wait! talenti e avanguardie creative - n. 26

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N. 26 10-11/2009

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Issue 26 (october/november 2009) of italian bimonthly free magazine Wait

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N. 26

10-11/2009

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Editoriale

“Leggo per legittima difesa”

Woody Allen

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ti sei scotchato?malph.it

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MICHELA RIBA...e il suo Paf MovimentoIntervista di Annalisa Varesi

Wait! è dalla parte dei giovani, lo sapete. Quando ci ha contattatoMichela Riba, giovane artista cuneese, invitandoci a dare un'oc-chiata ai suoi lavori, non ce lo siamo fatto dire due volte. E ci sonopiaciuti talmente tanto che abbiamo deciso di fare due chiacchierecon lei, per conosceremeglio questo verovulcano di talento,idee e voglia di vive-re.

Chi è Michela Riba?E' una "Paf Artista", inrealtà, quando si parlad'arte è chiamata ancheEzekiela. Confonde cosìle sue due personalità...La timidezza di MichelaRiba con la stravaganzadi Ezekiela (un po' dan-nista) per creare il suomondo parallelo il “PafMovimento”: un movi-mento artistico tutto suofatto di colori mischiatisulla tela e una fortepassione per Klimt,Beardsley, l'Art Nouveau,la fotografia di moda, el'ammirazione per gliiperrealisti e la tecnica

della grande artecaravaggesca...

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Così, nel 2004 ho avuto la mia "vocazione".Non credo comunque di saperebene come definirmi. Un giorno Angelo Mistrangelo ha scritto di me: "MichelaRiba espone una serie di lavori che raccontano la sua visione e interpretazio-ne dell’ esistenza e dell’ esistente, la volonta di esprimere quell’ analisi intor-no alla propria sensibilità,alle inquietudini quotidiane,alla condizione femmini-le. La Riba affida alle tele l’ essenza di un discorso in cui la raffigurazione simuove dalla pittura al fumetto rivisitato, dall’ introspezione alla poetica dell’immagine fissata nella memoria come in un fotogramma. Misteriosa e simbo-lica,la sua donna appartiene a questo nostro tempo quanto mai complesso."

Parlaci dei tuoi lavori. Come li descriveresti? Oserei prima lasciarequesta citazione: "Il piùgrande ostacolo allacomprensione di un'ope-ra d'arte è quello di volercapire." Così solitamenterispondo: "Tra misticofantastico e realta' comein una favola surreale i 2più grandi temi dell’ arteastratto e figurativo siincontrano in una ricercaartistica e una grandepassione per la moda lafotografia e il glamouralla base di tutto far par-lare gli occhi, lo specchiodell’ anima e render cosivivo il quadro. Toni vividinote intense di colorinuance imperative dibianco e nero creanogiustapposizioni grafichetutto racchiuso dall’ ele-ganza cercare di andareavanti in questa realtànella quale tutti ci rin-chiudiamosognando un 13

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qualcosa che solo tu spettatore puoi vedere scrivi la storia del mio quadro edio artista ne saro incantata perchè sarò riuscita a riscuotere in te sensazionied emozioni facendo parlare del mio quadro".I miei lavori sono tutti olio su tela, con una forte carica di passione per l'artee una ricerca per qualcosa di totalmente mio che possa distinguermi dallamassa. O per lo meno ci provo a farla risultare tale... Non bado molto ad unprogetto, inizio da un'immagine e ci gioco direttamente sulla tela, fantasti-cando.

La tua ispirazione (se esiste)?Ti direi solo due parole: l'universo femmi-nile.

Soggetto privilegiato delle tueopere è infatti "la donna". E' unascelta casuale? E i volti, i corpiritratti sono reali o frutto della tuafantasia?Sarà che il corpo femminile è così sen-suale e dolce da dipingere, sarà che sonouna donna, sarà che nelle pose chedipingo mi ci vedo una donna... Alla finemi ritrovo sempre di fronte ad una imma-gine femminile. Ma non escudo che ungiorno possa esserci un'evoluzione diffe-rente.

La soddisfazione più grossa che tisei tolta fin'ora con il tuo lavoro? Equella che ancora ti manca? La sod-disfazione più grande è sicuramentequando gli altri chiedono dei miei dipinti,li ammirano e parlano della mia arte. E'stupendo... L'interesse del pubblico è laconferma più grande. Poi devo ammette-re che la manifestazione "Made in Turin",a Palazzo Birago è stata davvero emozio-

nante. E arrivare in finale a "Ioespongo" lo è stato ugualmente,16

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per non parlare della semifinale su Arte Mondadori 2009, dove siamo solo insette, sono sicuramente degli ottimi successi. Mi manca solo la vincita di unpremio. Io ci credo e continuo a provarci... Chi vivrà vedrà!

Se ti diciamo "WAIT!" cosa ci rispondi? Mi immagino la scena di voi chemi dite "Wait!", io mi giro e rimango un attimo con un punto di domandasulla testa, come nei manga. Poi sorrido e rispondo: "Grandi ragazzi!"

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MALPH-ILOSOPHYintervista di Marco Bianchi

Luca Gregorio, lo stilista che si cela dietroil marchio Malph, è un amico. Quasi unfratello. Lo conobbi, quando ancoraragazzino, volantinava accompagnato dagraziose fanciulle in C.so di Porta Tcinesea Milano. Allora, già allora, ci credevatantissimo, anche quando stampava il suologo a casa, con la pressa a caldo, sufelpe della Fruit Of The Loom... Oggi Luca,ne ha fatta di strada, ed è, con il suo pro-dotto semplice ma soprendente, efficacee di qualità...uno degli ‘enfant prodige’dello streetwear italiano. Era ora di inte-vistarlo.

Quando nasce la storia di Malph e perchè questo nome? Nel 2004 ho vis-suto alle Hawaii e facevo una sorta di scuola dove avrei dovuto imparare inglese esurf. Un giorno un'onda di 3m mi frattura una spalla e mi costringe a rimanere acasa immobile e depresso, fino a quando un giorno vedo la puntata di HappyDays con Ralph Malph che, a differenza di Fonzie e di Ricky Cunningam, mi hacolpito di piu' per il suo modo di fare fuori dagli schemi.Da allora, tornato in italia nell'inesperienza piu' totale del settore moda, ho comin-ciato a fare teeshirt e felpe.NB: comunque tu Marco poi testimoniare il mio inizio, no?

Parliamo del brand. ‘Felperia di ricerca lucida, brillante’. Così ti defini-sci. Cosa vuol dire?La forza di Malph e' la ricerca e l'applicazione su felpa dei materiali piu' incredibilicome scotch da pacchi, pezzi di divani o pattini da ghiaccio, prato sintetico, sacchidella pattuniera, zanzariere, 1000 bolle antiurto, rete stradali, etc..L'ispirazione e' la vita comune, quotidiana: le idee vengono girando per magazzinio supermercati, cantieri, industrie, case di amici, mercatini. Niente di Malph e'uguale agli altri. Malph e' la naturale inclinazione in un mondo troppo dritto estandard...Per questo anche il logo e' leggermente storto!

Chi è Luca Gregorio, quanti anni ha, da dove viene e dove vuoleandare? Sono un milanese adottato per amore dalla splendida Pavia. Non

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ho mai studiato grafica o moda, e soprattutto non mi sarei mai immaginato di fareun lavoro del genere. Non posso nascondere la mia eta': chi conosce bene Malphsa che identifico le collezioni con il numero dei miei anni.Per i 30 anni abbiamo pensato di stamparlo grosso prendendo in giro il filone deinumeri universitari, ma con lo stile dello scotch da pacchi, il cuore pulsante diMalph da qualche stagione.

Anche il tema del riciclo, è oggi molto sentito e importante. Fare busi-ness e stile con scarti di produzione è qualcosa di fantastico. Io pensosubito alla storia dei fratelli Freitag e delle loro borse riciclate coi telonidel camion. A te come è venuta l'idea?Freitag e Momaboma per me sono avanti un bel po'. L'idea del riciclo nasce sem-pre da 2 esigenze ben distinte: la prima, in linea con le possibilita' economiche delbrand e' quella di usare materiali facilmente riconoscibili, reperibili quasi a costozero e talmente particolari da dare un valore aggiunto al capo stesso; la secondae' quella di partecipare, anche se in minima parte, alla causa del riutilizzo e dellasalvaguardia del pianeta. Qualche anticipazione sulla prossima estate: abbiamousato il materiale dei gommoni da mare, alcuni magazine erotici anni '60 e tantipezzi di scotch!

Ora una sviolinata. Come fanno i tuoi capi ad avere dei tessuti cosìmorbidi? Io raramente ho toccate felpe di questa qualità. A volte sem-

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bra cachemire...Una felpa Malph deve avere buone idee, ottime vestibilita' e deve essere bella datoccarsi e da farsi toccare!

Il logo Malph. E' onnipresente. Eppure, un cosa che, potrebbe sembrarescontata, banale elemento tipico ma trito e ritrito all'interno dellostreetwear è diventato il tuo punto di forza e qualcosa di molto origina-le. Mi riferisco soprattuto alla continua reinterpreatazione del logo, conmateriali particolari...

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La cosa e' voluta. Niente faccine, animaletti, cuoricini e quant'altro legati al logo.Giochiamo con la scritta Malph e tutte le sue infinite declinazioni con materiali inu-suali per passare il concetto di una felperia sofisticatamente basica.

In quanti punti vendita si trova il prodotto oggi in Italia?150 punti vendita in italia con una distribuzione molto alta ed esclusiva.Alcuni esempi: Luisa Via Roma a Firenze, Sugar ad Arezzo, Nugnes a Trani,Barberia a Mestre, Jack a Torino, Spinnaker a Genova, Ragnetti ad Ancona, MisterGal a Bologna e un certo SuperFly a Pavia...

Un consiglio a qualche gio-vane stilista che vuole lan-ciare il suo marchio? Fallo enon mollare!

Quante volte hai pensato dilasciare, e quante volte haitrovato la forza di andareavanti?Sara' banale ma c'e' da premet-tere che questo e' un settoredifficile.Per me mollare vorrebbe direnon solo rinunciare a un lavoroma anche a un sogno, a un pro-getto di vita.

Idee ed evoluzione del pro-dotto 'Malph'? Vedremo altriprodotti? Parlo di accessori,calzature, camicie ecc..Malph e' fermo sostenitore delconcetto di specializzazione:continuiamo con quello cheabbiamo sempre fatto e sappia-mo fare meglio, le felpe.L'evoluzione della specie e' ladonna! Con l'inverno 010/011infatti inseriamo pochi pezzi dadonna ragionati, innovativi.Un'idea di felperia dadonna differente, poco 23

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schematica, per nulla "dipendente"dal concetto maschile che spessofa da padrone nel settore dellosport&street wear. Nota bene: ilpiumino e' una interessante ecce-zione che conferma la regola...

A proposito di piumini... mi èpiaciuto tantissimo il tuonuovo piumino, con manichestaccabili in 2 punti, che sipuò trasformare in gilet sma-nicato... E mi ha fatto capireche il brand stava diventandoimportante. Non tutti sono ingrando di pensare e produrreun prodotto così complesso.

Sia dal punto di vista stilistico che proprio della produzione...Un’ unica semplice idea: un piumino interattivo. Giocando con le zip nel sottomanica e ad altezza della mezza manica puoi avere 3 utilizzi in 1. Piumino intero,smanicato o 1/2 manicato.L'idea assomiglia a quella attuale del collet-to della polo Malph portabile in 3 differenti posizioni, ricordi? I coloridel piumino sono semplici ma efficaci: blu e nero con zip panna. Perl'inverno prossimo pensiamo a nuovi colorazioni del nylon e a svilup-pare in modo rivoluzionario il buon-vecchio concetto della risvoltabili-ta'.

Quante ore della tua giornata occupa Malph?Difficile, quasi impossibile da definire: devo conteggiare anche quan-do lavoro con la fantasia mentre dormo, mangio o faccio sport?

Quante persone lavorano dietro Malph?Come avrai notato parlo di Malph sempre al plurale: pur facendo tuttoda solo, sono monitorato da persone a me molto vicine anche a livellopersonale. Lo sento davvero come un team.

Come gestisci il 'product placing’?Se posso di persona: adoro entrare nei negozi e respirare l'aria chec'è all'interno, conoscere i propetari, i buyer e gli assistenti alle vendi-ta: tutti loro possono darti qualcosa se nasce l'atmosfera giusta.Gran parte delle idee mi vengono nei negozi. Ad oggi Malph copre

quasi tutto il territorio nazionale con 8 rappresentanti.

Malph si espanderà all'estero?Sto buttando qualche seme in Europa: vediamo che succede.24

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Intervista di Gabriele Medico

Riccardo Terzi e Gilberto Girardi in arte USELESS WOODEN TOYSparlano del loro nuovo lavoro Fuckin Business e non solo.

Come nasce il nome Useless Wooden Toys?Il nome nasce dopo un anno che collaboravamo insieme. A differenza dimolti dj che utilizzano le plug-in, noi ci siamo concentrati piu' sulla ricerca disynth vintage e suoni analogici e una particolarità di questi Synth è proprio illegno come bordatura... In più ci siamo ricordati di un vecchio video di skaterche avevamo visto dal titolo appunto USELESS WOODEN TOYS e ci è piaciutal'idea di scimmiottare l'utilizzo usa e getta delle macchine.

Con il nuovo disco, Fuckin' Business sembra che abbiate perso unpo' quell'ironia dei primi dischi. E’ cosi' o è solo un’ impressione?A differennza di Dancegum, che presentava degli aspetti piu' autoironici gra-zie anche all'utilizzo dei testi in lingua italiana,con questo EP abbiamo voluto

THE USELESS WOODENTOYS

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provare a dare un venatura piu' seria con sonorità piu' forti e con meno utiliz-zo di campioni. Con questo non abbiamo perso del tutto la nostra ironiatanto è vero che il prossimo disco che uscirà, “Bomba”, realizzato con un rap-per italiano, ha uno stile molto piu' simile a quelli precendenti, quindi siamoaperti a tutte le strade.

Come cataloghereste i vostri Ep in un negozio musicale?“Dance Gum” potrebbe finire nello scaffale Pop data la struttura dei pezzi e icantati mentre “Fuckin' Business” per le sue sonorità lo vedremmo bene nelloscaffale Electro indie.

I Soulwax dicono “2 Many Dj's”. Secondo voi è veramente cosi'oggi? Ci sono troppi Dj? E’ diventato un mestiere alla portata ditutti?No, non credo sia cosi', noi nasciamo come produttori e questo è ben diversoda fare solamente i dj set. Se pensi ai 2 big italiani di questo genere,Crookers e Bloody Beetroots, noti che i loro dj set differenziano dalle loroproduzioni e quello che gli ha dato il loro maggior successo sono sicuramentei lavori in studio, derivati da quello che è il loro rispettivo background musica-le. Il tuo bagaglio musicale è fondamentale, senza di quello non riesci nean-che a creare un tuo suono, una tua identità. Gli anni passati a comprare vinilie ad ascoltare musica alla fine ti formano e senza questo non basta Traktor edegli Mp3 comprati su Beatport a fare di te un dj.

Gli ultimi 3 dischi che avete apprezzato?Sicuramente Duck Sauce (Armand Van Helden + A-Track), l'ultimo disco degliAir (Love 2) eil nuovo Ep di Riva Starr - I Was Drunk

Cosa c'e nel vostro futuro?La cosa che accadrà a breve sarà l'uscita del video di Fuckin' Business, suc-cessivamente uscirà il secondo Ep che si chiamerà Bomba. Poi abbiamopreso contatto con due rapper stranieri via web e magari da questa collabo-razione uscirà fuori qualcosa di nuovo.

Conclusioni o saluti?Un saluto solo ai ragazzi de La Valigetta ( Allo e Coojo) con i quali si è

instaurato un ottimo rapporto di stima e rispetto, con i quali, dopoalcuni sacrifici, si stanno raccogliendo le prime soddisfazioni di que-sto progetto!28

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Scott Matthew“There is an ocean...”

Delicato, struggente,armonioso: il cantau-tore australiano con-ferma appieno le otti-me impressioni dell'e-sordio. E qualcosa inpiù.Voto: 7 M. L.

Burial/Fout Tet“Moth/Wolf Cub”

Cosa accade quandodue geni indiscussi siritrovano a lavoraresullo stesso progetto?Risparmiatemi la retori-ca e ascoltate questedue gemme.Voto: 7 M. L.

The Pains Of BeingPure At Heart“S/T”Una gemma indie-pop/shoegaze diret-tamente dalla GrandeMela. Dieci, piccolemeraviglie per cuoriinfranti.Voto: 7,5 M. L.

Uochi Toki“Libro audio”

Secondo capolavoroin successione perNapo e Rico. Chebisogno c'è di girarciattorno? I direttiinteressati nonapprezzerebbero.Voto: 8 M. L.

Ólafur Arnalds“Found songs”

Il concept? Comporre econdividere online unpezzo al giorno, per unasettimana. Il risultato?In una parola: emozio-nante.Voto: 7 M. L.

Pearl Jam“Backspacer”

Istruzioni per l'uso:acquistare 'Vitalogy',gustarlo dal primoall'ultimo secondo, efar finta che'Backspacer' sia soloun brutto sogno.Voto: 5 M. L.

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Cassius - YSTC(Reset!'Trouble'RMX)

L' inconfodibile soundFUNKETTONE colpisceancora nel segno. C’èun’ impronta moltopersonale al brano suquesto remix e queltocco ritmico che glispalanca le porte deldancefloor.Voto: 7 G. M.

Riva Starr - I WasDrunk feat Noze

L'Italiano ormai londi-nese acquisito ci stupi-sce tutti con un Ep fuorida ogni schema.Sonorità etniche, triba-li, electro si fondono inun mix che apprezze-rebbe anche Kusturica.Capolavoro!Voto: 8 G.M.

Duck Sauce Anyway

Amrand Van Heldencon A-Track presen-tano il loro progettoche ti farà venirevoglia del pantalonea zampa!!! Un discofavoloso anche per inon amanti del gene-re.Voto: 9 G.M.

Bloody BeetrootsRomborama

Tantissime collabora-zione per un albumeclettico che nondelude affatto leaspettative.Voto: 8 G. M.

Muse The Resistance

Non è Showbiz o Originof Symmetry ma tuttosommato lo si ascoltapiacevolmente.Voto: 6 G. M.

Robbie WilliamsReality Killed theVideo Star Dopo la caccia aglialieni Robbie tornacon un album dalleinfluenze electrograffianti con accenniagli anni 80. Stupisce.Voto: 7 G. M.

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Massimo Volume - Bologna Nov.2008 (2009, Mescal)Ci sarà qualcuno che se lo starà chie-dendo. Qualcuno che si starà chiedendose questo fosse un disco necessario.Qualcuno che starà dicendo che, infondo, si tratta semplicemente di un live.Ci sarà qualcuno, qualcuno ci sarà dicerto. Qualcuno c'è sempre. Qualcunoche storce il naso, che non riesce aseguire il discorso. Perché si tratta pro-prio di questo; si tratta di un discorso.Un discorso interrotto sette anni fa, undiscorso ripreso, magnificamente, nel-l'estate del 2008. Un discorso che trova,in questo modo, la sua naturale congiunzione tra passato e futuro. Undiscorso che passa, indiscutibilmente, da qui. Dai lunghi mesi durante iquali le parole e la musica dei Massimo Volume hanno ricominciato a viag-giare. Hanno ricominciato a tuonare. Hanno ricominciato a echeggiare, daMilano a Catania. Da Urbino a Salerno. Da Bruxelles a Bologna. Bologna, laloro città. Bologna, la notte dell'11 Ottobre – recita uno dei loro brani piùconosciuti. Un'altra notte bolognese segnerà per sempre la carriera diEmidio Clementi, Egle Sommacal e Vittoria Burattini: il 7 novembre 2008,data in cui è stato registrato, in un'unica session e senza alcuna sovra-inci-sione, Bologna Nov. 2008, dinanzi ai mille spettatori dell'Estragon che d'orain avanti diverranno migliaia. O forse più. Perché chiunque abbia amatoquesta band, chiunque abbia presenziato ad un loro concerto, chiunqueabbia percepito il peso del loro ritorno sulle scene non potrà fare a meno diascoltare le undici tracce che compongono quest'album. Undici tracce,selezionate tra oltre venti per cogliere al meglio l'essenza di un anno tra-scorso sui palchi di tutta Italia, di una carriera che cerca la propria sintesiattraverso quaranta minuti, e poco più. Attraverso una gemma che, final-mente, potrà essere ascoltata e riascoltata nella veste che le compete:Esercito di Santi. Attraverso alcuni tra i capitoli più emozionanti della disco-grafia di uno dei gruppi italiani più seminali della storia. Attraverso unnuovo inizio, una nuova vita, un nuovo compagno di viaggio (Stefano Pilia),una nuova consapevolezza. E la stessa vecchia poesia che, come il buonvino, col tempo, raggiunge la perfezione. Ha poco senso perdersi in giudi-zi, perché sì: questo disco era necessario.MICHELE LEONARDI

RECENSIONI - news & cultcult

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Japandroids - Post-Nothing (2009,Polyvinyl)Mettiamo subito le cose in chiaro: iJapandroids non inventano proprio un cazzo.Cercatori d'oro, feticisti dell'innovazione,seguaci incalliti dell'etichetta intellettualesono avvisati. Ma insomma, li avete vistibene? Vi siete concentrati un minimo sul loronome? Avete dato uno sguardo al titolo del-l'album? “Post-niente”; come dire: amico, noici stiamo solo divertendo. Questi due sono unpo' matti. Questi due non hanno tutte lerotelle al loro post(o). Questi due non si pren-dono mica sul serio. E menomale! La ricercadella felicità, per Brian King e David Prowse,

si interrompe davanti ad una chitarra e una batteria. Tutto qui. Post-niente: ci basta que-sto, via dai coglioni e lasciateci suonare in pace. Il messaggio, in parole spicciole, recitaproprio così. E si sente. Post-Nothing è esattamente il disco che ogni garage rocker che sirispetti vorrebbe lasciare nel proprio stereo ad oltranza durante l'estate: un concentrato dipotenza, velocità e qualità purissima. Già dal primo ascolto, The Boys Are Leaving Town sipiazza in testa come una bomba ad orologeria pronta a scoppiare in qualsiasi momento:in quattro minuti, il biglietto da visita dell'opera è bell'e servito. Poi, è il momento di YoungHearts Spark Fire, il brano più celebre del lotto, il manifesto del disco in sé, con il suo mottoincalzante e perfetto: “I don't wanna worry about dying! I Just wanna worry about thosesunshine girls!”. Il turno di Wet Hair è, semplicemente, il punto di non ritorno, la sintesiassoluta di questi trentacinque minuti di sana, lucidissima follia in fuzz. Dopo Rockers EastVancouver, i toni si incattiviscono con Heart Sweats, lasciando intravedere le tinte cupeche, poco dopo, troveranno conferma in Crazy / Forever, il pezzo più atipico, alienante edoscuro dell'album. Ci pensa Sovereignty a riassestare la situazione, con la rapidità cui era-vamo stati abituati ed il solito, coinvolgente refrain da canticchiare, canticchiare e cantic-chiare ad ogni singolo ascolto: “It's raining in Vancouver, but I don't give a fuck! Cause I'mfar from home tonight!”. Con I Quit Girls, il duo canadese mette il punto esclamativo sulloro primo LP in studio all'insegna dell'essenziale, grazie ad una traccia scarna, acida, bru-ciante: “She wears white / six days a week / she was just one of those girls / and if you'-re lucky / on the seventh day / she'll wear nothing”. Come precedentemente annunciato,“Post-Nothing” non è certamente uno di quei dischi che cambiano la storia della musica:d'accordo. Ma il bello è – e lo si percepisce in ogni nota – che non ne ha mai avuto l'in-tenzione. Perciò in culo gli annali, in culo le classifiche, in culo valutazioni e stelline, in culogeneri e sotto-generi, in culo critici e in culo adulatori. La musica dei Japandroids non habisogno di essere compresa; va semplicemente ascoltata a tutto volume. Come l'estate.

Come la vita.MICHELE LEONARDI

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Red House Painters - Down ColorfulHill (1992, 4AD)C’è un letto, abbandonato. Quante volte.Quante volte, quel letto, che in realtàdovrebbe essere nulla, se non fautore disollievo, è stato il solo testimone di unadisperazione silenziosa, di una mortelenta. E sembra così delicata, a pensarci,sembra così delicata la morte, in queimomenti, così dolce. Ma forse è soltantoun trucco. Un mero trucco del silenzio.C’è qualcosa, fra quelle coperte. Qualcosache pesa troppo, un pensiero, un ricordo.C’è attesa. La chitarra passeggia unamelodia di velluto, che adagio ci accom-pagna lungo la collina, inizia 24. Down Colorful Hill, esordio dei Red House Paintersdatato 1992, è un inno alla disillusione, una preghiera flebile che si spegne fra lesue stesse braccia. Sei canzoni, all’insegna di una magia che sul finire del secolomolti lavori targati 4AD hanno regalato, di una lentezza ancor più lacerante di quel-la dei Codeine, e di un caldo, tenue intimismo: un quadro variegato nel quale s’in-sinuano Cocteau Twins, Lisa Germano, Nick Drake, Smiths. Gli strumenti sembra-no quasi respirare, sono un eco lontano, un grido che ha già trovato, dentro sé, lasua naturale repressione, la voce di Mark Kozelek proviene da altrove, è la voce diciò che è stato, una voce che non c’è. Eppure gravano, questi passi, come impron-te lasciate sulla neve dell’inverno del cuore. E anche il sole, ormai, ha smesso dibattere. Anche il sole si è già arreso, arreso da un pezzo. E il cuore, il cuore rima-ne lì, solo a tormentarsi, e affliggersi, il cuore piange un amore che non trova pace,un’esistenza che da soli vale nulla: ascoltando Medicine Bottle il senso di vuoto sifa oblio, più che mai senza bagliore, o appiglio alcuno. Down Colorful Hill pare l’in-cedere di una delicatissima marcia funebre, nel cimitero della solitudine: undiciminuti di un’eterna speranza che non ha mai futuro, quasi si desidera “sbarazzarsidel proprio amore” per poi poter prendere definitivo commiato dalla vita. SeJapanese To English altalena toni sommessi a fievole luci, quasi fossero piccole luc-ciole a sera, Lord Kill The Pain dona nuovamente fiato lungo un’invocazione dalletinte folkeggianti. La struggente Michael, infine, lamenta il ricordo di un amicoscomparso, e dona interminabili momenti di commozione sin dalle prime note eparole: “Michael, where are you now?”. Forse, finito il disco, rimarrete immobili perun po’, in silenzio. Il torpore vi avvolgerà completamente, e con lo sguardo sospe-so chissà dove, negli sterminati spazi della mente e del cuore, vi ritroverete anco-ra lungo la collina. Vi siederete un attimo, senza proferire parola. E resterete lì.Resterete lì, a contemplarla nella sua immensità e nel suo eterno splendore.MICHELE LEONARDI

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RECENSIONI - TalentiEmergenti

Kumar Solarium - DiD, 2009Non frequento il genere del quale i DiD sono alfieri. Non fre-quento luoghi assordanti, ossessivi, strabilianti e stupefa-centi, ma è indubbio. Che questo Kumar Solarium è sor-prendentemente moderno, pur se decisamente di nicchia;tra l’altro molto bello il nome scelto per l’album, decisamen-te meglio di DiD. Accidenti, ma non potrebbero invertire?Cosa aspettarsi da questo disco? Del gran rumore, ossessive

basi elettroniche e drum machine impeccabili (saranno tedesche?); una belcantato e chitarre elettriche usate al posto giusto, al momento giusto.L’ascolto, e i ritorni di ascolto, mi sorprendono: mi viene l’angosciante dubbiodi non essere nel Belpaese: salgo a Tokio su un treno monorotaia, attraversol’Asia tunnel dopo tunnel a velocità folle, tra matrici numeriche e paesaggio altungsteno, dalla steppa all’Olanda, un viaggio che mi conduce nella cavernadel mio animale guida. Respirate, un’esplosione di menta fresca, rinfrescante eaudibile almeno oltre il sette. Poi ognuno deciderà per sé. ENRICO MAURO

Calvino - Vegetable G 2009L’inizio è sconcertante, stavo già lanciando il Mac Booknel dirupo… per fortuna al secondo otto le cose cambia-no: non tranquillizza la scelta musicale di codesti vegetali,pare che suonino delle filastrocche con il basso che“pompa”… d’altra parte in un disco dedicato a Calvino(Italo)… ci stanno le filastrocche e ci stanno anche gli

scompensi, le sorprese, i mutamenti, i colpi di scena e ci stanno i rumoriastrali di aggeggi e diavolerie elettroniche… ecco una eco dei Pixies diTrompe le Monde: geniale. Mi pare che offrano una buona miscela tra pas-sato e presente: non so se sarà questo l’album del crack, ma mi pare che lepotenzialità ci siano proprio tutte. Con un’ulteriore altra certezza: l’Italia èinevitabilmente troppo piccola, troppo piccolina, per costoro. O la nicchia ol’estero… non so, se gli Arctic Monkeys fossero stati italiani, avrebberoavuto il successo che hanno? Vedi i Giardini di Mirò… Voto in audibilità 8, in

attesa che qualcosa cambi. See, seeee… ENRICO MAURO

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La quarta dimensione – Luca Olivieri 2008Né allo spazio, né al tempo, né a questo disco, ma la quartadimensione che nessun ben sa cosa e dove sia. Il disco diLuca Olivieri indaga territori inconsueti, ma non inediti, poichégià Brian Eno ha scoperto, se non battezzato questi panora-mi. Certo, qui troviamo una commistione molto Europea,meridionale e latina, un’aria struggente da balera padana, oda tangueros argentini: lunfardo parlato a denti stretti, in nebbiosi porti padani.Quale sia il posto giusto di questa musica non lo so dire… è triste e struggente,evoca spiriti dai corpi ormai decomposti, non ha un filo di voce e tende a un sot-tile suicidio elettronico completamente privo di dolore. Desensibilizzato: ottimacolonna sonora per un film, un video, un racconto o un funerale. Non il mio,però, preferirei qualcosa di più ritmato… e pasticcini e champagne. 6,5 e dueAtto di dolore (Mi pento e mi dolgo mio signore...). ENRICO MAURO

Summertime Blue – Alessandro Hellmann + Nestor Band,2009 Mi trovo nelle peste a recensire questo disco. Al suo internocontiene due brani premiati, uno con il premio Fabrizio De Andréal miglior autore (il brano è Le tue mani), l’altro con il premioAugusto Daolio e Premio Guido Gozzano al miglior testo (e la can-zone in questione è A mia madre). Posso solo dire castronerie… eallora, che dire? A pelle, il disco è piacevole. Ben scritto, ben suo-nato, ben impacchettato, ben premiato, ben fatto: ma io ho già la collezione di DeAndré, e preferisco ascoltare lui. Ecco, forse il suo limite è l’eccessiva, fantastica percerti versi, somiglianza (verosimiglianza) con quelli che sono le radici per nulla celate.Per un dieci manca a mio giudizio un tocco di maledizione, nei temi o nei fatti, un po’di cattiveria, un po’ di furia iconoclasta, qualcosa che risvegli le coscienze e non soloauguri una buona notte, serena e con una camomilla sul comodino. La rivoluzione daqualche parte dovrà pure iniziare o no. 7+. ENRICO MAURO

All the Different Deaths and Rebirths – Nicker Hill Orchestra2008 Quando a me dicono “orchestra”, io penso a un grande insie-me di musici, vestiti come pinguini e con strumenti che manco soche cosa sono. Un complesso numeroso, complesso appunto, chesuona a fiato e a corda e a percussione e a quando d’altro senzacavi elettrici. Al massimo della roba jazz… Boh… questi sono soloquattro, dove sta l’orchestra? Ma non possiamo dare alle cose il loronome? Cinque pezzi di album, per un totale di quaranta3 minuti,due da dieci, una da otto e due da sette. Lo stile è quello dei Mogwai, degli Slint di unlow-fi disturbato a tratti, bianco e anglo sassone (non so se protestante, anzi un po’sedato): se piace il genere, pur senza picchi di originalità, meritano l’ascolto. Dicerto non riempiranno per dieci concerti di fila l’Arena di Verona ballando sulmondo… un caso lampante di musica giusta nel posto sbagliato? Per adepti,parenti e sognatori illusi. Sette meno di audibilità scoscesa. ENRICO MAURO 39

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SHIVER di Meggie Stiefvater - RizzoliStephenie Meyer con Twilight ha riscritto la storia del romanzo vampi-resco giovanile. I suoi Best Seller hanno avuto un successo planetario.In tanti sull’onda dell’entusiasmo hanno cercato di cavalcare la modascatenata dalla Meyer senza però riuscire nemmeno ad avvicinarsi allasua popolarità. Meggie Stiefvater ci prova con Shiver romanzo fantasti-co dove amore e fantasia si intrecciano in una storia originale e disicuro impatto. Grace da sempre osserva i lupi nel bosco accanto acasa sua e uno in particolare con degli affascinanti e penetranti occhigialli diventa il “suo” lupo. Il precipitare, inesorabile, degli eventi, laporteranno ai confini di quella che crede realtà, in una storia d'amore

sfuggente e coinvolgente. La Stiefvater reinterpreta la figura del licantropo a suo modoin una sorta di maledizione forse peggiore di qualla tradizionale. Un amore che ha pocotempo per sbocciare e troppo per rischiare di finire per sempre. PIERPAOLO BIRONI

LA VITA CHE VOLEVO di Lorenzo Licalzi - RizzoliAvete davvero ottenuto ciò che volevate dalla vita? Questa domandase la deve essere posta anche l’autore prima di scrivere questo roman-zo. Una serie di storie che si intrecciano, di momenti e attimi vissutiche potevano portare le vite dei personaggi in una direzione ed invecele hanno portate in altre. Tanto tempo a farsi governare dalla paura dirischiare in alcune scelte invece di affrontarle e vivere un mondo com-pletamente diverso. Licalzi ritorna in libreria con il suo solito humor ela sua grande vena narrativa confermandosi uno degli autori italianipiù originali e stimati. Un libro adatto sia a chi crede nel destino sia achi non ci crede e che alla fine porterà tutti alla fatidica domanda: “E’

davvero questa la vita che volevo? PIERPAOLO BIRONI

SAPER PERDER di David Trueba - FeltrinelliA quasi dieci anni dallo splendido “Quattro amici”, lo spagnolo DavidTrueba ritorna con un nuovo romanzo altrettanto riuscito, “Saper per-dere”. Tre i protagonisti: Leandro, Lorenzo e Sylvia, rispettivamentenonno, figlio e nipote, con la capitale iberica a fare da sfondo ai lorodesideri e alle loro quotidiane sofferenze. A uscirne malconci sonosoprattutto i personaggi maschili, totalmente pervasi da un opprimentesenso di inconcludenza. L’incapacità di affrontare una realtà che pocoalla volta finisce per sgretolarsi inesorabilmente costringe Leandro acercare in una prostituta nigeriana ciò che l’anziana moglie morentenon è più in grado di offrirgli, dilapidando così buona parte del patri-

monio familiare. Suo figlio Lorenzo, dopo il fallimento nel lavoro e il divorzio dalla mogliePilar, finirà addirittura per macchiarsi dell’omicidio dell’ex socio in affari, Paco. Tutto que-sto per il desiderio di conquistare ciò che si vorrebbe essere e sfuggire a quella sconfittasegreta che ciascuno di noi si porta dentro. A rischiarare questo quadro di umanissimamiseria è la nipote Sylvia, con le sue tipiche ingenuità da sedicenne nell’affrontare unarelazione all’apparenza impossibile con il ventenne Ariel Burano, giovane stella del calcio,bello, ricco e famoso. Da leggere. MATTEO GARLASCHI

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Dal blog alla carta stampata. Un passo difficile,ma ormai obbligato per alcuni siti web che, negliultimi anni, sono diventati dei veri e propri feno-meni popolari, focus di tendenze e stili, sempreal passo con la realtà di un mondo come quellodel fashion in continuo e frenetico movimento:Parlo di “The Sartorialist” e di“WhoWhatWear”. Il primo vero capostipitedello streetstyle, cioè della ricerca delle nuove

tendenze letteralmente “nella strada”, frala gente, con il solo ausilio di unareflex, il secondo catalizzatore dei det-tami della moda “made in hollywood”,attento a non lasciarsi sfuggire nemme-no il più piccolo accessorio, sempre acavallo fra fashion e gossip. Entrambioggi si concedono il lusso di pubblicareun libro, due guide diverse nelle attitudinima entrambe da sfogliare e risfo-gliare, vademecum preziosi delfashion nell'internet era.Acquistabili su amazon.com.

SOUTH PARK E LA FILOSOFIA. A cura di Robert Arp.ISBN Edizioni

“Che cosa ha a che fare la filosofia con le flatulenze? E’ accettabile ridi-colizzare, in un colpo solo, islam ed ebraismo, Scientology e Chiesa cat-tolica, gay e animalisti? E’ giusto che un cartone animato usi espressio-ni come «Fotti-zio», «Leccami le palle», «Porca trota», «Figlio di sulta-na», «Cazzarola»? Oppure sono proprio prodotti come South Park aessere causa del declino del mondo occidentale?” Questo ci chiedeRobert Arp, curatore di questo “South Park e la filosofia” nell'incipit delsaggio. Perchè diciamocelo, di South Park possiamo dire davvero tutto,ma associarlo alla filosofia sembra il classico “passo più lungo della gamba”. Eppure cisarebbe molto su cui interrogarsi. Perchè e come persone equilibrate e per bene riesco-no non indignarsi di fronte ad un'infermiera con un feto attaccato alla testa, o a ridere digusto ogni volta che lo sfortunato Kenny muore (e succede tutti gli episodi)? Cosa scate-nano in noi le vicende dei piccoli Stan, Kyle, Cartman e Kenny? I loro creatori sono deigeni, o dei pazzi squilibrati? Domande, domande e ancora domane. E a cosa servirebbela filosofia se non a farci interrogare e a darci risposte? Ecco dunque questi ventiduebrevi saggi filosofici, rigorosi e spassosissimi, che interpretano il nostro presente attra-verso lo sguardo politically uncorrect, blasfemo e al tempo stesso geniale dei personaggidi uno dei programmi televisivi più di successo e più censurati del nostro tempo.Gustateveli uno per uno. ANNALISA VARESI

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WRATH ARCANEBIG LABELS ARE FUCKEDDiciamolo subito. Uno dei nostri brand preferiti. Il motto mette subito le cose in chiaro:BIG LABELS ARE FUCKED. Insomma le ‘major’ della moda ora, con l’arrivo di WRATHARCANE sono fottute. Un urlo di guerra decisamente cattivo ma anche molto ironico.Duri e puri da Cleveland- Ohio. Come vedete non amano molto i colori (ci sono quasisolo i toni del nero e del grigio antracite), ma danno tutto nei tagli, nei materiali prezio-si, insomma THE PRODUCT FIRST. Tutto orgogliosamente Made in USA. Come dicevo,c’è molta ironia nel loro motto, perchè sanno benissimo di essere un piccolo brand, conuna piccola ma accurata distribuzione. Lo scorso anno, raccontano sul loro blog, la crisiamericana li mandò quasi con le gambe all’aria perchè molti dei negozi dove dovevanoconsegnare chiusero i battenti e altri furono impossibilitati a ritirare la merce che WrathArcane aveva già prodotto. Ma nonostante tutto, continuano a produrre in USA, e nonne vogliono sapere di spostarsi, per sostenere la piccola manifattura artigianale locale.Un prodotto che amiamo, per il cuore con cui è fatto, la passione, la cura nei dettagli.Senza compromessi. Uno stile decisamente dark-rock per chi ama brand come RickOwens e compagnia bella. MARCO BIANCHI

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T-shirt Italia Independent eBorsalino in pelle

Maglione con mostrine e foderainterna scozzese Andy Richardson

Occhiali Super modello Luciano

Martine RosePadded CircleShirt

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Giaccatre

bottoni Andy

Richardson

Chiodo in pannoPharmacyIndustry

Sopra bomber Acne, sotto giubbotto reversibi-le con interno in pelo Madson Discount

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Felpa MadsonDiscount

Felpa coiguanti BygBang

Monoty Clothes: felpa sunglas-ses battle, la “borsa” tracolla, por-tafogli in pvc - nuova serie

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Chi non si accontenta e cerca sempre qualcosadi ricercato e soprattutto unico, non potrà lasciarsiscappare queste tees realizzate da Gap con la colaborazionedella disegnatrice, fotografa e stylist francese Garance Doré. Le t-shirtsritraggono acune delle sue illustrazioni più famose e sono realizzate in unaserie superlimitata di 69 pezzi ciascuna, in vendita da pochi giorni in esclusivada Colette, a Parigi. Certo, 69 per grafica sono davvero poche, soprattutto inconsiderazione della popolarità della Doré. Non resta che sperare che Gapcambi idea e decida di produrne di più.www.garancedore.com

AnelloObey

T-shirt HellzBellz

Betsey JonsonHearts Tights

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Cheap Monday Tight Lace Denim

Felpa coi guanti Byg Bang Maxi-tee ChristopherKeane forTopshop

Stivaletti borchiati a mano Frye

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MaisonMartinMargiela

Sneakers in pellecon inserti in feltroBalenciaga

Mark Ronsonx Gucci

AndroidHomme

GoldenGoose

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Puma Suede nellasilouette originale del 1978

Nike Blazer Vintage

Nike Dunk WomanHi Skinny Vichy

Reebok Pump x Colette20°anniversario contomaia in felpa

Supra TK Society

Adidas Sambax Stone Island

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Clarks 60’ anniversarioLimited Edition - English Flag

Paul Smith

Volta Footwearmodello in suede

OpeningCeremonyStussy x

DoctorMarten’s

Clarks 60’ anniversarioLimited Edition Harry’s Tweed

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GOURMET. Come dice il nome, unmarchio da palati fini. Il brand è ame-ricano ma sono fatte in italia conmateriali premium e inserite in negozitop. Queste scarpe si ispirano alleNike (notare le air di alcuni modelli), inparticolare alle Jordan, dando loro tut-tavia un ‘twist’ esclusivo, essenziale,prezioso.www.gourmetinyourface.com

MARCO BIANCHI

BRAND REVIEWS - NEW, HOT & FRESH

ATELIER LA DURANCE. Un denim‘raw’...duro, puro e vergine. Importatodal Giapppone e lavorato in un picco-lo laboratorio in Provenza. Questojeans francese è curato nei minimidettagli, ha un etichetta in pelle mar-rone con una scritta dorata ed elegan-te. Il portachiavi attaccato al jeanscontiente tutto il set (ago, filo, bottoni)per una pronta autonoma riparazione.Un cult, esclusivo, per appassionati.www.atelierladurance.com

MARCO BIANCHI

STRIIPE. C’è chi pensa (e chi spera)in un nuovo fenomeno stile Kawasaki.D’altronde anche queste scarpe ven-gono dalla Danimarca. Hanno unprezzo concorrenziale (80 euro circa),strizzano l’occhio al trend delle hi-tope hanno dettagli colorati che le rendo-no senz’altro particolari e ammiccantialla teen-generation. Sarà boom? Chivivrà vedrà. www.striipe.dk

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Davvero bella questa idea di 55DSL. Parlo dello spin-off 10.55, un progetto che daspazio ad artisti e grafici di tutto il mondo, invitati ad esprimere la propria creativitànella creazione di vere t-shirt opere d'arte. Un prodotto ovviamente e volutamentedi nicchia, ed infatti ogni t-shirt è prodotta in soli 1055 pezzi e distribuita in selezio-nati store 55DSL in tutto il mondo. Il progetto è partito con una sola linea di tees dauomo, ma è stato un tale successo da convincere 55DSL a creare anche una lineada donna, ed a progettare periodicamente serie tematiche particolari. Ed è una diqueste serie che vi mostriamo: la “Magazine Serie”. Vi dicono nulla “WAD”, “Nylon”,“Vapors” o “Lodown Magazine”? Sono solo alcune delle illustri testate che hanno“prestato” i propri grafici e il proprio nome per questo progetto. Una riuscitissimaunione di moda e cultura. Chapeau.www.55dsl.com

55DSL: “10.55 LIMITED EDITION TEES -THE MAGAZINE SERIES”

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NEW YORK MomaTIM BURTON: RETROSPECTIVEDal 22 Novembre 2009 al 26 Aprile 2010Questa importante retrospettiva della carriera di Tim Burton (1958),costituita da una galleria espositiva e una serie di film, considera lacarriera di Burton come regista, produttore, scrittore e artista con-cettuale di live-action e film d'animazione, non dimenticando il suolavoro come scrittore di fantascienza, fotografo e illustratore.Seguendo la corrente della sua immaginazione visiva dai disegnidella sua prima infanzia fino ai lavori della maturità, la mostra pre-senta opere d'arte nate durante la creazione e la produzione dei suoifilm, e mette in evidenza una serie di progetti non realizzati e maivisti prima. Disegni, storyboard, pupazzi, costumi, oggetti di scena,stampe e immagini digitali, modellini e sketchbook, per raccontare il

mondo geniale, poetico e orrorifico di un uomo visionario che ha saputo reinventare ungenere, come nessuno capace di risvegliare l'immaginazione ed esorcizzare gli incubi diognunoi di noi.

BOLOGNA Galleria ForniROTELLA AMERICAN DREAMSDal 10 Ottobre al12 Novembre 2009Alla sua seconda tappa, dopo New York, la mostra accoglie nellesale della Galleria Forni, una selezione consistente delle opere espo-ste nella più antica galleria americana, la Knoedler Gallery fondata aNew York nel 1846, in occasione di un'importante retrospettivarecentemente conclusasi e ampiamente recensita da autorevoli

testate come il New York Times e Flash Art International. Autore ormai storicizzato e diindubbia fama internazionale, Mimmo Rotella è ormai riconosciuto in Italia e all'estero comeil maestro del décollage. Il corpo centrale della mostra proveniente da New York è inoltrearricchito da una selezione di lavori che, grazie alla collaborazione della Fondazione MimmoRotella e della Galleria Tega di Milano, ne valorizzano i contenuti completando la poliedricanatura artistica di un uomo che ha fortemente segnato il corso della storia dell'arte delnostro '900.

ROMA Mondo Bizzarro Gallery NATURAL BEAUTYDal 17 Ottobre al 3 Dicembre 2009 Alcuni fra i maggiori esponenti del movimento pop surrealista ameri-cano tornano alla Mondo Bizzarro Gallery di Roma, nella mostra col-lettiva “Natural Beauty”. Dal 17 ottobre saranno presentate le opereoriginali di diversi artisti di spicco della più vitale scena artistica ame-ricana. I contenuti e gli stili delle opere esposte sono quanto maieterogenei: c’è la pittura ispirata alla grafica anni ’50 di Shag, legrottesche sculture e i diorami di Elizabeth McGrath, la pittura morti-fera e inquietante di Chris Mars, le creature ironiche e fantastiche

dei quadri di Scott Musgrove la grafica retrò di Gary Taxali, l’universo delicato e maca-bro di Jessica Joslin (che realizza scuture fatte di ossa, ottone e vetro), i ritratti stra-volti diBob Dob, fino alla pittura fanta-onirica di Nathan Ota e Yoko Tanaka.

ART & EXIBITIONS

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In my secret life - Voci su tela dalmondo della musica e dello spetta-colo.Dal 24 settembre al 22 novembre2009. Forte di Bard

Il Forte di Bard ospita un’originale ed ine-dita esposizione: “In my secret life, vocisu tela dal mondo della musica e dellospettacolo”. La mostra raccoglie le opererealizzate da oltre settanta artisti italianied internazionali molto noti al grandepubblico: da Leonard Cohen a FrankZappa, da Tiziano Ferro a Giorgia, daFrancesco Renga a Laura Pausini.Musicisti e cantanti di grande fama cui siaffiancano personaggi del mondo dellacultura e dello spettacolo come il giornali-sta tv Vincenzo Mollica, lo scrittore GiorgioFaletti, il premio Nobel Dario Fo, l’autoredi fumetti Milo Manara. Si tratta di disegnie dipinti attraverso i quali gli artisti svela-no lati inespressi della loro personalità,rendendo ancora più speciale il legamecon il pubblico che da sempre li segue conaffetto. Il progetto nasce da un’idea delgiornalista e presidente della commissioneSanremo Lab Massimo Cotto, che ha rac-colto negli anni le creazioni per allestirequesta mostra unica nel suo genere: sot-tofondi musicali selezionati insieme a gio-chi di quinte particolari accompagnano ilpubblico lungo l'intero percorso.Rispondendo alle finalità benefiche concui sono state realizzate le opere esposteil ricavato della vendita del catalogo edella t-shirt “In my secret life”, cui siaggiungeranno le offerte spontanee delpubblico, verrano devoluti in beneficenza.

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