17.00 victimæ paschali laudes immolent christiani. alla vittima pasquale, si innalzi il sacrificio...

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  • Victim paschali laudes immolent Christiani. Alla vittima pasquale, si innalzi il sacrificio di lode, Agnus redemit oves: Christus innocens Patri reconciliavit peccatores. l'Agnello ha redento il gregge, Cristo l'innocente ha riconciliato i peccatori col Padre.
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  • Mors et Vita duello conflixere mirando: Dux Vit mortuus, regnat vivus. Morte e Vita si sono affrontate in un duello straordinario: il Signore della vita era morto, ora, regna vivo. Dic nobis, Maria, quid vidisti in via? Raccontaci, Maria, che hai visto sulla via?
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  • Sepulcrum Christi viventis, et gloriam vidi resurgentis, La tomba del Cristo vivente, la gloria del risorto; angelicos testes, sudarium et vestes. e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le vesti;
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  • Surrexit Christus spes mea: prcedet suos in Galilaeam. Cristo mia speranza risorto e precede i suoi in Galilea. Scimus Christum surrexisse a mortuis vere: Tu nobis, victor Rex, miserere. Amen. Alleluia. Siamo certi che Cristo veramente risorto. Tu, Re vittorioso, abbi piet di noi. Amen. Alleluia.
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  • Benedetto XVI ha dedicato lUdienza Generale di mercoled 27 aprile 2011 in piazza San Pietro alla risurrezione di Cristo
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  • Cristo risorto dai morti il fondamento della nostra fede. Dalla Pasqua si irradia, come da un centro luminoso, incandescente, tutta la liturgia della Chiesa, traendo da essa contenuto e significato.
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  • La risurrezione di Cristo lapprodo verso una vita non pi sottomessa alla caducit del tempo, una vita immersa nelleternit di Dio. Nella risurrezione di Ges inizia una nuova condizione dellessere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per lintera umanit.
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  • Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lass, dove Cristo, seduto alla destra di Dio;
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  • rivolgete il pensiero alle cose di lass, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita nascosta con Cristo in Dio! Colossesi 3, 1-3
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  • Tutto, infatti, prende avvio da qui: Cristo risorto dai morti il fondamento della nostra fede. Dalla Pasqua si irradia, come da un centro luminoso, incandescente, tutta la liturgia della Chiesa, traendo da essa contenuto e significato. La celebrazione liturgica della morte e risurrezione di Cristo non una semplice commemorazione di questo evento, ma la sua attualizzazione nel mistero, per la vita di ogni cristiano e di ogni comunit ecclesiale, per la nostra vita.
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  • Infatti, la fede nel Cristo risorto trasforma lesistenza, operando in noi una continua risurrezione, come scriveva san Paolo ai primi credenti: Un tempo infatti eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perci come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bont, giustizia e verit (Ef 5, 8-9).
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  • Dobbiamo partire dalla comprensione autentica della risurrezione di Ges: tale evento non un semplice ritorno alla vita precedente, come lo fu per Lazzaro, per la figlia di Giairo o per il giovane di Nain, ma qualcosa di completamente nuovo e diverso. La risurrezione di Cristo lapprodo verso una vita non pi sottomessa alla caducit del tempo, una vita immersa nelleternit di Dio.
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  • Nella risurrezione di Ges inizia una nuova condizione dellessere uomini, che illumina e trasforma il nostro cammino di ogni giorno e apre un futuro qualitativamente diverso e nuovo per lintera umanit. Per questo, san Paolo non solo lega in maniera inscindibile la risurrezione dei cristiani a quella di Ges (cfr 1Cor 15,16.20), ma indica anche come si deve vivere il mistero pasquale nella quotidianit della nostra vita.
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  • A prima vista, leggendo questo testo, potrebbe sembrare che l'Apostolo intenda favorire il disprezzo delle realt terrene, invitando cio a dimenticarsi di questo mondo di sofferenze, di ingiustizie, di peccati, per vivere in anticipo in un paradiso celeste. Il pensiero del "cielo" sarebbe in tale caso una specie di alienazione. Ma, per cogliere il senso vero di queste affermazioni paoline, basta non separarle dal contesto. L'Apostolo precisa molto bene ci che intende per le cose di lass, che il cristiano deve ricercare, e le cose della terra, dalle quali deve guardarsi.
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  • Ecco anzitutto quali sono le cose della terra che bisogna evitare: Fate morire scrive san Paolo ci che appartiene alla terra: impurit, immoralit, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che idolatria (3,5-6). Far morire in noi il desiderio insaziabile di beni materiali, legoismo, radice di ogni peccato. Dunque, quando l'Apostolo invita i cristiani a distaccarsi con decisione dalle cose della terra, vuole chiaramente far capire ci che appartiene alluomo vecchio di cui il cristiano deve spogliarsi, per rivestirsi di Cristo.
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  • Esse riguardano ci che appartiene alluomo nuovo, che si rivestito di Cristo una volta per tutte nel Battesimo, ma che ha sempre bisogno di rinnovarsi ad immagine di Colui che lo ha creato. Ecco come lApostolo delle Genti descrive queste cose di lass: Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bont, di umilt, di mansuetudine, di magnanimit, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri (...). Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carit, che le unisce in modo perfetto (Col 3,12-14).
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  • San Paolo dunque ben lontano dall'invitare i cristiani, ciascuno di noi, ad evadere dal mondo nel quale Dio ci ha posti. vero che noi siamo cittadini di un'altra citt, dove si trova la nostra vera patria, ma il cammino verso questa meta dobbiamo percorrerlo quotidianamente su questa terra. Partecipando fin d'ora alla vita del Cristo risorto dobbiamo vivere da uomini nuovi in questo mondo, nel cuore della citt terrena.
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  • E questa la via non solo per trasformare noi stessi, ma per trasformare il mondo, per dare alla citt terrena un volto nuovo che favorisca lo sviluppo dell'uomo e della societ secondo la logica della solidariet, della bont, nel profondo rispetto della dignit propria di ciascuno. LApostolo ci ricorda quali sono le virt che devono accompagnare la vita cristiana; al vertice c' la carit, alla quale tutte le altre sono correlate come alla fonte e alla matrice.
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  • La Pasqua, quindi, porta la novit di un passaggio profondo e totale da una vita soggetta alla schiavit del peccato ad una vita di libert, animata dallamore, forza che abbatte ogni barriera e costruisce una nuova armonia nel proprio cuore e nel rapporto con gli altri e con le cose. Ogni cristiano, cos come ogni comunit, se vive lesperienza di questo passaggio di risurrezione, non pu non essere fermento nuovo nel mondo, donandosi senza riserve per le cause pi urgenti e pi giuste, come dimostrano le testimonianze dei Santi in ogni epoca e in ogni luogo.
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  • Sono tante anche le attese del nostro tempo: noi cristiani, credendo fermamente che la risurrezione di Cristo ha rinnovato luomo senza toglierlo dal mondo in cui costruisce la sua storia, dobbiamo essere i testimoni luminosi di questa vita nuova che la Pasqua ha portato. La Pasqua dunque dono da accogliere sempre pi profondamente nella fede, per poter operare in ogni situazione, con la grazia di Cristo, secondo la logica di Dio, la logica dellamore. La luce della risurrezione di Cristo deve penetrare questo nostro mondo, deve giungere come messaggio di verit e di vita a tutti gli uomini attraverso la nostra testimonianza quotidiana.
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  • Cari amici, S, Cristo veramente risorto! Non possiamo tenere solo per noi la vita e la gioia che Egli ci ha donato nella sua Pasqua, ma dobbiamo donarla a quanti avviciniamo. il nostro compito e la nostra missione: far risorgere nel cuore del prossimo la speranza dove c disperazione, la gioia dove c tristezza, la vita dove c morte.
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  • Testimoniare ogni giorno la gioia del Signore risorto significa vivere sempre in "modo pasquale" e far risuonare il lieto annuncio che Cristo non unidea o un ricordo del passato, ma una Persona che vive con noi, per noi e in noi, e con Lui, per e in Lui possiamo fare nuove tutte le cose (cfr Ap 21,5).
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