universo olografico - david bohm

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universo olografico davi bohm

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Page 1: Universo Olografico - David Bohm

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UNIVERSO OLOGRAFICO(la teoria Unitaria di David Bohm)

L'inventore dell'ologramma fu Dénes Gàbor (Budapest - 5 giugno 1900 / Londra 9 febbraio 1979) scienziato, ingegnereelettronico Ungherese, il quale nel 1971 ricevette il premio Nobel in fisica per l'invenzione dell'olografia.Come tutti i veri grandi scienziati anche Lui ha scoperto l'ologramma per un “caso fortunato”: stava lavorando sul potenziamentodella scomposizione del microscopio elettronico, quando scoprì l'ologramma ovvero la possibilità teorica della “visione totale”.Nonostante la correttezza della teoria, la realizzazione del primo ologramma avvenne soltanto nel 1961 con la comparsa del laser.

L’universo Olografico (da Ologramma)David Bohm, uno degli scienziati più originali ed evoluti del nostro secolo, famoso per le sue innovative ipotesi scientifiche e per lasua collaborazione con il fisico Einstein, e con il maestro spirituale Krishnamurti.Nasce nel 1917. Fisico quantistico teorico, insegna a Princeton fino al 1951, quando, in piena guerra fredda, viene accusato diattività antiamericane, e costretto ad abbandonare gli Stati Uniti. Si trasferisce prima in Brasile, poi in Israele e infine in GranBretagna. Pubblica molti testi a carattere scientifico, dedicati in particolare alla meccanica quantistica, e si interessa ai problemifilosofici che la scienza sollecita e alle questioni spirituali.Le sue tesi più affascinanti sono l'ipotesi Olografica dell’UniVerso, la visione globale dell'esistenza che si manifesta in realtàimplicata ed esplicata, l'intelligenza attiva, il campo olistico.Fonte: www.globalvillage-it.com

Bohm è stato il fondatore della teoria olografica dell'Universo attraverso la quale egli spiega in maniera molto originale il teorema diBell - Teoria Olografica dell'UniVersoA suo parere esiste nell'Universo un ordine implicito che non vediamo e uno esplicito che è ciò che realmente vediamo; quest'ultimoè il risultato dell'interpretazione che il nostro cervello ci offre delle onde di interferenza che compongono l'universo. Questo vuol direche cosi' come un ologramma è il risultato di onde di interferenza che il nostro cervello interpreta come immagine tridimensionalel'universo non sarebbe altro che l'interpretazione che il nostro cervello da' di onde luminose.In sostanza la realtà non sarebbe altro che l'ologramma di "oggetti" concreti posti in altri luoghi o tempi. L'idea di una realtà che nonè altro che inganno dei nostri sensi è presente nel pensiero filosofico e religioso di tutte le civiltà esistite ed esistenti sulla Terra.Ovviamente noi stessi che "vediamo" siamo "inganni", al pari di cio' che è "fuori di noi".Siamo ologrammi che leggono ologrammi, per questo tutto ci sembra reale anche se forse non lo è. È per noi impossibilecomprendere razionalmente dove, quale e quando sia la vera realtà di cui esprimiamo solo la forma.

La sua grande visione del mondo quantico, esprime un assioma: che dal Vuoto “nasca” il potenziale di ogni forma energetico-materalizzata esistente nell’InFinito.Tutta l’architettura di questo Infinito Vuoto regge ogni cosa esistente nel Tutto.Il Vuoto e’, anche secondo D. Bohm, un “unicum” nel quale ogni energia esistente e’ collegata, perche’ da esso attivata ecentromossa, quindi ogni energia e’ intercollegata con il Tutto attraverso questo “Vuoto Infinito".Da questo assioma possiamo anche derivare che, ogni energia e/o particella atomica e/o subatomica e/o quantica, ha un “Buco diVuoto” (Buco nero - Wormhole) dal quale trae inFormAzione (dati per esistere, prendere forma ed agire all’InFinito).Questo "buco" e’ il “Vuoto quantomeccanico” di cui parla anche il fisico dr. M. Corbucci.Ma e’ anche il Brahama dell’ideologia orientale e se vogliamo anche il “Dio” (YHWH, Allah ecc.) del mondo occidentale, dal qualeTutto deriva ed al quale tutto e’ collegato e vive quindi in Egli (Infinito) e quindi e' presente (l'Infinito) in ogni particella esistente,atomo, molecola, cellula, essere Vivente od inanimato.

Esiste quindi anche una CoScienza dell’UniVerso, prodotta da Egli stesso e presente in ogni suo punto od Ente dell’Universo edora questa coScienza si interroga su cio’ che la generata.L’auto coscienza dell’UniVerso e’ la proprieta’ intrinseca che Egli possiede di generare al suo interno ed in ogni punto di se', unaqualche forma di vita intelligente, in grado di effettuare osservazioni su di se' e sulle cause della propria esistenza, secondo ilPrincipio Antropico.

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L'universo è un ologramma ? Lo dirà un esperimento – 29/10/2010 - Al FermilabLo strumento che verrà utilizzato sarà costituito da due sensibilissimi interferometri che dovrebbero fornire "la più sensibilemisurazione dello spaziotempo mai eseguita"Le teorie che prevedono la presenza di dimensioni extra sono numerose: la possibilità che almeno ad alcune scale l'Universopossieda solo due dimensioni sono invece più esotiche. Una di queste ipotizza appunto che alle dimensioni di Planck esso siabidimensionale, essendo la terza dimensione intrinsecamente collegata a quella del tempo. Se così fosse, il nostro universotridimensionale non sarebbe che un "ologramma" di un universo in due dimensioni.

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Page 2: Universo Olografico - David Bohm

L'idea non è nuovissima, ma i fisici del Fermilab hanno progettato un esperimento per sottoporre per la prima volta a controlloquesta idea. Craig Hoigan e collaboratori hanno infatti costruito un interferometro olografico, o "olometro" nel tentativo di rivelare il"rumore" intrinseco dello spaziotempo, che potrebbe rivelare la presenza di una frequenza massima possibile imposta dalla natura.(Sfortunatamente, il nome con cui i ricercatori hanno battezzato la loro apparecchiatura - olometro appunto - coincide con quello diun altro strumento, usato per rilievi topografici e architettonici, descritto per la prima volta nel XVI secolo da Abel Foullon.)

Ora è iniziata la costruzione dello strumento - di cui per il momento i ricercatori hanno testato un prototipo in scala della lunghezzadi un metro - che una volta ultimato avrà una lunghezza di 40 metri e che dovrebbe entrare in funzione il prossimo anno, fornendo "lapiù sensibile misurazione dello spaziotempo mai eseguita". L'interferometro olografico è costituito da due interferometricompletamente separati posizionati uno sopra l'altro.In ogni interferometro, un fascio di luce viene separato in due parti che viaggiano lungo direzioni differenti, fino a raggiungere unospecchio che le rimanda indietro, dove viene misurata l'eventuale differenza di fase. Qualsiasi minuscola vibrazione che interferiràcon la frequenza della luce nel corso del suo viaggio determinerà quindi un'uscita dallo stato di sincronizzazione dei dueinterferometri.Gli interferometri di questo "olometro" sono caratterizzati da una elevatissima precisione alle alte frequenza. I ricercatori dicono chesarà di sette ordini di grandezza più preciso di qualsiasi orologio atomico attualmente esistente su intervalli di tempo ultrabrevi.Disponendo di due interferometri, i ricercatori possono confrontare i risultati per confermare le misurazioni.Inoltre, possono assicurarsi che qualsiasi vibrazione rilevata non sia derivata dall'interferometro olografico stesso. Infine una serie disensori all'esterno dell'apparecchiatura servirà per rilevare le normali vibrazioni presenti e "cancellarle facendo vibrare alla stessafrequenza gli specchi".Avendo preso tutte queste precauzioni, osservano i ricercatori, qualsiasi disturbo ad alta frequenza rilevato potrebbe essere unadistorsione dello spaziotempo stesso, ossia un disturbo "olografico", osserva Aaron Chou, che partecipa alla ricerca.Se l'esperimento rilevasse effettivamente questo disturbo olografico, si tratterebbe del primo dato in grado di corroborare la teoriasecondo cui alla scala di Planck l'UniVerso sarebbe bidimensionale e che quella della tridimensionalità sarebbe in un certo qualmodo un'illusione olografica. (gg)Tratto da: lescienze.espresso.repubblica

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UNIVERSO OLOGRAFICO - By Corrado Malanga - 21 luglio 2005Una vasta letteratura scientifica dimostra chiaramente ed inconfutabilmente che la meditazione trascendentale modifica i parametriesterni relativi allo stato degli eventi che riguardano la sfera dello Spazio-Tempo-Energia, cioè la “realtà virtuale”.Si narra anche di alcuni casi di guarigione di persone che hanno meditato sulla loro malattia ed hanno costantemente, giorno dopogiorno, visualizzato la disgregazione della malattia stessa: un classico esempio di meditazione trascendentale che modifica ciò chel’attuale scienza non può modificare. Molti degli eventi miracolosi, o ritenuti tali dalla religione, altro non sarebbero che fortialterazioni della probabilità di accadimenti futuri, che vengono stravolti dall’“onda di volontà”, magari attivata inconsciamente durantemeditazioni a sfondo religioso.L’effetto massa sarebbe fondamentale, poiché queste guarigioni si otterrebbero più facilmente quando tanta gente sta “pregando”,come accade durante alcune riunioni di massa di fanatici religiosi.Silvano Fuso, del Cicap, si esprime infatti così:Di fronte alle remissioni (di tumori inguaribili - N.d.A.) spontanee la scienza non dispone attualmente di una spiegazione adeguata,ma questo non significa che neppure in futuro la troverà. Anzi quella delle remissioni spontanee rappresenta una grande sfida chepotrà portare la scienza a notevoli progressi. Nel momento in cui si comprendessero le cause che portano, ad esempio, un tumore aregredire spontaneamente, probabilmente si riuscirebbe anche a trovare una terapia adeguata. Chi invece si limita a gridare almiracolo dà sicuramente scarsi contributi al benessere della collettività. Le ipotesi più plausibili che la scienza medica formula aproposito delle remissioni spontanee sono legate al funzionamento del sistema immunitario.Nonostante i grandi progressi fatti in questo campo, i meccanismi che determinano le nostre difese immunitarie sonoancora in larga misura sconosciuti.In particolare sono in gran parte avvolte nel mistero le relazioni che intercorrono tra il sistema immunitario e le condizionipsico-emotive (E. Sternberg e P. Gold, “II corpo, la mente e la malattia”, in “I Farmaci: dalla natura allebiotecnologie”,Le Scienze Quaderni, n. 102, Milano 1998).Che tali relazioni siano una realtà è oramai dimostrato al di là di ogni dubbio.

Anche per la Fisica le cose cominciano a quadrare in questo senso: nel 1982 un’equipe di ricerca dell’Università di Parigi,diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rivelarsi il più importante esperimento del XX secolo.Alain Aspect ed il suo team hanno, infatti, scoperto che alcune particene subatomiche, come gli elettroni, in determinate condizionisono capaci di comunicare istantaneamente l’una con l’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10metri o di 10 miliardi di chilometri. È come se ogni singola particella sapesse esattamente cosa stanno facendo tutte le altre.Questo fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein, che esclude la possibilità di comunicazioni più velocidella luce è da considerarsi errata, oppure le particene subatomiche sono connesse non-localmente.

Poiché la maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l’ipotesi più accreditata è chel’esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particene subatomiche è effettivamente di tipo non-locale.Ma questo cosa vuoi dire ?Semplice: l’Universo è un immenso OlogrammaGia' migliaia di anni fa un principe divenuto Budda, e no fu l'unico, cosi si espresse:La "REALTA' ", ha la CONSISTENZA del SOGNO

David Bohm, noto fisico dell’Università di Londra recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicavanoche la realtà oggettiva non esiste.

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Nonostante la sua apparente solidità, l’Universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco [gigantesco a misura nostra-N.d.R.] e splendidamente dettagliato.Ologramma: le parti ed il tutto in una sola immagine. Diversi livelli di consapevolezza, diverse realtà.Bohm si convinse che il motivo per cui le particene subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separarisiede nel fatto che la loro separazione è un’illusione. Egli sosteneva che, ad un qualche livello di realtà più profondo, tali particenenon sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso “organismo” fondamentale.In un Universo olografico persino il tempo e lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali. Poiché concetti come la localitàvengono infranti in un Universo dove nulla è veramente separato dal resto, anche il tempo e lo spazio tridimensionale dovrebberoessere interpretati come semplici proiezioni di un sistema più complesso.

Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di super-ologramma in cui il passato, il presente ed il futuro coesistonosimultaneamente; questo implica che, disponendo degli strumenti appropriati, un giorno potremmo spingerci entro quel livello, macon l’uso delle tecniche di ipnosi regressiva lo si sta già facendo !

Il Dott. Pribram crede che i ricordi non siano immagazzinati nei singoli neuroni od in piccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degliimpulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemi dei raggi laser che si intersecano su tuttal’area del frammento di pellicola che contiene l’immagine olografica.Quindi il cervello stesso funzionerebbe come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe anche in che modo quest’organoriesca a contenere una tale quantità di ricordi in uno spazio così limitato.È stato calcolato che il cervello della nostra specie ha la capacità di immagazzinare, durante la durata media della vita, circa 10miliardi di informazioni e si è scoperto che anche gli ologrammi possiedono una sorprendente capacità di memorizzazione, infattisemplicemente cambiando l’angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardidi informazioni in un solo centimetro cubo di spazio, ma anche correlare idee e decodificare frequenze di ogni tipo.Anche la nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall’enorme magazzino del nostrocervello risulta spiegabile più facilmente se si suppone che esso funzioni secondo principi olografici. Non è necessario scartabellareuna specie di gigantesco archivio alfabetico cerebrale, perché ogni frammento d’informazione sembra essere sempreistantaneamente correlato a tutti gli altri: un’altra particolarità tipica degli ologrammi.

Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero, in realtà, essere dovute ad un mutamento dello stato dicoscienza capace di provocare dei cambiamenti nell’ologramma corporeo.Allo stesso modo potrebbe darsi che alcune controverse tecniche di guarigione alternative, come la visualizzazione, risultino cosìefficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono in fondo reali quanto la realtà:iI mondo concreto è una tela bianca che attende di essere dipinta.

Persino le visioni ed altre esperienze di realtà non ordinaria possono essere facilmente spiegate se accettiamo l’ipotesi di ununiverso olografico.Tratto da: aamterranuova.it

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L'Universo è un'illusione - 1 Maggio 2010Le teorie di Aspect, Bohm, Pribram sulla nuova fisica scuotono i principi della scienza tradizionale: dalle particelle subatomiche allegalassie giganti, tutto è parte infinitesimale e totalità di "Tutto"

Nel 1982 un'équipe di ricerca dell'Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, condusse forse il più importante esperimentodel 20º secolo. Aspect ed il suo team scoprirono che, sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche come glielettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separa,sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. Come se ogni singola particella sappia esattamente cosa stiano facendotutte le altre.Un fenomeno che può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein - che esclude la possibilità di comunicazioni più velocidella luce - è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente.David BohmLa maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, ma l'esperimento di Aspectrivoluziona il postulato, provando che il legame tra le particelle subatomiche è effettivamente di tipo non-locale.David Bohm, celebre fisico dell'Università di Londra recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicassero lanon-esistenza della realtà oggettiva. Vale a dire che, nonostante la sua apparente solidità, l'Universo è in realtà un fantasma, unologramma gigantesco e splendidamente dettagliato. Ologrammi, la parte e il tuttoPer capire la sbalorditiva affermazione di Bohm gettiamo uno sguardo alla natura degli ologrammi. Un ologramma è una fotografiatridimensionale prodotta con l'aiuto di un laser: l'oggetto da fotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi unsecondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i dueraggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica. Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di lineechiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, ecco apparire il soggetto originale.La tridimensionalità non è l'unica caratteristica interessante degli ologrammi: se l'ologramma di una rosa viene tagliato a metà e poiilluminato da un laser, si scopre che ciascuna metà contiene ancora l'intera immagine della rosa. Anche continuando a dividere ledue metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola, ma intatta, della stessaimmagine.UNA PRECISAZIONE...L'affermazione secondo la quale ogni frammento dell'ologramma conterrebbe tutta l'informazione, non è esatta: si verifica sempreuna certa perdita di informazione, tanto maggiore quanto più è piccolo il frammento. Questo però non invalida affatto l'ipotesidell'Universo olografico, ma anzi, restringe le reciproche influenze delle cose - da una precedente inconcepibile infinitezza ad ambitipiù circoscritti - rendendo tutta la teoria ancor più credibile. normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le

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informazioni possedute dall'ologramma integro.Si schiude così una nuova comprensione dei concetti di organizzazione e di ordine.La rana, l'atomo e la rosa Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore dicapire un fenomeno fisico, che si trattasse di una rana o di un atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gliologrammi ci insegnano che alcuni fenomeni possono esulare da tale approccio.Bohm lo intuì, aprendo una strada alla comprensione della scoperta del professor Aspect. Per Bohm il motivo per cui le particellesubatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione èun'illusione. Era infatti convinto che, ad un livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di unostesso "organismo" fondamentale.Bohm semplificava con un esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate che l'acquario non sia visibiledirettamente, ma solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altra lateralmente rispetto all'acquario.Guardando i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci siano due entità separate, la differente posizione delle telecamereci darà infatti due immagini lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certolegame tra loro: quando uno si gira, anche l'altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l'altro guarderà lateralmente. Essendoall'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo credere che i due pesci comunichino tra loro, istantaneamente emisteriosamente.Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica che esiste un livello di realtà del quale non siamo consapevoli,una dimensione che oltrepassa la nostra. Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solouna porzione della loro realtà, esse non sono "parti" separate bensì sfaccettature di un'unità più profonda e basilare, che risultainfine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste"immagini", ne consegue che l'Universo stesso è una proiezione, un ologramma.Il magazzino cosmico Oltre alla sua natura illusoria, questo universo avrebbe altre caratteristiche stupefacenti: se la separazione trale particelle subatomiche è solo apparente, ciò significa che, ad un livello più profondo, tutte le cose sono infinitamente collegate. Glielettroni di un atomo di carbonio del cervello umano sono connessi alle particelle subatomiche che costituiscono ogni salmone chenuota, ogni cuore che batte ed ogni stella che brilla nel cielo. Tutto compenetra tutto.Sebbene la natura umana cerchi di categorizzare, classificare e suddividere i vari fenomeni, ogni suddivisione risultanecessariamente artificiale e tutta la natura non è altro che una immensa rete ininterrotta. In un universo olografico persino il tempoe lo spazio non sarebbero più dei principi fondamentali. Concetti come la località vengono infranti in un universo dove nulla èveramente separato dal resto, sicché anche il tempo e lo spazio tridimensionale (come le immagini del pesce sui monitor TV)dovrebbero venire interpretati come semplici proiezioni di un sistema più complesso.Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di super-ologramma dove il passato, il presente ed il futuro coesistonosimultaneamente. Disponendo degli strumenti appropriati un giorno potremmo spingerci entro quel livello della realtà e cogliere dellescene del nostro passato da lungo tempo dimenticato. Cos'altro possa contenere il super-ologramma resta una domanda senzarisposta. In via ipotetica, ammettendo che esso esista, dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che sia, che sia statae che sarà, nonché ogni possibile configurazione di materia ed energia: dai fiocchi di neve alle stelle, dalle balene ai raggi gamma.Dovremmo immaginarlo come una sorta di magazzino cosmico di Tutto-ciò-che-Esiste.Bohm si era addirittura spinto a supporre che il livello super-olografico della realtà potrebbe non essere altro che un semplice stadiointermedio oltre il quale si celerebbe un'infinità di ulteriori sviluppi. Poiché il termine ologramma si riferisce di solito ad una immaginestatica che non coincide con la natura dinamica e perennemente attiva del nostro universo, Bohm preferiva descrivere l'Universo coltermine "olomovimento". Affermare che ogni singola parte di una pellicola olografica contiene tutte le informazioni in possesso dellapellicola integra significa semplicemente dire che l'informazione è distribuita non-localmente.Se è vero che l'Universo è organizzato secondo principi olografici, si suppone che anch'esso abbia delle proprietà non-locali e quindiogni particella esistente contiene in se stessa l'immagine intera. Dato il presupposto, tutte le manifestazioni della vita provengono daun'unica fonte di causalità che include ogni atomo dell'Universo. Dalle particelle subatomiche alle galassie giganti, tutto è allo stessotempo parte infinitesimale e totalità di "tutto". Miliardi di informazioni...Karl Pribram Lavorando nel campo della ricerca sulle funzioni cerebrali, anche il neurofisiologo Karl Pribram, dell'Università diStanford, si è convinto della natura olografica della realtà.Numerosi studi, condotti sui ratti negli anni '20, avevano dimostrato che i ricordi non risultano confinati in determinate zone delcervello: dagli esperimenti nessuno però riusciva a spiegare quale meccanismo consentisse al cervello di conservare i ricordi, finquando Pribram non applicò a questo campo i concetti dell'olografia. Egli ritiene che i ricordi non siano immagazzinati nei neuroni o inpiccoli gruppi di neuroni, ma negli schemi degli impulsi nervosi che si intersecano attraverso tutto il cervello, proprio come gli schemidei raggi laser che si intersecano su tutta l'area del frammento di pellicola che contiene l'immagine olografica.Quindi il cervello stesso funziona come un ologramma e la teoria di Pribram spiegherebbe come il cervello riesca a contenere unatale quantità di ricordi in uno spazio così limitato. Quello umano può immagazzinare circa 10 miliardi di informazioni, durante ladurata media di vita (approssimativamente l'equivalente di cinque edizioni dell'Enciclopedia Treccani!).Di converso, si è scoperto che gli ologrammi possiedono una sorprendente possibilità di memorizzazione, infatti semplicementecambiando l'angolazione con cui due raggi laser colpiscono una pellicola fotografica, si possono accumulare miliardi di informazioniin un solo centimetro cubico di spazio. ...ma anche di ideeLa nostra stupefacente capacità di recuperare velocemente una qualsivoglia informazione dall'enorme magazzino cerebrale risultaspiegabile più facilmente, supponendone un funzionamento secondo principi olografici. Inutile, quindi, scartabellare nei meandri di ungigantesco archivio alfabetico cerebrale, perché ogni frammento di informazione sembra essere sempre istantaneamente correlatoa tutti gli altri: si tratta forse del massimo esempio in natura di un sistema a correlazione incrociata.Nell'ipotesi di Pribram si analizza la capacità del cervello di tradurre la valanga di frequenze luminose, sonore, ecc. ricevute tramite isensi, nel mondo concreto delle percezioni.Codificare e decodificare frequenze è esattamente quello che un ologramma sa fare meglio, fungendo da strumento di traduzioneper convertire un ammasso di frequenze prive di significato in una immagine coerente: il cervello usa gli stessi principi olografici perconvertire matematicamente le frequenze ricevute in percezioni interiori.IL CERVELLO RIMESCOLATOPaul Pietsch, critico verso la teoria olografica della mente, provò a confutarla.Poichè aveva scoperto che le salamandre sono capaci di ampie capacità di rigenerazione del tessuto nervoso (nervi e cervello),ipotizzò che la localizzazione delle funzioni cerebrali potesse essere evidenziata "scambiando" fra loro parti di cervello.Lo fece, sezionando il cervello di alcune salamandre in parti uguali, per poi risistemarle nella scatola cranica ruotate, scambiate di

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posto, e così via. Pietsch si aspettava di osservare gravi disfunzioni o strani comportamenti, invece la maggior parte dellesalamandre continuò a comportarsi come prima.Vi è una impressionante quantità di dati scientifici a conferma della teoria di Pribram, ormai condivisa da molti altri neurofisiologi. Ilricercatore italo-argentino Hugo Zucarelli ha applicato il modello olografico ai fenomeni acustici, incuriosito dal fatto che gli umanipossono localizzare la fonte di un suono senza girare la testa, pur sordi da un orecchio. Ne risulta che ciascuno dei nostri sensi èsensibile ad una varietà di frequenze molto più ampia.Ad esempio: il nostro sistema visivo è sensibile alle frequenze sonore, il nostro olfatto percepisce anche le cosiddette "frequenzeosmiche" e persino le cellule biologiche sono sensibili ad una vasta gamma di frequenze. Tali scoperte suggeriscono che è solo neldominio olografico della coscienza che tali frequenze possono venire vagliate e suddivise, sui suoni olografici, o meglio, olofonici.La realtà ? Non esiste.Ma l'aspetto più sbalorditivo del modello cerebrale olografico di Pribram è ciò che risulta unendolo alla teoria di Bohm. Se laconcretezza del mondo non è altro che una realtà secondaria e ciò che esiste non è altro che un turbine olografico di frequenze e sepersino il cervello è solo un ologramma che seleziona alcune di queste frequenze trasformandole in percezioni sensoriali, cosa restadella realtà oggettiva? In parole povere: non esiste. Come sostenuto dalle religioni e dalle filosofie orientali, il mondo materiale è unaillusione. Noi stessi pensiamo di essere entità fisiche che si muovono in un mondo fisico, ma tutto questo è pura illusione. In realtàsiamo una sorta di "ricevitori" che galleggiano in un caleidoscopico mare di frequenze e ciò che ne estraiamo lo trasformiamomagicamente in realtà fisica: uno dei miliardi di "mondi" esistenti nel super-ologramma.Questo impressionante nuovo concetto di realtà è stato battezzato "paradigma olografico" e sebbene diversi scienziati lo abbianoaccolto con scetticismo, ha entusiasmato molti altri. Un piccolo, ma crescente, gruppo di ricercatori è convinto si tratti del piùaccurato modello di realtà finora raggiunto dalla scienza. In un Universo in cui le menti individuali sono in effetti porzioni indivisibili diun ologramma e tutto è infinitamente interconnesso, i cosiddetti "stati alterati di coscienza" potrebbero semplicemente essere ilpassaggio ad un livello olografico più elevato.Se la mente è effettivamente parte di un continuum, di un labirinto collegato non solo ad ogni altra mente esistente o esistita, maanche ad ogni atomo, organismo o zona nella vastità dello spazio, ed al tempo stesso, il fatto che essa sia capace di fare delleincursioni in questo labirinto e di farci sperimentare delle esperienze extracorporee, non sembra più così strano.Coscienza e visualizzazioneIl paradigma olografico presenta implicazioni anche nelle cosiddette scienze pure, come la biologia. Keith Floyd, uno psicologo delVirginia Intermont College, ha sottolineato il fatto che se la concretezza della realtà non è altro che una illusione olografica, nonpotremmo più affermare che la mente crea la coscienza (cogito ergo sum). Al contrario, sarebbe la coscienza a creare l'illusoriasensazione di un cervello, di un corpo e di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come "fisico".Una tale rivoluzione nel nostro modo di studiare le strutture biologiche spinge i ricercatori ad affermare che anche la medicina e tuttociò che sappiamo del processo di guarigione verrebbero trasformati dal paradigma olografico. Infatti, se l'apparente struttura fisicadel corpo non è altro che una proiezione olografica della coscienza, risulta chiaro che ognuno di noi è molto più responsabile dellapropria salute di quanto riconoscano le attuali conoscenze nel campo della medicina.Quelle che noi ora consideriamo guarigioni miracolose potrebbero in realtà essere dovute ad un mutamento dello stato di coscienzache provochi dei cambiamenti nell'ologramma corporeo. Allo stesso modo, potrebbe darsi che alcune controverse tecniche diguarigione alternative come la "visualizzazione" risultino così efficaci perché nel dominio olografico del pensiero le immagini sono infondo reali quanto la "realtà". Il mondo è una tela bianca Perfino le visioni ed altre esperienze di realtà non ordinaria possono venirefacilmente spiegate se accettiamo l'ipotesi di un universo olografico.Nel suo libro "Gifts of Unknown Things", il biologo Lyall Watson descrive il suo incontro con una sciamana indonesiana che,eseguendo una danza rituale, era capace di far svanire istantaneamente un intero boschetto di alberi. Watson riferisce che mentrelui ed un altro attonito osservatore continuavano a guardare, la donna fece velocemente riapparire e scomparire gli alberi diversevolte. Sebbene le conoscenze scientifiche attuali non ci permettano di spiegarle, esperienze come queste diventano più plausibiliqualora si ammetta la natura olografica della realtà.In un universo olografico non vi sono limiti all'entità dei cambiamenti che possiamo apportare alla sostanza della realtà, perché ciòche percepiamo come realtà è soltanto una tela in attesa che noi vi si dipinga sopra qualunque immagine vogliamo. Tutto divienepossibile, dal piegare cucchiai col potere della mente, ai fantasmagorici eventi vissuti da Carlos Castaneda durante i suoi incontricon Don Juan, lo sciamano Yaqui.Nulla di più, né meno, miracoloso della capacità che abbiamo di plasmare la realtà a nostro piacimento durante i sogni. E le nostreconvinzioni fondamentali dovranno essere riviste alla luce della teoria olografica della realtà. Se una conoscenza simile fosse fondata e dovesse progredire il paranormale diventerebbe normale. Questa teoria non mi è nuova,adire il vero poco tempo fa temevo di conoscerla. Premettendo che non valuto come vero ogni cosa che leggo,ho sempre temuto laverità poiche' ho pensato fosse qualcosa di terribile. Insomma,se fosse un qualcosa di positivo si sarebbe già manifestato anoi,pensavo. Immaginate una terribile verità,non risulterebbe infine impossibile vivere come prima ? Un mondo come lo descrivono inostri libri risulta cosi comodo, perche' scoprire la beffa che c'è dietro ?Voglio dire,cose del tipo: "l'uomo non può volare,è fisicamente impossibile" non sarebbe meglio di: "l'uomo potrebbe volare, poiche' ilsuo corpo e il terreno sono solo illusioni"?Si,in un certo senso sarebbe meglio cosi,da l'idea che nel nostro universo ci siano leggi costanti,ci fa sentire sicuri, possessori dellaconoscenza.Fonte: xmx.it - tratto da antikera.net del 1 Aprile 2010

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La realtà è un'illusioneNegli anni quaranta, Dennis Gabor, premio Nobel per la fisica, sviluppò una teoria matematica che solo venti anni dopo, grazie allosviluppo tecnologico, poté essere meglio esposta e compresa. Essa infatti richiedeva l’invenzione del laser, per apparire in tutta lasua strabiliante originalità. Stiamo parlando di quella che potrebbe rivelarsi la scoperta più sconvolgente nella storia del pensieroscientifico contemporaneo, la quale aprirebbe scenari e possibilità mai ipotizzate prima d’ora.

“Nel 1982” – spiega il Prof. Richard Boylan, “un équipe di ricerca dell’Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condottoquello che potrebbe rivelarsi il più importante esperimento del ventesimo secolo. Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che,sottoponendo a determinate condizioni delle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare

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istantaneamente l’una con l’altra, indipendentemente dalla distanza che le separa, sia che si tratti di dieci metri o di dieci miliardi dichilometri. E’ come se ogni singola particella sapesse cosa stiano facendo tutte le altre.

Questo fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più velocidella luce è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente. Poiché la maggior parte deifisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l’ipotesi più accreditata è che l’esperimento di Aspect siala prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non locale”.

Nel suo libro “La realtà quantistica”, Nick Herbert afferma che la non-localizzazione delle particelle spiegherebbe questa loroincredibile comunicazione non mediata né da campi né da nessun altro fenomeno (proprio perché le loro influenze e i loro contattiavverrebbero all’istante). Nessun filosofo e nessuno scienziato avrebbe mai pensato che le categorie di spazio e tempo, sisarebbero potute annullare così facilmente! Nonostante ciò, le quattro forze fondamentali della natura (forza gravitazionale, forzaelettromagnetica, interazione nucleare forte e interazione nucleare debole), possono tranquillamente essere descritte senzaricorrere ai concetti della non-localizzazione.

Ma allora perché proporre questa teoria ? Semplicemente perché le spiega ancora meglio !

Parlando della non-località applicata alla forza gravitazionale: come fa la terra a sapere che io ci sono, per tirarmi verso il basso?!Oppure riguardo all’interazione nucleare forte: perché un elettrone rimane intorno al nucleo piuttosto che andarsene altrove? Cioè,come fanno a comunicare ? Non solo…

Il modello non-locale della realtà può addirittura condurre la fisica teorica verso quello che è stato il principale obbiettivo di Einstein:la definizione di una quinta forza, una superforza che racchiuda e spieghi in sé tutte le altre interazioni della natura.

Nel 1964 il fisico irlandese John Stewart Bell, dimostrò l’effettiva esistenza di un mondo non localizzato. In una prova matematicaconfermata da diversi esperimenti, chiamata “Teorema di Bell”, egli dimostrò che l’ipotesi secondo cui il mondo è intrinsecamentelocalizzato, è assolutamente errata. Se da tempi antichi, se non antichissimi, questa teoria si dà per scontata (considerandolanemmeno come tale ma come dato di fatto), per lo meno in ambito esoterico, ai giorni nostri sono veramente tanti, e aumentano avista d’occhio, gli studiosi coraggiosi e i ricercatori all’avanguardia che cominciano ad appoggiarla: pensiamo a Capra, Bateson,Prigogine, Laszlo, Jantsch, Talbot ecc..D’altronde anche eminenti fisici quali Einstein, Pauli, Bohr, Schrödinger, Heisenberg e Hoppenheimer non erano del tutto contrari aduna visione del mondo arricchita anche da una valenza prettamente spirituale. Arrivare però a dire che la realtà è un’illusioneconfermando quanto vanno dicendo da millenni le tradizioni esoteriche, sia Occidentali che Orientali, è veramente rivoluzionario. E’addirittura esageratamente oltraggioso, quasi ridicolo agli occhi di qualche scienziato legato a modelli di comprensione tradizionali –o forse verrebbe da dire “superati” – se non fosse per la levatura scientifica di colui il quale illustrò ancora più approfonditamentequesta incredibile scoperta.

Sto parlando ovviamente di David Bohm, già collaboratore di Einstein e Professore di fisica teorica al Birbeck College di Londra. Dapoco scomparso, e già fortemente rimpianto, Bohm, fu uno dei più illustri scienziati dell’era contemporanea. Costui, grazie alconcetto di “ologramma” è riuscito a spiegarci in termini scientifici che cos’è il velo di maya di cui la filosofia indiana, ha sempreparlato, illuminando gli occhi di chi ha orecchie attente.

Dalle teorie di Bohm, si evince che le energie elettromagnetiche e l’intera realtà fisica, sono create dalla prodigiosa e “magica”natura delle particelle subatomiche, le quali, incredibilmente, si presentano sotto il duplice aspetto di particelle e di onde. Ciòpermette a tali particelle di rimanere in contatto e di venire quindi informate a vicenda, indipendentemente dalla distanza che lesepara, la quale dunque, a questo punto, è una pura illusione. Le distanze quindi, servirebbero alla mente, per organizzare meglio idati sensoriali provenienti dal mondo “esterno”, esse però, tranne che nella costruzione di questo ordine mentale, non esistono inrealtà. In sostanza, secondo Bohm, le particelle non sono entità individuali ma estensioni di uno stesso organismo, e il fatto cheappaiano separate, deriva dalla nostra incapacità di vedere la realtà nella sua interezza.Noi vediamo solo la parte e non il tutto, non riuscendo dunque a capire che il tutto è la parte e la parte è il tutto.

Immaginiamo un acquario, al cui interno sta nuotando un pesce. Noi non vediamo il pesce a occhio nudo ma solo grazie a duetelecamere, una posizionata di fronte all’acquario, l’altra di lato. All’apparenza sembrerebbero due entità separate, due pesci diversi,uno visto da davanti, l’altro di lato ma guardandoli meglio potremmo scoprire un legame interessante: quando uno si gira, si giraanche l’altro. Ignari dell’esperimento, potremmo addirittura pensare che i due pesci comunicano tra loro, istantaneamente emisteriosamente. Il comportamento delle particelle subatomiche è altrettanto misterioso, e non fa che accreditare l’esistenza di unlivello di realtà, del quale noi non siamo minimamente consapevoli.

Grazie agli ologrammi prodotti dal laser, Bohm, in sostanza, è arrivato a scoprire che la minima parte dell’ologramma di un oggettocontiene l’oggetto intero. Tutto ciò è assolutamente sconvolgente. Se noi produciamo l’ologramma di una rosa e poi scomponiamo inpiccolissime parti quell’ologramma, non perderemmo mai l’oggetto nella sua interezza, pur avendolo più volte diviso! Esso infatti ècontenuto in ogni singola frammentazione, in ogni – a questo punto apparente – divisione della rosa stessa.

Karl Pribram, neurofisiologo dell’Università di Stanford, ha avvalorato ancora di più la natura olografica della realtà, grazie anumerosi studi condotti su ratti, a cui veniva asportata una parte di cervello. Nonostante diverse e successive asportazioni infatti, iratti continuavano a conservare i ricordi, dei quali dunque, in seguito all’esito degli esperimenti, non si può più ammettereun’esistenza localizzata. La stessa capacità umana di attingere all’istante, ad un qualsiasi ricordo, tra miliardi e miliardi diinformazioni contenute nel nostro cervello, non fa che avvalorare la non-localizzazione dei ricordi, e quindi la non “catalogabilità” deltempo.

Queste importanti rivelazioni, di parte del mondo scientifico contemporaneo, che per chi ha familiarità con l’energia e le sueincredibili manifestazioni, non sono che l’ennesima conferma di saggezze antiche, possono dunque dirigere il mondo intero verso una

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convivenza migliore. Se tutto è connesso infatti, è assolutamente controproducente da parte di un essere, provocare il dolore oaddirittura la morte di un altro essere. Ad un livello profondo di realtà infatti, Bohm direbbe “implicito”, è come far male a se stessi.Gli indiani parlavano di karma, ma ne parlavano già 3.500 anni fa.Dobbiamo aspettare ancora ?Di Lucio Giuliodori. - Fonte: http://www.luciogiuliodori.net

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Gli scienziati alle prese con il "paradigma olografico" Stupefacenti scoperte nel campo della fisica potrebbero sconvolgere completamente le nostre convinzioni sulla natura dell'universo edella vita stessa, aprendo un ventaglio di possibilità mai ipotizzate prima d'ora.

Nel 1982 un'équipe di ricerca dell'Università di Parigi, diretta dal fisico Alain Aspect, ha condotto quello che potrebbe rivelarsi il piùimportante esperimento del 20° secolo. Aspect ed il suo team hanno infatti scoperto che, sottoponendo a determinate condizionidelle particelle subatomiche, come gli elettroni, esse sono capaci di comunicare istantaneamente una con l'altra indipendentementedalla distanza che le separa, sia che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri. È come se ogni singola particella sapesseesattamente cosa stiano facendo tutte le altre. - vedi: J.E.CharonQuesto fenomeno può essere spiegato solo in due modi: o la teoria di Einstein che esclude la possibilità di comunicazioni più velocidella luce è da considerarsi errata, oppure le particelle subatomiche sono connesse non-localmente.Poiché la maggior parte dei fisici nega la possibilità di fenomeni che oltrepassino la velocità della luce, l'ipotesi più accreditata è chel'esperimento di Aspect sia la prova che il legame tra le particelle subatomiche sia effettivamente di tipo non-locale.David Bohm, noto fisico dell'Università di Londra, recentemente scomparso, sosteneva che le scoperte di Aspect implicavano che larealtà oggettiva non esiste. Nonostante la sua apparente solidità, l'universo è in realtà un fantasma, un ologramma gigantesco esplendidamente dettagliato. Ologrammi, la parte e il tutto in una sola immaginePer capire come mai il Prof. Bohm abbia fatto questa sbalorditiva affermazione, dobbiamo prima comprendere la natura degliologrammi. Un ologramma è una fotografia tridimensionale prodotta con l'aiuto di un laser: per creare un ologramma l'oggetto dafotografare viene prima immerso nella luce di un raggio laser, poi un secondo raggio laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessadel primo e lo schema risultante dalla zona di interferenza dove i due raggi si incontrano viene impresso sulla pellicola fotografica.Quando la pellicola viene sviluppata risulta visibile solo un intrico di linee chiare e scure ma, illuminata da un altro raggio laser, eccoapparire il soggetto originale.La tridimensionalità di tali immagini non è l'unica caratteristica interessante degli ologrammi, difatti se l'ologramma di una rosa vienetagliato a metà e poi illuminato da un laser, si scoprirà che ciascuna metà contiene ancora l'intera immagine della rosa. Anchecontinuando a dividere le due metà, vedremo che ogni minuscolo frammento di pellicola conterrà sempre una versione più piccola,ma intatta, della stessa immagine. Diversamente dalle normali fotografie, ogni parte di un ologramma contiene tutte le informazionipossedute dall'ologramma integro. Questa caratteristica degli ologrammi ci fornisce una maniera totalmente nuova di comprendere iconcetti di organizzazione e di ordine.Per quasi tutto il suo corso la scienza occidentale ha agito sotto il preconcetto che il modo migliore di capire un fenomeno fisico, chesi trattasse di una rana o di un atomo, era quello di sezionarlo e di studiarne le varie parti. Gli ologrammi ci insegnano che alcunifenomeni possono esulare da questo tipo di approccio. Questa intuizione suggerì a Bohm una strada diversa per comprendere lascoperta del professor Aspect.Diversi livelli di consapevolezza, diverse realtà Bohm si convinse che il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contattoindipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un'illusione. Egli sosteneva che, ad unqualche livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali ma estensioni di uno stesso "organismo" fondamentale.Per spiegare la sua teoria Bohm utilizzava questo esempio: immaginate un acquario contenente un pesce. Immaginate anche chel'acquario non sia visibile direttamente ma che noi lo si veda solo attraverso due telecamere, una posizionata frontalmente e l'altralateralmente rispetto all'acquario.Mentre guardiamo i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci visibili sui monitor siano due entità separate, la differenteposizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse. Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ciaccorgeremo che vi è un certo legame tra di loro: quando uno si gira, anche l'altro si girerà; quando uno guarda di fronte a sé, l'altroguarderà lateralmente. Se restiamo completamente all'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo arrivare a credere che idue pesci stiano comunicando tra di loro, istantaneamente e misteriosamente.Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica chiaramente che vi è un livello di realtà del quale non siamominimamente consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra.Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, esse nonsono "parti" separate bensì sfaccettature di un'unità più profonda e basilare che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibilequanto la nostra rosa. E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste "immagini", ne consegue che l'Universo stesso èuna proiezione, un ologramma.Continua su: http://www.riflessioni.it/dal_web/paradigma_olografico_2.htm

vedi anche: Energia=Informazione=sostanza + Universo Elettrico 1 + Universo Elettrico 2 + UniVerso Elettrico 3 + UniversoElettrico 4 + Universo Elettrico (definizione) + UniVerso Olografico + Universo Mentale + Universo Intelligente + UNIVERSOARMONICO + Universo matriosca + Cosmologia, Cosmogonia + Esperimento Archiviato + Chi e', cosa e', dov'e' dio ? +INFORMAZIONE, CAMPO UNIVERSALE e SOSTANZA-Campi MORFOGENETICI + Teoria del TUTTO + OLO-MERO (lascoperta dell'Infinito Assoluto) + Trans - Uranici + UNIVERSO OLOGRAFICO - IPERSPAZIO + Vuoto QUANTOMECCANICOIntelligente ? + Le prime parole della Genesi + Galassie madri + Sintesi (il senso della Vita) + Teoria dei Gradienti e delleOnde Portanti + PFD: Universo e la teoria delle stringhe

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