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8
O o ore 2.00 ore 24.00 ore 22.00 tecniche per l’Avventura 5 - FOTOGRAFIA 16 Qui si gioca sul contrasto tra l’espres- sione più seria dell’Esploratore in primo piano rispetto a quella della Guida in se- condo piano. Anche qui un buon contra- sto tra l’espres- sione della Guida in primo piano rispetto a quella dell’Esploratore sullo sfondo. La Guida in secondo piano a sinistra è invece un elemento di disturbo. Con programmi di fotoritocco sofisticati (e tanto la- voro di precisione) potrebbe essere sostituita da uno sfondo più neutro. In questo caso c’è un ec- cessivo contrasto di luce tra il primo piano in ombra e lo sfondo in controluce. Si è cercato di ovviare con l’uso di una vignettatura, ma in generale il contrasto eccessivo è da evitare. La foto è giocata tutta sulla simpatia del sorriso del sogget- to ripreso. Per scattare buoni ritratti è necessario colpo d’oc- chio, prontezza di riflessi, capa- cità di non distrarre le persone e un pizzico di fortuna. Terminiamo la carrel- lata con una foto dove il soggetto ritratto non è in primo piano, ma nel piano intermedio. La sfocatura del primo piano, però, fa risaltare molto bene sia il guidoncino verde che l’espressione sorridente della Guida. testo e fotografie di Mauro Bonomini

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Page 1: *383+6%*-% - VALPANTENA 1valpantenauno.weebly.com/uploads/4/1/5/2/41525175/... · Nel 1888 George Eastman, fondatore della Kodak, produsse la prima fotocamera portatile, con all’interno

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15 giugno ore 2.0015 luglio ore 24.0015 agosto ore 22.00

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152

FO

TOG

RAFIA: 18

8 A

NNI

DI S

TOR

IA

Oggi ferm

are una imm

agine con uno scatto fotografico è qualcosa alla portata di tutti: in tasca di ognuno di noi orm

ai c’è un apparec-chio capace di fotografare, registrare, inviare im

magini anche a di-

stanza. È difficile oggi che non ci sia una uscita, un campo, una im

-presa senza una docum

entazione fotografica, e tutto grazie ai rapidi progressi che ha fatto la fotografia in questi ultim

i anni, da quando è stata digitalizzata.In questo piccolo articolo proverem

o a ripercorrere in grandi linee le tappe che hanno portato a questa diffusione così capillare della fotografia (dal greco photos - luce + graphia - disegno).La preistoria. La fotografia si basa sul principio della cam

era oscura, un dispositivo ottico conosciuto già nell’antichità con A

ristotele, e poi approfondito da studiosi arabi nell’XI secolo: una scatola chiusa in cui la luce entrando attraverso un piccolo foro (detto foro ste-nopeico) proietta l’im

magine esterna

sulla faccia opposta al foro. Questo

principio fu utilizzato da disegnatori e artisti per riprodurre la realtà, con di-segni e incisioni, m

a non era possibi-le fissare l’im

magine e portarla fuori

della camera.

LA PRIM

A FO

TOG

RA

FIA. È solo nella m

età del XIX secolo che alcu-ni scienziati francesi studiarono il m

odo di fissare l’imm

agine. Nel

1826 Joseph Niépce fissò su una lastra di stagno, trattata con del

bitume di G

iudea, un elemento che indurisce e sbianca alla presenza

della luce, la vista dalla finestra della sua casa: era la prim

a foto-grafia! È una im

magine sfocata

e sgranata, una di quelle foto che noi oggi elim

ineremm

o su-bito; eppure fu la prim

a imm

a-gine a rim

anere impressa su un

supporto, anche se non ancora riproducibile.

Due ragazzi (m

olto bravi in recitazione e tecniche espressive) sono stati colti anche qui durante le prove. è la loro espressione a foca-lizzare l’attenzione dell’osservatore.

Nonostante la m

essa a fuoco non ottimale,

questo scatto può essere utilizzabile e inte-ressante sia per l’espressione della G

uida, sia per la particolare inquadratura, con la linea del bastone che guida lo sguardo e il contra-sto di colore tra

il bianco della felpa e il ver-de dei pupazzi.

RITRATTIIl ritratto è un tem

a fotografico mol-

to interessante, focalizzato principal-m

ente sulle espressioni dei soggetti ritratti. D

a tener presente, sempre, la

necessità di uno stacco deciso dallo sfondo, in modo da valorizzare il volto e

l’eliminazione (anche dopo lo scatto, con il procedim

ento di taglio della foto) degli elem

enti di disturbo.

Qui è lo sguardo delle G

uide ritratte, con la concentrazione e l’attenzione rivolte allo scherm

o di un notebook che si intravede nell’angolo inferiore della foto.

Anche in questo caso lo sguardo attento

dell’Esploratore focalizza

subito l’attenzione

sul volto.

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134

imm

agine che catturava l’obiettivo; nel 1935 lo statunitense Frank Back inventò lo zoom

, un obiettivo unico telescopico, che permette

di mettere a fuoco soggetti a distanze diverse. Il colore invece

fa capolino nel 1936, sempre con la Kodak

che inventò una pellicola con gelatine capaci di catturare i colori; lo sviluppo e la stam

pa a colori rim

asero però difficili fino agli anni ’60 quando centri di stam

pa si diffusero su tutto il territorio nazionale.N

on è da dimenticare un’altra invenzio-

ne che permise di produrre apparecchi

capaci di stampare le foto im

mediatam

ente, senza aspettare di m

andare il rullino ad un centro specializzato: era il 1947 e con la Polaroid nasceva la foto istantanea.

DIG

ITALIZZA

ZION

E. L’ultima rivoluzione nel m

ondo della fotografia si com

pie con l’avvento dell’elettronica: l’imm

agine non è più catturata da una pellicola m

a da un sensore che è capace di trasform

arla in un segnale elettrico di tipo analogico e di m

emorizzar-

la. È ancora alla Kodak che viene prodotto il prim

o prototipo: era il 1975 quando lo statunitense Steven Sasson m

emorizzò su

un nastro digitale l’imm

agine in bianco e nero di un suo assistente, una im

magine

con risoluzione di 0,01 Megapixel, scatta-

ta con un prototipo pesante 3,6 chili. D

a allora prese sempre

più piede la ricerca in questo cam

po e nel giro di pochi decenni il digita-le ha superato la pellico-la, fino addirittura a farla praticam

ente scompari-

re. E questa è storia dei nostri giorni.

Fo

tog

rafar

e S

co

ut

Fotografare gli Scout è allo stesso tempo facile e m

olto difficile. Facile perché l’uniform

e, le attività, la natura in cui spesso si lavora, sono tutti elementi che

in una fotografia fanno sorridere, catturano l’attenzione, sono evocativi. Mol-

to difficile perché le attività si svolgono in condizioni di luce particolari (sotto l’om

bra delle piante, al sole forte e contrastato delle ore centrali della gior-nata), con m

ovimenti im

prevedibili dei soggetti umani, con giochi veloci, con

persone che, quando si rendono conto di essere fotografate, si mettono im

-m

ediatamente in posa (e qualche volta anche in m

odo che, per quanto sem-

bri divertente, non è per nulla fotogenico). Quindi è buona cosa partire con

le idee chiare, soprattutto se vogliamo che le nostre foto abbiano un utilizzo

più ampio che non la visione nel nostro ristretto gruppo di am

ici. Proveremo

a vedere quindi con qualche esempio com

e evitare i trabocchetti più insidiosi e rendere le nostre im

magini degne di ricordo e, m

agari, di pubblicazione su Avventura. Le foto che presentiam

o, per aiutarci a trovare qualche suggeri-m

ento, sono state scattate ai Guidoncini Verdi dell’Em

ilia-Romagna del 2012.

GRU

PPI N

egli eventi con grandi numeri la

difficoltà maggiore è riprendere

tutto; molto spesso non è possi-

bile farlo semplicem

ente per la disposizione am

bientale. In questa foto non si è in grado di sapere a quale evento si riferi-sce, non ci sono punti di riferim

ento, solo un cerchio di Scout. Cercate quindi, in questi casi, di inserire nell’inquadratura qualche riferim

ento all’evento (il sim

bolo dell’evento, un cartellone di indicazione ecc.) Se possibile, allontana-tevi e cercate di inquadrare tutta la scena, m

agari, se possibile anche dall’alto. N

el caso si può utilizzare la tecnica della panoramica, cioè scattare una serie

di foto diverse da incollare poi insieme con un program

ma di fotoritocco.

Anche

qui la

connotazione dell’evento è difficile da riconosce-re, m

a la foto è utilizzabile generi-cam

ente per rappresentare un cer-chio di Scout: l’uniform

e, i Guidoni,

la disposizione per Squadriglia.

Dam

iano Marino

disegno di Roberta Becchifoto dal W

EB

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512

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Page 6: *383+6%*-% - VALPANTENA 1valpantenauno.weebly.com/uploads/4/1/5/2/41525175/... · Nel 1888 George Eastman, fondatore della Kodak, produsse la prima fotocamera portatile, con all’interno

116 un gruppo di persone, un pae-saggio, una costruzione al cam

-po, una roccia, dei fiori ognuno di questi elem

enti, se vogliamo

che la fotografia sia di buona qualità, deve essere valorizza-to. A

nche la motivazione per

cui si fa una fotografia influenza le scelte di com

posizione, se vo-gliam

o una foto ricordo o la testimonianza di un evento saranno le

persone al centro dell’attenzione, mentre se si vuole docum

entare una costruzione che è stata il com

pimento di una im

presa saranno i particolari costruttivi a essere im

portanti. Bene, il soggetto della fotografia deve quindi avere la capacità di attrarre l’attenzione di chi la guarda: per facilitare questo com

pito ci viene in aiuto la cosiddetta regola dei terzi, per la quale, dividendo la foto con quattro linee im

maginarie paralle-

le ai bordi (due verticali e due orizzontali), i quattro punti in cui le linee si intersecano saranno quelli su cui è indicato inserire il soggetto principale.A

ltri piccoli trucchi per comporre al m

eglio sono quelli di porre il soggetto alla fine di linee geom

etriche, oppure di usare dia-fram

mi aperti per far risaltare il soggetto

rispetto allo sfondo, o utilizzare stacchi crom

atici. Una volta realizzato lo scatto si

può anche intervenire eliminando parti di foto non interessanti, con

il procedimento che si chiam

a taglio della foto (o crop, usando il ter-m

ine inglese). Con i tagli si possono ottenere belle foto anche con form

ati differenti

rispetto alle proporzioni tradizionali (4:3), con strisce orizzontali/verticali più strette o con il form

ato quadrato. Buona luce!

Il f

or

mato

della

fo

tocam

er

aPoiché la fotografia digitale è nata solo recentem

ente (una quarantina di anni fa), m

olti riferimenti tecnici di questa arte si rifanno ancora al precedente si-

stema che è durato quasi un paio di secoli. Uno di questi è il form

ato della pellicola (il cosiddetto rullino), che si inseriva nella m

acchina fotografica e cat-turava l’im

magine; da questo si ricavava il negativo che poi veniva stam

pato in positivo sulla carta (questa ultim

a parte del procedimento si usa ancora).

Il formato delle m

acchine fotografiche era diventato uno standard e corri-spondeva a 35 m

m (o 135), cioè l’obiettivo catturava e convergeva la luce in

una superficie rettangolare sulla pellicola di dimensioni pari a un rettangolo

di 36x24 mm

.Costruire oggi dei sensori per fotocam

ere digitali che corrispondono a quello standard, che in tal caso prendono il nom

e di fullframe, è ancora pa-

recchio costoso.O

ttimi apparecchi, anche sem

iprofessionali, fanno invece uso di form

ati di sensore differenti: i due più diffusi tra le reflex più note hanno la sigla APS-H o APS-C, rispettiva-

mente di dim

ensioni 28,7x19 mm

e 23,6x15,7 mm

. Ma ce

ne sono anche altri più piccoli (per esem

pio per le fotocamere com

-patte o per gli sm

artphone).Evidentem

ente se si monta un obiettivo per

apparecchi formato 35 m

m su una fo-

tocamera APS-C, la superficie lum

ino-sa catturata dall’obiettivo è m

aggiore di quella registrata dal sensore, quindi la foto salvata sulla scheda di m

emoria

è come se fosse “ritagliata” (pensando

sempre allo standard 35 m

m); o da un

altro punto di vista, leggermente ingran-

dita. Questo fattore di ingrandim

ento si chiam

a fattore di CROP e per l’APS-C per

esempio, corrisponde a 1,5.

RISOLUZIO

NE E Q

UALITÀ DELLE IMM

AGINI DIGITALI

La qualità dell’imm

agine è un parametro che dipende dal num

ero di pixel (pi-xel è la contrazione delle parole inglesi picture elem

ent) contenuti all’interno della superficie del sensore digitale. Im

maginiam

o di scomporre la superficie

Mauro Bonom

ini fotografie A

rchivio Stock Xchng

Page 7: *383+6%*-% - VALPANTENA 1valpantenauno.weebly.com/uploads/4/1/5/2/41525175/... · Nel 1888 George Eastman, fondatore della Kodak, produsse la prima fotocamera portatile, con all’interno

710

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glio

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ono

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odal

ità. D

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ente

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di p

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Il di

afra

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cend

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gli a

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n m

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at-

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atta

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qua

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Mod

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Page 8: *383+6%*-% - VALPANTENA 1valpantenauno.weebly.com/uploads/4/1/5/2/41525175/... · Nel 1888 George Eastman, fondatore della Kodak, produsse la prima fotocamera portatile, con all’interno

15 giugno ore 2.0015 luglio ore 24.0015 agosto ore 22.00

RD

98

Più il diaframm

a è aperto

e più

luce entra: per esem

pio, quando si è a f/1,8

vuol dire che il diaframm

a è molto aperto, m

entre se siamo a f/22

vuol dire che è molto chiuso.

Gli obiettivi possono essere di tre tipi e si distinguono per la lunghez-

za focale, ovvero lo spazio che è compreso tra la lente e il piano foca-

le. Un obiettivo norm

ale ha una lunghezza focale di 50 mm

. Quando

la lunghezza è minore di 50 m

m si parla di obiettivi grandangolari, se

è maggiore di teleobiettivi (o zoom

).U

na macchina fotografica può decidere anche per quanto tem

po la luce può entrare nel corpo grazie all’otturatore (figura), che è una sorta di saracinesca posta davanti alla pellicola. Q

uando si preme il

pulsante di scatto, la prima delle due tendine

scorre, fino a scoprire completam

ente il foto-gram

ma da im

pressionare; la seconda tendina, in base al tem

po impostato, insegue la prim

a fino a coprire interam

ente il fotogramm

a. Più decido di tenere aperta la tendina e più luce entrerà: è per questo che per fotografare in notturna è generalm

ente consigliato un ca-valletto,

perché bisogna

tenere l’otturatore

aperto di più, e quindi la macchina fotografica

dev’essere imm

obile, altrimenti la foto risulterà m

ossa. Una reflex

può scattare anche 1/1000 di secondo così come può tenere aperto

l’otturatore per interi secondi o minuti.

Il vero artefice dei tempi e della corretta esposizione è però l’esposi-

metro, ovvero un m

eccanismo interno che legge e interpreta la luce

e consiglia l’impostazione dei giusti criteri di esposizione.

C’è un ultimo dettaglio che può aiutare nella scelta delle im

postazio-ni corrette e della lum

inosità della foto finale: il valore ISO (A

SA, per

le pellicole) ovvero la sensibilità alla luce, che rappresenta il mezzo

con il quale noi comunichiam

o con l’esposimetro: più gli ISO

e gli ASA

sono alti, più la pellicola può riprodurre im

magini più o m

eno scure. Aum

entando la sensibilità si può fotografare in condizioni di minore

luminosità, il che fa m

olto comodo m

a con un effetto collaterale: l’im

magine risulterà più sgranata.

La r

ote

lla d

ella

fo

rtu

na

Praticamente im

possibile non avere sempre con sé un qualche tipo di foto-

camera, nel cellulare, nel lettore m

ultimediale, com

patta o reflex: il mondo è

sempre pronto per farsi catturare; l’abilità del fotografo deve essere quella di

rendere secolare una istantanea.O

ggi ormai tutti gli apparecchi fotografici hanno la funzione Auto,

cioè lasciando la fotocamera in questa posizione ci si preoc-

cupa solo di inquadrare la scena poi è sufficiente premere

il pulsante di scatto e il gioco è fatto. Se volessimo però es-

sere dei veri artisti, lanciati verso la conquista della Spe-cialità di Fotografo o del Brevetto di Anim

azione espressi-va, dovrem

o conoscere e usare anche le altre funzioni della rotellina m

agica presente praticamente in tutte le fotocam

ere. Al-cune ce l’hanno divisa in due sem

icerchi, altre ce ne hanno due, in altre an-cora com

pare come sottom

enù navigando tra i meandri del display: in ogni

caso queste impostazioni sem

iautomatiche vi assicureranno foto m

igliori della sem

plice modalità Auto.

Modo P: Rispetto al M

odo Auto per-m

ette qualche libertà in più, per esem-

pio è usatissimo nelle situazioni in cui è m

eglio non usare il flash (o è vietato); si ottengono dei risultati interessanti perché si costringe la m

ac-china a variare la scala ISO, e la profondità di cam

po si percepisce anche nella foto bidimensionale.

Modo Av: Anche questo m

odo è usato quando si vuole fare risaltare la profondità di cam

po. È detto priorità di diaframm

a, la regola è sempli-

ce: con valori di f elevati (otturatore chiuso a 8-11-19) rimangono a fuoco sia gli

oggetti vicini che quelli lontani; viceversa i valori di f bassi (otturatore aperto) tengono a fuoco gli oggetti inquadrati e sfuocano gli altri.

Modo

Tv: Priorità

dei tempi; indicato

se necessita congelare dei soggetti in m

ovimento o se

al contrario si vuole eviden-ziarne il m

ovimento sfuoca-

to. È il modo più usato per

fotografare il mondo acqua in m

ovimento (fontane, fium

i, cascate, ecc.).M

artina Acazi

mm

agini di: Martina A

cazi (FIG1), W

ikipedia (FIG2), H

ustvedt (FIG3)