un dottore valtellinese nella foresta del sunderban

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UN DOTTORE VALTELLINESE NELLA FORESTA DEL SUNDERBAN di Padre Luigi Paggi S.X. Shyamnagar (Bangladesh), 26 Gennaio 2015 Summary: Dr. Abu Siddiqui Ph. D. was born in Bangladesh, and works at present as a pharmaceutical scientist in the USA. He is actively involved in a charitable project for the Ashraf-Ibrahim Medical College & Hospital (AIMCH) located in Shyamnagar, near the Christian Mission of Fr. Luigi Paggi S.X. For the moment, only an outpatient department is already functional with the help of volunteering doctors. Recently Dr. Marco Pedeferri, from Italy, came to carry on «missionary medical practice». La Foresta del Sunderban, il regno della famosa tigre reale del Bengala, è situata nella zona Sud Ovest del Bangladesh, ovvero in una delle aree più depresse e sottosviluppate. Le ragioni dell’arretratezza sono molteplici: fino a qualche decennio fa le strade erano per lo più in terra battuta e quindi impraticabili durante la stagione delle piogge. Le falde acquifere sono impregnate di salinità e quindi l’accesso all’acqua dolce è molto problematico. Il livello di alfabetizzazione della popolazione locale è estremamente basso. La corrente elettrica c’è e non c’è. L’agricoltura è praticamente scomparsa per lasciare posto al commercio dei gamberetti allevati nell’acqua salata e così il processo di salinizzazione della zona è in continuo aumento. Le strutture sanitarie sono di là da venire: in questa zona al confine con l’India (Calcutta è a soli 60 chilometri di distanza) esiste un solo ospedalino Governativo che come quasi tutte le strutture e infrastrutture Governative non brilla affatto né per efficienza né tanto meno per professionalità. Un paziente per farsi curare decentemente bene deve ripiegare su Satkhira, una cittadina a 70 chilometri dalla nostra Missione. Per ovviare a questa grossa deficienza sanitaria nella mente del dottor Abu Siddiqui, un distinto signore nato in questa zona e finito poi in America come ricercatore presso famose aziende farmaceutiche (si veda in calce come egli stesso si presenta nel C.V.), è nata l’idea di una struttura sanitaria che piano piano dovrebbe diventare un ospedale vero e proprio. Conoscendo il Bangladesh, cè purtroppo da dubitare che il dottor Abu Siddiqui riesca a realizzare completamente l’ambizioso progetto che ha in mente, ma da due anni a questa parte una piccola struttura è già sorta e funge da dispensario- ambulatorio.

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Summary: Dr. Abu Siddiqui Ph. D. was born in Bangladesh, and works at present as a pharmaceutical scientist in the USA. He is actively involved in a charitable project for the Ashraf-Ibrahim Medical College & Hospital (AIMCH) located in Shyamnagar, near the Christian Mission of Fr. Luigi Paggi S.X. For the moment, only an outpatient department is already functional with the help of volunteering doctors. Recently Dr. Marco Pedeferri, from Italy, came to carry on «missionary medical practice».

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Page 1: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

UN DOTTORE VALTELLINESE NELLA FORESTA DEL SUNDERBAN di Padre Luigi Paggi S.X.

Shyamnagar (Bangladesh), 26 Gennaio 2015

Summary: Dr. Abu Siddiqui Ph. D. was born in Bangladesh, and works at present as a

pharmaceutical scientist in the USA. He is actively involved in a charitable project for the Ashraf-Ibrahim Medical College & Hospital (AIMCH) located in Shyamnagar, near the Christian Mission of Fr. Luigi Paggi S.X. For the moment, only an outpatient department is already functional with the help of volunteering doctors. Recently Dr. Marco Pedeferri, from Italy, came to carry on «missionary medical practice».

La Foresta del Sunderban, il regno della famosa tigre reale del Bengala, è situata nella zona Sud Ovest del Bangladesh, ovvero in una delle aree più depresse e sottosviluppate. Le ragioni dell’arretratezza sono molteplici: fino a qualche decennio fa le strade erano per lo più in terra battuta e quindi impraticabili durante la stagione delle piogge. Le falde acquifere sono impregnate di salinità e quindi l’accesso all’acqua dolce è molto problematico. Il livello di alfabetizzazione della popolazione locale è estremamente basso. La corrente elettrica c’è e non c’è. L’agricoltura è praticamente scomparsa per lasciare posto al commercio dei gamberetti allevati nell’acqua salata e così il processo di salinizzazione della zona è in continuo aumento. Le strutture sanitarie sono di là da venire: in questa zona al confine con l’India (Calcutta è a soli 60 chilometri di distanza) esiste un solo ospedalino Governativo che come quasi tutte le strutture e infrastrutture Governative non brilla affatto né per efficienza né tanto meno per professionalità. Un paziente per farsi curare decentemente bene deve ripiegare su Satkhira, una cittadina a 70 chilometri dalla nostra Missione. Per ovviare a questa grossa deficienza sanitaria nella mente del dottor Abu Siddiqui, un distinto signore nato in questa zona e finito poi in America come ricercatore presso famose aziende farmaceutiche (si veda in calce come egli stesso si presenta nel C.V.), è nata l’idea di una struttura sanitaria che piano piano dovrebbe diventare un ospedale vero e proprio. Conoscendo il Bangladesh, c’è purtroppo da dubitare che il dottor Abu Siddiqui riesca a realizzare completamente l’ambizioso progetto che ha in mente, ma da due anni a questa parte una piccola struttura è già sorta e funge da dispensario-ambulatorio.

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Il Progetto prevede un ospedale con 250 posti letto ed annesso Medical College.

Il dispensario-ambulatorio inaugurato nel Marzo 2013.

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Al centro, il dottor Abu Siddiqui in una delle sue visite al dispensario-ambulatorio.

A pochi chilometri da questa piccola struttura da ormai 10 anni ha messo radici la nostra piccola Missione Cattolica a cui il dottor Abu Siddiqui ha chiesto collaborazione non in denaro, ma in personale medico o paramedico. E così per alcune volte l’anno scorso la dottoressa missionaria Suor Roberta Pignone ha potuto venire dalla città di Khulna (la terza città del Bangladesh, a 130 chilometri dalla nostra zona) a prestare il suo prezioso servizio medico. Avendo questa dottoressa un lebbrosario da seguire ha potuto venire solo una volta al mese, ma nella lingua Bengalese si dice che «avere uno zio con un occhio solo è sempre meglio che non avere nessun zio». Noi diremmo: meglio poco che niente!

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Nella stagione delle piogge il fango non impedisce di arrivare né a Suor Roberta…

… né alla folla dei suoi pazienti!

Page 5: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

Presso il dispensario-ambulatorio c’è solo un lettino e uno sfigmomanometro: le diagnosi bisogna saperle fare conoscendo a fondo la semeiotica fisica...

… non manca tuttavia un discreto armamentario farmacologico.

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Circa una settimana fa dalla Valtellina è arrivato il dottor Marco Pedeferri, specializzato in pediatria, da vari anni in pensione. Il dottor Marco lavorò per molti anni all’ospedale di Lecco e fu per due volte in Africa come medico volontario: prima in Etiopia e poi in Gana. E questa volta è approdato in questo angolo sperduto del mondo dove in una giornata se passano due macchine c’è già un gran traffico…

Il dottor Marco Pedeferri nella sala d’aspetto del «suo nuovo ambulatorio».

Il dottor Marco è un Valtellinese puro sangue. Nato a Sondrio nel 1948 è sposato con la signora Adriana Baruffini originaria di Tresivio, cardiologa. È approdato in questo angolo sperduto del mondo su suggerimento di Miria Bonomi, amica di infanzia di Adriana. Miria venne per ben due volte in Bangladesh e due volte fu ospite per qualche giorno alla Missione Cattolica che da 10 anni e più cerca di migliorare le condizoni socio economiche di una piccola tribù dislocata nei pressi della Foresta del Sunderban.

Page 7: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

La principale attività della piccola Missione Cattolica è quella di insegnare alle ragazzine della tribù dei Munda a ribellarsi e a disubbidire ai genitori che secondo una sciagurata tradizione spesso sposano le loro figlie a 12-13 anni. Il dottor Marco Pedeferri, come già Miria in passato, è ospite alla Missione Cattolica di cui è responsabile il sottoscritto P. Luigi Paggi, compagno di scuola del compianto P. Giovanni Abbiati nativo di Sondrio, morto nel 2009 in un incidente stradale.

P. Luigi Paggi: nella foto, col cappellino in testa… e un’aria molto soddisfatta!

La Missione Cattolica non è certo un albergo a 5 stelle: logistica e dieta hanno un’impronta piuttosto primitiva e per adeguarsi occorre essere abituati ad uno stile di vita spartano... sobrio e austero... Caratteristiche che al dottor Marco Pedeferri non mancano per cui da ormai 10 giorni sopravvive al risaccio da galline cucinato da una cuoca alquanto pasticciona che è riuscita a lasciare il villaggio primitivo in cui viveva, ma il villaggio primitivo dalla sua mente, dal suo cuore e dalle sue abitudini non è ancora uscito… e forse non uscirà mai!

Page 8: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

La piccola Missione Cattolica.

Le ragazze tribali Munda (dette affettuosamente “Selvaggette”) ospitate alla Missione danno il benvenuto al dottor Marco.

Page 9: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

Il fratello del dottor Abu Siddiqui, Signor Shaidul Islam, che si prende cura del dispensario-ambulatorio, appena il dottor Marco Pedeferri è approdato in questa landa selvaggia, si è dato da fare per annunciare urbi et orbi l’arrivo dall’Italia di un gran dottore.

Il dott. Marco con Ram Proshad (alla sua effettiva destra) e il Signor Shahidul Islam.

La propaganda è avvenuta in due modi: tramite un altoparlante vagante da villaggio in villaggio e tramite la distribuzione di volantini affissi nei vari bazar, nelle scuole, negli uffici e dovunque ci sia un certo assembramento di persone. Riportiamo qui uno di questi volantini… con la traduzione per quanti non conoscano troppo bene la lingua Bengalese…

Page 10: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

Il volantino con “le buone notizie”. (“Buone notizie” è ripetuto tre volte, come nelle squille: udite, udite, udite!)

Buone notizie - Buone notizie - Buone notizie

OSPEDALE GENERALE E SCUOLA DI MEDICINA

ASHRAF IBRAHIM (in progetto )

Istituzione collegata all’ospedale per ammalati di Diabete

Fondato il 15 di Luglio del 2008 (Era Cristiana)

Sei giorni la settimana: dalle 10 del mattino

alle ore 13 del pomeriggio VENUTO DALL’ITALIA

SPECIALISTA IN PEDIATRIA: DOTTOR MARCO

(Dottore in Medicina) Si prenderà cura di tutte le varie

patologie sia maschili che femminili (Venerdì riposo)

Potrà esaminare tutti i vari referti delle varie patologie

TANTI AUGURI DA PARTE DEL DOTTOR ABU SIDDIQUI KHOKON

Espatriato in America e ricercatore nel campo del cancro e della malaria

e membro dell’Associazione dei Diabetologi in Bangladesh

Ospedale Generale

e Scuola di Medicina Ashraf Ibrahim (in progetto)

Per contatti: cell : 01715-662233 www.aimch.org

Email: [email protected]

E così sei giorni alla settimana il dottore Valtellinese ogni mattina prima delle 10 si reca all’ambulatorio dove lo aspettano i vari pazienti. Tra questi una buona maggioranza è costituita da bambini affetti da patologie varie. Ma anche adulti, specialmente vecchietti e signore Bengalesi, richiedono il prezioso consulto medico del dottore.

Page 11: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

Il bambino piange, ma non sa che fortuna gli è capitata!

Per la maggior parte, i pazienti piccoli e grandi sono Mussulmani

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L’anziano paziente forse non crede ai suoi occhi: anche il dott. Marco ha la barba bianca!

Chiaramente i pazienti parlano nella lingua Bengalese. Il ruolo di interprete è svolto da un giovanotto della tribù Munda che anni fa fece un corso di paramedico di villaggio e ha una decente padronanza della lingua Inglese, lingua che il dottor Marco conosce e in cui si destreggia molto bene. Di conseguenza la comunicazione con i pazienti non è per niente problematica. Il giovanotto che si chiama Ram Proshad è ben felice di svolgere questo servizio perché lavorando con un medico straniero la sua autostima cresce in proporzione geometrica e inoltre ha l’occasione di approfondire le sue limitate conoscenze mediche e farmacologiche.

Page 13: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

Ram Proshad ha notato subito la differenza tra il dottor Marco e i medici del Bangladesh: i medici locali quando non sono in grado di capire che malattia possa avere un paziente gli prescrivono un sacco di medicine per lo più costose sperando che qualcuna di queste possa risolvere il problema... inoltre guardano sempre il paziente dall’alto in basso con un atteggiamento da semidio. Il nostro medico Valtellinese non dà una medicina se non è convinto che possa essere quella giusta e ai suoi pazienti non incute né paura né soggezione. Tramite questo prezioso servizio medico svolto nell’ambulatorio-dispensario a guadagnarci è anche la Missione Cattolica. Quasi ogni giorno il signor Shahidul Islam porta per il dottore vari articoli di genere mangereccio... come pesci, galline, frutta etc. Chiaramente a fare festa con tutto questo ben di Dio non è solo il dottore... sono anche le selvaggette che risiedono alla Missione e il sottoscritto. Essendo il nostro dottore una persona molto umile e discreta (e se non fosse così chiaramente non sarebbe capitato in questo angolo sperduto del mondo!) ha espresso un certo disappunto circa questo articoletto che l’autore ha voluto scrivere oltre che per un dovere di gratitudine verso il dottor Marco anche per riuscire magari a sensibilizzare altro personale medico Valtellinese e non Valtellinese alla grande causa missionaria del servizio alla vita in linea con quanto dice il capitolo decimo del Vangelo di Giovanni: «sono venuto perché il mondo abbia la vita e l’abbia abbondantemente». Inoltre questo servizio alla vita può rientrare in quel dialogo tra Cristiani e Mussulmani di cui oggi si parla tanto specialmente in Bangladesh: la grande fede dei Mussulmani e l’amore verso il prossimo dei Cristiani che vanno a braccetto! In Valtellina e in Italia devono esserci molti medici in pensione che forse non sanno come passare il tempo e si annoiano... Chissà mai che qualcuno non possa seguire le orme del dottor Marco Pedeferri che potrà essere contattato a questo indirizzo email: [email protected] L’autore di questo articoletto invece risponderà a quest’altro indirizzo email: [email protected] Concludo dedicando al dott. Marco, con tanta riconoscenza per la sua Grande Umanità, una bella frase del famoso poeta Rabindranath Tagore:

«Chi è veramente grande non ha nessuna difficoltà ad abbassarsi verso chi è piccolo. Chi è mediocre se ne sta in disparte!»

Luigi Paggi S.X.

Page 14: Un dottore valtellinese nella Foresta del Sunderban

Il dottor. Abu Siddiqui Ph. D. si presenta da sé. Fonte: http://abu-siddiqui.blogspot.it/p/about-me.html

Abu Siddiqui: About me

I am Abu Siddiqui. I was born in Bangladesh and

graduated in Microbiology from the University of

Dhaka in 1984. I received a prestigious scholarship

from the Swedish Institute to peruse my Ph.D.

program in immunology in Sweden. After

completion of my Ph.D. program in 1998, I moved to New York University to peruse my

postdoctoral training in autoimmune disease, where I made remarkable achievements in setting

up a mouse model to study the collagen-induced arthritis, an animal model for the human

autoimmune disease the rheumatoid arthritis. I further received a very competitive young

scientist postdoctoral fellowship from the Arthritis Foundation in 2002 to continue my

investigation at Stanford University on another important autoimmune disease "Systemic Lupus

Erythematosus" where I was engaged in studying the source of Interferon- in lupus mice.I

joined Merck & Co in 2004, where I served as a principal investigator and study director to

investigate the immunotoxicity of biologics and vaccines. I was involved in the safety

assessment of the 1st cancer vaccine GARDASIL® approved by FDA in 2006, for the

prevention of cervical cancer, which is caused by the Human Papillomavirus. Presently I am

working as a senior scientist in the Division of Clinical Pharmacology at Johnson & Johnson

Company in Pennsylvania, overseeing the immunogenicity laboratory for non-clinical studies.I

received several international recognitions for my outstanding work in immunology. I received

a best young scientist travel award from Swedish, USA, Japan, and India. My name was also

published in "Who's Who International in 2000". I am a valued member of American

Association for Advancement of Science, American Association of Immunologists, American

Society of Cancer, American Society of Tropical Medicine and Hygiene. I published one book

and many research articles in peer-reviewed journals. I am actively involved with different

charitable and social welfare organizations. I am a founder of a 250 bedded charitable hospital

and medical college at Shatkhira, Bangladesh in collaboration with Bangladesh Diabetes

Association which is funded by an international agency. I am interested in researching to

develop biologics and vaccine for cancer, autoimmune, and infectious diseases.