comemezzo prezioso ed indispensabile per ilraggiungimento di ideali di pace, dilibertà e di giustizia sociale. Un conta-dino moribondo lascia in eredità ai pro-pri figli un campo con la promessa cheesso nasconde un tesoro. Alla mortedel padre, i figli si gettano alla ricercaaffannosa del tesoro. Comprendono,alla fine, che il vero tesoro scaturiscedall'intensa fatica che ha consentitoloro di dissodare il terreno e di ottenereun raccolto abbondante.

L'educazione è posta al centro dellosviluppo della persona e della comuni-tà, locale e globale; il suo compito èquello di consentire a ciascuno di svi-luppare pienamente i propri talenti e direalizzare le proprie potenzialità creati-ve, compresa la responsabilità per lapropria vita e il conseguimento dei pro-pri fini personali.

Nel superamento di un concetto delsapere, lineare e trasmissivo, ancoratoad un impianto pedagogico e didatticodi tipo tradizionale, l'educazione vieneproposta quale mezzo straordinario perla promozione di sé e del mondo; unastraordinaria possibilità di capire sestessi ed il mondo, in vista di una coesi-stenza sociale significativa, durevole eplanetaria.

Un'idea di educazione che, natural-

mente, scaturisce da una lettura atten-ta della attuale società, globalizzata emulticulturale, liquida e supermoderna,postmoderna e digivirtualizzata; societàche, di fatto, seppur in presenza di uncrescente relativismo, nichilismo e tec-nicismo, pone istanze concrete (giusti-zia sociale, stabilità economica e svi-luppo, uguaglianza sociale, occupazio-ne, coesione sociale) e nuove doman-de di senso (bioetica, tecnologia,comunicazione).

L'educazione viene proposta comescelta antropologica fondamentaleossia possibilità per l'uomo di impararea comprendere, progettare e realizzareil proprio progetto di vita, in un dinami-smo che impegna per tutta la vita (lifelong learning) ma, soprattutto, divieneresponsabilità globale e reticolare,sociale ed economica, culturale e politi-ca, familiare e scolastica.

La questione educativa esce, cosi, dauna prospettiva meramente settoriale(non è un problema esclusivo dellafamiglia; non è un problema delegabilealla sola scuola) e pone il suo fonda-mento e il suo sviluppo in una rinnova-ta e sistemica concezione della perso-

na e dell'esperienza umana, personache vive ed è nel suo tempo e che inesso cerca il suo senso di vita; personache, come Ulisse, rifiuta di tapparsi leorecchie per non udire il "canto dellesirene", ma vive e feconda la sua per-sonalità in una continua osmosi con lasocietà, nella storia.

Una vera sfida, questa, che, tuttavia,nel clima culturale odierno, assume inmodo sempre più crescente una con-notazione di emergenza. "Educare, nonè mai stato facile; oggi, è ancora piùdifficile!"

Il disagio educativo, diffuso ed inquie-tante, determinato dal moltiplicarsi difenomeni di bullismo, dal proliferare diepisodi di intolleranza, dall'ispessimen-to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale, dalla "resa educativa" dellafamiglia, dall'affannoso recupero di cre-dibilità da parte di una scuola che, sot-toposta al flusso continuo delle "rifor-me", non sempre, riesce a garantire ilsuccesso formativo per tutti, vienesempre più percepito come crisi esconfitta.

Continua a pag. 6

L’emergenza educativa

di Francesca D’OrsiPrendono il via le attività laboratorialiper la realizzazione dei corsi PON. Ilnostro Piano Integrato d'Istituto ha pre-visto interventi per lo sviluppo dellecompetenze chiave. L'Obiettivo C1,che realizzeremo, è finalizzato a miglio-rare i livelli di conoscenza e competen-za dei giovani. L'articolazione del Pianoprevede che noi ragazzi di scuolamedia possiamo frequentare i corsi diteatro e di musica.

GIOCANDO DIETRO LE QUINTE(30h) è il titolo del percorso teatrale.Faremo esperienza di teatro con la col-laborazione dei nostri docenti tutor e diun esperto esterno, altamente qualifi-cato, per giocare con le nostre emozio-ni, idee e capacità.

SULLE ALI DELLA MUSICA (30h) èinvece il titolo del laboratorio musicale.Ci misureremo con il canto e lavorere-mo in stretta collaborazione con gliamici del teatro per realizzare un unicoprodotto finale.

Per i bambini di Scuola Primaria, inve-ce, i nostri docenti hanno programmatodue corsi: lingua inglese e ceramica.

Continua a pag. 6

L’attività oggetto del presentedocumento rientra nel PianoIntegrato di Istituto, annualità 2009-2010, ed è cofinanziata dal FondoSociale Europeo e dal FondoEuropeo per lo Sviluppo Regionalenell'ambito del ProgrammaOperativo Nazionale 2007-2013 atitolarità del Ministerodell'Istruzione, dell'Università eRicerca - Direzione Generale AffariInternazionali Ufficio IV

A pag. 2Movie Day a Giffoni

A pag. 13Maierato: emergenza frane

A pag. 14Margherita Hackci rassicura...

Page 2: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoPagina 2 Anno 3 numero 2

LE ATTIVITA’ DELLA SCUOLA

Un tuffo nel passatoViaggio ad ErcolanoParte 2

di Luca Massaro e Fabio Marro

Nel numero precedente i ragazzidella 1^ hanno espresso le loroaspettative sul viaggio ad Ercolano,

che si sarebbe tenuto il 10 dicembre. A noisembra che i loro desideri si siano realiz-zati pienamente, infatti abbiamo trascorsouna giornata non solo istruttiva, ma anchedivertente. D'altra parte non è proprio que-sto lo scopo delle gite scolastiche? Solo leclassi: 1^A, 2^A e 2^B hanno avuto la pos-sibilità di visitare la città di Ercolano, chia-mata così perché pare vi sia approdato ilmitico Ercole.Già il viaggio è stato molto piacevole, infatti ci siamodivertiti a cantare, a giocare con i videogame o acarte, o semplicemente a chiacchierare con i nostricompagni. Le tappe della nostra visita sono state tre:il MAV (Museo Archeologico Virtuale), gli scavi e ilMuseo Archeologico Nazionale di Napoli.Prima tappa: il MAV. Una struttura all'avanguardia inItalia dove abbiamo iniziato un viaggio archeologico,virtuale ed interattivo molto interessante. Tra l'altro,lungo il percorso, sono comparsi i volti di antichi abi-tanti di Ercolano che raccontavano la loro storia; cisiamo divertiti a spolverare affreschi e mosaici. Siamopassati accanto a dei recipienti di terracotta, chiama-ti orci, che erano posti sotto al palco del teatro peramplificare le voci degli attori e, appoggiando le orec-chie su di essi, potevamo ascoltarli recitare qualchepasso. Siamo stati inondati da un fogscreen, una bar-riera di acqua polverizzata, che ci ha dato l’impressio-ne di essere tra gli abitanti di Ercolano al momentodell’eruzione;oltrepassata la nube ardente ci trovava-mo nella città com’era prima. E poi abbiamo ammira-to i panorami e il libro virtuali, il tavolo e i pannelli inte-rattivi… Tante le cose nuove che abbiamo conosciutoe che ci hanno sorpreso, ma che non hanno suscita-to, in noi, emozioni molto forti. Forse a causa di una

guida un po' troppo frettolosa e poco coinvolgente?Dopo una pausa ricreativa siamo stati accompagna-

ti nella seconda e più emozionante tappa: gli scavi.Appena entrati, abbiamo avuto la sensazione di ritor-nare nel 79 d.C, favoriti dalla bella giornata e, questavolta, da guide veramente chiare che ci hanno spie-gato tutto nei minimi dettagli, abbiamo fatto un vero eproprio viaggio nel passato. Camminare sui ciottoli diquelle stradine, poter toccare le mura risalenti a duemillenni fa è stata una sensazione straordinaria permolti di noi, che hanno seguito con interesse ciò cheveniva raccontato. Abbiamo visitato "la città sommer-sa" soffermandoci sulla struttura delle abitazioni deipiù benestanti dette domus, ammirando, ciò che restadi mosaici, dipinti, giardini…ma, soprattutto, abbiamoconosciuto le abitudini familiari, sociali, commerciali,alimentari degli abitanti dell'antica Herculaneum.Volete provare il garum, un ingrediente molto apprez-zato dagli antichi romani? Potreste ottenerlo metten-do a decomporre dei pesci grassi (sgombro,salmone,anguille) aromatizzarli e porli a macerare con il saleper alcune settimane. La salsa ottenuta potresteusarla per ogni pietanza!Ci hanno colpito delle scale di legno diventate cene-

re, ma conservatesi nel tempo. Vi potreste chiederecome abbiano fatto a rimanere del tutto intatte!? Beh,

a causa della lava sono diventate cene-re, ma grazie alla pioggia e al fango, chele hanno solidificate, si sono potute con-servare così bene. Gli archeologi hannoanche ritrovato più di 300 scheletri rima-sti nelle stesse posizioni in cui eranoquando furono sorpresi dalla lavaQuest'ultima ha travolto Ercolano dalbasso verso l'alto, mentre Pompei,essendo più vicina al Vesuvio, è statatravolta dall'alto verso il basso. Le strade"a schiena d'asino", cioè più rialzate alcentro e pendenti ai lati, erano costruitecosì per far defluire l'acqua e…i"bisognI, che, con la pioggia, si riversa-vano in mare! Ci hanno colpito, inoltre, iresti delle thermae, suddivise in: frigida-rium, tiepidarium e calidarium, vasche diacqua fredda, tiepida e calda. Esse,infatti,erano dotate di caldaie, nel sotter-

raneo, che facevano circolare l'aria calda al livello delpavimento e lungo le pareti. Insomma tante le notizieapprese, tante le curiosità e tante le foto scattate perricordare quei momenti! Ci siamo divertiti anche acomprare dei souvenir per i nostri cari, prima di recar-ci nell'ultima tappa del nostro percorso: il MuseoArcheologico Nazionale di Napoli. Qui siamo rimastiaffascinati dalle ampie sale e dalle gigantesche sta-tue presenti anche se, com'era previsto, abbiamovisitato solo il percorso Pompei -Ercolano. Abbiamoammirato i vari oggetti ritrovati e conservati: daimosaici ai vasi,dalle anfore agli oggetti preziosi, dagliutensili agli attrezzi… che usavano o che abbellivanole case e le ville degli antichi abitanti delle due città.Al ritorno eravamo tutti un po' stanchi, ma soddisfattie sicuri di aver vissuto un'esperienza unica. A ricor-darci quanto siamo fortunati a poter godere di questeopportunità di arricchimento umano e culturale è statauna nostra compagna di classe, che ha scritto: "E'stata davvero un'esperienza indimenticabile, ancheperché, camminando tra gli scavi, di tanto in tanto ilmio pensiero andava al mio povero nonno che, dagiovane, sognava di andarci e non ne mai avuto l'op-portunità."

di Luca Massaro

Quattro marzo, ore 7.30: tutti pronti per vivereuna nuova esperienza! La meta del nostroviaggio era,questa volta, la "cittadella del

cinema" a Giffoni Valle Piana in provincia di Salerno,per partecipare ad un movie day, un incontro ravvici-nato, con il mondo del cinema per noi ragazzi. La cit-tadina salernitana, infatti, da oltre quarant'anni èdiventata famosa per "Il Giffoni Film Festival", unarassegna dedicata ai film per ragazzi e giovani.L'iniziativa nacque nel 1971 da un' idea di ClaudioGubitosi, che ancora oggi ne è il Direttore Artistico.L'intento era quello di creare un punto di incontro peri giovani, dove potessero parlare di cinema e delletematiche a loro più vicine; l'idea ha avuto un grandesuccesso, tanto che oggi il Festival riveste una note-vole importanza a livello nazionale ed internazionale.I ragazzi e i giovani ne sono i protagonisti assoluti.Per loro si organizzano, durante tutto l'anno, dei"movie days" e anche noi ci siamo sentiti protagoni-sti, di quel mondo, per un giorno.Dopo un lungo viaggio, accompagnati dalla pioggia,siamo arrivati a destinazione. Qui alcuni ragazzi,

incaricati dell'organizzazione, ci hannoaccolti e portati nella sala cinematograficadove abbiamo assistito alla proiezione didue film e parlato di cinema. La struttura eramolto grande e quasi interamente di ferro.All'interno tutto era ampio e "comodo". Il primo film, a cui abbiamo assistito, è stato:"Il bambino con il pigiama a righe", in cui laShoah è vista con gli occhi del protagonista:un bambino di nome Bruno. Figlio di un uffi-ciale tedesco, all'oscuro delle atrocità checommettevano i nazisti e suo padre, stringeuna profonda amicizia con un bambinoebreo, chiuso in un campo di sterminio e lacui divisa viene vista da Bruno come unostrano "pigiama"… Il finale del film è "aper-to", cioè fa solo intuire agli spettatori quelloche può essere accaduto, senza farlo vede-re. Di questo e di molto altro abbiamo parlato, al ter-mine della proiezione, nel corso di un dibattito svolto-si tra tutti gli alunni delle scuole presenti lì, quel gior-no. Guidati, abilmente da una ragazza la discussioneha riguardato l'intero periodo storico in cui è ambien-tato il film. Ad esempio la nostra "guida" ci ha ricorda-to che, ai tempi di quella strage, anche in Italia c'era-no due campi di concentramento uno a Fossoli e unaltro alla Risiera di San Sabba. Dopo tanta cultura ci siamo concessi una pausa pran-

zo, ma dato che fuori diluviava, abbiamo mangiatonella sala, dove ci siamo divertiti a fare foto ai com-pagni e agli ambienti circostanti.Poi, durante il pomeriggio, una ragazza ci ha spiega-to come si "costruisce" un film.Ci ha detto che è grazie alla pellicola che si può vede-re un film o anche solo una scena, essa viene detta"a pizza" perché molto grande ed è formata da tanteimmagini che si susseguono l'una all'altra per dare unmovimento completo. Continua a pag. 3

Un movie-day: visita aGiffoni Valle Piana

ImpImparare divertendosi:arare divertendosi: i viaggi d’istruzionei viaggi d’istruzione

Page 3: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del Titerno Pagina 3Anno 3 numero 2

Progetto orientamentoI ragazzi della III A

Che decisione impegnativa! E che confusione,nella nostra mente! Sì, perché tra non moltodovremo scegliere l'istituto di istruzione supe-

riore più adatto alle nostre esigenze e attitudini. Unaiuto ci è stato dato dalla scuola attraverso il proget-to orientamento. Vi abbiamo partecipato con interes-se, cercando di chiarirci le idee il più possibile.Abbiamo visitato alcuni istituti, mentre altri sono statida noi per illustrare il loro POF. Tra tutti ci ha colpito,in particolare l'istituto tecnico agrario e per geometridi Larino: per l'organizzazione, le materie di studio e

le attività proposte. Infatti qualche nostro compagnoha pensato di iscriversi lì, nonostante la notevoledistanza da Faicchio, anche perché vi è annesso unconvitto. Tutte le scuole ci hanno accolto calorosa-mente e gli insegnanti ci hanno spiegato in modo det-tagliato le materie e i laboratori che sono presenti nelloro istituto. Ci hanno anche parlato della riforma cheha cambiato l'ordinamento della scuola superiore.Alcuni di noi già avevano le idee abbastanza chiaresulla scelta da operare, altri, come già detto eranoancora indecisi e confusi, ma con questi incontri sonoriusciti ad orientare le loro scelte. Così quasi tuttisiamo pronti ad iscriverci visto che il termine ultimo èil prossimo 26 marzo. Speriamo che ciascuno di noiabbia operato la scelta migliore per il proprio futuro

Meno indirizzie meno ore…Riforma degli istituti di istruzionesuperioredi Marika Maturo e Angelica Ciaburri

La scelta delle scuole superiori èsempre stata impegnativa poiché,per l'età in cui ci troviamo, sce-

gliere un percorso di studi, che deter-minerà, ovviamente, il nostro futuro, èuna grande responsabilità. Quest'annoè stato ancora più difficile perché a unmese,circa, dalle iscrizioni è stataattuata la riforma delle scuole seconda-rie di primo grado. Vogliamo vedereinsieme le maggiori novità? La più evi-dente è l'istituzione del liceo musicale ecoreutico collegato a conservatori eaccademie di danza. I licei, in totale,

sono sei: classico, scientifico, artistico,linguistico, musicale/coreutico e dellescienze umane. Nel Liceo delle scienze umane, chesostituisce il liceo socio-psicopedago-gico, si potrà scegliere l'ambito econo-mico-sociale incui il latino saràsostituito da unaseconda linguas t r a n i e r a .Nel Liceo lingui-stico si prevede,dal primo anno,l'insegnamento ditre lingue stranie-re; dal terzo announa materia nonlinguistica inse-gnata in linguastraniera e dalquarto due.Il Liceo artistico è articolato in sei indi-rizzi. Si studieranno materie comuni, epoi, in base all'indirizzo scelto, cisaranno delle materie specifiche. Nel Liceo scientifico aumenta il numero

di ore di matematica e delle disciplinescientifiche. Chi sceglierà,poi, scienzeapplicate, non studierà il latino mainformatica. Nel Liceo classico è prevista l'introdu-zione di una lingua straniera per l'inte-

ro quinquennio eun rafforzamentodell'area scientifi-co- matematica.Il Liceo musicale,che come giàaccennato, saràdiviso in duesezioni: quellacoreutica e quel-la musicale, avràdelle materiecomuni e dellealtre specificheper le due sezio-

ni. Gli Istituti tecnici,poi, avranno solo duesettori: economico e tecnologico eundici indirizzi; le novità riguardanol'aumento delle ore di laboratorio e diinglese, l'aumento di stage e tirocini e

una maggiore flessibilità dell'offerta for-mativa. Gli Istituti professionali sarannodivisi in due settori:dei servizi e dell'in-dustria e artigianato e avranno sei indi-rizzi.Per tutti ci saranno meno ore chesaranno, però, di 60 minuti:27-30 neilicei,32 negli istituti tecnici e professio-nali Aumenterà il numero di ore dimatematica, scienze e lingue straniereed è previsto un maggiore collegamen-to con le Università e il mondo del lavo-ro. Per tutti gli indirizzi, poi,ci sarà unadivisione in due bienni e un anno fina-le, anche se I cambiamenti per que-st'anno riguarderanno solo le primeclassi Questi, in sintesi, i caratteri principalidella riforma che il ministro Gelmini hadefinito "epocale". Noi non siamo ingrado, adesso, di capire se sarà vera-mente così, possiamo solo augurarce-lo, visto il numero dei disoccupati tra igiovani e in particolare tra quelli in pos-sesso di un titolo di studi.

... continua da pag. 2Ha spiegato che in molti casi, lo zoom,serve ad indicare il personaggio princi-pale del film o cartone, o comunque unpersonaggio importante. Poi c'è la "car-rellata", che dà la possibilità di inqua-drare un ambiente abbastanza vastocon immagini ben dettagliate, soprat-tutto quando lo si deve fare per seguirebene una fuga o una corsa di un perso-naggio. per fare ciò viene semplice-mente messa una telecamera su unaspecie di carrello che cammina o corresu dei binari. C'è la "soggettiva", ovve-ro l'inquadratura sul personaggio, attra-verso cui si dà allo spettatore la sensa-

zione di vivere ciò che sta facendo unapersona nel film.Dopo questa "lezione" di cinema abbia-mo assistito alla visione del secondofilm e cioè. Hachiko, commovente emolto bello,anche perché tratto da unastoria vera.Questo film ha come protagonista uncane di nome Hachiko, proveniente dalGiappone e ritrovato da un passanteche lo ha adottato e cresciuto, fino aquando è diventato grande. Ogni matti-na, il suo padrone, doveva prendere iltreno per andare a lavoro, ma Haci loseguiva e si accucciava su una piazzo-la, dove lo aspettava fino alle cinque.

Un giorno, però, durante una lezione dimusica, l'uomo ebbe un infarto e morì,precisamente il 21 maggio 1925. Ilcane, non vedendolo tornare, non siscoraggiò e lo aspettò fino al giornoseguente quando la figlia del suopadrone lo portò a vivere a casa sua.Da quel giorno in poi Haci andava tuttele mattine nella piazzola dove si accuc-ciava fino al pomeriggio, in attesa delsuo padrone, fino al momento della suamorte avvenuta l'8 marzo 1935Ora, sulla piazzola, dove si stendeva ilcane, è situata una statua di bronzo insua memoria.Successivamente alla visione del

secondo film c'è stato ancora un dibat-tito sul tema dell'amicizia.Infine abbiamo preso il pullman e, dopoun piacevole viaggio, siamo tornati acasa, soddisfatti di aver potuto cono-scere in modo dettagliato un mondocosì affascinante ed interessante comequello della cinematografia.

Momenti di accoglienzaClasse 1°A

Il giorno 24 Febbraio noi ragazzi di prima abbiamo accolto gli alunni delle clas-si quinte dei plessi "Capoluogo e La Selva." L' accoglienza è incominciata conil canto del coro: "Heal the world". Dopo il benvenuto della preside, alcuna

alunni della classe prima hanno raccontato le loro impressioni sulle scuolemedie. E' seguito il giro "turistico" dell' istituto e i ragazzi sono stati accompagna-ti nei vari laboratori, dove alunni e insegnanti hanno mostrato loro le diverseattrezzature di cui la scuola dispone. Prima di salutare abbiamo offerto loro unpiccolo buffet che hanno gustato molto volentieri. Infine, a ricordo della giornata,abbiamo scattato delle foto.

Pensiamo al nostro futuro...

Istituti che abbiamo visitato:Istituto Turistico di Faicchio

Istituto Alberghiero di CastelvenereIstituto “Carafa” di Cerreto SannitaIstituti che sono venuti da noi:

Liceo Scientifico-Liceo classico-Istituto professiona-le di Telese

Istituto Tecnico Agrario per Geometri di LarinoLiceo Scientifico di Piedimonte Matese

Istituto Industriale di San Salvatore TelesinoIstituto Tecnico "Giustiniani" di Cerreto Sannita

Istituto Professionale di AlifeIstituto Tecnico Agrario di Piedimonte Matese

Il Ministro Mariastella Gelmini

Page 4: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoPagina 4 Anno 3 numero 2

di Marika Maturo e Lucia OnofrioLo scorso ventisette gennaio, giornoormai da anni, dedicato al ricordo dellevittime ebree del nazismo, noi alunniabbiamo vissuto un'esperienza coin-volgente, assistendo dalle nostre aule,attraverso le lavagne interattive ad unamanifestazione in diretta nazionale.Infatti l'Associazione Figli della Shoah,la Fondazione Memoriale della Shoah,il Conservatorio "G.Verdi" dii Milano e ilgruppo “24 Ore” hanno organizzato unincontro con Liliana Segre, sopravvis-suta al campo di sterminio diAuschwitz-Birchenau. Come diceva-mo, l'iniziativa è stata molto apprezzatada noi alunni, nonostante il tema cosìimpegnativo, sia perché condivideva-mo insieme a tanti altri ragazzi e giova-ni tale esperienza, sia perché era laprima volta che potevamo ascoltare leparole di una persona che aveva vissu-to,direttamente, quella barbarie. Latestimonianza è stata preceduta da variinterventi, tutti significativi:del direttoredel conservatorio, di un Rabbino, diMassimo Esposti e di Ferruccio deBortoli, rispettivamente responsabile edirettore de “Il Sole 24 ORE. Il direttore del conservatorio ha sottoli-

neato, tra l'altro, come la Shoah siastata frutto "dell' assuefazione dellementi e della massificazione operatadalla propaganda nazista" e rivolgen-

dosi a tutti i ragazzi in sala e in collega-mento, ha raccomandato: "Non rinun-ciate al vostro spirito critico".Il Rabbinoinvece ha ribadito l' importanza di ricor-dare quanto è successo anche perchéper tanti Ebrei non si hanno "lapidi,tombe, né sepolti". Ci ha sollecitati anon abbassare la guardia in quanto l'antisemitismo è, ancora, una realtà.Dopo i vari interventi, a sottolineare l'importanza dell' avvenimento l' orche-stra ha eseguito un toccante brano: "Ilsopravvissuto di Varsavia" di ArnoldSchoenberg. In seguito, la signoraSegre, ottant' anni, è stata invitata sulpalco. Prima di iniziare e nel corso delsuo racconto, ha preteso il silenzioassoluto per rispetto dei tanti Ebrei cheda quell'incubo non sono riusciti a venirfuori. Con grande dignità, che nessunaoffesa nazista è riuscita a scalfire haraccontato la sua storia. L' ha fatto inmodo sereno, come una nonna cheracconta le sue esperienze ai nipoti,suscitando in noi emozioni molto forti.Ci siamo immedesimati nel suo raccon-to, abbiamo vissuto con lei il drammadella persecuzione, le umiliazioni, lepaure, la sofferenza, ma anche la forzadi resistere, di guardare avanti, diaggrapparsi a tutti i costi alla vita. Cisiamo commossi immaginando quellabambina di otto anni che, all'improvvi-so, viene esclusa dalla scuola e comin-

cia a chiedersi: perché?...Nessunosapeva darle una risposta, perché unarisposta non c'era, aveva una solacolpa:essere ebrea! Abbiamo vissutocon lei gli anni del carcere a: Como,Varese, San Vittore, la deportazione adAuschwitz, la straziante separazionedal padre, che non avrebbe più rivisto.E ancora il suo sgomento nel rendersiconto della ferocia nazista, il terrore, lafame, il freddo, le "selezioni" che riusci-va a superare solo perché era alta,ilavori forzati visti come una liberazioneperché, per qualche ora, usciva dallager.

Ci siamo vergognati quando ha parlatodi "indifferenza colpevole" da parte dimolte persone e ci siamo sentiti orgo-gliosi per tutti i "Giusti" che non sonorimasti indifferenti. Ha spiegato che

porta con orgoglio il numero sul brac-cio, perché è "una vergogna per chi l'hafatto, un onore per chi lo porta," ha ilrammarico di aver fatto finta di nonvedere, pur di sopravvivere e di nonessersi voltata nemmeno quandohanno portato via la sua amica Janine.Il senso di colpa l'accompagna anchese la ricorda sempre e ne parla perchétutti noi facciamo altrettanto…" vocedolce, occhi azzurri, capelli biondi, ven-tidue anni, uccisa per la sola colpa diessere nata".Con lei abbiamo odiato i giovani tede-schi che la deridevano e le sputavanoin faccia, vedendola andare in fabbricae,ancora di più , il generale tedescoche l'aveva torturata e picchiata e di cuisi stava per vendicare. Infatti si era"nutrita di odio e vendetta" e quandoall'arrivo dei Russi, per un caso fortuito,si è trovata con una pistola con cui sisarebbe potuta vendicare del generale,non l'ha fatto perché aveva scelto lavita e non poteva toglierla a nessuno.Queste sono state le sue parole con-clusive:" Da quel momento sono diven-tata una donna libera e una donna dipace, e lo sono ancora adesso".

La testimonianza di Liliana Segre nel giorno della memoria

Un esempio di grande dignità

Per non dimenticare: la shoah e le foibe

I ragazzi della II A"Una tragedia negata", così è statadefinita l'uccisione di migliaia di Italiani,nelle foibe negli anni tra il 1943 e il1946, e l'esodo forzato di istriani, fiu-mani e dalmati dalle loro case e dailoro affetti. Negata, perché per troppi

anni la si è tenuta nascosta, ignorataperfino dai libri di storia. I morti, però,hanno lo stesso valore, al di là di ognicolore politico. Noi, ragazzi abbiamo

riflettuto su tale argomento, attraversola visione di un film: "Il cuore nelpozzo" che tratta proprio questa tema-tica. Abbiamo commemorato così ilgiorno del ricordo, istituito dalParlamento italiano il 30 marzo 2004,proprio per porre rimedio a tanti anni disilenzio. Ma che cosa sono le foibe echi perseguitò tanti italiani? Sono dellecavità carsiche, dove vennero gettatiun gran numero di nostri connazionali,dell'Istria, da parte del marescialloJugoslavo Tito e dei suoi seguaci: i titi-ni. Questi ultimi erano spinti sia da unasete di vendetta contro gli italiani rite-nuti conniventi con il partito fascista,appena caduto e che li aveva dura-mente perseguitati, sia per dalla paurache si opponessero al loro tentativo diannettere la Venezia-Giulia allaJugoslavia. In realtà i partigiani jugos-lavi, torturarono, perseguitarono euccisero, non solo gerarchi fascisti, maanche persone che ritenevano avesse-ro appoggiato il regime e semplici citta-dini con la sola colpa di essere italiani.Il numero dei morti non è mai statoaccertato, da parte degli storici, maoscilla tra i 5.000 e i 10.000. Uno dei

bambini protagonisti del film, scrivendosu di un diario, regalatogli dalla madre,sostiene che il suo cuore rimarrà infondo al "pozzo", cioè la foiba in cuisono stati uccisi i suoi genitori.Attraverso la vicenda personale di ungruppo di bambini orfani, perseguitatidal partigiano Novak, e guidati verso lasalvezza da Don Bruno, da Anja unaragazza slava e dal suo fidanzatoEttore, un reduce alpino, abbiamopotuto renderci conto delle atrocitàcommesse dai titini. Soprattutto, però,abbiamo capito come sia difficileaccertare la verità storica.

Foibe: “Una tragedia negata”

Il cuore nel pozzo

La signora Liliana Segre

I titini guidati da Novak

I bambini verso la salvezza

Visita il nostro sito:http://

digilander.libero.icfaicchio

La redazione

Dirigente Scolastico:Dr. Maria Rosaria Icolaro

Docenti:Nunzia Ciarlo

Massimo D’OrsiRaffaela Raiola

Lina Straffi

Campo di sterminio di Dachau

Una foiba nei pressi di Basovizza

Page 5: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del Titerno Pagina 5Anno 3 numero 2

Tra cultura, storia e sport...

Un incontro vittoriosodi Alina Pavoncello

Sono le nove dell' undici febbraio e tutti i ragaz-zi delle due terze ed alcuni delle seconde sonopronti per recarsi al Palamamma per sfidare,

nuovamente, la scuola media di Frasso Telesino.Tutti “agguerriti” e “armati” di trombette e cartellonientrano nel pullman. Arrivati a destinazione i ragazzisi posizionano sugli spalti, attaccano cartelloni esventolano bandiere mentre, le ragazze iniziano afare qualche passaggio per riscaldarsi e volano quae là foglietti sui quali c' è scritta la formazione, che sicambia e si ricambia mille volte! Dopo circa ventiminuti entra in campo la prima formazione, le ragaz-ze si posizionano e… via si parte, dopo il fischio delnostro speciale arbitro professor Mastrocinque. Sicommette qualche errore, ma si riesce a controllare ilpunteggio; dopo pochi minuti dall' inizio del primo set

si fanno alcuni cambi per movimentare la partita. Conil tifo, che ad ogni punto esulta, si prende coraggio esi vince il primo set, tutti vanno incontro alle ragazzeper festeggiare. La partita, però, non è ancora finitamanca ancora un set. Si mettono in campo le piùbrave in modo tale da risultare vincenti. C'è molta

tensione in campo, infatti si perdono un po' di punti,ma basta sentire le urla provenienti dagli spalti, chegridano con forza il nome di ogni ragazza di Faicchio,per recuperare e vincere di nuovo. Le avversariesembrano un po' confuse da tutto il clamore ed ilcalore che il nostro pubblico trasmette, ma non-ostante ciò, rimangono costanti nella conduzione delgioco. L' arbitro fischia la fine della partita, a quelpunto la nostra squadra, consapevole di aver vinto,corre attorno al campo seguita dal nostro pubblico,urlando di gioia e sventolando lo striscione con lascritta: " I.C. Faicchio". Dopo il saluto, accompa-gniamo le "avversarie" di Frasso a visitare ilCastello Ducale, dove , accantonata la rivalità agoni-stica, ci conosciamo un po' meglio mentre visitiamola bellissima struttura. Cerchiamo anche di farci per-donare per il tifo, forse, un po' eccessivo. In fondo,però, volevamo solo divertirci e riscattare la sconfittanell'incontro precedente!

King Arthurdi Lucia Onofrio

Una rappresentazione teatrale in lingua ingle-se? Una vera e propria sfida per noi ragazziche, però,abbiamo superato alla grande.

Torniamo indietro e capirete di cosa stiamo parlando.Siamo stati invitati ad assistere a uno spettacolo tea-trale in inglese: “King Arthur" e appena ricevuta laproposta eravamo un po' incerti se parteciparvi omeno. Pensavamo di annoiarci e di non comprende-re ciò che veniva rappresentato, ma abbiamo comun-que accettato.Arrivati in teatro, poi, abbiamo subito capito che cisbagliavamo, infatti, lo spettacolo è stato molto coin-volgente e facilmente comprensibile.La storia, come avrete capito ci ha condotto nelmondo medioevale più precisamente in Britanniadove si svolgevano le vicende dei protagonisti dellaleggenda di re Artù e dei cavalieri della Tavola

Rotonda. Tutto si incentra sulla ricerca del SacroGral e sul tradimento di Lancillotto che s'innamora diGinevra, moglie di re Artù.Gli attori si sono concessi anche delle licenze teatra-li, permettendoci di seguire più facilmente il dialogo edi strapparci qualche risata. Pensate, infatti, che ditanto in tanto venivano usati dei vocaboli in dialettonapoletano!Durante lo spettacolo hanno fatto partecipare anchedue alunni per risolvere il misterioso indovinello cheArtù doveva porre a tutte le ragazze affinché potessetrovare la sua futura moglie; dopodiché lo spettacoloè continuato, sempre con lo stesso ritmo coinvolgen-te e molto divertente.Terminata la rappresentazione il direttore del teatroha presentato gli attori, salutati dal pubblico, con unprolungato applauso.Crediamo che non sia stata la solita e "noiosa" usci-ta scolastica ma un'esperienza diversa all'insegnadel divertimento,ma anche dell'importante confrontocon la lingua inglese parlata da "native speakers".

Parte Secondadi Marzio John Antenucci

Faicchio si distinse anche duranteil periodo della storia romana.Infatti il nostro paese continuò a

essere un importante centro strategicoper le operazioni militari. I Sanniti furo-no i primi a sfruttare questo vantaggioe a insediarsi nel nostro territorio.Essendo un popolo bellicoso usarono ilnostro territorio per proteggere l'interavallata dalle incursioni romane dandoorigine alle guerre sannitiche. Dopo leprime vittorie i sanniti furono sconfittidefinitivamente a Cava Rena, unalocalità tra Massa e Fontanavecchia.Anche nel periodo della seconda guer-ra punica il nostro territorio fu fonda-mentale per l'infiltrazione deiCartaginesi verso Roma, riuscendo aevitare l'esercito di Fabio Massimo.Queste testimonianze che si trovanoanche nei testi di Livio, storico dellaRoma antica,attestano l'importanzastrategica del nostro territorio e avvalo-rano la civiltà dei Sanniti che vennero

sconfitti dall'esercito romano forse soloperché inferiori negli armamenti dell'e-sercito.Particolare importanza ha il ponte diFabio Massimo costruito sul fiumeTiterno e risalente al III secolo a.C.Un tratturo costituiva la prima via di

comunicazione, che annodava Alife, laValle telesina con quella del Titerno,Benevento e le Puglie, allacciandotutto il massiccio del Matese con unponte che passava sul fiume Titerno.Inizialmente serviva ad agevolare le

comunicazioni con il Matese e il Monte

Erbano e, secondo la tradizione, per-mise il passaggio di Annibale e dellesue truppe nel corso della II guerrapunica (216 a.C.).A Fabio Massimo, detto "il temporeg-giatore" fu dedicato il ponte e il"pagus", originariamente situato sulmonte Acero, si stabilì a valle con ilnome di Massa.La sovrastruttura, originariamente inlegno, fu costruita in pietre e calce-struzzo dai Sanniti, ed in seguitoampliata dai Romani con malta e mat-toni, per il passaggio dell'antica viaLatina. La struttura esiste ancora. La sezione del ponte che scavalca ilTiterno è formata da un'unica arcata atutto sesto di m. 12 circa di corda, chesi innalza ad oltre m. 13 dal letto,anche se a prima vista può sembrareinsistere su tre arcate.A causa delle molteplici sovrapposizio-ni di tipo costruttivo che si sono salda-te con quelle precedenti, senza cancel-larle mai del tutto, il ponte rivesteun'importante stratificazione storica.

La storia sannita e romana del nostro paese

Il ponte Fabio Massimo

Le atlete delle due squadre

Page 6: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoPagina 6 Anno 3 numero 2

ProgettoInnovaScuolaNoi interattivi… "nativi digitali"

Il progetto "Sperimentare la nuovascuola", realizzato dalle classi IIA, IIB,e III A nell'ambito dell'iniziativaInnovaScuola, ha voluto rispondereall'esigenza dei "nativi digitali"di speri-mentare e implementare le opportuni-tà offerte dalle ICT in ambito didatti-co.Promosso dalla Presidenza delConsiglio dei Ministri, indetto dalMinistro per le Riforme e leInnovazioni nella Pubblica Amministrazione, il proget-to INNOVASCUOLA ha inteso favorire l'integrazionedi nuovi strumenti tecnologici per il processo di inse-gnamento/apprendimento.In ambito provinciale, la nostra scuola è stata ammes-sa al finanziamento assieme ad altre due scuole.La partecipazione al progetto ci ha consentito di otte-nere la dotazione di tre lavagne interattive (LIM), con

le quali abbiamo potuto sperimentare una nuovamodalità di fare lezione e di apprendere. Dobbiamodire che tutti noi siamo rimasti molto entusiasti per lapossibilità di utilizzare una strumentazione tecnologi-ca così innovativa.Già nella passata programmazione, il progettoDigiScuola aveva coinvolto un numero considerevoledi scuole e aveva offerto loro l'opportunità di misurar-

si con nuovi linguaggi e nuovi strumenti perdar vita all'adozione e all'integrazione dellenuove tecnologie e dei contenuti didatticidigitali nei processi di insegnamento eapprendimento.L'area pluridisciplinare, nell'ambito dellaquale abbiamo svolto la nostra attività, èstata quella storico-geografica. Oggetto distudio ed approfondimento è stato il nostroCastello Ducale, il cui fascino e mistero èstato svelato attraverso la produzione di uncontenuto didattico digitale Learning object.L'idea progettuale didattica è stata sviluppa-ta gradualmente. Definito il campo di studio,abbiamo programmato i diversi step.Acquisire documenti, visitare il castello perle riprese, le fotografie; scrivere e registrareil testo da utilizzare per la presentazionedigitale, selezionare le foto, scegliere lemusiche. Abbiamo lavorato attraverso uncostante raccordo con le docenti, la profes-

soressa Ciarlo Nunzia e Giovanna Principe che, inverità, sono state esse stesse allieve nel corso di for-mazione metodologica per l'utilizzo delle LIM.L'opportunità che ci ha offerto INNOVASCUOLA èstata motivante e… perché no, molto emozionante.Noi sicuramente continueremo. Abbiamo tanto dadire e... da fare.

Immagini del Castello Ducale di Faicchio, tratte dall’album del progetto InnovaScuola

I NOSTRI PROGETTI

Continua dalla prima pagina

L'incapacità a creare relazioni autentiche e comuni-cative, quindi educative, tra genitori e figli, docenti estudenti, gruppo dei pari; il consolidarsi di "non-luo-ghi di socializzazione", reali e virtuali; il proliferare diforme stereotipate di intolleranza; la difficoltà a strut-turare un progetto di vita personale e sociale soste-nibile.

Oggi, l'emergenza educativa è tutto questo. La consapevolezza del prezioso tesoro di cui dispo-niamo, a livello individuale e collettivo, locale e glo-bale, deve spingere a non disperderci nell'individua-zione sommaria di responsabilità ed omissioni.L'emergenza educativa richiama anzitutto ad unapresa in carico del problema da parte di "tutti coloroche hanno responsabilità educative e politiche perripensare a fondo il modo con cui mettersi in comu-nicazione con i più giovani, per accompagnare il pro-cesso della loro crescita in cultura ed umanità", rico-minciando a pensare non all'oggetto dell'educazionema al soggetto da educare.

Chiede di trovare, insieme, il modo più giusto percomprendere e reinterpretare, nell'attuale complessi-tà di vita, quel tesoro di valori maturati nell'esperien-za umana lungo la storia.

Impone lo sforzo di rendere quei valori vitali e comu-nicabili; fecondi e produttivi, nell'oggi della storia diciascuno e di tutti.

Scuote "l'universo adulto" al recupero di quell'auto-revolezza dialogante, che regola e guida, e dellaquale i nostri figli e i nostri studenti, i nostri giovani,oggi, hanno un estremo bisogno.

Conduce a ripensare alla scuola, "spazio comunitarioorganico ed intenzionale del fare educazione", comestrategica risorsa formativa dell'oggi, centrata sulruolo attivo delle persone, siano esse docenti, geni-tori, studenti, e di tutti coloro che a vario titolo sonocoinvolti.Significa recuperare il senso della narrazione, cheriesce a coniugare tradizione e innovazione."La formazione dipende da due sole cose: l'esisten-za di narrazioni condivise e la capacità di tali narra-zioni di offrire una ispirata ragione per l'istruzione el'apprendimento. Senza un significato l'apprenderenon ha uno scopo. Senza uno scopo, le scuole nonsono degne di attenzione".Chi se non le persone, soggetti in narrazione, inquanto risorse educative e creative, capaci di relazio-narsi, di motivare l'apprendimento e di comunicare etrasformare i saperi in competenze spendibili per see per gli altri possono accogliere questa sfida?"L'educazione, fornendo a tutti l'accesso al sapereha precisamente questo scopo universale: aiutare gliuomini a capire il mondo e a capire gli altri".L'utopia potrebbe divenire possibile; l'emergenzapotrebbe trasformarsi in risorsa.

*Dirigente Scolastico

Continua dalla prima pagina

FANTASTIC ENGLISH (50 h) è il percorso di lin-gua inglese per acquisire competenze ed abilitàlinguistiche, capaci di renderci competenti ininglese e di ottenere una certificazione validaper il nostro curriculum.

CERAMICARE(30h) è un percorso artisico-manipolativo. L'incontro dei bambini con la cera-mica è un'occasione per osservare con occhidiversi il mondo. I piccoli ceramisti si cimente-ranno nelle diverse pratiche di decorazione, dimanipolazione e di costruzione di manufattiattraverso la loro fantasia e la creatività.

Lo scorso anno questo progetto è stato moltoapprezzato dai bambini che numerosi hanno fre-quentato con gioia ed assiduità, anche grazieall'impegno e alla competenza di esperti e tutor.

L'avventura comincia!

Page 7: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del Titerno

I LABORATORI DEGLI ALUNNI DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA E PRIMARIA

Pagina 7Anno 3 numero 2

... carnevale a scuola L'agenzia teatrale "ArteVaria" e la "Pro Loco"

si attivano per stareinsieme ancora una volta

Annamaria Massaro cl. V "La Selva"

Carnevale significa (dal Latino ) toglie-re la carne, e richiama anche allegria efesta perciò ci fa pensare, soprattutto,alle cose belle. Per me il Carnevale è

bello! Io lo aspetto con gioia e lo tra-scorro partecipando ai carri il 14 e il 16febbraio, per l'intera giornata. Io nonfaccio scherzi brutti, ma lancio i corian-doli e le stelle filanti. A tutti coloro cheamano festeggiarlo si raccomanda diricordarsi che lo scherzo deve morderecome una pecora…non come un cane!Infatti lo scherzo non deve esseremolto pesante si rischierebbe di farsimale a vicenda. Inteso così, sarebbeun’occasione per fare dispetti o pervendicarsi di qualcosa. W il Carnevale!

... il nostro carro di Macchia

in trasferta

l’angolo dello svagoCruciverba

Orizzontali 1) Lo producono le fabbriche 4) E' assordante8) Centro di muro10) Verso della mucca11) Sigla di Foggia12) Articolo determinativo13) Oppure in inglese14) Futuro di fare16) Consonanti di dito 17) Sigla di Taranto18) Animali senza mali19) Orsetto in estinzione22) Egli per gli inglesi24) Consonanti di capo25) Macchina in inglese27) Metà ieri28) Sani31) Sigla di Torino33) Vocali di noi34) Avverbio 35) Appartengono al passato38) Sono colorate in giardino

Verticali2) Si forma sulle superfici3) Rifiuti di esseri viventi5) Non ancora asciutto6) La fa il vigile7) Si può bucare9) Metallo15) Atteggiamento di riguardo19) Frutto peloso20) La dà il sole 21) Insieme di esseri viventi23) Miscela di gas26) E' pericolosa29) Avverbio di negazione30) A te36) Vocali di lei37) Avverbio di luogo

Evviva il carnevale!Evviva il carnevale!Che bello travestirsi Che bello travestirsi

da indiani!da indiani!

a cura di Elia Riccitelli, Angela Palmieri eFilomena Perfetto, Classe V " La Selva"

Page 8: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoAMBIENTE

Un “progetto” che ha messo radici...

Pagina 8 Anno 3 numero 2

Classe IV La Selva

Con il ritorno della primaveraabbiamo fatto una scopertastraordinaria…

L 'anno scorso durante la manifesta-zione in onore dell'ambiente nel corti-le della nostra scuola sono stati messia dimora alcuni alberi, affidati poi allecure dei bambini della scuola primariae della scuola dell' infanzia del plesso“La Selva”.Tra gli alberi c'era un pesco, un limo-ne, un olivo, alcuni alberi di elea-

gnus, un corbezzolo e alcune pianti-ne di fiori vari.Grande è stata la nostra meravigliaquando abbiamo scoperto che glialberi non solo non sono seccati ma,sono addirittura fioriti ed hanno datoil loro frutto.Pensate che sull' albero di limonefanno bella mostra di sé ben quattrofrutti!Così abbiamo pensato di scattare lefoto agli alberi che abbiamo piantatonel giardino della nostra scuola l'annoscorso, guardate che meraviglia…

EleagnusCorbezzolo

PescoLimone

... il risvolto della medaglia: uomini senza “radici”

L' inquinamentodi Angela Riccitelli, Giusi Di Meo, Angelica Petrucci

L' inquinamento causamolti problemi allanostra vita. Intanto stia-mo danneggiando anchel' ozono. A causa dell'in-quinamento l'aria nonsarà più buona quindi noidovremmo purificarla ed

imparare a curarla, per-ché non si ammala sololei ma ci ammaliamoanche noi. Allora appro-priamoci di nuovi verbi.Se si separassero i rifiuti… Se si sprecasse menoacqua … Se si cammi-nasse in bici … Se siriuscisse a fare a menodelle tante comodità…Se si fosse menodistratti … Forse si capi-rebbe che bisogna fare.

Intanto tra il dire e il fare,ci va di mezzo il mare!Tutti insieme bisognaremare. Se il congiuntivosi usasse di meno, il futu-ro sarebbe più sereno.Su, all'opera non perdia-mo neanche un secondo! Insieme salviamo ilnostro mondo.Usa il verbo io faccio, tufai, noi facciamo! Così, dicerto, la situazionemiglioriamo!

Mercoledì 29 febbraio eravamo diritorno dalla visita alla scuola secon-daria in via Regina Elena ci siamo fer-mati per strada ad osservare i rifiutinel bosco del Parco Arenella. In quelmomento abbiamo pensato che nonrispettare uno spazio pubblico è undanno che facciamo a noi stessi. E' necessario modificare i comporta-menti scorretti e avere rispetto perl’ambiente circostante!

Olivo

Page 9: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoPagina 9 Anno 3 numero 2

Sulle tracce del dinosauro Scipionix Samniticus

Il 22 febbraio noi alunni della classe terza del ples-so "La Selva", insieme alle nostre maestre, abbia-mo organizzato un'uscita a Pietraroja.

Era una brutta giornata perché pioveva a dirotto. Il cielo era grigio come la cenere e dalle nuvolepesanti cadevano grosse gocce d'acqua.Mentre fuori faceva freddo e il cielo era triste, noi nelnostro cuore avevamo un sole sorridente che ci face-va sentire felici, emozionati, curiosi e impazienti.Stavamo andando al Paleo-Lab perché volevamoampliare le nostre conoscenze storiche, scientifiche egeografiche.Siamo partiti alle 9.30 con un piccolo pullman e dopocirca 40 minuti siamo arrivati. Ci hanno accolti unuomo ed una donna. La signora si è presentata dicen-doci che sarebbe stata la nostra guida e che ci avreb-be accompagnato lungo tutto il percorso.Come prima cosa, ci ha mostrato un cucciolo di dino-

sauro di circa 113 milioni di anni. Questo cucciolo sichiamava Scypionix Samniticus, proprio perché erastato ritrovato nella provincia di Benevento, cioè nelSannio. Gli avevano dato, però, anche un nomignolopiù simpatico: "Ciro".Ciro era un dinosauro bipede, sapeva correre veloce-mente e aveva una coda che usava per tenersi inequilibrio. Questo fossile era sorprendente perchéconservava perfettamente le sue parti molli, come l'in-testino e il fegato.Successivamente, la guida ci ha accompagnati in unascensore virtuale che ci ha condotti indietro neltempo fino alla nascita della Terra. Tornati dal viaggio virtuale, siamo andati in un'altrastanza dove la guida ci ha mostrato un albero geolo-gico. Qui ci siamo divisi in due gruppi di lavoro edabbiamo risposto a delle domande al computer.In seguito, siamo stati accompagnati in un laborato-

rio. Qui la guida ha passato una grossa penna con lapunta tonda e luminosa su di un fossile di pesce.Attraverso un monitor abbiamo visto i sali minerali diquesto fossile e capito il processo di fossilizzazione.Per farci divertire un po', la signorina ha passato lapenna sul dito di un nostro compagno. E' stato unmomento magico! Vedavamo la pelle che, a occhionudo, non mostra tutte quelle righe arcuate come l'ar-cobaleno.Il momento più emozionante è stato assistere ad unvideo in 3D che raccontava della nascita dell'universocon l'esplosione del Big Bang. Grazie agli occhialinitridimensionali, le pietre e le scintille di questa esplo-sione ci venivano contro. Per paura che ci colpisserola faccia, noi ci spostavamo con il corpo, oppure cer-cavamo di fermarle con le mani…!Durante questa fantastica visita, ci siamo divertititanto anche a realizzare un fossile ciascuno. La guidaha dato ad ognuno di noi una formina e noi abbiamoversato dentro una cremina fatta di acqua e polveredi gesso.Mentre aspettavamo che i nostri capolavori si asciu-gasserro, abbiamo fatto merenda. Infine, abbiamo riti-rato i fossili e ci siamo avviati al pullman.Sulla via del ritorno, abbiamo deciso di cantare"Nasce la Terra", una canzone che avevamo impara-to a scuola con la maestra. Tutti in coro cantavamo asquarciagola "…nasce la Terra, la nostra Terra…Nasce la Terra, la nostra Terra…In principio fu laTerra, tutta incandescente, un veroguazzabuglio…non si capiva niente!..." Un nostro compagno era stanco morto e ne ha appro-fittato per schiacciare un pisolino.Questa giornata è stata emozionante e ci è servitaper arricchire il nostro sapere. Vi diamo un consiglio: andate anche voi al Paleo-Lab.Per l'occasione abbiamo anche inventato uno slogan:"Non poltrire come un ghiro. Esci e va' a conoscereCIRO!"Vi piace?

CCHHEE SSTTOORRIIAA EE’’ QQUUEESSTTAA!!

Le fiabe insegnano...Le fiabe insegnano...

Page 10: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del Titerno

Progetto di lingua inglese nella scuola dell’infanzia

Pagina 10 Anno 3 numero 2

Rainbowdi Angela RiccitelliL’insegnante di L2 mi ha chiesto di tra-vestirmi da clown per presentare “unalezione” riferita ai colori. Nell' indossare i panni di questo perso-naggio ho provato una vergogna infini-ta: mi sentivo ridicola e impacciata neimovimenti, ma poi mi sono fattacoraggio e ho sconfitto la vergogna cheho provato. Quando sono entrata nellasezione ho avuto un tuffo al cuore e mitremavano le gambe, ma mi è bastatoguardare il viso dei bimbi e subito hoiniziato a parlare in inglese. L' espe-rienza mi ha arricchito molto perché homesso a disposizione le mie conoscen-ze in lingua inglese e mi sono confron-tarmi con i bimbi più piccoli.

… Arriva "l'inglese" anchenell'infanzia

di Angelica Petrucci e Adolfo De Filippo

E' stato riproposto anche quest' anno ilprogetto di lingua inglese che vedecoinvolti tutti i bambini della scuola dell'Infanzia di Faicchio. Le "lezioni" simpa-tiche e un po' diverse dal solito danno l'opportunità di emozionarsi ogni volta. Il4 Marzo 2010, nel plesso la Selvaabbiamo letto grande curiosità negliocchi dei bambini coinvolti in una lezio-ne "The colours" presentata diretta-mente dal clown di nome Rainbow.Questo pagliaccio era tutto colorato esempre in movimento, non era italiano,parlava solo l' inglese, ma di sicuro ibambini, tutti a bocca aperta, nonhanno perso neanche una parola.

Progetto Cinema: un valido strumento educativo

La principessa e il ranocchio

Storia di emozioni

ro

atnem

otteg

PAl

n

i

oiz

e

Page 11: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del Titerno

ATTUALITA’

Pagina 11 Anno 3 numero 2

di Alessia Palmieri e Debora Di Nello

Succede quasi sempre che,dopola prima commozione e mobilita-zione, in seguito ad una trage-

dia, tutto venga dimenticato e ognunotorni a pensare alla propria vita. A più didue mesi dal terribile terremoto che hacolpito Haiti,vogliamo ancora ricordaretutte le vittime e concentrarci, partico-larmente, sui bambini che sono statisicuramente i più colpiti dal sisma.Sono rimaste impresse in noi le imma-gini di quei bambini estratti dalle mace-rie ormai privi di vita, di altri che vaga-vano nel caos da soli, bambini grave-mente feriti, spaventati…Come dimen-ticare la tragedia che si leggeva neiloro occhi? Così abbiamo voluto riper-correre quella vicenda e renderci contodi ciò che è stato fatto e di ciò che restada fare. Abbiamo scoperto, però, chead Haiti, già prima, le condizioni dimolti bambini era drammatica in quan-to, essendo un Paese estremamentepovero, molti vivevano in istituto per lamancanza di tutti e due o di uno solodei genitori, più di quattromila vivevanoin strada, tanti, troppi erano già abban-donati a se stessi. In una situazionecosì precaria si è abbattuto il distruttivoterremoto del gennaio 2010. Tutto ilmondo si è mobilitato per portare aiutoe molto attive sono state le varie asso-ciazioni umanitarie internazionali chehanno operato dando l'aiuto che pote-vano, vista la mancanza di tutto: acquapotabile, cibo, medicine… In particola-re, l'Unicef ha vigilato su uno dei peri-coli più gravi: le adozioni illegali e lacosiddetta "tratta" di bambini su cuilucrano le organizzazioni criminali.Pare che circa duemila bambini nesiano vittime. Ciò è possibile perchésolo una piccola percentuale di neona-ti viene registrata alla nascita. Dopo ilterremoto, poi, gran parte dei certificatidi nascita sono andati persi, per cui il

rischio del traffico illecito è aumentatonotevolmente. Come dicevamo, però,ci sono ben ventinove organizzazionicoordinate dall'Unicef,che si stannooccupando del problema cercando dicondurre ad esito positivo i ricongiungi-menti familiari. Ogni bambino soprav-vissuto, cioè, deve avere il temponecessario per potersi ricongiungeread una persona di famiglia che possaprendersi cura di lui, prima di esseredichiarato adottabile. Si potrà parlare diadozioni legali ,quando la situazione sisarà assestata e si sarà accertato cheil trasferimento in un Paese straniero èla soluzione migliore. Ormai si è con-clusa la fase dell'emergenza riguar-dante il salvataggio dei superstiti e lapreparazione di alloggi provvisori e si èpotuto calcolare che i bambini coinvoltisono stati circa un milione e mezzo.Attualmente è in atto la seconda fasein cui si cerca di soddisfare i bisognidella popolazione che, priva di tutto,conta sugli aiuti di altri Paesi. E' neces-sario, quindi, non dimenticare e far sìche gli aiuti continuino ad arrivare,

soprattutto ai bambini, e si possa pro-cedere alla terza fase quella della rico-struzione. Ognuno di noi può fare qual-cosa per aiutarli a ritrovare un po' diserenità non allontanandoli dalla loroterra.

di Giuseppe Cofrancesco

Un sisma di magnitudo 7 ha colpi-to, il 13 gennaio alle 16.53 (le22.53 in Italia) Haiti, con epicen-

tro a una quindicina di chilometri dallacapitale Port-au -Prince.Contemporaneamente è stato diramatoun allarme tsunami per tutto il quadran-te caraibico, poi rientrato. Secondo l'Onu e la Croce Rossa ilsisma ha colpito dai 3 ai 3.5 milioni dipersone, oltre un terzo della popolazio-ne totale del Paese. Migliaia di personesono rimaste sepolte sotto le maceriedopo che i soccorritori hanno lottatoper giorni contro il tempo per estrarnevive quante più possibili.Solo un ospedale è rimasto in piedi masubito ha esaurito la capacità di acco-glienza; la Croce Rossa internazionalesi è attrezzata per allestire alcuni punti

di pronto soccorso da campo. La portaaerea italiana "Cavour" ha portatoattrezzi ospedalieri e beni di primanecessità. La parte bassa di Port-au-Pince è stata completamente distrutta,mentre la parte che sorge sulle colline,

è stata un po' risparmiata. La città èrimasta isolata per giorni, i telefoni nonhanno funzionato, c'è stato solo qual-che contatto di fortuna via internet.Scioccante la frase del premier JeanMax Bellerive, che, intervistato dalla

CNN ha affermato: “Difficile fare unavalutazione precisa del numero dellevittime ma spero che la gente abbiaavuto il tempo di uscire in strada anchese alcuni quartieri sono stati distrutticompletamente, non si vede più unapersona!"L'Unicef ha fatto un appello per la rac-colta di fondi per aiutare Haiti e si pos-sono fare donazioni anche tramite cel-lulari. Io guardando le immagini del ter-remoto mi sento molto male e mi riten-go una persona molto fortunata perchého tutte le comodità, ma soprattuttonon devo piangerei miei cari. Speroche la sensibilità faccia sì che ognunosi senta in dovere, secondo le propriepossibilità, di dare un aiuto significativoa quella popolazione così in difficoltà.

Dare un sorriso e una speranzadi Ferdinando Lavorgna

Assistiamo quasi tutti i giorni aeventi calamitosi o a scene diguerra che mettono a nudo

immagini di desolazione e di angosciaben visibili sui volti delle persone piùdeboli e più colpite. Non sappiamocome far rinascere un sorriso nelle per-sone più sfortunate di noi, specialmen-te nei bambini e spesso, presi da senti-menti di pietà, vorremmo poter farequalcosa di immediato per loro. Ladistanza ci blocca. Esistono, però,associazioni e organismi internazionaliseri che, senza scopo di lucro, ci per-mettano di renderci utili adottando unbambino a distanza. Si invia un contri-buto minimo intestato ad un bambinobisognoso nel mondo e gli vengonogarantiti cure, cibo e istruzione. Miopadre mi ha raccontato che nella suascuola, gli alunni di una classe hannoadottato un bambino di nome Babu econ una spesa minima gli assicuranouna vita migliore. E' bello tutto ciò!E' un esempio da seguire… sacrifi-chiamo una busta di patatine al giornoe faremo vivere dignitosamente unbambino destinato a morire in qualchezona povera del mondo.

Non dimentichiamoli!

HAITI: più di centomila vittime

Anch’io ho una sorellina in Africadi Marco Lignelli e Luca Antenucci

Molte persone nel mondo,spe-cialmente nei Paesi più pove-ri,sono in seria difficoltà,per-

ché non hanno risorse d'acqua e nonhanno cibo. Nei Paesi poveri delmondo, dove c’è bisogno d'aiuto, inter-vengono organizzazioni di volontariatocome l'Unicef, la Caritas, Agire perHaiti e Actionaid International. La miafamiglia, come molte altre, ha contri-buito e contribuisce alla crescita d'unabambina in Africa, precisamente inSierra Leone, nel distretto di Bombali.Qui da anni, per una guerra civile, moltibambini vengono costretti a combatte-

re, resi schiavi, vittime di guerriglia percui vengono loro amputati braccia egambe. La mia sorellina adottiva sichiama Marie Bangura, è nata nel due-milauno, frequenta la scuola, dove staimparando a leggere e a scrivere.Parla il Limba, una lingua locale, èmusulmana, ed è la sesta dei sette fra-telli che vivono in condizioni precarie.Sono orgoglioso e contento della miafamiglia che ha contribuito conActionaid ad aiutare questa bambina.Basta poco: con soli 0.80 euro al gior-no, che per me sono niente, riesce asopravvivere! Mi auguro che tanti altriitaliani possano fare adozioni a distan-za e aiutare bambini tanto sfortunati. Tante gocce di solidarietà formerannoun mare ricco di aiuti!

Page 12: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del Titerno

ATTUALITA’

Pagina 12 Anno 3 numero 2

di Maria Petrillo

Tutto ha inizio il 12 gennaio 2010quando mi ritrovo coinvolta in unincidente, insieme ad una mia

amica e a sua madre. L'anno è comin-ciato proprio bene!… Tanto che misono ritrovata con una frattura al baci-no, per fortuna, non scomposta, e cosìa dodici anni è iniziato il mio incontroravvicinato con la sanitàitaliana.Com'è andata? Sto per raccon-tarvelo. Soggiornare in ospedale non credopiaccia a nessuno ed io non faccioeccezione, anzi il mio umore peggiora-va ogni giorno di più rendendomi, spes-so, depressa. Devo premettere ,però,che la degenza ha migliorato lamia linea, perché il cibo non è di certopane e Nutella, ma tutt' altro, così hofinito con il mangiare il meno possibiledi ciò che mi veniva servito. Questo,però, è sicuramente il male minore,rispetto a ciò che mi è successo alpronto soccorso. Per distrazione oforse per incompetenza, infatti, hannodiagnosticato che era tutto a posto eche potevo anche camminare,ma nonera affatto così. Se ne sono accortidopo una seconda radiografia e una

Tac, maintantoil femo-re sie r ablocca-to e perquesto, nel secondo ospedale, dovesono stata trasferita in nottata, hannodovuto mettermi in trazione. Arrivocosì a Napoli e, anche qui, comincio aconoscere del personale preparatoe gentile e dell' altro un po' meno !L'aspetto più positivo di un ricovero èche trovi delle persone che hanno giàsofferto o che soffrono come te; alloranasce quel sentimento che si chiamacoraggio che ti spinge a confortare glialtri e a far forza a te stessa. Io didegenti ne ho conosciuti tanti e tuttibravissimi, specialmente una ragazzadella mia età con cui stavo sempreinsieme,o meglio,lei stava sempre conme perché io non potevo muovermi,potevo solo girare la testa da un lato eda un altro. Comunque,nonostante illuogo e le non buone condizioni di salu-te, cercavamo di passare il tempo inmodo piacevole; mi è stata di grandeaiuto insieme a tutte le altre personeche, ogni giorno, venivano nella mia

stanza. Altra cosa apprezzabile negliospedali è l'aiuto dei volontari dell'A.V.O che cercano di strapparti piùsorrisi possibili. Ovviamente come intutte le strutture ospedaliere a voltecapitano dei contrattempi, degli errori,ma penso sia normale. Ad esempio, lapenultima volta che sono andata aNapoli, c'è stata un po' di confusione,che mi ha costretta ad un'attesa di orementre mia madre girava e rigirava trai vari piani alla ricerca di una… barella! L'ultima volta, invece, mi hanno trattatada regina ! Ormai mi conoscevano tutticome "la ragazza del bacino", forseper tutte le lacrime che ho versato?Vorrei terminare il racconto della mia

esperienza, condividendo con voi leconclusioni a cui sono giunta: a voltenegli ospedali si sbaglia , troviamo per-sone qualificate per il compito che svol-gono, altre un po' meno, tutto somma-to, però, credo che la maggior parte deimedici sia competente e anche dispo-nibile. Infatti un gran numero di perso-ne alla fine guarisce grazie a loro! Iofaccio parte della maggioranza, perchéda qualche giorno mi hanno tolto l'in-gessatura, dovrò ancora sottopormialla fisioterapia, ma fra non molto cam-minerò come prima!

Medici in…lotta!di Luca Biondo,Giuseppe Maturo eAntonio Riccitelli

Vorremmo dedicare un po' dellanostra e della vostra attenzionea quei medici meritevoli che non

prestano la loro opera in strutture spe-cializzate, né tantomeno attrezzate,anzi sono costretti ad intervenire incondizioni veramente precarie. Stiamoparlando di medici senza frontiere(MSF), che abbiamo definito "in lotta",sì in lotta contro il tempo, contro i disa-gi, contro la mancanza di medicinali,distrutture… La loro è un'organizzazio-ne, senza scopo di lucro, nata nel1971, grazie ad un gruppo di medicifrancesi, ed è indipendente da governie partiti politici. Oggi i volontari che nefanno parte offrono la propria assisten-za in circa ottanta paesi nelmondo,senza fare differenze di: razza,

sesso, religione e opinione. Essi ope-rano in tutte quelle realtà in cui il dirittoalla salute, che dovrebbe esseregarantito a tutti, com'è ribadito anchedall'articolo 25 della DichiarazioneUniversale dei diritti dell'uomo, non lo èaffatto. In modo particolare nei Paesi invia di sviluppo in cui mancano le strut-ture sanitarie o sono totalmente inade-guate e dove si muore ancora per lamalaria, il colera o altre infezioni. Lasituazione non è migliore nei Paesidevastati dalla guerra o colpiti da cala-mità naturali. In tutte queste realtàopera con notevoli difficoltà questaassociazione umanitaria. Ad esempioin occasione della tragedia dello tsuna-mi nel sud-est asiatico, dopo 72 ore iprimi volontari erano già là. Nel 1998 èstata dichiarata una Onlus e l'annodopo ricevette il premio Nobel per lapace. Molta considerazione merita anche unmedico italiano: Gino Strada nato aSesto San Giovanni nel 1949. E' spe-cializzato in chirurgia d'urgenza ed haacquisito una vasta esperienza neimaggiori centri ospedalieri europei. Noilo vogliamo ricordare, però, perché damolti anni,ormai dedica la sua vita asalvare le vittime della guerra. Si defi-nisce infatti, "un chirurgo di guerra" ed

è stato uno dei fondatori di "Emergency", un'associazione umanita-ria italiana che si occupa della cura edella riabilitazione delle persone colpi-te dalla guerra o dalle mine antiuomo.Tra l'altro, grazie ad una campagna disensibilizzazione e di informazione,molto intensa, in cui furono messi inevidenza, soprattutto,gli effetti sulcorpo umano delle mine antiuomo, ivolontari di quest'associazione riusci-rono ad ottenere che il Parlamento ita-liano,nel 1997, mettesse al bando laproduzione e il commercio di questi ter-ribili ordigni. E' solo una delle tante vit-torie ottenute da questi medici, ma lavera attività è quella che svolgono ognigiorno nel tentativo di salvare una vitaumana, in condizioni così disagevoli.Noi li consideriamo i veri eroi del nostro

Incidente a Massa di Faicchiodi Alessandro SagnellaMartedì, 12 Gennaio 2010 si è verificato, a Massa, un incidente stradale che hacolpito particolarmente la mia classe, in quanto ha coinvolto due nostre compa-gne. Nel tardo pomeriggio mentre Sara F. e la mamma accompagnavano MariaP, che era rimasta a studiare a casa dell' amica, un' automobile di grossa cilin-drata, che percorreva via San Salvatore ad alta velocità, ha preso in pieno l'au-to della nostra compagna dopo una brusca frenata di circa 40 m. Sul posto sonointervenuti i carabinieri e l'ambulanza. Maria è stata trasportata a Napoli, per unalesione al bacino, mentre Sara e la mamma sono rimaste una settimana pressol’ospedale di Cerreto Sannita. Questo incidente è l' ennesimo provocato dall'al-ta velocità e quindi dal non rispetto delle norme della strada. Penso che se ogniautomobilista fosse più attento alle regole si potrebbero evitare tanti danni eanche tante vittime. Una semplice distrazione può provocare disastri irrimedia-bili; il codice della strada vieta l'uso di alcool e di cellulari mentre si guida e speroche tutti diventino un poco più attenti e responsabili. Sara, al momento, è ritor-nata a scuola, a Maria i nostri auguri di rapida guarigione!

Sanità italiana: la mia esperienza

IRAN: Pericolobomba atomica!di Alfredo Marenna

La repubblica Islamica dell'Iran,sotto la guida del presidenteAhmadinejad e dell'ayatollah

Ali Khamenei, guida suprema delPaese,da anni ha dato inizio ad unprogramma nucleare, per produrrela Bomba atomica.Ahmadinejad è stato eletto presiden-te nel 2004, per essere riconfermatonel 2008, in un partito neofondamen-talista. Sull'ultima elezione, ci sonostati molti dubbi, perché, pare cisiano stati dei brogli, per più di unmese migliaia di persone sonoscese in piazza a manifestare controAhmadinejad, queste proteste sonosfociate nel sangue, a causa delladura repressione da parte del regi-me.Con la bomba atomica, l'Iran, vuoledistruggere Israele, per dare vita allostato della Palestina. L'Iran negli ulti-mi tempi ha iniziato a produrre ura-nio arricchito al 20%, e se continuacosì riuscirà, tra non molto a produr-re la bomba atomica. L'Iran, inoltre,sostiene gruppi terroristici anti-semi-ti, come Hezbollah e Hamas.L'unica nazione che l'appoggia è laCina. La comunità internazionale hainiziato a sanzionare l'Iran, ma que-sto non sembra migliorare la situa-zione.Speriamo che, alla fine, il buonsenso abbia la meglio, e non sidebba arrivare al conflitto armato.

Page 13: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoPagina 13 Anno 3 numero 2La frana di Maieratodi Marco Cofrancesco e Giuseppe Cofrancesco

Eci risiamo. Da noi non servono bombe tipoGaza, da noi basta la pioggia. La pioggia, feno-meno atmosferico abituale, diventa il nemico

dei cittadini calabresi, e non solo! Una settimana dipioggia ha flagellato l'intera regione: 180 frane, 26strade chiuse, 10 paesi evacuati. La pioggia è l'incu-bo terrificante per tutti coloro che vivono alle pendicidelle montagne o in collina o sulle coste. Le immagi-ni shock di Maierato sono l'apice di una situazionevisibile a tutti noi. Se parliamo di 180 frane in duegiorni, questo significa che ogni paese è un potenzia

le castello di sabbia, e poi addebitiamo tutto a calami-tà naturale. Il nostro territorio, è arrivato al suo mini-mo storico di agibilità, ed ha bisogno di interventimassicci nei settori delle infrastrutture, dell'ambiente,delle bonifiche del territorio, e della viabilità. E più chepensare alle grandi opere, bisogna valutare seria-mente le situazioni dei nostri piccoli paesi. È neces-sario perciò che i nostri uomini di governo cambinoidea e non ci facciano più passare per i soliti "antiqua-ti", sprezzanti del nuovo disegno tecnologico, perchénoi, cittadini del sud, moriamo ancora perché piovemezz'ora più del solito e le nostre case crollano, per-ché qualcuno ha regalato condoni laddove il condonorappresentava solo un ulteriore pericolo di vita; moria-mo perché le strade sono dissestate e gli incidentimietono vittime a raffica.

Il "caso Balotelli"di Francesco Laporta, GiovanniPetrucci e Giovanni Sagnella

Siamo ragazzi nati e cresciuti inun piccolo paese, ma educaticon principi sani trasmessici, sia

dalle nostre famiglie, sia dai nostriinsegnanti. Ci sorprende, perciò, chenell'ambito del calcio, sport nazionaleper eccellenza, possano verificarsidegli episodi così spiacevoli comequelli che stiamo per raccontarvi. Ci chiediamo, infatti, come sia possibi-le, oggi, che alcune persone invece digioire per le azioni o per un goal ese-guito alla perfezione, non solo contesti-no sempre e comunque i giocatori dellasquadra avversaria,ma arrivino a mani-

festazioni di vero e proprio razzismo.L'esempio più eclatante è quello delcalciatore dell'Inter, Mario Balotelli, unragazzo non ancora ventenne, chenato a Palermo da genitori ghaneani,da cui venne abbandonato, è stato

adottato dalla famiglia Balotelli e haacquisito la cittadinanza italiana. Dopoaver fatto esperienza in varie squadregiovanili è approdato, a soli diciassetteanni, nella grande squadra dell'Inter emilita anche nella nazionale Under 21!Infatti è un calciatore dotato di grandeclasse e di uno spiccato senso delgoal, ma il problema, in questa "civilis-sima" Italia è che ha la pelle scura!Così in qualsiasi stadio giochi intonanocori razzisti contro di lui, ciò accadesoprattutto a Torino da parte dei tifosi difede bianconera. Gli vengono indirizzati slogan vergo-gnosi come: "negro mangia banane" e"se saltelli muore Balotelli". Essendomolto giovane, il giocatore risponde atono con gesti e smorfie e si sfoganelle interviste, perciò viene accusato

di aver un pessimo carattere. Forse èvero e non vogliamo giustificarlo, macrediamo non sia facile per lui accetta-re quelle offese. Lasciamo giocare "super Mario, così lochiamano i suoi estimatori, e apprez-ziamo le sue bellissime giocate chestanno diventando sempre più numero-se. Noi siamo con lui perché apprez-ziamo il bel calcio e gli auguriamo chepossa essere preso in considerazionedal C.T della nazionale e possa farparte del gruppo che andrà inSudafrica per i mondiali. Auguri super Mario, dimentica gli insul-ti e facci divertire!

Rosarno: la rivoltadegli immigratidi Alina Pavoncello, Sabrina Cusano eAlessia di Mezza

Il fenomeno dell'immigrazione fadiscutere molto e, spesso, è vistocome un problema,anche molto

grave. Sono tante le persone che sisono stabilite in Italia nella speranza ditrovare una sistemazione migliorerispetto alle condizioni in cui vivevanonei Paesi di origine. Ma è proprio così?Nella maggior parte dei casi no!Emblematici i fatti accaduti a Rosarno,un paese in provincia di ReggioCalabria, che hanno messo a nudo unarealtà drammatica. Tutto ha avuto inizioquando, sono stati feriti, lievementedue extracomunitari. In realtà la situa-zione era talmente critica tra gli immi-grati, che è bastato poco per dar vita aduna ribellione piuttosto violenta. Hannoinvaso la città armati di spranghe ebastoni, iniziando a dar fuoco ad auto,negozi e quant'altro. I cittadini diRosarno hanno reagito con altrettantaviolenza facendo in modo che venisse-ro cacciati, o comunque, fosserocostretti ad andarevia. Noi non voglia-mo giustificare laviolenza degli immi-grati, ma pensiamosia dovuta al fattoche questa poveragente vive in mododisumano, in vecchicapannoni abban-donati, al freddo,senza un minimo di

igiene, lavorando duramente per quat-tordici ore al giorno,esposti alla violen-za del primo "caporale" che li ingaggiaper pochi euro. Tutto questo è bastatoper raggiungere il limite della sopporta-zione. La ribellione degli immigrati eraindirizzata in particolare contro il siste-ma mafioso che li sfrutta. La 'ndranghe-ta che è la cosca dominante inCalabria, infatti è riuscita ad inventarefalsi avvenimenti in modo tale da provo-care la rabbia degli abitanti e far sì checacciassero gli immigrati. Qual era illoro scopo? Quello di liberarsi di perso-ne "scomode", che non accettano piùun sistema così disumano. ll problemavero,quindi, non è stato risolto, in quan-to gli immigrati sono stati solo spostatiin altre zone, ad esempio aCastelvolturno. Quindi di situazioniesplosive ce ne sono diverse e potreb-bero ripetersi violenze simili a quelleverificatesi nella cittadina calabrese,ameno che non si trovi una soluzione. Laforza lavoro degli immigrati potrebbeessere utilizzata in modo che essi risul-tino, non solo una risorsa economicafondamentale per il nostro Paese, mavengano anche gratificati per il lorolavoro e comunque possano ottenereuna giusta ricompensa ed una sistema-zione più umana. E' tanto difficile? Noipensiamo di no.

La storia non ci hainsegnato nulla?Sempre più numerosi gli episodi dirazzismo e di xenofobia in Italia

di Giuliana Castaldo, Angelica Ciaburrie Doriana Onofrio

Appare chiaro, anche solo ascol-tando diverse opinioni, come inItalia, negli ultimi tempi, si stiano

rafforzando sempre di più varie forme dirazzismo e xenofobia che considerava-mo ormai superate, lontane,solo bruttepagine di storia. Si tratta dipregiudizi,che spingono alcune perso-ne a rifiutare lo straniero, a considerar-lo una minaccia, per l'intera società. Noinon la pensiamo affatto così e siamocon tutti coloro che credono nell'impor-tanza dell'integrazione e della collabo-razione. Crediamo, anzi, che parlare,nel 2010, di straniero sia inconcepibile.Nessuno è estraneo a qualsiasi partedella Terra, tutti siamo abitanti delmondo e quindi non può esistere il con-cetto che una determinata zona geo-grafica appartenga ad una sola etnia. Ilpianeta è di tutti, invece, si parla addirit-tura di clandestini! Da quanto abbiamopotuto capire, purtroppo, molti, anzimoltissimi italiani non la pensano affat-to come noi. Sono continui i fatti di cro-naca che registrano atti violenti nei con-fronti di persone, soprattutto di colore eche a volte, non vengono nemmenocitati dai mass-media, i quali tendono amascherare questi duri aspetti dellarealtà. L'ultimo in ordine di tempo è unvero e proprio raid, compiuto nel quar-tiere multirazziale della Magliana aRoma, la sera del quindici marzo scor-

so. Quindici italiani incappucciati sisono scagliati contro un internet pointbengalese, ferendo a colpi di bastonequattro persone e distruggendo, l'interolocale. Pare,poi, che episodi simili sisiano verificati molto spesso anchenegli anni precedenti. La giovane scrit-trice egiziana Randa Ghazy racconta diun'aggressione al padre da parte di unafamiglia brianzola che, oltre a ferirlo loha insultato, invitandolo a tornarsene alproprio paese! Un'artista senegaleseviene accoltellato senza motivo da unuomo alla fermata dell'autobus; un con-golese viene selvaggiamente aggreditoda tre uomini, con bottigliate in testa,mentre fa volantinaggio,tra l'indifferen-za dei passanti… La nostra lista di aggressioni, verbali efisiche, contro gli extracomunitaripotrebbe continuare ancora per moltepagine, ma crediamo che siano bastatiquesti pochi esempi ad evidenziare latriste realtà in cui ci troviamo, o meglio,in cui si trovano gli immigrati. Questiultimi il 1 marzo, hanno rinunciato allaloro retribuzione, per un giorno, permanifestare il loro dissenso verso il trat-tamento economico e sociale loro riser-vato. Sono scesi in numerose piazzeitaliane,ma anche in Francia, Spagna eGrecia, per fortuna i loro sostenitorierano tanti. Infatti, da più parti comin-ciano a levarsi grida di allarme per unfenomeno così inquietante. Da unabreve ricerca abbiamo appreso che ibambini non sono razzisti, ma vengonoinfluenzati dalla famiglia e dalla societàin cui vivono.Ma, allora, in quale società viviamo?Possibile che la storia non ci abbiainsegnato nulla?

Page 14: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del Titerno

SCIENZE E CURIOSITA’

Pagina 14 Anno 3 numero 2

di Marzio John Antenucci e Giuseppe Cofrancesco

Cari lettori, poco tempo fa sul noto quotidiano"La Repubblica" è apparso un articolo in cuiuno scienziato enunciava la sua teoria secon-

do la quale il quoziente intellettivo dei ragazzi delnord è superiore a quello dei ragazzi del sud. La mescolanza di razze ne avrebbe abbassato ilquoziente intellettivo. La prima osservazione chebisogna fare è scientificamente non si parla di razze,ma di etnie, né è provato che la loro mescolanzariduca il quoziente intellettivo. Se anche accettassimo tale ipotesi, ci chiediamo: “Ilmaggiore livello di mescolanza non è avvenuta alNord?” Vorremo ricordare un episodio che ha fatto scalporea livello nazionale: il figlio di un noto leader dellaLega Nord, è stato bocciato per ben tre volte all'esa-me di stato in una scuola dove i diplomi vengonoassegnati facilmente dietro lauta ricompensa. E pensare che dopo la grande fatica, il giovane ram-pollo ha deciso di seguire le orme del padre entran-do in politica nel ruolo di assessore comunale, come

se l'Italia non avesse altri problemi di cui occuparsi!I vari metodi che nel corso della storia fino ad oggisono stati utilizzati per la misurazione del quozienteintellettivo sono tutti discutibili: l'intelligenza è sogget-tiva e non generalizzabile.L'idea che l'intelligenza sia multiforme e sfaccettata è

accettata ormai comunemente, così come il fatto cheuomini e donne ragionano in modo differente e singolare. Da tempo, poi, si è iniziato a parlare di "intelligenze"al plurale, considerate come le molteplici abilità cheun individuo deve sfoderare per muoversi tra i variruoli che la società gli assegna. Ultimamente si parla di Q.E. cioè quoziente emozio-nale, cioè la capacità di comprendere i propri senti-menti e di provare empatia per gli altri. Perciò sono le emozioni la vera bussola della vita! Un'altra curiosità è quella che i figli primogeniti sianopiù intelligenti: la differenza sarebbe minima, di solitre punti, che per molti sembrano pochi, ma nel corsodel tempo possono diventare determinanti.Concludiamo sperando di non litigare troppo per ilQ.I. più alto, dato che io sono primogenito e Marzioè ultimogenito, ma in compenso il mio amico, con ilquale ho condiviso la stesura di questo articolo, ènato un po' più a nord rispetto a me.

Il Quoziente Intellettivo non è tutto

Immaginazione o realtà: E. T. esiste davvero?

di Federica Di Biase

Quest'anno studiando l'astronomia e l'immensità dell'Universo, si è ripropo-sta una domanda antica e suggestiva : gli alieni esistono? Ripensandoad E.T. il famoso film fantascientifico che ci ha accompagnato durante la

nostra infanzia ritroviamo ricordi di alieni che arrivano sul nostro pianeta. Da unaparte eravamo spaventati pensando che qualche figura "non identificata" potes-se venire a farci visita, soprattutto di notte per portarci lontano dai nostri genito-ri, fratelli, amici e trasformarci in cavie da laboratorio. Ma eravamo anche feliciche venissero, così avevamo la possibilità di conoscere nuovi esseri viventi,creature mai viste prima, che si potevano rivelare nostri amici. Eravamo affasci-nati da loro, dalle loro caratteristiche fisiche, dal loro carattere. Volevamo volareanche noi, visitare la loro navicella, il loro pianeta. Ma tutto questo ci sembravaimpossibile! I nostri genitori ci tranquillizzavano dicendo che erano solo figurefantascientifiche, che non esistevano. Oggi, invece, secondo alcune testimonianze gli alieni esistono. Nel 1959 c'è statoil primo avvistamento. Alcune persone dicono di essere state rapite dagli alieni,o di aver visto le navicelle, o di avere avuto contatti con gli extraterrestri.Le testimonianze riguardo all'aspetto fisico delle creature venute dallo spazio

sono varie e disparate: alte, basse, bionde con gli occhi azzurri, tutte però conuna testa ovale e molto grande, sproporzionata rispetto alle altre parti del corpo.Anche gli avvistamenti delle navicelle riferiscono forme diverse: c'è chi li ha visterotonde con luci intermittenti, chi triangolari o ovali. Secondo alcuni esperti in materia, gli alieni cercano di comunicare con noilasciando cerchi e altre figure geometriche nel grano. Inizialmente si pensavache tali opere fossero ideate e realizzate da contadini o altre persone per abbel-lire le coltivazioni, ma data la loro complessità e il tempo esiguo di attuazione èstata abbandonata questa idea. I primi cerchi sono stati trovati agli inizi degli anniottanta in Inghilterra. Col passare degli anni, dai primi pochi cerchi nelle campa-gne inglesi, il fenomeno si è diffuso in tutto il mondo, anche in Italia. Ad oggi,migliaia di campi di grano hanno ospitato cerchi e figure sempre più complesse,diventando una vera e propria forma d'arte. Gli alieni esistono? Che cosa sono? Navi spaziali, miraggi o solo suggestioni? A questa domanda ancora nessun scienziato ha saputo dare unarisposta…Secondo il nostro punto di vista, considerata l'immensità dell'Universo, la molteplicità delle Galassie contenenti miriadi di stelle, potrebbe essere cheattorno a una di esse vi sia un pianeta compatibile con la vita. Ma se , come ciha insegnato Darwin, le forme viventi attuali sono frutto di una selezione natura-le, gli alieni potrebbero avere un aspetto molto diverso dal nostro e se un giornodecidessero di venirci a trovare preferiamo sperare che vengano in pace per con-dividere con noi il dono della vita.

Page 15: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoSCIENZE E CURIOSITA’

Pagina 15 Anno 3 numero 2

2012…Coincidenze o verità nascoste? di Ilaria Onofrio e Noemi Villani

Apocalisse 2012. Internet, giornali, interviste equant'altro danno per imminente la fine dellanostra esistenza. Sono verità o semplici leg-

gende metropolitane? Il 21 dicembre 2012, fine delcalendario maya, si dovrebbe avere un allineamentoSole-Terra-centro della galassia, e un avvicinamentodi corpi estranei alla terra, come il pianeta Nibiru. Coincidenze o verità nascoste? Possibile che siastata prevista una fine così imminente?Il caso è divenuto ormai una problematica internazio-nale. Bisogna ammettere però che il 21 dicembre 2012accadranno strane coincidenze. Procediamo per gradi: innanzitutto terminerà il calen-dario maya, popolazione americana distrutta dai colo-ni all'alba del rinascimento. Questa popolazione èfamosa per le sue ottime conoscenze astronomiche:avevano infatti previsto l'eclissi del 1999 quasi 500anni prima. Il loro calendario giungerà al termine il 21dicembre 2012...E poi? Semplice, ricomincerà dacca-po. Ebbene si, in quella data si ricomincerà da zero. La seconda tesi più accreditata è l'allineamento Sole-Terra-centro della galassia. Si deve dire però che ciòaccade due volte ogni anno. Ma vi risulta che duevolte ogni anno la Terra subisca un'apocalisse?

A noi non risulta nulla del genere.La terza è l'avvicinamento di un pianeta misterioso dinome Nibiru. Alcuni dicono che la terra entrerà inrotta di collisione con esso; altri che la sua vicinanzapossa provocare tsunami ed eruzioni vulcaniche; altriancora, più fantasiosi, che esso sia in realtà unaastronave di alieni intenti ad invadere la terra. È vero tutto ciò? Secondo le teorie cospiratorie Nibiru sarebbe già visi-bile dai telescopi terrestri. Ma i governi cercherebbe-ro di tenere nascosta la cosa. Il fantomatico puntinonero presente su Google Sky, corrisponderebbe,secondo insigni astronomi, ad una stella, semmai inallontanamento e non ad un pianeta in avvicinamen-to.Se proprio desiderate sapere la verità prendete untelescopio e cercate nell'infinita galassia questocorpo a tutti ancora sconosciuto, ma già così minac-cioso. La cosa che più ha fatto scalpore nelle nostre mentiè stata la produzione del film "2012" e, proprio sull'en-trata di esso nelle nostre sale cinematografiche, si èfatta strada nelle menti degli scienziati, nelle televisio-ni, sui giornali, su internet... la notizia dell'imminente

fine del mondo. Non vi sembra strano? Non riusciamo proprio a spiegarci tali coincidenze.Inoltre questo film ci ha predetto uno scenario scon-volgente: governi intenti a salvare solo le proprieautorità, la popolazione umana e terrestre completa-mente sterminata dai fenomeni naturali, terremoti,spaccature profondissime della crosta terrestre... E se come noi, cari lettori, avete visto questo filmsaprete che esso ci suggerisce anche una strada persalvarci: se credete a tutto ciò andate in garage eaffrettatevi a costruire la vostra arca di Noè! Da una recente intervista a "Le Iene" la nota astrofisi-ca Margherita Hack ha aggiunto che probabilmentenel 2036 potremo entrare in rotta di collisione con unpianetino di nome Apofis, ma c'è una possibilità su unmilione che ciò avvenga e crediamo che per alloral'uomo riuscirà ad escogitare qualcosa per evitareciò.

di Ilaria Onofrio e Noemi Villani

Nata a Firenze il 12 giugno 1922,Margherita Hack è una delle menti piùbrillanti della comunità scientifica italia-

na. Il suo nome è legato alla scienza astrofisicamondiale. Prima donna a dirigere un osservato-rio astronomico in Italia, ha svolto un'importanteattività di divulgazione e ha dato un considere-vole contributo alla ricerca per lo studio e laclassificazione spettrale di molte categorie distelle.Margherita Hack ha 87 anni e vive in una casaa Trieste piena di gatti e di libri. Studia il cielo daquando aveva 20 anni e la prima cosa che haimparato a fare è stata quella di puntare il tele-scopio e guardare le stelle.Dopo circa 70 anni di studi è giunta alla conclu-sione che più si conosce e più ci sono cose dascoprire. Infatti asserisce che circa il 90% dellamateria presente nell'universo è ancora scono-sciuta. Riguardo all'imminente fine del mondorisponde con convinzione che si tratta di unaleggenda metropolitana che sta girando già datroppo tempo.Semmai qualche minaccia per la Terra potrebbe venire dai pianetini che orbitanointorno al sole alla stessa nostra distanza E fra questi ce n'è uno che si chiamaApofis (?) che nel 2036 potrebbe venire a cadere sulla terra.Margherita Hack ci rassicura aggiungendo che c'è una possibilità su un milione

che ciò possa accadere. E allora sarebbe un impatto tremendo equivalente a

parecchie bombe atomiche: a un feno-meno simile si attribuisce la scompar-sa dei dinosauri 65 milioni di anni fa.Ci sono vari modi per difenderci daesso. Il primo potrebbe essere quellodi spararci contro una piccola caricanucleare, però i frammenti cadrebberocomunque ugualmente sulla terra. Unaltro modo è sarebbe quello di faratterrare su questo pianetino unasonda che potrebbe trivellare il suolo efare uscire i gas, che agirebbero comedei motori a razzo. Oppure c'è l'idea dimandargli vicino una grossa astronaveche, attraendolo con la sua massa, lofarebbe deviare dalla sua orbita al finedi non farlo precipitare sulla terra.Quindi anche nell'ipotesi remota(2036) e poco probabile (uno su unmilione) che un pianetino possa avvici-narsi alla Terra , sapremo come difen-derci.La grande astronoma italiana aggiun-ge che la Terra probabilmente finirà tra5 miliardi di anni, quando sarà inghiot-tita dal sole. Il sole cambierà drastica-

mente. Il suo raggio aumenterà anche di 200 volte e la terra sparirà vaporizzan-dosi dentro la sua stella. Arrivederci al 2012, sperando in un'altra meravigliosa e rassicurante intervista diMargherita Hack.

MARGHERITA HACK… ci rassicura

L’astrofisica Margherita Hack

Page 16: Trimestrale dell’I. C. Faicchio L’emergenza educativadigilander.libero.it/icfaicchio/sito 2010 files/documenti/pdf EdT... · to del muro dell'incomunicabilità gene-razionale,

L’Eco del TiternoPagina 16 Anno 3 numero 2

classe III B

Non molto distante dal nostro paese siinnalza il Matese, massicciodell'Appennino centro-meridionale, chedeve il suo nome ad una divinità italica"Matuta", che significa mattutina. La sua storia evolutiva asserisce cheesso è emerso da un mare caldo circa100 milioni di anni fa, come è testimo-niato dalla presenza di fossili di rudistenummuliti. La roccia di cui è costituito èessenzialmente calcarea. La sua crescita non si è ancora arre-stata: due milioni di anni fa era alto1200 m, oggi 2050 m. Sul massiccio è evidente l'impronta ditipo glaciale.Da monte Miletto, nelle giornate limpi-de, si può ammirare l'Adriatico e ilTirreno, Ischia e le Tremiti, il Tavolieredelle Puglie e le Mainarde.Uno storico di Alife, Trutta, descrive unfenomeno abbastanza singolare : …rampicandoci allo scuro, avendo dise-gnato di trovarci là prima del sorgeredel sole, vedemmo che in Terra diLavoro era scurissima notte e nelContado del Molise giorno ben chiaro.Il Matese si erge da un basamento e in

sommità si divide in due dorsali sepa-rate da un solco: la più importante èquella medio-orientale che comprendeil monte Miletto (2050m), la Gallinola(1923 m) e il Mutria (1823 m ). Il pae-saggio è di tipo carsico con la presen-za di inghiottitoi, doline, voragini e grot-te. Sempre il Trutta dice … ho notatoche questo gran monte è tutto voto disotto e ripieno di caverne e antri.Camminandovi a cavallo si sente sottode piedi il rimbombo del voto…

Il Matese è bagnato da vari corsi d'ac-qua : Biferno, Quirino, Tammaro, Lete,Sassinoro e Acqua Calda. Esso è lam-bito ad Ovest dal fiume Volturno , acco-glie le sorgenti del Torano aPiedimonte Matese e del Titerno nelversante sannita.Molto importanti sono anche i laghi diMatese, Sepino e Gallo. In particolare illago Matese rappresenta il lago carsicopiù alto d'Italia, situato a 1000 m sullivello del mare.

I rilievi del parco sono ammantati dafaggeti ad alte quote e da boschi mistiricchi di castagni e lecci, più in basso.E' sicuramente molto bello e salubrefare delle passeggiate tra questi boschie trascorrere delle giornate all'ariaaperta e a contatto con la natura. Per quanto riguarda la fauna è presen-te una piccola popolazione di lupi(Canis lupus), il Gatto selvatico (Felissilvestris) una coppia di Aquila Reale, ilLanario (Falco biarmicus), la poiana, laRondine montana, il Codirossone, e ilCorvo imperiale. Le faggete sono ilregno di Sparvieri, Gufi reali eColombacci. E' presente anche ilTasso. Numerosi sono anche gli uccelli acqua-tici, come gli Aironi, i Germani reali, iFalchi di palude, gli Svassi, ecc… Nelparco abbondano varie specie di anfibi,tra cui uno particolarmente interessan-te, la Salamandrina dagli occhiali.Il Matese rappresenta per noi unmuseo a cielo aperto per la sua ric-chezza di fossili.In inverno il Matese offre uno spetta-colo veramente molto suggestivoquando si ammanta di neve e splendein tutto il suo candore.

Piante officinali …ricette e rimedidi Federica Cembrola, Giusy DI Meo, Noemi Villani

Passeggiando nei nostri boschi possiamoosservare numerose piante officinali, quali iltarassaco, la camomilla, il sambuco, la valeria-na, l'ortica, l'ippocastano, la cicoria. La tradizio-ne ha fatto un grande uso di queste essenze .Nella cultura delle civiltà più antiche, comequella indiana, cinese o egiziana, il potere delleerbe era al centro della pratica medica. Pressoi Romani e i Greci esse venivano usate anchecome fonte di salute e di bellezza.Già tre milioni di anni fa l'alimentazione dell'o-minide consisteva prevalentemente di erba,frutta e bacche. Dalla semplice assunzione divegetali singoli, come foglie o bacche officinali,si passò alla preparazione di miscugli più elabo-rati a base di erbe, essenze, radici e, bacche efrutti. Oggi la scienza è impegnata nella ricerca enello studio delle piante officinali che possono,con i loro molteplici principi attivi, contribuire adaiutare il nostro corpo nella prevenzione e nellasoluzione di varie problematiche.

Vi parliamo di una pianta molto comune nelle nostre zone : il Sambucus nigra,detto comunemente sambuco. E' una pianta arbustiva o arborea alta dai due aisei metri. Appartiene alla famiglia delle Caprifogliacee. I suoi fiori sono giallo-biancastri riuniti a ombrello ed emanano un odore molto intenso, i suoi rami

hanno un midollo molto grosso, bianco,leggerissimo e compatto, la corteccia deirami presenta rade e grosse lenticelle. Illegno del sambuco viene utilizzato nellastrumentazione da laboratorio e in model-listica. Le foglie sono opposte ed impari-pennate con cinque foglioline ovato-lan-ceolate, seghettate ai margini. I fiori disambuco maturano piccole bacche globo-se nero-violacee contenenti un succoviola-porporino. Le bacche possono esse-re usate per colorare i vini ed hanno un'a-zione lassativa. I fiori sono utili nelle malat-tie da raffreddamento, influenza, febbre,affezioni reumatiche ed infiammatorie del-l'apparato respiratorio. Trovano impiego inerboristeria per la loro azione diaforetica. In cucina vengono utilizzati per prepararefrittelle, dolci casalinghi ed uno squisitosciroppo. Vi forniamo le ricette.

IL PARCO DEL MATESEUna meraviglia a cielo aperto

Fiori di Sambuco frittiIngredienti : Fiori di sambuco, farina, uova, sale,acqua.Preparare uno sbattuto denso di uova, sale e acqua.Immergere le ombrelle con i fiori non schiusi nellapastella e poi nella farina, friggere in olio abbondan-te.

Torta ai fiori di sambucoIngredienti : 2 uova, 250 g di zucchero, 150 g di fari-na gialla, 150 g di farina bianca, lievito per dolci, 100g di burro , 8 cucchiai di latte e una manciata disambuco.Battere le uova a lungo con 250 g di zucchero, unire150 g di farina gialla, 150 g di farina bianca, la busti-na di lievito, il burro, il latte, un po' di sale e unamanciata di sambuco, versare in una tortiera unta diburro e cuocere al forno per quaranta minuti.Versare la torta nel piatto, cospargere di zucchero avelo e una seconda manciata di fiori di sambuco.

Sciroppo di sambuco30-35 ombrelle di fiori, sei limoni con la buccia, 3 kgdi zucchero, 2 l di acqua, 80 g di acido citrico.Tagliare a rondelle i limoni e versarli insieme ai fiorie all'acido citrico nell'acqua nella quale è stato sciol-to lo zucchero. Far macerare per cinque giorni in unrecipiente a bocca larga coperto, ma non chiuso.Filtrare e imbottigliare. Per l'uso diluire a piacere conacqua.