abceconomics news nr.8 july 2016

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The World of ABC Economics – ABC Economics Magazine – Ideas shape the course of history – No. 8 – July 2016 Page7 FINANCIAL MARKETS / LA PAURA SFIDA NUOVI MASSIMI A cura di Federico Izzi. In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad un raro evento che possiamo definire storico. Non mi riferisco ai forti ribassi registrati dai listini azionari, ma all’indice di volatilità statunitense chiamato VIX, meglio conosciuto come indice della paura (già citato nel precedente articolo di aprile ‘Universi Paralleli’) salito oltre il valore dei 20 punti; dato che mette in allarme perché indica la ‘soglia di attenzione’ per gli operatori finanziari. Dopo aver assistito ad un lungo periodo dove le oscillazioni registrate somigliavano ad un encefalogramma piatto, dalla seconda settimana di giugno iniziavano a scorgersi i primi segnali di nervosismo fino ad evidenziare un movimento tanto anomalo quanto raro nei giorni del 22 e 23 giugno, poche ore prima dell’esito del referendum britannico. Nulla a confronto di quanto accaduto poi nei giorni successivi registrando un movimento al rialzo come poche volte accaduto nel passato. Come si può osservare dal grafico, in soli tre giorni il VIX ha segnato un rialzo superiore al +50%, il secondo migliore dal 1950, per poi nuovamente flettere con una intensità contraria e superiore nei tre giorni successivi segnando il più forte declino della storia su base settimanale (-42,7%). Se una lettura prettamente tecnica del grafico evidenzia il nervosismo degli investitori, dall’altra conferma come una fetta enorme di operatori finanziari non avrebbe atteso sprovvedutamente l’esito del referendum britannico. Infatti, nei due giorni direttamente precedenti alla data destinata a cambiare le sorti del futuro dell’Unione Europa, sui derivati legati alla volatilità si sono registrati volumi di scambio 40 volte superiore alla media storica, condizionando il movimento anomalo descritto. Il rialzo registrato dai mercati azionari statunitensi nell’ultima settimana di giugno ha riportato i valori ai livelli pre-Brexit, risollevando nuovamente in positivo il saldo annuale provvisorio dell’S&P500. Solamente una volta l’indice VIX ha registrato un balzo maggiore del 50% con l’indice azionario S&P500 rimasto sui massimi di periodo (gennaio 1999). Situazione che favorì un allungo dell’azionario nei tre mesi successivi con le quotazioni che segnarono un rialzo superiore al 10%. Condizione che potrebbe ripetersi ma che, al contrario di 17 anni fa, vede in questi giorni registrare nuovi massimi annuali per la maggior parte delle azioni statunitensi ed un indice del Cigno Nero che ha toccato i suoi massimi storici assoluti. Meglio fare attenzione alle incantatrici sirene rialziste. Il loro canto ammaliatore potrebbe nascondere il corpo dell’orso con la testa di un toro dalle corna spuntate.

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Economy & Finance


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Page 1: ABCEconomics NEWS nr.8 July 2016

The World of ABC Economics – ABC Economics Magazine – Ideas shape the course of history – No. 8 – July 2016

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FINANCIAL MARKETS / LA PAURA SFIDA NUOVI MASSIMI

A cura di Federico Izzi.

In questi ultimi giorni abbiamo assistito ad un raro evento che possiamo definire storico. Non mi riferisco ai forti ribassi registrati dai listini azionari, ma all’indice di volatilità statunitense chiamato VIX, meglio conosciuto come indice della paura (già citato nel precedente articolo di aprile ‘Universi Paralleli’) salito oltre il valore dei 20 punti; dato che mette in allarme perché indica la ‘soglia di attenzione’ per gli operatori finanziari.

Dopo aver assistito ad un lungo periodo dove le oscillazioni registrate somigliavano ad un encefalogramma piatto, dalla seconda settimana di giugno iniziavano a scorgersi i primi segnali di nervosismo fino ad evidenziare un movimento tanto anomalo quanto raro nei giorni del 22 e 23 giugno, poche ore prima dell’esito del referendum britannico. Nulla a confronto di quanto accaduto poi nei giorni successivi registrando un movimento al rialzo come poche volte accaduto nel passato. Come si può osservare dal grafico, in soli tre giorni il VIX ha segnato un rialzo superiore al +50%, il secondo migliore dal 1950, per poi nuovamente flettere con una intensità contraria e superiore nei tre giorni successivi segnando il più forte declino della storia su base settimanale (-42,7%). Se una lettura prettamente tecnica del grafico evidenzia il nervosismo degli investitori, dall’altra conferma come una fetta enorme di operatori finanziari non avrebbe atteso sprovvedutamente l’esito del referendum britannico. Infatti, nei due giorni direttamente precedenti alla data destinata a cambiare le sorti del futuro dell’Unione Europa, sui derivati legati alla volatilità si sono registrati volumi di scambio 40 volte superiore alla media storica, condizionando il movimento anomalo descritto. Il rialzo registrato dai mercati azionari statunitensi nell’ultima settimana di giugno ha riportato i valori ai livelli pre-Brexit, risollevando nuovamente in positivo il saldo annuale provvisorio dell’S&P500.

Solamente una volta l’indice VIX ha registrato un balzo maggiore del 50% con l’indice azionario S&P500 rimasto sui massimi di periodo (gennaio 1999). Situazione che favorì un allungo dell’azionario nei tre mesi successivi con le quotazioni che segnarono un rialzo superiore al 10%. Condizione che potrebbe ripetersi ma che, al contrario di 17 anni fa, vede in questi giorni registrare nuovi massimi annuali per la maggior parte delle azioni statunitensi ed un indice del Cigno Nero che ha toccato i suoi massimi storici assoluti. Meglio fare attenzione alle incantatrici sirene rialziste. Il loro canto ammaliatore potrebbe nascondere il corpo dell’orso con la testa di un toro dalle corna spuntate.