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ISORS 6-8 Luglio 2018

1. I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA)

Dott. Fabio Scannella - Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale - esperto in Disturbi Specifici dell’Apprendimento

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www.scannellafabio.it - www.facebook.com/Scannella-Dr-Fabio - Cell. 333.3711933 Via Malta, 9 – 93100 – Caltanissetta (CL); e-mail: fabio.scannella@virgilio.itAss. Learning Lab, via Giudice A. Saetta, 67 - Canicattì (AG)

Programma

✤ Classificazione, eziologia, linee guida per la diagnosi e trattamento di: dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia.

✤ La legge n. 170/2010, le altre normative sui DSA e le Linee Guida della Consensus Conference.

✤ Raccolta anamnestica e primi colloqui

✤ La nuova normativa sui BES, Bisogni Educativi Speciali.

✤ Comorbilità (Dist. Emozionali dell’infanzia - FIL) e diagnosi differenziale (Disabilità Intellettiva, ecc.).

✤ Progettazione del piano didattico personalizzato (PDP).

✤ Le misure dispensative e gli strumenti compensativi.

✤ La valutazione diagnostica: Matrici di Raven (CPM, SPM), Leiter-3, WISC-IV, Vineland-2, VMI, Test delle Campanelle, MT3 clinica, DDE2, BDE2.

✤ Interpretazione dei punteggi Stesura relazione

✤ Didattica metacognitiva

✤ Materiali e software per l’apprendimento e lo studio!2

DSA dalla definizione alla legge 170/2010

✤ La legge 8 dell’ottobre 2010 n. 170, “riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010).

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✤ Il 12 luglio 2011 il Ministero dell’Istruzione, pubblica le linee guida per gli studenti con DSA (D. M. prot. n. 5669 del 12 luglio 2011) dove delinea le modalità di formulazione della diagnosi di DSA nonché tutti i suggerimenti, dalla formazione dei docenti, alle indicazioni tecnico-pratiche affinché ogni discente con una specifica difficoltà possa sviluppare tutto il proprio potenziale.

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✤ Il DSA è un disturbo del neurosviluppo con un’origine biologica che è alla base delle anomalie a livello cognitivo che sono associate ai sintomi comportamentali del disturbo.

✤ L’origine biologica comprende un’interazione di fattori genetici ed ambientali, che colpiscono le capacità cerebrali di percepire o processare informazioni verbali o non verbali in modo efficiente e preciso (APA, 2014).

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✤ I DSA, nelle loro diverse espressioni, fanno parte della più ampia gamma di Disordini Evolutivi, che possono manifestarsi nell’acquisizione delle abilità linguistiche, nell’apprendimento, nello sviluppo cognitivo.

✤ Cioè riguardano quelle alterazioni funzionali che coinvolgono il linguaggio, la lettura, la scrittura, il calcolo, le tappe motorie, le abilità attentive, l’interazione sociale.

✤ Essi possono manifestarsi isolatamente o più spesso in associazione tra loro (Vio, et al., 2012).

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✤ I DSA costituiscono “un gruppo eterogeneo di disordini che si manifestano con significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità lettura, scrittura, ragionamento o matematica”.

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DSA

DISLESSIADISGRAFIA/DISORTOGRAFIA DISCALCULIA

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ICD-10 e DSM 5

✤ L’ICD 10 inserisce i DSA tra le Sindromi e disturbi da alterato sviluppo psicologico con l’etichetta di Disturbi evolutivi specifico delle abilità scolastiche e li definisce come “disturbi nei quali le modalità normali di acquisizione delle capacità in questione sono alterate già dalle fasi iniziali del sviluppo.

✤ Essi non sono semplicemente una conseguenza di una mancanza delle opportunità di apprendere o di un ritardo mentale, e non sono dovuti ad un trauma o ad una malattia cerebrale (OMS, 2014).

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ICD-10 e DSM 5

✤ Secondo i criteri del DSM 5 (APA, 2014) una caratteristica essenziale del DSA è la persistente difficoltà di apprendimento delle abilità scolastiche chiave, con esordio durante gli anni scolastici.

✤ Le abilità scolastiche chiave comprendono la lettura di singole parole in modo preciso e fluente, la comprensione della lettura, espressioni scritte e spelling, calcolo aritmetico e ragionamento (risoluzione di problemi matematici).

✤ Il DSA altera il normale pattern di apprendimento delle abilità scolastiche, non è semplicemente una conseguenza della mancanza di opportunità di apprendimento o di istruzione adeguata.

✤ Le difficoltà di apprendimento si manifestano con un range di comportamenti o sintomi osservabili, descrittivi e valutabili. Le difficoltà di apprendimento sono persistenti e non transitorie.

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Criteri Diagnostici Disturbo specifico della lettura (dislessia) (F81.0)

✤ L’ICD-10 (OMS, 2014) riporta che la principale caratteristica di questo disturbo è una specifica e significativa compromissione nello sviluppo della capacità di lettura, che non è spiegata solamente dall’età mentale, da problemi di acutezza visiva o da inadeguata istruzione scolastica.

✤ Tra i criteri risulta necessaria la presenza di un punteggio nell’accuratezza e/o nella comprensione della lettura almeno di due deviazioni standard al di sotto del livello atteso per età cronologica e intelligenza del bambino (A.1).

✤ Deve essere presente una storia di gravi difficoltà nella lettura (A.2).

✤ Il disturbo interferisce con il profitto scolastico o con le attività quotidiane che richiedono abilità di lettura (B).

✤ Il disturbo non deriva da un difetto della vista o dell’udito o da una sindrome neurologica (C).

✤ Le esperienze scolastiche rientrano nella media (D).

✤ Criterio di esclusione utilizzato. QI inferiore a 70 valutato con test standardizzato e somministrato individualmente (E).

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Disturbo specifico della lettura (dislessia) (F81.0)

✤ Da un punto di vista clinico, la dislessia si manifesta attraverso una minore correttezza e rapidità della lettura a voce alta rispetto a quanto atteso per età anagrafica, classe frequentata, istruzione ricevuta.

✤ Risultano più o meno deficitarie - a seconda del profilo del disturbo in base all’età - la lettura di lettere, di parole e non-parole, di brani.

✤ In generale, l’aspetto evolutivo della dislessia può farlo somigliare a un semplice rallentamento del regolare processo di sviluppo (MIUR, 2011).

Criteri Diagnostici

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Disturbo specifico della compitazione (F81.1)

✤ Il disturbo specifico di scrittura si definisce disgrafia o disortografia, a seconda che interessi rispettivamente la grafia o l’ortografia.

✤ La disgrafia fa riferimento al controllo degli aspetti grafici, formali, della scrittura manuale, ed è collegata al momento motorio-esecutivo della prestazione.

✤ La disortografia riguarda invece l’utilizzo, in fase di scrittura, del codice Linguistico in quanto tale.

✤ La principale caratteristica di questo disturbo è una specifica e rilevante compromissione nello sviluppo delle capacità di compitazione, in assenza di una storia di disturbo specifico della lettura; è un disturbo che non è dovuto unicamente ad un’età mentale immatura, a problemi di vista, o inadeguato livello scolastico. Le abilità di pronunciare e scrivere correttamente le parole sono entrambe compromesse (OMS, 2014).

✤ Il criterio di inclusione è sempre quello di un punteggio ai test standardizzati inferiore a due deviazioni standard rispetto ai punteggi attesi per età in presenza di intelligenza nella norma.

✤ I punteggi di accuratezza e comprensione della lettura e calcolo dovrebbero attestarsi nei limiti della norma.

Criteri Diagnostici

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Disturbo specifico della compitazione (F81.1)

✤ Va evidenziato che con il DSM 5 (APA, 2014) il criterio A del Disturbo dello sviluppo della coordinazione prevede abilità motorie notevolmente inferiori rispetto a quanto atteso per età cronologica. Tali difficoltà si presentano come goffaggine, e lentezza e imprecisione nello svolgimento delle attività motorie, tra cui lo scrivere a mano. Inoltre tra le comorbilità ha una posizione privilegiato il DSA inteso sia come disturbo generico sia come dislessia.

✤ La disgrafia si manifesta in una minore fluenza e qualità dell’aspetto grafico della scrittura, la disortografia è all’origine di una minore correttezza del testo scritto; entrambi, naturalmente, sono in rapporto all’età anagrafica dell’alunno. In particolare, la disortografia si può definire come un disordine di codifica del testo scritto, che viene fatto risalire ad un deficit di funzionamento delle componenti centrali del processo di scrittura, responsabili della transcodifica del linguaggio orale nel linguaggio scritto (MIUR, 2011).

Criteri Diagnostici

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Disturbo specifico delle abilità aritmetiche (F81.2)

✤ La discalculia riguarda l’abilità di calcolo, sia nella componente dell’organizzazione della cognizione numerica (intelligenza numerica basale), sia in quella delle procedure esecutive e del calcolo.

✤ Nel primo ambito, la discalculia interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il subitizing (o riconoscimento immediato di piccole quantità), i meccanismi di quantificazione, la seriazione, la comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a mente.

✤ Nell’ambito procedurale, invece, la discalculia rende difficoltose le procedure esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l’incolonnamento, il recupero dei fatti numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio (MIUR, 2011).

✤ Questo disturbo implica una specifica compromissione delle abilità aritmetiche che non è solamente spiegabile in base ad un ritardo mentale globale o ad un’istruzione scolastica inadeguata.

✤ Il deficit riguarda la padronanza delle capacità di calcolo fondamentali, come addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione, piuttosto che delle capacità di calcolo matematico più astratto coinvolte nell’algebra, nella trigonometria o nella geometria (OMS, 2014).

Criteri Diagnostici

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✤ Il DSM 5 (APA, 2014) nella formulazione della diagnosi chiede di specificare, in aggiunta alla diagnosi di Disturbo specifico dell’apprendimento, se:

✤ con compromissione della lettura [315.00 (F81.0)]: accuratezza nella lettura delle parole; velocità o fluenza della lettura; comprensione del testo.

✤ con compromissione dell’espressione scritta [315.2 (F81.81)]: accuratezza nello spelling; accuratezza nella grammatica e nella punteggiatura; chiarezza/organizzazione dell’espressione scritta.

✤ con compromissione del calcolo [315.1 (F81.2)]: concetto di numero; memorizzazione di fatti aritmetici; calcolo accurato o fluente; ragionamento matematico corretto.

Criteri Diagnostici

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Inoltre richiede di specificare la gravità attuale:

✤ lieve: alcune difficoltà nelle capacità di apprendimento in uno o due ambiti scolastici, ma di gravità sufficientemente lieve da rendere l’individuo in grado di compensare o di funzionare bene se fornito di facilitazioni e servizi di sostegno appropriati in particolare durante gli anni scolastici.

✤ moderata: marcate difficoltà nelle capacità di apprendimento in uno o due ambiti scolastici, tali che l’individuo difficilmente può sviluppare competenze senza momenti di insegnamento intensivo e specializzato durante gli anni scolastici. Per completare le attività possono essere necessari facilitazioni e servizi di sostegno almeno in una parte della giornata a scuola, sul posto di lavoro o a casa.

✤ grave: gravi difficoltà nelle capacità di apprendimento, che coinvolgono diversi ambiti scolastici, tali che l’individuo difficilmente apprende tali abilità senza un insegnamento continuativo, intensivo, personalizzato per la maggior parte degli anni scolastici. Anche con una gamma di facilitazioni o servizi appropriati a casa, a scuola o sul posto di lavoro, l’individuo può non essere in grado di completare tutte le attività in modo efficiente.

Criteri Diagnostici

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Disturbi Specifici dell’Apprendimento

✤ Dislessia = specifico disturbo nella velocità e nella correttezza della lettura

✤ Disortografia = specifico disturbo nella correttezza della scrittura (intesa come processo di trascrizione tra fonologia e rappresentazione grafemica della parola, da distinguere dalla correttezza morfosintattica)

✤ Disgrafia = specifica difficoltà nella realizzazione manuale dei grafemi

✤ Discalculia = debolezza nella strutturazione delle componenti di cognizione numerica (intelligenza numerica basale: meccanismi di quantificazione, comparazione, seriazione, strategie di calcolo a mente) e/o difficoltà nelle procedure esecutive (lettura, scrittura e messa in colonna dei numeri) e/o difficoltà nel calcolo (fatti numerici e algoritmi del calcolo scritto)

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Disabilità, Disturbo o Neurodiversità?

Disturbo

✤ In una accezione ampia il concetto di disturbo indica l’alterazione di uno o più processi all’interno di un sistema

✤ Il Sistema Cognitivo può essere considerato come un vero e proprio sistema biologico, dato che la sua realizzazione poggia su un substrato organico che è costituito dalla rete dei neuroni e delle loro interconnessioni nel cervello

✤ È un sistema specializzato nella elaborazione delle informazioni.

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Disabilità

✤ Quando l’alterazione del funzionamento del sistema è abbastanza importante da produrre una perdita totale o parziale di una funzione, o anche più semplicemente nell’impossibilità di usarla in modo efficiente si parla di “disabilità”.

✤ Di solito è proprio in questa ultima accezione che usiamo il termine disabilità in riferimento ai disturbi di apprendimento

Disabilità, Disturbo o Neurodiversità?

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✤ Diversità:

✤ la distribuzione di alcune caratteristiche degli individui assume la forma di un continuum.

✤ I ricercatori, sulla base di criteri non ideologici, ma matematici, tendono a identificare un punto (definito soglia) al di sopra o al di sotto del quale le caratteristiche di un individuo assumono un significato «deviante».

Disabilità, Disturbo o Neurodiversità?

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Distribuzione normale o Gaussiana

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✤ Disabilità definisce un deficit funzionale che deriva da una condizione biologica definita e che tende a persistere nel tempo. Esprime il risvolto sociale del disturbo.

✤ Disturbo coglie invece maggiormente la dimensione clinica; individua una norma al di fuori della quale si parla di disturbo o patologia

✤ Neurodiversità condizione di variabilità interindividuale biologicamente determinata

Disabilità, Disturbo o Neurodiversità?

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Difficoltà Scolastiche vs DSA

✤ Le difficoltà scolastiche si manifestano genericamente come difficoltà a svolgere con successo le attività richieste dall’insegnante.

✤ Queste difficoltà possono essere riferite ad almeno 2 tipi di problemi: AMBIENTALE e/o ENDOGENA

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✤ Le difficoltà che incontrano i soggetti con DSA non dipendono da un deficit nella capacità di ragionamento generale e di comprensione, non riguardano le capacità di problem solving, cioè non sono intaccati i cosiddetti "processi cognitivi centrali“ o “superiori“ (mediati dalle aree prefrontali).

✤ Le loro difficoltà nascerebbero da un deficit nei sistemi specifici o moduli, responsabili dell’elaborazione di una sola specifica informazione (ad esempio dell’elaborazione dei numeri, dell'elaborazione fonologica e visiva delle lettere).

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✤ I DSA coinvolgono uno specifico dominio di abilità, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale.

✤ Disabilità che derivano da una peculiare organizzazione del sistema neuropsicologico, determinando disturbi permanenti nella realizzazione di alcune funzioni:

✤ Lettura, scrittura e calcolo.

✤ Linguaggio

✤ Coordinazione motoria…. !26

DSA

1. Si manifestano in soggetti normodotati

2. Sono di origine costituzionale, cioè fanno parte del corredo genetico del soggetto

3. Non sono facilmente pronosticabili prima dell’età scolare

4. Accompagnano il soggetto nel corso del suo sviluppo

5. Non sono “guaribili”, ma le conseguenze funzionali si modificano attraverso adeguate misure rieducative e didattiche

6. Spesso sono accompagnati da manifestazioni psicologiche e relazionali disturbate (disturbi della condotta)

7. Spesso sono associati a disturbi dell’attenzione ed iperattività !27

Basi biologiche della dislessia

✤ Studi genetici, epidemiologici, anatomici e di neuroimmagine hanno evidenziato che la dislessia è un disturbo su base biologica.

✤ Studi genetici: Ricerche sui gemelli hanno evidenziato che la concordanza della dislessia nei gemelli omozigoti è quasi sempre sopra l’80%, mentre tra i gemelli eterozigoti è raramente sopra il 50%.

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✤ Studi epidemiologici sui membri delle famiglie con bambini dislessici hanno evidenziato che tra essi la percentuale di soggetti dislessici è più elevata che nella popolazione normale: dal 20% al 60%.

✤ Diversi studi hanno documentato il maggior rischio di sviluppare dislessia (diagnosi specifica) tra i figli di genitori dislessici.

✤ Se i genitori non sono dislessici, invece, il rischio di essere dislessici è del 4%

Basi biologiche della dislessia

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✤ La Dislessia Evolutiva (DE) viene ufficialmente definita come una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica (Lyon et al., 2003) e su questa definizione esiste un ampio consenso tra gli studiosi a livello internazionale (APA, 1994; OMS, 1992; Lyon et al., 2003), e recentemente anche italiano (Consensus Conference, 2007).

✤ È espressione di neurodiversità che viene definita come sviluppo neurologico atipico, manifestazione della variazione nello sviluppo umano e in quanto tale va riconosciuta e rispettata.

Basi biologiche della dislessia

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Teorie

✤ Allo stato attuale sono 5 le principali teorie che occupano la scena scientifica:

✤ Teoria del deficit fonologico

✤ Teoria del deficit visivo/uditivo (magnocellulare)

✤ Teoria del deficit di automatizzazione (cerebellare)

✤ Teoria del deficit attentivo

✤ Teoria integrativa

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Teoria del deficit fonologico

✤ Persistente compromissione del modulo linguistico dedicato alla fonologia, che interessa pervasivamente vari aspetti della processazione fonologica (Catts, 1989), intesa come capacità di:

✤ codificare (cioè rappresentare) l’informazione fonologica;

✤ mantenere l’informazione fonologica nella memoria di lavoro;

✤ recuperare l’informazione fonologica dalla memoria;

✤ avere esplicita consapevolezza della struttura fonologica delle parole e, successivamente, degli enunciati.

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✤ I bambini dislessici spesso presentano difficoltà:

✤ nella manipolazione dei suoni (sintesi e segmentazione fonemica, ricognizione di rime....)

✤ nella memoria verbale a breve termine

✤ nella capacità di denominazione rapida

Teoria del deficit fonologico

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“Sintomi”:

✤ frequenza elevata dei disturbi di memoria verbale a breve termine, o comunque sull’inefficienza di questa funzione.

✤ Il sintomo principale del deficit fonologico è caratterizzato dalla persistente difficoltà della maggioranza dei dislessici di leggere con fluenza le cosiddette non-parole, cioè le parole nuove che, non essendo presenti nel lessico del lettore, debbono essere costruite attraverso una strategia assemblativa che poggia in misura consistente sull’efficienza delle componenti fonologiche.

✤ una difficoltà di prontezza nel recupero delle rappresentazioni fonologiche

Teoria del deficit fonologico

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Teoria del deficit fonologico

Tre sottotipi di disturbo fonologico:

✤ uno causato da deficit nelle capacità fonologiche come la consapevolezza fonologica e la corrispondenza grafema-fonema, in accordo con la teoria fonologica;

✤ il secondo causato dalla lentezza nella velocità di denominazione che, nello specifico, intacca il processamento ortografico e la fluenza nella lettura;

✤ un terzo causato dalla combinazione di entrambi i tipi di deficit precedentemente esposti (il cosiddetto “doppio deficit”), considerato il più severo tra i tre.

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Teoria del deficit di automatizzazione

✤ Il cervelletto è coinvolto nel controllo motorio e nella coordinazione motoria e nell’articolazione del linguaggio, nella stima del tempo, inoltre consente l’automatizzazione delle procedure (es. guidare).

✤ I soggetti con DSA cadono in compiti diversi (abilità fonologiche, processamento rapido delle informazioni, equilibrio, abilità motorie) accomunati dall’essere eseguiti automaticamente una volta appresi attraverso la pratica.

✤ Il cervelletto ha un ruolo di controllo dell’attività motoria, ma anche nella sua automatizzazione.

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Ipotesi magnocellulare

✤ la disfunzione del sistema magnocellulare che è deputato ad elaborare le informazioni transienti, cioè quelle in rapido cambiamento, sia di natura visiva sia uditiva, provocherebbe una sovrapposizione degli stimoli, sia visivi sia uditivi, o comunque la difficoltà a mantenere le sequenze in modo corretto (come succede per «il» che viene letto «li»).

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✤ Nel Dislessico si ipotizza così un deficit del processamento temporale rapido dell’informazione sensoriale non solo nel sistema visivo ma anche in quello acustico.

✤ Discriminare tra fonemi richiede una analisi di frequenza estremamente precisa e si dimostra come nei dislessici la discriminazione di frequenze spazialmente vicine è peggiore rispetto ai controlli.

✤ Il fallimento nel rappresentarsi correttamente brevi suoni e rapide transizione determinerebbe difficoltà in particolare nella discriminazione tra contrasti fonemici (/ba/ - /da/).

Ipotesi magnocellulare

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Ipotesi del deficit attentivo

✤ Finestra attentiva: spazio sia visivo sia temporale in cui avviene la processazione delle informazioni. È in parte asimmetrico con allargamento verso destra nei sistemi di lettura in cui si procede da sinistra verso destra

✤ Molti studi (Facoetti et al., 2006) hanno evidenziati nei dislessici anomalie della finestra attentiva

✤ Il deficit della focalizzazione dell’attenzione visiva spaziale causerebbe una difficoltà nello scorrere la stringa di lettere che compongono la parola, isolandone una per volta ed escludendo le altre.

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Teoria integrata

✤ L’alterazione delle funzioni fonologiche che provoca la dislessia dipende da alterazioni corticali nella zona temporale sinistra

✤ Se si associano disordini ormonali nella gestazione, l’alterazione si diffonde alle zone talamiche con conseguenti disturbi sensomotori

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Apprendimento della lingua scritta

✤ Le lingue parlate (in principio) sono ugualmente facili (o difficili).

✤ Vengono apprese attraverso la comunicazione e non vengono insegnate

✤ La padronanza della lingua precede la sua conoscenza formale (regole grammaticali, etc.)

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✤ La lingua scritta non viene appresa spontaneamente, ma viene insegnata

✤ La padronanza delle regole di transcodifica precede sempre la padronanza d’uso

✤ La comunicazione non è importante per l’apprendimento della lingua scritta

✤ Ciò che è importante è l’apprendimento e la padronanza delle regole di transcodifica

Apprendimento della lingua scritta

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Transcodifica

✤ Trasformazione di un codice in un altro, nei due sensi.

✤ Il problema può nascere perchè i due codici (parlato e scritto) hanno diverse unità costitutive.

✤ L’unità costitutiva della lingua parlata è il fonema, mentre l’unità costitutiva della lingua scritta è la lettera

Apprendimento della lingua scritta

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✤ La transcodifica è un processo universale, comune a tutti i sistemi linguistici

✤ Le soluzioni sono diverse e dipendono dalle caratteristiche specifiche dei sistemi linguistici

✤ Le strategie di apprendimento della lettura si sviluppano in maniera diversa a seconda delle differenze nella struttura delle ortografie

Apprendimento della lingua scritta

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✤ Si considera che in un’ortografia trasparente i codici fonemici e quelli ortografici siano isomorfi: i fonemi della parola sono cioè rappresentati dai grafemi in modo diretto e inequivocabile.

✤ Invece in un’ ortografia profonda o irregolare è presente una relazione “opaca” tra pronuncia del suono ed ortografia:

✤ la stessa lettera può rappresentare differenti fonemi a seconda del contesto in cui si presenta;

✤ differenti lettere possono rappresentare lo stesso fonema.

Apprendimento della lingua scritta

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✤ Il processo di transcodifica è semplice da apprendere e da realizzare quando la corrispondenza tra fonemi e lettere (e viceversa) è 1:1

✤ Quando il grado di corrispondenza è diverso, il processo di transcodifica si complica

✤ Il grado di accostamento delle due componenti del sistema ortografico viene definita consistenza:

✤ consistenza perfetta = corrispondenza 1:1

✤ consistenza media: corrispondenza 1:2

✤ consistenza scarsa: corrispondenza 1: >2

Apprendimento della lingua scritta

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✤ Abbiamo 21 lettere dell’alfabeto ma……

✤ 30 fonemi

✤ questo rende la lingua italiana una tra le lingue a più alta trasparenza fonologica.

✤ In inglese ci sono diverse centinaia di combinazioni di grafemi per rappresentare i 40 suoni della lingua (fonemi).

✤ La conversione del grafema in fonema è ambiguo.

Apprendimento della lingua scritta

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La dislessia nelle lingue anglofone

✤ Se nel nostro paese, infatti, i casi di disturbo della lettura si aggirano intorno al 3 e al 5 % della popolazione scolastica,

✤ negli Stati Uniti, secondo l’International Dyslexia Association, queste percentuali arrivano a quadruplicarsi fino a raggiungere il 15-20%

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I numeri del DSA in Italia al 2015

I numeri del DSA in Italia al 2015

I numeri del DSA in Italia al 2015

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